Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> autore_s:"-"
StampaQuotidiana ,
Fino dalle 7,30 il recinto riservato al pubblico nelle Assise va popolandosi discretamente . Giù nel cortile del palazzo di giustizia passeggiano molte guardie e carabinieri . Altri molti agenti sono sparsi nell ' aula e nell ' antisala , agli ordini diretti del commissario Rossi . Si notano molti questurini in borghese . L ' accesso ai giornalisti nei posti riservati viene regolato rigorosamente . Gl ' imputati vengono introdotti nel gabbione alle 8,15 . Essi serbano un contegno apparentemente tranquillo ; Palizzolo è pallidissimo e sorride al fratello Eugenio che corre a stringergli la mano , quindi scambia poche parole con Maggio , unico dei difensori suoi presenti . Degli avvocati soltanto la parte civile è al completo . Stante l ' ora mattutina non sono presenti che Melloni e Becchini . Più tardi sopraggiungono Salerno e Venturini . Quando si apre l ' udienza alle 8,30 , circa 200 persone sono nel recinto del pubblico . Fatto l ' appello dei giurati e degli imputati , il Presidente passa subito a svolgere il riassunto . Egli che appare assai sofferente , comincia dal fare l ' elogio dei giurati che con spirito di abnegazione hanno seguito diligentemente lo svolgersi di questo immenso processo . Dice che il loro esempio è degno di essere tramandato alla storia . Il comm . Frigotto con rapidissima sintesi ricostruisce la narrazione dell ' assassinio di Notarbartolo al Ponte Curreri , cominciando dal rinvenimento del cadavere di Notarbartolo e passando subito a ricordare tutte le indagini compiute dalla polizia e dai carabinieri per raggiungere i colpevoli . Delinea efficacemente la nobilissima figura della povera vittima , di cui fa un vivissimo elogio e ricorda le varie istruttorie seguitesi dall ' autorità giudiziaria per accertare la responsabilità dei maggiormente indiziati , Carollo , Garufi e Fontana . Ricorda il loro primo proscioglimento , il nuovo arresto dei due primi e il loro rinvio alle Assise di Milano . Accenna alle varie causali , alle quali il delitto è stato attribuito , fra cui , la più insistente , quella relativa agli astii incontrati da Notarbartolo al Banco di Sicilia con Palizzolo ed altri consiglieri . Rileva che il nome di Palizzolo corse per le bocche di tutti poco tempo dopo il delitto come quello del mandante , e gradatamente , dopo aver descritto le fasi delle varie istruttorie seguitesi , viene a parlare del processo di Milano ; ove fu lanciata dal figliuolo della vittima l ' accusa contro Palizzolo il cui nome fu ripetuto poi da un ' infinità di testimoni come colui che fosse accusato dalla voce pubblica come mandante , fino dai primi momenti che si ebbe notizia dell ' assassinio . Il Presidente conclude rapidamente questa parte fino al rinvio di Palizzolo , Fontana e Garufi alle Assise di Bologna . Quindi comincia a spiegare i quesiti ... I giurati finalmente entrano nella loro camera di deliberazione : sono le 21,50 . Nell ' aula il pubblico si abbandona ad un cicaleccio vivacissimo facendo le più disparate previsioni sull ' esito del verdetto . Molta folla rumoreggia fuori , trattenuta da guardie e carabinieri regolanti l ' accesso . Oltre quelle poche centinaia di fortunati che sono riusciti a penetrare nel recinto riservato al pubblico , ove si notano , nonostante l ' ora tarda parecchie signore ed alcuni preti , il vestibolo . Lo scalone , gli ambulatori del Palazzo di giustizia spesseggiano di folla . Una grande , morbosa curiosità ha invaso tutti . L ' attesa del verdetto è divenuta febbrile , intensa . I giurati escono dalla sala delle deliberazioni alle ore 23,25 . L ' attesa è intensissima . Si cerca di leggere nei loro visi la sentenza di condanna o l ' assoluzione ; ma nulla essi fanno trapelare . Tutti sono imperscrutabili , ora come durante l ' intero lunghissimo dibattimento . Il Presidente , per precauzione , ha fatto venire un medico . Fra un silenzio di tomba , il capo dei giurati Gualtiero Guaiani , posta la mano sul cuore , pronunzia la formula sacramentale : « Sul mio onore e sulla mia coscienza il verdetto dei giurati è il seguente : Questione l ª principale - L ' accusato Fontana