StampaQuotidiana ,
Il
1°
del
novello
anno
,
verso
le
ore
3
pom
.
videsi
in
vari
punti
del
detto
Comune
un
aggirarsi
inquieto
e
minaccioso
di
parecchi
individui
armati
;
e
sulla
via
Garibaldi
presero
specialmente
a
tirarsi
molte
fucilate
alle
grida
di
«
abbasso
la
leva
,
morte
ai
liberali
,
viva
la
repubblica
»
.
Di
un
subito
si
vide
anche
inalberata
una
bandiera
rossa
.
Il
Delegato
di
Pubblica
Sicurezza
accorse
coraggioso
unitamente
a
un
suo
figlio
,
tentando
colla
parola
ridurre
al
dovere
i
tumultuanti
;
per
tutta
risposta
ebbero
tratti
addosso
molti
colpi
di
fucile
,
e
furono
ben
fortunati
a
rimanerne
illesi
.
Accorsero
a
quella
scarica
i
pochi
Carabinieri
Reali
colà
stanziati
e
il
Giudice
di
Mandamento
;
ma
,
visto
voltarsi
il
fuoco
anche
contro
loro
,
furono
nella
necessità
d
'
indietreggiare
,
e
di
ricoverarsi
l
'
uno
in
casa
dei
signori
Coppola
,
e
gli
altri
nella
loro
caserma
.
Poco
dopo
i
medesimi
Carabinieri
si
trovavano
aggrediti
,
circondati
,
sopraffatti
dal
numero
,
disarmati
nella
detta
caserma
.
I
tumultuanti
si
dirigevano
in
seguito
contro
la
casa
del
Comandante
della
Guardia
Nazionale
.
Attaccato
da
presso
,
oppone
quel
prode
quella
resistenza
che
la
certezza
di
una
morte
vicina
sa
ispirare
a
'
generosi
.
Fu
sparso
il
suo
sangue
,
ed
insieme
quello
di
una
giovane
figlia
.
Per
mano
di
feroci
assassini
la
casa
andò
in
fiamme
.
Andò
ugualmente
in
fiamme
la
casa
della
famiglia
Asaro
,
che
diede
altre
vittime
al
loro
furore
.
Poi
furono
manomessi
e
bruciati
l
'
Ufficio
e
l
'
Archivio
Comunale
,
l
'
Ufficio
Doganale
,
la
Cancelleria
Mandamentale
:
seguì
la
uccisione
del
sig
.
Antonio
Calandra
,
e
l
'
incendio
dell
'
abitazione
del
medico
dottor
Calandra
;
al
Percettore
fu
tolto
il
numerarlo
che
trovavasi
in
cassa
di
oltre
a
200
ducati
.
Così
passavasi
quella
luttuosa
notte
;
all
'
alba
del
2
le
grida
di
«
morte
ai
liberali
»
ricominciarono
a
frustare
le
vie
.
Dopo
lungo
stormeggiare
qua
e
là
senza
freno
né
scopo
,
alle
ore
10
a.m.
i
tumultuanti
assalivano
a
fucilate
la
casa
del
delegato
di
Sicurezza
Signor
Fundarò
,
il
quale
,
trovando
inutile
ogni
resistenza
,
rendevasi
vinto
a
quell
'
orda
frenetica
,
che
con
angoscioso
alternare
gridava
morte
e
grazia
a
vicenda
.
Il
SottoPrefetto
di
Alcamo
,
che
fino
a
quell
'
ora
nessuna
notizia
aveva
ricevuto
di
quelle
deplorabili
scene
,
al
primo
annunzio
spediva
persona
ad
indagare
il
vero
stato
delle
cose
,
con
obbligo
di
riferirne
a
'
RR
.
Carabinieri
,
Militi
a
cavallo
e
truppa
di
linea
da
cui
l
'
avrebbe
fatto
seguitare
.
Lungo
il
cammino
si
poté
veramente
conoscere
come
la
sommossa
avesse
un
carattere
alquanto
grave
,
e
il
Maresciallo
de
'
Carabinieri
inchinava
al
consiglio
di
chi
dissuadeva
dal
cimentarsi
in
sì
scarso
numero
.
Il
Comandante
de
'
Militi
a
cavallo
signor
Varvaro
,
spinto
a
improvviso
ardire
,
spronò
con
quattro
de
'
suoi
verso
la
città
;
sperava
che
la
voce
e
la
presenza
di
lui
,
nella
sua
qualità
di
pubblico
ufficiale
,
imporrebbe
a
que
'
tristi
;
ma
ne
fu
crudelmente
deluso
al
suo
ingresso
,
e
pagava
colla
propria
vita
e
con
quella
di
due
de
'
propri
compagni
una
troppa
generosa
fiducia
.
La
Luogotenenza
Generale
del
Re
in
Palermo
ebbe
il
primo
avviso
degli
scoppiati
tumulti
alle
ore
5
p
.
m
.
del
giorno
2
per
dispaccio
di
Alcamo
,
partito
da
quella
città
alle
ore
4
.
E
fu
immantinente
disposto
e
co
'
mezzi
più
celeri
che
il
battaglione
di
linea
,
il
quale
,
reduce
da
Trapani
,
era
in
Calatafimi
,
marciasse
su
Alcamo
e
Castellammare
con
truppa
e
con
a
bordo
il
Maggior
Generale
Quintini
,
a
cui
si
diede
il
comando
di
tutte
le
forze
.
Le
truppe
imbarcate
sul
«
Monzambano
»
arrivarono
alle
4
della
mattina
del
3
,
ma
lo
sbarco
non
si
operò
che
a
giorno
.
È
falso
che
da
'
tumultuanti
si
fosse
cercato
impedirlo
con
due
piccoli
pezzi
di
artiglieria
.
Le
truppe
misero
piede
a
terra
senza
opposizione
.
Avanzatesi
nel
paese
,
furono
aggredite
a
fucilate
;
si
rispose
vivamente
;
ridottisi
su
per
la
sovrastante
montagna
,
i
tumultuanti
ne
furono
sloggiati
con
alcuni
colpi
di
cannone
tratti
dal
«
Monzambano
»
e
dall
'
«
Ardita
»
.
Nello
scontro
avuto
fu
a
deplorare
acerbamente
la
morte
del
bravo
capitano
Mazzetti
,
e
quella
di
un
sergente
de
'
bersaglieri
,
oltre
le
ferite
toccate
ad
un
uffiziale
e
taluni
soldati
.
Il
battaglione
di
Calatafimi
era
intanto
arrivato
in
Alcamo
verso
il
mezzogiorno
del
3
.
Non
avendo
preso
cibo
né
riposo
,
dové
fermarsi
quivi
alcun
poco
;
e
partitosi
non
prima
delle
ore
2
e
mezzo
p
.
m
.
arrivava
in
Castellammare
presso
alle
ore
6
.
Il
SottoPrefetto
marciava
colla
vanguardia
di
quel
battaglione
.
Giunto
in
Castellammare
,
trovò
già
l
'
ordine
ristabilito
,
ordinato
il
disarmo
;
seppe
inoltre
che
sei
de
'
colpevoli
,
presi
colle
armi
alle
mani
e
in
atto
di
far
fuoco
contro
le
truppe
,
furono
fucilati
;
di
costoro
tre
non
vollero
palesare
il
loro
nome
,
uno
fu
un
tristo
prete
imbrancatosi
fra
quella
sanguinaria
ribaldaglia
.
Le
cure
tanto
del
nominato
SottoPrefetto
che
dell
'
onorevole
Maggior
Generale
Quintini
si
sono
quindi
rivolte
a
dare
ordine
e
norma
per
le
indagini
politiche
e
per
la
punizione
dei
rei
.
Si
è
stabilita
una
commissione
composta
del
giudice
,
del
Sindaco
,
del
Delegato
,
e
da
due
altri
onesti
cittadini
per
la
ricognizione
di
coloro
che
possansi
lasciare
rientrare
impuni
nel
paese
.
Si
è
ordinato
al
Sindaco
di
convocare
immediatamente
la
Giunta
e
il
Consiglio
Municipale
per
le
operazioni
richieste
dalla
urgenza
del
Comune
.
StampaQuotidiana ,
L
'
Istituzione
della
Cassa
Centrale
di
Risparmio
di
queste
Siciliane
provincie
è
un
fatto
compiuto
.
Il
Luogotenente
Generale
del
Re
,
Conte
di
Pettinengo
,
ricorrendo
l
'
anniversario
di
quel
memorabile
giorno
,
il
quale
delle
genti
d
'
Italia
fece
una
sola
famiglia
,
ne
decretò
l
'
organamento
;
egli
stesso
accompagnato
ieri
da
eletti
cittadini
e
da
funzionarii
volle
far
bella
di
sua
presenza
la
solenne
cerimonia
che
apriva
il
Gran
Libro
del
popolo
,
e
che
tramutando
in
proprietarii
l
'
artigiano
,
il
lavoriero
,
il
proletario
,
provvede
a
quei
bisogni
talvolta
fatali
,
in
cui
sventure
inaspettate
sommergono
in
un
tratto
numerose
famiglie
.
Non
più
solenne
,
non
più
commovente
potea
tornare
la
cittadina
cerimonia
e
bellamente
ne
compieva
gran
parte
il
discorso
inaugurale
del
Direttore
Prof
.
Bruno
.
Ripetere
in
questa
congiuntura
gl
'
innumerevoli
vantaggi
di
questa
eminentemente
benefica
e
moralizzatrice
istituzione
sarebbe
un
fuor
di
luogo
,
ma
pur
futile
a
me
non
sembra
il
rammentare
che
l
'
uomo
che
vive
dell
'
esile
prodotto
delle
sue
fatiche
,
l
'
artigiano
cui
è
dato
cibarsi
di
un
pane
bagnato
dal
sudore
della
sua
fronte
trovano
là
in
quella
cassa
un
mezzo
sicuro
come
crearsi
coi
più
piccoli
risparmii
di
che
onestamente
sostenere
la
loro
famigliola
,
allorché
spossato
dagli
anni
e
dalla
fatica
l
'
inerte
braccio
non
potrà
più
rispondere
agl
'
impulsi
del
cuore
e
della
mente
;
potrà
egli
un
giorno
,
il
proletario
,
quando
chiamato
da
Dio
al
suo
eterno
bacio
vedrassi
cinto
il
letto
dalla
sposa
e
dai
figli
,
andar
tranquillo
e
calmo
all
'
eterno
riposo
,
perché
i
risparmi
delle
sue
fatiche
cumulati
in
quella
cassa
lo
faran
certo
che
alla
vedova
e
agli
orfani
non
mancherà
il
pane
.
StampaPeriodica ,
Addis
Abeba
è
stata
occupata
dalle
truppe
italiane
.
Il
Negus
ha
abbandonata
la
partita
.
Il
numero
,
la
tecnica
,
la
crudeltà
con
cui
è
stata
condotta
la
guerra
hanno
avuto
ragione
,
più
presto
di
quanto
non
si
prevedesse
,
delle
difficoltà
immense
del
terreno
,
del
clima
,
dell
'
eroismo
non
smentito
dei
difensori
abissini
,
che
sapevano
di
battersi
per
la
loro
terra
e
la
loro
indipendenza
.
Il
fascismo
ha
concentrato
mezzo
milione
di
uomini
contro
le
formazioni
abissine
,
in
maggioranza
raccogliticce
.
Li
ha
scagliati
,
armati
fino
ai
denti
,
contro
un
avversario
inferiore
per
numero
e
per
armi
.
Alle
tanks
,
alle
mitragliatrici
,
ai
cannoni
più
moderni
,
il
popolo
abissino
non
ha
potuto
opporre
che
scarsi
ed
antiquati
fucili
e
,
spesso
,
solo
le
armi
più
primitive
.
Nulla
questo
popolo
aveva
da
opporre
contro
gli
aeroplani
e
i
gas
.
E
il
fascismo
con
la
più
fredda
crudeltà
non
ha
mancato
di
trarre
da
questa
situazione
il
più
largo
e
il
più
cinico
vantaggio
.
Esso
aveva
preso
l
'
impegno
solenne
di
non
ricorrere
all
'
arma
dei
gas
,
di
rispettare
le
popolazioni
inermi
,
le
città
indifese
,
gli
ospedali
e
le
ambulanze
militari
.
Non
ha
mantenuto
quanto
aveva
promesso
.
Ha
avanzato
nell
'
onta
e
nel
sangue
,
moltiplicando
le
distruzioni
e
gli
orrori
.
Le
strade
di
Harrar
e
di
Addis
Abeba
sono
state
aperte
con
i
bombardamenti
aerei
di
pacifiche
ed
inermi
popolazioni
,
con
i
gas
tossici
,
con
l
'
yprite
che
acceca
e
scortica
vivi
i
contadini
,
con
il
massacro
delle
donne
e
dei
bimbi
lasciati
senza
difesa
nelle
campagne
e
nei
villaggi
abbandonati
.
I
difensori
abissini
sono
stati
spinti
dal
loro
ardore
ad
accettare
delle
battaglie
campali
contro
l
'
invasore
,
superiormente
armato
e
organizzato
.
In
queste
battaglie
all
'
Amba
Aradam
,
all
'
Amba
Alagi
,
al
lago
Ascianghi
l
'
eroismo
abissino
è
stato
schiacciato
dalla
superiorità
tecnica
italiana
.
Lo
sbandamento
delle
forze
battute
,
che
ne
seguiva
,
ha
permesso
all
'
invasore
di
avanzare
rapidamente
.
Così
,
mentre
nei
primi
tre
mesi
di
guerra
il
fascismo
non
era
riuscito
ad
avanzare
che
di
pochi
chilometri
e
tra
grandi
difficoltà
ed
alcuni
rovesci
locali
,
negli
ultimi
tre
mesi
ha
progredito
di
centinaia
di
chilometri
,
ha
supplito
,
con
l
'
aviazione
,
alle
difficoltà
dei
rifornimenti
,
ed
è
riuscito
ad
avvicinarsi
rapidamente
al
cuore
dell
'
Abissinia
.
Ma
i
popoli
dell
'
Abissinia
non
hanno
capitolato
,
e
non
capitoleranno
presto
e
facilmente
.
La
resistenza
di
questi
popoli
contro
l
'
invasore
si
riorganizzerà
contro
la
nuova
e
più
feroce
oppressione
dello
straniero
.
Se
la
guerra
propriamente
detta
è
finita
in
Abissinia
,
incomincia
da
oggi
l
'
opera
di
consolidazione
militare
della
conquista
,
opera
che
sarà
lunga
e
si
troverà
di
fronte
a
difficoltà
serie
di
clima
,
e
alla
opposizione
delle
popolazioni
che
non
subiranno
senza
reazioni
violente
la
dominazione
fascista
.
Il
problema
abissino
continuerà
a
pesare
sull
'
economia
e
sulla
vita
dell
'
Italia
,
ma
esso
aggraverà
pure
i
rapporti
fra
l
'
Italia
e
il
mondo
,
e
contribuirà
ad
accelerare
il
pericolo
di
una
catastrofe
internazionale
.
Per
l
'
umanità
e
per
il
nostro
paese
,
s
'
alzano
terribili
minacce
di
strage
e
di
distruzione
,
al
cui
confronto
gli
orrori
perpetrati
dai
«
civilizzatori
»
fascisti
in
Abissinia
appariranno
cosa
da
poco
.
Sono
i
fascisti
di
ogni
paese
che
soffiano
sul
fuoco
.
In
primo
luogo
sono
i
fascismi
di
Germania
e
del
Giappone
che
alimentano
pazientemente
due
terribili
focolai
di
guerra
.
Guardiamoci
attorno
.
Guardiamo
che
cosa
si
sta
preparando
.
In
Germania
Hitler
sta
riarmando
a
tutto
vapore
.
Il
bieco
Goering
,
nominato
dittatore
dell
'
economia
tedesca
,
ha
dichiarato
che
quel
che
conta
,
adesso
,
per
il
popolo
tedesco
,
non
è
l
'
avere
del
grasso
per
la
cucina
,
ma
dei
fucili
per
la
guerra
.
Nel
Giappone
impera
lo
stesso
principio
.
Non
si
mobilitano
tante
forze
,
non
si
accumulano
tante
armi
per
poi
starsene
,
con
le
mani
in
mano
,
alla
finestra
,
a
guardare
.
Già
il
Giappone
non
esita
a
carpire
,
un
pezzo
dopo
l
'
altro
,
tutta
la
Cina
del
nord
.
Striscia
,
minaccioso
,
lungo
le
frontiere
della
Unione
Sovietica
e
della
Repubblica
popolare
mongola
.
In
questi
ultimi
tempi
,
in
pochi
giorni
,
ha
provocato
decine
di
«
incidenti
»
di
frontiera
,
con
nutrite
sparatorie
,
bombardamenti
aerei
,
spostamenti
di
migliaia
di
soldati
.
Come
si
vede
,
si
tratta
di
«
incidenti
»
per
modo
di
dire
.
In
verità
,
si
tratta
di
azioni
preparatorie
dell
'
offensiva
generale
che
il
Giappone
prepara
in
Asia
.
Il
Giappone
non
è
sazio
degli
immensi
territori
rubati
alla
Cina
.
L
'
appetito
viene
mangiando
,
soprattutto
quando
nessuno
guasta
il
festino
.
L
'
impunità
con
cui
finora
il
Giappone
ha
potuto
realizzare
le
sue
rapine
l
'
incita
a
proseguire
.
Oggi
esso
guarda
già
oltre
la
Cina
.
Sta
all
'
agguato
delle
terre
e
delle
ricchezze
dell
'
Unione
Sovietica
,
accarezza
l
'
idea
di
scacciare
l
'
Inghilterra
dall
'
Asia
e
l
'
Asia
agli
asiatici
:
cioè
al
Giappone
agogna
all
'
egemonia
sul
Pacifico
.
È
la
guerra
contro
l
'
URSS
,
contro
l
'
Inghilterra
,
contro
gli
Stati
Uniti
:
con
le
sue
passeggiate
nella
Cina
del
nord
e
con
i
suoi
incidenti
di
frontiera
,
il
Giappone
prepara
una
conflagrazione
mondiale
.
