StampaQuotidiana ,
Una
festa
meravigliosa
quella
di
iersera
in
casa
del
prefetto
marchese
De
Seta
,
in
occasione
del
concerto
col
quale
si
chiudono
i
ricevimenti
di
quest
'
anno
nell
'
ospitalissima
e
signorile
famiglia
.
Le
signore
della
nostra
aristocrazia
e
della
migliore
società
palermitana
affollavano
le
sale
;
il
mondo
ufficiale
era
al
completo
,
a
cominciare
dal
sindaco
senatore
Tasca
Lanza
,
dai
Generali
Guy
e
de
Boucard
,
Corticelli
ecc
.
Il
marchese
e
la
marchesa
De
Seta
facevano
gli
onori
colla
loro
grazia
squisita
.
Il
concerto
fu
un
vero
avvenimento
d
'
arte
,
perché
le
incantevoli
signorine
De
Seta
che
sono
intelligentissime
e
bravissime
musiciste
,
insieme
alle
loro
gentili
amiche
formavano
iersera
una
troupe
insuperabile
.
S
'
incominciò
con
Tops
là
bas
!
di
Monti
,
per
mandolini
,
eseguito
con
entrain
mirabile
dalle
signorine
Nerina
e
Delia
Whitaker
,
Emma
ed
Oliva
di
Cangi
,
Nina
e
Rosa
De
Seta
,
Costanza
Vannucci
,
Marta
di
Napoli
,
Giuseppina
di
Montereale
,
Paolina
Firmaturi
e
dalla
signorina
Angelina
Termini
che
accompagnava
al
pianoforte
.
Le
signorine
Aileen
Whitaker
e
Rosa
De
Seta
eseguirono
deliziosamente
il
duetto
per
arpe
Idillio
di
San
Fiorenzo
.
Seguì
la
signorina
Amalia
di
Villafranca
colla
Romanza
di
Schumann
trascritta
per
pianoforte
da
Liszt
,
mostrandosi
come
sempre
eccellente
pianista
,
e
degna
allieva
del
bravo
maestro
Arcieri
.
Poscia
le
signorine
Rosa
e
Nina
De
Seta
fecero
gustare
Berceuse
di
Godard
e
Saltarella
di
Papini
(
violino
e
piano
)
;
la
signorina
Rosa
De
Seta
(
arpa
)
e
la
signora
Marchello
(
piano
)
suonarono
il
Guarany
di
Gomez
trascrizione
del
Bellotta
.
La
signorina
Marianna
Tagliavia
cantò
squisitamente
l
'
aria
del
Mefistofele
e
Valzer
biondo
di
Marino
,
accompagnata
egregiamente
dall
'
ottimo
prof
.
Morasca
.
Dopo
il
concerto
si
schiusero
le
porte
del
buffet
elegantissimo
e
sontuosissimo
.
Lo
champagne
scorreva
a
profusione
nel
gaio
cicaleccio
dello
sciame
lieto
degli
amici
ed
habitués
ammiratissimi
.
Poscia
le
giovani
eleganti
coppie
si
abbandonarono
alle
dolcezze
del
boston
e
i
quattro
salti
durarono
fino
a
tardi
.
StampaPeriodica ,
«
Giustizia
e
Libertà
»
sorse
nell
'
ottobre
1929
con
le
caratteristiche
di
un
movimento
di
azione
.
I
fondatori
non
vollero
appesantirlo
con
troppi
bagagli
teorici
.
L
'
obbiettivo
immediato
consisteva
nel
rompere
il
contagio
della
paura
,
nel
richiamare
alla
lotta
una
opposizione
polverizzata
,
nel
creare
una
coscienza
e
una
volontà
rivoluzionarie
in
una
minoranza
audace
capace
,
col
tempo
,
di
trascinare
le
masse
.
«
Giovani
e
veterani
si
leggeva
nel
primo
appello
di
"
Giustizia
e
Libertà
"
chiamiamo
a
noi
i
migliori
,
i
dispersi
,
i
credenti
,
i
giovani
.
Provenienti
da
diverse
correnti
politiche
,
archiviamo
per
ora
le
tessere
e
creiamo
una
unità
d
'
azione
.
Movimento
rivoluzionario
,
non
partito
,
"
Giustizia
e
Libertà
"
è
il
nome
ed
il
simbolo
.
Repubblicani
,
socialisti
e
democratici
,
ci
battiamo
per
la
libertà
,
per
la
repubblica
,
per
la
giustizia
sociale
.
Non
siamo
più
tre
espressioni
differenti
ma
un
trinomio
inscindibile
»
.
La
dichiarazione
iniziale
di
principi
che
ha
accompagnato
per
due
anni
le
pubblicazioni
del
movimento
,
e
che
conserva
ancora
tutta
la
sua
forza
ideale
,
oltre
che
a
fissare
il
comune
denominatore
programmatico
servì
ad
operare
una
prima
ma
fondamentale
selezione
tra
gli
antifascisti
:
da
un
lato
gli
elementi
decisi
,
che
sentivano
la
necessità
morale
e
politica
di
una
lotta
rivoluzionaria
e
che
,
aderendo
a
«
Giustizia
e
Libertà
»
,
erano
pronti
a
pagare
di
persona
;
dall
'
altro
gli
elementi
timidi
e
cerebralizzanti
,
facilmente
disposti
al
compromesso
,
in
perpetua
attesa
del
«
miracolo
»
,
rifuggenti
da
ogni
seria
partecipazione
alla
lotta
.
Questa
selezione
fu
,
contro
ogni
apparenza
,
eminentemente
politica
;
più
che
cento
programmi
essa
valse
a
separare
gli
elementi
conservatori
dagli
elementi
rivoluzionari
.
Un
conservatore
non
aderirà
infatti
mai
ad
una
impostazione
e
a
metodi
di
lotta
seriamente
rivoluzionari
,
quali
sono
quelli
di
«G.L.»,
ben
sapendo
che
nel
mondo
moderno
ogni
rivoluzione
è
necessariamente
sociale
e
che
vano
sarebbe
il
tentativo
di
trattenerla
entro
gli
stretti
limiti
della
politica
formale
.
All
'
inverso
,
coloro
i
quali
accettano
la
impostazione
rivoluzionaria
della
lotta
,
sono
poi
,
salvo
rare
eccezioni
,
anche
coloro
che
affermano
la
necessità
di
una
radicale
trasformazione
dei
rapporti
sociali
.
Per
cotesta
selezione
agì
con
insuperabile
efficacia
la
tesi
repubblicana
,
affermata
da
«G.L.»
sino
dagli
inizi
con
una
intransigenza
assoluta
.
Essa
allontanò
di
colpo
dal
movimento
gli
elementi
conservatori
che
sempre
e
dovunque
,
ma
soprattutto
nella
situazione
italiana
,
hanno
considerato
la
monarchia
come
il
più
forte
puntello
della
conservazione
sociale
;
e
consentì
al
movimento
di
gettarsi
subito
con
grande
energia
nella
battaglia
,
senza
troppo
preoccuparsi
di
discussioni
teoretiche
che
avrebbero
rischiato
di
rallentare
il
ritmo
dell
'
azione
.
Due
anni
sono
passati
da
allora
;
due
anni
duri
,
di
lotta
silenziosa
e
tenace
,
di
sacrifici
innumeri
e
spesso
ignorati
,
consacrati
dalla
morte
o
da
feroci
condanne
di
Tribunale
.
Abbiamo
noi
raggiunto
l
'
obiettivo
iniziale
che
ci
eravamo
assegnati
?
Senza
tema
di
esagerare
possiamo
rispondere
affermativamente
.
La
coscienza
della
necessità
,
della
fatalità
storica
della
lotta
rivoluzionaria
,
si
è
imposta
.
Le
vecchie
posizioni
di
compromesso
monarchico
-
papaline
-
corporative
sono
state
spazzate
.
Nuclei
di
«
Giustizia
e
Libertà
»
esistono
in
moltissimi
centri
italiani
.
«
Giustizia
e
Libertà
»
non
è
ormai
più
il
sogno
di
pochi
generosi
od
illusi
.
È
una
realtà
poderosa
,
è
la
concreta
speranza
di
liberazione
cui
guarda
il
Paese
.
Il
fascismo
,
che
sa
identificare
i
suoi
avversari
,
ha
già
da
tempo
riconosciuto
in
«G.L.»
il
centro
animatore
della
rivoluzione
italiana
.
Due
anni
sono
passati
;
nuovi
compiti
urgono
.
Mentre
la
lotta
continua
,
appare
ormai
indispensabile
il
precisare
la
fisionomia
politica
del
movimento
.
La
dichiarazione
iniziale
di
principi
chiede
d
'
essere
sviluppata
e
definita
nelle
sue
pratiche
applicazioni
,
specie
sociali
.
Non
basta
più
parlare
genericamente
di
libertà
,
di
repubblica
,
di
giustizia
sociale
.
Bisogna
anche
dire
come
,
in
virtù
di
quali
trasformazioni
,
attraverso
quali
istituti
vogliamo
che
questa
libertà
,
questa
repubblica
,
questa
giustizia
sociale
siano
realizzate
.
Tale
precisazione
non
è
imposta
solo
da
un
dovere
di
chiarezza
e
da
un
elementare
senso
di
responsabilità
politica
,
ma
dal
rapido
maturarsi
della
coscienza
rivoluzionaria
nel
nostro
Paese
.
Due
anni
fa
un
tentativo
di
precisazione
programmatica
non
avrebbe
servito
che
ad
alimentare
nuove
discussioni
e
scissioni
;
oggi
,
dopo
due
anni
di
lotte
comuni
condotte
sotto
il
segno
di
«G.L.»,
esso
non
potrà
che
imprimere
nuovo
slancio
all
'
azione
rivoluzionaria
.
La
fase
dell
'
antifascismo
negativo
o
indistinto
è
chiusa
in
Italia
.
Il
bisogno
di
vedere
affermata
una
posizione
di
antifascismo
costruttivo
,
che
si
pronunci
sui
problemi
fondamentali
della
rivoluzione
,
che
tenga
conto
delle
grandi
esperienze
del
dopoguerra
europeo
,
e
che
implichi
un
radicale
rinnovamento
della
vita
italiana
,
si
è
ormai
generalizzato
.
Consapevole
di
questa
situazione
e
di
queste
esigenze
la
direzione
del
movimento
ha
creduto
che
il
tempo
fosse
venuto
di
dare
a
«
Giustizia
e
Libertà
»
un
programma
.
La
direzione
ha
lungamente
discusso
,
ha
interrogato
quanti
più
compagni
fosse
possibile
e
ha
finalmente
elaborato
,
con
la
collaborazione
dei
rappresentanti
di
vari
gruppi
,
lo
schema
di
programma
che
segue
.
Con
questo
programma
non
si
è
inteso
vincolare
in
modo
assoluto
i
membri
.
Si
è
voluto
piuttosto
fissare
alcuni
caposaldi
di
orientamento
e
determinare
una
chiarificazione
indispensabile
alla
educazione
politica
della
nuova
generazione
e
allo
sviluppo
dell
'
azione
rivoluzionaria
.
Non
appena
la
situazione
lo
consentirà
,
la
direzione
convocherà
un
convegno
per
la
redazione
e
l
'
approvazione
definitiva
del
programma
.
Schema
di
programma
.
Il
fascismo
non
può
essere
abbattuto
che
da
un
movimento
rivoluzionario
che
imposti
e
risolva
decisamente
,
in
funzione
di
libertà
,
i
problemi
politici
e
sociali
fondamentali
della
vita
italiana
.
