StampaQuotidiana ,
Fino
dalle
7,30
il
recinto
riservato
al
pubblico
nelle
Assise
va
popolandosi
discretamente
.
Giù
nel
cortile
del
palazzo
di
giustizia
passeggiano
molte
guardie
e
carabinieri
.
Altri
molti
agenti
sono
sparsi
nell
'
aula
e
nell
'
antisala
,
agli
ordini
diretti
del
commissario
Rossi
.
Si
notano
molti
questurini
in
borghese
.
L
'
accesso
ai
giornalisti
nei
posti
riservati
viene
regolato
rigorosamente
.
Gl
'
imputati
vengono
introdotti
nel
gabbione
alle
8,15
.
Essi
serbano
un
contegno
apparentemente
tranquillo
;
Palizzolo
è
pallidissimo
e
sorride
al
fratello
Eugenio
che
corre
a
stringergli
la
mano
,
quindi
scambia
poche
parole
con
Maggio
,
unico
dei
difensori
suoi
presenti
.
Degli
avvocati
soltanto
la
parte
civile
è
al
completo
.
Stante
l
'
ora
mattutina
non
sono
presenti
che
Melloni
e
Becchini
.
Più
tardi
sopraggiungono
Salerno
e
Venturini
.
Quando
si
apre
l
'
udienza
alle
8,30
,
circa
200
persone
sono
nel
recinto
del
pubblico
.
Fatto
l
'
appello
dei
giurati
e
degli
imputati
,
il
Presidente
passa
subito
a
svolgere
il
riassunto
.
Egli
che
appare
assai
sofferente
,
comincia
dal
fare
l
'
elogio
dei
giurati
che
con
spirito
di
abnegazione
hanno
seguito
diligentemente
lo
svolgersi
di
questo
immenso
processo
.
Dice
che
il
loro
esempio
è
degno
di
essere
tramandato
alla
storia
.
Il
comm
.
Frigotto
con
rapidissima
sintesi
ricostruisce
la
narrazione
dell
'
assassinio
di
Notarbartolo
al
Ponte
Curreri
,
cominciando
dal
rinvenimento
del
cadavere
di
Notarbartolo
e
passando
subito
a
ricordare
tutte
le
indagini
compiute
dalla
polizia
e
dai
carabinieri
per
raggiungere
i
colpevoli
.
Delinea
efficacemente
la
nobilissima
figura
della
povera
vittima
,
di
cui
fa
un
vivissimo
elogio
e
ricorda
le
varie
istruttorie
seguitesi
dall
'
autorità
giudiziaria
per
accertare
la
responsabilità
dei
maggiormente
indiziati
,
Carollo
,
Garufi
e
Fontana
.
Ricorda
il
loro
primo
proscioglimento
,
il
nuovo
arresto
dei
due
primi
e
il
loro
rinvio
alle
Assise
di
Milano
.
Accenna
alle
varie
causali
,
alle
quali
il
delitto
è
stato
attribuito
,
fra
cui
,
la
più
insistente
,
quella
relativa
agli
astii
incontrati
da
Notarbartolo
al
Banco
di
Sicilia
con
Palizzolo
ed
altri
consiglieri
.
Rileva
che
il
nome
di
Palizzolo
corse
per
le
bocche
di
tutti
poco
tempo
dopo
il
delitto
come
quello
del
mandante
,
e
gradatamente
,
dopo
aver
descritto
le
fasi
delle
varie
istruttorie
seguitesi
,
viene
a
parlare
del
processo
di
Milano
;
ove
fu
lanciata
dal
figliuolo
della
vittima
l
'
accusa
contro
Palizzolo
il
cui
nome
fu
ripetuto
poi
da
un
'
infinità
di
testimoni
come
colui
che
fosse
accusato
dalla
voce
pubblica
come
mandante
,
fino
dai
primi
momenti
che
si
ebbe
notizia
dell
'
assassinio
.
Il
Presidente
conclude
rapidamente
questa
parte
fino
al
rinvio
di
Palizzolo
,
Fontana
e
Garufi
alle
Assise
di
Bologna
.
Quindi
comincia
a
spiegare
i
quesiti
...
I
giurati
finalmente
entrano
nella
loro
camera
di
deliberazione
:
sono
le
21,50
.
Nell
'
aula
il
pubblico
si
abbandona
ad
un
cicaleccio
vivacissimo
facendo
le
più
disparate
previsioni
sull
'
esito
del
verdetto
.
Molta
folla
rumoreggia
fuori
,
trattenuta
da
guardie
e
carabinieri
regolanti
l
'
accesso
.
Oltre
quelle
poche
centinaia
di
fortunati
che
sono
riusciti
a
penetrare
nel
recinto
riservato
al
pubblico
,
ove
si
notano
,
nonostante
l
'
ora
tarda
parecchie
signore
ed
alcuni
preti
,
il
vestibolo
.
Lo
scalone
,
gli
ambulatori
del
Palazzo
di
giustizia
spesseggiano
di
folla
.
Una
grande
,
morbosa
curiosità
ha
invaso
tutti
.
L
'
attesa
del
verdetto
è
divenuta
febbrile
,
intensa
.
I
giurati
escono
dalla
sala
delle
deliberazioni
alle
ore
23,25
.
L
'
attesa
è
intensissima
.
Si
cerca
di
leggere
nei
loro
visi
la
sentenza
di
condanna
o
l
'
assoluzione
;
ma
nulla
essi
fanno
trapelare
.
Tutti
sono
imperscrutabili
,
ora
come
durante
l
'
intero
lunghissimo
dibattimento
.
Il
Presidente
,
per
precauzione
,
ha
fatto
venire
un
medico
.
Fra
un
silenzio
di
tomba
,
il
capo
dei
giurati
Gualtiero
Guaiani
,
posta
la
mano
sul
cuore
,
pronunzia
la
formula
sacramentale
:
«
Sul
mio
onore
e
sulla
mia
coscienza
il
verdetto
dei
giurati
è
il
seguente
:
Questione
l
ª
principale
-
L
'
accusato
Fontana
Giuseppe
è
colpevole
di
avere
la
sera
del
1°
febbraio
1893
,
lungo
il
tratto
ferroviario
Termini
-
Trabia
,
in
uno
scompartimento
di
prima
classe
,
inferto
da
solo
e
con
altri
o
immediatamente
con
altri
cooperato
ad
inferire
,
con
arma
da
taglio
al
comm
.
