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ITALIA E GERMANIA ( - , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Alfine , dopo duecento cinquanta giorni dalla nostra dichiarazione di guerra all ' Austria , l ' organo magno della borghesia italiana ha rotto il silenzio per tanto tempo conservato sulle relazioni fra Italia e Germania . Per otto lunghi mesi il Popolo d ' Italia si era trovato quasi solo a rimuover le stagnanti e oscure acque italo - tedesche , a illustrare il pericolo germanico , a chiedere apertamente , senza infingimenti , quello che era una necessità e un dovere per l ' Italia : la dichiarazione di guerra all ' impero del kaiser . Quasi sempre ci eravamo trovati di contro l ' ostilità della censura che mozzava notizie e argomentazioni . Ma la storia cammina , e nessun censore fino ad oggi è riuscito a trattenerla . Il destino ha un suo fatale andare . Ciò che è necessario e indeprecabile , al fine si impone . I mestatori , le fazioni , gli uomini di Stato , possono talvolta rallentare una corrente ; ma se essa è fatale , cioè se è determinata da grandi ragioni storiche , la corrente a un certo punto rompe gli ostacoli , travolge gli uomini e avanza . Quando il Popolo d ' Italia , che ha agitato coraggiosamente la nuova bandiera di fede e di lotta , incitava perché si dichiarasse guerra alla Germania , i timorati si scandalizzavano , il ministero stringeva i freni , e gli ossequienti censori imbiancavano le nostre colonne . Ma la storia cammina , anche non ostante i timori di Salandra , le intemperanze della censura e i silenzi di certi giornali . L ' equivoca situazione italo - tedesca ha generato un grave disagio in Italia e nel campo degli Alleati . Ormai anche i timorati e i prudenti rompono il silenzio . Tutti avvertono l ' equivoco . Il disagio morale va divenendo intollerabile . Ed ecco che anche il grave Corriere della Sera rompe la consegna , e constata che « dopo l ' inizio delle ostilità è accaduto qualche cosa che avrebbe potuto far apparire al Governo legittimo ed opportuno raccogliere la disfida che la Germania ci lanciava » . Il Corriere della Sera ha intitolato il suo articolo : « Alle radici del disagio » . Ma a queste radici ha solo accennato . Non le ha messe al sole ; non ha avuto il coraggio di svellerle . Eppure avrebbe dovuto farlo , poiché ammetteva che un disagio esiste . La situazione fra Italia e Germania è strana e oscura . Non chiari sono anche i rapporti fra noi e gli Alleati . Abbiamo firmato il patto di Londra . Ma ciò non ha troncato il nodo gordiano . In vero , ci siamo impegnati a non far pace separata con la Germania , cioè con una Potenza con cui ... non siamo in guerra ! Ecco il primo grande equivoco , di natura diplomatica . La guerra ufficialmente non è stata ancor dichiarata fra Italia e Germania . Viceversa effettivamente esiste , poiché l ' Impero tedesco dà all ' Austria oro , armi , munizioni , ufficiali , soldati . E l ' Illustrazione italiana , alcuni mesi fa , riproduceva la fotografia di un gruppo di autentici soldati tedeschi fatti prigionieri dai nostri nel Trentino . La pubblicazione del documento , corredata da una chiara ed esplicita indicazione , fu permessa dalla censura . Un giornale giolittiano di Torino , non certo sospettabile di odio alla Germania , dopo il siluramento dell ' Ancona pubblicava una nota secondo cui il Consiglio dei ministri italiano era venuto in possesso di prove testimonianti che il sommergibile siluratore non era austriaco . Il che voleva significare che era tedesco . Uno stato di guerra , adunque , esiste . Ma non si è avuta una dichiarazione ufficiale . Ed ecco il secondo grande equivoco , di natura militare . In definitiva esiste questo stato di fatto : la Germania opera ai fini della nostra sconfitta ; invece il Governo di Roma non osa rispondere , evita ogni mossa là dove può ritenere di trovarsi a fronte i tedeschi , cerca di tener celati tutti gli atti di ostilità che la Germania compie in nostro danno , e