StampaQuotidiana ,
Sugli
organismi
geneticamente
modificati
,
i
famigerati
Ogm
,
gli
scienziati
hanno
sollevato
un
grosso
polverone
,
e
come
succede
sempre
a
chi
non
vuol
capire
,
la
loro
sordità
è
stata
palese
,
e
la
loro
volontà
di
confondere
le
idee
dei
non
addetti
ai
lavori
,
assumendo
la
parte
di
Galileo
o
di
Giordano
Bruno
,
si
è
rivelata
appieno
nell
'
accusa
lanciata
agli
ambientalisti
di
oscurantismo
,
se
non
di
propensioni
teologiche
da
Malleus
maleficarum
,
il
manuale
degli
Inquisitori
.
Denuncio
questa
accusa
come
spudoratamente
falsa
e
mi
sforzerò
di
fare
un
po
'
di
chiarezza
.
Penso
di
essere
autorizzato
,
visto
che
di
recente
,
al
Parlamento
Europeo
,
mi
sono
dissociato
dai
Verdi
,
astenendomi
quando
mi
si
è
proposto
di
votare
contro
l
'
impiego
degli
embrioni
inglesi
in
freezer
.
Si
trattava
di
destinarli
alla
cura
di
gravi
patologie
e
il
mio
punto
di
vista
resta
sempre
che
la
salute
sia
un
bene
che
vada
tutelato
su
tutto
.
Il
bello
è
che
proprio
per
questo
,
per
questa
tutela
irrinunciabile
,
nutro
delle
perplessità
sulle
biotecnologie
in
agricoltura
:
se
da
un
canto
le
reputo
affascinanti
,
e
auspico
,
se
fatte
in
laboratorio
,
che
proseguano
felicemente
,
d
'
altro
canto
sono
convinto
che
non
siamo
affatto
pronti
a
estendere
le
esperienze
in
pieno
campo
,
e
tanto
meno
a
immetterne
i
prodotti
sui
banconi
dei
supermercati
.
E
a
proposito
di
queste
pretese
di
pronta
commercializzazione
,
mi
sembra
diventi
chiaro
come
non
sia
in
gioco
tanto
la
libertà
di
ricerca
scientifica
,
che
nessuno
intende
negare
,
quanto
la
corsa
all
'
Eldorado
dei
brevetti
,
e
quindi
al
«
far
soldi
»
nel
nome
del
progresso
della
conoscenza
.
Ma
la
storia
sembra
ancora
una
volta
ripetersi
.
Oscurantismo
?
Amarcord
:
trent
'
anni
fa
chi
,
come
me
,
faceva
notare
che
l
'
uso
dei
pesticidi
in
agricoltura
castigava
duramente
la
biodiversità
degli
ecosistemi
e
la
salute
dei
consumatori
con
i
residui
rimasti
negli
ortofrutticoli
,
veniva
bollato
di
oscurantismo
,
e
di
affamatore
dei
paesi
in
via
di
sviluppo
.
Bene
,
attualmente
,
800
milioni
di
persone
,
malgrado
la
diffusione
ubiquitaria
delle
molecole
di
sintesi
,
sono
ancora
sottoalimentate
,
e
in
compenso
migliaia
di
contadini
che
operano
in
quelle
latitudini
sono
morti
intossicati
dai
fosforganici
.
Voglio
ricordare
,
allora
,
come
l
'
agricoltura
industriale
,
fondata
sulla
chimica
,
stia
mostrando
la
corda
,
e
l
'
agricoltura
biologica
,
o
ancor
più
sostenibile
,
la
stia
sostituendo
a
poco
a
poco
in
Europa
.
In
altre
parole
si
sta
affermando
una
nuova
maniera
,
moderna
e
dinamica
,
di
gestire
il
campo
coltivato
,
screditata
solo
da
qualche
tetro
vivisettore
che
,
tra
l
'
altro
,
non
ha
nessuna
competenza
in
merito
.
