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StampaQuotidiana ,
Il 1° del novello anno , verso le ore 3 pom . videsi in vari punti del detto Comune un aggirarsi inquieto e minaccioso di parecchi individui armati ; e sulla via Garibaldi presero specialmente a tirarsi molte fucilate alle grida di « abbasso la leva , morte ai liberali , viva la repubblica » . Di un subito si vide anche inalberata una bandiera rossa . Il Delegato di Pubblica Sicurezza accorse coraggioso unitamente a un suo figlio , tentando colla parola ridurre al dovere i tumultuanti ; per tutta risposta ebbero tratti addosso molti colpi di fucile , e furono ben fortunati a rimanerne illesi . Accorsero a quella scarica i pochi Carabinieri Reali colà stanziati e il Giudice di Mandamento ; ma , visto voltarsi il fuoco anche contro loro , furono nella necessità d ' indietreggiare , e di ricoverarsi l ' uno in casa dei signori Coppola , e gli altri nella loro caserma . Poco dopo i medesimi Carabinieri si trovavano aggrediti , circondati , sopraffatti dal numero , disarmati nella detta caserma . I tumultuanti si dirigevano in seguito contro la casa del Comandante della Guardia Nazionale . Attaccato da presso , oppone quel prode quella resistenza che la certezza di una morte vicina sa ispirare a ' generosi . Fu sparso il suo sangue , ed insieme quello di una giovane figlia . Per mano di feroci assassini la casa andò in fiamme . Andò ugualmente in fiamme la casa della famiglia Asaro , che diede altre vittime al loro furore . Poi furono manomessi e bruciati l ' Ufficio e l ' Archivio Comunale , l ' Ufficio Doganale , la Cancelleria Mandamentale : seguì la uccisione del sig . Antonio Calandra , e l ' incendio dell ' abitazione del medico dottor Calandra ; al Percettore fu tolto il numerarlo che trovavasi in cassa di oltre a 200 ducati . Così passavasi quella luttuosa notte ; all ' alba del 2 le grida di « morte ai liberali » ricominciarono a frustare le vie . Dopo lungo stormeggiare qua e là senza freno né scopo , alle ore 10 a.m. i tumultuanti assalivano a fucilate la casa del delegato di Sicurezza Signor Fundarò , il quale , trovando inutile ogni resistenza , rendevasi vinto a quell ' orda frenetica , che con angoscioso alternare gridava morte e grazia a vicenda . Il SottoPrefetto di Alcamo , che fino a quell ' ora nessuna notizia aveva ricevuto di quelle deplorabili scene , al primo annunzio spediva persona ad indagare il vero stato delle cose , con obbligo di riferirne a ' RR . Carabinieri , Militi a cavallo e truppa di linea da cui l ' avrebbe fatto seguitare . Lungo il cammino si poté veramente conoscere come la sommossa avesse un carattere alquanto grave , e il Maresciallo de ' Carabinieri inchinava al consiglio di chi dissuadeva dal cimentarsi in sì scarso numero . Il Comandante de ' Militi a cavallo signor Varvaro , spinto a improvviso ardire , spronò con quattro de ' suoi verso la città ; sperava che la voce e la presenza di lui , nella sua qualità di pubblico ufficiale , imporrebbe a que ' tristi ; ma ne fu crudelmente deluso al suo ingresso , e pagava colla propria vita e con quella di due de ' propri compagni una troppa generosa fiducia . La Luogotenenza Generale del Re in Palermo ebbe il primo avviso degli scoppiati tumulti alle ore 5 p . m . del giorno 2 per dispaccio di Alcamo , partito da quella città alle ore 4 . E fu immantinente disposto e co ' mezzi più celeri che il battaglione di linea , il quale , reduce da Trapani , era in Calatafimi , marciasse su Alcamo e Castellammare con truppa e con a bordo il Maggior Generale Quintini , a cui si diede il comando di tutte le forze . Le truppe imbarcate sul « Monzambano » arrivarono alle 4 della mattina del 3 , ma lo sbarco non si operò che a giorno . È falso che da ' tumultuanti si fosse cercato impedirlo con due piccoli pezzi di artiglieria . Le truppe misero piede a terra senza opposizione . Avanzatesi nel paese , furono aggredite a fucilate ; si rispose vivamente ; ridottisi su per la sovrastante montagna , i tumultuanti ne furono sloggiati con alcuni colpi di cannone tratti dal « Monzambano » e dall ' « Ardita » . Nello scontro avuto fu a deplorare acerbamente la morte del bravo capitano Mazzetti , e quella di un sergente de ' bersaglieri , oltre le ferite toccate ad un uffiziale e taluni soldati . Il battaglione di Calatafimi era intanto arrivato in Alcamo verso il mezzogiorno del 3 . Non avendo preso cibo né riposo , dové fermarsi quivi alcun poco ; e partitosi non prima delle ore 2 e mezzo p . m . arrivava in Castellammare presso alle ore 6 . Il SottoPrefetto marciava colla vanguardia di quel battaglione . Giunto in Castellammare , trovò già l ' ordine ristabilito , ordinato il disarmo ; seppe inoltre che sei de ' colpevoli , presi colle armi alle mani e in atto di far fuoco contro le truppe , furono fucilati ; di costoro tre non vollero palesare il loro nome , uno fu un tristo prete imbrancatosi fra quella sanguinaria ribaldaglia . Le cure tanto del nominato SottoPrefetto che dell ' onorevole Maggior Generale Quintini si sono quindi rivolte a dare ordine e norma per le indagini politiche e per la punizione dei rei . Si è stabilita una commissione composta del giudice , del Sindaco , del Delegato , e da due altri onesti cittadini per la ricognizione di coloro che possansi lasciare rientrare impuni nel paese . Si è ordinato al Sindaco di convocare immediatamente la Giunta e il Consiglio Municipale per le operazioni richieste dalla urgenza del Comune .
StampaQuotidiana ,
L ' Istituzione della Cassa Centrale di Risparmio di queste Siciliane provincie è un fatto compiuto . Il Luogotenente Generale del Re , Conte di Pettinengo , ricorrendo l ' anniversario di quel memorabile giorno , il quale delle genti d ' Italia fece una sola famiglia , ne decretò l ' organamento ; egli stesso accompagnato ieri da eletti cittadini e da funzionarii volle far bella di sua presenza la solenne cerimonia che apriva il Gran Libro del popolo , e che tramutando in proprietarii l ' artigiano , il lavoriero , il proletario , provvede a quei bisogni talvolta fatali , in cui sventure inaspettate sommergono in un tratto numerose famiglie . Non più solenne , non più commovente potea tornare la cittadina cerimonia e bellamente ne compieva gran parte il discorso inaugurale del Direttore Prof . Bruno . Ripetere in questa congiuntura gl ' innumerevoli vantaggi di questa eminentemente benefica e moralizzatrice istituzione sarebbe un fuor di luogo , ma pur futile a me non sembra il rammentare che l ' uomo che vive dell ' esile prodotto delle sue fatiche , l ' artigiano cui è dato cibarsi di un pane bagnato dal sudore della sua fronte trovano là in quella cassa un mezzo sicuro come crearsi coi più piccoli risparmii di che onestamente sostenere la loro famigliola , allorché spossato dagli anni e dalla fatica l ' inerte braccio non potrà più rispondere agl ' impulsi del cuore e della mente ; potrà egli un giorno , il proletario , quando chiamato da Dio al suo eterno bacio vedrassi cinto il letto dalla sposa e dai figli , andar tranquillo e calmo all ' eterno riposo , perché i risparmi delle sue fatiche cumulati in quella cassa lo faran certo che alla vedova e agli orfani non mancherà il pane .
StampaPeriodica ,
Addis Abeba è stata occupata dalle truppe italiane . Il Negus ha abbandonata la partita . Il numero , la tecnica , la crudeltà con cui è stata condotta la guerra hanno avuto ragione , più presto di quanto non si prevedesse , delle difficoltà immense del terreno , del clima , dell ' eroismo non smentito dei difensori abissini , che sapevano di battersi per la loro terra e la loro indipendenza . Il fascismo ha concentrato mezzo milione di uomini contro le formazioni abissine , in maggioranza raccogliticce . Li ha scagliati , armati fino ai denti , contro un avversario inferiore per numero e per armi . Alle tanks , alle mitragliatrici , ai cannoni più moderni , il popolo abissino non ha potuto opporre che scarsi ed antiquati fucili e , spesso , solo le armi più primitive . Nulla questo popolo aveva da opporre contro gli aeroplani e i gas . E il fascismo con la più fredda crudeltà non ha mancato di trarre da questa situazione il più largo e il più cinico vantaggio . Esso aveva preso l ' impegno solenne di non ricorrere all ' arma dei gas , di rispettare le popolazioni inermi , le città indifese , gli ospedali e le ambulanze militari . Non ha mantenuto quanto aveva promesso . Ha avanzato nell ' onta e nel sangue , moltiplicando le distruzioni e gli orrori . Le strade di Harrar e di Addis Abeba sono state aperte con i bombardamenti aerei di pacifiche ed inermi popolazioni , con i gas tossici , con l ' yprite che acceca e scortica vivi i contadini , con il massacro delle donne e dei bimbi lasciati senza difesa nelle campagne e nei villaggi abbandonati . I difensori abissini sono stati spinti dal loro ardore ad accettare delle battaglie campali contro l ' invasore , superiormente armato e organizzato . In queste battaglie all ' Amba Aradam , all ' Amba Alagi , al lago Ascianghi l ' eroismo abissino è stato schiacciato dalla superiorità tecnica italiana . Lo sbandamento delle forze battute , che ne seguiva , ha permesso all ' invasore di avanzare rapidamente . Così , mentre nei primi tre mesi di guerra il fascismo non era riuscito ad avanzare che di pochi chilometri e tra grandi difficoltà ed alcuni rovesci locali , negli ultimi tre mesi ha progredito di centinaia di chilometri , ha supplito , con l ' aviazione , alle difficoltà dei rifornimenti , ed è riuscito ad avvicinarsi rapidamente al cuore dell ' Abissinia . Ma i popoli dell ' Abissinia non hanno capitolato , e non capitoleranno presto e facilmente . La resistenza di questi popoli contro l ' invasore si riorganizzerà contro la nuova e più feroce oppressione dello straniero . Se la guerra propriamente detta è finita in Abissinia , incomincia da oggi l ' opera di consolidazione militare della conquista , opera che sarà lunga e si troverà di fronte a difficoltà serie di clima , e alla opposizione delle popolazioni che non subiranno senza reazioni violente la dominazione fascista . Il problema abissino continuerà a pesare sull ' economia e sulla vita dell ' Italia , ma esso aggraverà pure i rapporti fra l ' Italia e il mondo , e contribuirà ad accelerare il pericolo di una catastrofe internazionale . Per l ' umanità e per il nostro paese , s ' alzano terribili minacce di strage e di distruzione , al cui confronto gli orrori perpetrati dai « civilizzatori » fascisti in Abissinia appariranno cosa da poco . Sono i fascisti di ogni paese che soffiano sul fuoco . In primo luogo sono i fascismi di Germania e del Giappone che alimentano pazientemente due terribili focolai di guerra . Guardiamoci attorno . Guardiamo che cosa si sta preparando . In Germania Hitler sta riarmando a tutto vapore . Il bieco Goering , nominato dittatore dell ' economia tedesca , ha dichiarato che quel che conta , adesso , per il popolo tedesco , non è l ' avere del grasso per la cucina , ma dei fucili per la guerra . Nel Giappone impera lo stesso principio . Non si mobilitano tante forze , non si accumulano tante armi per poi starsene , con le mani in mano , alla finestra , a guardare . Già il Giappone non esita a carpire , un pezzo dopo l ' altro , tutta la Cina del nord . Striscia , minaccioso , lungo le frontiere della Unione Sovietica e della Repubblica popolare mongola . In questi ultimi tempi , in pochi giorni , ha provocato decine di « incidenti » di frontiera , con nutrite sparatorie , bombardamenti aerei , spostamenti di migliaia di soldati . Come si vede , si tratta di « incidenti » per modo di dire . In verità , si tratta di azioni preparatorie dell ' offensiva generale che il Giappone prepara in Asia . Il Giappone non è sazio degli immensi territori rubati alla Cina . L ' appetito viene mangiando , soprattutto quando nessuno guasta il festino . L ' impunità con cui finora il Giappone ha potuto realizzare le sue rapine l ' incita a proseguire . Oggi esso guarda già oltre la Cina . Sta all ' agguato delle terre e delle ricchezze dell ' Unione Sovietica , accarezza l ' idea di scacciare l ' Inghilterra dall ' Asia e l ' Asia agli asiatici : cioè al Giappone agogna all ' egemonia sul Pacifico . È la guerra contro l ' URSS , contro l ' Inghilterra , contro gli Stati Uniti : con le sue passeggiate nella Cina del nord e con i suoi incidenti di frontiera , il Giappone prepara una conflagrazione mondiale . Hitler , sull ' esempio giapponese e italiano , ha stracciato i patti e gli obblighi internazionali che lo legavano ; ha riarmato , ha rioccupato la Renania , di dove sfida la Francia e il Belgio ; prepara un colpo contro la Cecoslovacchia , l ' Austria , la Lituania ; cerca di trascinare , al suo fianco , la Polonia , per farne una piazza d ' armi per l ' attacco contro l ' URSS . Ancora non sono risolte le incognite sollevate dal colpo di forza di Hitler sul Reno , e , in questi giorni , gli animi sono sospesi a quel che Hitler prepara in Austria . Delle truppe sono ammassate da una parte e dall ' altra della frontiera . Hitler vuol rifare il blocco austro - tedesco come al tempo della guerra mondiale blocco sottomesso alla sua volontà di guerra , per poi , sfidare il mondo . Ma non è nemmeno necessario che si arrivi a tanto : basta un inizio di realizzazione di un tale blocco , perché il mondo sprofondi nella catastrofe di una nuova guerra . Di questa