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FEDELTÀ ( - , 1925 )
StampaQuotidiana ,
Se riandiamo col pensiero a questo primo triennio mussoliniano , quale lo abbiamo ardentemente vissuto nella dura e immacolata posizione di battaglia di cui ci spettavano l ' onore ed il rischio , possiamo considerare con orgoglio la situazione politica che si è venuta determinando tra le popolazioni subalpine a cui più direttamente parliamo . Per quanto ormai possano dispensarcene le accoglienze che Mussolini ha trovato recentemente in Piemonte , ed i risultati della sottoscrizione del dollaro , quale noi l ' abbiamo condotta ed animata , dobbiamo rendere giustizia , ancora una volta , a questa sana e possente regione dove , innegabilmente , pure quando le apparenze erano scarse si andava affondando e diffondendo di zolla in zolla l ' humus rigeneratore . Poche regioni più che il Piemonte sono ardue ad intendersi , in certi stati d ' animo . Esso si rifiuta ai superficiali ed ai profani . Concede la sua confidenza soltanto attraverso lunga prova e lunga consuetudine . « Gente fredda » dicono i presuntuosi . « Gente seria » dice con l ' intuizione dei privilegiati Mussolini . L ' opera del giolittismo , lunga , gelida , corrompitrice ; la disordinata baldanza del sovversivismo ubriacato dal coraggio dell ' impunità ; i luoghi comuni che generalizzavano episodi particolari : tutto , in certi anni , concorse a determinare , intorno al Piemonte , un concetto di maniera , una specie di zona franca dell ' egoismo e dell ' indifferenza . L ' innata riservatezza della grande massa della popolazione , poco parolaia , punto retorica , non si curò troppo di polemizzare in proposito , ma l ' amarezza dell ' ingiustizia non affievolì l ' intimo , onesto fervore della buona razza . Diffidenze suscitate da qualche uomo o da qualche fatto non indussero mai ad avventate conclusioni generali . Senonché tutto concorse a determinare false apparenze , così durante il redentore triennio mussoliniano come già durante la guerra . Gli è che queste false apparenze erano adoperate non tanto nei giudizi esterni verso il Piemonte , quanto nel Piemonte stesso , da scaltre minoranze , per millantare , come forza propria , alcuni presunti caratteri negativi . Durante la guerra , nel fosco 1917 , a chi aveva l ' onore di portare di trincea in trincea contro gli austriaci l ' intima religione della Gazzetta del Popolo , Delfino Orsi , che allora dirigeva questo giornale , ed era rimasto all ' arduo comando col suo patriottismo intemerato , così scriveva amaramente : « Beati voi , che potete correre pericoli più onorevoli » . Ma non per questo s ' attenuava la sua fede : ché anzi chiamava a raccolta « per l ' ultimo sforzo » e non invano chiamava tutta Torino a giurare : « Vinceremo » . E tutta Torino fu una onda sola . Il dopo guerra della viltà ricercò anche qui le radici di male piante che la vittoria aveva travolte ; le ricercò per suggerne i perfidi succhi . Ma , malgrado il giolittismo ed i suoi derivati , malgrado la facile sobillazione di masse inquiete e disorientate , il Piemonte sentì , come niun ' altra terra forse , che occorreva cambiare : e vi erano segni confortanti come quelli del liberalismo e del combattentismo novarese . Sentì che occorreva , sopratutto , un uomo . E quando l ' uomo apparve , assai più vasto negli spiriti che nelle piazze fu il movimento di fiducia e di consenso . Ad ostacolarne l ' estrinsecazione , dettero opera i detentori di posizioni che vacillavano . Ed ogni errore , anche errore di parte , fascista in quella prima improvvisazione di uomini e di uffici , fu sfruttato per raffreddare l ' ambiente e scaldar l ' illusione degli assurdi ritorni . Ma a mano a mano che le artifiziose sovrastrutture si sono sgretolate sotto la incoercibile azione della realtà , il Piemonte è diventato tutto un irrompere di fiumi allo squaglio delle grandi nevi . Ne abbiamo avuta la sensazione precisa , durante questo triennio giornalistico a cui tanto dovrà attingere la storia della nuova e più grande Italia : la diffidenza cedeva terreno lentamente , tacitamente , ma costantemente ; e s ' afforzava e si affinava l ' ardimento dei credenti . Ogni giorno a questo giornale , che teneva a suo onore gridar più forte il verbo della passione italiana , quanto più torbido era il tempo e più restii gli ascoltatori lusingati da più facili allettamenti , ogni giorno la rispondenza all ' appello giunse più vibrante e più franca . L ' ondata matteottiana parve isolarci per un momento nella nostra fedeltà : ma sotto lo scomposto chiasso e le perfide speranze ritrovammo poi intatte le basi del patriottismo e della rettitudine subalpina . La grande industria , che usciva da prove tremende , ritrovava finalmente nelle nuove forme di vita nazionale le sue possibilità ed i diritti della produzione . Le maestranze , pur non adeguatamente avvicinate dagli iniziatori della organizzazione devota alla Patria , accettavano mirabilmente , come un bene proprio , anziché come un sacrificio , la disciplina e l ' ordine . L ' industria piemontese poteva così , vittoriosamente , fare il balzo verso il primo posto . Crisi locali ritardarono nelle provincie il consolidamento estensivo del fascismo , ma quanto più questo si identificava con la Nazione , tanto più il Piemonte viveva con spirito fascista , anche se non lo diceva . Sapendole volgere allo scopo , vi sono nel carattere piemontese le qualità più idonee