StampaQuotidiana ,
Nel
numero
14
del
27
ottobre
di
Voce
Operaia
di
Parigi
,
in
testa
alla
4a
colonna
,
della
4a
pagina
,
abbiamo
trovato
il
titolo
che
integralmente
riproduciamo
:
«
Il
partito
comunista
si
purifica
e
si
rafforza
,
cacciando
dalle
sue
file
i
traditori
»
.
Molto
bene
!
Ma
chi
sono
questi
traditori
che
il
partito
comunista
indegnamente
caccia
dalle
sue
file
?
Sono
i
seguenti
:
Luigi
Repossi
,
Onorato
Damen
,
Bruno
Fortichiari
.
Un
minuto
di
sosta
.
Questi
sono
i
nomi
di
quelli
che
una
volta
furono
considerati
capi
,
apostoli
,
profeti
del
comunismo
milanese
e
italiano
.
Erano
tre
«
assi
»
del
leninismo
in
Italia
.
Chi
poteva
dubitare
della
loro
fede
?
Tutte
le
speranze
dell
'
avvenire
e
relativo
sole
convergevano
verso
questi
uomini
,
che
oggi
,
sono
bollati
col
marchio
dei
traditori
.
Ma
si
può
sapere
che
cosa
hanno
fatto
?
Il
giornale
non
lo
dice
chiaramente
.
Sembrano
sospetti
di
«
bordighismo
»
.
«
Avendo
continuato
dice
«
Voce
Operaia
»
a
sostenere
ideologie
in
opposizione
alle
ideologie
comuniste
e
rivoluzionarie
,
essendo
rimasti
sordi
agli
appelli
del
Partito
che
li
invitava
a
cessare
il
lavoro
frazionista
e
di
disgregazione
del
Partito
,
i
tre
suddetti
cittadini
vengono
cacciati
dal
Partito
della
rivoluzione
proletaria
.
Tutti
gli
interventi
del
Comitato
centrale
per
richiamare
costoro
alla
disciplina
per
discutere
con
loro
al
fine
di
convincerli
e
di
evitare
loro
di
cadere
nelle
file
della
controrivoluzione
,
di
diventare
di
fatto
degli
alleati
del
fascismo
,
furono
inutili
o
restarono
senza
risposta
.
Repossi
,
Fortichiari
e
Damen
continuarono
il
loro
lavoro
frazionista
per
disgregare
il
Partito
,
per
demoralizzarlo
e
per
paralizzare
l
'
azione
contro
il
fascismo
.
Essi
sono
giunti
fino
a
diffondere
opinioni
che
la
polizia
fascista
si
sforza
di
mettere
in
circolazione
nel
movimento
comunista
.
Essi
hanno
tentato
di
spezzare
il
Partito
,
essi
si
sono
posti
accanitamente
contro
il
fronte
unico
antifascista
.
L
'
espulsione
di
questi
ultimi
residui
del
bordighismo
rivoluzionario
si
rendeva
inevitabile
.
Essi
hanno
persistito
nel
loro
errore
e
il
Partito
che
aveva
fatto
di
tutto
per
trattenerli
dalla
via
della
controrivoluzione
,
esauriti
tutti
i
tentativi
,
ha
dovuto
cacciarli
.
Numerose
organizzazioni
e
compagni
avevano
chiesto
da
tempo
di
espellere
costoro
dal
Partito
come
traditori
del
comunismo
e
del
proletariato
.
I
compagni
immigrati
,
gli
operai
immigrati
rivoluzionari
,
che
conoscono
quale
è
l
'
azione
controrivoluzionaria
e
antioperaia
dei
pochi
bordighisti
dell
'
emigrazione
,
ridotti
a
balbettare
menzogne
e
calunnie
di
ogni
genere
contro
l
'
Internazionale
comunista
,
il
Partito
e
I
'U.R.S.S.,
incarogniti
in
un
'
attività
che
si
concretezza
esclusivamente
in
tentativi
vani
,
fortunatamente
tendenti
ad
ostacolare
e
ad
impedire
la
marcia
delle
masse
verso
il
comunismo
,
ad
intralciare
il
movimento
di
unità
d
'
azione
proletaria
antifascista
e
le
lotte
rivendicative
dei
lavoratori
plaudiranno
tutti
,
ne
siamo
certi
,
alla
decisione
del
C
.
C
.
del
P
.
C
.
d
'
Italia
che
,
espellendo
dalle
nostre
file
gli
ultimi
residui
del
bordighismo
scissionista
controrivoluzionario
,
ha
difeso
l
'
unità
del
partito
e
del
movimento
rivoluzionario
.
Nessuna
neutralità
dice
il
comunicato
del
C
.
C
.
del
Partito
può
essere
tollerata
di
fronte
ad
una
questione
che
mette
in
discussione
la
esistenza
stessa
del
Partito
del
proletariato
italiano
,
che
è
stato
creato
e
si
è
sviluppato
attraverso
i
sacrifici
di
migliaia
di
compagni
,
dei
quadri
migliori
della
classe
operaia
»
.
Per
fortuna
che
i
tre
nominati
«
traditori
»
non
vivono
in
Russia
,
poiché
se
fossero
cittadini
dello
Stato
di
Lenin
,
l
'
espulsione
per
tradimento
avrebbe
un
fatale
corollario
:
le
pallottole
amministrative
,
ma
per
ciò
non
meno
micidiali
,
di
un
qualsiasi
plotone
di
esecuzione
.
La
vita
,
tutto
sommato
,
è
ancora
più
«
comoda
»
nell
'
Italia
fascista
,
anche
per
i
dormienti
comunisti
,
più
o
meno
traditi
,
più
o
meno
traditori
!
StampaQuotidiana ,
Di
fronte
alle
voci
di
un
colpo
di
mano
fascista
per
la
conquista
del
potere
,
voci
che
hanno
preso
nuova
consistenza
in
seguito
alla
rapida
conclusione
del
Congresso
di
Napoli
,
crediamo
utile
e
doveroso
esprimere
nettamente
il
nostro
pensiero
.
Al
contrario
di
quanto
hanno
scritto
alcuni
giornali
,
i
quali
hanno
attribuito
l
'
intempestiva
chiusura
dei
lavori
del
Congresso
alla
decisione
di
passare
immediatamente
dalle
parole
ai
fatti
,
noi
crediamo
che
il
vero
movente
dell
'
arresto
improvviso
dei
lavori
del
Congresso
,
sia
stato
invece
il
desiderio
di
sottrarre
alle
tumultuose
discussioni
e
alle
affrettate
decisioni
del
Congresso
le
limitate
richieste
di
Mussolini
,
che
rappresentano
la
base
accettabile
per
una
soluzione
pacifica
della
crisi
.
La
rinunzia
ad
una
discussione
pericolosa
,
nonché
interpretata
così
come
un
proposito
di
guerra
,
testimonia
invece
il
proposito
di
non
creare
ostacoli
a
quella
soluzione
pacifica
,
a
cui
gli
avvenimenti
erano
stati
avvinti
dal
discorso
Mussolini
.
Il
timore
che
il
conflitto
esistente
fra
la
volontà
del
Parlamento
,
la
quale
tende
a
perpetuare
il
dominio
di
una
casta
,
che
ha
esaurito
il
suo
compito
storico
,
e
la
volontà
del
Paese
,
che
pretende
,
con
uomini
nuovi
,
instaurare
i
valori
della
vittoria
,
abbia
a
risolversi
con
un
urto
violento
,
trae
invece
la
sua
ragion
d
'
essere
ed
è
perfettamente
commisurato
alla
capacità
di
resistenza
che
gli
uomini
di
governo
e
quando
diciamo
uomini
di
governo
intendiamo
tutti
i
parlamentari
a
cui
potrebbe
far
capo
la
soluzione
di
una
crisi
ministeriale
potrebbero
opporre
ad
un
mutamento
radicale
e
ad
un
rinnovamento
totale
delle
direttive
di
governo
.
Per
quanto
oggi
non
sia
in
discussione
il
regime
,
né
nel
suo
istituto
immanente
né
nella
sua
struttura
parlamentare
,
ma
soltanto
il
predominio
di
una
classe
e
di
un
indirizzo
di
governo
,
la
situazione
è
nondimeno
estremamente
pericolosa
,
perché
le
forze
nazionali
non
possono
assolutamente
consentire
ad
alcuna
rinunzia
o
transazione
,
che
equivarrebbe
alla
loro
soppressione
e
alla
restaurazione
definitiva
e
rinvigorita
di
un
governo
democratico
-
sociale
,
che
sarebbe
antinazionale
non
soltanto
per
istinto
,
ma
per
necessità
.
La
situazione
è
oggi
tale
che
la
restaurazione
di
un
governo
democratico
-
sociale
necessariamente
antinazionale
non
può
essere
evitata
che
con
la
instaurazione
di
un
governo
decisamente
nazionale
.