Emanuele
Notarbartolo
lesioni
,
che
furono
causa
della
di
lui
morte
e
ciò
con
intenzione
di
ucciderlo
?
A
maggioranza
:
sì
.
Sono
accordate
le
attenuanti
.
Questione
2ª
-
L
'
accusato
Fontana
Giuseppe
ha
commesso
il
fatto
di
cui
fu
ritenuto
colpevole
,
con
premeditazione
?
A
maggioranza
:
sì
.
Questione
3ª
principale
-
L
'
accusato
Palizzolo
Raffaele
è
colpevole
di
avere
determinato
altri
a
commettere
l
'
omicidio
in
danno
del
comm
.
Emanuele
Notarbartolo
?
A
maggioranza
:
sì
.
Sono
accordate
le
attenuanti
.
Questione
4ª
-
L
'
accusato
Palizzolo
Raffaele
ha
commesso
il
fatto
di
cui
fu
ritenuto
colpevole
con
premeditazione
?
A
maggioranza
:
sì
.
I
primi
sì
relativi
a
Fontana
e
a
Palizzolo
vengono
accolti
da
applausi
,
e
da
grida
di
bene
e
bravo
.
Il
presidente
scampanella
furiosamente
.
Il
momento
è
veramente
solenne
.
I
difensori
appaiono
commossi
e
commossi
sono
evidentemente
i
giurati
medesimi
.
Il
presidente
ordina
che
vengano
introdotti
gli
imputati
.
Questi
entrano
nella
gabbia
fra
numerosi
carabinieri
che
vi
rimangono
.
Gli
imputati
sono
pallidissimi
.
Palizzolo
fa
sforzi
per
imporsi
la
calma
,
ma
la
sua
agitazione
è
evidente
.
I
due
Vitali
e
Bruno
rimangono
tranquilli
.
Palizzolo
giunge
le
mani
sorridendo
tristamente
,
poi
piega
le
braccia
e
rimane
con
gli
occhi
socchiusi
,
scrollando
il
capo
nervosamente
.
Fontana
abbassa
gli
occhi
e
congiunge
le
mani
nervosamente
;
ma
il
suo
viso
nulla
lascia
trasparire
della
sua
agitazione
.
L
'
avv
.
Cevidalli
presenta
le
conclusioni
della
P
.
C
.
con
le
quali
chiede
siano
applicate
le
pene
di
legge
,
condannando
gli
accusati
ai
danni
da
liquidarsi
in
separata
sede
.
Il
P
.
M
.
Bertola
fra
l
'
attenzione
generale
presenta
le
proprie
richieste
:
Per
Palizzolo
,
mandante
dell
'
assassinio
Notarbartolo
,
chiedo
la
condanna
a
trent
'
anni
.
Scoppiano
grida
di
bene
e
bravo
.
Il
clamore
è
assordante
e
gli
zittii
non
riescono
a
farlo
cessare
e
occorre
una
energica
scampanellata
presidenziale
per
far
tornare
la
calma
.
Bertola
riprende
:
Per
Fontana
la
posizione
è
identica
a
quella
di
Palizzolo
;
chiedo
quindi
che
si
condanni
a
trenta
anni
.
Palizzolo
con
voce
vibrata
:
Domando
la
parola
!
Presidente
.
Aspettate
un
momento
.
Quindi
il
presidente
chiede
ai
difensori
dei
condannati
che
cosa
abbiano
ad
aggiungere
prima
che
la
Corte
emetta
la
sentenza
.
Venturini
,
difensore
di
Palazzolo
,
dichiara
di
rimettersi
alla
giustizia
della
Corte
.
Stoppato
,
difensore
di
Fontana
,
altrettanto
.
Il
Presidente
concede
la
parola
a
Palizzolo
.
In
questo
momento
scocca
la
mezzanotte
.
Fra
grande
silenzio
l
'
ex
deputato
di
Palermo
con
voce
convulsa
ma
forte
,
dice
placatamente
:
«
Una
sola
parola
»
!
Poi
prorompe
:
«
Signori
giurati
,
siete
stati
ingannati
.
Sono
innocente
,
Iddio
saprà
vendicarmi
,
non
su
voi
,
signori
giurati
,
ma
su
chi
mi
ha
assassinato
»
.
Fontana
grida
,
stendendo
la
mano
verso
i
giurati
:
«
Anch
'
io
sono
innocente
,
lo
giuro
sulla
tomba
di
mia
moglie
»
.
La
Corte
si
ritira
per
emettere
la
sentenza
.
Nell
'
aula
si
animano
conversazioni
vivaci
,
discussioni
svariate
sull
'
esito
del
processo
.
Per
sentimento
di
delicatezza
non
vi
riferisco
qual
sia
il
tono
generale
di
tali
discorsi
.
Riproduco
soltanto
questa
frase
che
fiorisce
sulle
bocche
di
moltissimi
:
«
Bologna
si
è
fatto
onore
»
.
Il
Presidente
legge
la
sentenza
colla
quale
Palizzolo
e
Fontana
sono
condannati
a
30
anni
di
reclusione
ciascuno
,
a
10
anni
di
sorveglianza
speciale
,
all
'
interdizione
perpetua
dai
pubblici
uffici
,
all
'
interdizione
legale
durante
la
pena
.
Palizzolo
e
Fontana
alla
rivalsa
dei
danni
alla
parte
lesa
Notarbartolo
e
alle
spese
.
Scoppia
un
grande
clamore
di
applausi
.
Il
presidente
scampanella
,
quindi
dice
:
Dichiaro
chiusa
la
sessione
aperta
il
9
settembre
;
ringrazio
i
giurati
del
servizio
prestato
per
tanti
mesi
nell
'
interesse
della
giustizia
.
L
'
aula
si
sfolla
rumorosamente
fra
gli
applausi
e
le
grida
di
:
viva
la
giustizia
bolognese
.