Hitler
,
sull
'
esempio
giapponese
e
italiano
,
ha
stracciato
i
patti
e
gli
obblighi
internazionali
che
lo
legavano
;
ha
riarmato
,
ha
rioccupato
la
Renania
,
di
dove
sfida
la
Francia
e
il
Belgio
;
prepara
un
colpo
contro
la
Cecoslovacchia
,
l
'
Austria
,
la
Lituania
;
cerca
di
trascinare
,
al
suo
fianco
,
la
Polonia
,
per
farne
una
piazza
d
'
armi
per
l
'
attacco
contro
l
'
URSS
.
Ancora
non
sono
risolte
le
incognite
sollevate
dal
colpo
di
forza
di
Hitler
sul
Reno
,
e
,
in
questi
giorni
,
gli
animi
sono
sospesi
a
quel
che
Hitler
prepara
in
Austria
.
Delle
truppe
sono
ammassate
da
una
parte
e
dall
'
altra
della
frontiera
.
Hitler
vuol
rifare
il
blocco
austro
-
tedesco
come
al
tempo
della
guerra
mondiale
blocco
sottomesso
alla
sua
volontà
di
guerra
,
per
poi
,
sfidare
il
mondo
.
Ma
non
è
nemmeno
necessario
che
si
arrivi
a
tanto
:
basta
un
inizio
di
realizzazione
di
un
tale
blocco
,
perché
il
mondo
sprofondi
nella
catastrofe
di
una
nuova
guerra
.
Di
questa
situazione
approfitta
il
fascismo
italiano
,
per
ricattare
,
per
dare
soddisfazione
alle
sue
mire
di
rapina
,
per
minacciare
e
aggravare
ancora
più
la
situazione
,
sperando
di
poter
pescare
più
abbondantemente
nelle
acque
torbide
.
I
suoi
giornali
,
eccitati
dalle
vittorie
militari
in
Abissinia
,
minacciano
«
un
cataclisma
mondiale
nel
quale
sprofonderebbe
l
'
Europa
»
,
se
non
si
dà
soddisfazione
agli
appetiti
fascisti
.
Essi
avvertono
,
con
chiara
allusione
all
'
Inghilterra
,
che
«
le
forze
d
'
Africa
sono
già
in
buona
parte
disponibili
e
potrebbero
operare
in
tutte
le
direzioni
necessarie
»
.
Un
vento
di
follia
guerresca
soffia
da
tutti
i
paesi
fascisti
.
Le
provocazioni
degli
uni
favoriscono
e
stimolano
le
provocazioni
degli
altri
.
La
situazione
è
tale
,
oggi
,
che
la
guerra
può
scoppiare
da
un
momento
all
'
altro
.
La
scintilla
iniziale
può
sprizzare
dalle
fiamme
della
guerra
che
continua
in
Abissinia
;
può
essere
portata
dagli
incidenti
e
dalle
provocazioni
che
il
Giappone
trama
in
Asia
;
può
nascere
dall
'
Austria
,
dai
Balcani
.
Tanto
è
il
materiale
incendiario
accumulato
dai
fascismi
,
così
aperta
e
decisa
è
la
volontà
del
fascismo
hitleriano
e
del
militarismo
giapponese
di
ricorrere
alla
guerra
per
dare
soddisfazione
alle
loro
mire
di
rapina
,
che
,
dovunque
sprizzi
la
scintilla
di
guerra
,
essa
può
arrivare
,
in
qualche
settimana
,
in
qualche
giorno
,
ad
appiccare
il
fuoco
al
mondo
.
Ed
allora
sarà
il
terribile
risveglio
per
l
'
umanità
,
sotto
l
'
irrompere
delle
prime
ondate
di
aeroplani
,
apportatori
di
fuoco
,
di
gas
micidiali
sulle
nostre
città
e
sulle
nostre
popolazioni
.
Come
si
è
arrivati
a
una
situazione
tanto
tragica
?
Perché
i
focolai
di
guerra
mondiale
si
sono
,
in
questi
mesi
,
così
pericolosamente
avvivati
da
minacciare
,
da
un
giorno
all
'
altro
,
di
svilupparsi
in
un
grande
incendio
?
È
ancora
il
fascismo
italiano
che
si
trova
all
'
inizio
della
catena
di
avvenimenti
che
hanno
portato
alla
situazione
attuale
.
Il
fascismo
,
scatenando
la
sua
campagna
africana
,
ha
paralizzato
,
in
Europa
,
il
blocco
degli
Stati
borghesi
interessati
,
per
il
momento
,
al
mantenimento
della
pace
.
È
vero
che
l
'
interesse
di
questi
Stati
è
particolaristico
,
egoistico
,
limitato
.
L
'
Inghilterra
guarda
alla
conservazione
del
proprio
impero
e
della
propria
posizione
nel
mondo
.
La
Francia
guarda
alle
frontiere
del
Reno
,
si
preoccupa
della
minaccia
della
invasione
del
suo
territorio
e
della
conservazione
dei
suoi
alleati
.
L
'
aggressione
fascista
,
minacciando
le
posizioni
coloniali
dell
'
Inghilterra
,
ha
reso
questa
sensibilissima
alle
cose
africane
,
ma
ha
reso
ostile
e
resistente
la
Francia
ad
impegnarsi
in
misure
concrete
contro
l
'
aggressore
italiano
,
non
ricevendo
dall
'
Inghilterra
delle
concrete
garanzie
contro
ogni
eventuale
aggressione
hitleriana
.
È
questo
contrasto
tra
le
principali
potenze
borghesi
interessate
alla
pace
,
che
ha
reso
esitante
e
debole
tutto
il
fronte
degli
Stati
che
a
Ginevra
hanno
condannato
l
'
aggressore
fascista
.
Solo
l
'
Unione
Sovietica
ha
preso
una
decisa
posizione
per
un
'
azione
collettiva
e
severa
contro
l
'
aggressore
italiano
e
contro
ogni
aggressore
.
Ma
il
suo
esempio
e
il
suo
invito
all
'
azione
collettiva
non
sono
stati
seguiti
dall
'
insieme
della
Società
delle
nazioni
.
L
'
impunità
,
o
quasi
,
assicurata
al
fascismo
italiano
,
ha
reso
arditi
gli
altri
fascismi
,
che
si
sono
sentiti
incoraggiati
a
precipitare
le
loro
provocazioni
.
Sotto
la
protezione
del
conflitto
italo
-
inglese
e
del
contrasto
franco
-
inglese
,
la
Germania
hitleriana
ha
riarmato
,
ha
rioccupato
la
Renania
,
portando
così
nuova
esca
al
dissidio
tra
Francia
e
Inghilterra
e
alleggerendo
,
per
contraccolpo
,
la
pressione
contro
il
fascismo
italiano
.
Lo
stesso
ha
fatto
il
Giappone
.
Questo
,
vedendo
l
'
Inghilterra
fortemente
impegnata
contro
l
'
Italia
nel
Mediterraneo
e
in
Africa
,
ha
precipitato
la
realizzazione
dei
suoi
piani
di
conquista
in
Asia
.
La
divisione
delle
potenze
interessate
al
mantenimento
della
pace
ha
lasciato
campo
libero
agli
Stati
fascisti
fautori
di
guerra
.
Le
ripetute
provocazioni
di
questi
ultimi
,
invece
di
riformare
e
saldare
il
fronte
degli
Stati
pacifisti
,
ne
hanno
,
finora
,
solamente
accentuata
la
divisione
.
Oggi
la
situazione
è
questa
:
Germania
e
Giappone
minacciano
con
tutto
il
peso
della
loro
potenza
,
di
trarre
profitto
dalla
divisione
del
mondo
e
di
realizzare
i
loro
piani
di
conquista
.
Questi
due
paesi
fascisti
determinano
ed
influenzano
tutti
gli
altri
fattori
di
guerra
nel
mondo
.
Essi
sono
i
due
principali
focolai
di
guerra
,
nei
confronti
dei
quali
«
il
pericolo
rappresentato
dalla
guerra
italo
-
abissina
è
un
episodio
»
(
Stalin
)
.
Ma
un
episodio
che
,
come
tutti
i
fattori
minori
di
guerra
che
in
questi
tempi
agiscono
nel
mondo
,
può
influire
profondamente
sull
'
evoluzione
dei
principali
focolai
.
Infatti
,
non
vi
è
dubbio
che
la
guerra
d
'
Abissinia
ha
accelerato
questa
evoluzione
,
e
un
'
acutizzazione
del
conflitto
italo
-
inglese
o
una
rottura
aperta
tra
Francia
e
Inghilterra
precipiterebbe
il
conflitto
mondiale
,
mentre
tutto
ciò
prova
ancora
una
volta
che
la
politica
di
difesa
collettiva
della
pace
può
trionfare
solo
se
si
applica
contro
tutti
gli
aggressori
e
,
oggi
,
soprattutto
,
contro
l
'
aggressore
principale
in
Europa
:
Hitler
.
Questi
specula
arditamente
e
,
finora
,
fortunatamente
,
sulla
divisione
dei
governi
che
gli
potrebbero
resistere
.
In
questa
situazione
di
smarrimento
e
di
incertezza
si
inacerbiscono
tutti
gli
altri
fattori
minori
di
guerra
.
L
'
Austria
,
sollecitata
da
Mussolini
,
e
incoraggiata
dalla
passività
osservata
di
fronte
al
riarmo
tedesco
,
non
ha
esitato
a
riarmare
a
sua
volta
.
L
'
Ungheria
altra
cliente
del
fascismo
italiano
-
attende
il
momento
buono
per
fare
lo
stesso
.
Hitler
lavora
in
Grecia
,
per
minare
la
politica
dell
'
Intesa
balcanica
,
lavora
in
Rumenia
per
minare
la
piccola
Intesa
.
La
debolezza
e
la
divisione
contro
gli
aggressori
fascisti
hanno
provocato
lo
slancio
del
revisionismo
fascista
,
hanno
paralizzato
il
fronte
dei
governi
interessati
,
oggi
,
al
mantenimento
della
pace
,
minando
nello
stesso
tempo
tutti
gli
aggruppamenti
di
Stati
sorti
per
il
mantenimento
dello
statu
quo
e
,
perciò
,
della
pace
.
Mai
come
in
questi
giorni
è
apparso
così
chiaro
che
la
pace
è
indivisibile
,
che
ogni
indebolimento
del
fronte
degli
Stati
interessati
al
mantenimento
della
pace
è
un
incoraggiamento
per
i
fautori
e
i
provocatori
di
guerra
.
Ogni
debolezza
verso
gli
atti
concreti
di
provocazione
è
un
incoraggiamento
per
i
fautori
di
guerra
.
Ogni
premio
concesso
all
'
aggressore
è
la
certezza
che
la
guerra
rende
,
che
il
successo
legalizza
tutto
,
e
che
l
'
aggressione
può
essere
tentata
.
Ma
è
in
una
tale
atmosfera
che
si
preparano
le
più
spaventose
tempeste
.
Oggi
,
purtroppo
,
la
pace
è
come
un
castello
di
carte
,
sul
quale
soffiano
,
da
tutte
le
parti
,
i
fascismi
.
Basta
che
una
carta
si
sposti
e
tutto
il
castello
crollerà
,
Ma
può
essere
fatto
nulla
per
scongiurare
la
catastrofe
?
Sì
,
molto
può
essere
fatto
.
È
vero
,
la
guerra
minaccia
,
ma
può
essere
evitata
.
Sta
all
'
azione
dei
popoli
,
sta
alla
energia
del
proletariato
di
riuscire
ad
evitarla
.
I
popoli
non
vogliono
la
guerra
,
I
popoli
sono
per
una
politica
conseguente
di
pace
.
Uniti
e
attivi
,
essi
possono
imporre
ai
propri
governi
la
politica
di
difesa
collettiva
contro
tutti
i
provocatori
di
guerra
,
la
politica
che
propone
e
difende
l
'
URSS
.
Uniti
e
attivi
,
essi
possono
passare
ad
azioni
dirette
contro
i
provocatori
di
guerra
:
proteste
,
scioperi
,
boicottaggio
,
sanzioni
proletarie
.
Purtroppo
,
finora
,
quest
'
unità
d
'
azione
dei
popoli
non
si
è
ancora
ottenuta
,
perché
non
si
è
ancora
ottenuta
l
'
unità
d
'
azione
internazionale
del
proletariato
.
La
Seconda
Internazionale
,
finora
,
ha
respinto
ogni
proposta
di
unità
d
'
azione
fattale
dall
'
Internazionale
comunista
,
ha
respinto
ogni
azione
indipendente
delle
masse
contro
i
fautori
di
guerra
.
La
socialdemocrazia
ha
subordinato
e
subordina
tutta
la
sua
azione
contro
la
guerra
a
quella
della
Società
delle
nazioni
e
a
quella
dei
rispettivi
governi
nella
Società
delle
nazioni
.
Ma
i
governi
borghesi
,
nella
loro
politica
,
non
sono
guidati
che
dalle
loro
preoccupazioni
egoistiche
di
difesa
della
«
loro
»
pace
,
cioè
dei
loro
interessi
borghesi
e
imperialistici
.
Subordinare
l
'
azione
dei
popoli
a
quella
dei
rispettivi
governi
vuol
dire
far
fallire
ogni
azione
efficace
delle
masse
per
la
difesa
collettiva
dei
popoli
contro
i
provocatori
di
guerra
.
Solo
una
potente
,
larga
,
energica
azione
di
popolo
poteva
far
marciare
,
senza
riserve
,
il
governo
francese
contro
l
'
aggressore
italiano
.
Analogamente
,
solo
una
potente
,
larga
,
energica
azione
di
popolo
può
far
marciare
il
governo
inglese
contro
l
'
aggressore
Hitler
.
I
popoli
non
hanno
degli
interessi
particolari
,
egoistici
,
da
difendere
,
ma
hanno
da
difendere
l
'
interesse
generale
dell
'
umanità
che
vuole
la
pace
.
Solo
il
loro
intervento
indipendente
ed
energico
può
imporre
ad
ogni
governo
una
politica
conseguente
di
difesa
della
pace
su
tutti
i
fronti
e
contro
tutti
gli
aggressori
.
È
solo
una
tale
politica
che
,
facendo
l
'
unione
di
tutti
i
paesi
interessati
alla
pace
,
può
,
oggi
,
scoraggiare
gli
aggressori
e
obbligarli
a
rinunciare
ai
loro
piani
di
rapina
.
Ma
perché
i
popoli
riescano
a
svolgere
una
tale
azione
bisogna
che
il
proletariato
sia
unito
,
nazionalmente
e
internazionalmente
,
nella
lotta
contro
la
guerra
.
Bisogna
che
il
proletariato
francese
,
come
il
proletariato
inglese
,
come
il
proletariato
cecoslovacco
,
come
il
proletariato
dei
paesi
scandinavi
,
svolgano
tutti
uniti
la
stessa
azione
,
indipendente
ed
energica
,
contro
i
fautori
di
guerra
e
contro
i
propri
governi
che
esitano
o
resistono
a
seguire
una
politica
di
pace
.
In
questa
azione
essi
devono
trascinare
al
loro
seguito
le
grandi
masse
popolari
di
ogni
paese
.
Ma
come
possono
,
questi
proletariati
,
svolgere
efficacemente
una
tale
azione
di
organizzazione
e
di
direzione
delle
masse
popolari
,
se
essi
,
per
colpa
della
socialdemocrazia
,
sono
ancora
divisi
nel
maggior
numero
di
paesi
e
se
,
nei
paesi
dove
la
socialdemocrazia
è
forte
,
sono
nella
loro
maggioranza
invitati
a
rimettersi
a
quanto
fa
la
Società
delle
nazioni
e
a
quanto
fanno
i
propri
governi
in
seno
ad
essa
?
Ciò
dimostra
quale
e
quanta
responsabilità
si
assumono
quei
dirigenti
della
Seconda
Internazionale
che
si
oppongono
,
in
ogni
paese
e
internazionalmente
,
alla
realizzazione
dell
'
unità
d
'
azione
contro
la
guerra
.
Costoro
,
con
la
loro
azione
,
sabotano
ogni
attività
efficace
di
massa
in
difesa
della
pace
;
sabotano
l
'
unione
dei
popoli
contro
i
fautori
di
guerra
;
favoriscono
,
perciò
,
tutte
le
macchinazioni
dei
governi
fascisti
.
Solo
la
vigilanza
dei
popoli
può
ancora
salvare
la
pace
.
Ma
perché
questa
vigilanza
sia
efficace
,
bisogna
che
il
proletariato
si
unisca
nazionalmente
e
internazionalmente
.
Ecco
perché
la
lotta
per
l
'
unità
d
'
azione
internazionale
,
la
lotta
contro
quei
dirigenti
della
Seconda
Internazionale
che
si
oppongono
all
'
unità
d
'
azione
è
,
nel
momento
presente
,
la
più
importante
per
salvare
l
'
umanità
dalla
guerra
.
Il
nostro
popolo
,
come
tutti
i
popoli
,
vuole
la
pace
.
Lottando
per
imporre
anche
in
Italia
una
politica
di
pace
,
una
politica
che
schieri
il
nostro
paese
tra
i
fautori
e
i
difensori
della
pace
,
noi
lottiamo
come
sempre
-
per
i
veri
interessi
del
nostro
paese
.
È
Mussolini
che
ha
tradito
e
tradisce
gli
interessi
d
'
Italia
,
che
sacrifica
il
nostro
paese
alle
sue
ambizioni
e
ai
privilegi
di
un
pugno
di
sfruttatori
.
Gli
interessi
d
'
Italia
esigevano
il
rispetto
dell
'
integrità
e
dell
'
indipendenza
dell
'
Abissinia
.
Mussolini
ci
ha
gettati
nella
guerra
d
'
Africa
che
disonora
,
dissangua
e
immiserisce
l
'
Italia
.
Gli
interessi
dell
'
Italia
esigevano
l
'
organizzazione
,
in
Europa
,
di
una
salda
politica
di
pace
.
Mussolini
ha
sabotato
questa
politica
,
l
'
ha
rovinata
con
la
sua
aggressione
e
la
rovina
eccitando
e
favorendo
tutte
le
mire
fasciste
di
violenta
revisione
della
carta
del
mondo
.
Gli
interessi
d
'
Italia
esigono
che
falliscano
i
piani
di
Hitler
,
che
si
tenga
lontano
Hitler
dalle
frontiere
italiane
.
