StampaQuotidiana ,
Se
riandiamo
col
pensiero
a
questo
primo
triennio
mussoliniano
,
quale
lo
abbiamo
ardentemente
vissuto
nella
dura
e
immacolata
posizione
di
battaglia
di
cui
ci
spettavano
l
'
onore
ed
il
rischio
,
possiamo
considerare
con
orgoglio
la
situazione
politica
che
si
è
venuta
determinando
tra
le
popolazioni
subalpine
a
cui
più
direttamente
parliamo
.
Per
quanto
ormai
possano
dispensarcene
le
accoglienze
che
Mussolini
ha
trovato
recentemente
in
Piemonte
,
ed
i
risultati
della
sottoscrizione
del
dollaro
,
quale
noi
l
'
abbiamo
condotta
ed
animata
,
dobbiamo
rendere
giustizia
,
ancora
una
volta
,
a
questa
sana
e
possente
regione
dove
,
innegabilmente
,
pure
quando
le
apparenze
erano
scarse
si
andava
affondando
e
diffondendo
di
zolla
in
zolla
l
'
humus
rigeneratore
.
Poche
regioni
più
che
il
Piemonte
sono
ardue
ad
intendersi
,
in
certi
stati
d
'
animo
.
Esso
si
rifiuta
ai
superficiali
ed
ai
profani
.
Concede
la
sua
confidenza
soltanto
attraverso
lunga
prova
e
lunga
consuetudine
.
«
Gente
fredda
»
dicono
i
presuntuosi
.
«
Gente
seria
»
dice
con
l
'
intuizione
dei
privilegiati
Mussolini
.
L
'
opera
del
giolittismo
,
lunga
,
gelida
,
corrompitrice
;
la
disordinata
baldanza
del
sovversivismo
ubriacato
dal
coraggio
dell
'
impunità
;
i
luoghi
comuni
che
generalizzavano
episodi
particolari
:
tutto
,
in
certi
anni
,
concorse
a
determinare
,
intorno
al
Piemonte
,
un
concetto
di
maniera
,
una
specie
di
zona
franca
dell
'
egoismo
e
dell
'
indifferenza
.
L
'
innata
riservatezza
della
grande
massa
della
popolazione
,
poco
parolaia
,
punto
retorica
,
non
si
curò
troppo
di
polemizzare
in
proposito
,
ma
l
'
amarezza
dell
'
ingiustizia
non
affievolì
l
'
intimo
,
onesto
fervore
della
buona
razza
.
Diffidenze
suscitate
da
qualche
uomo
o
da
qualche
fatto
non
indussero
mai
ad
avventate
conclusioni
generali
.
Senonché
tutto
concorse
a
determinare
false
apparenze
,
così
durante
il
redentore
triennio
mussoliniano
come
già
durante
la
guerra
.
Gli
è
che
queste
false
apparenze
erano
adoperate
non
tanto
nei
giudizi
esterni
verso
il
Piemonte
,
quanto
nel
Piemonte
stesso
,
da
scaltre
minoranze
,
per
millantare
,
come
forza
propria
,
alcuni
presunti
caratteri
negativi
.
Durante
la
guerra
,
nel
fosco
1917
,
a
chi
aveva
l
'
onore
di
portare
di
trincea
in
trincea
contro
gli
austriaci
l
'
intima
religione
della
Gazzetta
del
Popolo
,
Delfino
Orsi
,
che
allora
dirigeva
questo
giornale
,
ed
era
rimasto
all
'
arduo
comando
col
suo
patriottismo
intemerato
,
così
scriveva
amaramente
:
«
Beati
voi
,
che
potete
correre
pericoli
più
onorevoli
»
.
Ma
non
per
questo
s
'
attenuava
la
sua
fede
:
ché
anzi
chiamava
a
raccolta
«
per
l
'
ultimo
sforzo
»
e
non
invano
chiamava
tutta
Torino
a
giurare
:
«
Vinceremo
»
.
E
tutta
Torino
fu
una
onda
sola
.
Il
dopo
guerra
della
viltà
ricercò
anche
qui
le
radici
di
male
piante
che
la
vittoria
aveva
travolte
;
le
ricercò
per
suggerne
i
perfidi
succhi
.
Ma
,
malgrado
il
giolittismo
ed
i
suoi
derivati
,
malgrado
la
facile
sobillazione
di
masse
inquiete
e
disorientate
,
il
Piemonte
sentì
,
come
niun
'
altra
terra
forse
,
che
occorreva
cambiare
:
e
vi
erano
segni
confortanti
come
quelli
del
liberalismo
e
del
combattentismo
novarese
.
Sentì
che
occorreva
,
sopratutto
,
un
uomo
.
E
quando
l
'
uomo
apparve
,
assai
più
vasto
negli
spiriti
che
nelle
piazze
fu
il
movimento
di
fiducia
e
di
consenso
.
Ad
ostacolarne
l
'
estrinsecazione
,
dettero
opera
i
detentori
di
posizioni
che
vacillavano
.
Ed
ogni
errore
,
anche
errore
di
parte
,
fascista
in
quella
prima
improvvisazione
di
uomini
e
di
uffici
,
fu
sfruttato
per
raffreddare
l
'
ambiente
e
scaldar
l
'
illusione
degli
assurdi
ritorni
.
Ma
a
mano
a
mano
che
le
artifiziose
sovrastrutture
si
sono
sgretolate
sotto
la
incoercibile
azione
della
realtà
,
il
Piemonte
è
diventato
tutto
un
irrompere
di
fiumi
allo
squaglio
delle
grandi
nevi
.
Ne
abbiamo
avuta
la
sensazione
precisa
,
durante
questo
triennio
giornalistico
a
cui
tanto
dovrà
attingere
la
storia
della
nuova
e
più
grande
Italia
:
la
diffidenza
cedeva
terreno
lentamente
,
tacitamente
,
ma
costantemente
;
e
s
'
afforzava
e
si
affinava
l
'
ardimento
dei
credenti
.
Ogni
giorno
a
questo
giornale
,
che
teneva
a
suo
onore
gridar
più
forte
il
verbo
della
passione
italiana
,
quanto
più
torbido
era
il
tempo
e
più
restii
gli
ascoltatori
lusingati
da
più
facili
allettamenti
,
ogni
giorno
la
rispondenza
all
'
appello
giunse
più
vibrante
e
più
franca
.
L
'
ondata
matteottiana
parve
isolarci
per
un
momento
nella
nostra
fedeltà
:
ma
sotto
lo
scomposto
chiasso
e
le
perfide
speranze
ritrovammo
poi
intatte
le
basi
del
patriottismo
e
della
rettitudine
subalpina
.
La
grande
industria
,
che
usciva
da
prove
tremende
,
ritrovava
finalmente
nelle
nuove
forme
di
vita
nazionale
le
sue
possibilità
ed
i
diritti
della
produzione
.
Le
maestranze
,
pur
non
adeguatamente
avvicinate
dagli
iniziatori
della
organizzazione
devota
alla
Patria
,
accettavano
mirabilmente
,
come
un
bene
proprio
,
anziché
come
un
sacrificio
,
la
disciplina
e
l
'
ordine
.
L
'
industria
piemontese
poteva
così
,
vittoriosamente
,
fare
il
balzo
verso
il
primo
posto
.
Crisi
locali
ritardarono
nelle
provincie
il
consolidamento
estensivo
del
fascismo
,
ma
quanto
più
questo
si
identificava
con
la
Nazione
,
tanto
più
il
Piemonte
viveva
con
spirito
fascista
,
anche
se
non
lo
diceva
.
Sapendole
volgere
allo
scopo
,
vi
sono
nel
carattere
piemontese
le
qualità
più
idonee
all
'
ordine
nuovo
:
serietà
,
lavoro
,
gerarchia
.
