ProsaGiuridica ,
Art
.
1
.
L
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
ha
il
compito
di
provvedere
all
'
acquisto
,
alla
gestione
,
alla
trasformazione
ed
alla
vendita
di
beni
immobiliari
,
con
le
loro
pertinenze
di
beni
mobiliari
,
nonché
di
aziende
industriali
e
commerciali
,
nell
'
interesse
o
d
'
incarico
dello
Stato
.
L
'
Ente
ha
personalità
giuridica
.
Esso
ha
un
fondo
di
dotazione
di
20
milioni
,
da
stanziare
con
provvedimento
del
Ministro
per
le
Finanze
,
sul
bilancio
del
Ministero
stesso
.
Per
l
'
assistenza
,
la
rappresentanza
e
la
difesa
in
giudizio
,
l
'
Ente
si
avvale
dell
'
Avvocatura
dello
Stato
.
L
'
Ente
potrà
inoltre
,
con
la
preventiva
autorizzazione
del
Ministro
per
le
Finanze
,
contrarre
mutui
ed
ottenere
sovvenzioni
dagli
Istituti
all
'
uopo
autorizzati
per
il
fabbisogno
finanziario
dipendente
dalla
propria
attività
.
L
'
Ente
ha
la
sua
sede
legale
in
Roma
,
temporaneamente
trasferita
a
San
Pellegrino
Terme
.
Art
.
2
.
L
'E.G.E.L.I
.
compie
tutte
le
operazioni
necessarie
per
il
conseguimento
dei
propri
fini
.
Art
.
3
.
Sono
organi
dell
'
Ente
:
il
Presidente
,
il
Consiglio
di
Amministrazione
,
la
Giunta
esecutiva
.
Art
.
4
.
Il
Presidente
è
nominato
con
decreto
del
Ministro
delle
Finanze
,
per
un
triennio
,
e
può
essere
confermato
.
Egli
è
a
capo
dell
'
Amministrazione
dell
'
Ente
ed
ha
la
legale
rappresentanza
dell
'
Ente
stesso
.
Convoca
e
presiede
le
riunioni
del
Consiglio
di
Amministrazione
e
della
Giunta
esecutiva
,
e
cura
la
esecuzione
delle
deliberazioni
del
Consiglio
e
della
giunta
stessi
.
Il
Presidente
ha
facoltà
di
conferire
procure
speciali
per
determinati
atti
e
per
determinate
specie
di
atti
.
In
caso
di
urgenza
il
Presidente
prende
tutti
i
provvedimenti
di
competenza
della
Giunta
esecutiva
e
ne
riferisce
a
questa
nella
prima
seduta
successiva
per
la
relativa
ratifica
.
Art
.
5
.
Uno
dei
membri
del
Consiglio
di
Amministrazione
è
annualmente
designato
dal
Consiglio
stesso
a
fungere
da
vice
presidente
.
Il
Presidente
è
coadiuvato
dal
vice
presidente
che
lo
sostituisce
in
caso
di
assenza
o
di
legittimo
impedimento
.
Art
.
6
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
è
composto
dal
presidente
e
di
otto
membri
nominati
dal
Ministro
per
le
Finanze
e
cioè
:
-
2
consiglieri
scelti
tra
i
funzionari
di
grado
non
inferiore
al
VI
del
Ministero
delle
Finanze
;
-
1
consigliere
scelto
tra
i
funzionari
dell
'
Ispettorato
per
la
Difesa
del
Risparmio
e
l
'
Esercizio
del
Credito
;
-
1
consigliere
in
rappresentanza
dell
'
Ispettorato
per
demografia
e
razza
;
-
1
consigliere
su
proposta
del
Segretario
del
Partito
Fascista
Repubblicano
,
Ministro
segretario
di
Stato
;
-
1
consigliere
su
proposta
del
Ministro
per
la
Giustizia
;
-
1
consigliere
su
proposta
del
Ministro
per
l
'
Agricoltura
e
le
Foreste
;
-
1
consigliere
su
proposta
del
Ministro
per
l
'
Economia
corporativa
.
I
consiglieri
rimangono
in
carica
tre
anni
e
possono
essere
confermati
nella
carica
stessa
.
Con
il
decreto
del
Ministro
per
le
Finanze
sono
determinate
le
indennità
assegnate
al
Presidente
ed
ai
componenti
il
Consiglio
di
Amministrazione
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
nomina
il
Segretario
.
Art
.
7
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
ha
tutti
i
poteri
per
il
funzionamento
dell
'
Ente
.
Esso
delibera
un
apposito
regolamento
interno
da
approvarsi
dal
Ministro
per
le
Finanze
,
per
stabilire
le
norme
di
assunzione
e
di
stato
giuridico
ed
il
trattamento
economico
,
a
qualsiasi
titolo
,
di
attività
e
di
quiescenza
del
personale
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
è
convocato
dal
Presidente
il
quale
ne
da
tempestivo
avviso
ai
Consiglieri
ed
ai
Sindaci
effettivi
.
Per
la
validità
delle
deliberazioni
occorre
l
'
intervento
di
almeno
5
componenti
.
Art
.
8
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
nomina
nel
suo
seno
la
Giunta
esecutiva
,
determinandone
le
attribuzioni
e
i
poteri
.
La
Giunta
è
composta
di
tre
membri
fra
i
quali
il
Presidente
.
Funge
da
Segretario
della
Giunta
esecutiva
il
segretario
del
Consiglio
di
amministrazione
.
La
Giunta
esecutiva
è
convocata
dal
Presidente
,
il
quale
dà
tempestivo
avviso
ai
membri
ed
ai
sindaci
effettivi
.
Le
deliberazioni
sono
prese
a
maggioranza
assoluta
di
voti
.
Art
.
9
.
La
Giunta
esecutiva
delibera
sulle
operazioni
per
le
quali
sia
stata
delegata
dal
Consiglio
di
amministrazione
e
dentro
i
limiti
della
delegazione
stessa
.
Non
possono
essere
delegate
alla
Giunta
le
deliberazioni
:
a
)
sulla
formazione
del
bilancio
;
b
)
sul
conferimento
di
deleghe
alle
mansioni
dell
'
Ente
ad
Istituti
od
a
privati
.
Le
deliberazioni
della
Giunta
sono
comunicate
al
Consiglio
nella
prima
seduta
successiva
.
Art
.
10
.
Le
deliberazioni
del
Consiglio
di
amministrazione
e
della
Giunta
esecutiva
sono
inserite
in
appostiti
registri
di
verbali
e
vengono
autenticate
con
la
firma
del
Presidente
e
del
Segretario
.
Le
deliberazioni
prese
dal
Presidente
in
via
di
urgenza
a
norma
dell
'
art
.
4
sono
trascritte
in
apposito
registro
e
firmate
dal
Presidente
.
Dei
verbali
relativi
alle
deliberazioni
di
cui
al
presente
articolo
e
delle
deliberazioni
del
Presidente
,
il
Segretario
del
Consiglio
di
amministrazione
può
,
con
l
'
autorizzazione
del
Presidente
,
rilasciare
copia
od
estratti
.
Art
.
11
.
Il
Collegio
dei
sindaci
è
composto
di
tre
membri
effettivi
e
di
due
supplenti
,
nominati
con
decreto
del
Ministro
delle
Finanze
.
Uno
dei
sindaci
effettivi
è
scelto
fra
i
Magistrati
della
Corte
dei
Conti
.
La
Presidenza
è
affidata
dal
Ministro
delle
Finanze
ad
un
funzionario
dipendente
da
esso
incluso
nei
tre
membri
effettivi
.
I
sindaci
effettivi
ed
i
supplenti
durano
in
carica
tre
anni
e
possono
essere
confermati
.
Con
decreto
del
Ministro
per
le
Finanze
sono
fissate
le
retribuzioni
spettanti
ai
sindaci
.
