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Genoma, manipolati o salvati? ( Raineri Paolo , 2000 )
StampaQuotidiana ,
In questi giorni c ' è stato un turbinio di notizie nel campo della genetica umana . Hanno iniziato Clinton e Blair ricordando che il genoma umano non è brevettabile e che l ' iniziativa governativa anglo - americana renderà disponibile la sequenza completa entro poco tempo . Il Nasdaq , il listino di borsa americano che racchiude i titoli tecnologici , ha reagito negativamente all ' annuncio , a testimoniare i legami sempre più stretti tra ricerca biologica e investimenti . Ha fatto seguito il 24 marzo l ' annuncio che il genoma della Drosophila , il moscerino della frutta che riveste una grande importanza nei laboratori di genetica , era stato completamente sequenziato . Dei giorni scorsi l ' annuncio della stessa Celera Genomics di aver terminato una sequenza quasi completa del genoma della nostra specie . Ma ieri il responsabile della fondazione internazionale " Progetto genoma umano " , Francis Collins , ha messo in dubbio il completamento della sequenza . Il tutto mentre si rincorrono voci e smentite sulla clonazione umana . Per questo è necessario non solo che vi sia un ampio dibattito su queste problematiche , ma soprattutto che vi sia una corretta informazione su quanto sta succedendo . Ospitiamo l ' intervento di Paolo Raineri e Paolo Vezzoni , dell ' Istituto di tecnologie biomediche avanzate del Cnr di Milano e collaboratori di Renato Dulbecco , e un ' intervista al decano dei genetisti italiani , il gesuita Angelo Serra . L ' ultimo secolo ha segnato un tumultuoso avanzamento nelle scienze della vita . La genetica , la branca della biologia che studia i meccanismi ereditari , si è imposta all ' attenzione dei ricercatori e poi del grande pubblico non solo come un insieme di conoscenze tese ad interpretare i fenomeni del vivente , ma anche come una serie di tecnologie che incidono fortemente sulla nostra vita quotidiana . Oggi ci si rivolge alla genetica per investigare malattie di grande diffusione come quelle tumorali , per diagnosticare con grande precisione i pazienti affetti da malattie ereditarie o per cercare di affrontare piaghe sociali quale quella dell ' Aida . In tutte queste patologie , il colpevole si trova nel genoma delle nostre cellule , cioè nel Dna , quella molecola di oltre tre miliardi di " lettere " che nel suo insieme racchiude tutte le istruzioni perché il nostro organismo si formi a partire da un ' unica cellula embrionaria e possa poi funzionare nel migliore dei modi . L ' alterazione anche di una sola di queste lettere può segnare fin dalla nascita la sorte dell ' individuo e portarlo a morte o ad invalidità permanente , sottolineando , se ancora ce ne fosse bisogno , quanto aleatorio sia il destino dell ' uomo . Oggi , grazie al Progetto Genoma iniziato poco meno di quindici anni fa , conosciamo quasi per intero tutto il testo racchiuso nel genoma della nostra specie . Si è trattato di un grande sforzo della comunità scientifica internazionale che sta per giungere a compimento non una ma due volte , in quanto all ' impegno del settore pubblico si è contrapposta un ' aggressiva iniziativa privata capitanata da Craig Venter , che da ricercatore degli Istituti nazionali di sanità di Bethesda nel Maryland è passato a dirigere il progetto privato . Questo sta a dimostrare non solo che i benefici sono enormi , ma che essi sono anche potenzialmente sfruttabili in termini commerciali . È intuibile che ogni nuova tecnologia possa portare con sé costi e benefici . Sarebbe ingenuo pensare che le scoperte scientifiche risolvano problemi senza crearne di nuovi . Un ' analisi razionale tuttavia consente in genere di massimizzare i vantaggi e ridurre i danni . Cosa ci può dare la conoscenza dei meccanismi che regolano i geni ottenuta nell ' ambito del Progetto Genoma ? Al momento attuale ci dà essenzialmente i mezzi per diagnosi precise e precoci , e in un futuro , speriamo prossimo , ci darà delle cure , che , bisogna ripeterlo bene per evitare atroci illusioni , non sono proprio dietro l ' angolo . La terapia genica , ad esempio , su cui si poggiano numerose speranze , non si è ancora rivelata utile in nessun paziente . D ' altro canto si deve pensare al fatto che l ' insulina oggi utilizzata per curare milioni di diabetici è insulina umana , cioè il prodotto di uno dei nostri geni , ottenuta con le tecniche dell ' ingegneria genetica . Cosa possiamo aspettarci di brutto dalla genetica ? Molti temono un ' invasione della privacy dell ' individuo . Certamente sarà possibile prevedere la predisposizione dell ' individuo ad alcune malattie e conseguentemente ognuno conoscerà di più sul proprio destino . Prendiamo ad esempio il morbo di Huntington , una grave malattia ereditaria in cui i primi sintomi si manifestano solo verso la quarta decade di vita . Il gene responsabile di questa malattia è stato individuato ed è così possibile predire alla nascita se un bambino si ammalerà o no . Le conseguenze psicologiche dell ' esecuzione del test possono essere drammatiche , perché chi risulterà sano trarrà un sospiro di sollievo , ma chi ne uscirà condannato potrebbe cadere in una grave depressione . La predizione delle malattie però non è una novità in campo medico , anzi è lo scopo principale di una branca della medicina preventiva , basti pensare ai test per identificare i cosiddetti " gruppi a rischio " per una determinata patologia . Con la genetica la precisione aumenterà notevolmente , ma resteranno sempre i criteri fondamentali della pratica clinica , la volontarietà dell ' esame e il segreto professionale , che sono già codificati dalle leggi , che , nel caso , potranno essere rinforzate . Nel caso del morbo di Huntington , ad esempio , ognuno è libero di sottoporsi o meno al test diagnostico e se deciderà di eseguirlo rimarrà l ' unico destinatario dell ' informazione . Lo stesso discorso vale per eventuali discriminazioni nelle assunzioni o nella stipula di assicurazioni , in quanto la legge può proibire la richiesta di esami da parte del datore di lavoro o della compagnia assicuratrice . L ' ultima paura riguarda infine la manipolazione genetica dell ' uomo . Questa può essere di due tipi , quella tesa a ristabilire la normalità , nel caso ad esempio di una malattia genetica ( terapia genica ) , e quella tesa al miglioramento della specie , reale o immaginario . Per quanto riguarda la terapia genica , quella eseguita sul singolo individuo ( terapia genica somatica ) è ormai accettata da tutti , essendo in sostanza uguale a qualsiasi intervento terapeutico di tipo tradizionale : in questo caso la modificazione rimane solamente nel paziente e non viene passata alla progenie . Vi sarebbe tuttavia la possibilità teorica di effettuare una terapia genica sulle cellule germinali o sugli embrioni a uno stadio assai precoce , così che non solo ne verrebbe curato il paziente , ma anche tutta la sua discendenza . Questo approccio , detto di terapia genica germinale , è in questo momento al di là delle nostre possibilità pratiche , e secondo molti sarebbe da vietare in ogni caso . Crediamo tuttavia che , se un domani si superassero gli ostacoli tecnici che la rendono oggi impossibile , essa non debba essere rifiutata a priori , ma attentamente vagliata sulla base dei benefici che essa potrebbe dare . In fondo , non si tratterebbe di un ' alterazione del genoma umano ma semplicemente di una sua " restitutio ad integrum " , che è essenzialmente lo scopo di tutta la scienza medica . Per quanto riguarda invece la possibilità di migliorare ( o peggiorare ? ) selettivamente la specie umana sulla base delle conoscenze acquisite nell ' ambito del Progetto Genoma , la prospettiva è assai più lontana , e per il momento non è ben chiaro neanche come questo potrebbe aver luogo , né con che benefici . Ma a prescindere da ciò , ogni intervento dovrebbe limitarsi a pratiche terapeutiche preventive o all ' eliminazione di difetti ; peraltro non vi sono criteri assoluti e conseguenti vincoli riguardo il concetto di " miglioramento " , che si presterebbe pertanto ad ogni genere di abusi . Possibilità nuove danno origine a problemi morali nuovi e , a volte , inediti . Ci sembra , però , che i tradizionali metodi di valutazione etica siano spesso insufficienti o inadeguati , in ragione soprattutto del loro riferimento a principi o norme troppo astratte e generali . Si ha l ' impressione che vi sia spesso uno iato tra la cultura scientifica biologica e il pensiero cattolico , il quale , pur focalizzandosi su alcuni aspetti peraltro importantissimi , lascia che altri vengano tranquillamente ignorati , come se fossero qualcosa che veramente non ci riguarda .
