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StampaQuotidiana ,
Nel numero 14 del 27 ottobre di Voce Operaia di Parigi , in testa alla 4a colonna , della 4a pagina , abbiamo trovato il titolo che integralmente riproduciamo : « Il partito comunista si purifica e si rafforza , cacciando dalle sue file i traditori » . Molto bene ! Ma chi sono questi traditori che il partito comunista indegnamente caccia dalle sue file ? Sono i seguenti : Luigi Repossi , Onorato Damen , Bruno Fortichiari . Un minuto di sosta . Questi sono i nomi di quelli che una volta furono considerati capi , apostoli , profeti del comunismo milanese e italiano . Erano tre « assi » del leninismo in Italia . Chi poteva dubitare della loro fede ? Tutte le speranze dell ' avvenire e relativo sole convergevano verso questi uomini , che oggi , sono bollati col marchio dei traditori . Ma si può sapere che cosa hanno fatto ? Il giornale non lo dice chiaramente . Sembrano sospetti di « bordighismo » . « Avendo continuato dice « Voce Operaia » a sostenere ideologie in opposizione alle ideologie comuniste e rivoluzionarie , essendo rimasti sordi agli appelli del Partito che li invitava a cessare il lavoro frazionista e di disgregazione del Partito , i tre suddetti cittadini vengono cacciati dal Partito della rivoluzione proletaria . Tutti gli interventi del Comitato centrale per richiamare costoro alla disciplina per discutere con loro al fine di convincerli e di evitare loro di cadere nelle file della controrivoluzione , di diventare di fatto degli alleati del fascismo , furono inutili o restarono senza risposta . Repossi , Fortichiari e Damen continuarono il loro lavoro frazionista per disgregare il Partito , per demoralizzarlo e per paralizzare l ' azione contro il fascismo . Essi sono giunti fino a diffondere opinioni che la polizia fascista si sforza di mettere in circolazione nel movimento comunista . Essi hanno tentato di spezzare il Partito , essi si sono posti accanitamente contro il fronte unico antifascista . L ' espulsione di questi ultimi residui del bordighismo rivoluzionario si rendeva inevitabile . Essi hanno persistito nel loro errore e il Partito che aveva fatto di tutto per trattenerli dalla via della controrivoluzione , esauriti tutti i tentativi , ha dovuto cacciarli . Numerose organizzazioni e compagni avevano chiesto da tempo di espellere costoro dal Partito come traditori del comunismo e del proletariato . I compagni immigrati , gli operai immigrati rivoluzionari , che conoscono quale è l ' azione controrivoluzionaria e antioperaia dei pochi bordighisti dell ' emigrazione , ridotti a balbettare menzogne e calunnie di ogni genere contro l ' Internazionale comunista , il Partito e I 'U.R.S.S., incarogniti in un ' attività che si concretezza esclusivamente in tentativi vani , fortunatamente tendenti ad ostacolare e ad impedire la marcia delle masse verso il comunismo , ad intralciare il movimento di unità d ' azione proletaria antifascista e le lotte rivendicative dei lavoratori plaudiranno tutti , ne siamo certi , alla decisione del C . C . del P . C . d ' Italia che , espellendo dalle nostre file gli ultimi residui del bordighismo scissionista controrivoluzionario , ha difeso l ' unità del partito e del movimento rivoluzionario . Nessuna neutralità dice il comunicato del C . C . del Partito può essere tollerata di fronte ad una questione che mette in discussione la esistenza stessa del Partito del proletariato italiano , che è stato creato e si è sviluppato attraverso i sacrifici di migliaia di compagni , dei quadri migliori della classe operaia » . Per fortuna che i tre nominati « traditori » non vivono in Russia , poiché se fossero cittadini dello Stato di Lenin , l ' espulsione per tradimento avrebbe un fatale corollario : le pallottole amministrative , ma per ciò non meno micidiali , di un qualsiasi plotone di esecuzione . La vita , tutto sommato , è ancora più « comoda » nell ' Italia fascista , anche per i dormienti comunisti , più o meno traditi , più o meno traditori !
ORA DECISIVA ( - , 1922 )
StampaQuotidiana ,
Di fronte alle voci di un colpo di mano fascista per la conquista del potere , voci che hanno preso nuova consistenza in seguito alla rapida conclusione del Congresso di Napoli , crediamo utile e doveroso esprimere nettamente il nostro pensiero . Al contrario di quanto hanno scritto alcuni giornali , i quali hanno attribuito l ' intempestiva chiusura dei lavori del Congresso alla decisione di passare immediatamente dalle parole ai fatti , noi crediamo che il vero movente dell ' arresto improvviso dei lavori del Congresso , sia stato invece il desiderio di sottrarre alle tumultuose discussioni e alle affrettate decisioni del Congresso le limitate richieste di Mussolini , che rappresentano la base accettabile per una soluzione pacifica della crisi . La rinunzia ad una discussione pericolosa , nonché interpretata così come un proposito di guerra , testimonia invece il proposito di non creare ostacoli a quella soluzione pacifica , a cui gli avvenimenti erano stati avvinti dal discorso Mussolini . Il timore che il conflitto esistente fra la volontà del Parlamento , la quale tende a perpetuare il dominio di una casta , che ha esaurito il suo compito storico , e la volontà del Paese , che pretende , con uomini nuovi , instaurare i valori della vittoria , abbia a risolversi con un urto violento , trae invece la sua ragion d ' essere ed è perfettamente commisurato alla capacità di resistenza che gli uomini di governo e quando diciamo uomini di governo intendiamo tutti i parlamentari a cui potrebbe far capo la soluzione di una crisi ministeriale potrebbero opporre ad un mutamento radicale e ad un rinnovamento totale delle direttive di governo . Per quanto oggi non sia in discussione il regime , né nel suo istituto immanente né nella sua struttura parlamentare , ma soltanto il predominio di una classe e di un indirizzo di governo , la situazione è nondimeno estremamente pericolosa , perché le forze nazionali non possono assolutamente consentire ad alcuna rinunzia o transazione , che equivarrebbe alla loro soppressione e alla restaurazione definitiva e rinvigorita di un governo democratico - sociale , che sarebbe antinazionale non soltanto per istinto , ma per necessità . La situazione è oggi tale che la restaurazione di un governo democratico - sociale necessariamente antinazionale non può essere evitata che con la instaurazione di un governo decisamente nazionale . Questa condizione di cose è oggi chiara nella coscienza di ogni italiano , non obliterata dal preconcetto parlamentaristico . Il Paese oramai sa che i governanti non difendono più , contro la pressione delle forze nazionali , le istituzioni , ma soltanto la permanenza al potere delle loro persone e della loro casta . Essi non difendono neppure la legalità , perché le ultime soluzioni proposte come quella dell ' on . Mussolini nel suo discorso di Napoli non escono dal campo più ortodosso della costituzionalità . Né l ' averle pubblicamente comunicate al Paese , prima d ' averle confidate all ' orecchio della persona incaricata a comporre il ministero , cambia aspetto alle cose . L ' ostinazione dei governanti e dei parlamentari , che appartengono alla categoria degli uomini di governo , potrebbe dunque costituire il solo e vero ostacolo ad una soluzione pacifica e legale della crisi e all ' instaurazione di un governo nazionale . Ma detto questo , noi dobbiamo altresì avvertire ad ammonimento dei partiti nazionali che si mostrano più impazienti che bisogna assolutamente guardarsi dal pericolo di un ' azione violenta intempestiva e superflua . Anche la vittoria sarebbe in questo caso amaramente scontata non soltanto da tutto il Paese , ma anche e soprattutto dalla parte vittoriosa . Un moto violento , nelle attuali condizioni della vita economica del nostro Paese , avrebbe delle ripercussioni formidabili e nefaste ; ad esso terrebbe immancabilmente dietro un ulteriore crollo dei cambi con conseguente larga svalutazione della nostra moneta , già così fortemente svalutata . Al trionfo della parte nazionale seguirebbe pertanto uno sconvolgimento della nostra vita economica , che sarebbe il secondo dopo quello del 1919-20 , che fu così propizio ai progressi del bolscevismo . La vita economica purtroppo non si svolge entro i limiti della società nazionale ; però se anche il rivolgimento fosse stimato necessario ed utile all ' interno del Paese , non cesserebbe di reagire sinistramente sulle condizioni economiche della Nazione , attraverso le false interpretazioni e le deformazioni dell ' opinione straniera . La parte nazionale verrebbe quindi ad assumere il governo in condizioni disastrose , e vedrebbe quindi le sue difficoltà moltiplicate di fronte a quelle che dovrebbe superare se il suo trionfo avvenisse per le vie legali . Gli uomini che dirigono le forze nazionali , se hanno vera coscienza dell ' interesse di queste , non possono non tenere presente la considerazione di questa condizione di cose , nello scegliere i mezzi per raggiungere lo scopo . D ' altra parte gli uomini di governo , i quali alla loro volta debbono decidere se , nell ' interesse dell ' Italia , convenga resistere o collaborare all ' avvento di un governo nazionale , darebbero prova di supremo antipatriottismo , se tentassero di ricattare il patriottismo della parte nazionale , speculando su questa triste prospettiva .
PAROLA! ( - , 1925 )
StampaQuotidiana ,
« La libertà : grande parola ! » . Sì , ha perfettamente ragione l ' on . Orlando : « parola » , grande quanto si vuole , ma parola , niente altro che parola . Tale è la libertà contrapposta al Fascismo , che è fede , passione , febbre di tutto un popolo ; al Fascismo , che è movimento di volontà e presentimento di potenza italiana . Anche i miti tramontano come gli dei e ciò che prima era idea , sentimento , movente dell ' anima , oggi è soltanto parola : non muove e non commuove più . O muove e commuove soltanto cerebralmente alcuni raffinati costruttori di sofismi e oziosi discettatori , che si dilettano a sovrapporre i loro sillogismi alla dolorante e pur grandiosa realtà , nella quale viviamo . Ma le masse non sentono più il fascino di quella parola , perché istintivamente comprendono che quanto in essa vi era di sostanziale , di giusto e di nazionalmente utile è stato solidamente assicurato al popolo e non corre più alcun pericolo ; e quanto di superfluo , di stolto , di personalmente vantaggioso e di nazionalmente nocivo , in nome della stessa idea e con la stessa parola , si vorrebbe ancora rivendicare , ripugna alla rinnovata coscienza del popolo italiano . « Libertà » è parola grande , da riempire la bocca , ma è altresì la parola più equivoca che esista nel vocabolario . Essa non ha contenuto proprio , ma l ' acquista dall ' idea o dal fatto a cui si contrappone . E una parola che può funzionare contro ogni istituto positivo : è la parola della negazione . Anche contro Dio si può invocare e rivendicare la libertà di credere . Però è assurdo ed è sciocco insorgere in nome della libertà per la libertà . La parola non ha senso se prima non si giudica il regime alla quale essa si contrappone e contro il quale si vuole insorgere . Ora quale funzione dovrebbe avere il mito della libertà oggi in Italia ? Nessun ' altra se non quella di paralizzare lo sforzo , a cui tendono il governo e il Fascismo , di elevare l ' Italia a potenza di prim ' ordine . L ' unica finalità del Fascismo è quella di valorizzare politicamente ed economicamente l ' Italia . Nessun ' altra finalità né superiore né in concorrenza con questa . L ' Italia rappresenta l ' alfa e l ' omega del programma fascista . Il fine universale e il fine nazionale coincidono nel Fascismo , mentre non coincidono in tutti gli altri partiti . Noi perciò respingiamo il binomio Patria e libertà dell ' on . Orlando . Patria e libertà non possono stare sullo stesso piano . L ' interesse della Patria deve superare qualsiasi altro interesse . Salus Reipublicae ... E poi se non date alla libertà un valore di mezzo rispetto al fine : Patria , cioè se non mettete la Patria ad un piano superiore , voi finite per dare la prevalenza assoluta all ' idea di libertà . Il diritto di negare la Patria è infatti compatibilissimo con l ' idea di libertà , intesa non come mezzo , ma come fine . Il binomio dell ' on . Orlando , è dunque falso , perché moralmente insostenibile . Ma gli avversari non contestano , né discutono il fine del Fascismo , per commisurare ad esso i limiti , che praticamente devono essere imposti alla libertà . Essi affermano « aprioristicamente » che il regime fascista è contrario alla libertà . E si capisce : quando della libertà si ha un concetto così astratto ed assoluto da anteporlo praticamente a quello di Patria , qualsiasi limite diventa insopportabile ed è considerato come una totale soppressione della libertà . Invece l ' unica e sostanziale differenza che caratterizza il regime fascista rispetto agli altri regimi , nei riguardi del problema della libertà è questa : che esso non consente ai suoi nemici la libertà di abbatterlo o di ostacolargli il raggiungimento del fine nazionale , a cui esso tende . Tale sostanziale differenza dipende dal carattere etico del regime fascista e dal carattere agnostico dei regimi demoliberali . Questi ultimi non avevano alcun fine da difendere e però non avevano alcuna ragione di difendere se stessi ; mentre il regime fascista difendendo se stesso , sente di difendere un altissimo fine nazionale . Il Fascismo ha un concetto religioso della propria missione . Tale coscienza gli conferisce dei diritti , che agli altri regimi non potevano spettare e ai quali nemmeno essi aspiravano . Come si vede , volendo ragionare di Fascismo e di libertà , ci si deve trasportare sopra un terreno assai diverso da quello sul quale è rimasto l ' on . Orlando : sul terreno della realtà e della moralità e non su quello dell ' astrazione e dell ' agnosticismo . E sul terreno della realtà i sofismi e i giochi dialettici non attraggono nessuno ; le parole restano parole e non hanno la virtù di commuovere nemmeno i gonzi . Decisamente il regime fascista è un regime duro , niente affatto propizio ai professori . Ma è il regime che farà grande l ' Italia .
