StampaQuotidiana ,
Mentre
il
Governo
abolisce
il
monopolio
del
caffè
e
i
commenti
degli
economisti
«
del
senno
di
poi
»
vengono
a
dire
quello
che
noi
da
un
pezzo
sapevamo
,
e
cioè
che
questo
monopolio
non
solo
non
ha
reso
nulla
allo
Stato
,
ma
si
è
risolto
effettivamente
nella
perdita
di
qualche
milione
,
l
'
on
.
Nitti
cui
spetta
la
gloria
di
questi
nefasti
monopolistici
,
lotta
nella
nativa
Lucania
a
riconquistarsi
il
pericolante
favore
degli
elettori
con
tutti
i
lenocinii
della
sua
consumata
arte
politica
.
Che
un
ex
Presidente
del
Consiglio
,
meridionale
per
giunta
,
debba
,
a
nemmeno
un
anno
di
distanza
dall
'
abbandono
del
potere
,
temere
la
sorte
dell
'
urna
se
non
precisamente
per
sé
,
certo
per
i
propri
compagni
di
lista
,
è
fenomeno
nuovissimo
nelle
cronache
politiche
italiane
ed
è
,
soprattutto
,
gravemente
dimostrativo
nei
confronti
dell
'
on
.
Nitti
.
A
spiegarlo
,
non
basta
l
'
accanimento
degli
avversari
politici
,
anche
se
questi
avversari
politici
abbiano
la
forza
e
l
'
abilità
dell
'
on
.
Giolitti
.
Se
la
Basilicata
che
era
il
feudo
politico
di
Francesco
Nitti
minaccia
di
abbandonarlo
,
oggi
,
vuol
dire
che
tutto
il
sistema
politico
che
nel
nittismo
si
riassumeva
,
è
condannato
inesorabilmente
;
vuol
dire
che
la
caratteristica
che
le
imminenti
elezioni
vanno
assumendo
,
è
precisamente
questa
:
«
contro
il
nittismo
»
.
Così
considerato
,
l
'
episodio
dell
'
accanimento
che
i
nittiani
portano
nella
lotta
elettorale
della
Basilicata
,
diventa
l
'
esponente
della
situazione
elettorale
del
Paese
.
Gli
stessi
blocchi
nazionali
,
che
cosa
sono
mai
se
non
la
difesa
della
Nazione
fatta
dalla
Nazione
stessa
contro
i
pericoli
mortali
formati
attraverso
e
grazie
alla
politica
nittiana
?
Basti
osservare
il
nucleo
centrale
che
dovunque
li
informa
per
convincersene
.
Questo
nucleo
è
,
dovunque
,
costituito
dai
nazionalisti
e
dai
Fasci
.
Ora
,
che
cosa
sono
i
Nazional
-
Fascisti
se
non
la
reazione
spontanea
formatasi
nell
'
elemento
più
giovane
,
più
ardito
,
più
saldo
del
Paese
contro
quegli
eccessi
del
socialismo
degenerato
in
bolscevismo
che
avevano
trovato
in
Francesco
Saverio
Nitti
l
'
avallante
e
il
legittimatore
?
È
storia
di
ieri
.
Chi
aveva
permesso
si
formasse
in
Italia
l
'
ambiente
donde
scaturì
l
'
ultima
Camera
dei
Misiano
,
dei
Riba
,
degli
Abbo
,
dei
Giulietti
,
se
non
colui
che
aveva
insultato
alla
guerra
e
ai
suoi
Martiri
amnistiando
i
disertori
,
che
aveva
svalorizzato
la
vittoria
prostituendo
l
'
Italia
con
tutte
le
rinunzie
supinamente
accettate
;
lamentando
,
dal
banco
del
Governo
,
in
faccia
al
mondo
intero
,
la
miseria
e
la
fame
del
Paese
di
contro
ai
pochi
coraggiosi
che
osavano
prospettare
ed
esaltare
i
diritti
del
sacrificio
gloriosamente
sostenuto
?
Wilson
diceva
:
«
Fiume
,
no
!
»
e
Nitti
,
senza
nemmeno
curarsi
di
vedere
se
dietro
questo
«
no
»
ci
fosse
davvero
il
veto
degli
Americani
o
non
soltanto
quello
della
banca
ebraica
internazionale
,
rispondeva
:
«
Sta
bene
,
no
»
.