situazione approfitta il fascismo italiano , per ricattare , per dare soddisfazione alle sue mire di rapina , per minacciare e aggravare ancora più la situazione , sperando di poter pescare più abbondantemente nelle acque torbide . I suoi giornali , eccitati dalle vittorie militari in Abissinia , minacciano « un cataclisma mondiale nel quale sprofonderebbe l ' Europa » , se non si dà soddisfazione agli appetiti fascisti . Essi avvertono , con chiara allusione all ' Inghilterra , che « le forze d ' Africa sono già in buona parte disponibili e potrebbero operare in tutte le direzioni necessarie » . Un vento di follia guerresca soffia da tutti i paesi fascisti . Le provocazioni degli uni favoriscono e stimolano le provocazioni degli altri . La situazione è tale , oggi , che la guerra può scoppiare da un momento all ' altro . La scintilla iniziale può sprizzare dalle fiamme della guerra che continua in Abissinia ; può essere portata dagli incidenti e dalle provocazioni che il Giappone trama in Asia ; può nascere dall ' Austria , dai Balcani . Tanto è il materiale incendiario accumulato dai fascismi , così aperta e decisa è la volontà del fascismo hitleriano e del militarismo giapponese di ricorrere alla guerra per dare soddisfazione alle loro mire di rapina , che , dovunque sprizzi la scintilla di guerra , essa può arrivare , in qualche settimana , in qualche giorno , ad appiccare il fuoco al mondo . Ed allora sarà il terribile risveglio per l ' umanità , sotto l ' irrompere delle prime ondate di aeroplani , apportatori di fuoco , di gas micidiali sulle nostre città e sulle nostre popolazioni . Come si è arrivati a una situazione tanto tragica ? Perché i focolai di guerra mondiale si sono , in questi mesi , così pericolosamente avvivati da minacciare , da un giorno all ' altro , di svilupparsi in un grande incendio ? È ancora il fascismo italiano che si trova all ' inizio della catena di avvenimenti che hanno portato alla situazione attuale . Il fascismo , scatenando la sua campagna africana , ha paralizzato , in Europa , il blocco degli Stati borghesi interessati , per il momento , al mantenimento della pace . È vero che l ' interesse di questi Stati è particolaristico , egoistico , limitato . L ' Inghilterra guarda alla conservazione del proprio impero e della propria posizione nel mondo . La Francia guarda alle frontiere del Reno , si preoccupa della minaccia della invasione del suo territorio e della conservazione dei suoi alleati . L ' aggressione fascista , minacciando le posizioni coloniali dell ' Inghilterra , ha reso questa sensibilissima alle cose africane , ma ha reso ostile e resistente la Francia ad impegnarsi in misure concrete contro l ' aggressore italiano , non ricevendo dall ' Inghilterra delle concrete garanzie contro ogni eventuale aggressione hitleriana . È questo contrasto tra le principali potenze borghesi interessate alla pace , che ha reso esitante e debole tutto il fronte degli Stati che a Ginevra hanno condannato l ' aggressore fascista . Solo l ' Unione Sovietica ha preso una decisa posizione per un ' azione collettiva e severa contro l ' aggressore italiano e contro ogni aggressore . Ma il suo esempio e il suo invito all ' azione collettiva non sono stati seguiti dall ' insieme della Società delle nazioni . L ' impunità , o quasi , assicurata al fascismo italiano , ha reso arditi gli altri fascismi , che si sono sentiti incoraggiati a precipitare le loro provocazioni . Sotto la protezione del conflitto italo - inglese e del contrasto franco - inglese , la Germania hitleriana ha riarmato , ha rioccupato la Renania , portando così nuova esca al dissidio tra Francia e Inghilterra e alleggerendo , per contraccolpo , la pressione contro il fascismo italiano . Lo stesso ha fatto il Giappone . Questo , vedendo l ' Inghilterra fortemente impegnata contro l ' Italia nel Mediterraneo e in Africa , ha precipitato la realizzazione dei suoi piani di conquista in Asia . La divisione delle potenze interessate al mantenimento della pace ha lasciato campo libero agli Stati fascisti fautori di guerra . Le ripetute provocazioni di questi ultimi , invece di riformare e saldare il fronte degli Stati pacifisti , ne hanno , finora , solamente accentuata la divisione . Oggi la situazione è questa : Germania e Giappone minacciano con tutto il peso della loro potenza , di trarre profitto dalla divisione del mondo e di realizzare i loro piani di conquista . Questi due paesi fascisti determinano ed influenzano tutti gli altri fattori di guerra nel mondo . Essi sono i due principali focolai di guerra , nei confronti dei quali « il pericolo rappresentato dalla guerra italo - abissina è un episodio » ( Stalin ) . Ma un episodio che , come tutti i fattori minori di guerra che in questi tempi agiscono nel mondo , può influire profondamente sull ' evoluzione dei principali focolai . Infatti , non vi è dubbio che la guerra d ' Abissinia ha accelerato questa evoluzione , e un ' acutizzazione del conflitto italo - inglese o una rottura aperta tra Francia e Inghilterra precipiterebbe il conflitto mondiale , mentre tutto ciò prova ancora una volta che la politica di difesa collettiva della pace può trionfare solo se si applica contro tutti gli aggressori e , oggi , soprattutto , contro l ' aggressore principale in Europa : Hitler . Questi specula arditamente e , finora , fortunatamente , sulla divisione dei governi che gli potrebbero resistere . In questa situazione di smarrimento e di incertezza si inacerbiscono tutti gli altri fattori minori di guerra . L ' Austria , sollecitata da Mussolini , e incoraggiata dalla passività osservata di fronte al riarmo tedesco , non ha esitato a riarmare a sua volta . L ' Ungheria altra cliente del fascismo italiano - attende il momento buono per fare lo stesso . Hitler lavora in Grecia , per minare la politica dell ' Intesa balcanica , lavora in Rumenia per minare la piccola Intesa . La debolezza e la divisione contro gli aggressori fascisti hanno provocato lo slancio del revisionismo fascista , hanno paralizzato il fronte dei governi interessati , oggi , al mantenimento della pace , minando nello stesso tempo tutti gli aggruppamenti di Stati sorti per il mantenimento dello statu quo e , perciò , della pace . Mai come in questi giorni è apparso così chiaro che la pace è indivisibile , che ogni indebolimento del fronte degli Stati interessati al mantenimento della pace è un incoraggiamento per i fautori e i provocatori di guerra . Ogni debolezza verso gli atti concreti di provocazione è un incoraggiamento per i fautori di guerra . Ogni premio concesso all ' aggressore è la certezza che la guerra rende , che il successo legalizza tutto , e che l ' aggressione può essere tentata . Ma è in una tale atmosfera che si preparano le più spaventose tempeste . Oggi , purtroppo , la pace è come un castello di carte , sul quale soffiano , da tutte le parti , i fascismi . Basta che una carta si sposti e tutto il castello crollerà , Ma può essere fatto nulla per scongiurare la catastrofe ? Sì , molto può essere fatto . È vero , la guerra minaccia , ma può essere evitata . Sta all ' azione dei popoli , sta alla energia del proletariato di riuscire ad evitarla . I popoli non vogliono la guerra , I popoli sono per una politica conseguente di pace . Uniti e attivi , essi possono imporre ai propri governi la politica di difesa collettiva contro tutti i provocatori di guerra , la politica che propone e difende l ' URSS . Uniti e attivi , essi possono passare ad azioni dirette contro i provocatori di guerra : proteste , scioperi , boicottaggio , sanzioni proletarie . Purtroppo , finora , quest ' unità d ' azione dei popoli non si è ancora ottenuta , perché non si è ancora ottenuta l ' unità d ' azione internazionale del proletariato . La Seconda Internazionale , finora , ha respinto ogni proposta di unità d ' azione fattale dall ' Internazionale comunista , ha respinto ogni azione indipendente delle masse contro i fautori di guerra . La socialdemocrazia ha subordinato e subordina tutta la sua azione contro la guerra a quella della Società delle nazioni e a quella dei rispettivi governi nella Società delle nazioni . Ma i governi borghesi , nella loro politica , non sono guidati che dalle loro preoccupazioni egoistiche di difesa della « loro » pace , cioè dei loro interessi borghesi e imperialistici . Subordinare l ' azione dei popoli a quella dei rispettivi governi vuol dire far fallire ogni azione efficace delle masse per la difesa collettiva dei popoli contro i provocatori di guerra . Solo una potente , larga , energica azione di popolo poteva far marciare , senza riserve , il governo francese contro l ' aggressore italiano . Analogamente , solo una potente , larga , energica azione di popolo può far marciare il governo inglese contro l ' aggressore Hitler . I popoli non hanno degli interessi particolari , egoistici , da difendere , ma hanno da difendere l ' interesse generale dell ' umanità che vuole la pace . Solo il loro intervento indipendente ed energico può imporre ad ogni governo una politica conseguente di difesa della pace su tutti i fronti e contro tutti gli aggressori . È solo una tale politica che , facendo l ' unione di tutti i paesi interessati alla pace , può , oggi , scoraggiare gli aggressori e obbligarli a rinunciare ai loro piani di rapina . Ma perché i popoli riescano a svolgere una tale azione bisogna che il proletariato sia unito , nazionalmente e internazionalmente , nella lotta contro la guerra . Bisogna che il proletariato francese , come il proletariato inglese , come il proletariato cecoslovacco , come il proletariato dei paesi scandinavi , svolgano tutti uniti la stessa azione , indipendente ed energica , contro i fautori di guerra e contro i propri governi che esitano o resistono a seguire una politica di pace . In questa azione essi devono trascinare al loro seguito le grandi masse popolari di ogni paese . Ma come possono , questi proletariati , svolgere efficacemente una tale azione di organizzazione e di direzione delle masse popolari , se essi , per colpa della socialdemocrazia , sono ancora divisi nel maggior numero di paesi e se , nei paesi dove la socialdemocrazia è forte , sono nella loro maggioranza invitati a rimettersi a quanto fa la Società delle nazioni e a quanto fanno i propri governi in seno ad essa ? Ciò dimostra quale e quanta responsabilità si assumono quei dirigenti della Seconda Internazionale che si oppongono , in ogni paese e internazionalmente , alla realizzazione dell ' unità d ' azione contro la guerra . Costoro , con la loro azione , sabotano ogni attività efficace di massa in difesa della pace ; sabotano l ' unione dei popoli contro i fautori di guerra ; favoriscono , perciò , tutte le macchinazioni dei governi fascisti . Solo la vigilanza dei popoli può ancora salvare la pace . Ma perché questa vigilanza sia efficace , bisogna che il proletariato si unisca nazionalmente e internazionalmente . Ecco perché la lotta per l ' unità d ' azione internazionale , la lotta contro quei dirigenti della Seconda Internazionale che si oppongono all ' unità d ' azione è , nel momento presente , la più importante per salvare l ' umanità dalla guerra . Il nostro popolo , come tutti i popoli , vuole la pace . Lottando per imporre anche in Italia una politica di pace , una politica che schieri il nostro paese tra i fautori e i difensori della pace , noi lottiamo come sempre - per i veri interessi del nostro paese . È Mussolini che ha tradito e tradisce gli interessi d ' Italia , che sacrifica il nostro paese alle sue ambizioni e ai privilegi di un pugno di sfruttatori . Gli interessi d ' Italia esigevano il rispetto dell ' integrità e dell ' indipendenza dell ' Abissinia . Mussolini ci ha gettati nella guerra d ' Africa che disonora , dissangua e immiserisce l ' Italia . Gli interessi dell ' Italia esigevano l ' organizzazione , in Europa , di una salda politica di pace . Mussolini ha sabotato questa politica , l ' ha rovinata con la sua aggressione e la rovina eccitando e favorendo tutte le mire fasciste di violenta revisione della carta del mondo . Gli interessi d ' Italia esigono che falliscano i piani di Hitler , che si tenga lontano Hitler dalle frontiere italiane . Mussolini ha riarmato Hitler , l ' ha aiutato ad andare al potere , l ' ha spinto al colpo di forza sul Reno , ha aggravato enormemente la minaccia hitleriana contro l ' Austria . Gli interessi d ' Italia esigono che sia preservata la pace sul Danubio , nei Balcani , che dei rapporti stretti esistano tra gli Stati della piccola Intesa e dell ' Intesa balcanica , che sono interessati al mantenimento dello statu quo . Mussolini fa di tutto per turbare la pace in questa parte di Europa ; ha spinto l ' Austria al riarmo , sollecita l ' Ungheria a far lo stesso , cerca di dislocare la piccola Intesa e l ' Intesa balcanica , cioè esaspera tutti i contrasti tra le potenze . Gli interessi d ' Italia esigono che sia salvata , ad ogni costo , la pace mondiale . Perciò la classe operaia e le masse popolari del nostro paese , superando ogni dissenso di partito , in una fraternizzazione che stringa fascisti e antifascisti nell ' interesse superiore dell ' Italia e della pace , debbono difendere ed agitare , in tutte le organizzazioni fasciste , dovunque e comunque , la politica che porti il popolo italiano a diventare uno dei fattori più attivi della organizzazione della pace nel mondo .