StampaQuotidiana ,
Gli
operai
della
Fonderia
Oretea
e
dello
Scalo
di
Alaggio
,
come
di
consueto
,
stamane
si
erano
recati
al
lavoro
,
quando
tra
di
loro
si
sparse
la
notizia
,
ieri
pubblicatasi
da
qualche
giornale
,
che
,
nella
nuova
ripartizione
dei
fondi
del
ministero
della
marina
e
dell
'
industria
navale
statale
e
privata
,
sarebbe
stata
trascurata
la
Sicilia
.
Tale
notizia
circolando
e
ingrandendosi
di
bocca
in
bocca
,
provocò
una
giusta
esasperazione
nell
'
animo
degli
operai
,
i
quali
,
smessa
la
giubba
di
lavoro
che
avevano
allora
indossato
,
si
vestirono
e
lasciarono
le
officine
e
,
col
proposito
di
scioperare
e
di
dimostrare
,
si
diedero
appuntamento
per
le
ore
9
al
Foro
Italico
,
presso
Porta
Felice
.
Ivi
furono
raggiunti
dal
direttore
della
Fonderia
cav
.
ing
.
Torrente
il
quale
lesse
loro
dei
telegrammi
del
presidente
dei
ministri
on
.
Zanardelli
,
del
ministro
dell
'
interno
on
.
Giolitti
,
e
di
quello
della
marina
on
.
Morin
,
in
cui
si
diceva
che
poiché
i
lavori
che
la
marina
ha
in
corso
di
fornitura
presso
l
'
industria
privata
consistono
principalmente
in
corazze
,
cannoni
e
macchine
motrici
per
navi
,
tali
lavori
non
potevano
commettersi
in
Sicilia
perché
non
vi
esistevano
stabilimenti
per
l
'
esecuzione
di
essi
.
Gli
operai
,
non
ascoltando
agli
incitamenti
alla
calma
loro
fatti
dal
cav
.
Torrente
e
dall
'
ispettore
Marzullo
,
in
preda
a
viva
agitazione
,
finirono
per
irrompere
clamorosamente
in
massa
nel
corso
Vittorio
Emanuele
.
Accorsa
la
pubblica
sicurezza
furono
suonati
gli
squilli
di
tromba
e
caricati
i
dimostranti
,
ma
inutilmente
,
giacché
gli
operai
,
essendo
in
numero
di
molto
maggiore
,
sopraffecero
la
forza
e
proseguirono
la
loro
marcia
dirigendosi
verso
la
Piazza
Pretoria
.
Dal
municipio
viene
quindi
per
telefono
avvertita
la
questura
che
i
dimostranti
si
vanno
riunendo
sotto
il
palazzo
municipale
e
tosto
vien
mandata
colà
una
buona
parte
della
forza
con
numerosi
funzionari
,
ma
già
la
folla
ha
invaso
ed
occupato
tutta
la
piazza
del
Municipio
e
mentre
gli
agenti
e
i
carabinieri
si
dispongono
in
guisa
da
circondare
i
dimostranti
,
sopraggiunge
l
'
on
.
avv
.
Di
Stefano
con
i
presidenti
delle
otto
società
operaie
del
mandamento
Molo
,
che
viene
accolto
da
fragorosi
applausi
.
Da
una
finestra
degli
uffici
di
Stato
Civile
,
ottenuto
un
po
di
silenzio
,
fa
un
breve
discorso
,
interrotto
spesso
dalle
grida
dei
dimostranti
.
Egli
ricorda
che
se
il
precedente
ministero
non
fosse
caduto
,
si
sarebbe
ottenuta
a
quest
'
ora
,
dietro
le
pratiche
fatte
,
una
legge
per
la
quale
gli
operai
marittimi
della
nostra
città
avrebbero
avuto
pane
e
lavoro
.
Però
la
Camera
fra
qualche
giorno
si
riaprirà
,
e
il
progetto
di
legge
,
dal
quale
si
ripromettono
i
dovuti
benefizi
,
sarà
senza
fallo
presentato
e
discusso
.
L
'
oratore
finisce
raccomandando
agli
operai
di
mantenersi
calmi
,
di
attendere
ancora
un
po
,
giacché
tanta
pazienza
hanno
finora
dimostrato
,
ed
annunziando
che
lunedì
prossimo
egli
partirà
per
Roma
con
una
commissione
di
operai
,
per
ottenere
dal
ministro
dei
lavori
pubblici
e
da
quello
della
marina
,
in
via
d
'
urgenza
,
qualche
lavoro
nel
quale
possano
essere
occupati
il
maggior
numero
degli
operai
.
StampaQuotidiana ,
Una
delle
più
tristi
giornate
oggi
per
il
cronista
!
I
disordini
ordinari
erano
naturalmente
preveduti
.
poiché
la
deliberazione
presa
ieri
nei
locali
della
società
Ignazio
e
Vincenzo
Florio
,
di
mantenere
cioè
vivissima
l
'
agitazione
,
non
poteva
che
preludere
ai
gravi
tumulti
che
tutti
dobbiamo
deplorare
.
Ma
agli
operai
marittimi
si
unirono
anche
gli
agrumari
,
i
quali
perciò
si
astennero
pure
dal
lavoro
.
Anche
le
incassatrici
furono
invitate
ad
abbandonare
il
lavoro
,
e
dinanzi
un
magazzino
in
via
Principe
Belmonte
,
il
cui
proprietario
sig
.
Barba
si
era
opposto
a
che
le
sue
lavoranti
smettessero
dal
lavorare
,
accadde
il
primo
tafferuglio
nel
quale
si
distinsero
specialmente
le
donne
.
Verso
le
ore
7,30
tutte
le
incassatrici
e
gli
impiegati
alla
manifattura
delle
casse
di
agrumi
,
sbucando
dalla
via
Emerico
Amari
,
via
Principe
Belmonte
,
via
Stabile
,
via
Polacchi
gridando
,
anzi
imprecando
,
accorsero
in
via
Borgo
,
ove
si
riunivano
agli
operai
marittimi
.
Verso
le
ore
8
tutta
quella
massa
imponente
invase
i
locali
dell
'
officina
elettrica
e
dell
'
officina
dei
trams
,
gridando
sempre
a
squarciagola
,
invitando
quegli
operai
a
lasciare
il
lavoro
.
I
dimostranti
,
così
ingrossati
,
tornarono
in
via
Borgo
.