Mi
sembra
,
come
ha
scritto
Vattimo
su
questo
giornale
,
che
la
ricerca
scientifica
sia
diventata
,
oggi
,
così
socialmente
importante
che
non
può
più
essere
affidata
soltanto
agli
scienziati
,
anche
perché
tutto
quello
che
ho
chiamato
in
causa
è
dipeso
principalmente
da
loro
.
In
realtà
,
rispetto
ai
prodotti
delle
piante
geneticamente
modificate
,
risulta
evidente
come
non
siano
state
mai
fatte
ricerche
a
lunga
scadenza
sui
possibili
danni
all
'
ambiente
e
alla
salute
umana
.
Quando
Regge
,
dall
'
alto
della
sua
cattedra
,
afferma
che
in
Cina
ci
si
serve
in
tavola
da
tempo
del
transgenico
,
ma
non
si
sono
avuti
danni
alla
salute
dei
consumatori
,
è
proprio
sicuro
che
sia
così
?
Dobbiamo
concludere
che
per
le
multinazionali
delle
biotecnologie
,
e
per
gli
scienziati
che
lavorano
per
loro
,
noi
tutti
siamo
delle
cavie
su
cui
sperimentare
.
Non
sono
contro
la
ricerca
scientifica
,
come
potrei
?
L
'
ho
fatta
,
con
alterne
fortune
,
per
tutta
la
vita
.
Tuttavia
,
sono
stato
sempre
a
favore
del
principio
di
precauzione
e
pongo
la
vita
umana
al
di
sopra
dell
'
economia
,
e
delle
pretese
degli
scienziati
,
che
non
invocano
quella
che
chiamano
la
libertà
di
ricerca
,
ma
la
licenza
di
fare
quello
che
vogliono
,
perfino
una
bomba
atomica
se
è
il
caso
.
Sembra
che
Fermi
,
assistendo
a
una
conflagrazione
sperimentale
della
bomba
H
,
sussurrasse
a
Teller
:
«
E
'
terribile
,
ma
è
un
così
bell
'
esperimento
!
»
.
Per
fortuna
,
si
ricordi
di
Asilomar
,
non
tutti
gli
scienziati
sono
fatti
della
stessa
pasta
,
e
molti
di
loro
non
sono
affatto
tranquilli
sulle
ricadute
negative
possibili
della
cosiddetta
ingegneria
genetica
.
Per
sfortuna
,
i
semi
terminator
della
Monsanto
ci
hanno
chiarito
in
che
cosa
consistano
,
per
loro
,
gli
aiuti
al
Terzo
Mondo
,
compendiabili
nel
dilemma
«
o
compri
da
noi
,
o
muori
di
fame
»
.
Una
sintesi
brutale
?
Forse
,
ma
non
per
questo
meno
veritiera
.
Al
Parlamento
Europeo
è
stata
presentata
nei
giorni
scorsi
una
direttiva
sulla
immissione
degli
Ogm
in
campo
e
nei
supermercati
.
E
'
stata
votata
dalla
maggioranza
,
ma
io
,
con
i
Verdi
,
mi
sono
astenuto
.
Il
perché
è
presto
detto
:
da
un
lato
,
la
direttiva
prendeva
in
seria
considerazione
il
problema
dell
'
etichettatura
e
della
tracciabiltà
dei
prodotti
transgenici
,
però
,
d
'
altro
lato
,
sospendeva
ogni
azione
concreta
in
merito
,
promettendo
di
risolvere
la
questione
entro
quest
'
anno
.
Una
sorta
di
amplexus
interruptus
,
e
l
'
astensione
mi
è
sembrata
la
sola
via
possibile
da
percorrere
.
Ma
il
bello
è
questo
:
la
direttiva
consente
che
nei
prodotti
Ogm
siano
ancora
presenti
,
fino
al
2004
,
i
marcatori
di
resistenza
agli
antibiotici
.
Bene
,
come
ho
fatto
osservare
in
aula
,
se
le
multinazionali
sostengono
di
essere
pronte
a
sostituire
questi
marcatori
con
mezzi
alternativi
,
perché
insistono
nel
mantenere
la
suddetta
dilazione
?