Il
movimento
«
Giustizia
e
Libertà
»
,
per
il
suo
stesso
modo
di
costituzione
e
per
la
sostanza
del
suo
programma
,
è
la
espressione
concreta
delle
forze
che
si
battono
sul
terreno
rivoluzionario
contro
il
fascismo
.
Nell
'
ordine
politico
«
Giustizia
e
Libertà
»
mira
alla
conquista
della
libertà
,
cioè
di
uno
Stato
repubblicano
che
realizzi
le
forme
della
più
larga
democrazia
,
basandosi
essenzialmente
sulle
classi
lavoratrici
e
sulle
organizzazioni
autonome
;
nell
'
ordine
sociale
«
Giustizia
e
Libertà
»
vuole
affermato
un
principio
di
giustizia
che
renda
effettiva
quella
democrazia
,
affrontando
in
modo
radicale
il
problema
della
terra
e
dell
'
industria
e
quello
dei
rapporti
interni
di
fabbrica
.
La
rivoluzione
antifascista
non
sarà
un
semplice
mutamento
di
forme
politiche
superficiali
,
né
un
ritorno
al
passato
,
ma
una
profonda
trasformazione
economico
-
politica
.
Al
Governo
sorto
dalla
rivoluzione
e
ai
Comitati
locali
rivoluzionari
spetterà
il
compito
di
porre
le
basi
del
nuovo
Stato
.
Una
Assemblea
Costituente
,
eletta
a
suffragio
universale
e
convocata
entro
breve
termine
,
consacrerà
l
'
opera
della
rivoluzione
e
fisserà
l
'
ordinamento
definitivo
della
Repubblica
.
Le
basi
del
nuovo
regime
.
La
monarchia
sarà
dichiarata
decaduta
e
sarà
proclamata
la
Repubblica
.
La
libertà
di
associazione
,
di
organizzazione
professionale
,
di
stampa
,
di
riunione
,
di
emigrazione
ecc
.
saranno
ristabilite
.
Soppresse
la
milizia
e
la
polizia
fascista
,
sarà
costituita
una
guardia
repubblicana
per
la
difesa
della
Rivoluzione
.
I
maggiori
responsabili
e
i
favoreggiatori
,
finanziatori
e
profittatori
del
fascismo
,
cominciando
dal
re
,
saranno
processati
;
i
beni
dei
condannati
saranno
confiscati
perché
formino
un
fondo
per
indennizzare
le
vittime
politiche
.
Le
aziende
giornalistiche
fasciste
saranno
confiscate
e
messe
a
disposizione
dei
comitati
rivoluzionari
.
Le
corporazioni
e
i
sindacati
fascisti
saranno
sciolti
.
La
riforma
agraria
.
La
rivoluzione
antifascista
affronterà
il
problema
agrario
sulla
base
del
principio
:
«
La
terra
a
chi
lavora
»
,
tutelando
nello
stesso
tempo
gli
interessi
della
produzione
.
Si
distingueranno
le
aziende
in
cui
,
senza
dannose
conseguenze
economiche
,
è
possibile
l
'
immediato
conferimento
della
proprietà
ai
lavoratori
,
da
quelle
che
esigono
l
'
impiego
di
molte
braccia
,
di
ingenti
capitali
e
di
superiore
direzione
tecnica
nelle
quali
il
frazionamento
della
unità
fondiaria
disorganizzerebbe
e
ridurrebbe
la
produzione
.
Conseguentemente
:
I
mezzadri
,
i
piccoli
fittavoli
,
i
partecipanti
,
gli
enfiteuti
e
in
generale
tutti
coloro
che
coltivano
la
terra
col
loro
lavoro
personale
e
con
quello
della
loro
famiglia
,
acquisteranno
la
proprietà
della
terra
che
coltivano
,
rimanendo
obbligati
verso
i
vecchi
proprietari
ad
una
moderata
indennità
rateale
garantita
dallo
Stato
,
che
rappresenterà
il
titolo
legittimo
di
acquisto
e
che
,
in
caso
di
confisca
della
proprietà
,
andrà
allo
Stato
.
Sarà
stabilita
una
quota
massima
di
indennità
.
Laddove
sia
richiesto
dagli
interessi
della
produzione
,
saranno
costituiti
dei
Consorzi
o
delle
Cooperative
per
la
gestione
dei
servizi
comuni
,
sotto
la
direzione
o
il
controllo
di
tecnici
.
Le
aziende
agrarie
,
per
le
quali
l
'
attribuzione
individuale
della
terra
riuscirebbe
antieconomica
,
diventeranno
proprietà
comune
e
indivisibile
dei
coltivatori
,
salvo
al
vecchio
proprietario
ed
al
fittabile
per
il
capitale
da
lui
impiegato
,
il
diritto
all
'
indennità
di
cui
al
paragrafo
precedente
.
Le
nuove
aziende
saranno
gestite
in
cooperativa
od
altra
forma
collettiva
secondo
le
necessità
economiche
locali
.
I
lavoratori
che
non
abbiano
trovato
occupazione
permanente
come
proprietari
o
comproprietari
di
aziende
agricole
personali
o
collettive
,
avranno
diritto
di
preferenza
nella
assegnazione
delle
terre
pubbliche
e
di
bonifica
.
Lo
Stato
organizzerà
il
credito
agrario
in
modo
da
assicurare
il
successo
della
riforma
agraria
.
Provvedimenti
speciali
regoleranno
i
debiti
ipotecari
.
Riforma
industriale
e
bancaria
.
La
rivoluzione
antifascista
affronterà
il
problema
della
crisi
dell
'
industria
,
che
non
è
solo
economica
,
ma
di
uomini
e
di
classi
.
Essa
non
potrà
risolversi
se
non
con
una
riorganizzazione
generale
dell
'
industria
e
con
la
trasformazione
dei
rapporti
interni
di
fabbrica
.
Un
organo
permanente
per
la
direzione
e
il
controllo
della
vita
economica
nazionale
traccerà
un
piano
di
ricostruzione
economica
e
fisserà
,
in
accordo
con
i
pubblici
poteri
,
le
direttive
fondamentali
della
produzione
.
La
riforma
dell
'
industria
sarà
basata
sulla
socializzazione
con
gestione
autonoma
,
sul
controllo
operaio
e
la
democrazia
di
fabbrica
,
da
applicarsi
secondo
i
criteri
che
seguono
:
Le
industrie
e
le
aziende
che
presentano
i
caratteri
di
un
servizio
pubblico
essenziale
(
idroelettrica
,
dei
fertilizzanti
,
grandi
banche
private
di
credito
)
o
che
fruiscono
di
un
monopolio
naturale
(
mineraria
)
,
o
hanno
vissuto
sinora
estorcendo
alla
collettività
enormi
protezioni
doganali
o
sovvenzioni
(
siderurgica
,
saccarifera
,
costruzioni
navali
)
saranno
socializzate
.
La
gestione
delle
aziende
socializzate
non
sarà
assunta
dallo
Stato
,
ma
da
organismi
autonomi
,
non
burocratici
,
diretti
da
tecnici
con
la
partecipazione
di
rappresentanti
degli
operai
e
impiegati
dell
'
azienda
,
dei
consumatori
e
degli
enti
pubblici
interessati
.
Il
capitale
azionario
delle
industrie
socializzate
,
salvo
quello
confiscato
ai
responsabili
del
fascismo
,
sarà
trasformato
a
titolo
di
moderata
indennità
,
in
obbligazioni
da
estinguersi
in
una
generazione
.
Per
evitare
,
nel
periodo
del
trapasso
,
lo
sconvolgimento
della
produzione
nelle
industrie
socializzate
e
la
gravissima
disoccupazione
che
ne
seguirebbe
,
sarà
fatto
obbligo
ai
tecnici
di
conservare
le
loro
funzioni
,
salvo
la
revisione
successiva
.
Il
controllo
operaio
,
introdotto
in
tutte
le
grandi
e
medie
aziende
,
così
pubbliche
come
private
,
dovrà
assicurare
alle
classi
lavoratrici
una
effettiva
compartecipazione
alla
gestione
delle
aziende
.
Esso
sarà
organizzato
in
modo
da
affermare
la
libertà
operaia
nella
fabbrica
,
da
sviluppare
le
capacità
industriali
della
classe
operaia
,
e
da
opporsi
,
nell
'
interesse
della
produzione
,
alle
tendenze
di
burocrazia
e
di
centralizzazione
.
Politica
sindacale
e
cooperativa
.
Le
proprietà
del
partito
e
delle
organizzazioni
fasciste
saranno
confiscate
per
essere
trasferite
alle
organizzazioni
operaie
e
contadine
.
I
contratti
collettivi
saranno
immediatamente
riveduti
.
L
'
indennità
di
disoccupazione
dovrà
essere
sufficiente
alla
vita
e
versata
durante
l
'
intero
periodo
di
disoccupazione
a
tutti
i
disoccupati
.
Sarà
promossa
l
'
organizzazione
e
la
difesa
degli
interessi
dei
lavoratori
a
domicilio
(
apprendisti
,
garzoni
,
lavoratori
casalinghi
ecc
.
)
con
la
fissazione
dei
minimi
di
salario
e
di
contratti
-
tipo
.
Il
movimento
cooperativo
riceverà
,
in
tutti
i
suoi
rami
,
il
massimo
appoggio
.
Si
promuoverà
il
collegamento
tra
cooperative
di
produzione
industriali
e
agricole
e
le
cooperative
di
consumo
,
riorganizzando
i
mercati
con
la
soppressione
degli
intermediari
parassitari
.
Politica
finanziaria
e
doganale
.
Sarà
introdotta
la
nominatività
dei
titoli
e
ristabilita
,
con
aliquote
progressive
,
la
imposta
di
successione
.
Provvedimenti
radicali
saranno
presi
per
l
'
abolizione
del
dazio
sul
grano
e
dei
dazi
sui
generi
di
consumo
popolare
.
Le
tariffe
doganali
saranno
rivedute
nel
senso
di
una
progressiva
generale
riduzione
.
Politica
delle
abitazioni
.
Immediata
riduzione
degli
affitti
.
Municipalizzazione
delle
aree
e
delle
costruzioni
edilizie
.
Politica
che
favorisca
il
passaggio
della
attuale
proprietà
edilizia
ai
Municipi
o
agli
inquilini
contro
il
pagamento
di
una
moderata
indennità
.
Politica
estera
e
coloniale
-
Minoranze
allogene
.
La
Repubblica
Italiana
farà
una
decisa
politica
di
pace
e
di
disarmo
;
ridurrà
grandemente
le
spese
militari
e
coloniali
;
propugnerà
l
'
organizzazione
unitaria
dell
'
Europa
e
una
politica
di
libero
scambio
.
Riconoscerà
l
'
autonomia
culturale
e
amministrativa
alle
minoranze
allogene
.
Adotterà
una
politica
di
intesa
e
di
libertà
verso
gli
abitanti
delle
colonie
.
Giustizia
e
riforma
carceraria
.
Indipendenza
e
inamovibilità
della
magistratura
,
previo
allontanamento
degli
elementi
indegni
ad
opera
di
una
Commissione
indipendente
dal
Potere
Esecutivo
.
Radicale
riforma
del
regime
carcerario
.
Politica
scolastica
.
