StampaQuotidiana ,
Il
mattino
del
25
domenica
Mussolini
si
recò
,
come
faceva
da
quasi
21
anni
,
all
'
ufficio
,
dove
giunse
verso
le
nove
.
Nelle
prime
ore
del
mattino
erano
state
poste
in
circolazione
voci
fantastiche
sulla
seduta
del
Gran
Consiglio
,
ma
l
'
aspetto
della
città
inondata
dal
grande
sole
estivo
sembrava
abbastanza
tranquillo
.
Lo
Scorza
non
si
fece
vivo
,
ma
telefonò
per
dire
che
«
la
notte
aveva
portato
consiglio
e
che
v
'
erano
delle
resipiscenze
in
giro
»
.
«
Troppo
tardi
!
»
rispose
Mussolini
.
Infatti
,
di
lì
a
poco
,
giunse
la
famosa
lettera
di
Cianetti
,
nella
quale
egli
si
pentiva
amaramente
di
aver
votato
l
'
ordine
del
giorno
Grandi
del
quale
non
aveva
rilevato
la
gravità
,
si
dimetteva
da
Ministro
delle
Corporazioni
e
chiedeva
di
essere
immediatamente
richiamato
nella
sua
qualità
di
capitano
di
artiglieria
alpina
.
È
questa
lettera
alla
quale
Mussolini
non
diede
alcuna
risposta
che
salvò
più
tardi
la
vita
al
suo
autore
.
Grandi
sin
dalle
prime
ore
del
mattino
si
era
reso
irreperibile
e
fu
cercato
invano
.
Anche
la
M.V.S.N.
faceva
sapere
dal
Comando
che
non
c
'
erano
novità
.
Il
generale
Galbiati
fu
invitato
a
Palazzo
Venezia
,
per
le
ore
13
.
Verso
le
11
,
il
sottosegretario
all
'
Interno
Albini
portò
al
Duce
il
solito
mattinale
,
contenente
le
notizie
delle
ultime
ventiquatt
'
ore
.
Di
notevole
e
penoso
c
'
era
il
primo
grave
bombardamento
di
Bologna
.
Sbrigato
il
rapporto
,
Mussolini
domandò
ad
Albini
:
«
Perché
avete
votato
ieri
sera
l
'
ordine
del
giorno
Grandi
?
Voi
siete
ospite
,
non
membro
del
Gran
Consiglio
»
.
Il
piccolo
Albini
parve
imbarazzato
dalla
domanda
,
arrossì
e
si
profuse
in
enfatiche
dichiarazioni
di
questo
genere
:
«
Posso
avere
commesso
un
errore
,
ma
nessuno
può
mettere
nel
minimo
dubbio
la
mia
assoluta
devozione
a
voi
,
devozione
che
non
è
di
oggi
,
ma
di
sempre
»
.
E
si
allontanò
con
la
sua
livida
faccia
di
autentico
traditore
,
che
implorerà
invano
un
posto
da
Badoglio
facendo
lunghe
anticamere
e
offrendosi
per
ogni
basso
servigio
.
Poco
dopo
,
Mussolini
incaricò
il
suo
segretario
particolare
di
telefonare
al
generale
Puntoni
per
sapere
a
quale
ora
del
pomeriggio
il
re
sarebbe
stato
disposto
a
ricevere
il
Capo
del
Governo
,
aggiungendo
che
si
sarebbe
recato
all
'
incontro
in
abito
civile
.
Il
generale
Puntoni
rispose
che
il
re
avrebbe
ricevuto
Mussolini
a
Villa
Ada
alle
ore
17
.
Il
Segretario
del
Partito
si
fece
nuovamente
vivo
con
questa
comunicazione
:
«
Ecco
la
lettera
che
proporrei
di
inviare
ai
componenti
del
Gran
Consiglio
:
Il
Duce
mi
incarica
di
comunicarti
che
,
avendo
convocato
il
Gran
Consiglio
secondo
quanto
dispone
la
legge
9
dicembre
1928
per
consultarlo
sull
'
attuale
situazione
politica
,
ha
preso
atto
dei
vari
ordini
del
giorno
presentati
e
delle
tue
dichiarazioni
»
.
Sembra
,
da
questa
comunicazione
,
che
non
fu
praticamente
trasmessa
e
sarebbe
stato
inutile
farlo
,
che
lo
Scorza
prevedesse
uno
sviluppo
normale
della
situazione
stessa
.
