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> anno_i:[2000 TO 2030}
StampaQuotidiana ,
Sugli organismi geneticamente modificati , i famigerati Ogm , gli scienziati hanno sollevato un grosso polverone , e come succede sempre a chi non vuol capire , la loro sordità è stata palese , e la loro volontà di confondere le idee dei non addetti ai lavori , assumendo la parte di Galileo o di Giordano Bruno , si è rivelata appieno nell ' accusa lanciata agli ambientalisti di oscurantismo , se non di propensioni teologiche da Malleus maleficarum , il manuale degli Inquisitori . Denuncio questa accusa come spudoratamente falsa e mi sforzerò di fare un po ' di chiarezza . Penso di essere autorizzato , visto che di recente , al Parlamento Europeo , mi sono dissociato dai Verdi , astenendomi quando mi si è proposto di votare contro l ' impiego degli embrioni inglesi in freezer . Si trattava di destinarli alla cura di gravi patologie e il mio punto di vista resta sempre che la salute sia un bene che vada tutelato su tutto . Il bello è che proprio per questo , per questa tutela irrinunciabile , nutro delle perplessità sulle biotecnologie in agricoltura : se da un canto le reputo affascinanti , e auspico , se fatte in laboratorio , che proseguano felicemente , d ' altro canto sono convinto che non siamo affatto pronti a estendere le esperienze in pieno campo , e tanto meno a immetterne i prodotti sui banconi dei supermercati . E a proposito di queste pretese di pronta commercializzazione , mi sembra diventi chiaro come non sia in gioco tanto la libertà di ricerca scientifica , che nessuno intende negare , quanto la corsa all ' Eldorado dei brevetti , e quindi al « far soldi » nel nome del progresso della conoscenza . Ma la storia sembra ancora una volta ripetersi . Oscurantismo ? Amarcord : trent ' anni fa chi , come me , faceva notare che l ' uso dei pesticidi in agricoltura castigava duramente la biodiversità degli ecosistemi e la salute dei consumatori con i residui rimasti negli ortofrutticoli , veniva bollato di oscurantismo , e di affamatore dei paesi in via di sviluppo . Bene , attualmente , 800 milioni di persone , malgrado la diffusione ubiquitaria delle molecole di sintesi , sono ancora sottoalimentate , e in compenso migliaia di contadini che operano in quelle latitudini sono morti intossicati dai fosforganici . Voglio ricordare , allora , come l ' agricoltura industriale , fondata sulla chimica , stia mostrando la corda , e l ' agricoltura biologica , o ancor più sostenibile , la stia sostituendo a poco a poco in Europa . In altre parole si sta affermando una nuova maniera , moderna e dinamica , di gestire il campo coltivato , screditata solo da qualche tetro vivisettore che , tra l ' altro , non ha nessuna competenza in merito . Mi sembra , come ha scritto Vattimo su questo giornale , che la ricerca scientifica sia diventata , oggi , così socialmente importante che non può più essere affidata soltanto agli scienziati , anche perché tutto quello che ho chiamato in causa è dipeso principalmente da loro . In realtà , rispetto ai prodotti delle piante geneticamente modificate , risulta evidente come non siano state mai fatte ricerche a lunga scadenza sui possibili danni all ' ambiente e alla salute umana . Quando Regge , dall ' alto della sua cattedra , afferma che in Cina ci si serve in tavola da tempo del transgenico , ma non si sono avuti danni alla salute dei consumatori , è proprio sicuro che sia così ? Dobbiamo concludere che per le multinazionali delle biotecnologie , e per gli scienziati che lavorano per loro , noi tutti siamo delle cavie su cui sperimentare . Non sono contro la ricerca scientifica , come potrei ? L ' ho fatta , con alterne fortune , per tutta la vita . Tuttavia , sono stato sempre a favore del principio di precauzione e pongo la vita umana al di sopra dell ' economia , e delle pretese degli scienziati , che non invocano quella che chiamano la libertà di ricerca , ma la licenza di fare quello che vogliono , perfino una bomba atomica se è il caso . Sembra che Fermi , assistendo a una conflagrazione sperimentale della bomba H , sussurrasse a Teller : « E ' terribile , ma è un così bell ' esperimento ! » . Per fortuna , si ricordi di Asilomar , non tutti gli scienziati sono fatti della stessa pasta , e molti di loro non sono affatto tranquilli sulle ricadute negative possibili della cosiddetta ingegneria genetica . Per sfortuna , i semi terminator della Monsanto ci hanno chiarito in che cosa consistano , per loro , gli aiuti al Terzo Mondo , compendiabili nel dilemma « o compri da noi , o muori di fame » . Una sintesi brutale ? Forse , ma non per questo meno veritiera . Al Parlamento Europeo è stata presentata nei giorni scorsi una direttiva