Quivi
diedero
l
'
assalto
ai
trams
elettrici
,
chiedendo
che
fosse
sospeso
il
servizio
e
poiché
guidatori
e
bigliettari
naturalmente
si
opposero
,
cominciarono
a
tirar
sassi
contro
le
vetture
,
frantumando
i
cristalli
.
Ma
i
guidatori
proseguirono
ciò
nonostante
il
loro
cammino
,
prima
lentamente
,
poi
a
tutta
velocità
,
riuscendo
così
a
sfuggire
agli
assalitori
che
continuarono
ad
inseguirli
per
un
buon
tratto
,
lanciando
sassi
.
Intanto
una
buona
parte
dei
dimostranti
volendo
ad
ogni
costo
impedire
che
circolassero
i
trams
,
servendosi
delle
barche
che
erano
a
secco
al
Sammuzzo
,
cominciarono
a
costruire
delle
barricate
,
nella
via
Borgo
,
all
'
altezza
di
via
Stabile
,
per
impedire
così
il
passaggio
alle
vetture
elettriche
.
Uomini
e
donne
trasportavano
le
barche
e
le
ponevano
una
sull
'
altra
gridando
:
Le
barricate
!
le
barricate
!
Vengono
suonati
gli
squilli
di
tromba
,
si
viene
a
colluttazione
fra
dimostranti
e
forza
pubblica
;
i
soldati
inastano
le
bajonette
,
ed
allora
il
capitano
ordina
la
carica
.
I
dimostranti
dapprincipio
resistono
,
e
qualche
sasso
vien
lanciato
contro
la
truppa
.
Donne
,
bambini
,
vecchi
,
cadono
trascinati
dalla
folla
,
spinti
,
urtati
,
stramazzano
a
terra
ed
i
contusi
non
son
pochi
.
La
situazione
è
davvero
emozionante
;
si
ha
la
prova
oramai
che
i
dimostranti
non
vogliono
fare
una
delle
solite
innocenti
proteste
:
essi
non
temono
le
bajonette
e
tentano
di
procedere
innanzi
,
rompendo
i
cordoni
della
truppa
.
Finalmente
militari
ed
agenti
di
pubblica
sicurezza
riescono
a
fare
indietreggiare
i
dimostranti
che
si
dividono
allora
in
due
grandi
colonne
,
una
delle
quali
si
avvia
per
la
via
Principe
Scordia
,
e
l
'
altra
è
spinta
fino
in
piazza
Ucciardone
.
Agli
operai
frattanto
s
'
erano
uniti
una
quantità
di
monelli
,
dalle
faccie
patibolari
,
che
sogliono
profittare
delle
tristi
circostanze
per
sfogare
il
loro
odio
contro
gli
agenti
dell
'
ordine
.
La
via
Maqueda
,
dal
tratto
di
Sant
'
Agostino
fino
ai
Quattro
Canti
è
addirittura
gremita
di
dimostranti
.
L
'
ispettore
cav
.
Marzullo
intima
loro
di
sciogliersi
,
ma
naturalmente
.
non
viene
obbedito
,
e
allora
vengono
suonati
i
soliti
squilli
di
tromba
che
echeggiano
questa
volta
sinistramente
.
Nessuno
però
si
mosse
e
i
soldati
vennero
allora
spinti
alla
carica
.
Neanco
questo
giovò
.
I
dimostranti
contendendo
il
terreno
passo
a
passo
,
cominciarono
a
lanciare
dei
sassi
contro
la
truppa
,
e
i
soldati
,
i
carabinieri
,
gli
agenti
,
tentando
di
schivare
quei
proiettili
che
spesso
però
colpivano
il
segno
,
continuarono
a
procedere
innanzi
,
armati
,
più
che
di
altro
,
di
pazienza
e
di
rassegnazione
.
Intanto
i
bersaglieri
respingono
i
dimostranti
fino
all
'
angolo
della
via
Celso
,
mentre
a
rinforzarli
sopraggiungono
due
compagnie
del
14°
fanteria
le
quali
si
dispongono
in
doppio
cordone
avanti
la
discesa
di
Piazza
Nuova
,
in
via
Maqueda
.
Vengono
suonati
gli
squilli
di
tromba
ma
i
dimostranti
inveiscono
contro
le
guardie
lanciando
grossissimi
sassi
.
È
un
momento
di
grande
trepidazione
.
Militari
ed
agenti
stanno
fermi
ai
loro
posti
,
apparentemente
tranquilli
,
e
spesso
vengono
colpiti
da
proiettili
più
o
meno
grossi
.
Il
maresciallo
dei
carabinieri
Pittaluga
viene
ferito
da
una
sassata
alla
tempia
destra
.
Vengono
frantumati
i
vetri
di
un
fanale
e
allora
il
desiderio
di
distruggere
spinge
la
folla
ad
atti
deplorevoli
.
I
vetri
di
tutti
i
fanali
che
sono
nella
via
Maqueda
cadono
infranti
;
il
fragore
dei
vetri
che
si
rompono
dà
alla
selvaggia
scena
un
aspetto
triste
.
Si
ripetono
gli
squilli
di
tromba
di
tanto
in
tanto
,
si
torna
a
fare
delle
cariche
,
ma
la
folla
dei
dimostranti
non
indietreggia
.
Per
un
momento
sembra
che
le
cose
debbano
calmarsi
,
ma
la
folla
ingrossa
sempre
più
,
e
diventa
più
pericolosa
.
Vengono
suonati
ancora
una
volta
gli
squilli
di
tromba
ma
i
dimostranti
inveiscono
contro
le
guardie
lanciando
grossissimi
sassi
.
È
un
momento
di
grande
trepidazione
.
Militari
ed
agenti
stanno
fermi
ai
loro
posti
,
apparentemente
tranquilli
,
e
spesso
vengono
colpiti
da
proiettili
più
o
meno
grossi
.
Il
maresciallo
dei
carabinieri
Pittaluga
viene
ferito
da
una
sassata
alla
tempia
destra
.
Vengono
frantumati
i
vetri
di
un
fanale
e
allora
il
desiderio
di
distruggere
spinge
la
folla
ad
atti
deplorevoli
.
Intanto
i
Quattro
Canti
di
città
,
tutta
la
via
Maqueda
,
il
corso
Vittorio
Emanuele
sano
occupati
militarmente
.