L
'
assimilazione
fascista
è
un
fatto
naturale
,
ritardato
,
qua
e
là
,
da
alcuni
degli
elementi
e
delle
circostanze
che
siamo
andati
accennando
.
È
bastato
qualche
mese
di
vigile
lavoro
dell
'
on
.
Gianferrari
per
volgere
a
buon
fine
tante
situazioni
locali
sfavorevoli
o
intricate
.
In
provincia
di
Alessandria
il
fascismo
ha
ripreso
tutte
le
sue
posizioni
;
il
dissidentismo
che
pure
alimentava
tante
illusioni
ostili
è
polverizzato
;
le
resistenze
di
varia
specie
sono
o
capovolte
o
mortificate
.
Da
Cuneo
le
notizie
sono
recenti
e
già
le
abbiamo
ricollegate
-
a
scanso
di
facili
svalutazioni
con
la
manifestazione
di
quella
provincia
per
l
'
interventismo
e
per
l
'
antidisfattismo
della
Gazzetta
,
nel
1919
.
Nel
Novarese
si
ricompone
finalmente
quella
magnifica
e
poderosa
solidarietà
patriottica
che
non
soffre
antagonismi
di
tessere
e
che
alla
famosa
«
provincia
rossa
»
sovrappose
la
gloria
del
tricolore
.
A
Torino
molti
valori
affiorano
,
molte
energie
si
raccordano
;
cómpiti
delicati
,
ma
attraenti
si
offrono
e
si
impongono
al
fascismo
.
L
'
on
.
Rossoni
potrà
pertanto
compiacersi
,
nell
'
attuale
suo
soggiorno
,
dei
risultati
raggiunti
ed
anche
più
delle
possibilità
imminenti
.
L
'
eco
della
trionfale
significativa
campagna
del
dollaro
è
fervida
,
insistente
,
dovunque
.
Se
il
Piemonte
,
pur
votatosi
per
primo
agli
ardimenti
della
guerra
nazionale
,
rifugge
da
inquiete
avventure
,
ben
intende
e
ben
accetta
,
nella
definizione
datane
dal
presidente
del
Consiglio
ad
un
giornale
americano
,
l
'
imperialismo
che
è
norma
di
vita
per
un
maggior
domani
,
maggiore
in
ogni
elemento
di
pensiero
e
di
azione
.
Talché
il
vecchio
giornale
,
che
tenne
fede
alle
idealità
,
anche
quando
delle
idealità
si
sorrideva
come
di
fantasticherie
,
mentre
esse
recavano
in
grembo
la
realtà
provvidenziale
;
il
vecchio
giornale
subalpino
che
non
si
distrasse
dalla
méta
durante
lo
scomposto
arrancare
post
-
matteottiano
,
ed
anche
nei
giorni
più
ardui
,
come
aveva
detto
ai
caporettisti
:
«
L
'
Italia
vincerà
»
,
aveva
soggiunto
più
tardi
:
«
Il
Piemonte
sarà
con
voi
,
on
.
Mussolini
»
,
dice
adesso
,
al
,
titano
che
spiana
i
secoli
alla
progrediente
Patria
:
«
È
con
voi
»
,
con
la
fedeltà
che
affretta
ogni
giustizia
.
StampaQuotidiana ,
Oggi
la
Nazione
dopo
sforzi
mirabili
che
attestano
la
sua
perenne
gioventù
,
offre
al
mondo
quello
spettacolo
di
volontà
di
lavoro
,
di
unità
di
spiriti
,
di
serena
sicurezza
nei
proprio
avvenire
,
che
i
nostri
grandi
sognarono
,
che
da
questa
città
e
da
questa
tribuna
venne
anche
appassionatamente
invocato
,
ma
che
soltanto
il
genio
di
un
Uomo
,
trasformando
in
realtà
organica
i
risultati
ideali
della
Vittoria
,
ha
reso
possibile
.
Or
è
un
anno
,
Benito
Mussolini
tagliava
corto
ogni
oscuro
tentativo
di
ricondurre
indietro
,
deviandolo
nei
torbidi
rigagnoli
della
partigianeria
parlamentare
,
il
corso
della
vita
nazionale
;
e
tracciava
il
programma
del
riconsolidamento
dello
Stato
italiano
,
sulle
fondamenta
che
il
Fascismo
aveva
saputo
costruire
.
Il
Paese
si
risveglio
come
da
un
incubo
,
respirò
,
riaprì
gli
occhi
alla
luce
,
la
mente
al
lavoro
e
l
'
anima
alla
speranza
.
E
ci
sembra
di
buon
augurio
che
la
nuova
direzione
della
Gazzetta
coincida
con
l
'
anniversario
del
risveglio
.
Sei
giorni
dopo
il
discorso
del
3
gennaio
,
l
'
eco
ch
'
esso
ebbe
nell
'
Italia
e
nel
mondo
aveva
già
dato
i
suoi
primi
frutti
.
Da
allora
,
il
raccolto
è
stato
prodigioso
.
Da
quel
giorno
,
l
'
era
delle
polemiche
sterili
,
dei
colpi
mancini
,
delle
insidiose
manovre
e
delle
vane
logomachie
,
è
finita
.
Compiuta
l
'
opera
di
riassestamento
dello
Stato
,
la
cui
autorità
e
la
cui
forza
,
necessarie
del
pari
a
tutti
i
cittadini
,
poggiano
finalmente
sopra
solide
basi
legislative
e
morali
,
il
Governo
nazionale
affronterà
e
porterà
a
compimento
il
programma
già
iniziato
del
riassetto
sociale
,
della
sistemazione
migliore
del
grande
e
progredito
esercito
dei
lavoratori
italiani
.
Mussolini
,
che
ha
vantato
più
volte
con
orgoglio
l
'
esser
«
figlio
di
fabbro
»
come
il
più
ambito
titolo
di
nobiltà
,
appena
sarà
liberato
dalle
preoccupazioni
dei
problemi
incorso
di
soluzione
;
appena
deposte
le
cure
del
Partito
,
affidato
ormai
in
solidissime
mani
;
fornita
l
'
opera
più
urgente
,
che
era
come
abbiamo
detto
quella
dell
'
intiera
riorganizzazione
dello
Stato
,
dedicherà
la
sua
maggiore
attenzione
di
domani
ai
suoi
fratelli
di
ieri
,
ai
suoi
figli
di
oggi
:
agli
operai
e
agli
agricoltori
.
E
noi
saremo
lieti
di
portargli
in
quest
'
altro
magnifico
cómpito
che
lo
attende
il
modesto
,
ma
forse
non
inutile
contributo
della
nostra
collaborazione
.
Il
Primo
Ministro
intende
l
'
avvenire
della
produzione
nazionale
,
non
come
un
tristo
duello
fra
due
classi
,
destinate
fatalmente
a
far
la
fine
di
Eteocle
e
Polinice
,
ma
come
una
possente
solidarietà
tra
di
esse
,
nella
cerchia
della
Patria
.
I
due
fratelli
tebani
,
invece
di
unirsi
per
il
bene
comune
e
della
città
natia
,
in
un
furore
d
'
odio
dissennato
,
si
trafissero
a
vicenda
e
caddero
entrambi
al
suolo
,
col
risultato
di
far
trionfare
gli
stranieri
ed
i
nemici
comuni
.
Non
così
vorrà
certo
decadere
il
popolo
italiano
,
che
ha
già
mostrato
di
capire
lucidamente
qual
'
è
la
via
che
lo
condurrà
alla
prosperità
economica
ed
all
'
elevamento
della
sua
cultura
e
del
suo
spirito
.
Ed
ora
,
all
'
opera
.
Che
lo
spirito
della
Grande
Regina
,
assunta
nel
cielo
della
Patria
,
ci
protegga
ed
assista
.
StampaQuotidiana ,
Il
Fascismo
entra
nel
quinto
anno
della
sua
responsabilità
statale
e
governativa
.