Verso
le
13
,
accompagnato
dal
sottosegretario
Bastianini
,
giunse
a
Palazzo
Venezia
l
'
ambasciatore
del
Giappone
,
Hidaka
,
al
quale
Mussolini
fece
una
relazione
sul
convegno
di
Feltre
.
Il
colloquio
durò
circa
un
'
ora
.
Alle
14
il
Duce
,
accompagnato
dal
generale
Galbiati
,
si
recò
a
visitare
il
quartiere
Tiburtino
,
che
era
stato
particolarmente
devastato
dall
'
incursione
terroristica
del
19
luglio
.
Il
Duce
venne
circondato
dalla
folla
dei
sinistrati
e
acclamato
.
Alle
15
rientrò
a
Villa
Torlonia
.
Alle
16,50
giunse
a
Villa
Torlonia
il
segretario
particolare
e
Mussolini
si
recò
con
lui
a
Villa
Ada
.
Il
Duce
era
assolutamente
tranquillo
.
Egli
portò
con
sé
un
libro
contenente
la
legge
del
Gran
Consiglio
,
la
lettera
del
Cianetti
e
altre
carte
,
dalle
quali
risultava
che
l
'
ordine
del
giorno
del
Gran
Consiglio
non
impegnava
nessuno
,
data
la
funzione
consultiva
dell
'
organo
stesso
.
Mussolini
pensava
che
il
re
gli
avrebbe
ritirato
la
delega
del
10
giugno
1940
,
riguardante
il
comando
delle
Forze
armate
,
delega
che
il
Duce
aveva
già
da
tempo
in
animo
di
restituire
.
Mussolini
entrò
quindi
a
Villa
Ada
con
l
'
animo
assolutamente
sgombro
da
ogni
prevenzione
,
in
uno
stato
che
visto
a
distanza
potrebbe
chiamarsi
di
vera
e
propria
ingenuità
.
Alle
17
in
punto
l
'
auto
entrò
dai
cancelli
spalancati
della
Salaria
.
C
'
era
in
giro
e
nell
'
interno
un
rinforzo
di
carabinieri
,
ma
la
cosa
non
parve
eccezionale
.
Il
re
,
vestito
da
Maresciallo
,
era
sulla
porta
della
villa
.
Nell
'
interno
del
vestibolo
stazionavano
due
ufficiali
.
Entrati
nel
salotto
,
il
re
,
in
uno
stato
di
anormale
agitazione
,
coi
tratti
del
viso
sconvolti
,
con
parole
mozze
,
disse
quanto
segue
:
«
Caro
Duce
,
le
cose
non
vanno
più
.
L
'
Italia
è
in
"
tocchi
"
.
L
'
Esercito
è
moralmente
a
terra
.
I
soldati
non
vogliono
più
battersi
.
Gli
alpini
cantano
una
canzone
nella
quale
dicono
che
non
vogliono
più
fare
la
guerra
per
conto
di
Mussolini
»
(
il
re
ripeté
in
dialetto
piemontese
i
versi
della
canzone
)
.
«
Il
voto
del
Gran
Consiglio
è
tremendo
.
Diciannove
voti
per
l
'
ordine
del
giorno
Grandi
:
fra
di
essi
quattro
Collari
dell
'
Annunziata
.
Voi
non
vi
illudete
certamente
sullo
stato
d
'
animo
degli
Italiani
nei
vostri
riguardi
.
In
questo
momento
voi
siete
l
'
uomo
più
odiato
d
'
Italia
.
Voi
non
potete
contare
più
su
di
un
solo
amico
.
Uno
solo
vi
è
rimasto
,
io
.
Per
questo
vi
dico
che
non
dovete
avere
preoccupazioni
per
la
vostra
incolumità
personale
che
farò
proteggere
.
Ho
pensato
che
l
'
uomo
della
situazione
è
,
in
questo
momento
,
il
Maresciallo
Badoglio
.
Egli
comincerà
col
formare
un
Ministero
di
funzionari
,
per
l
'
amministrazione
e
per
continuare
la
guerra
.
Fra
sei
mesi
vedremo
.
Tutta
Roma
è
già
a
conoscenza
dell
'
ordine
del
giorno
del
Gran
Consiglio
e
tutti
attendono
un
cambiamento
»
.
