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ProsaGiuridica ,
Art . 1 . L ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare ha il compito di provvedere all ' acquisto , alla gestione , alla trasformazione ed alla vendita di beni immobiliari , con le loro pertinenze di beni mobiliari , nonché di aziende industriali e commerciali , nell ' interesse o d ' incarico dello Stato . L ' Ente ha personalità giuridica . Esso ha un fondo di dotazione di 20 milioni , da stanziare con provvedimento del Ministro per le Finanze , sul bilancio del Ministero stesso . Per l ' assistenza , la rappresentanza e la difesa in giudizio , l ' Ente si avvale dell ' Avvocatura dello Stato . L ' Ente potrà inoltre , con la preventiva autorizzazione del Ministro per le Finanze , contrarre mutui ed ottenere sovvenzioni dagli Istituti all ' uopo autorizzati per il fabbisogno finanziario dipendente dalla propria attività . L ' Ente ha la sua sede legale in Roma , temporaneamente trasferita a San Pellegrino Terme . Art . 2 . L 'E.G.E.L.I . compie tutte le operazioni necessarie per il conseguimento dei propri fini . Art . 3 . Sono organi dell ' Ente : il Presidente , il Consiglio di Amministrazione , la Giunta esecutiva . Art . 4 . Il Presidente è nominato con decreto del Ministro delle Finanze , per un triennio , e può essere confermato . Egli è a capo dell ' Amministrazione dell ' Ente ed ha la legale rappresentanza dell ' Ente stesso . Convoca e presiede le riunioni del Consiglio di Amministrazione e della Giunta esecutiva , e cura la esecuzione delle deliberazioni del Consiglio e della giunta stessi . Il Presidente ha facoltà di conferire procure speciali per determinati atti e per determinate specie di atti . In caso di urgenza il Presidente prende tutti i provvedimenti di competenza della Giunta esecutiva e ne riferisce a questa nella prima seduta successiva per la relativa ratifica . Art . 5 . Uno dei membri del Consiglio di Amministrazione è annualmente designato dal Consiglio stesso a fungere da vice presidente . Il Presidente è coadiuvato dal vice presidente che lo sostituisce in caso di assenza o di legittimo impedimento . Art . 6 . Il Consiglio di Amministrazione è composto dal presidente e di otto membri nominati dal Ministro per le Finanze e cioè : - 2 consiglieri scelti tra i funzionari di grado non inferiore al VI del Ministero delle Finanze ; - 1 consigliere scelto tra i funzionari dell ' Ispettorato per la Difesa del Risparmio e l ' Esercizio del Credito ; - 1 consigliere in rappresentanza dell ' Ispettorato per demografia e razza ; - 1 consigliere su proposta del Segretario del Partito Fascista Repubblicano , Ministro segretario di Stato ; - 1 consigliere su proposta del Ministro per la Giustizia ; - 1 consigliere su proposta del Ministro per l ' Agricoltura e le Foreste ; - 1 consigliere su proposta del Ministro per l ' Economia corporativa . I consiglieri rimangono in carica tre anni e possono essere confermati nella carica stessa . Con il decreto del Ministro per le Finanze sono determinate le indennità assegnate al Presidente ed ai componenti il Consiglio di Amministrazione . Il Consiglio di Amministrazione nomina il Segretario . Art . 7 . Il Consiglio di Amministrazione ha tutti i poteri per il funzionamento dell ' Ente . Esso delibera un apposito regolamento interno da approvarsi dal Ministro per le Finanze , per stabilire le norme di assunzione e di stato giuridico ed il trattamento economico , a qualsiasi titolo , di attività e di quiescenza del personale . Il Consiglio di Amministrazione è convocato dal Presidente il quale ne da tempestivo avviso ai Consiglieri ed ai Sindaci effettivi . Per la validità delle deliberazioni occorre l ' intervento di almeno 5 componenti . Art . 8 . Il Consiglio di Amministrazione nomina nel suo seno la Giunta esecutiva , determinandone le attribuzioni e i poteri . La Giunta è composta di tre membri fra i quali il Presidente . Funge da Segretario della Giunta esecutiva il segretario del Consiglio di amministrazione . La Giunta esecutiva è convocata dal Presidente , il quale dà tempestivo avviso ai membri ed ai sindaci effettivi . Le deliberazioni sono prese a maggioranza assoluta di voti . Art . 9 . La Giunta esecutiva delibera sulle operazioni per le quali sia stata delegata dal Consiglio di amministrazione e dentro i limiti della delegazione stessa . Non possono essere delegate alla Giunta le deliberazioni : a ) sulla formazione del bilancio ; b ) sul conferimento di deleghe alle mansioni dell ' Ente ad Istituti od a privati . Le deliberazioni della Giunta sono comunicate al Consiglio nella prima seduta successiva . Art . 10 . Le deliberazioni del Consiglio di amministrazione e della Giunta esecutiva sono inserite in appostiti registri di verbali e vengono autenticate con la firma del Presidente e del Segretario . Le deliberazioni prese dal Presidente in via di urgenza a norma dell ' art . 4 sono trascritte in apposito registro e firmate dal Presidente . Dei verbali relativi alle deliberazioni di cui al presente articolo e delle deliberazioni del Presidente , il Segretario del Consiglio di amministrazione può , con l ' autorizzazione del Presidente , rilasciare copia od estratti . Art . 11 . Il Collegio dei sindaci è composto di tre membri effettivi e di due supplenti , nominati con decreto del Ministro delle Finanze . Uno dei sindaci effettivi è scelto fra i Magistrati della Corte dei Conti . La Presidenza è affidata dal Ministro delle Finanze ad un funzionario dipendente da esso incluso nei tre membri effettivi . I sindaci effettivi ed i supplenti durano in carica tre anni e possono essere confermati . Con decreto del Ministro per le Finanze sono fissate le retribuzioni spettanti ai sindaci . I sindaci esercitano il controllo sulla gestione dell ' Ente e sulla osservanza delle disposizioni di legge e dello statuto : assistono alle riunioni del Consiglio di amministrazione e della Giunta esecutiva ed hanno in generale i poteri e gli obblighi che la legge attribuisce ai sindaci delle società commerciali , in quanto applicabili . Il Collegio dei sindaci presenta al Ministro per le Finanze una relazione annuale in accompagnamento del bilancio della gestione dell ' Ente . Art . 12 . L ' esercizio finanziario dell ' Ente si riferisce all ' anno solare . Entro il 31 marzo di ogni anno , il Consiglio di amministrazione sottopone all ' approvazione del Ministro delle Finanze il bilancio dell ' Ente , accompagnandolo con particolareggiata relazione sulla attività svolta . Art . 