I
balconi
sono
addirittura
gremiti
,
grande
folla
tumultuante
fa
ressa
dietro
i
cordoni
della
truppa
.
Le
botteghe
sono
chiuse
,
gli
uffici
pubblici
,
alcuni
chiusi
,
alcuni
altri
,
come
il
Municipio
,
il
Palazzo
delle
Finanze
,
sono
custoditi
da
compagnie
di
soldati
.
Una
gran
folla
di
dimostranti
occupa
la
piazza
Pretoria
e
comincia
a
lanciar
sassi
contro
i
fanali
e
contro
le
finestre
del
Municipio
,
la
cui
porta
d
'
ingresso
è
chiusa
e
custodita
anche
da
cantonieri
municipali
.
Verso
le
ore
14
,
la
grande
maggioranza
degli
operai
dimostranti
si
ritira
e
prende
il
sopravvento
la
ciurmaglia
dei
malviventi
,
monelli
,
giovinastri
,
brutti
ceffi
,
tutto
insomma
il
più
putrescente
strato
sociale
.
Verso
le
ore
16
,
l
'
aspetto
della
città
è
caratteristicamente
triste
.
La
gente
si
affaccia
ai
balconi
,
guardando
in
fondo
alle
strade
,
dove
,
di
tanto
in
tanto
,
si
destano
dei
pànici
,
e
si
vede
la
gente
che
corre
per
ripararsi
da
un
qualche
guaio
.
Nei
quartieri
popolari
,
specialmente
nel
rione
Capo
,
per
quei
vicoletti
angusti
,
tortuosi
e
popolosi
,
squadre
di
monelli
e
di
giovani
di
aspetto
molto
dubbio
,
scorazzano
ogni
tanto
vociando
e
lanciando
sassi
ai
fanali
,
ai
balconi
e
alle
vetrine
dei
negozi
.
Le
botteghe
che
fin
da
stamane
si
erano
chiuse
,
poi
si
sono
man
mano
riaperte
;
ma
ad
ogni
irruzione
vandalica
che
si
annunzia
da
lontano
si
richiudono
rapidamente
.
StampaQuotidiana ,
Tariffa
dei
pedaggi
da
riscuotersi
alle
barriere
instituite
nello
interesse
della
Provincia
di
Palermo
lungo
le
strade
e
nelle
località
indicate
nel
R
.
Decreto
del
7.5
gennaio
1870
.
1
.
Ogni
asino
da
soma
carico
pagherà
L.0,05
2
.
Più
asini
da
soma
pagheranno
per
cadauno
»
0,05
3.Per
ogni
cavallo
giumenta
o
mulo
da
sella
o
da
soma
si
pagheranno
»
0,10
4
.
Per
ogni
carretta
da
trasporto
scarica
tirata
da
un
asino
»
0,10
5
.
Per
ogni
carretta
carica
tirata
da
un
asino
»
0,15
6
.
Per
ogni
carretta
tirata
da
un
cavallo
o
mulo
»
0,20
7
.
Detta
scarica
»
0,15
8
.
Per
ogni
carretta
o
carro
tirato
da
due
bovi
,
o
due
cavalli
o
due
muli
»
0,30
9
.
Detti
scarichi
tirati
da
due
bovi
o
due
cavalli
o
due
muli
»
0,20
10
.
Detti
tirati
da
quattro
bovi
,
da
quattro
cavalli
o
da
quattro
muli
»
0,50
11
.
Detti
scarichi
»
0,35
12
.
Detti
tirati
da
sei
bovi
,
o
dai
sei
muli
o
più
»
0,85
13
.
Detti
scarichi
»
0,50
14
.
Per
ogni
calesse
ad
un
cavallo
»
0,20
15
.
Per
ogni
carrozza
a
quattro
ruote
ad
un
cavallo
»
0,30
16
.
Detta
a
due
cavalli
»
0,40
17
.
Detta
a
tre
cavalli
»
0,50
18
.
Detta
a
quattro
cavalli
o
più
»
0,85
ESENZIONI
-
Saranno
eccettuati
ed
esenti
dal
diritto
di
pedaggio
le
persone
Reali
,
ed
il
loro
accompagnamento
,
i
Prefetti
,
Sottoprefetti
e
Consiglieri
di
Prefettura
,
gli
Ispettori
,
Ingegneri
,
Aiutanti
ed
Assistenti
del
Genio
Civile
,
e
deputati
Provinciali
,
e
locali
delle
opere
pubbliche
,
gl
'
Ispettori
e
Guardie
Generali
di
acque
e
foreste
,
gli
agenti
postali
e
telegrafici
,
i
guardia
boschi
e
guardacaccia
,
gli
uffiziali
del
R
.
esercito
sia
a
cavallo
,
sia
in
carrozza
,
e
la
truppa
in
servizio
e
con
uniforme
,
non
che
i
cavalli
,
carri
,
treni
ed
ogni
altro
addetto
di
ogni
corpo
di
esercito
,
i
Carabinieri
ed
i
Militi
,
le
Guardie
doganali
,
e
Direttori
provinciali
,
gli
Agenti
di
Questura
,
gli
appaltatori
delle
strade
,
anche
ferrate
,
che
pure
si
trovano
esentati
nei
contratti
in
vigore
,
e
gli
appaltatori
di
tutte
le
altre
opere
pubbliche
comunali
,
provinciali
e
nazionali
per
il
trasporto
di
materiali
necessarii
alla
costruzione
e
conservazione
delle
strade
e
delle
altre
opere
suddette
;
tutti
quei
proprietarii
che
per
la
contiguità
dei
loro
fondi
colle
barriere
sono
stati
esenti
finora
;
le
carrette
cariche
ed
i
bagagli
militari
;
le
vetture
ed
i
carri
appartenenti
ai
Frati
mendicanti
;
i
cavalli
da
posta
attaccati
alle
vetture
corriere
anche
per
tornare
da
qualunque
servizio
al
loro
rilievo
,
le
carrozze
che
conducono
corrieri
straordinarii
,
ed
i
cavalli
che
andranno
per
servizio
delle
staffette
;
e
finalmente
le
carrette
dei
procacci
pel
trasporto
dei
fondi
nazionali
,
provinciali
e
comunali
.
Sono
però
obbligati
al
pagamento
del
dazio
tutti
i
viandanti
con
carrozze
proprie
,
ancorché
facessero
uso
dei
cavalli
da
posta
.