Mussolini
ha
riarmato
Hitler
,
l
'
ha
aiutato
ad
andare
al
potere
,
l
'
ha
spinto
al
colpo
di
forza
sul
Reno
,
ha
aggravato
enormemente
la
minaccia
hitleriana
contro
l
'
Austria
.
Gli
interessi
d
'
Italia
esigono
che
sia
preservata
la
pace
sul
Danubio
,
nei
Balcani
,
che
dei
rapporti
stretti
esistano
tra
gli
Stati
della
piccola
Intesa
e
dell
'
Intesa
balcanica
,
che
sono
interessati
al
mantenimento
dello
statu
quo
.
Mussolini
fa
di
tutto
per
turbare
la
pace
in
questa
parte
di
Europa
;
ha
spinto
l
'
Austria
al
riarmo
,
sollecita
l
'
Ungheria
a
far
lo
stesso
,
cerca
di
dislocare
la
piccola
Intesa
e
l
'
Intesa
balcanica
,
cioè
esaspera
tutti
i
contrasti
tra
le
potenze
.
Gli
interessi
d
'
Italia
esigono
che
sia
salvata
,
ad
ogni
costo
,
la
pace
mondiale
.
Perciò
la
classe
operaia
e
le
masse
popolari
del
nostro
paese
,
superando
ogni
dissenso
di
partito
,
in
una
fraternizzazione
che
stringa
fascisti
e
antifascisti
nell
'
interesse
superiore
dell
'
Italia
e
della
pace
,
debbono
difendere
ed
agitare
,
in
tutte
le
organizzazioni
fasciste
,
dovunque
e
comunque
,
la
politica
che
porti
il
popolo
italiano
a
diventare
uno
dei
fattori
più
attivi
della
organizzazione
della
pace
nel
mondo
.
StampaPeriodica ,
Tra
le
ragioni
che
hanno
permesso
al
governo
di
riportare
la
vittoria
militare
in
Africa
,
ve
ne
sono
almeno
tre
che
debbono
richiamare
la
nostra
attenzione
,
giacché
esse
possono
determinare
,
in
gran
parte
,
gli
eventi
immediati
e
più
lontani
della
vita
interna
ed
internazionale
dell
'
Italia
.
La
prima
di
queste
ragioni
è
lo
sforzo
,
senza
eguali
nella
storia
delle
imprese
coloniali
,
che
è
stato
compiuto
per
la
conquista
dell
'
Abissinia
;
sforzo
economico
-
finanziario
e
militare
di
una
portata
tale
,
che
il
generale
Baistrocchi
lo
ha
paragonato
a
quello
imposto
al
nostro
paese
dalla
guerra
europea
del
1915-1918
.
Noi
comunisti
,
come
del
resto
quasi
tutti
gli
scrittori
politici
più
autorevoli
del
mondo
,
avevamo
visto
nelle
difficoltà
economico
-
militari
della
guerra
in
Abissinia
i
limiti
dell
'
impresa
.
Lo
stesso
governo
italiano
,
del
resto
,
previde
una
guerra
più
facile
;
e
la
prova
di
ciò
è
meno
nei
motivi
agitatori
dell
'
estate
scorsa
sulla
«
passeggiata
militare
»
quanto
nelle
vicende
militari
del
novembre
-
febbraio
,
che
videro
le
divisioni
italiane
sulla
difensiva
e
obbligarono
ai
più
grandi
sforzi
per
portare
il
corpo
di
spedizione
a
quasi
mezzo
milione
di
uomini
e
dotarlo
di
una
formidabile
quantità
di
armi
e
di
materiali
.
Il
prestigio
di
Mussolini
e
la
stessa
esistenza
del
regime
erano
impegnati
nella
guerra
:
tutto
,
perciò
,
fu
fatto
,
ed
a
qualunque
costo
,
per
assicurare
la
vittoria
militare
.
Appartiene
a
questo
periodo
critico
delle
operazioni
in
Abissinia
la
decisione
di
condurre
una
guerra
di
distruzione
,
la
guerra
totalitaria
,
con
i
bombardamenti
aerei
e
i
gas
mortali
.
La
seconda
fra
le
più
importanti
ragioni
che
han
permesso
la
vittoria
militare
è
nelle
complicità
che
il
governo
di
Mussolini
ha
trovato
,
non
solo
nei
governi
revisionisti
che
aspirano
e
si
preparano
alla
guerra
per
una
nuova
spartizione
del
mondo
,
ma
anche
in
alcuni
governi
(
Laval
,
per
esempio
)
del
gruppo
di
Stati
che
non
hanno
interesse
,
in
questo
momento
,
a
fare
la
guerra
,
come
pure
tra
gli
agenti
e
le
forze
di
guerra
che
si
trovano
in
tutti
i
paesi
pacifici
.
Queste
complicità
hanno
reso
inefficace
l
'
applicazione
delle
misure
decise
dalla
Società
delle
nazioni
contro
lo
Stato
aggressore
;
non
solo
,
ma
assicurando
l
'
impunità
al
governo
italiano
hanno
aggravato
la
situazione
internazionale
,
hanno
portato
un
serio
colpo
all
'
opera
della
organizzazione
della
pace
e
della
sicurezza
collettiva
tra
le
nazioni
,
hanno
eccitato
gli
imperialismi
più
aggressivi
,
hanno
avvicinato
enormemente
il
pericolo
di
una
guerra
mondiale
.
Il
colpo
di
Hitler
nella
zona
renana
è
il
frutto
di
queste
complicità
verso
Mussolini
,
il
quale
ne
ha
a
sua
volta
profittato
per
portare
a
compimento
la
sua
impresa
in
Africa
.
Il
proletariato
internazionale
non
si
è
ancora
unito
,
come
lo
chiedono
reiteratamente
i
comunisti
,
per
intervenire
,
con
una
larga
azione
e
con
misure
esecutive
,
indipendenti
dai
governi
borghesi
,
contro
tutti
gli
aggressori
,
e
per
premere
così
sui
governi
borghesi
e
sulla
Società
delle
nazioni
perché
la
pace
sia
difesa
,
perché
tutte
le
nazioni
(
e
in
primo
luogo
le
piccole
nazioni
bianche
o
di
colore
)
siano
difese
e
gli
aggressori
siano
impediti
dal
compiere
i
loro
misfatti
.
La
terza
ragione
del
successo
militare
in
Africa
è
la
scarsa
azione
delle
masse
contro
la
guerra
,
cioè
la
scarsa
azione
del
nostro
partito
per
mobilitare
le
masse
e
portarle
alla
lotta
.
Questa
constatazione
deve
essere
messa
in
relazione
-
ma
perché
sia
più
fortemente
sottolineata
con
la
preparazione
ideologica
della
guerra
in
generale
condotta
dal
fascismo
tra
le
nuove
generazioni
;
ed
in
particolare
con
le
promesse
di
risollevamento
materiale
per
le
masse
popolari
italiane
,
legate
alla
conquista
dell
'
Abissinia
.
Alcuni
motivi
della
propaganda
di
guerra
del
fascismo
,
sebbene
non
originali
,
hanno
esercitato
una
notevole
suggestione
tra
importanti
strati
popolari
,
specialmente
giovanili
,
perché
si
presentavano
sotto
la
veste
di
verità
ineccepibili
e
facili
a
comprendere
.
La
distinzione
tra
nazioni
ricche
e
povere
,
borghesi
e
proletarie
,
serve
alla
giustificazione
della
guerra
proletaria
,
delle
nazioni
povere
contro
le
nazioni
ricche
,
della
guerra
per
la
«
giustizia
sociale
fra
le
nazioni
»
,
che
divida
il
mondo
in
modo
più
ragionevole
di
quanto
non
lo
è
ora
,
e
dia
alle
nazioni
povere
una
parte
di
quanto
oggi
posseggono
le
nazioni
ricche
.
Questi
motivi
,
che
mascherano
la
vera
causa
delle
miseria
del
popolo
italiano
e
la
vera
causa
della
guerra
,
cioè
il
sistema
capitalista
,
trovano
una
certa
eco
tra
le
masse
che
vivono
nella
miseria
e
senza
domani
,
in
particolare
tra
i
giovani
.
Essi
,
poi
,
si
intrecciano
,
specialmente
tra
la
gioventù
intellettuale
,
allo
spirito
d
'
avventura
e
a
tutte
le
deformazioni
della
coscienza
della
vita
che
sono
uno
dei
segni
più
tragici
della
nostra
epoca
di
decadenza
della
società
capitalistica
.
Si
pensi
che
ogni
anno
in
Italia
da
350
a
400
mila
giovani
si
affacciano
alla
esistenza
cosciente
con
un
desiderio
imperioso
di
vivere
,
e
trovano
sbarrate
tutte
le
vie
!
Noi
sappiamo
che
non
tutti
i
soldati
e
le
camicie
nere
che
hanno
combattuto
in
Africa
,
e
che
hanno
affrontato
mille
sacrifici
e
la
morte
,
erano
ostili
all
'
impresa
.
Molti
tra
di
essi
hanno
creduto
di
combattere
per
il
bene
del
popolo
e
del
paese
e
contro
l
'
egoismo
di
certe
grandi
potenze
imperialistiche
.
Questa
illusione
è
stata
pure
un
elemento
della
vittoria
militare
,
ed
ha
riflesso
un
orientamento
,
più
o
meno
netto
,
esistente
nel
paese
ed
ha
ostacolato
,
in
larga
misura
,
e
nella
lenta
maturazione
degli
elementi
obbiettivi
,
una
azione
larga
di
popolo
contro
la
guerra
africana
.
Ma
queste
ragioni
della
vittoria
militare
diventano
esse
stesse
,
oggi
,
le
cause
dell
'
aggravarsi
della
situazione
nel
paese
,
le
cause
di
una
acutizzazione
di
tutti
i
contrasti
nel
campo
interno
e
nel
campo
dei
rapporti
internazionali
.
È
impossibile
,
per
ora
,
valutare
lo
sforzo
fatto
fino
al
momento
in
cui
la
capitale
dell
'
Abissinia
cadde
nelle
mani
dell
'
esercito
italiano
.
La
spesa
di
20
miliardi
circa
di
Lire
,
che
sembra
sia
costata
la
guerra
sino
a
quel
momento
,
non
è
la
valutazione
di
tutto
lo
sforzo
,
che
deve
comprendere
numerosi
altri
elementi
,
tra
i
quali
c
'
è
pure
da
considerare
quanto
è
stato
perduto
dall
'
Italia
nelle
relazioni
commerciali
internazionali
.
E
da
oggi
comincia
il
periodo
delle
spese
per
la
consolidazione
dell
'
occupazione
militare
e
per
la
valorizzazione
della
colonia
.
Si
tratta
di
diecine
e
diecine
di
miliardi
che
dovranno
essere
,
nel
corso
di
parecchi
anni
,
allontanati
dagli
investimenti
produttivi
nella
metropoli
,
per
un
risultato
ipotetico
o
comunque
lontano
.
Più
grande
è
stato
lo
sforzo
per
la
conquista
,
il
mantenimento
e
la
valorizzazione
della
colonia
,
più
grande
è
il
peso
che
graverà
sul
popolo
italiano
,
per
molti
e
molti
anni
.
Nel
momento
in
cui
scriviamo
,
nessuno
può
dire
quali
sono
le
Intenzioni
del
governo
in
Abissinia
.
Molto
si
scrive
sulla
stampa
intorno
alla
futura
colonizzazione
,
sebbene
,
da
qualche
tempo
,
con
più
grande
prudenza
di
quanta
non
si
adoperasse
durante
la
preparazione
e
nel
corso
della
guerra
;
e
se
ne
scrive
tanto
più
in
quanto
il
problema
immediato
non
è
la
colonizzazione
,
ma
la
consolidazione
politico
-
militare
della
conquista
,
e
per
nascondere
le
difficoltà
di
questa
fase
,
che
sarà
lunga
.
Ma
quello
che
si
può
dire
,
senza
peccare
di
avventatezza
,
è
che
le
conseguenze
economiche
dell
'
impresa
africana
saranno
dure
,
perché
le
spese
della
guerra
d
'
Africa
e
della
consolidazione
del
possesso
assorbiranno
per
molti
anni
le
risorse
del
paese
,
e
perché
si
vogliono
far
ricadere
le
spese
della
guerra
sulle
spalle
del
popolo
,
degli
ex
-
combattenti
d
'
Africa
e
delle
loro
famiglie
.
Le
difficoltà
economiche
,
geografiche
e
militari
della
colonizzazione
,
da
una
parte
;
e
dall
'
altra
le
conseguenze
internazionali
della
occupazione
abissina
,
fanno
sì
che
la
minaccia
di
una
guerra
mondiale
pesi
sulla
testa
del
popolo
italiano
.
Già
Mussolini
aveva
detto
,
il
23
marzo
,
nel
suo
discorso
del
Campidoglio
,
che
il
piano
regolatore
dell
'
economia
italiana
da
lui
annunciato
è
dominato
dalla
ineluttabilità
della
guerra
,
della
più
grande
guerra
,
della
guerra
mondiale
.
Poiché
nessuno
Stato
minaccia
l
'
Italia
,
è
chiaro
che
Mussolini
vede
,
nella
concatenazione
dei
fatti
provocati
dalla
guerra
africana
,
una
delle
cause
che
possono
affrettare
la
nuova
conflagrazione
.
È
vero
che
il
23
marzo
le
truppe
italiane
non
erano
ancora
ad
Addis
Abeba
.
Ma
la
vittoria
militare
non
ha
attenuata
la
minaccia
;
l
'
ha
,
invece
,
aggravata
.
Le
difficoltà
economiche
stesse
della
colonizzazione
abissina
spingono
il
governo
di
Mussolini
a
nuove
aspirazioni
coloniali
,
a
realizzazioni
espansioniste
più
rapide
.
Ed
egli
profitta
dello
scompiglio
internazionale
che
ha
contribuito
ad
aggravare
per
avanzare
nuove
pretese
nel
Mediterraneo
,
nell
'
Europa
centrale
e
nei
Balcani
.
Il
corpo
di
occupazione
dell
'
Abissinia
non
è
smobilitato
.
In
Italia
un
milione
e
duecentomila
soldati
sono
alle
armi
.
Le
industrie
che
lavorano
quasi
a
pieno
rendimento
sono
quelle
di
guerra
.
Perché
questa
mobilitazione
di
forze
?
Per
difendere
il
nuovo
possesso
,
si
dice
.
Noi
l
'
avevamo
previsto
:
la
guerra
d
'
Africa
a
sarà
l
'
inizio
di
una
nuova
guerra
mondiale
,
se
il
popolo
italiano
e
tutti
i
popoli
non
interverranno
per
impedirla
.
È
questa
la
terribile
logica
dello
sviluppo
delle
aggressioni
impunite
.
Una
aggressione
chiama
l
'
altra
.
Così
,
Mussolini
minaccia
il
Sudan
,
per
difendere
il
nuovo
possesso
;
si
scontra
con
l
'
Inghilterra
nel
Mediterraneo
;
si
allea
ad
Hitler
e
minaccia
assieme
a
questi
di
accendere
la
guerra
al
centro
dell
'
Europa
e
all
'
est
,
e
nei
Balcani
;
complotta
per
riportare
gli
Asburgo
sul
trono
austriaco
,
in
omaggio
alla
memoria
di
Oberdan
,
di
Battisti
e
dei
seicentomila
morti
della
guerra
del
1915-1918
.
L
'
atmosfera
della
guerra
imminente
è
diffusa
in
Italia
;
e
chi
può
farlo
,
già
pensa
a
provvedersi
di
riserve
alimentari
.
La
guerra
d
'
Africa
sta
per
provocare
una
guerra
europea
e
mondiale
.
La
delusione
torna
a
conquistare
molti
di
coloro
che
avevano
creduto
che
lo
sforzo
africano
ci
porterebbe
il
pane
e
la
pace
.
La
disoccupazione
aumenta
,
la
miseria
delle
masse
lavoratrici
aumenta
,
il
carovita
aumenta
,
il
pericolo
della
guerra
aumenta
,
e
i
soldati
d
'
Africa
non
tornano
,
e
il
programma
cento
volte
annunciato
del
pane
assicurato
,
della
«
giustizia
sociale
»
,
della
casa
decorosa
,
è
ancora
una
volta
rinviato
.
C
'
è
l
'
impero
,
ora
;
ma
la
fame
è
più
estesa
.
C
'
è
l
'
impero
;
ma
senza
la
pace
.
La
vittoria
militare
non
risolve
i
problemi
essenziali
del
nostro
paese
;
li
rende
più
acuti
.
È
stato
detto
alle
masse
popolari
che
noi
siamo
in
troppi
sulla
nostra
terra
,
e
perciò
non
c
'
è
pane
per
tutti
:
bisogna
andare
a
trovare
altre
terre
,
fuori
e
lontano
d
'
Italia
.
Ma
non
è
vero
che
siamo
in
troppi
,
non
è
vero
che
l
'
Italia
non
ha
da
dar
da
mangiare
ai
suoi
figli
.
Lo
sviluppo
della
capacità
produttiva
industriale
raggiunto
in
Italia
è
tale
che
potrebbe
provvedere
al
popolo
italiano
tutto
ciò
di
cui
ha
bisogno
.
Invece
si
chiudono
le
fabbriche
,
si
rallenta
la
produzione
degli
oggetti
di
consumo
popolare
,
si
gettano
sul
lastrico
nuove
migliaia
di
operai
,
si
dedica
l
'
attività
industriale
alla
produzione
di
guerra
.
Non
è
vero
che
in
Italia
non
c
'
è
terra
sufficiente
per
dar
da
mangiare
al
nostro
popolo
.
La
terra
c
'
è
,
ma
è
nelle
mani
dei
signori
,
dei
grandi
proprietari
fondiari
.
C
'
è
uno
sviluppo
industriale
sufficiente
a
tutti
i
bisogni
del
paese
,
c
'
è
la
terra
,
e
la
miseria
è
grande
.
Perché
è
così
.
La
ragione
sta
in
questo
:
che
tutte
le
ricchezze
del
paese
,
create
dal
lavoro
dei
nostri
lavoratori
e
dal
genio
italiano
,
sono
nelle
mani
di
un
pugno
di
persone
,
di
parassiti
della
nazione
,
dei
Volpi
,
dei
Donegani
,
dei
Pirelli
,
dei
Morpurgo
e
compagnia
,
e
dei
nobili
grandi
proprietari
agrari
e
latifondisti
,
gli
Spada
,
i
Doria
,
i
Torlonia
,
i
Borghese
,
i
Buffo
,
i
Pavoncelli
,
e
simili
.
