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ECLISSI O TRAMONTO? ( - , 1944 )
StampaQuotidiana ,
Gli artefici del tradimento e in primo luogo il re capobanda , i suoi generali e i suoi consiglieri fuggiaschi ad Ortona si resero conto anche vagamente di quel che facevano ? Furono coscienti criminali o criminali incoscienti o le due cose insieme ? Eppure le conseguenze erano prevedibili con matematica esattezza . Era facile prevedere che al magico suono della parola " armistizio " tutte le Forze armate si sarebbero polverizzate ; che i Tedeschi si sarebbero premuniti disarmandole sino all ' ultima cartuccia ; che l ' Italia , divisa oramai in due parti , sarebbe stata un campo di battaglia , che l ' avrebbe convertita in una " terra bruciata " ; che l ' inganno tramato contro l ' alleato e il successivo tradimento avrebbero pesato , come peseranno , per un imprevedibile periodo di tempo , sull ' avvenire dell ' Italia ; che d ' ora innanzi sarebbe stata considerata come una universale verità l ' identità stabilita fra " Italiano " e " traditore " ; che la confusione e l ' umiliazione degli spiriti sarebbero state enormi . Diradata la immensa nube di polvere sollevata dal precipitare di tutta l ' impalcatura statale , vuotati col saccheggio , prima delle truppe , poi della plebe , i magazzini militari , fu possibile notare due cristallizzazioni di quel che rimaneva della coscienza nazionale : la prima consisteva nel considerare liquidata la monarchia . Un re che fugge verso il nemico ; un re caso unico nella storia che consegna volontariamente allo straniero al sud nemico , al nord alleato tutto il territorio nazionale , è un uomo che si condanna da sé al vituperio delle generazioni presenti e future . Seconda constatazione : i magazzini militari erano pieni . Montagne di equipaggiamenti di ogni genere e cataste di armi , in gran parte moderne , che non erano state distribuite alle truppe . In data 22 aprile 1943 , tre mesi appena prima della crisi , l ' ingegnere Agostino Rocca , amministratore delegato dell ' " Ansaldo " , mandava questo rapporto al Duce : « Duce , ritengo opportuno darvi qualche notizia circa la produzione di artiglierie dell ' Ansaldo . Nei primi trentun mesi di guerra ( luglio 1940-gennaio 1943 ) le nostre officine hanno prodotto 5049 complessi di artiglieria . Nei primi trentun mesi della guerra passata ( giugno 1915-gennaio 1917 ) la vecchia e gloriosa Giovanni Ansaldo ne produsse 3699 . « Dal diagramma allegato si rileva che per fare i 5049 cannoni abbiamo impiegato 15 milioni di ore lavorative , mentre nella guerra passata , 3699 ne richiesero 6 milioni . « Dallo stesso specchio si rileva che le artiglierie odierne , con alte velocità iniziali , e quindi con sforzi più elevati , richiedono lavoro assai maggiore che non le artiglierie della guerra passata , e ciò malgrado il progresso verificatosi nelle macchine e negli utensili . Dal diagramma allegato D si rileva che all ' inizio della guerra del 1940 la potenzialità produttiva era più elevata che nel giugno 1915 , perché le predisposizioni adottate nel 1939-1940 furono ispirate da più larga visione di quelle del 1914-1915 . In questo come in tutti gli altri settori l ' industria italiana , grazie alle previsioni autarchiche e corporative del regime , si è trovata nel 1940 in uno stato di preparazione assai superiore a quella del 1915 . Dallo stesso diagramma si rileva che la produzione ha raggiunto il suo massimo nel 1941 ed è lievemente declinata nel 1942 , mentre la potenzialità degli impianti consentirebbe una produzione circa doppia di quella effettuata nel 1941 . « Tutto ciò dimostra che i programmi di potenziamento da voi approvati nel 1939-1940 e attuati dalle aziende dell 'I.R.I . consentivano di fare largamente fronte ai bisogni delle Forze Armate » . Dunque : un solo stabilimento aveva prodotto cinquemila bocche da fuoco ! La caduta è stata di quelle che gli Spagnoli chiamano " verticali " . Il raffronto fra quel che era l ' Italia nel 1940 e l ' odierna , così com ' è stata ridotta dalla resa a discrezione , che un popolo degno di questo nome non avrebbe mai salutato con esplosioni di giubilo come quelle che avvennero dopo l'8 settembre e delle quali una eco abbastanza forte giunse anche al Rifugio del Gran Sasso , il raffronto , dicevamo , è veramente angoscioso . Allora l ' Italia era un Impero , oggi non è nemmeno uno Stato . La sua bandiera sventolava da Tripoli a Mogadiscio , da Bastia a Rodi , a Tirana ; oggi è dovunque ammainata . Nel territorio metropolitano sventolano bandiere nemiche . Gli Italiani erano ad Addis Abeba , oggi gli Africani