Scuola
gratuita
,
aperta
in
tutti
i
suoi
gradi
al
popolo
e
aderente
alle
forme
rinnovate
della
vita
sociale
.
L
'
insegnamento
e
la
cultura
riceveranno
il
massimo
impulso
e
saranno
considerati
come
essenziali
alla
vita
e
al
progresso
della
Repubblica
.
Politica
ecclesiastica
.
Separazione
completa
dello
Stato
dalla
Chiesa
,
previa
confisca
dei
beni
dell
'
alto
clero
e
delle
Congregazioni
religiose
.
Incondizionata
libertà
di
coscienza
e
di
culto
.
Il
Trattato
di
Conciliazione
,
la
Convenzione
Finanziaria
e
il
Concordato
saranno
dichiarati
nulli
.
Ai
titoli
di
rendita
(
1
miliardo
)
consegnati
al
Vaticano
sarà
tolta
ogni
validità
.
Autonomie
.
L
'
organizzazione
del
nuovo
Stato
dovrà
basarsi
sulle
più
ampie
autonomie
.
Le
funzioni
del
Governo
centrale
dovranno
limitarsi
alle
sole
materie
che
interessano
la
vita
nazionale
.
Il
principio
dell
'
autonomia
è
uno
dei
principi
direttivi
del
movimento
rivoluzionario
«
Giustizia
e
Libertà
»
.
StampaQuotidiana ,
Sebbene
fosse
aspettata
,
dopo
parecchi
giorni
di
dolorose
alternative
,
ieri
la
morte
di
Leone
XIII
produsse
viva
impressione
ed
il
giornale
uscito
qualche
ora
dopo
pervenuto
l
'
annunzio
ufficiale
venne
avidamente
letto
da
tutti
.
Iersera
,
poiché
il
Municipio
non
aveva
ricevuto
comunicazione
ufficiale
dell
'
avvenimento
,
ebbe
luogo
il
consueto
concerto
al
Foro
Umberto
I
,
dove
del
resto
intervenne
,
come
al
solito
,
poca
gente
.
Un
gruppo
di
giovani
cattolici
verso
le
10
si
recò
alla
marina
e
protestò
con
una
dimostrazione
perché
non
si
era
sospeso
il
concerto
.
Un
altro
gruppo
,
di
opposto
avviso
,
fece
una
contro
dimostrazione
.
Intervenne
il
commissario
cav
.
Damiani
che
indusse
i
dimostranti
ad
allontanarsi
;
e
così
l
'
incidente
non
ebbe
più
seguito
.
StampaQuotidiana ,
Dopo
una
lunga
discussione
sulla
mozione
del
deputato
Bissolati
per
una
inchiesta
sulla
gestione
del
ministro
della
P
.
I
.
,
dal
1901
al
1903
,
il
Presidente
della
Camera
dei
Deputati
annunzia
che
in
adempimento
del
mandato
conferitogli
dalla
Camera
ha
chiamato
a
far
parte
del
comitato
incaricato
di
procedere
all
'
inchiesta
sull
'
amministrazione
dell
'
on
.
Nasi
,
gli
on
.
Berenini
,
Cappelli
,
Chiapusso
,
Gorio
e
Guicciardini
.
StampaPeriodica ,
Il
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
ha
tenuto
il
suo
Congresso
.
Esso
ha
approvato
il
programma
del
partito
,
ha
votato
un
caldo
appello
all
'
unità
e
ha
concretato
in
una
mozione
della
quale
diamo
qui
di
seguito
(
riportandola
da
«
Giustizia
»
)
la
parte
essenziale
,
il
proprio
pensiero
sulla
situazione
.
Il
Convegno
:
premesso
innanzi
tutto
che
il
Partito
socialista
dei
lavoratori
italiani
procede
nel
vecchio
solco
del
socialismo
marxista
,
che
non
è
un
partito
nuovo
se
non
per
le
dure
vicende
del
nostro
Paese
,
che
aderisce
all
'
Internazionale
socialista
operaia
,
e
mira
alla
conquista
del
potere
politico
dello
Stato
,
per
trasformarlo
,
da
organo
di
oppressione
,
in
organo
di
affrancazione
della
classe
lavoratrice
e
di
tutta
la
società
umana
dal
giogo
del
sistema
capitalistico
;
approvata
la
dichiarazione
programmatica
intorno
ai
metodi
e
ai
fini
dell
'
azione
del
partito
;
riconfermata
nei
rapporti
con
la
dittatura
fascista
quell
'
assoluta
opposizione
che
ebbe
nell
'
Aventino
la
sua
più
alta
espressione
morale
;
constatato
che
il
fascismo
,
malgrado
non
possa
semplicisticamente
identificarsi
in
un
puro
fatto
di
reazione
borghese
e
capitalistica
,
ha
trovato
il
suo
maggiore
appoggio
nei
ceti
più
retrivi
del
privilegio
economico
e
il
suo
strumento
nella
complice
acquiescenza
alla
distruzione
del
regime
costituzionale
da
parte
di
chi
doveva
maggiormente
difenderlo
;
ritenuto
perciò
che
la
crisi
scatenata
dal
fascismo
,
essendo
nel
più
alto
senso
istituzionale
e
riproponendo
quindi
tutti
i
problemi
della
vita
dello
stato
,
non
si
supererà
con
un
semplice
ritorno
allo
statu
quo
ante
;
dichiarata
ancora
una
volta
la
sua
fede
nel
metodo
democratico
virilmente
inteso
e
difeso
,
quale
strumento
di
civili
competizioni
di
classi
e
di
partiti
;
afferma
che
un
'
opposizione
integrale
ed
efficiente
al
fascismo
deve
appoggiarsi
principalmente
e
necessariamente
sul
proletariato
manuale
e
intellettuale
e
impegna
tutti
i
suoi
aderenti
alla
più
intensa
propaganda
dei
seguenti
principii
(
segue
un
riassunto
della
«
dichiarazione
programmatica
»
)
.
Questa
mozione
segna
,
a
nostro
parere
,
un
notevole
passo
sulla
via
della
chiarificazione
politica
della
situazione
oppositrice
.
Per
la
prima
volta
in
un
documento
ufficiale
del
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
troviamo
affermati
in
modo
chiaro
ed
esplicito
alcuni
punti
essenziali
da
noi
sempre
sostenuti
.
Per
la
prima
volta
troviamo
riconosciuto
il
nerbo
della
futura
opposizione
italiana
che
deve
essere
e
non
può
non
essere
il
proletariato
manuale
e
intellettuale
.
Ci
piace
soprattutto
la
netta
impostazione
della
lotta
,
come
lotta
per
un
rinnovamento
radicale
,
sostanziale
della
vita
politica
;
la
ribellione
al
vecchio
regime
nel
quale
stanno
le
cause
prime
e
profonde
dei
mali
che
ci
affliggono
;
la
sensazione
che
si
vuol
dare
che
i
socialisti
sono
sempre
più
decisi
a
rinnegare
i
compromessi
aprioristici
dando
alla
battaglia
quella
nettezza
di
posizioni
ideali
che
solo
è
capace
di
suscitare
le
forti
passioni
e
i
grandi
sacrifici
che
l
'
ora
impone
ai
non
conformisti
attivi
.
Una
simile
impostazione
discende
direttamente
,
d
'
altronde
,
da
quella
realistica
visione
del
fenomeno
fascista
che
«
Il
Quarto
Stato
»
ha
sempre
sostenuto
e
alla
quale
il
Congresso
nella
sua
grande
maggioranza
ha
decisamente
aderito
.
Il
fascismo
non
è
cioè
un
semplice
fatto
di
reazione
borghese
;
esso
assume
caratteri
tutti
suoi
particolari
e
inconfondibili
in
relazione
al
clima
storico
nel
quale
e
dal
quale
si
è
sviluppato
.
Esso
è
il
logico
sbocco
di
tutta
la
vita
italiana
;
è
la
sintesi
dei
mali
antichi
e
recenti
di
un
paese
di
scarsa
educazione
politica
,
povero
e
capitalisticamente
arretrato
,
dove
la
libertà
conquistata
da
esigue
minoranze
attraverso
transazioni
e
rinuncie
restò
estranea
alla
coscienza
generale
,
dove
si
ebbero
tutte
le
degenerazioni
del
sistema
democratico
parlamentare
senza
che
mai
fosse
esistita
una
vera
democrazia
e
un
vero
parlamento
,
dove
al
di
là
dello
scenario
di
cartone
della
sovranità
popolare
il
potere
di
fatto
sempre
risiedette
nelle
mani
di
una
ristretta
oligarchia
facente
capo
al
potere
esecutivo
,
al
partito
di
corte
,
alla
burocrazia
e
a
taluni
gruppi
plutocratici
settentrionali
,
dove
insomma
difettarono
le
condizioni
elementari
per
il
sorgere
e
l
'
affermarsi
di
una
salda
coscienza
politica
.
Accettato
questo
punto
di
vista
si
pone
inevitabilmente
il
problema
di
risalire
alle
cause
del
fenomeno
senza
arrestarsi
alle
pure
manifestazioni
esteriori
e
patologiche
di
esso
,
di
impostare
la
battaglia
in
modo
integrale
,
di
riesaminare
realisticamente
la
situazione
e
le
forze
oppositrici
,
di
formulare
un
programma
di
opposizione
che
non
abbia
solo
riguardo
al
lato
negativo
(
l
'
antifascismo
)
ma
anche
al
positivo
(
il
post
-
fascismo
)
in
guisa
da
dare
il
la
per
la
ripresa
e
da
orientare
finalmente
le
masse
brancolanti
da
due
anni
nel
buio
.
Quanto
al
problema
dell
'
unità
socialista
il
Congresso
ha
votato
un
ordine
del
giorno
che
documenta
l
'
importanza
che
i
compagni
del
PSLI
vi
attribuiscono
.
Il
Congresso
auspica
che
«
in
questa
dura
vigilia
i
socialisti
italiani
vogliano
comporsi
a
unità
nell
'
orbita
della
Internazionale
,
affratellandosi
nell
'
azione
»
.
L
'
unica
condizione
è
quindi
che
l
'
unità
si
faccia
nell
'
Internazionale
.
I
socialisti
coi
socialisti
,
i
comunisti
coi
comunisti
,
tornano
a
ripetere
i
compagni
del
PSLI
,
convinti
che
il
movimento
italiano
non
potrà
alla
lunga
sfuggire
a
quella
netta
separazione
di
compiti
che
si
è
compiuta
in
tutti
i
paesi
tra
i
partiti
affigliati
all
'
Internazionale
socialista
e
a
quella
comunista
e
che
ha
eliminato
prima
o
poi
tutte
le
formazioni
intermedie
.
Allo
stato
attuale
delle
cose
,
posti
di
fronte
alla
situazione
che
si
va
purtroppo
profilando
nel
partito
massimalista
,
dobbiamo
riconoscere
che
non
è
possibile
sfuggire
a
questa
impostazione
del
problema
.
Infatti
il
partito
massimalista
,
dopo
tre
o
quattro
anni
di
scissioni
a
ripetizione
,
dopo
aver
tagliato
,
epurato
,
espulso
,
si
ritrova
come
dopo
Livorno
,
come
dopo
Roma
,
in
balia
di
correnti
inconciliabili
.