13 . I proventi della gestione dei beni di proprietà dell ' Ente , gli oneri dell ' esercizio e le spese generali di amministrazione , sono registrate nel conto spese e proventi . Il saldo di tale conto è versato annualmente al bilancio delle entrate dello Stato dopo l ' approvazione del bilancio . I proventi dei beni di cui l ' Ente ha la gestione nell ' interesse o per conto dello Stato nonché gli introiti effettuati per riscossioni di capitali o alienazioni riguardanti tali beni , sono versati nei modi e nei termini stabiliti dalle relative disposizioni . Art . 14 . La qualità di funzionario o impiegato dell ' Ente è incompatibile con qualsiasi impiego privato o pubblico o con l ' esercizio di qualsiasi professione , commercio o industria . I funzionari e gli impiegati non possono coprire cariche di consiglieri di amministrazione , di liquidatori o sindaci di società , salvo espressa autorizzazione del Consiglio di amministrazione . Art . 15 . È fatto divieto ai consiglieri di amministrazione , ai sindaci , ai funzionari di direzione ed agli impiegati dell ' Ente di acquistare beni dell ' Ente e comunque di contrarre obbligazioni di qualsiasi natura , dirette o indirette con l ' Ente , ovvero con acquirenti di beni immobili di proprietà dell ' Ente . I funzionari e gli impiegati dell ' Ente sono obbligati al segreto d ' ufficio . Art . 16 . L ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare è parificato ad ogni effetto nel trattamento tributario , all ' Amministrazione dello Stato ; per la notificazione ad istanza dell ' Ente medesimo per le copie degli atti ad esso rilasciati e per le misure ipotecarie , come pure per i certificati delle iscrizioni e trascrizioni , nonché per i certificati catastali storici rilasciati nell ' interesse dell ' Ente , si osservano le disposizioni vigenti per tali adempimenti quando sono richiesti dallo Stato . Agli effetti delle imposte dirette la equiparazione dell ' Ente alle amministrazioni dello Stato nel trattamento tributario , riguarda esclusivamente i redditi propri dell ' Ente . Le tasse di registro per gli atti di alienazione dei beni attribuiti all ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare sono ridotte come segue : a ) alla aliquota fissa dell'1,50% fino al valore di L . 5.000; b ) alla aliquota fissa del 10% oltre il valore di L . 5.000 . La tassa di trascrizione , i diritti catastali e gli onorari notarili per atti di alienazione dei beni attribuiti all ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare sono ridotti alla metà dell ' ordinario ammontare , quando non trovino applicazione disposizioni più favorevoli . Art . 17 . Gli atti costitutivi di società che dovessero essere formate con il consenso del Ministro per le Finanze , per rilevare aziende industriali e commerciali attribuite in proprietà o in gestione all ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare sono esenti da tasse di bollo e registro . Gli atti con i quali società anonime regolarmente costituite rilevano aziende attribuite ovvero gestite dall ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare , sono registrati e trascritti con la tassa di L . 40 ai sensi dell ' art . 13 del decreto legge 19 agosto 1943 , n . 737 . I diritti catastali e gli onorari notarili per gli atti medesimi sono ridotti al quarto . Mussolini Il Ministro delle Finanze : Pellegrini V.Il Guardasigilli : Pisenti
StampaQuotidiana ,
La remissione delle cariche da parte della Segreteria generale del Partito , e le imminenti dimissioni della Giunta , ripongono , anche formalmente , nelle decisioni di Mussolini , come Capo del Partito , ogni risoluzione della presente crisi , di cui una manifestazione è stata la inattesa espulsione di Massimo Rocca . In queste condizioni riteniamo opportuno astenerci da qualsiasi pubblica discussione , non perché crediamo non possano e non debbano pubblicamente discutersi ì problemi fondamentali di organizzazione e di indirizzo del Partito , ma perché consideriamo che , dovendosi oggi giudicare di attribuzioni di cariche , di potestà di organi , di rendimenti personali , ed essendo questo giudizio devoluto al Capo del Partito , sia preferibile far conoscere il proprio pensiero , quando ciò sia ritenuto utile , secondo le gerarchie del Partito , in obbediente e confidente attesa delle deliberazioni di Mussolini , e non in un ' aperta e logorante polemica . Né , del resto , potremmo indurci a partecipare oggi proprio a questa ultima discussione , quando ci siamo astenuti dalla precedente , non per difetto di preoccupazioni o di convincimenti per le possibilità di sviluppo e di diverso orientamento del Partito , ma perché abbiamo inteso il pericolo di traviamenti personali e perché un errore fondamentale di impostazione era stato commesso , considerando il Partito come un imputato , passibile anche di condanna capitale . Ci pareva poi , francamente , che in primo piano fossero problemi imponenti di politica internazionale , cui dare tutta la nostra attenzione , quella appunto che abbiamo data . Se anzi una deplorazione dobbiamo fare è che , proprio in questo momento , in cui l ' attività del Presidente è tesa verso una situazione internazionale estremamente complessa , e in cui il Fascismo deve volere che l ' Italia sia presente e attiva , per una decisa difesa dei suoi interessi diretti , per una volontaria partecipazione della sua autorità di grande potenza , non si sia riusciti , alla vigilia del primo anniversario della Marcia su Roma , ad impedire una parentesi deviatrice nella vita del Partito , distolto dalla coscienza dei maggiori problemi per una polemica interna . E soprattutto non si sia riusciti ad impedire che maturasse una crisi , la cui risoluzione , come sempre , finiva con essere rimessa passivamente al Capo . Il quale così , per responsabilità che sono oramai generali , diffuse , di centro e di periferia , vede ancora una volta invocata la sua autorità e potestà , per dirimere contese , quando invece il problema fondamentale , quello del governo , è da lui ogni giorno risoluto , e il problema secondario del Partito è e resta sempre quello di secondare l ' opera creativa di governo . E certo nessuno vorrà ammettere che secondare significhi non offrire attività concordi , disciplinate e devote , ma sottrarre egoisticamente , per irrequietezza di Partito , quell ' attività superiore che Mussolini deve dare all ' Italia .