Inghilterra
e
Francia
,
alle
nostre
legittime
richieste
perché
ci
fosse
assegnata
,
nella
ripartizione
delle
fonti
di
approvvigionamento
di
materie
prime
e
di
combustibile
la
parte
che
ci
spettava
,
rispondevano
:
Dei
bacini
metalliferi
,
minerari
,
carboniferi
?
che
bisogno
ne
avete
?
Pensiamo
noi
a
darvi
il
carbone
e
a
darvi
i
minerali
.
Anzi
ve
li
portiamo
in
casa
con
le
nostre
stesse
navi
:
che
volete
di
più
?
E
Nitti
,
supino
a
ringraziare
:
Ma
benissimo
;
oh
quanto
siete
generosi
!
Qualcuno
tentava
bene
di
protestare
,
in
Parlamento
e
nel
Paese
,
ma
Nitti
aveva
trovato
la
formula
per
far
stare
tutti
zitti
:
Per
carità
!
mi
volete
rovinare
?
Non
sapete
che
l
'
America
non
ci
dà
più
né
un
soldo
né
un
chicco
di
grano
se
non
stiamo
zitti
e
buoni
?
Non
sapete
che
abbiamo
la
fame
alle
porte
?
la
fame
e
la
rivoluzione
?
La
rivoluzione
minacciava
davvero
.
Ma
creata
,
o
almeno
,
permessa
da
lui
.
Fu
sotto
di
lui
,
lui
consenziente
,
che
la
masnada
bolscevica
trovò
le
sue
più
spavalde
audacie
:
esponente
di
tutti
gli
insulti
quotidiani
al
tricolore
,
la
quotidiana
aggressione
ai
militari
di
qualunque
grado
e
di
qualunque
arma
.
Fu
sotto
di
lui
,
lui
consenziente
,
che
Enrico
Malatesta
rientrò
in
Italia
e
poté
organizzare
,
fra
uno
sventolio
di
bandiere
rosse
,
quel
giro
trionfale
di
propaganda
comunista
che
trovò
poi
la
sua
eco
quotidiana
e
stabile
nella
Umanità
Nuova
e
,
più
tardi
,
il
suo
apogeo
nelle
bombe
del
Diana
.
Sotto
di
lui
,
infine
,
che
gridare
:
Viva
l
'
esercito
!
Viva
l
'
Italia
!
fu
considerato
sedizione
e
l
'
esporre
il
tricolore
,
provocazione
delittuosa
.
Né
meno
grave
di
questa
,
politica
e
diretta
,
è
la
responsabilità
di
Francesco
Nitti
nello
svolgimento
della
vita
economica
del
Paese
durante
il
suo
avvento
al
potere
.
Nessuno
dei
problemi
che
erano
imposti
,
e
urgentemente
,
dalla
necessità
del
riassetto
e
della
ricostruzione
,
venne
da
lui
risolto
.
Viceversa
,
si
affermò
attraverso
due
capisaldi
economici
ugualmente
disastrosi
:
i
monopoli
e
gli
aggravi
fiscali
.
Coi
primi
rovinava
il
commercio
del
Paese
;
con
l
'
altro
rovinava
le
industrie
colpendole
nel
momento
in
cui
esse
dovevano
superare
la
doppia
crisi
del
passaggio
dalla
guerra
alla
pace
e
della
intensificazione
della
produzione
imposta
,
quest
'
ultima
,
e
dalla
necessità
di
ridurre
al
minimo
le
importazioni
dall
'
estero
e
da
quella
di
assicurare
lavoro
alla
larga
disponibilità
di
mano
d
'
opera
che
la
cessazione
della
guerra
gettava
sul
mercato
.
Fu
in
questo
momento
che
il
Nitti
mentre
da
una
parte
liquidava
la
situazione
delle
industrie
,
nei
rapporti
con
il
Governo
,
con
uomini
che
erano
gli
esponenti
dei
criterii
e
dei
postulati
dell
'
alta
banca
internazionale
escogitava
dall
'
altra
il
decreto
sulla
nominatività
dei
titoli
che
veniva
a
distogliere
il
capitale
privato
dall
'
impiego
in
titoli
industriali
.
Fu
in
questo
momento
che
egli
cedette
al
Giulietti
,
a
prezzo
vilissimo
,
i
vapori
per
la
costituzione
di
quella
«
Cooperativa
Garibaldi
»
,
che
doveva
essere
non
soltanto
un
termine
di
concorrenza
sleale
contro
i
piccoli
armatori
che
costituiscono
per
tradizione
la
forza
intima
della
Marina
mercantile
italiana
,
ma
ancora
e
purtroppo
,
il
seme
del
bolscevismo
trasportato
in
seno
della
Federazione
Marinara
ed
esaltato
,
attraverso
la
bandiera
rossa
comunista
issata
sull
'
albero
maestro
dei
vapori
della
Cooperativa
.