Credenti, tornate a sant'Ignazio ( Cecchetti Maurizio , 2001 )
StampaQuotidiana ,
" Il confronto con la Riforma ha messo in ombra l ' attenzione alla " forma culturale " . L ' unico a rivalutarla è stato von Balthasar " . " Sono lontano dalle posizioni di Vattimo e di Prini . Sono convinto che occorra riscoprire il rito cercando di liberarsi delle proprie passioni " Uno dei libri più noti del filosofo dell ' estetica Mario Perniola riprende il titolo da una espressione che Walter Benjamin usa nel saggio sulla moda quando parla appunto di " sex appeal dell ' inorganico " . Avendo ben presenti le riflessioni di Leopardi , Benjamin coglie della moda la spinta mortificante , che costringe appunto il corpo dentro un artificio , lo rende cosa morta . Perniola , rovesciando la prospettiva di Benjamin , pensa invece che la " cosa " , proprio perché è inerte , possa costituire una metafora paradigmatica per l ' uomo contemporaneo rispetto a uno sviluppo della tecnica che rompe la barriera tra naturale e artificiale , tra corpo e protesi ; secondo Perniola quello tecnologico è il mondo dove la " cosa " acquista una enigmatica capacità di sentire , mentre l ' uomo si trasforma fino a farsi " cosa " , ovvero si purifica delle sue passioni . Il rimando al " post - organico " , tema di molteplici riflessioni in questi ultimi decenni , è d ' obbligo . Perniola ha scritto un saggio che ci riguarda da vicino : s ' intitola infatti " Del sentire cattolico " , e uscirà nei prossimi giorni dall ' editrice il Mulino . Non è un saggio da " credente " , Perniola si definisce " laico " ma non in quanto ateo , e la prima parte del libro ha un titolo sibillino : " Perché non posso non dirmi " cattolico " " . Richiamo a Croce che , tuttavia , rimanda alla questione storica dello scisma protestante , " è a partire da quella ferita storica - dice Perniola - che io intendo mostrare quali sono i caratteri essenziali del cattolicesimo " . Cattolico , per Perniola , è qualcosa che si spiega solo nel contrappunto con la Riforma . Il cattolicesimo che Perniola intende è ben delineato nel sottotitolo del libro : " La forma culturale di una religione universale " . Inutile nascondersi che la posizione del filosofo è critica verso il cattolicesimo dogmatico e la sua etica , che secondo Perniola si sono " irrigiditi troppo negli ultimi secoli , e penso - dice - alla lettera apostolica del 1998 Ad tuendam fidem , che ribadisce l ' estraneità alla piena comunione con la Chiesa cattolica di chi respinge determinate dottrine attinenti al campo dogmatico o morale " . Per Perniola la forma dogmatica che il cattolicesimo ha assunto dopo il Concilio di Trento è fondamentalmente ideologica , tesa al proselitismo e meno a determinare una cultura capace di arrivare anche a chi non è cattolico . " Pensi - mi dice - al successo culturale del protestantesimo , alla svolta culturale che il protestantesimo ha avuto con l ' illuminismo e quanta influenza ha esercitato sul pensiero ; e dall ' altro al successo culturale dell ' ebraismo dovuto al fatto che l ' ebraismo è una religione senza proselitismo . A mio avviso sarebbe una strada auspicabile anche per il cattolicesimo e nel mio libro cerco di dire che questo è già avvenuto , che fa parte dell ' essenza del cattolicesimo , sta scritto nel XVI secolo tra il 1517 , anno in cui Lutero si distacca dalla Chiesa , e il 1563 , quando si chiude il Concilio di Trento . Il mio punto di vista è che questa potenzialità culturale c ' era già ma è stata emarginata nel tempo con progressivi irrigidimenti dottrinali , secondo un principio di " rivalità mimentica " che la Chiesa ha manifestato verso il protestantesimo , l ' illuminismo , l 'ideologia..." . Perniola usa qui un concetto di René Girard , l ' antropologo e letterato che ha rivisto le teorie del " capro espiatorio " nel sacrificio primitivo mettendo in luce la sostanziale diversità e il capovolgimento radicale portato da Cristo col proprio olocausto ; il concetto è appunto quello della " rivalità mimentica " : " Nel senso - spiega Perniola - dell ' assunzione dei caratteri dell ' avversario per potersi mantenere sullo stesso piano " . Se così stanno le cose , dove sarebbe il limite del cattolicesimo attuale ? Secondo il filosofo consiste nell ' aver sacrificato gli aspetti formali e istituzionali che gli erano propri a vantaggio di quelli dogmatici : come esempio positivo cita sant ' Ignazio e il metodo pedagogico gesuitico . " Quando parlo di " forma culturale di una religione universale " - spiega - intendo una forma che consenta il confronto , per esempio , con le religioni orientali : sant ' Ignazio dice che gli esercizi spirituali possono essere fatti da tutti , credenti e non , anche dai pagani . Il suo , in definitiva , era un metodo per trovare l ' equilibrio spirituale a la propria strada nel mondo . In questo senso sostengo che il cattolicesimo può mettere tra parentesi le affermazioni dogmatiche e morali . E in effetti , guardando bene , si vede che l ' umanismo gesuitico è tattica più che strategia , perché i gesuiti si scoprono filoumanisti in Europa , in India sono filoinduisti , così come in Cina sono filoconfuciani . Il tema fondamentale dei discepoli di sant ' Ignazio è la flessibilità , non la difesa rigorosa dell ' identità che invece è tipica dell ' intellettuale umanista " . Non le pare che un cattolicesimo inteso come metodo o forma meditativa rischi di diventare una religione dell ' esteriorità ? " No , la vera contrapposizione è tra una religione della soggettività , che diventa una esperienza " dal di dentro " tipica della modernità e del protestantesimo , e una religione anti - soggettiva , che esalta appunto il proprio coefficiente di universalità , e produce un ' esperienza " dal di fuori " , cioè consente all ' individuo di liberarsi dalle sue passioni , dalle sue affezioni disordinate , per vedere la differenza nel mondo e nella storia , piuttosto che , come nel protestantesimo , cercare la differenza in Dio " . Uno dei nomi che Perniola evoca nel nostro colloquio è quello del teologo svizzero Hans Urs von Balthasar , l ' unico , secondo Perniola , ad aver riproposto nel nostro secolo la questione della " forma " essenziale del cattolicesimo , forma che Balthasar ritrova più spesso nell ' opera di certi poeti o scrittori che nei teologi . Anche Perniola , se dovesse indicare due nomi che nel Novecento hanno espresso i caratteri essenziali del cattolicesimo , chiamerebbe in causa due scrittori piuttosto che i teologi : sono l ' austriaco Robert Musil e la brasiliana Clarice Lispector . In particolare , a Perniola interessa di von Balthasar il tentativo di mostrare la continuità tra mondanità e sovramondanità , tra ellenismo e cristianesimo . Mi domando se questa interpretazione del pensiero di von Balthasar non sia conseguente con l ' idea di ritrovare nel cattolicesimo una linea di continuità col paganesimo ... Perniola replica secco : " Direi , piuttosto , con lo stoicismo " . Allo stoicismo - aggiunge - " si ricollega l ' idea di una " sensibilità anti - soggettiva " che tende alla liberazione dalle proprie passioni , senza essere per questo mera apatia , piuttosto è la dimensione di una " partecipazione impartecipe " al mondo e alla storia . Il riferimento è ancora Ignazio : non si poteva passare alla seconda settimana degli Esercizi se non si era raggiunto un punto d ' indifferenza ed essere così pronti ad assumere uno stato o un ' altro secondo quale sarà la volontà di Dio , la storia in sostanza . Il cattolicesimo come metodo o come forma può fare a meno della trascendenza ... " . Ma una fede nell ' ordine della pura immanenza , senza escatologia , non le sembra che si riduca a essere un credo per intellettuali , oppure una mera pratica meditativa ? " La mia strada è ben diversa da quella del cristianesimo debole di Vattimo o dallo " scisma sommerso " di Prini . Io metto tra parentesi la dimensione del credere e propongo quella del sentire , di un ' esperienza distaccata , che però è esperienza . Mi chiedo piuttosto se questa esigenza religiosa non possa essere soddisfatta dalla dimensione rituale e cerimoniale che invece mi sembra sia stata messa in disparte negli ultimi decenni ... " . Ma un rito senza contenuto non le pare un ' illusione ? " No , penso invece che sia un interrogativo su come andranno le cose , su quale sarà la volontà di Dio ; è un ' attenzione al problema della storia , e nel caso specifico , proprio per allontanare il sospetto di una religione per intellettuali , credo che il rito possa essere una strada accessibile a tutti " . Il rito però ha come sfondo una comunità ... " Secondo me no . Mi hanno molto aiutato , in questo senso , le riflessioni sul rito di Aldo Natale Terrin ( Il rito . Antropologia e fenomenologia della ritualità , Morcelliana , 1999 , ndr ) . La mia attenzione è diretta a chi sostiene che il rito non ha altra funzione che produrre delle persone ritualizzate , oppure che il rito non ha alcun significato , è , come spiega Terrin , autoreferenziale e autotelico , quindi nei suoi caratteri fondamentali implica il distacco da tutto ciò che è vitalistico , soggettivistico .
