StampaQuotidiana ,
A
Collecchio
,
in
una
misera
soffitta
,
abitava
da
molti
anni
un
poveruomo
che
aveva
oramai
viste
settantacinque
primavere
.
Viveva
del
poco
lavoro
che
le
vecchie
braccia
gli
permettevano
,
e
della
carità
dei
vicini
.
Poi
,
silenziosamente
,
morì
.
Storia
antica
come
il
mondo
e
dolorosa
come
tutte
le
cose
del
mondo
.
Il
vecchio
,
Giuseppe
Monica
,
fu
visto
tre
o
quattro
giorni
or
sono
rincasare
,
poi
non
fu
più
visto
.
Una
coinquilina
,
l
'
altra
mattina
,
passando
davanti
alla
porta
della
soffitta
e
non
udendo
alcun
rumore
,
appressava
l
'
occhio
alla
toppa
e
intravedeva
il
vecchio
immobile
,
sdraiato
su
un
cumulo
di
cenci
.
Presto
accorrevano
i
casigliani
,
i
quali
,
rinvenuta
la
chiave
che
il
vecchio
era
solito
lasciare
su
un
davanzale
,
aprirono
la
porta
,
chiusa
solo
dal
cric
della
serratura
.
Pietoso
spettacolo
,
si
trovarono
davanti
a
un
cadavere
già
in
decomposizione
.
Il
medico
,
giunto
assieme
ai
Regi
Carabinieri
,
riscontrò
che
il
vecchio
era
stato
ucciso
da
una
paralisi
cardiaca
.
StampaQuotidiana ,
Nel
Salone
del
Circolo
Interessi
Industriali
e
Commerciali
ha
avuto
luogo
ieri
un
convegno
per
la
costituzione
dei
fasci
regionali
fra
gruppi
di
interventisti
.
Al
Convegno
parlarono
l
'
avv
.
Enzo
Ferrari
,
il
capitano
degli
arditi
Vecchi
e
diversi
altri
.
Il
prof
.
Mussolini
illustrò
i
capisaldi
su
cui
dovrebbe
svolgersi
l
'
azione
dei
fasci
e
cioè
:
valorizzazione
della
guerra
e
di
chi
la
guerra
ha
combattuto
,
dimostrare
che
l
'
imperialismo
,
di
cui
si
fa
colpa
agli
italiani
,
è
l
'
imperialismo
voluto
da
tutti
i
popoli
non
escluso
il
Belgio
ed
il
Portogallo
,
e
perciò
opposizione
agli
imperialismi
esteri
a
danno
del
nostro
paese
ed
opposizione
ad
un
imperialismo
italiano
contro
le
altre
nazioni
;
infine
accettare
la
battaglia
elettorale
sul
«
fatto
»
di
guerra
e
quindi
opporsi
a
tutti
quei
partiti
e
candidati
che
la
guerra
hanno
avversata
.
Le
proposte
di
Mussolini
,
dopo
che
ebbero
parlato
numerosi
oratori
,
vennero
approvate
.
Al
Convegno
erano
rappresentate
diverse
città
d
'
Italia
.
StampaQuotidiana ,
Uno
dei
residui
fogli
dell
'
emigrazione
anti
-
fascista
la
quale
si
trova
in
condizioni
sempre
più
disperate
anche
in
Francia
confessa
in
un
articolo
di
fondo
i
propri
errori
.
E
vi
aggiunge
,
a
rincalzo
,
una
nota
di
Herzen
,
che
calza
a
pennello
con
la
situazione
economica
e
morale
dei
fuorusciti
italiani
.
Il
foglio
di
cui
parliamo
è
Giustizia
e
Libertà
che
nel
suo
ultimo
numero
del
16
novembre
,
1a
pagina
,
1a
colonna
,
in
questa
maniera
netta
,
straccia
i
veli
coi
quali
per
tanti
anni
si
è
tentato
di
nascondere
la
realtà
.
«
Affinché
non
si
dica
che
rimaniamo
nel
vago
,
specificheremo
qualcuno
degli
errori
più
fatali
in
cui
cadono
gli
esiliati
:
presentare
il
fascismo
come
in
procinto
di
cadere
da
un
momento
all
'
altro
;
esagerare
l
'
importanza
dei
movimenti
esistenti
;
impiegare
un
tono
roboante
e
minaccioso
;
esagerare
nelle
critiche
di
dettaglio
e
nello
scandalismo
,
anziché
attaccare
nelle
fondamenta
e
guardare
l
'
insieme
;
condurre
le
requisitorie
su
motivi
prevalentemente
sentimentali
o
sulle
violenze
del
passato
;
assumere
verso
coloro
che
stanno
in
paese
il
tono
di
una
aristocrazia
antifascista
;
aver
l
'
aria
di
difendere
la
cosiddetta
democrazia
pre
-
fascista
o
le
pseudo
-
democrazie
esistenti
;
negare
che
alcunché
si
sia
fatto
di
utile
sotto
il
regime
;
contestare
a
Mussolini
ogni
qualità
;
oppure
,
con
esagerazione
opposta
,
risolvere
il
fascismo
in
Mussolini
;
non
insistere
abbastanza
sull
'
elemento
positivo
dell
'
antifascismo
.
La
lista
potrebbe
allungarsi
»
.
Ma
noi
,
ad
esempio
,
crediamo
che
sia
abbastanza
lunga
e
completa
.
È
una
grande
sassaiola
in
tutte
le
piccionaie
dei
fuorusciti
,
ivi
compresa
quella
del
foglio
in
questione
.
Si
tratta
,
dunque
,
di
«
errori
fatali
»
.
Ma
se
sono
come
sono
«
fatali
»
non
c
'
è
più
nulla
da
fare
per
l
'
antifascismo
fuoruscito
.
Della
qual
cosa
tutti
sono
più
che
convinti
da
un
pezzo
.
StampaQuotidiana ,
Antonio
Comelli
,
cinquantenne
da
Palanzano
,
entrò
l
'
altro
giorno
in
cucina
e
si
sentì
profondamente
seccato
.
Sua
sorella
Teresa
,
d
'
anni
quaranta
,
stava
acerbamente
rampognandogli
la
giovane
figlia
di
cui
ci
sfugge
il
nome
.
Il
sistema
di
insegnare
il
verbo
a
suon
di
nerbo
è
cattivo
sotto
tutti
i
riguardi
.
Coi
giovani
la
maniera
forte
non
va
:
da
essi
si
può
ottener
molto
di
più
con
la
dolcezza
,
perché
se
una
paziente
spiegazione
persuade
,
una
bastonata
,
o
peggio
,
una
certa
quantità
di
parolacce
,
non
fanno
che
irritare
.
Lo
sdegno
di
Antonio
Comelli
era
dunque
ragionato
e
i
Regi
Carabinieri
di
Palanzano
si
sarebbero
guardati
bene
dall
'
intervenire
nella
vicenda
familiare
se
il
nostro
uomo
non
avesse
fatto
in
modo
di
far
entrare
in
ballo
l
'
articolo
582
CPC
.
Antonio
,
infatti
,
forse
per
far
comprendere
quanto
egli
disapprovasse
certi
violenti
sistemi
di
educazione
,
prendeva
a
calci
e
a
bastonate
la
disgraziata
sorella
Teresa
,
producendole
lesioni
guaribili
in
non
meno
di
dodici
giorni
.
Per
questo
,
saputa
la
cosa
,
i
Regi
Carabinieri
provvedevano
a
mettere
al
sicuro
il
Comelli
,
il
quale
avrebbe
,
a
suo
favore
,
la
scusante
dell
'
eccessivo
amore
paterno
,
se
non
avesse
,
a
suo
sfavore
,
l
'
aggravante
di
una
condanna
a
dieci
mesi
di
reclusione
comminatagli
il
16
dicembre
1931
per
maltrattamenti
in
famiglia
.
StampaQuotidiana ,
Giuseppe
Avanzini
,
cinquantaquattrenne
e
proprietario
dello
stabile
segnalato
col
numero
diciotto
in
Piazzale
Inzani
,
se
ne
stava
verso
le
tredici
di
ieri
accudendo
alle
proprie
faccenduole
in
cucina
quando
aveva
un
improvviso
tuffo
al
cuore
.
Uno
strano
rumore
si
udiva
provenir
dal
piano
superiore
,
e
precisamente
dalla
camera
da
letto
.
L
'
Avanzini
dimentica
le
cinquantaquattro
primavere
e
in
due
salti
raggiunge
il
primo
piano
:
spalanca
la
porta
e
getta
un
urlo
:
«
Al
ladro
,
al
ladro
!
»
.
Un
intruso
sta
rovistando
nel
cassettone
.
Accorre
alle
grida
del
vecchio
un
inquilino
:
l
'
unione
fa
la
forza
,
la
porta
vien
rinchiusa
rapidamente
e
assicurata
con
ripetuti
giri
di
corda
attorno
alla
maniglia
.
Il
sorcio
è
in
trappola
e
l
'
Avanzini
può
andarsene
a
chieder
l
'
aiuto
dei
Regi
Carabinieri
dell
'
Oltretorrente
,
i
quali
non
avranno
che
da
aprir
l
'
uscio
e
agguantare
il
giovinotto
per
il
bavero
.
Quando
i
Militi
apron
la
porta
,
il
topo
è
fuggito
di
gabbia
:
ha
spuntato
le
ali
e
con
un
ardito
salto
ha
guadagnata
la
piazza
e
la
libertà
.
A
ogni
modo
rimarrà
uccel
di
bosco
per
poco
tempo
perché
si
andrà
a
costituire
spontaneamente
poche
ore
dopo
ben
sapendo
d
'
esser
stato
dall
'
Avanzini
riconosciuto
per
il
diciannovenne
Giuseppe
Cantarelli
.
Il
nostro
giovane
aveva
facilmente
potuto
introdursi
nella
camera
dell
'
Avanzini
essendo
ancora
in
possesso
di
una
chiave
della
porta
della
camera
che
egli
,
fino
a
pochi
mesi
fa
,
aveva
occupato
come
inquilino
.
StampaQuotidiana ,
Il
mattino
del
25
domenica
Mussolini
si
recò
,
come
faceva
da
quasi
21
anni
,
all
'
ufficio
,
dove
giunse
verso
le
nove
.
Nelle
prime
ore
del
mattino
erano
state
poste
in
circolazione
voci
fantastiche
sulla
seduta
del
Gran
Consiglio
,
ma
l
'
aspetto
della
città
inondata
dal
grande
sole
estivo
sembrava
abbastanza
tranquillo
.
Lo
Scorza
non
si
fece
vivo
,
ma
telefonò
per
dire
che
«
la
notte
aveva
portato
consiglio
e
che
v
'
erano
delle
resipiscenze
in
giro
»
.
«
Troppo
tardi
!
»
rispose
Mussolini
.
Infatti
,
di
lì
a
poco
,
giunse
la
famosa
lettera
di
Cianetti
,
nella
quale
egli
si
pentiva
amaramente
di
aver
votato
l
'
ordine
del
giorno
Grandi
del
quale
non
aveva
rilevato
la
gravità
,
si
dimetteva
da
Ministro
delle
Corporazioni
e
chiedeva
di
essere
immediatamente
richiamato
nella
sua
qualità
di
capitano
di
artiglieria
alpina
.
