StampaPeriodica ,
Non
siamo
né
di
destra
né
di
sinistra
e
ce
ne
vantiamo
.
Parrà
forse
a
molti
un
paradosso
,
l
'
occuparsi
di
questioni
politiche
,
essere
buoni
italiani
,
eppure
non
appartenere
né
alla
destra
né
alla
sinistra
.
A
noi
sembra
invece
naturalissimo
.
Anzi
,
una
volta
accettate
le
opinioni
che
la
«
Rassegna
»
professa
,
non
sappiamo
davvero
come
potremmo
fare
per
ascriverci
a
destra
o
a
sinistra
.
La
«
Rassegna
»
vuole
il
suffragio
universale
uninominale
e
diretto
.
La
maggioranza
della
destra
non
lo
vuole
,
e
così
pure
la
maggioranza
della
sinistra
.
In
entrambe
le
schiere
vi
sono
pochi
individui
che
in
quest
'
argomento
voterebbero
con
noi
.
La
destra
accetta
una
qualche
estensione
del
suffragio
,
ma
parte
sempre
dal
punto
di
vista
delle
capacità
,
così
come
fa
pure
l
'
on
.
Depretis
nel
progetto
di
legge
da
lui
presentato
alla
Camera
L
'
on
.
Lanza
ci
dice
che
l
'
estensione
del
voto
dev
'
esser
fatta
in
modo
da
giovare
egualmente
a
tutte
le
classi
;
ma
noi
sfidiamo
chiunque
a
trovare
altro
modo
di
raggiungere
questo
intento
,
all
'
infuori
o
del
suffragio
universale
o
del
voto
graduato
;
e
questo
secondo
mezzo
non
è
praticamente
effettuabile
,
senza
dire
che
i
signori
di
destra
non
avrebbero
mai
l
'
ardire
di
affrontare
l
'
impopolarità
sostenendolo
.
E
la
sinistra
?
Essa
ha
,
dacché
è
al
potere
,
architettato
diversi
progetti
di
nuova
legge
elettorale
.
In
tutti
si
esclude
a
priori
il
suffragio
universale
,
in
tutti
si
dà
una
soverchia
preponderanza
all
'
elemento
cittadino
,
che
già
predomina
nel
nostro
paese
,
e
il
cui
esclusivo
predominio
è
la
ragione
principale
per
cui
appunto
richiedesi
una
riforma
elettorale
.
La
«
Rassegna
»
chiede
al
nostro
Stato
una
politica
più
sicura
di
sé
,
più
convinta
,
più
seria
di
fronte
alla
Chiesa
.
Ciò
non
vuole
la
maggioranza
della
destra
,
la
quale
trova
che
lo
stato
di
cose
attuale
è
l
'
ideale
;
la
quale
si
contenta
di
una
frase
vuota
e
ambigua
,
come
di
una
sicura
regola
di
condotta
.
Ciò
vuole
tanto
meno
la
maggioranza
della
sinistra
,
la
quale
dacché
è
al
potere
fa
crollare
anziché
rinforzare
quei
pochi
sostegni
che
ancora
difendevano
i
diritti
dello
Stato
di
fronte
alla
azione
invadente
e
accaparratrice
della
gerarchia
ecclesiastica
romana
.
Vi
sono
,
è
vero
,
e
a
destra
e
a
sinistra
,
alcuni
individui
che
sanno
valutare
tutto
il
pericolo
a
cui
la
nostra
civiltà
nazionale
va
incontro
;
ma
sono
eccezioni
,
che
il
partito
conserva
nel
suo
seno
,
tanto
per
avere
un
'
arme
di
più
contro
l
'
avversario
,
in
un
momento
in
cui
urga
batterlo
più
vigorosamente
in
breccia
.
Così
noi
vorremmo
che
la
proprietà
e
l
'
amministrazione
dei
beni
delle
parrocchie
fosse
riconosciuta
nella
comunione
dei
parrocchiani
correligionari
,
rappresentata
da
una
congregazione
elettiva
,
e
che
lo
Stato
non
concedesse
il
godimento
dei
frutti
delle
proprietà
destinate
al
mantenimento
degli
ufficiali
ecclesiastici
che
a
chi
è
designato
per
elezione
dai
parrocchiani
stessi
.