Quella
che
oggi
si
commemora
in
tutta
Italia
,
non
è
soltanto
una
marcia
rivoluzionaria
,
per
quanto
ardita
;
geniale
e
tatticamente
tempestica
ella
fosse
.
Oggi
si
celebra
il
trionfo
di
un
nuovo
spirito
,
di
una
nuova
mentalità
,
di
una
nuova
civiltà
.
Là
dove
era
il
disordinato
tumulto
degli
egoismi
e
dei
particolarismi
individuali
,
ecco
ristabilirsi
l
'
ordine
e
la
disciplina
..
Là
dove
imperava
il
dogma
distruttore
della
lotta
di
classe
,
ecco
subentrare
il
principio
vitale
della
collaborazione
fra
le
classi
.
Là
dove
la
concorrenza
delle
categorie
immobilizzava
ed
esautorava
lo
Stato
cioè
la
condizione
fondamentale
della
vita
e
della
libertà
di
tutti
ecco
sostituirsi
il
concetto
dell
'
armonia
degl
'
individui
inquadrati
in
un
organismo
unico
,
grande
quanto
la
Nazione
,
forte
come
un
esercito
.
La
Marcia
su
Roma
,
culminata
con
la
sfilata
delle
legioni
dinanzi
alla
Maestà
del
Re
,
in
quel
pomeriggio
del
28
ottobre
1922
che
dette
a
chi
lo
vide
la
sensazione
di
vivere
in
un
'
atmosfera
di
leggenda
,
aprì
veramente
le
porte
a
quella
che
Goethe
e
Carducci
avrebbero
chiamato
«
una
novella
istoria
»
.
Perché
non
si
limitò
ad
innalzare
alla
direzione
del
Paese
la
generazione
che
aveva
fatto
la
guerra
;
non
risolvette
soltanto
una
crisi
cronica
di
governo
;
non
operò
semplicemente
la
sostituzione
d
'
un
gabinetto
ad
un
altro
:
ma
trasformò
gl
'
italiani
,
dal
cuore
al
cervello
,
dall
'
intimo
della
coscienza
alla
visione
della
realtà
quotidiana
..
In
quel
giorno
,
veramente
nacque
,
come
da
un
battesimo
nuovo
,
l
'
italiano
,
moderno
.
Non
si
sentì
più
una
creatura
dispersa
,
miserevole
corpo
sballottato
fra
gli
appetiti
fisici
e
la
presunzione
che
avevano
di
metterlo
nel
loro
gregge
ciascuno
,
dei
capipopolo
che
si
spartivano
le
piazze
.
Non
si
sentì
più
rottame
ondeggiante
sulle
tempeste
dei
partiti
.
Ma
sentì
,
per
la
prima
volta
,
di
essere
un
elemento
:
indispensabile
della
società
in
cui
viveva
;
sentì
di
aderire
alla
terra
che
l
'
aveva
fatto
nascere
e
che
l
'
avrebbe
fatto
vivere
in
dignità
;
sentì
che
i
suoi
connazionali
non
gli
erano
avversati
,
né
estranei
;
ma
commilitoni
,
ma
fratelli
.
finalmente
si
sentì
guidato
da
un
Uomo
in
cui
poteva
riporre
,
non
solo
fiducia
,
ma
amore
;
che
aveva
svegliato
in
lui
,
non
il
torpore
del
ventre
,
ma
la
favilla
dell
'
anima
.
Quell
'
Uomo
,
figliuolo
di
fabbro
,
che
nulla
chiedeva
per
sé
,
ma
tutto
per
tutti
,
era
veramente
un
capo
,
era
,
finalmente
,
il
Capo
.
Dall
'
officina
all
'
esilio
,
dalla
trincea
all
'
ospedale
,
dal
sacrificio
di
sé
al
posto
della
suprema
responsabilità
,
fu
l
'
esempio
.
L
'
italiano
moderno
poteva
finalmente
camminare
a
sguardo
limpido
a
testa
alta
ed
a
cuore
tranquillo
sulle
vie
dell
'
avvenire
,
perché
si
sentiva
investito
di
una
missione
nel
mondo
;
aveva
nel
cuore
una
fede
e
poteva
seguire
senza
esitazioni
né
sgomento
l
'
esempio
d
'
un
condottiero
.
Se
in
questi
quattro
anni
il
Fascismo
non
avesse
fatto
altro
che
creare
l
'
italiano
nuovo
,
ciò
potrebbe
da
vero
bastare
alla
sua
gloria
.
Ma
no
.
Il
Fascismo
non
è
solo
evangelio
,
non
è
soltanto
sentimento
e
passione
;
è
anche
milizia
operante
,
è
azione
quotidiana
,
è
attività
di
governo
.
Orbene
.
Volgiamoci
indietro
e
guardiamo
ciò
che
è
stato
compiuto
,
di
lavoro
e
d
'
opere
,
in
un
periodo
di
tempo
così
breve
di
fronte
alla
continuità
della
storia
che
in
altri
tempo
sarebbe
stato
appena
sufficiente
all
'
altalena
di
dieci
mutamenti
ministeriali
,
senz
'
altro
costrutto
che
quello
di
veder
rifare
da
ciascun
Gabinetto
i
progetti
lasciati
a
mezzo
dai
predecessori
.
I
nemici
del
Fascismo
,
all
'
indomani
della
sua
ascesa
al
potere
,
dissero
,
fra
preoccupati
e
scettici
:
«
Vedremo
come
il
Governo
della
rivoluzione
riuscirà
a
mettere
a
posto
i
gregarii
e
gli
squadristi
»
.
Ebbene
,
ecco
l
'
inquadramento
della
milizia
,
rapidamente
e
magnificamente
compiuto
fino
al
giuramento
al
Sovrano
.
Dissero
allora
i
farisei
:
«
Oh
,
non
basta
.
Vedremo
come
sarà
risolto
il
problema
della
milizia
e
dell
'
esercito
»
.
Ed
ecco
:
là
dove
gli
avversari
speravano
in
un
dualismo
che
avrebbe
spezzate
le
forze
fondamentali
del
Paese
,
sorgere
una
costruzione
ferrea
di
difesa
nazionale
da
destare
l
'
invidia
degli
Stati
di
Europa
.
Assicurata
la
tranquillità
all
'
interno
e
rassicurato
l
'
estero
dei
suoi
pregiudizii
,
ecco
incominciare
l
'
opera
veramente
poderosa
e
gigantesca
della
nuova
legislazione
.
Mussolini
,
discendente
da
una
stirpe
di
lavoratori
,
operaio
egli
pure
,
non
poteva
non
consacrare
alle
masse
le
sue
prime
cure
,
la
sua
maggiore
attenzione
.
Ed
ecco
la
riorganizzazione
di
tutte
le
forze
produttive
nazionali
in
un
grande
inquadramento
sindacale
,
non
più
alla
mercé
di
capoccia
interessati
od
incompetenti
,
ma
disciplinato
in
un
funzionamento
geniale
,
di
cui
,
egli
stesso
,
il
Capo
del
Governo
,
è
alla
testa
,
e
i
cui
eventuali
contrasti
sono
sicuri
di
trovare
la
più
equa
soluzione
nell
'
interesse
comune
.
Tutti
i
problemi
del
dopoguerra
lasciati
insoluti
,
anzi
aggravati
ed
incancreniti
,
da
quattro
anni
di
sgoverno
,
messi
a
posto
,
non
senza
fatica
,
ma
con
rapidità
sorprendente
.
Le
bardature
belliche
,
soppresse
.
L
'
abisso
pauroso
del
deficit
dell
'
erario
,
colmato
;
anzi
,
sostituito
da
un
avanzo
crescente
,
che
apre
al
credito
dell
'
Italia
possibilità
insperate
nell
'
economia
mondiale
.