StampaPeriodica ,
Tra le ragioni che hanno permesso al governo di riportare la vittoria militare in Africa , ve ne sono almeno tre che debbono richiamare la nostra attenzione , giacché esse possono determinare , in gran parte , gli eventi immediati e più lontani della vita interna ed internazionale dell ' Italia . La prima di queste ragioni è lo sforzo , senza eguali nella storia delle imprese coloniali , che è stato compiuto per la conquista dell ' Abissinia ; sforzo economico - finanziario e militare di una portata tale , che il generale Baistrocchi lo ha paragonato a quello imposto al nostro paese dalla guerra europea del 1915-1918 . Noi comunisti , come del resto quasi tutti gli scrittori politici più autorevoli del mondo , avevamo visto nelle difficoltà economico - militari della guerra in Abissinia i limiti dell ' impresa . Lo stesso governo italiano , del resto , previde una guerra più facile ; e la prova di ciò è meno nei motivi agitatori dell ' estate scorsa sulla « passeggiata militare » quanto nelle vicende militari del novembre - febbraio , che videro le divisioni italiane sulla difensiva e obbligarono ai più grandi sforzi per portare il corpo di spedizione a quasi mezzo milione di uomini e dotarlo di una formidabile quantità di armi e di materiali . Il prestigio di Mussolini e la stessa esistenza del regime erano impegnati nella guerra : tutto , perciò , fu fatto , ed a qualunque costo , per assicurare la vittoria militare . Appartiene a questo periodo critico delle operazioni in Abissinia la decisione di condurre una guerra di distruzione , la guerra totalitaria , con i bombardamenti aerei e i gas mortali . La seconda fra le più importanti ragioni che han permesso la vittoria militare è nelle complicità che il governo di Mussolini ha trovato , non solo nei governi revisionisti che aspirano e si preparano alla guerra per una nuova spartizione del mondo , ma anche in alcuni governi ( Laval , per esempio ) del gruppo di Stati che non hanno interesse , in questo momento , a fare la guerra , come pure tra gli agenti e le forze di guerra che si trovano in tutti i paesi pacifici . Queste complicità hanno reso inefficace l ' applicazione delle misure decise dalla Società delle nazioni contro lo Stato aggressore ; non solo , ma assicurando l ' impunità al governo italiano hanno aggravato la situazione internazionale , hanno portato un serio colpo all ' opera della organizzazione della pace e della sicurezza collettiva tra le nazioni , hanno eccitato gli imperialismi più aggressivi , hanno avvicinato enormemente il pericolo di una guerra mondiale . Il colpo di Hitler nella zona renana è il frutto di queste complicità verso Mussolini , il quale ne ha a sua volta profittato per portare a compimento la sua impresa in Africa . Il proletariato internazionale non si è ancora unito , come lo chiedono reiteratamente i comunisti , per intervenire , con una larga azione e con misure esecutive , indipendenti dai governi borghesi , contro tutti gli aggressori , e per premere così sui governi borghesi e sulla Società delle nazioni perché la pace sia difesa , perché tutte le nazioni ( e in primo luogo le piccole nazioni bianche o di colore ) siano difese e gli aggressori siano impediti dal compiere i loro misfatti . La terza ragione del successo militare in Africa è la scarsa azione delle masse contro la guerra , cioè la scarsa azione del nostro partito per mobilitare le masse e portarle alla lotta . Questa constatazione deve essere messa in relazione - ma perché sia più fortemente sottolineata con la preparazione ideologica della guerra in generale condotta dal fascismo tra le nuove generazioni ; ed in particolare con le promesse di risollevamento materiale per le masse popolari italiane , legate alla conquista dell ' Abissinia . Alcuni motivi della propaganda di guerra del fascismo , sebbene non originali , hanno esercitato una notevole suggestione tra importanti strati popolari , specialmente giovanili , perché si presentavano sotto la veste di verità ineccepibili e facili a comprendere . La distinzione tra nazioni ricche e povere , borghesi e proletarie , serve alla giustificazione della guerra proletaria , delle nazioni povere contro le nazioni ricche , della guerra per la « giustizia sociale fra le nazioni » , che divida il mondo in modo più ragionevole di quanto non lo è ora , e dia alle nazioni povere una parte di quanto oggi posseggono le nazioni ricche . Questi motivi , che mascherano la vera causa delle miseria del popolo italiano e la vera causa della guerra , cioè il sistema capitalista , trovano una certa eco tra le masse che vivono nella miseria e senza domani , in particolare tra i giovani . Essi , poi , si intrecciano , specialmente tra la gioventù intellettuale , allo spirito d ' avventura e a tutte le deformazioni della coscienza della vita che sono uno dei segni più tragici della nostra epoca di decadenza della società capitalistica . Si pensi che ogni anno in Italia da 350 a 400 mila giovani si affacciano alla esistenza cosciente con un desiderio imperioso di vivere , e trovano sbarrate tutte le vie ! Noi sappiamo che non tutti i soldati e le camicie nere che hanno combattuto in Africa , e che hanno affrontato mille sacrifici e la morte , erano ostili all ' impresa . Molti tra di essi hanno creduto di combattere per il bene del popolo e del paese e contro l ' egoismo di certe grandi potenze imperialistiche . Questa illusione è stata pure un elemento della vittoria militare , ed ha riflesso un orientamento , più o meno netto , esistente nel paese ed ha ostacolato , in larga misura , e nella lenta maturazione degli elementi obbiettivi , una azione larga di popolo contro la guerra africana . Ma queste ragioni della vittoria militare diventano esse stesse , oggi , le cause dell ' aggravarsi della situazione nel paese , le cause di una acutizzazione di tutti i contrasti nel campo interno e nel campo dei rapporti internazionali . È impossibile , per ora , valutare lo sforzo fatto fino al momento in cui la capitale dell ' Abissinia cadde nelle mani dell ' esercito italiano . La spesa di 20 miliardi circa di Lire , che sembra sia costata la guerra sino a quel momento , non è la valutazione di tutto lo sforzo , che deve comprendere numerosi altri elementi , tra i quali c ' è pure da considerare quanto è stato perduto dall ' Italia nelle relazioni commerciali internazionali . E da oggi comincia il periodo delle spese per la consolidazione dell ' occupazione militare e per la valorizzazione della colonia . Si tratta di diecine e diecine di miliardi che dovranno essere , nel corso di parecchi anni , allontanati dagli investimenti produttivi nella metropoli , per un risultato ipotetico o comunque lontano . Più grande è stato lo sforzo per la conquista , il mantenimento e la valorizzazione della colonia , più grande è il peso che graverà sul popolo italiano , per molti e molti anni . Nel momento in cui scriviamo , nessuno può dire quali sono le Intenzioni del governo in Abissinia . Molto si scrive sulla stampa intorno alla futura colonizzazione , sebbene , da qualche tempo , con più grande prudenza di quanta non si adoperasse durante la preparazione e nel corso della guerra ; e se ne scrive tanto più in quanto il problema immediato non è la colonizzazione , ma la consolidazione politico - militare della conquista , e per nascondere le difficoltà di questa fase , che sarà lunga . Ma quello che si può dire , senza peccare di avventatezza , è che le conseguenze economiche dell ' impresa africana saranno dure , perché le spese della guerra d ' Africa e della consolidazione del possesso assorbiranno per molti anni le risorse del paese , e perché si vogliono far ricadere le spese della guerra sulle spalle del popolo , degli ex - combattenti d ' Africa e delle loro famiglie . Le difficoltà economiche , geografiche e militari della colonizzazione , da una parte ; e dall ' altra le conseguenze internazionali della occupazione abissina , fanno sì che la minaccia di una guerra mondiale pesi sulla testa del popolo italiano . Già Mussolini aveva detto , il 23 marzo , nel suo discorso del Campidoglio , che il piano regolatore dell ' economia italiana da lui annunciato è dominato dalla ineluttabilità della guerra , della più grande guerra , della guerra mondiale . Poiché nessuno Stato minaccia l ' Italia , è chiaro che Mussolini vede , nella concatenazione dei fatti provocati dalla guerra africana , una delle cause che possono affrettare la nuova conflagrazione . È vero che il 23 marzo le truppe italiane non erano ancora ad Addis Abeba . Ma la vittoria militare non ha attenuata la minaccia ; l ' ha , invece , aggravata . Le difficoltà economiche stesse della colonizzazione abissina spingono il governo di Mussolini a nuove aspirazioni coloniali , a realizzazioni espansioniste più rapide . Ed egli profitta dello scompiglio internazionale che ha contribuito ad aggravare per avanzare nuove pretese nel Mediterraneo , nell ' Europa centrale e nei Balcani . Il corpo di occupazione dell ' Abissinia non è smobilitato . In Italia un milione e duecentomila soldati sono alle armi . Le industrie che lavorano quasi a pieno rendimento sono quelle di guerra . Perché questa mobilitazione di forze ? Per difendere il nuovo possesso , si dice . Noi l ' avevamo previsto : la guerra d ' Africa a sarà l ' inizio di una nuova guerra mondiale , se il popolo italiano e tutti i popoli non interverranno per impedirla . È questa la terribile logica dello sviluppo delle aggressioni impunite . Una aggressione chiama l ' altra . Così , Mussolini minaccia il Sudan , per difendere il nuovo possesso ; si scontra con l ' Inghilterra nel Mediterraneo ; si allea ad Hitler e minaccia assieme a questi di accendere la guerra al centro dell ' Europa e all ' est , e nei Balcani ; complotta per riportare gli Asburgo sul trono austriaco , in omaggio alla memoria di Oberdan , di Battisti e dei seicentomila morti della guerra del 1915-1918 . L ' atmosfera della guerra imminente è diffusa in Italia ; e chi può farlo , già pensa a provvedersi di riserve alimentari . La guerra d ' Africa sta per provocare una guerra europea e mondiale . La delusione torna a conquistare molti di coloro che avevano creduto che lo sforzo africano ci porterebbe il pane e la pace . La disoccupazione aumenta , la miseria delle masse lavoratrici aumenta , il carovita aumenta , il pericolo della guerra aumenta , e i soldati d ' Africa non tornano , e il programma cento volte annunciato del pane assicurato , della « giustizia sociale » , della casa decorosa , è ancora una volta rinviato . C ' è l ' impero , ora ; ma la fame è più estesa . C ' è l ' impero ; ma senza la pace . La vittoria militare non risolve i problemi essenziali del nostro paese ; li rende più acuti . È stato detto alle masse popolari che noi siamo in troppi sulla nostra terra , e perciò non c ' è pane per tutti : bisogna andare a trovare altre terre , fuori e lontano d ' Italia . Ma non è vero che siamo in troppi , non è vero che l ' Italia non ha da dar da mangiare ai suoi figli . Lo sviluppo della capacità produttiva industriale raggiunto in Italia è tale che potrebbe provvedere al popolo italiano tutto ciò di cui ha bisogno . Invece si chiudono le fabbriche , si rallenta la produzione degli oggetti di consumo popolare , si gettano sul lastrico nuove migliaia di operai , si dedica l ' attività industriale alla produzione di guerra . Non è vero che in Italia non c ' è terra sufficiente per dar da mangiare al nostro popolo . La terra c ' è , ma è nelle mani dei signori , dei grandi proprietari fondiari . C ' è uno sviluppo industriale sufficiente a tutti i bisogni del paese , c ' è la terra , e la miseria è grande . Perché è così . La ragione sta in questo : che tutte le ricchezze del paese , create dal lavoro dei nostri lavoratori e dal genio italiano , sono nelle mani di un pugno di persone , di parassiti della nazione , dei Volpi , dei Donegani , dei Pirelli , dei Morpurgo e compagnia , e dei nobili grandi proprietari agrari e latifondisti , gli Spada , i Doria , i Torlonia , i Borghese , i Buffo , i Pavoncelli , e simili . Questa gente si preoccupa delle proprie rendite e dei propri profitti e non dei bisogni del popolo . E per assicurarsi e per aumentare le rendite e i profitti , questa gente spinge il paese alla guerra , perché nella guerra si arricchisce sempre più e perché la guerra le apre nuove possibilità di speculazione e le dà nuove terre