È
questa
lettera
alla
quale
Mussolini
non
diede
alcuna
risposta
che
salvò
più
tardi
la
vita
al
suo
autore
.
Grandi
sin
dalle
prime
ore
del
mattino
si
era
reso
irreperibile
e
fu
cercato
invano
.
Anche
la
M.V.S.N.
faceva
sapere
dal
Comando
che
non
c
'
erano
novità
.
Il
generale
Galbiati
fu
invitato
a
Palazzo
Venezia
,
per
le
ore
13
.
Verso
le
11
,
il
sottosegretario
all
'
Interno
Albini
portò
al
Duce
il
solito
mattinale
,
contenente
le
notizie
delle
ultime
ventiquatt
'
ore
.
Di
notevole
e
penoso
c
'
era
il
primo
grave
bombardamento
di
Bologna
.
Sbrigato
il
rapporto
,
Mussolini
domandò
ad
Albini
:
«
Perché
avete
votato
ieri
sera
l
'
ordine
del
giorno
Grandi
?
Voi
siete
ospite
,
non
membro
del
Gran
Consiglio
»
.
Il
piccolo
Albini
parve
imbarazzato
dalla
domanda
,
arrossì
e
si
profuse
in
enfatiche
dichiarazioni
di
questo
genere
:
«
Posso
avere
commesso
un
errore
,
ma
nessuno
può
mettere
nel
minimo
dubbio
la
mia
assoluta
devozione
a
voi
,
devozione
che
non
è
di
oggi
,
ma
di
sempre
»
.
E
si
allontanò
con
la
sua
livida
faccia
di
autentico
traditore
,
che
implorerà
invano
un
posto
da
Badoglio
facendo
lunghe
anticamere
e
offrendosi
per
ogni
basso
servigio
.
Poco
dopo
,
Mussolini
incaricò
il
suo
segretario
particolare
di
telefonare
al
generale
Puntoni
per
sapere
a
quale
ora
del
pomeriggio
il
re
sarebbe
stato
disposto
a
ricevere
il
Capo
del
Governo
,
aggiungendo
che
si
sarebbe
recato
all
'
incontro
in
abito
civile
.
Il
generale
Puntoni
rispose
che
il
re
avrebbe
ricevuto
Mussolini
a
Villa
Ada
alle
ore
17
.
Il
Segretario
del
Partito
si
fece
nuovamente
vivo
con
questa
comunicazione
:
«
Ecco
la
lettera
che
proporrei
di
inviare
ai
componenti
del
Gran
Consiglio
:
Il
Duce
mi
incarica
di
comunicarti
che
,
avendo
convocato
il
Gran
Consiglio
secondo
quanto
dispone
la
legge
9
dicembre
1928
per
consultarlo
sull
'
attuale
situazione
politica
,
ha
preso
atto
dei
vari
ordini
del
giorno
presentati
e
delle
tue
dichiarazioni
»
.
Sembra
,
da
questa
comunicazione
,
che
non
fu
praticamente
trasmessa
e
sarebbe
stato
inutile
farlo
,
che
lo
Scorza
prevedesse
uno
sviluppo
normale
della
situazione
stessa
.
Verso
le
13
,
accompagnato
dal
sottosegretario
Bastianini
,
giunse
a
Palazzo
Venezia
l
'
ambasciatore
del
Giappone
,
Hidaka
,
al
quale
Mussolini
fece
una
relazione
sul
convegno
di
Feltre
.
Il
colloquio
durò
circa
un
'
ora
.
Alle
14
il
Duce
,
accompagnato
dal
generale
Galbiati
,
si
recò
a
visitare
il
quartiere
Tiburtino
,
che
era
stato
particolarmente
devastato
dall
'
incursione
terroristica
del
19
luglio
.
Il
Duce
venne
circondato
dalla
folla
dei
sinistrati
e
acclamato
.
Alle
15
rientrò
a
Villa
Torlonia
.
Alle
16,50
giunse
a
Villa
Torlonia
il
segretario
particolare
e
Mussolini
si
recò
con
lui
a
Villa
Ada
.
Il
Duce
era
assolutamente
tranquillo
.
Egli
portò
con
sé
un
libro
contenente
la
legge
del
Gran
Consiglio
,
la
lettera
del
Cianetti
e
altre
carte
,
dalle
quali
risultava
che
l
'
ordine
del
giorno
del
Gran
Consiglio
non
impegnava
nessuno
,
data
la
funzione
consultiva
dell
'
organo
stesso
.
Mussolini
pensava
che
il
re
gli
avrebbe
ritirato
la
delega
del
10
giugno
1940
,
riguardante
il
comando
delle
Forze
armate
,
delega
che
il
Duce
aveva
già
da
tempo
in
animo
di
restituire
.
Mussolini
entrò
quindi
a
Villa
Ada
con
l
'
animo
assolutamente
sgombro
da
ogni
prevenzione
,
in
uno
stato
che
visto
a
distanza
potrebbe
chiamarsi
di
vera
e
propria
ingenuità
.
Alle
17
in
punto
l
'
auto
entrò
dai
cancelli
spalancati
della
Salaria
.
C
'
era
in
giro
e
nell
'
interno
un
rinforzo
di
carabinieri
,
ma
la
cosa
non
parve
eccezionale
.
Il
re
,
vestito
da
Maresciallo
,
era
sulla
porta
della
villa
.
Nell
'
interno
del
vestibolo
stazionavano
due
ufficiali
.
Entrati
nel
salotto
,
il
re
,
in
uno
stato
di
anormale
agitazione
,
coi
tratti
del
viso
sconvolti
,
con
parole
mozze
,
disse
quanto
segue
:
«
Caro
Duce
,
le
cose
non
vanno
più
.
L
'
Italia
è
in
"
tocchi
"
.
L
'
Esercito
è
moralmente
a
terra
.
I
soldati
non
vogliono
più
battersi
.
Gli
alpini
cantano
una
canzone
nella
quale
dicono
che
non
vogliono
più
fare
la
guerra
per
conto
di
Mussolini
»
(
il
re
ripeté
in
dialetto
piemontese
i
versi
della
canzone
)
.
«
Il
voto
del
Gran
Consiglio
è
tremendo
.
Diciannove
voti
per
l
'
ordine
del
giorno
Grandi
:
fra
di
essi
quattro
Collari
dell
'
Annunziata
.
Voi
non
vi
illudete
certamente
sullo
stato
d
'
animo
degli
Italiani
nei
vostri
riguardi
.
In
questo
momento
voi
siete
l
'
uomo
più
odiato
d
'
Italia
.
Voi
non
potete
contare
più
su
di
un
solo
amico
.
Uno
solo
vi
è
rimasto
,
io
.
Per
questo
vi
dico
che
non
dovete
avere
preoccupazioni
per
la
vostra
incolumità
personale
che
farò
proteggere
.
Ho
pensato
che
l
'
uomo
della
situazione
è
,
in
questo
momento
,
il
Maresciallo
Badoglio
.
Egli
comincerà
col
formare
un
Ministero
di
funzionari
,
per
l
'
amministrazione
e
per
continuare
la
guerra
.
Fra
sei
mesi
vedremo
.
Tutta
Roma
è
già
a
conoscenza
dell
'
ordine
del
giorno
del
Gran
Consiglio
e
tutti
attendono
un
cambiamento
»
.
Mussolini
rispose
:
«
Voi
prendete
una
decisione
di
una
gravità
estrema
.
La
crisi
in
questo
momento
significa
far
credete
al
popolo
che
la
pace
è
in
vista
,
dal
momento
che
viene
allontanato
l
'
uomo
che
ha
dichiarato
la
guerra
.
Il
colpo
al
morale
dell
'
Esercito
sarà
serio
.
Se
i
soldati
alpini
o
no
non
vogliono
più
fare
la
guerra
per
Mussolini
non
ha
importanza
,
purché
siano
disposti
a
farla
per
voi
.
La
crisi
sarà
considerata
un
trionfo
del
binomio
Churchill
-
Stalin
,
soprattutto
di
quest
'
ultimo
che
vede
il
ritiro
di
un
antagonista
da
venti
anni
in
lotta
contro
di
lui
.
Mi
rendo
conto
dell
'
odio
del
popolo
.
Non
ho
avuto
difficoltà
a
riconoscerlo
stanotte
in
pieno
Gran
Consiglio
.
Non
si
governa
così
a
lungo
e
non
si
impongono
tanti
sacrifici
senza
che
ciò
provochi
risentimenti
più
o
meno
fugaci
e
duraturi
.
Ad
ogni
modo
io
auguro
buona
fortuna
all
'
uomo
che
prenderà
in
mano
la
situazione
»
.
Erano
esattamente
le
17
e
20
quando
il
re
accompagnò
Mussolini
sulla
soglia
della
casa
.
Era
livido
e
sembrava
ancora
più
piccolo
,
quasi
rattrapito
.
Strinse
la
mano
a
Mussolini
e
rientrò
.
Mussolini
scese
la
breve
scalinata
e
avanzò
verso
la
sua
automobile
.
A
un
tratto
un
capitano
dei
carabinieri
lo
fermò
e
gli
disse
testualmente
:
«
S
.
M
.
mi
incarica
di
proteggere
la
vostra
persona
»
.
Mussolini
fece
ancora
atto
di
dirigersi
verso
la
sua
macchina
,
ma
il
capitano
,
indicando
un
'
auto
-
ambulanza
che
stazionava
vicino
,
gli
disse
:
«
No
.
Bisogna
salire
qui
»
.
Mussolini
montò
sull
'
auto
-
ambulanza
e
con
lui
il
segretario
De
Cesare
.
Insieme
col
capitano
salirono
un
tenente
,
tre
carabinieri
e
due
agenti
in
borghese
che
si
misero
sullo
sportello
d
'
ingresso
,
armati
con
fucili
-
mitragliatori
.
Chiuso
lo
sportello
,
l
'
auto
-
ambulanza
partì
a
grande
velocità
.
Mussolini
pensava
sempre
che
tutto
ciò
accadesse
per
proteggere
,
come
aveva
detto
il
re
,
la
sua
"
incolumità
personale
"
.
Dopo
una
mezz
'
ora
di
corsa
,
l
'
auto
-
ambulanza
si
fermò
a
una
caserma
di
carabinieri
.
La
palazzina
aveva
le
finestre
chiuse
,
ma
Mussolini
poté
vedere
che
era
circondata
da
sentinelle
con
baionetta
inastata
,
mentre
un
ufficiale
sedette
in
permanenza
nella
stanza
attigua
.
Qui
Mussolini
restò
circa
un
'
ora
e
quindi
,
sempre
nell
'
auto
-
ambulanza
,
fu
portato
nella
caserma
allievi
-
carabinieri
.
Erano
le
19
.
Il
vice
-
comandante
della
Scuola
parve
emozionato
quando
lo
vide
arrivare
ed
ebbe
parole
generiche
di
simpatia
.
In
seguito
fu
accompagnato
nella
stanza
adibita
ad
ufficio
del
comandante
la
Scuola
,
colonnello
Tabellini
,
mentre
nella
stanzetta
vicina
si
mise
di
guardia
un
ufficiale
.
Nelle
ore
della
sera
alcuni
ufficiali
dei
carabinieri
si
recarono
a
trovare
Mussolini
.