all ' ordine nuovo : serietà , lavoro , gerarchia . L ' assimilazione fascista è un fatto naturale , ritardato , qua e là , da alcuni degli elementi e delle circostanze che siamo andati accennando . È bastato qualche mese di vigile lavoro dell ' on . Gianferrari per volgere a buon fine tante situazioni locali sfavorevoli o intricate . In provincia di Alessandria il fascismo ha ripreso tutte le sue posizioni ; il dissidentismo che pure alimentava tante illusioni ostili è polverizzato ; le resistenze di varia specie sono o capovolte o mortificate . Da Cuneo le notizie sono recenti e già le abbiamo ricollegate - a scanso di facili svalutazioni con la manifestazione di quella provincia per l ' interventismo e per l ' antidisfattismo della Gazzetta , nel 1919 . Nel Novarese si ricompone finalmente quella magnifica e poderosa solidarietà patriottica che non soffre antagonismi di tessere e che alla famosa « provincia rossa » sovrappose la gloria del tricolore . A Torino molti valori affiorano , molte energie si raccordano ; cómpiti delicati , ma attraenti si offrono e si impongono al fascismo . L ' on . Rossoni potrà pertanto compiacersi , nell ' attuale suo soggiorno , dei risultati raggiunti ed anche più delle possibilità imminenti . L ' eco della trionfale significativa campagna del dollaro è fervida , insistente , dovunque . Se il Piemonte , pur votatosi per primo agli ardimenti della guerra nazionale , rifugge da inquiete avventure , ben intende e ben accetta , nella definizione datane dal presidente del Consiglio ad un giornale americano , l ' imperialismo che è norma di vita per un maggior domani , maggiore in ogni elemento di pensiero e di azione . Talché il vecchio giornale , che tenne fede alle idealità , anche quando delle idealità si sorrideva come di fantasticherie , mentre esse recavano in grembo la realtà provvidenziale ; il vecchio giornale subalpino che non si distrasse dalla méta durante lo scomposto arrancare post - matteottiano , ed anche nei giorni più ardui , come aveva detto ai caporettisti : « L ' Italia vincerà » , aveva soggiunto più tardi : « Il Piemonte sarà con voi , on . Mussolini » , dice adesso , al , titano che spiana i secoli alla progrediente Patria : « È con voi » , con la fedeltà che affretta ogni giustizia .
StampaQuotidiana ,
Oggi la Nazione dopo sforzi mirabili che attestano la sua perenne gioventù , offre al mondo quello spettacolo di volontà di lavoro , di unità di spiriti , di serena sicurezza nei proprio avvenire , che i nostri grandi sognarono , che da questa città e da questa tribuna venne anche appassionatamente invocato , ma che soltanto il genio di un Uomo , trasformando in realtà organica i risultati ideali della Vittoria , ha reso possibile . Or è un anno , Benito Mussolini tagliava corto ogni oscuro tentativo di ricondurre indietro , deviandolo nei torbidi rigagnoli della partigianeria parlamentare , il corso della vita nazionale ; e tracciava il programma del riconsolidamento dello Stato italiano , sulle fondamenta che il Fascismo aveva saputo costruire . Il Paese si risveglio come da un incubo , respirò , riaprì gli occhi alla luce , la mente al lavoro e l ' anima alla speranza . E ci sembra di buon augurio che la nuova direzione della Gazzetta coincida con l ' anniversario del risveglio . Sei giorni dopo il discorso del 3 gennaio , l ' eco ch ' esso ebbe nell ' Italia e nel mondo aveva già dato i suoi primi frutti . Da allora , il raccolto è stato prodigioso . Da quel giorno , l ' era delle polemiche sterili , dei colpi mancini , delle insidiose manovre e delle vane logomachie , è finita . Compiuta l ' opera di riassestamento dello Stato , la cui autorità e la cui forza , necessarie del pari a tutti i cittadini , poggiano finalmente sopra solide basi legislative e morali , il Governo nazionale affronterà e porterà a compimento il programma già iniziato del riassetto sociale , della sistemazione migliore del grande e progredito esercito dei lavoratori italiani . Mussolini , che ha vantato più volte con orgoglio l ' esser « figlio di fabbro » come il più ambito titolo di nobiltà , appena sarà liberato dalle preoccupazioni dei problemi incorso di soluzione ; appena deposte le cure del Partito , affidato ormai in solidissime mani ; fornita l ' opera più urgente , che era come abbiamo detto quella dell ' intiera riorganizzazione dello Stato , dedicherà la sua maggiore attenzione di domani ai suoi fratelli di ieri , ai suoi figli di oggi : agli operai e agli agricoltori . E noi saremo lieti di portargli in quest ' altro magnifico cómpito che lo attende il modesto , ma forse non inutile contributo della nostra collaborazione . Il Primo Ministro intende l ' avvenire della produzione nazionale , non come un tristo duello fra due classi , destinate fatalmente a far la fine di Eteocle e Polinice , ma come una possente solidarietà tra di esse , nella cerchia della Patria . I due fratelli tebani , invece di unirsi per il bene comune e della città natia , in un furore d ' odio dissennato , si trafissero a vicenda e caddero entrambi al suolo , col risultato di far trionfare gli stranieri ed i nemici comuni . Non così vorrà certo decadere il popolo italiano , che ha già mostrato di capire lucidamente qual ' è la via che lo condurrà alla prosperità economica ed all ' elevamento della sua cultura e del suo spirito . Ed ora , all ' opera . Che lo spirito della Grande Regina , assunta nel cielo della Patria , ci protegga ed assista .