Mussolini
rispose
:
«
Voi
prendete
una
decisione
di
una
gravità
estrema
.
La
crisi
in
questo
momento
significa
far
credete
al
popolo
che
la
pace
è
in
vista
,
dal
momento
che
viene
allontanato
l
'
uomo
che
ha
dichiarato
la
guerra
.
Il
colpo
al
morale
dell
'
Esercito
sarà
serio
.
Se
i
soldati
alpini
o
no
non
vogliono
più
fare
la
guerra
per
Mussolini
non
ha
importanza
,
purché
siano
disposti
a
farla
per
voi
.
La
crisi
sarà
considerata
un
trionfo
del
binomio
Churchill
-
Stalin
,
soprattutto
di
quest
'
ultimo
che
vede
il
ritiro
di
un
antagonista
da
venti
anni
in
lotta
contro
di
lui
.
Mi
rendo
conto
dell
'
odio
del
popolo
.
Non
ho
avuto
difficoltà
a
riconoscerlo
stanotte
in
pieno
Gran
Consiglio
.
Non
si
governa
così
a
lungo
e
non
si
impongono
tanti
sacrifici
senza
che
ciò
provochi
risentimenti
più
o
meno
fugaci
e
duraturi
.
Ad
ogni
modo
io
auguro
buona
fortuna
all
'
uomo
che
prenderà
in
mano
la
situazione
»
.
Erano
esattamente
le
17
e
20
quando
il
re
accompagnò
Mussolini
sulla
soglia
della
casa
.
Era
livido
e
sembrava
ancora
più
piccolo
,
quasi
rattrapito
.
Strinse
la
mano
a
Mussolini
e
rientrò
.
Mussolini
scese
la
breve
scalinata
e
avanzò
verso
la
sua
automobile
.
A
un
tratto
un
capitano
dei
carabinieri
lo
fermò
e
gli
disse
testualmente
:
«
S
.
M
.
mi
incarica
di
proteggere
la
vostra
persona
»
.
Mussolini
fece
ancora
atto
di
dirigersi
verso
la
sua
macchina
,
ma
il
capitano
,
indicando
un
'
auto
-
ambulanza
che
stazionava
vicino
,
gli
disse
:
«
No
.
Bisogna
salire
qui
»
.
Mussolini
montò
sull
'
auto
-
ambulanza
e
con
lui
il
segretario
De
Cesare
.
Insieme
col
capitano
salirono
un
tenente
,
tre
carabinieri
e
due
agenti
in
borghese
che
si
misero
sullo
sportello
d
'
ingresso
,
armati
con
fucili
-
mitragliatori
.
Chiuso
lo
sportello
,
l
'
auto
-
ambulanza
partì
a
grande
velocità
.
Mussolini
pensava
sempre
che
tutto
ciò
accadesse
per
proteggere
,
come
aveva
detto
il
re
,
la
sua
"
incolumità
personale
"
.
Dopo
una
mezz
'
ora
di
corsa
,
l
'
auto
-
ambulanza
si
fermò
a
una
caserma
di
carabinieri
.
La
palazzina
aveva
le
finestre
chiuse
,
ma
Mussolini
poté
vedere
che
era
circondata
da
sentinelle
con
baionetta
inastata
,
mentre
un
ufficiale
sedette
in
permanenza
nella
stanza
attigua
.
Qui
Mussolini
restò
circa
un
'
ora
e
quindi
,
sempre
nell
'
auto
-
ambulanza
,
fu
portato
nella
caserma
allievi
-
carabinieri
.
Erano
le
19
.
Il
vice
-
comandante
della
Scuola
parve
emozionato
quando
lo
vide
arrivare
ed
ebbe
parole
generiche
di
simpatia
.
In
seguito
fu
accompagnato
nella
stanza
adibita
ad
ufficio
del
comandante
la
Scuola
,
colonnello
Tabellini
,
mentre
nella
stanzetta
vicina
si
mise
di
guardia
un
ufficiale
.
Nelle
ore
della
sera
alcuni
ufficiali
dei
carabinieri
si
recarono
a
trovare
Mussolini
.
Fra
gli
altri
il
Chirico
,
Bonitatibus
,
Santillo
,
coi
quali
si
parlò
di
cose
generiche
.