I
sindaci
esercitano
il
controllo
sulla
gestione
dell
'
Ente
e
sulla
osservanza
delle
disposizioni
di
legge
e
dello
statuto
:
assistono
alle
riunioni
del
Consiglio
di
amministrazione
e
della
Giunta
esecutiva
ed
hanno
in
generale
i
poteri
e
gli
obblighi
che
la
legge
attribuisce
ai
sindaci
delle
società
commerciali
,
in
quanto
applicabili
.
Il
Collegio
dei
sindaci
presenta
al
Ministro
per
le
Finanze
una
relazione
annuale
in
accompagnamento
del
bilancio
della
gestione
dell
'
Ente
.
Art
.
12
.
L
'
esercizio
finanziario
dell
'
Ente
si
riferisce
all
'
anno
solare
.
Entro
il
31
marzo
di
ogni
anno
,
il
Consiglio
di
amministrazione
sottopone
all
'
approvazione
del
Ministro
delle
Finanze
il
bilancio
dell
'
Ente
,
accompagnandolo
con
particolareggiata
relazione
sulla
attività
svolta
.
Art
.
13
.
I
proventi
della
gestione
dei
beni
di
proprietà
dell
'
Ente
,
gli
oneri
dell
'
esercizio
e
le
spese
generali
di
amministrazione
,
sono
registrate
nel
conto
spese
e
proventi
.
Il
saldo
di
tale
conto
è
versato
annualmente
al
bilancio
delle
entrate
dello
Stato
dopo
l
'
approvazione
del
bilancio
.
I
proventi
dei
beni
di
cui
l
'
Ente
ha
la
gestione
nell
'
interesse
o
per
conto
dello
Stato
nonché
gli
introiti
effettuati
per
riscossioni
di
capitali
o
alienazioni
riguardanti
tali
beni
,
sono
versati
nei
modi
e
nei
termini
stabiliti
dalle
relative
disposizioni
.
Art
.
14
.
La
qualità
di
funzionario
o
impiegato
dell
'
Ente
è
incompatibile
con
qualsiasi
impiego
privato
o
pubblico
o
con
l
'
esercizio
di
qualsiasi
professione
,
commercio
o
industria
.
I
funzionari
e
gli
impiegati
non
possono
coprire
cariche
di
consiglieri
di
amministrazione
,
di
liquidatori
o
sindaci
di
società
,
salvo
espressa
autorizzazione
del
Consiglio
di
amministrazione
.
Art
.
15
.
È
fatto
divieto
ai
consiglieri
di
amministrazione
,
ai
sindaci
,
ai
funzionari
di
direzione
ed
agli
impiegati
dell
'
Ente
di
acquistare
beni
dell
'
Ente
e
comunque
di
contrarre
obbligazioni
di
qualsiasi
natura
,
dirette
o
indirette
con
l
'
Ente
,
ovvero
con
acquirenti
di
beni
immobili
di
proprietà
dell
'
Ente
.
I
funzionari
e
gli
impiegati
dell
'
Ente
sono
obbligati
al
segreto
d
'
ufficio
.
Art
.
16
.
L
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
è
parificato
ad
ogni
effetto
nel
trattamento
tributario
,
all
'
Amministrazione
dello
Stato
;
per
la
notificazione
ad
istanza
dell
'
Ente
medesimo
per
le
copie
degli
atti
ad
esso
rilasciati
e
per
le
misure
ipotecarie
,
come
pure
per
i
certificati
delle
iscrizioni
e
trascrizioni
,
nonché
per
i
certificati
catastali
storici
rilasciati
nell
'
interesse
dell
'
Ente
,
si
osservano
le
disposizioni
vigenti
per
tali
adempimenti
quando
sono
richiesti
dallo
Stato
.
Agli
effetti
delle
imposte
dirette
la
equiparazione
dell
'
Ente
alle
amministrazioni
dello
Stato
nel
trattamento
tributario
,
riguarda
esclusivamente
i
redditi
propri
dell
'
Ente
.
Le
tasse
di
registro
per
gli
atti
di
alienazione
dei
beni
attribuiti
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
sono
ridotte
come
segue
:
a
)
alla
aliquota
fissa
dell'1,50%
fino
al
valore
di
L
.
5.000;
b
)
alla
aliquota
fissa
del
10%
oltre
il
valore
di
L
.
5.000
.
La
tassa
di
trascrizione
,
i
diritti
catastali
e
gli
onorari
notarili
per
atti
di
alienazione
dei
beni
attribuiti
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
sono
ridotti
alla
metà
dell
'
ordinario
ammontare
,
quando
non
trovino
applicazione
disposizioni
più
favorevoli
.
Art
.
17
.
Gli
atti
costitutivi
di
società
che
dovessero
essere
formate
con
il
consenso
del
Ministro
per
le
Finanze
,
per
rilevare
aziende
industriali
e
commerciali
attribuite
in
proprietà
o
in
gestione
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
sono
esenti
da
tasse
di
bollo
e
registro
.
Gli
atti
con
i
quali
società
anonime
regolarmente
costituite
rilevano
aziende
attribuite
ovvero
gestite
dall
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
,
sono
registrati
e
trascritti
con
la
tassa
di
L
.
40
ai
sensi
dell
'
art
.
13
del
decreto
legge
19
agosto
1943
,
n
.
737
.
I
diritti
catastali
e
gli
onorari
notarili
per
gli
atti
medesimi
sono
ridotti
al
quarto
.
Mussolini
Il
Ministro
delle
Finanze
:
Pellegrini
V.Il
Guardasigilli
:
Pisenti
StampaQuotidiana ,
La
remissione
delle
cariche
da
parte
della
Segreteria
generale
del
Partito
,
e
le
imminenti
dimissioni
della
Giunta
,
ripongono
,
anche
formalmente
,
nelle
decisioni
di
Mussolini
,
come
Capo
del
Partito
,
ogni
risoluzione
della
presente
crisi
,
di
cui
una
manifestazione
è
stata
la
inattesa
espulsione
di
Massimo
Rocca
.
In
queste
condizioni
riteniamo
opportuno
astenerci
da
qualsiasi
pubblica
discussione
,
non
perché
crediamo
non
possano
e
non
debbano
pubblicamente
discutersi
ì
problemi
fondamentali
di
organizzazione
e
di
indirizzo
del
Partito
,
ma
perché
consideriamo
che
,
dovendosi
oggi
giudicare
di
attribuzioni
di
cariche
,
di
potestà
di
organi
,
di
rendimenti
personali
,
ed
essendo
questo
giudizio
devoluto
al
Capo
del
Partito
,
sia
preferibile
far
conoscere
il
proprio
pensiero
,
quando
ciò
sia
ritenuto
utile
,
secondo
le
gerarchie
del
Partito
,
in
obbediente
e
confidente
attesa
delle
deliberazioni
di
Mussolini
,
e
non
in
un
'
aperta
e
logorante
polemica
.
Né
,
del
resto
,
potremmo
indurci
a
partecipare
oggi
proprio
a
questa
ultima
discussione
,
quando
ci
siamo
astenuti
dalla
precedente
,
non
per
difetto
di
preoccupazioni
o
di
convincimenti
per
le
possibilità
di
sviluppo
e
di
diverso
orientamento
del
Partito
,
ma
perché
abbiamo
inteso
il
pericolo
di
traviamenti
personali
e
perché
un
errore
fondamentale
di
impostazione
era
stato
commesso
,
considerando
il
Partito
come
un
imputato
,
passibile
anche
di
condanna
capitale
.
Ci
pareva
poi
,
francamente
,
che
in
primo
piano
fossero
problemi
imponenti
di
politica
internazionale
,
cui
dare
tutta
la
nostra
attenzione
,
quella
appunto
che
abbiamo
data
.
Se
anzi
una
deplorazione
dobbiamo
fare
è
che
,
proprio
in
questo
momento
,
in
cui
l
'
attività
del
Presidente
è
tesa
verso
una
situazione
internazionale
estremamente
complessa
,
e
in
cui
il
Fascismo
deve
volere
che
l
'
Italia
sia
presente
e
attiva
,
per
una
decisa
difesa
dei
suoi
interessi
diretti
,
per
una
volontaria
partecipazione
della
sua
autorità
di
grande
potenza
,
non
si
sia
riusciti
,
alla
vigilia
del
primo
anniversario
della
Marcia
su
Roma
,
ad
impedire
una
parentesi
deviatrice
nella
vita
del
Partito
,
distolto
dalla
coscienza
dei
maggiori
problemi
per
una
polemica
interna
.