AVANTI! ( - , 1926 )
StampaQuotidiana ,
Il Fascismo entra nel quinto anno della sua responsabilità statale e governativa . Quella che oggi si commemora in tutta Italia , non è soltanto una marcia rivoluzionaria , per quanto ardita ; geniale e tatticamente tempestica ella fosse . Oggi si celebra il trionfo di un nuovo spirito , di una nuova mentalità , di una nuova civiltà . Là dove era il disordinato tumulto degli egoismi e dei particolarismi individuali , ecco ristabilirsi l ' ordine e la disciplina .. Là dove imperava il dogma distruttore della lotta di classe , ecco subentrare il principio vitale della collaborazione fra le classi . Là dove la concorrenza delle categorie immobilizzava ed esautorava lo Stato cioè la condizione fondamentale della vita e della libertà di tutti ecco sostituirsi il concetto dell ' armonia degl ' individui inquadrati in un organismo unico , grande quanto la Nazione , forte come un esercito . La Marcia su Roma , culminata con la sfilata delle legioni dinanzi alla Maestà del Re , in quel pomeriggio del 28 ottobre 1922 che dette a chi lo vide la sensazione di vivere in un ' atmosfera di leggenda , aprì veramente le porte a quella che Goethe e Carducci avrebbero chiamato « una novella istoria » . Perché non si limitò ad innalzare alla direzione del Paese la generazione che aveva fatto la guerra ; non risolvette soltanto una crisi cronica di governo ; non operò semplicemente la sostituzione d ' un gabinetto ad un altro : ma trasformò gl ' italiani , dal cuore al cervello , dall ' intimo della coscienza alla visione della realtà quotidiana .. In quel giorno , veramente nacque , come da un battesimo nuovo , l ' italiano , moderno . Non si sentì più una creatura dispersa , miserevole corpo sballottato fra gli appetiti fisici e la presunzione che avevano di metterlo nel loro gregge ciascuno , dei capipopolo che si spartivano le piazze . Non si sentì più rottame ondeggiante sulle tempeste dei partiti . Ma sentì , per la prima volta , di essere un elemento : indispensabile della società in cui viveva ; sentì di aderire alla terra che l ' aveva fatto nascere e che l ' avrebbe fatto vivere in dignità ; sentì che i suoi connazionali non gli erano avversati , né estranei ; ma commilitoni , ma fratelli . finalmente si sentì guidato da un Uomo in cui poteva riporre , non solo fiducia , ma amore ; che aveva svegliato in lui , non il torpore del ventre , ma la favilla dell ' anima . Quell ' Uomo , figliuolo di fabbro , che nulla chiedeva per sé , ma tutto per tutti , era veramente un capo , era , finalmente , il Capo . Dall ' officina all ' esilio , dalla trincea all ' ospedale , dal sacrificio di sé al posto della suprema responsabilità , fu l ' esempio . L ' italiano moderno poteva finalmente camminare a sguardo limpido a testa alta ed a cuore tranquillo sulle vie dell ' avvenire , perché si sentiva investito di una missione nel mondo ; aveva nel cuore una fede e poteva seguire senza esitazioni né sgomento l ' esempio d ' un condottiero . Se in questi quattro anni il Fascismo non avesse fatto altro che creare l ' italiano nuovo , ciò potrebbe da vero bastare alla sua gloria . Ma no . Il Fascismo non è solo evangelio , non è soltanto sentimento e passione ; è anche milizia operante , è azione quotidiana , è attività di governo . Orbene . Volgiamoci indietro e guardiamo ciò che è stato compiuto , di lavoro e d ' opere , in un periodo di tempo così breve di fronte alla continuità della storia che in altri tempo sarebbe stato appena sufficiente all ' altalena di dieci mutamenti ministeriali , senz ' altro costrutto che quello di veder rifare da ciascun Gabinetto i progetti lasciati a mezzo dai predecessori . I nemici del Fascismo , all ' indomani della sua ascesa al potere , dissero , fra preoccupati e scettici : « Vedremo come il Governo della rivoluzione riuscirà a mettere a posto i gregarii e gli squadristi » . Ebbene , ecco l ' inquadramento della milizia , rapidamente e magnificamente compiuto fino al giuramento al Sovrano . Dissero allora i farisei : « Oh , non basta . Vedremo come sarà risolto il problema della milizia e dell ' esercito » . Ed ecco : là dove gli avversari speravano in un dualismo che avrebbe spezzate le forze fondamentali del Paese , sorgere una costruzione ferrea di difesa nazionale da destare l ' invidia degli Stati di Europa . Assicurata la tranquillità all ' interno e rassicurato l ' estero dei suoi pregiudizii , ecco incominciare l ' opera veramente poderosa e gigantesca della nuova legislazione . Mussolini , discendente da una stirpe di lavoratori , operaio egli pure , non poteva non consacrare alle masse le sue prime cure , la sua maggiore attenzione . Ed ecco la riorganizzazione di tutte le forze produttive nazionali in un grande inquadramento sindacale , non più alla mercé di capoccia interessati od incompetenti , ma disciplinato in un funzionamento geniale , di cui , egli stesso , il Capo del Governo , è alla testa , e i cui eventuali contrasti sono sicuri di trovare la più equa soluzione nell ' interesse comune . Tutti i problemi del dopoguerra lasciati insoluti , anzi aggravati ed incancreniti , da quattro anni di sgoverno , messi a posto , non senza fatica , ma con rapidità sorprendente . Le bardature belliche , soppresse . L ' abisso pauroso del deficit dell ' erario , colmato ; anzi , sostituito da un avanzo crescente , che apre al credito dell ' Italia possibilità insperate nell ' economia mondiale . I servizi pubblici trovati in sfacelo e con passività fallimentari riordinati , rinnovati e ricostituiti finanziariamente in modo da essere redditizii , pur triplicando la loro efficienza tecnica e pratica . Lo sbilancio fra le importazioni e le esportazioni , frenato e diminuito . La sudditanza passiva dell ' Italia alla tirannia dei fornitori stranieri , mitigata da accordi dignitosi ; poi sostituita da intese verso nuovi orizzonti , se non di assoluta libertà ( pur troppo , gli ostacoli della natura non sono interamente sopprimibili dagli uomini ) , almeno di sopportabilità . La produzione interna del grano avviata verso una méta miracolosa : quella di far bastare l ' Italia ai bisogni dei proprii figli . La nostra schiavitù in materia di combustibili fossili sensibilmente diminuita con un ' accorta politica idroelettrica . Oggi , da Modane a Livorno , i treni mediterranei non consumano più un chilo di carbon fossile . E le nostre maggiori industrie sono attivate con l ' energia delle cascate montane . La disoccupazione , terribile male sociale che prostra potenze ben più ricche della nostra come l ' Inghilterra , resa quasi trascurabile da noi , quantunque i Paesi d ' emigrazione abbiano chiuse le porte alla nostra esuberanza demografica . Le braccia dei connazionali che non troverebbero adeguato impiego nelle industrie , eccole riavviate all ' agricoltura l ' infallibile donatrice della prosperità futura , ricondotta dal Capo del Governo alla sua dignità romana , o verso opere pubbliche non indegne del ricordo imperiale . Il caro vita , l ' altro flagello cui nessun popolo del mondo ha potuto sottrarsi , destinato in un tempo più o meno breve ( ciò dipenderà dal grado di sobrietà e di resistenza del nostro magnifico popolo ) a diminuire in proporzione notevolissima il suo peso schiacciante , grazie all ' opera lenta , ma gradualmente sicura , della rivalutazione della lira . Il risparmio , che la inflazione aveva allontanato dalle abitudini dei popoli a moneta svalutata , ricondotto alle sue tradizioni nostrane , col ritorno della fiducia pubblica nella potenza d ' acquisto della moneta nazionale . Il problema dei nostri debiti all ' estero , che avrebbe impedito per decenni il risanamento economico e finanziario del Paese , risolto in modo soddisfacente . Il credito estero , sopra tutto americano , riassicurato all ' Italia , dopo un quinquennio di latitanza e di diffidenza . La Marina ricostituita in modo superbo ; tanto quella per la difesa della Patria quanto quella del commercio e dei trasporti di viaggiatori . Anzi , in questi pochi anni l ' Italia s ' è arricchita dei più belli e rapidi transatlantici del mondo ; fonte d ' oro per il Paese , poiché , com ' é noto , i noli sono pagati in oro . Le colonie mediterranee , che la guerra ci aveva fatte perdere , non solo riconquistate , ma pacificamente riorganizzate in modo da poter bastare a se stesse e cominciare a dar contributi alla vita metropolitana . Le colonie eritree e somale valorizzate in modo promettentissimo , senza contare il recente e rilevante loro estendimento territoriale . La pace adriatica divenuta , non una ironica espressione diplomatica , ma una realtà della politica europea . I rapporti con gli Stati principali d ' Europa impiantati sulla base della dignità , della parità , del prestigio nazionali , oltre che orientati ad un utile scambievole con trattati di amicizia e di commercio che i Governi cosidetti democratici ed ispirati a tenerezze internazionali , non seppero mai attuare in modo concreto e duraturo . E non entriamo nel campo religioso , né in quello dell ' istruzione , né in quello dell ' arte e dell ' artigianato , né in quello della cultura , né in quello del riordinamento della giustizia , né in quello delle Amministrazioni pubbliche , poiché solo per riassumere l ' attività del Governo fascista e del Fascismo in tali dominii occorrerebbe un volume . Concludiamo col ricordare le imprese dell ' ardimento umano cui lo spirito fascista ha saputo dare impulso , incitamento , vittoria . Sono il segno , non solo di un Paese dove la giovinezza è fremente d ' attività , di lavoro , di intelligenza , di possibilità ; ma sono la pietra di paragone del metallo « uomo » che la gran fiamma del Fascismo ha saputo temprare per le battaglie future . De Pinedo , Nobile , la falange di coloro che s ' apprestano a misurarsi nei formidabili cimenti internazionali con quanto di meglio abbia prodotto il mondo , non sono nomi di risultati acquisiti . Sono punti di partenza . Rappresentano , non le conclusioni di un passato , ma le origini del nostro immancabile divenire . Questo ha fatto il Regime , in quattro anni . Ricordiamolo , in una ricorrenza che permette di volgere per un istante gli occhi indietro , e considerare il cammino percorso . Domani , non lo potremmo più . Perché il Duce non ama l ' ombra degli allori , né le contemplazioni del paesaggio lasciato dietro spalle . Il Duce ha insegnato agli italiani a guardare dritto innanzi a loro . Egli non comanda l ' alt . Dice : « Avanti » .