E
se
progettano
delle
alternative
,
non
significherà
che
li
considerano
pericolosi
per
la
salute
,
anche
se
hanno
sempre
assicurato
il
contrario
?
Si
tenga
presenta
,
allora
,
che
tutti
quei
prodotti
che
si
vogliono
far
piovere
nel
nostro
piatto
sono
dotati
di
questi
geni
:
per
cui
si
predica
bene
e
si
razzola
male
.
Ma
,
alla
fin
fine
,
che
cosa
chiedono
tutti
questi
irrequieti
scienziati
in
coro
?
Che
si
mangi
il
pappone
,
e
si
stia
zitti
?
E
se
qualcuno
chiede
il
menù
,
bene
,
è
uno
che
si
propone
di
mettere
alla
tortura
Galileo
.
StampaQuotidiana ,
Maria
Grazia
Cutuli
è
stata
assassinata
in
Afghanistan
,
sulla
strada
che
da
Jalalabad
porta
a
Kabul
,
a
90
chilometri
dalla
capitale
in
un
posto
orribile
che
si
chiama
Pouli
-
es
-
the
-
Kam
.
Maria
Grazia
era
lì
inviata
dal
Corriere
della
Sera
e
aveva
trentanove
anni
.
Era
lì
,
da
quelle
parti
,
prima
in
Pakistan
e
infine
in
Afghanistan
,
dal
giorno
successivo
all
'
attacco
alle
Torri
Gemelle
.
Pare
sia
stata
un
'
esecuzione
.
Secondo
la
ricostruzione
di
una
televisione
spagnola
le
hanno
sparato
alle
spalle
.
Con
lei
sono
stati
uccisi
altri
tre
giornalisti
.
Uno
è
Julio
Fuentes
,
spagnolo
,
di
El
Mundo
,
di
cui
Maria
Grazia
parlava
spesso
.
Erano
stati
anche
fidanzati
,
Maria
Grazia
e
Julio
.
Insieme
,
domenica
,
erano
entrati
in
una
delle
più
grandi
basi
militari
di
bin
Laden
,
abbandonata
dopo
la
ritirata
dei
talebani
da
Jalalabad
.
Lì
hanno
trovato
una
serie
di
fialette
di
Sarin
,
il
gas
nervino
.
Ieri
il
Corriere
e
il
Mundo
hanno
pubblicato
il
racconto
in
prima
pagina
.
C
'
è
chi
dice
che
con
la
loro
inchiesta
e
con
le
loro
domande
abbiano
infastidito
il
leader
locale
.
Si
chiama
Younis
Khalis
,
una
vecchia
gloria
del
Jihad
anti
sovietico
,
ed
è
l
'
uomo
che
dopo
un
lungo
negoziato
ha
costretto
i
talebani
a
lasciare
Jalalabad
.
I
due
giornalisti
hanno
scritto
che
Khalis
nel
1996
diede
a
Osama
ospitalità
e
il
permesso
di
costruire
la
base
sui
suoi
terreni
.
Secondo
altri
si
è
trattato
di
un
'
imboscata
a
scopo
di
rapina
,
in
una
terra
di
nessuno
tra
le
più
pericolose
dell
'
Afghanistan
.
Su
quelle
montagne
,
a
metà
strada
tra
Kabul
e
Jalalabad
,
ci
sono
sia
gli
arabi
di
bin
Laden
sia
i
talebani
scappati
dalle
due
città
.
In
fondo
,
conoscere
il
motivo
della
strage
non
conta
molto
:
tutti
e
quattro
i
giornalisti
sono
morti
.
Questo
conta
.
L
'
intrattabile
miss
Kigali
Dei
quattro
,
Maria
Grazia
Cutuli
è
quella
che
conosciamo
meglio
.
Era
di
Catania
.
Il
mese
scorso
aveva
compiuto
39
anni
.
Lavorava
alla
redazione
Esteri
del
Corriere
della
Sera
.
Si
occupava
di
Africa
,
di
Medio
Oriente
,
di
Balcani
,
di
Afghanistan
.