Da
un
lato
tornano
fuori
da
un
letargo
biennale
i
terzinternazionalisti
,
assai
più
numerosi
del
previsto
,
che
richiedono
a
gran
voce
una
«
dignitosa
»
adesione
all
'
Internazionale
di
Mosca
;
dall
'
altro
i
cosidetti
defensionisti
costretti
a
prendere
una
posizione
intermedia
tra
Mosca
e
Zurigo
,
aderiscono
a
un
Bureau
parigino
tanto
scarno
di
partiti
aderenti
quanto
di
possibilità
di
sviluppo
,
specie
ora
che
l
'
unico
partito
efficiente
che
vi
aderisce
il
norvegese
è
sulle
soglie
di
uscirne
.
In
tale
situazione
,
di
fronte
al
nuovo
rafforzarsi
del
terzinternazionalismo
,
si
spiega
perfettamente
che
il
desiderio
di
unità
socialista
espresso
dal
Congresso
del
PSLI
abbia
trovato
nel
problema
internazionale
il
suo
criterio
limite
.
Diciamo
:
sincero
desiderio
di
unità
,
e
non
appello
demagogico
senza
fondamento
nei
fatti
e
nei
desideri
.
La
riprova
ci
è
data
dal
fatto
che
i
compagni
del
PSLI
pur
avendo
approvato
una
lunga
dichiarazione
programmatica
della
quale
avremo
occasione
di
occuparci
,
si
sono
rifiutati
,
come
taluno
invece
proponeva
,
di
reclamare
l
'
unità
sulla
base
della
dichiarazione
medesima
.
Giustamente
ritenendo
che
l
'
unità
può
derivare
solo
da
reciproche
transazioni
e
che
il
programma
votato
non
potrebbe
in
ogni
modo
essere
accettato
a
priori
e
in
toto
dai
socialisti
di
sinistra
.
Ci
voleva
l
'
ingenuità
(
o
altro
)
del
Comitato
di
Difesa
Socialista
per
dichiararsi
favorevolissimo
all
'
unità
...
nel
massimalismo
sulla
base
del
programma
di
Bologna
!
Queste
dunque
le
premesse
e
le
promesse
del
Congresso
unitario
che
trovano
«
Il
Quarto
Stato
»
in
buona
parte
consenziente
.
Ma
i
fatti
?
Cosa
si
propongono
in
concreto
di
fare
i
nuovi
dirigenti
del
partito
per
impedire
che
il
Congresso
abbia
a
ridursi
alla
consueta
accademia
,
e
la
volontà
virile
di
lotta
in
esso
manifestatasi
rimanga
allo
stato
potenziale
?
Quale
lo
sbocco
concreto
,
quale
la
piattaforma
di
lotta
,
quali
gli
obiettivi
immediati
?
Che
cosa
si
propone
di
fare
questo
partito
,
per
porre
fine
all
'
indecoroso
,
dannosissimo
atomismo
dell
'
opposizione
italiana
divisa
in
sette
gruppi
sovente
in
rissa
tra
loro
?
È
favorevole
o
meno
alla
concentrazione
di
sinistra
socialista
repubblicana
?
Che
cosa
intende
contrapporre
sul
terreno
programmatico
al
programma
comunista
?
Silenzio
su
tutta
la
linea
.
Su
tutte
queste
questioni
molto
concrete
la
mozione
non
dice
nulla
.
E
qui
sta
il
suo
massimo
difetto
,
la
sua
maggiore
lacuna
.
Se
il
silenzio
derivasse
solo
da
una
comprensibile
riserva
a
mettere
in
piazza
questioni
gelose
come
quelle
sopraccennate
,
ci
asterremmo
da
ogni
rilievo
critico
.
Ma
noi
crediamo
che
sia
piuttosto
vero
il
contrario
.
Che
non
si
dica
nulla
perché
nulla
per
ora
si
creda
utile
di
poter
fare
;
che
il
silenzio
perduri
soprattutto
a
causa
della
mentalità
di
taluni
dei
capi
più
autorevoli
,
rispettati
e
rispettabili
del
PSLI
contrari
a
tutti
gli
irrigidimenti
,
desiderosi
di
conservare
i
contatti
con
tutte
le
forze
di
opposizione
,
ansiosi
di
mantenere
aperte
tutte
le
vie
,
tutte
le
porte
,
per
tutte
le
soluzioni
,
in
nome
di
una
nuova
originale
forma
di
intransigenza
:
quella
delle
transigenze
.
Non
crediamo
che
sia
il
caso
di
criticare
per
l
'
ennesima
volta
questa
che
fu
ironicamente
definita
come
una
forma
incomprensibile
di
malthusianismo
politico
.
Ci
sia
solo
permesso
di
osservare
che
sta
bene
volersi
tenere
aperte
tutte
le
porte
evitando
i
programmi
troppo
assoluti
e
le
troppo
astratte
pregiudiziali
,
ma
purché
si
tratti
di
porte
reali
,
attuali
,
che
diano
adito
a
strade
capaci
di
essere
percorse
con
una
qualche
utilità
dalle
forze
socialiste
;
e
non
invece
di
porte
e
di
strade
tutte
e
solo
potenziali
create
dalla
fantasia
.
E
d
'
altra
parte
si
vorrà
pur
riconoscere
che
a
un
certo
punto
occorrerà
bene
decidersi
a
spalancare
una
porta
e
a
imboccare
una
via
;
perché
,
per
voler
tenere
in
perpetuo
tutte
le
porte
contemporaneamente
aperte
,
si
corre
il
rischio
di
vedersele
sbattere
una
per
una
sul
naso
,
così
da
rimanere
per
l
'
eternità
appiccicati
alla
soglia
,
poveri
postulanti
in
attesa
del
fatto
nuovo
rivoluzionario
che
eliminando
il
fascismo
elimini
anche
il
problema
oppositore
.
Ma
preferiamo
per
ora
non
insistere
su
questo
punto
.
Sul
terreno
concreto
delle
cose
noi
vedremo
se
le
premesse
e
le
promesse
sopra
ricordate
sono
una
platonica
concessione
alle
esigenze
dell
'
ora
o
il
punto
di
partenza
per
quella
ripresa
dell
'
opposizione
italiana
imperniata
nel
movimento
socialista
per
la
quale
ci
battemmo
fino
dal
primo
numero
di
questo
foglio
.
StampaPeriodica ,
Non
grideremo
:
Evviva
Fino
a
che
un
palmo
solo
Del
sacro
italo
suolo
Serva
a
straniero
acciar
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
Non
grideremo
:
Evviva
Finché
l
Italia
intera
La
tricolor
bandiera
Non
vegga
sventolar
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
Non
grideremo
:
Evviva
Finché
Venezia
è
doma
,
Finché
il
Pastor
di
Roma
Confonde
trono
e
altar
.
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
Non
grideremo
:
Evviva
Gridiamo
guerra
e
morte
!
Libera
,
unita
e
forte
Vogliam
l
Italia
al
par
Dall
una
all
altra
riva
Dal
Moncenisio
al
mar
.
ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
Imperatore
d
'
Etiopia
Visto
l
'
art
.
3
,
n
.
2
,
della
legge
31
gennaio
1926
-
IV
,
n
.
100;
Ritenuta
la
necessità
assoluta
ed
urgente
di
provvedere
alla
costituzione
di
un
organo
consultivo
centrale
,
presso
il
Ministero
dell
'
interno
,
per
le
questioni
che
interessano
la
demografia
e
la
razza
;
Udito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
DUCE
,
Primo
Ministro
Segretario
di
Stato
,
Ministro
per
l
'
interno
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Art
.
1
.
È
istituito
presso
il
Ministero
dell
'
interno
,
il
Consiglio
superiore
per
la
demografia
e
la
razza
,
chiamato
a
dare
pareri
sulle
questioni
di
carattere
generale
interessanti
la
demografia
e
la
razza
.
Art
.
2
.
Il
Consiglio
è
presieduto
dal
Ministro
per
l
'
interno
o
,
per
sua
delega
,
dal
Sottosegretario
di
Stato
.
Ne
fanno
parte
:
un
vice
presidente
e
14
membri
scelti
fra
le
persone
particolarmente
versate
nei
problemi
della
demografia
e
della
razza
.
Essi
sono
nominati
con
decreto
Reale
,
su
proposta
del
Ministro
per
l
'
interno
,
durano
in
carica
tre
anni
e
possono
essere
confermati
.
Fanno
,
inoltre
,
parte
del
Consiglio
:
-
il
presidente
dell
'
Istituto
centrale
di
statistica
;
-
il
direttore
generale
per
la
Demografia
e
la
razza
;
il
direttore
generale
della
Sanità
pubblica
;
-
il
presidente
dell
'
Opera
nazionale
per
la
maternità
ed
infanzia
;
-
il
presidente
dell
'
Unione
fascista
fra
le
famiglie
numerose
;
-
due
rappresentanti
del
Partito
Nazionale
Fascista
,
designati
dal
Segretario
del
P.N.F.
,
Ministro
Segretario
di
Stato
;
-
due
rappresentanti
del
Ministero
dell
'
Africa
Italiana
;
-
i
rappresentanti
per
ciascuno
dei
ministeri
per
gli
affari
esteri
,
di
grazia
e
giustizia
,
delle
finanze
,
dell
'
educazione
nazionale
,
delle
corporazioni
e
della
cultura
popolare
,
designati
dalle
rispettive
Amministrazioni
.
Le
funzioni
di
segretario
del
Consiglio
sono
esercitate
dal
direttore
generale
per
la
Demografia
e
la
razza
.
Il
presente
decreto
entra
in
vigore
il
giorno
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
e
sarà
presentato
al
Parlamento
per
la
conversione
in
legge
.
Il
Duce
,
Ministro
per
l
'
interno
,
proponente
,
è
autorizzato
a
presentare
il
relativo
disegno
di
legge
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
San
Rossore
,
addì
5
settembre
1938
-
Anno
XVI
Vittorio
Emanuele
-
Mussolini
Visto
il
Guardasigilli
:
Solmi
StampaQuotidiana ,
Non
era
punto
da
mettere
in
dubbio
che
la
Camera
avrebbe
rifiutato
la
presa
in
considerazione
del
progetto
dell
'
on
.
Bresciamorra
per
una
indennità
ai
deputati
;
ma
è
soddisfacente
che
questo
voto
sia
stato
dato
poco
dopo
un
discorso
dell
'
on
.
Buoncompagni
che
è
fra
i
migliori
fra
quanti
mai
se
ne
odano
nella
nostra
Camera
.
Egli
ha
parlato
da
uomo
di
Stato
insigne
,
e
dopo
aver
ricordato
come
già
altre
volte
simile
proposta
era
stata
fatta
e
respinta
,
è
entrato
nelle
viscere
della
quistione
:
non
esser
vero
che
delle
indennità
si
avvantaggerebbero
gli
uomini
di
eletto
ingegno
,
piuttosto
i
mediocri
;
esser
indecoroso
che
la
Camera
in
tanta
angustia
dell
'
erario
,
pensasse
al
suo
particolare
interesse
;
e
da
ultimo
volersi
,
in
questa
bisogna
,
imitare
piuttosto
il
Parlamento
inglese
,
che
gli
altri
.
Per
la
coltura
morale
di
tutta
la
nazione
è
meglio
che
il
servire
il
paese
fosse
ufficio
gratuito
.
Anche
l
'
on
.
Presidente
del
Consiglio
parlò
egregiamente
.
Egli
vinse
addirittura
la
causa
,
quando
disse
che
sarebbe
stato
sconvenientissimo
che
la
prima
volta
che
si
modifica
lo
Statuto
,
ciò
fosse
per
un
vantaggio
proprio
e
diretto
dei
deputati
.