Giuseppe è colpevole di avere la sera del 1° febbraio 1893 , lungo il tratto ferroviario Termini - Trabia , in uno scompartimento di prima classe , inferto da solo e con altri o immediatamente con altri cooperato ad inferire , con arma da taglio al comm . Emanuele Notarbartolo lesioni , che furono causa della di lui morte e ciò con intenzione di ucciderlo ? A maggioranza : sì . Sono accordate le attenuanti . Questione 2ª - L ' accusato Fontana Giuseppe ha commesso il fatto di cui fu ritenuto colpevole , con premeditazione ? A maggioranza : sì . Questione 3ª principale - L ' accusato Palizzolo Raffaele è colpevole di avere determinato altri a commettere l ' omicidio in danno del comm . Emanuele Notarbartolo ? A maggioranza : sì . Sono accordate le attenuanti . Questione 4ª - L ' accusato Palizzolo Raffaele ha commesso il fatto di cui fu ritenuto colpevole con premeditazione ? A maggioranza : sì . I primi sì relativi a Fontana e a Palizzolo vengono accolti da applausi , e da grida di bene e bravo . Il presidente scampanella furiosamente . Il momento è veramente solenne . I difensori appaiono commossi e commossi sono evidentemente i giurati medesimi . Il presidente ordina che vengano introdotti gli imputati . Questi entrano nella gabbia fra numerosi carabinieri che vi rimangono . Gli imputati sono pallidissimi . Palizzolo fa sforzi per imporsi la calma , ma la sua agitazione è evidente . I due Vitali e Bruno rimangono tranquilli . Palizzolo giunge le mani sorridendo tristamente , poi piega le braccia e rimane con gli occhi socchiusi , scrollando il capo nervosamente . Fontana abbassa gli occhi e congiunge le mani nervosamente ; ma il suo viso nulla lascia trasparire della sua agitazione . L ' avv . Cevidalli presenta le conclusioni della P . C . con le quali chiede siano applicate le pene di legge , condannando gli accusati ai danni da liquidarsi in separata sede . Il P . M . Bertola fra l ' attenzione generale presenta le proprie richieste : Per Palizzolo , mandante dell ' assassinio Notarbartolo , chiedo la condanna a trent ' anni . Scoppiano grida di bene e bravo . Il clamore è assordante e gli zittii non riescono a farlo cessare e occorre una energica scampanellata presidenziale per far tornare la calma . Bertola riprende : Per Fontana la posizione è identica a quella di Palizzolo ; chiedo quindi che si condanni a trenta anni . Palizzolo con voce vibrata : Domando la parola ! Presidente . Aspettate un momento . Quindi il presidente chiede ai difensori dei condannati che cosa abbiano ad aggiungere prima che la Corte emetta la sentenza . Venturini , difensore di Palazzolo , dichiara di rimettersi alla giustizia della Corte . Stoppato , difensore di Fontana , altrettanto . Il Presidente concede la parola a Palizzolo . In questo momento scocca la mezzanotte . Fra grande silenzio l ' ex deputato di Palermo con voce convulsa ma forte , dice placatamente : « Una sola parola » ! Poi prorompe : « Signori giurati , siete stati ingannati . Sono innocente , Iddio saprà vendicarmi , non su voi , signori giurati , ma su chi mi ha assassinato » . Fontana grida , stendendo la mano verso i giurati : « Anch ' io sono innocente , lo giuro sulla tomba di mia moglie » . La Corte si ritira per emettere la sentenza . Nell ' aula si animano conversazioni vivaci , discussioni svariate sull ' esito del processo . Per sentimento di delicatezza non vi riferisco qual sia il tono generale di tali discorsi . Riproduco soltanto questa frase che fiorisce sulle bocche di moltissimi : « Bologna si è fatto onore » . Il Presidente legge la sentenza colla quale Palizzolo e Fontana sono condannati a 30 anni di reclusione ciascuno , a 10 anni di sorveglianza speciale , all ' interdizione perpetua dai pubblici uffici , all ' interdizione legale durante la pena . Palizzolo e Fontana alla rivalsa dei danni alla parte lesa Notarbartolo e alle spese . Scoppia un grande clamore di applausi . Il presidente scampanella , quindi dice : Dichiaro chiusa la sessione aperta il 9 settembre ; ringrazio i giurati del servizio prestato per tanti mesi nell ' interesse della giustizia . L ' aula si sfolla rumorosamente fra gli applausi e le grida di : viva la giustizia bolognese .