StampaQuotidiana ,
Lina
Cavalieri
,
fanciulla
,
era
una
di
quelle
deliziose
ciociare
di
Piazza
di
Spagna
a
Roma
le
quali
con
gli
occhi
grandi
e
neri
,
le
guancie
rosee
,
il
corpo
slanciato
,
invitano
con
insistenza
il
forestiere
ed
il
passante
ad
acquistare
un
fiorellino
,
oppure
fanno
da
modelle
ai
pittori
della
via
del
Babbuino
.
Ella
venne
poscia
educata
alla
musica
e
debuttò
applauditissima
nei
cafés
chantants
.
Cantò
anche
a
Parigi
,
ove
grande
grido
sollevò
la
sua
bellezza
,
tanto
che
ora
,
insieme
alla
Belle
Otéro
,
alla
Liane
de
Pugy
,
e
alla
Cléo
de
Mèrode
,
la
Cavalieri
è
annoverata
fra
le
beautés
mondiali
.
Dai
cafés
chantants
ella
passò
all
'
opera
seria
onde
ha
già
cantato
applaudita
al
S
.
Carlo
di
Napoli
,
a
Madrid
ed
in
altri
importanti
teatri
.
Adesso
il
pubblico
palermitano
avrà
il
piacere
di
applaudirla
nella
Bohème
.
Infatti
Lina
Cavalieri
è
arrivata
ieri
a
Palermo
,
e
incomincerà
presto
le
prove
dell
'
opera
del
maestro
Puccini
.
StampaPeriodica ,
L
altro
giorno
mi
arrivò
un
dispaccio
telegrafico
direttomi
da
S
.
E
.
il
signor
Ministro
dell
Interno
,
il
quale
mi
invitava
a
recarmi
subito
a
Firenze
.
Io
ubbidii
all
istante
,
e
saltai
su
un
vagone
a
Bologna
e
dopo
cinque
ore
era
a
Firenze
.
Andai
difilato
al
palazzo
del
Ministero
dell
Interno
,
e
appena
mi
videro
fui
subito
introdotto
nel
gabinetto
di
S
.
E
.
Il
ministro
tosto
che
mi
vide
,
fece
un
bel
risolino
e
con
molta
grazia
mi
salutò
,
dicendomi
:
Ben
venuta
,
cara
Marmitta
,
vi
saluto
.
Eccellenza
,
me
le
inchino
devotamente
.
Brava
,
io
ho
molto
bisogno
di
voi
.
Eccomi
,
Eccellenza
,
sono
ai
suoi
ordini
.
Lasciamo
i
preamboli
e
veniamo
all
ergo
.
Come
sapete
,
fra
poco
si
faranno
le
elezioni
generali
in
Italia
.
Lo
so
,
Eccellenza
;
cioè
lo
so
,
almeno
così
sento
a
dire
.
Ebbene
:
bisogna
che
voi
mi
aiutate
.
Io
?
Voi
.
La
Marmitta
deve
avere
una
parte
principalissima
in
queste
elezioni
,
come
ha
sempre
avuto
in
tutte
le
altre
.
Eccomi
qua
,
farò
quanto
mi
dice
l
Eccellenza
Vostra
Bisogna
,
mia
cara
,
raddoppiare
razione
e
dare
buoni
bocconi
ai
vostri
e
miei
amici
.
Eh
!
non
mancherò
di
fare
il
mio
dovere
.
Ma
...
Ma...,
ho
capito
:
vi
vuole
il
cumquibus
.
Per
questo
non
ci
pensate
,
sono
qua
io
.
Ho
fondi
segreti
abbastanza
abbondanti
,
e
finora
ho
fatto
economia
per
avere
buone
somme
per
queste
elezioni
.
Sento
però
a
dire
che
le
casse
del
Regno
d
Italia
stanno
poco
bene
.
Stanno
anzi
male
:
ma
per
la
Marmitta
e
pei
marmittoni
ce
n
è
sempre
in
abbondanza
.
Dunque
all
opera
e
fate
che
le
elezioni
riescano
marmittonesche
su
tutta
la
linea
.
Non
dubiti
,
Eccellenza
,
colla
Marmitta
non
si
scherza
;
essa
ottiene
quello
che
vuole
.
Ma
guardate
bene
che
non
dovete
questa
volta
restringervi
ai
soli
marmittoni
:
bisogna
andare
fuori
di
casa
.
Come
sarebbe
a
dire
che
bisogna
conquistare
colla
Marmitta
anche
i
codini
.
I
codini
?
I
codini
,
sicuro
.
Ma
Eccellenza
,
mi
permetta
di
osservarle
che
costoro
non
si
comprano
nemmeno
colla
Marmitta
.
Sono
duri
peggio
dei
Tedeschi
.
Eppure
,
bisogna
fare
l
impossibile
perché
i
codini
vengano
anche
loro
a
votare
.
Ehm
!
Temo
che
...
Che
cosa
?
Temo
che
questo
sia
un
brutto
pensiero
.
Ma
perché
?
Ma
mi
perdoni
,
Eccellenza
.
I
codini
sono
i
primi
nemici
della
Marmitta
e
dei
marmittoni
;
se
costoro
la
spaventano
,
addio
,
è
fatta
,
bisogna
che
io
vada
a
casa
pigione
e
che
tutti
i
marmittoni
muoiano
di
fame
.
Questo
non
accadrà
sicuramente
.
Ma
come
mai
le
è
saltato
in
testa
,
Eccellenza
,
di
volere
i
codini
alle
elezioni
?
Eccomi
qua
.
Sappiate
prima
di
tutto
che
l
imperatore
Napoleone
vuole
che
i
codini
prendano
parte
ad
ogni
costo
a
queste
elezioni
.
Sapete
che
il
proverbio
dice
:
Comandi
chi
può
...
Obbedisca
chi
deve
,
ho
capito
.
Per
l
appunto.
Ma
perché
Napoleone
vuole
che
i
codini
vadano
alle
elezioni
?
Il
perché
c
è
benissimo
,
giustissimo
.
Sapete
,
pare
che
egli
vuole
far
credere
che
l
opera
sua
in
Italia
sia
bene
accetta
da
tutti
e
specialmente
dai
codini
,
che
gli
ultramontani
chiamano
cattolici
.