Volendo
queste
cose
,
ci
troviamo
compagni
con
alcune
brave
persone
di
destra
e
di
sinistra
,
ma
recisamente
contrari
alla
maggioranza
e
di
qua
e
di
là
.
Noi
abbiamo
sempre
patrocinato
gl
'
interessi
delle
classi
povere
nel
nostro
paese
.
Crediamo
che
la
prima
preoccupazione
del
nostro
governo
dovrebb
'
essere
quella
di
meglio
tutelare
quegl
'
interessi
,
che
ora
sono
conculcati
da
ogni
parte
,
dallo
Stato
,
dalla
provincia
,
dal
comune
e
dalla
classe
agiata
.
Non
ci
siamo
mai
stancati
dal
far
rilevare
l
'
urgenza
di
provvedere
e
con
misure
legislative
e
con
provvedimenti
amministrativi
di
ogni
maniera
.
Or
bene
:
qual
è
il
partito
che
sia
con
noi
in
questa
questione
?
Destra
o
sinistra
,
tutti
parlano
genericamente
della
questione
sociale
;
tutti
assicurano
che
essi
soli
cureranno
gli
interessi
delle
classi
meno
agiate
;
ma
di
provvedimenti
seri
ed
efficaci
non
se
ne
sono
visti
affatto
da
parte
dei
ministri
né
prima
del
18
marzo
1876
né
dopo
;
ma
e
gli
uni
e
gli
altri
molte
,
moltissime
cose
hanno
fatto
per
aggravare
la
condizione
del
nostro
contadiname
.
Tutto
il
nostro
sistema
d
'
imposte
gravita
sproporzionatamente
sul
lavoro
e
sul
povero
.
Il
nostro
contadino
non
trova
nella
società
difesa
alcuna
contro
la
prepotenza
e
gli
abusi
della
classe
che
sta
sovra
di
lui
.
Già
troppe
volte
,
del
resto
,
abbiamo
parlato
ampiamente
di
ciò
,
per
dover
ora
dilungarci
a
dimostrarlo
.
Ma
ora
,
ci
si
dirà
,
ora
che
la
sinistra
ha
preso
per
bandiera
l
'
abolizione
totale
del
macinato
,
perché
non
vi
schierate
con
lei
?
È
facile
spiegarlo
.
La
«
Rassegna
»
,
fin
dal
giugno
1878
,
consigliava
che
nel
più
breve
termine
possibile
si
dovesse
abolire
l
'
intera
tassa
sul
macinato
,
sostituendovi
qualche
altro
balzello
che
supplisse
al
vuoto
che
ne
deriverebbe
nelle
entrate
del
Tesoro
.
La
sinistra
vuole
ora
l
'
abolizione
,
ma
non
ha
il
coraggio
di
rimediare
al
deficit
con
tasse
che
vadano
a
colpire
gli
elettori
;
e
sostiene
che
4
e
4
fanno
9
perché
così
vuole
l
'
amor
di
parte
.
Il
suo
ragionamento
ci
pare
essere
il
seguente
:
«
Se
4
e
4
non
fanno
9
,
torna
la
destra
:
noi
non
vogliamo
la
destra
:
ergo
dobbiamo
ritenere
che
4
e
4
fanno
9
»
.
La
destra
mette
in
ridicolo
quest
'
argomentazione
ed
ha
ragione
;
ma
essa
stessa
che
vuole
?
Essa
si
contenta
di
dire
:
«
9
meno
1
fa
8;
4
e
4
fanno
8
:
noi
abbiamo
bisogno
di
9;
dunque
4
e
4
non
bastano
»
.
Ma
tace
sul
punto
essenziale
,
se
voglia
o
no
l
'
abolizione
del
macinato
.