StampaQuotidiana ,
L ' on . Nitti , designato alla Corona da Giovanni Giolitti , esponente del vecchio neutralismo e da Leonida Bissolati incarnazione dello spirito rinunziatario , formerà il nuovo ministero . Il suo gabinetto avrà immediatamente contro di sé tutte le forze vive create dalla guerra . Senza attendere ulteriori informazioni circa la distribuzione dei portafogli queste forze , per istinto , si sono già schierate contro il ministero Nitti . L ' on . Nitti si sbraccia a smentire le due leggende che , secondo lui , si sono ingiustamente formate sul suo conto : che egli sia un giolittiano e un rinunziatario . E noi gli crediamo : non giolittiano , perché è abbastanza intelligente per legare la sua fortuna politica ad un cadavere , non rinunziatario , perché ogni rinunzia è diventata oramai impossibile e il processo di realizzazione delle aspirazioni nazionali compie il suo corso , indipendentemente dalla volontà degli uomini , con la fatale sicurezza d ' una legge di natura . Rinunziatari e giolittiani si può essere in ispirito , ma non più nel fatto . Essere giolittiano nel senso materiale della parola , nel senso cioè di tenere il potere per investitura di Giolitti ed in luogo di Giolitti è oramai un assurdo storico , così come è un assurdo logico essere rinunziatari per deliberato proposito . Ma l ' attitudine mentale e spirituale a trattare la politica alla maniera di Giolitti , facendo cioè del potere un fine a se stesso , escludendone ogni contenuto ideale , sì da avere ampia libertà di patteggiare con tutte le fazioni antinazionali ; ma la disposizione di spirito a transigere sul programma nazionale per conseguire al più presto la pace all ' estero e la pacificazione all ' interno , la disposizione cioè a lasciarsi ricattare dai nemici esterni ed interni , possono benissimo sopravvivere . L ' on . Nitti è il più tipico rappresentante di queste sopravvivenze . Altri uomini di governo potevano infatti trovare in una più raffinata coltura e in uno più squisito senso di patriottismo tradizionale una remora al prevalere di questi vecchi sedimenti della loro educazione parlamentare . Nell ' on . Nitti , invece , temperamento e coltura , fatti di scetticismo e di arido tecnicismo concorrono a valorizzarli . Ma non in queste generiche disposizioni di spirito contrastanti col desiderio di rinnovamento , che la guerra ha suscitato , le forze vive dell ' Italia nuova ravvisano il pericolo del ministero Nitti . Questo pericolo consiste in qualcosa di ben più concreto e definito . La designazione Nitti rappresenta il tentativo di soffocare il movimento dei combattenti , di sopprimere l ' Italia dei combattenti . Il pericolo reale non è dunque tanto in ciò , a cui aspirano i giolittiani , ma in ciò che dall ' on . Nitti pretendono i socialisti . I giolittiani aspirano a riacquistare la cittadinanza politica , che avevano perduta durante la guerra , aspirano ad uscire dallo stato d ' inabilitazione morale e politica in cui erano stati tenuti durante la guerra . I giolittiani cercano di vendicarsi , col ministero Nitti , dell ' interventismo che li spodestò e li compresse durante la guerra . Sterile desiderio , ché l ' interventismo è anche esso finito con la guerra . È un rapporto privo di ogni contenuto questo di cui ancora si parla : del giolittismo contro l ' interventismo . Sono ombre che lottano contro ombre . Il loro duello , di puro carattere parlamentare , non può più interessare il paese . Ma vi è un altro duello da cui dipendono le sorti del paese ed è quello che si combatte fra le due forze vive generate dalla guerra : la forza nazionalmente costruttiva dei combattenti e la forza nazionalmente e socialmente distruttiva del bolscevismo . I socialisti , abituati a vincere senza combattere per l ' ignavia dei loro antagonisti dell ' antiguerra , hanno sperimentato tutta la loro impotenza contro la nuova forza nazionale nata dalla guerra . E però essi , senza ripiegare il loro programma di sovvertimento dell ' ordine costituito , domandano aiuto all ' ordine costituito , cioè al governo contro i nuovi avversari , così come a Milano e a Roma invocavano aiuto alla polizia per fare la rivoluzione . Attraverso il parlamento , nel quale rimangono onnipotenti , l ' ibrido connubio fra gli elementi che hanno per programma il disordine e la distruzione ed il Governo che ha per dovere la tutela dell ' ordine costituito , si è potuto realizzare . A salvare il pudore del Governo è bastato diffondere abilmente strane voci di fantastici colpi di mano contro il parlamento . Dopo di che può avanzarsi l ' on . Nitti a ristabilire l ' ordine contro i reazionari , nell ' interesse dei socialisti , che intanto gli danno tregua in parlamento e cooperano a sedare gli scioperi nel paese . L ' on . Nitti naturalmente dissimulerà il suo vero compito di governo sotto la formula imparziale : « contro le intemperanze di destra e contro le intemperanze di sinistra » . Formula che incontrerà il plauso degli evirati cantori del « Corriere della Sera » . Ma il vero compito del Ministero Nitti è questo solo : soffocare il movimento dei combattenti . Dopo essere stato abilmente diffamato ed indiziato come sedizioso , il movimento dei combattenti è oggi a buon punto per diventare oggetto delle persecuzioni governative . E un ' azione di governo in questo senso , dopo tanta diffamazione di socialisti e d ' idioti borghesi , può anche essere esibita come una benemerenza nazionale . Ma l ' Italia combattente non si lascerà così facilmente sopprimere e soprattutto non si lascerà così facilmente ingannare . Intanto i due caposaldi del suo programma : niente rinunzie all ' estero e rinnovamento interno a cominciare dal sistema elettorale , sono così ben piantati nella coscienza nazionale , che nessuna forza umana può più scalzarli . Quanto alle persecuzioni politiche , i combattenti sanno come affrontarle . Esse non avranno certo maggiore efficacia dei cannoni austriaci .