e nuovi popoli da sfruttare . La soluzione del problema di allargare il mercato all ' industria italiana , e quindi di far fiorire l ' industria , è in Italia . È prima di tutto nella elevazione sociale ed economica delle masse lavoratrici rurali . Date la terra italiana ai contadini italiani , rompete i lacci che legano i contadini alla grande proprietà rurale , alleggerite le imposizioni fiscali inaudite che schiacciano i contadini , ed il mercato si animerà , e la disoccupazione scomparirà . La conquista dell ' Abissinia non può risolvere questi problemi . L ' Abissinia non può essere il mercato di cui ha bisogno la nostra industria , perché la condizione dello sfruttamento dell ' Abissinia è il basso costo di produzione in questo paese , inferiore a quello nazionale . Questa condizione costituisce un ostacolo insuperabile alla soluzione del problema del mercato che si dice di voler risolvere . D ' altra parte , lo sfruttamento degli abissini e dei contadini italiani che emigrassero in Abissinia non potrebbe avere come risultato di abbassare i costi di certe materie prime , se non fra una quarantina d ' anni , ammesso - per pura ipotesi che tutte le cose vadano lisce ; il che è escluso nel modo più certo . Il miraggio abissino è ingannevole , come tutti i miraggi . Esso è stato fatto balenare alle masse popolari , e ai giovani , dai ricchi , dai milionari , dai capitalisti , perché l ' impresa abissina è per questi un affare vantaggioso . La conquista abissina aumenta la miseria del popolo . Fin dall ' aprile dello scorso anno , nel Manifesto del Comitato centrale del partito comunista Salviamo il nostro paese dalla catastrofe ! noi dicemmo : « Non è vero che la eventuale conquista dell ' Abissinia risolverebbe il problema della disoccupazione e migliorerebbe le condizioni dei lavoratori italiani Anche se L ' Abissinia diventasse una colonia italiana , ciò non porterebbe nessun miglioramento ai lavoratori . Come avviene per le altre colonie , i profitti coloniali andrebbero alle banche , agli speculatori ed alle compagnie concessionarie , mentre le spese della colonizzazione costerebbero maggiori imposte per la popolazione lavoratrice » . Oggi noi confermiamo la facile previsione . La soluzione dei nostri problemi è in Italia e non in Africa o altrove . La soluzione dei nostri problemi esige , innanzi a tutto , che siano mantenute e non dilazionate le promesse che sono state fatte da quattordici anni al popolo italiano . Queste promesse consistono nel pane assicurato a tutti , nel lavoro quindi assicurato ai disoccupati , in un salario migliore , degno di un popolo civile , nella casa decorosa ai lavoratori , nella pace , in una politica che faccia largo ai giovani . Queste promesse non sono mantenute . I fatti dimostrano che esse non sono mantenute e che , anzi , si pretenderebbe che le masse popolari pagassero , ora , le spese della guerra e della colonizzazione . Noi pensiamo con un sincero spirito di fraternità a tutti quei nostri soldati e a quelle camicie nere che si sono battuti in Africa credendo di battersi per un ideale di giustizia . Questi combattenti , e le loro famiglie , e tutto il popolo italiano che soffre da quattordici anni , si domandano : « E adesso ? » . La guerra è finita in Africa . Perché si tengono laggiù cinquecentomila uomini , e se ne tiene più di un milione in Italia ? Perché non si smobilita ? Chi minaccia l ' Italia ? Chi si prepara ad invadere il nostro territorio ? Perché i disoccupati aumentano , nonostante che più di un milione e mezzo di uomini siano alle armi ? Perché non si dà il lavoro a tutti ? Perché non si aumentano i salari e gli stipendi ? Perché , in attesa della casa decorosa , non si diminuiscono gli sfratti dei lavoratori e degli impiegati , e non si vietano gli sfratti ? Perché non si diminuiscono le imposte ai contadini , a tutti i lavoratori , agli impiegati ? Perché non si apre subito un vasto campo di attività ai giovani lavoratori del braccio e del pensiero ? Gli è che i milionari e gli speculatori vogliono ancora la guerra , e non vogliono pagarne le spese ! I danari ci sono . Sia fatto un prelevamento proporzionale e progressivo su tutti i patrimoni superiori ad un milione ; siano confiscati tutti i soprapprofitti superiori al 6 per cento : allora i miliardi verranno fuori . Verranno fuori i soldi per continuare i lavori pubblici interrotti e per costruire scuole , ospedali , sanatori , campi sportivi per i nostri giovani , per alleggerire il peso delle imposte sulle masse popolari , per dare una indennità a tutti gli ex combattenti e per sussidiare , intanto , degnamente , le loro famiglie , verso le quali l ' obbligo del paese è pari a quello che il paese deve ai soldati d ' Africa . Sia fatta una politica di pace , quale la vuole il popolo italiano e quale è nel suo interesse . Se l ' Italia entra nel novero degli Stati che vogliono organizzare la pace , e lavora a costituire il più largo blocco di Stati pacifici , essa potrà alleggerire di molto il peso delle ingenti spese militari che dissanguano il paese , perché la difesa del territorio nazionale sarà affidata alla organizzazione della sicurezza collettiva . Altri miliardi potranno essere , così , destinati alle opere di pace , che elevino il benessere e la cultura del nostro popolo . I nostri giovani hanno mille volte ragione di far proprio l ' incitamento lanciato anni or sono dal fascismo largo ai giovani ! e di esigere la realizzazione di una politica che dia ai giovani la possibilità di mettere le loro energie a profitto dell ' elevamento materiale e culturale del paese . Lo spirito eroico della gioventù , dedicato alle grandi opere che aumentano il benessere del popolo , è tra le forze più preziose della nazione . È a questo spirito eroico della gioventù che noi dobbiamo fare appello , perché esso è capace di salvare il nostro paese dall ' umiliazione della miseria e di elevarne il prestigio ad una altezza mai raggiunta . Senza questo giovanile anelito verso le grandi opere della civiltà umana , senza la disciplina cosciente è impossibile salvare il nostro paese dall ' anarchia attuale , dalla disoccupazione permanente , dalla miseria , dalla decadenza dei costumi e della cultura . Largo ai giovani ! non può voler dire che questo : ogni giovane ha il diritto ad avere il suo posto nella vita e ad occuparlo degnamente . Questi obbiettivi non possono essere rinviati . Quale è l ' ostacolo al loro raggiungimento ? L ' ostacolo è costituito , innanzi tutto , dal prepotere di un gruppo di persone , di un pugno di famiglie che sono i veri padroni del paese , che hanno in mano tutte le leve dell ' economia del paese , e controllano tutto il paese , e fanno e disfanno della vita di 43 milioni di italiani . Questa gente , e coloro che li servono , hanno messo la museruola al popolo italiano , per poterlo meglio tosare . Hanno detto che i comunisti e tutti quanti combattono la loro dittatura sono i nemici della nazione , e vogliono che l ' attuale divisione del popolo , in fascisti e non fascisti , sia mantenuta ed approfondita , per meglio sfruttare il popolo ed opprimerlo . Essi hanno tutto l ' interesse a mantenere questo stato di cose , perché nella misura in cui il popolo italiano si riconcili con se stesso e scopra questa semplice verità che tra lavoratori fascisti e non fascisti non vi sono contrasti essenziali , ma v ' è una unità di intenti per fare forte , libero e felice il nostro paese , la loro potenza è compromessa , il loro dominio assolutistico è prossimo a crollare . Perciò essi temono che gli stessi fascisti dicano ciò che pensano . Questi padroni del paese , parassiti del lavoro nazionale , dicono che il sindacato è una bella cosa , ma che gli operai non devono esprimervi le loro opinioni , non devono eleggervi i loro dirigenti . Tutte le organizzazioni del regime sono , per questa gente , delle eccellenti iniziative , ma alla condizione che esse servano ai loro interessi , e che il popolo italiano subisca la loro dominazione . Sono questi magnati del capitale che non vogliono smilitarizzare le fabbriche ausiliarie , perché conviene loro la disciplina militare nelle aziende . Sono questi sfruttatori che minacciano quando un fascista esige il diritto di parlare nelle proprie organizzazioni o li critica timidamente nella stampa , e fanno sopprimere i giornali dei giovani . L ' oligarchia dei finanzieri , dei grandi industriali , dei grandi agrari è la causa delle nostre miserie , dell ' oppressione in cui viviamo , della politica di guerra . Questa oligarchia si oppone al mantenimento delle promesse fatte al popolo italiano , perché non vuole pagare . Ecco perché noi comunisti abbiamo detto e ripeteremo senza stancarci che la riconciliazione del popolo italiano , nella lotta contro questo pugno di parassiti , è la condizione per salvare il nostro paese da una catastrofe , e lavoreremo a tutti i costi per questa riconciliazione . Noi vogliamo che tutti gli operai e tutti i senza lavoro , che tutti i braccianti e tutti i contadini lavoratori , e i lavoratori manuali ed intellettuali di ogni categoria si diano la mano nelle fabbriche , nei sindacati , in tutte le associazioni , in tutti i quartieri cittadini , e lottino assieme perché le promesse fatte siano mantenute e perché i capitalisti paghino le conseguenze della crisi che travaglia duramente il paese . Noi vogliamo peri nostri giovani il diritto alla vita , all ' amore ed alla gioia operosa . Largo ai giovani , largo a tutti i giovani , ai giovani operai , ai giovani contadini , agli studenti . La promessa deve essere mantenuta . I ricchi paghino le spese necessarie a togliere la gioventù dall ' ozio e dalle angustie . Noi vogliamo che i combattenti d ' Africa siano smobilitati e trovino subito un lavoro civile e libero , che dia loro tranquillità e compensi le loro famiglie dei sacrifici sopportati . Che i capitalisti , i quali fecero affari d ' oro con la guerra , che i milionari paghino il debito della nazione verso gli ex combattenti . Noi vogliamo che i trovino subito un lavoro sicurezza dell ' avvenire e portati . Che i capitalisti , che i milionari paghino battenti . Noi vogliamo - assieme a tutto il popolo italiano che il nostro paese non sia più un elemento di turbolenza internazionale , e faccia una politica di pace , e prenda il suo posto a Ginevra fra gli Stati che vogliono organizzare la pace nel mondo ; stipuli un patto collettivo mediterraneo di sicurezza , si leghi con dei patti di assistenza mutua a tutti i suoi vicini ( con dei patti aperti a tutti gli Stati che vogliono parteciparvi ) ; cementi con la sua autorità la piccola Intesa e l ' Intesa balcanica ; difenda l ' indipendenza dell ' Austria , sulla base della restaurazione della libertà democratica in questo paese , sola garanzia per la sua indipendenza , e stringa con il governo della libera Austria un patto di assistenza mutua ; isoli l ' aggressore hitleriano che vuol fare la guerra e le cui aspirazioni espansionistiche minacciano l ' indipendenza territoriale del nostro paese ; riconosca la legge internazionale come la legge suprema di convivenza tra tutte le nazioni grandi e piccole . Il popolo italiano non vuole la guerra , vuole la pace . Noi tendiamo la mano ai fascisti , nostri fratelli di lavoro e di sofferenze , perché vogliamo combattere assieme ad essi la buona e santa battaglia del pane , del lavoro e della pace . Tutto quanto noi vogliamo , fascisti e non fascisti , possiamo ottenerlo unendoci e levando la nostra voce , che è la voce del popolo . Fascisti , ex combattenti d ' Africa , conquistate al popolo il diritto di parlare in tutte le organizzazioni . Fate che ogni organizzazione , ogni circolo , ogni sindacato diventi il cuore pulsante della nazione riconciliata , contro i suoi nemici che l ' affamano e l ' opprimono , contro il pugno di parassiti che domina il nostro bel paese . Noi comunisti vogliamo fare l ' Italia forte , libera e felice . La nostra aspirazione è pure la vostra , o fascisti , cattolici , uomini italiani di ogni opinione politica , d ' ogni fede religiosa . Uniamoci . Uniamoci in un solo cuore ed in una sola volontà . Uniamoci dovunque ed in ogni ora . Parliamo un linguaggio solo : quello degli interessi del popolo e del paese . Lottiamo uniti , per il nostro pane , per il nostro lavoro , per la nostra pace , perché l ' Italia sia strappata ai suoi nemici e restituita agli italiani , perché l ' Italia sia salvata dalla catastrofe .