Fra
gli
altri
il
Chirico
,
Bonitatibus
,
Santillo
,
coi
quali
si
parlò
di
cose
generiche
.
Fu
detto
che
si
trattava
sempre
di
proteggerlo
e
che
era
stato
affidato
precisamente
all
'
Arma
questo
delicatissimo
mandato
.
Mussolini
non
toccò
cibo
.
Chiesto
di
uscire
,
egli
fu
accompagnato
da
un
ufficiale
lungo
il
corridoio
.
Mussolini
notò
allora
che
ben
tre
carabinieri
montavano
di
sentinella
alla
porta
dell
'
ufficio
situato
al
secondo
piano
.
Fu
allora
che
meditando
nella
stanza
si
affacciò
per
la
prima
volta
alla
mente
di
Mussolini
il
dubbio
:
protezione
o
cattura
?
Che
si
complottasse
in
taluni
ambienti
contro
la
vita
del
Duce
era
noto
anche
alla
Polizia
.
La
quale
però
specialmente
sotto
la
gestione
veramente
infelice
di
Chierici
affermava
trattarsi
di
tendenze
velleitarie
,
di
pratico
non
essendovi
niente
.
Tutto
si
riduceva
a
espressioni
di
un
comprensibile
malcontento
.
Vale
la
pena
di
aprire
una
parentesi
per
fissare
che
la
nomina
del
Chierici
a
capo
della
Polizia
fu
particolarmente
patrocinata
dall
'
Albini
.
Ma
Mussolini
si
chiedeva
:
quale
minaccia
alla
mia
vita
può
sussistere
in
una
caserma
,
dove
stanno
ben
duemila
allievi
-
carabinieri
?
Come
potrebbero
i
congiurati
raggiungermi
?
Come
potrebbe
il
"
furore
popolare
"
fare
altrettanto
?
Verso
le
23
Mussolini
spense
il
lume
,
mentre
rimase
acceso
quello
della
stanza
attigua
dove
vegliava
in
permanenza
un
ufficiale
che
non
rispondeva
mai
allo
squillo
del
telefono
.
Alle
ore
una
del
giorno
26
,
il
tenente
colonnello
Chirico
entrò
nella
stanza
del
Duce
e
gli
disse
:
«
È
giunto
in
questo
momento
il
generale
Ferone
che
reca
un
messaggio
del
Maresciallo
Badoglio
per
voi
»
.
Mussolini
si
alzò
ed
entrò
nella
stanza
attigua
.
Egli
aveva
in
Albania
conosciuto
il
generale
Ferone
,
il
quale
aveva
una
strana
aria
di
soddisfazione
.
La
lettera
del
Maresciallo
Badoglio
,
contenuta
in
una
busta
verde
intestata
"
Ministero
della
Guerra
"
,
aveva
questo
indirizzo
,
di
pugno
del
Maresciallo
:
Al
Cavaliere
Sig
.
Benito
Mussolini
»
diceva
:
«
Eccellenza
il
Cavaliere
Benito
Mussolini
.
-
Il
sottoscritto
Capo
del
Governo
tiene
a
far
sapere
a
V
.
E
.
che
quanto
è
stato
eseguito
nei
Vostri
riguardi
è
unicamente
dovuto
al
Vostro
personale
interesse
,
essendo
giunte
da
più
parti
precise
segnalazioni
di
un
serio
complotto
contro
la
Vostra
Persona
.
Spiacente
di
questo
,
tiene
a
farVi
sapere
che
è
pronto
a
dare
ordini
per
il
Vostro
sicuro
accompagnamento
,
con
i
dovuti
riguardi
,
nella
località
che
vorrete
indicare
.
-
Il
Capo
del
Governo
:
Maresciallo
Badoglio
»
.
Questa
lettera
,
di
una
perfidia
unica
nella
storia
,
aveva
lo
scopo
di
convincere
Mussolini
che
la
parola
del
re
circa
l
'
incolumità
personale
sarebbe
stata
rispettata
e
che
la
crisi
non
sarebbe
uscita
dall
'
orbita
del
Regime
,
cioè
del
Fascismo
,
perché
Badoglio
aveva
dato
troppe
volte
esplicita
solenne
adesione
al
Partito
,
nel
quale
era
regolarmente
iscritto
insieme
con
tutti
i
membri
della
famiglia
,
moglie
compresa
;
aveva
ricoperto
troppe
alte
cariche
nel
Regime
;
aveva
assolto
mandati
politico
-
militari
troppo
importanti
;
aveva
accettato
troppi
onori
e
quattrini
,
che
tutto
era
possibile
pensare
meno
l
'
ipotesi
del
tradimento
preparato
e
macchinato
da
mesi
e
forse
dall
'
epoca
del
suo
allontanamento
dalla
carica
di
capo
di
S
.
M
.
generale
.
Aveva
anche
accettato
di
servire
il
Regime
nel
Consiglio
Nazionale
delle
Ricerche
dove
,
di
effettivo
,
non
aveva
fatto
un
bel
nulla
salvo
una
apparizione
mattutina
per
leggere
i
giornali
.
Dal
momento
in
cui
entrò
nella
caserma
degli
allievi
-
carabinieri
,
Mussolini
non
ebbe
più
notizie
del
mondo
.
Gli
fu
detto
soltanto
che
il
re
aveva
fatto
un
proclama
,
che
un
altro
ne
aveva
fatto
Badoglio
con
la
dichiarazione
sulla
continuazione
della
guerra
,
che
la
città
era
calma
e
che
il
popolo
riteneva
oramai
vicina
la
pace
.
Dopo
avere
letto
la
missiva
di
Badoglio
,
Mussolini
dettò
al
generale
Ferone
,
che
li
scrisse
di
sua
mano
sopra
un
foglio
di
carta
,
i
seguenti
punti
:
«
26
luglio
1943
-
ore
una
.
«
1°
-
Desidero
ringraziare
il
Maresciallo
d
'
Italia
Badoglio
per
le
attenzioni
che
ha
voluto
riservare
alla
mia
persona
.
«
2°
-
Unica
residenza
di
cui
posso
disporre
è
la
Rocca
delle
Caminate
dove
sono
disposto
a
trasferirmi
in
qualsiasi
momento
.
«
3°
-
Desidero
assicurare
il
Maresciallo
Badoglio
,
anche
in
ricordo
del
lavoro
in
comune
svolto
in
altri
tempi
,
che
da
parte
mia
non
solo
non
gli
verranno
create
difficoltà
di
sorta
,
ma
sarà
data
ogni
possibile
collaborazione
.
«
4°
-
Sono
contento
della
decisione
presa
di
continuare
la
guerra
cogli
alleati
,
così
come
l
'
onore
e
gli
interessi
della
Patria
in
questo
momento
esigono
,
e
faccio
voti
che
il
successo
coroni
il
grave
compito
al
quale
il
Maresciallo
Badoglio
si
accinge
per
ordine
e
in
nome
di
S
.
M
.
il
re
,
del
quale
durante
21
anni
sono
stato
leale
servitore
e
tale
rimango
.
Viva
l
'
Italia
!
»
.
Questa
è
la
sola
e
indiretta
missiva
mandata
al
Badoglio
.
Mussolini
non
ha
mai
mandato
parola
alcuna
o
cenno
al
re
.
Con
questa
risposta
,
che
Badoglio
non
osò
mai
rendere
di
pubblica
ragione
limitandosi
a
farne
dare
nei
suoi
ambienti
una
mutilata
versione
orale
,
Mussolini
mostrava
di
credere
in
buona
fede
che
Badoglio
,
pur
modificando
il
Governo
,
non
avrebbe
cambiato
la
politica
generale
dominata
dalla
guerra
.
Partito
il
generale
Ferone
,
Mussolini
si
ritirò
e
vegliò
sino
alle
prime
ore
del
mattino
.
Durante
tutta
la
giornata
del
lunedì
continuò
quella
che
potrebbe
chiamarsi
la
commedia
della
"
residenza
privata
"
.
Più
volte
durante
la
giornata
vennero
a
dire
che
la
residenza
della
Rocca
era
ottima
dal
punto
di
vista
della
"
incolumità
personale
"
di
Mussolini
;
che
il
generale
dei
carabinieri
di
Bologna
vi
aveva
già
fatto
un
sopraluogo
e
confermava
che
come
"
sicurezza
"
la
Rocca
si
prestava
benissimo
e
che
si
attendeva
una
parola
definitiva
per
stabilire
le
modalità
della
partenza
,
magari
in
volo
.
Così
trascorse
tutta
la
giornata
,
senza
altre
notizie
.
Si
disse
soltanto
che
a
Villa
Torlonia
tutto
era
calmo
,
ed
era
falso
.
Alla
sera
,
il
maggiore
Bonitatibus
preparò
,
sempre
nella
stanza
del
colonnello
Tabellini
,
il
letto
da
campo
.
Anche
per
tutta
la
mattinata
di
martedì
27
continuò
la
commedia
della
"
imminente
partenza
"
che
non
avveniva
mai
.
C
'
era
però
,
in
giro
,
un
'
accentuata
vigilanza
.
Alle
19
entrarono
nel
cortile
della
caserma
in
fondo
alla
quale
sul
muro
si
leggevano
a
grandi
lettere
i
famosi
verbi
"
credere
,
obbedire
,
combattere
"
un
plotone
di
carabinieri
e
uno
di
metropolitani
che
si
piazzarono
vicino
a
un
gruppo
di
autocarri
.
Verso
le
20
giunsero
alcune
vetture
automobili
con
un
gruppo
di
ufficiali
.
A
un
certo
punto
un
ufficiale
,
portatosi
nel
mezzo
del
cortile
,
gridò
agli
allievi
i
quali
affollavano
le
ringhiere
attratti
dall
'
arrivo
insolito
di
tante
macchine
:
«
Tutti
nelle
camerate
!
Chiudere
le
finestre
!
»
.
La
sera
era
già
calata
,
quando
un
ufficiale
entrò
nella
stanza
e
disse
a
Mussolini
:
È
venuto
l
'
ordine
di
partire
!
Mussolini
discese
accompagnato
da
un
gruppo
di
ufficiali
dai
quali
,
giunto
al
pianterreno
,
si
accomiatò
,
e
mentre
stava
per
salire
nella
macchina
un
generale
si
presentò
con
queste
parole
:
Generale
di
brigata
Pòlito
,
capo
della
Polizia
militare
del
Comando
Supremo
!
Mussolini
non
domandò
nulla
,
convinto
che
la
meta
del
viaggio
notturno
fosse
la
Rocca
delle
Caminate
.
Le
tendine
erano
abbassate
,
ma
non
i
vetri
;
da
uno
spiraglio
,
Mussolini
si
avvide
che
la
macchina
passava
davanti
all
'
ospedale
di
Santo
Spirito
.
Non
si
andava
dunque
verso
la
Flaminia
,
ma
verso
l
'
Appia
.
Agli
innumerevoli
posti
di
blocco
i
carabinieri
,
avvertiti
dalle
staffette
,
si
limitavano
a
far
rallentare
un
poco
la
corsa
della
macchina
.
Giunto
all
'
imbocco
della
grande
strada
per
Albano
,
Mussolini
domandò
:
Dove
andiamo
?
Verso
il
sud
.
Non
alla
Rocca
?