E
soprattutto
non
si
sia
riusciti
ad
impedire
che
maturasse
una
crisi
,
la
cui
risoluzione
,
come
sempre
,
finiva
con
essere
rimessa
passivamente
al
Capo
.
Il
quale
così
,
per
responsabilità
che
sono
oramai
generali
,
diffuse
,
di
centro
e
di
periferia
,
vede
ancora
una
volta
invocata
la
sua
autorità
e
potestà
,
per
dirimere
contese
,
quando
invece
il
problema
fondamentale
,
quello
del
governo
,
è
da
lui
ogni
giorno
risoluto
,
e
il
problema
secondario
del
Partito
è
e
resta
sempre
quello
di
secondare
l
'
opera
creativa
di
governo
.
E
certo
nessuno
vorrà
ammettere
che
secondare
significhi
non
offrire
attività
concordi
,
disciplinate
e
devote
,
ma
sottrarre
egoisticamente
,
per
irrequietezza
di
Partito
,
quell
'
attività
superiore
che
Mussolini
deve
dare
all
'
Italia
.
StampaQuotidiana ,
L
'
on
.
Nitti
,
designato
alla
Corona
da
Giovanni
Giolitti
,
esponente
del
vecchio
neutralismo
e
da
Leonida
Bissolati
incarnazione
dello
spirito
rinunziatario
,
formerà
il
nuovo
ministero
.
Il
suo
gabinetto
avrà
immediatamente
contro
di
sé
tutte
le
forze
vive
create
dalla
guerra
.
Senza
attendere
ulteriori
informazioni
circa
la
distribuzione
dei
portafogli
queste
forze
,
per
istinto
,
si
sono
già
schierate
contro
il
ministero
Nitti
.
L
'
on
.
Nitti
si
sbraccia
a
smentire
le
due
leggende
che
,
secondo
lui
,
si
sono
ingiustamente
formate
sul
suo
conto
:
che
egli
sia
un
giolittiano
e
un
rinunziatario
.
E
noi
gli
crediamo
:
non
giolittiano
,
perché
è
abbastanza
intelligente
per
legare
la
sua
fortuna
politica
ad
un
cadavere
,
non
rinunziatario
,
perché
ogni
rinunzia
è
diventata
oramai
impossibile
e
il
processo
di
realizzazione
delle
aspirazioni
nazionali
compie
il
suo
corso
,
indipendentemente
dalla
volontà
degli
uomini
,
con
la
fatale
sicurezza
d
'
una
legge
di
natura
.
Rinunziatari
e
giolittiani
si
può
essere
in
ispirito
,
ma
non
più
nel
fatto
.
Essere
giolittiano
nel
senso
materiale
della
parola
,
nel
senso
cioè
di
tenere
il
potere
per
investitura
di
Giolitti
ed
in
luogo
di
Giolitti
è
oramai
un
assurdo
storico
,
così
come
è
un
assurdo
logico
essere
rinunziatari
per
deliberato
proposito
.
Ma
l
'
attitudine
mentale
e
spirituale
a
trattare
la
politica
alla
maniera
di
Giolitti
,
facendo
cioè
del
potere
un
fine
a
se
stesso
,
escludendone
ogni
contenuto
ideale
,
sì
da
avere
ampia
libertà
di
patteggiare
con
tutte
le
fazioni
antinazionali
;
ma
la
disposizione
di
spirito
a
transigere
sul
programma
nazionale
per
conseguire
al
più
presto
la
pace
all
'
estero
e
la
pacificazione
all
'
interno
,
la
disposizione
cioè
a
lasciarsi
ricattare
dai
nemici
esterni
ed
interni
,
possono
benissimo
sopravvivere
.
L
'
on
.
Nitti
è
il
più
tipico
rappresentante
di
queste
sopravvivenze
.
Altri
uomini
di
governo
potevano
infatti
trovare
in
una
più
raffinata
coltura
e
in
uno
più
squisito
senso
di
patriottismo
tradizionale
una
remora
al
prevalere
di
questi
vecchi
sedimenti
della
loro
educazione
parlamentare
.
Nell
'
on
.
Nitti
,
invece
,
temperamento
e
coltura
,
fatti
di
scetticismo
e
di
arido
tecnicismo
concorrono
a
valorizzarli
.
Ma
non
in
queste
generiche
disposizioni
di
spirito
contrastanti
col
desiderio
di
rinnovamento
,
che
la
guerra
ha
suscitato
,
le
forze
vive
dell
'
Italia
nuova
ravvisano
il
pericolo
del
ministero
Nitti
.
Questo
pericolo
consiste
in
qualcosa
di
ben
più
concreto
e
definito
.
La
designazione
Nitti
rappresenta
il
tentativo
di
soffocare
il
movimento
dei
combattenti
,
di
sopprimere
l
'
Italia
dei
combattenti
.
Il
pericolo
reale
non
è
dunque
tanto
in
ciò
,
a
cui
aspirano
i
giolittiani
,
ma
in
ciò
che
dall
'
on
.
Nitti
pretendono
i
socialisti
.
I
giolittiani
aspirano
a
riacquistare
la
cittadinanza
politica
,
che
avevano
perduta
durante
la
guerra
,
aspirano
ad
uscire
dallo
stato
d
'
inabilitazione
morale
e
politica
in
cui
erano
stati
tenuti
durante
la
guerra
.
I
giolittiani
cercano
di
vendicarsi
,
col
ministero
Nitti
,
dell
'
interventismo
che
li
spodestò
e
li
compresse
durante
la
guerra
.
Sterile
desiderio
,
ché
l
'
interventismo
è
anche
esso
finito
con
la
guerra
.
È
un
rapporto
privo
di
ogni
contenuto
questo
di
cui
ancora
si
parla
:
del
giolittismo
contro
l
'
interventismo
.
Sono
ombre
che
lottano
contro
ombre
.
Il
loro
duello
,
di
puro
carattere
parlamentare
,
non
può
più
interessare
il
paese
.
Ma
vi
è
un
altro
duello
da
cui
dipendono
le
sorti
del
paese
ed
è
quello
che
si
combatte
fra
le
due
forze
vive
generate
dalla
guerra
:
la
forza
nazionalmente
costruttiva
dei
combattenti
e
la
forza
nazionalmente
e
socialmente
distruttiva
del
bolscevismo
.
I
socialisti
,
abituati
a
vincere
senza
combattere
per
l
'
ignavia
dei
loro
antagonisti
dell
'
antiguerra
,
hanno
sperimentato
tutta
la
loro
impotenza
contro
la
nuova
forza
nazionale
nata
dalla
guerra
.
E
però
essi
,
senza
ripiegare
il
loro
programma
di
sovvertimento
dell
'
ordine
costituito
,
domandano
aiuto
all
'
ordine
costituito
,
cioè
al
governo
contro
i
nuovi
avversari
,
così
come
a
Milano
e
a
Roma
invocavano
aiuto
alla
polizia
per
fare
la
rivoluzione
.
Attraverso
il
parlamento
,
nel
quale
rimangono
onnipotenti
,
l
'
ibrido
connubio
fra
gli
elementi
che
hanno
per
programma
il
disordine
e
la
distruzione
ed
il
Governo
che
ha
per
dovere
la
tutela
dell
'
ordine
costituito
,
si
è
potuto
realizzare
.
A
salvare
il
pudore
del
Governo
è
bastato
diffondere
abilmente
strane
voci
di
fantastici
colpi
di
mano
contro
il
parlamento
.
Dopo
di
che
può
avanzarsi
l
'
on
.
Nitti
a
ristabilire
l
'
ordine
contro
i
reazionari
,
nell
'
interesse
dei
socialisti
,
che
intanto
gli
danno
tregua
in
parlamento
e
cooperano
a
sedare
gli
scioperi
nel
paese
.
L
'
on
.