LARGO AI GIOVANI! ( - , 1936 )
StampaPeriodica ,
Accade spesso che i rappresentanti della generazione dei militanti adulti e degli anziani non sanno avvicinare come conviene la gioventù che , per forza di cose , è obbligata ad accostarsi al socialismo in modo diverso , per un ' altra strada , in un ' altra forma , in circostanze diverse ... ( Lenin ) Il monito che Lenin dava a suo tempo ai militanti adulti ed agli anziani perché acquistassero la capacità di saldarsi con le nuove generazioni ha per noi un grandissimo significato politico e pratico attuale . Sentiamo spesso ripetere da militanti adulti del nostro partito e da elementi anziani della classe operaia che la gioventù cresciuta ed educata nell ' ambiente fascista sarebbe estranea alla comprensione della necessità della lotta per uscire dall ' attuale situazione in cui versano la classe operaia e tutto il popolo italiano . La scissione ideologica che il fascismo si sforza di operare tra le vecchie e le nuove generazioni sarebbe , dunque , inevitabile e definitiva . Se ciò fosse vero , ci sarebbe da disperare dell ' avvenire del nostro paese ! La verità è ben altra . Non siamo ancora riusciti ad avvicinare largamente e « come conviene » la gioventù d ' oggi ; abbiamo molto spesso subito passivamente la scissione che il fascismo crea , mantiene e cerca di approfondire tra le vecchie e le nuove generazioni , invece di reagire ad essa nelle forme « convenienti » ; non abbiamo ancora studiato a fondo quali sono i modi particolari , le vie , le forme che la nuova gioventù educata dal fascismo adotta e segue per cercare di mettere in evidenza i propri problemi . Insomma , non siamo ancora a contatto intimo con la gioventù d ' oggi , e questa non è una delle ragioni secondarie della relativa arretratezza del nostro lavoro politico , in generale . Dobbiamo dire a tutti i compagni , e a tutti gli anziani della classe operaia , che uno dei problemi fondamentali che sta dinanzi al nostro paese ( e dalla cui soluzione dipenderà , per buona parte , la vittoria del popolo italiano contro il pugno di grandi capitalisti e proprietari fondiari che lo affamano e l ' opprimono ) è quello di lavorare e saldare , nella lotta , le vecchie e le nuove generazioni . Per assolvere questo grande compito gli adulti debbono avvicinare la gioventù quale essa è , con i suoi sentimenti , con la sua mentalità , saperla comprendere , e marciare assieme ad essa , guidandola , ma senza presumere di imporle la direzione , e rispettando quanto di nuovo e di originale la gioventù porta con sé . Giacché la gioventù porta sempre con sé una propria esperienza , e la esperienza dei giovani , per quanto modesta , contiene sempre una critica ( un giudizio ) del passato , di cui gli anziani debbono tener conto . È un luogo comune , per parecchi nostri militanti adulti e per molti anziani della classe operaia ( e non solo della classe operaia ) , che la gioventù italiana d ' oggi non abbia delle aspirazioni , non pensi a cose serie , si occupi solo di sport e di futilità . Quale ingiusta caratteristica della gioventù italiana è mai questa ! Eppure in questi anni duri è proprio da questa gioventù che sono venuti nelle nostre file , nelle file dell ' avanguardia del proletariato , nelle file della Gioventù comunista , dei magnifici combattenti , i quali hanno arricchito il nostro partito di una grande esperienza , contribuendo a fargli rettificare alcuni aspetti della sua politica e ad introdurre nel suo lavoro delle forme più appropriate alla situazione , ciò che ha permesso al partito di estendere e di consolidare le sue relazioni con le masse . Se la gioventù italiana educata dal fascismo ( intendete bene ! ) cerca e trova il partito comunista , ciò significa che nella gioventù fermentano idee e propositi di redenzione , e volontà di lotta . Ma non è solo il reclutamento nelle nostre file e nelle file della Gioventù comunista che ci interessa . Il reclutamento , nella nostra situazione , sarà sempre limitato a gruppi ristretti di giovani . Il problema non è solo di reclutare delle migliaia di giovani nelle nostre file , ma è anche , e soprattutto , quello di mettere in movimento i milioni di giovani italiani che vogliono vivere . Questi milioni di giovani pensano . Il fascismo non ha saputo offrire alla gioventù alla « crisi della gioventù » , la quale è una delle caratteristiche più drammatiche della società capitalista in agonia altra soluzione che quella della guerra ; e perciò ha diffusa ed alimentata nei giovani una ideologia sciovinista mescolata con forti motivi demagogici . Sappiamo bene tutto ciò . L ' « Italia proletaria » dovrebbe conquistarsi il suo posto al sole e il benessere contro le nazioni « capitalistiche » , egoiste , ecc . Con questa propaganda il fascismo si sforza di nascondere quella che è la vera causa della miseria del popolo e delle angustie dei nostri giovani : la manomissione di tutta la ricchezza del paese da parte di un pugno di capitalisti , che sono gli effettivi padroni dell ' Italia . Ma i nostri giovani pensano ; e , sia pure tra incertezze ed oscillazioni , degli strati sempre più importanti di giovani incominciano a vedere che l ' ostacolo alla loro sistemazione nella vita ed al loro avvenire si trova nell ' Italia stessa , e non nell ' Inghilterra o nella Francia dove milioni di altri giovani combattono anch ' essi la loro battaglia per il diritto alla vita . L ' anticapitalismo della gioventù operaia e di una larga parte della gioventù intellettuale è un segno di questa « coscienza dell ' ostacolo » . L ' anticapitalismo dei giovani non è una finzione . Esso si rafforza nella lotta di classe , di fronte all ' ingordigia ed all ' egoismo dei grandi industriali , dei grandi magnati del capitale ; e quando udiamo dalla bocca di certi giovani dire che « Mussolini farà come in Russia » noi consideriamo , certo , l ' illusione che questa credenza esprime , ma non possiamo fare a meno di vedere in essa maturare la coscienza , ancora non bene precisa negli obbiettivi , del l ' ostacolo capitalista e la volontà ancor vaga , ma certa , di abbatterlo . Nella gioventù studiosa le correnti che si avvicinano alle nostre posizioni teoriche sono abbastanza importanti ; e , così come esistono in Italia gruppi di giovani corporativisti - collettivisti , ne esistono pure di comunisti - idealisti , la cui funzione potrà essere grande nello sviluppo degli avvenimenti per avvicinare al proletariato strati di nuovi intellettuali . I milioni di giovani pensano , anche se cercano qualche distrazione . Ci scandalizziamo perché i giovani vogliono divertirsi ? Forse c ' è tra di noi qualche vecchio decrepito il quale ha dimenticato che gioventù è gioia ? Non vi pare che dobbiamo , piuttosto , gettare l ' allarme perché la nostra gioventù sta perdendo l ' abitudine al sorriso ? Il fascismo ha sfruttato gli ideali più nobili che albergano nel cuore dei giovani , e li ha deformati . Lo spirito eroico della gioventù , l ' ambizione dei giovani alle grandi opere della vita , e la loro aspirazione a migliorare le sorti del proprio paese han servito agli educatori fascisti per dare alla gioventù una orientazione guerriera , nella quale gli elevati pensieri del benessere del popolo e del paese sono stati sfruttati per gli obbiettivi sordidi della difesa degli interessi dei capitalisti . Ma se noi accusassimo di ciò i giovani , e li trattassimo con dispetto perché essi si sono lasciati influenzare dall ' azione indefessa del fascismo , commetteremmo l ' errore di non comprendere l ' elemento positivo , dinamico , e il sano amore per il proprio paese che ha spinto molti giovani al fascismo o li ha convinti di alcuni motivi più popolari della campagna fascista , e saremmo , via ! , troppo indulgenti verso noi stessi , che non abbiamo fatto tutto il nostro dovere per aiutare i giovani a trovare la giusta via . I milioni di giovani italiani cercano la via , e cercano una guida . Ma , lo ripetiamo , cercano una guida che tenga conto dei loro sentimenti , della loro mentalità , delle loro aspirazioni . Se , come è nostro dovere , avviciniamo í giovani , se gli anziani , come è loro dovere , prendono la cura di parlare ai giovani , e col linguaggio dei giovani , se i militanti adulti e gli anziani della classe operaia dimostrano ai giovani che gli obbiettivi delle vecchie e delle nuove generazioni si completano a vicenda , che le vecchie , come le nuove generazioni , mirano a fare del popolo italiano il padrone dei propri destini , liberandolo dal parassitismo di un pugno di persone che oggi fa e disfà della vita di 43 milioni di italiani , se noi più anziani coltiviamo lo spirito generoso ed eroico della nostra gioventù , valorizziamo come merita la sua devozione agli interessi della nazione italiana , diamo un contenuto reale al suo sentimento di disciplina ( c ' è tanto bisogno di disciplina per uscire dall ' anarchia della società capitalistica , anche se essa è come si dice « corporativa » ) , avremo stabilito il primo contatto tra le vecchie e le nuove generazioni . E quindi ci sarà possibile guidare i giovani alla lotta per le loro conquiste immediate e per quelle più lontane . I giovani hanno creduto alla parola fascista che dice : Largo ai giovani ! I fatti hanno smentito e smentiscono la sincerità di chi ha lanciata questa grande parola . I giovani sono respinti indietro , trovano sbarrate tutte le porte . Dei giovani si parla sempre assieme alla guerra . Gioventù e guerra vanno a braccetto . Sì , ma alla morte . Dei giovani e della vita , si dice poco , salvo in qualche canzone . Ora , è proprio il problema della vita , in tutti i suoi aspetti , che il nostro largo ai giovani deve mettere innanzi . Noi comunisti , che costituiamo il vero partito della gioventù , perché lottiamo per dare alla gioventù il diritto di vivere , di lavorare , di amare , di istruirsi , di coltivare tutti i tesori in essa nascosti e di assicurarne il rigoglio , noi dobbiamo appoggiare coraggiosamente e contribuire , con intelligenza , a sviluppare i movimenti che si verificano nella gioventù italiana , e far sì che essi si affermino nella vita nazionale . Largo ai giovani vuol dire il diritto dei giovani ad avere un posto assicurato nella vita e nel proprio paese . Largo ai giovani vuol dire il diritto dei giovani a formarsi una famiglia , nella serena certezza di poterle assicurare i mezzi di esistenza . Largo ai giovani vuol dire una politica di pace . La politica di guerra è la negazione di ogni politica giovanile . Lo spirito di lotta della gioventù deve essere indirizzato verso i grandi ideali della liberazione del paese dai suoi nemici interni i capitalisti parassiti del lavoro nazionale verso la creazione di un ordine nuovo che assicuri a tutti il diritto di vivere e la possibilità di svilupparsi e di elevarsi . Largo ai giovani vuol dire il diritto riconosciuto ai giovani di partecipare alla vita politica , sindacale , culturale del paese nelle organizzazioni e nella stampa . Largo ai giovani vuol dire che le promesse fatte ai giovani , prima e durante la guerra d ' Africa , debbono essere mantenute , specialmente per quanto riguarda gli ex combattenti . Se i nostri militanti adulti , e gli operai anziani , e tutti gli anziani pensosi della sorte del paese , si daranno con passione alla mobilitazione di milioni di giovani , di tutti i giovani , maschi e femmine , dei giovani fascisti , cattolici , d ' ogni opinione politica o politicamente indifferenti , nelle fabbriche e nelle case operaie , nei circoli , nei fasci giovanili , nelle associazioni cattoliche , nelle campagne , nelle scuole , negli uffici , la parola Largo ai giovani , che è servita sino ad oggi come un motivo retorico , diventerà una direttiva di azione capace di unificare le vecchie e le nuove generazioni per tutte le rivendicazioni immediate della gioventù e per liberare l ' Italia dagli ostacoli che impediscono alla gioventù di marciare sorridente e felice verso l ' avvenire che è suo .