È
venuto
un
altro
ordine
.
Ma
voi
chi
siete
?
Io
ho
conosciuto
in
altri
tempi
un
ispettore
di
P
.
S
.
che
si
chiamava
Pòlito
.
Sono
io
.
-
Come
siete
diventato
generale
?
Per
equiparazione
di
grado
.
L
'
ispettore
di
P
.
S
.
Pòlito
era
ben
noto
a
Mussolini
.
Egli
aveva
effettuato
,
durante
gli
anni
del
Regime
,
alcune
brillanti
operazioni
come
la
cattura
di
Cesare
Rossi
a
Campione
e
la
liquidazione
della
banda
Pintor
in
Sardegna
.
Il
Pòlito
durante
il
viaggio
narrò
molti
interessanti
e
anche
inediti
particolari
sulle
due
operazioni
.
Dopo
Cisterna
la
macchina
rallentò
la
sua
corsa
.
I
discorsi
cessarono
.
Il
Pòlito
,
che
aveva
continuamente
fumato
,
abbassò
il
vetro
e
chiamò
il
colonnello
dei
carabinieri
Pelaghi
per
sapere
dove
erano
.
Vicino
a
Gaeta
,
rispose
.
È
Gaeta
la
mia
nuova
residenza
?
chiese
Mussolini
.
Forse
dove
fu
relegato
Mazzini
?
Troppo
onore
.
Non
è
ancora
stabilito
!
ribatté
Pòlito
.
Giunti
a
Gaeta
deserta
un
uomo
si
fece
incontro
agitando
una
lampadina
.
La
vettura
si
fermò
e
un
ufficiale
di
Marina
disse
:
Al
molo
Ciano
!
Ivi
attendeva
l
'
ammiraglio
Maugeri
che
accompagnò
Mussolini
alla
corvetta
Persefone
.
Di
lì
a
poco
levò
le
ancore
.
Già
albeggiava
.
Mussolini
scese
nella
cabina
insieme
con
gli
ufficiali
che
lo
scortavano
.
In
vista
dell
'
isola
di
Ventotene
,
a
giorno
fatto
,
la
corvetta
si
fermò
,
l
'
ispettore
Pòlito
scese
per
vedere
se
l
'
isola
fosse
conveniente
per
ospitare
Mussolini
.
Di
lì
a
poco
tornò
e
lo
escluse
.
Nell
'
isola
c
'
era
un
presidio
germanico
.
La
corvetta
proseguì
allora
per
l
'
isola
di
Ponza
,
dove
,
entrata
nella
rada
,
gettò
le
ancore
alle
ore
13
del
giorno
28
luglio
.
Pòlito
venne
verso
Mussolini
e
indicandogli
una
casa
verdastra
,
semi
-
nascosta
da
grandi
pescherecci
in
disarmo
,
disse
:
«
Quello
è
il
vostro
domicilio
temporaneo
!
»
.
Intanto
non
si
sa
per
quale
fenomeno
tutte
le
finestre
e
i
balconi
si
erano
gremiti
di
uomini
e
donne
armati
di
binoccoli
che
seguivano
la
barca
che
si
dirigeva
verso
terra
.
In
un
baleno
tutta
l
'
isola
conobbe
l
'
arrivo
.
Verso
sera
,
alcune
persone
del
luogo
vennero
a
salutare
Mussolini
.
I
pescatori
di
Terracina
gli
mandarono
un
dono
.
In
genere
non
c
'
era
nell
'
atteggiamento
degli
isolani
niente
che
ricordasse
il
"
furore
popolare
"
,
ma
poi
con
l
'
arrivo
di
altri
agenti
la
vigilanza
fu
rinforzata
ed
ogni
contatto
col
mondo
esterno
precluso
.
A
Ponza
,
Mussolini
si
rese
conto
della
miserabile
congiura
che
lo
avevano
eliminato
e
si
persuase
che
tutto
ciò
avrebbe
condotto
alla
capitolazione
e
alla
sua
consegna
al
nemico
.
Le
giornate
di
Ponza
erano
lunghe
.
Nuovi
ufficiali
vennero
:
il
tenente
colonnello
Meoli
e
il
sottotenente
Elio
di
Lorenzo
,
nonché
il
maresciallo
Antichi
.
Il
presidio
,
data
anche
la
presenza
di
confinati
italiani
e
di
internati
balcanici
,
fu
rinforzato
.
Fu
concesso
a
Mussolini
di
prendere
due
bagni
in
posizione
approntata
e
ben
vigilata
.
Niente
giornali
.
Un
solo
telegramma
di
Gòring
,
eloquente
.
Mussolini
trascorse
le
giornate
di
Ponza
in
perfetta
solitudine
,
traducendo
in
tedesco
le
Odi
barbare
di
Carducci
e
leggendo
la
Vita
di
Gesù
di
Giuseppe
Ricciotti
,
che
poi
lasciò
in
dono
al
parroco
dell
'
isola
.
Ponza
non
può
essere
certamente
paragonata
a
Ischia
e
meno
ancora
a
Capri
.
Tuttavia
ha
una
sua
rusticana
bellezza
e
,
anche
dal
punto
di
vista
della
prigionia
,
una
storia
.
Uno
che
se
ne
intende
fece
sapere
a
Mussolini
che
sin
dall
'
antichità
vi
erano
stati
relegati
illustri
personaggi
come
Agrippina
,
la
madre
di
Nerone
,
Giulia
,
la
figlia
di
Augusto
,
e
,
per
compenso
,
una
santa
come
Flavia
Domitilla
e
anche
,
nel
538
,
un
papa
,
San
Silvestro
Martire
.
Poi
,
saltando
a
piè
pari
alcuni
secoli
,
i
moderni
come
Torrigiani
,
Gran
Maestro
della
Massoneria
,
il
generale
Bencivenga
,
l
'
ing
.
Bordiga
e
finalmente
ultimo
della
serie
e
modernissimo
il
Ras
Imerù
con
un
immancabile
Degiac
abissino
!
StampaQuotidiana ,
Era
l
'
una
di
notte
del
7
agosto
,
quando
il
maresciallo
Antichi
si
precipitò
nella
stanza
di
Mussolini
,
gridando
:
Pericolo
immediato
!
Bisogna
partire
!
Veramente
,
sin
dalle
prime
ore
della
notte
erano
state
notate
quasi
ininterrotte
segnalazioni
luminose
sulla
collina
antistante
,
per
cui
si
poteva
pensare
che
qualche
cosa
di
nuovo
fosse
nell
'
aria
.
Mussolini
raccolse
le
sue
poche
cose
e
,
accompagnato
dalla
scorta
armata
,
si
diresse
sulla
spiaggia
,
dove
un
grosso
barcone
attendeva
.
La
sagoma
di
una
nave
da
guerra
si
stagliava
in
fondo
verso
l
'
entrata
della
rada
.
Mussolini
salì
a
bordo
e
vi
trovò
nuovamente
l
'
ammiraglio
Maugeri
come
sulla
Persefone
.
Discese
,
come
al
solito
,
nella
cabina
dell
'
ammiraglio
,
seguito
da
Meoli
,
Di
Lorenzo
e
Antichi
.
Il
bastimento
era
il
Pantera
,
già
francese
.
Verso
l
'
alba
le
ancore
furono
levate
.
L
'
equipaggio
era
tutto
in
coperta
.
Quelli
che
non
erano
di
guardia
dormivano
.
Verso
le
otto
si
levò
un
mare
molto
grosso
,
ma
il
Pantera
lo
teneva
benissimo
.
Ci
furono
anche
due
allarmi
per
passaggio
di
aerei
nemici
,
ma
senza
conseguenze
.
Il
Duce
scambiò
qualche
parola
con
il
comandante
in
seconda
,
un
ufficiale
della
Spezia
,
dal
quale
apprese
che
Badoglio
aveva
sciolto
il
Partito
.
Solo
dopo
quattro
ore
di
navigazione
Mussolini
seppe
che
meta
del
viaggio
era
La
Maddalena
.
Di
lì
a
poco
cominciaro
a
profilarsi
nella
foschia
le
linee
della
Sardegna
.
Verso
le
ore
14
Mussolini
sbarcò
e
fu
consegnato
all
'
ammiraglio
Bruno
Brivonesi
,
comandante
la
base
marittima
.
Questo
ammiraglio
sposato
a
una
inglese
aveva
subito
un
procedimento
per
la
distruzione
di
un
intero
convoglio
di
ben
sette
navi
mercantili
,
più
tre
unità
da
guerra
:
convoglio
importantissimo
,
scortato
da
ben
dodici
unità
da
guerra
,
fra
cui
due
"
diecimila
"
,
e
affondato
al
completo
da
quattro
incrociatori
leggeri
inglesi
con
pochi
minuti
di
fuoco
,
senza
subire
la
minima
perdita
.
L
'
inchiesta
condotta
dalle
autorità
della
Marina
con
evidente
negligenza
non
portò
che
a
sanzioni
di
carattere
interno
contro
questo
ammiraglio
,
direttamente
responsabile
della
perdita
di
dieci
navi
e
di
parecchie
centinaia
di
uomini
.
Gli
fu
tolto
il
comando
e
,
dopo
qualche
tempo
,
assegnato
a
un
comando
territoriale
alla
Maddalena
.
L
'
incontro
fra
Mussolini
e
lui
non
poteva
essere
e
non
fu
molto
cordiale
.
La
casa
destinata
a
Mussolini
era
situata
fuori
del
paese
,
su
un
'
altura
circondata
da
un
parco
abbastanza
folto
di
pini
.
Villa
costruita
da
un
inglese
,
tale
Webber
,
il
quale
,
caso
strano
!
fra
tutte
le
località
del
mondo
dove
avrebbe
potuto
stabilirsi
,
aveva
scelto
proprio
l
'
isola
più
arida
e
solitaria
fra
tutte
quelle
che
circondano
al
nord
la
Sardegna
.
Intelligence
Service
?
Forse
.
Il
soggiorno
alla
Maddalena
fu
abbastanza
lungo
e
la
solitudine
ancora
più
rigorosa
.
Nessun
civile
era
nell
'
isola
già
sfollata
dopo
il
bombardamento
del
maggio
,
che
aveva
provocato
danni
ingentissimi
alla
base
e
l
'
affondamento
di
due
unità
di
medio
tonnellaggio
.
Bombardamento
misterioso
,
con
precisa
conoscenza
degli
obiettivi
.
Si
vedevano
ancora
i
relitti
delle
grandi
navi
affondate
.
Dal
balcone
della
casa
lo
sguardo
spaziava
oltre
la
rada
verso
i
monti
della
Gallura
,
glabri
e
puntuti
,
che
ricordano
un
poco
le
Dolomiti
.
Fu
concesso
a
Mussolini
di
scrivere
.
Pare
abbia
fatto
delle
annotazioni
quotidiane
di
carattere
filosofico
,
letterario
,
politico
,
ma
questa
specie
di
diario
non
lo
si
è
più
trovato
.
Alla
Maddalena
fu
rinforzata
la
vigilanza
.
Ben
cento
uomini
fra
carabinieri
e
agenti
vigilavano
notte
e
giorno
la
casa
Webber
,
casa
dalla
quale
Mussolini
uscì
una
volta
sola
per
una
breve
passeggiata
per
il
bosco
,
accompagnato
dal
maresciallo
.