StampaQuotidiana ,
L ' on . Turati ha presentato alla presidenza della Camera la seguente interpellanza : « All ' on . Presidente del Consiglio e all ' on . Ministro degli esteri : per sapere se siano informati dell ' azione che una ambasciata straniera svolse durante la crisi ministeriale , e dell ' attività che essa spiega in questi giorni per determinare nuove crisi : per sapere inoltre se siano informati delle visite che segretari della stessa ambasciata fanno ogni giorno a uomini parlamentari e anche a giornali che più eccitano alla rivolta contro le istituzioni parlamentari » . Nel maggio 1915 quando l ' opinione pubblica italiana insorse contro l ' ingerenza straniera nelle cose interne del nostro paese , giornali , uomini politici e privati cittadini , che asserivano un fatto così rivoltante per la coscienza pubblica , denunziarono apertamente i nomi di Giovanni Giolitti e di Bernardo von Bülow . Oggi l ' on . Turati , sotto forma d ' interpellanza , cioè trincerandosi dietro l ' immunità parlamentare , ripete la stessa accusa a carico di persone innominate , indiziandole con termini vaghi in modo che il sospetto possa colpire chiunque faccia comodo all ' on . Turati e agli interessi che egli serve , senza che alcuno sia particolarmente autorizzato senza suo danno a rintuzzarla . Per conto nostro non abbiamo neppure bisogno d ' invocare l ' altra causa di « xenofobia » tante volte lanciataci dai socialisti per escludere che l ' on . Turati abbia voluto alludere al nostro giornale . Non ne abbiamo bisogno perché l ' accusa dell ' on . Turati non si discute neppure , si disprezza semplicemente . Un ' accusa di collusione con lo straniero , quando è fatta nella forma e nei termini dell ' on . Turati , lungi dal colpire chicchesia , colpisce soltanto chi la fa . Essa infatti prova semplicemente che chi la fa , per difetto proprio di coscienza nazionale , non ne comprende tutta la gravità , se crede di potersi esimere dagli obblighi più elementari che l ' estrema gravità dell ' accusa stessa comporta . E che questo appunto sia il caso dell ' on . Turati risulta chiaro non solo dalla forma genericamente tendenziosa della sua accusa , ma in forma più positiva dalle stesse parole dell ' on . Turati con le quali si attribuisce all ' Ambasciata straniera , di cui si tratta , una singolare attività « per determinare nuove crisi » nel nostro governo . Parole , che tradiscono il vero scopo dell ' on . Turati . Vale a dire : l ' on . Turati , nel lanciare la stupefacente accusa , con la quale l ' ambiente politico italiano viene dipinto come quello d ' un qualsiasi staterello balcanico , non è mosso da un « puro » scopo patriottico , ma soltanto dallo scopo « partigiano » di rendere un servizio personale all ' on . Nitti , insinuando un sospetto atroce , che allo stato fluido in cui è stato lanciato può , a guisa di gas asfissiante , investire qualunque dei suoi avversari . Dopo di che è perfettamente inutile rilevare l ' inanità dell ' altro tentativo fatto dall ' on . Turati : cioè di aizzare il Parlamento contro la stampa contraria all ' on . Nitti , qualificandola come eretica , o peggio verso le istituzioni parlamentari . Constatiamo semplicemente che , con la sua calunniosa interpellanza , l ' on . Turati ha compiuto un vero e proprio atto di sabotaggio contro le istituzioni parlamentari , sfruttando la sua prerogativa parlamentare , per compiere una cattiva azione .