StampaQuotidiana ,
Gli operai della Fonderia Oretea e dello Scalo di Alaggio , come di consueto , stamane si erano recati al lavoro , quando tra di loro si sparse la notizia , ieri pubblicatasi da qualche giornale , che , nella nuova ripartizione dei fondi del ministero della marina e dell ' industria navale statale e privata , sarebbe stata trascurata la Sicilia . Tale notizia circolando e ingrandendosi di bocca in bocca , provocò una giusta esasperazione nell ' animo degli operai , i quali , smessa la giubba di lavoro che avevano allora indossato , si vestirono e lasciarono le officine e , col proposito di scioperare e di dimostrare , si diedero appuntamento per le ore 9 al Foro Italico , presso Porta Felice . Ivi furono raggiunti dal direttore della Fonderia cav . ing . Torrente il quale lesse loro dei telegrammi del presidente dei ministri on . Zanardelli , del ministro dell ' interno on . Giolitti , e di quello della marina on . Morin , in cui si diceva che poiché i lavori che la marina ha in corso di fornitura presso l ' industria privata consistono principalmente in corazze , cannoni e macchine motrici per navi , tali lavori non potevano commettersi in Sicilia perché non vi esistevano stabilimenti per l ' esecuzione di essi . Gli operai , non ascoltando agli incitamenti alla calma loro fatti dal cav . Torrente e dall ' ispettore Marzullo , in preda a viva agitazione , finirono per irrompere clamorosamente in massa nel corso Vittorio Emanuele . Accorsa la pubblica sicurezza furono suonati gli squilli di tromba e caricati i dimostranti , ma inutilmente , giacché gli operai , essendo in numero di molto maggiore , sopraffecero la forza e proseguirono la loro marcia dirigendosi verso la Piazza Pretoria . Dal municipio viene quindi per telefono avvertita la questura che i dimostranti si vanno riunendo sotto il palazzo municipale e tosto vien mandata colà una buona parte della forza con numerosi funzionari , ma già la folla ha invaso ed occupato tutta la piazza del Municipio e mentre gli agenti e i carabinieri si dispongono in guisa da circondare i dimostranti , sopraggiunge l ' on . avv . Di Stefano con i presidenti delle otto società operaie del mandamento Molo , che viene accolto da fragorosi applausi . Da una finestra degli uffici di Stato Civile , ottenuto un po ’ di silenzio , fa un breve discorso , interrotto spesso dalle grida dei dimostranti . Egli ricorda che se il precedente ministero non fosse caduto , si sarebbe ottenuta a quest ' ora , dietro le pratiche fatte , una legge per la quale gli operai marittimi della nostra città avrebbero avuto pane e lavoro . Però la Camera fra qualche giorno si riaprirà , e il progetto di legge , dal quale si ripromettono i dovuti benefizi , sarà senza fallo presentato e discusso . L ' oratore finisce raccomandando agli operai di mantenersi calmi , di attendere ancora un po ’ , giacché tanta pazienza hanno finora dimostrato , ed annunziando che lunedì prossimo egli partirà per Roma con una commissione di operai , per ottenere dal ministro dei lavori pubblici e da quello della marina , in via d ' urgenza , qualche lavoro nel quale possano essere occupati il maggior numero degli operai .
StampaQuotidiana ,
Una delle più tristi giornate oggi per il cronista ! I disordini ordinari erano naturalmente preveduti . poiché la deliberazione presa ieri nei locali della società Ignazio e Vincenzo Florio , di mantenere cioè vivissima l ' agitazione , non poteva che preludere ai gravi tumulti che tutti dobbiamo deplorare . Ma agli operai marittimi si unirono anche gli agrumari , i quali perciò si astennero pure dal lavoro . Anche le incassatrici furono invitate ad abbandonare il lavoro , e dinanzi un magazzino in via Principe Belmonte , il cui proprietario sig . Barba si era opposto a che le sue lavoranti smettessero dal lavorare , accadde il primo tafferuglio nel quale si distinsero specialmente le donne . Verso le ore 7,30 tutte le incassatrici e gli impiegati alla manifattura delle casse di agrumi , sbucando dalla via Emerico Amari , via Principe Belmonte , via Stabile , via Polacchi gridando , anzi imprecando , accorsero in via Borgo , ove si riunivano agli operai marittimi . Verso le ore 8 tutta quella massa imponente invase i locali dell ' officina elettrica e dell ' officina dei trams , gridando sempre a squarciagola , invitando quegli operai a lasciare il lavoro . I dimostranti , così ingrossati , tornarono in via Borgo . Quivi diedero l ' assalto ai trams elettrici , chiedendo che fosse sospeso il servizio e poiché guidatori e bigliettari naturalmente si opposero , cominciarono a tirar sassi contro le vetture , frantumando i cristalli . Ma i guidatori proseguirono ciò nonostante il loro cammino , prima lentamente , poi a tutta velocità , riuscendo così a sfuggire agli assalitori che continuarono ad inseguirli per un buon tratto , lanciando sassi . Intanto una buona parte dei dimostranti volendo ad ogni costo impedire che circolassero i trams , servendosi delle barche che erano a secco al Sammuzzo , cominciarono a costruire delle barricate , nella via Borgo , all ' altezza di