Se
questi
vanno
alle
elezioni
,
Napoleone
e
noi
con
lui
vinciamo
un
terno
al
lotto
.
Ma
in
che
modo
?
Oh
bella
!
Comincieremo
subito
a
dire
:
Vedete
mo
,
se
il
Regno
d
Italia
è
definitivamente
stabilito
.
Coloro
medesimi
che
meno
lo
credevano
,
cominciano
a
persuadersi
,
e
anche
i
cattolici
prendono
parte
alla
cosa
pubblica
.
E
poi
?
E
poi
diremo
che
adesso
tutti
i
partiti
sono
rappresentati
al
Parlamento
e
che
per
conseguenza
questo
rappresenta
legalmente
l
Italia.
E
poi
?
E
poi
avremo
così
i
cattolici
solidali
di
tutto
quello
che
noi
faremo
contro
di
loro
.
Ma
un
momento
,
Eccellenza
:
e
se
i
cattolici
vanno
in
buon
numero
al
Parlamento
,
come
si
fa
allora
?
Faremo
come
facevano
nel
1857
in
Piemonte
e
come
facciamo
adesso
in
Toscana
per
le
elezioni
municipali
.
Ne
ridurremo
il
numero
.
Ma
come
?
Quanto
siete
semplice
!
Annulleremo
alcune
elezioni
per
difetto
di
regolarità
:
scarteremo
deputati
perché
eletti
con
pressione
clericale
,
e
all
uopo
scarteremo
dei
canonici
,
per
la
ragione
che
hanno
cura
d
anime
,
come
facevano
nel
57
in
Piemonte
.
Ah
!
ho
capito
.
Dunque
...
Dunque
,
ci
torna
conto
che
i
cattolici
vadano
alle
urne
,
ma
non
già
che
i
cattolici
siano
eletti
in
molti
.
Per
impedir
questo
,
ricorreremo
ai
nostri
soliti
mezzi
morali
,
e
così
potremo
dire
che
i
cattolici
hanno
preso
parte
alle
elezioni
,
ma
vi
sono
stati
sconfitti
,
e
mostreremo
così
che
essi
sono
la
minoranza
e
non
la
maggioranza
del
popolo
italiano
.
Eh
!
la
cosa
è
ben
pensata
.
Ma
so
ancor
io
.
Quello
che
più
ci
spaventa
e
dà
fastidio
è
questa
astensione
generale
dei
codini
,
i
quali
si
sono
trincierati
in
una
terribile
resistenza
passiva
,
che
ci
uccide
a
colpi
di
spillo
.
Guai
a
noi
se
anche
questa
volta
i
codini
si
astengono
:
siamo
bell
e
rovinati
.
Eh
!
capisco
io
,
i
codini
avranno
sempre
il
grande
vantaggio
di
dirvi
in
faccia
che
fate
tutto
contro
di
loro
senza
ascoltare
le
loro
ragioni
perché
non
sono
rappresentati
al
Parlamento
,
e
poi
potranno
aggiungere
che
sono
al
tutto
irresponsabili
di
quello
che
la
rivoluzione
fa
in
Italia
.
Ma
certo
:
ecco
perché
Napoleone
e
noi
desideriamo
ardentemente
che
i
codini
prendano
parte
alle
elezioni
.
Dunque
mi
raccomando
;
fate
quello
che
potete
perché
i
così
detti
cattolici
vengano
a
votare
.
Non
dubitate
,
che
sarete
degnamente
ricompensata
.
Farò
quello
che
posso
,
ma
temo
di
non
riuscire
a
nulla
.
Speriamo
;
la
salute
della
Marmitta
e
dei
marmittoni
dipende
in
gran
parte
da
ciò
.
Addio
.
Serva
umilissima
di
Vostra
Eccellenza
.
E
me
ne
tornai
subito
a
Bologna
.
Ho
riferito
per
intero
questo
dialogo
,
perché
mi
pare
degno
di
molta
considerazione
,
specialmente
per
parte
dei
codini
.
ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
Imperatore
d
'
Etiopia
Visto
il
R
decreto
11
novembre
1923
,
n
.
2395
,
sull
'
ordinamento
gerarchico
delle
Amministrazioni
dello
Stato
,
e
le
sue
successive
modificazioni
ed
integrazioni
;
Visto
il
R
.
decreto
7
giugno
1937
,
n
.
1128
,
sulla
istituzione
della
dipendenza
del
Ministero
dell
'
interno
,
dell
'
Ufficio
centrale
demografico
;
Visto
l
'
art
.
1
,
n
.
3
,
della
legge
31
gennaio
1926
,
n
.
100;
Sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
DUCE
,
Primo
Ministro
Segretario
di
Stato
,
Ministro
per
l
'
interno
,
di
concerto
col
ministro
Segretario
di
stato
per
le
finanze
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Art
.
1
.
L
'
Ufficio
centrale
demografico
,
istituito
col
R
.
decreto
7
giugno
1937
,
n
.
1128
,
è
trasformato
in
"
Direzione
generale
per
la
demografia
e
la
razza
"
,
costituente
una
delle
ripartizioni
organiche
del
Ministero
dell
'
interno
.
Alla
direzione
generale
predetta
è
preposto
un
prefetto
,
scelti
fra
quelli
a
disposizione
del
Ministero
dell
'
interno
,
a
termini
dell
'
art
.
102
del
R
.
decreto
30
dicembre
1923
,
n
.
2960
.
Art
.
2
.
Alla
direzione
generale
istituita
con
l
'
art
.
1
sono
devolute
tutte
le
attribuzioni
inerenti
allo
studio
ed
all
'
attuazione
dei
provvedimenti
in
materia
demografica
e
di
quelli
attinenti
alla
razza
,
salva
la
competenza
attribuita
dalle
norme
in
vigore
ad
altre
Amministrazioni
Statali
.
Il
presente
decreto
entra
in
vigore
il
giorno
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
San
Rossore
,
addì
5
settembre
1938
-
Anno
XVI
Vittorio
Emanuele
Mussolini
,
Di
Revel
Visto
il
Guardasigilli
:
Solmi
StampaQuotidiana ,
Si
prevedeva
che
la
manifestazione
di
oggi
sarebbe
stata
veramente
grandiosa
,
imponente
,
e
in
realtà
è
riuscita
superiore
ad
ogni
supposizione
.
