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CONTRO LA NAZIONE ( - , 1920 )
StampaQuotidiana ,
« Noi constatiamo che , ogni giorno che passa , le esigenze della Nazione appaiono in contrasto sempre più chiaro con principii e con metodi che il massimalismo dichiara di professare » . Queste sono parole del manifesto di Turati , Treves ed altri , fra i quali l ' on . Buozzi , quello stesso che dovrebbe condurre le schiere dei metallurgici . Sono parole timide e tardive , imposte dalla evidenza di un male che ha già fatto tutto il suo male . Sono la confessione , non sappiamo più quanto tempestiva , di una colpa . Quando durante la guerra , crisi per eccellenza della Nazione , e dopo la vittoria , suprema e massima conquista della Nazione , noi abbiamo ostinatamente denunziato il fine antinazionale del socialismo ufficiale , anche i firmatari del manifesto ci hanno risposto negando , deliberati di ignorare la Nazione per la classe . Oggi che , con la acquiescenza prima , con la complicità poi durante il governo di Nitti della cosiddetta classe politica dirigente , è stato distrutto , nella diffamazione dello sforzo bellico , nella dilapidazione del patrimonio morale della vittoria , il beneficio nazionale e però anche del proletariato , il benefizio italiano della guerra vinta , oggi soltanto , quando tutto il male è stato fatto e si impone a coloro che ne sono stati anch ' essi autori , più o meno inconsapevoli , si osa affermare l ' esistenza di una Nazione , la cui vita è minacciata dalla propaganda massimalista . Non occorre più ricercare prove di sotterranei e obliqui rapporti con lo straniero , bolscevico e non bolscevico ; non occorre sorprendere i colloqui notturni del rappresentante russo Vodosonoff con l ' on . Bucco e qualche redattore dell ' Avanti ! ; non occorre cercare la documentazione di sollecitazioni , diciamo così , jugoslave all ' improvviso sciopero generale della Venezia Giulia . Quando si deve ammettere che l ' azione massimalista è in contrasto con la Nazione , dopo un mostruoso esperimento in corpore vili oggi ben chiaro per tutti , la coincidenza dell ' interesse straniero e nemico con i moti operai , anche esibiti in formule economiche , è inevitabile . È nella cosa . Ci sia una Russia bolscevica , costretta dalla disperazione a propagare con oro il suo male ; ci sia una Jugoslavia , altrimenti impotente a contrastarci la vittoria , interessata ad avere una Italia paralizzata a prezzo minore di un qualsiasi tentativo bellico ; ci siano una Francia , un ' Inghilterra , desiderose di eliminare di fatto l ' Italia dal rango di grande potenza , sanguinosamente conquistato , non più per loro sopraffazione egemonica , ma per dissoluzione interna italiana ; ci siano oppure no a collaborare queste forze , avverse o addirittura nemiche , questo è certo : che il massimalismo nostrano lavora contro la Nazione a benefizio dello straniero . Anche quando finga di mantenersi , come nella lotta dei metallurgici , nei termini di una competizione sociale . Poiché , ammesso , ciò che non è , che i ripetuti assalti delle categorie organizzate sieno di carattere economico , è inoppugnabile che , dopo la conquista degli alti salari avvenuta durante la guerra stessa , l ' Italia doveva saper decidere , se nella formidabile lotta di accaparramento di produzione e di mercato , uscita dalla guerra , e in cui si gettavano giganteschi concorrenti , l ' industria italiana , cresciuta nella guerra , sarebbe stata sorretta dalla vittoria o umiliata come in una sconfitta . Ebbene ciò che oggi avviene è semplicemente questo : che la sconfitta , respinta al nemico vinto in campo aperto , è stata trasferita all ' azione interna del massimalismo . Questo , dopo Vittorio Veneto , ha voluto e vuole riportare l ' Italia a Caporetto senza il Piave . Anche se si tratti di una Caporetto economica . Poiché basterà aggiungere alla schiavitù delle materie prime , a quelle del tonnellaggio e del cambio , anche la schiavitù derivante dall ' inevitabile crollo della produzione stritolata nei puerili e criminali esperimenti di gestione collettiva , falliti miseramente anche in Russia per preparare all ' Italia le condizioni di una servitù politica . Ma quando si consideri che il movimento economico è baldanzosamente indicato come movimento politico , di deliberato carattere antinazionale , alimentato soltanto dalla diffamazione della guerra e della vittoria , quello che è un fatto inevitabile della stessa contesa economica nei termini che assume , diventa il proposito confessato , contro cui lo stesso manifesto socialista è obbligato di porsi . Ebbene questo proposito è di pochi e di miserabili . Ma ha un complice : il governo oggi è inferiore a quella stessa timida e tardiva resipiscenza tentata dai firmatari del manifesto . Il suo preteso agnosticismo nel conflitto economico , è in realtà fumosa cecità politica e torbida insensibilità nazionale . Il governo ignora di dover difendere il patrimonio comune , il patrimonio nazionale . Di doverlo difendere da un assalto che , consapevolmente o non , serve tutte le forze antinazionali e soltanto le forze antinazionali . Le formule , da esso cercate d ' ora in ora , sono miserabili pretesti . La sua inazione , quando basterebbe una modesta azione restauratrice , è un delitto . Esso tradisce , poiché quest ' ora che noi viviamo non è di rivoluzione , no , ma di disfatta . Di disfatta , dopo la vittoria sul campo !