Questa
condizione
di
cose
è
oggi
chiara
nella
coscienza
di
ogni
italiano
,
non
obliterata
dal
preconcetto
parlamentaristico
.
Il
Paese
oramai
sa
che
i
governanti
non
difendono
più
,
contro
la
pressione
delle
forze
nazionali
,
le
istituzioni
,
ma
soltanto
la
permanenza
al
potere
delle
loro
persone
e
della
loro
casta
.
Essi
non
difendono
neppure
la
legalità
,
perché
le
ultime
soluzioni
proposte
come
quella
dell
'
on
.
Mussolini
nel
suo
discorso
di
Napoli
non
escono
dal
campo
più
ortodosso
della
costituzionalità
.
Né
l
'
averle
pubblicamente
comunicate
al
Paese
,
prima
d
'
averle
confidate
all
'
orecchio
della
persona
incaricata
a
comporre
il
ministero
,
cambia
aspetto
alle
cose
.
L
'
ostinazione
dei
governanti
e
dei
parlamentari
,
che
appartengono
alla
categoria
degli
uomini
di
governo
,
potrebbe
dunque
costituire
il
solo
e
vero
ostacolo
ad
una
soluzione
pacifica
e
legale
della
crisi
e
all
'
instaurazione
di
un
governo
nazionale
.
Ma
detto
questo
,
noi
dobbiamo
altresì
avvertire
ad
ammonimento
dei
partiti
nazionali
che
si
mostrano
più
impazienti
che
bisogna
assolutamente
guardarsi
dal
pericolo
di
un
'
azione
violenta
intempestiva
e
superflua
.
Anche
la
vittoria
sarebbe
in
questo
caso
amaramente
scontata
non
soltanto
da
tutto
il
Paese
,
ma
anche
e
soprattutto
dalla
parte
vittoriosa
.
Un
moto
violento
,
nelle
attuali
condizioni
della
vita
economica
del
nostro
Paese
,
avrebbe
delle
ripercussioni
formidabili
e
nefaste
;
ad
esso
terrebbe
immancabilmente
dietro
un
ulteriore
crollo
dei
cambi
con
conseguente
larga
svalutazione
della
nostra
moneta
,
già
così
fortemente
svalutata
.
Al
trionfo
della
parte
nazionale
seguirebbe
pertanto
uno
sconvolgimento
della
nostra
vita
economica
,
che
sarebbe
il
secondo
dopo
quello
del
1919-20
,
che
fu
così
propizio
ai
progressi
del
bolscevismo
.
La
vita
economica
purtroppo
non
si
svolge
entro
i
limiti
della
società
nazionale
;
però
se
anche
il
rivolgimento
fosse
stimato
necessario
ed
utile
all
'
interno
del
Paese
,
non
cesserebbe
di
reagire
sinistramente
sulle
condizioni
economiche
della
Nazione
,
attraverso
le
false
interpretazioni
e
le
deformazioni
dell
'
opinione
straniera
.
La
parte
nazionale
verrebbe
quindi
ad
assumere
il
governo
in
condizioni
disastrose
,
e
vedrebbe
quindi
le
sue
difficoltà
moltiplicate
di
fronte
a
quelle
che
dovrebbe
superare
se
il
suo
trionfo
avvenisse
per
le
vie
legali
.
Gli
uomini
che
dirigono
le
forze
nazionali
,
se
hanno
vera
coscienza
dell
'
interesse
di
queste
,
non
possono
non
tenere
presente
la
considerazione
di
questa
condizione
di
cose
,
nello
scegliere
i
mezzi
per
raggiungere
lo
scopo
.
D
'
altra
parte
gli
uomini
di
governo
,
i
quali
alla
loro
volta
debbono
decidere
se
,
nell
'
interesse
dell
'
Italia
,
convenga
resistere
o
collaborare
all
'
avvento
di
un
governo
nazionale
,
darebbero
prova
di
supremo
antipatriottismo
,
se
tentassero
di
ricattare
il
patriottismo
della
parte
nazionale
,
speculando
su
questa
triste
prospettiva
.
StampaQuotidiana ,
«
La
libertà
:
grande
parola
!
»
.
Sì
,
ha
perfettamente
ragione
l
'
on
.
Orlando
:
«
parola
»
,
grande
quanto
si
vuole
,
ma
parola
,
niente
altro
che
parola
.
Tale
è
la
libertà
contrapposta
al
Fascismo
,
che
è
fede
,
passione
,
febbre
di
tutto
un
popolo
;
al
Fascismo
,
che
è
movimento
di
volontà
e
presentimento
di
potenza
italiana
.
Anche
i
miti
tramontano
come
gli
dei
e
ciò
che
prima
era
idea
,
sentimento
,
movente
dell
'
anima
,
oggi
è
soltanto
parola
:
non
muove
e
non
commuove
più
.
O
muove
e
commuove
soltanto
cerebralmente
alcuni
raffinati
costruttori
di
sofismi
e
oziosi
discettatori
,
che
si
dilettano
a
sovrapporre
i
loro
sillogismi
alla
dolorante
e
pur
grandiosa
realtà
,
nella
quale
viviamo
.
Ma
le
masse
non
sentono
più
il
fascino
di
quella
parola
,
perché
istintivamente
comprendono
che
quanto
in
essa
vi
era
di
sostanziale
,
di
giusto
e
di
nazionalmente
utile
è
stato
solidamente
assicurato
al
popolo
e
non
corre
più
alcun
pericolo
;
e
quanto
di
superfluo
,
di
stolto
,
di
personalmente
vantaggioso
e
di
nazionalmente
nocivo
,
in
nome
della
stessa
idea
e
con
la
stessa
parola
,
si
vorrebbe
ancora
rivendicare
,
ripugna
alla
rinnovata
coscienza
del
popolo
italiano
.
«
Libertà
»
è
parola
grande
,
da
riempire
la
bocca
,
ma
è
altresì
la
parola
più
equivoca
che
esista
nel
vocabolario
.
Essa
non
ha
contenuto
proprio
,
ma
l
'
acquista
dall
'
idea
o
dal
fatto
a
cui
si
contrappone
.
E
una
parola
che
può
funzionare
contro
ogni
istituto
positivo
:
è
la
parola
della
negazione
.
Anche
contro
Dio
si
può
invocare
e
rivendicare
la
libertà
di
credere
.
Però
è
assurdo
ed
è
sciocco
insorgere
in
nome
della
libertà
per
la
libertà
.
La
parola
non
ha
senso
se
prima
non
si
giudica
il
regime
alla
quale
essa
si
contrappone
e
contro
il
quale
si
vuole
insorgere
.
Ora
quale
funzione
dovrebbe
avere
il
mito
della
libertà
oggi
in
Italia
?
Nessun
'
altra
se
non
quella
di
paralizzare
lo
sforzo
,
a
cui
tendono
il
governo
e
il
Fascismo
,
di
elevare
l
'
Italia
a
potenza
di
prim
'
ordine
.
L
'
unica
finalità
del
Fascismo
è
quella
di
valorizzare
politicamente
ed
economicamente
l
'
Italia
.
Nessun
'
altra
finalità
né
superiore
né
in
concorrenza
con
questa
.
L
'
Italia
rappresenta
l
'
alfa
e
l
'
omega
del
programma
fascista
.
Il
fine
universale
e
il
fine
nazionale
coincidono
nel
Fascismo
,
mentre
non
coincidono
in
tutti
gli
altri
partiti
.
Noi
perciò
respingiamo
il
binomio
Patria
e
libertà
dell
'
on
.
Orlando
.
Patria
e
libertà
non
possono
stare
sullo
stesso
piano
.
L
'
interesse
della
Patria
deve
superare
qualsiasi
altro
interesse
.
Salus
Reipublicae
...
E
poi
se
non
date
alla
libertà
un
valore
di
mezzo
rispetto
al
fine
:
Patria
,
cioè
se
non
mettete
la
Patria
ad
un
piano
superiore
,
voi
finite
per
dare
la
prevalenza
assoluta
all
'
idea
di
libertà
.
Il
diritto
di
negare
la
Patria
è
infatti
compatibilissimo
con
l
'
idea
di
libertà
,
intesa
non
come
mezzo
,
ma
come
fine
.
Il
binomio
dell
'
on
.
Orlando
,
è
dunque
falso
,
perché
moralmente
insostenibile
.
Ma
gli
avversari
non
contestano
,
né
discutono
il
fine
del
Fascismo
,
per
commisurare
ad
esso
i
limiti
,
che
praticamente
devono
essere
imposti
alla
libertà
.
Essi
affermano
«
aprioristicamente
»
che
il
regime
fascista
è
contrario
alla
libertà
.