Nitti
naturalmente
dissimulerà
il
suo
vero
compito
di
governo
sotto
la
formula
imparziale
:
«
contro
le
intemperanze
di
destra
e
contro
le
intemperanze
di
sinistra
»
.
Formula
che
incontrerà
il
plauso
degli
evirati
cantori
del
«
Corriere
della
Sera
»
.
Ma
il
vero
compito
del
Ministero
Nitti
è
questo
solo
:
soffocare
il
movimento
dei
combattenti
.
Dopo
essere
stato
abilmente
diffamato
ed
indiziato
come
sedizioso
,
il
movimento
dei
combattenti
è
oggi
a
buon
punto
per
diventare
oggetto
delle
persecuzioni
governative
.
E
un
'
azione
di
governo
in
questo
senso
,
dopo
tanta
diffamazione
di
socialisti
e
d
'
idioti
borghesi
,
può
anche
essere
esibita
come
una
benemerenza
nazionale
.
Ma
l
'
Italia
combattente
non
si
lascerà
così
facilmente
sopprimere
e
soprattutto
non
si
lascerà
così
facilmente
ingannare
.
Intanto
i
due
caposaldi
del
suo
programma
:
niente
rinunzie
all
'
estero
e
rinnovamento
interno
a
cominciare
dal
sistema
elettorale
,
sono
così
ben
piantati
nella
coscienza
nazionale
,
che
nessuna
forza
umana
può
più
scalzarli
.
Quanto
alle
persecuzioni
politiche
,
i
combattenti
sanno
come
affrontarle
.
Esse
non
avranno
certo
maggiore
efficacia
dei
cannoni
austriaci
.
StampaQuotidiana ,
L
'
on
.
Turati
ha
presentato
alla
presidenza
della
Camera
la
seguente
interpellanza
:
«
All
'
on
.
Presidente
del
Consiglio
e
all
'
on
.
Ministro
degli
esteri
:
per
sapere
se
siano
informati
dell
'
azione
che
una
ambasciata
straniera
svolse
durante
la
crisi
ministeriale
,
e
dell
'
attività
che
essa
spiega
in
questi
giorni
per
determinare
nuove
crisi
:
per
sapere
inoltre
se
siano
informati
delle
visite
che
segretari
della
stessa
ambasciata
fanno
ogni
giorno
a
uomini
parlamentari
e
anche
a
giornali
che
più
eccitano
alla
rivolta
contro
le
istituzioni
parlamentari
»
.
Nel
maggio
1915
quando
l
'
opinione
pubblica
italiana
insorse
contro
l
'
ingerenza
straniera
nelle
cose
interne
del
nostro
paese
,
giornali
,
uomini
politici
e
privati
cittadini
,
che
asserivano
un
fatto
così
rivoltante
per
la
coscienza
pubblica
,
denunziarono
apertamente
i
nomi
di
Giovanni
Giolitti
e
di
Bernardo
von
Bülow
.
Oggi
l
'
on
.
Turati
,
sotto
forma
d
'
interpellanza
,
cioè
trincerandosi
dietro
l
'
immunità
parlamentare
,
ripete
la
stessa
accusa
a
carico
di
persone
innominate
,
indiziandole
con
termini
vaghi
in
modo
che
il
sospetto
possa
colpire
chiunque
faccia
comodo
all
'
on
.
Turati
e
agli
interessi
che
egli
serve
,
senza
che
alcuno
sia
particolarmente
autorizzato
senza
suo
danno
a
rintuzzarla
.
Per
conto
nostro
non
abbiamo
neppure
bisogno
d
'
invocare
l
'
altra
causa
di
«
xenofobia
»
tante
volte
lanciataci
dai
socialisti
per
escludere
che
l
'
on
.
Turati
abbia
voluto
alludere
al
nostro
giornale
.
Non
ne
abbiamo
bisogno
perché
l
'
accusa
dell
'
on
.
Turati
non
si
discute
neppure
,
si
disprezza
semplicemente
.
Un
'
accusa
di
collusione
con
lo
straniero
,
quando
è
fatta
nella
forma
e
nei
termini
dell
'
on
.
Turati
,
lungi
dal
colpire
chicchesia
,
colpisce
soltanto
chi
la
fa
.
Essa
infatti
prova
semplicemente
che
chi
la
fa
,
per
difetto
proprio
di
coscienza
nazionale
,
non
ne
comprende
tutta
la
gravità
,
se
crede
di
potersi
esimere
dagli
obblighi
più
elementari
che
l
'
estrema
gravità
dell
'
accusa
stessa
comporta
.
E
che
questo
appunto
sia
il
caso
dell
'
on
.
Turati
risulta
chiaro
non
solo
dalla
forma
genericamente
tendenziosa
della
sua
accusa
,
ma
in
forma
più
positiva
dalle
stesse
parole
dell
'
on
.
Turati
con
le
quali
si
attribuisce
all
'
Ambasciata
straniera
,
di
cui
si
tratta
,
una
singolare
attività
«
per
determinare
nuove
crisi
»
nel
nostro
governo
.
Parole
,
che
tradiscono
il
vero
scopo
dell
'
on
.
Turati
.
Vale
a
dire
:
l
'
on
.
Turati
,
nel
lanciare
la
stupefacente
accusa
,
con
la
quale
l
'
ambiente
politico
italiano
viene
dipinto
come
quello
d
'
un
qualsiasi
staterello
balcanico
,
non
è
mosso
da
un
«
puro
»
scopo
patriottico
,
ma
soltanto
dallo
scopo
«
partigiano
»
di
rendere
un
servizio
personale
all
'
on
.
Nitti
,
insinuando
un
sospetto
atroce
,
che
allo
stato
fluido
in
cui
è
stato
lanciato
può
,
a
guisa
di
gas
asfissiante
,
investire
qualunque
dei
suoi
avversari
.
Dopo
di
che
è
perfettamente
inutile
rilevare
l
'
inanità
dell
'
altro
tentativo
fatto
dall
'
on
.
Turati
:
cioè
di
aizzare
il
Parlamento
contro
la
stampa
contraria
all
'
on
.
Nitti
,
qualificandola
come
eretica
,
o
peggio
verso
le
istituzioni
parlamentari
.
Constatiamo
semplicemente
che
,
con
la
sua
calunniosa
interpellanza
,
l
'
on
.
Turati
ha
compiuto
un
vero
e
proprio
atto
di
sabotaggio
contro
le
istituzioni
parlamentari
,
sfruttando
la
sua
prerogativa
parlamentare
,
per
compiere
una
cattiva
azione
.
StampaQuotidiana ,
Consentiamo
pienamente
nell
'
articolo
che
Arnaldo
Mussolini
ha
pubblicato
sui
Popolo
d
'
Italia
.
Già
,
nei
giorni
scorsi
,
una
chiarificazione
,
e
non
una
polemica
,
avvenuta
su
queste
colonne
tra
Ugo
d
'
Andrea
e
Umberto
Guglielmotti
,
ci
ha
fatto
,
diciamo
così
,
anticipare
il
nostro
consenso
alle
osservazioni
chiare
e
tranquille
del
direttore
del
giornale
fascista
.
Noi
infatti
,
pur
non
facendo
alcuna
confusione
,
come
quella
di
cui
giustamente
si
lamenta
l
'
on
.
Bottai
nella
lettera
che
più
oltre
pubblichiamo
,
indicavamo
nettamente
il
pericolo
e
il
danno
di
una
polemica
che
,
partendo
da
posizioni
dottrinali
e
meritevoli
senza
dubbio
di
esame
,
per
il
momento
,
per
il
modo
e
per
inevitabili
inserzioni
deviatrici
,
avrebbe
piuttosto
nociuto
che
recato
bene
all
'
opera
di
assestamento
del
partito
all
'
indomani
delle
elezioni
.