SEMPRE POVERI? ( - , 1861 )
StampaPeriodica ,
Domenica scorsa , dopo avervi dimostrato con ragioni chiare come la luce del sole , che il governo costituzionale è da preferirsi per ogni rispetto al governo assoluto , intoppammo in quel famoso ritornello che fa tanto scalpore fra le genti bisognose , e che consiste in questo : O governo assoluto o governo costituzionale chi ha mangia e chi non ha sta a vedere . La piccolezza del foglio non permise di rispondere subito ; promettemmo di farlo oggi ed eccoci pronti a mantenere la promessa . Ma amici cari bisogna innanzi a tutto smorzare il fuoco delle passioni insidiose , e sbrogliarsi la testa delle ideacce prese a frullo e senza riflessione ; e poi con quella calma che si richiede per ragionare sopra argomenti di grandissima importanza , cercare in ogni modo di scuoprire la verità , ed accettarla in tutte le sue necessarie conseguenze . Se a quelli che brontolano contro il nuovo ordine di cose domandate , quanti sono impoveriti per colpa del nostro risorgimento nazionale , senza rispondervi in chiave soggiungono : “ ma i poveri sono sempre poveri . ” Bella scoperta ! O che s ’ aspettavano dalla Italia unita e libera , poderi , ville e carrozze per tutti ? Che forse la libertà civile , la uguaglianza davanti alla legge , la indipendenza dallo straniero doveva portare per naturale conseguenza , che i disperati avessero in un attimo a cambiare di stato a scapito de ’ ricchi ? Badate bene , è calcolo fatto , e che ognuno può ripetere ; se di tutti i beni nazionali si facessero tante parti quante sono le persone , non toccherebbero che poche diecine di lire per ciascheduna : che è quanto a dire che in pochi giorni si farebbe il paese de ’ disperati . O il “ Non desiderare la roba degli altri ” e il “ Non rubare ” che sono due dei dieci comandamenti di Dio , si avrebbero a mettere sotto i piedi ? Se l ’ artigiano tribolato pretendesse mettere le granfie su ’ risparmiucci , che l ’ operaio assegnato ha dentro il suo canterale o alla Cassa di risparmio , se lo straccione volesse rimpannucciarsi cogli abiti e le mobilie dell ’ artigiano , o non vi levereste come tanti luciferi , per difendere i frutti de ’ vostri sudori ? O allora perché quello che non sta bene per Tizio , si ha da credere giusto per Sempronio ? I poveri ci sono sempre stati , e sempre ci saranno , finché nasceranno nel mondo de ’ minchioni e de ’ furbi , degli sciuponi e dei ribattini , e s ’ incontreranno de ’ fortunati e degli sventurati . Bisogna dunque essere proprio zucconi per credere di buona fede , che Vittorio Emmanuele fra le altre molte belle cose , e ne ha fatte tante veh ! , avesse a fare ancora quella di farci tutti arricchire . Ma non ci sono lavori , i viveri sono tutti cari , insistono coloro che per mettere su si attaccherebbero a ’ muri scialbati ... Questo è un altro saliceto nel quale non vogliamo entrare oggi , perché ci devierebbe troppo dal nostro argomento : avremo tempo di tornarci sopra . Peraltro chi vorrà essere sincero e ripensare a ’ tempi passati , troverà di certo che sotto i governacci de ’ principucci intedescati , spesso spesso le miserie e gli affanni sono stati anche maggiori , e di che tinta ! Né ci vorranno le scale di seta per far vedere che sotto i governi giusti e ragionevoli come quello di Vittorio , assai meglio che sotto quelli capricciosi e malcreati de ’ Leopoldi , Franceschi e simili , si possono trovare de ’ buoni compensi per rendere meno funeste coteste crisi , che di tanto in tanto sorgono naturalmente ad angustiare il genere umano . Noi intanto vogliamo fare intendere , a chi vuol capire , che il governo presente a mille doppi si presti meglio di quelli passati , a soccorrere coloro che col senno , colle buone intenzioni , coll ’ opera assidua , e coi risparmi si propongono da galantuomini di dare un calcio alla miseria . Date retta ! dove credete che abbiano ad andar meglio le cose , o in una famiglia nella quale è entrata la discordia e fratelli , figli , cugini e nipoti si siano divisi e abbiano aperte parecchie casuccie o in un ’ altra dove tutti lavorano di buona voglia , e d ’ amore e d ’ accordo mettono a profitto comune , quel che ricavano dalle loro fatiche ? Il paragone torna a capello tra l ’ Italia di prima , ridotta a brani e immiserita dagli odi fomentati a bello studio fra paese e paese , e quella di ora unita , potente , e che cerca di potere un giorno godersi in pace , que ’ tanti beni che la natura le ha prodigati . Senza stare a dire che una volta viaggiando il mondo col nome di toscani , parmigiani , modenesi , lombardi ed anche napoletani eravamo considerati come spazzatura e da ora in avanti con quello d ’ Italiani saremo riveriti e rispettati da tutti e per tutto : ci piace piuttosto rammentare alcuni de ’ molti vantaggi , che ogni classe di popolo si può ripromettere da questa nostra fortunata trasformazione . Ai tempi dei governi assoluti , le truppe italiane , oltre ad essere esclusivamente destinate a fare le parti degli aguzzini e peggio , non offrivano , pe ’ poveri in specie , veruna speranza di lusinghevoli promozioni ; ora invece il nostro esercito oltre a fare con ragione insuperbire chi ne porta la divisa , mantiene aperta una splendida carriera per i giovani , che privi di fortuna hanno voglia di vedere la via di Dio . Il commercio , le manifatture , la marineria , e segnatamente le industrie agricole , da cui tanti benefizi può sperare la nostra feracissima Italia , non potevano in alcuna guisa prosperare sotto la funesta dominazione dei nostri oppressori . Con tutti i balzelli doganali , che fra Stato e Stato , fra città e città