Questa
gente
si
preoccupa
delle
proprie
rendite
e
dei
propri
profitti
e
non
dei
bisogni
del
popolo
.
E
per
assicurarsi
e
per
aumentare
le
rendite
e
i
profitti
,
questa
gente
spinge
il
paese
alla
guerra
,
perché
nella
guerra
si
arricchisce
sempre
più
e
perché
la
guerra
le
apre
nuove
possibilità
di
speculazione
e
le
dà
nuove
terre
e
nuovi
popoli
da
sfruttare
.
La
soluzione
del
problema
di
allargare
il
mercato
all
'
industria
italiana
,
e
quindi
di
far
fiorire
l
'
industria
,
è
in
Italia
.
È
prima
di
tutto
nella
elevazione
sociale
ed
economica
delle
masse
lavoratrici
rurali
.
Date
la
terra
italiana
ai
contadini
italiani
,
rompete
i
lacci
che
legano
i
contadini
alla
grande
proprietà
rurale
,
alleggerite
le
imposizioni
fiscali
inaudite
che
schiacciano
i
contadini
,
ed
il
mercato
si
animerà
,
e
la
disoccupazione
scomparirà
.
La
conquista
dell
'
Abissinia
non
può
risolvere
questi
problemi
.
L
'
Abissinia
non
può
essere
il
mercato
di
cui
ha
bisogno
la
nostra
industria
,
perché
la
condizione
dello
sfruttamento
dell
'
Abissinia
è
il
basso
costo
di
produzione
in
questo
paese
,
inferiore
a
quello
nazionale
.
Questa
condizione
costituisce
un
ostacolo
insuperabile
alla
soluzione
del
problema
del
mercato
che
si
dice
di
voler
risolvere
.
D
'
altra
parte
,
lo
sfruttamento
degli
abissini
e
dei
contadini
italiani
che
emigrassero
in
Abissinia
non
potrebbe
avere
come
risultato
di
abbassare
i
costi
di
certe
materie
prime
,
se
non
fra
una
quarantina
d
'
anni
,
ammesso
-
per
pura
ipotesi
che
tutte
le
cose
vadano
lisce
;
il
che
è
escluso
nel
modo
più
certo
.
Il
miraggio
abissino
è
ingannevole
,
come
tutti
i
miraggi
.
Esso
è
stato
fatto
balenare
alle
masse
popolari
,
e
ai
giovani
,
dai
ricchi
,
dai
milionari
,
dai
capitalisti
,
perché
l
'
impresa
abissina
è
per
questi
un
affare
vantaggioso
.
La
conquista
abissina
aumenta
la
miseria
del
popolo
.
Fin
dall
'
aprile
dello
scorso
anno
,
nel
Manifesto
del
Comitato
centrale
del
partito
comunista
Salviamo
il
nostro
paese
dalla
catastrofe
!
noi
dicemmo
:
«
Non
è
vero
che
la
eventuale
conquista
dell
'
Abissinia
risolverebbe
il
problema
della
disoccupazione
e
migliorerebbe
le
condizioni
dei
lavoratori
italiani
Anche
se
L
'
Abissinia
diventasse
una
colonia
italiana
,
ciò
non
porterebbe
nessun
miglioramento
ai
lavoratori
.
Come
avviene
per
le
altre
colonie
,
i
profitti
coloniali
andrebbero
alle
banche
,
agli
speculatori
ed
alle
compagnie
concessionarie
,
mentre
le
spese
della
colonizzazione
costerebbero
maggiori
imposte
per
la
popolazione
lavoratrice
»
.
Oggi
noi
confermiamo
la
facile
previsione
.
La
soluzione
dei
nostri
problemi
è
in
Italia
e
non
in
Africa
o
altrove
.
La
soluzione
dei
nostri
problemi
esige
,
innanzi
a
tutto
,
che
siano
mantenute
e
non
dilazionate
le
promesse
che
sono
state
fatte
da
quattordici
anni
al
popolo
italiano
.
Queste
promesse
consistono
nel
pane
assicurato
a
tutti
,
nel
lavoro
quindi
assicurato
ai
disoccupati
,
in
un
salario
migliore
,
degno
di
un
popolo
civile
,
nella
casa
decorosa
ai
lavoratori
,
nella
pace
,
in
una
politica
che
faccia
largo
ai
giovani
.
Queste
promesse
non
sono
mantenute
.
I
fatti
dimostrano
che
esse
non
sono
mantenute
e
che
,
anzi
,
si
pretenderebbe
che
le
masse
popolari
pagassero
,
ora
,
le
spese
della
guerra
e
della
colonizzazione
.
Noi
pensiamo
con
un
sincero
spirito
di
fraternità
a
tutti
quei
nostri
soldati
e
a
quelle
camicie
nere
che
si
sono
battuti
in
Africa
credendo
di
battersi
per
un
ideale
di
giustizia
.
Questi
combattenti
,
e
le
loro
famiglie
,
e
tutto
il
popolo
italiano
che
soffre
da
quattordici
anni
,
si
domandano
:
«
E
adesso
?
»
.
La
guerra
è
finita
in
Africa
.
Perché
si
tengono
laggiù
cinquecentomila
uomini
,
e
se
ne
tiene
più
di
un
milione
in
Italia
?
Perché
non
si
smobilita
?
Chi
minaccia
l
'
Italia
?
Chi
si
prepara
ad
invadere
il
nostro
territorio
?
Perché
i
disoccupati
aumentano
,
nonostante
che
più
di
un
milione
e
mezzo
di
uomini
siano
alle
armi
?
Perché
non
si
dà
il
lavoro
a
tutti
?
Perché
non
si
aumentano
i
salari
e
gli
stipendi
?
Perché
,
in
attesa
della
casa
decorosa
,
non
si
diminuiscono
gli
sfratti
dei
lavoratori
e
degli
impiegati
,
e
non
si
vietano
gli
sfratti
?
Perché
non
si
diminuiscono
le
imposte
ai
contadini
,
a
tutti
i
lavoratori
,
agli
impiegati
?
Perché
non
si
apre
subito
un
vasto
campo
di
attività
ai
giovani
lavoratori
del
braccio
e
del
pensiero
?
Gli
è
che
i
milionari
e
gli
speculatori
vogliono
ancora
la
guerra
,
e
non
vogliono
pagarne
le
spese
!
I
danari
ci
sono
.
Sia
fatto
un
prelevamento
proporzionale
e
progressivo
su
tutti
i
patrimoni
superiori
ad
un
milione
;
siano
confiscati
tutti
i
soprapprofitti
superiori
al
6
per
cento
:
allora
i
miliardi
verranno
fuori
.
Verranno
fuori
i
soldi
per
continuare
i
lavori
pubblici
interrotti
e
per
costruire
scuole
,
ospedali
,
sanatori
,
campi
sportivi
per
i
nostri
giovani
,
per
alleggerire
il
peso
delle
imposte
sulle
masse
popolari
,
per
dare
una
indennità
a
tutti
gli
ex
combattenti
e
per
sussidiare
,
intanto
,
degnamente
,
le
loro
famiglie
,
verso
le
quali
l
'
obbligo
del
paese
è
pari
a
quello
che
il
paese
deve
ai
soldati
d
'
Africa
.
Sia
fatta
una
politica
di
pace
,
quale
la
vuole
il
popolo
italiano
e
quale
è
nel
suo
interesse
.
Se
l
'
Italia
entra
nel
novero
degli
Stati
che
vogliono
organizzare
la
pace
,
e
lavora
a
costituire
il
più
largo
blocco
di
Stati
pacifici
,
essa
potrà
alleggerire
di
molto
il
peso
delle
ingenti
spese
militari
che
dissanguano
il
paese
,
perché
la
difesa
del
territorio
nazionale
sarà
affidata
alla
organizzazione
della
sicurezza
collettiva
.
Altri
miliardi
potranno
essere
,
così
,
destinati
alle
opere
di
pace
,
che
elevino
il
benessere
e
la
cultura
del
nostro
popolo
.
I
nostri
giovani
hanno
mille
volte
ragione
di
far
proprio
l
'
incitamento
lanciato
anni
or
sono
dal
fascismo
largo
ai
giovani
!
e
di
esigere
la
realizzazione
di
una
politica
che
dia
ai
giovani
la
possibilità
di
mettere
le
loro
energie
a
profitto
dell
'
elevamento
materiale
e
culturale
del
paese
.
Lo
spirito
eroico
della
gioventù
,
dedicato
alle
grandi
opere
che
aumentano
il
benessere
del
popolo
,
è
tra
le
forze
più
preziose
della
nazione
.
È
a
questo
spirito
eroico
della
gioventù
che
noi
dobbiamo
fare
appello
,
perché
esso
è
capace
di
salvare
il
nostro
paese
dall
'
umiliazione
della
miseria
e
di
elevarne
il
prestigio
ad
una
altezza
mai
raggiunta
.
Senza
questo
giovanile
anelito
verso
le
grandi
opere
della
civiltà
umana
,
senza
la
disciplina
cosciente
è
impossibile
salvare
il
nostro
paese
dall
'
anarchia
attuale
,
dalla
disoccupazione
permanente
,
dalla
miseria
,
dalla
decadenza
dei
costumi
e
della
cultura
.
Largo
ai
giovani
!
non
può
voler
dire
che
questo
:
ogni
giovane
ha
il
diritto
ad
avere
il
suo
posto
nella
vita
e
ad
occuparlo
degnamente
.
Questi
obbiettivi
non
possono
essere
rinviati
.
Quale
è
l
'
ostacolo
al
loro
raggiungimento
?
L
'
ostacolo
è
costituito
,
innanzi
tutto
,
dal
prepotere
di
un
gruppo
di
persone
,
di
un
pugno
di
famiglie
che
sono
i
veri
padroni
del
paese
,
che
hanno
in
mano
tutte
le
leve
dell
'
economia
del
paese
,
e
controllano
tutto
il
paese
,
e
fanno
e
disfanno
della
vita
di
43
milioni
di
italiani
.
Questa
gente
,
e
coloro
che
li
servono
,
hanno
messo
la
museruola
al
popolo
italiano
,
per
poterlo
meglio
tosare
.
Hanno
detto
che
i
comunisti
e
tutti
quanti
combattono
la
loro
dittatura
sono
i
nemici
della
nazione
,
e
vogliono
che
l
'
attuale
divisione
del
popolo
,
in
fascisti
e
non
fascisti
,
sia
mantenuta
ed
approfondita
,
per
meglio
sfruttare
il
popolo
ed
opprimerlo
.
Essi
hanno
tutto
l
'
interesse
a
mantenere
questo
stato
di
cose
,
perché
nella
misura
in
cui
il
popolo
italiano
si
riconcili
con
se
stesso
e
scopra
questa
semplice
verità
che
tra
lavoratori
fascisti
e
non
fascisti
non
vi
sono
contrasti
essenziali
,
ma
v
'
è
una
unità
di
intenti
per
fare
forte
,
libero
e
felice
il
nostro
paese
,
la
loro
potenza
è
compromessa
,
il
loro
dominio
assolutistico
è
prossimo
a
crollare
.
Perciò
essi
temono
che
gli
stessi
fascisti
dicano
ciò
che
pensano
.
Questi
padroni
del
paese
,
parassiti
del
lavoro
nazionale
,
dicono
che
il
sindacato
è
una
bella
cosa
,
ma
che
gli
operai
non
devono
esprimervi
le
loro
opinioni
,
non
devono
eleggervi
i
loro
dirigenti
.
Tutte
le
organizzazioni
del
regime
sono
,
per
questa
gente
,
delle
eccellenti
iniziative
,
ma
alla
condizione
che
esse
servano
ai
loro
interessi
,
e
che
il
popolo
italiano
subisca
la
loro
dominazione
.
Sono
questi
magnati
del
capitale
che
non
vogliono
smilitarizzare
le
fabbriche
ausiliarie
,
perché
conviene
loro
la
disciplina
militare
nelle
aziende
.
Sono
questi
sfruttatori
che
minacciano
quando
un
fascista
esige
il
diritto
di
parlare
nelle
proprie
organizzazioni
o
li
critica
timidamente
nella
stampa
,
e
fanno
sopprimere
i
giornali
dei
giovani
.
L
'
oligarchia
dei
finanzieri
,
dei
grandi
industriali
,
dei
grandi
agrari
è
la
causa
delle
nostre
miserie
,
dell
'
oppressione
in
cui
viviamo
,
della
politica
di
guerra
.
Questa
oligarchia
si
oppone
al
mantenimento
delle
promesse
fatte
al
popolo
italiano
,
perché
non
vuole
pagare
.
Ecco
perché
noi
comunisti
abbiamo
detto
e
ripeteremo
senza
stancarci
che
la
riconciliazione
del
popolo
italiano
,
nella
lotta
contro
questo
pugno
di
parassiti
,
è
la
condizione
per
salvare
il
nostro
paese
da
una
catastrofe
,
e
lavoreremo
a
tutti
i
costi
per
questa
riconciliazione
.
Noi
vogliamo
che
tutti
gli
operai
e
tutti
i
senza
lavoro
,
che
tutti
i
braccianti
e
tutti
i
contadini
lavoratori
,
e
i
lavoratori
manuali
ed
intellettuali
di
ogni
categoria
si
diano
la
mano
nelle
fabbriche
,
nei
sindacati
,
in
tutte
le
associazioni
,
in
tutti
i
quartieri
cittadini
,
e
lottino
assieme
perché
le
promesse
fatte
siano
mantenute
e
perché
i
capitalisti
paghino
le
conseguenze
della
crisi
che
travaglia
duramente
il
paese
.
Noi
vogliamo
peri
nostri
giovani
il
diritto
alla
vita
,
all
'
amore
ed
alla
gioia
operosa
.
Largo
ai
giovani
,
largo
a
tutti
i
giovani
,
ai
giovani
operai
,
ai
giovani
contadini
,
agli
studenti
.
La
promessa
deve
essere
mantenuta
.
I
ricchi
paghino
le
spese
necessarie
a
togliere
la
gioventù
dall
'
ozio
e
dalle
angustie
.
Noi
vogliamo
che
i
combattenti
d
'
Africa
siano
smobilitati
e
trovino
subito
un
lavoro
civile
e
libero
,
che
dia
loro
tranquillità
e
compensi
le
loro
famiglie
dei
sacrifici
sopportati
.
Che
i
capitalisti
,
i
quali
fecero
affari
d
'
oro
con
la
guerra
,
che
i
milionari
paghino
il
debito
della
nazione
verso
gli
ex
combattenti
.
Noi
vogliamo
che
i
trovino
subito
un
lavoro
sicurezza
dell
'
avvenire
e
portati
.
Che
i
capitalisti
,
che
i
milionari
paghino
battenti
.
Noi
vogliamo
-
assieme
a
tutto
il
popolo
italiano
che
il
nostro
paese
non
sia
più
un
elemento
di
turbolenza
internazionale
,
e
faccia
una
politica
di
pace
,
e
prenda
il
suo
posto
a
Ginevra
fra
gli
Stati
che
vogliono
organizzare
la
pace
nel
mondo
;
stipuli
un
patto
collettivo
mediterraneo
di
sicurezza
,
si
leghi
con
dei
patti
di
assistenza
mutua
a
tutti
i
suoi
vicini
(
con
dei
patti
aperti
a
tutti
gli
Stati
che
vogliono
parteciparvi
)
;
cementi
con
la
sua
autorità
la
piccola
Intesa
e
l
'
Intesa
balcanica
;
difenda
l
'
indipendenza
dell
'
Austria
,
sulla
base
della
restaurazione
della
libertà
democratica
in
questo
paese
,
sola
garanzia
per
la
sua
indipendenza
,
e
stringa
con
il
governo
della
libera
Austria
un
patto
di
assistenza
mutua
;
isoli
l
'
aggressore
hitleriano
che
vuol
fare
la
guerra
e
le
cui
aspirazioni
espansionistiche
minacciano
l
'
indipendenza
territoriale
del
nostro
paese
;
riconosca
la
legge
internazionale
come
la
legge
suprema
di
convivenza
tra
tutte
le
nazioni
grandi
e
piccole
.
Il
popolo
italiano
non
vuole
la
guerra
,
vuole
la
pace
.
Noi
tendiamo
la
mano
ai
fascisti
,
nostri
fratelli
di
lavoro
e
di
sofferenze
,
perché
vogliamo
combattere
assieme
ad
essi
la
buona
e
santa
battaglia
del
pane
,
del
lavoro
e
della
pace
.
Tutto
quanto
noi
vogliamo
,
fascisti
e
non
fascisti
,
possiamo
ottenerlo
unendoci
e
levando
la
nostra
voce
,
che
è
la
voce
del
popolo
.
Fascisti
,
ex
combattenti
d
'
Africa
,
conquistate
al
popolo
il
diritto
di
parlare
in
tutte
le
organizzazioni
.
Fate
che
ogni
organizzazione
,
ogni
circolo
,
ogni
sindacato
diventi
il
cuore
pulsante
della
nazione
riconciliata
,
contro
i
suoi
nemici
che
l
'
affamano
e
l
'
opprimono
,
contro
il
pugno
di
parassiti
che
domina
il
nostro
bel
paese
.
Noi
comunisti
vogliamo
fare
l
'
Italia
forte
,
libera
e
felice
.
La
nostra
aspirazione
è
pure
la
vostra
,
o
fascisti
,
cattolici
,
uomini
italiani
di
ogni
opinione
politica
,
d
'
ogni
fede
religiosa
.
Uniamoci
.
Uniamoci
in
un
solo
cuore
ed
in
una
sola
volontà
.
Uniamoci
dovunque
ed
in
ogni
ora
.
Parliamo
un
linguaggio
solo
:
quello
degli
interessi
del
popolo
e
del
paese
.
Lottiamo
uniti
,
per
il
nostro
pane
,
per
il
nostro
lavoro
,
per
la
nostra
pace
,
perché
l
'
Italia
sia
strappata
ai
suoi
nemici
e
restituita
agli
italiani
,
perché
l
'
Italia
sia
salvata
dalla
catastrofe
.