NELL'ANNO SESTO ( - , 1927 )
StampaQuotidiana ,
Entrando il Regime nel suo sesto annuale , la « Gazzetta del Popolo » saluta il proprio ottantesimo anno di vita . Il rilievo di questa coincidenza non sembri immodesto ai cittadini di Torino , ai lettori , agli amici , ai commilitoni di tutto il Piemonte . Se è oggi per noi motivo di fierezza e di orgoglio , ne sentiamo anche il peso dell ' accresciuta responsabilità ; ne comprendiamo il più rigido dovere . Se è ai nostri occhi un titolo di nobiltà , è anche un impegno d ' onore di fronte alla Nazione . Questo ottantennio di gloria richiede al nostro lavoro più lavoro ; esige dalla severità della nostra coscienza maggiore severità . Ha diritto di ordinare al nostro tradizionale patriottismo un di più di sacrifici . Per questo , e non per vanità esibizionistiche , accomuniamo le due ricorrenze in una stessa parola : Fascismo . Abbiamo il 28 ottobre riassunto , sia pure nei limiti troppo brevi consentiti ad un quotidiano , la mole immensa di riforme e di opere condotta a termine , con un crescendo miracoloso di volontà e di ardimenti , di genialità e di pazienza , di fede e di sforzi , dal Governo fascista e dal popolo italiano , sotto la direzione l ' esempio la guida di Benito Mussolini . Oggi che il Duce dà alla Nazione la parola d ' ordine per il sicuro domani : DURARE , non è possibile che noi dimentichiamo quanto il Capo stesso aggiunge per chiodare nella nostra testa e nell ' anima nostra la ferrea bellezza dell ' austero comandamento : « Come per il passato , durare è il motto dell ' avvenire . Durare con disciplina perfetta , con dedizione assoluta . Perfezionare gli strumenti della Rivoluzione , moltiplicarne le nostre forze , temprare gli spiriti per tutte le battaglie » . Come per il passato . Soli in Italia , gli uomini che per 80 anni ebbero l ' onore di dirigere questo vecchio e sempre rinnovantesi giornale subalpino , trasmettendosi il sacro retaggio come nelle lampadoforie elleniche i portatori di fiaccole si passavano in corsa l ' un l ' altro le fiamme da tenere perennemente accese , tutti , i morti ed i vivi , gli illustri e gli oscuri , possono oggi presentarsi in serena coscienza dinanzi al Ricostruttore dell ' Italia nuova e dirgli : « Duce , tenemmo fede al tuo comandamento » . E possono ricordargli : « La volontà rettilinea che dal 1848 al sesto annuale del Fascismo impresse a questo strumento d ' idee e di battaglia una continuità d ' azione che non ha forse riscontro in altri organismi viventi della Penisola , ci sia presso di te arra e garanzia , malleveria e testimonianza che dureremo in avvenire come durammo in passato , superando tutte le tempeste , compresa la momentanea sconfitta , resistendo a tutte le lusinghe , comprese quelle della popolarità . « Dall ' indomani di Novara all ' indomani di Lissa , da qui partì , prima che ancora nascessi alle fortune d ' Italia , la tua grande parola : « Durare » . Dalla triste primavera di Adua all ' ottobre di Caporetto , primavera anch ' esso della riscossa della Patria da qui venne lanciato il tuo grido di moltiplicare le forze e preparar gli spiriti a tutte le battaglie . « E quando il Paese si smarrì , dimentico della Vittoria , dietro gli stracci rossi d ' avvelenate illusioni straniere , da qui mosse la voce che sembrò a molti quella del deserto : Dio salvi l ' Italia . E fummo esauditi con la miracolosa rapidità delle preghiere giuste , delle invocazioni fidenti , della speranza certa . Il Destino già ti aveva inviato fra noi . « E quando l ' Adriatico parve perduto ed i frutti stessi della Vittoria compromessi , mentre un pugno d ' uomini guidati da un poeta soldato osava contrastare la volontà del mondo , da qui gli vennero l ' aiuto e la solidarietà che fin d ' allora tu indicasti necessari . « E quando la struttura stessa della Nazione scricchiolò nelle sue vertebre annunziando imminente il disordinato immeritato sfacelo di un popolo che aveva fatto volger le spalle ad uno degli eserciti più potenti d ' Europa ; e tu convocavi a Napoli l ' adunata degli uomini nuovi capaci di risuscitare dal crollo e dai pantani l ' immagine giovanile dell ' Italia e il volto eterno di Roma , da qui parti l ' invocazione che scosse il Piemonte da Superga a Santena : « Mussolini » . Il 30 ottobre 1922 Benito Mussolini , già designato dal Re Primo Ministro , giungeva a Roma , entrava al Quirinale in camicia nera e portava al Sovrano la devozione dell ' Italia di Vittorio Veneto . Sia consentito a questo ottuagenario giornale subalpino , nell ' anniversario dell ' evento memorabile , ripetere al Duce la parola dell ' intatta fedeltà piemontese ; sia concesso di rievocare ora la continuità della sua missione non mai interrotta : quella di saper ridestare , nei momenti decisivi per la vita del Paese , le tradizioni del tempo eroico delle sue origini , . « ricongiungendo com ' ebbe a scrivere Giovanni Gentile nella sua propria storia la fine col principio del Risorgimento italiano » . È la vecchia bandiera dei nostri patrioti che sanno donare e tacere . La sua espressione dichiarò all ' indomani della Marcia su Roma il quadrumviro di questa terra è sempre un atto di pura fede . « I Piemontesi l ' amano come i loro monti , come i loro fiumi , come le loro vecchie case » . Possiamo dunque levare con mano non indegna e con serena coscienza la gloriosa bandiera , in mezzo alla selva dei gagliardetti e dire alle prodi Camicie nere che per giovinezza lo ignorano : all ' indomani di Novara , Bottero , mentre da queste colonne incitava fascisticamente gl ' italiani ad armarsi per la riscossa contro i vili di dentro ed i nemici di fuori , inseriva nel rettangolo bianco del tricolore il Fascio littorio . Ecco perché , compiendosi il quinquennio del Regime , siamo lieti e fieri di sentirci un ponte di passaggio , un anello di concatenazione , un punto di congiungimento fra il passato e l ' avvenire . Ogni qualvolta l ' Italia ha chiamato , qui si è risposto : « presente » . Il Duce squillante voce della Patria comanda un più energico : « A noi » . Come da otto decennii ce ne hanno dato l ' esempio gli artefici della prima rivoluzione italiana , fondatori di questa nostra casa ; come hanno fatto sempre i loro continuatori con fedeltà di giuramento non mai ritrattata né smentita , al nuovo comando di durare , ripetiamo : Presenti !
