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StampaPeriodica ,
Si approfitta dell ' occasione anche per ricordare a personalità influenti del regime la loro appartenenza alle tribù selvagge . Nel mese di giugno del 1924 , all ' inizio di quel temporale che poi si scaricò in grandine il 3 gennaio del 1925 , un gruppo di giovani di buona famiglia e di buoni studi si mise in testa di fondare un giornale che potesse servire da documento della nostra età , dello spirito delle giovani generazioni , quasi lo specchio della vita italiana del tempo di Mussolini . Uno specchio che riflettesse , della vita italiana , non già tutto il moto vario e complesso , ma soltanto il più intimo , il più sincero e il più originale . L ' ambizione era molta , ma il successo fu pari alla serietà dei propositi . Il giornale , concepito in provincia da alcuni onesti giovani provinciali , uscì a Colle Val d ' Elsa , a poche miglia da Siena , e cioè nella più centrale delle provincie italiane , quasi diremmo nell ' Arciprovincia ; ed ebbe per titolo « Il Selvaggio » , per motto , quello di Leonardo : « salvatico è chi si salva » . Tale fu l ' accoglienza che gli fecero i giovani di tutta Italia che in breve la tiratura del giornale salì al alcune migliaia di copie e l ' appellativo « selvaggio » divenne sinonimo di fedelissimo di Mussolini , cioè di intransigente , poiché l ' intransigenza fascista non è che l ' assoluta fedeltà a Mussolini . In tutta la Toscana , in Romagna , in Lombardia , in Emilia , in Umbria , nel Lazio , nell ' Irpinia , in Sicilia , i così detti selvaggi si raggrupparono nelle così dette tribù e raccolsero i migliori tra la gioventù universitaria e squadrista di tutte le regioni d ' Italia . I giornali dell ' opposizione aventiniana ebbero l ' aria di scandalizzarsi , e fecero piovere sui selvaggi tutte le contumelie in uso in quel tempo . Ma Colle Val d ' Elsa , fra una burrasca e l ' altra , divenne la capitale di Strapaese , la mecca della fedeltà mussoliniana . I selvaggi della Val d ' Elsa non erano , come li dipingevano gli antifascisti , dei bastonatori rozzi in maniche di camicia , ma dei giovani di buoni studi , che avevano le lettere e le arti in grande onore , e dei quali alcuni si son poi fatti un nome nella letteratura e nella pittura di questa Italia . Tuttavia i selvaggi non perdevano d ' occhio la politica . La famosa adunata del Monte Amiata , dove il Duce pronunziò il fortissimo discorso dello « strame » , che suonò come il segnale di riscossa contro la secessione anticostituzionale dell ' Aventino , fu organizzata dai selvaggi . In quell ' occasione apparve nei giornali una fotografia di Mussolini , circondato da un folte gruppo di squadristi , che tenevano aperto in mostra un numero del « Selvaggio » . Quella fotografia , presa durante l ' adunata del Monte Amiata , è il più nobile documento dell ' onesta e fiera storia dei selvaggi , i quali contavano nelle loro file i più bei nomi della nobiltà rivoluzionaria del fascismo , da Italo Balbo a Giuriati , da De Vecchi e da De Bono ad Arpinati , da Giunta e da Scorza a Ricci , da Soffici a Oppo , dal Bove di Colle al Mordini di Barga , da Tramontano di Siena a Gaggioli di Ferrara . Nomi famosi e oscuri , di capi e di gregari , di squadristi e di artisti , ma tutti nomi di fedeli e di galantuomini , la cui fierezza e la cui onestà non erano e non sono che un riverbero dell ' umanità e della generosità di Mussolini . Alla fine del 1925 , tornato il sereno , le tribù si sciolsero e i selvaggi andarono in congedo . Molti , ormai , hanno preso moglie , qualcuno è diventato Podestà o Ministro . Ma in tutti è rimasto l ' amore per il « Selvaggio » , per il modesto e glorioso giornale di Colle Val d ' Elsa , che ha seguitato imperterrito a uscire di quando in quando , accolto sempre con affetto dagli antichi e dai nuovi amici delle più provinciali provincie d ' Italia . All ' inizio del 1929 , per uno dei soliti fenomeni d ' emigrazione interna , i fondatori del « Selvaggio » abbandonarono Colle Val d ' Elsa e si stabilirono a Torino . Così Strapaese venne a star di casa a Stracittà . Molti si meravigliarono della cosa , e alcuni profeti male informati ebbero a dichiarare che i selvaggi , a Torino , si sarebbero trovati come i pesci fuor d ' acqua . L ' esperienza ha dato torto ai profeti . Infatti , all ' ombra della Mole Antonelliana , i selvaggi si sentono ormai come a casa propria . Tanto è vero , che anche il loro giornale lascia Colle Val d ' Elsa e viene a metter famiglia a Torino . Guarda un po ' che cosa ci fa fare l ' amore per Mussolini !