I
servizi
pubblici
trovati
in
sfacelo
e
con
passività
fallimentari
riordinati
,
rinnovati
e
ricostituiti
finanziariamente
in
modo
da
essere
redditizii
,
pur
triplicando
la
loro
efficienza
tecnica
e
pratica
.
Lo
sbilancio
fra
le
importazioni
e
le
esportazioni
,
frenato
e
diminuito
.
La
sudditanza
passiva
dell
'
Italia
alla
tirannia
dei
fornitori
stranieri
,
mitigata
da
accordi
dignitosi
;
poi
sostituita
da
intese
verso
nuovi
orizzonti
,
se
non
di
assoluta
libertà
(
pur
troppo
,
gli
ostacoli
della
natura
non
sono
interamente
sopprimibili
dagli
uomini
)
,
almeno
di
sopportabilità
.
La
produzione
interna
del
grano
avviata
verso
una
méta
miracolosa
:
quella
di
far
bastare
l
'
Italia
ai
bisogni
dei
proprii
figli
.
La
nostra
schiavitù
in
materia
di
combustibili
fossili
sensibilmente
diminuita
con
un
'
accorta
politica
idroelettrica
.
Oggi
,
da
Modane
a
Livorno
,
i
treni
mediterranei
non
consumano
più
un
chilo
di
carbon
fossile
.
E
le
nostre
maggiori
industrie
sono
attivate
con
l
'
energia
delle
cascate
montane
.
La
disoccupazione
,
terribile
male
sociale
che
prostra
potenze
ben
più
ricche
della
nostra
come
l
'
Inghilterra
,
resa
quasi
trascurabile
da
noi
,
quantunque
i
Paesi
d
'
emigrazione
abbiano
chiuse
le
porte
alla
nostra
esuberanza
demografica
.
Le
braccia
dei
connazionali
che
non
troverebbero
adeguato
impiego
nelle
industrie
,
eccole
riavviate
all
'
agricoltura
l
'
infallibile
donatrice
della
prosperità
futura
,
ricondotta
dal
Capo
del
Governo
alla
sua
dignità
romana
,
o
verso
opere
pubbliche
non
indegne
del
ricordo
imperiale
.
Il
caro
vita
,
l
'
altro
flagello
cui
nessun
popolo
del
mondo
ha
potuto
sottrarsi
,
destinato
in
un
tempo
più
o
meno
breve
(
ciò
dipenderà
dal
grado
di
sobrietà
e
di
resistenza
del
nostro
magnifico
popolo
)
a
diminuire
in
proporzione
notevolissima
il
suo
peso
schiacciante
,
grazie
all
'
opera
lenta
,
ma
gradualmente
sicura
,
della
rivalutazione
della
lira
.
Il
risparmio
,
che
la
inflazione
aveva
allontanato
dalle
abitudini
dei
popoli
a
moneta
svalutata
,
ricondotto
alle
sue
tradizioni
nostrane
,
col
ritorno
della
fiducia
pubblica
nella
potenza
d
'
acquisto
della
moneta
nazionale
.
Il
problema
dei
nostri
debiti
all
'
estero
,
che
avrebbe
impedito
per
decenni
il
risanamento
economico
e
finanziario
del
Paese
,
risolto
in
modo
soddisfacente
.
Il
credito
estero
,
sopra
tutto
americano
,
riassicurato
all
'
Italia
,
dopo
un
quinquennio
di
latitanza
e
di
diffidenza
.
La
Marina
ricostituita
in
modo
superbo
;
tanto
quella
per
la
difesa
della
Patria
quanto
quella
del
commercio
e
dei
trasporti
di
viaggiatori
.
Anzi
,
in
questi
pochi
anni
l
'
Italia
s
'
è
arricchita
dei
più
belli
e
rapidi
transatlantici
del
mondo
;
fonte
d
'
oro
per
il
Paese
,
poiché
,
com
'
é
noto
,
i
noli
sono
pagati
in
oro
.
Le
colonie
mediterranee
,
che
la
guerra
ci
aveva
fatte
perdere
,
non
solo
riconquistate
,
ma
pacificamente
riorganizzate
in
modo
da
poter
bastare
a
se
stesse
e
cominciare
a
dar
contributi
alla
vita
metropolitana
.
Le
colonie
eritree
e
somale
valorizzate
in
modo
promettentissimo
,
senza
contare
il
recente
e
rilevante
loro
estendimento
territoriale
.
La
pace
adriatica
divenuta
,
non
una
ironica
espressione
diplomatica
,
ma
una
realtà
della
politica
europea
.
I
rapporti
con
gli
Stati
principali
d
'
Europa
impiantati
sulla
base
della
dignità
,
della
parità
,
del
prestigio
nazionali
,
oltre
che
orientati
ad
un
utile
scambievole
con
trattati
di
amicizia
e
di
commercio
che
i
Governi
cosidetti
democratici
ed
ispirati
a
tenerezze
internazionali
,
non
seppero
mai
attuare
in
modo
concreto
e
duraturo
.
E
non
entriamo
nel
campo
religioso
,
né
in
quello
dell
'
istruzione
,
né
in
quello
dell
'
arte
e
dell
'
artigianato
,
né
in
quello
della
cultura
,
né
in
quello
del
riordinamento
della
giustizia
,
né
in
quello
delle
Amministrazioni
pubbliche
,
poiché
solo
per
riassumere
l
'
attività
del
Governo
fascista
e
del
Fascismo
in
tali
dominii
occorrerebbe
un
volume
.
Concludiamo
col
ricordare
le
imprese
dell
'
ardimento
umano
cui
lo
spirito
fascista
ha
saputo
dare
impulso
,
incitamento
,
vittoria
.
Sono
il
segno
,
non
solo
di
un
Paese
dove
la
giovinezza
è
fremente
d
'
attività
,
di
lavoro
,
di
intelligenza
,
di
possibilità
;
ma
sono
la
pietra
di
paragone
del
metallo
«
uomo
»
che
la
gran
fiamma
del
Fascismo
ha
saputo
temprare
per
le
battaglie
future
.
De
Pinedo
,
Nobile
,
la
falange
di
coloro
che
s
'
apprestano
a
misurarsi
nei
formidabili
cimenti
internazionali
con
quanto
di
meglio
abbia
prodotto
il
mondo
,
non
sono
nomi
di
risultati
acquisiti
.
Sono
punti
di
partenza
.
Rappresentano
,
non
le
conclusioni
di
un
passato
,
ma
le
origini
del
nostro
immancabile
divenire
.
Questo
ha
fatto
il
Regime
,
in
quattro
anni
.
Ricordiamolo
,
in
una
ricorrenza
che
permette
di
volgere
per
un
istante
gli
occhi
indietro
,
e
considerare
il
cammino
percorso
.
Domani
,
non
lo
potremmo
più
.
Perché
il
Duce
non
ama
l
'
ombra
degli
allori
,
né
le
contemplazioni
del
paesaggio
lasciato
dietro
spalle
.
Il
Duce
ha
insegnato
agli
italiani
a
guardare
dritto
innanzi
a
loro
.
Egli
non
comanda
l
'
alt
.
Dice
:
«
Avanti
»
.
StampaQuotidiana ,
Entrando
il
Regime
nel
suo
sesto
annuale
,
la
«
Gazzetta
del
Popolo
»
saluta
il
proprio
ottantesimo
anno
di
vita
.
Il
rilievo
di
questa
coincidenza
non
sembri
immodesto
ai
cittadini
di
Torino
,
ai
lettori
,
agli
amici
,
ai
commilitoni
di
tutto
il
Piemonte
.
Se
è
oggi
per
noi
motivo
di
fierezza
e
di
orgoglio
,
ne
sentiamo
anche
il
peso
dell
'
accresciuta
responsabilità
;
ne
comprendiamo
il
più
rigido
dovere
.