Non
c
'
è
dubbio
che
il
voto
della
Camera
sarà
accolto
con
favore
dappertutto
.
Sono
pochissimi
in
Italia
,
favorevoli
alla
retribuzione
dei
deputati
.
Il
genio
delle
nostre
popolazioni
non
si
presta
punto
a
questo
concetto
;
e
forse
perché
s
'
intende
che
,
se
i
deputati
fossero
retribuiti
,
bisognerebbe
fare
altrettanto
coi
senatori
,
eppoi
coi
consiglieri
comunali
e
coi
provinciali
,
e
in
somma
con
tutti
coloro
che
prestano
l
'
opera
loro
alla
cosa
pubblica
.
Adesso
,
e
dopo
il
voto
quasi
direi
solenne
della
Camera
,
la
quistione
è
risoluta
,
e
per
varii
anni
non
si
presenterà
più
alle
deliberazioni
dell
'
Assemblea
.
StampaPeriodica ,
I
Fin
dal
III
Congresso
del
partito
(
Lione
)
,
ed
anzi
già
durante
le
discussioni
preparatorie
del
congresso
che
si
tennero
nel
1925
,
nell
'
Ufficio
politico
e
nel
Comitato
centrale
,
si
affacciò
la
necessità
di
dare
un
programma
al
partito
.
Superata
la
crisi
interna
e
conquistata
una
superiore
maturità
ideologica
e
politica
il
partito
cominciò
a
vedere
i
problemi
della
rivoluzione
italiana
e
i
propri
compiti
con
occhi
nuovi
.
Fino
al
1923-1924
noi
ci
sentivamo
il
partito
di
una
frazione
del
proletariato
,
di
una
frazione
che
voleva
diventare
maggioranza
attraverso
la
«
conquista
molecolare
»
dei
proletari
e
limitandosi
ad
operare
entro
gli
organismi
tradizionali
del
proletariato
italiano
.
Questa
ristrettezza
del
nostro
campo
politico
limitò
la
nostra
azione
e
impedì
al
partito
di
presentarsi
di
fronte
alle
grandi
masse
come
il
partito
del
proletariato
italiano
e
la
guida
di
tutta
la
popolazione
lavoratrice
.
Basta
rievocare
la
posizione
assunta
dal
partito
in
numerose
occasioni
,
dal
1921
alla
fine
del
1923
,
per
convincersene
.
È
verso
la
seconda
metà
del
1924
(
crisi
Matteotti
)
che
noi
incominciamo
ad
avere
un
respiro
politico
più
ampio
,
ed
a
manovrare
nel
giuoco
delle
forze
politiche
per
presentarci
come
un
«
partito
di
governo
»
di
fronte
alle
masse
lavoratrici
.
Dal
periodo
che
si
potrebbe
chiamare
«
di
organizzazione
»
passiamo
al
periodo
della
vera
e
propria
azione
politica
.
Non
vorrei
che
i
compagni
fossero
tratti
a
credere
che
io
pensi
che
i
due
periodi
si
caratterizzano
nettamente
e
che
essi
diano
,
come
i
momenti
di
un
processo
logico
,
la
spiegazione
dello
sviluppo
del
nostro
partito
.
Infatti
non
è
vero
che
dal
1921
al
1924
noi
ci
siamo
occupati
di
organizzazione
e
non
di
politica
;
né
è
possibile
pensare
che
dopo
il
1924
noi
abbiamo
trascurato
o
sottovalutato
i
problemi
di
organizzazione
.
Il
periodo
1921-1924
è
prevalentemente
«
interno
»
e
di
propaganda
;
nel
secondo
quello
nel
quale
siamo
tuttora
noi
affrontiamo
tutti
i
problemi
interni
ed
esterni
:
il
partito
vede
meglio
,
anzi
,
i
problemi
interni
e
li
risolve
nella
misura
e
nel
modo
in
cui
è
capace
di
vedere
e
di
affrontare
i
propri
compiti
politici
.
Il
momento
tipico
del
passaggio
dall
'
uno
all
'
altro
periodo
è
stato
quello
della
trasformazione
organica
del
partito
sulla
base
delle
cellule
.
Dal
1924-1925
in
poi
non
ci
sentiamo
più
il
partito
di
una
frazione
del
proletariato
,
ma
il
partito
politico
rivoluzionario
del
proletariato
,
di
tutto
il
proletariato
italiano
.
A
questo
risultato
siamo
giunti
liberandoci
dagli
ultimi
residui
della
ideologia
massimalista
(
dei
quali
si
nutriscono
oggi
avidamente
i
gruppi
di
opposizione
che
sono
fuori
del
nostro
partito
)
ed
affrontando
risolutamente
i
problemi
della
strategia
e
della
tattica
seguendo
gli
insegnamenti
del
marxismo
-
leninismo
,
sulla
base
della
analisi
della
struttura
della
società
italiana
,
dello
sviluppo
del
capitalismo
italiano
e
delle
contraddizioni
che
esso
genera
,
della
formazione
e
del
movimento
delle
classi
;
cioè
impossessandoci
del
metodo
di
analisi
marxista
.
II
Il
bisogno
di
darci
il
programma
è
coinciso
con
l
'
allargarsi
della
visione
dei
nostri
compiti
storici
e
politici
.
Non
tutti
i
compagni
,
è
vero
,
vedono
ancora
tutti
questi
compiti
e
sanno
adeguare
ad
essi
la
propria
azione
.
Non
tutti
i
compagni
riescono
ancora
a
concepire
il
carattere
«
popolare
»
e
«
nazionale
»
della
rivoluzione
proletaria
,
che
il
partito
rivoluzionario
del
proletariato
deve
trascinare
e
dirigere
tutta
la
popolazione
lavoratrice
,
che
esso
deve
avere
,
perciò
,
un
programma
di
azione
applicando
il
quale
esso
riesce
a
portare
alla
insurrezione
ed
alla
lotta
per
il
potere
le
masse
decisive
del
proletariato
urbano
e
dei
lavoratori
della
campagna
,
e
deve
avere
un
programma
di
governo
«
nazionale
»
dei
lavoratori
che
risponda
ai
bisogni
e
agli
interessi
della
totalità
della
popolazione
lavoratrice
,
cioè
della
stragrande
maggioranza
della
popolazione
.
La
debolezza
ideologica
e
politica
che
è
restata
in
alcuni
strati
del
nostro
partito
,
e
che
dovrà
essere
e
sarà
necessariamente
superata
nel
corso
del
nostro
lavoro
,
trova
una
spiegazione
nelle
condizioni
estremamente
difficili
che
ci
sono
state
fatte
dalla
situazione
italiana
,
durante
gli
otto
anni
della
nostra
esistenza
.
Nelle
nostre
file
,
tuttora
,
il
rivoluzionarismo
della
frase
sostituisce
qua
e
là
il
rivoluzionarismo
marxista
.
La
coscienza
del
«
governo
»
,
del
«
potere
»
,
dello
«
Stato
»
che
si
forma
e
si
sviluppa
nel
partito
,
il
quale
è
«
governo
»
,
è
«
potere
»
,
è
«
Stato
»
in
sviluppo
non
è
ben
radicata
tra
noi
.
È
pur
vero
che
questa
«
coscienza
»
si
sviluppa
con
lo
sviluppo
stesso
del
processo
rivoluzionario
e
si
allarga
fino
a
diventare
coscienza
di
tutto
il
proletariato
;
ma
essa
è
anche
un
eccitatore
del
processo
e
ne
determina
la
orientazione
.
Date
,
quindi
,
al
partito
il
programma
vuol
dire
rafforzare
in
esso
la
coscienza
del
potere
,
elevarlo
politicamente
nella
comprensione
dei
gravissimi
compiti
che
esso
deve
assolvere
.
Ma
dare
il
programma
al
partito
vuol
dire
anche
dare
il
programma
al
proletariato
,
vuol
dire
porre
il
partito
comunista
di
fronte
a
tutto
il
proletariato
come
il
proprio
e
solo
partito
,
accelerare
il
dislocamento
degli
operai
e
dei
salariati
agricoli
verso
il
loro
partito
;
e
quindi
porre
il
proletariato
,
dinanzi
alle
grandi
masse
popolari
,
come
l
'
erede
e
il
solo
erede
della
borghesia
e
del
capitalismo
al
potere
.
III
La
necessità
per
il
nostro
partito
di
avere
il
programma
non
è
contestabile
,
e
credo
che
non
sarà
contestata
.
Piuttosto
da
molte
parti
ci
si
domanderà
:
«
Ma
il
PCI
non
aveva
già
un
programma
?
E
se
non
lo
aveva
come
è
potuto
andare
avanti
per
otto
anni
?
È
possibile
che
il
partito
si
dia
il
programma
solo
dopo
otto
o
nove
anni
di
esistenza
?
»
.
A
domande
simili
noi
già
rispondemmo
trattando
della
questione
del
programma
della
Internazionale
comunista
.
Noi
siamo
arrivati
al
programma
della
Internazionale
comunista
attraverso
ad
una
esperienza
complessa
.
Ma
ciò
non
vuoi
dire
che
dal
1919
(
e
io
direi
meglio
dal
1917
)
la
Internazionale
comunista
marciasse
alla
giornata
.
Tutti
i
documenti
fondamentali
,
dal
I
Congresso
della
Internazionale
in
poi
,
sono
stati
dei
documenti
programmatici
o
hanno
fissato
problemi
di
tattica
generale
.
Il
programma
della
Internazionale
comunista
coordina
tutta
la
imponente
esperienza
ideologica
e
politica
della
Internazionale
nel
corso
dei
suoi
primi
nove
anni
di
vita
e
presenta
,
per
la
prima
volta
dopo
il
1847
,
un
documento
che
fissa
gli
obiettivi
della
lotta
rivoluzionaria
del
partito
comunista
mondiale
.
Anche
noi
abbiamo
dovuto
seguire
la
strada
delle
esperienze
ideologiche
e
politiche
del
nostro
partito
per
giungere
alla
formulazione
del
programma
.
Ma
ciò
non
vuol
dire
che
il
nostro
partito
,
dal
1921
,
abbia
marciato
alla
giornata
.
Al
Congresso
di
Livorno
(
San
Marco
,
1921
)
noi
non
abbiamo
approvato
un
programma
,
bensì
una
mozione
programmatica
della
forma
di
quelle
che
erano
adottate
dai
partiti
della
seconda
Internazionale
Questa
mozione
è
una
dichiarazione
di
principio
del
comunismo
marxista
la
quale
può
e
deve
essere
accettata
da
chiunque
si
richiami
al
marxismo
rivoluzionario
.
Essa
non
è
però
né
un
programma
della
Internazionale
comunista
(
perché
vi
mancano
l
'
analisi
della
situazione
mondiale
del
capitalismo
,
la
descrizione
del
processo
che
porta
alla
morte
inevitabile
del
capitalismo
,
l
'
analisi
delle
forze
motrici
rivoluzionarie
mondiali
,
le
direttive
della
lotta
per
la
dittatura
proletaria
,
la
indicazione
di
che
cosa
farà
il
proletariato
quando
avrà
preso
il
potere
,
ecc
.
)
né
è
un
programma
del
PCI
(
perché
vi
mancano
l
'
analisi
della
struttura
del
capitalismo
italiano
,
della
formazione
e
dei
rapporti
fra
le
classi
della
società
italiana
,
della
stabilizzazione
italiana
,
la
indicazione
dei
compiti
che
si
pongono
al
PCI
per
realizzare
il
blocco
operaio
-
contadino
,
ecc
.
ecc
.