La
nostra
indicazione
,
chiaramente
espressa
e
che
deve
aver
convinto
anche
quello
che
pareva
il
nostro
contraddittore
,
non
era
certo
avventata
e
infondata
,
se
certo
oggi
,
tra
interviste
,
commenti
,
articoli
,
contrasti
largamente
sfruttati
dalla
stampa
d
'
opposizione
o
di
certo
filofascismo
cirioleggiante
e
deluso
,
peggiore
della
stessa
opposizione
;
ci
troviamo
,
fumante
e
appetitoso
per
tutti
gli
oziosi
politicanti
italiani
,
il
solito
pasticcio
di
chiacchiere
,
dove
c
'
è
tutto
:
Hegel
,
l
'
Antiriforma
,
il
liberalismo
protestante
,
l
'
incompatibilità
,
lo
squadrismo
,
il
sindacalismo
integrale
,
gl
'
industriali
,
gli
attacchi
a
membri
del
Governo
;
e
chi
più
ne
ha
più
ne
metta
.
Dobbiamo
riconoscere
con
amarezza
che
la
prosa
abbondante
e
irrequieta
dell
'
on
.
Massimo
Rocca
si
è
trovata
ad
essere
,
magari
contro
le
intenzioni
dell
'
autore
ribadite
in
alcune
dichiarazioni
di
risposta
al
direttore
del
Popolo
d
'
Italia
,
la
colla
di
questo
enorme
pasticcio
che
gli
avversari
affettano
con
la
gioia
di
chi
può
sfamarsi
a
così
buon
mercato
.
Ebbene
mettiamolo
da
parte
,
una
buona
volta
,
e
veniamo
al
sodo
.
C
'
è
dissenso
sull
'
opera
di
governo
,
condotta
dal
Duce
con
una
energia
e
una
chiaroveggenza
,
cui
risponde
sempre
più
e
lo
attesta
il
viaggio
di
Sicilia
il
consenso
fiducioso
e
reverente
di
tutto
un
popolo
,
in
tutti
i
suoi
ceti
,
senza
distinzioni
di
classi
e
di
fittizi
inquadramenti
di
partito
?
No
.
L
'
opera
di
governo
,
e
cioè
la
massima
espressione
del
Fascismo
,
è
salda
,
incontestabile
;
e
,
per
la
prima
volta
,
è
raccolta
nelle
mani
di
un
Capo
formidabile
,
che
non
ha
bisogno
di
campagne
giornalistiche
per
giudicare
i
particolari
di
quest
'
opera
e
l
'
azione
dei
suoi
collaboratori
.
C
'
è
dissenso
nell
'
azione
fondamentale
del
partito
?
Nemmeno
.
La
polemica
sulla
incompatibilità
deliberata
dal
Gran
Consiglio
è
già
risoluta
.
Ha
potuto
avere
qualche
apparenza
di
indisciplina
su
una
sostanza
di
sincera
passione
,
ma
è
risoluta
.
Si
esegue
.
Né
del
resto
poteva
sollevare
divisioni
o
i
cosiddetti
urti
di
tendenze
,
ben
noti
storia
degli
altri
partiti
.
Il
partito
esce
or
ora
dalla
lotta
elettorale
,
in
cui
ha
dato
indubbie
prove
di
forza
e
di
compattezza
.
Cerca
ora
il
suo
assetto
gerarchico
,
di
quadri
e
di
gregari
,
ancora
commosso
dalla
lotta
stessa
.
Lo
raggiungerà
sicuramente
,
senza
melanconie
di
diverbi
dottrinari
e
senza
affatto
rifiutare
quell
'
alta
elaborazione
spirituale
,
che
sarà
il
segno
intellettuale
della
nuova
civiltà
fascista
.
C
'
è
dissenso
fondamentale
sull
'
azione
delle
Corporazioni
,
sulla
funzione
della
Milizia
,
sulle
direttive
fondamentali
di
quello
che
è
il
regime
fascista
,
la
cui
normalizzazione
non
ha
proprio
niente
a
che
fare
con
la
normalizzazione
liberaloide
di
certi
filofascisti
?
Nemmeno
questo
.
La
fraseologia
,
accolta
a
torto
da
qualche
fascista
,
e
che
vuoi
significare
,
su
certa
stampa
,
un
contrasto
tra
Roma
e
la
provincia
,
tra
normalizzatori
e
cosiddetti
«
selvaggi
»
,
è
una
balordaggine
giornalistica
;
una
applicazione
al
Fascismo
del
solito
gergo
,
che
trionfava
un
tempo
nelle
cronache
dei
corridoi
di
Montecitorio
.
C
'
è
dissenso
in
questa
vigilia
parlamentare
?
Niente
affatto
.
C
'
è
consenso
,
c
'
è
volontà
decisa
di
cambiar
costume
parlamentare
;
di
far
giustizia
di
un
passato
che
,
oltre
tutto
,
è
stato
un
passato
di
vera
e
propria
indegnità
parlamentare
.
E
allora
?
Vogliamo
ricadere
nell
'
errore
della
prima
campagna
revisionistica
,
che
si
impasticciò
proprio
quando
il
Fascismo
avrebbe
dovuto
dimostrare
coscienza
dell
'
opera
del
Duce
,
impegnato
,
proprio
in
quei
giorni
,
nella
vertenza
con
la
Grecia
,
che
fu
vertenza
per
il
prestigio
d
'
Italia
in
Europa
?
Tirate
le
somme
,
anche
allora
le
chiacchiere
lasciarono
il
posto
a
poca
sostanza
.
Guardiamoci
dall
'
errore
di
allora
e
ciascuno
trovi
,
guardando
all
'
esempio
del
Duce
,
il
suo
posto
di
lavoro
per
il
Fascismo
.
E
lo
tenga
come
una
consegna
,
guardando
che
anche
le
parole
siano
azione
,
inquadrata
e
disciplinata
,
e
non
critica
sterile
e
politicante
.
Ecco
tutto
.
StampaQuotidiana ,
Una
schiuma
fetida
ribolle
intorno
a
Nitti
e
riporta
a
galla
tutti
i
rifiuti
del
politicantismo
procacciante
,
del
pseudo
-
giornalismo
avventuriero
.
Si
ritorna
a
tempi
che
parvero
superati
,
che
la
grande
crisi
della
guerra
parve
sommergere
per
sempre
nel
fondo
putrido
della
vecchia
piccola
Italia
,
tutte
fazioncelle
parlamentari
legate
a
interessi
di
camarille
affaristiche
,
col
codazzo
d
'
una
stampa
equivoca
vivacchiante
intorno
al
ministero
dell
'
interno
,
comandata
a
favorire
con
tutti
i
mezzi
illeciti
la
dittatura
della
casta
oligarchica
che
ha
arraffato
il
potere
e
lo
mantiene
con
le
arti
dell
'
intimidazione
,
della
diffamazione
,
della
corruzione
,
In
ciò
essenzialmente
si
dimostra
il
risorto
giolittismo
che
,
nella
sua
riconsacrazione
gionittiana
,
ha
acquistato
di
goffagine
e
di
frode
per
ciò
che
ha
perduto
di
sapienza
volpina
e
di
mascherata
violenza
.
Nitti
è
la
pietosa
degenerazione
di
Giolitti
,
il
quale
aveva
almeno
un
suo
stile
,
una
sua
arte
di
governo
,
anche
se
scaltramente
odiosa
e
immorale
.
Già
,
in
questi
suoi
primi
giorni
e
coi
suoi
primi
atti
,
Nitti
ha
dato
intera
la
misura
di
quel
che
sarà
la
sua
politica
,
fatta
di
bassezze
e
di
obbiezioni
,
basata
sugli
intrighi
del
giornalismo
di
anticamera
e
sulle
manovre
del
parlamentarismo
di
corridoio
.
È
una
dittatura
demagogica
da
basso
impero
,
che
ha
i
suoi
scherani
della
stampa
e
i
suoi
sgherri
della
polizia
,
che
stende
su
tutto
una
rete
di
loschi
interessi
,
che
lavora
all
'
accaparramento
di
tutti
i
partiti
coi
favori
e
con
le
promesse
,
che
contro
gli
avversari
adopera
sudiciamente
l
'
insinuazione
velenosa
,
la
sconcia
calunnia
,
e
,
quando
capita
,
la
proditoria
aggressione
.