sulla immissione degli Ogm in campo e nei supermercati . E ' stata votata dalla maggioranza , ma io , con i Verdi , mi sono astenuto . Il perché è presto detto : da un lato , la direttiva prendeva in seria considerazione il problema dell ' etichettatura e della tracciabiltà dei prodotti transgenici , però , d ' altro lato , sospendeva ogni azione concreta in merito , promettendo di risolvere la questione entro quest ' anno . Una sorta di amplexus interruptus , e l ' astensione mi è sembrata la sola via possibile da percorrere . Ma il bello è questo : la direttiva consente che nei prodotti Ogm siano ancora presenti , fino al 2004 , i marcatori di resistenza agli antibiotici . Bene , come ho fatto osservare in aula , se le multinazionali sostengono di essere pronte a sostituire questi marcatori con mezzi alternativi , perché insistono nel mantenere la suddetta dilazione ? E se progettano delle alternative , non significherà che li considerano pericolosi per la salute , anche se hanno sempre assicurato il contrario ? Si tenga presenta , allora , che tutti quei prodotti che si vogliono far piovere nel nostro piatto sono dotati di questi geni : per cui si predica bene e si razzola male . Ma , alla fin fine , che cosa chiedono tutti questi irrequieti scienziati in coro ? Che si mangi il pappone , e si stia zitti ? E se qualcuno chiede il menù , bene , è uno che si propone di mettere alla tortura Galileo .
StampaQuotidiana ,
Maria Grazia Cutuli è stata assassinata in Afghanistan , sulla strada che da Jalalabad porta a Kabul , a 90 chilometri dalla capitale in un posto orribile che si chiama Pouli - es - the - Kam . Maria Grazia era lì inviata dal Corriere della Sera e aveva trentanove anni . Era lì , da quelle parti , prima in Pakistan e infine in Afghanistan , dal giorno successivo all ' attacco alle Torri Gemelle . Pare sia stata un ' esecuzione . Secondo la ricostruzione di una televisione spagnola le hanno sparato alle spalle . Con lei sono stati uccisi altri tre giornalisti . Uno è Julio Fuentes , spagnolo , di El Mundo , di cui Maria Grazia parlava spesso . Erano stati anche fidanzati , Maria Grazia e Julio . Insieme , domenica , erano entrati in una delle più grandi basi militari di bin Laden , abbandonata dopo la ritirata dei talebani da Jalalabad . Lì hanno trovato una serie di fialette di Sarin , il gas nervino . Ieri il Corriere e il Mundo hanno pubblicato il racconto in prima pagina . C ' è chi dice che con la loro inchiesta e con le loro domande abbiano infastidito il leader locale . Si chiama Younis Khalis , una vecchia gloria del Jihad anti sovietico , ed è l ' uomo che dopo un lungo negoziato ha costretto i talebani a lasciare Jalalabad . I due giornalisti hanno scritto che Khalis nel 1996 diede a Osama ospitalità e il permesso di costruire la base sui suoi terreni . Secondo altri si è trattato di un ' imboscata a scopo di rapina , in una terra di nessuno tra le più pericolose dell ' Afghanistan . Su quelle montagne , a metà strada tra Kabul e Jalalabad , ci sono sia gli arabi di bin Laden sia i talebani scappati dalle due città . In fondo , conoscere il motivo della strage non conta molto : tutti e quattro i giornalisti sono morti . Questo conta . L ' intrattabile miss Kigali Dei quattro , Maria Grazia Cutuli è quella che conosciamo meglio . Era di Catania . Il mese scorso aveva compiuto 39 anni . Lavorava alla redazione Esteri del Corriere della Sera . Si occupava di Africa , di Medio Oriente , di Balcani , di Afghanistan . Era la più grande esperta di madrasse , le scuole coraniche del Pakistan dove hanno , si fa per dire , studiato i talebani . Di lei sappiamo che era una donna tosta , tostissima . Sappiamo che era considerata una intrattabile , a tratti insopportabile . Maria Grazia si lamentava , si lamentava sempre , le sue lamentele erano leggendarie , e gli amici la sfottevano per questo . Non riusciva a restare chiusa in redazione a passare pezzi , come si dice nel nostro gergo , o a fare interviste al telefono . Era monomaniaca : raccontare la guerra , meglio la guerriglia , era la sua fissazione . Voleva sempre andare dove c ' era un conflitto . Ci andava , poi . Ci riusciva . Perché era testarda da non immaginarsi . Poi tornava e sfiancava gli amici con i suoi racconti , e non smetteva di raccontare e lamentarsi , perché quando arrivava lì , fosse in Ruanda o in Medio Oriente , improvvisamente e felicemente si fermava tutto . Non si sparava più , si trattava improvvisamente la pace . I suoi colleghi dicevano che era meglio dell ' Onu : arrivava lei e la guerra si fermava . Era contenta di questo . Ironizzava su di sé . A chi la andava a trovare a casa mostrava sempre le sue fotografie scattate in Ruanda il Ruanda era la sua vera fissazione , ci tornava pure in vacanza . A Kigali arrivò proprio alla fine del genocidio tra hutu e tutsi . Per andarci si dimise da Epoca , dove lavorava ; ci andò con un contratto a termine delle Nazioni Unite . Da lì scrisse anche per questo giornale . Era orgogliosa delle sue foto del Ruanda . Gli amici la prendevano in giro perché quelle foto raccontavano un Ruanda diverso da quello terribile della guerra civile . Quelle foto la ritraevano danzante su un magnifico prato all ' inglese . Il machete aveva appena cessato di mozzare teste e lei , per scherzo e per esorcizzare la paura , quella sera , su quel prato , fu eletta Miss Kigali . Fare il giornalista di guerra , si sa , è pericoloso . Le parole contano meno delle armi da fuoco . Chi decide questa vita ne è perfettamente consapevole . Ed è felice . Maria Grazia aveva già rischiato la vita almeno un paio di volte . In Ruanda si salvò grazie a un febbrone che la costrinse a un ricovero all ' ospedale di Kigali . La sua abitazione , quella notte fu attaccata e quattro suoi colleghi delle Nazioni Unite furono trucidati . In Sudan , sui monti Nuba , al seguito della guerriglia cristiano - animista evitò per un niente una smitragliata da un Antonov governativo . I suoi amici erano abituati a questi racconti , non ci facevano più caso . Per coinvolgerli , per fare fino in fondo il suo mestiere , lei raccontava loro queste immani tragedie in modo lieve . Per non annoiarli . Ci riusciva . Come quando andò a Sarajevo per Epoca . La città fu presa d ' assedio e lei costretta a dormire per tre settimane nell ' edificio della televisione bosniaca . Appena mettevi il naso fuori un cecchino prendeva la mira e sparava . Scrisse articoli bellissimi . A cena , un tocco mondano . Agli amici faceva credere che per lei la cosa peggiore era guardarsi allo specchio i capelli sformi .
La trasgressione impossibile ( Perina Flavia , 2000 )
StampaQuotidiana ,
POTREBBE essere un racconto di Pirandello . Il racconto di un uomo sempre controcorrente , che sul marciare controvento ha costruito una clamorosa e onoratissima carriera diventando il simbolo stesso della demolizione delle regole e del rovesciamento degli schemi , che tuttavia non riesce ad ammettere - neanche per un attimo , nemmeno con se stesso - la prima e la più assoluta delle sue trasgressioni : l ' adesione a una " causa sbagliata " , poi diventata nell ' arco degli anni un autentico tabù sociale e storico . Potrebbe essere un racconto di Pirandello , e invece è la vicenda di Dario Fo , tornata d ' attualità sull ' onda della polemica sulle " confessioni " di Roberto Vivarelli riguardo all ' adesione alla Rsi . Anche Dario Fo vestì la divisa della Rsi . Anche lui è stato interpellato di recente sui motivi di quella scelta . A oltre cinquantanni di distanza , da uno così uno che sul " coraggio di dire di no " ha costruito una carriera da Nobel , ci si poteva aspettare un fulminante " outing " . E vero , l ' ho fatto . Invece è arrivato un deprimente contorcimento . Deprimente sia per il compagno di " Guerra di popolo in Cile " sia per il camerata di " Battaglioni del Duce battaglioni " . " A differenza di Vivarelli che , sebbene per poco , ci credette - ha spiegato Dario Fo al " Corriere " - io aderii alla Rsi per ragioni molto più pratiche : cercare di imboscarmi , portare a casa la pelle " . Fo dice di aver scelto l ' artiglieria contraerea di Varese perché tanto " non aveva cannoni " ed era facile prevedere che gli arruolati sarebbero presto stati rimandati a casa . Quando capì che invece rischiava di essere spedito in Germania " a sostituire gli artiglieri tedeschi massacrati dalle bombe " , trovò un ' altra scappatoia . Si arruolò nella scuola paracadutisti di Tradate . Frequentò il corso . E " finito l ' addestramento , fuga finale . Tornai nelle mie valli , cercai di unirmi a qualche gruppo di partigiani , ma non ne era rimasto nessuno " . E ' una versione ben differente da quella che lo stesso Fo fornì vent ' anni fa , e di cui diamo conto nell ' articolo qui a fianco . All ' epoca il giullare di " Mistero buffo " sosteneva addirittura di essere entrato nella Rsi su incarico di formazioni partigiane . Smentito in processo , è stato probabilmente costretto a " emendare " i suoi ricordi . Resta da chiedersi come mai nemmeno dopo mezzo secolo , nemmeno dopo il Nobel , nemmeno dopo l ' incrinatura del tabù che ha ossessionato due generazioni di italiani , un pluri - settantenne del calibro di Fo , ormai al riparo dalle intemperie della discriminazione , riesca a riconciliarsi con le scelte della sua giovinezza . Delle due l ' una : o la gabbia creata dalle vestali del " politicamente corretto " è infrangibile , o è molto fragile - debole , succubo conformista - lui .