Fu
detto
che
si
trattava
sempre
di
proteggerlo
e
che
era
stato
affidato
precisamente
all
'
Arma
questo
delicatissimo
mandato
.
Mussolini
non
toccò
cibo
.
Chiesto
di
uscire
,
egli
fu
accompagnato
da
un
ufficiale
lungo
il
corridoio
.
Mussolini
notò
allora
che
ben
tre
carabinieri
montavano
di
sentinella
alla
porta
dell
'
ufficio
situato
al
secondo
piano
.
Fu
allora
che
meditando
nella
stanza
si
affacciò
per
la
prima
volta
alla
mente
di
Mussolini
il
dubbio
:
protezione
o
cattura
?
Che
si
complottasse
in
taluni
ambienti
contro
la
vita
del
Duce
era
noto
anche
alla
Polizia
.
La
quale
però
specialmente
sotto
la
gestione
veramente
infelice
di
Chierici
affermava
trattarsi
di
tendenze
velleitarie
,
di
pratico
non
essendovi
niente
.
Tutto
si
riduceva
a
espressioni
di
un
comprensibile
malcontento
.
Vale
la
pena
di
aprire
una
parentesi
per
fissare
che
la
nomina
del
Chierici
a
capo
della
Polizia
fu
particolarmente
patrocinata
dall
'
Albini
.
Ma
Mussolini
si
chiedeva
:
quale
minaccia
alla
mia
vita
può
sussistere
in
una
caserma
,
dove
stanno
ben
duemila
allievi
-
carabinieri
?
Come
potrebbero
i
congiurati
raggiungermi
?
Come
potrebbe
il
"
furore
popolare
"
fare
altrettanto
?
Verso
le
23
Mussolini
spense
il
lume
,
mentre
rimase
acceso
quello
della
stanza
attigua
dove
vegliava
in
permanenza
un
ufficiale
che
non
rispondeva
mai
allo
squillo
del
telefono
.
Alle
ore
una
del
giorno
26
,
il
tenente
colonnello
Chirico
entrò
nella
stanza
del
Duce
e
gli
disse
:
«
È
giunto
in
questo
momento
il
generale
Ferone
che
reca
un
messaggio
del
Maresciallo
Badoglio
per
voi
»
.
Mussolini
si
alzò
ed
entrò
nella
stanza
attigua
.
Egli
aveva
in
Albania
conosciuto
il
generale
Ferone
,
il
quale
aveva
una
strana
aria
di
soddisfazione
.
La
lettera
del
Maresciallo
Badoglio
,
contenuta
in
una
busta
verde
intestata
"
Ministero
della
Guerra
"
,
aveva
questo
indirizzo
,
di
pugno
del
Maresciallo
:
Al
Cavaliere
Sig
.
Benito
Mussolini
»
diceva
:
«
Eccellenza
il
Cavaliere
Benito
Mussolini
.
-
Il
sottoscritto
Capo
del
Governo
tiene
a
far
sapere
a
V
.
E
.
che
quanto
è
stato
eseguito
nei
Vostri
riguardi
è
unicamente
dovuto
al
Vostro
personale
interesse
,
essendo
giunte
da
più
parti
precise
segnalazioni
di
un
serio
complotto
contro
la
Vostra
Persona
.
Spiacente
di
questo
,
tiene
a
farVi
sapere
che
è
pronto
a
dare
ordini
per
il
Vostro
sicuro
accompagnamento
,
con
i
dovuti
riguardi
,
nella
località
che
vorrete
indicare
.
-
Il
Capo
del
Governo
:
Maresciallo
Badoglio
»
.
Questa
lettera
,
di
una
perfidia
unica
nella
storia
,
aveva
lo
scopo
di
convincere
Mussolini
che
la
parola
del
re
circa
l
'
incolumità
personale
sarebbe
stata
rispettata
e
che
la
crisi
non
sarebbe
uscita
dall
'
orbita
del
Regime
,
cioè
del
Fascismo
,
perché
Badoglio
aveva
dato
troppe
volte
esplicita
solenne
adesione
al
Partito
,
nel
quale
era
regolarmente
iscritto
insieme
con
tutti
i
membri
della
famiglia
,
moglie
compresa
;
aveva
ricoperto
troppe
alte
cariche
nel
Regime
;
aveva
assolto
mandati
politico
-
militari
troppo
importanti
;
aveva
accettato
troppi
onori
e
quattrini
,
che
tutto
era
possibile
pensare
meno
l
'
ipotesi
del
tradimento
preparato
e
macchinato
da
mesi
e
forse
dall
'
epoca
del
suo
allontanamento
dalla
carica
di
capo
di
S
.