)
La
mozione
programmatica
di
Livorno
non
fu
essa
a
distinguerci
dai
cosiddetti
comunisti
unitari
(
massimalisti
)
e
dagli
opportunisti
.
I
massimalisti
,
infatti
,
non
potevano
allora
non
aderire
ai
principi
espressi
nella
nostra
mozione
,
e
la
loro
grande
maggioranza
non
sarebbe
aliena
dall
'
approvarli
,
a
parole
,
anche
oggi
.
I
punti
di
differenziazione
tra
noi
e
i
massimalisti
,
nel
1921
,
furono
precisamente
i
rapporti
internazionali
ed
i
problemi
concreti
della
rivoluzione
italiana
;
il
che
è
quanto
dire
che
il
dissenso
che
portò
alla
scissione
fu
determinato
non
già
da
una
divergenza
sui
principi
generali
,
divergenza
che
gli
opportunisti
negano
sempre
,
ma
da
una
divergenza
decisiva
sul
terreno
della
applicazione
dei
principi
generali
ai
problemi
concreti
della
rivoluzione
italiana
.
È
in
questo
momento
che
l
'
opportunismo
centrista
si
svela
,
sempre
.
La
discussione
con
i
centristi
e
la
divisione
da
essi
nel
Congresso
socialista
di
Livorno
,
avvennero
:
a
)
sui
ventuno
punti
posti
dalla
Internazionale
comunista
come
condizione
per
la
entrata
dei
partiti
socialisti
nella
organizzazione
comunista
mondiale
,
e
quindi
sulla
esclusione
dei
riformisti
e
degli
opportunisti
del
PSI
,
sulla
centralizzazione
rivoluzionaria
dei
partiti
e
della
Internazionale
comunista
,
sul
compito
delle
frazioni
comuniste
,
sui
rapporti
tra
partiti
e
sindacati
,
ecc
.
;
b
)
sulla
contemporaneità
internazionale
della
rivoluzione
,
teoria
evocata
dai
riformisti
e
dagli
opportunisti
per
mascherare
la
loro
profonda
essenza
controrivoluzionaria
,
e
contro
la
quale
i
comunisti
allora
si
batterono
(
questa
teoria
è
oggi
passata
nel
patrimonio
ideologico
della
opposizione
sedicente
di
«
sinistra
»
la
quale
,
al
contrario
,
è
una
opposizione
di
destra
mascherata
)
;
c
)
sui
problemi
agrario
,
nazionale
e
coloniale
.
Il
dissenso
fu
perciò
programmatico
;
ma
il
nostro
programma
non
era
stato
elaborato
,
precisato
,
era
generico
,
si
riallacciava
a
taluni
elementi
generali
(
in
specie
ai
documenti
fondamentali
del
II
Congresso
della
Internazionale
)
.
Se
noi
avessimo
potuto
(
ma
ciò
non
era
possibile
)
presentarci
a
Livorno
con
un
programma
organico
,
il
dissenso
con
i
centristi
e
con
gli
opportunisti
sarebbe
stato
ancora
,
immediatamente
,
più
profondo
e
appariscente
.
IV
Ma
potevamo
noi
andare
a
Livorno
con
il
programma
?
E
,
prima
di
tutto
,
che
cosa
significa
avere
un
programma
?
Avere
un
programma
significa
realizzare
il
massimo
di
unità
ideologica
nell
'
interno
del
partito
.
Avevamo
noi
questa
unità
ideologica
interna
nel
gennaio
1921
?
No
:
noi
non
l
'
avevamo
.
Il
nostro
partito
si
era
formato
attraverso
alla
fusione
di
tre
aggruppamenti
:
la
frazione
astensionista
del
PSI
(
Bordiga
)
;
il
gruppo
dell
'
Ordine
nuovo
(
Gramsci
)
,
la
sinistra
socialista
rivoluzionaria
(
Gennari
-
Bombacci
-
Marabini
,
ecc
.
)
.
Questi
tre
aggruppamenti
muovevano
da
posizioni
ideologiche
differenti
,
più
o
meno
sviluppate
,
ed
erano
fusi
nella
convinzione
della
necessità
di
dare
al
proletariato
italiano
il
suo
partito
rivoluzionario
.
Basta
rileggere
,
oggi
,
a
distanza
di
otto
anni
il
resoconto
del
Congresso
di
Livorno
e
gli
interventi
degli
oratori
comunisti
per
convincersi
che
una
unità
ideologica
nel
gennaio
1921
non
esisteva
fra
i
comunisti
.
Ciò
,
del
resto
,
era
risaputo
da
noi
,
e
anche
fuori
del
nostro
partito
.
Al
Congresso
di
Livorno
alcuni
oratori
riformisti
e
centristi
dissero
ad
alta
voce
che
i
comunisti
non
erano
d
'
accordo
su
tutte
le
questioni
,
quasi
a
denunziare
una
nostra
debolezza
costituzionale
.
Ben
rispose
Terracini
che
questo
era
un
problema
nostro
,
del
futuro
PCI
,
e
che
avremmo
successivamente
affrontato
e
risolto
.
Mancando
una
unità
ideologica
,
ci
mancava
anche
una
esperienza
autonoma
,
di
partito
.
Senza
l
'
una
e
l
'
altra
un
programma
comunista
,
che
non
sia
uno
schema
artificiale
,
non
è
possibile
formularlo
.
V
La
nostra
revisione
ideologica
,
che
accompagna
lo
sforzo
verso
la
unità
ideologica
,
è
divenuta
profonda
dopo
l
'
avvento
del
fascismo
al
potere
,
durante
il
1925
,
sebbene
verso
di
essa
come
abbiamo
detto
il
partito
si
fosse
già
mosso
nella
seconda
metà
del
1924
e
nella
preparazione
del
III
Congresso
.
Le
tesi
del
III
Congresso
del
partito
,
che
hanno
un
filo
unico
che
le
lega
,
pur
avendo
alcune
manchevolezze
che
solo
oggi
siamo
in
grado
di
vedere
e
di
completare
,
rappresentano
un
grande
balzo
in
avanti
per
il
partito
.
Le
esigenze
programmatiche
vi
si
risentono
in
modo
evidente
.
Tutta
la
prima
parte
delle
tesi
politiche
ha
contenuto
programmatico
.
Per
la
prima
volta
i
problemi
essenziali
della
rivoluzione
proletaria
italiana
sono
visti
dai
comunisti
,
e
sono
visti
con
occhio
marxista
.
Il
II
Congresso
(
Roma
1922
)
non
ci
aveva
dato
nulla
di
tutto
questo
:
le
tesi
di
Roma
barcamenavano
una
teoria
della
tattica
generale
,
ma
non
affrontavano
i
problemi
della
rivoluzione
italiana
.
Né
il
programma
di
azione
presentato
dal
Comitato
esecutivo
e
dalla
delegazione
del
PCI
al
IV
Congresso
mondiale
(
1922
)
colmava
la
lacuna
.
Il
III
Congresso
del
partito
segna
,
perciò
,
un
punto
fermo
nella
maturazione
ideologica
del
partito
,
ed
è
una
vittoria
politica
per
il
proletariato
italiano
.
La
lotta
contro
il
«
sinistrismo
»
si
è
iniziata
come
una
lotta
sulle
questioni
della
tattica
e
della
organizzazione
.
Successivamente
si
è
visto
che
il
sinistrismo
»
rappresentava
anche
una
deviazione
nella
«
strategia
»
.
Il
dissenso
con
i
«
sinistri
»
era
perciò
programmatico
.
Le
posizioni
ideologiche
che
noi
abbiamo
conquistato
lottando
contro
il
sinistrismo
sono
state
delle
posizioni
programmatiche
.
Dai
dissensi
sulla
strategia
,
sulla
tattica
e
sulla
organizzazione
siamo
giunti
a
precisare
:
a
)
che
il
sinistrismo
non
ha
nessuna
dimestichezza
con
il
metodo
dialettico
di
Marx
,
non
è
capace
di
compiere
delle
analisi
;
b
)
che
esso
non
ha
mai
fatto
una
analisi
della
società
italiana
,
delle
classi
e
dei
loro
rapporti
,
e
del
processo
di
formazione
del
blocco
operaio
-
contadino
;
c
)
che
esso
ha
una
concezione
errata
della
natura
e
del
ruolo
dei
partito
comunista
,
e
dei
rapporti
tra
il
proletariato
e
le
altre
classi
che
si
muovono
o
che
sono
portate
a
muoversi
contro
il
regime
del
capitalismo
;
d
)
che
esso
nega
o
restringe
il
compito
del
partito
di
intervenire
con
la
sua
azione
politica
,
al
fine
di
dislocare
strati
di
masse
influenzati
da
altri
partiti
e
portarli
sotto
la
influenza
dei
comunisti
;
e
)
che
esso
svaluta
l
'
attività
di
fronte
unico
e
la
sua
organizzazione
,
ecc
.
Queste
deviazioni
di
tipo
«
sinistroide
»
,
ma
caratteristiche
del
massimalismo
,
sono
state
battute
decisamente
dal
partito
senza
possibilità
di
resurrezione
in
grande
stile
.
Il
nostro
partito
ha
pure
combattuto
le
deviazioni
di
destra
,
le
quali
si
presentarono
però
sempre
in
esso
come
scarsamente
vivaci
.
Esse
non
ebbero
una
seria
base
proletaria
nel
partito
,
e
furono
piuttosto
la
espressione
della
mentalità
di
gruppi
di
vecchi
leaders
che
non
erano
riusciti
a
digerire
la
teoria
e
la
pratica
della
Internazionale
comunista
da
essi
accettate
quando
ancora
non
le
conoscevano
.
VI
Dal
III
Congresso
in
poi
il
partito
ha
sviluppato
le
sue
capacità
politiche
e
la
sua
preparazione
ideologica
.
I
documenti
del
settembre
1926
(
risoluzione
politica
,
risoluzione
sul
lavoro
nel
Mezzogiorno
)
sono
già
degli
sviluppi
delle
tesi
di
Lione
.
Il
lavoro
politico
del
partito
compiuto
nel
1925-1926-1927
sulla
base
delle
direttive
derivate
da
una
giusta
analisi
della
situazione
,
lo
ha
imposto
decisamente
all
'
attenzione
delle
masse
lavoratrici
italiane
.
Il
lavoro
politico
e
di
organizzazione
,
negli
ultimi
anni
,
malgrado
le
gravi
difficoltà
del
nostro
lavoro
,
non
solo
non
ha
indebolito
il
lavoro
ideologico
,
ma
lo
ha
migliorato
ed
esteso
a
uno
strato
più
vasto
di
compagni
.
Lo
Stato
operaio
ha
portato
innanzi
lo
studio
di
alcuni
problemi
che
non
erano
stati
ancora
approfonditi
,
in
particolare
lo
studio
della
situazione
economica
e
quello
del
fascismo
.
Noi
abbiamo
,
quindi
,
oggi
una
maturità
sufficiente
per
passare
alla
formulazione
del
programma
.
D
'
altra
parte
,
dopo
l
'
approvazione
del
programma
della
Internazionale
comunista
,
che
è
il
programma
del
nostro
partito
mondiale
,
tutte
le
sezioni
della
Internazionale
debbono
passare
a
darsi
i
propri
programmi
nazionali
,
dei
quali
il
programma
mondiale
è
la
premessa
essenziale
.