costringevano a pagare più e più volte il dazio sugli oggetti che si mettevano in giro , non poteva mai il negoziante slanciarsi nelle grandiose imprese , né il ricco volgersi alle manifatture , né il possidente darsi cura di moltiplicare e migliorare i prodotti del suo paese . Le nostre navi non solcavano i mari con egual profitto di quelle di altre nazioni , perché le loro bandiere erano poco rispettate , e nulla e da nessuno temute . C ’ era ancora di peggio : le associazioni di qualunque genere elleno fossero , riuscivano pruni negli occhi de ’ principi che avevano presa a sfruttare l ’ Italia ; e al giorno d ’ oggi senza i capitali riuniti per il concorso di molti , non si fa più nulla che possa resistere alla concorrenza degli stranieri , e aver vita prosperosa , tanto per quelli che offrono il denaro , come per gli altri che debbono prestare la mano d ’ opera . Ora all ’ incontro pensate a quello che diverrà l ’ Italia , quando avrà preso piede in quella via in cui il nostro glorioso Re l ’ ha indirizzata . Con millequattrocento e più miglia di coste , le centinaia di affamati pescatori e barcaruoli , si convertiranno in migliaia e migliaia di arditi marinari , che traversando per tutti i lati l ’ Oceano , daranno sfogo a quel di più che avranno in casa , e vi porteranno quello di cui abbiamo bisogno . E ognuno è al caso d ’ intendere quali immensi vantaggi , direttamente od indirettamente dovranno derivarne per tutti gli Italiani . L ’ uomo d ’ industria e l ’ agricoltore siciliano , napoletano , romagnolo , toscano , parmigiano , modenese , lombardo e veneto , che invece di essere costretto a spacciare le produzioni dentro gli angusti confini d ’ un piccolo Stato , potrà metterle in commercio liberamente per quanto è lunga e larga l ’ Italia , si darà ogni cura per migliorarle e moltiplicarle , e così potrà aumentare le mercedi ed il numero degli operanti . L ’ uomo facoltoso accorgendosi che in una grande nazione è da melensi , l ’ appiattare tutto il proprio denaro nelle banche , od impiegarlo in sole scritture fruttifere , ne destinerà una parte ad imprese d ’ industria , e con ciò crescerà lavoro agli artigiani . Aspettate poi che gl ’ Italiani di tutte le provincie cominciano a conoscersi , intendersi e stimarsi reciprocamente , e che com ’ è ben naturale lo spirito di associazione incominci ad insinuarsi negli animi , e vedrete allora le più gigantesche lavorerie d ’ ogni specie effettuate ; e non rimanere a spasso altro che i veri impotenti , i bighelloni ed i malfattori . E se vogliamo essere sinceri bisogna convenire , che non c ’ è stato mai esempio , in questa povera Italia , che si pensi al popolo , come ci si pensa in questo momento . Governo , municipi e filantropi si occupano indefessamente di avvantaggiarne in ogni guisa la istruzione ; e con essa intendete bene che un tozzo di pane non può mancare . Dovunque le antiche opere di beneficenza intendonsi migliorare e delle nuove crearne . Per esempio in Napoli si è formata una società , per fabbricare delle case comode e sane per la povera gente e il nostro buon Re ne ha accettato il protettorato ed il Principe ereditario la presidenza . A Bologna si sta maturando un grandioso disegno per una gran fabbrica da servire per bagni , lavanderia e ginnastica , che se avrà effetto , come tutto lo fa sperare , riuscirà utile fisicamente , moralmente ed economicamente a tutte le classi di persone . Qui in Siena bocia bocia è riuscito finalmente di vedere in buone mani l ’ ospedale . Io vi potrei e vorrei citare molti altri fatti consimili ; ma al solito il padron Socini mi tira la giubba , perché vuole che lasci discorrere ancora gli altri collaboratori . E non ci fosse stato altro che quel miracolo della Esposizione Italiana , che fa rimanere attoniti tutti i visitatori , fino al punto da convertire non pochi codini ; non ci fosse stato altro dico , che la Esposizione Italiana , basterebbe da sola per far palpitare di giubbilo e di speranza , ogni cuore sensibile e devoto alle glorie nazionali . Lascerò che altri vi dica quanto mai bene dovremo ricavarne tutti d ’ accordo e che vi faccia capaci come la Toscanina de ’ lorenesi , non avrebbe potuto concepirne , e molto meno sopportarne la spesa , che si calcola potrà salire a due milioni di lire : io mi restringerò a farvi riflettere che anche in questa circostanza , si è cercato da ognuno di rammentarsi del popolo . Infatti il signor Vincenzo Cambi proponeva ai capi d ’ arte , di soccorrer con denari i propri sottoposti , perché potessero godere di quel magnifico ed istruttivo spettacolo ; l ’ amministrazione della via ferrata riduceva a metà il prezzo de ’ posti di trasporto per gli operai ; ed il Municipio deliberava d ’ inviarvi a proprie spese otto artigiani della nostra città . Non ci mangiamo dunque il grano in erba : lasciamo ai tristi il pensiero che la nostra Italia , ridotta a Stato libero , sia un terreno da sfruttare ; il popolano onesto deve scacciare con orrore il pensiero , che l ’ uomo sano e robusto abbia a vivere in panciolle senza lavoro . Chiunque accresce le difficoltà , che ci rimangono da superare , con querele sediziose , e con pretensioni sciocche ed avvilitive , è traditore della patria . È giusto che i ricchi e gli scienziati si diano ogni cura per migliorare le condizioni dei bisognosi , ma dall ’ altro canto è preciso dovere di questi di contribuire colla volontà di ben fare , a che l ’ opera degli amici del popolo , possa conseguire i suoi desiderati e possibili frutti . Gridiamo dunque tutti concordi e fiduciosi Viva Vittorio Emmanuele , Viva l ’ Italia unita , Viva il Governo Costituzionale .