Su
questo
ambiente
di
corrotti
e
di
corruttori
,
Nitti
eleva
e
fonda
le
sue
fortune
,
cercando
di
ritrascinare
l
'
Italia
,
che
recalcitra
nauseata
e
rivoltata
,
alle
epoche
più
torbide
della
sua
storia
recente
dell
'
avantiguerra
.
Ed
ecco
che
ripullulano
le
questioni
morali
,
e
che
il
Presidente
del
Consiglio
è
ogni
giorno
costretto
a
difendersi
da
accuse
,
vere
o
false
,
che
lo
colpiscono
personalmente
.
Ed
ecco
che
si
diffonde
un
'
atmosfera
di
diffidenza
e
di
sospetto
.
Ed
ecco
che
la
vita
nazionale
affonda
miserabilmente
nel
fango
dond
'
era
stata
,
d
'
un
colpo
d
'
ala
,
risollevata
nel
cielo
dei
martiri
e
degli
eroi
.
Ritornarono
i
neutralisti
,
i
disfattisti
,
i
negatori
della
patria
.
Si
infama
l
'
epopea
della
guerra
e
della
vittoria
.
Si
irride
allo
spirito
nuovo
dell
'
Italia
,
nel
dovere
e
nel
sacrificio
.
I
generali
vittoriosi
sono
accusati
di
cesarismo
,
i
combattenti
sono
avviliti
,
offesi
,
isolati
,
tenuti
in
sospetto
.
L
'
imboscato
morale
,
che
è
Nitti
,
chiama
a
raccolta
tutti
gli
imboscati
della
guerra
,
e
se
ne
fa
un
corpo
di
pretoriani
.
Il
giolittismo
è
vendicato
,
ma
è
anche
travolto
da
questo
fetido
schiumare
di
nauseanti
rifiuti
politici
e
morali
che
si
chiama
il
gionittismo
.
StampaQuotidiana ,
Che
l
on.Nitti
e
la
sua
banda
multiforme
e
multicolore
si
siano
vivacemente
agitati
nei
retroscena
oscuri
della
crisi
e
dello
sciopero
generale
,
ad
aiutare
il
meritorio
sforzo
di
Modiglioni
,
Canepa
e
C
.
per
un
ministero
di
sinistra
,
è
cosa
risaputa
,
della
quale
si
sono
avute
mille
prove
caratteristiche
:
dal
lavorio
intensissimo
dei
più
conosciuti
luogotenenti
e
agenti
nittiani
durante
il
secondo
tentativo
Orlando
,
specialmente
in
occasione
della
visita
dell
on
.
Turati
al
Quirinale
,
all
atteggiamento
insidioso
costantemente
seguito
dai
numerosi
giornali
e
dall
innumerevole
fungaia
di
bollettini
d
informazione
che
prendono
l
imbeccata
dal
comm
.
Magno
.
Niente
d
inverosimile
,
d
altronde
,
in
tutto
questo
;
e
niente
di
nuovo
.
È
naturale
,
è
logico
,
è
perfettamente
conforme
alle
tradizioni
che
ovunque
fermenti
la
sedizione
antinazionale
si
scopra
il
germe
nittiano
.
Questo
sta
a
quella
come
il
bacillo
sta
alla
malattia
.
Invero
non
si
tratta
tanto
di
un
fatto
politico
quanto
di
un
fenomeno
patologico
.
Senonché
Nitti
e
i
suoi
seguaci
,
i
seguaci
s
intende
ancor
più
di
Nitti
,
aggiungono
all
esercizio
delle
manovre
equivoche
il
vezzo
pericoloso
di
vantarsene
.
Hanno
,
nel
malefizio
,
la
più
baldanzosa
improntitudine
,
la
quale
non
giova
certamente
né
ad
acquistar
loro
neppure
le
simpatie
degli
allocchi
né
ad
assicurare
il
successo
delle
loro
torbide
mene
;
ed
è
un
vezzo
che
riflette
grottescamente
in
tutto
il
vasto
clan
,
sino
agli
infimi
gregari
,
il
tipico
abito
mentale
e
morale
del
capo
.
Millantava
dunque
l
altro
ieri
,
in
un
crocchio
di
estranei
,
un
notissimo
amico
di
Nitti
,
oriundo
straniero
ma
stabilito
da
parecchi
anni
a
Roma
,
il
quale
aspetta
dalla
restaurazione
nittiana
la
rivincita
di
una
non
dimenticata
batosta
elettorale
,
millantava
dicevamo
altamente
e
specificatamente
una
cosa
di
cui
si
è
molto
vagamente
parlottato
a
Montecitorio
nei
giorni
scorsi
:
l
accordo
che
sarebbe
intervenuto
fra
qualche
emissario
dello
statista
basilisco
e
alcuni
elementi
parlamentari
del
fascismo
.
L
episodio
più
che
autentico
non
meriterebbe
forse
di
essere
rivelato
,
se
esso
non
corrispondesse
in
modo
assai
significativo
alle
pubblicazioni
non
si
sa
se
più
ipocrite
o
suggestive
di
giornali
nittiani
-
come
il
Secolo
che
auspicano
insistentemente
da
tempo
l
unione
di
socialisti
e
fascisti
sul
terreno
di
una
nuova
democrazia
,
facilmente
identificabile
per
la
«
democrazia
italiana
»
inventata
di
recente
dall
on
.
Nitti
.
Ora
non
tocca
a
noi
difendere
dall
oltraggiosa
insinuazione
i
fascisti
,
i
quali
,
del
resto
,
non
crediamo
abbiamo
nessunissimo
bisogno
di
essere
difesi
,
giacché
riteniamo
senz
altro
,
a
priori
,
destituiti
di
fondamento
racconti
e
pronostici
interessati
circa
l
asserito
accordo
.
Infatti
la
gioventù
combattente
d
Italia
,
quella
che
ha
dato
così
folte
schiere
al
fascismo
,
avendo
trovato
in
questo
movimento
spontaneo
,
quasi
istintivo
di
reazione
e
di
riscossa
contro
la
tirannia
dei
nemici
interni
,
non
può
né
potrà
mai
revocare
la
squalifica
morale
che
è
stata
elevata
dalla
coscienza
nazionale
in
confronto
dell
amnistiatore
dei
disertori
.
Tale
squalifica
non
è
suscettibile
né
di
prescrizione
né
di
indulto
.
Essa
metterà
sempre
di
fronte
all
on
.
Nitti
,
per
qualsiasi
suo
conato
di
resurrezione
,
le
energie
pure
e
consapevoli
del
Paese
.
Quando
,
per
inconcessa
ipotesi
,
altri
fossero
per
accondiscendergli
,
ci
saremmo
ancora
noi
a
contrastargli
il
passo
.
Noi
:
i
nazionalisti
.
Bastammo
a
tenergli
testa
,
noi
soli
,
nell
anno
del
suo
onnipotente
governo
,
allorché
egli
fece
scempio
della
dignità
nazionale
e
della
vittoria
,
fino
al
giorno
in
cui
,
dopo
aver
fatto
massacrare
i
giovani
nell
anniversario
della
guerra
,
il
goffo
dittatore
cadde
sotto
il
peso
delle
sue
atroci
responsabilità
e
della
esecrazione
unanime
dell
opinione
pubblica
.
Basteremmo
,
in
ogni
caso
,
noi
soli
,
un
altra
volta
.
StampaQuotidiana ,
Il
sig
.
Piero
Gobetti
di
professione
«
rivoluzionario
liberale
»
ha
,
dunque
,
recato
un
'
ignobile
e
ingiustificata
ingiuria
a
Carlo
Del
Croix
,
e
i
mutilati
di
Torino
lo
hanno
gratificato
di
alcuni
sonorissimi
schiaffi
.
Bene
gli
stanno
.
Il
signore
di
cui
sopra
avrebbe
,
forse
,
meritato
dell
'
altro
.
Ma
,
in
ogni
modo
,
la
partita
può
anche
ritenersi
chiusa
.
Senonché
,
ecco
intervenire
il
Mondo
a
levare
con
la
sua
consueta
goffa
prosopopea
una
«
doverosa
»
protesta
.