Vietato fare storia ( Blondet Maurizio , 2000 )
StampaQuotidiana ,
La patria è in pericolo . " Ritornano gli sconfitti della storia " ; le forze " fanatiche " , " reazionarie " e " sanfediste " dell ' anti - Risorgimento sono lanciate in " una aggressione contro i principi laici e liberali che sono parte fondante della Costituzione repubblicana " , con " propositi di erosione dell ' assetto democratico della società " . È Alessandro Galante Garrone a gridare ieri quest ' allarme un po ' spropositato in prima pagina di La Stampa con un articolo - anzi un appello " firmato già da 66 intellettuali " - di chiamata alla Nuova Resistenza : i sanfedisti assetati di rivincita " devono essere respinti " . La loro " provocazione è inaccettabile per l ' Italia civile " . Con chi ce l ' ha ? Con il tentativo , spiega , " nel meeting di Comunione e Liberazione " di denigrare il Risorgimento . Quell ' evento già dimenticato dalla cronaca continua a irritare i custodi universitari della Storia . Anzi , l ' irritazione cresce più il tempo passa . Galante Garrone è solo l ' ultimo a insorgere . Sempre su La Stampa , nella " data emblematica del 20 settembre " ( sic ) tre storici come Galasso , Salvadori e Tranfaglia hanno già gridato la loro indignazione per " il revisionismo " della " parte più primitiva del clericalismo italiano " . Il 22 settembre su Repubblica Salvadori rincara : è " un revisionismo da combattere " . Il 26 , un altro storico torinese , Angelo d ' Orsi , torna su La Stampa a spiegare : è vero , la " revisione è l ' anima della storia " . Ma essa va strappata dalle mani " degli ideologi di turno , siano i neointegralisti papisti o gli ammiratori del duce , per arrivare fino ai negatori dei campi di sterminio nazisti " . Solo " la cultura democratica e razionalista conosce l ' unico modo serio di essere revisionisti " . Conclusione ( nel titolo ) : " Il revisionismo è di sinistra " , altrimenti è un delitto . Esagerano ? " Quel che più spiace , è constatare che questa " ingiunzione a tacere " viene da storici che sanno il loro mestiere " , risponde lo storico Giorgio Rumi . " Io sono un cattolico che difende il Risorgimento , penso che l ' Unità d ' Italia sia stata un bene ; non per questo vilipendo chi combatté per i Borboni . Da una parte perché i cosiddetti " vinti " sono miei concittadini . Dall ' altra perché so che il Risorgimento non fu la lotta fra Luce e Tenebre , fra Progresso Laico e Reazione cattolica , raccontata da una certa versione ufficiosa . I fatti e le persone furono molto più complessi . Cavour e Ricasoli erano dei cristiani . Visconti Venosta , il ministro degli Esteri che preparò le condizioni per la presa di Roma , visse una crisi di coscienza che trascinò per vent ' anni . Il tenente che aprì a cannonate la breccia di Porta Pia finì frate di clausura . Nel Conclave del 1849 , l ' Austria mise un veto sull ' elezione di Mastai Ferretti , il futuro " reazionario " Pio IX , perché lo giudicava troppo liberale " . Aggiunge Rumi : " Mi pare penoso che quegli storiografi si arroghino un diritto di censura su chi interpreta i documenti in modo diverso . Come se usassero la storia per sacralizzare un assetto istituzionale di fatto , anziché per scoprire come è davvero andata . La storia non si scrive per difendere " la linea giusta " . La generazione di Galante Garrone è quella che , giustamente , si disgustò della " romanità " recitata dal fascismo . Dovrebbe dunque essere in grado di capire che i giovani di Cl , proprio in quanto giovani , fanno la stessa cosa : sentono finta la versione autorizzata del Risorgimento , non ci si ritrovano , la sfidano . E la sfida intellettuale , poi , è il bello della ricerca , storica e scientifica " . Ma la " generazione dei Galante Garrone " non ha accolto bene nemmeno la sfida di De Felice , la sua lettura del fascismo . " Giovanni Volpe fece lavorare alla Enciclopedia Italiana degli storici che sapeva bene essere antifascisti " , racconta Rumi a modo di apologo : " Quanti di noi sapremmo , quanti saprebbero avere la stessa generosità intellettuale , oggi ? Volpi fu grande in questo . E alcuni storiografi ufficiosi sono piccini " . Dice Agostino Giovagnoli ( storico alla Cattolica di Milano ) : " C ' è poco di storico in questa chiamata alle armi degli storici . Vedo un tentativo di risollevare una conflittualità , questa sì antistorica , fra cattolici e laici : e la provocazione della mostra di Rimini in fondo , fa comodo . Consente di gridare " al lupo " per un lupo di carta . In realtà , oggi , laici e cattolici sono entrambi minoranza di fronte a una società flaccidamente adagiata nel vuoto di valori e progetti " . Un altro storico , Francesco Traniello , docente di storia contemporanea a Scienze Politiche a Torino , giustifica : " L ' eccesso d ' allarme di tanti storiografi laici , fra cui ho molti amici , nasce dal fatto che quella mostra sull ' " altro Risorgimento " ha coinciso , del tutto casualmente , con la beatificazione di Pio IX . Per di più in un passaggio politico , dove è opportuno " tener fermo " ( lo raccomanda anche il Papa ) un certo grado di unità nazionale , contro derive disgreganti . E la reazione del campo laico è resa più esasperata da un fatto : il tipo di argomenti scelto dalla " provocazione " di Cl non appartiene agli argomenti polemici tradizionali di quella che Spadolini chiamò " l ' opposizione cattolica " , che è poi più il cattolicesimo sociale che quello liberale . Quelli , non sono mai giunti ad attaccare il mito dello Stato nazionale , a ridurre il Risorgimento a oppressione criminosa . Del resto , anche molti cattolici non mi pare siano stati contenti di quelle uscite cielline ... " . Appunto : i ciellini sono giovani d ' oggi . Non chiedono a nessuno il permesso di pensare . " D ' accordo . Non ci sono argomenti - tabù . Ma si deve sapere che nel campo laico certi nervi sono più scoperti . Mi sentirei di invitare tutti a più reciproca tolleranza . Qualche elemento comune deve pur restare ed essere difeso da tutti " . Franco Cardini è canzonatorio : " Nel momento in cui tutti , destra e sinistra , sono ( a parole ) per rifare l ' Italia in senso federale , come scandalizzarsi che qualcuno rilegga la storia dell ' unificazione nazionale ? E poi , l ' area culturale che ci ha rotto per anni le orecchie col " vietato vietare " , ora vuol vietare una lettura storica che discute la storia ufficiale . Mi sembra che i veri clericali siano proprio loro , i difensori d ' ufficio della versione " intoccabile " del Risorgimento " . E Pietro Scoppola ? " Non posso rispondere " , si scusa , " perché sto giusto scrivendo un articolo per Repubblica sul tema sollevato da Galante Garrone . Anche in risposta della sciagurata manifestazione anticlericale del 20 settembre " . Lo leggeremo .