via Stabile , per impedire così il passaggio alle vetture elettriche . Uomini e donne trasportavano le barche e le ponevano una sull ' altra gridando : Le barricate ! le barricate ! Vengono suonati gli squilli di tromba , si viene a colluttazione fra dimostranti e forza pubblica ; i soldati inastano le bajonette , ed allora il capitano ordina la carica . I dimostranti dapprincipio resistono , e qualche sasso vien lanciato contro la truppa . Donne , bambini , vecchi , cadono trascinati dalla folla , spinti , urtati , stramazzano a terra ed i contusi non son pochi . La situazione è davvero emozionante ; si ha la prova oramai che i dimostranti non vogliono fare una delle solite innocenti proteste : essi non temono le bajonette e tentano di procedere innanzi , rompendo i cordoni della truppa . Finalmente militari ed agenti di pubblica sicurezza riescono a fare indietreggiare i dimostranti che si dividono allora in due grandi colonne , una delle quali si avvia per la via Principe Scordia , e l ' altra è spinta fino in piazza Ucciardone . Agli operai frattanto s ' erano uniti una quantità di monelli , dalle faccie patibolari , che sogliono profittare delle tristi circostanze per sfogare il loro odio contro gli agenti dell ' ordine . La via Maqueda , dal tratto di Sant ' Agostino fino ai Quattro Canti è addirittura gremita di dimostranti . L ' ispettore cav . Marzullo intima loro di sciogliersi , ma naturalmente . non viene obbedito , e allora vengono suonati i soliti squilli di tromba che echeggiano questa volta sinistramente . Nessuno però si mosse e i soldati vennero allora spinti alla carica . Neanco questo giovò . I dimostranti contendendo il terreno passo a passo , cominciarono a lanciare dei sassi contro la truppa , e i soldati , i carabinieri , gli agenti , tentando di schivare quei proiettili che spesso però colpivano il segno , continuarono a procedere innanzi , armati , più che di altro , di pazienza e di rassegnazione . Intanto i bersaglieri respingono i dimostranti fino all ' angolo della via Celso , mentre a rinforzarli sopraggiungono due compagnie del 14° fanteria le quali si dispongono in doppio cordone avanti la discesa di Piazza Nuova , in via Maqueda . Vengono suonati gli squilli di tromba ma i dimostranti inveiscono contro le guardie lanciando grossissimi sassi . È un momento di grande trepidazione . Militari ed agenti stanno fermi ai loro posti , apparentemente tranquilli , e spesso vengono colpiti da proiettili più o meno grossi . Il maresciallo dei carabinieri Pittaluga viene ferito da una sassata alla tempia destra . Vengono frantumati i vetri di un fanale e allora il desiderio di distruggere spinge la folla ad atti deplorevoli . I vetri di tutti i fanali che sono nella via Maqueda cadono infranti ; il fragore dei vetri che si rompono dà alla selvaggia scena un aspetto triste . Si ripetono gli squilli di tromba di tanto in tanto , si torna a fare delle cariche , ma la folla dei dimostranti non indietreggia . Per un momento sembra che le cose debbano calmarsi , ma la folla ingrossa sempre più , e diventa più pericolosa . Vengono suonati ancora una volta gli squilli di tromba ma i dimostranti inveiscono contro le guardie lanciando grossissimi sassi . È un momento di grande trepidazione . Militari ed agenti stanno fermi ai loro posti , apparentemente tranquilli , e spesso vengono colpiti da proiettili più o meno grossi . Il maresciallo dei carabinieri Pittaluga viene ferito da una sassata alla tempia destra . Vengono frantumati i vetri di un fanale e allora il desiderio di distruggere spinge la folla ad atti deplorevoli . Intanto i Quattro Canti di città , tutta la via Maqueda , il corso Vittorio Emanuele sano occupati militarmente . I balconi sono addirittura gremiti , grande folla tumultuante fa ressa dietro i cordoni della truppa . Le botteghe sono chiuse , gli uffici pubblici , alcuni chiusi , alcuni altri , come il Municipio , il Palazzo delle Finanze , sono custoditi da compagnie di soldati . Una gran folla di dimostranti occupa la piazza Pretoria e comincia a lanciar sassi contro i fanali e contro le finestre del Municipio , la cui porta d ' ingresso è chiusa e custodita anche da cantonieri municipali . Verso le ore 14 , la grande maggioranza degli operai dimostranti si ritira e prende il sopravvento la ciurmaglia dei malviventi , monelli , giovinastri , brutti ceffi , tutto insomma il più putrescente strato sociale . Verso le ore 16 , l ' aspetto della città è caratteristicamente triste . La gente si affaccia ai balconi , guardando in fondo alle strade , dove , di tanto in tanto , si destano dei pànici , e si vede la gente che corre per ripararsi da un qualche guaio . Nei quartieri popolari , specialmente nel rione Capo , per quei vicoletti angusti , tortuosi e popolosi , squadre di monelli e di giovani di aspetto molto dubbio , scorazzano ogni tanto vociando e lanciando sassi ai fanali , ai balconi e alle vetrine dei negozi . Le botteghe che fin da stamane si erano chiuse , poi si sono man mano riaperte ; ma ad ogni irruzione vandalica che si annunzia da lontano si richiudono rapidamente .