Era
la
più
grande
esperta
di
madrasse
,
le
scuole
coraniche
del
Pakistan
dove
hanno
,
si
fa
per
dire
,
studiato
i
talebani
.
Di
lei
sappiamo
che
era
una
donna
tosta
,
tostissima
.
Sappiamo
che
era
considerata
una
intrattabile
,
a
tratti
insopportabile
.
Maria
Grazia
si
lamentava
,
si
lamentava
sempre
,
le
sue
lamentele
erano
leggendarie
,
e
gli
amici
la
sfottevano
per
questo
.
Non
riusciva
a
restare
chiusa
in
redazione
a
passare
pezzi
,
come
si
dice
nel
nostro
gergo
,
o
a
fare
interviste
al
telefono
.
Era
monomaniaca
:
raccontare
la
guerra
,
meglio
la
guerriglia
,
era
la
sua
fissazione
.
Voleva
sempre
andare
dove
c
'
era
un
conflitto
.
Ci
andava
,
poi
.
Ci
riusciva
.
Perché
era
testarda
da
non
immaginarsi
.
Poi
tornava
e
sfiancava
gli
amici
con
i
suoi
racconti
,
e
non
smetteva
di
raccontare
e
lamentarsi
,
perché
quando
arrivava
lì
,
fosse
in
Ruanda
o
in
Medio
Oriente
,
improvvisamente
e
felicemente
si
fermava
tutto
.
Non
si
sparava
più
,
si
trattava
improvvisamente
la
pace
.
I
suoi
colleghi
dicevano
che
era
meglio
dell
'
Onu
:
arrivava
lei
e
la
guerra
si
fermava
.
Era
contenta
di
questo
.
Ironizzava
su
di
sé
.
A
chi
la
andava
a
trovare
a
casa
mostrava
sempre
le
sue
fotografie
scattate
in
Ruanda
il
Ruanda
era
la
sua
vera
fissazione
,
ci
tornava
pure
in
vacanza
.
A
Kigali
arrivò
proprio
alla
fine
del
genocidio
tra
hutu
e
tutsi
.
Per
andarci
si
dimise
da
Epoca
,
dove
lavorava
;
ci
andò
con
un
contratto
a
termine
delle
Nazioni
Unite
.
Da
lì
scrisse
anche
per
questo
giornale
.
Era
orgogliosa
delle
sue
foto
del
Ruanda
.
Gli
amici
la
prendevano
in
giro
perché
quelle
foto
raccontavano
un
Ruanda
diverso
da
quello
terribile
della
guerra
civile
.
Quelle
foto
la
ritraevano
danzante
su
un
magnifico
prato
all
'
inglese
.
Il
machete
aveva
appena
cessato
di
mozzare
teste
e
lei
,
per
scherzo
e
per
esorcizzare
la
paura
,
quella
sera
,
su
quel
prato
,
fu
eletta
Miss
Kigali
.
Fare
il
giornalista
di
guerra
,
si
sa
,
è
pericoloso
.
Le
parole
contano
meno
delle
armi
da
fuoco
.
Chi
decide
questa
vita
ne
è
perfettamente
consapevole
.
Ed
è
felice
.
Maria
Grazia
aveva
già
rischiato
la
vita
almeno
un
paio
di
volte
.
In
Ruanda
si
salvò
grazie
a
un
febbrone
che
la
costrinse
a
un
ricovero
all
'
ospedale
di
Kigali
.
La
sua
abitazione
,
quella
notte
fu
attaccata
e
quattro
suoi
colleghi
delle
Nazioni
Unite
furono
trucidati
.
In
Sudan
,
sui
monti
Nuba
,
al
seguito
della
guerriglia
cristiano
-
animista
evitò
per
un
niente
una
smitragliata
da
un
Antonov
governativo
.
I
suoi
amici
erano
abituati
a
questi
racconti
,
non
ci
facevano
più
caso
.
Per
coinvolgerli
,
per
fare
fino
in
fondo
il
suo
mestiere
,
lei
raccontava
loro
queste
immani
tragedie
in
modo
lieve
.