StampaPeriodica ,
Accade
spesso
che
i
rappresentanti
della
generazione
dei
militanti
adulti
e
degli
anziani
non
sanno
avvicinare
come
conviene
la
gioventù
che
,
per
forza
di
cose
,
è
obbligata
ad
accostarsi
al
socialismo
in
modo
diverso
,
per
un
'
altra
strada
,
in
un
'
altra
forma
,
in
circostanze
diverse
...
(
Lenin
)
Il
monito
che
Lenin
dava
a
suo
tempo
ai
militanti
adulti
ed
agli
anziani
perché
acquistassero
la
capacità
di
saldarsi
con
le
nuove
generazioni
ha
per
noi
un
grandissimo
significato
politico
e
pratico
attuale
.
Sentiamo
spesso
ripetere
da
militanti
adulti
del
nostro
partito
e
da
elementi
anziani
della
classe
operaia
che
la
gioventù
cresciuta
ed
educata
nell
'
ambiente
fascista
sarebbe
estranea
alla
comprensione
della
necessità
della
lotta
per
uscire
dall
'
attuale
situazione
in
cui
versano
la
classe
operaia
e
tutto
il
popolo
italiano
.
La
scissione
ideologica
che
il
fascismo
si
sforza
di
operare
tra
le
vecchie
e
le
nuove
generazioni
sarebbe
,
dunque
,
inevitabile
e
definitiva
.
Se
ciò
fosse
vero
,
ci
sarebbe
da
disperare
dell
'
avvenire
del
nostro
paese
!
La
verità
è
ben
altra
.
Non
siamo
ancora
riusciti
ad
avvicinare
largamente
e
«
come
conviene
»
la
gioventù
d
'
oggi
;
abbiamo
molto
spesso
subito
passivamente
la
scissione
che
il
fascismo
crea
,
mantiene
e
cerca
di
approfondire
tra
le
vecchie
e
le
nuove
generazioni
,
invece
di
reagire
ad
essa
nelle
forme
«
convenienti
»
;
non
abbiamo
ancora
studiato
a
fondo
quali
sono
i
modi
particolari
,
le
vie
,
le
forme
che
la
nuova
gioventù
educata
dal
fascismo
adotta
e
segue
per
cercare
di
mettere
in
evidenza
i
propri
problemi
.
Insomma
,
non
siamo
ancora
a
contatto
intimo
con
la
gioventù
d
'
oggi
,
e
questa
non
è
una
delle
ragioni
secondarie
della
relativa
arretratezza
del
nostro
lavoro
politico
,
in
generale
.
Dobbiamo
dire
a
tutti
i
compagni
,
e
a
tutti
gli
anziani
della
classe
operaia
,
che
uno
dei
problemi
fondamentali
che
sta
dinanzi
al
nostro
paese
(
e
dalla
cui
soluzione
dipenderà
,
per
buona
parte
,
la
vittoria
del
popolo
italiano
contro
il
pugno
di
grandi
capitalisti
e
proprietari
fondiari
che
lo
affamano
e
l
'
opprimono
)
è
quello
di
lavorare
e
saldare
,
nella
lotta
,
le
vecchie
e
le
nuove
generazioni
.
Per
assolvere
questo
grande
compito
gli
adulti
debbono
avvicinare
la
gioventù
quale
essa
è
,
con
i
suoi
sentimenti
,
con
la
sua
mentalità
,
saperla
comprendere
,
e
marciare
assieme
ad
essa
,
guidandola
,
ma
senza
presumere
di
imporle
la
direzione
,
e
rispettando
quanto
di
nuovo
e
di
originale
la
gioventù
porta
con
sé
.
Giacché
la
gioventù
porta
sempre
con
sé
una
propria
esperienza
,
e
la
esperienza
dei
giovani
,
per
quanto
modesta
,
contiene
sempre
una
critica
(
un
giudizio
)
del
passato
,
di
cui
gli
anziani
debbono
tener
conto
.
È
un
luogo
comune
,
per
parecchi
nostri
militanti
adulti
e
per
molti
anziani
della
classe
operaia
(
e
non
solo
della
classe
operaia
)
,
che
la
gioventù
italiana
d
'
oggi
non
abbia
delle
aspirazioni
,
non
pensi
a
cose
serie
,
si
occupi
solo
di
sport
e
di
futilità
.
Quale
ingiusta
caratteristica
della
gioventù
italiana
è
mai
questa
!
Eppure
in
questi
anni
duri
è
proprio
da
questa
gioventù
che
sono
venuti
nelle
nostre
file
,
nelle
file
dell
'
avanguardia
del
proletariato
,
nelle
file
della
Gioventù
comunista
,
dei
magnifici
combattenti
,
i
quali
hanno
arricchito
il
nostro
partito
di
una
grande
esperienza
,
contribuendo
a
fargli
rettificare
alcuni
aspetti
della
sua
politica
e
ad
introdurre
nel
suo
lavoro
delle
forme
più
appropriate
alla
situazione
,
ciò
che
ha
permesso
al
partito
di
estendere
e
di
consolidare
le
sue
relazioni
con
le
masse
.
Se
la
gioventù
italiana
educata
dal
fascismo
(
intendete
bene
!
)
cerca
e
trova
il
partito
comunista
,
ciò
significa
che
nella
gioventù
fermentano
idee
e
propositi
di
redenzione
,
e
volontà
di
lotta
.
Ma
non
è
solo
il
reclutamento
nelle
nostre
file
e
nelle
file
della
Gioventù
comunista
che
ci
interessa
.
Il
reclutamento
,
nella
nostra
situazione
,
sarà
sempre
limitato
a
gruppi
ristretti
di
giovani
.
Il
problema
non
è
solo
di
reclutare
delle
migliaia
di
giovani
nelle
nostre
file
,
ma
è
anche
,
e
soprattutto
,
quello
di
mettere
in
movimento
i
milioni
di
giovani
italiani
che
vogliono
vivere
.
Questi
milioni
di
giovani
pensano
.
Il
fascismo
non
ha
saputo
offrire
alla
gioventù
alla
«
crisi
della
gioventù
»
,
la
quale
è
una
delle
caratteristiche
più
drammatiche
della
società
capitalista
in
agonia
altra
soluzione
che
quella
della
guerra
;
e
perciò
ha
diffusa
ed
alimentata
nei
giovani
una
ideologia
sciovinista
mescolata
con
forti
motivi
demagogici
.
Sappiamo
bene
tutto
ciò
.
L
'
«
Italia
proletaria
»
dovrebbe
conquistarsi
il
suo
posto
al
sole
e
il
benessere
contro
le
nazioni
«
capitalistiche
»
,
egoiste
,
ecc
.
Con
questa
propaganda
il
fascismo
si
sforza
di
nascondere
quella
che
è
la
vera
causa
della
miseria
del
popolo
e
delle
angustie
dei
nostri
giovani
:
la
manomissione
di
tutta
la
ricchezza
del
paese
da
parte
di
un
pugno
di
capitalisti
,
che
sono
gli
effettivi
padroni
dell
'
Italia
.
Ma
i
nostri
giovani
pensano
;
e
,
sia
pure
tra
incertezze
ed
oscillazioni
,
degli
strati
sempre
più
importanti
di
giovani
incominciano
a
vedere
che
l
'
ostacolo
alla
loro
sistemazione
nella
vita
ed
al
loro
avvenire
si
trova
nell
'
Italia
stessa
,
e
non
nell
'
Inghilterra
o
nella
Francia
dove
milioni
di
altri
giovani
combattono
anch
'
essi
la
loro
battaglia
per
il
diritto
alla
vita
.
L
'
anticapitalismo
della
gioventù
operaia
e
di
una
larga
parte
della
gioventù
intellettuale
è
un
segno
di
questa
«
coscienza
dell
'
ostacolo
»
.
L
'
anticapitalismo
dei
giovani
non
è
una
finzione
.
Esso
si
rafforza
nella
lotta
di
classe
,
di
fronte
all
'
ingordigia
ed
all
'
egoismo
dei
grandi
industriali
,
dei
grandi
magnati
del
capitale
;
e
quando
udiamo
dalla
bocca
di
certi
giovani
dire
che
«
Mussolini
farà
come
in
Russia
»
noi
consideriamo
,
certo
,
l
'
illusione
che
questa
credenza
esprime
,
ma
non
possiamo
fare
a
meno
di
vedere
in
essa
maturare
la
coscienza
,
ancora
non
bene
precisa
negli
obbiettivi
,
del
l
'
ostacolo
capitalista
e
la
volontà
ancor
vaga
,
ma
certa
,
di
abbatterlo
.
Nella
gioventù
studiosa
le
correnti
che
si
avvicinano
alle
nostre
posizioni
teoriche
sono
abbastanza
importanti
;
e
,
così
come
esistono
in
Italia
gruppi
di
giovani
corporativisti
-
collettivisti
,
ne
esistono
pure
di
comunisti
-
idealisti
,
la
cui
funzione
potrà
essere
grande
nello
sviluppo
degli
avvenimenti
per
avvicinare
al
proletariato
strati
di
nuovi
intellettuali
.
I
milioni
di
giovani
pensano
,
anche
se
cercano
qualche
distrazione
.
Ci
scandalizziamo
perché
i
giovani
vogliono
divertirsi
?
Forse
c
'
è
tra
di
noi
qualche
vecchio
decrepito
il
quale
ha
dimenticato
che
gioventù
è
gioia
?
Non
vi
pare
che
dobbiamo
,
piuttosto
,
gettare
l
'
allarme
perché
la
nostra
gioventù
sta
perdendo
l
'
abitudine
al
sorriso
?
Il
fascismo
ha
sfruttato
gli
ideali
più
nobili
che
albergano
nel
cuore
dei
giovani
,
e
li
ha
deformati
.
Lo
spirito
eroico
della
gioventù
,
l
'
ambizione
dei
giovani
alle
grandi
opere
della
vita
,
e
la
loro
aspirazione
a
migliorare
le
sorti
del
proprio
paese
han
servito
agli
educatori
fascisti
per
dare
alla
gioventù
una
orientazione
guerriera
,
nella
quale
gli
elevati
pensieri
del
benessere
del
popolo
e
del
paese
sono
stati
sfruttati
per
gli
obbiettivi
sordidi
della
difesa
degli
interessi
dei
capitalisti
.
Ma
se
noi
accusassimo
di
ciò
i
giovani
,
e
li
trattassimo
con
dispetto
perché
essi
si
sono
lasciati
influenzare
dall
'
azione
indefessa
del
fascismo
,
commetteremmo
l
'
errore
di
non
comprendere
l
'
elemento
positivo
,
dinamico
,
e
il
sano
amore
per
il
proprio
paese
che
ha
spinto
molti
giovani
al
fascismo
o
li
ha
convinti
di
alcuni
motivi
più
popolari
della
campagna
fascista
,
e
saremmo
,
via
!
,
troppo
indulgenti
verso
noi
stessi
,
che
non
abbiamo
fatto
tutto
il
nostro
dovere
per
aiutare
i
giovani
a
trovare
la
giusta
via
.
I
milioni
di
giovani
italiani
cercano
la
via
,
e
cercano
una
guida
.
Ma
,
lo
ripetiamo
,
cercano
una
guida
che
tenga
conto
dei
loro
sentimenti
,
della
loro
mentalità
,
delle
loro
aspirazioni
.
Se
,
come
è
nostro
dovere
,
avviciniamo
í
giovani
,
se
gli
anziani
,
come
è
loro
dovere
,
prendono
la
cura
di
parlare
ai
giovani
,
e
col
linguaggio
dei
giovani
,
se
i
militanti
adulti
e
gli
anziani
della
classe
operaia
dimostrano
ai
giovani
che
gli
obbiettivi
delle
vecchie
e
delle
nuove
generazioni
si
completano
a
vicenda
,
che
le
vecchie
,
come
le
nuove
generazioni
,
mirano
a
fare
del
popolo
italiano
il
padrone
dei
propri
destini
,
liberandolo
dal
parassitismo
di
un
pugno
di
persone
che
oggi
fa
e
disfà
della
vita
di
43
milioni
di
italiani
,
se
noi
più
anziani
coltiviamo
lo
spirito
generoso
ed
eroico
della
nostra
gioventù
,
valorizziamo
come
merita
la
sua
devozione
agli
interessi
della
nazione
italiana
,
diamo
un
contenuto
reale
al
suo
sentimento
di
disciplina
(
c
'
è
tanto
bisogno
di
disciplina
per
uscire
dall
'
anarchia
della
società
capitalistica
,
anche
se
essa
è
come
si
dice
«
corporativa
»
)
,
avremo
stabilito
il
primo
contatto
tra
le
vecchie
e
le
nuove
generazioni
.
E
quindi
ci
sarà
possibile
guidare
i
giovani
alla
lotta
per
le
loro
conquiste
immediate
e
per
quelle
più
lontane
.
I
giovani
hanno
creduto
alla
parola
fascista
che
dice
:
Largo
ai
giovani
!
I
fatti
hanno
smentito
e
smentiscono
la
sincerità
di
chi
ha
lanciata
questa
grande
parola
.
I
giovani
sono
respinti
indietro
,
trovano
sbarrate
tutte
le
porte
.
Dei
giovani
si
parla
sempre
assieme
alla
guerra
.
Gioventù
e
guerra
vanno
a
braccetto
.
Sì
,
ma
alla
morte
.
Dei
giovani
e
della
vita
,
si
dice
poco
,
salvo
in
qualche
canzone
.
Ora
,
è
proprio
il
problema
della
vita
,
in
tutti
i
suoi
aspetti
,
che
il
nostro
largo
ai
giovani
deve
mettere
innanzi
.
Noi
comunisti
,
che
costituiamo
il
vero
partito
della
gioventù
,
perché
lottiamo
per
dare
alla
gioventù
il
diritto
di
vivere
,
di
lavorare
,
di
amare
,
di
istruirsi
,
di
coltivare
tutti
i
tesori
in
essa
nascosti
e
di
assicurarne
il
rigoglio
,
noi
dobbiamo
appoggiare
coraggiosamente
e
contribuire
,
con
intelligenza
,
a
sviluppare
i
movimenti
che
si
verificano
nella
gioventù
italiana
,
e
far
sì
che
essi
si
affermino
nella
vita
nazionale
.
Largo
ai
giovani
vuol
dire
il
diritto
dei
giovani
ad
avere
un
posto
assicurato
nella
vita
e
nel
proprio
paese
.
Largo
ai
giovani
vuol
dire
il
diritto
dei
giovani
a
formarsi
una
famiglia
,
nella
serena
certezza
di
poterle
assicurare
i
mezzi
di
esistenza
.
Largo
ai
giovani
vuol
dire
una
politica
di
pace
.
La
politica
di
guerra
è
la
negazione
di
ogni
politica
giovanile
.
Lo
spirito
di
lotta
della
gioventù
deve
essere
indirizzato
verso
i
grandi
ideali
della
liberazione
del
paese
dai
suoi
nemici
interni
i
capitalisti
parassiti
del
lavoro
nazionale
verso
la
creazione
di
un
ordine
nuovo
che
assicuri
a
tutti
il
diritto
di
vivere
e
la
possibilità
di
svilupparsi
e
di
elevarsi
.
Largo
ai
giovani
vuol
dire
il
diritto
riconosciuto
ai
giovani
di
partecipare
alla
vita
politica
,
sindacale
,
culturale
del
paese
nelle
organizzazioni
e
nella
stampa
.
Largo
ai
giovani
vuol
dire
che
le
promesse
fatte
ai
giovani
,
prima
e
durante
la
guerra
d
'
Africa
,
debbono
essere
mantenute
,
specialmente
per
quanto
riguarda
gli
ex
combattenti
.
Se
i
nostri
militanti
adulti
,
e
gli
operai
anziani
,
e
tutti
gli
anziani
pensosi
della
sorte
del
paese
,
si
daranno
con
passione
alla
mobilitazione
di
milioni
di
giovani
,
di
tutti
i
giovani
,
maschi
e
femmine
,
dei
giovani
fascisti
,
cattolici
,
d
'
ogni
opinione
politica
o
politicamente
indifferenti
,
nelle
fabbriche
e
nelle
case
operaie
,
nei
circoli
,
nei
fasci
giovanili
,
nelle
associazioni
cattoliche
,
nelle
campagne
,
nelle
scuole
,
negli
uffici
,
la
parola
Largo
ai
giovani
,
che
è
servita
sino
ad
oggi
come
un
motivo
retorico
,
diventerà
una
direttiva
di
azione
capace
di
unificare
le
vecchie
e
le
nuove
generazioni
per
tutte
le
rivendicazioni
immediate
della
gioventù
e
per
liberare
l
'
Italia
dagli
ostacoli
che
impediscono
alla
gioventù
di
marciare
sorridente
e
felice
verso
l
'
avvenire
che
è
suo
.
StampaPeriodica ,
Questa
lettera
aperta
che
l
'
on
.
Longinotti
in
data
30
aprile
u.s.
ha
diretto
al
Presidente
della
Giunta
Diocesana
di
Brescia
è
una
protesta
e
una
lezione
insieme
:
e
noi
la
raccogliamo
come
una
delle
poche
libere
voci
che
ancora
nel
campo
cattolico
devastato
dal
filofascismo
in
alto
e
in
basso
è
dato
qualche
volta
di
ascoltare
.
Mi
rivolgo
a
Lei
quale
capo
e
responsabile
dell
'
azione
cattolica
nella
nostra
Diocesi
per
richiamare
la
sua
attenzione
sopra
il
delinearsi
di
una
situazione
che
a
mio
credere
può
tornare
esiziale
alla
compagine
delle
nostre
forze
ed
alla
efficacia
concorde
delle
nostre
svariate
attività
nel
campo
del
bene
.
Io
mi
tengo
sicuro
ch
'
Ella
e
i
suoi
rispettabilissimi
Colleghi
non
vorranno
infliggermi
l
'
umiliazione
di
credere
che
i
miei
attuali
rilievi
e
le
mie
lagnanze
muovano
comunque
,
in
tutto
o
anche
solo
in
minima
parte
,
da
ragioni
o
peggio
ancora
da
risentimenti
personali
;
i
più
cordiali
rapporti
mi
legano
anzi
alle
persone
,
di
taluni
atti
delle
quali
intendo
occuparmi
sol
perché
rivelano
quello
stato
per
me
preoccupante
a
cui
ho
accennato
dapprincipio
.