E
si
capisce
:
quando
della
libertà
si
ha
un
concetto
così
astratto
ed
assoluto
da
anteporlo
praticamente
a
quello
di
Patria
,
qualsiasi
limite
diventa
insopportabile
ed
è
considerato
come
una
totale
soppressione
della
libertà
.
Invece
l
'
unica
e
sostanziale
differenza
che
caratterizza
il
regime
fascista
rispetto
agli
altri
regimi
,
nei
riguardi
del
problema
della
libertà
è
questa
:
che
esso
non
consente
ai
suoi
nemici
la
libertà
di
abbatterlo
o
di
ostacolargli
il
raggiungimento
del
fine
nazionale
,
a
cui
esso
tende
.
Tale
sostanziale
differenza
dipende
dal
carattere
etico
del
regime
fascista
e
dal
carattere
agnostico
dei
regimi
demoliberali
.
Questi
ultimi
non
avevano
alcun
fine
da
difendere
e
però
non
avevano
alcuna
ragione
di
difendere
se
stessi
;
mentre
il
regime
fascista
difendendo
se
stesso
,
sente
di
difendere
un
altissimo
fine
nazionale
.
Il
Fascismo
ha
un
concetto
religioso
della
propria
missione
.
Tale
coscienza
gli
conferisce
dei
diritti
,
che
agli
altri
regimi
non
potevano
spettare
e
ai
quali
nemmeno
essi
aspiravano
.
Come
si
vede
,
volendo
ragionare
di
Fascismo
e
di
libertà
,
ci
si
deve
trasportare
sopra
un
terreno
assai
diverso
da
quello
sul
quale
è
rimasto
l
'
on
.
Orlando
:
sul
terreno
della
realtà
e
della
moralità
e
non
su
quello
dell
'
astrazione
e
dell
'
agnosticismo
.
E
sul
terreno
della
realtà
i
sofismi
e
i
giochi
dialettici
non
attraggono
nessuno
;
le
parole
restano
parole
e
non
hanno
la
virtù
di
commuovere
nemmeno
i
gonzi
.
Decisamente
il
regime
fascista
è
un
regime
duro
,
niente
affatto
propizio
ai
professori
.
Ma
è
il
regime
che
farà
grande
l
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
Domenica
scorsa
,
dopo
avervi
dimostrato
con
ragioni
chiare
come
la
luce
del
sole
,
che
il
governo
costituzionale
è
da
preferirsi
per
ogni
rispetto
al
governo
assoluto
,
intoppammo
in
quel
famoso
ritornello
che
fa
tanto
scalpore
fra
le
genti
bisognose
,
e
che
consiste
in
questo
:
O
governo
assoluto
o
governo
costituzionale
chi
ha
mangia
e
chi
non
ha
sta
a
vedere
.
La
piccolezza
del
foglio
non
permise
di
rispondere
subito
;
promettemmo
di
farlo
oggi
ed
eccoci
pronti
a
mantenere
la
promessa
.
Ma
amici
cari
bisogna
innanzi
a
tutto
smorzare
il
fuoco
delle
passioni
insidiose
,
e
sbrogliarsi
la
testa
delle
ideacce
prese
a
frullo
e
senza
riflessione
;
e
poi
con
quella
calma
che
si
richiede
per
ragionare
sopra
argomenti
di
grandissima
importanza
,
cercare
in
ogni
modo
di
scuoprire
la
verità
,
ed
accettarla
in
tutte
le
sue
necessarie
conseguenze
.
Se
a
quelli
che
brontolano
contro
il
nuovo
ordine
di
cose
domandate
,
quanti
sono
impoveriti
per
colpa
del
nostro
risorgimento
nazionale
,
senza
rispondervi
in
chiave
soggiungono
:
ma
i
poveri
sono
sempre
poveri
.
Bella
scoperta
!
O
che
s
aspettavano
dalla
Italia
unita
e
libera
,
poderi
,
ville
e
carrozze
per
tutti
?
Che
forse
la
libertà
civile
,
la
uguaglianza
davanti
alla
legge
,
la
indipendenza
dallo
straniero
doveva
portare
per
naturale
conseguenza
,
che
i
disperati
avessero
in
un
attimo
a
cambiare
di
stato
a
scapito
de
ricchi
?
Badate
bene
,
è
calcolo
fatto
,
e
che
ognuno
può
ripetere
;
se
di
tutti
i
beni
nazionali
si
facessero
tante
parti
quante
sono
le
persone
,
non
toccherebbero
che
poche
diecine
di
lire
per
ciascheduna
:
che
è
quanto
a
dire
che
in
pochi
giorni
si
farebbe
il
paese
de
disperati
.
O
il
Non
desiderare
la
roba
degli
altri
e
il
Non
rubare
che
sono
due
dei
dieci
comandamenti
di
Dio
,
si
avrebbero
a
mettere
sotto
i
piedi
?
Se
l
artigiano
tribolato
pretendesse
mettere
le
granfie
su
risparmiucci
,
che
l
operaio
assegnato
ha
dentro
il
suo
canterale
o
alla
Cassa
di
risparmio
,
se
lo
straccione
volesse
rimpannucciarsi
cogli
abiti
e
le
mobilie
dell
artigiano
,
o
non
vi
levereste
come
tanti
luciferi
,
per
difendere
i
frutti
de
vostri
sudori
?
O
allora
perché
quello
che
non
sta
bene
per
Tizio
,
si
ha
da
credere
giusto
per
Sempronio
?
I
poveri
ci
sono
sempre
stati
,
e
sempre
ci
saranno
,
finché
nasceranno
nel
mondo
de
minchioni
e
de
furbi
,
degli
sciuponi
e
dei
ribattini
,
e
s
incontreranno
de
fortunati
e
degli
sventurati
.
Bisogna
dunque
essere
proprio
zucconi
per
credere
di
buona
fede
,
che
Vittorio
Emmanuele
fra
le
altre
molte
belle
cose
,
e
ne
ha
fatte
tante
veh
!
,
avesse
a
fare
ancora
quella
di
farci
tutti
arricchire
.
Ma
non
ci
sono
lavori
,
i
viveri
sono
tutti
cari
,
insistono
coloro
che
per
mettere
su
si
attaccherebbero
a
muri
scialbati
...
Questo
è
un
altro
saliceto
nel
quale
non
vogliamo
entrare
oggi
,
perché
ci
devierebbe
troppo
dal
nostro
argomento
:
avremo
tempo
di
tornarci
sopra
.
Peraltro
chi
vorrà
essere
sincero
e
ripensare
a
tempi
passati
,
troverà
di
certo
che
sotto
i
governacci
de
principucci
intedescati
,
spesso
spesso
le
miserie
e
gli
affanni
sono
stati
anche
maggiori
,
e
di
che
tinta
!
Né
ci
vorranno
le
scale
di
seta
per
far
vedere
che
sotto
i
governi
giusti
e
ragionevoli
come
quello
di
Vittorio
,
assai
meglio
che
sotto
quelli
capricciosi
e
malcreati
de
Leopoldi
,
Franceschi
e
simili
,
si
possono
trovare
de
buoni
compensi
per
rendere
meno
funeste
coteste
crisi
,
che
di
tanto
in
tanto
sorgono
naturalmente
ad
angustiare
il
genere
umano
.
Noi
intanto
vogliamo
fare
intendere
,
a
chi
vuol
capire
,
che
il
governo
presente
a
mille
doppi
si
presti
meglio
di
quelli
passati
,
a
soccorrere
coloro
che
col
senno
,
colle
buone
intenzioni
,
coll
opera
assidua
,
e
coi
risparmi
si
propongono
da
galantuomini
di
dare
un
calcio
alla
miseria
.
Date
retta
!
dove
credete
che
abbiano
ad
andar
meglio
le
cose
,
o
in
una
famiglia
nella
quale
è
entrata
la
discordia
e
fratelli
,
figli
,
cugini
e
nipoti
si
siano
divisi
e
abbiano
aperte
parecchie
casuccie
o
in
un
altra
dove
tutti
lavorano
di
buona
voglia
,
e
d
amore
e
d
accordo
mettono
a
profitto
comune
,
quel
che
ricavano
dalle
loro
fatiche
?
Il
paragone
torna
a
capello
tra
l
Italia
di
prima
,
ridotta
a
brani
e
immiserita
dagli
odi
fomentati
a
bello
studio
fra
paese
e
paese
,
e
quella
di
ora
unita
,
potente
,
e
che
cerca
di
potere
un
giorno
godersi
in
pace
,
que
tanti
beni
che
la
natura
le
ha
prodigati
.