Il
Comitato
centrale
del
nostro
partito
,
già
da
alcuni
mesi
,
ha
nominato
una
commissione
del
programma
,
la
quale
,
però
,
non
ha
potuto
ancora
iniziare
il
lavoro
.
Io
mi
limiterò
,
qui
,
ad
esprimere
alcune
opinioni
personali
di
carattere
generale
sul
programma
da
dare
al
nostro
partito
,
le
quali
potranno
essere
utilizzate
o
rigettate
dalla
commissione
.
Quale
deve
essere
il
tipo
di
programma
da
dare
al
nostro
partito
?
Da
quanto
ho
sopra
detto
escludo
che
il
programma
possa
essere
una
semplice
dichiarazione
di
principi
,
quali
erano
,
ad
esempio
,
quelli
del
1892
(
Genova
)
e
del
1919
(
Bologna
)
del
PSI
,
e
quale
fu
quello
approvato
al
nostro
I
Congresso
(
1921
)
.
D
'
altronde
noi
non
abbiamo
più
bisogno
,
oggi
,
di
incastrare
nei
nostri
programmi
nazionali
una
dichiarazione
di
principi
,
giacché
il
programma
della
Internazionale
comunista
che
è
la
premessa
di
ogni
programma
nazionale
,
è
una
sufficientissima
elaborazione
dei
principi
della
Internazionale
comunista
.
I
programmi
nazionali
della
seconda
Internazionale
(
la
seconda
Internazionale
non
ha
mai
avuto
un
programma
mondiale
perché
non
ha
mai
avuto
una
politica
ed
una
organizzazione
dirette
e
centralizzate
internazionalmente
)
erano
fatti
sul
tipo
di
mozioni
,
comprendenti
due
parti
:
una
affermazione
di
principi
,
breve
e
talora
brevissima
,
ed
una
esposizione
delle
rivendicazioni
parziali
(
programma
massimo
e
programma
minimo
)
.
Noi
sappiamo
che
nella
seconda
Internazionale
si
andarono
dimenticando
a
poco
a
poco
i
principi
,
e
il
programma
delle
rivendicazioni
parziali
(
delle
riforme
,
diciamo
meglio
)
divenne
il
vero
programma
dei
partiti
della
vecchia
socialdemocrazia
.
Il
programma
della
Internazionale
comunista
è
tornato
al
tipo
del
manifesto
,
nel
quale
i
principi
e
le
rivendicazioni
parziali
sono
tra
loro
legati
in
modo
armonico
,
per
cui
l
'
obiettivo
della
lotta
per
la
dittatura
proletaria
non
è
mai
perduto
di
vista
,
anzi
tutto
il
processo
di
lotte
parziali
è
visto
come
un
mezzo
per
la
conquista
e
la
direzione
delle
masse
sulla
via
della
rivoluzione
e
della
dittatura
proletaria
.
Io
penso
che
il
programma
del
PCI
debba
mantenere
il
tipo
del
programma
della
Internazionale
che
risponde
alla
migliore
tradizione
del
marxismo
militante
.
Ho
sotto
gli
occhi
i
progetti
di
programmi
presentati
dai
partiti
comunisti
della
Germania
,
del
Giappone
e
della
Bulgaria
alla
commissione
del
programma
del
IV
Congresso
.
Sono
certo
che
i
compagni
di
questi
partiti
,
nel
redigere
i
programmi
dei
loro
partiti
,
ricominceranno
il
loro
ex
novo
.
Infatti
il
vecchio
progetto
del
partito
comunista
tedesco
non
era
se
non
una
lunga
esposizione
,
e
abbastanza
pesante
nella
forma
,
della
analisi
del
capitalismo
mondiale
del
dopoguerra
,
e
dei
principi
sui
quali
si
è
costituita
la
Internazionale
comunista
.
Cito
i
titoli
dei
capitoli
:
1
.
L
'
epoca
dell
'
imperialismo
;
2
.
La
guerra
mondiale
;
3
.
I
trattati
di
pace
imperialisti
;
4
.
La
crisi
del
capitalismo
;
5
.
La
presa
del
potere
politico
:
a
)
il
proletariato
come
potenza
motrice
e
classe
dirigente
della
trasformazione
socialista
;
6
)
il
ruolo
del
partito
comunista
ecc
.
;
c
)
il
ruolo
della
violenza
;
d
)
la
democrazia
borghese
;
e
)
misure
transitorie
che
preludono
alla
conquista
del
potere
politico
;
6
.
Trasformazione
del
regime
capitalista
in
regime
socialista
,
ecc
.
Non
si
tratta
di
un
progetto
di
programma
del
Partito
comunista
tedesco
,
ma
piuttosto
di
un
contributo
alla
elaborazione
di
un
programma
della
Internazionale
comunista
.
Infatti
i
problemi
della
rivoluzione
tedesca
non
vi
sono
visti
in
modo
particolare
.
Questo
progetto
di
programma
,
indipendentemente
dal
suo
valore
intrinseco
(
esso
fu
scritto
nel
1922
)
,
non
potrebbe
servire
ai
compagni
e
al
proletariato
tedesco
.
Il
progetto
di
programma
del
Partito
comunista
giapponese
si
avvicina
al
tipo
di
un
programma
nazionale
:
esso
,
infatti
,
è
preceduto
da
una
nota
nella
quale
è
detto
che
il
progetto
vuol
essere
un
capitolo
nel
quale
si
pongano
i
problemi
della
rivoluzione
e
della
lotta
rivoluzionaria
nel
Giappone
.
Ma
anche
come
capitolo
complementare
esso
è
insufficiente
,
non
dà
una
idea
della
struttura
economica
e
sociale
del
Giappone
,
non
indica
la
soluzione
comunista
dei
problemi
particolari
che
si
presentano
alle
masse
lavoratrici
del
Giappone
.
Il
progetto
del
Partito
comunista
bulgaro
è
più
vicino
a
quello
che
mi
sembra
debba
essere
adottato
dai
partiti
e
dal
nostro
,
toltane
la
prima
parte
che
è
già
,
e
meglio
elaborata
,
nel
programma
della
Internazionale
comunista
.
Però
nel
vecchio
progetto
del
Partito
comunista
bulgaro
mancano
i
problemi
della
strategia
e
della
tattica
.
Il
nostro
programma
,
a
parer
mio
,
deve
essere
un
programma
di
azione
ed
un
programma
di
governo
.
Dobbiamo
nel
nostro
programma
analizzare
il
sistema
mondiale
del
capitalismo
,
il
suo
sviluppo
e
il
suo
declino
?
O
la
crisi
generale
del
capitalismo
e
l
'
aprirsi
dell
'
èra
delle
rivoluzioni
proletarie
?
O
riaffermare
i
principi
del
comunismo
?
No
,
tutto
ciò
non
è
necessario
.
Tutto
ciò
è
nel
programma
della
Internazionale
comunista
,
del
quale
il
nostro
è
una
parte
complementare
.
D
'
altronde
noi
non
possiamo
limitarci
ad
un
programma
di
azione
,
cioè
ad
indicare
quali
sono
le
forze
che
il
proletariato
deve
abbattere
,
con
quali
mezzi
e
con
quali
azioni
esso
deve
riuscire
a
conquistare
,
a
trascinare
e
a
dirigere
le
masse
contro
lo
Stato
borghese
,
e
quali
sono
i
compiti
che
al
partito
si
pongono
,
per
vincere
,
nella
lotta
del
proletariato
per
il
potere
.
Il
nostro
programma
deve
rispondere
anche
ad
un
'
altra
esigenza
,
e
a
delle
domande
che
le
grandi
masse
ci
pongono
:
«
Che
cosa
voi
farete
quando
avrete
il
potere
nelle
mani
?
»
.
Gli
italiani
vogliono
conoscere
quale
sarà
il
carattere
e
l
'
ampiezza
del
loro
potere
.
I
contadini
poveri
avranno
o
no
la
terra
?
E
cosa
darà
il
governo
ai
mezzadri
,
ai
fittavoli
,
ai
piccoli
proprietari
coltivatori
?
E
come
sarà
regolato
il
problema
del
debito
pubblico
?
E
quello
del
debito
estero
?
E
il
problema
meridionale
?
E
il
problema
delle
minoranze
nazionali
?
E
il
problema
coloniale
?
E
quello
della
istruzione
,
dell
'
igiene
,
dell
'
assistenza
sociale
,
della
Chiesa
e
della
religione
,
dell
'
esercito
,
ecc
.
ecc
.
?
Si
tratta
,
quindi
,
né
più
ne
meno
che
di
fissare
il
programma
di
governo
dei
comunisti
italiani
.
Se
noi
non
rispondiamo
a
queste
esigenze
il
nostro
programma
non
avrà
un
valore
verso
l
'
esterno
,
verso
le
masse
,
un
valore
di
propaganda
e
di
agitazione
,
ma
sarà
un
documento
interno
,
che
interesserà
solo
i
compagni
.
E
certo
che
non
è
possibile
,
oggi
,
fare
un
programma
di
governo
dettagliato
;
non
è
possibile
senza
cadere
nell
'
artifizio
;
giacché
non
è
possibile
prevedere
tutte
le
modificazioni
che
il
processo
rivoluzionario
italiano
porterà
nelle
numerose
branche
della
vita
del
paese
;
ma
vi
sono
dei
problemi
essenziali
,
fondamentali
la
cui
gravità
è
causa
ed
effetto
dello
sviluppo
delle
contraddizioni
del
capitalismo
:
di
essi
e
di
altri
problemi
secondari
,
sì
,
ma
ai
quali
il
capitalismo
non
può
dare
una
soluzione
noi
possiamo
e
dobbiamo
indicare
fin
da
oggi
la
soluzione
comunista
,
la
soluzione
che
noi
daremo
quando
il
proletariato
avrà
preso
il
potere
.
VII
La
forma
del
programma
deve
essere
la
più
semplice
possibile
.
Su
questa
questione
noi
dobbiamo
insistere
.
Dato
che
il
programma
non
potrà
essere
breve
,
esso
dovrà
essere
semplice
,
di
lettura
facile
e
gradevole
.
Dobbiamo
cercar
di
uscire
,
una
volta
tanto
,
dalla
forma
irta
,
arida
dei
nostri
documenti
.
Bisognerà
abbandonare
il
frasario
e
la
terminologia
scientifici
,
e
quelli
che
sono
divenuti
abituali
nel
nostro
linguaggio
.
Noi
adoperiamo
accenti
del
linguaggio
e
della
cultura
dell
'
avvenire
,
perché
noi
esprimiamo
nuovi
e
superiori
bisogni
dell
'
umanità
ed
una
civiltà
nuova
.
Ma
le
masse
a
cui
dobbiamo
parlare
sono
ancora
immerse
nella
società
capitalistica
:
esse
non
ci
comprendono
se
non
parliamo
il
loro
linguaggio
.
Noi
dobbiamo
preparare
un
documento
che
possa
essere
compreso
da
tutti
gli
operai
italiani
,
pur
non
potendosi
esigere
che
esso
possa
essere
adattato
alla
capacità
dell
'
ultimo
cafone
del
mio
paese
.
Documento
che
serva
alla
propaganda
diretta
:
voglio
dire
che
non
abbia
bisogno
di
troppe
interpretazioni
orali
sussidiarie
.
Il
carattere
semplice
del
documento
non
può
contraddire
alla
serietà
della
esposizione
ed
alla
precisione
dei
concetti
.