I BRIGANTI E I PRETI ( - , 1862 )
StampaPeriodica ,
Ecco il bel regalo che ci fanno i tiranni di Roma : i più iniqui e scellerati uomini che si conoscano , i briganti ; ecco i bei difensori di Bombino e del governo de ’ preti : gli avanzi delle galere , gli assassini , i nemici dell ’ uomo . Già gente poco di buono non può far razza che con brutti soggetti ; e quando una causa è affidata a questa canaglia dite pure che è bell ’ e ita e che non c ’ è medico che la guarisca né benedizione che la salvi . Vi pare questa una bella carità , per sfogar la rabbia contro i liberali , armare quella razzumaglia perché ammazzi donne , fanciulli , vecchi ; bruci e devasti le campagne e le case senza riguardo e senza misericordia ? Ecco qui , non sentiamo dire che stragi , che spedizioni di briganti , e tutto si prepara e si ordina a Roma , e tutto si paga col danaro dei minchioni raccolto dai preti colla scusa delle offerte al Papa per il trionfo della religione . Che i briganti sono tanti missionari che vanno a predicare il Vangelo che si dicono i campioni della Chiesa ? Oh ! è una bella missione quella di ammazzare il prossimo suo come si scannano le bestie : degna proprio di esser lodata e favorita da quelli che si chiamano ministri di Dio . E poi , vedete la contradizione , a far trionfare la religione di Cristo ci si mandano dei luterani , dei calvinisti , e degli eretici , insomma i nemici di nostra religione . Serva questo di esempio . Sappiamo tutti quanto soffrono dall ’ Imperatore della Russia i poveri Polacchi , che pure sono cattolici , e quanti sono trucidati perfino nelle chiese , eppure il Papa prima di sostenere le parti dei Polacchi , come padre di tutti i cristiani , si è messo d ’ accordo coll ’ Imperatore Alessandro e gli ha concesso quanto ha voluto ; ha permesso che il Vescovo di Varsavia , quell ’ ottimo sacerdote e quel buon cittadino fosse , per grazia speciale , condannato a un anno di carcere in una fortezza , e che tanti e tanti altri patriottici sacerdoti fossero incatenati , senza procurarne la liberazione , senza maledire all ’ ingiusto e tirannico sovrano , per timore che questi non si faccia amico all ’ Italia , e non riconosca il nostro Regno ; mentre scomunica il nostro Re , e tutti i liberali i quali non hanno neppure torto un capello a questa buona lana di preti che generalmente abbiamo noi . Ma non lo intenderebbe un negro che uscisse ora da una foresta e che non avesse conosciuto mai gli uomini , che qui non si tratta che di ingiusta persecuzione , e che tutt ’ altro si vuole che il trionfo della religione quando per un interesse terreno è la prima a sacrificarsi ? Ecco qui : là per conservarsi un amico scismatico , un tiranno , permette si uccidano e si maltrattino i cristiani , qua per l ’ amicizia di un altro tirannello che ha perduto il trono e per sfogo di rabbia contro chi è stato eletto dai sudditi a suo legittimo principe , e che egli dice avergli usurpato le Romagne , le Marche e l ’ Umbria manda i briganti ad ammazzare gl ’ innocenti cristiani . Ma non si contentano di questo i preti : le tentano e le fanno di tutte . Se in una famiglia v ’ è un giovanotto che è chiamato dal dovere di cittadino a difendere la patria , lo istigano a non presentarsi e piuttosto gli forniscono i danari perché vada a servizio dell ’ Austria . Incitano i soldati a disertare procurando loro modo , vesti , danaro , suggerendo la via perché abbandonino il loro posto con più facilità ; e spesso accade che questi poveri disgraziati siano arrestati e subiscano gravi punizioni per gli inganni di loro . Quanti dei disertori e dei refrattari non che degli stessi briganti , arrestati , non hanno confessato di essere stati rovinati e ingannati dai preti ; e quanti non hanno maledetto a questi vili insinuatori , e perfidi ministri dell ’ Austria . Quel famoso brigante Josè Bories prima di esser fucilato che non disse contro i preti ? E quanti e quanti altri mai saranno morti col pentimento di aver dato retta a chi li spinge sul precipizio . Eppure gli esempi non bastano , e da per tutto di quando in quando si ripetono i medesimi fatti : da per tutto vi sono dei mostri d ’ ignoranza e maligni insinuatori che aiutano e tengono di mano a dette diserzioni . Ma bisognerebbe che la pena fosse raddoppiata per chi n ’ è cagione ; bisognerebbe dar qualche bell ’ esempio . I fatti non mancano , e non mancano le prove , non ci manca altro che metter mano alle punizioni , e Dio voglia sia presto perché cessino una volta questi maneggi e questi rigori . Se io non avessi conosciuto i pregiudizi di molte donnicciuole e specialmente di quelle che bazzicano troppo conventi e sagrestie , e si lasciano portar pel naso dalle sottane bigie e nere , avrei dubitato a credere quel che adesso vi voglio riportare e che ho letto in un giornale napoletano . Con me certo dubiteranno quelli che ridono sulle matte superstizioni degli ignoranti ma scommetto che non parrà più strano se pongano mente al dominio che i preti hanno avuto sempre nell ’ ex - Regno di Napoli sotto i Borboni , e all ’ ignoranze e alla superstizione che a loro profitto preti e frati vogliono diffondere per ingannare la povera gente e ingrassarsi a loro spese . Il fatto che io vi voglio far conoscere è intitolato il porco di S . Antonio nelle provincie meridionali : sentite ora come viene raccontato da un giornale di quei luoghi . “ Non so se sappiate che cosa