M
.
generale
.
Aveva
anche
accettato
di
servire
il
Regime
nel
Consiglio
Nazionale
delle
Ricerche
dove
,
di
effettivo
,
non
aveva
fatto
un
bel
nulla
salvo
una
apparizione
mattutina
per
leggere
i
giornali
.
Dal
momento
in
cui
entrò
nella
caserma
degli
allievi
-
carabinieri
,
Mussolini
non
ebbe
più
notizie
del
mondo
.
Gli
fu
detto
soltanto
che
il
re
aveva
fatto
un
proclama
,
che
un
altro
ne
aveva
fatto
Badoglio
con
la
dichiarazione
sulla
continuazione
della
guerra
,
che
la
città
era
calma
e
che
il
popolo
riteneva
oramai
vicina
la
pace
.
Dopo
avere
letto
la
missiva
di
Badoglio
,
Mussolini
dettò
al
generale
Ferone
,
che
li
scrisse
di
sua
mano
sopra
un
foglio
di
carta
,
i
seguenti
punti
:
«
26
luglio
1943
-
ore
una
.
«
1°
-
Desidero
ringraziare
il
Maresciallo
d
'
Italia
Badoglio
per
le
attenzioni
che
ha
voluto
riservare
alla
mia
persona
.
«
2°
-
Unica
residenza
di
cui
posso
disporre
è
la
Rocca
delle
Caminate
dove
sono
disposto
a
trasferirmi
in
qualsiasi
momento
.
«
3°
-
Desidero
assicurare
il
Maresciallo
Badoglio
,
anche
in
ricordo
del
lavoro
in
comune
svolto
in
altri
tempi
,
che
da
parte
mia
non
solo
non
gli
verranno
create
difficoltà
di
sorta
,
ma
sarà
data
ogni
possibile
collaborazione
.
«
4°
-
Sono
contento
della
decisione
presa
di
continuare
la
guerra
cogli
alleati
,
così
come
l
'
onore
e
gli
interessi
della
Patria
in
questo
momento
esigono
,
e
faccio
voti
che
il
successo
coroni
il
grave
compito
al
quale
il
Maresciallo
Badoglio
si
accinge
per
ordine
e
in
nome
di
S
.
M
.
il
re
,
del
quale
durante
21
anni
sono
stato
leale
servitore
e
tale
rimango
.
Viva
l
'
Italia
!
»
.
Questa
è
la
sola
e
indiretta
missiva
mandata
al
Badoglio
.
Mussolini
non
ha
mai
mandato
parola
alcuna
o
cenno
al
re
.
Con
questa
risposta
,
che
Badoglio
non
osò
mai
rendere
di
pubblica
ragione
limitandosi
a
farne
dare
nei
suoi
ambienti
una
mutilata
versione
orale
,
Mussolini
mostrava
di
credere
in
buona
fede
che
Badoglio
,
pur
modificando
il
Governo
,
non
avrebbe
cambiato
la
politica
generale
dominata
dalla
guerra
.
Partito
il
generale
Ferone
,
Mussolini
si
ritirò
e
vegliò
sino
alle
prime
ore
del
mattino
.
Durante
tutta
la
giornata
del
lunedì
continuò
quella
che
potrebbe
chiamarsi
la
commedia
della
"
residenza
privata
"
.
Più
volte
durante
la
giornata
vennero
a
dire
che
la
residenza
della
Rocca
era
ottima
dal
punto
di
vista
della
"
incolumità
personale
"
di
Mussolini
;
che
il
generale
dei
carabinieri
di
Bologna
vi
aveva
già
fatto
un
sopraluogo
e
confermava
che
come
"
sicurezza
"
la
Rocca
si
prestava
benissimo
e
che
si
attendeva
una
parola
definitiva
per
stabilire
le
modalità
della
partenza
,
magari
in
volo
.
Così
trascorse
tutta
la
giornata
,
senza
altre
notizie
.
Si
disse
soltanto
che
a
Villa
Torlonia
tutto
era
calmo
,
ed
era
falso
.