Le
giornate
caldissime
trascorrevano
monotone
,
senza
la
minima
notizia
dal
mondo
esterno
.
Solo
verso
il
20
agosto
fu
concesso
al
prigioniero
di
ricevere
dall
'
ufficio
della
base
il
bollettino
di
guerra
.
La
relegazione
era
quasi
assoluta
ma
non
sembrava
ancora
sufficiente
al
generale
di
corpo
d
'
armata
Antonio
Basso
,
comandante
delle
Forze
armate
in
Sardegna
,
il
quale
in
data
11
agosto
così
scriveva
al
ministro
segretario
di
Stato
generale
Sorice
:
«
Ho
appreso
la
recente
dimora
alla
Maddalena
di
un
alto
personaggio
residente
in
una
villa
prospiciente
la
rada
.
Faccio
presente
che
in
quelle
acque
esistono
numerosi
mezzi
navali
alleati
(
e
pochissimi
nostri
)
adibiti
al
traffico
marittimo
con
la
Corsica
ed
alla
difesa
della
base
logistica
alleata
di
Palau
»
.
«
Questa
situazione
può
non
far
escludere
la
possibilità
di
inconvenienti
.
«
Reputerei
più
conveniente
che
il
personaggio
fosse
trasferito
altrove
e
,
ove
forzatamente
debba
permanere
nelle
isole
,
in
uno
dei
paesi
montani
interni
della
Sardegna
dove
la
sorveglianza
potrebbe
essere
più
assoluta
e
rigorosa
»
.
A
margine
di
questo
foglio
,
scritta
con
lapis
rosso
,
si
legge
la
seguente
annotazione
:
"
bella
scoperta
.
B
.
"
.
Unica
sorpresa
,
il
dono
del
Führer
,
una
mirabile
edizione
completa
delle
opere
di
Nietzsche
in
24
volumi
con
una
dedica
autografa
.
Una
vera
meraviglia
dell
'
editoria
tedesca
.
Il
dono
era
accompagnato
da
una
lettera
del
Maresciallo
Kesselring
che
diceva
:
«
Duce
,
per
incarico
del
Führer
vi
rimetto
,
mediante
la
benevola
intercessione
di
S
.
E
.
il
Maresciallo
d
'
Italia
Badoglio
,
il
regalo
del
Führer
per
il
vostro
compleanno
.
«
Il
Führer
si
stimerà
felice
se
questa
grande
opera
della
letteratura
tedesca
vi
recherà
,
Duce
,
un
po
'
di
gioia
e
se
voi
vorrete
considerarla
come
espressione
del
personale
attaccamento
del
Führer
.
«
Aggiungo
i
miei
personali
ossequi
.
-
Feldmaresciallo
Kesselring
.
Quartier
generale
,
7
agosto
1943
»
.
Mussolini
ebbe
il
tempo
di
leggere
i
primi
quattro
volumi
,
contenenti
le
poesie
giovanili
di
Nietzsche
bellissime
e
i
primi
lavori
di
filologia
sulle
lingue
latina
e
greca
che
il
pensatore
tedesco
possedeva
al
pari
della
sua
materna
.
Un
'
altra
sorpresa
fu
una
sera
verso
le
20
l
'
apparizione
improvvisa
di
un
apparecchio
tedesco
dalla
Corsica
,
il
quale
volò
bassissimo
sulla
casa
,
forse
a
cinquanta
metri
,
tanto
che
Mussolini
poté
vedere
il
volto
del
pilota
e
fargli
un
cenno
di
saluto
.
Mussolini
pensò
che
questo
volo
avrebbe
provocato
la
partenza
dalla
Maddalena
.
Infatti
,
la
sera
del
27
agosto
,
il
capitano
Faiola
,
che
dal
10
aveva
sostituito
il
Meoli
,
annunciò
:
Domattina
si
parte
!
Un
apparecchio
della
Croce
Rossa
era
,
da
qualche
ora
,
ormeggiato
nella
rada
,
quasi
di
fronte
alla
casa
Webber
.
Alle
ore
quattro
del
giorno
28
Mussolini
fu
svegliato
,
e
discese
verso
il
porto
.
Salì
sull
'
apparecchio
,
che
decollò
abbastanza
faticosamente
perché
era
sovraccarico
ed
ebbe
bisogno
di
molto
spazio
primo
di
sollevarsi
dall
'
acqua
.
Dopo
un
'
ora
e
mezzo
l
'
apparecchio
ammarava
a
Vigna
di
Valle
sul
Lago
di
Bracciano
.
Ivi
attendevano
un
maggiore
dei
carabinieri
e
l
'
ispettore
di
P
.
S
.
Gueli
,
nonché
la
solita
auto
-
ambulanza
,
la
quale
,
per
la
Cassia
,
si
diresse
verso
Roma
,
ma
giunta
alla
circonvallazione
deviò
a
sinistra
e
si
diresse
verso
la
Flaminia
,
imboccata
la
quale
,
dopo
il
ponte
di
ferro
sul
Tevere
,
apparve
chiaro
che
si
andava
verso
la
Sabina
.
Strada
ben
nota
al
Duce
da
quando
aveva
"
scoperto
"
il
Terminillo
,
divenuto
poi
la
"
Montagna
di
Roma
"
.
Superate
Rieti
e
Città
Ducale
,
nei
pressi
dell
'
Aquila
il
viaggio
fu
interrotto
da
un
allarme
aereo
.
Tutti
scesero
dall
'
auto
-
ambulanza
.
Una
squadriglia
di
apparecchi
nemici
volava
tanto
alta
che
appena
si
distingueva
.
Ma
quel
che
accadeva
durante
l
'
allarme
dava
la
netta
impressione
che
l
'
Esercito
si
avviasse
al
disfacimento
.
Gruppi
di
soldati
,
scamiciati
,
fuggivano
da
ogni
parte
,
gridando
,
imitati
dalla
folla
.
Gli
ufficiali
facevano
altrettanto
.
Spettacolo
pietoso
.
Cessato
l
'
allarme
la
vettura
riprese
la
corsa
,
ma
poco
dopo
l
'
Aquila
si
fermò
per
lieve
avaria
al
motore
.
Abbassati
i
finestrini
dell
'
auto
-
ambulanza
,
un
uomo
si
avvicinò
al
Duce
e
gli
disse
:
«
Io
sono
un
fascista
di
Bologna
.
Hanno
cancellato
tutto
.
Però
non
dura
.
Il
nuovo
Governo
ha
disgustato
,
perché
non
ha
dato
la
pace
»
.
Attraversato
il
paese
di
Assergi
,
il
corteo
giunse
alla
stazione
di
partenza
della
funicolare
del
Gran
Sasso
.
Una
villetta
accolse
Mussolini
e
i
suoi
guardiani
:
capitano
Faiola
e
ispettore
di
P
.
S
.
Gueli
venuto
da
Trieste
.
Fu
disposto
un
servizio
di
guardia
ancora
più
rigoroso
.
Si
concesse
a
Mussolini
la
lettura
della
Gazzetta
Ufficiale
compresi
gli
arretrati
.
Un
giorno
Mussolini
domandò
al
Gueli
:
Avete
un
'
idea
del
motivo
per
il
quale
io
sono
qui
?
L
'
ispettore
Gueli
rispose
:
Voi
siete
considerato
un
detenuto
comune
.
-
E
il
vostro
compito
qual
è
?
Sempre
uguale
:
vigilare
perché
non
siate
tentato
di
allontanarvi
e
soprattutto
perché
nessuno
tenti
di
liberarvi
o
di
farvi
del
male
.
Nei
pochi
giorni
trascorsi
alla
"
Villetta
"
,
così
si
chiamava
la
casa
,
non
accadde
nulla
di
speciale
.
Mussolini
poteva
ascoltare
la
radio
.
Giornali
non
ne
arrivavano
;
libri
nemmeno
.
Nel
piazzale
era
stata
piantata
una
stazione
radio
-
trasmittente
e
ricevente
.
Un
mattino
un
funzionario
di
P
.
S
.
si
avvicinò
e
disse
al
Duce
:
Le
locomotive
che
entrano
dal
Brennero
portano
il
vostro
ritratto
.
I
vagoni
sono
pieni
di
scritte
col
vostro
nome
.
Si
prepara
qualche
cosa
di
grosso
.
A
Roma
la
confusione
è
al
colmo
.
Non
vi
è
da
stupirsi
se
i
ministri
se
ne
andranno
ognuno
per
proprio
conto
senza
preavviso
.
Circolano
voci
drammatiche
sull
'
atteggiamento
dei
Tedeschi
nel
caso
di
un
tradimento
di
Badoglio
.
Un
'
altra
mattina
,
un
agente
dell
'
Ispettorato
di
Trieste
che
portava
a
spasso
i
sei
cani
-
lupo
trovò
modo
di
avvicinarsi
a
Mussolini
e
gli
disse
:
Duce
:
io
sono
un
fascista
della
Marca
trevigiana
.
Sapete
che
cosa
hanno
fatto
ieri
a
Roma
?
Hanno
ucciso
Muti
.
Sono
stati
i
carabinieri
.
Bisogna
prepararsi
a
vendicarlo
.
E
si
allontanò
.
È
in
questo
modo
che
Mussolini
conobbe
il
feroce
assassinio
di
Muti
.
La
notizia
gli
fu
poi
confermata
dal
Gueli
.
Passarono
alcuni
giorni
e
poi
le
tende
furono
trasportate
ultima
tappa
del
viaggio
!
all
'
albergo
Rifugio
del
Gran
Sasso
,
a
2112
metri
d
'
altezza
:
la
più
alta
prigione
del
mondo
,
disse
un
giorno
Mussolini
ai
suoi
guardiani
.
Vi
si
arriva
con
una
filovia
,
che
supera
un
dislivello
di
mille
metri
con
due
arcate
.
Funivia
e
albergo
,
tutto
costruito
durante
il
ventennio
fascista
.
Al
Gran
Sasso
aveva
termine
il
primo
mese
di
prigionia
:
il
tragico
agosto
del
1943
.
StampaQuotidiana ,
Prima
di
intraprendere
la
narrazione
degli
eventi
che
si
svolsero
dal
10
al
15
settembre
,
un
esame
del
colpo
di
Stato
si
impone
.
Bisogna
riconoscere
che
lungamente
,
minuziosamente
preparato
esso
rivelò
una
tecnica
che
può
dirsi
perfetta
.
Se
i
generali
italiani
avessero
operato
con
lo
stesso
spirito
durante
la
guerra
,
questa
sarebbe
stata
trionfalmente
e
rapidamente
vinta
.
Appena
catturato
il
Duce
,
alle
ore
17,30
,
tutte
le
comunicazioni
telefoniche
furono
bloccate
,
salvo
quelle
della
Centrale
Badoglio
che
già
da
qualche
giorno
facevano
capo
agli
uffici
del
Maresciallo
traditore
.
Questo
fatto
non
passa
inosservato
.
Già
alle
19
si
nota
un
aumento
della
eccitazione
in
città
.
Alle
22,30
esce
alla
radio
il
primo
comunicato
e
immediatamente
dopo
gli
altri
.
Come
ad
un
segnale
convenuto
,
scoppiano
le
prime
dimostrazioni
di
popolo
.
