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CAPITALE E LAVORO ( - , 1862 )
StampaPeriodica ,
Vi è un uomo che possiede molte ricchezze : egli ha una cassa guernita di molta moneta , egli ha palazzi e case , ville e fattorie . Molte famiglie campano su quello di lui , sia lavorando la terra sia nell ’ impiego delle sue amministrazioni di città e di campagna . Dai suoi fondi egli ricava in abbondanza vino , olio , lane , seta , bestiami e legname d ’ ogni sorta . La natura arricchì i suoi terreni di marmi e di minerali , e i porti vicini veggono caricare sulle navi straniere i suoi prodotti . Quest ’ uomo si chiama il capitale . Vi è un altro uomo che ha nelle mani molti milioni di danaro : egli possiede diverse banche in diverse città e spesso succede che se lo Stato ha bisogno di prestiti trova in questo millionario l ’ aiuto necessario del pronto contante : non è solo lo Stato che a lui ricorre : perché molti negozianti e intraprenditori trovano per mezzo suo l ’ aiuto a montare dei grandi commerci e delle grosse fabbriche . Voi vedete quei magazzini forniti di grandi masse di mercanzie , raccolte d ’ ogni parte per il consumo dell ’ interno e dell ’ estero : il denaro che comprò quelle mercanzie viene dalle mani del millionario . Voi entrate con meraviglia dentro quella officina dove una macchina fissa mette in moto tante altre macchine per lavorare , e dove tanti uomini sono occupati ognuno al suo lavoro : il costo di quelle macchine sale a millioni : e sapete che il millionario prestò il suo denaro all ’ intraprenditore di quella fabbricazione . Anche quest ’ uomo è un capitale . Evvi un terzo uomo che possiede niente altro che un bellissimo ingegno coltivato fin da fanciullo negli studi : e con lui ve n ’ è un altro che possiede ancor meno : due braccia e l ’ esercizio d ’ un mestiere . Il primo di questi due è capace di guidare un ’ impresa , di creare una macchina , di dirigere una lavorazione : il secondo lavora ed è esatto , diligente ed operoso : questi due uomini sono il lavoro . Ponetemi questi quattro uomini isolati : saranno essi quattro forze senza moto , quattro vite senza destino . Il mio ricco da per sé non potrebbe giungere dopo tanta fatica a coltivare il più piccolo de ’ suoi poderi : i suoi terreni ben presto s ’ impaluderebbero e sarebbero coperti di bronchi e di spine : dei suoi palazzi non saprebbe che farne e ben presto cadrebbero in ruina per effetto dell ’ abbandono . Il mio millionario sarebbe il più povero uomo della terra : senza esser capace di provvedere con le sue mani al più piccolo de ’ suoi bisogni , egli avrebbe una grande massa di argento e d ’ oro che gli varrebbe quanto un monte di cenere . Gli avverrebbe come all ’ avaro della favola che si vide imbandire davanti ( allora che aveva più appetito ) pane e cibi d ’ oro , e disperato sarebbe ben presto perito di fame , se non avesse dismesso l ’ antica avarizia , e si fosse persuaso che tanto il denaro vale quanto si spende ad utile comune . L ’ uomo poi che ha un bell ’ ingegno , ridotto solo , è un disperato che sogna di belle cose e non ne può ridurre ad effetto pur una . Egli avrebbe in mente di procurare lavoro al suo compagno l ’ operaio e alle migliaia di questi , ma il denaro gli manca per apportare tanto utile al suo paese . L ’ ingegno suo rimane allora come un diamante nascoso nel fango e che tu non puoi distinguere dagli altri ciottoli del terreno . L ’ operaio ridotto solo , anco lui è un vagabondo , è un pezzente che si sente struggere di noia e che vede morire di fame la sua famiglia : indarno offre e domanda lavoro , perché nessuno ha bisogno di lui . Varrà meglio per tutti che queste quattro forze la ricchezza e il denaro , l ’ intelligenza e il lavoro se ne vadano associati per vivere l ’ una per l ’ altra e l ’ uno con l ’ altro . La ricchezza fu acquistata per via di risparmi e di lavoro : il capitale ancora del millionario fu accumulato per via di risparmi e fu quell ’ istinto di previdenza che distingue le creature ragionevoli che spinse l ’ uomo accorto ed attivo a porre insieme il resultato de ’ suoi guadagni . La terra è il primo capitale , e l ’ uomo la coltiva e da essa ricava tante ricchezze che fanno la potenza degli Stati e la fortuna dell ’ individui . Una generazione le raccoglie per trasmetterle all ’ altra generazione : così vive la società : via via ogni età valendosi delle ricchezze e dei risparmi dell ’ età antecedente . Guai a una generazione prodiga : ella non solo rovina se stessa , ma compromette ancora l ’ avvenire delle generazioni future come appunto succedé nelle famiglie . Guai a una generazione oziosa : essa campa alle spalle delle generazioni passate , e prende delle anticipazioni sul lavoro e sui guadagni delle generazioni future : come fa il tristo uomo che avendo una rendita o la sciupa o non la fa progredire . La similitudine torna a capello , perché la società è la famiglia universale . Il capitale dunque è un avanzo che si è fatto sui lavori antecedenti per potere dar vita ai lavori futuri : e se la terra è come il fondo di tutti i capitali , perché da lei si ricava ogni materia del lavoro umano l ’ istinto di previdenza spinge gli uomini come diceva a creare oggi dei grandi riserbi per i bisogni e per le opere del domani . Un ’ altra volta vedremo come il capitale non può essere il lavoro e viceversa .