ProsaGiuridica ,
Il Ministro dell ' Interno Visto il Decreto 8 ottobre 1943-XXII , del Duce del fascismo , Capo della Repubblica Sociale Italiana , sulla sfera di competenza e funzionamento degli organi del Governo , pubblicato nella Gazzetta Ufficiale d ' Italia del 22 ottobre 1943-XXII , n . 247; Visto il R.D. 5 settembre 1938 - N . 1531 , relativo alla istituzione presso il Ministero dell ' Interno della Direzione generale per la Demografia e la Razza ; Visto il R.D.L. 5 settembre 1938-XVI , n . 1539 , convertito nella legge 5 gennaio 1939-XVII , n . 26; Visto il R.D.L. 17 novembre 1938 - N . 1728 , convertito nella legge 5 gennaio 1939-XVII , N . 274; Visto il R.D.L. 3 giugno 1937-XV , N . 805 , convertito nella legge 30 dicembre 1938 , n . 2529; Visto il R.D. 24 dicembre 1934-XIII , N . 2316; Visto il R.D.L. 5 settembre 1938-XVI , N . 2008 , convertito nella legge 22 Maggio 1939-XVII , N . 961; Vista la legge 22 Maggio 1939-XVII , n . 961; Decreta : Art . 1 . La Direzione Generale della Demografia e la Razza presso il Ministero dell ' Interno è trasformata in Direzione Generale per la Demografia . Alla detta Direzione Generale è preposto un Prefetto . Art . 2 . Alla Direzione Generale per la Demografia sono devolute tutte indistintamente le attribuzioni ed i provvedimenti in materia di Demografia - ivi comprese le attribuzioni del Ministero dell ' Interno previste dalle leggi relative all ' istituzione e funzionamento dell ' Unione Nazionale Fascista fra le Famiglie Numerose e dell ' Opera Nazionale per la Protezione della Maternità ed Infanzia , nonché quelle in materia di Cittadinanza e di matrimoni con stranieri . Art . 3 . Il Consiglio Superiore per la Demografia e la Razza viene trasformato in Consiglio Superiore per la Demografia , chiamato a dare pareri sulle questioni di carattere generale interessanti la Demografia . Ne fanno parte : - Il Direttore generale per la Demografia ; - Il Presidente dell ' Istituto Centrale di Statistica ; - Il Direttore Generale della Sanità Pubblica ; - Il Presidente dell ' Opera Nazionale per la Maternità ed Infanzia ; - Il Presidente dell ' Unione Fascista fra le Famiglie Numerose ; - Un rappresentante del Partito Fascista Repubblicano , designato dal Segretario del P.F.R. ; - Un rappresentante per ciascuno dei Ministri degli Affari Esteri , della Giustizia , delle Finanze , dell ' Educazione Nazionale , dell ' Economia Corporativa , della Cultura Popolare e dell ' Africa Italiana , designato dalle rispettive Amministrazioni ; - Un rappresentante dell ' Ispettorato della Razza . Potranno essere chiamati , con provvedimento del Ministro dell ' Interno , a far parte del Consiglio Superiore per la Demografia , persone particolarmente versate nei problemi della Demografia . Le funzioni di Segretario del Consiglio sono esercitate da un funzionario della Direzione Generale per la Demografia di grado non inferiore al VII ° . Art . 4 . Il presente Decreto , che sarà sottoposto a ratifica del Consiglio dei Ministri , entrerà in vigore , previa registrazione alla Corte dei Conti , il giorno stesso della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale d ' Italia e , munito del sigillo dello Stato , sarà inserto nella raccolta Ufficiale delle Leggi e dei Decreti . Dal Quartier Generale , 16 aprile 1944-XII Il Ministro dell ' Interno : Buffarini V . Il Guardasigilli : Pisenti
StampaQuotidiana ,
Il senatore Croce scrive . Quasi ogni giorno . Ab irato . Sta bene . Il Fascismo lo obbliga a questo , ed è un altro merito fascista obbligare Croce a misurarsi nella realtà politica , e permettere quindi di giudicarlo nella sua statura vera , statura di uomo libresco , che nella realtà politica si mostra incapace , tignoso , pettegolo , di nulla sensibilità . Il senatore Croce scrive sul Giornale d ' Italia , che lo inalbera oggi come il più puro pensiero liberale con la tessera del Presidente Gr . Uff . Borzino . E la maggior condanna di Croce . Poiché nessuna ottenebrazione iraconda può togliere che lo stesso Croce si accorga che non si può parlare di « pensiero » di « cultura » , di « conoscenza » , di « passione religiosa » dalle colonne del Giornale d ' Italia , che sono lo spaccio del più grossolano luogo comune ; il senatore Croce si condanna alla più evidente contraddizione . E anche questa gli sta bene . E una conclusione tipica del suo capitombolo di « studioso » nella realtà politica e giornalistica , dove oramai gli tocca la compagnia del gr . uff . Borzino e del Giornale d ' Italia . Il senatore Croce non vuole si parli di imperialismo spirituale italiano , che , se mai , può essere fatto spontaneo di età d ' oro ; mentre questa di oggi è una pessima stagione per l ' Italia . Per deplorare questa pessima stagione ( e questo è il nocciolo dell ' articolo ) il senatore Croce dice che « ogni giorno , con le violenze , con le parolacce , con gli sghignazzamenti , con le parate e le chiassate , con l ' esaltare le prodezze ciclistiche e automobilistiche e aeroplanistiche sulle opere del cuore , della fantasia e dell ' intelletto ... si viene distruggendo quell ' ambiente che prima c ' era in Italia » . Si osserva . In un ' età d ' oro di pensiero e di lettere e di arti , la greca , poeti e filosofi e artisti onorarono il valore fisico e Pindaro cantò i vincitori delle Olimpiadi . Non è affatto vero che un ' impresa , come oggi quella di De Pinedo , non sia un ' opera di cuore , di fantasia , d ' intelletto . Ci vuole l ' insensibilità creativa del senatore Croce , per dir questo . Qual ' era l ' ambiente che prima c ' era in Italia ? Quello del senatore Croce ; quello della cultura germanizzata , priva di spirito italiano , di un senso italiano , di una passione italiana , che non fossero soltanto un derivato di cultura . Ebbene quell ' ambiente dev ' essere distrutto . Proprio perché la guerra , quella guerra che il senatore Croce non ha sentita né capita , quella guerra che ha disturbato il senatore Croce , ha ricreato