Senza
stare
a
dire
che
una
volta
viaggiando
il
mondo
col
nome
di
toscani
,
parmigiani
,
modenesi
,
lombardi
ed
anche
napoletani
eravamo
considerati
come
spazzatura
e
da
ora
in
avanti
con
quello
d
Italiani
saremo
riveriti
e
rispettati
da
tutti
e
per
tutto
:
ci
piace
piuttosto
rammentare
alcuni
de
molti
vantaggi
,
che
ogni
classe
di
popolo
si
può
ripromettere
da
questa
nostra
fortunata
trasformazione
.
Ai
tempi
dei
governi
assoluti
,
le
truppe
italiane
,
oltre
ad
essere
esclusivamente
destinate
a
fare
le
parti
degli
aguzzini
e
peggio
,
non
offrivano
,
pe
poveri
in
specie
,
veruna
speranza
di
lusinghevoli
promozioni
;
ora
invece
il
nostro
esercito
oltre
a
fare
con
ragione
insuperbire
chi
ne
porta
la
divisa
,
mantiene
aperta
una
splendida
carriera
per
i
giovani
,
che
privi
di
fortuna
hanno
voglia
di
vedere
la
via
di
Dio
.
Il
commercio
,
le
manifatture
,
la
marineria
,
e
segnatamente
le
industrie
agricole
,
da
cui
tanti
benefizi
può
sperare
la
nostra
feracissima
Italia
,
non
potevano
in
alcuna
guisa
prosperare
sotto
la
funesta
dominazione
dei
nostri
oppressori
.
Con
tutti
i
balzelli
doganali
,
che
fra
Stato
e
Stato
,
fra
città
e
città
costringevano
a
pagare
più
e
più
volte
il
dazio
sugli
oggetti
che
si
mettevano
in
giro
,
non
poteva
mai
il
negoziante
slanciarsi
nelle
grandiose
imprese
,
né
il
ricco
volgersi
alle
manifatture
,
né
il
possidente
darsi
cura
di
moltiplicare
e
migliorare
i
prodotti
del
suo
paese
.
Le
nostre
navi
non
solcavano
i
mari
con
egual
profitto
di
quelle
di
altre
nazioni
,
perché
le
loro
bandiere
erano
poco
rispettate
,
e
nulla
e
da
nessuno
temute
.
C
era
ancora
di
peggio
:
le
associazioni
di
qualunque
genere
elleno
fossero
,
riuscivano
pruni
negli
occhi
de
principi
che
avevano
presa
a
sfruttare
l
Italia
;
e
al
giorno
d
oggi
senza
i
capitali
riuniti
per
il
concorso
di
molti
,
non
si
fa
più
nulla
che
possa
resistere
alla
concorrenza
degli
stranieri
,
e
aver
vita
prosperosa
,
tanto
per
quelli
che
offrono
il
denaro
,
come
per
gli
altri
che
debbono
prestare
la
mano
d
opera
.
Ora
all
incontro
pensate
a
quello
che
diverrà
l
Italia
,
quando
avrà
preso
piede
in
quella
via
in
cui
il
nostro
glorioso
Re
l
ha
indirizzata
.
Con
millequattrocento
e
più
miglia
di
coste
,
le
centinaia
di
affamati
pescatori
e
barcaruoli
,
si
convertiranno
in
migliaia
e
migliaia
di
arditi
marinari
,
che
traversando
per
tutti
i
lati
l
Oceano
,
daranno
sfogo
a
quel
di
più
che
avranno
in
casa
,
e
vi
porteranno
quello
di
cui
abbiamo
bisogno
.
E
ognuno
è
al
caso
d
intendere
quali
immensi
vantaggi
,
direttamente
od
indirettamente
dovranno
derivarne
per
tutti
gli
Italiani
.
L
uomo
d
industria
e
l
agricoltore
siciliano
,
napoletano
,
romagnolo
,
toscano
,
parmigiano
,
modenese
,
lombardo
e
veneto
,
che
invece
di
essere
costretto
a
spacciare
le
produzioni
dentro
gli
angusti
confini
d
un
piccolo
Stato
,
potrà
metterle
in
commercio
liberamente
per
quanto
è
lunga
e
larga
l
Italia
,
si
darà
ogni
cura
per
migliorarle
e
moltiplicarle
,
e
così
potrà
aumentare
le
mercedi
ed
il
numero
degli
operanti
.
L
uomo
facoltoso
accorgendosi
che
in
una
grande
nazione
è
da
melensi
,
l
appiattare
tutto
il
proprio
denaro
nelle
banche
,
od
impiegarlo
in
sole
scritture
fruttifere
,
ne
destinerà
una
parte
ad
imprese
d
industria
,
e
con
ciò
crescerà
lavoro
agli
artigiani
.
Aspettate
poi
che
gl
Italiani
di
tutte
le
provincie
cominciano
a
conoscersi
,
intendersi
e
stimarsi
reciprocamente
,
e
che
com
è
ben
naturale
lo
spirito
di
associazione
incominci
ad
insinuarsi
negli
animi
,
e
vedrete
allora
le
più
gigantesche
lavorerie
d
ogni
specie
effettuate
;
e
non
rimanere
a
spasso
altro
che
i
veri
impotenti
,
i
bighelloni
ed
i
malfattori
.
E
se
vogliamo
essere
sinceri
bisogna
convenire
,
che
non
c
è
stato
mai
esempio
,
in
questa
povera
Italia
,
che
si
pensi
al
popolo
,
come
ci
si
pensa
in
questo
momento
.
Governo
,
municipi
e
filantropi
si
occupano
indefessamente
di
avvantaggiarne
in
ogni
guisa
la
istruzione
;
e
con
essa
intendete
bene
che
un
tozzo
di
pane
non
può
mancare
.
Dovunque
le
antiche
opere
di
beneficenza
intendonsi
migliorare
e
delle
nuove
crearne
.
Per
esempio
in
Napoli
si
è
formata
una
società
,
per
fabbricare
delle
case
comode
e
sane
per
la
povera
gente
e
il
nostro
buon
Re
ne
ha
accettato
il
protettorato
ed
il
Principe
ereditario
la
presidenza
.
A
Bologna
si
sta
maturando
un
grandioso
disegno
per
una
gran
fabbrica
da
servire
per
bagni
,
lavanderia
e
ginnastica
,
che
se
avrà
effetto
,
come
tutto
lo
fa
sperare
,
riuscirà
utile
fisicamente
,
moralmente
ed
economicamente
a
tutte
le
classi
di
persone
.
Qui
in
Siena
bocia
bocia
è
riuscito
finalmente
di
vedere
in
buone
mani
l
ospedale
.
Io
vi
potrei
e
vorrei
citare
molti
altri
fatti
consimili
;
ma
al
solito
il
padron
Socini
mi
tira
la
giubba
,
perché
vuole
che
lasci
discorrere
ancora
gli
altri
collaboratori
.
E
non
ci
fosse
stato
altro
che
quel
miracolo
della
Esposizione
Italiana
,
che
fa
rimanere
attoniti
tutti
i
visitatori
,
fino
al
punto
da
convertire
non
pochi
codini
;
non
ci
fosse
stato
altro
dico
,
che
la
Esposizione
Italiana
,
basterebbe
da
sola
per
far
palpitare
di
giubbilo
e
di
speranza
,
ogni
cuore
sensibile
e
devoto
alle
glorie
nazionali
.
Lascerò
che
altri
vi
dica
quanto
mai
bene
dovremo
ricavarne
tutti
d
accordo
e
che
vi
faccia
capaci
come
la
Toscanina
de
lorenesi
,
non
avrebbe
potuto
concepirne
,
e
molto
meno
sopportarne
la
spesa
,
che
si
calcola
potrà
salire
a
due
milioni
di
lire
:
io
mi
restringerò
a
farvi
riflettere
che
anche
in
questa
circostanza
,
si
è
cercato
da
ognuno
di
rammentarsi
del
popolo
.
Infatti
il
signor
Vincenzo
Cambi
proponeva
ai
capi
d
arte
,
di
soccorrer
con
denari
i
propri
sottoposti
,
perché
potessero
godere
di
quel
magnifico
ed
istruttivo
spettacolo
;
l
amministrazione
della
via
ferrata
riduceva
a
metà
il
prezzo
de
posti
di
trasporto
per
gli
operai
;
ed
il
Municipio
deliberava
d
inviarvi
a
proprie
spese
otto
artigiani
della
nostra
città
.
Non
ci
mangiamo
dunque
il
grano
in
erba
:
lasciamo
ai
tristi
il
pensiero
che
la
nostra
Italia
,
ridotta
a
Stato
libero
,
sia
un
terreno
da
sfruttare
;
il
popolano
onesto
deve
scacciare
con
orrore
il
pensiero
,
che
l
uomo
sano
e
robusto
abbia
a
vivere
in
panciolle
senza
lavoro
.