Fin
dal
mezzogiorno
notavasi
una
grande
animazione
nelle
vie
principali
.
Erano
numerose
brigate
di
operai
che
si
avviavano
per
prendere
parte
alla
festa
.
Nelle
adiacenze
di
via
Oreto
si
è
riversata
immensa
popolazione
per
assistere
allo
sfilamento
del
corteo
.
Alle
ore
14
tutti
sono
al
loro
posto
,
e
con
ordine
perfetto
,
cominciano
a
muoversi
.
I
lavoratori
,
con
gentile
pensiero
,
prima
di
incamminarsi
direttamente
per
via
Macqueda
,
vollero
cambiare
per
un
momento
rotta
e
sfilarono
davanti
i
nostri
uffici
.
Gli
operai
fecero
una
lusinghiera
dimostrazione
al
Giornale
di
Sicilia
,
plaudendo
calorosamente
a
misura
che
il
corteo
passava
sotto
i
nostri
balconi
.
La
dimostrazione
si
ripeté
poi
,
dentro
il
Politeama
,
allorquando
Garibaldi
Bosco
ringraziò
la
stampa
;
si
udirono
delle
grida
di
Viva
il
Giornale
di
Sicilia
,
a
cui
la
odierna
dimostrazione
di
simpatia
è
largo
guiderdone
e
conforto
al
suo
mai
smentito
interessamento
alle
giuste
cause
dei
lavoratori
.
Senza
incidenti
,
il
corteo
giunge
al
Politeama
,
sempre
preceduto
da
un
plotone
di
carabinieri
,
da
funzionari
ed
agenti
di
P
.
S
.
Alle
ore
15,30
precise
giunge
il
sindaco
accompagnato
da
Garibaldi
Bosco
,
dagli
assessori
Graziani
,
Di
Martino
,
Caputo
,
Lazzaro
,
Galletti
,
Bordonali
e
dal
segretario
generale
Donatuti
.
Il
sindaco
,
cui
la
società
dei
fiorai
offre
un
artistico
mazzo
,
vien
fatto
segno
ad
una
entusiastica
ovazione
.
Cessati
gli
applausi
,
il
vice
-
presidente
della
Camera
di
Lavoro
,
sig
.
Lombardo
,
pronunzia
poche
parole
per
dare
il
saluto
agli
operai
;
sorge
a
parlare
quindi
il
sindaco
comm
.
Tasca
Lanza
,
che
viene
spesso
interrotto
da
applausi
.
Infine
,
Garibaldi
Bosco
pronunzia
il
discorso
ufficiale
,
celebrativo
della
grande
manifestazione
.
L
'
oratore
che
è
stato
felicissimo
viene
fatto
segno
alla
fine
a
ripetuti
applausi
,
mentre
molti
gridano
:
Viva
la
Camera
del
Lavoro
!
Viva
gli
operai
!
Il
teatro
comincia
a
vuotarsi
lentamente
e
le
carrozze
che
stazionano
in
piazza
Ruggiero
Settimo
vengono
prese
di
assalto
.
StampaQuotidiana ,
Un
avvenimento
mondano
è
,
davvero
,
l
'
esposizione
della
meravigliosa
camera
da
letto
che
la
ditta
Ducrot
e
C
.
ha
esposto
nel
suo
negozio
di
via
Ruggiero
Settimo
.
Ieri
tutta
la
Palermo
signorile
ed
aristocratica
si
è
affollata
colà
per
ammirare
quei
capolavori
di
mobilia
elegantissima
,
sontuosa
ed
artistica
ond
'
è
composta
questa
camera
da
letto
che
il
Giornale
di
Sicilia
offre
in
dono
ai
suoi
abbonati
insieme
alla
stanza
da
pranzo
.
La
curiosità
in
tutta
la
cittadinanza
era
ben
giustificata
,
poiché
si
trattava
non
solo
d
'
osservare
i
grandi
premi
del
Giornale
di
Sicilia
,
ma
anche
di
giudicare
del
valore
e
dell
'
importanza
di
un
arredamento
e
di
un
ammobiliamento
che
all
'
Esposizione
internazionale
d
'
Arte
decorativa
a
Torino
ha
avuto
il
grande
diploma
d
'
onore
,
la
maggiore
delle
ricompense
!
E
quanti
hanno
veduto
la
camera
da
letto
si
spiegano
agevolmente
il
grande
trionfo
riportato
a
Torino
dall
'
arte
e
dall
'
industria
palermitana
!
L
'
ultima
notizia
,
che
fa
tanto
onore
alla
Ditta
Ducrot
è
la
seguente
:
Sua
Eccellenza
il
conte
Giannotti
,
cerimoniere
della
Corte
di
S
.
M
.
il
Re
d
'
Italia
,
ha
ordinato
la
riproduzione
di
questa
camera
da
letto
che
,
come
i
lettori
ricorderanno
,
è
stata
disegnata
da
Ernesto
Basile
,
mentre
le
ornamentazioni
in
bronzo
sono
dello
scultore
Antonio
Ugo
.
StampaPeriodica ,
Mentre
l
'
Ala
italiana
risorge
vigorosa
per
la
volontà
del
Duce
e
la
Nazione
sta
ritrovando
lo
spirito
aviatorio
che
Tullo
Morgagni
predicò
con
fede
infiammata
,
la
nostra
Rivista
vuole
rievocare
l
'
opera
e
il
sacrificio
di
Lui
,
che
rimarrà
perenne
e
luminoso
esempio
di
propagandista
.
Ricorre
l
'
anniversario
della
spaventosa
tragedia
avvenuta
il
2
agosto
1919
nel
cielo
di
Verona
.
L
'
Aviazione
italiana
,
nata
con
la
guerra
e
uscita
dalla
tremenda
prova
ricca
di
gloria
e
di
energia
,
guardava
fiduciosa
alle
conquiste
pacifiche
.
L
'
insidia
d
'
un
destino
crudele
troncava
tragicamente
quello
che
doveva
essere
il
primo
grande
raid
di
propaganda
.
Fra
le
vittime
era
Tullo
Morgagni
,
l
'
Apostolo
infaticabile
dell
'
Aviazione
italiana
.