Alla
sera
,
il
maggiore
Bonitatibus
preparò
,
sempre
nella
stanza
del
colonnello
Tabellini
,
il
letto
da
campo
.
Anche
per
tutta
la
mattinata
di
martedì
27
continuò
la
commedia
della
"
imminente
partenza
"
che
non
avveniva
mai
.
C
'
era
però
,
in
giro
,
un
'
accentuata
vigilanza
.
Alle
19
entrarono
nel
cortile
della
caserma
in
fondo
alla
quale
sul
muro
si
leggevano
a
grandi
lettere
i
famosi
verbi
"
credere
,
obbedire
,
combattere
"
un
plotone
di
carabinieri
e
uno
di
metropolitani
che
si
piazzarono
vicino
a
un
gruppo
di
autocarri
.
Verso
le
20
giunsero
alcune
vetture
automobili
con
un
gruppo
di
ufficiali
.
A
un
certo
punto
un
ufficiale
,
portatosi
nel
mezzo
del
cortile
,
gridò
agli
allievi
i
quali
affollavano
le
ringhiere
attratti
dall
'
arrivo
insolito
di
tante
macchine
:
«
Tutti
nelle
camerate
!
Chiudere
le
finestre
!
»
.
La
sera
era
già
calata
,
quando
un
ufficiale
entrò
nella
stanza
e
disse
a
Mussolini
:
È
venuto
l
'
ordine
di
partire
!
Mussolini
discese
accompagnato
da
un
gruppo
di
ufficiali
dai
quali
,
giunto
al
pianterreno
,
si
accomiatò
,
e
mentre
stava
per
salire
nella
macchina
un
generale
si
presentò
con
queste
parole
:
Generale
di
brigata
Pòlito
,
capo
della
Polizia
militare
del
Comando
Supremo
!
Mussolini
non
domandò
nulla
,
convinto
che
la
meta
del
viaggio
notturno
fosse
la
Rocca
delle
Caminate
.
Le
tendine
erano
abbassate
,
ma
non
i
vetri
;
da
uno
spiraglio
,
Mussolini
si
avvide
che
la
macchina
passava
davanti
all
'
ospedale
di
Santo
Spirito
.
Non
si
andava
dunque
verso
la
Flaminia
,
ma
verso
l
'
Appia
.
Agli
innumerevoli
posti
di
blocco
i
carabinieri
,
avvertiti
dalle
staffette
,
si
limitavano
a
far
rallentare
un
poco
la
corsa
della
macchina
.
Giunto
all
'
imbocco
della
grande
strada
per
Albano
,
Mussolini
domandò
:
Dove
andiamo
?
Verso
il
sud
.
Non
alla
Rocca
?
È
venuto
un
altro
ordine
.
Ma
voi
chi
siete
?
Io
ho
conosciuto
in
altri
tempi
un
ispettore
di
P
.
S
.
che
si
chiamava
Pòlito
.
Sono
io
.
-
Come
siete
diventato
generale
?
Per
equiparazione
di
grado
.
L
'
ispettore
di
P
.
S
.
Pòlito
era
ben
noto
a
Mussolini
.
Egli
aveva
effettuato
,
durante
gli
anni
del
Regime
,
alcune
brillanti
operazioni
come
la
cattura
di
Cesare
Rossi
a
Campione
e
la
liquidazione
della
banda
Pintor
in
Sardegna
.
Il
Pòlito
durante
il
viaggio
narrò
molti
interessanti
e
anche
inediti
particolari
sulle
due
operazioni
.
Dopo
Cisterna
la
macchina
rallentò
la
sua
corsa
.
I
discorsi
cessarono
.
Il
Pòlito
,
che
aveva
continuamente
fumato
,
abbassò
il
vetro
e
chiamò
il
colonnello
dei
carabinieri
Pelaghi
per
sapere
dove
erano
.
Vicino
a
Gaeta
,
rispose
.
È
Gaeta
la
mia
nuova
residenza
?
chiese
Mussolini
.
Forse
dove
fu
relegato
Mazzini
?
Troppo
onore
.
Non
è
ancora
stabilito
!
ribatté
Pòlito
.
Giunti
a
Gaeta
deserta
un
uomo
si
fece
incontro
agitando
una
lampadina
.
La
vettura
si
fermò
e
un
ufficiale
di
Marina
disse
:
Al
molo
Ciano
!