Per
non
annoiarli
.
Ci
riusciva
.
Come
quando
andò
a
Sarajevo
per
Epoca
.
La
città
fu
presa
d
'
assedio
e
lei
costretta
a
dormire
per
tre
settimane
nell
'
edificio
della
televisione
bosniaca
.
Appena
mettevi
il
naso
fuori
un
cecchino
prendeva
la
mira
e
sparava
.
Scrisse
articoli
bellissimi
.
A
cena
,
un
tocco
mondano
.
Agli
amici
faceva
credere
che
per
lei
la
cosa
peggiore
era
guardarsi
allo
specchio
i
capelli
sformi
.
StampaQuotidiana ,
POTREBBE
essere
un
racconto
di
Pirandello
.
Il
racconto
di
un
uomo
sempre
controcorrente
,
che
sul
marciare
controvento
ha
costruito
una
clamorosa
e
onoratissima
carriera
diventando
il
simbolo
stesso
della
demolizione
delle
regole
e
del
rovesciamento
degli
schemi
,
che
tuttavia
non
riesce
ad
ammettere
-
neanche
per
un
attimo
,
nemmeno
con
se
stesso
-
la
prima
e
la
più
assoluta
delle
sue
trasgressioni
:
l
'
adesione
a
una
"
causa
sbagliata
"
,
poi
diventata
nell
'
arco
degli
anni
un
autentico
tabù
sociale
e
storico
.
Potrebbe
essere
un
racconto
di
Pirandello
,
e
invece
è
la
vicenda
di
Dario
Fo
,
tornata
d
'
attualità
sull
'
onda
della
polemica
sulle
"
confessioni
"
di
Roberto
Vivarelli
riguardo
all
'
adesione
alla
Rsi
.
Anche
Dario
Fo
vestì
la
divisa
della
Rsi
.
Anche
lui
è
stato
interpellato
di
recente
sui
motivi
di
quella
scelta
.
A
oltre
cinquantanni
di
distanza
,
da
uno
così
uno
che
sul
"
coraggio
di
dire
di
no
"
ha
costruito
una
carriera
da
Nobel
,
ci
si
poteva
aspettare
un
fulminante
"
outing
"
.
E
vero
,
l
'
ho
fatto
.
Invece
è
arrivato
un
deprimente
contorcimento
.
Deprimente
sia
per
il
compagno
di
"
Guerra
di
popolo
in
Cile
"
sia
per
il
camerata
di
"
Battaglioni
del
Duce
battaglioni
"
.
"
A
differenza
di
Vivarelli
che
,
sebbene
per
poco
,
ci
credette
-
ha
spiegato
Dario
Fo
al
"
Corriere
"
-
io
aderii
alla
Rsi
per
ragioni
molto
più
pratiche
:
cercare
di
imboscarmi
,
portare
a
casa
la
pelle
"
.
Fo
dice
di
aver
scelto
l
'
artiglieria
contraerea
di
Varese
perché
tanto
"
non
aveva
cannoni
"
ed
era
facile
prevedere
che
gli
arruolati
sarebbero
presto
stati
rimandati
a
casa
.
Quando
capì
che
invece
rischiava
di
essere
spedito
in
Germania
"
a
sostituire
gli
artiglieri
tedeschi
massacrati
dalle
bombe
"
,
trovò
un
'
altra
scappatoia
.
Si
arruolò
nella
scuola
paracadutisti
di
Tradate
.
Frequentò
il
corso
.
E
"
finito
l
'
addestramento
,
fuga
finale
.
Tornai
nelle
mie
valli
,
cercai
di
unirmi
a
qualche
gruppo
di
partigiani
,
ma
non
ne
era
rimasto
nessuno
"
.
E
'
una
versione
ben
differente
da
quella
che
lo
stesso
Fo
fornì
vent
'
anni
fa
,
e
di
cui
diamo
conto
nell
'
articolo
qui
a
fianco
.
All
'
epoca
il
giullare
di
"
Mistero
buffo
"
sosteneva
addirittura
di
essere
entrato
nella
Rsi
su
incarico
di
formazioni
partigiane
.