StampaQuotidiana ,
Tariffa dei pedaggi da riscuotersi alle barriere instituite nello interesse della Provincia di Palermo lungo le strade e nelle località indicate nel R . Decreto del 7.5 gennaio 1870 . 1 . Ogni asino da soma carico pagherà L.0,05 2 . Più asini da soma pagheranno per cadauno » 0,05 3.Per ogni cavallo giumenta o mulo da sella o da soma si pagheranno » 0,10 4 . Per ogni carretta da trasporto scarica tirata da un asino » 0,10 5 . Per ogni carretta carica tirata da un asino » 0,15 6 . Per ogni carretta tirata da un cavallo o mulo » 0,20 7 . Detta scarica » 0,15 8 . Per ogni carretta o carro tirato da due bovi , o due cavalli o due muli » 0,30 9 . Detti scarichi tirati da due bovi o due cavalli o due muli » 0,20 10 . Detti tirati da quattro bovi , da quattro cavalli o da quattro muli » 0,50 11 . Detti scarichi » 0,35 12 . Detti tirati da sei bovi , o dai sei muli o più » 0,85 13 . Detti scarichi » 0,50 14 . Per ogni calesse ad un cavallo » 0,20 15 . Per ogni carrozza a quattro ruote ad un cavallo » 0,30 16 . Detta a due cavalli » 0,40 17 . Detta a tre cavalli » 0,50 18 . Detta a quattro cavalli o più » 0,85 ESENZIONI - Saranno eccettuati ed esenti dal diritto di pedaggio le persone Reali , ed il loro accompagnamento , i Prefetti , Sottoprefetti e Consiglieri di Prefettura , gli Ispettori , Ingegneri , Aiutanti ed Assistenti del Genio Civile , e deputati Provinciali , e locali delle opere pubbliche , gl ' Ispettori e Guardie Generali di acque e foreste , gli agenti postali e telegrafici , i guardia boschi e guardacaccia , gli uffiziali del R . esercito sia a cavallo , sia in carrozza , e la truppa in servizio e con uniforme , non che i cavalli , carri , treni ed ogni altro addetto di ogni corpo di esercito , i Carabinieri ed i Militi , le Guardie doganali , e Direttori provinciali , gli Agenti di Questura , gli appaltatori delle strade , anche ferrate , che pure si trovano esentati nei contratti in vigore , e gli appaltatori di tutte le altre opere pubbliche comunali , provinciali e nazionali per il trasporto di materiali necessarii alla costruzione e conservazione delle strade e delle altre opere suddette ; tutti quei proprietarii che per la contiguità dei loro fondi colle barriere sono stati esenti finora ; le carrette cariche ed i bagagli militari ; le vetture ed i carri appartenenti ai Frati mendicanti ; i cavalli da posta attaccati alle vetture corriere anche per tornare da qualunque servizio al loro rilievo , le carrozze che conducono corrieri straordinarii , ed i cavalli che andranno per servizio delle staffette ; e finalmente le carrette dei procacci pel trasporto dei fondi nazionali , provinciali e comunali . Sono però obbligati al pagamento del dazio tutti i viandanti con carrozze proprie , ancorché facessero uso dei cavalli da posta .
