StampaQuotidiana ,
Quarantadue
sono
gli
iscritti
a
parlare
sulle
comunicazioni
del
Governo
;
e
,
a
quanto
si
assicura
,
sono
già
in
aumento
.
Saliranno
a
cinquanta
e
a
più
di
cinquanta
e
cioè
all
'
ottavo
dei
presenti
che
si
calcola
saranno
quattrocento
.
Questa
proporzione
è
assurda
e
ridicola
.
È
una
vecchia
tradizione
abitudinaria
,
che
bisogna
abbandonare
.
È
intollerabile
.
Sono
pregati
quanti
,
custodi
degl
'
immortali
principii
,
credessero
di
riconoscere
nelle
nostre
parole
un
proposito
di
violare
una
delle
tante
libertà
,
la
libertà
di
parola
,
di
ricordarsi
di
quello
che
inutilmente
è
stato
detto
e
scritto
e
ripetuto
tutte
le
volte
che
,
dopo
una
crisi
,
o
ad
una
riapertura
di
Camera
,
ci
sia
stata
la
solita
accademia
sulle
comunicazioni
del
governo
.
In
quelle
occasioni
,
da
tutte
le
parti
,
compresa
la
stampa
socialdemocratica
,
si
è
deplorato
le
chiacchiere
inutili
,
la
logorante
esposizione
di
tutto
lo
scibile
,
l
'
indisciplina
dei
gruppi
incapaci
di
designare
un
rappresentante
,
la
vanità
dei
singoli
,
preoccupati
di
collocare
il
proprio
discorso
,
e
via
di
seguito
.
E
la
deplorazione
è
stata
vana
,
sempre
vana
,
tanto
da
diventare
anche
essa
un
'
accademia
rituale
come
la
discussione
.
Noi
crediamo
invece
che
si
debba
finirla
con
l
'
una
e
con
l
'
altra
accademia
.
La
libertà
di
parola
non
c
'
entra
.
Poiché
in
un
Parlamento
bene
ordinato
il
diritto
di
parlare
trova
norme
e
limiti
spontanei
nella
disciplina
dei
gruppi
,
nella
sostanza
dei
discorsi
,
nella
condotta
degli
ascoltatori
.
In
Inghilterra
e
in
Francia
è
norma
quasi
costante
che
le
dichiarazioni
del
governo
abbiano
la
sanzione
del
voto
nella
giornata
stessa
in
cui
sono
state
pronunziate
.
Soltanto
in
Italia
un
voto
può
arrivare
dopo
una
settimana
.
Ci
pare
poi
che
questa
sia
una
buona
occasione
per
finirla
.
C
'
è
un
governo
che
si
costituisce
con
atti
,
che
si
è
già
affermato
con
atti
,
che
vuol
continuare
per
atti
.
Gli
atti
per
la
costituzione
del
governo
,
gli
atti
del
governo
,
sono
noti
,
definiti
.
La
Camera
quindi
può
,
deve
anzi
giudicarli
,
senza
prolisse
e
variopinte
interpretazioni
.
Le
comunicazioni
del
governo
saranno
appoggiate
a
questi
atti
e
non
saranno
il
solito
discorso
,
che
entra
in
gara
con
altri
discorsi
,
che
si
conclude
in
un
secondo
discorso
,
che
provochi
i
vani
discorsetti
delle
dichiarazioni
di
voto
.
Non
ci
deve
essere
posto
per
la
chiacchiera
,
soprattutto
per
la
chiacchiera
personale
dei
numerosi
deputati
,
i
quali
debbono
risolvere
pubblicamente
il
loro
caso
di
coscienza
,
per
passare
dal
culto
socialdemocratico
al
filofascismo
.
Questi
casi
di
coscienza
siano
risoluti
col
voto
,
e
basta
.
Tutto
il
resto
non
avrebbe
alcun
interesse
.
Potrebbe
anzi
fare
schifo
.
La
Camera
deve
,
se
ne
è
capace
,
dimostrare
alla
Nazione
di
assolvere
ancora
un
qualche
compito
.
Serio
,
positivo
,
quale
certamente
non
è
indicato
dal
numero
degli
oratori
,
chiamandoli
così
,
iscritti
per
la
discussione
sulle
comunicazioni
del
governo
.
La
Camera
deve
ricordarsi
di
avere
,
con
i
suoi
lunghi
periodi
di
vanità
parolaia
,
con
i
suoi
volgarissimi
e
abietti
litigi
,
con
la
sua
incontinenza
demagogica
nel
compromettere
la
solidità
del
bilancio
,
toccato
l
'
estremo
della
degenerazione
parlamentaristica
,
di
aver
essa
dato
al
Paese
il
tristo
spettacolo
di
un
istituto
in
paralisi
,
in
dissoluzione
.
La
Camera
ha
oggi
la
responsabilità
delle
sue
colpe
,
dei
suoi
errori
,
la
cui
diagnosi
è
stata
inutilmente
ripetuta
.
Spetta
oggi
alla
Camera
di
dimostrarsi
almeno
capace
di
contrizione
.