Chiunque
accresce
le
difficoltà
,
che
ci
rimangono
da
superare
,
con
querele
sediziose
,
e
con
pretensioni
sciocche
ed
avvilitive
,
è
traditore
della
patria
.
È
giusto
che
i
ricchi
e
gli
scienziati
si
diano
ogni
cura
per
migliorare
le
condizioni
dei
bisognosi
,
ma
dall
altro
canto
è
preciso
dovere
di
questi
di
contribuire
colla
volontà
di
ben
fare
,
a
che
l
opera
degli
amici
del
popolo
,
possa
conseguire
i
suoi
desiderati
e
possibili
frutti
.
Gridiamo
dunque
tutti
concordi
e
fiduciosi
Viva
Vittorio
Emmanuele
,
Viva
l
Italia
unita
,
Viva
il
Governo
Costituzionale
.
ProsaGiuridica ,
Il
Ministro
dell
'
Interno
Visto
il
Decreto
8
ottobre
1943-XXII
,
del
Duce
del
fascismo
,
Capo
della
Repubblica
Sociale
Italiana
,
sulla
sfera
di
competenza
e
funzionamento
degli
organi
del
Governo
,
pubblicato
nella
Gazzetta
Ufficiale
d
'
Italia
del
22
ottobre
1943-XXII
,
n
.
247;
Visto
il
R.D.
5
settembre
1938
-
N
.
1531
,
relativo
alla
istituzione
presso
il
Ministero
dell
'
Interno
della
Direzione
generale
per
la
Demografia
e
la
Razza
;
Visto
il
R.D.L.
5
settembre
1938-XVI
,
n
.
1539
,
convertito
nella
legge
5
gennaio
1939-XVII
,
n
.
26;
Visto
il
R.D.L.
17
novembre
1938
-
N
.
1728
,
convertito
nella
legge
5
gennaio
1939-XVII
,
N
.
274;
Visto
il
R.D.L.
3
giugno
1937-XV
,
N
.
805
,
convertito
nella
legge
30
dicembre
1938
,
n
.
2529;
Visto
il
R.D.
24
dicembre
1934-XIII
,
N
.
2316;
Visto
il
R.D.L.
5
settembre
1938-XVI
,
N
.
2008
,
convertito
nella
legge
22
Maggio
1939-XVII
,
N
.
961;
Vista
la
legge
22
Maggio
1939-XVII
,
n
.
961;
Decreta
:
Art
.
1
.
La
Direzione
Generale
della
Demografia
e
la
Razza
presso
il
Ministero
dell
'
Interno
è
trasformata
in
Direzione
Generale
per
la
Demografia
.
Alla
detta
Direzione
Generale
è
preposto
un
Prefetto
.
Art
.
2
.
Alla
Direzione
Generale
per
la
Demografia
sono
devolute
tutte
indistintamente
le
attribuzioni
ed
i
provvedimenti
in
materia
di
Demografia
-
ivi
comprese
le
attribuzioni
del
Ministero
dell
'
Interno
previste
dalle
leggi
relative
all
'
istituzione
e
funzionamento
dell
'
Unione
Nazionale
Fascista
fra
le
Famiglie
Numerose
e
dell
'
Opera
Nazionale
per
la
Protezione
della
Maternità
ed
Infanzia
,
nonché
quelle
in
materia
di
Cittadinanza
e
di
matrimoni
con
stranieri
.
Art
.
3
.
Il
Consiglio
Superiore
per
la
Demografia
e
la
Razza
viene
trasformato
in
Consiglio
Superiore
per
la
Demografia
,
chiamato
a
dare
pareri
sulle
questioni
di
carattere
generale
interessanti
la
Demografia
.
Ne
fanno
parte
:
-
Il
Direttore
generale
per
la
Demografia
;
-
Il
Presidente
dell
'
Istituto
Centrale
di
Statistica
;
-
Il
Direttore
Generale
della
Sanità
Pubblica
;
-
Il
Presidente
dell
'
Opera
Nazionale
per
la
Maternità
ed
Infanzia
;
-
Il
Presidente
dell
'
Unione
Fascista
fra
le
Famiglie
Numerose
;
-
Un
rappresentante
del
Partito
Fascista
Repubblicano
,
designato
dal
Segretario
del
P.F.R.
;
-
Un
rappresentante
per
ciascuno
dei
Ministri
degli
Affari
Esteri
,
della
Giustizia
,
delle
Finanze
,
dell
'
Educazione
Nazionale
,
dell
'
Economia
Corporativa
,
della
Cultura
Popolare
e
dell
'
Africa
Italiana
,
designato
dalle
rispettive
Amministrazioni
;
-
Un
rappresentante
dell
'
Ispettorato
della
Razza
.
Potranno
essere
chiamati
,
con
provvedimento
del
Ministro
dell
'
Interno
,
a
far
parte
del
Consiglio
Superiore
per
la
Demografia
,
persone
particolarmente
versate
nei
problemi
della
Demografia
.
Le
funzioni
di
Segretario
del
Consiglio
sono
esercitate
da
un
funzionario
della
Direzione
Generale
per
la
Demografia
di
grado
non
inferiore
al
VII
°
.
Art
.
4
.
Il
presente
Decreto
,
che
sarà
sottoposto
a
ratifica
del
Consiglio
dei
Ministri
,
entrerà
in
vigore
,
previa
registrazione
alla
Corte
dei
Conti
,
il
giorno
stesso
della
pubblicazione
nella
Gazzetta
ufficiale
d
'
Italia
e
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sarà
inserto
nella
raccolta
Ufficiale
delle
Leggi
e
dei
Decreti
.
Dal
Quartier
Generale
,
16
aprile
1944-XII
Il
Ministro
dell
'
Interno
:
Buffarini
V
.
Il
Guardasigilli
:
Pisenti
StampaQuotidiana ,
Il
senatore
Croce
scrive
.
Quasi
ogni
giorno
.
Ab
irato
.
Sta
bene
.
Il
Fascismo
lo
obbliga
a
questo
,
ed
è
un
altro
merito
fascista
obbligare
Croce
a
misurarsi
nella
realtà
politica
,
e
permettere
quindi
di
giudicarlo
nella
sua
statura
vera
,
statura
di
uomo
libresco
,
che
nella
realtà
politica
si
mostra
incapace
,
tignoso
,
pettegolo
,
di
nulla
sensibilità
.
Il
senatore
Croce
scrive
sul
Giornale
d
'
Italia
,
che
lo
inalbera
oggi
come
il
più
puro
pensiero
liberale
con
la
tessera
del
Presidente
Gr
.
Uff
.
Borzino
.
E
la
maggior
condanna
di
Croce
.
Poiché
nessuna
ottenebrazione
iraconda
può
togliere
che
lo
stesso
Croce
si
accorga
che
non
si
può
parlare
di
«
pensiero
»
di
«
cultura
»
,
di
«
conoscenza
»
,
di
«
passione
religiosa
»
dalle
colonne
del
Giornale
d
'
Italia
,
che
sono
lo
spaccio
del
più
grossolano
luogo
comune
;
il
senatore
Croce
si
condanna
alla
più
evidente
contraddizione
.
E
anche
questa
gli
sta
bene
.
E
una
conclusione
tipica
del
suo
capitombolo
di
«
studioso
»
nella
realtà
politica
e
giornalistica
,
dove
oramai
gli
tocca
la
compagnia
del
gr
.
uff
.
Borzino
e
del
Giornale
d
'
Italia
.
Il
senatore
Croce
non
vuole
si
parli
di
imperialismo
spirituale
italiano
,
che
,
se
mai
,
può
essere
fatto
spontaneo
di
età
d
'
oro
;
mentre
questa
di
oggi
è
una
pessima
stagione
per
l
'
Italia
.
Per
deplorare
questa
pessima
stagione
(
e
questo
è
il
nocciolo
dell
'
articolo
)
il
senatore
Croce
dice
che
«
ogni
giorno
,
con
le
violenze
,
con
le
parolacce
,
con
gli
sghignazzamenti
,
con
le
parate
e
le
chiassate
,
con
l
'
esaltare
le
prodezze
ciclistiche
e
automobilistiche
e
aeroplanistiche
sulle
opere
del
cuore
,
della
fantasia
e
dell
'
intelletto
...
si
viene
distruggendo
quell
'
ambiente
che
prima
c
'
era
in
Italia
»
.
Si
osserva
.
In
un
'
età
d
'
oro
di
pensiero
e
di
lettere
e
di
arti
,
la
greca
,
poeti
e
filosofi
e
artisti
onorarono
il
valore
fisico
e
Pindaro
cantò
i
vincitori
delle
Olimpiadi
.
Non
è
affatto
vero
che
un
'
impresa
,
come
oggi
quella
di
De
Pinedo
,
non
sia
un
'
opera
di
cuore
,
di
fantasia
,
d
'
intelletto
.