è non solo in Salerno , ma in quasi tutti i paesi del napoletano , il Porco di Sant ’ Antonio . Esso è una creatura privilegiata , accarezzata , lavata con acqua fresca , se fa caldo , coperta di lana , se fa freddo , col diritto di entrare in tutte le botteghe dei fornai , fruttivendoli , bottegai , ecc . ecc . , e servirsi o farsi servire gratis di un buon boccone , a seconda della sua ingordigia , ed anche di mordere se uno si rifiuta . Guai poi , se passando per la strada , qualcuno lo calpesta o lo bistratta ! Cento furie pettegole e bigotte saltano su , con ragazzi pezzenti , e se loro non impone , o da esse non si sottragga , lo fanno a pezzi , o quanto meno lo trattano da eretico e da scomunicato per aver toccato con poco rispetto quella creatura benedetta , che dopo morte è già votata alla canonizzazione . Figuratevi un porco a cui furono tagliate le orecchie a guisa di un bulldog e la coda netta netta , ingrassato a dismisura dalle pagnotte , da carote , pomi , ecc . , ecc . , che gli offrono i fedeli , e che giorno e notte , senza domicilio alcuno , va girovagando per la città . Figuratevi una bigotta che gli passa vicino , rispettosamente lo tocca sullo schifoso groppone colla destra e quindi bacia ancor più rispettosamente la parte che toccò il venerato maiale , susseguendo l ’ atto con un compunto segno di croce . Non mi creda chi non vuol credere , ma ciò che io dico è scrupolosamente storico . Ebbene , questo maiale è dei Frati di Sant ’ Antonio ; e corre voce che se qualcuno lo rubasse , la sua casa sarebbe infallantemente arsa dal fuoco del cielo , ed è talmente questa cosa creduta , che fra tanti ladri non si diede mai l ’ esempio di un simile atto che una volta sola , e quella volta il ladro ebbe arsa la casa e tutti i suoi averi : così la tradizione . I frati lo rinnovano tutti gli anni , e quando dal pubblico è ben pasciuto e grasso , dopo averlo coperto di nastri , lo portano , ossia lo conducono in processione in uno alla statua del suo Santo protettore , terminata la quale bellamente si uccide , mentre le pinzocchere recitano il rosario e seguitano così la formazione della benedetta salciccia . Il giorno dopo si distribuiscono a pezzetti le scarnate ossa al popolo credenzone , che le appende sopra il letto , per tenersi lontani da cattivi sogni , in un coi corni , il ferro da cavallo , e l ’ ulivo benedetto , tutti famosi preservativi contro la iettatura , ecc . , ecc . Né si creda che solo il basso popolo abbia fede in ciò ; ma quando dico popolo , intendo tutti , signori , dame e damine ; meno noi che ci ridiamo dei pregiudizi loro . ”
ProsaGiuridica ,
Il Ministro delle Finanze Visti gli articoli 16 e 17 dello Statuto e regolamento dell ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare , approvato con Decreto legislativo in data 31 marzo 1944-XXII , n . 109; Ritenuta la necessità urgente ed assoluta in relazione all ' attuale situazione di consentire un adeguato trattamento tributario a favore di tutti i beni del predetto Ente , tanto se da esso gestiti , quanto se attribuitigli in proprietà Visto l ' art . 2 - terzo comma - del citato decreto legislativo ; Decreta : Art . 1 . Il 3° comma dell ' art . 16 dello Statuto dell ' Ente di gestione e Liquidazione Immobiliare , approvato con Decreto legislativo del Duce 31 marzo 1944-XXII , n . 109 , pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 81 del 6 aprile 1944-XXII , è modificato come appresso : « Le imposte di registro per gli atti di alienazione dei beni attribuiti in proprietà o in gestione all ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare sono ridotte come segue : a ) all ' aliquota fissa dell'1,50% fino al valore di L . 5.000; b ) all ' aliquota del 10% oltre il valore di L . 5.000 La imposta di trascrizione , i diritti catastali e gli onorari notarili di alienazione dei beni attribuiti in proprietà o in gestione all ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare sono ridotti alla metà dell ' ordinario ammontare quando non trovino applicazione disposizioni più favorevoli . » Art . 2 . Le disposizioni del presente decreto si applicano anche agli atti in forma pubblica ed alle scritture private rispettivamente stipulate o registrate dopo il 5 aprile 1944-XII . Il presente decreto che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale d ' Italia , previa registrazione alla Corte dei Conti , verrà inserto , munito del sigillo dello Stato , nella Raccolta Ufficiale delle Leggi e dei Decreti ed entrerà in vigore , salvo il disposto dell ' art . 1 , il giorno successivo a quello della sua pubblicazione . Dalla Sede del Governo , addì 15 settembre 1944-XXII Il Ministro delle Finanze : Pellegrino
StampaQuotidiana ,
Il direttore dell ' Avanti , Benito Mussolini , ha chiesto la convocazione della direzione del partito socialista per discutere su questo ordine del giorno : Atteggiamento dell ' Avanti ! e situazione nazionale . La richiesta del prof . Mussolini , contrariamente a quanto è stato affermato , è precedente alle polemiche di questi giorni circa il pensiero intimo del direttore dell ' Avanti ! su una eventuale guerra dell ' Italia contro l ' Austria . La direzione del partito socialista si riunirà oggi e domani domenica a Bologna . Alcuni credono che il prof . Mussolini abbia richiesto la convocazione della direzione del partito per le accuse che gli sono state recentemente rivolte .