Prosperava
l
'
impresa
Giulietti
sotto
le
ali
protettrici
del
Nitti
,
ma
intanto
rimanevano
invece
inascoltate
le
richieste
,
i
memoriali
,
le
esposizioni
degli
armatori
,
dei
costruttori
navali
,
degli
uomini
politici
che
prospettavano
al
Governo
l
'
urgenza
di
provvedimenti
realmente
efficaci
a
favore
della
marina
mercantile
,
l
'
urgenza
,
soprattutto
,
di
dotare
l
'
Italia
di
un
tonnellaggio
adeguato
ai
nuovi
bisogni
della
sua
nuova
vita
.
A
tutte
queste
proposte
e
richieste
,
Nitti
rispondeva
portando
Villa
e
De
Vito
al
Ministero
dei
Trasporti
e
avallando
i
disastrosi
decreti
del
primo
e
la
statizzazione
dei
giacimenti
ligniferi
fatta
dal
secondo
.
Che
un
uomo
della
competenza
dell
'
onorevole
Nitti
in
materia
di
economia
statale
passasse
così
di
errore
in
errore
in
buona
fede
,
è
inammissibile
.
Nessuno
potrà
mai
credere
che
egli
non
vedesse
quale
disastro
rappresentassero
per
il
Paese
la
sua
negativa
politica
commerciale
;
la
sua
coercitiva
e
paralizzante
politica
industriale
;
la
sua
disastrosa
politica
dei
trasporti
;
la
sua
catastrofica
politica
degli
approvvigionamenti
;
la
sua
avida
politica
fiscale
;
la
sua
criminosa
politica
demagogica
;
infine
,
la
sua
concezione
meramente
opportunistica
del
potere
per
cui
ogni
fattore
della
vita
nazionale
diventava
per
lui
soltanto
strumento
di
dominio
e
non
elemento
da
adoperare
in
armonia
con
gli
altri
per
il
bene
comune
.
E
allora
?
E
allora
dobbiamo
concludere
che
nel
concetto
dell
'
on
.
Nitti
,
governare
non
significava
più
mettere
le
proprie
forze
al
servizio
del
Paese
,
sibbene
,
asservire
il
Paese
alla
propria
ambizione
e
le
risorse
del
Paese
al
proprio
particolare
interesse
politico
.
Questo
il
suo
concetto
;
questa
la
sua
opera
;
questo
il
suo
delitto
.
Delitto
;
ché
,
per
giungere
al
proprio
fine
e
per
mantenere
il
potere
ad
ogni
costo
,
egli
non
esitò
a
servirsi
di
ogni
mezzo
,
anche
di
quelli
che
,
come
il
bolscevismo
accarezzato
dal
suo
bisogno
di
crearsi
un
appoggio
anche
nella
demagogia
diventavano
pericolo
mortale
per
il
Paese
.
Fosse
venuta
davvero
la
rivoluzione
,
egli
avrebbe
sfruttata
anche
questa
.
Ché
,
per
la
sua
amoralità
politica
,
ogni
carta
era
buona
in
quel
giuoco
che
per
sventura
nostra
si
chiamava
Italia
.
Tutto
stava
nel
gettarla
in
tempo
sul
tappeto
.
Questo
,
l
'
uomo
che
per
troppo
tempo
ha
arrischiato
nel
calcolo
delle
probabilità
del
profitto
suo
personale
la
vita
del
Paese
;
l
'
uomo
che
pensa
di
poter
riprendere
il
giuoco
;
l
'
uomo
che
,
per
rifarsi
il
prestigio
perduto
anche
in
quella
non
difficile
terra
che
è
la
sua
,
va
promettendo
agli
elettori
della
Lucania
che
nel
novembre
prossimo
egli
riavrà
sicuramente
il
potere
.
Uva
acerba
,
anche
per
la
vecchia
volpe
di
Muro
Lucano
.
E
speriamo
che
il
blocco
nazionale
delle
elezioni
le
impedisca
per
sempre
di
maturare
.
Nel
fascio
degli
antichi
littori
,
c
'
era
anche
la
scure
!