Ci
vuole
l
'
insensibilità
creativa
del
senatore
Croce
,
per
dir
questo
.
Qual
'
era
l
'
ambiente
che
prima
c
'
era
in
Italia
?
Quello
del
senatore
Croce
;
quello
della
cultura
germanizzata
,
priva
di
spirito
italiano
,
di
un
senso
italiano
,
di
una
passione
italiana
,
che
non
fossero
soltanto
un
derivato
di
cultura
.
Ebbene
quell
'
ambiente
dev
'
essere
distrutto
.
Proprio
perché
la
guerra
,
quella
guerra
che
il
senatore
Croce
non
ha
sentita
né
capita
,
quella
guerra
che
ha
disturbato
il
senatore
Croce
,
ha
ricreato
uno
spirito
,
un
senso
,
una
passione
italiani
.
Che
il
senatore
Croce
,
dopo
la
guerra
,
non
capisca
il
Fascismo
,
che
è
poi
la
coscienza
italiana
della
guerra
,
fuori
e
contro
tutte
le
ideologie
liberali
e
democratiche
che
il
Croce
ha
rudemente
condannate
per
congenita
imbecillità
,
e
in
compagnia
delle
quali
ora
battaglia
:
questo
è
riprova
della
bontà
del
Fascismo
.
Il
senatore
Croce
assevera
che
«
l
'
Italia
ora
è
in
una
vera
condizione
di
miseria
:
che
è
da
temere
che
peggiorerà
,
quando
saranno
spariti
gli
uomini
che
avevano
imparato
a
lavorare
nel
campo
intellettuale
e
artistico
negli
anni
ancora
a
noi
più
prossimi
»
.
L
'
Italia
non
è
affatto
in
condizione
di
miseria
,
poiché
è
finalmente
in
una
fase
di
creazione
nazionale
di
opere
,
che
possono
essere
oggetto
d
'
arte
.
E
sono
,
lo
sappia
il
Croce
,
anche
soggetto
d
'
arte
.
Perché
finalmente
con
Mussolini
,
la
politica
è
opera
d
'
arte
,
è
creazione
,
è
cuore
,
fantasia
,
intelletto
.
E
non
decade
da
un
passato
recente
,
che
il
senatore
Croce
sarebbe
tentato
di
autodefinire
il
periodo
di
Croce
,
e
che
comincia
a
lodare
con
rammarico
senile
.
Tanto
più
che
non
è
inutile
ricordare
come
Croce
critico
abbia
tentato
di
annientare
i
valori
artistici
di
questo
recente
passato
(
basti
ricordare
il
Pascoli
)
,
con
una
presunzione
personale
e
un
difetto
di
senso
nazionale
,
quali
,
del
resto
,
si
mostrarono
anche
quando
recentemente
scrisse
di
Dante
in
modo
da
provocare
un
'
acuta
e
ferma
risposta
di
Luigi
Pirandello
,
proprio
su
queste
colonne
.
Insomma
se
Croce
vuole
,
anche
quotidianamente
,
dimostrare
che
la
conclusione
politica
della
sua
vita
libresca
sono
il
liberalismo
borziniano
e
il
«
pensiero
»
del
Giornale
d
'
Italia
,
e
che
però
tra
lui
e
il
Fascismo
c
'
è
aperta
opposizione
,
anzi
,
nella
vita
italiana
,
soluzione
di
continuità
;
è
accettato
.
Il
Fascismo
questo
voleva
.
StampaQuotidiana ,
Nell
'
ultimo
numero
ottobre
della
bella
rivista
città
di
Milano
c
'
è
un
diagramma
importante
perché
documenta
lo
sviluppo
poderoso
della
città
nonché
il
miglioramento
delle
abitazioni
per
gli
uomini
.
Riferiamo
i
dati
in
cifre
arrotondate
.
Nel
1910
i
locali
costruiti
furono
19
mila
,
che
discesero
a
17
mila
nel
1911
,
a
circa
12
mila
nel
1912
,
a
10
mila
nel
1913
,
a
7
mila
nel
1914
.
Siamo
alla
guerra
.
L
'
attività
costruttrice
sosta
.
Sono
appena
1500
i
locali
costruiti
nel
1915
che
si
riducono
a
500
nel
1916
,
a
8
nel
1917
,
a
zero
nel
1918
.
Stasi
assoluta
.
Fame
di
case
.
Affitti
esorbitanti
.
Ma
dopo
la
Vittoria
,
nel
1919
,
si
nota
una
modesta
ripresa
della
attività
edilizia
:
2
mila
locali
circa
.
I
tempi
sono
torbidi
.
Tuttavia
nel
1920
siamo
già
a
6
mila
locali
di
nuova
costruzione
,
che
diventano
circa
9
mila
nel
1921
e
8
mila
nel
1922
.
Anno
1923
,
primo
della
Rivoluzione
:
balzo
innanzi
con
14
mila
locali
.
Con
la
fine
delle
bardature
di
guerra
i
locali
salgono
a
35
mila
nel
1924
,
a
30
mila
nel
1925
.
Discendono
a
21
mila
nel
1926
e
a
16
mila
nel
1927
.
Ma
nel
1928
nuova
punta
con
36
mila
locali
.
Nel
1929
si
tocca
il
record
con
50
mila
locali
costruiti
che
ridiscendono
a
31
mila
nel
1930
,
a
22
mila
nel
1931
,
a
19
mila
nel
1932
.
L
'
anno
scorso
1933
segna
una
nuova
ripresa
con
26
mila
locali
:
quest
'
anno
1934
se
ne
prevedono
40
mila
.
Tirando
,
grosso
modo
,
le
somme
si
ha
l
'
imponente
totale
di
400
mila
locali
nuovi
costruiti
fra
il
1910
e
il
1934
,
di
cui
350
mila
negli
anni
del
Fascismo
.
Si
può
anche
calcolare
che
almeno
mezzo
milione
di
milanesi
abitino
in
case
moderne
.
Si
è
fatto
molto
,
ma
molto
ancora
resta
da
fare
,
per
dare
a
tutti
la
casa
decorosa
e
sana
,
come
vuole
il
Regime
.
StampaPeriodica ,
Vi
è
un
uomo
che
possiede
molte
ricchezze
:
egli
ha
una
cassa
guernita
di
molta
moneta
,
egli
ha
palazzi
e
case
,
ville
e
fattorie
.
Molte
famiglie
campano
su
quello
di
lui
,
sia
lavorando
la
terra
sia
nell
impiego
delle
sue
amministrazioni
di
città
e
di
campagna
.
Dai
suoi
fondi
egli
ricava
in
abbondanza
vino
,
olio
,
lane
,
seta
,
bestiami
e
legname
d
ogni
sorta
.
La
natura
arricchì
i
suoi
terreni
di
marmi
e
di
minerali
,
e
i
porti
vicini
veggono
caricare
sulle
navi
straniere
i
suoi
prodotti
.
Quest
uomo
si
chiama
il
capitale
.
Vi
è
un
altro
uomo
che
ha
nelle
mani
molti
milioni
di
danaro
:
egli
possiede
diverse
banche
in
diverse
città
e
spesso
succede
che
se
lo
Stato
ha
bisogno
di
prestiti
trova
in
questo
millionario
l
aiuto
necessario
del
pronto
contante
:
non
è
solo
lo
Stato
che
a
lui
ricorre
:
perché
molti
negozianti
e
intraprenditori
trovano
per
mezzo
suo
l
aiuto
a
montare
dei
grandi
commerci
e
delle
grosse
fabbriche
.
Voi
vedete
quei
magazzini
forniti
di
grandi
masse
di
mercanzie
,
raccolte
d
ogni
parte
per
il
consumo
dell
interno
e
dell
estero
:
il
denaro
che
comprò
quelle
mercanzie
viene
dalle
mani
del
millionario
.
Voi
entrate
con
meraviglia
dentro
quella
officina
dove
una
macchina
fissa
mette
in
moto
tante
altre
macchine
per
lavorare
,
e
dove
tanti
uomini
sono
occupati
ognuno
al
suo
lavoro
:
il
costo
di
quelle
macchine
sale
a
millioni
:
e
sapete
che
il
millionario
prestò
il
suo
denaro
all
intraprenditore
di
quella
fabbricazione
.
Anche
quest
uomo
è
un
capitale
.
Evvi
un
terzo
uomo
che
possiede
niente
altro
che
un
bellissimo
ingegno
coltivato
fin
da
fanciullo
negli
studi
:
e
con
lui
ve
n
è
un
altro
che
possiede
ancor
meno
:
due
braccia
e
l
esercizio
d
un
mestiere
.
Il
primo
di
questi
due
è
capace
di
guidare
un
impresa
,
di
creare
una
macchina
,
di
dirigere
una
lavorazione
:
il
secondo
lavora
ed
è
esatto
,
diligente
ed
operoso
:
questi
due
uomini
sono
il
lavoro
.