VOCE LIBERA ( - , 1925 )
StampaPeriodica ,
Questa lettera aperta che l ' on . Longinotti in data 30 aprile u.s. ha diretto al Presidente della Giunta Diocesana di Brescia è una protesta e una lezione insieme : e noi la raccogliamo come una delle poche libere voci che ancora nel campo cattolico devastato dal filofascismo in alto e in basso è dato qualche volta di ascoltare . Mi rivolgo a Lei quale capo e responsabile dell ' azione cattolica nella nostra Diocesi per richiamare la sua attenzione sopra il delinearsi di una situazione che a mio credere può tornare esiziale alla compagine delle nostre forze ed alla efficacia concorde delle nostre svariate attività nel campo del bene . Io mi tengo sicuro ch ' Ella e i suoi rispettabilissimi Colleghi non vorranno infliggermi l ' umiliazione di credere che i miei attuali rilievi e le mie lagnanze muovano comunque , in tutto o anche solo in minima parte , da ragioni o peggio ancora da risentimenti personali ; i più cordiali rapporti mi legano anzi alle persone , di taluni atti delle quali intendo occuparmi sol perché rivelano quello stato per me preoccupante a cui ho accennato dapprincipio . Non da oggi soltanto io ho dolorosamente notato come anche nella nostra Diocesi si andasse accennando da parte di molti tra gli esponenti più zelanti dell ' azione cattolica un contegno di distacco , di coperto e poi di esplicito sospetto rasentante l ' ostilità verso gli elementi rappresentativi del movimento politico e particolarmente verso i deputati al Parlamento . A questo proposito mi preme ben chiaramente avvertire che nessun mandato ho chiesto ai miei colleghi di parlare anche in nome loro e che soltanto mia è l ' iniziativa del presente scritto . Le manifestazioni esplicite di distacco , le evidenti preoccupazioni di evitarci , di fare a meno di noi come di amici divenuti molesti o pericolosi sono ancora il meno se è vero quel che mi si afferma circa tutta una campagna diffusa specialmente tra i giovani e diretta a svalutare , quando non sia a deridere , la nostra azione politica quasi imputandola di traviamento della gioventù ch ' essa distoglierebbe dalle feconde e virtuose opere dell ' azione spirituale . Non nego per trattare , come mi propongo , lo spinoso argomento con perfetta equità che molto di codesto diffuso e per me ingiusto , offensivo e pericoloso stato d ' animo è dovuto a criteri che non esito a definire disorientanti i quali oltrepassano la breve cerchia bresciana e che possono trovare una attenuante solo nell ' eccezionale periodo che traversano in Italia gli spiriti , le situazioni e gli ordinamenti . Ma non so di fronte a ciò dimenticare che è vanto veramente non cancellabile della scuola bresciana che nemmeno in quest ' ora di ombre vorrei vedere tradita l ' aver saputo temperare , col buon senso , la acutezza e l ' operoso spirito di praticità della nostra solida razza paesana , l ' applicazione di direttive che interpretate da noi portarono il nostro movimento alla prosperità che ci è stata invidiata , interpretate da altri in modo diverso od opposto si rivelarono sterili spesso di successi e di frutti . Qui l ' on . Longinotti riferisce alcuni fatti particolari che non è il caso per noi di rilevare ; indi riprende : L ' eccezionale , tragica condizione fatta a tutti dall ' attuale regime colle sue sopraffazioni e le sue seduzioni , colle sue violenze e le sue blandizie dal pugnale al Crocefisso ! colla persecuzione veramente spietata contro uomini e cose che rivelino un qualsiasi sopravvivere della nostra azione sociale e della nostra azione politica ( il che dovrebbe bastare da sé a dimostrarne la efficacia e la temibilità ) va generando in moltissimi amici uno strano processo di revisione nei riguardi di queste attività fino a ieri levate alle stelle e giustamente ritenute indispensabili al compiuto raggiungimento dei fini comuni ed ancor oggi ammirate senza riserve tra i più operosi ed evoluti cattolici dell ' estero . In altre parole , l ' attuale situazione , fatta di bastonati e di bastonatori , non soltanto consiglia quegli amici nostri a subire , come tutti subiamo , quale una dura violenza a cui per ora non è possibile sottrarsi , restrizioni che vengono imposte alle nostre più sacre libertà di cittadini e di cattolici , ma li induce a dubitare della stessa efficacia dell ' azione sociale e dell ' azione politica , senza mostrar di accorgersi che ciò è un pavido e cieco camminare a ritroso di qualche decennio sul cammino faticosamente e non inutilmente percorso dai cattolici italiani in genere e da quelli bresciani in particolare , e che senza una vigorosa azione sociale e una robusta azione politica tutte le altre forme d ' azione , anche quelle spiritualmente preminenti , possono venir compromesse od anche impedite dalla iniquità delle leggi e risolversi in vani conati di riscossa e di ricostruzione facilmente soffocabili , appena dieno ombra , dalla onnipotenza incontrollata dei poteri centrali . E voglio aggiungere che questo atteggiamento di dubbio , di svalutazione e spesso di avversione verso l ' azione sociale e l ' azione politica è più che mai irragionevole a Brescia dove sia detto a comune giustizia nessuna ragione esse han dato mai di lamentare eccessi e inconvenienti appena appena notevoli . Attesa questa visione che ho della nostra attuale situazione , Ella non si meraviglierà , Signor Presidente , se io mi domando quale via mi segnino la mia dignità e la mia coerenza ; se mi domando come mai il resistere ai violenti ci abbia di un colpo tramutati , agli occhi di molti , da modesti ma incontaminati uomini politici in discussi e facili politicanti ; se domando ai fratelli benemeriti della propaganda religiosa qual sorte sia serbata , nel turbine , ai più ardimentosi ed ai più oscuri gregari della nostra flagellata milizia politica , ben difficilmente sceverabili dalla nostra milizia cattolica , ai quali si volge commossa la mia ammirazione e vuol essere testimonianza di fraterna solidarietà questo povero scritto : se cioè debbano attendersi anche a Brescia , come altrove , quando si rinnovi contro di loro una violenza , la instaurata distinzione inumana e codarda tra le persone e le cose dell ' azione cattolica che si protesta debbano venir rispettate ad ogni costo , e quelle dell ' azione politica che generosamente si abbandonano alla mercé della loro sola difesa e dell ' odio implacato della parte dominante . Voglia dirmi chiaramente la Giunta Diocesana di Brescia se ritiene che nel nostro campo chi attende come la violenza delle attuali circostanze permette all ' azione sociale ed all ' azione politica sia almeno da considerarsi nella stessa trincea di quelli che provvedono a tranquille e pur preziose opere di propaganda specificatamente religiosa , e questo pure serbando la giusta divisione tra le diverse attività ma senza perdere di vista mai l ' unità dello spirito informatore e il fine comune la salvezza delle anime al raggiungimento del quale le diverse attività cospirano . Voglia dirmi , la Giunta Diocesana , se ritiene ugualmente benemeriti dell ' opera comune coloro che attendono e lo facessero con efficace ardore e soprattutto con intelligenza moltiplicati ! a educare , a preparare cristianamente i capi e le masse per i cimenti futuri , e coloro che intanto son chiamati ad affrontare , con le sole forze di cui dispongono , i cimenti presenti , perduti i quali anche il domani è in buona parte perduto ; se ritiene ancora che dalla fraterna , aperta , leale , cordiale collaborazione di tutte codeste attività , e soltanto da essa , possa nascere e svolgersi un movimento completo , equilibrato , fecondo e tale da fronteggiare tutte le esigenze e tutti i pericoli della travagliata epoca nostra . Codesti gravi quesiti , dolorosamente palpitanti di attualità , ho sentito il dovere di porli proprio io , Signor Presidente , ch ' Ella conosce da trent ' anni quale milite modesto ma fedele dell ' azione cattolica , della cui funzione fondamentale di formazione cristiana delle anime , di alimentatrice indispensabile e costante dello spirito di ogni nostra milizia io non ho dubitato un istante , mai ; che solo invoco , per essa , che al fiore della intelligenza e dell ' apostolato di tutti i cattolici italiani senza diffidenze ed esclusioni sia consentito l ' altissimo onore di offrire collaborazione ardente e fraterna . E quei problemi preoccupanti ho sentito il dovere di porli proprio io , non dimentico degli unanimi osanna , tra i quali dal libero suffragio dei cattolici apertissimamente assenziente la stessa autorità religiosa fummo prescelti a un duro posto di avanguardia per tutti e di più alta responsabilità , e non colpevole di aver taciuto mai al partito politico , anche nei momenti della sua più ammirata potenza , le mie aperte riserve circa eccessive tolleranze nei rapporti di taluni gregari e degli atteggiamenti che essi andavano assumendo . Ma oggi , da troppe parti , non si domanda fraternamente al partito di correggere taluni errori in cui , nella sua prorompente giovinezza può esser caduto , ma dimenticando un passato ancora recente , chiudendo gli occhi a un domani che può non esser lontano , appare consumata saggezza mostrare di considerarlo malgrado il suo programma , gli uomini che lo compongono e i conclamanti servizi resi alla causa al livello degli altri partiti politici per ostentare il proprio disinteressamento per tutti ; comodissima tattica che , tra l ' altro , può molto giovare a tener lontana la minacciosa avversione di chi tiene il potere . Io rimango fedele , anche in quest ' ora , al mio passato e alla mia promessa , io che non ho risparmiate le oneste critiche restando spesse volte quasi solo tra il coro dei plaudenti ; e chiudo questo scritto accorato domandando alla mia Giunta diocesana con la sola autorità che mi viene dall ' esser padre di sei figli se ritiene che per i nostri giovani , in quest ' ora di persecuzione , oltre chiamarli sotto la pacifica tenda dell ' azione religiosa , non sia spettacolo altamente fortificatore degli spiriti quello che dà la nostra insidiata , sospettata , combattuta azione politica la quale , sdegnando le facili ricompense che le verrebbero prodigate seguendo men aspra e men diritta via , insegna a resistere anche senza speranza umana quando la violenza vuol farci piegare , e non consente agli orpelli onde l ' imperante regime cerca sedurre ed asservire la Chiesa , di spegnere la ribellione e la protesta che dinanzi alla sanguinante tirannia , allo strazio di ogni men discutibile libertà cui è ridotto tutto un popolo , prorompono irrefrenabili da tante libere anime non ancora immemori dei più fieri comandi del Cristianesimo .
PROEMIO ( - , 1926 )
StampaPeriodica ,
Ogni nuova rivista suole affermare nel suo presentarsi ai lettori che essa si sente destinata , poco meno che per provvidenziale missione , a colmare una lacuna . Si potrebbe quindi ragionevolmente dubitare che una lacuna ... disponibile sia ormai rimasta per noi , che stiamo per iniziare appena oggi la nostra vita . Ma in verità il compito che ci proponiamo non ci sembra oggi comune ad alcuna altra rivista . Ne indicammo , in un primo annunzio di tre mesi addietro , alcuni punti , accennando sommariamente anche certe direttive pratiche cui intendevamo attenerci . Quella sintesi schematica , però , non dava i tratti caratteristici del programma , quale è venuto successivamente maturandosi , precisandosi attraverso più concrete discussioni preparatorie , ed insieme allontanandosi alquanto dalle linee primitive . La « Cronaca Sociale » nasce dalla iniziativa e si alimenterà precipuamente dalla collaborazione di un gruppo di giovani i quali vivendo con passione di fede il travaglio fecondo , se pur talvolta amaro ed ingrato , della coscienza politico - sociale dei cattolici italiani , nell ' attuale periodo storico credono di potere e dovere utilmente contribuire , nel limite delle loro forze modeste , a determinarne i dati , ad approfondirne il valore , ad orientarne i resultati . Il ciclo della perfetta unità di spirito e di organizzazione dei cattolici nel campo politico e sociale può dirsi chiuso : non soltanto in Italia , ma in tutti i paesi che hanno veduto il complesso esperimento della loro attività nella vita pubblica . Era allora in giuoco la difesa dei più alti e gelosi interessi religiosi , e dello stesso diritto di cittadinanza dei cattolici come nucleo operante nella vita degli stati moderni , contro gli assalti combinati del liberalismo e del socialismo , i quali avevano derivato da tutto quel vasto movimento di idee e di fatti , cui si collegano la rivoluzione francese e le rivoluzioni nazionali , l ' assioma ideologico della separazione dei fattori etici dai problemi sociali e dal ferreo giuoco degli interessi economici : donde il consolidarsi dei vari pregiudizi anticlericali o , peggio , antireligiosi di rea memoria . Su questo terreno di lotta , nel Belgio come in Germania , in Olanda come in Austria , in Italia come nella stessa Francia , la tenace multiforme azione dei cattolici , di cultura , di propaganda , di organizzazione , di resistenza ebbe le sue pagine eroiche e vinse la sua battaglia . C ' è oggi , e non solo in Italia , una mentalità diversa , diremmo più rispettosa e comprensiva , certo più oggettiva ed aperta , dei superiori problemi che si connettono alla vita religiosa ed all ' altissimo magistero della Chiesa cattolica . L ' attività pubblica dei cattolici ha potuto così procedere oltre la primitiva fondamentale esigenza di difesa ; e le si sono venuti man mano ponendo in primo piano due problemi ; quello morale prima che politico di un sempre più largo sforzo di realizzazione e di conquista , diretto a permeare la vita sociale , con la maggior profondità ed estensione possibili , dei grandi insegnamenti del cattolicismo ( nel che consiste la più solida efficienza di una difesa delle idealità religiose ) ; l ' altro , più propriamente politico ma a larghe essenziali interferenze coi problemi etici e sociali , di una presa di posizione nei confronti della concezione , della organizzazione , delle funzioni dello stato moderno , dei suoi rapporti con i diritti dei singoli e delle collettività ( la cosidetta « crisi della democrazia » ne ha fatto il problema centrale del riassestamento interno delle nazioni dopo la guerra ) . Dinanzi a questi problemi era inevitabile che divergenze di pensiero e di tattica si palesassero sempre più definite . Certamente non è casuale che ne siano solcate da tempo , se non anche divise , le compagini più ricche di esperienza e di storia come quelle dei cattolici belgi , olandesi e tedeschi . In Italia la divisione si andava già palesando durante l ' ultimo periodo della fortuna del Partito Popolare , che rappresenta indubbiamente lo sforzo unitario più organico del passato . Si è rivelata poi via via in tutta la sua ampiezza durante il consolidarsi del regime fascista , il quale ha operato come reagente nella indistinta coscienza collettiva dei maggiori aggruppamenti dei cattolici , allo stesso modo che nelle altre correnti politiche . Noi sentiamo di rammaricarci delle forme di deplorevole asprezza che il dissenso ha rivestito fra noi e che per nostra parte studiosamente eviteremo : non del dissenso in sé . Lungi dal temerne chissà quali fatalissimi effetti , noi lo giudichiamo invece utile e chiarificatore per dirla con una parola di moda ; e lo assumiamo come dato acquisito , punto di partenza per impostare il nostro programma . Siamo qui nel dominio di questioni opinabilissime , sulle quali non ha riflesso decisivo la concordanza intorno alle grandi questioni di principio che sono fuori causa per tutti i cattolici ; poiché vi « giuocano » , insieme con una considerazione assai soggettiva della poliedrica complessità dei fatti politici e sociali e del loro mutevole atteggiarsi , anche gli stretti legami che questi hanno con situazioni , interessi , preoccupazioni di carattere « materialistico » di estrema sensibilità . La divisione è ormai profonda negli atteggiamenti politici , ma non è meno concreta nel campo della « azione sociale » che forma poi il substrato dei primi , e si può sintetizzare nei due termini che sono d ' uso più corrente e contengono la più approssimativa definizione : cattolici democratici di fronte a cattolici conservatori . Noi siamo , convintamente , dei primi . Ed il momento ci sembra richieda di riprendere e sviluppare quel magnifico fervore di studio e di opere che in un altro periodo agitato della vita italiana , attraverso errori generosi e deviazioni tristissime , fecondò il primo movimento democratico - cristiano . Ma aggiungiamo subito che non intendiamo lasciarci attrarre dal fascino bruciante delle lotte politiche : se non ne potremo naturalmente prescindere del tutto , concentreremo però la nostra indagine nel cerchio pur vasto dei fatti sociali e dei problemi morali tecnici , economici che vi si collegano . Oggi , negate come sono , o almeno estremamente ridotte , le possibilità di ogni attività pratica , è l ' ora del raccoglimento operoso per la educazione delle coscienze , per la conquista dei convincimenti meditati e consapevoli , contro la prevalente opacità intellettuale e morale , contro l ' acquiescenza insincera in servigio del tornaconto . Ecco il compito della nostra « Cronaca » . E questo agitare idee , questa approfondita osservazione dei fatti , ricercati col sereno disinteresse di chi non si attende effetti o successi né immediati né prossimi , sarà perseguita da noi non col metodo freddo ed indifferente di chi raccolga ed elenchi materiale di studio , ma secondo una coerente linea orientatrice , affinché abbia il valore formativo che ce ne ripromettiamo . Ciò non ci tratterrà certo dal valerci anche del contributo di amici , noti od oscuri , che vedono le cose di oggi e di domani sotto un angolo visuale diverso dal nostro : per una coltura seria viva ed aperta giovano le larghe informazioni , le discussioni , gli attriti di idee . Ma ogni problema avrà la valutazione che risponde alla nostra visione della realtà e delle esigenze ideali di un movimento cattolico - sociale . Le nuove informazioni che si vanno delineando negli spiriti prima che nelle vicende esteriori , richiedono omogeneità di pensiero , chiarezza di intendimenti , saldezza di fede . A prepararle , soprattutto nella massa giovanile dei cattolici italiani , vuol contribuire questa rivista , che confidiamo sarà seguita da amici non scarsi né tepidi . E Iddio illumini e fecondi l ' opera nostra .