VIII
Il
programma
dovrebbe
essere
composto
di
quattro
parti
:
Analisi
della
struttura
economica
e
della
società
italiana
.
(
Bisognerà
tradurre
queste
formulazioni
in
linguaggio
più
comprensibile
per
le
masse
.
)
Questa
analisi
è
indispensabile
:
senza
di
essa
ci
manca
la
spiegazione
del
senso
del
processo
di
sviluppo
del
capitalismo
italiano
.
Non
mi
soffermo
qui
a
indicare
tutti
i
punti
che
questa
prima
parte
dovrà
toccare
.
Dall
'
analisi
della
struttura
economica
si
dovrà
passare
a
vedere
come
si
sono
formate
le
classi
,
e
quali
sono
stati
i
loro
rapporti
reciproci
e
le
modificazioni
di
questi
rapporti
sino
al
1914
.
Io
chiuderei
questa
prima
parte
al
1914
.
Il
periodo
che
si
apre
con
la
guerra
ha
delle
caratteristiche
particolari
:
è
il
periodo
della
fase
rivoluzionaria
.
Nella
prima
parte
credo
che
dovrebbe
anche
essere
fatta
una
descrizione
della
funzione
avuta
dai
partiti
borghesi
(
partiti
tradizionali
,
giolittismo
,
ecc
.
)
e
dai
partiti
e
movimenti
proletari
:
anarchismo
,
socialismo
(
riformismo
,
integralismo
,
intransigentismo
)
,
sindacalismo
oltreché
del
carattere
del
repubblicanesimo
,
del
clericalismo
e
dell
'
autonomismo
meridionale
.
La
guerra
del
1914
,
inizio
della
rivoluzione
proletaria
.
Bisognerà
dire
qualche
cosa
sulle
forze
che
hanno
spinto
il
capitale
italiano
a
spezzare
la
neutralità
e
ad
entrare
nel
conflitto
.
E
,
quindi
,
i
caratteri
nuovi
della
crisi
del
capitalismo
italiano
aggravata
dai
trattati
di
pace
.
Il
movimento
rivoluzionario
in
Italia
e
la
sconfitta
del
1920
.
La
stabilizzazione
e
i
suoi
caratteri
tipici
:
il
fascismo
.
Le
modificazioni
di
struttura
che
si
manifestano
con
lo
sviluppo
relativo
della
tecnica
,
e
con
la
riorganizzazione
della
produzione
.
Impossibilità
storica
per
il
capitalismo
italiano
di
ritornare
alle
forme
democratiche
.
Prospettive
.
Qui
bisognerà
dire
quali
spostamenti
di
classe
hanno
operato
la
crisi
del
dopoguerra
e
il
fascismo
,
e
come
si
sono
orientate
politicamente
le
classi
lavoratrici
(
operai
e
contadini
)
fino
al
1921
e
successivamente
,
precisando
la
funzione
del
partito
comunista
nel
processo
di
riorganizzazione
delle
masse
.
Quindi
una
critica
delle
posizioni
della
opposizione
costituzionale
e
della
«
concentrazione
»
,
e
la
dimostrazione
che
l
'
abbattimento
del
fascismo
non
è
possibile
senza
l
'
abbattimento
del
capitalismo
,
e
che
la
direzione
della
lotta
vittoriosa
delle
masse
lavoratrici
contro
il
fascismo
non
può
spettare
che
alla
classe
proletaria
italiana
,
diretta
dal
partito
comunista
,
il
quale
deve
organizzare
e
dirigere
la
insurrezione
armata
delle
masse
rivolta
alla
conquista
del
potere
.
La
terza
parte
deve
comprendere
il
programma
di
governo
dei
comunisti
,
cioè
deve
dire
che
cosa
si
propongono
i
comunisti
di
fare
dopo
avere
abbattuto
il
potere
del
fascismo
e
del
capitalismo
,
nel
periodo
di
transizione
dal
capitalismo
al
socialismo
(
dittatura
del
proletariato
)
.
Bisognerà
dire
quali
misure
prenderà
il
governo
operaio
immediatamente
dopo
essersi
costituito
allo
scopo
di
affrontare
i
conati
della
controrivoluzione
e
di
togliere
il
potere
economico
al
capitalismo
;
in
che
modo
lo
Stato
operaio
si
organizzerà
,
organizzerà
l
'
industria
,
l
'
agricoltura
,
il
consumo
,
la
finanza
,
ecc
.
;
come
affronterà
la
questione
della
terra
,
del
Mezzogiorno
,
delle
minoranze
nazionali
,
delle
colonie
,
del
debito
pubblico
,
del
debito
estero
,
delle
imposte
,
ecc
.
Ritengo
che
questa
parte
debba
essere
sufficientemente
sviluppata
,
e
debba
dare
una
risposta
alle
più
importanti
questioni
che
non
solo
gli
operai
,
ma
pure
e
specialmente
i
contadini
,
i
piccoli
esercenti
,
gli
intellettuali
e
i
tecnici
pongono
ogni
qualvolta
essi
si
sforzano
di
immaginarsi
come
i
comunisti
potrebbero
dirigere
lo
Stato
,
e
di
raffigurarsi
concretamente
che
cosa
sia
la
dittatura
del
proletariato
.
d
)
La
quarta
parte
dovrebbe
contenere
i
problemi
della
strategia
,
della
tattica
e
della
organizzazione
del
partito
e
della
lotta
rivoluzionaria
,
cioè
il
programma
di
azione
.
Il
nostro
programma
di
azione
approvato
dal
Comitato
centrale
nel
mese
di
ottobre
1927
e
pubblicato
nel
n
.
10
di
Lo
Stato
operaio
(
anno
II
)
ci
dà
una
traccia
che
noi
possiamo
ricalcare
.
Bisogna
però
tener
presente
che
il
programma
non
è
solo
destinato
ai
compagni
ma
anche
alle
masse
per
cui
in
questa
quarta
parte
occorre
evitare
una
forma
troppo
didascalica
,
che
può
avere
ed
ha
il
suo
valore
quando
un
documento
è
indirizzato
all
'
interno
,
ai
membri
del
partito
,
ma
genera
confusione
se
il
documento
è
fatto
per
tutti
i
lavoratori
.
Richiamandosi
alle
parti
a
)
e
b
)
la
parte
d
)
indicherà
quali
sono
le
forze
motrici
rivoluzionarie
fondamentali
della
rivoluzione
proletaria
,
a
che
punto
oggi
è
il
processo
di
formazione
del
blocco
operaio
-
contadino
,
cosa
occorre
fare
per
accelerarlo
.
Quindi
tutta
la
serie
dei
compiti
che
spettano
al
partito
,
di
natura
interna
(
organizzativi
,
ideologici
)
ed
esterna
(
di
propaganda
,
di
agitazione
,
di
organizzazione
delle
masse
)
,
nella
direzione
operaia
e
contadina
,
sul
terreno
del
lavoro
coloniale
e
delle
minoranze
nazionali
,
ecc
.
Né
dimenticare
che
il
nostro
è
il
partito
della
insurrezione
,
e
perciò
i
problemi
della
insurrezione
(
lavoro
militare
,
lavoro
nell
'
armata
,
ecc
.
)
debbono
avere
un
posto
importante
nel
programma
.
IX
Lo
studio
e
la
preparazione
del
programma
non
deve
essere
un
compito
affidato
esclusivamente
alla
commissione
del
programma
.
D
'
abitudine
le
commissioni
lavorano
in
modo
chiuso
,
e
poi
presentano
alla
discussione
degli
organismi
che
le
hanno
nominate
un
progetto
di
documento
.
Io
credo
che
alla
preparazione
del
programma
debbono
partecipare
tutti
gli
elementi
attivi
del
partito
,
tanto
quelli
che
lavorano
in
Italia
quanto
quelli
che
sono
sparsi
nei
cinque
continenti
.
In
che
modo
questa
larga
collaborazione
si
può
ottenere
?
La
commissione
stabilirà
il
tipo
di
programma
che
ritiene
utile
adottare
,
la
sua
struttura
e
le
sue
parti
generali
e
particolari
.
Questo
primo
risultato
del
suo
lavoro
sarà
reso
pubblico
a
mezzo
di
Lo
Stato
operaio
.
Da
questo
momento
il
lavoro
di
studio
e
di
preparazione
del
programma
seguirà
due
direzioni
:
una
verso
l
'
interno
della
commissione
,
ed
una
verso
l
'
esterno
,
verso
i
compagni
e
perché
no
?
verso
la
massa
dei
simpatizzanti
.
La
commissione
affiderà
a
ciascuno
dei
suoi
membri
lo
studio
di
una
parte
del
programma
.
I
risultati
di
questi
studi
verranno
pubblicati
in
uno
o
più
articoli
sulla
rivista
del
partito
.
Su
questi
articoli
la
discussione
pubblica
dovrebbe
essere
aperta
non
solo
ai
membri
della
commissione
ma
ai
compagni
tutti
.
D
'
altra
parte
i
compagni
non
solo
possono
trattare
sulla
rivista
le
questioni
poste
dalla
commissione
,
ma
anche
altre
che
non
siano
state
poste
.
La
discussione
pubblica
sul
programma
potrà
offrire
una
buona
occasione
per
una
chiarificazione
delle
posizioni
ideologiche
e
delle
direttive
del
partito
.
Sebbene
noi
vogliamo
avere
presto
il
programma
,
non
possiamo
pretendere
di
averlo
prima
di
alcuni
mesi
.
Abbiamo
,
perciò
,
il
tempo
necessario
per
studiarlo
e
per
prepararlo
.
Tutto
il
materiale
della
discussione
pubblica
verrà
raccolto
ed
esaminato
dalla
commissione
,
e
ridiscusso
nella
commissione
la
quale
elaborerà
il
progetto
di
programma
che
sarà
portato
all
'
esame
ed
all
'
approvazione
del
Comitato
centrale
del
partito
.
Approvato
dal
Comitato
centrale
del
partito
il
progetto
di
programma
resterà
allo
stato
di
progetto
fino
a
quando
non
potrà
essere
convocato
il
IV
Congresso
del
partito
,
giacché
il
programma
non
può
essere
approvato
definitivamente
se
non
da
un
congresso
.
Poniamoci
,
intanto
,
allo
studio
della
questione
del
programma
.
Esso
contribuirà
ad
elevare
il
livello
ideologico
dei
compagni
;
ed
alla
fine
noi
riesciremo
a
dimostrare
che
il
nostro
partito
non
solo
sa
stare
degnamente
al
proprio
posto
di
lotta
ma
è
in
grado
di
dare
una
soluzione
a
tutti
i
problemi
della
popolazione
lavoratrice
italiana
,
dinanzi
alla
direzione
della
lotta
rivoluzionaria
contro
il
fascismo
ed
alla
successione
al
regime
del
fascismo
e
del
capitalismo
.
StampaQuotidiana ,
L
'
Agenzia
Stefani
ci
comunica
il
seguente
dolorosissimo
dispaccio
:
«
Roma
9
-
Un
'
immensa
sciagura
ha
colpito
l
'
Italia
!
S.M.
Vittorio
Emanuele
II
cessò
di
vivere
alle
2,30
p
.
m
.
dopo
ricevuti
i
conforti
della
religione
.
S.M.
Umberto
,
suo
augusto
figlio
è
salito
al
trono
ed
ha
confermato
ne
l
'
ufficio
gli
attuali
ministri
»
.