Ivi
attendeva
l
'
ammiraglio
Maugeri
che
accompagnò
Mussolini
alla
corvetta
Persefone
.
Di
lì
a
poco
levò
le
ancore
.
Già
albeggiava
.
Mussolini
scese
nella
cabina
insieme
con
gli
ufficiali
che
lo
scortavano
.
In
vista
dell
'
isola
di
Ventotene
,
a
giorno
fatto
,
la
corvetta
si
fermò
,
l
'
ispettore
Pòlito
scese
per
vedere
se
l
'
isola
fosse
conveniente
per
ospitare
Mussolini
.
Di
lì
a
poco
tornò
e
lo
escluse
.
Nell
'
isola
c
'
era
un
presidio
germanico
.
La
corvetta
proseguì
allora
per
l
'
isola
di
Ponza
,
dove
,
entrata
nella
rada
,
gettò
le
ancore
alle
ore
13
del
giorno
28
luglio
.
Pòlito
venne
verso
Mussolini
e
indicandogli
una
casa
verdastra
,
semi
-
nascosta
da
grandi
pescherecci
in
disarmo
,
disse
:
«
Quello
è
il
vostro
domicilio
temporaneo
!
»
.
Intanto
non
si
sa
per
quale
fenomeno
tutte
le
finestre
e
i
balconi
si
erano
gremiti
di
uomini
e
donne
armati
di
binoccoli
che
seguivano
la
barca
che
si
dirigeva
verso
terra
.
In
un
baleno
tutta
l
'
isola
conobbe
l
'
arrivo
.
Verso
sera
,
alcune
persone
del
luogo
vennero
a
salutare
Mussolini
.
I
pescatori
di
Terracina
gli
mandarono
un
dono
.
In
genere
non
c
'
era
nell
'
atteggiamento
degli
isolani
niente
che
ricordasse
il
"
furore
popolare
"
,
ma
poi
con
l
'
arrivo
di
altri
agenti
la
vigilanza
fu
rinforzata
ed
ogni
contatto
col
mondo
esterno
precluso
.
A
Ponza
,
Mussolini
si
rese
conto
della
miserabile
congiura
che
lo
avevano
eliminato
e
si
persuase
che
tutto
ciò
avrebbe
condotto
alla
capitolazione
e
alla
sua
consegna
al
nemico
.
Le
giornate
di
Ponza
erano
lunghe
.
Nuovi
ufficiali
vennero
:
il
tenente
colonnello
Meoli
e
il
sottotenente
Elio
di
Lorenzo
,
nonché
il
maresciallo
Antichi
.
Il
presidio
,
data
anche
la
presenza
di
confinati
italiani
e
di
internati
balcanici
,
fu
rinforzato
.
Fu
concesso
a
Mussolini
di
prendere
due
bagni
in
posizione
approntata
e
ben
vigilata
.
Niente
giornali
.
Un
solo
telegramma
di
Gòring
,
eloquente
.
Mussolini
trascorse
le
giornate
di
Ponza
in
perfetta
solitudine
,
traducendo
in
tedesco
le
Odi
barbare
di
Carducci
e
leggendo
la
Vita
di
Gesù
di
Giuseppe
Ricciotti
,
che
poi
lasciò
in
dono
al
parroco
dell
'
isola
.
Ponza
non
può
essere
certamente
paragonata
a
Ischia
e
meno
ancora
a
Capri
.
Tuttavia
ha
una
sua
rusticana
bellezza
e
,
anche
dal
punto
di
vista
della
prigionia
,
una
storia
.
Uno
che
se
ne
intende
fece
sapere
a
Mussolini
che
sin
dall
'
antichità
vi
erano
stati
relegati
illustri
personaggi
come
Agrippina
,
la
madre
di
Nerone
,
Giulia
,
la
figlia
di
Augusto
,
e
,
per
compenso
,
una
santa
come
Flavia
Domitilla
e
anche
,
nel
538
,
un
papa
,
San
Silvestro
Martire
.
Poi
,
saltando
a
piè
pari
alcuni
secoli
,
i
moderni
come
Torrigiani
,
Gran
Maestro
della
Massoneria
,
il
generale
Bencivenga
,
l
'
ing
.
Bordiga
e
finalmente
ultimo
della
serie
e
modernissimo
il
Ras
Imerù
con
un
immancabile
Degiac
abissino
!