Il vero conflitto di interessi ( Belpietro Maurizio , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Per tutta la lunga campagna elettorale , la sinistra ha sognato di poter trovare una scorciatoia che le consentisse di sorpassare in fretta una Casa delle Libertà che la precedeva di molti chilometri . Certi com ' erano del ritardo accumulato in cinque anni di governi inconcludenti , e abituati a imboccare vie giudiziarie e ad aprire cantieri istituzionali per far ribaltare la macchina dell ' opposizione , anche questa volta i piloti dell ' Ulivo hanno premuto l ' acceleratore alla ricerca della strada breve e sbrigativa , evitando il normale confronto elettorale . Naturalmente , per costringere l ' auto della Casa delle Libertà a fermarsi o , meglio , a uscire di strada , bisognava incepparne il motore , ossia Silvio Berlusconi . Così in tutta fretta sono state riesumate le carte sulla nascita delle sue fortune , affidando ai comici l ' incarico di gettare olio sulla pista . Ma ciò non è bastato ed ecco allora spuntare magicamente sulle pagine di « Repubblica » la divisione guastatori scelti della sinistra , un rapporto sui conti della Fininvest preparato dalla società di revisione Kpmg per incarico della procura di Milano . Nella relazione si congettura di società fiscalmente impenetrabili e di intrecci segreti : il tutto certificato da un perito , cioè la Kpmg , che - spiega Ezio Mauro , direttore di « Repubblica » - è un gigante dell ' accounting , una multinazionale della revisione ; insomma , in fatto di conti sarebbe , secondo il direttore del quotidiano ulivista , appena sotto Dio . Mauro naturalmente evita di dire che la Kpmg è stata la prima società di revisione a essere condannata in Italia per aver cagionato danni ai risparmiatori che avevano affidato il loro denaro ai simpatici fratelli Canavesio e per questo - per le sue gravi disattenzioni - è stata costretta a pagare 8,8 miliardi di lire . Nel primo di una serie di scivolosi articoli che sono stati stesi in mezzo alla strada per far sbandare la Casa delle Libertà , il direttore di « Repubblica » dimentica anche di riferire che la stessa Kpmg è stata coinvolta nel crac dell ' Ifm leasing ( per chiudere la vicenda accettò di pagare 18 miliardi alla Banca Popolare di Milano ) e nel fallimento della Scotti finanziaria , e in quello della Trevitex , e in quello della Sasea . E scorda di precisare che su alcune di queste vicende sta ancora indagando la procura di Milano , sì - avete letto bene - la stessa procura che ha incaricato la Kpmg di studiare le carte della Fininvest . Naturalmente in questo caso non c ' è conflitto d ' interesse . No , no , qui è tutto regolare , tutto certificato con i timbri al posto giusto . Dimenticavo : la Kpmg è coinvolta anche nel crac del Crédit Lyonnais , una grande banca francese . Secondo gli avvocati che si occupano di recuperare il denaro di quella banca , la Kpmg , « in spregio alle regole legate al suo ruolo di revisore di conti , ha scientemente ingannato il Crédit Lyonnais sulla qualità dei crediti poi concessi dalla sua filiale olandese al gruppo Fiorini - Parretti , spingendo così la banca nella voragine di perdite storiche » . E per tali motivi , gli avvocati hanno chiesto al gigante dell ' accounting citato da Ezio Mauro 22 miliardi di franchi francesi , equivalenti a 6500 miliardi di lire . Potrei proseguire , ma non voglio annoiarvi in una domenica così radiosa . Comunque , neanche lo sgambetto di « Repubblica » , con la sua Kpmg , è servito a metter fuori pista Berlusconi e allora nelle settimane successive si è puntato tutto sulla curva pericolosa del conflitto d ' interessi . Il tempo stringe , il divario tra Ulivo e CDL s ' allarga , ed ecco che il capo dell ' opposizione diventa un pericoloso attentatore degli interessi pubblici nazionali . Egli è