Miracolo sulle rive del Tago ( Rossella Carlo , 2000 )
StampaPeriodica ,
Viviane , la proprietaria del ristorante A Travessa , ritrovo dei deputati a due passi dall ' assemblea nazionale portoghese , ha scovato un bel sistema per offrire pesce fresco ai suoi clienti . " Ho distribuito dei telefonini ai pescatori . Così mi chiamano dalle barche e mi dicono cosa hanno pescato in quel momento " . Il telefonino sui pescherecci è uno dei tanti simboli del nuovo Portogallo globalizzato ed europeo , passato in 25 anni dal quasi Medioevo del dottor Antonio de Oliveira Salazar al gsm bi - banda dell ' epoca socialista - democratica di Antonio Guterres . Il nuovo monumento di Lisbona , quello che tutti i tassisti consigliano di vedere , non è più la torre di Belem , che veglia ai bordi del Tago su un impero definitivamente scomparso . Ma è lo shopping center Colombo , un miraggio americano , un simbolo della globalizzazione commerciale , atterrato alla periferia della capitale . Un inviato di Le Figaro lo ha visitato e ne è rimasto stupefatto : 6 mila posti per parcheggiare le auto , 50 ristoranti , 450 negozi , apertura senza sosta per 365 giorni l ' anno , migliaia di clienti e di famiglie in visita , inebriati dal consumismo e dal miracolo portoghese . Anche se gli stipendi sono bassi ( il salario medio raggiunge appena 1.350.000 lire al mese lorde e quello di un quadro i 3 milioni ) , a dispetto di un sistema sociale arcaico ( non c ' è nulla fra il medico privato a 90 mila lire minime per visita e l ' ospedale pubblico dove si aspetta anni per essere operati ) , i 10 milioni di portoghesi consumano e si indebitano , visto che hanno una grande fiducia nel futuro del loro paese . La disoccupazione è al minimo storico , i posti di lavoro sono in continua crescita e l ' Europa non smette di pompare denaro nell ' economia . Il Portogallo , che dall'1 gennaio 2000 ha la presidenza semestrale dell ' Unione Europea , deve tutto all ' Europa . Agli inizi degli anni 80 , un quinquennio o poco più dalla rivoluzione dei garofani che cancellò definitivamente il regime salazarista , i lusitani guardavano ancora al mare . Oggi hanno scoperto , come nel Quindicesimo secolo , un nuovo continente , più redditizio delle Indie . Gli aiuti provenienti da Bruxelles coprono il 12 per cento del bilancio nazionale portoghese . Dal 1995 a oggi , per esempio , più di 35 mila miliardi di lire sono arrivati a Lisbona . E altrettanti ne arriveranno da qui al 2006 , quando i piani di assistenza avranno termine e il Portogallo dovrà camminare sulle proprie gambe . Almeno 110 mila posti di lavoro sono stati creati grazie all ' Europa . Coi fondi dell ' Unione si sono costruiti ponti , strade , autostrade , infrastrutture tecnologiche . Oggi i principali investimenti dello stato sono rivolti a migliorare la situazione delle zone rurali e poverissime dell ' interno . Non un escudo è stato sprecato o rubato . Non vi sono stati casi vergognosi di spreco , alla maniera della nostra Cassa del Mezzogiorno . La classe dei paesi si vede anche dalla gestione degli aiuti internazionali . Non a caso i grandi gruppi dell ' economia globalizzata preferiscono il Portogallo all ' Italia . Sulle rive del Tago ci sono più efficienza e onestà che su quelle del Tevere .
StampaQuotidiana ,
Quetta ( Pakistan ) - « Vivo o morto » , aveva detto giorni fa il presidente George Bush in uno dei suoi brevi infuocati appelli all ' America e al mondo , sollecitando una rapida clamorosa conclusione della caccia al principe del terrorismo , Osama Bin Laden , e presunto responsabile numero uno del « più atroce crimine contro l ' umanità » di tutti i tempi . Non c ' è bisogno di una taglia sopra la sua testa , come per Jessie James nel Far West , per incentivare le migliaia di investigatori che dall ' 11 settembre stanno indagando senza sosta , con accanimento , ma finora senza tangibili risultati . La supposizione che Bin Laden abbia lasciato il Paese o sia stato trafugato altrove ( ad esempio attraverso lo stretto corridoio montano che lambisce , all ' estremità , il territorio cinese ) è stata accolta con scetticismo dai segugi più scaltri e meglio informati . Fino ad ora quasi tutte le piste confluiscono nel cuore tenebroso dell ' Afghanistan , un Paese così ricco di anfratti , spelonche , caverne , cunicoli , canyon , voragini e miniere abbandonate che sembra fatto apposta per offrire rifugio permanente a un uomo in fuga . Come territorio prediletto di caccia , è stata scelta la zona attorno a Kandahar , capoluogo della provincia omonima sudoccidentale , che dall ' autunno del ' 96 è la sede del governo talebano e del suo inclito capo , il mullah Mohammad Omar . È stato proprio quest ' ultimo a convincere Bin Laden a lasciare Kabul , città insidiosa e politicamente equivoca , e a trasferirsi nella capitale del Sud - ovest , dove avrebbe trovato terreno fertile per il suo fervore di apostolo dell ' integralismo . E in qualche modo tutto questo ha funzionato fino al mese scorso : ma dall ' 11 settembre , le mura di Kandahar non son più bastate a proteggerlo , né le sue moschee , né le fittissime siepi dei suoi fioriti giardini . Prima ancora che il mullah Omar glielo consigliasse , Bin Laden ha messo al sicuro la sua famiglia in luoghi estremi e a « prova di bomba » , fuori dall ' eventuale traiettoria degli ordigni punitivi di Bush : un gruppetto di sfollati Vip - vien suggerito con ironia - , di cui fanno parte le quattro mogli - l ' ultima sposata recentemente - e la numerosa prole . Se è rimasto in zona , Bin Laden non deve essere troppo lontano dalla sua famiglia : ma nel tentativo di neutralizzare e prevenire le segnalazioni degli spioni , si sposterebbe di continuo , con moto perpetuo , da un nascondiglio all ' altro . Ma non è improbabile che abbia scelto altri luoghi dove la sua presenza sarebbe meno sospetta . L ' Afghanistan lo conosce bene ( quasi certamente meglio della sua patria , l ' Arabia Saudita ) essendoci stato negli anni Ottanta per combattere contro i russi a fianco dei mujaheddin ; ed essendovi tornato nel ' 96 , quando lo scacciarono - lui , il munifico finanziatore del terrorismo islamico - dal Sudan . La maggior parte dei capi - guerriglieri della guerra santa contro gli sciuravi , i russi , non sono più - come si dice - « sulla piazza » : e se lo fossero , dubito che vogliano inginocchiarsi accanto a lui cinque volte al giorno per pregare Allah o spartire con lui , la sera , riso , montone e latte cagliato . Ahmad Shad Massud , il leone del Panshir , è morto assassinato due giorni prima dell ' attacco alla due Torri ; il comandante Abdul Haq - altro vero eroe - peregrina da un Paese all ' altro , in esilio permanente ; il generale uzbeko Dustan , uomo per tutte le stagioni , è chissà dove ; altri oscuri eroi della Resistenza ai sovietici si sono eclissati per sempre , senza medaglie . Il solo uomo che potrebbe tendergli la mano e oserebbe farlo è Gulbuddin Heckmatyar , ex leader dello Hezb - i - Islami ( uno dei sette partiti della Santa Alleanza contro i sovietici ) , che dall ' Iran - dove si trova - si è detto pronto a tornare e ad abbracciare la causa dei talebani . Accomunati dalla stessa indole , sono dotati , ambedue , di sentimenti gentili : quand ' era studente di ingegneria a Kabul , durante il regime filosovietico , Gulbuddin ( è stato lui stesso a raccontarmelo ) portava in tasca la cartavetro per raschiar via il rossetto dalle labbra delle studentesse più audaci . Avendo amici ovunque , Bin Laden avrebbe potuto scegliere il rifugio da lui ritenuto più sicuro in ognuna delle trentadue province dell ' Afghanistan . Era a Jalalabad , nel Ningrahar , il 12 settembre del ' 96 quando i