AL POSTO! ( - , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Consentiamo pienamente nell ' articolo che Arnaldo Mussolini ha pubblicato sui Popolo d ' Italia . Già , nei giorni scorsi , una chiarificazione , e non una polemica , avvenuta su queste colonne tra Ugo d ' Andrea e Umberto Guglielmotti , ci ha fatto , diciamo così , anticipare il nostro consenso alle osservazioni chiare e tranquille del direttore del giornale fascista . Noi infatti , pur non facendo alcuna confusione , come quella di cui giustamente si lamenta l ' on . Bottai nella lettera che più oltre pubblichiamo , indicavamo nettamente il pericolo e il danno di una polemica che , partendo da posizioni dottrinali e meritevoli senza dubbio di esame , per il momento , per il modo e per inevitabili inserzioni deviatrici , avrebbe piuttosto nociuto che recato bene all ' opera di assestamento del partito all ' indomani delle elezioni . La nostra indicazione , chiaramente espressa e che deve aver convinto anche quello che pareva il nostro contraddittore , non era certo avventata e infondata , se certo oggi , tra interviste , commenti , articoli , contrasti largamente sfruttati dalla stampa d ' opposizione o di certo filofascismo cirioleggiante e deluso , peggiore della stessa opposizione ; ci troviamo , fumante e appetitoso per tutti gli oziosi politicanti italiani , il solito pasticcio di chiacchiere , dove c ' è tutto : Hegel , l ' Antiriforma , il liberalismo protestante , l ' incompatibilità , lo squadrismo , il sindacalismo integrale , gl ' industriali , gli attacchi a membri del Governo ; e chi più ne ha più ne metta . Dobbiamo riconoscere con amarezza che la prosa abbondante e irrequieta dell ' on . Massimo Rocca si è trovata ad essere , magari contro le intenzioni dell ' autore ribadite in alcune dichiarazioni di risposta al direttore del Popolo d ' Italia , la colla di questo enorme pasticcio che gli avversari affettano con la gioia di chi può sfamarsi a così buon mercato . Ebbene mettiamolo da parte , una buona volta , e veniamo al sodo . C ' è dissenso sull ' opera di governo , condotta dal Duce con una energia e una chiaroveggenza , cui risponde sempre più e lo attesta il viaggio di Sicilia il consenso fiducioso e reverente di tutto un popolo , in tutti i suoi ceti , senza distinzioni di classi e di fittizi inquadramenti di partito ? No . L ' opera di governo , e cioè la massima espressione del Fascismo , è salda , incontestabile ; e , per la prima volta , è raccolta nelle mani di un Capo formidabile , che non ha bisogno di campagne giornalistiche per giudicare i particolari di quest ' opera e l ' azione dei suoi collaboratori . C ' è dissenso nell ' azione fondamentale del partito ? Nemmeno . La polemica sulla incompatibilità deliberata dal Gran Consiglio è già risoluta . Ha potuto avere qualche apparenza di indisciplina su una sostanza di sincera passione , ma è risoluta . Si esegue . Né del resto poteva sollevare divisioni o i cosiddetti urti di tendenze , ben noti storia degli altri partiti . Il partito esce or ora dalla lotta elettorale , in cui ha dato indubbie prove di forza e di compattezza . Cerca ora il suo assetto gerarchico , di quadri e di gregari , ancora commosso dalla lotta stessa . Lo raggiungerà sicuramente , senza melanconie di diverbi dottrinari e senza affatto rifiutare quell ' alta elaborazione spirituale , che sarà il segno intellettuale della nuova civiltà fascista . C ' è dissenso fondamentale sull ' azione delle Corporazioni , sulla funzione della Milizia , sulle direttive fondamentali di quello che è il regime fascista , la cui normalizzazione non ha proprio niente a che fare con la normalizzazione liberaloide di certi filofascisti ? Nemmeno questo . La fraseologia , accolta a torto da qualche fascista , e che vuoi significare , su certa stampa , un contrasto tra Roma e la provincia , tra normalizzatori e cosiddetti « selvaggi » , è una balordaggine giornalistica ; una applicazione al Fascismo del solito gergo , che trionfava un tempo nelle cronache dei corridoi di Montecitorio . C ' è dissenso in questa vigilia parlamentare ? Niente affatto . C ' è consenso , c ' è volontà decisa di cambiar costume parlamentare ; di far giustizia di un passato che , oltre tutto , è stato un passato di vera e propria indegnità parlamentare . E allora ? Vogliamo ricadere nell ' errore della prima campagna revisionistica , che si impasticciò proprio quando il Fascismo avrebbe dovuto dimostrare coscienza dell ' opera del Duce , impegnato , proprio in quei giorni , nella vertenza con la Grecia , che fu vertenza per il prestigio d ' Italia in Europa ? Tirate le somme , anche allora le chiacchiere lasciarono il posto a poca sostanza . Guardiamoci dall ' errore di allora e ciascuno trovi , guardando all ' esempio del Duce , il suo posto di lavoro per il Fascismo . E lo tenga come una consegna , guardando che anche le parole siano azione , inquadrata e disciplinata , e non critica sterile e politicante . Ecco tutto .
StampaQuotidiana ,
Una schiuma fetida ribolle intorno a Nitti e riporta a galla tutti i rifiuti del politicantismo procacciante , del pseudo - giornalismo avventuriero . Si ritorna a tempi che parvero superati , che la grande crisi della guerra parve sommergere per sempre nel fondo putrido della vecchia piccola Italia , tutte fazioncelle parlamentari legate a interessi di camarille affaristiche , col codazzo d ' una stampa equivoca vivacchiante intorno al ministero dell ' interno , comandata a favorire con tutti i mezzi illeciti la dittatura della casta oligarchica che ha arraffato il potere e lo mantiene con le arti dell ' intimidazione , della diffamazione , della corruzione , In ciò essenzialmente si dimostra il risorto giolittismo che , nella sua riconsacrazione gionittiana , ha acquistato di goffagine e di frode per ciò che ha perduto di sapienza volpina e di mascherata violenza . Nitti è la pietosa degenerazione di Giolitti , il quale aveva almeno un suo stile , una sua arte di governo , anche se scaltramente odiosa e immorale . Già , in questi suoi primi giorni e coi suoi primi atti , Nitti ha dato intera la misura di quel che sarà la sua politica , fatta di bassezze e di obbiezioni , basata sugli intrighi del giornalismo di anticamera e sulle manovre del parlamentarismo di corridoio . È una dittatura demagogica da basso impero , che ha i suoi scherani della stampa e i suoi sgherri della polizia , che stende su tutto una rete di loschi interessi , che lavora all ' accaparramento di tutti i partiti coi favori e con le promesse , che contro gli avversari adopera sudiciamente l ' insinuazione velenosa , la sconcia calunnia , e , quando capita , la proditoria aggressione . Su questo ambiente di corrotti e di corruttori , Nitti eleva e fonda le sue fortune , cercando di ritrascinare l ' Italia , che recalcitra nauseata e rivoltata , alle epoche più torbide della sua storia recente dell ' avantiguerra . Ed ecco che ripullulano le questioni morali , e che il Presidente del Consiglio è ogni giorno costretto a difendersi da accuse , vere o false , che lo colpiscono personalmente . Ed ecco che si diffonde un ' atmosfera di diffidenza e di sospetto . Ed ecco che la vita nazionale affonda miserabilmente nel fango dond ' era stata , d ' un colpo d ' ala , risollevata nel cielo dei martiri e degli eroi . Ritornarono i neutralisti , i disfattisti , i negatori della patria . Si infama l ' epopea della guerra e della vittoria . Si irride allo spirito nuovo dell ' Italia , nel dovere e nel sacrificio . I generali vittoriosi sono accusati di cesarismo , i combattenti sono avviliti , offesi , isolati , tenuti in sospetto . L ' imboscato morale , che è Nitti , chiama a raccolta tutti gli imboscati della guerra , e se ne fa un corpo di pretoriani . Il giolittismo è vendicato , ma è anche travolto da questo fetido schiumare di nauseanti rifiuti politici e morali che si chiama il gionittismo .