Se
è
ai
nostri
occhi
un
titolo
di
nobiltà
,
è
anche
un
impegno
d
'
onore
di
fronte
alla
Nazione
.
Questo
ottantennio
di
gloria
richiede
al
nostro
lavoro
più
lavoro
;
esige
dalla
severità
della
nostra
coscienza
maggiore
severità
.
Ha
diritto
di
ordinare
al
nostro
tradizionale
patriottismo
un
di
più
di
sacrifici
.
Per
questo
,
e
non
per
vanità
esibizionistiche
,
accomuniamo
le
due
ricorrenze
in
una
stessa
parola
:
Fascismo
.
Abbiamo
il
28
ottobre
riassunto
,
sia
pure
nei
limiti
troppo
brevi
consentiti
ad
un
quotidiano
,
la
mole
immensa
di
riforme
e
di
opere
condotta
a
termine
,
con
un
crescendo
miracoloso
di
volontà
e
di
ardimenti
,
di
genialità
e
di
pazienza
,
di
fede
e
di
sforzi
,
dal
Governo
fascista
e
dal
popolo
italiano
,
sotto
la
direzione
l
'
esempio
la
guida
di
Benito
Mussolini
.
Oggi
che
il
Duce
dà
alla
Nazione
la
parola
d
'
ordine
per
il
sicuro
domani
:
DURARE
,
non
è
possibile
che
noi
dimentichiamo
quanto
il
Capo
stesso
aggiunge
per
chiodare
nella
nostra
testa
e
nell
'
anima
nostra
la
ferrea
bellezza
dell
'
austero
comandamento
:
«
Come
per
il
passato
,
durare
è
il
motto
dell
'
avvenire
.
Durare
con
disciplina
perfetta
,
con
dedizione
assoluta
.
Perfezionare
gli
strumenti
della
Rivoluzione
,
moltiplicarne
le
nostre
forze
,
temprare
gli
spiriti
per
tutte
le
battaglie
»
.
Come
per
il
passato
.
Soli
in
Italia
,
gli
uomini
che
per
80
anni
ebbero
l
'
onore
di
dirigere
questo
vecchio
e
sempre
rinnovantesi
giornale
subalpino
,
trasmettendosi
il
sacro
retaggio
come
nelle
lampadoforie
elleniche
i
portatori
di
fiaccole
si
passavano
in
corsa
l
'
un
l
'
altro
le
fiamme
da
tenere
perennemente
accese
,
tutti
,
i
morti
ed
i
vivi
,
gli
illustri
e
gli
oscuri
,
possono
oggi
presentarsi
in
serena
coscienza
dinanzi
al
Ricostruttore
dell
'
Italia
nuova
e
dirgli
:
«
Duce
,
tenemmo
fede
al
tuo
comandamento
»
.
E
possono
ricordargli
:
«
La
volontà
rettilinea
che
dal
1848
al
sesto
annuale
del
Fascismo
impresse
a
questo
strumento
d
'
idee
e
di
battaglia
una
continuità
d
'
azione
che
non
ha
forse
riscontro
in
altri
organismi
viventi
della
Penisola
,
ci
sia
presso
di
te
arra
e
garanzia
,
malleveria
e
testimonianza
che
dureremo
in
avvenire
come
durammo
in
passato
,
superando
tutte
le
tempeste
,
compresa
la
momentanea
sconfitta
,
resistendo
a
tutte
le
lusinghe
,
comprese
quelle
della
popolarità
.
«
Dall
'
indomani
di
Novara
all
'
indomani
di
Lissa
,
da
qui
partì
,
prima
che
ancora
nascessi
alle
fortune
d
'
Italia
,
la
tua
grande
parola
:
«
Durare
»
.
Dalla
triste
primavera
di
Adua
all
'
ottobre
di
Caporetto
,
primavera
anch
'
esso
della
riscossa
della
Patria
da
qui
venne
lanciato
il
tuo
grido
di
moltiplicare
le
forze
e
preparar
gli
spiriti
a
tutte
le
battaglie
.
«
E
quando
il
Paese
si
smarrì
,
dimentico
della
Vittoria
,
dietro
gli
stracci
rossi
d
'
avvelenate
illusioni
straniere
,
da
qui
mosse
la
voce
che
sembrò
a
molti
quella
del
deserto
:
Dio
salvi
l
'
Italia
.
E
fummo
esauditi
con
la
miracolosa
rapidità
delle
preghiere
giuste
,
delle
invocazioni
fidenti
,
della
speranza
certa
.
Il
Destino
già
ti
aveva
inviato
fra
noi
.
«
E
quando
l
'
Adriatico
parve
perduto
ed
i
frutti
stessi
della
Vittoria
compromessi
,
mentre
un
pugno
d
'
uomini
guidati
da
un
poeta
soldato
osava
contrastare
la
volontà
del
mondo
,
da
qui
gli
vennero
l
'
aiuto
e
la
solidarietà
che
fin
d
'
allora
tu
indicasti
necessari
.
«
E
quando
la
struttura
stessa
della
Nazione
scricchiolò
nelle
sue
vertebre
annunziando
imminente
il
disordinato
immeritato
sfacelo
di
un
popolo
che
aveva
fatto
volger
le
spalle
ad
uno
degli
eserciti
più
potenti
d
'
Europa
;
e
tu
convocavi
a
Napoli
l
'
adunata
degli
uomini
nuovi
capaci
di
risuscitare
dal
crollo
e
dai
pantani
l
'
immagine
giovanile
dell
'
Italia
e
il
volto
eterno
di
Roma
,
da
qui
parti
l
'
invocazione
che
scosse
il
Piemonte
da
Superga
a
Santena
:
«
Mussolini
»
.
Il
30
ottobre
1922
Benito
Mussolini
,
già
designato
dal
Re
Primo
Ministro
,
giungeva
a
Roma
,
entrava
al
Quirinale
in
camicia
nera
e
portava
al
Sovrano
la
devozione
dell
'
Italia
di
Vittorio
Veneto
.
Sia
consentito
a
questo
ottuagenario
giornale
subalpino
,
nell
'
anniversario
dell
'
evento
memorabile
,
ripetere
al
Duce
la
parola
dell
'
intatta
fedeltà
piemontese
;
sia
concesso
di
rievocare
ora
la
continuità
della
sua
missione
non
mai
interrotta
:
quella
di
saper
ridestare
,
nei
momenti
decisivi
per
la
vita
del
Paese
,
le
tradizioni
del
tempo
eroico
delle
sue
origini
,
.
«
ricongiungendo
com
'
ebbe
a
scrivere
Giovanni
Gentile
nella
sua
propria
storia
la
fine
col
principio
del
Risorgimento
italiano
»
.
È
la
vecchia
bandiera
dei
nostri
patrioti
che
sanno
donare
e
tacere
.
La
sua
espressione
dichiarò
all
'
indomani
della
Marcia
su
Roma
il
quadrumviro
di
questa
terra
è
sempre
un
atto
di
pura
fede
.
«
I
Piemontesi
l
'
amano
come
i
loro
monti
,
come
i
loro
fiumi
,
come
le
loro
vecchie
case
»
.
Possiamo
dunque
levare
con
mano
non
indegna
e
con
serena
coscienza
la
gloriosa
bandiera
,
in
mezzo
alla
selva
dei
gagliardetti
e
dire
alle
prodi
Camicie
nere
che
per
giovinezza
lo
ignorano
:
all
'
indomani
di
Novara
,
Bottero
,
mentre
da
queste
colonne
incitava
fascisticamente
gl
'
italiani
ad
armarsi
per
la
riscossa
contro
i
vili
di
dentro
ed
i
nemici
di
fuori
,
inseriva
nel
rettangolo
bianco
del
tricolore
il
Fascio
littorio
.