StampaPeriodica ,
Sono molti gli uomini « equilibrati » che imputano come difetto al fascismo la rigida intransigenza , costantemente riaffermata : e lo vorrebbero un po ' meno ... rubesto e categorico , un po ' più domestico e conciliante . Costoro non credono nel fascismo , non ne hanno compreso lo spirito , e , consapevolmente o no , ne desiderano l ' esaurimento progressivo . Perché il fascismo possedendo una propria soluzione integrale dei problemi politici e sociali , intendendo di attuarla , obbedisce con la sua intransigenza ad una legge precisa del suo sforzo di realizzazione , attua la condizione necessaria per raggiungere i resultati . Parliamo , s ' intende , di intransigenza sostanziale , di quella cioè che può accettare contatti e adesioni per contingenze immediate , ma gli uni e le altre fa convergere ai propri fini . Non si contrastano infatti , nelle consuetudini pratiche del fascismo , le iscrizioni insincere o quelle di ufficio : la sua dottrina e il suo metodo non ne soffrono deviazioni o attenuazioni . Sono gli altri che transigono , non esso . Il suo Duce sente nettamente questa esigenza della sua « missione » e dirige con lineare inesorabilità la rotta , contro tutte le tentatrici convenienze occasionali . Sono di ieri le sue riaffermazioni del carattere fascista integrale delle Corporazioni , che sembrano una risposta alle riserve della Azione Cattolica , sebbene egli professi una grandissima considerazione per la importanza religiosa e sociale della Chiesa . Non è forse vero che tutti i movimenti che non siano meramente intellettuali debbono riconoscere la stessa legge , se vogliono adempiere concretamente alla loro missione storica ? Quando infatti alcuno di essi si lascia permeare da spirito di transigenza e di adattamento anche illudendosi di contenerne le applicazioni nel metodo di azione , che agevoli la sua progressiva conquista , i fatti si incaricano di dimostrare che con ciò stesso il movimento rinunzia ad esercitare un influsso decisivo nella vita di un paese . È lecito , senza sentirsi accusare di faziosità , di sovversivismo e di non so quali altre orribili peccata , rintracciare la riprova di tale verità nelle vicende del movimento sociale - cristiano d ' Italia ? Che di una stasi dolorosa questo soffra , non ci pare invenzione o accentuazione di malevolo pessimismo . I dirigenti della stessa Azione Cattolica la avvertono : in ogni adunanza si levano voci a lamentarla ; la incertezza e il disagio si riflettono nel giornalismo cattolico , e qualcuno degli spiriti più pensosi se ne va già preoccupando come di una « crisi » ( non è questo il titolo di un recente studio del Bondioli ? ) . La influenza sociale dell ' opera nostra è ridotta al minimo : ogni sforzo dei vari centri direttivi perde la maggior parte della sua efficacia nella inerzia spesso indifferente della periferia . Si potrebbe dire sinteticamente che l ' azione sociale cristiana ha perduto l ' iniziativa della battaglia per la sua espansione conquistatrice ed è ridotta ad una penosa difesa .. . Per comprendere le cause , ed inquadrarle storicamente nelle varie vicende , possono giovare alcuni dati cronologici . S ' intende che la breve indagine e le considerazioni conseguenti non sono riferibili al cattolicesimo e alla Chiesa come confessione e Società religiosa : questa obbedisce alle esigenze storiche del suo altissimo magistero , rimanendo estranea e superiore alle vicende interne di ogni regime . Noi parliamo qui della posizione nella vita pubblica del laicato cattolico . Il primo sorgere , l ' affermarsi , l ' irrobustirsi di un movimento cattolico , avvengono in una atmosfera di crudo contrasto con tutte le altre concezioni , con tutti gli altri movimenti del periodo immediatamente successivo alla unificazione dello Stato . Era un contrasto che ferveva soprattutto intorno ad una questione di vasta portata religiosa e politica ma definita e circoscritta ; che si traduceva soprattutto in un atteggiamento di resistenza , il Non expedit . Ma la delimitazione degli opposti campi era netta e rigidamente mantenuta . Si venne poi affacciando in tutta la sua imponenza il fenomeno sociale : le classi lavoratrici , attraverso il socialismo , minacciavano l ' ordine costituito , nell ' economia e nella politica . Il grido di dolore di tanti umili , in condizione poco meno che servile , fu raccolto dai cattolici di tutti i paesi . Echeggiò nel mondo la Rerum Novarum . Il periodo dal 1891 ( Rerum Novarum ) al 1904 ( Nuovo ordinamento della Azione Cattolica ) segna l ' affermarsi progressivo e l ' espandersi come azione di conquista morale della democrazia cristiana . Dal 1904 all ' inizio della guerra europea , si va accentuando con le prime attività elettorali dei cattolici la scarsa risonanza della loro azione nelle masse popolari ( tutti ormai convengono che la « Unione Popolare » non fu mai un organismo vitale , e che la « Unione Economico - Sociale » assistette , piuttosto che presiedere collaborando attivamente , ad un certo sviluppo del movimento sindacale ed economico ristretto a talune zone dell ' Italia settentrionale ) . Dal 1918 al 1922 si riprendono e con rapido progredire si affermano indirettamente , attraverso il Partito Popolare e le tre Confederazioni « bianche » l ' attività e la capacità di espansione del movimento sociale cristiano . Nella vicenda contemporanea , ancora in sviluppo , il ripiegamento della azione politica e sociale e il ritorno alla azione cattolica di preparazione , di cultura , di difesa , coincidono col riapparire che abbiamo rilevato di un inquietante disinteresse e di un oscuro disagio in larghi strati delle masse cattoliche . Un costante dato di fatto , a cui non si può dare s ' intende il valore di un elemento per sé solo esauriente della interpretazione degli avvenimenti , ma che balza significativamente in rilievo , è che il ristagnare e lo isterilirsi della azione sociale cristiana nella vita pubblica ha coinciso con l ' adattamento di essa a situazioni e criteri politici ( partecipazione a sostegno di candidature liberali e conservatrici , intese clericomoderate , patto Gentiloni ; incertezze ed acquiescenze contemporanee ecc . ) ; mentre il vigoreggiare della forza di penetrazione morale , della fede ardente ed operosa , dello spirito di proselitismo , si è manifestato , in misura più o meno profonda , nei periodi di intransigenza sostanziale , ed anche formale , nei quali i cattolici sociali sentivano di costituire essi un centro di polarizzazione per le energie volte al sano progresso civile . In questa ora grigia , riandare con la memoria agli anni fervidi che seguirono la Rerum Novarum , sonanti di contrasti e di polemiche interne , spesso acerbissime , ma ricchi di quel fermento spirituale che diede poi la fioritura meravigliosa ahi , troppo breve ! della democrazia cristiana ; fa oggi l ' effetto di guardare a tempi eroici . Si rievocano con ammirazione commossa anche coloro che come l ' Olgiati sono severi nel giudizio complessivo . E con animo non dissimile si può ricordare la ripresa della azione sotto le bandiere popolari e sindacali bianche . Perché , se di un movimento così complesso è lecito dare valutazioni diverse ed opposte , nessuno potrebbe in buona fede disconoscerne il fondo ed il carattere di potente rinascita dello spirito cristiano contro il materialismo settario della pratica liberale , della massoneria , del socialismo rivoluzionario . Anche nel '19-20 , come venticinque anni addietro , non ci si batteva sulle posizioni , ma si attaccavano gli avversari nei loro domini , si voleva conquistare e si rischiava anche la vita , con serenità , con disinteresse , con spirito di sacrificio , con entusiasmo : lo sa chi ha affrontato le folle imbestiate dalla propaganda rivoluzionaria del '19 e del '20 . L ' ambizione o il desiderio di profitto personale non danno un tale ardore di proselitismo ! Oggi i cauti ripiegamenti , le accortezze diplomatiche , i distinguo sapienti , la predicata pazienza dell ' attesa , l ' accettazione dei fatti compiuti , intristiscono l ' impulso della azione , la fiducia nelle capacità realizzatrici del nostro programma . Risuona con troppo debole eco l ' appello al sacrificio dei pochi che sono rimasti sulla linea della battaglia : quello spirito eroico che fu animatore delle nostre giovinezze sembra passato ad altri . Non intenda taluno che noi vogliamo ignorare le necessità del momento , limitatrici ferree dell ' azione : quella che preoccupa non è l ' inattività pratica , esteriore , organizzativa , bensì l ' inerzia e l ' acquiescenza degli spiriti ... Sugli elementi che vi hanno condotto , i fatti vanno ormai fornendo una esperienza che non sarebbe lecito svalutare come prematura e provvisoria . Si può dire con esattezza storica che degli stati d ' animo delineatisi nel campo dei cattolici italiani , quello che fin qui ha determinato la figura , l ' atteggiamento , la funzione complessiva del loro movimento nella vita pubblica , è stata la tendenza che ama definirsi realistica ; la quale difetta di quella intima fede nella virtù rigeneratrice ( o almeno nelle possibilità di attuazione ) del cristianesimo totale , che crea la esigenza di una posizione tutta propria , contrapposta ad ogni altra dottrina o metodo politico - sociale . Uno stato d ' animo orientato piuttosto alla difesa ed alla conservazione di posizioni acquisite ; che cerca nella intesa con altre correnti le quali abbiano preoccupazioni conservatrici analoghe , se pure in altro campo , la possibilità di affermarsi con la maggior efficacia nella vita pubblica ; che obbedisce quindi a sensazioni più strettamente politiche , ed è in conseguenza più legato ai fenomeni ed alle esigenze dell ' ora , e condotto a cercare soluzioni politiche di equilibrio , aderendo alle situazioni prevalenti , per evitarne ( si dice ) il maggior male e trarne il massimo vantaggio . È faziosità o incomprensione ogni intransigenza ; è fanatico irrigidimento ogni resistenza tenace sulle linee del programma integrale . Saggio e doveroso distinguere il nucleo di verità in certe dottrine , ed aiutarne la estrinsecazione specialmente quando l ' equilibrio di tale modo di pensare contempera felicemente la fedeltà astratta ai principi e il vantaggioso adattarsi alle esigenze pratiche dell ' ora . Dalla meno intima e calda fiducia nelle capacità conquistatrici della propria dottrina , si è indotti a ritenere meglio rispondente agli interessi dell ' ordine sociale e della religione stessa regimi , sistemi , metodi di autorità ; si accettano le direttive teoriche della scuola sociale cristiana , ma non per la convinzione intima e profonda di un diritto e di una capacità delle classi lavoratrici ad elevare se stesse , a conquistarsi una partecipazione più equa alla vita economica e politica di ogni paese ; bensì piuttosto perché l ' indulgere alle aspirazioni insopprimibili dei lavoratori è il mezzo migliore , l ' unico mezzo efficace forse , a contrastare la propaganda socialista . In questa atmosfera si è formata la coscienza collettiva del movimento sociale cristiano in Italia . I periodi nei quali è prevalsa la concezione integrale del programma , o sono stati arrestati nel loro momento più fecondo da deviazioni dolorose ( murrismo ) , o furono troppo brevi perché potessero esaurirsi le tracce della mentalità prima predominante ed imprimersi le caratteristiche rinnovate di un pensiero e di una azione pubblica , autonoma e organicamente definita ( partito popolare ) . Con ciò noi non vogliamo