talebani la misero a ferro e a fuoco ; ed era a Kabul , due settimane dopo , quando cacciarono il governo legittimo di Rabbani - Massud . Era a Khost , a fine agosto del ' 98 , quando i missili americani colpirono un campo d ' addestramento per ucciderlo e ne uscì illeso . « Vivo o morto » , ha detto il presidente Bush . C ' è chi suggerisce che , se lo vogliono vivo , la caccia all ' uomo deve assumere ritmi più veloci : e questo perché Bin Laden - 44 anni - non gode ottima salute . Afflitto da un mal di schiena che lo perseguita da anni , il finanziatore del terrorismo islamico cammina a fatica e deve appoggiarsi ad un bastone . Ma non basta . Ha problemi di bassa pressione e disturbi ai reni . Secondo notizie di cronaca impossibili da verificare , è stato necessario l ' intervento urgente di un medico iracheno che si è precipitato in Afghanistan per assisterlo . Ha destato perciò sorpresa l ' annuncio ( se non si tratta di pura fantasia ) che con tanti acciacchi il miliardario arabo - saudita abbia voluto inserire nel suo harem una nuova , incontaminata perla . Non diversamente dalla salute , anche il suo favoloso patrimonio economico - secondo fonti del più stretto entourage talebano - sarebbero in declino : al punto - scrivono i giornali - da non poter più accedere per mancanza di fondi alle organizzazioni finanziarie internazionali che hanno finora sostenuto il movimento integralista islamico da lui fondato nel ' 98 , Al Qaeda . Ma non si può escludere il sospetto che all ' origine di queste voci vi sia il tentativo di sgretolare l ' « invulnerabilità » e « sacralità » ( per i suoi seguaci ) del personaggio . Gli afghani in fuga da Kandahar non hanno molto da raccontare quando , esausti e bianchi di polvere , raggiungono il Passo di Chaman , dopo una marcia ( più spesso a piedi ) di 120 chilometri . Stanno ammucchiati sotto il sole per ore nella terra di nessuno mentre le guardie di frontiera pachistane esaminano i documenti . Solo chi ha le carte in regola , può andare oltre , appena fuori dalla minaccia della guerra . Solo qualche giorno fa , trecento profughi ( in maggioranza donne e bambini ) erano riusciti a superare in qualche modo , semiclandestinamente , la barriera e avevano trovato temporaneo rifugio in un « campo » di vecchi afghani , scappati negli anni Ottanta , durante l ' invasione sovietica . Ma la polizia pachistana li ha snidati , caricati sui camion e poi scaricati nella terra di nessuno , a Chaman . Le donne piangevano , i bambini strillavano . Niente da fare . Tra le sue molte tragedie , il Pakistan ha anche questa . Ci sono già tre milioni di profughi nei termitai umani lungo il confine : e quei trecento , cui se ne aggiungeranno fatalmente altre centinaia di migliaia nei prossimi mesi , erano già di troppo . A Chaman ero stato altre volte , negli anni Ottanta . Non era difficile passare la frontiera perché i militari pachistani davano man forte ai guerriglieri afghani , contro i russi . Il difficile era raggiungere Kandahar , perché l ' unica strada era sorvegliata dalle truppe sovietiche ed esposta alle mitragliate dei Mig che la sorvolavano regolarmente . Per noi cronisti non esisteva altra soluzione che affrontare la crosta del deserto su una moto , nel mio caso una Yamaha , guidata da uno spericolato mujaheddin . « Desert very big » , mi aveva detto prima che mi mettessi a cavalcioni sul sellino : davvero grande quel deserto . E lo stato delle mie ossa , quando arrivai a destinazione dopo quindici - sedici ore di marcia , non era quello della partenza . Era il maggio dell ' 86 . Dopo sei anni e mezzo di guerra - aveva scritto - Kandahar era ancora , tra i grandi capoluoghi di provincia afghani , la città discola e impertinente che l ' Armata Rossa non era mai riuscita completamente a soggiogare . Si trovava in una situazione di comproprietà militare tra le forze del regime ( filosovietico ) e i vari gruppi della Resistenza . La potevi visitare solo di notte , quando i russi si ritiravano nelle caserme di periferia e lei tornava in mano alla sua gente , ai mujaheddin . « Kandahar è nostra - dicevano - , almeno fino all ' alba » . Adesso è del mullah Omar , dei talebani , di Osama Bin Laden . E gli afghani se ne scappano via , per sempre .
Se scompare la Farnesina dell'Eni ( Rossella Carlo , 2000 )
StampaPeriodica ,
Da quasi cinquant ' anni l ' Eni è una delle poche aziende italiane globalizzate . Alla fine degli anni Cinquanta l ' Ente nazionale idrocarburi , allora guidato dalla mano felice di Enrico Mattei , divenne una temibile potenza nel campo petrolifero ed energetico . Tanto potente da costringere i nemici ' amerikani ' di Mattei a tessere contro di lui un ' orribile congiura sfociata nella esplosione in volo dell ' aereo del presidente a Bascapè . L ' Eni , grazie al sostegno del premier Amintore Fanfani e all ' appoggio della sinistra Dc , aveva sviluppato nel mondo , soprattutto in quello arabo , una sua diplomazia molto efficiente . Al Quai d ' Orsay e al Foreign Office ancora ricordano l ' impegno dell ' apparato Eni a favore dell ' Fln algerino e dei movimenti indipendentisti in Africa occidentale . La politica estera dell ' ente , in quei tempi , i tempi dei cosiddetti ' mau mau della Farnesina ' , era in completa sintonia con quella del ministero degli Esteri . Fu questa la felice stagione della politica mediterranea dell ' Italia , tanto criticata a Washington , a Parigi e a Londra . Da allora l ' Eni ha sempre avuto un forte apparato all ' estero , guidato da personaggi di primissimo ordine , veri antesignani della globalizzazione e della mondializzazione . Per chi in questi ultimi decenni ha viaggiato fra Il Cairo e Caracas , Hong Kong e Teheran , Baghdad e Lagos , gli uomini dell ' Eni hanno sempre rappresentato un interessante punto di riferimento . Alla struttura internazionale dell ' Eni si è sempre appoggiato Franco Bernabè . Anche su questo apparato voleva fondare la sua strategia di suprema globalizzazione e mondializzazione del gruppo petrolifero un uomo di altissimo valore internazionale come l ' ambasciatore Renato Ruggiero , ex presidente dell ' Eni . Ma con una nota del 3 agosto 1999 ( quando era amministratore delegato ) Vittorio Mincato ha abolito la famosa direzione esteri , ha messo gli uffici di Londra , Vienna , Riyad , Istanbul , Tokyo e Singapore alle dipendenze del direttore generale della divisione Agip Luciano Sgubini ( da sempre critico verso la struttura diplomatica dell ' Eni e sostenitore di quella più commerciale dell ' Agip ) e si è preso direttamente carico delle sedi di New York e Mosca . E come risulta , da pochi giorni Sgubini ha addirittura deciso , d ' accordo con l ' attuale presidente Mincato , di dare il colpo finale alla ' Farnesina ' dell ' Eni e di chiudere definitivamente alcune sedi in Asia , Africa ed Europa ( i nomi sono ancora segreti ) e di richiamare in patria uomini di grande esperienza . In un momento tanto importante per le alleanze internazionali il vertice dell ' Eni si preoccupa di ridurre quelle rappresentanze all ' estero dove si possono trovare futuri partner e possibili convergenze . Tale comportamento appare , a dir poco , strano . Tutto ciò fa però capire meglio il mistero delle dimissioni di Ruggiero . L ' ambasciatore , uomo dai grandi orizzonti e dalle grandi strategie , si sentiva un po ' limitato nella sua azione da quel certo provincialismo che lo circondava . Proprio la soppressione , fortemente voluta da Mincato , della direzione esteri dell ' Eni gli aveva fatto capire che era giunto il momento di mollare . Così vanno le cose in Italia , un paese dove si parla a vanvera di globalizzazione ma si fa poco per sostenerne i protagonisti .
