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AVANTI! ( - , 1926 )
StampaQuotidiana ,
Il Fascismo entra nel quinto anno della sua responsabilità statale e governativa . Quella che oggi si commemora in tutta Italia , non è soltanto una marcia rivoluzionaria , per quanto ardita ; geniale e tatticamente tempestica ella fosse . Oggi si celebra il trionfo di un nuovo spirito , di una nuova mentalità , di una nuova civiltà . Là dove era il disordinato tumulto degli egoismi e dei particolarismi individuali , ecco ristabilirsi l ' ordine e la disciplina .. Là dove imperava il dogma distruttore della lotta di classe , ecco subentrare il principio vitale della collaborazione fra le classi . Là dove la concorrenza delle categorie immobilizzava ed esautorava lo Stato cioè la condizione fondamentale della vita e della libertà di tutti ecco sostituirsi il concetto dell ' armonia degl ' individui inquadrati in un organismo unico , grande quanto la Nazione , forte come un esercito . La Marcia su Roma , culminata con la sfilata delle legioni dinanzi alla Maestà del Re , in quel pomeriggio del 28 ottobre 1922 che dette a chi lo vide la sensazione di vivere in un ' atmosfera di leggenda , aprì veramente le porte a quella che Goethe e Carducci avrebbero chiamato « una novella istoria » . Perché non si limitò ad innalzare alla direzione del Paese la generazione che aveva fatto la guerra ; non risolvette soltanto una crisi cronica di governo ; non operò semplicemente la sostituzione d ' un gabinetto ad un altro : ma trasformò gl ' italiani , dal cuore al cervello , dall ' intimo della coscienza alla visione della realtà quotidiana .. In quel giorno , veramente nacque , come da un battesimo nuovo , l ' italiano , moderno . Non si sentì più una creatura dispersa , miserevole corpo sballottato fra gli appetiti fisici e la presunzione che avevano di metterlo nel loro gregge ciascuno , dei capipopolo che si spartivano le piazze . Non si sentì più rottame ondeggiante sulle tempeste dei partiti . Ma sentì , per la prima volta , di essere un elemento : indispensabile della società in cui viveva ; sentì di aderire alla terra che l ' aveva fatto nascere e che l ' avrebbe fatto vivere in dignità ; sentì che i suoi connazionali non gli erano avversati , né estranei ; ma commilitoni , ma fratelli . finalmente si sentì guidato da un Uomo in cui poteva riporre , non solo fiducia , ma amore ; che aveva svegliato in lui , non il torpore del ventre , ma la favilla dell ' anima . Quell ' Uomo , figliuolo di fabbro , che nulla chiedeva per sé , ma tutto per tutti , era veramente un capo , era , finalmente , il Capo . Dall ' officina all ' esilio , dalla trincea all ' ospedale , dal sacrificio di sé al posto della suprema responsabilità , fu l ' esempio . L ' italiano moderno poteva finalmente camminare a sguardo limpido a testa alta ed a cuore tranquillo sulle vie dell ' avvenire , perché si sentiva investito di una missione nel mondo ; aveva nel cuore una fede e poteva seguire senza esitazioni né sgomento l ' esempio d ' un condottiero . Se in questi quattro anni il Fascismo non avesse fatto altro che creare l ' italiano nuovo , ciò potrebbe da vero bastare alla sua gloria . Ma no . Il Fascismo non è solo evangelio , non è soltanto sentimento e passione ; è anche milizia operante , è azione quotidiana , è attività di governo . Orbene . Volgiamoci indietro e guardiamo ciò che è stato compiuto , di lavoro e d ' opere , in un periodo di tempo così breve di fronte alla continuità della storia che in altri tempo sarebbe stato appena sufficiente all ' altalena di dieci mutamenti ministeriali , senz ' altro costrutto che quello di veder rifare da ciascun Gabinetto i progetti lasciati a mezzo dai predecessori . I nemici del Fascismo , all ' indomani della sua ascesa al potere , dissero , fra preoccupati e scettici : « Vedremo come il Governo della rivoluzione riuscirà a mettere a posto i gregarii e gli squadristi » . Ebbene , ecco l ' inquadramento della milizia , rapidamente e magnificamente compiuto fino al giuramento al Sovrano . Dissero allora i farisei : « Oh , non basta . Vedremo come sarà risolto il problema della milizia e dell ' esercito » . Ed ecco : là dove gli avversari speravano in un dualismo che avrebbe spezzate le forze fondamentali del Paese , sorgere una costruzione ferrea di difesa nazionale da destare l ' invidia degli Stati di Europa . Assicurata la tranquillità all ' interno e rassicurato l ' estero dei suoi pregiudizii , ecco incominciare l ' opera veramente poderosa e gigantesca della nuova legislazione . Mussolini , discendente da una stirpe di lavoratori , operaio egli pure , non poteva non consacrare alle masse le sue prime cure , la sua maggiore attenzione . Ed ecco la riorganizzazione di tutte le forze produttive nazionali in un grande inquadramento sindacale , non più alla mercé di capoccia interessati od incompetenti , ma disciplinato in un funzionamento geniale , di cui , egli stesso , il Capo del Governo , è alla testa , e i cui eventuali contrasti sono sicuri di trovare la più equa soluzione nell ' interesse comune . Tutti i problemi del dopoguerra lasciati insoluti , anzi aggravati ed incancreniti , da quattro anni di sgoverno , messi a posto , non senza fatica , ma con rapidità sorprendente . Le bardature belliche , soppresse . L ' abisso pauroso del deficit dell ' erario , colmato ; anzi , sostituito da un avanzo crescente , che apre al credito dell ' Italia possibilità insperate nell ' economia mondiale . I servizi pubblici trovati in sfacelo e con passività fallimentari riordinati , rinnovati e ricostituiti finanziariamente in modo da essere redditizii , pur triplicando la loro efficienza tecnica e pratica . Lo sbilancio fra le importazioni e le esportazioni , frenato e diminuito . La sudditanza passiva dell ' Italia alla tirannia dei fornitori stranieri , mitigata da accordi dignitosi ; poi sostituita da intese verso nuovi orizzonti , se non di assoluta libertà ( pur troppo , gli ostacoli della natura non sono interamente sopprimibili dagli uomini ) , almeno di sopportabilità . La produzione interna del grano avviata verso una méta miracolosa : quella di far bastare l ' Italia ai bisogni dei proprii figli . La nostra schiavitù in materia di combustibili fossili sensibilmente diminuita con un ' accorta politica idroelettrica . Oggi , da Modane a Livorno , i treni mediterranei non consumano più un chilo di carbon fossile . E le nostre maggiori industrie sono attivate con l ' energia delle cascate montane . La disoccupazione , terribile male sociale che prostra potenze ben più ricche della nostra come l ' Inghilterra , resa quasi trascurabile da noi , quantunque i Paesi d ' emigrazione abbiano chiuse le porte alla nostra esuberanza demografica . Le braccia dei connazionali che non troverebbero adeguato impiego nelle industrie , eccole riavviate all ' agricoltura l ' infallibile donatrice della prosperità futura , ricondotta dal Capo del Governo alla sua dignità romana , o verso opere pubbliche non indegne del ricordo imperiale . Il caro vita , l ' altro flagello cui nessun popolo del mondo ha potuto sottrarsi , destinato in un tempo più o meno breve ( ciò dipenderà dal grado di sobrietà e di resistenza del nostro magnifico popolo ) a diminuire in proporzione notevolissima il suo peso schiacciante , grazie all ' opera lenta , ma gradualmente sicura , della rivalutazione della lira . Il risparmio , che la inflazione aveva allontanato dalle abitudini dei popoli a moneta svalutata , ricondotto alle sue tradizioni nostrane , col ritorno della fiducia pubblica nella potenza d ' acquisto della moneta nazionale . Il problema dei nostri debiti all ' estero , che avrebbe impedito per decenni il risanamento economico e finanziario del Paese , risolto in modo soddisfacente . Il credito estero , sopra tutto americano , riassicurato all ' Italia , dopo un quinquennio di latitanza e di diffidenza . La Marina ricostituita in modo superbo ; tanto quella per la difesa della Patria quanto quella del commercio e dei trasporti di viaggiatori . Anzi , in questi pochi anni l ' Italia s ' è arricchita dei più belli e rapidi transatlantici del mondo ; fonte d ' oro per il Paese , poiché , com ' é noto , i noli sono pagati in oro . Le colonie mediterranee , che la guerra ci aveva fatte perdere , non solo riconquistate , ma pacificamente riorganizzate in modo da poter bastare a se stesse e cominciare a dar contributi alla vita metropolitana . Le colonie eritree e somale valorizzate in modo promettentissimo , senza contare il recente e rilevante loro estendimento territoriale . La pace adriatica divenuta , non una ironica espressione diplomatica , ma una realtà della politica europea . I rapporti con gli Stati principali d ' Europa impiantati sulla base della dignità , della parità , del prestigio nazionali , oltre che orientati ad un utile scambievole con trattati di amicizia e di commercio che i Governi cosidetti democratici ed ispirati a tenerezze internazionali , non seppero mai attuare in modo concreto e duraturo . E non entriamo nel campo religioso , né in quello dell ' istruzione , né in quello dell ' arte e dell ' artigianato , né in quello della cultura , né in quello del riordinamento della giustizia , né in quello delle Amministrazioni pubbliche , poiché solo per riassumere l ' attività del Governo fascista e del Fascismo in tali dominii occorrerebbe un volume . Concludiamo col ricordare le imprese dell ' ardimento umano cui lo spirito fascista ha saputo dare impulso , incitamento , vittoria . Sono il segno , non solo di un Paese dove la giovinezza è fremente d ' attività , di lavoro , di intelligenza , di possibilità ; ma sono la pietra di paragone del metallo « uomo » che la gran fiamma del Fascismo ha saputo temprare per le battaglie future . De Pinedo , Nobile , la falange di coloro che s ' apprestano a misurarsi nei formidabili cimenti internazionali con quanto di meglio abbia prodotto il mondo , non sono nomi di risultati acquisiti . Sono punti di partenza . Rappresentano , non le conclusioni di un passato , ma le origini del nostro immancabile divenire . Questo ha fatto il Regime , in quattro anni . Ricordiamolo , in una ricorrenza che permette di volgere per un istante gli occhi indietro , e considerare il cammino percorso . Domani , non lo potremmo più . Perché il Duce non ama l ' ombra degli allori , né le contemplazioni del paesaggio lasciato dietro spalle . Il Duce ha insegnato agli italiani a guardare dritto innanzi a loro . Egli non comanda l ' alt . Dice : « Avanti » .