Contro
il
signor
Gobetti
?
Distinguiamo
.
In
apparenza
sì
,
poiché
in
alcune
poche
scialbe
righe
il
Mondo
dice
di
respingere
per
conto
suo
«
un
apprezzamento
assurdo
»
e
di
esprimere
a
Carlo
Del
Croix
la
propria
schietta
solidarietà
.
In
sostanza
no
,
poiché
a
queste
stesse
poche
righe
ne
seguono
molte
contro
...
i
deputati
fascisti
di
Torino
,
i
quali
avrebbero
tentato
di
«
identificare
Piero
Gobetti
e
le
sue
ipercritiche
intemperanze
con
l
'
Opposizione
»
.
Il
giuoco
è
svelato
.
L
'
indignazione
del
Mondo
non
è
stata
così
,
determinata
dall
'
insulto
del
signor
«
rivoluzionario
liberale
»
ma
dal
«
tentativo
»
che
ne
sarebbe
seguito
.
Che
ciò
sia
,
è
perfettamente
logico
.
La
solidarietà
del
Mondo
con
Carlo
Del
Croix
non
può
non
essere
come
difatti
è
soltanto
apparente
,
e
occasionale
anzi
,
in
quanto
da
essa
è
comodo
trarre
qualsiasi
pretesto
per
chiacchierare
a
vanvera
di
«
speculazioni
»
fasciste
.
Quale
punto
di
contatto
può
mai
esistere
tra
il
Mondo
e
Carlo
Del
Croix
?
Uno
solo
:
il
ricordo
dell
'
ora
in
cui
,
governando
in
Italia
Francesco
Saverio
Nitti
,
i
mutilati
venivano
sputacchiati
per
le
strade
e
la
canaglia
irrideva
impunemente
al
loro
sacrificio
e
al
loro
martirio
.
Niente
altro
.
In
quanto
al
signor
Gobetti
,
si
tratta
di
un
affare
diverso
.
Il
Mondo
,
per
potere
in
realtà
«
protestare
»
contro
i
deputati
fascisti
torinesi
,
ha
l
'
impudenza
di
scrivere
che
«
assai
più
di
una
volta
il
Gobetti
ha
esercitato
la
sua
penna
ai
danni
delle
Opposizioni
e
dei
suoi
uomini
,
ch
'
egli
ha
assai
spesso
giudicato
e
qualificato
senza
riguardo
e
con
la
più
ingiusta
ed
inopportuna
severità
»
e
aggiunge
che
sulle
sue
colonne
ha
«
dovuto
rilevare
il
fenomeno
di
questo
oppositore
che
combatteva
l
'
Opposizione
,
e
ha
dovuto
fermamente
respingere
taluni
suoi
apprezzamenti
»
.
Un
momento
.
Non
faccia
confusioni
,
il
Mondo
.
Il
signor
Gobetti
è
suo
.
Ne
ha
spesso
pubblicato
gli
articoli
,
e
gli
ha
affidata
l
'
edizione
dell
'
ultimo
poderoso
volume
dell
'
on
.
Amendola
.
Che
qualche
motivo
di
riserva
formale
in
taluni
apprezzamenti
del
signor
Gobetti
il
Mondo
abbia
potuto
fare
,
è
cosa
che
non
sposta
i
limiti
attuali
della
questione
.
Anche
tra
il
Mondo
e
la
Voce
Repubblicana
,
per
esempio
,
è
corsa
poco
tempo
fa
una
vivace
polemica
.
Ma
forse
per
questo
i
repubblicani
hanno
cessato
di
far
parte
del
«
cartello
»
delle
opposizioni
?
E
perché
allora
il
signor
Gobetti
dovrebbe
cessare
di
far
parte
del
medesimo
?
Ci
resti
,
e
il
Mondo
se
lo
tenga
.
Un
'
ultima
osservazione
.
Le
Associazioni
dei
combattenti
,
dei
mutilati
,
dei
reduci
,
e
simili
organismi
«
apolitici
»
non
dimentichino
il
fenomeno
Gobetti
,
in
quanto
esso
si
ricollega
perfettamente
a
quello
delle
opposizioni
.
E
ciò
sia
ripetuto
con
licenza
del
Mondo
,
il
quale
,
non
c
'
è
che
dire
,
ha
dimostrato
che
la
sua
«
doverosa
protesta
»
come
esempio
di
mala
fede
non
è
del
tutto
disprezzabile
.
StampaQuotidiana ,
Il
valore
fondamentale
,
tipico
del
discorso
Federzoni
,
soprattutto
in
questo
momento
di
crisi
vasta
e
profonda
,
è
di
essere
un
discorso
politico
,
e
niente
affatto
parlamentare
.
E
il
valore
riaffermato
dell
'
uomo
che
lo
ha
pronunziato
è
in
ciò
,
che
Federzoni
è
un
autorevole
parlamentare
che
parla
soltanto
per
affermazioni
,
per
passione
,
per
responsabilità
politiche
.
Questo
è
il
nazionalismo
.
Intimamente
,
solidamente
antidemagogico
,
il
nazionalismo
non
ha
mai
praticato
,
nemmeno
verbalmente
,
lo
sport
antiparlamentare
,
per
sé
solo
,
anche
perché
questo
sport
di
solito
finisce
appunto
nel
parlamentarismo
.
È
stato
fermamente
,
tenacemente
antiparlamentare
,
in
quanto
è
necessario
essere
antiparlamentari
per
essere
fedeli
ad
una
morale
e
a
una
politica
nazionali
.
Quindi
anche
oggi
non
parla
di
combinazioni
parlamentari
,
ma
di
problemi
politici
,
quali
sono
,
e
di
una
volontà
politica
di
fronte
a
questi
problemi
,
potendo
così
francamente
indicare
anche
le
differenze
da
coloro
con
cui
siamo
stati
e
siamo
solidali
nella
battaglia
condotta
contro
le
forze
antinazionali
.
Ché
anzi
la
particolare
solidarietà
di
nazionalisti
e
fascisti
si
è
sempre
alimentata
,
come
dev
'
essere
per
tutte
le
sane
solidarietà
,
di
una
reciproca
chiarezza
di
posizioni
.
Facciano
altrettanto
gli
altri
partiti
,
e
soprattutto
le
variopinte
democrazie
,
discettanti
di
combinazioni
o
di
presunzioni
teoretiche
,
senza
mai
affrontare
una
responsabilità
specifica
.
Se
così
avessero
fatto
,
se
così
facessero
,
non
saremmo
alla
crisi
di
oggi
.
La
quale
in
quanto
è
anche
crisi
ministeriale
,
innegabile
,
è
da
noi
stata
considerata
con
lo
spirito
del
discorso
Federzoni
.
Quando
i
fascisti
hanno
domandato
le
elezioni
con
una
riforma
o
anche
le
sole
elezioni
,
senza
riforma
,
a
dicembre
,
abbiamo
detto
chiaro
il
nostro
pensiero
.
Abbiamo
messo
da
parte
il
problema
tecnico
delle
elezioni
e
non
abbiamo
subordinato
il
problema
politico
alle
elezioni
,
sia
per
il
nostro
costante
atteggiamento
di
fronte
al
mezzo
elettorale
,
considerato
in
subordinazione
delle
direttive
politiche
e
della
forza
politica
,
sia
perché
ci
è
parso
che
la
situazione
fosse
già
di
tanto
mutata
da
giustificare
,
anzi
da
imporre
un
orientamento
opposto
alla
solita
combinazione
proporzionale
dei
vari
gruppi
che
porta
ai
governi
di
paralisi
,
come
quelli
che
ci
sono
stati
,
come
quello
che
c
'
è
.
Ebbene
il
problema
oggi
è
questo
lo
riconoscono
implicitamente
anche
quelli
che
argomentano
per
non
riconoscerlo
e
non
può
essere
ridotto
ad
un
problema
di
elezioni
immediate
.