uno spirito , un senso , una passione italiani . Che il senatore Croce , dopo la guerra , non capisca il Fascismo , che è poi la coscienza italiana della guerra , fuori e contro tutte le ideologie liberali e democratiche che il Croce ha rudemente condannate per congenita imbecillità , e in compagnia delle quali ora battaglia : questo è riprova della bontà del Fascismo . Il senatore Croce assevera che « l ' Italia ora è in una vera condizione di miseria : che è da temere che peggiorerà , quando saranno spariti gli uomini che avevano imparato a lavorare nel campo intellettuale e artistico negli anni ancora a noi più prossimi » . L ' Italia non è affatto in condizione di miseria , poiché è finalmente in una fase di creazione nazionale di opere , che possono essere oggetto d ' arte . E sono , lo sappia il Croce , anche soggetto d ' arte . Perché finalmente con Mussolini , la politica è opera d ' arte , è creazione , è cuore , fantasia , intelletto . E non decade da un passato recente , che il senatore Croce sarebbe tentato di autodefinire il periodo di Croce , e che comincia a lodare con rammarico senile . Tanto più che non è inutile ricordare come Croce critico abbia tentato di annientare i valori artistici di questo recente passato ( basti ricordare il Pascoli ) , con una presunzione personale e un difetto di senso nazionale , quali , del resto , si mostrarono anche quando recentemente scrisse di Dante in modo da provocare un ' acuta e ferma risposta di Luigi Pirandello , proprio su queste colonne . Insomma se Croce vuole , anche quotidianamente , dimostrare che la conclusione politica della sua vita libresca sono il liberalismo borziniano e il « pensiero » del Giornale d ' Italia , e che però tra lui e il Fascismo c ' è aperta opposizione , anzi , nella vita italiana , soluzione di continuità ; è accettato . Il Fascismo questo voleva .
CASE E UOMINI ( - , 1934 )
StampaQuotidiana ,
Nell ' ultimo numero ottobre della bella rivista città di Milano c ' è un diagramma importante perché documenta lo sviluppo poderoso della città nonché il miglioramento delle abitazioni per gli uomini . Riferiamo i dati in cifre arrotondate . Nel 1910 i locali costruiti furono 19 mila , che discesero a 17 mila nel 1911 , a circa 12 mila nel 1912 , a 10 mila nel 1913 , a 7 mila nel 1914 . Siamo alla guerra . L ' attività costruttrice sosta . Sono appena 1500 i locali costruiti nel 1915 che si riducono a 500 nel 1916 , a 8 nel 1917 , a zero nel 1918 . Stasi assoluta . Fame di case . Affitti esorbitanti . Ma dopo la Vittoria , nel 1919 , si nota una modesta ripresa della attività edilizia : 2 mila locali circa . I tempi sono torbidi . Tuttavia nel 1920 siamo già a 6 mila locali di nuova costruzione , che diventano circa 9 mila nel 1921 e 8 mila nel 1922 . Anno 1923 , primo della Rivoluzione : balzo innanzi con 14 mila locali . Con la fine delle bardature di guerra i locali salgono a 35 mila nel 1924 , a 30 mila nel 1925 . Discendono a 21 mila nel 1926 e a 16 mila nel 1927 . Ma nel 1928 nuova punta con 36 mila locali . Nel 1929 si tocca il record con 50 mila locali costruiti che ridiscendono a 31 mila nel 1930 , a 22 mila nel 1931 , a 19 mila nel 1932 . L ' anno scorso 1933 segna una nuova ripresa con 26 mila locali : quest ' anno 1934 se ne prevedono 40 mila . Tirando , grosso modo , le somme si ha l ' imponente totale di 400 mila locali nuovi costruiti fra il 1910 e il 1934 , di cui 350 mila negli anni del Fascismo . Si può anche calcolare che almeno mezzo milione di milanesi abitino in case moderne . Si è fatto molto , ma molto ancora resta da fare , per dare a tutti la casa decorosa e sana , come vuole il Regime .
CAPITALE E LAVORO ( - , 1862 )
StampaPeriodica ,
Vi è un uomo che possiede molte ricchezze : egli ha una cassa guernita di molta moneta , egli ha palazzi e case , ville e fattorie . Molte famiglie campano su quello di lui , sia lavorando la terra sia nell ’ impiego delle sue amministrazioni di città e di campagna . Dai suoi fondi egli ricava in abbondanza vino , olio , lane , seta , bestiami e legname d ’ ogni sorta . La natura arricchì i suoi terreni di marmi e di minerali , e i porti vicini veggono caricare sulle navi straniere i suoi prodotti . Quest ’ uomo si chiama il capitale . Vi è un altro uomo che ha nelle mani molti milioni di danaro : egli possiede diverse banche in diverse città e spesso succede che se lo Stato ha bisogno di prestiti trova in questo millionario l ’ aiuto necessario del pronto contante : non è solo lo Stato che a lui ricorre : perché molti negozianti e intraprenditori trovano per mezzo suo l ’ aiuto a montare dei grandi commerci e delle grosse fabbriche . Voi vedete quei magazzini forniti di grandi masse di mercanzie , raccolte d ’ ogni parte per il consumo dell ’ interno e dell ’ estero : il denaro che comprò quelle mercanzie viene dalle mani del millionario . Voi entrate con meraviglia dentro quella officina dove una macchina fissa mette in moto tante altre macchine per lavorare , e dove tanti uomini sono occupati ognuno al suo lavoro : il costo di quelle macchine sale a millioni : e sapete che il millionario prestò il suo denaro all ’ intraprenditore di quella fabbricazione . Anche quest ’ uomo è un capitale . Evvi un terzo uomo che possiede niente altro che un bellissimo ingegno coltivato fin da fanciullo negli studi : e con lui ve n ’ è un altro che possiede ancor meno : due braccia e l ’ esercizio d ’ un mestiere . Il primo di questi due è capace di guidare un ’ impresa , di creare una macchina , di dirigere una lavorazione : il secondo lavora ed è esatto , diligente ed operoso : questi due uomini sono il lavoro . Ponetemi questi quattro uomini isolati : saranno essi quattro forze senza moto , quattro vite senza destino . Il mio ricco da per sé non potrebbe giungere dopo tanta fatica a coltivare il più piccolo de ’ suoi poderi : i suoi terreni ben presto s ’ impaluderebbero e sarebbero coperti di bronchi e di spine : dei suoi palazzi non