StampaQuotidiana ,
Che l ’on.Nitti e la sua banda multiforme e multicolore si siano vivacemente agitati nei retroscena oscuri della crisi e dello sciopero generale , ad aiutare il meritorio sforzo di Modiglioni , Canepa e C . per un ministero di sinistra , è cosa risaputa , della quale si sono avute mille prove caratteristiche : dal lavorio intensissimo dei più conosciuti luogotenenti e agenti nittiani durante il secondo tentativo Orlando , specialmente in occasione della visita dell ’ on . Turati al Quirinale , all ’ atteggiamento insidioso costantemente seguito dai numerosi giornali e dall ’ innumerevole fungaia di bollettini d ’ informazione che prendono l ’ imbeccata dal comm . Magno . Niente d ’ inverosimile , d ‘ altronde , in tutto questo ; e niente di nuovo . È naturale , è logico , è perfettamente conforme alle tradizioni che ovunque fermenti la sedizione antinazionale si scopra il germe nittiano . Questo sta a quella come il bacillo sta alla malattia . Invero non si tratta tanto di un fatto politico quanto di un fenomeno patologico . Senonché Nitti e i suoi seguaci , i seguaci – s ’ intende – ancor più di Nitti , aggiungono all ’ esercizio delle manovre equivoche il vezzo pericoloso di vantarsene . Hanno , nel malefizio , la più baldanzosa improntitudine , la quale non giova certamente né ad acquistar loro neppure le simpatie degli allocchi né ad assicurare il successo delle loro torbide mene ; ed è un vezzo che riflette grottescamente in tutto il vasto clan , sino agli infimi gregari , il tipico abito mentale e morale del capo . Millantava dunque l ’ altro ieri , in un crocchio di estranei , un notissimo amico di Nitti , oriundo straniero ma stabilito da parecchi anni a Roma , il quale aspetta dalla restaurazione nittiana la rivincita di una non dimenticata batosta elettorale , millantava – dicevamo – altamente e specificatamente una cosa di cui si è molto vagamente parlottato a Montecitorio nei giorni scorsi : l ’ accordo che sarebbe intervenuto fra qualche emissario dello statista basilisco e alcuni elementi parlamentari del fascismo . L ’ episodio più che autentico non meriterebbe forse di essere rivelato , se esso non corrispondesse in modo assai significativo alle pubblicazioni non si sa se più ipocrite o suggestive di giornali nittiani - come il Secolo – che auspicano insistentemente da tempo l ’ unione di socialisti e fascisti sul terreno di una nuova democrazia , facilmente identificabile per la « democrazia italiana » inventata di recente dall ’ on . Nitti . Ora non tocca a noi difendere dall ’ oltraggiosa insinuazione i fascisti , i quali , del resto , non crediamo abbiamo nessunissimo bisogno di essere difesi , giacché riteniamo senz ’ altro , a priori , destituiti di fondamento racconti e pronostici interessati circa l ’ asserito accordo . Infatti la gioventù combattente d ’ Italia , quella che ha dato così folte schiere al fascismo , avendo trovato in questo movimento spontaneo , quasi istintivo di reazione e di riscossa contro la tirannia dei nemici interni , non può né potrà mai revocare la squalifica morale che è stata elevata dalla coscienza nazionale in confronto dell ’ amnistiatore dei disertori . Tale squalifica non è suscettibile né di prescrizione né di indulto . Essa metterà sempre di fronte all ’ on . Nitti , per qualsiasi suo conato di resurrezione , le energie pure e consapevoli del Paese . Quando , per inconcessa ipotesi , altri fossero per accondiscendergli , ci saremmo ancora noi a contrastargli il passo . Noi : i nazionalisti . Bastammo a tenergli testa , noi soli , nell ’ anno del suo onnipotente governo , allorché egli fece scempio della dignità nazionale e della vittoria , fino al giorno in cui , dopo aver fatto massacrare i giovani nell ’ anniversario della guerra , il goffo dittatore cadde sotto il peso delle sue atroci responsabilità e della esecrazione unanime dell ’ opinione pubblica . Basteremmo , in ogni caso , noi soli , un ’ altra volta .