La
sorpresa
accresce
la
vivacità
delle
dimostrazioni
stesse
.
Chi
compone
la
massa
dimostrante
?
Interrogativo
,
forse
,
ozioso
.
Non
volendo
chiamarla
"
popolo
"
si
chiamerà
"
folla
"
.
Sono
migliaia
di
persone
che
acclamano
al
re
e
al
Maresciallo
.
I
fascisti
sono
più
di
ogni
altro
sorpresi
.
I
circoli
sono
chiusi
.
Manca
il
tempo
di
presidiarli
.
Il
carattere
antifascista
del
movimento
è
chiaro
immediatamente
sin
dal
primo
annuncio
.
I
fascisti
hanno
l
'
aria
attonita
,
quasi
di
fronte
a
una
rivelazione
improvvisa
.
Si
assiste
a
un
voltafaccia
completo
.
Un
popolo
cambia
in
mezz
'
ora
tutto
il
corso
dei
suoi
pensieri
,
dei
suoi
sentimenti
,
della
sua
storia
.
Ad
accrescere
la
confusione
dei
cervelli
v
'
è
la
forma
e
la
sostanza
dei
comunicati
.
Lasciano
supporre
che
si
tratti
in
fondo
di
una
crisi
costituzionale
,
di
un
normale
passaggio
di
poteri
.
Taluni
fascisti
non
afferrano
nulla
di
nulla
.
L
'
emissione
dei
"
nebbiogeni
"
a
guisa
di
disorientamento
funziona
a
meraviglia
.
La
massa
crede
alla
imminenza
della
"
pace
"
e
la
invoca
e
crede
che
si
andrà
alla
pace
,
visto
che
non
c
'
è
più
Mussolini
a
volere
lui
solo
!
la
prosecuzione
della
guerra
:
alcuni
si
illudono
che
ciò
invece
voglia
dire
una
più
energica
condotta
della
guerra
,
un
governo
fascista
o
quasi
,
senza
il
Duce
.
Non
figurava
il
Maresciallo
Badoglio
fra
gli
iscritti
,
regolarmente
,
al
P.N.F.
?
Questo
potrebbe
il
condizionale
ha
il
suo
valore
spiegare
le
adesioni
immediate
telegrafiche
ed
epistolari
di
molte
personalità
fasciste
al
Maresciallo
.
Se
qualche
incertezza
sul
carattere
del
colpo
di
Stato
poteva
sussistere
nella
serata
del
25
luglio
,
nella
mattina
successiva
ogni
dubbio
doveva
crollare
.
Fu
la
mattina
in
cui
la
"
folla
"
scorrazzò
per
le
strade
inquadrata
e
protetta
dai
carabinieri
gli
esecutori
periferici
del
colpo
di
Stato
devastò
le
sedi
di
tutte
le
organizzazioni
fasciste
,
demolì
tutti
i
simboli
del
Littorio
,
commise
violenze
sulle
persone
,
cancellò
con
una
iconoclastia
feroce
e
stupida
tutto
ciò
che
poteva
ricordare
Mussolini
e
il
Fascismo
.
Mentre
dalle
finestre
volavano
a
migliaia
busti
e
ritratti
di
Mussolini
,
le
vetrine
si
adornavano
di
quelli
di
Vittorio
Savoia
e
di
Pietro
Badoglio
.
Quale
giudizio
dare
di
un
popolo
che
offre
di
sé
tale
spettacolo
al
mondo
,
con
un
cambiamento
così
improvviso
,
e
potrebbe
dirsi
isterico
,
di
stato
d
'
animo
?
Taluni
di
coloro
che
si
affrettarono
a
telegrafare
a
Badoglio
si
giustificano
con
la
incertezza
determinata
dai
primi
comunicati
,
nei
quali
si
dichiarava
che
"
la
guerra
continua
"
,
che
non
ci
dovevano
essere
"
recriminazioni
"
,
e
relativi
accenni
alla
concordia
nazionale
,
nonché
il
carattere
"
militare
"
del
Governo
.
Eppure
,
alcuni
minuti
di
riflessione
sul
tenore
dei
comunicati
avrebbero
dovuto
subito
far
nascere
almeno
il
dubbio
sulla
effettiva
realtà
delle
cose
:
realtà
che
aveva
un
nome
solo
:
"
cattura
del
Duce
e
preparazione
della
capitolazione
"
.
Non
doveva
apparire
"
strano
"
che
l
'
annuncio
delle
dimissioni
non
fosse
stato
accompagnato
da
una
parola
di
apprezzamento
e
di
riconoscimento
dell
'
opera
del
Duce
?
Qui
non
si
allude
alle
solite
lettere
autografe
che
il
re
mandava
ai
generali
in
certe
determinate
occasioni
;
ma
un
uomo
che
aveva
servito
per
ventun
anni
in
pace
e
in
guerra
e
al
quale
era
stata
data
,
dopo
la
conquista
dell
'
Etiopia
,
la
più
alta
decorazione
militare
,
non
meritava
nemmeno
una
parola
,
quella
parola
che
non
si
nega
talora
persino
a
un
mediocre
domestico
?
E
se
nel
comunicato
non
c
'
era
nulla
,
perché
non
veniva
concesso
a
Mussolini
di
rivolgere
un
saluto
alle
truppe
,
di
farsi
in
qualche
modo
sentire
dal
popolo
;
perché
non
si
parlava
minimamente
di
un
passaggio
dei
suoi
poteri
al
nuovo
Capo
del
Governo
?
Perché
questo
improvviso
silenzio
?
Perché
questa
completa
sparizione
?
Circolarono
allora
le
più
fantastiche
voci
e
una
soprattutto
,
diffusa
dagli
ambienti
dinastici
,
secondo
la
quale
Mussolini
era
ospite
del
re
,
in
una
villa
che
non
veniva
specificata
,
e
che
fra
pochi
giorni
calmato
il
fermento
popolare
avrebbe
potuto
di
nuovo
tranquillamente
circolare
.
Quest
'
opera
di
confusione
pienamente
riuscita
era
già
esaurita
nelle
prime
ore
del
mattino
del
26
,
quando
la
plebe
si
abbandonò
agli
eccessi
pazzeschi
che
le
cronache
compiacenti
registrarono
.
Dalla
mattina
del
26
in
poi
nessun
fascista
poteva
nutrire
il
minimo
dubbio
sul
carattere
,
sugli
scopi
,
sulle
intenzioni
del
Governo
Badoglio
;
era
il
Governo
che
si
proponeva
puramente
e
semplicemente
la
distruzione
di
tutto
ciò
che
nelle
idee
,
negli
istituti
,
nelle
cose
era
stato
creato
da
venti
anni
di
Fascismo
.
E
a
questa
bisogna
miserabile
si
prestarono
uomini
che
sino
alle
ore
22
e
29
minuti
del
25
luglio
si
dichiaravano
fascisti
,
sia
pure
di
ore
diverse
;
alcuni
,
anzi
,
delle
prime
ore
!
Intanto
l
'
ordine
era
di
ignorare
Mussolini
.
Silenzio
di
tomba
attorno
a
questo
nome
.
Egli
era
un
morto
di
cui
si
esitava
ad
annunciare
il
decesso
.
Così
cominciò
il
mese
di
agosto
del
1943
,
il
mese
dell
'
infamia
,
del
tradimento
,
della
capitolazione
.
Del
Fascismo
non
fu
rispettato
niente
:
nemmeno
i
morti
!
Gli
esecutori
della
politica
badogliana
e
vi
misero
un
impegno
aguzzinesco
che
pochi
avrebbero
immaginato
furono
ufficiali
e
uomini
di
quell
'
Arma
che
Mussolini
aveva
tinto
elogiato
e
protetto
,
saliti
al
numero
imponente
di
156
mila
entro
il
primo
semestre
del
1943
.
Fu
il
mese
della
"
libertà
"
.
Una
libertà
col
coprifuoco
e
lo
stato
d
'
assedio
;
una
libertà
che
consisteva
soltanto
nella
diffamazione
di
tutto
quanto
era
stato
Fascismo
.
Nessuno
fu
risparmiato
.
Non
vi
fu
gerarca
che
non
avesse
almeno
nascosto
un
lingotto
d
'
oro
e
viveri
di
frodo
nelle
cantine
.
Gli
Inglesi
salutarono
la
caduta
di
Mussolini
come
la
più
grande
vittoria
politica
conseguita
durante
tutta
la
guerra
,
ed
effettuarono
nel
mese
di
agosto
bombardamenti
di
una
violenza
eccezionale
,
allo
scopo
di
"
ammorbidire
"
la
resistenza
morale
del
popolo
e
renderlo
maturo
per
la
resa
,
di
cui
già
si
parlava
.
Il
disordine
materiale
e
morale
aveva
raggiunto
oramai
proporzioni
tali
da
sollevare
qualche
preoccupazione
negli
ambienti
della
dinastia
.
Fra
le
molte
carte
che
i
fuggiaschi
dell'8
settembre
non
riuscirono
a
nascondere
,
come
avevano
progettato
,
nelle
vicinanze
delle
frontiere
svizzere
,
ve
n
'
è
una
indicativa
che
ha
questo
titolo
scritto
autografo
da
Badoglio
.
«
Pro
-
memoria
che
S
.
M
.
il
re
mi
disse
di
avere
compilato
e
che
mi
ha
rimesso
nell
'
udienza
del
16
agosto
1943
.
-
Badoglio
»
.
Ecco
il
testo
integrale
del
pro
-
memoria
:
«
L
'
attuale
Governo
deve
conservare
e
mantenere
in
ogni
sua
manifestazione
il
proprio
carattere
di
"
Governo
militare
"
come
enunciato
nel
programma
del
25
luglio
e
come
chiaramente
risulta
dalla
sua
stessa
composizione
:
Maresciallo
Badoglio
,
Capo
del
Governo
.
Funzionari
esclusivamente
tecnici
tutti
i
ministri
.
Deve
essere
lasciato
ad
un
secondo
tempo
e
ad
una
successiva
formazione
di
Governo
,
l
'
affrontare
i
problemi
politici
in
un
clima
ben
diverso
e
più
tranquillo
per
i
destini
del
Paese
.
«
Bisogna
mantenere
fede
all
'
impegno
enunciato
dal
re
nel
suo
proclama
,
controfirmato
dal
Maresciallo
Badoglio
:
"
Nessuna
recriminazione
sarà
consentita
"
.
«
L
'
eliminazione
,
presa
come
massima
,
di
tutti
gli
ex
-
appartenenti
al
Partito
fascista
da
ogni
attività
pubblica
deve
quindi
recisamente
cessare
.
«
Tutti
gli
Italiani
,
dinanzi
alla
provata
buona
fede
,
devono
avere
lo
stesso
dovere
e
lo
stesso
diritto
di
servire
la
Patria
e
il
re
.
«
La
sola
revisione
delle
singole
posizioni
deve
essere
attentamente
curata
per
allontanare
e
colpire
gli
indegni
e
i
colpevoli
.
«
A
nessun
partito
deve
essere
consentito
,
né
tollerato
,
l
'
organizzarsi
palesemente
e
il
manifestarsi
con
pubblicazioni
e
libelli
,
democrazia
del
lavoro
,
repubblicano
,
ecc
.