saprebbe che farne e ben presto cadrebbero in ruina per effetto dell ’ abbandono . Il mio millionario sarebbe il più povero uomo della terra : senza esser capace di provvedere con le sue mani al più piccolo de ’ suoi bisogni , egli avrebbe una grande massa di argento e d ’ oro che gli varrebbe quanto un monte di cenere . Gli avverrebbe come all ’ avaro della favola che si vide imbandire davanti ( allora che aveva più appetito ) pane e cibi d ’ oro , e disperato sarebbe ben presto perito di fame , se non avesse dismesso l ’ antica avarizia , e si fosse persuaso che tanto il denaro vale quanto si spende ad utile comune . L ’ uomo poi che ha un bell ’ ingegno , ridotto solo , è un disperato che sogna di belle cose e non ne può ridurre ad effetto pur una . Egli avrebbe in mente di procurare lavoro al suo compagno l ’ operaio e alle migliaia di questi , ma il denaro gli manca per apportare tanto utile al suo paese . L ’ ingegno suo rimane allora come un diamante nascoso nel fango e che tu non puoi distinguere dagli altri ciottoli del terreno . L ’ operaio ridotto solo , anco lui è un vagabondo , è un pezzente che si sente struggere di noia e che vede morire di fame la sua famiglia : indarno offre e domanda lavoro , perché nessuno ha bisogno di lui . Varrà meglio per tutti che queste quattro forze la ricchezza e il denaro , l ’ intelligenza e il lavoro se ne vadano associati per vivere l ’ una per l ’ altra e l ’ uno con l ’ altro . La ricchezza fu acquistata per via di risparmi e di lavoro : il capitale ancora del millionario fu accumulato per via di risparmi e fu quell ’ istinto di previdenza che distingue le creature ragionevoli che spinse l ’ uomo accorto ed attivo a porre insieme il resultato de ’ suoi guadagni . La terra è il primo capitale , e l ’ uomo la coltiva e da essa ricava tante ricchezze che fanno la potenza degli Stati e la fortuna dell ’ individui . Una generazione le raccoglie per trasmetterle all ’ altra generazione : così vive la società : via via ogni età valendosi delle ricchezze e dei risparmi dell ’ età antecedente . Guai a una generazione prodiga : ella non solo rovina se stessa , ma compromette ancora l ’ avvenire delle generazioni future come appunto succedé nelle famiglie . Guai a una generazione oziosa : essa campa alle spalle delle generazioni passate , e prende delle anticipazioni sul lavoro e sui guadagni delle generazioni future : come fa il tristo uomo che avendo una rendita o la sciupa o non la fa progredire . La similitudine torna a capello , perché la società è la famiglia universale . Il capitale dunque è un avanzo che si è fatto sui lavori antecedenti per potere dar vita ai lavori futuri : e se la terra è come il fondo di tutti i capitali , perché da lei si ricava ogni materia del lavoro umano l ’ istinto di previdenza spinge gli uomini come diceva a creare oggi dei grandi riserbi per i bisogni e per le opere del domani . Un ’ altra volta vedremo come il capitale non può essere il lavoro e viceversa .
ProsaGiuridica ,
Il Duce della Repubblica Sociale Italiana Visto il decreto 7 giugno 1937-XV , n . 1128 , con cui venne istituito presso il Ministero dell ' Interno l ' ufficio centrale demografico ; Visto il decreto 5 settembre 1938-XVI , n . 1531 , con cui l ' ufficio centrale demografico viene trasformato in Direzione Generale per la demografia e la razza ; Visto il decreto - legge 5 settembre 1938-XVII , n . 1539 , convertito in legge con legge 5 gennaio 1939-XVII , n . 26 , con cui venne istituito presso il ministero dell ' Interno il Consiglio Superiore per la demografia e la razza ; Visto il decreto - legge 9 febbraio 1939-XVII , n . 126 , con cui venne istituito l ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare ; Visto il teso unico delle leggi sulla protezione ed assistenza della maternità ed infanzia , approvato con decreto 24 dicembre 1934-XII , n . 2316; Vista la legge 13 luglio 1939-XVII , n . 1024 , relativa al tribunale della razza ; Visto il decreto 16 aprile 1944-XXII , n . 136 , concernente la direzione della demografia e la razza , creando a tal fine un organismo autonomo ; D ' intesa con i Ministri dell ' Interno , della Giustizia , delle Finanze e della Cultura Popolare ; Sentito il Consiglio dei Ministri ; Decreta : Art . 1 . È istituito l ' Ispettorato Generale per la razza , posto alle dirette dipendenze del duce Capo del Governo . Ad esso è preposto un Ispettore Generale nominato con Decreto del duce Capo del Governo . Art . 2 . Tutte le attribuzioni concernenti la razza attualmente devoluta alla direzione generale demografia e razza del Ministero dell ' Interno e all ' ufficio Studi e Propaganda sulla razza del Ministero della Cultura Popolare sono trasferite all ' Ispettorato generale per la razza . Art . 3 . Il personale di ruolo dei Ministeri dell ' Interno e della Cultura popolare che ricopre posti , rispettivamente , alla Direzione generale demografia e razza e all ' ufficio Studi e propaganda della Razza del Ministero della Cultura Popolare può essere comandato presso l ' Ispettorato Generale razza . Il personale avventizio alle dipendenze degli uffici di cui al precedente comma può essere trasferito in tutto o in parte all ' Ispettorato Generale per la razza . Art . 4 . La commissione della razza prevista dalla legge 13 luglio 1939-XVII , n . 1024 ha sede presso l ' Ispettorato Generale per la razza . Art . 5 . Il Consiglio superiore per la demografia e la razza presso il Ministero dell ' Interno è soppresso . Art . 6 . Presso l ' Ispettorato Generale per la razza esercita funzioni consultive e di collegamento un rappresentante per ciascuno dei Ministeri dell ' Interno , della Giustizia , delle Finanze e della Cultura Popolare , designato dalla rispettiva amministrazione . Art . 7 . Rimangono ferme le attribuzioni del Ministero delle Finanze relative all ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare istituito con decreto - legge 9 febbraio 1939-XVII , n . 126 . Art . 8 . L ' Ispettore Generale può assistere alle riunioni del Consiglio dei Ministri quando vi si trattino argomenti interessanti la razza . Art . 9 . Con decreto del Ministro delle Finanze sarà provveduto alle variazioni di bilancio occorrenti per l ' attuazione del presente decreto . Art . 10 . Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale d ' Italia e , munito del sigillo dello Stato , verrà inserto nella raccolta ufficiali delle leggi e dei decreti . Dal Quartier Generale , addì 18 aprile 1944-XXII . Mussolini Pellegrini , Pisenti , Mezzasoma V . Il Guardasigilli : Pisenti