Non
da
oggi
soltanto
io
ho
dolorosamente
notato
come
anche
nella
nostra
Diocesi
si
andasse
accennando
da
parte
di
molti
tra
gli
esponenti
più
zelanti
dell
'
azione
cattolica
un
contegno
di
distacco
,
di
coperto
e
poi
di
esplicito
sospetto
rasentante
l
'
ostilità
verso
gli
elementi
rappresentativi
del
movimento
politico
e
particolarmente
verso
i
deputati
al
Parlamento
.
A
questo
proposito
mi
preme
ben
chiaramente
avvertire
che
nessun
mandato
ho
chiesto
ai
miei
colleghi
di
parlare
anche
in
nome
loro
e
che
soltanto
mia
è
l
'
iniziativa
del
presente
scritto
.
Le
manifestazioni
esplicite
di
distacco
,
le
evidenti
preoccupazioni
di
evitarci
,
di
fare
a
meno
di
noi
come
di
amici
divenuti
molesti
o
pericolosi
sono
ancora
il
meno
se
è
vero
quel
che
mi
si
afferma
circa
tutta
una
campagna
diffusa
specialmente
tra
i
giovani
e
diretta
a
svalutare
,
quando
non
sia
a
deridere
,
la
nostra
azione
politica
quasi
imputandola
di
traviamento
della
gioventù
ch
'
essa
distoglierebbe
dalle
feconde
e
virtuose
opere
dell
'
azione
spirituale
.
Non
nego
per
trattare
,
come
mi
propongo
,
lo
spinoso
argomento
con
perfetta
equità
che
molto
di
codesto
diffuso
e
per
me
ingiusto
,
offensivo
e
pericoloso
stato
d
'
animo
è
dovuto
a
criteri
che
non
esito
a
definire
disorientanti
i
quali
oltrepassano
la
breve
cerchia
bresciana
e
che
possono
trovare
una
attenuante
solo
nell
'
eccezionale
periodo
che
traversano
in
Italia
gli
spiriti
,
le
situazioni
e
gli
ordinamenti
.
Ma
non
so
di
fronte
a
ciò
dimenticare
che
è
vanto
veramente
non
cancellabile
della
scuola
bresciana
che
nemmeno
in
quest
'
ora
di
ombre
vorrei
vedere
tradita
l
'
aver
saputo
temperare
,
col
buon
senso
,
la
acutezza
e
l
'
operoso
spirito
di
praticità
della
nostra
solida
razza
paesana
,
l
'
applicazione
di
direttive
che
interpretate
da
noi
portarono
il
nostro
movimento
alla
prosperità
che
ci
è
stata
invidiata
,
interpretate
da
altri
in
modo
diverso
od
opposto
si
rivelarono
sterili
spesso
di
successi
e
di
frutti
.
Qui
l
'
on
.
Longinotti
riferisce
alcuni
fatti
particolari
che
non
è
il
caso
per
noi
di
rilevare
;
indi
riprende
:
L
'
eccezionale
,
tragica
condizione
fatta
a
tutti
dall
'
attuale
regime
colle
sue
sopraffazioni
e
le
sue
seduzioni
,
colle
sue
violenze
e
le
sue
blandizie
dal
pugnale
al
Crocefisso
!
colla
persecuzione
veramente
spietata
contro
uomini
e
cose
che
rivelino
un
qualsiasi
sopravvivere
della
nostra
azione
sociale
e
della
nostra
azione
politica
(
il
che
dovrebbe
bastare
da
sé
a
dimostrarne
la
efficacia
e
la
temibilità
)
va
generando
in
moltissimi
amici
uno
strano
processo
di
revisione
nei
riguardi
di
queste
attività
fino
a
ieri
levate
alle
stelle
e
giustamente
ritenute
indispensabili
al
compiuto
raggiungimento
dei
fini
comuni
ed
ancor
oggi
ammirate
senza
riserve
tra
i
più
operosi
ed
evoluti
cattolici
dell
'
estero
.
In
altre
parole
,
l
'
attuale
situazione
,
fatta
di
bastonati
e
di
bastonatori
,
non
soltanto
consiglia
quegli
amici
nostri
a
subire
,
come
tutti
subiamo
,
quale
una
dura
violenza
a
cui
per
ora
non
è
possibile
sottrarsi
,
restrizioni
che
vengono
imposte
alle
nostre
più
sacre
libertà
di
cittadini
e
di
cattolici
,
ma
li
induce
a
dubitare
della
stessa
efficacia
dell
'
azione
sociale
e
dell
'
azione
politica
,
senza
mostrar
di
accorgersi
che
ciò
è
un
pavido
e
cieco
camminare
a
ritroso
di
qualche
decennio
sul
cammino
faticosamente
e
non
inutilmente
percorso
dai
cattolici
italiani
in
genere
e
da
quelli
bresciani
in
particolare
,
e
che
senza
una
vigorosa
azione
sociale
e
una
robusta
azione
politica
tutte
le
altre
forme
d
'
azione
,
anche
quelle
spiritualmente
preminenti
,
possono
venir
compromesse
od
anche
impedite
dalla
iniquità
delle
leggi
e
risolversi
in
vani
conati
di
riscossa
e
di
ricostruzione
facilmente
soffocabili
,
appena
dieno
ombra
,
dalla
onnipotenza
incontrollata
dei
poteri
centrali
.
E
voglio
aggiungere
che
questo
atteggiamento
di
dubbio
,
di
svalutazione
e
spesso
di
avversione
verso
l
'
azione
sociale
e
l
'
azione
politica
è
più
che
mai
irragionevole
a
Brescia
dove
sia
detto
a
comune
giustizia
nessuna
ragione
esse
han
dato
mai
di
lamentare
eccessi
e
inconvenienti
appena
appena
notevoli
.
Attesa
questa
visione
che
ho
della
nostra
attuale
situazione
,
Ella
non
si
meraviglierà
,
Signor
Presidente
,
se
io
mi
domando
quale
via
mi
segnino
la
mia
dignità
e
la
mia
coerenza
;
se
mi
domando
come
mai
il
resistere
ai
violenti
ci
abbia
di
un
colpo
tramutati
,
agli
occhi
di
molti
,
da
modesti
ma
incontaminati
uomini
politici
in
discussi
e
facili
politicanti
;
se
domando
ai
fratelli
benemeriti
della
propaganda
religiosa
qual
sorte
sia
serbata
,
nel
turbine
,
ai
più
ardimentosi
ed
ai
più
oscuri
gregari
della
nostra
flagellata
milizia
politica
,
ben
difficilmente
sceverabili
dalla
nostra
milizia
cattolica
,
ai
quali
si
volge
commossa
la
mia
ammirazione
e
vuol
essere
testimonianza
di
fraterna
solidarietà
questo
povero
scritto
:
se
cioè
debbano
attendersi
anche
a
Brescia
,
come
altrove
,
quando
si
rinnovi
contro
di
loro
una
violenza
,
la
instaurata
distinzione
inumana
e
codarda
tra
le
persone
e
le
cose
dell
'
azione
cattolica
che
si
protesta
debbano
venir
rispettate
ad
ogni
costo
,
e
quelle
dell
'
azione
politica
che
generosamente
si
abbandonano
alla
mercé
della
loro
sola
difesa
e
dell
'
odio
implacato
della
parte
dominante
.
Voglia
dirmi
chiaramente
la
Giunta
Diocesana
di
Brescia
se
ritiene
che
nel
nostro
campo
chi
attende
come
la
violenza
delle
attuali
circostanze
permette
all
'
azione
sociale
ed
all
'
azione
politica
sia
almeno
da
considerarsi
nella
stessa
trincea
di
quelli
che
provvedono
a
tranquille
e
pur
preziose
opere
di
propaganda
specificatamente
religiosa
,
e
questo
pure
serbando
la
giusta
divisione
tra
le
diverse
attività
ma
senza
perdere
di
vista
mai
l
'
unità
dello
spirito
informatore
e
il
fine
comune
la
salvezza
delle
anime
al
raggiungimento
del
quale
le
diverse
attività
cospirano
.
Voglia
dirmi
,
la
Giunta
Diocesana
,
se
ritiene
ugualmente
benemeriti
dell
'
opera
comune
coloro
che
attendono
e
lo
facessero
con
efficace
ardore
e
soprattutto
con
intelligenza
moltiplicati
!
a
educare
,
a
preparare
cristianamente
i
capi
e
le
masse
per
i
cimenti
futuri
,
e
coloro
che
intanto
son
chiamati
ad
affrontare
,
con
le
sole
forze
di
cui
dispongono
,
i
cimenti
presenti
,
perduti
i
quali
anche
il
domani
è
in
buona
parte
perduto
;
se
ritiene
ancora
che
dalla
fraterna
,
aperta
,
leale
,
cordiale
collaborazione
di
tutte
codeste
attività
,
e
soltanto
da
essa
,
possa
nascere
e
svolgersi
un
movimento
completo
,
equilibrato
,
fecondo
e
tale
da
fronteggiare
tutte
le
esigenze
e
tutti
i
pericoli
della
travagliata
epoca
nostra
.
Codesti
gravi
quesiti
,
dolorosamente
palpitanti
di
attualità
,
ho
sentito
il
dovere
di
porli
proprio
io
,
Signor
Presidente
,
ch
'
Ella
conosce
da
trent
'
anni
quale
milite
modesto
ma
fedele
dell
'
azione
cattolica
,
della
cui
funzione
fondamentale
di
formazione
cristiana
delle
anime
,
di
alimentatrice
indispensabile
e
costante
dello
spirito
di
ogni
nostra
milizia
io
non
ho
dubitato
un
istante
,
mai
;
che
solo
invoco
,
per
essa
,
che
al
fiore
della
intelligenza
e
dell
'
apostolato
di
tutti
i
cattolici
italiani
senza
diffidenze
ed
esclusioni
sia
consentito
l
'
altissimo
onore
di
offrire
collaborazione
ardente
e
fraterna
.
E
quei
problemi
preoccupanti
ho
sentito
il
dovere
di
porli
proprio
io
,
non
dimentico
degli
unanimi
osanna
,
tra
i
quali
dal
libero
suffragio
dei
cattolici
apertissimamente
assenziente
la
stessa
autorità
religiosa
fummo
prescelti
a
un
duro
posto
di
avanguardia
per
tutti
e
di
più
alta
responsabilità
,
e
non
colpevole
di
aver
taciuto
mai
al
partito
politico
,
anche
nei
momenti
della
sua
più
ammirata
potenza
,
le
mie
aperte
riserve
circa
eccessive
tolleranze
nei
rapporti
di
taluni
gregari
e
degli
atteggiamenti
che
essi
andavano
assumendo
.
Ma
oggi
,
da
troppe
parti
,
non
si
domanda
fraternamente
al
partito
di
correggere
taluni
errori
in
cui
,
nella
sua
prorompente
giovinezza
può
esser
caduto
,
ma
dimenticando
un
passato
ancora
recente
,
chiudendo
gli
occhi
a
un
domani
che
può
non
esser
lontano
,
appare
consumata
saggezza
mostrare
di
considerarlo
malgrado
il
suo
programma
,
gli
uomini
che
lo
compongono
e
i
conclamanti
servizi
resi
alla
causa
al
livello
degli
altri
partiti
politici
per
ostentare
il
proprio
disinteressamento
per
tutti
;
comodissima
tattica
che
,
tra
l
'
altro
,
può
molto
giovare
a
tener
lontana
la
minacciosa
avversione
di
chi
tiene
il
potere
.
Io
rimango
fedele
,
anche
in
quest
'
ora
,
al
mio
passato
e
alla
mia
promessa
,
io
che
non
ho
risparmiate
le
oneste
critiche
restando
spesse
volte
quasi
solo
tra
il
coro
dei
plaudenti
;
e
chiudo
questo
scritto
accorato
domandando
alla
mia
Giunta
diocesana
con
la
sola
autorità
che
mi
viene
dall
'
esser
padre
di
sei
figli
se
ritiene
che
per
i
nostri
giovani
,
in
quest
'
ora
di
persecuzione
,
oltre
chiamarli
sotto
la
pacifica
tenda
dell
'
azione
religiosa
,
non
sia
spettacolo
altamente
fortificatore
degli
spiriti
quello
che
dà
la
nostra
insidiata
,
sospettata
,
combattuta
azione
politica
la
quale
,
sdegnando
le
facili
ricompense
che
le
verrebbero
prodigate
seguendo
men
aspra
e
men
diritta
via
,
insegna
a
resistere
anche
senza
speranza
umana
quando
la
violenza
vuol
farci
piegare
,
e
non
consente
agli
orpelli
onde
l
'
imperante
regime
cerca
sedurre
ed
asservire
la
Chiesa
,
di
spegnere
la
ribellione
e
la
protesta
che
dinanzi
alla
sanguinante
tirannia
,
allo
strazio
di
ogni
men
discutibile
libertà
cui
è
ridotto
tutto
un
popolo
,
prorompono
irrefrenabili
da
tante
libere
anime
non
ancora
immemori
dei
più
fieri
comandi
del
Cristianesimo
.
StampaPeriodica ,
Ogni
nuova
rivista
suole
affermare
nel
suo
presentarsi
ai
lettori
che
essa
si
sente
destinata
,
poco
meno
che
per
provvidenziale
missione
,
a
colmare
una
lacuna
.
Si
potrebbe
quindi
ragionevolmente
dubitare
che
una
lacuna
...
disponibile
sia
ormai
rimasta
per
noi
,
che
stiamo
per
iniziare
appena
oggi
la
nostra
vita
.
Ma
in
verità
il
compito
che
ci
proponiamo
non
ci
sembra
oggi
comune
ad
alcuna
altra
rivista
.
Ne
indicammo
,
in
un
primo
annunzio
di
tre
mesi
addietro
,
alcuni
punti
,
accennando
sommariamente
anche
certe
direttive
pratiche
cui
intendevamo
attenerci
.
Quella
sintesi
schematica
,
però
,
non
dava
i
tratti
caratteristici
del
programma
,
quale
è
venuto
successivamente
maturandosi
,
precisandosi
attraverso
più
concrete
discussioni
preparatorie
,
ed
insieme
allontanandosi
alquanto
dalle
linee
primitive
.
La
«
Cronaca
Sociale
»
nasce
dalla
iniziativa
e
si
alimenterà
precipuamente
dalla
collaborazione
di
un
gruppo
di
giovani
i
quali
vivendo
con
passione
di
fede
il
travaglio
fecondo
,
se
pur
talvolta
amaro
ed
ingrato
,
della
coscienza
politico
-
sociale
dei
cattolici
italiani
,
nell
'
attuale
periodo
storico
credono
di
potere
e
dovere
utilmente
contribuire
,
nel
limite
delle
loro
forze
modeste
,
a
determinarne
i
dati
,
ad
approfondirne
il
valore
,
ad
orientarne
i
resultati
.
Il
ciclo
della
perfetta
unità
di
spirito
e
di
organizzazione
dei
cattolici
nel
campo
politico
e
sociale
può
dirsi
chiuso
:
non
soltanto
in
Italia
,
ma
in
tutti
i
paesi
che
hanno
veduto
il
complesso
esperimento
della
loro
attività
nella
vita
pubblica
.
Era
allora
in
giuoco
la
difesa
dei
più
alti
e
gelosi
interessi
religiosi
,
e
dello
stesso
diritto
di
cittadinanza
dei
cattolici
come
nucleo
operante
nella
vita
degli
stati
moderni
,
contro
gli
assalti
combinati
del
liberalismo
e
del
socialismo
,
i
quali
avevano
derivato
da
tutto
quel
vasto
movimento
di
idee
e
di
fatti
,
cui
si
collegano
la
rivoluzione
francese
e
le
rivoluzioni
nazionali
,
l
'
assioma
ideologico
della
separazione
dei
fattori
etici
dai
problemi
sociali
e
dal
ferreo
giuoco
degli
interessi
economici
:
donde
il
consolidarsi
dei
vari
pregiudizi
anticlericali
o
,
peggio
,
antireligiosi
di
rea
memoria
.
Su
questo
terreno
di
lotta
,
nel
Belgio
come
in
Germania
,
in
Olanda
come
in
Austria
,
in
Italia
come
nella
stessa
Francia
,
la
tenace
multiforme
azione
dei
cattolici
,
di
cultura
,
di
propaganda
,
di
organizzazione
,
di
resistenza
ebbe
le
sue
pagine
eroiche
e
vinse
la
sua
battaglia
.
C
'
è
oggi
,
e
non
solo
in
Italia
,
una
mentalità
diversa
,
diremmo
più
rispettosa
e
comprensiva
,
certo
più
oggettiva
ed
aperta
,
dei
superiori
problemi
che
si
connettono
alla
vita
religiosa
ed
all
'
altissimo
magistero
della
Chiesa
cattolica
.
L
'
attività
pubblica
dei
cattolici
ha
potuto
così
procedere
oltre
la
primitiva
fondamentale
esigenza
di
difesa
;
e
le
si
sono
venuti
man
mano
ponendo
in
primo
piano
due
problemi
;
quello
morale
prima
che
politico
di
un
sempre
più
largo
sforzo
di
realizzazione
e
di
conquista
,
diretto
a
permeare
la
vita
sociale
,
con
la
maggior
profondità
ed
estensione
possibili
,
dei
grandi
insegnamenti
del
cattolicismo
(
nel
che
consiste
la
più
solida
efficienza
di
una
difesa
delle
idealità
religiose
)
;
l
'
altro
,
più
propriamente
politico
ma
a
larghe
essenziali
interferenze
coi
problemi
etici
e
sociali
,
di
una
presa
di
posizione
nei
confronti
della
concezione
,
della
organizzazione
,
delle
funzioni
dello
stato
moderno
,
dei
suoi
rapporti
con
i
diritti
dei
singoli
e
delle
collettività
(
la
cosidetta
«
crisi
della
democrazia
»
ne
ha
fatto
il
problema
centrale
del
riassestamento
interno
delle
nazioni
dopo
la
guerra
)
.
Dinanzi
a
questi
problemi
era
inevitabile
che
divergenze
di
pensiero
e
di
tattica
si
palesassero
sempre
più
definite
.
Certamente
non
è
casuale
che
ne
siano
solcate
da
tempo
,
se
non
anche
divise
,
le
compagini
più
ricche
di
esperienza
e
di
storia
come
quelle
dei
cattolici
belgi
,
olandesi
e
tedeschi
.