Sono
in
circolazione
molti
fogli
la
cui
paternità
è
facilmente
individuabile
e
che
"
le
leggi
vigenti
severamente
colpiscono
"
.
«
Ogni
tolleranza
è
debolezza
,
ogni
debolezza
mancanza
verso
il
Paese
.
«
Le
Commissioni
costituite
in
misura
eccessiva
presso
i
Ministeri
sono
state
sfavorevolmente
accolte
dalla
parte
sana
del
Paese
;
tutti
,
all
'
interno
ed
all
'
esterno
,
possono
essere
indotti
a
credere
che
ogni
ramo
delle
pubbliche
amministrazioni
sia
oramai
inquinato
.
Tutti
possono
attendersi
che
ad
ogni
mutamento
di
Governo
le
leggi
e
le
istituzioni
possano
essere
sconvolte
.
«
Ove
il
sistema
iniziato
perdurasse
,
si
arriverebbe
all
'
assurdo
di
implicitamente
giudicare
e
condannare
l
'
opera
stessa
del
re
.
«
La
massa
onesta
degli
ex
-
appartenenti
alle
organizzazioni
del
Partito
fascista
,
di
colpo
eliminata
da
ogni
attività
senza
specifici
demeriti
,
sarà
facilmente
indotta
a
trasferire
nei
partiti
estremisti
la
propria
tecnica
organizzativa
,
venendo
così
ad
aumentare
le
future
difficoltà
di
ogni
Governo
d
'
ordine
.
«
La
maggioranza
di
essa
,
che
si
vede
abbandonata
dal
re
,
perseguitata
dal
Governo
,
malgiudicata
e
offesa
dall
'
esigua
minoranza
dei
vecchi
partiti
che
per
venti
anni
ha
supinamente
accettato
ogni
posizione
di
ripiego
,
mimetizzando
le
proprie
tendenze
politiche
,
tra
non
molto
ricomparirà
nelle
piazze
in
difesa
della
borghesia
per
affrontare
il
comunismo
,
ma
questa
volta
sarà
decisamente
orientata
a
sinistra
e
contraria
alla
monarchia
.
«
Il
momento
è
difficile
.
Il
Governo
potrà
meno
difficilmente
superarlo
se
gli
Italiani
,
tolta
ogni
preoccupazione
di
sempre
nuove
repressioni
,
visti
e
giudicati
con
un
unico
sia
pur
severo
apprezzamento
,
potranno
riprendere
la
loro
vita
normale
che
per
tutti
gli
onesti
ha
indistintamente
inizio
dal
25
luglio
,
come
il
re
ha
solennemente
promesso
»
.
Qui
finisce
il
regio
memorandum
la
cui
significazione
è
evidente
.
Non
è
noto
che
cosa
abbia
risposto
il
Maresciallo
,
al
quale
la
nota
fu
personalmente
consegnata
.
È
chiaro
che
già
a
metà
dell
'
agosto
infausto
Vittorio
Savoia
cominciava
a
temere
per
il
suo
futuro
.
Egli
aveva
scatenato
la
valanga
ed
ora
visto
l
'
accelerarsi
del
moto
pretendeva
di
moderarla
.
Troppo
tardi
!
Egli
aveva
l
'
aria
di
pentirsi
di
avere
liquidato
un
regime
nelle
file
del
quale
aveva
trovato
dei
sinceri
e
numerosi
difensori
,
ma
ormai
i
dadi
erano
stati
gettati
.
Anche
se
lo
avesse
voluto
Badoglio
non
avrebbe
potuto
liberarsi
dai
partiti
che
lo
avevano
aiutato
nel
colpo
di
Stato
e
dei
quali
egli
era
oramai
prigioniero
e
coi
quali
doveva
perfezionare
la
manovra
sino
alla
capitolazione
del
settembre
.
Il
documento
regio
del
16
agosto
è
un
tentativo
senza
risultato
fatto
per
sganciarsi
dalle
responsabilità
e
non
chiudersi
tutte
le
porte
alle
spalle
:
l
'
accenno
al
risorgere
del
comunismo
è
eloquente
.
Vittorio
Savoia
"
sentiva
"
forse
l
'
approssimarsi
di
qualcosa
o
qualcuno
che
più
tardi
si
sarebbe
esibito
come
Palmiro
Togliatti
?
Credere
che
forze
disfrenate
potessero
rientrare
nell
'
alveo
di
una
qualsiasi
legalità
sotto
un
Governo
di
funzionari
era
una
pietosa
illusione
.
Il
Maresciallo
passò
il
memoriale
agli
"
atti
"
dove
più
tardi
fu
ritrovato
.
Tale
documento
potrebbe
essere
intitolato
:
"
Primo
grido
d
'
allarme
della
dinastia
"
.
StampaQuotidiana ,
Nella
seconda
quindicina
di
agosto
bisognava
ritirate
le
bandiere
dalle
finestre
dove
erano
rimaste
esposte
per
ben
14
giorni
come
si
fosse
trattato
di
celebrare
la
più
trionfale
delle
vittorie
esaurite
le
cantafere
per
la
riconquistata
libertà
visti
i
terribili
bombardamenti
e
l
'
imperversante
disordine
annonario
bisognava
"
distrarre
"
l
'
opinione
pubblica
e
così
cominciarono
le
due
settimane
degli
scandali
.
Si
cominciò
cogli
illeciti
arricchimenti
.
Tutti
i
gerarchi
erano
ladri
.
Tutti
profittatori
.
Non
un
galantuomo
,
nemmeno
a
cercarlo
con
la
famosa
lanterna
del
cinico
Diogene
.
Si
giunse
persino
a
fissare
in
120
miliardi
il
totale
del
denaro
rubato
dai
gerarchi
al
popolo
italiano
.
Con
la
restituzione
di
tale
veramente
astronomica
somma
all
'
erario
si
pensava
di
sanare
il
deficit
del
bilancio
.
Se
tutto
ciò
non
fosse
stato
stampato
,
si
stenterebbe
a
crederlo
.
Le
cantine
e
le
soffitte
delle
case
dei
fascisti
erano
piene
di
ogni
specie
di
viveri
.
Ci
fu
una
delle
più
singolari
psicosi
collettive
:
quella
dei
lingotti
d
'
oro
e
dei
prosciutti
.
Tutto
ciò
era
destinato
ad
eccitare
gli
istinti
più
bassi
delle
folle
.
Una
delle
famiglie
che
la
famosa
Commissione
presieduta
dal
traditore
Casati
prese
particolarmente
di
mira
fu
quella
di
Ciano
.
Era
una
manovra
indiretta
per
arrivare
al
Duce
,
al
quale
,
forse
,
molti
tornavano
a
pensare
,
ma
del
quale
nessuno
osava
più
pronunciare
il
nome
secondo
le
istruzioni
ricevute
dal
censore
badogliano
.
Quando
al
patrimonio
della
famiglia
del
conte
Galeazzo
Ciano
si
parlò
di
miliardi
.
La
lettera
scritta
dal
conte
Ciano
,
in
data
23
agosto
1943
,
indirizzata
al
Maresciallo
Badoglio
,
non
è
un
documento
privato
,
è
un
documento
politico
.
Eccone
il
testo
integrale
:
Roma
,
23
agosto
1943
.
«
Illustre
Maresciallo
,
«
con
grande
amarezza
ho
letto
sul
Corriere
della
Sera
un
articolo
che
oltraggia
la
memoria
di
mio
padre
.
Disdegno
scendere
a
polemiche
con
giornalisti
anonimi
che
raccolgono
del
fango
per
gettarlo
sul
viso
di
un
morto
,
ma
ritengo
invece
mio
dovere
informare
vostra
Eccellenza
,
in
attesa
di
quanto
la
commissione
appurerà
in
merito
,
della
esatta
misura
della
complessiva
eredità
pervenuta
da
mio
padre
a
me
ed
alla
mia
defunta
sorella
.
«
Egli
,
alla
sua
morte
,
disponeva
dei
seguenti
beni
:
«
1
.
-
3/4
della
società
tipografica
editoriale
del
giornale
Il
Telegrafo
di
Livorno
;
«
2
.
-
quattro
edifici
in
Roma
,
del
valore
totale
all
'
epoca
della
morte
,
di
circa
cinque
milioni
;
«
3
.
-
titoli
industriali
così
ripartiti
:
Romana
elettricità
:
azioni
1400;
Terni
:
azioni
500;
Montecatini
;
azioni
2000;
Valdagno
:
azioni
1000;
Navigazione
generale
:
azioni
300;
Ilva
:
azioni
500;
Anic
:
azioni
1000;
Monte
Amiata
:
azioni
1000;
I.M.I.
:
azioni
100;
Consorzio
Credito
Opere
Pubbliche
:
azioni
24;
Buoni
del
Tesoro
:
1
milione
;
contante
:
L
.
355.089;
conto
corrente
postale
:
lire
32.975
.
«
Di
quanto
precede
la
documentazione
è
in
mia
mano
e
naturalmente
rimane
a
piena
disposizione
di
Vostra
Eccellenza
.
«
Sono
sicuro
che
queste
cifre
,
così
lontane
dalle
astronomiche
fantasie
dei
calunniatori
anonimi
,
saranno
dal
sereno
spirito
di
V
.
E
.
valutate
non
quale
il
disonorante
bottino
di
un
approfittatore
,
bensì
come
l
'
equo
frutto
di
una
vita
intensamente
operosa
.
«
Ed
è
per
questo
,
Eccellenza
,
che
io
mi
rivolgo
soltanto
al
Maresciallo
Badoglio
,
perché
siano
tutelati
la
memoria
e
l
'
onore
di
un
soldato
d
'
Italia
.
Galeazzo
Ciano
»
.
Il
discorso
di
Churchill
del
22
settembre
prova
che
già
verso
la
ultima
decade
di
agosto
erano
state
fissate
a
Lisbona
le
clausole
della
resa
a
discrezione
,
almeno
le
principali
.
Fra
di
esse
ve
n
'
era
una
che
contemplava
la
consegna
di
Mussolini
al
nemico
.
Ciò
non
ha
precedenti
nella
storia
umana
!
Nei
giorni
confusi
del
settembre
,
dopo
la
liberazione
del
Gran
Sasso
,
i
giornali
non
pubblicarono
il
testo
stenografico
integrale
del
discorso
di
Churchill
.
Sebbene
in
ritardo
,
vale
la
pena
di
farlo
oggi
,
perché
la
documentazione
risulti
completa
.
Alla
Camera
dei
Comuni
,
il
22
settembre
,
narrando
le
vicende
italiane
,
Churchill
così
parlò
:
«
La
resa
incondizionata
comprende
,
naturalmente
,
ogni
cosa
.
Non
era
soltanto
prevista
in
modo
speciale
la
consegna
,
in
un
secondo
tempo
,
dei
criminali
di
guerra
,
ma
era
stata
stipulata
una
clausola
speciale
per
la
consegna
del
signor
Mussolini
.
Non
è
stato
però
possibile
disporre
per
la
sua
consegna
separata
prima
dell
'
armistizio
e
prima
che
avvenisse
il
nostro
grande
sbarco
,
poiché
ciò
avrebbe
certamente
rivelato
le
intenzioni
del
Governo
italiano
al
nemico
,
il
quale
si
inframmetteva
in
ogni
cosa
e
lo
teneva
perfettamente
in
suo
potere
.