StampaQuotidiana ,
Gustavo Adolfo Rol ( 1903-1994 ) - considerato da molti parapsicologi il più grande sensitivo del Novecento . - continua a far discutere da morto come avveniva quando era vivo . Sul Corriere della Sera del 12 marzo 2000 lo scrittore Alberto Bevilacqua ha tratto spunto dall ' uscita di un volume di scritti di Rol curato da Caterina Ferrari per prendersela con le " squallide denigrazioni " di certi " signori " - tra cui un " noto divulgatore " ( con ogni evidenza Piero Angela , che lo scrittore però non nomina ) - i quali , chiusi in uno scetticismo miope , avrebbero attaccato e umiliato Rol . L ' argomento non è semplice come può sembrare . I fenomeni paranormali di Rol hanno affascinato intere generazioni , hanno commosso e stupito molti grandi del mondo , ed è difficile credere che si sia trattato sempre e soltanto di mistificazioni . I molti che lo hanno conosciuto bene portano con sé il ricordo di un uomo onesto , disinteressato , che non ha mai chiesto denaro , anzi ha contribuito generosamente del suo alle cause benefiche che gli stavano a cuore . Gran signore , Rol si è mantenuto ai margini della ricerca parapsicologica accademica , così che oggi non abbiamo studi scientifici su Rol sul tipo di quelli condotti all ' Università della California e altrove su altri sensitivi del ventesimo secolo . Leggendo l ' introduzione di Giuditta Dembech agli Scritti per Alda - una raccolta di testi di Rol indirizzati a una misteriosa donna amata - si ha l ' impressione che il mancato incontro tra Rol e la parapsicologia universitaria non sia dipeso soltanto dal sensitivo torinese . Secondo la Dembech , quando Rol chiese al fisico Tullio Regge che gli venisse affiancato un ricercatore , ne ebbe in cambio l ' invito a sottomettersi ai controlli di un illusionista . Più tardi , un " giovane ricercatore dell ' Università di Torino " , che aveva cominciato a interessarsi a Rol , avrebbe ricevuto dai suoi superiori universitari il consiglio di non continuare la ricerca . Certo , però , Rol preferiva vivere nella discrezione , e per altri sensitivi la strada della collaborazione con la ricerca scientifica è stata pubblica , faticosa e spesso anche umiliante . Così , la possibilità di " risolvere " il mistero di Rol è morta con lui . Né coloro che credono dogmaticamente a tutto quanto riferiscono i suoi sostenitori , né gli scettici di professione - che , non meno dogmaticamente , considerano a priori qualunque fenomeno paranormale come illusorio o fasullo - possono oggi veramente pensare di " provare " all ' altra parte di avere ragione . Rol era infastidito da coloro che si interessavano esclusivamente ai suoi " fenomeni " . Nel 1975 scriveva : " Dopo tanto tempo non ho costruito nulla in voi ; ho soltanto colmato molte ore della vostra noia , vi ho dato spettacolo (...) Almeno un piccolo tentativo avreste pur potuto farlo , quello di muovervi verso di me o almeno verso le cose altissime che mostro a voi ciechi , egoisti , indifferenti a quel che succede " . Ma quali erano le " cose altissime " che Rol " mostrava " ? Spesso amava dire che il suo insegnamento sarebbe stato reso noto soltanto dopo la morte , ed è in effetti in questi anni che documenti inediti cominciano ad affiorare , anche se molto resta ancora da pubblicare . Rol si diceva credente e praticante , e certamente tra i suoi ammiratori si annoverano molti cattolici ( alcuni dei quali noti e illustri ) . Quello che si sa delle sue idee lascia però molte perplessità . Trascuriamo pure il suo atteggiamento nei confronti dell ' amore e del matrimonio - che prevedeva " matrimoni celesti " , ma non puramente platonici , in presenza di legami matrimoniali preesistenti e del tutto validi - che potrebbe attenere al semplice privato di Rol . Si potrebbe anche considerare non decisivo l ' atteggiamento sulla reincarnazione , perché - scrive Giuditta Dembech - " a volte l ' accettava completamente , lanciandosi a raccontare episodi che ci stupivano sull ' uno o sull ' altro personaggio storico , o addirittura sui presenti ... A volte invece accampava forti riserve , modificando o contraddicendo quanto aveva affermato in precedenza . Altre ancora pareva respingerla apertamente " . Sembrerebbe dunque che non si possa ascrivere con certezza Rol al campo oggi vasto dei reincarnazionisti , anche se molti ammiratori lo considerano la reincarnazione di Carlo Magno e di Napoleone , e se la Dembech ritiene che " ( … ) Rol credesse fermamente nella reincarnazione " e si smentisse occasionalmente sul punto soprattutto " ( … ) per non urtare la suscettibilità della Chiesa " . Ma è il messaggio centrale che sembra emergere da quanto si va pubblicando di Rol a essere estraneo alla visione del mondo cattolica . L ' insegnamento di Rol è incentrato sulla nozione di " spirito intelligente " come realtà che è nel senso più vero " quello che siamo " , e che rimane sulla terra anche dopo la morte . Il sensitivo torinese disprezzava certamente le sedute spiritiche comuni e " volgari " , e tanto più i medium che operano per denaro . Tuttavia , non escludeva che gli " spiriti intelligenti " potessero manifestarsi dai " regni invisibili " , e partecipava a " sedute " se riteneva che fossero immuni dai pericoli dello spiritismo volgare . Talora ne distruggeva la documentazione , proprio per non favorire la diffusione di quello spiritismo che riteneva pericoloso . Ma qualche cosa rimane . Giuditta Dembech riproduce per esempio a proposito di una poesia del sensitivo , La ruelle des chats , una annotazione manoscritta di Rol che la definisce " poesia scritta dallo spirito intelligente di uno studente afgano , vivente a Parigi . Seduta in casa Visca , 11-12 gennaio 1975 " . E a proposito di questa " seduta " , Rol annota che " contemporaneamente , come nella precedente seduta ( pochi giorni innanzi ) , si ottenne dallo spirito intelligente di Francisco Goya il disegno di una donna sdraiata ( nella seduta di prima Goya disegnò il ritratto della duchessa d ' Alba ) " . Sarebbe sbagliato definire Rol semplicemente uno spiritista ; e non solo per la sua reiterata presa di distanze dallo spiritismo ( in cui , affermava , " vi è del vero ( … ) ma ancora troppo poco per farne una ' dottrina ' " ) . La sua nozione di " spirito intelligente " si ritrova , al di fuori della tradizione propriamente spiritista , nell ' ambiente teosofico e in vari filoni del New Thought anglo - americano . Lo " spirito intelligente " per Rol continua a esistere in una sorta di eterno presente : " La mela che Sempronio mangiava il 16 luglio 1329 , esiste tuttora , non meno di quando era attaccata ai rami dell ' albero e prima ancora che l ' albero esistesse né col 16 luglio 1329 la sua funzione venne a cessare , poiché nel tutto che si accumula , ogni cosa rimane operante , Dio e i suoi pensieri essendo la medesima cosa e non potendo un aspetto separato di questa cosa modificare la natura della cosa stessa . Dio è eterno e inconsumabile , onnipotente e multiforme e noi , parte di Dio , siamo la stessa cosa che Dio " . L ' affinità con il mondo " akashico " di Rudolf Steiner ( 1861-1925 ) - più ancora che con la Teosofia , le cui affinità con il pensiero di Rol erano state notate già dal fratello Carlo ( 1897-1978 ) , frequentatore a Buenos Aires della Società Teosofica Argentina - sembra particolarmente evidente . Rol , del resto , definisce Steiner " forse il primo uomo che sia riuscito a farsi libero " e l ' antroposofia " scienza pura dello spirito nella stessa guisa che la scienza naturale è scienza della natura " . E questo anche se Steiner , " l ' inventore della scienza antroposofica " , secondo Rol aprì " ( … ) solamente uno spiraglio ( … ) della massiccia porta di granito che separa l ' uomo che vive dal mondo delle rivelazioni alle quali è destinato " . Questi riferimenti culturali di Rol sono a filoni certamente importanti nella storia culturale dell ' Occidente , ma dove la visione del destino dell ' anima ( e non solo ) è diversa e inconciliabile rispetto alla dottrina cattolica . Quest ' ultima - nelle sue espressioni magisteriali , che non vanno confuse con le affermazioni di singoli sacerdoti talora entusiasti di presunti fenomeni di contatto con i defunti - ripudia qualunque tipo di " seduta " e di medianità . I cattolici hanno imparato fin dall ' Ottocento a diffidare di chi propone scorciatoie per " provare " l ' immortalità dell ' anima - o dello " spirito intelligente " - e , con tutto il rispetto per l ' onestà di Rol , le manifestazioni dello spirito di Goya , che disegna la duchessa d ' Alba oltre cento anni dopo essere morto , o la " scienza pura dello spirito " di Steiner veramente non c ' entrano con la fede cristiana . Tutto questo non è , né vuole essere , una presa di posizione nella polemica sul carattere reale o simulato dei " fenomeni " di Rol . Una soluzione soddisfacente per tutti ai quesiti sollevati da questa polemica , per i motivi accennati , è allo stato impossibile . E ' tuttavia importante distinguere fra i " fenomeni " e la dottrina di chi dei " fenomeni " è protagonista . La Chiesa cattolica insegna che la dottrina è ben più importante dei fenomeni apparentemente miracolosi nel giudicare della santità di un candidato alla beatificazione , o dell ' attendibilità di una apparizione mariana . Certamente per un cattolico è sulla base della dottrina che si deve giudicare il significato di " fenomeni " apparentemente straordinari , e non viceversa . Gustavo Adolfo Rol è ora affidato alla misericordia infinita di Dio , e ci piace credere che questa saprà apprezzare le sue intenzioni , presumibilmente buone . Le dottrine cui fatalmente si accosta chi approfondisce la sua figura appartengono invece - al di là dei suoi personali desideri - a una tradizione metaphysical ( nel senso anglosassone del termine ) ed esoterica certo meritevole di essere studiata come componente importante della cultura occidentale moderna , ma altrettanto certamente alternativa rispetto alla fede della Chiesa .