StampaQuotidiana ,
Lina Cavalieri , fanciulla , era una di quelle deliziose ciociare di Piazza di Spagna a Roma le quali con gli occhi grandi e neri , le guancie rosee , il corpo slanciato , invitano con insistenza il forestiere ed il passante ad acquistare un fiorellino , oppure fanno da modelle ai pittori della via del Babbuino . Ella venne poscia educata alla musica e debuttò applauditissima nei cafés chantants . Cantò anche a Parigi , ove grande grido sollevò la sua bellezza , tanto che ora , insieme alla Belle Otéro , alla Liane de Pugy , e alla Cléo de Mèrode , la Cavalieri è annoverata fra le beautés mondiali . Dai cafés chantants ella passò all ' opera seria onde ha già cantato applaudita al S . Carlo di Napoli , a Madrid ed in altri importanti teatri . Adesso il pubblico palermitano avrà il piacere di applaudirla nella Bohème . Infatti Lina Cavalieri è arrivata ieri a Palermo , e incomincerà presto le prove dell ' opera del maestro Puccini .
StampaPeriodica ,
L ’ altro giorno mi arrivò un dispaccio telegrafico direttomi da S . E . il signor Ministro dell ’ Interno , il quale mi invitava a recarmi subito a Firenze . Io ubbidii all ’ istante , e saltai su un vagone a Bologna e dopo cinque ore era a Firenze . Andai difilato al palazzo del Ministero dell ’ Interno , e appena mi videro fui subito introdotto nel gabinetto di S . E . Il ministro tosto che mi vide , fece un bel risolino e con molta grazia mi salutò , dicendomi : “ Ben venuta , cara Marmitta , vi saluto . ” “ Eccellenza , me le inchino devotamente . ” “ Brava , io ho molto bisogno di voi . ” “ Eccomi , Eccellenza , sono ai suoi ordini . ” “ Lasciamo i preamboli e veniamo all ’ ergo . Come sapete , fra poco si faranno le elezioni generali in Italia . ” “ Lo so , Eccellenza ; cioè lo so , almeno così sento a dire . ” “ Ebbene : bisogna che voi mi aiutate . ” “ Io ? ” “ Voi . La Marmitta deve avere una parte principalissima in queste elezioni , come ha sempre avuto in tutte le altre . ” “ Eccomi qua , farò quanto mi dice l ’ Eccellenza Vostra ” “ Bisogna , mia cara , raddoppiare razione e dare buoni bocconi ai vostri e miei amici . ” “ Eh ! non mancherò di fare il mio dovere . Ma ... ” “Ma..., ho capito : vi vuole il cumquibus . Per questo non ci pensate , sono qua io . Ho fondi segreti abbastanza abbondanti , e finora ho fatto economia per avere buone somme per queste elezioni . ” “ Sento però a dire che le casse del Regno d ’ Italia stanno poco bene . ” “ Stanno anzi male : ma per la Marmitta e pei marmittoni ce n ’ è sempre in abbondanza . Dunque all ’ opera e fate che le elezioni riescano marmittonesche su tutta la linea . ” “ Non dubiti , Eccellenza , colla Marmitta non si scherza ; essa ottiene quello che vuole . ” “ Ma guardate bene che non dovete questa volta restringervi ai soli marmittoni : bisogna andare fuori di casa . Come sarebbe a dire che bisogna conquistare colla Marmitta anche i codini . ” “ I codini ? ” “ I codini , sicuro . ” “ Ma Eccellenza , mi permetta di osservarle che costoro non si comprano nemmeno colla Marmitta . Sono duri peggio dei Tedeschi . ” “ Eppure , bisogna fare l ’ impossibile perché i codini vengano anche loro a votare . ” “ Ehm ! Temo che ... ” “ Che cosa ? ” “ Temo che questo sia un brutto pensiero . ” “ Ma perché ? ” “ Ma mi perdoni , Eccellenza . I codini sono i primi nemici della Marmitta e dei marmittoni ; se costoro la spaventano , addio , è fatta , bisogna che io vada a casa pigione e che tutti i marmittoni muoiano di fame . ” “ Questo non accadrà sicuramente . ” “ Ma come mai le è saltato in testa , Eccellenza , di volere i codini alle elezioni ? ” “ Eccomi qua . Sappiate prima di tutto che l ’ imperatore Napoleone vuole che i codini prendano parte ad ogni costo a queste elezioni . Sapete che il proverbio dice : Comandi chi può ... ” “ Obbedisca chi deve , ho capito . ” “ Per l ’appunto.” “ Ma perché Napoleone vuole che i codini vadano alle elezioni ? ” “ Il perché c ’ è benissimo , giustissimo . Sapete , pare che egli vuole far credere che l ’ opera sua in Italia sia bene accetta da tutti e specialmente dai codini , che gli ultramontani chiamano cattolici . Se questi vanno alle elezioni , Napoleone e noi con lui vinciamo un terno al lotto . ” “ Ma in che modo ? ” “ Oh bella ! Comincieremo subito a dire : Vedete mo , se il Regno d ’ Italia è definitivamente stabilito . Coloro medesimi che meno lo credevano , cominciano a persuadersi , e anche i cattolici prendono parte alla cosa pubblica . ” “ E poi ? ” “ E poi diremo che adesso tutti i partiti sono rappresentati al Parlamento e che per conseguenza questo rappresenta legalmente l ’Italia.” “ E poi ? ” “ E poi avremo così i cattolici solidali di tutto quello che noi faremo contro di loro . ” “ Ma un momento , Eccellenza : e se i cattolici vanno in buon numero al Parlamento , come si fa allora ? ” “ Faremo come facevano nel 1857 in Piemonte e come facciamo adesso in Toscana per le elezioni municipali . Ne ridurremo il numero . ” “ Ma come ? ” “ Quanto siete semplice ! Annulleremo alcune elezioni per difetto di regolarità : scarteremo deputati perché eletti con pressione clericale , e all ’ uopo scarteremo dei canonici , per la ragione che hanno cura d ’ anime , come facevano nel ’57 in Piemonte . ” “ Ah ! ho capito . Dunque ... ” “ Dunque , ci torna conto che i cattolici vadano alle urne , ma non già che i cattolici siano eletti in molti . Per impedir questo , ricorreremo ai nostri soliti mezzi morali , e così potremo dire che i cattolici hanno preso parte alle elezioni , ma vi sono stati sconfitti , e mostreremo così che essi sono la minoranza e non la maggioranza del popolo italiano . ” “ Eh ! la cosa è ben pensata . ” “ Ma so ancor io . Quello che più ci spaventa e dà fastidio è questa astensione generale dei codini , i quali si sono trincierati in una terribile resistenza passiva , che ci uccide a colpi di spillo . Guai a noi se anche questa volta i codini si astengono : siamo bell ’ e rovinati . ” “ Eh ! capisco io , i codini avranno sempre il grande vantaggio di dirvi in faccia che fate tutto contro di loro senza ascoltare le loro ragioni perché non sono rappresentati al Parlamento , e poi potranno aggiungere che sono al tutto irresponsabili di quello che la rivoluzione fa in Italia . ” “ Ma certo : ecco perché Napoleone e noi desideriamo ardentemente che i codini prendano parte alle elezioni . Dunque mi raccomando ; fate quello che potete perché i così detti cattolici vengano a votare . Non dubitate , che sarete degnamente ricompensata . ” “ Farò quello che posso , ma temo di non riuscire a nulla . ” “ Speriamo ; la salute della Marmitta e dei marmittoni dipende in gran parte da ciò . Addio . ” “ Serva umilissima di Vostra Eccellenza . ” E me ne tornai subito a Bologna . Ho riferito per intero questo dialogo , perché mi pare degno di molta considerazione , specialmente per parte dei codini .
ProsaGiuridica ,
Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d ' Italia Imperatore d ' Etiopia Visto il R decreto 11 novembre 1923 , n . 2395 , sull ' ordinamento gerarchico delle Amministrazioni dello Stato , e le sue successive modificazioni ed integrazioni ; Visto il R . decreto 7 giugno 1937 , n . 1128 , sulla istituzione della dipendenza del Ministero dell ' interno , dell ' Ufficio centrale demografico ; Visto l ' art . 1 , n . 3 , della legge 31 gennaio 1926 , n . 100; Sentito il Consiglio dei Ministri ; Sulla proposta del DUCE , Primo Ministro Segretario di Stato , Ministro per l ' interno , di concerto col ministro Segretario di stato per le finanze ; Abbiamo decretato e decretiamo : Art . 1 . L ' Ufficio centrale demografico , istituito col R . decreto 7 giugno 1937 , n . 1128 , è trasformato in " Direzione generale per la demografia e la razza " , costituente una delle ripartizioni organiche del Ministero dell ' interno . Alla direzione generale predetta è preposto un prefetto , scelti fra quelli a disposizione del Ministero dell ' interno , a termini dell ' art . 102 del R . decreto 30 dicembre 1923 , n . 2960 . Art . 2 . Alla direzione generale istituita con l ' art . 1 sono devolute tutte le attribuzioni inerenti allo studio ed all ' attuazione dei provvedimenti in materia demografica e di quelli attinenti alla razza , salva la competenza attribuita dalle norme in vigore ad altre Amministrazioni Statali . Il presente decreto entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno . Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare . Dato a San Rossore , addì 5 settembre 1938 - Anno XVI Vittorio Emanuele Mussolini , Di Revel Visto il Guardasigilli : Solmi