non reprime interamente come dovrebbe e potrebbe il contrabbando e lo spionaggio in favore della Germania . Gli eccessi della censura potranno in parte celare la verità agli italiani . Ma agli Alleati non di certo . Gli Alleati sanno , vedono e riflettono . Ed ecco la vera ragione di certe diffidenze . Perché Salandra non ha osato ? Forse per evitare una grande azione della Germania contro di noi ? Ma chi , in buona fede può crederlo ? Se la Germania avesse potuto agire contro di noi , lo avrebbe fatto molto volentieri , senza attendere la dichiarazione di guerra di Salandra . Riportiamo il parere di uno scrittore politico imparziale , amico del Presidente del Consiglio : « Data la linea generale del programma della Germania nel grande conflitto europeo , chi può sperare che la sua condotta verso l ' una o l ' altra potenza , e tanto meno verso l ' Italia , sia ispirata o possa essere ispirata da idee di generosità o da sentimenti di simpatia ? Se la Germania non attacca l ' Italia non è perché essa voglia riservarsi una porta per l ' avvenire , ma perché forse , in questo momento , crede più opportuno sfondare altre porte , o non crede di avere forze sufficienti per sfondare , insieme , anche questa delle Alpi . Ma state pur sicuri che se e quando stimerà opportuno e sarà in forze , non i vostri begli occhi , o germanofili di vecchia e nuova rocca , e non il ricordo dei vostri amori e delle vostre lotte in suo onore , frenerà la tedesca rabbia dal desiderio di venire a devastare le belle rive . Quando suonerà l ' ora di tentare il colpo contro l ' Italia , il tentativo sarà fatto . Figgetevi bene in mente questo . « Dunque , bisogna non addormentarsi nella stupidità della illusione sulla longanimità o la sentimentalità dei tedeschi per noi , o sull ' interesse dei tedeschi d ' averci amici , se non nel presente , nell ' avvenire » . Così scriveva Rastignac , pensatore non sospetto . Ciò valga anche per sfatare la idiota leggenda di una pretesa volontà tedesca di rappacificarsi con l ' Italia sotto gli auspici di ... Giovanni Giolitti . Fra Italia e Germania si è scavato un abisso che nessuno più colmerà , a meno che la prima non rinunzi al suo avvenire e alle sue aspirazioni nazionali . La Germania mira a Trieste e al Mediterraneo . La Germania ha bisogno , per sorreggersi , di un ' Austria forte , padrona dell ' Adriatico e dei Balcani . Tedeschi e italiani dunque , tendono a fini antitetici . Il trionfo degli uni richiede , come condizione necessaria , la sconfitta degli altri . E allora , qual ' è l ' intima ragione della politica di Salandra ? Noi riteniamo che , egli non osi gettar l ' ultima alea e varcare il Rubicone per semplici ragioni parlamentari . Egli teme la Camera . Ma col posporre gli interessi d ' Italia alla piccola politica di un Parlamento cui il popolo tolse ogni autorità nel maggio 1915 , l ' on . Salandra manca ai suoi doveri verso la nazione . La guerra è giunta a un punto tale che per chiudersi con una vittoria nostra è necessaria la più intima unione fra gli Alleati . Gli scacchi del 1915 si sono verificati per la mancanza di unione fra le Potenze dell ' Intesa . Per la vittoria occorre che questa unione si effettui . Occorre che si agisca con unità di intenti . E se per vincere fosse necessario che truppe anglo - francesi operassero in Italia , o che truppe italiane operassero nel Belgio o in Francia o altrove , ciò deve potersi verificare . La dichiarazione di guerra alla Germania è pertanto una premessa imprescindibile . Salandra osi . Irriterà i giolittiani , ma servirà l ' Italia . E poi , i giolittiani non gli concederanno mai pace , anche se l ' equivoco italo - tedesco perdura . Otto mesi di guerra dovrebbero aver insegnato almeno questo . Non abbiamo volutamente fatto cenno delle alte ragioni di civiltà che impongono anche a noi italiani la guerra contro la Germania . Ciò per dimostrare ai machiavellici che la dichiarazione di guerra ai tedeschi è imposta anche da considerazioni realistiche .