Anticlericali, rieccoli ( Beretta Roberto , 2000 )
StampaQuotidiana ,
Aita , aita : tornano gli anticlericali ! Erano decenni che non si vedevano così in massa , confinati tutt ' al più in sparuti Circoli dello Sbattezzo e sugli editoriali in neretto di Repubblica . Ora invece Roma è tappezzata di manifesti cubitali : " XX settembre ( sic ! , con le cifre romane come nelle targhe delle strade ! ) . Tutti alla grande MANIFESTAZIONE ANTICLERICALE " . Il raduno - ovviamente - è presso Porta Pia : e speriamo di non ( ri ) vedere le camicie rosse . Dopo il Gay Pride , anche gli anticlericali mostrano dunque il loro orgoglio . Peccato che l ' adunata , anziché Garibaldi - che era pur sempre un Eroe di due mondi - , gliela debbano suonare Marco Pannella ed Emma Bonino ( accompagnamento di Edoardo Bennato e Arnoldo Foà ) . Sono essi gli eredi del Risorgimento ? Povero Mazzini , povero Salvemini e povero anche Spadolini : così fieri del loro aristocratico liberalismo . Qui il cartellone sembra raffazzonato con richiami polemici dell ' ultim ' ora ( c ' è pure un convegno dove si parlerà , uno in fila all ' altro , di : Sillabo , Pio IX , Giordano Bruno , Risorgimento e persino Ratzinger , circa il recente documento Dominus Iesus ) ; e bisogna pur ammettere che qualche ragione per insorgere , negli ultimi mesi , gli avversari " clericali " gliel ' hanno pur data . Insomma : sarà il contraccolpo per il plateale successo della Giornata mondiale dei giovani ; sarà la preoccupazione per il ritorno in forze di un certo " revisionismo " sui miti risorgimentali ( leggi mostra anti - sabauda al Meeting di Rimini e beatificazione di Pio IX ) , ma gli anticlericali hanno stavolta deciso di reagire in forze . Basta consultare la mailing list " Ateismo " dell ' Unione atei e razionalisti agnostici italiani per constatare come i contatti siano cresciuti regolarmente lungo il Giubileo , con punte a giugno ( Gay Pride ) , e in settembre siano già oltre 230 . Adesso Pannella disegna il 130° anniversario della presa di Roma come una sorta di replica a Tor Vergata . Solo che non sono più i tempi del Papa - Re e anche l ' anticlericalismo è profondamente cambiato . Del resto : che senso avrebbe l ' odio ottocentesco per i preti ai tempi del mea culpa e dei credenti minoranza ? Così l ' armata anticlericale si presenta a Porta Pia più brancaleone che no : i sostenitori della liberalizzazione delle droghe fanno corteo con le delegazioni dei mazziniani , i fans di Giordano Bruno insieme agli omosessuali del Fuori ... E pure le intenzioni meno bellicose e le posizioni più sfumate rischiano di finire nella caldera della strumentalizzazione politica . Lo conferma indirettamente anche uno dei relatori al convegno " Scienza Chiesa e Libertà . Ieri e oggi " che contorna la manifestazione romana : Domenico Settembrini , docente di Storia delle dottrine politiche . Professore , ma davvero lei ce l ' ha coi preti ? " C ' è un carattere di verità in certe critiche che possono sembrare anti - cattoliche . Si sono verificati ultimamente alcuni avvenimenti ecclesiastici ( Pio IX , il documento Ratzinger , gli attacchi anti - risorgimentali del Meeting , eccetera ) che ritengo di tipo clericale . Io non voglio sacralizzare l ' unità d ' Italia ; però vorrei che si ricordasse che il nostro regime di libertà e di convivenza ha come precedente quell ' atto chiamato Risorgimento " . Diciamo allora che lei è anticlericale per ragion patria ; ma basta questo per farsi vedere oggi a Porta Pia ? " Sì , anzi considero che il 20 settembre dovrebbe essere festa nazionale ... Se poi la manifestazione pannelliana acquisterà un sapore più eccessivo di quello che mi potrebbe star bene , beh , sarà colpa delle contingenze che lo hanno creato . È anche inevitabile , perché oggi in politica i due schieramenti fanno a gara per accaparrarsi il voto cattolico . Se ci sono travalicamenti clericali , dunque ( e secondo me ci sono ) , la responsabilità sono assai più dei politici laici che della Chiesa . Dirò di più : quando la minoranza cattolica era rappresentata dalla Dc le cose andavano meglio , tra noi " laici " c ' era meno opportunismo " . Ma guarda un po ' : un anticlericale che rimpiange la Dc ... E perché poi , se la colpa è dei laici diventati troppo " chierichetti " , prendersela coi preti tanto da rinverdire le tristezze dell ' anticlericalismo ? Forse qualcuno vuole puntare sul bersaglio grosso , tanto per coalizzare il frammentato fronte progressista . Eh già : i radicali parlano a suocera - il Vaticano - perché nuora intenda ; ovvero Giuliano Amato e soprattutto l ' ex enfant prodige Francesco Rutelli , già pannelliano , ambedue in odore di troppo smaccato " servilismo " cattolico . La rediviva Porta Pia 2000 vuol dunque far breccia più nella sinistra piuttosto che non nella stessa Chiesa ? Lo conferma il programma della manifestazione odierna , aizzata contro " la " politica " italiana ... incapace di riaffermare la distinzione tra dettato confessionale , norma morale e norma giuridica , tra peccato e reato " . Un altro professore , il filosofo Raimondo Cubeddu , giustifica così la sua partecipazione al convegno romano : " Voglio rivendicare la dignità e la validità della tradizione liberale . Prima la Giornata della gioventù e le tante voci levate a chiedere " esami di coscienza " sulla cultura laica ; poi MicroMega che pende dalle labbra del Papa e del cardinal Martini ( personaggi che peraltro rispetto ) ... Beh , insomma , un po ' di sconforto mi viene davanti alla posizione supina di questa sinistra , che cerca di sostituire la fede ( fallita ) nel marxismo con un ' altra e dimentica una cultura laica che invece conserva la sua dignità e vuole avere spazio politico . La cultura laica non esiste più ? Macché , siete voi di sinistra che avete fallito " . E così lei va a Porta Pia ... " Mica sono un anticlericale , io . Per me la manifestazione è un tentativo per mettere insieme i cocci di una laicità rimasta ferma ai miti dell ' Ottocento e che ora - vedendosi sopravanzata - si ribella " . E i cattolici , come prenderanno questo presunto ritorno dell ' anticlericalismo ? Lo storico Giorgio Rumi non si scompone : " Grazie a Dio l ' anticlericalismo in Italia è finito ; anzi , c ' è un bisogno del prete anche tra i non credenti che da gran tempo non si vedeva ... Lo stesso Pannella si è premurato di precisare che la sua iniziativa non è contro la religione ; il che accentua l ' aspetto anti - temporalista della manifestazione romana " . Che - tradotto - significa ? " Un aumento della preoccupazione laica per i supposti " successi temporali " della Chiesa e la paura di un " arieccoli " dei cattolici nella politica italiana . Ma si tratta di timori fuori dalla realtà : niente è più lontano dal governo di questo Papa che una rentrée temporale " . Il collega Franco Cardini annusa invece il complotto : " Senza dubbio Pannella cerca elementi di coagulo per una sinistra che sta perdendo referenti . Ma c ' è anche una posta più alta e non solo italiana : la Chiesa cattolica è rimasta l ' unica forza universale ad opporsi agli aspetti più disumani della globalizzazione e negli ultimi mesi i radicali si sono fatti assoluti promotori proprio di quel progressismo neo - capitalistico . La rievocazione di Porta Pia cela dunque qualcosa di più di un rigurgito anticlericale tutto sommato " romantico " ; l ' avversione accanita alla Chiesa nasconde la volontà di eliminare l ' ultimo avversario sulla strada del capitalismo più selvaggio e più cinico " .