Ecco
perché
,
compiendosi
il
quinquennio
del
Regime
,
siamo
lieti
e
fieri
di
sentirci
un
ponte
di
passaggio
,
un
anello
di
concatenazione
,
un
punto
di
congiungimento
fra
il
passato
e
l
'
avvenire
.
Ogni
qualvolta
l
'
Italia
ha
chiamato
,
qui
si
è
risposto
:
«
presente
»
.
Il
Duce
squillante
voce
della
Patria
comanda
un
più
energico
:
«
A
noi
»
.
Come
da
otto
decennii
ce
ne
hanno
dato
l
'
esempio
gli
artefici
della
prima
rivoluzione
italiana
,
fondatori
di
questa
nostra
casa
;
come
hanno
fatto
sempre
i
loro
continuatori
con
fedeltà
di
giuramento
non
mai
ritrattata
né
smentita
,
al
nuovo
comando
di
durare
,
ripetiamo
:
Presenti
!
StampaPeriodica ,
Ecco
il
bel
regalo
che
ci
fanno
i
tiranni
di
Roma
:
i
più
iniqui
e
scellerati
uomini
che
si
conoscano
,
i
briganti
;
ecco
i
bei
difensori
di
Bombino
e
del
governo
de
preti
:
gli
avanzi
delle
galere
,
gli
assassini
,
i
nemici
dell
uomo
.
Già
gente
poco
di
buono
non
può
far
razza
che
con
brutti
soggetti
;
e
quando
una
causa
è
affidata
a
questa
canaglia
dite
pure
che
è
bell
e
ita
e
che
non
c
è
medico
che
la
guarisca
né
benedizione
che
la
salvi
.
Vi
pare
questa
una
bella
carità
,
per
sfogar
la
rabbia
contro
i
liberali
,
armare
quella
razzumaglia
perché
ammazzi
donne
,
fanciulli
,
vecchi
;
bruci
e
devasti
le
campagne
e
le
case
senza
riguardo
e
senza
misericordia
?
Ecco
qui
,
non
sentiamo
dire
che
stragi
,
che
spedizioni
di
briganti
,
e
tutto
si
prepara
e
si
ordina
a
Roma
,
e
tutto
si
paga
col
danaro
dei
minchioni
raccolto
dai
preti
colla
scusa
delle
offerte
al
Papa
per
il
trionfo
della
religione
.
Che
i
briganti
sono
tanti
missionari
che
vanno
a
predicare
il
Vangelo
che
si
dicono
i
campioni
della
Chiesa
?
Oh
!
è
una
bella
missione
quella
di
ammazzare
il
prossimo
suo
come
si
scannano
le
bestie
:
degna
proprio
di
esser
lodata
e
favorita
da
quelli
che
si
chiamano
ministri
di
Dio
.
E
poi
,
vedete
la
contradizione
,
a
far
trionfare
la
religione
di
Cristo
ci
si
mandano
dei
luterani
,
dei
calvinisti
,
e
degli
eretici
,
insomma
i
nemici
di
nostra
religione
.
Serva
questo
di
esempio
.
Sappiamo
tutti
quanto
soffrono
dall
Imperatore
della
Russia
i
poveri
Polacchi
,
che
pure
sono
cattolici
,
e
quanti
sono
trucidati
perfino
nelle
chiese
,
eppure
il
Papa
prima
di
sostenere
le
parti
dei
Polacchi
,
come
padre
di
tutti
i
cristiani
,
si
è
messo
d
accordo
coll
Imperatore
Alessandro
e
gli
ha
concesso
quanto
ha
voluto
;
ha
permesso
che
il
Vescovo
di
Varsavia
,
quell
ottimo
sacerdote
e
quel
buon
cittadino
fosse
,
per
grazia
speciale
,
condannato
a
un
anno
di
carcere
in
una
fortezza
,
e
che
tanti
e
tanti
altri
patriottici
sacerdoti
fossero
incatenati
,
senza
procurarne
la
liberazione
,
senza
maledire
all
ingiusto
e
tirannico
sovrano
,
per
timore
che
questi
non
si
faccia
amico
all
Italia
,
e
non
riconosca
il
nostro
Regno
;
mentre
scomunica
il
nostro
Re
,
e
tutti
i
liberali
i
quali
non
hanno
neppure
torto
un
capello
a
questa
buona
lana
di
preti
che
generalmente
abbiamo
noi
.
Ma
non
lo
intenderebbe
un
negro
che
uscisse
ora
da
una
foresta
e
che
non
avesse
conosciuto
mai
gli
uomini
,
che
qui
non
si
tratta
che
di
ingiusta
persecuzione
,
e
che
tutt
altro
si
vuole
che
il
trionfo
della
religione
quando
per
un
interesse
terreno
è
la
prima
a
sacrificarsi
?
Ecco
qui
:
là
per
conservarsi
un
amico
scismatico
,
un
tiranno
,
permette
si
uccidano
e
si
maltrattino
i
cristiani
,
qua
per
l
amicizia
di
un
altro
tirannello
che
ha
perduto
il
trono
e
per
sfogo
di
rabbia
contro
chi
è
stato
eletto
dai
sudditi
a
suo
legittimo
principe
,
e
che
egli
dice
avergli
usurpato
le
Romagne
,
le
Marche
e
l
Umbria
manda
i
briganti
ad
ammazzare
gl
innocenti
cristiani
.
Ma
non
si
contentano
di
questo
i
preti
:
le
tentano
e
le
fanno
di
tutte
.
Se
in
una
famiglia
v
è
un
giovanotto
che
è
chiamato
dal
dovere
di
cittadino
a
difendere
la
patria
,
lo
istigano
a
non
presentarsi
e
piuttosto
gli
forniscono
i
danari
perché
vada
a
servizio
dell
Austria
.
Incitano
i
soldati
a
disertare
procurando
loro
modo
,
vesti
,
danaro
,
suggerendo
la
via
perché
abbandonino
il
loro
posto
con
più
facilità
;
e
spesso
accade
che
questi
poveri
disgraziati
siano
arrestati
e
subiscano
gravi
punizioni
per
gli
inganni
di
loro
.
Quanti
dei
disertori
e
dei
refrattari
non
che
degli
stessi
briganti
,
arrestati
,
non
hanno
confessato
di
essere
stati
rovinati
e
ingannati
dai
preti
;
e
quanti
non
hanno
maledetto
a
questi
vili
insinuatori
,
e
perfidi
ministri
dell
Austria
.
Quel
famoso
brigante
Josè
Bories
prima
di
esser
fucilato
che
non
disse
contro
i
preti
?
E
quanti
e
quanti
altri
mai
saranno
morti
col
pentimento
di
aver
dato
retta
a
chi
li
spinge
sul
precipizio
.
Eppure
gli
esempi
non
bastano
,
e
da
per
tutto
di
quando
in
quando
si
ripetono
i
medesimi
fatti
:
da
per
tutto
vi
sono
dei
mostri
d
ignoranza
e
maligni
insinuatori
che
aiutano
e
tengono
di
mano
a
dette
diserzioni
.
Ma
bisognerebbe
che
la
pena
fosse
raddoppiata
per
chi
n
è
cagione
;
bisognerebbe
dar
qualche
bell
esempio
.
I
fatti
non
mancano
,
e
non
mancano
le
prove
,
non
ci
manca
altro
che
metter
mano
alle
punizioni
,
e
Dio
voglia
sia
presto
perché
cessino
una
volta
questi
maneggi
e
questi
rigori
.
Se
io
non
avessi
conosciuto
i
pregiudizi
di
molte
donnicciuole
e
specialmente
di
quelle
che
bazzicano
troppo
conventi
e
sagrestie
,
e
si
lasciano
portar
pel
naso
dalle
sottane
bigie
e
nere
,
avrei
dubitato
a
credere
quel
che
adesso
vi
voglio
riportare
e
che
ho
letto
in
un
giornale
napoletano
.