dimenticare che la tendenza transigente o realistica , impersonata in gruppi ed in uomini di grande autorità nel campo nostro , ebbe una parte notevole nel travaglio di superamento della immobilità astensionista di così lunghi anni . Ma intendiamo constatare l ' influsso negativo che in seguito ne derivò , avendo concentrato essa l ' attenzione dei cattolici sulla utilità appariscente dei successi immediati e ritardato la formazione di una coscienza sociale e politica compiuta in sé , autonoma nella sua visione ed azione , fidente nelle sue capacità rinnovatrici . Cosicché il contatto con la realtà della vita pubblica produsse in larghe zone del campo sociale - cristiano quegli assorbimenti dalle dottrine liberali e nazionalistiche , che sono i precedenti lontani ma diretti delle presenti deviazioni verso il fascismo . Cito il giudizio di uno scrittore non sospetto , il Bondioli , di cui ho ricordato lo studio sul giornalismo cattolico : ( l ' opera di questo ) « ammirevole sotto molti aspetti , non fu sempre ricca di intima unità e di sistematicità ; mancò soprattutto di una grande idea che dominasse i momenti della loro attività che oscillò quasi completamente , per le necessità storiche dell ' ora , tra la questione sociale ed il Non expedit . Al giornalismo nostro restò quindi quasi ignota una visione cattolica della politica estera e della politica coloniale ; perciò la guerra libica non ebbe sui giornali del famoso " trust " grosoliano che ripercussioni pecuniarie per il finanziamento fatto dal Banco di Roma , e la neutralità agli inizi della guerra europea trovò negli stessi fogli una difesa incerta e puramente sentimentale » . E il Partito Popolare ( è dovere di imparzialità ammetterlo ) di tali precedenti soffrì , nella scarsa omogeneità della sua compagine , nella impreparazione intellettuale delle sue masse ed anche di molti , di troppi del suo ... stato maggiore ; ed in quella morale di alcuni migliori i quali furono alieni da responsabilità decisive perché considerarono il nostro movimento collaboratore di altri e non centro polarizzatore per virtù del proprio programma e della propria forza morale , sociale e politica . Ed oggi ... Oggi siamo giunti a tanto da dover quasi volgerci agli avversari per vedere delineate con netta franchezza , con risoluta precisione , le differenze e le antitesi che danno i tratti salienti della nostra dottrina sociale , nel dilagare di così pavide e insincere constatazioni di convergenze . Quali elucubrazioni e quanti distinguo sulla libertà e sulla autorità ! Non conta che le due vuote formule debbano essere riferite ad una definita concezione dello Stato , per avere un significato ed un valore concreto : questa o la si ignora o la si contraddice in via di pura dissertazione teorica . Scriveva « L ' Ordine » di Como intorno all ' intervista recente dell ' on . Mussolini : « È detto nell ' intervista che la libertà individuale è una concessione dello Stato anziché un diritto inerente all ' individuo ... Tutti i sistemi di statolatria poggiano su questo principio : l ' uomo è nulla fuori dello Stato , il cittadino , quelle libertà che ha , le ha dallo Stato perché lo Stato è l ' unica fonte del diritto , perché lo Stato è tutto . La Chiesa dice di no , la dottrina sociale cattolica dice di no , il diritto naturale dice di no . L ' individuo è preesistente allo Stato il quale se un giorno scompaia come vogliono i socialisti o non scompaia è questione che ora non importa . Ma questo è certo che , esistendo prima dello Stato , ed esistendo completo nella sua personalità , l ' individuo non ha avuto bisogno di attendere dallo Stato la concessione di quelle libertà che sono inerenti alla sua natura . Ogni associazione limita le libertà individuali : la limitazione è compensata da altri beni . A questa limitazione ha tanto più diritto lo Stato che deve provvedere all ' interesse comune , al benessere comune : limitazione che non può essere arbitraria , che non può essere fatta per ragioni di fazione , che deve trovare la sua giustificazione in un bene reale da raggiungere , impossibile a raggiungersi senza di essa . Ma come il diritto alla limitazione non significa facoltà alla soppressione completa , così suppone la preesistenza di queste libertà » . E del « nazionalismo » si definiscono e ridefiniscono con teorica cautela le caratteristiche non confondibili col « patriottismo » ammesso e alimentato dal sentimento religioso . Rispondeva di questi giorni « L ' Unità Cattolica » ai tedesco - nazionali prussiani : « Per quanto talvolta si sia con intento approfittato di essa per giuocare sull ' equivoco , non ci sembra possibile confondere nazionalismo con patriottismo . L ' una è la dottrina che fa dello Stato il centro , lo scopo e il principio di ogni attività umana e di ogni autorità sociale : che tutto subordina senza eccezioni all ' interesse dello Stato annientando l ' individuo di fronte all ' organismo della collettività politica cui appartiene : che nel campo dei rapporti internazionali considera i principii etici che per consuetudine o per convenzione lo disciplinano solamente in funzione di peculiari interessi politici e non come espressione di una coscienza giuridica universale , di una morale superiore e intangibile » . Ma far discendere dalle nuvole dei principi applicazioni coraggiose e coerenti è ben altra cosa . La rivalutazione del fattore religioso non importa se a servizio della nazione anziché delle anime ; l ' ossequio esteriore che circonda la Chiesa non importa se per trarne un elemento di prestigio anziché il pensiero e la pratica del cristianesimo ; il rispetto a qualunque ordine costituito come canone inderogabile del buon costume cattolico ; la lotta antidemocratica e antisocialista che sembra eliminare per sempre i pericoli della « volontà popolare » e togliere l ' incomodo di influenzarla e attrarla al proprio pensiero con lo spirito e la attività di proselitismo , sono i motivi di fatto che dominano le questioni di principio . Tenersi a queste è settarismo torbido e cieco : saggezza , equilibrio , sana preoccupazione degli interessi più eccelsi consigliano di procedere al rimorchio ed all ' ombra dei potenti dell ' ora . E saggio è veramente risparmiare la esemplificazione dimostrativa . I cattolici , sentenziò ( ci pare ) Napoleone , e potrebbe ripetere un osservatore contemporaneo , sono nati per servire ... Ma nelle anime soprattutto dei giovani non è sopito l ' anelito della fede operosa ed entusiastica . Tornare alla Rerum Novarum , si invoca da più parti , guardando ad essa come all ' appello di un ` Grande Capo per un apostolato di conquista . La Chiesa madre in mezzo ai popoli ed alle classi , prigionieri dei loro egoismi feroci , a dire la parola della carità e della giustizia che essa sola può pronunziare . E quanti credono nella feconda , perenne modernità del cattolicesimo , soldati della buona battaglia combattuta prima nella coscienza che nella azione ! È da questa aspirazione , contenuta dalla inerzia o dalla acquiescenza e dal calcolo vile , da questo riprepararsi della consapevolezza piena della missione cattolica nella vita degli stati , che discende il disagio di cui parlavamo in principio : senso di inferiorità di fronte ai problemi formidabili dell ' ora . Ha scritto un giornale fascista che il « cattolico - cittadino non potrà non essere un ribelle sostanziale , anche se rende omaggio alle istituzioni del suo ambiente e del suo tempo » . Non ci spaventiamo della definizione né identifichiamola con la violenza illegale del sovversivismo . Ma non è forse il cristianesimo una perenne protesta contro la ingiustizia , una insonne volontà di bene , un moralismo sociale operante incessantemente per una rinnovazione delle coscienze e degli istituti ? E non è colpa non domandare alla fede quanto essa avrebbe potuto dare anche nella vita collettiva se noi ne avessimo approfondito e reso attivi i rapporti con tutte le esigenze dell ' ordine morale , intellettuale , politico , sociale ? In cospetto di una terribile esperienza , quale è quella del Messico , il problema delle affermazioni integrali si pone di nuovo . « Bisogna che i cattolici di ogni paese comprendano l ' impellente necessità di ribellarsi alla forma di colpevole passività dai nostri avversari caldeggiata , tendente ad affidare nelle mani degli altri la difesa delle nostre più gelose aspirazioni . Il cattolico deve preoccuparsi di costituire una forza collettiva da opporre ai fautori delle tenebre , nascosti sotto le vesti più svariate . E questa linea di assoluta autonomia , che prevede una ferma e fervida coscienza delle proprie capacità sociali , deve essere maestra in tutte le attività . Lo Stato non urterà più contro la Chiesa , solo quando guarderà a questa come all ' ispiratrice di ogni più nobile attività umana e quando ad Essa subordinerà i suoi fini ; ora ciò è possibile solo con uno Stato cattolico e lo Stato cattolico non sarà attuato se non da cattolici operanti . Mirare quindi alla conquista dello Stato : ecco un compito che se fino ad oggi poteva sembrare un ' eresia , oggi si impone ad ogni cattolico d ' azione . Intensificare l ' azione religiosa , curare la formazione degli spiriti sulla base dell ' insegnamento cristiano , ma dopo quest ' opera di preparazione , non abbandonarsi a sperare dagli altri la realizzazione dei nostri sogni , ma buttarsi audacemente nell ' agone , perché il nostro programma abbia in noi , che ne siamo i più fedeli interpreti , i suoi esecutori » . Noi non sapremmo concludere in altro modo migliore che con queste parole di uno scrittore cattolico , pensoso delle vicende ammonitrici e dei doveri imperiosi che ne discendono .
StampaPeriodica ,
La trappola fu tesa con diabolica abilità . Un morto , un morto insperato , non uno dei soliti morti , aveva offerto l ' agognata occasione per vibrare il colpo di mazza decisivo contro Roberto Farinacci e il fascio cremonese ... Roberto Farinacci ha smontato la trappola , ha mandato all ' aria i ben architettati progetti avversari , ha salvato il Fascismo rendendolo ormai tetragono ad ogni assalto nemico per quanto subdolo possa essere nell ' avvenire . Infatti avversioni e cose ponevano a Roberto Farinacci questo dilemma : o assumere la responsabilità completa del fatto così come appariva dalla partigiana versione di esso o scindere questa responsabilità ... Senonché il fatto di S . Vito si riduce ad un luttuoso fatto di cronaca da cui esula ogni premeditazione omicida ... Ed il fascismo ne esce incontaminato e puro ! Con felice intuizione adunque Farinacci ha assunto la responsabilità dell ' operato del fascio , superando il primo comma del dilemma . Se invece Farinacci avesse declinato ogni responsabilità allora gli avversari avrebbero gridato ai quattro venti : ecco il vile ... Egli non è vile , né moralmente né fisicamente . La nobiltà del suo carattere è la forza indiscutibile e preminente della sua personalità ... Ed il fascismo è con lui più vivo che mai ! E non morrà !
StampaPeriodica ,
I guadagni degli operai vanno in sperpero giacché essi non sono proclivi alla economia . Per essi è diventata necessità tutto quanto è superfluo per le classi medie e quindi , danno sfogo , quasi a scherno della miseria , a spese eccessive di vitto , ai capricci della moda e del lusso , ai trattenimenti mondani , ai divertimenti più costosi , fomentando il malumore in coloro che non sono affatto in condizione di fare altrettanto , ma bensì di curare scrupolosamente il bilancio famigliare ...