Democrazia direttissima ( Rossella Carlo , 2000 )
StampaPeriodica ,
Renaissance Books è un editore di Los Angeles molto aperto al nuovo e all ' anticonvenzionale . Pubblica libri di politologia e di storia . Non poteva che essere Renaissance Books a stampare Vote.com, il saggio dissacrante e provocatorio di Dick Morris dedicato al rapporto fra Internet e politica . Nell ' era della globalizzazione e dei " webbies " , i consumatori di Internet , la lettura di Vote.com diventa un obbligo per politici , giornalisti , ricercatori , cultori di una nuova rivoluzione basata sull ' uso di Internet nei rapporti fra cittadini e stato , oppure fra uomini della terra e futuro governo mondiale . Dick Morris è da vent ' anni amico di Bill Clinton e lo ha consigliato durante momenti difficili . La specialità di Morris sono le campagne elettorali e di opinione , dirette a convincere la gente che un presidente è buono , che una legge è giusta , che l ' avversario è un imbecille . In Vote.com Morris spiega come il grande capitale , i lobbisti , i media , il Congresso degli Usa e quello dei singoli stati americani stiano perdendo la loro influenza e come Internet possa ridare potere al popolo . Per Morris gli 80 milioni di americani che sono collegati a Internet rappresentano il " quinto potere " , una nuova forza capace di trasformare la politica , una sorta di " comitato " di cittadini " online " . Per Morris tutto ciò è il sogno della democrazia diretta di Thomas Jefferson , quella dei " town meeting " . La velocità e l ' interattività di Internet possono trasformare la democrazia Usa in un sistema di politica istantanea attraverso il metodo dei referendum popolari condotti per via telematica . La filosofia di Internet , così come la spiega Morris , è quella di eliminare gli intermediari . Le azioni si comprano e si vendono direttamente , senza pagare commissioni . I biglietti aerei si acquistano online , senza far guadagnare un dollaro agli agenti di viaggio . I libri si fanno arrivare a casa attraverso Amazon . E ' dunque inevitabile che anche le intermediazioni nel campo della politica finiscano con l ' essere eliminate . Sinora il pubblico di Internet ha ricevuto notizie e informazioni politiche di ogni genere : un input colossale e continuo . Ma l ' output , la manifestazione efficace delle proprie opinioni , è confinato al voto per la nomina dei propri rappresentanti nelle istituzioni o del presidente degli Stati Uniti . Secondo Morris Internet permette al cittadino di rovesciare tutto e di esprimersi direttamente , in tempo reale , su qualsiasi problema . In tal modo la capacità della gente di influire , di condizionare , di orientare le decisioni della politica di Washington e dei governi locali sale in modo esponenziale . Morris e la moglie Eileen McGann stanno per aprire un sito che si chiama Vote.com . L ' obiettivo è di incoraggiare i webbies a votare , di informare dei risultati i congressmen , i senatori , i governatori e il presidente . Appena i cittadini votano via Internet su una legge o un provvedimento i politici interessati ne conoscono immediatamente l ' opinione . Resta difficile per un rappresentante del popolo approvare una norma al Congresso se i milioni di abbonati a Internet hanno espresso parere contrario . La macchina descritta da Morris è infernale per il futuro della vecchia politica e delle vecchie istituzioni . Il " quinto potere " è davvero alle porte , anche in Italia , dove la politica è molto più decrepita e ingessata che negli Usa .
Le tentazioni dell'illuminismo ( Berardinelli Alfonso , 2001 )
StampaQuotidiana ,
L ' illuminismo continua ad essere il nostro orizzonte culturale . Ma ci basta ? Non possiamo farne a meno , le nostre società liberaldemocratiche vengono da lì e anche gran parte della nostra cultura . L ' Encyclopédie a metà del Settecento soppiantò la Bibbia . E questo mostra che nell ' irreligiosità illuminista è contenuta anche una nuova fede , con quanto di rassicurante e di rischioso c ' è in ogni fede . Libertà , ragione , uguaglianza , progresso sono i punti cardinali della nostra geografia culturale . Ma non c ' è anche in questo qualcosa di dogmatico ? E soprattutto : quanto è avvenuto precedentemente nella storia europea può essere ridotto ad una serie di tappe per raggiungere la meta illuministica e liberal - democratica ? La cultura greca e latina , il cristianesimo medievale , il Rinascimento diviso tra scienza e magia , sono solo oggetti di studio , cioè " culture superate " ? Non solo la Scuola di Francoforte ( da Max Horkheimer fino all ' ultimo allievo Jurgen Habermas ) , ma anche i grandi romanzieri russi dell ' Ottocento , soprattutto Dostoevskij e Tolstoj , sono stati critici dell ' illuminismo e dell ' intelligencja atea , pur procedendo secondo una logica analitica spietatamente lucida nell ' esaminare i problemi morali e politici del loro tempo . La riproposta dell ' illuminismo e nello stesso tempo dei dubbi su di esso è il tratto caratteristico più interessante dell ' ultimo numero di MicroMega . Mi fermo su due soli testi , quello di Habermas , intitolato esplicitamente Fede e Sapere , che apre il numero e quello di Tolstoj su Buddha e su Krishna che lo chiude . Soprattutto un passo del saggio di Habermas mi sembra interessante : " Il diavolo non esiste , ma l ' arcangelo caduto imperversa ora come prima , non solo nel bene capovolto in atto mostruoso , ma anche nella pulsione irrefrenabile di vendetta che lo segue a ruota (...) Quando il peccato si è trasformato in colpa e la trasgressione dei comandamenti divini in violazione della legge umana , qualcosa è andato perduto . (...) Il legittimo scetticismo di Horkheimer nei confronti della entusiastica speranza di Benjamin nella forza rigeneratrice della memoria umana - " gli uccisi sono davvero uccisi " - non smentisce tuttavia l ' impulso impotente a cambiare ancora qualcosa nell ' irrevocabile " . Habermas ama le formulazioni condensate e labirintiche . Tuttavia il senso di quello che dice è piuttosto chiaro . Pur non credendo nell ' esistenza del diavolo , i laici illuministi sono costretti a constatare periodicamente che vengono compiuti atti " mostruosi " in cui si eccede la misura di quella che consideriamo razionalità e sensibilità umana . A fin di bene , con giustificazioni morali e anche religiose sinistramente esibite , si compiono delitti letteralmente demoniaci . Dostoevskij analizzò questo nuovo genere di crimini nei suoi romanzi , a partire da Delitto e castigo . Ma anche la vendetta che segue al crimine mostruoso e vorrebbe ristabilire con la violenza l ' equilibrio turbato da una violenza precedente , è a sua volta mostruosa e diabolica , proprio perché legittimata da chi la compie con argomenti razionali e morali . La differenza tra la violazione della legge umana e la nozione di peccato è questa : la prima si risolve attraverso la sanzione legale ( o vendetta legittima ) , mentre la trasgressione dei comandamenti divini allude all ' idea che la realtà non finisce qui , non appartiene solo al mondo umano , anzitutto perché il mondo umano e tanto meno la natura non appartengono all ' umanità : noi non ne siamo i padroni assoluti . Il limite dell ' illuminismo è appunto la desacralizzazione della natura e del nostro corpo , ridotti a campo di ricerca e manipolazione scientifica . Il limite della fede , a mio parere , consiste nell ' idea che il male viene cancellato dalla richiesta di perdono e dal perdono concesso . Da un lato il male compiuto è considerato ( secondo ragione ) irreversibile e irrevocabile : " gli uccisi sono davvero uccisi " per sempre e niente può ridare loro la vita . D ' altro lato ( secondo fede ) si conserva un impulso a riparare all ' irreparabile ipotizzando l ' esistenza di un ' altra dimensione ( religiosa ) della realtà , in cui il male viene cancellato . Pubblicando in chiusura gli scritti di Tolstoj , sia illuminista che evangelico , sul buddhismo e l ' induismo , mi pare che MicroMega voglia suggerire questo : che l ' illuminismo definisce ancora l ' orizzonte culturale moderno , ma non ci basta e può anche metterci nelle mani del diavolo , soprattutto se crediamo davvero di poter fare del mondo e di noi stessi tutto quello che vogliamo avendo come solo limite i nostri sistemi legali .