I «CENTRISTI» ( - , 1934 )
StampaQuotidiana ,
Il Prometeo , giornale dei leninisti di sinistra da non confondersi con quelli di destra e meno ancora con quelli del centro , nel suo numero dell'11 novembre in 1a pagina 4a colonna accusa i « centristi » di avere voluto festeggiare l ' anniversario della rivoluzione russa , espellendo dal partito comunista tre assi del comunismo e cioè Fortichiari , Damen , Repossi . Abbiamo già dato notizia di questo evento . Per dare un ' idea dello stato d ' animo degli scrittori di Prometeo basti dire che il numero in questione reca a caratteri di scatola , in prima pagina , il titolo seguente : « Il proletariato spagnuolo commemora , col suo sangue , l ' ottobre rosso , mentre la Russia s ' ingrana nel covo dei briganti ... » . Il giornale , nel corsivo dedicato alla espulsione dei tre gentiluomini di cui sopra , arriva a scrivere che i reazionari repubblicani di Spagna , autori delle repressioni di Oviedo , hanno potuto farlo perché « esiste una garanzia sicura ed infrangibile ; il centrismo è là e getta , negl ' interessi della controrivoluzione , il peso formidabile di uno Stato che controlla il sesto del mondo . Ma le vittorie di oggi preparano le battaglie di domani , ed al fuoco delle future battaglie rivoluzionarie il proletariato saprà sbarazzarsi di tutti i suoi nemici , fra i quali prendono posto di prima fila i centristi che devono persino cancellare i nomi di quelli che fondarono il partito , e che il fascismo ha potuto immobilizzare , ma che non è riuscito a piegare ad accettare la politica centrista che ha condotto alla catastrofe della rivoluzione mondiale » . Stalin , dittatore perpetuo di tutte le Russie bolsceviche , è dunque avvertito . Stia in guardia . Ci sono dei comunisti che lo considerano il più ignobile dei traditori e vogliono fare una rivoluzione per sbalzarlo di seggio . Vero è che tra il dire e il fare c ' è di mezzo il mare e nel caso in questione la G . Pe . U . , che non ha mai scherzato , come Trotzki e i trotzkisti sanno per loro personale esperienza .
StampaQuotidiana ,
( Trieste , 16 gennaio 1915 ) . La notizia della terribile sciagura abbattutasi sul Lazio e sull ' Abruzzo ha destato qui profondo sgomento . La popolazione triestina , nonostante le gravi sventure che l ' hanno duramente colpita in questi ultimi tempi , ha avuto momenti di vera commozione e di pietà . Quando si diffuse in Trieste la voce degli spaventosi effetti del disastro , il compianto generale è stato vivissimo ed anche fra i più poveri , tra le famiglie stesse che hanno i loro cari al campo , si è manifestata l ' intenzione di contribuire all ' opera di soccorso in pro dei colpiti . Per coordinare nel miglior modo tutte queste volontà , si è pensato di costituire un comitato . Il male è che le autorità austriache di Trieste hanno fatto capire che in questi tempi di guerra non dovrebbe uscire neanche un soldo dai confini austriaci . Chi avvicina la luogotenenza , racconta che la notizia del terremoto fu accolta con soddisfazione immensa , poiché si spera che impedirà all ' Italia di intervenire nella guerra . Anche a Vienna la notizia del terremoto fu accolta con compiacimento .
StampaQuotidiana ,
L ' Imperatore , applaudito dalla folla che gremiva la piazza antistante allo sbarcadero , montò in vettura e con lo stesso ordine degli altri giorni il corteo si diresse per via Molo , piazza Ucciardone , via Enrico Albanese , via Libertà , piazza Castelnuovo , via Esposizione , via Lolli e piazza Olivuzza , donde entrò nella villa Florio . L ' imperatore aveva fatto avvertire fin da stamane Donna Franca Florio che alle 14 1/2 si sarebbe recato da lei , e questa con il comm . Ignazio , il cav . Vincenzo ed il conte di San Martino , attendeva nella casina medievale che sorge nel centro della deliziosa villa . L ' imperatore , baciata la mano a Donna Franca , le porse il braccio ed entrò nel salone ove era preparata una table a thè . Preso un bicchiere di champagne , S.M. dando sempre il braccio a Donna Franca , tornò nella villa di cui fece il giro , esprimendo la sua ammirazione per l ' artistica disposizione dei viali e delle piante . L ' imperatore , che era informato dei recenti asprissimi dolori di cui la buona signora ed il comm . Ignazio sono stati provati per la morte di due loro figliuoli , ebbe calde parole di conforto e disse come Egli , che ha cuore di padre , comprendesse il loro cordoglio . Parlando poi dei suoi figliuoli , ricordò la più piccola delle sue bambine , la quale , sapendo di essere la prediletta , osa financo recarsi da lui mentre Egli parla con qualche ministro . Alle ore 15 l ' imperatore prese commiato , ricordando a Donna Franca che alle 17 l ' attendeva a bordo dello Hohenzollern , e ringraziandola nuovamente del magnifico mazzo di orchidee che ella gli aveva offerto . Presso l ' ingresso del palazzo si era raccolta una grande folla che salutò il Sovrano con un lungo applauso .