In
Italia
la
divisione
si
andava
già
palesando
durante
l
'
ultimo
periodo
della
fortuna
del
Partito
Popolare
,
che
rappresenta
indubbiamente
lo
sforzo
unitario
più
organico
del
passato
.
Si
è
rivelata
poi
via
via
in
tutta
la
sua
ampiezza
durante
il
consolidarsi
del
regime
fascista
,
il
quale
ha
operato
come
reagente
nella
indistinta
coscienza
collettiva
dei
maggiori
aggruppamenti
dei
cattolici
,
allo
stesso
modo
che
nelle
altre
correnti
politiche
.
Noi
sentiamo
di
rammaricarci
delle
forme
di
deplorevole
asprezza
che
il
dissenso
ha
rivestito
fra
noi
e
che
per
nostra
parte
studiosamente
eviteremo
:
non
del
dissenso
in
sé
.
Lungi
dal
temerne
chissà
quali
fatalissimi
effetti
,
noi
lo
giudichiamo
invece
utile
e
chiarificatore
per
dirla
con
una
parola
di
moda
;
e
lo
assumiamo
come
dato
acquisito
,
punto
di
partenza
per
impostare
il
nostro
programma
.
Siamo
qui
nel
dominio
di
questioni
opinabilissime
,
sulle
quali
non
ha
riflesso
decisivo
la
concordanza
intorno
alle
grandi
questioni
di
principio
che
sono
fuori
causa
per
tutti
i
cattolici
;
poiché
vi
«
giuocano
»
,
insieme
con
una
considerazione
assai
soggettiva
della
poliedrica
complessità
dei
fatti
politici
e
sociali
e
del
loro
mutevole
atteggiarsi
,
anche
gli
stretti
legami
che
questi
hanno
con
situazioni
,
interessi
,
preoccupazioni
di
carattere
«
materialistico
»
di
estrema
sensibilità
.
La
divisione
è
ormai
profonda
negli
atteggiamenti
politici
,
ma
non
è
meno
concreta
nel
campo
della
«
azione
sociale
»
che
forma
poi
il
substrato
dei
primi
,
e
si
può
sintetizzare
nei
due
termini
che
sono
d
'
uso
più
corrente
e
contengono
la
più
approssimativa
definizione
:
cattolici
democratici
di
fronte
a
cattolici
conservatori
.
Noi
siamo
,
convintamente
,
dei
primi
.
Ed
il
momento
ci
sembra
richieda
di
riprendere
e
sviluppare
quel
magnifico
fervore
di
studio
e
di
opere
che
in
un
altro
periodo
agitato
della
vita
italiana
,
attraverso
errori
generosi
e
deviazioni
tristissime
,
fecondò
il
primo
movimento
democratico
-
cristiano
.
Ma
aggiungiamo
subito
che
non
intendiamo
lasciarci
attrarre
dal
fascino
bruciante
delle
lotte
politiche
:
se
non
ne
potremo
naturalmente
prescindere
del
tutto
,
concentreremo
però
la
nostra
indagine
nel
cerchio
pur
vasto
dei
fatti
sociali
e
dei
problemi
morali
tecnici
,
economici
che
vi
si
collegano
.
Oggi
,
negate
come
sono
,
o
almeno
estremamente
ridotte
,
le
possibilità
di
ogni
attività
pratica
,
è
l
'
ora
del
raccoglimento
operoso
per
la
educazione
delle
coscienze
,
per
la
conquista
dei
convincimenti
meditati
e
consapevoli
,
contro
la
prevalente
opacità
intellettuale
e
morale
,
contro
l
'
acquiescenza
insincera
in
servigio
del
tornaconto
.
Ecco
il
compito
della
nostra
«
Cronaca
»
.
E
questo
agitare
idee
,
questa
approfondita
osservazione
dei
fatti
,
ricercati
col
sereno
disinteresse
di
chi
non
si
attende
effetti
o
successi
né
immediati
né
prossimi
,
sarà
perseguita
da
noi
non
col
metodo
freddo
ed
indifferente
di
chi
raccolga
ed
elenchi
materiale
di
studio
,
ma
secondo
una
coerente
linea
orientatrice
,
affinché
abbia
il
valore
formativo
che
ce
ne
ripromettiamo
.
Ciò
non
ci
tratterrà
certo
dal
valerci
anche
del
contributo
di
amici
,
noti
od
oscuri
,
che
vedono
le
cose
di
oggi
e
di
domani
sotto
un
angolo
visuale
diverso
dal
nostro
:
per
una
coltura
seria
viva
ed
aperta
giovano
le
larghe
informazioni
,
le
discussioni
,
gli
attriti
di
idee
.
Ma
ogni
problema
avrà
la
valutazione
che
risponde
alla
nostra
visione
della
realtà
e
delle
esigenze
ideali
di
un
movimento
cattolico
-
sociale
.
Le
nuove
informazioni
che
si
vanno
delineando
negli
spiriti
prima
che
nelle
vicende
esteriori
,
richiedono
omogeneità
di
pensiero
,
chiarezza
di
intendimenti
,
saldezza
di
fede
.
A
prepararle
,
soprattutto
nella
massa
giovanile
dei
cattolici
italiani
,
vuol
contribuire
questa
rivista
,
che
confidiamo
sarà
seguita
da
amici
non
scarsi
né
tepidi
.
E
Iddio
illumini
e
fecondi
l
'
opera
nostra
.
StampaPeriodica ,
Sono
molti
gli
uomini
«
equilibrati
»
che
imputano
come
difetto
al
fascismo
la
rigida
intransigenza
,
costantemente
riaffermata
:
e
lo
vorrebbero
un
po
'
meno
...
rubesto
e
categorico
,
un
po
'
più
domestico
e
conciliante
.
Costoro
non
credono
nel
fascismo
,
non
ne
hanno
compreso
lo
spirito
,
e
,
consapevolmente
o
no
,
ne
desiderano
l
'
esaurimento
progressivo
.
Perché
il
fascismo
possedendo
una
propria
soluzione
integrale
dei
problemi
politici
e
sociali
,
intendendo
di
attuarla
,
obbedisce
con
la
sua
intransigenza
ad
una
legge
precisa
del
suo
sforzo
di
realizzazione
,
attua
la
condizione
necessaria
per
raggiungere
i
resultati
.
Parliamo
,
s
'
intende
,
di
intransigenza
sostanziale
,
di
quella
cioè
che
può
accettare
contatti
e
adesioni
per
contingenze
immediate
,
ma
gli
uni
e
le
altre
fa
convergere
ai
propri
fini
.
Non
si
contrastano
infatti
,
nelle
consuetudini
pratiche
del
fascismo
,
le
iscrizioni
insincere
o
quelle
di
ufficio
:
la
sua
dottrina
e
il
suo
metodo
non
ne
soffrono
deviazioni
o
attenuazioni
.
Sono
gli
altri
che
transigono
,
non
esso
.
Il
suo
Duce
sente
nettamente
questa
esigenza
della
sua
«
missione
»
e
dirige
con
lineare
inesorabilità
la
rotta
,
contro
tutte
le
tentatrici
convenienze
occasionali
.
Sono
di
ieri
le
sue
riaffermazioni
del
carattere
fascista
integrale
delle
Corporazioni
,
che
sembrano
una
risposta
alle
riserve
della
Azione
Cattolica
,
sebbene
egli
professi
una
grandissima
considerazione
per
la
importanza
religiosa
e
sociale
della
Chiesa
.
Non
è
forse
vero
che
tutti
i
movimenti
che
non
siano
meramente
intellettuali
debbono
riconoscere
la
stessa
legge
,
se
vogliono
adempiere
concretamente
alla
loro
missione
storica
?
Quando
infatti
alcuno
di
essi
si
lascia
permeare
da
spirito
di
transigenza
e
di
adattamento
anche
illudendosi
di
contenerne
le
applicazioni
nel
metodo
di
azione
,
che
agevoli
la
sua
progressiva
conquista
,
i
fatti
si
incaricano
di
dimostrare
che
con
ciò
stesso
il
movimento
rinunzia
ad
esercitare
un
influsso
decisivo
nella
vita
di
un
paese
.
È
lecito
,
senza
sentirsi
accusare
di
faziosità
,
di
sovversivismo
e
di
non
so
quali
altre
orribili
peccata
,
rintracciare
la
riprova
di
tale
verità
nelle
vicende
del
movimento
sociale
-
cristiano
d
'
Italia
?
Che
di
una
stasi
dolorosa
questo
soffra
,
non
ci
pare
invenzione
o
accentuazione
di
malevolo
pessimismo
.
I
dirigenti
della
stessa
Azione
Cattolica
la
avvertono
:
in
ogni
adunanza
si
levano
voci
a
lamentarla
;
la
incertezza
e
il
disagio
si
riflettono
nel
giornalismo
cattolico
,
e
qualcuno
degli
spiriti
più
pensosi
se
ne
va
già
preoccupando
come
di
una
«
crisi
»
(
non
è
questo
il
titolo
di
un
recente
studio
del
Bondioli
?
)
.
La
influenza
sociale
dell
'
opera
nostra
è
ridotta
al
minimo
:
ogni
sforzo
dei
vari
centri
direttivi
perde
la
maggior
parte
della
sua
efficacia
nella
inerzia
spesso
indifferente
della
periferia
.
Si
potrebbe
dire
sinteticamente
che
l
'
azione
sociale
cristiana
ha
perduto
l
'
iniziativa
della
battaglia
per
la
sua
espansione
conquistatrice
ed
è
ridotta
ad
una
penosa
difesa
..
.
Per
comprendere
le
cause
,
ed
inquadrarle
storicamente
nelle
varie
vicende
,
possono
giovare
alcuni
dati
cronologici
.
S
'
intende
che
la
breve
indagine
e
le
considerazioni
conseguenti
non
sono
riferibili
al
cattolicesimo
e
alla
Chiesa
come
confessione
e
Società
religiosa
:
questa
obbedisce
alle
esigenze
storiche
del
suo
altissimo
magistero
,
rimanendo
estranea
e
superiore
alle
vicende
interne
di
ogni
regime
.
Noi
parliamo
qui
della
posizione
nella
vita
pubblica
del
laicato
cattolico
.
Il
primo
sorgere
,
l
'
affermarsi
,
l
'
irrobustirsi
di
un
movimento
cattolico
,
avvengono
in
una
atmosfera
di
crudo
contrasto
con
tutte
le
altre
concezioni
,
con
tutti
gli
altri
movimenti
del
periodo
immediatamente
successivo
alla
unificazione
dello
Stato
.
Era
un
contrasto
che
ferveva
soprattutto
intorno
ad
una
questione
di
vasta
portata
religiosa
e
politica
ma
definita
e
circoscritta
;
che
si
traduceva
soprattutto
in
un
atteggiamento
di
resistenza
,
il
Non
expedit
.
Ma
la
delimitazione
degli
opposti
campi
era
netta
e
rigidamente
mantenuta
.
Si
venne
poi
affacciando
in
tutta
la
sua
imponenza
il
fenomeno
sociale
:
le
classi
lavoratrici
,
attraverso
il
socialismo
,
minacciavano
l
'
ordine
costituito
,
nell
'
economia
e
nella
politica
.
Il
grido
di
dolore
di
tanti
umili
,
in
condizione
poco
meno
che
servile
,
fu
raccolto
dai
cattolici
di
tutti
i
paesi
.
Echeggiò
nel
mondo
la
Rerum
Novarum
.
Il
periodo
dal
1891
(
Rerum
Novarum
)
al
1904
(
Nuovo
ordinamento
della
Azione
Cattolica
)
segna
l
'
affermarsi
progressivo
e
l
'
espandersi
come
azione
di
conquista
morale
della
democrazia
cristiana
.
Dal
1904
all
'
inizio
della
guerra
europea
,
si
va
accentuando
con
le
prime
attività
elettorali
dei
cattolici
la
scarsa
risonanza
della
loro
azione
nelle
masse
popolari
(
tutti
ormai
convengono
che
la
«
Unione
Popolare
»
non
fu
mai
un
organismo
vitale
,
e
che
la
«
Unione
Economico
-
Sociale
»
assistette
,
piuttosto
che
presiedere
collaborando
attivamente
,
ad
un
certo
sviluppo
del
movimento
sindacale
ed
economico
ristretto
a
talune
zone
dell
'
Italia
settentrionale
)
.
Dal
1918
al
1922
si
riprendono
e
con
rapido
progredire
si
affermano
indirettamente
,
attraverso
il
Partito
Popolare
e
le
tre
Confederazioni
«
bianche
»
l
'
attività
e
la
capacità
di
espansione
del
movimento
sociale
cristiano
.
Nella
vicenda
contemporanea
,
ancora
in
sviluppo
,
il
ripiegamento
della
azione
politica
e
sociale
e
il
ritorno
alla
azione
cattolica
di
preparazione
,
di
cultura
,
di
difesa
,
coincidono
col
riapparire
che
abbiamo
rilevato
di
un
inquietante
disinteresse
e
di
un
oscuro
disagio
in
larghi
strati
delle
masse
cattoliche
.
Un
costante
dato
di
fatto
,
a
cui
non
si
può
dare
s
'
intende
il
valore
di
un
elemento
per
sé
solo
esauriente
della
interpretazione
degli
avvenimenti
,
ma
che
balza
significativamente
in
rilievo
,
è
che
il
ristagnare
e
lo
isterilirsi
della
azione
sociale
cristiana
nella
vita
pubblica
ha
coinciso
con
l
'
adattamento
di
essa
a
situazioni
e
criteri
politici
(
partecipazione
a
sostegno
di
candidature
liberali
e
conservatrici
,
intese
clericomoderate
,
patto
Gentiloni
;
incertezze
ed
acquiescenze
contemporanee
ecc
.
)
;
mentre
il
vigoreggiare
della
forza
di
penetrazione
morale
,
della
fede
ardente
ed
operosa
,
dello
spirito
di
proselitismo
,
si
è
manifestato
,
in
misura
più
o
meno
profonda
,
nei
periodi
di
intransigenza
sostanziale
,
ed
anche
formale
,
nei
quali
i
cattolici
sociali
sentivano
di
costituire
essi
un
centro
di
polarizzazione
per
le
energie
volte
al
sano
progresso
civile
.
In
questa
ora
grigia
,
riandare
con
la
memoria
agli
anni
fervidi
che
seguirono
la
Rerum
Novarum
,
sonanti
di
contrasti
e
di
polemiche
interne
,
spesso
acerbissime
,
ma
ricchi
di
quel
fermento
spirituale
che
diede
poi
la
fioritura
meravigliosa
ahi
,
troppo
breve
!
della
democrazia
cristiana
;
fa
oggi
l
'
effetto
di
guardare
a
tempi
eroici
.
Si
rievocano
con
ammirazione
commossa
anche
coloro
che
come
l
'
Olgiati
sono
severi
nel
giudizio
complessivo
.
E
con
animo
non
dissimile
si
può
ricordare
la
ripresa
della
azione
sotto
le
bandiere
popolari
e
sindacali
bianche
.
Perché
,
se
di
un
movimento
così
complesso
è
lecito
dare
valutazioni
diverse
ed
opposte
,
nessuno
potrebbe
in
buona
fede
disconoscerne
il
fondo
ed
il
carattere
di
potente
rinascita
dello
spirito
cristiano
contro
il
materialismo
settario
della
pratica
liberale
,
della
massoneria
,
del
socialismo
rivoluzionario
.
Anche
nel
'19-20
,
come
venticinque
anni
addietro
,
non
ci
si
batteva
sulle
posizioni
,
ma
si
attaccavano
gli
avversari
nei
loro
domini
,
si
voleva
conquistare
e
si
rischiava
anche
la
vita
,
con
serenità
,
con
disinteresse
,
con
spirito
di
sacrificio
,
con
entusiasmo
:
lo
sa
chi
ha
affrontato
le
folle
imbestiate
dalla
propaganda
rivoluzionaria
del
'19
e
del
'20
.
L
'
ambizione
o
il
desiderio
di
profitto
personale
non
danno
un
tale
ardore
di
proselitismo
!
Oggi
i
cauti
ripiegamenti
,
le
accortezze
diplomatiche
,
i
distinguo
sapienti
,
la
predicata
pazienza
dell
'
attesa
,
l
'
accettazione
dei
fatti
compiuti
,
intristiscono
l
'
impulso
della
azione
,
la
fiducia
nelle
capacità
realizzatrici
del
nostro
programma
.
Risuona
con
troppo
debole
eco
l
'
appello
al
sacrificio
dei
pochi
che
sono
rimasti
sulla
linea
della
battaglia
:
quello
spirito
eroico
che
fu
animatore
delle
nostre
giovinezze
sembra
passato
ad
altri
.
Non
intenda
taluno
che
noi
vogliamo
ignorare
le
necessità
del
momento
,
limitatrici
ferree
dell
'
azione
:
quella
che
preoccupa
non
è
l
'
inattività
pratica
,
esteriore
,
organizzativa
,
bensì
l
'
inerzia
e
l
'
acquiescenza
degli
spiriti
...
Sugli
elementi
che
vi
hanno
condotto
,
i
fatti
vanno
ormai
fornendo
una
esperienza
che
non
sarebbe
lecito
svalutare
come
prematura
e
provvisoria
.
Si
può
dire
con
esattezza
storica
che
degli
stati
d
'
animo
delineatisi
nel
campo
dei
cattolici
italiani
,
quello
che
fin
qui
ha
determinato
la
figura
,
l
'
atteggiamento
,
la
funzione
complessiva
del
loro
movimento
nella
vita
pubblica
,
è
stata
la
tendenza
che
ama
definirsi
realistica
;
la
quale
difetta
di
quella
intima
fede
nella
virtù
rigeneratrice
(
o
almeno
nelle
possibilità
di
attuazione
)
del
cristianesimo
totale
,
che
crea
la
esigenza
di
una
posizione
tutta
propria
,
contrapposta
ad
ogni
altra
dottrina
o
metodo
politico
-
sociale
.