ricco , possiede TV e giornali , non può governare . In nessun Paese del mondo potrebbe diventare presidente del Consiglio , scrivono e dicono gli uomini di sinistra . Deve vendere , non basta che abbia rinunciato ai consigli di amministrazione , non basta neppure che faccia un blind trust , ossia che affidi ad amministratori privati il proprio patrimonio . No , o vende o consegna i suoi averi ad amministratori nominati dalla sinistra . Se non lo fa - insistono i cantori dell ' Ulivo - saremo lo zimbello d ' Europa , ci escluderanno dai consessi internazionali , saremo tenuti a distanza come appestati . I più eleganti dicono che un Berlusconi al governo sarebbe un ' anomalia della democrazia . La realtà , naturalmente , è ben diversa . Basta conoscere appena l ' Europa . Uno degli uomini più ricchi di Francia , André Bettencourt , proprietario di L'Oréa1 , è stato per anni ministro degli Esteri , e Marcel Dassault - fondatore , proprietario e presidente dell ' omonima industria aeronautica - entrò in Parlamento e continuò a vendere i suoi aerei allo Stato francese . In Germania , il padrone della Rosenthal fu invece al fianco del primo ministro socialdemocratico Helmut Schmidt . Potrei citarne altri , ma anche stavolta mi fermo qui , sempre per via della domenica radiosa . Comunque , in tutti questi casi non ci fu alcuno scandalo , non scattò nessuna legge sul conflitto d ' interessi , nessuno parlò di anomalia , per la semplice ragione che in questi Paesi le leggi sul conflitto d ' interessi non sono delle trappole , ma delle norme severe , ma per niente punitive . Al punto che in Germania un ministro - se autorizzato dal Parlamento - può sedere nel consiglio di amministrazione di una società privata e in qualche caso è successo . Vi chiederete perché nel giorno in cui dovete decidere come votare vi tedio con queste storie di Kpmg e di ministri europei e relativi patrimoni . È solo per rimarcare come su questa campagna elettorale , una campagna decisiva per archiviare l ' era dell ' Ulivo , siano state sparse montagne di menzogne . Bugie , colpi bassi , calunnie e strumentalizzazioni . Pur di non perdere il potere , tutto ciò che era possibile fare la sinistra lo ha fatto . Anche a costo di danneggiare il proprio Paese . Nelle scorse settimane vi abbiamo dato conto degli articoli che la stampa internazionale ha pubblicato contro Berlusconi e la Casa delle Libertà , articoli che naturalmente hanno fatto strillare l ' Ulivo , il quale ne ha approfittato per avvisare gli elettori che un governo di centrodestra sarebbe stato severamente giudicato dai nostri partner europei . La verità , anche in questo caso , è molto più banale e l ' ha confessata lo stesso direttore di « Repubblica » un paio di giorni fa , quando ha scritto che « gli inviati dei giornali stranieri che visitano l ' Italia in questi giorni elettorali passano ogni tanto da " Repubblica " e verificano le notizie raccolte » . Se c ' era un dubbio su quale fosse la centrale di smistamento degli articoli anti - italiani - perché di questo si tratta - improvvisamente comparsi sulla stampa estera , ora questo dubbio ci è tolto . Se c ' era un dubbio - e non c ' era - sul perché « la Repubblica » avesse celato o mutilato gli articoli positivi a favore di Berlusconi e dei suoi alleati apparsi sulla stampa estera , ora questo dubbio ci è caduto . Quella cui abbiamo assistito è stata la campagna più feroce e aspra che si sia mai vista negli ultimi trent ' anni . E la ragione di tanta durezza è una sola . Qui si tratta di risolvere il vero conflitto d ' interesse di cui patisce l ' Italia : quello tra una casta politica che ha occupato lo Stato e il futuro del Paese . Per sciogliere questo conflitto non serve una legge : basta un voto . Oggi . E per questa sinistra ogni scorciatoia da domani diventerà un vicolo cieco .