StampaQuotidiana ,
Nessun conforto maggiore , nessun maggior premio a questo nostro giornale , il quale vive di immutabile passione italiana , che quello di potersi riconoscere interprete del vecchio Piemonte in tutte le grandi ore della Patria . Né mai ci parve di intendere che cosa dovette essere per i primi scrittori della Gazzetta del Popolo l ' ardente partecipazione al prodigio del Risorgimento , come quando nel 1915 , nel 1917 , nel 1918 , il calunniato e sobillato Piemonte vibrò ed operò , nella speranza , nell ' angoscia , nella gioia nella fede sempre con l ' animo stesso che in queste pagine vibrava . E più tardi , quando , in tempi di diffusa viltà , Gabriele d ' Annunzio confidato il suo luminoso programma al nostro giornale ed a Benito Mussolini andò a Fiume e salvò il confine orientale , l ' entusiastica solidarietà della Gazzetta del Popolo con il Poeta mosse , fra la gente subalpina , la più profonda passione . Ora poi i fatti stanno dicendo ed il popolo sta entusiasticamente proclamando come fossimo nel vero quando , dovendosi ridecidere il destino d ' Italia salutammo in Mussolini la decisione felice ; in Mussolini capo ed arbitro : non in coloro che farneticavano di servirsi di lui , in sott ' ordine , per contrabbandare la vecchia rovina . E se allora , come già contro la guerra e contro la vittoria cominciarono ad insinuarsi dagli spodestati i dubbi , le malignazioni , le sommesse profezie di rivincita e di vendetta , Torino espresse il suo cuore a Mussolini nel memorabile ottobre , e dette al risanamento tutte le sue formidabili energie . Se infine , dopo Matteotti , in mezzo alla frenetica sobillazione dell ' odio , toccò nuovamente alla Gazzetta del Popolo l ' arduo onore di riaffermare più necessaria e più insospettabile che mai la gigantesca opera del Capo , ecco che nuovamente il popolo piemontese in questi giorni riprende quel nostro linguaggio , rammenta gli inganni contro cui lo mettemmo in guardia , festeggia l ' accertato avvento di un ordine migliore , si compiace di aver dato tutta la sua attività , la sua serietà , la sua rettitudine alla generale riscossa nazionale . Come la vittoria fu conquistata due volte , così due volte volle il destino che l ' Italia avesse la certezza di essere salvata da Mussolini : nel 1922 e nel 1924 . È di ciò , sopratutto , che le manifestazioni di questi giorni dànno atto al Presidente . Non scriviamo apologie . Elenchiamo fatti e stati d ' animo . Di leggende inique sul Piemonte , molte ne sono cadute ed altre ne cadono . Ora si vede con quanta superficialità là dove non era ostinato calcolo si volesse prospettare un Piemonte ad immagine e somiglianza di alcune mediocrità politiche incapaci di contatto , nelle ore insigni , con l ' anima nazionale . Rimane verissimo che il Piemonte non è un popolo di rètori . Niente retorica , dunque , nelle accoglienze di Asti e dei colli monferrini all ' uomo che si adegua alle ragioni vitali del Paese , in anni asperrimi . Niente retorica , oggi , nel fervore dell ' aurea Vercelli , che pure negli anni rossi custodi e celebrò il valore perpetuandolo contro le aberrazioni antinazionali nei superstiti ed incorrotti artefici della Vittoria . Niente retorica , oggi , a Casale Monferrato memore dell ' eccidio dei tamburini sardi e dell ' attentato all ' on . Devecchi ; niente retorica nel plebiscito mussoliniano ; così come non era retorica quella dei credenti nella vittoria anche se gli esegeti della abilità politica - corruttrice e patteggiatrice , all ' interno ed all ' estero irridevano al « mito di Trieste » . Liberi da ogni altro impegno che non sia quello di servire il popolo italiano ; convinti di militare , militando per Mussolini , per la Patria ; immuni da ogni e qualsiasi pretesa di infallibilità , siamo fieri di sentirci dire oggi da voci innumerevoli e da fatti eloquentissimi che non ci siamo sbagliati . Unico nostro orgoglio è che il destino continui a commettere a queste pagine il privilegio di precorrere e di condividere i più decisivi atteggiamenti popolari a servizio della grande Patria . Così oggi riteniamo di dover portare ogni nostra modesta fatica alla realizzazione di quella compiuta e feconda armonia tra Stato nazionale e sindacalismo operaio , che non chiede abdicazioni e generalizzazioni politiche , ed è la conditio sine qua non per l ' ascesa del lavoro . . In vista di tale realizzazione a cui tende indubbiamente l ' animo dell ' onorevole Mussolini il possibile contributo del Piemonte è da considerare con la più grande attenzione e con cordiale fiducia . Terremo a nostro altissimo onore non meno che quando si trattò di protendersi totalmente verso la vittoria e verso la riscossa nazionale quanto ci sarà possibile fare a servizio di questo sforzo esemplare di civiltà , di giustizia e di pace . Le officine del Piemonte contengono imponenti energie che meritano dallo Stato ogni considerazione ed ogni simpatia . Il fenomeno sindacale è fenomeno di primo piano nel tempo nostro . E sarà per l ' Italia un glorioso primato quello che il Governo di Mussolini fa diventare possibile e forse ineluttabile . Il ciclo del risanamento , della coordinazione e della pacificazione continua , e non s ' arresta . « L ' Italia di tutti gli italiani » , che gli accaniti suoi avversari riducevano ad un grido d ' odio e di impotenza . Mussolini la crea , la plasma , e la avvia per il mondo .