Smentito
in
processo
,
è
stato
probabilmente
costretto
a
"
emendare
"
i
suoi
ricordi
.
Resta
da
chiedersi
come
mai
nemmeno
dopo
mezzo
secolo
,
nemmeno
dopo
il
Nobel
,
nemmeno
dopo
l
'
incrinatura
del
tabù
che
ha
ossessionato
due
generazioni
di
italiani
,
un
pluri
-
settantenne
del
calibro
di
Fo
,
ormai
al
riparo
dalle
intemperie
della
discriminazione
,
riesca
a
riconciliarsi
con
le
scelte
della
sua
giovinezza
.
Delle
due
l
'
una
:
o
la
gabbia
creata
dalle
vestali
del
"
politicamente
corretto
"
è
infrangibile
,
o
è
molto
fragile
-
debole
,
succubo
conformista
-
lui
.
StampaQuotidiana ,
Per
tutta
la
lunga
campagna
elettorale
,
la
sinistra
ha
sognato
di
poter
trovare
una
scorciatoia
che
le
consentisse
di
sorpassare
in
fretta
una
Casa
delle
Libertà
che
la
precedeva
di
molti
chilometri
.
Certi
com
'
erano
del
ritardo
accumulato
in
cinque
anni
di
governi
inconcludenti
,
e
abituati
a
imboccare
vie
giudiziarie
e
ad
aprire
cantieri
istituzionali
per
far
ribaltare
la
macchina
dell
'
opposizione
,
anche
questa
volta
i
piloti
dell
'
Ulivo
hanno
premuto
l
'
acceleratore
alla
ricerca
della
strada
breve
e
sbrigativa
,
evitando
il
normale
confronto
elettorale
.
Naturalmente
,
per
costringere
l
'
auto
della
Casa
delle
Libertà
a
fermarsi
o
,
meglio
,
a
uscire
di
strada
,
bisognava
incepparne
il
motore
,
ossia
Silvio
Berlusconi
.
Così
in
tutta
fretta
sono
state
riesumate
le
carte
sulla
nascita
delle
sue
fortune
,
affidando
ai
comici
l
'
incarico
di
gettare
olio
sulla
pista
.
Ma
ciò
non
è
bastato
ed
ecco
allora
spuntare
magicamente
sulle
pagine
di
«
Repubblica
»
la
divisione
guastatori
scelti
della
sinistra
,
un
rapporto
sui
conti
della
Fininvest
preparato
dalla
società
di
revisione
Kpmg
per
incarico
della
procura
di
Milano
.
Nella
relazione
si
congettura
di
società
fiscalmente
impenetrabili
e
di
intrecci
segreti
:
il
tutto
certificato
da
un
perito
,
cioè
la
Kpmg
,
che
-
spiega
Ezio
Mauro
,
direttore
di
«
Repubblica
»
-
è
un
gigante
dell
'
accounting
,
una
multinazionale
della
revisione
;
insomma
,
in
fatto
di
conti
sarebbe
,
secondo
il
direttore
del
quotidiano
ulivista
,
appena
sotto
Dio
.
Mauro
naturalmente
evita
di
dire
che
la
Kpmg
è
stata
la
prima
società
di
revisione
a
essere
condannata
in
Italia
per
aver
cagionato
danni
ai
risparmiatori
che
avevano
affidato
il
loro
denaro
ai
simpatici
fratelli
Canavesio
e
per
questo
-
per
le
sue
gravi
disattenzioni
-
è
stata
costretta
a
pagare
8,8
miliardi
di
lire
.
Nel
primo
di
una
serie
di
scivolosi
articoli
che
sono
stati
stesi
in
mezzo
alla
strada
per
far
sbandare
la
Casa
delle
Libertà
,
il
direttore
di
«
Repubblica
»
dimentica
anche
di
riferire
che
la
stessa
Kpmg
è
stata
coinvolta
nel
crac
dell
'
Ifm
leasing
(
per
chiudere
la
vicenda
accettò
di
pagare
18
miliardi
alla
Banca
Popolare
di
Milano
)
e
nel
fallimento
della
Scotti
finanziaria
,
e
in
quello
della
Trevitex
,
e
in
quello
della
Sasea
.