bivaccano a Roma . Qualsiasi italiano di qualsiasi età , categoria , vecchio , giovane , uomo , donna , operaio , contadino , intellettuale si ponga la domanda : valeva la pena di arrendersi e di infamarsi nei secoli per giungere a questo risultato ? Se invece di firmare la capitolazione la guerra fosse continuata , l ' Italia si troverebbe in una situazione peggiore di quella nella quale si trova dall'8 settembre in poi ? Oltre alla catastrofe " morale " non v ' è italiano che non risenta su di sé le conseguenze fatali di quella decisione . Non v ' è famiglia italiana che non sia stata travolta nel turbine , mentre le famiglie dei trecentomila Caduti si domandano se il sacrificio del loro sangue sia stato vano . A furia di ripetere la parola " tradimento " si corre il rischio di perderne il significato , di dubitare dell ' esistenza stessa del fatto . Ma , piantare un pugnale nella schiena all ' alleato col quale sino al bollettino di guerra del giorno precedente si è combattuto insieme , non è il più nero , il più classico dei tradimenti ? E davanti ai dubbi dell ' alleato , davanti alle sue legittime richieste , mentire sino all ' ultimo , mentire anche quando le emittenti nemiche già diramavano l ' annuncio della capitolazione , non è il più nero e il più classico degli inganni ? Vi è un punto bruciante sul quale è necessario fermare l ' attenzione degli Italiani : la responsabilità del tradimento dinanzi al mondo . Se la responsabilità specifica del tradimento , nel nostro Paese , può essere determinata e fatta ricadere su taluni individui e categorie , la vergogna del tradimento ricade sulla totalità degli Italiani . Per gli stranieri è l ' Italia che ha tradito , l ' Italia come dato storico , geografico , politico , morale . Il clima dove il tradimento ha potuto perpetrarsi è italiano . Tutti hanno in maggiore o minore misura contribuito a creare questo clima , ivi compresi milioni e milioni di assidui ascoltatori di radio - Londra , i quali sono responsabili di avere determinato in sé e negli altri lo stato odierno di incosciente abulia . Anche la storia ha il suo dare e avere : il suo attivo e passivo . È giusto che ogni italiano sia orgoglioso di appartenere alla terra dove sorsero uomini come Cesare , Dante , Leonardo , Napoleone : un raggio di quegli astri si riverbera su ogni italiano : ma lo stesso accade per la vergogna e il disonore ; un elemento si rifrange su tutti e su ognuno di noi . Per cancellare l ' onta , per ristabilire l ' equilibrio , non v ' è che la prova delle prove : quella del sangue . Solo attraverso questa prova si potrà rispondere ad un altro non meno angoscioso interrogativo : siamo di fronte ad un eclissi o a un tramonto ? Nella storia di tutte le Nazioni ci sono periodi simili a quelli che l ' Italia attualmente traversa . Qualche cosa del genere dovette accadere e accadde in Russia dopo la pace di Brest - Litowsk . Il caos nel quale sorse il leninismo durò praticamente sei anni . Quanto è accaduto di poi dimostra che si trattava di un eclissi , non di un tramonto . Eclissi fu quello della Prussia dopo Jena , battaglia nella quale i Tedeschi si batterono come sempre eroicamente e perdettero , falciato dalla morte , quello che fu chiamato il " fiore dell ' esercito di Prussia " e lo stesso comandante in capo , duca . di Brunswick . Gli intellettuali italiani di oggi tengono un atteggiamento non diverso da quello di Johannes von Muller , il Tacito tedesco . Lo stesso Hegel salutò in Napoleone l ' anima del mondo , allorché il vincitore traversò Jena . I vessilliferi dell ' illuminismo berlinese si profusero in saluti al " liberatore " . Non ci fu allora un principe Doria Pamphili , berlinese , sotto la specie del conte Von der Schulemburg - Kehnert ? Ma fu un eclissi . La coscienza nazionale prussiana ebbe un risveglio potente e rapido . Le grandi tradizioni fridericiane erano soltanto sopite . Uomini come Stein , Gneisenau , Schaarnhorst furono i campioni della ripresa . E soprattutto il filosofo Fichte coi suoi discorsi alla nazione tedesca . Bisogna rileggerli . È una lettura corroborante anche per gli Italiani del 1944 . Udite come parla dei Romani questo grande fra i filosofi della Germania : « Che cosa animò i nobili romani ( le cui idee e il cui modo di pensare vivono ancora e respirano fra noi attraverso i loro monumenti ) , che cosa li animò a tante fatiche e sacrifici , a tante sofferenze durate per la Patria ? Essi stessi ce lo dicono chiaramente . La speranza sicura nella eternità della loro Roma , la certezza che in questa eternità essi stessi vivrebbero eterni attraverso i tempi . E