Uno
stato
d
'
animo
orientato
piuttosto
alla
difesa
ed
alla
conservazione
di
posizioni
acquisite
;
che
cerca
nella
intesa
con
altre
correnti
le
quali
abbiano
preoccupazioni
conservatrici
analoghe
,
se
pure
in
altro
campo
,
la
possibilità
di
affermarsi
con
la
maggior
efficacia
nella
vita
pubblica
;
che
obbedisce
quindi
a
sensazioni
più
strettamente
politiche
,
ed
è
in
conseguenza
più
legato
ai
fenomeni
ed
alle
esigenze
dell
'
ora
,
e
condotto
a
cercare
soluzioni
politiche
di
equilibrio
,
aderendo
alle
situazioni
prevalenti
,
per
evitarne
(
si
dice
)
il
maggior
male
e
trarne
il
massimo
vantaggio
.
È
faziosità
o
incomprensione
ogni
intransigenza
;
è
fanatico
irrigidimento
ogni
resistenza
tenace
sulle
linee
del
programma
integrale
.
Saggio
e
doveroso
distinguere
il
nucleo
di
verità
in
certe
dottrine
,
ed
aiutarne
la
estrinsecazione
specialmente
quando
l
'
equilibrio
di
tale
modo
di
pensare
contempera
felicemente
la
fedeltà
astratta
ai
principi
e
il
vantaggioso
adattarsi
alle
esigenze
pratiche
dell
'
ora
.
Dalla
meno
intima
e
calda
fiducia
nelle
capacità
conquistatrici
della
propria
dottrina
,
si
è
indotti
a
ritenere
meglio
rispondente
agli
interessi
dell
'
ordine
sociale
e
della
religione
stessa
regimi
,
sistemi
,
metodi
di
autorità
;
si
accettano
le
direttive
teoriche
della
scuola
sociale
cristiana
,
ma
non
per
la
convinzione
intima
e
profonda
di
un
diritto
e
di
una
capacità
delle
classi
lavoratrici
ad
elevare
se
stesse
,
a
conquistarsi
una
partecipazione
più
equa
alla
vita
economica
e
politica
di
ogni
paese
;
bensì
piuttosto
perché
l
'
indulgere
alle
aspirazioni
insopprimibili
dei
lavoratori
è
il
mezzo
migliore
,
l
'
unico
mezzo
efficace
forse
,
a
contrastare
la
propaganda
socialista
.
In
questa
atmosfera
si
è
formata
la
coscienza
collettiva
del
movimento
sociale
cristiano
in
Italia
.
I
periodi
nei
quali
è
prevalsa
la
concezione
integrale
del
programma
,
o
sono
stati
arrestati
nel
loro
momento
più
fecondo
da
deviazioni
dolorose
(
murrismo
)
,
o
furono
troppo
brevi
perché
potessero
esaurirsi
le
tracce
della
mentalità
prima
predominante
ed
imprimersi
le
caratteristiche
rinnovate
di
un
pensiero
e
di
una
azione
pubblica
,
autonoma
e
organicamente
definita
(
partito
popolare
)
.
Con
ciò
noi
non
vogliamo
dimenticare
che
la
tendenza
transigente
o
realistica
,
impersonata
in
gruppi
ed
in
uomini
di
grande
autorità
nel
campo
nostro
,
ebbe
una
parte
notevole
nel
travaglio
di
superamento
della
immobilità
astensionista
di
così
lunghi
anni
.
Ma
intendiamo
constatare
l
'
influsso
negativo
che
in
seguito
ne
derivò
,
avendo
concentrato
essa
l
'
attenzione
dei
cattolici
sulla
utilità
appariscente
dei
successi
immediati
e
ritardato
la
formazione
di
una
coscienza
sociale
e
politica
compiuta
in
sé
,
autonoma
nella
sua
visione
ed
azione
,
fidente
nelle
sue
capacità
rinnovatrici
.
Cosicché
il
contatto
con
la
realtà
della
vita
pubblica
produsse
in
larghe
zone
del
campo
sociale
-
cristiano
quegli
assorbimenti
dalle
dottrine
liberali
e
nazionalistiche
,
che
sono
i
precedenti
lontani
ma
diretti
delle
presenti
deviazioni
verso
il
fascismo
.
Cito
il
giudizio
di
uno
scrittore
non
sospetto
,
il
Bondioli
,
di
cui
ho
ricordato
lo
studio
sul
giornalismo
cattolico
:
(
l
'
opera
di
questo
)
«
ammirevole
sotto
molti
aspetti
,
non
fu
sempre
ricca
di
intima
unità
e
di
sistematicità
;
mancò
soprattutto
di
una
grande
idea
che
dominasse
i
momenti
della
loro
attività
che
oscillò
quasi
completamente
,
per
le
necessità
storiche
dell
'
ora
,
tra
la
questione
sociale
ed
il
Non
expedit
.
Al
giornalismo
nostro
restò
quindi
quasi
ignota
una
visione
cattolica
della
politica
estera
e
della
politica
coloniale
;
perciò
la
guerra
libica
non
ebbe
sui
giornali
del
famoso
"
trust
"
grosoliano
che
ripercussioni
pecuniarie
per
il
finanziamento
fatto
dal
Banco
di
Roma
,
e
la
neutralità
agli
inizi
della
guerra
europea
trovò
negli
stessi
fogli
una
difesa
incerta
e
puramente
sentimentale
»
.
E
il
Partito
Popolare
(
è
dovere
di
imparzialità
ammetterlo
)
di
tali
precedenti
soffrì
,
nella
scarsa
omogeneità
della
sua
compagine
,
nella
impreparazione
intellettuale
delle
sue
masse
ed
anche
di
molti
,
di
troppi
del
suo
...
stato
maggiore
;
ed
in
quella
morale
di
alcuni
migliori
i
quali
furono
alieni
da
responsabilità
decisive
perché
considerarono
il
nostro
movimento
collaboratore
di
altri
e
non
centro
polarizzatore
per
virtù
del
proprio
programma
e
della
propria
forza
morale
,
sociale
e
politica
.
Ed
oggi
...
Oggi
siamo
giunti
a
tanto
da
dover
quasi
volgerci
agli
avversari
per
vedere
delineate
con
netta
franchezza
,
con
risoluta
precisione
,
le
differenze
e
le
antitesi
che
danno
i
tratti
salienti
della
nostra
dottrina
sociale
,
nel
dilagare
di
così
pavide
e
insincere
constatazioni
di
convergenze
.
Quali
elucubrazioni
e
quanti
distinguo
sulla
libertà
e
sulla
autorità
!
Non
conta
che
le
due
vuote
formule
debbano
essere
riferite
ad
una
definita
concezione
dello
Stato
,
per
avere
un
significato
ed
un
valore
concreto
:
questa
o
la
si
ignora
o
la
si
contraddice
in
via
di
pura
dissertazione
teorica
.
Scriveva
«
L
'
Ordine
»
di
Como
intorno
all
'
intervista
recente
dell
'
on
.
Mussolini
:
«
È
detto
nell
'
intervista
che
la
libertà
individuale
è
una
concessione
dello
Stato
anziché
un
diritto
inerente
all
'
individuo
...
Tutti
i
sistemi
di
statolatria
poggiano
su
questo
principio
:
l
'
uomo
è
nulla
fuori
dello
Stato
,
il
cittadino
,
quelle
libertà
che
ha
,
le
ha
dallo
Stato
perché
lo
Stato
è
l
'
unica
fonte
del
diritto
,
perché
lo
Stato
è
tutto
.
La
Chiesa
dice
di
no
,
la
dottrina
sociale
cattolica
dice
di
no
,
il
diritto
naturale
dice
di
no
.
L
'
individuo
è
preesistente
allo
Stato
il
quale
se
un
giorno
scompaia
come
vogliono
i
socialisti
o
non
scompaia
è
questione
che
ora
non
importa
.
Ma
questo
è
certo
che
,
esistendo
prima
dello
Stato
,
ed
esistendo
completo
nella
sua
personalità
,
l
'
individuo
non
ha
avuto
bisogno
di
attendere
dallo
Stato
la
concessione
di
quelle
libertà
che
sono
inerenti
alla
sua
natura
.
Ogni
associazione
limita
le
libertà
individuali
:
la
limitazione
è
compensata
da
altri
beni
.
A
questa
limitazione
ha
tanto
più
diritto
lo
Stato
che
deve
provvedere
all
'
interesse
comune
,
al
benessere
comune
:
limitazione
che
non
può
essere
arbitraria
,
che
non
può
essere
fatta
per
ragioni
di
fazione
,
che
deve
trovare
la
sua
giustificazione
in
un
bene
reale
da
raggiungere
,
impossibile
a
raggiungersi
senza
di
essa
.
Ma
come
il
diritto
alla
limitazione
non
significa
facoltà
alla
soppressione
completa
,
così
suppone
la
preesistenza
di
queste
libertà
»
.
E
del
«
nazionalismo
»
si
definiscono
e
ridefiniscono
con
teorica
cautela
le
caratteristiche
non
confondibili
col
«
patriottismo
»
ammesso
e
alimentato
dal
sentimento
religioso
.
Rispondeva
di
questi
giorni
«
L
'
Unità
Cattolica
»
ai
tedesco
-
nazionali
prussiani
:
«
Per
quanto
talvolta
si
sia
con
intento
approfittato
di
essa
per
giuocare
sull
'
equivoco
,
non
ci
sembra
possibile
confondere
nazionalismo
con
patriottismo
.
L
'
una
è
la
dottrina
che
fa
dello
Stato
il
centro
,
lo
scopo
e
il
principio
di
ogni
attività
umana
e
di
ogni
autorità
sociale
:
che
tutto
subordina
senza
eccezioni
all
'
interesse
dello
Stato
annientando
l
'
individuo
di
fronte
all
'
organismo
della
collettività
politica
cui
appartiene
:
che
nel
campo
dei
rapporti
internazionali
considera
i
principii
etici
che
per
consuetudine
o
per
convenzione
lo
disciplinano
solamente
in
funzione
di
peculiari
interessi
politici
e
non
come
espressione
di
una
coscienza
giuridica
universale
,
di
una
morale
superiore
e
intangibile
»
.
Ma
far
discendere
dalle
nuvole
dei
principi
applicazioni
coraggiose
e
coerenti
è
ben
altra
cosa
.
La
rivalutazione
del
fattore
religioso
non
importa
se
a
servizio
della
nazione
anziché
delle
anime
;
l
'
ossequio
esteriore
che
circonda
la
Chiesa
non
importa
se
per
trarne
un
elemento
di
prestigio
anziché
il
pensiero
e
la
pratica
del
cristianesimo
;
il
rispetto
a
qualunque
ordine
costituito
come
canone
inderogabile
del
buon
costume
cattolico
;
la
lotta
antidemocratica
e
antisocialista
che
sembra
eliminare
per
sempre
i
pericoli
della
«
volontà
popolare
»
e
togliere
l
'
incomodo
di
influenzarla
e
attrarla
al
proprio
pensiero
con
lo
spirito
e
la
attività
di
proselitismo
,
sono
i
motivi
di
fatto
che
dominano
le
questioni
di
principio
.
Tenersi
a
queste
è
settarismo
torbido
e
cieco
:
saggezza
,
equilibrio
,
sana
preoccupazione
degli
interessi
più
eccelsi
consigliano
di
procedere
al
rimorchio
ed
all
'
ombra
dei
potenti
dell
'
ora
.
E
saggio
è
veramente
risparmiare
la
esemplificazione
dimostrativa
.
I
cattolici
,
sentenziò
(
ci
pare
)
Napoleone
,
e
potrebbe
ripetere
un
osservatore
contemporaneo
,
sono
nati
per
servire
...
Ma
nelle
anime
soprattutto
dei
giovani
non
è
sopito
l
'
anelito
della
fede
operosa
ed
entusiastica
.
Tornare
alla
Rerum
Novarum
,
si
invoca
da
più
parti
,
guardando
ad
essa
come
all
'
appello
di
un
`
Grande
Capo
per
un
apostolato
di
conquista
.
La
Chiesa
madre
in
mezzo
ai
popoli
ed
alle
classi
,
prigionieri
dei
loro
egoismi
feroci
,
a
dire
la
parola
della
carità
e
della
giustizia
che
essa
sola
può
pronunziare
.
E
quanti
credono
nella
feconda
,
perenne
modernità
del
cattolicesimo
,
soldati
della
buona
battaglia
combattuta
prima
nella
coscienza
che
nella
azione
!
È
da
questa
aspirazione
,
contenuta
dalla
inerzia
o
dalla
acquiescenza
e
dal
calcolo
vile
,
da
questo
riprepararsi
della
consapevolezza
piena
della
missione
cattolica
nella
vita
degli
stati
,
che
discende
il
disagio
di
cui
parlavamo
in
principio
:
senso
di
inferiorità
di
fronte
ai
problemi
formidabili
dell
'
ora
.
Ha
scritto
un
giornale
fascista
che
il
«
cattolico
-
cittadino
non
potrà
non
essere
un
ribelle
sostanziale
,
anche
se
rende
omaggio
alle
istituzioni
del
suo
ambiente
e
del
suo
tempo
»
.
Non
ci
spaventiamo
della
definizione
né
identifichiamola
con
la
violenza
illegale
del
sovversivismo
.
Ma
non
è
forse
il
cristianesimo
una
perenne
protesta
contro
la
ingiustizia
,
una
insonne
volontà
di
bene
,
un
moralismo
sociale
operante
incessantemente
per
una
rinnovazione
delle
coscienze
e
degli
istituti
?
E
non
è
colpa
non
domandare
alla
fede
quanto
essa
avrebbe
potuto
dare
anche
nella
vita
collettiva
se
noi
ne
avessimo
approfondito
e
reso
attivi
i
rapporti
con
tutte
le
esigenze
dell
'
ordine
morale
,
intellettuale
,
politico
,
sociale
?
In
cospetto
di
una
terribile
esperienza
,
quale
è
quella
del
Messico
,
il
problema
delle
affermazioni
integrali
si
pone
di
nuovo
.
«
Bisogna
che
i
cattolici
di
ogni
paese
comprendano
l
'
impellente
necessità
di
ribellarsi
alla
forma
di
colpevole
passività
dai
nostri
avversari
caldeggiata
,
tendente
ad
affidare
nelle
mani
degli
altri
la
difesa
delle
nostre
più
gelose
aspirazioni
.
Il
cattolico
deve
preoccuparsi
di
costituire
una
forza
collettiva
da
opporre
ai
fautori
delle
tenebre
,
nascosti
sotto
le
vesti
più
svariate
.
E
questa
linea
di
assoluta
autonomia
,
che
prevede
una
ferma
e
fervida
coscienza
delle
proprie
capacità
sociali
,
deve
essere
maestra
in
tutte
le
attività
.
Lo
Stato
non
urterà
più
contro
la
Chiesa
,
solo
quando
guarderà
a
questa
come
all
'
ispiratrice
di
ogni
più
nobile
attività
umana
e
quando
ad
Essa
subordinerà
i
suoi
fini
;
ora
ciò
è
possibile
solo
con
uno
Stato
cattolico
e
lo
Stato
cattolico
non
sarà
attuato
se
non
da
cattolici
operanti
.
Mirare
quindi
alla
conquista
dello
Stato
:
ecco
un
compito
che
se
fino
ad
oggi
poteva
sembrare
un
'
eresia
,
oggi
si
impone
ad
ogni
cattolico
d
'
azione
.
Intensificare
l
'
azione
religiosa
,
curare
la
formazione
degli
spiriti
sulla
base
dell
'
insegnamento
cristiano
,
ma
dopo
quest
'
opera
di
preparazione
,
non
abbandonarsi
a
sperare
dagli
altri
la
realizzazione
dei
nostri
sogni
,
ma
buttarsi
audacemente
nell
'
agone
,
perché
il
nostro
programma
abbia
in
noi
,
che
ne
siamo
i
più
fedeli
interpreti
,
i
suoi
esecutori
»
.
Noi
non
sapremmo
concludere
in
altro
modo
migliore
che
con
queste
parole
di
uno
scrittore
cattolico
,
pensoso
delle
vicende
ammonitrici
e
dei
doveri
imperiosi
che
ne
discendono
.
StampaPeriodica ,
La
trappola
fu
tesa
con
diabolica
abilità
.
Un
morto
,
un
morto
insperato
,
non
uno
dei
soliti
morti
,
aveva
offerto
l
'
agognata
occasione
per
vibrare
il
colpo
di
mazza
decisivo
contro
Roberto
Farinacci
e
il
fascio
cremonese
...
Roberto
Farinacci
ha
smontato
la
trappola
,
ha
mandato
all
'
aria
i
ben
architettati
progetti
avversari
,
ha
salvato
il
Fascismo
rendendolo
ormai
tetragono
ad
ogni
assalto
nemico
per
quanto
subdolo
possa
essere
nell
'
avvenire
.
Infatti
avversioni
e
cose
ponevano
a
Roberto
Farinacci
questo
dilemma
:
o
assumere
la
responsabilità
completa
del
fatto
così
come
appariva
dalla
partigiana
versione
di
esso
o
scindere
questa
responsabilità
...
Senonché
il
fatto
di
S
.
Vito
si
riduce
ad
un
luttuoso
fatto
di
cronaca
da
cui
esula
ogni
premeditazione
omicida
...
Ed
il
fascismo
ne
esce
incontaminato
e
puro
!
Con
felice
intuizione
adunque
Farinacci
ha
assunto
la
responsabilità
dell
'
operato
del
fascio
,
superando
il
primo
comma
del
dilemma
.
Se
invece
Farinacci
avesse
declinato
ogni
responsabilità
allora
gli
avversari
avrebbero
gridato
ai
quattro
venti
:
ecco
il
vile
...
Egli
non
è
vile
,
né
moralmente
né
fisicamente
.
La
nobiltà
del
suo
carattere
è
la
forza
indiscutibile
e
preminente
della
sua
personalità
...
Ed
il
fascismo
è
con
lui
più
vivo
che
mai
!
E
non
morrà
!
StampaPeriodica ,
I
guadagni
degli
operai
vanno
in
sperpero
giacché
essi
non
sono
proclivi
alla
economia
.
Per
essi
è
diventata
necessità
tutto
quanto
è
superfluo
per
le
classi
medie
e
quindi
,
danno
sfogo
,
quasi
a
scherno
della
miseria
,
a
spese
eccessive
di
vitto
,
ai
capricci
della
moda
e
del
lusso
,
ai
trattenimenti
mondani
,
ai
divertimenti
più
costosi
,
fomentando
il
malumore
in
coloro
che
non
sono
affatto
in
condizione
di
fare
altrettanto
,
ma
bensì
di
curare
scrupolosamente
il
bilancio
famigliare
...