E
scorda
di
precisare
che
su
alcune
di
queste
vicende
sta
ancora
indagando
la
procura
di
Milano
,
sì
-
avete
letto
bene
-
la
stessa
procura
che
ha
incaricato
la
Kpmg
di
studiare
le
carte
della
Fininvest
.
Naturalmente
in
questo
caso
non
c
'
è
conflitto
d
'
interesse
.
No
,
no
,
qui
è
tutto
regolare
,
tutto
certificato
con
i
timbri
al
posto
giusto
.
Dimenticavo
:
la
Kpmg
è
coinvolta
anche
nel
crac
del
Crédit
Lyonnais
,
una
grande
banca
francese
.
Secondo
gli
avvocati
che
si
occupano
di
recuperare
il
denaro
di
quella
banca
,
la
Kpmg
,
«
in
spregio
alle
regole
legate
al
suo
ruolo
di
revisore
di
conti
,
ha
scientemente
ingannato
il
Crédit
Lyonnais
sulla
qualità
dei
crediti
poi
concessi
dalla
sua
filiale
olandese
al
gruppo
Fiorini
-
Parretti
,
spingendo
così
la
banca
nella
voragine
di
perdite
storiche
»
.
E
per
tali
motivi
,
gli
avvocati
hanno
chiesto
al
gigante
dell
'
accounting
citato
da
Ezio
Mauro
22
miliardi
di
franchi
francesi
,
equivalenti
a
6500
miliardi
di
lire
.
Potrei
proseguire
,
ma
non
voglio
annoiarvi
in
una
domenica
così
radiosa
.
Comunque
,
neanche
lo
sgambetto
di
«
Repubblica
»
,
con
la
sua
Kpmg
,
è
servito
a
metter
fuori
pista
Berlusconi
e
allora
nelle
settimane
successive
si
è
puntato
tutto
sulla
curva
pericolosa
del
conflitto
d
'
interessi
.
Il
tempo
stringe
,
il
divario
tra
Ulivo
e
CDL
s
'
allarga
,
ed
ecco
che
il
capo
dell
'
opposizione
diventa
un
pericoloso
attentatore
degli
interessi
pubblici
nazionali
.
Egli
è
ricco
,
possiede
TV
e
giornali
,
non
può
governare
.
In
nessun
Paese
del
mondo
potrebbe
diventare
presidente
del
Consiglio
,
scrivono
e
dicono
gli
uomini
di
sinistra
.
Deve
vendere
,
non
basta
che
abbia
rinunciato
ai
consigli
di
amministrazione
,
non
basta
neppure
che
faccia
un
blind
trust
,
ossia
che
affidi
ad
amministratori
privati
il
proprio
patrimonio
.
No
,
o
vende
o
consegna
i
suoi
averi
ad
amministratori
nominati
dalla
sinistra
.
Se
non
lo
fa
-
insistono
i
cantori
dell
'
Ulivo
-
saremo
lo
zimbello
d
'
Europa
,
ci
escluderanno
dai
consessi
internazionali
,
saremo
tenuti
a
distanza
come
appestati
.
I
più
eleganti
dicono
che
un
Berlusconi
al
governo
sarebbe
un
'
anomalia
della
democrazia
.
La
realtà
,
naturalmente
,
è
ben
diversa
.
Basta
conoscere
appena
l
'
Europa
.
Uno
degli
uomini
più
ricchi
di
Francia
,
André
Bettencourt
,
proprietario
di
L'Oréa1
,
è
stato
per
anni
ministro
degli
Esteri
,
e
Marcel
Dassault
-
fondatore
,
proprietario
e
presidente
dell
'
omonima
industria
aeronautica
-
entrò
in
Parlamento
e
continuò
a
vendere
i
suoi
aerei
allo
Stato
francese
.