Ponetemi
questi
quattro
uomini
isolati
:
saranno
essi
quattro
forze
senza
moto
,
quattro
vite
senza
destino
.
Il
mio
ricco
da
per
sé
non
potrebbe
giungere
dopo
tanta
fatica
a
coltivare
il
più
piccolo
de
suoi
poderi
:
i
suoi
terreni
ben
presto
s
impaluderebbero
e
sarebbero
coperti
di
bronchi
e
di
spine
:
dei
suoi
palazzi
non
saprebbe
che
farne
e
ben
presto
cadrebbero
in
ruina
per
effetto
dell
abbandono
.
Il
mio
millionario
sarebbe
il
più
povero
uomo
della
terra
:
senza
esser
capace
di
provvedere
con
le
sue
mani
al
più
piccolo
de
suoi
bisogni
,
egli
avrebbe
una
grande
massa
di
argento
e
d
oro
che
gli
varrebbe
quanto
un
monte
di
cenere
.
Gli
avverrebbe
come
all
avaro
della
favola
che
si
vide
imbandire
davanti
(
allora
che
aveva
più
appetito
)
pane
e
cibi
d
oro
,
e
disperato
sarebbe
ben
presto
perito
di
fame
,
se
non
avesse
dismesso
l
antica
avarizia
,
e
si
fosse
persuaso
che
tanto
il
denaro
vale
quanto
si
spende
ad
utile
comune
.
L
uomo
poi
che
ha
un
bell
ingegno
,
ridotto
solo
,
è
un
disperato
che
sogna
di
belle
cose
e
non
ne
può
ridurre
ad
effetto
pur
una
.
Egli
avrebbe
in
mente
di
procurare
lavoro
al
suo
compagno
l
operaio
e
alle
migliaia
di
questi
,
ma
il
denaro
gli
manca
per
apportare
tanto
utile
al
suo
paese
.
L
ingegno
suo
rimane
allora
come
un
diamante
nascoso
nel
fango
e
che
tu
non
puoi
distinguere
dagli
altri
ciottoli
del
terreno
.
L
operaio
ridotto
solo
,
anco
lui
è
un
vagabondo
,
è
un
pezzente
che
si
sente
struggere
di
noia
e
che
vede
morire
di
fame
la
sua
famiglia
:
indarno
offre
e
domanda
lavoro
,
perché
nessuno
ha
bisogno
di
lui
.
Varrà
meglio
per
tutti
che
queste
quattro
forze
la
ricchezza
e
il
denaro
,
l
intelligenza
e
il
lavoro
se
ne
vadano
associati
per
vivere
l
una
per
l
altra
e
l
uno
con
l
altro
.
La
ricchezza
fu
acquistata
per
via
di
risparmi
e
di
lavoro
:
il
capitale
ancora
del
millionario
fu
accumulato
per
via
di
risparmi
e
fu
quell
istinto
di
previdenza
che
distingue
le
creature
ragionevoli
che
spinse
l
uomo
accorto
ed
attivo
a
porre
insieme
il
resultato
de
suoi
guadagni
.
La
terra
è
il
primo
capitale
,
e
l
uomo
la
coltiva
e
da
essa
ricava
tante
ricchezze
che
fanno
la
potenza
degli
Stati
e
la
fortuna
dell
individui
.
Una
generazione
le
raccoglie
per
trasmetterle
all
altra
generazione
:
così
vive
la
società
:
via
via
ogni
età
valendosi
delle
ricchezze
e
dei
risparmi
dell
età
antecedente
.
Guai
a
una
generazione
prodiga
:
ella
non
solo
rovina
se
stessa
,
ma
compromette
ancora
l
avvenire
delle
generazioni
future
come
appunto
succedé
nelle
famiglie
.
Guai
a
una
generazione
oziosa
:
essa
campa
alle
spalle
delle
generazioni
passate
,
e
prende
delle
anticipazioni
sul
lavoro
e
sui
guadagni
delle
generazioni
future
:
come
fa
il
tristo
uomo
che
avendo
una
rendita
o
la
sciupa
o
non
la
fa
progredire
.
La
similitudine
torna
a
capello
,
perché
la
società
è
la
famiglia
universale
.
Il
capitale
dunque
è
un
avanzo
che
si
è
fatto
sui
lavori
antecedenti
per
potere
dar
vita
ai
lavori
futuri
:
e
se
la
terra
è
come
il
fondo
di
tutti
i
capitali
,
perché
da
lei
si
ricava
ogni
materia
del
lavoro
umano
l
istinto
di
previdenza
spinge
gli
uomini
come
diceva
a
creare
oggi
dei
grandi
riserbi
per
i
bisogni
e
per
le
opere
del
domani
.
Un
altra
volta
vedremo
come
il
capitale
non
può
essere
il
lavoro
e
viceversa
.
ProsaGiuridica ,
Il
Duce
della
Repubblica
Sociale
Italiana
Visto
il
decreto
7
giugno
1937-XV
,
n
.
1128
,
con
cui
venne
istituito
presso
il
Ministero
dell
'
Interno
l
'
ufficio
centrale
demografico
;
Visto
il
decreto
5
settembre
1938-XVI
,
n
.
1531
,
con
cui
l
'
ufficio
centrale
demografico
viene
trasformato
in
Direzione
Generale
per
la
demografia
e
la
razza
;
Visto
il
decreto
-
legge
5
settembre
1938-XVII
,
n
.
1539
,
convertito
in
legge
con
legge
5
gennaio
1939-XVII
,
n
.
26
,
con
cui
venne
istituito
presso
il
ministero
dell
'
Interno
il
Consiglio
Superiore
per
la
demografia
e
la
razza
;
Visto
il
decreto
-
legge
9
febbraio
1939-XVII
,
n
.
126
,
con
cui
venne
istituito
l
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
;
Visto
il
teso
unico
delle
leggi
sulla
protezione
ed
assistenza
della
maternità
ed
infanzia
,
approvato
con
decreto
24
dicembre
1934-XII
,
n
.
2316;
Vista
la
legge
13
luglio
1939-XVII
,
n
.
1024
,
relativa
al
tribunale
della
razza
;
Visto
il
decreto
16
aprile
1944-XXII
,
n
.
136
,
concernente
la
direzione
della
demografia
e
la
razza
,
creando
a
tal
fine
un
organismo
autonomo
;
D
'
intesa
con
i
Ministri
dell
'
Interno
,
della
Giustizia
,
delle
Finanze
e
della
Cultura
Popolare
;
Sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Decreta
:
Art
.
1
.
È
istituito
l
'
Ispettorato
Generale
per
la
razza
,
posto
alle
dirette
dipendenze
del
duce
Capo
del
Governo
.
Ad
esso
è
preposto
un
Ispettore
Generale
nominato
con
Decreto
del
duce
Capo
del
Governo
.
Art
.
2
.
Tutte
le
attribuzioni
concernenti
la
razza
attualmente
devoluta
alla
direzione
generale
demografia
e
razza
del
Ministero
dell
'
Interno
e
all
'
ufficio
Studi
e
Propaganda
sulla
razza
del
Ministero
della
Cultura
Popolare
sono
trasferite
all
'
Ispettorato
generale
per
la
razza
.
Art
.
3
.
Il
personale
di
ruolo
dei
Ministeri
dell
'
Interno
e
della
Cultura
popolare
che
ricopre
posti
,
rispettivamente
,
alla
Direzione
generale
demografia
e
razza
e
all
'
ufficio
Studi
e
propaganda
della
Razza
del
Ministero
della
Cultura
Popolare
può
essere
comandato
presso
l
'
Ispettorato
Generale
razza
.
Il
personale
avventizio
alle
dipendenze
degli
uffici
di
cui
al
precedente
comma
può
essere
trasferito
in
tutto
o
in
parte
all
'
Ispettorato
Generale
per
la
razza
.
Art
.
4
.
La
commissione
della
razza
prevista
dalla
legge
13
luglio
1939-XVII
,
n
.
1024
ha
sede
presso
l
'
Ispettorato
Generale
per
la
razza
.
Art
.
5
.
Il
Consiglio
superiore
per
la
demografia
e
la
razza
presso
il
Ministero
dell
'
Interno
è
soppresso
.
Art
.
6
.
Presso
l
'
Ispettorato
Generale
per
la
razza
esercita
funzioni
consultive
e
di
collegamento
un
rappresentante
per
ciascuno
dei
Ministeri
dell
'
Interno
,
della
Giustizia
,
delle
Finanze
e
della
Cultura
Popolare
,
designato
dalla
rispettiva
amministrazione
.
Art
.
7
.