StampaQuotidiana ,
Il sig . Piero Gobetti di professione « rivoluzionario liberale » ha , dunque , recato un ' ignobile e ingiustificata ingiuria a Carlo Del Croix , e i mutilati di Torino lo hanno gratificato di alcuni sonorissimi schiaffi . Bene gli stanno . Il signore di cui sopra avrebbe , forse , meritato dell ' altro . Ma , in ogni modo , la partita può anche ritenersi chiusa . Senonché , ecco intervenire il Mondo a levare con la sua consueta goffa prosopopea una « doverosa » protesta . Contro il signor Gobetti ? Distinguiamo . In apparenza sì , poiché in alcune poche scialbe righe il Mondo dice di respingere per conto suo « un apprezzamento assurdo » e di esprimere a Carlo Del Croix la propria schietta solidarietà . In sostanza no , poiché a queste stesse poche righe ne seguono molte contro ... i deputati fascisti di Torino , i quali avrebbero tentato di « identificare Piero Gobetti e le sue ipercritiche intemperanze con l ' Opposizione » . Il giuoco è svelato . L ' indignazione del Mondo non è stata così , determinata dall ' insulto del signor « rivoluzionario liberale » ma dal « tentativo » che ne sarebbe seguito . Che ciò sia , è perfettamente logico . La solidarietà del Mondo con Carlo Del Croix non può non essere come difatti è soltanto apparente , e occasionale anzi , in quanto da essa è comodo trarre qualsiasi pretesto per chiacchierare a vanvera di « speculazioni » fasciste . Quale punto di contatto può mai esistere tra il Mondo e Carlo Del Croix ? Uno solo : il ricordo dell ' ora in cui , governando in Italia Francesco Saverio Nitti , i mutilati venivano sputacchiati per le strade e la canaglia irrideva impunemente al loro sacrificio e al loro martirio . Niente altro . In quanto al signor Gobetti , si tratta di un affare diverso . Il Mondo , per potere in realtà « protestare » contro i deputati fascisti torinesi , ha l ' impudenza di scrivere che « assai più di una volta il Gobetti ha esercitato la sua penna ai danni delle Opposizioni e dei suoi uomini , ch ' egli ha assai spesso giudicato e qualificato senza riguardo e con la più ingiusta ed inopportuna severità » e aggiunge che sulle sue colonne ha « dovuto rilevare il fenomeno di questo oppositore che combatteva l ' Opposizione , e ha dovuto fermamente respingere taluni suoi apprezzamenti » . Un momento . Non faccia confusioni , il Mondo . Il signor Gobetti è suo . Ne ha spesso pubblicato gli articoli , e gli ha affidata l ' edizione dell ' ultimo poderoso volume dell ' on . Amendola . Che qualche motivo di riserva formale in taluni apprezzamenti del signor Gobetti il Mondo abbia potuto fare , è cosa che non sposta i limiti attuali della questione . Anche tra il Mondo e la Voce Repubblicana , per esempio , è corsa poco tempo fa una vivace polemica . Ma forse per questo i repubblicani hanno cessato di far parte del « cartello » delle opposizioni ? E perché allora il signor Gobetti dovrebbe cessare di far parte del medesimo ? Ci resti , e il Mondo se lo tenga . Un ' ultima osservazione . Le Associazioni dei combattenti , dei mutilati , dei reduci , e simili organismi « apolitici » non dimentichino il fenomeno Gobetti , in quanto esso si ricollega perfettamente a quello delle opposizioni . E ciò sia ripetuto con licenza del Mondo , il quale , non c ' è che dire , ha dimostrato che la sua « doverosa protesta » come esempio di mala fede non è del tutto disprezzabile .
QUELLO CHE OCCORRE ( - , 1922 )
StampaQuotidiana ,
Il valore fondamentale , tipico del discorso Federzoni , soprattutto in questo momento di crisi vasta e profonda , è di essere un discorso politico , e niente affatto parlamentare . E il valore riaffermato dell ' uomo che lo ha pronunziato è in ciò , che Federzoni è un autorevole parlamentare che parla soltanto per affermazioni , per passione , per responsabilità politiche . Questo è il nazionalismo . Intimamente , solidamente antidemagogico , il nazionalismo non ha mai praticato , nemmeno verbalmente , lo sport antiparlamentare , per sé solo , anche perché questo sport di solito finisce appunto nel parlamentarismo . È stato fermamente , tenacemente antiparlamentare , in quanto è necessario essere antiparlamentari per essere fedeli ad una morale e a una politica nazionali . Quindi anche oggi non parla di combinazioni parlamentari , ma di problemi politici , quali sono , e di una volontà politica di fronte a questi problemi , potendo così francamente indicare anche le differenze da coloro con cui siamo stati e siamo solidali nella battaglia condotta contro le forze antinazionali . Ché anzi la particolare solidarietà di nazionalisti e fascisti si è sempre alimentata , come dev ' essere per tutte le sane solidarietà , di una reciproca chiarezza di posizioni . Facciano altrettanto gli altri partiti , e soprattutto le variopinte democrazie , discettanti di combinazioni o di presunzioni teoretiche , senza mai affrontare una responsabilità specifica . Se così avessero fatto , se così facessero , non saremmo alla crisi di oggi . La quale in quanto è anche crisi ministeriale , innegabile , è da noi stata considerata con lo spirito del discorso Federzoni . Quando i fascisti hanno domandato le elezioni con una riforma o anche le sole elezioni , senza riforma , a dicembre , abbiamo detto chiaro il nostro pensiero . Abbiamo messo da parte il problema tecnico delle elezioni e non abbiamo subordinato il problema politico alle elezioni , sia per il nostro costante atteggiamento di fronte al mezzo elettorale , considerato in subordinazione delle direttive politiche e della forza politica , sia perché ci è parso che la situazione fosse già di tanto mutata da giustificare , anzi da imporre un orientamento opposto alla solita combinazione proporzionale dei vari gruppi che porta ai governi di paralisi , come quelli che ci sono stati , come quello che c ' è . Ebbene il problema oggi è questo lo riconoscono implicitamente anche quelli che argomentano per non riconoscerlo e non può essere ridotto ad un problema di elezioni immediate . Quando da altre parti si sono invocate le dimissioni del ministero Facta , volendo far carico particolare all ' onorevole Facta , di questa crisi di oggi , ci siamo rifiutati a questa critica , perché significherebbe credere necessaria soltanto la sostituzione dell ' on . Facta con Giolitti o con Orlando o con chicchessia , quando occorre sostituire invece un governo ad una combinazione . Quando ora , dopo che la crisi ministeriale è insopprimibile , si dice che bisogna attendere la convocazione della Camera e però anticiparla , noi rispondiamo che l ' argomento non ha valore . La Camera è , se mai , in una sua ricognizione strettamente parlamentare , l ' impedimento ad una soluzione di governo . Convocarla e confidarsi ad essa proprio alla Camera significa legalizzare la paralisi , avere la sede vacante . Concludendo : è perfettamente inutile discorrere se sia pregiudizialmente conveniente o necessaria la crisi parlamentare o extraparlamentare . Nient ' affatto . Si tratta di sapere se si vuole e si può costituire un governo che faccia a meno delle combinazioni di gruppi , con tanto di portafogli e di sottoportafogli per ciascuno . Se questo si vuole e si può , non occorre convocare la Camera . Anzi occorre il contrario .