In
Germania
,
il
padrone
della
Rosenthal
fu
invece
al
fianco
del
primo
ministro
socialdemocratico
Helmut
Schmidt
.
Potrei
citarne
altri
,
ma
anche
stavolta
mi
fermo
qui
,
sempre
per
via
della
domenica
radiosa
.
Comunque
,
in
tutti
questi
casi
non
ci
fu
alcuno
scandalo
,
non
scattò
nessuna
legge
sul
conflitto
d
'
interessi
,
nessuno
parlò
di
anomalia
,
per
la
semplice
ragione
che
in
questi
Paesi
le
leggi
sul
conflitto
d
'
interessi
non
sono
delle
trappole
,
ma
delle
norme
severe
,
ma
per
niente
punitive
.
Al
punto
che
in
Germania
un
ministro
-
se
autorizzato
dal
Parlamento
-
può
sedere
nel
consiglio
di
amministrazione
di
una
società
privata
e
in
qualche
caso
è
successo
.
Vi
chiederete
perché
nel
giorno
in
cui
dovete
decidere
come
votare
vi
tedio
con
queste
storie
di
Kpmg
e
di
ministri
europei
e
relativi
patrimoni
.
È
solo
per
rimarcare
come
su
questa
campagna
elettorale
,
una
campagna
decisiva
per
archiviare
l
'
era
dell
'
Ulivo
,
siano
state
sparse
montagne
di
menzogne
.
Bugie
,
colpi
bassi
,
calunnie
e
strumentalizzazioni
.
Pur
di
non
perdere
il
potere
,
tutto
ciò
che
era
possibile
fare
la
sinistra
lo
ha
fatto
.
Anche
a
costo
di
danneggiare
il
proprio
Paese
.
Nelle
scorse
settimane
vi
abbiamo
dato
conto
degli
articoli
che
la
stampa
internazionale
ha
pubblicato
contro
Berlusconi
e
la
Casa
delle
Libertà
,
articoli
che
naturalmente
hanno
fatto
strillare
l
'
Ulivo
,
il
quale
ne
ha
approfittato
per
avvisare
gli
elettori
che
un
governo
di
centrodestra
sarebbe
stato
severamente
giudicato
dai
nostri
partner
europei
.
La
verità
,
anche
in
questo
caso
,
è
molto
più
banale
e
l
'
ha
confessata
lo
stesso
direttore
di
«
Repubblica
»
un
paio
di
giorni
fa
,
quando
ha
scritto
che
«
gli
inviati
dei
giornali
stranieri
che
visitano
l
'
Italia
in
questi
giorni
elettorali
passano
ogni
tanto
da
"
Repubblica
"
e
verificano
le
notizie
raccolte
»
.
Se
c
'
era
un
dubbio
su
quale
fosse
la
centrale
di
smistamento
degli
articoli
anti
-
italiani
-
perché
di
questo
si
tratta
-
improvvisamente
comparsi
sulla
stampa
estera
,
ora
questo
dubbio
ci
è
tolto
.
Se
c
'
era
un
dubbio
-
e
non
c
'
era
-
sul
perché
«
la
Repubblica
»
avesse
celato
o
mutilato
gli
articoli
positivi
a
favore
di
Berlusconi
e
dei
suoi
alleati
apparsi
sulla
stampa
estera
,
ora
questo
dubbio
ci
è
caduto
.
Quella
cui
abbiamo
assistito
è
stata
la
campagna
più
feroce
e
aspra
che
si
sia
mai
vista
negli
ultimi
trent
'
anni
.
E
la
ragione
di
tanta
durezza
è
una
sola
.
Qui
si
tratta
di
risolvere
il
vero
conflitto
d
'
interesse
di
cui
patisce
l
'
Italia
:
quello
tra
una
casta
politica
che
ha
occupato
lo
Stato
e
il
futuro
del
Paese
.
Per
sciogliere
questo
conflitto
non
serve
una
legge
:
basta
un
voto
.
Oggi
.
E
per
questa
sinistra
ogni
scorciatoia
da
domani
diventerà
un
vicolo
cieco
.