questa speranza , in quanto era fondata e aveva la forma in cui essi avrebbero dovuto concepirla se avessero preso conoscenza di sé , non li ha delusi . Ciò che era veramente eterno , nella loro eterna Roma , vive anche oggi , ( ed essi così continuano a vivere fra noi ) e vivrà fino alla consumazione dei secoli » . È necessario quale conseguenza della tremenda espiazione di oggi che il sentimento dei Romani diventi il dato della coscienza degli Italiani e cioè che l ' Italia non può morire . Gli Italiani devono rivolgersi le domande che Fichte stesso in una delle sue lezioni poneva al mondo tedesco : « Bisogna mettersi d ' accordo - egli diceva intorno alle seguenti domande : 1° ) se sia vero o no che esiste una Nazione tedesca e se la possibilità per essa di perdurare nella sua essenza propria e indipendente sia minacciata ; 2° ) se meriti o no di essere conservata ; 3° ) se ci sia un mezzo sicuro ed efficace per conservarla e quale esso sia » . La Prussia rispose a queste domande con le divisioni di Blücher a Waterloo . Per quanto riguarda l ' Italia , si può rispondere che una Nazione italiana esiste ed esisterà , che merita di essere conservata e che per questo è necessario che dei due fattori che oggi pesano sulla coscienza : la disfatta e il disprezzo , sia annullato il più grave , l ' ultimo , nell ' unico mezzo possibile e insostituibile : tornando a combattere coll ' alleato o , meglio detto , cogli alleati . Issando ancora e sempre la vecchia bandiera della Rivoluzione fascista , che è la bandiera per la quale e contro la quale il mondo si è schierato in due campi opposti . La guerra iniziatasi per non avere ottenuto un " corridoio " tedesco nel " corridoio " polacco è già finita ; quella che si fa oggi è una vera e propria guerra di religione che sta trasformando Stati , popoli , continenti . In una specie di diario che Mussolini ha scritto alla Maddalena e che un giorno potrà vedere la luce , sta scritto : « Nessuna meraviglia che il popolo abbatta gli idoli ch ' esso stesso ha creato . È forse l ' unico mezzo da applicare per ricondurli nelle proporzioni della comune umanità » . E più oltre : « Fra qualche tempo , il Fascismo tornerà a brillare all ' orizzonte . Primo , in conseguenza delle persecuzioni di cui i " liberali " lo faranno oggetto , dimostrando che la libertà è quella che ognuno riserva per sé e nega agli altri ; secondo , per una nostalgia dei " tempi felici " che a poco a poco tornerà a rodere l ' animo degli Italiani . Di ciò soffriranno in modo particolare tutti i combattenti delle guerre europee e specie africane . Il " male d ' Africa " farà strage . « Quando Napoleone chiuse il suo ciclo , commettendo la grande ingenuità di contare sulla cavalleria dei Britanni , i vent ' anni della sua epopea furono rinnegati e maledetti . Gran parte dei Francesi di allora e taluni anche oggi lo condannarono come un uomo nefasto che per tentare di realizzare i suoi smisurati sogni di dominazione aveva condotto al massacro milioni di Francesi . La sua opera anche nel campo politico fu misconosciuta . L ' impero stesso fu ritenuto un paradosso anacronistico nella storia di Francia . Gli anni passarono . L ' ala del tempo si distese sui lutti e sulle passioni . La Francia ha vissuto e dal 1840 vive ancora nel solco luminoso della tradizione napoleonica . I venti anni napoleonici , più che un dato della storia , sono un dato oramai indissociabile della coscienza nazionale francese . Forse accadrà in Italia qualche cosa del genere . Il decennio che va dalla Conciliazione alla fine della guerra di Spagna il decennio che sollevò di colpo l ' Italia al livello dei grandi imperi il decennio fascista , durante il quale fu permesso a tutti gli uomini del nostro sangue disseminati in ogni terra di tenere alta la fronte e di proclamarsi senza arrossire " Italiani " , di questo decennio si esalteranno le generazioni nella seconda metà di questo secolo ; anche se oggi nella durezza dei tempi tentano , invano , di cancellarlo » . E altrove , sempre nel diario della Maddalena : « Per redimersi bisogna soffrire . Bisogna che i milioni e milioni di Italiani di oggi e di domani vedano , sentano nelle loro carni e nella loro anima che cosa significa la disfatta e il disonore , che cosa vuol dire perdere l ' indipendenza , che cosa vuol dire da soggetto diventare oggetto della politica altrui , che cosa vuol dire essere completamente disarmati ; bisogna bere nell ' amaro calice fino alla feccia . Solo toccando il fondo si può risalire verso le stelle . Solo l ' esasperazione di essere troppo umiliati darà agli Italiani la forza della riscossa » .