Con
me
certo
dubiteranno
quelli
che
ridono
sulle
matte
superstizioni
degli
ignoranti
ma
scommetto
che
non
parrà
più
strano
se
pongano
mente
al
dominio
che
i
preti
hanno
avuto
sempre
nell
ex
-
Regno
di
Napoli
sotto
i
Borboni
,
e
all
ignoranze
e
alla
superstizione
che
a
loro
profitto
preti
e
frati
vogliono
diffondere
per
ingannare
la
povera
gente
e
ingrassarsi
a
loro
spese
.
Il
fatto
che
io
vi
voglio
far
conoscere
è
intitolato
il
porco
di
S
.
Antonio
nelle
provincie
meridionali
:
sentite
ora
come
viene
raccontato
da
un
giornale
di
quei
luoghi
.
Non
so
se
sappiate
che
cosa
è
non
solo
in
Salerno
,
ma
in
quasi
tutti
i
paesi
del
napoletano
,
il
Porco
di
Sant
Antonio
.
Esso
è
una
creatura
privilegiata
,
accarezzata
,
lavata
con
acqua
fresca
,
se
fa
caldo
,
coperta
di
lana
,
se
fa
freddo
,
col
diritto
di
entrare
in
tutte
le
botteghe
dei
fornai
,
fruttivendoli
,
bottegai
,
ecc
.
ecc
.
,
e
servirsi
o
farsi
servire
gratis
di
un
buon
boccone
,
a
seconda
della
sua
ingordigia
,
ed
anche
di
mordere
se
uno
si
rifiuta
.
Guai
poi
,
se
passando
per
la
strada
,
qualcuno
lo
calpesta
o
lo
bistratta
!
Cento
furie
pettegole
e
bigotte
saltano
su
,
con
ragazzi
pezzenti
,
e
se
loro
non
impone
,
o
da
esse
non
si
sottragga
,
lo
fanno
a
pezzi
,
o
quanto
meno
lo
trattano
da
eretico
e
da
scomunicato
per
aver
toccato
con
poco
rispetto
quella
creatura
benedetta
,
che
dopo
morte
è
già
votata
alla
canonizzazione
.
Figuratevi
un
porco
a
cui
furono
tagliate
le
orecchie
a
guisa
di
un
bulldog
e
la
coda
netta
netta
,
ingrassato
a
dismisura
dalle
pagnotte
,
da
carote
,
pomi
,
ecc
.
,
ecc
.
,
che
gli
offrono
i
fedeli
,
e
che
giorno
e
notte
,
senza
domicilio
alcuno
,
va
girovagando
per
la
città
.
Figuratevi
una
bigotta
che
gli
passa
vicino
,
rispettosamente
lo
tocca
sullo
schifoso
groppone
colla
destra
e
quindi
bacia
ancor
più
rispettosamente
la
parte
che
toccò
il
venerato
maiale
,
susseguendo
l
atto
con
un
compunto
segno
di
croce
.
Non
mi
creda
chi
non
vuol
credere
,
ma
ciò
che
io
dico
è
scrupolosamente
storico
.
Ebbene
,
questo
maiale
è
dei
Frati
di
Sant
Antonio
;
e
corre
voce
che
se
qualcuno
lo
rubasse
,
la
sua
casa
sarebbe
infallantemente
arsa
dal
fuoco
del
cielo
,
ed
è
talmente
questa
cosa
creduta
,
che
fra
tanti
ladri
non
si
diede
mai
l
esempio
di
un
simile
atto
che
una
volta
sola
,
e
quella
volta
il
ladro
ebbe
arsa
la
casa
e
tutti
i
suoi
averi
:
così
la
tradizione
.
I
frati
lo
rinnovano
tutti
gli
anni
,
e
quando
dal
pubblico
è
ben
pasciuto
e
grasso
,
dopo
averlo
coperto
di
nastri
,
lo
portano
,
ossia
lo
conducono
in
processione
in
uno
alla
statua
del
suo
Santo
protettore
,
terminata
la
quale
bellamente
si
uccide
,
mentre
le
pinzocchere
recitano
il
rosario
e
seguitano
così
la
formazione
della
benedetta
salciccia
.
Il
giorno
dopo
si
distribuiscono
a
pezzetti
le
scarnate
ossa
al
popolo
credenzone
,
che
le
appende
sopra
il
letto
,
per
tenersi
lontani
da
cattivi
sogni
,
in
un
coi
corni
,
il
ferro
da
cavallo
,
e
l
ulivo
benedetto
,
tutti
famosi
preservativi
contro
la
iettatura
,
ecc
.
,
ecc
.
Né
si
creda
che
solo
il
basso
popolo
abbia
fede
in
ciò
;
ma
quando
dico
popolo
,
intendo
tutti
,
signori
,
dame
e
damine
;
meno
noi
che
ci
ridiamo
dei
pregiudizi
loro
.
ProsaGiuridica ,
Il
Ministro
delle
Finanze
Visti
gli
articoli
16
e
17
dello
Statuto
e
regolamento
dell
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
,
approvato
con
Decreto
legislativo
in
data
31
marzo
1944-XXII
,
n
.
109;
Ritenuta
la
necessità
urgente
ed
assoluta
in
relazione
all
'
attuale
situazione
di
consentire
un
adeguato
trattamento
tributario
a
favore
di
tutti
i
beni
del
predetto
Ente
,
tanto
se
da
esso
gestiti
,
quanto
se
attribuitigli
in
proprietà
Visto
l
'
art
.
2
-
terzo
comma
-
del
citato
decreto
legislativo
;
Decreta
:
Art
.
1
.
Il
3°
comma
dell
'
art
.
16
dello
Statuto
dell
'
Ente
di
gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
,
approvato
con
Decreto
legislativo
del
Duce
31
marzo
1944-XXII
,
n
.
109
,
pubblicato
nella
Gazzetta
Ufficiale
numero
81
del
6
aprile
1944-XXII
,
è
modificato
come
appresso
:
«
Le
imposte
di
registro
per
gli
atti
di
alienazione
dei
beni
attribuiti
in
proprietà
o
in
gestione
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
sono
ridotte
come
segue
:
a
)
all
'
aliquota
fissa
dell'1,50%
fino
al
valore
di
L
.
5.000;
b
)
all
'
aliquota
del
10%
oltre
il
valore
di
L
.
5.000
La
imposta
di
trascrizione
,
i
diritti
catastali
e
gli
onorari
notarili
di
alienazione
dei
beni
attribuiti
in
proprietà
o
in
gestione
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
sono
ridotti
alla
metà
dell
'
ordinario
ammontare
quando
non
trovino
applicazione
disposizioni
più
favorevoli
.
»
Art
.
2
.
Le
disposizioni
del
presente
decreto
si
applicano
anche
agli
atti
in
forma
pubblica
ed
alle
scritture
private
rispettivamente
stipulate
o
registrate
dopo
il
5
aprile
1944-XII
.
Il
presente
decreto
che
sarà
pubblicato
nella
Gazzetta
Ufficiale
d
'
Italia
,
previa
registrazione
alla
Corte
dei
Conti
,
verrà
inserto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
nella
Raccolta
Ufficiale
delle
Leggi
e
dei
Decreti
ed
entrerà
in
vigore
,
salvo
il
disposto
dell
'
art
.
1
,
il
giorno
successivo
a
quello
della
sua
pubblicazione
.
Dalla
Sede
del
Governo
,
addì
15
settembre
1944-XXII
Il
Ministro
delle
Finanze
:
Pellegrino
StampaQuotidiana ,
Il
direttore
dell
'
Avanti
,
Benito
Mussolini
,
ha
chiesto
la
convocazione
della
direzione
del
partito
socialista
per
discutere
su
questo
ordine
del
giorno
:
Atteggiamento
dell
'
Avanti
!
e
situazione
nazionale
.
La
richiesta
del
prof
.