Rimangono
ferme
le
attribuzioni
del
Ministero
delle
Finanze
relative
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
istituito
con
decreto
-
legge
9
febbraio
1939-XVII
,
n
.
126
.
Art
.
8
.
L
'
Ispettore
Generale
può
assistere
alle
riunioni
del
Consiglio
dei
Ministri
quando
vi
si
trattino
argomenti
interessanti
la
razza
.
Art
.
9
.
Con
decreto
del
Ministro
delle
Finanze
sarà
provveduto
alle
variazioni
di
bilancio
occorrenti
per
l
'
attuazione
del
presente
decreto
.
Art
.
10
.
Il
presente
decreto
entra
in
vigore
il
giorno
successivo
a
quello
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
d
'
Italia
e
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
verrà
inserto
nella
raccolta
ufficiali
delle
leggi
e
dei
decreti
.
Dal
Quartier
Generale
,
addì
18
aprile
1944-XXII
.
Mussolini
Pellegrini
,
Pisenti
,
Mezzasoma
V
.
Il
Guardasigilli
:
Pisenti
StampaQuotidiana ,
Nessun
conforto
maggiore
,
nessun
maggior
premio
a
questo
nostro
giornale
,
il
quale
vive
di
immutabile
passione
italiana
,
che
quello
di
potersi
riconoscere
interprete
del
vecchio
Piemonte
in
tutte
le
grandi
ore
della
Patria
.
Né
mai
ci
parve
di
intendere
che
cosa
dovette
essere
per
i
primi
scrittori
della
Gazzetta
del
Popolo
l
'
ardente
partecipazione
al
prodigio
del
Risorgimento
,
come
quando
nel
1915
,
nel
1917
,
nel
1918
,
il
calunniato
e
sobillato
Piemonte
vibrò
ed
operò
,
nella
speranza
,
nell
'
angoscia
,
nella
gioia
nella
fede
sempre
con
l
'
animo
stesso
che
in
queste
pagine
vibrava
.
E
più
tardi
,
quando
,
in
tempi
di
diffusa
viltà
,
Gabriele
d
'
Annunzio
confidato
il
suo
luminoso
programma
al
nostro
giornale
ed
a
Benito
Mussolini
andò
a
Fiume
e
salvò
il
confine
orientale
,
l
'
entusiastica
solidarietà
della
Gazzetta
del
Popolo
con
il
Poeta
mosse
,
fra
la
gente
subalpina
,
la
più
profonda
passione
.
Ora
poi
i
fatti
stanno
dicendo
ed
il
popolo
sta
entusiasticamente
proclamando
come
fossimo
nel
vero
quando
,
dovendosi
ridecidere
il
destino
d
'
Italia
salutammo
in
Mussolini
la
decisione
felice
;
in
Mussolini
capo
ed
arbitro
:
non
in
coloro
che
farneticavano
di
servirsi
di
lui
,
in
sott
'
ordine
,
per
contrabbandare
la
vecchia
rovina
.
E
se
allora
,
come
già
contro
la
guerra
e
contro
la
vittoria
cominciarono
ad
insinuarsi
dagli
spodestati
i
dubbi
,
le
malignazioni
,
le
sommesse
profezie
di
rivincita
e
di
vendetta
,
Torino
espresse
il
suo
cuore
a
Mussolini
nel
memorabile
ottobre
,
e
dette
al
risanamento
tutte
le
sue
formidabili
energie
.
Se
infine
,
dopo
Matteotti
,
in
mezzo
alla
frenetica
sobillazione
dell
'
odio
,
toccò
nuovamente
alla
Gazzetta
del
Popolo
l
'
arduo
onore
di
riaffermare
più
necessaria
e
più
insospettabile
che
mai
la
gigantesca
opera
del
Capo
,
ecco
che
nuovamente
il
popolo
piemontese
in
questi
giorni
riprende
quel
nostro
linguaggio
,
rammenta
gli
inganni
contro
cui
lo
mettemmo
in
guardia
,
festeggia
l
'
accertato
avvento
di
un
ordine
migliore
,
si
compiace
di
aver
dato
tutta
la
sua
attività
,
la
sua
serietà
,
la
sua
rettitudine
alla
generale
riscossa
nazionale
.
Come
la
vittoria
fu
conquistata
due
volte
,
così
due
volte
volle
il
destino
che
l
'
Italia
avesse
la
certezza
di
essere
salvata
da
Mussolini
:
nel
1922
e
nel
1924
.
È
di
ciò
,
sopratutto
,
che
le
manifestazioni
di
questi
giorni
dànno
atto
al
Presidente
.
Non
scriviamo
apologie
.
Elenchiamo
fatti
e
stati
d
'
animo
.
Di
leggende
inique
sul
Piemonte
,
molte
ne
sono
cadute
ed
altre
ne
cadono
.
Ora
si
vede
con
quanta
superficialità
là
dove
non
era
ostinato
calcolo
si
volesse
prospettare
un
Piemonte
ad
immagine
e
somiglianza
di
alcune
mediocrità
politiche
incapaci
di
contatto
,
nelle
ore
insigni
,
con
l
'
anima
nazionale
.
Rimane
verissimo
che
il
Piemonte
non
è
un
popolo
di
rètori
.
Niente
retorica
,
dunque
,
nelle
accoglienze
di
Asti
e
dei
colli
monferrini
all
'
uomo
che
si
adegua
alle
ragioni
vitali
del
Paese
,
in
anni
asperrimi
.
Niente
retorica
,
oggi
,
nel
fervore
dell
'
aurea
Vercelli
,
che
pure
negli
anni
rossi
custodi
e
celebrò
il
valore
perpetuandolo
contro
le
aberrazioni
antinazionali
nei
superstiti
ed
incorrotti
artefici
della
Vittoria
.
Niente
retorica
,
oggi
,
a
Casale
Monferrato
memore
dell
'
eccidio
dei
tamburini
sardi
e
dell
'
attentato
all
'
on
.
Devecchi
;
niente
retorica
nel
plebiscito
mussoliniano
;
così
come
non
era
retorica
quella
dei
credenti
nella
vittoria
anche
se
gli
esegeti
della
abilità
politica
-
corruttrice
e
patteggiatrice
,
all
'
interno
ed
all
'
estero
irridevano
al
«
mito
di
Trieste
»
.
Liberi
da
ogni
altro
impegno
che
non
sia
quello
di
servire
il
popolo
italiano
;
convinti
di
militare
,
militando
per
Mussolini
,
per
la
Patria
;
immuni
da
ogni
e
qualsiasi
pretesa
di
infallibilità
,
siamo
fieri
di
sentirci
dire
oggi
da
voci
innumerevoli
e
da
fatti
eloquentissimi
che
non
ci
siamo
sbagliati
.
Unico
nostro
orgoglio
è
che
il
destino
continui
a
commettere
a
queste
pagine
il
privilegio
di
precorrere
e
di
condividere
i
più
decisivi
atteggiamenti
popolari
a
servizio
della
grande
Patria
.
Così
oggi
riteniamo
di
dover
portare
ogni
nostra
modesta
fatica
alla
realizzazione
di
quella
compiuta
e
feconda
armonia
tra
Stato
nazionale
e
sindacalismo
operaio
,
che
non
chiede
abdicazioni
e
generalizzazioni
politiche
,
ed
è
la
conditio
sine
qua
non
per
l
'
ascesa
del
lavoro
.
.
In
vista
di
tale
realizzazione
a
cui
tende
indubbiamente
l
'
animo
dell
'
onorevole
Mussolini
il
possibile
contributo
del
Piemonte
è
da
considerare
con
la
più
grande
attenzione
e
con
cordiale
fiducia
.
Terremo
a
nostro
altissimo
onore
non
meno
che
quando
si
trattò
di
protendersi
totalmente
verso
la
vittoria
e
verso
la
riscossa
nazionale
quanto
ci
sarà
possibile
fare
a
servizio
di
questo
sforzo
esemplare
di
civiltà
,
di
giustizia
e
di
pace
.
Le
officine
del
Piemonte
contengono
imponenti
energie
che
meritano
dallo
Stato
ogni
considerazione
ed
ogni
simpatia
.
Il
fenomeno
sindacale
è
fenomeno
di
primo
piano
nel
tempo
nostro
.
E
sarà
per
l
'
Italia
un
glorioso
primato
quello
che
il
Governo
di
Mussolini
fa
diventare
possibile
e
forse
ineluttabile
.
Il
ciclo
del
risanamento
,
della
coordinazione
e
della
pacificazione
continua
,
e
non
s
'
arresta
.
«
L
'
Italia
di
tutti
gli
italiani
»
,
che
gli
accaniti
suoi
avversari
riducevano
ad
un
grido
d
'
odio
e
di
impotenza
.
Mussolini
la
crea
,
la
plasma
,
e
la
avvia
per
il
mondo
.