Il
dirci
:
«
Per
abolire
il
macinato
,
ci
vogliono
nuove
tasse
,
perché
noi
vogliamo
il
pareggio
»
,
non
è
una
risposta
,
perché
il
quid
faciendum
rimane
sempre
dubbio
;
e
noi
chiediamo
loro
:
«
Volete
il
pareggio
mediante
nuove
tasse
da
sostituirsi
al
macinato
,
o
lo
volete
con
il
macinato
,
lasciando
tutto
così
come
sta
ora
?
»
.
Per
ora
nessuno
di
destra
lo
ha
detto
;
e
non
lo
ha
detto
perché
anch
'
essa
platonicamente
vorrebbe
abolire
il
macinato
,
ma
non
ha
il
coraggio
né
la
voglia
di
gravare
di
più
gli
elettori
per
isgravare
i
non
elettori
.
Onde
a
noi
la
questione
del
giorno
apparisce
in
questi
termini
:
destra
e
sinistra
ripugnano
dall
'
aggravare
gli
elettori
;
ma
mentre
la
seconda
preferisce
a
ciò
il
deficit
,
la
prima
vi
preferisce
il
macinato
.
Noi
invece
vorremmo
l
'
abolizione
del
macinato
,
e
il
mantenimento
del
pareggio
con
nuovi
balzelli
o
con
l
'
aggravamento
dei
vecchi
,
in
modo
che
colpiscano
di
preferenza
la
classe
abbiente
.
Onde
anche
in
siffatta
questione
non
sappiamo
d
'
essere
né
di
destra
né
di
sinistra
.
Le
riforme
amministrative
,
dice
di
volerle
l
'
un
partito
quanto
l
'
altro
;
all
'
atto
pratico
finora
l
'
uno
ha
fatto
su
per
giù
come
l
'
altro
.
Così
delle
riforme
nel
militare
,
nella
Marina
,
ecc
.
Tutti
le
vogliono
;
ma
nessun
partito
ha
un
programma
speciale
e
distinto
di
riforme
,
tale
da
poterlo
distinguere
dall
'
avversario
.
I
mali
che
si
deplorano
nell
'
amministrazione
e
nel
campo
della
giustizia
,
quelli
del
modo
in
cui
funzionano
le
istituzioni
parlamentari
;
l
'
ultrapotenza
dei
deputati
;
la
demoralizzazione
generale
;
sono
state
effetto
costante
del
governo
dell
'
uno
come
dell
'
altro
.
Non
vogliamo
entrare
nella
questione
se
uno
dei
due
partiti
abbia
mostrato
maggiore
serietà
e
dato
maggior
numero
di
uomini
di
Stato
che
non
l
'
altro
.
Questo
giudizio
spetterà
agli
storici
nell
'
avvenire
,
ma
non
è
ragione
sufficiente
per
ascriversi
a
un
partito
o
a
un
altro
.
Un
partito
non
è
,
e
non
deve
essere
semplicemente
una
società
di
persone
che
provino
simpatia
e
stima
reciproca
,
ma
invece
un
insieme
di
uomini
che
si
raccolgono
intorno
a
un
programma
determinato
nelle
questioni
maggiori
.
Queste
lotte
dei
nostri
partiti
ricordano
alcune
guerre
dei
nostri
comuni
medioevali
:
gli
uni
si
dicevano
guelfi
,
gli
altri
ghibellini
,
tanto
per
distinguersi
;
ma
del
Papa
o
dell
'
Imperatore
se
ne
ridevano
egualmente
tutti
e
due
.
Oramai
si
erano
sempre
chiamati
così
;
perché
cambiare
?
Firenze
guelfa
,
Pisa
ghibellina
,
dunque
giù
randellate
e
stoccate
;
sempre
in
nome
dei
princìpi
,
e
sempre
egualmente
a
danno
di
tutto
il
paese
.
Ma
che
cosa
vogliono
dunque
di
diverso
questa
destra
e
questa
sinistra
?
ci
dimanderà
il
lettore
ingenuo
.
Risponda
sempre
per
noi
quel
tal
poeta
di
Mugello
:
...
tutto
si
riduce
,
a
parer
mio
,
A
dire
:
esci
di
lì
,
ci
vo
'
star
io
.