Quando
da
altre
parti
si
sono
invocate
le
dimissioni
del
ministero
Facta
,
volendo
far
carico
particolare
all
'
onorevole
Facta
,
di
questa
crisi
di
oggi
,
ci
siamo
rifiutati
a
questa
critica
,
perché
significherebbe
credere
necessaria
soltanto
la
sostituzione
dell
'
on
.
Facta
con
Giolitti
o
con
Orlando
o
con
chicchessia
,
quando
occorre
sostituire
invece
un
governo
ad
una
combinazione
.
Quando
ora
,
dopo
che
la
crisi
ministeriale
è
insopprimibile
,
si
dice
che
bisogna
attendere
la
convocazione
della
Camera
e
però
anticiparla
,
noi
rispondiamo
che
l
'
argomento
non
ha
valore
.
La
Camera
è
,
se
mai
,
in
una
sua
ricognizione
strettamente
parlamentare
,
l
'
impedimento
ad
una
soluzione
di
governo
.
Convocarla
e
confidarsi
ad
essa
proprio
alla
Camera
significa
legalizzare
la
paralisi
,
avere
la
sede
vacante
.
Concludendo
:
è
perfettamente
inutile
discorrere
se
sia
pregiudizialmente
conveniente
o
necessaria
la
crisi
parlamentare
o
extraparlamentare
.
Nient
'
affatto
.
Si
tratta
di
sapere
se
si
vuole
e
si
può
costituire
un
governo
che
faccia
a
meno
delle
combinazioni
di
gruppi
,
con
tanto
di
portafogli
e
di
sottoportafogli
per
ciascuno
.
Se
questo
si
vuole
e
si
può
,
non
occorre
convocare
la
Camera
.
Anzi
occorre
il
contrario
.
StampaQuotidiana ,
Ecco
qua
,
tutti
sono
per
la
conciliazione
,
per
la
collaborazione
universale
.
Bisogna
salvare
il
paese
,
e
però
andiamo
tutti
al
governo
.
Chiamiamo
addirittura
tutti
gli
ex
-
presidenti
del
Consiglio
,
dicono
alcuni
che
si
dicono
depositari
del
pensiero
dell
'
on
.
Giolitti
,
facciamo
un
grande
ministero
.
Dall
'
altra
parte
Nitti
anche
lui
invoca
il
grande
comitato
di
salute
pubblica
,
cui
eventualmente
darebbe
i
suoi
lumi
,
sulla
base
di
tutte
quelle
peregrine
scoperte
che
ha
fatte
nel
suo
discorso
.
Ebbene
questa
chiacchiera
è
pessima
.
Non
è
questa
l
'
ora
di
moltiplicare
rappresentanze
di
partiti
e
di
gruppi
,
di
fare
ricognizioni
di
carriere
politiche
,
di
presentare
un
'
adunata
di
bei
nomi
.
Questi
sono
gusti
commemorativi
.
Con
questi
criteri
si
fa
un
museo
di
gessi
,
una
gipsoteca
,
non
mai
un
governo
.
E
tanto
meno
si
fa
un
governo
con
i
numeri
e
con
le
massime
del
discorso
Nitti
,
rifugiato
a
Lauria
.
Il
caso
dell
'
on
.
Nitti
è
,
l
'
abbiamo
dimostrato
,
il
caso
di
chi
pratica
per
essere
generosi
con
la
sua
impudenza
e
con
i
suoi
tentativi
di
ottenere
l
'
oblio
la
retorica
dei
numeri
,
del
pessimismo
,
del
realismo
.
Ed
è
perfettamente
inutile
,
che
,
oltre
i
consensi
del
resto
poco
entusiastici
della
stampa
nittiana
,
altri
giornali
della
equidistanza
e
del
falso
realismo
democratico
elenchino
con
compunta
gravità
le
coincidenze
del
programma
nittiano
con
le
necessità
dell
'
ora
.
Anche
questi
giornali
sanno
,
nei
loro
commenti
,
che
sono
del
resto
la
confessione
più
chiara
della
loro
smidollatura
politica
,
della
retorica
.
Perché
se
l
'
on
.
Nitti
fosse
rimasto
e
fosse
così
rimasto
un
professore
di
volgarizzazione
giornalistica
come
era
il
suo
temperamento
,
si
potrebbe
anche
consentire
,
dopo
una
chiacchierata
come
quella
di
Lauria
,
nel
dire
:
Sì
,
c
'
è
del
buono
.
Ma
l
'
on
.
Nitti
non
è
soltanto
un
predicatore
,
è
stato
purtroppo
uomo
di
governo
,
anzi
capo
di
governo
,
e
capo
di
governo
in
un
'
ora
storica
per
la
Nazione
.
E
allora
bisogna
ricordare
quello
che
ha
fatto
,
quello
che
ha
voluto
l
'
on
.
Nitti
come
uomo
di
governo
,
quello
che
ha
detto
e
ha
fatto
e
ha
voluto
che
si
dicesse
e
si
facesse
dai
suoi
amici
,
dai
suoi
portavoce
,
dalla
sua
stampa
,
dopo
che
fu
rovesciato
dal
governo
.
E
se
tutto
questo
,
come
abbiamo
dimostrato
,
coincide
con
le
cose
sciocche
e
cattive
e
ignoranti
del
suo
discorso
,
con
le
reticenze
del
suo
discorso
;
ed
è
in
aperto
contrasto
con
le
constatazioni
concrete
del
suo
discorso
,
impostegli
dalla
gravità
della
situazione
;
allora
che
cosa
significa
il
voler
consentire
oggi
nella
«
precisione
della
visione
dell
'
on
.
Nitti
»
,
o
nella
volontà
di
«
valorizzare
le
forze
economiche
nazionali
»
o
con
«
le
parole
sulla
situazione
militare
mondiale
e
la
nostra
impreparazione
»
?
Sono
proprio
consensi
di
parole
con
parole
.
Niente
altro
.
Di
cattive
parole
con
cattive
parole
,
poiché
si
consente
retoricamente
con
un
discorso
,
che
è
la
sconfessione
di
un
'
azione
.
E
non
una
sconfessione
maturata
,
seguita
ad
una
rimeditazione
raccolta
,
come
se
ne
potrebbero
ammettere
:
ma
una
sconfessione
audace
,
impunita
,
di
chi
ha
l
'
aria
di
aver
voluto
le
cose
che
invece
non
ha
voluto
e
ha
impedito
che
fossero
.
Ebbene
per
Nitti
o
per
chicchessia
bisogna
farla
finita
con
questa
retorica
alla
rovescia
;
con
questa
retorica
del
realismo
,
che
è
esibita
da
uomini
,
da
gruppi
,
da
giornali
,
che
fino
a
ieri
infuriavano
o
malignavano
oscenamente
contro
il
fascismo
,
contro
i
partiti
nazionali
,
contro
la
«
reazione
»
e
pretendevano
che
,
in
offesa
aperta
di
queste
massime
esigenze
dell
'
ora
,
si
recassero
al
potere
i
socialisti
e
i
loro
complici
,
e
cioè
i
responsabili
della
violenza
interna
,
della
disintegrazione
statale
,
della
dissoluzione
dell
'
esercito
e
della
marina
,
del
maggior
deficit
statale
,
della
paralisi
della
economia
.
Questa
rettorica
dev
'
esser
respinta
,
risolutamente
,
come
la
più
sconcia
sopraffazione
della
verità
.
Respinta
come
un
caso
tipico
di
immoralità
politica
;
respinta
come
metodo
di
azione
politica
,
essendo
il
metodo
della
confusione
parlamentaristica
,
socialdemocratica
,
che
è
il
rovescio
del
metodo
di
sopraffazione
che
si
abbandona
quando
è
fallito
.
Dopo
i
tentativi
collaborazionistici
ora
siamo
a
quelli
confusionistici
:
museo
di
gessi
o
realismo
economico
.
E
tutti
amici
,
tutti
a
studiare
le
cifre
,
tutti
a
voler
portafogli
e
sottoportafogli
per
salvare
l
'
Italia
.
Eh
!
no
!
queste
sono
cose
ridicole
.
Proprio
il
contrario
della
situazione
che
è
seria
.