StampaQuotidiana ,
Si prevedeva che la manifestazione di oggi sarebbe stata veramente grandiosa , imponente , e in realtà è riuscita superiore ad ogni supposizione . Fin dal mezzogiorno notavasi una grande animazione nelle vie principali . Erano numerose brigate di operai che si avviavano per prendere parte alla festa . Nelle adiacenze di via Oreto si è riversata immensa popolazione per assistere allo sfilamento del corteo . Alle ore 14 tutti sono al loro posto , e con ordine perfetto , cominciano a muoversi . I lavoratori , con gentile pensiero , prima di incamminarsi direttamente per via Macqueda , vollero cambiare per un momento rotta e sfilarono davanti i nostri uffici . Gli operai fecero una lusinghiera dimostrazione al Giornale di Sicilia , plaudendo calorosamente a misura che il corteo passava sotto i nostri balconi . La dimostrazione si ripeté poi , dentro il Politeama , allorquando Garibaldi Bosco ringraziò la stampa ; si udirono delle grida di Viva il Giornale di Sicilia , a cui la odierna dimostrazione di simpatia è largo guiderdone e conforto al suo mai smentito interessamento alle giuste cause dei lavoratori . Senza incidenti , il corteo giunge al Politeama , sempre preceduto da un plotone di carabinieri , da funzionari ed agenti di P . S . Alle ore 15,30 precise giunge il sindaco accompagnato da Garibaldi Bosco , dagli assessori Graziani , Di Martino , Caputo , Lazzaro , Galletti , Bordonali e dal segretario generale Donatuti . Il sindaco , cui la società dei fiorai offre un artistico mazzo , vien fatto segno ad una entusiastica ovazione . Cessati gli applausi , il vice - presidente della Camera di Lavoro , sig . Lombardo , pronunzia poche parole per dare il saluto agli operai ; sorge a parlare quindi il sindaco comm . Tasca Lanza , che viene spesso interrotto da applausi . Infine , Garibaldi Bosco pronunzia il discorso ufficiale , celebrativo della grande manifestazione . L ' oratore che è stato felicissimo viene fatto segno alla fine a ripetuti applausi , mentre molti gridano : Viva la Camera del Lavoro ! Viva gli operai ! Il teatro comincia a vuotarsi lentamente e le carrozze che stazionano in piazza Ruggiero Settimo vengono prese di assalto .
StampaQuotidiana ,
Un avvenimento mondano è , davvero , l ' esposizione della meravigliosa camera da letto che la ditta Ducrot e C . ha esposto nel suo negozio di via Ruggiero Settimo . Ieri tutta la Palermo signorile ed aristocratica si è affollata colà per ammirare quei capolavori di mobilia elegantissima , sontuosa ed artistica ond ' è composta questa camera da letto che il Giornale di Sicilia offre in dono ai suoi abbonati insieme alla stanza da pranzo . La curiosità in tutta la cittadinanza era ben giustificata , poiché si trattava non solo d ' osservare i grandi premi del Giornale di Sicilia , ma anche di giudicare del valore e dell ' importanza di un arredamento e di un ammobiliamento che all ' Esposizione internazionale d ' Arte decorativa a Torino ha avuto il grande diploma d ' onore , la maggiore delle ricompense ! E quanti hanno veduto la camera da letto si spiegano agevolmente il grande trionfo riportato a Torino dall ' arte e dall ' industria palermitana ! L ' ultima notizia , che fa tanto onore alla Ditta Ducrot è la seguente : Sua Eccellenza il conte Giannotti , cerimoniere della Corte di S . M . il Re d ' Italia , ha ordinato la riproduzione di questa camera da letto che , come i lettori ricorderanno , è stata disegnata da Ernesto Basile , mentre le ornamentazioni in bronzo sono dello scultore Antonio Ugo .
StampaPeriodica ,
Mentre l ' Ala italiana risorge vigorosa per la volontà del Duce e la Nazione sta ritrovando lo spirito aviatorio che Tullo Morgagni predicò con fede infiammata , la nostra Rivista vuole rievocare l ' opera e il sacrificio di Lui , che rimarrà perenne e luminoso esempio di propagandista . Ricorre l ' anniversario della spaventosa tragedia avvenuta il 2 agosto 1919 nel cielo di Verona . L ' Aviazione italiana , nata con la guerra e uscita dalla tremenda prova ricca di gloria e di energia , guardava fiduciosa alle conquiste pacifiche . L ' insidia d ' un destino crudele troncava tragicamente quello che doveva essere il primo grande raid di propaganda . Fra le vittime era Tullo Morgagni , l ' Apostolo infaticabile dell ' Aviazione italiana .