StampaQuotidiana ,
Ecco qua , tutti sono per la conciliazione , per la collaborazione universale . Bisogna salvare il paese , e però andiamo tutti al governo . Chiamiamo addirittura tutti gli ex - presidenti del Consiglio , dicono alcuni che si dicono depositari del pensiero dell ' on . Giolitti , facciamo un grande ministero . Dall ' altra parte Nitti anche lui invoca il grande comitato di salute pubblica , cui eventualmente darebbe i suoi lumi , sulla base di tutte quelle peregrine scoperte che ha fatte nel suo discorso . Ebbene questa chiacchiera è pessima . Non è questa l ' ora di moltiplicare rappresentanze di partiti e di gruppi , di fare ricognizioni di carriere politiche , di presentare un ' adunata di bei nomi . Questi sono gusti commemorativi . Con questi criteri si fa un museo di gessi , una gipsoteca , non mai un governo . E tanto meno si fa un governo con i numeri e con le massime del discorso Nitti , rifugiato a Lauria . Il caso dell ' on . Nitti è , l ' abbiamo dimostrato , il caso di chi pratica per essere generosi con la sua impudenza e con i suoi tentativi di ottenere l ' oblio la retorica dei numeri , del pessimismo , del realismo . Ed è perfettamente inutile , che , oltre i consensi del resto poco entusiastici della stampa nittiana , altri giornali della equidistanza e del falso realismo democratico elenchino con compunta gravità le coincidenze del programma nittiano con le necessità dell ' ora . Anche questi giornali sanno , nei loro commenti , che sono del resto la confessione più chiara della loro smidollatura politica , della retorica . Perché se l ' on . Nitti fosse rimasto e fosse così rimasto un professore di volgarizzazione giornalistica come era il suo temperamento , si potrebbe anche consentire , dopo una chiacchierata come quella di Lauria , nel dire : Sì , c ' è del buono . Ma l ' on . Nitti non è soltanto un predicatore , è stato purtroppo uomo di governo , anzi capo di governo , e capo di governo in un ' ora storica per la Nazione . E allora bisogna ricordare quello che ha fatto , quello che ha voluto l ' on . Nitti come uomo di governo , quello che ha detto e ha fatto e ha voluto che si dicesse e si facesse dai suoi amici , dai suoi portavoce , dalla sua stampa , dopo che fu rovesciato dal governo . E se tutto questo , come abbiamo dimostrato , coincide con le cose sciocche e cattive e ignoranti del suo discorso , con le reticenze del suo discorso ; ed è in aperto contrasto con le constatazioni concrete del suo discorso , impostegli dalla gravità della situazione ; allora che cosa significa il voler consentire oggi nella « precisione della visione dell ' on . Nitti » , o nella volontà di « valorizzare le forze economiche nazionali » o con « le parole sulla situazione militare mondiale e la nostra impreparazione » ? Sono proprio consensi di parole con parole . Niente altro . Di cattive parole con cattive parole , poiché si consente retoricamente con un discorso , che è la sconfessione di un ' azione . E non una sconfessione maturata , seguita ad una rimeditazione raccolta , come se ne potrebbero ammettere : ma una sconfessione audace , impunita , di chi ha l ' aria di aver voluto le cose che invece non ha voluto e ha impedito che fossero . Ebbene per Nitti o per chicchessia bisogna farla finita con questa retorica alla rovescia ; con questa retorica del realismo , che è esibita da uomini , da gruppi , da giornali , che fino a ieri infuriavano o malignavano oscenamente contro il fascismo , contro i partiti nazionali , contro la « reazione » e pretendevano che , in offesa aperta di queste massime esigenze dell ' ora , si recassero al potere i socialisti e i loro complici , e cioè i responsabili della violenza interna , della disintegrazione statale , della dissoluzione dell ' esercito e della marina , del maggior deficit statale , della paralisi della economia . Questa rettorica dev ' esser respinta , risolutamente , come la più sconcia sopraffazione della verità . Respinta come un caso tipico di immoralità politica ; respinta come metodo di azione politica , essendo il metodo della confusione parlamentaristica , socialdemocratica , che è il rovescio del metodo di sopraffazione che si abbandona quando è fallito . Dopo i tentativi collaborazionistici ora siamo a quelli confusionistici : museo di gessi o realismo economico . E tutti amici , tutti a studiare le cifre , tutti a voler portafogli e sottoportafogli per salvare l ' Italia . Eh ! no ! queste sono cose ridicole . Proprio il contrario della situazione che è seria .