Mussolini
,
contrariamente
a
quanto
è
stato
affermato
,
è
precedente
alle
polemiche
di
questi
giorni
circa
il
pensiero
intimo
del
direttore
dell
'
Avanti
!
su
una
eventuale
guerra
dell
'
Italia
contro
l
'
Austria
.
La
direzione
del
partito
socialista
si
riunirà
oggi
e
domani
domenica
a
Bologna
.
Alcuni
credono
che
il
prof
.
Mussolini
abbia
richiesto
la
convocazione
della
direzione
del
partito
per
le
accuse
che
gli
sono
state
recentemente
rivolte
.
StampaQuotidiana ,
Il
Prometeo
,
giornale
dei
leninisti
di
sinistra
da
non
confondersi
con
quelli
di
destra
e
meno
ancora
con
quelli
del
centro
,
nel
suo
numero
dell'11
novembre
in
1a
pagina
4a
colonna
accusa
i
«
centristi
»
di
avere
voluto
festeggiare
l
'
anniversario
della
rivoluzione
russa
,
espellendo
dal
partito
comunista
tre
assi
del
comunismo
e
cioè
Fortichiari
,
Damen
,
Repossi
.
Abbiamo
già
dato
notizia
di
questo
evento
.
Per
dare
un
'
idea
dello
stato
d
'
animo
degli
scrittori
di
Prometeo
basti
dire
che
il
numero
in
questione
reca
a
caratteri
di
scatola
,
in
prima
pagina
,
il
titolo
seguente
:
«
Il
proletariato
spagnuolo
commemora
,
col
suo
sangue
,
l
'
ottobre
rosso
,
mentre
la
Russia
s
'
ingrana
nel
covo
dei
briganti
...
»
.
Il
giornale
,
nel
corsivo
dedicato
alla
espulsione
dei
tre
gentiluomini
di
cui
sopra
,
arriva
a
scrivere
che
i
reazionari
repubblicani
di
Spagna
,
autori
delle
repressioni
di
Oviedo
,
hanno
potuto
farlo
perché
«
esiste
una
garanzia
sicura
ed
infrangibile
;
il
centrismo
è
là
e
getta
,
negl
'
interessi
della
controrivoluzione
,
il
peso
formidabile
di
uno
Stato
che
controlla
il
sesto
del
mondo
.
Ma
le
vittorie
di
oggi
preparano
le
battaglie
di
domani
,
ed
al
fuoco
delle
future
battaglie
rivoluzionarie
il
proletariato
saprà
sbarazzarsi
di
tutti
i
suoi
nemici
,
fra
i
quali
prendono
posto
di
prima
fila
i
centristi
che
devono
persino
cancellare
i
nomi
di
quelli
che
fondarono
il
partito
,
e
che
il
fascismo
ha
potuto
immobilizzare
,
ma
che
non
è
riuscito
a
piegare
ad
accettare
la
politica
centrista
che
ha
condotto
alla
catastrofe
della
rivoluzione
mondiale
»
.
Stalin
,
dittatore
perpetuo
di
tutte
le
Russie
bolsceviche
,
è
dunque
avvertito
.
Stia
in
guardia
.
Ci
sono
dei
comunisti
che
lo
considerano
il
più
ignobile
dei
traditori
e
vogliono
fare
una
rivoluzione
per
sbalzarlo
di
seggio
.
Vero
è
che
tra
il
dire
e
il
fare
c
'
è
di
mezzo
il
mare
e
nel
caso
in
questione
la
G
.
Pe
.
U
.
,
che
non
ha
mai
scherzato
,
come
Trotzki
e
i
trotzkisti
sanno
per
loro
personale
esperienza
.
StampaQuotidiana ,
(
Trieste
,
16
gennaio
1915
)
.
La
notizia
della
terribile
sciagura
abbattutasi
sul
Lazio
e
sull
'
Abruzzo
ha
destato
qui
profondo
sgomento
.
La
popolazione
triestina
,
nonostante
le
gravi
sventure
che
l
'
hanno
duramente
colpita
in
questi
ultimi
tempi
,
ha
avuto
momenti
di
vera
commozione
e
di
pietà
.
Quando
si
diffuse
in
Trieste
la
voce
degli
spaventosi
effetti
del
disastro
,
il
compianto
generale
è
stato
vivissimo
ed
anche
fra
i
più
poveri
,
tra
le
famiglie
stesse
che
hanno
i
loro
cari
al
campo
,
si
è
manifestata
l
'
intenzione
di
contribuire
all
'
opera
di
soccorso
in
pro
dei
colpiti
.
Per
coordinare
nel
miglior
modo
tutte
queste
volontà
,
si
è
pensato
di
costituire
un
comitato
.
Il
male
è
che
le
autorità
austriache
di
Trieste
hanno
fatto
capire
che
in
questi
tempi
di
guerra
non
dovrebbe
uscire
neanche
un
soldo
dai
confini
austriaci
.
Chi
avvicina
la
luogotenenza
,
racconta
che
la
notizia
del
terremoto
fu
accolta
con
soddisfazione
immensa
,
poiché
si
spera
che
impedirà
all
'
Italia
di
intervenire
nella
guerra
.
Anche
a
Vienna
la
notizia
del
terremoto
fu
accolta
con
compiacimento
.
StampaQuotidiana ,
L
'
Imperatore
,
applaudito
dalla
folla
che
gremiva
la
piazza
antistante
allo
sbarcadero
,
montò
in
vettura
e
con
lo
stesso
ordine
degli
altri
giorni
il
corteo
si
diresse
per
via
Molo
,
piazza
Ucciardone
,
via
Enrico
Albanese
,
via
Libertà
,
piazza
Castelnuovo
,
via
Esposizione
,
via
Lolli
e
piazza
Olivuzza
,
donde
entrò
nella
villa
Florio
.
L
'
imperatore
aveva
fatto
avvertire
fin
da
stamane
Donna
Franca
Florio
che
alle
14
1/2
si
sarebbe
recato
da
lei
,
e
questa
con
il
comm
.
Ignazio
,
il
cav
.
Vincenzo
ed
il
conte
di
San
Martino
,
attendeva
nella
casina
medievale
che
sorge
nel
centro
della
deliziosa
villa
.
L
'
imperatore
,
baciata
la
mano
a
Donna
Franca
,
le
porse
il
braccio
ed
entrò
nel
salone
ove
era
preparata
una
table
a
thè
.
Preso
un
bicchiere
di
champagne
,
S.M.
dando
sempre
il
braccio
a
Donna
Franca
,
tornò
nella
villa
di
cui
fece
il
giro
,
esprimendo
la
sua
ammirazione
per
l
'
artistica
disposizione
dei
viali
e
delle
piante
.
L
'
imperatore
,
che
era
informato
dei
recenti
asprissimi
dolori
di
cui
la
buona
signora
ed
il
comm
.
Ignazio
sono
stati
provati
per
la
morte
di
due
loro
figliuoli
,
ebbe
calde
parole
di
conforto
e
disse
come
Egli
,
che
ha
cuore
di
padre
,
comprendesse
il
loro
cordoglio
.
Parlando
poi
dei
suoi
figliuoli
,
ricordò
la
più
piccola
delle
sue
bambine
,
la
quale
,
sapendo
di
essere
la
prediletta
,
osa
financo
recarsi
da
lui
mentre
Egli
parla
con
qualche
ministro
.
Alle
ore
15
l
'
imperatore
prese
commiato
,
ricordando
a
Donna
Franca
che
alle
17
l
'
attendeva
a
bordo
dello
Hohenzollern
,
e
ringraziandola
nuovamente
del
magnifico
mazzo
di
orchidee
che
ella
gli
aveva
offerto
.
Presso
l
'
ingresso
del
palazzo
si
era
raccolta
una
grande
folla
che
salutò
il
Sovrano
con
un
lungo
applauso
.