«
La
situazione
dell
'
Italia
era
che
,
quantunque
avesse
avuto
luogo
una
rivoluzione
interna
,
essa
era
ancora
alleata
della
Germania
e
proseguiva
la
causa
comune
insieme
ad
essa
.
Era
una
situazione
molto
difficile
a
mantenere
giorno
per
giorno
,
con
le
pistole
della
"
Gestapo
"
puntate
alle
nuche
di
"
tanti
colli
"
.
«
Avevamo
ogni
motivo
di
credere
che
Mussolini
era
tenuto
sotto
forte
guardia
ed
in
luogo
sicuro
e
certamente
era
molto
nell
'
interesse
del
Governo
Badoglio
di
avere
la
certezza
che
non
fuggisse
.
«
Si
afferma
che
lo
stesso
Mussolini
avrebbe
dichiarato
di
credere
che
sarebbe
stato
consegnato
agli
alleati
.
Questa
certamente
era
l
'
intenzione
e
sarebbe
stata
realizzata
se
non
fossero
intervenute
circostanze
sfortunatamente
fuori
del
nostro
controllo
.
Le
misure
prese
del
Governo
Badoglio
erano
accuratamente
studiate
ed
erano
le
migliori
che
esso
potesse
adottare
per
trattenere
Mussolini
;
però
esso
non
aveva
previsto
una
discesa
di
paracadutisti
di
sì
vasta
portata
come
quella
che
i
Tedeschi
effettuarono
nel
punto
dove
egli
era
confinato
.
Si
noterà
che
essi
gli
avevano
mandato
alcune
opere
di
Nietzsche
e
qualche
opuscolo
per
consolarlo
ed
alleviare
il
suo
confino
.
Indubbiamente
essi
erano
a
perfetta
conoscenza
del
luogo
ove
egli
si
trovava
e
delle
condizioni
in
cui
era
.
E
l
'
impresa
fu
caratterizzala
da
grande
temerarietà
e
condotta
in
grandi
forze
.
«
Essa
dimostra
certamente
che
vi
sono
molte
possibilità
di
questo
genere
nella
guerra
moderna
.
Non
credo
che
vi
sia
stata
negligenza
o
inosservanza
dei
patti
da
parte
del
Governo
Badoglio
,
il
quale
aveva
un
'
ultima
carta
da
giocare
.
«
I
carabinieri
di
guardia
avevano
l
'
ordine
di
uccidere
Mussolini
qualora
vi
fosse
un
qualsiasi
tentativo
di
liberarlo
,
ma
essi
non
fecero
il
loro
dovere
a
causa
delle
preponderanti
forze
tedesche
discese
su
di
loro
dall
'
aria
,
le
quali
li
avrebbero
tenuti
responsabili
della
salute
e
della
incolumità
del
prigioniero
.
E
tanto
basta
!
»
.
Queste
sono
le
parole
trasmesse
dalla
Reuter
alle
ore
19
del
giorno
22
settembre
1943
.
Che
,
come
dice
Churchill
,
il
Maresciallo
Badoglio
avesse
"
accuratamente
"
studiato
le
misure
prese
per
assicurare
la
prigionia
di
Mussolini
e
la
sua
successiva
consegna
al
nemico
,
è
documentato
da
questa
lettera
autografa
dello
stesso
Maresciallo
al
capo
della
Polizia
Senise
:
«
Eccellenza
,
«
questa
mattina
ho
comunicato
al
comandante
generale
dell
'
Arma
dei
RR
.
CC
.
,
S
.
E
.
Cerica
quanto
segue
:
È
responsabile
della
custodia
dell
'
ex
-
Capo
del
Governo
Benito
Mussolini
l
'
ispettore
generale
di
P
.
S
.
Saverio
Pòlito
.
«
Egli
solo
risponde
personalmente
al
Governo
che
il
predetto
Mussolini
non
evada
o
sia
da
chicchessia
sottratto
alla
detenzione
.
«
Il
generale
Pòlito
richiederà
al
Comando
generale
dell
'
Arma
ed
al
capo
della
Polizia
tutto
il
personale
che
gli
occorre
,
specificando
anche
il
nome
di
chi
desidera
.
«
Ogni
sua
richiesta
sarà
accolta
.
L
'
ispettore
Pòlito
mi
terrà
con
frequenza
informato
.
«
Badoglio
»
Roma
,
16
agosto
1943
.
Decisa
la
consegna
del
Duce
agli
Inglesi
e
precisati
i
termini
della
medesima
,
bisognava
creare
lo
scandalo
attorno
a
Mussolini
,
coprirlo
di
ridicolo
,
infamarlo
,
in
modo
che
il
popolo
già
immemore
avesse
trovato
la
consegna
di
lui
al
nemico
come
la
consegna
di
un
uomo
oramai
non
solo
politicamente
,
ma
fisicamente
e
moralmente
finito
.
Improvvisamente
le
cateratte
del
pettegolezzo
furono
spalancate
e
sul
cinque
per
cento
di
verità
furono
affastellate
fantasie
di
ogni
genere
,
che
tuttavia
non
mancavano
di
eccitare
la
curiosità
della
minutaglia
umana
.
Nessuno
era
in
grado
di
scagliare
la
prima
pietra
sull
'
argomento
;
nessuno
dei
grandi
e
piccoli
uomini
nel
passato
,
nessuno
nel
presente
e
meno
di
chiunque
il
Maresciallo
Badoglio
,
ma
il
colpo
era
fatto
.
Bisognava
uccidere
Mussolini
,
prima
col
silenzio
tombale
poi
col
ridicolo
.
L
'
affare
durò
due
giorni
,
ma
sufficienti
.
Non
mancarono
coloro
che
deplorarono
questi
sistemi
e
parlarono
di
"
boomerang
"
:
ciò
significa
illudersi
.
Il
colpo
era
riuscito
.
Si
attribuisce
a
quei
grandi
conoscitori
del
cuore
umano
che
sono
i
gesuiti
,
la
ben
nota
massima
:
"
calunniate
,
calunniate
:
qualche
cosa
resterà
!
"
E
non
v
'
è
dubbio
che
qualche
cosa
è
restata
.
Negli
ultimi
giorni
d
'
agosto
la
"
capitolazione
"
era
nell
'
aria
.
Il
delitto
immane
che
peserà
per
secoli
sulla
storia
della
Patria
stava
per
essere
consumato
;
si
stava
,
cioè
tramutando
il
territorio
italiano
in
una
sanguinosa
arena
di
battaglia
di
eserciti
nemici
.
Solo
un
incosciente
poteva
pensare
che
le
cose
avrebbero
avuto
un
andamento
diverso
.
Solo
un
incosciente
che
avesse
trascurato
la
lettura
dei
notiziari
telefonici
e
telegrafici
che
ogni
mattina
venivano
mandati
a
Roma
dagli
uffici
di
frontiera
e
nei
quali
erano
dettagliatamente
segnalati
i
passaggi
verso
l
'
Italia
di
uomini
e
materiali
tedeschi
.
Questi
bollettini
sono
stati
abbandonati
sui
tavoli
dai
fuggiaschi
dell'8
settembre
.
Sino
dalla
mattina
del
26
luglio
,
dai
passi
del
Brennero
,
di
Tarvisio
,
di
Ventimiglia
,
vengono
annunciati
e
specificati
i
movimenti
delle
divisioni
tedesche
.
Ogni
giorno
sono
centinaia
di
automezzi
,
camion
,
carri
armati
,
reparti
di
truppe
.
La
Germania
sin
da
principio
comprende
che
il
Governo
Badoglio
ha
un
solo
programma
:
arrendersi
e
poi
riprendere
le
armi
contro
l
'
alleato
.
È
vero
che
in
data
28
luglio
il
Maresciallo
Badoglio
ha
la
sfrontatezza
di
mandare
il
telegramma
seguente
al
Führer
,
ma
le
parole
non
ingannano
nessuno
:
«
Führer
,
col
giuramento
nelle
mani
di
S
.
M
.
il
Re
e
Imperatore
,
il
Consiglio
dei
ministri
da
me
presieduto
si
è
oggi
insediato
.
Come
già
dichiarato
nel
mio
proclama
rivolto
agli
Italiani
,
ufficialmente
comunicato
al
vostro
ambasciatore
,
la
guerra
per
noi
continua
nello
spirito
dell
'
alleanza
.
Tanto
tengo
a
confermarvi
,
con
la
preghiera
di
voler
ascoltare
il
generale
Marras
che
verrà
al
vostro
Quartier
Generale
da
me
incaricato
di
una
particolare
missione
per
voi
.
Mi
è
grata
l
'
occasione
,
Führer
,
per
porgervi
la
espressione
dei
miei
cordiali
sentimenti
.
Firmato
:
Badoglio
»
.
Tra
i
sintomi
più
sospetti
vi
fu
la
richiesta
avanzata
al
Comando
supremo
tedesco
di
autorizzare
il
ritiro
di
molte
delle
grandi
unità
italiane
che
erano
dislocate
fuori
dei
confini
della
Patria
.
Si
abbandonavano
territori
conquistati
col
sangue
,
ma
si
volevano
le
divisioni
a
portata
di
mano
per
prendere
alle
spalle
l
'
alleato
,
una
volta
rovesciato
il
fronte
.
Tale
telegramma
a
firma
Guariglia
reca
la
data
del
10
agosto
e
suona
di
un
suono
falso
nel
termini
seguenti
:
«
Alla
R
.
Ambasciata
-
Berlino
.
«
Vogliate
prendere
immediato
contatto
con
Auswärtiges
Amt
e
fare
ad
esso
presente
quanto
segue
:
«
Come
è
stato
detto
nella
riunione
di
Tarvisio
del
6
corrente
,
il
Comando
supremo
italiano
ha
preso
la
decisione
di
richiamare
in
Patria
tutta
la
quarta
armata
dislocata
nel
territorio
della
Francia
metropolitana
e
un
corpo
d
'
armata
su
tre
divisioni
tra
quelle
attualmente
dislocate
nel
territorio
sloveno
-
croato
.
«
Le
ragioni
che
hanno
motivato
la
decisione
attuale
sono
varie
e
sono
già
state
esposte
a
Tarvisio
.
«
In
primo
luogo
il
Comando
supremo
sente
la
necessità
di
rafforzare
la
difesa
del
territorio
metropolitano
.
Sembra
oltre
a
ciò
opportuno
che
nostre
unità
integrino
lo
schieramento
delle
divisioni
germaniche
in
Italia
,
il
cui
compito
appare
limitato
alla
difesa
di
alcune
zone
,
mentre
è
ovvio
da
parte
nostra
si
debba
provvedere
ad
una
difesa
dell
'
intero
territorio
nazionale
:
Motivi
di
carattere
politico
e
morale
esigono
che
la
Nazione
senta
,
come
ebbi
io
stesso
a
dichiarare
esplicitamente
al
signor
Von
Ribbentropp
,
che
la
difesa
del
suo
territorio
non
è
soltanto
affidata
a
truppe
alleate
,
ma
anche
e
soprattutto
ai
soldati
italiani
.
«
Prendete
occasione
da
tali
argomenti
e
anche
da
ogni
altro
che
vi
parrà
più
opportuno
per
far
presente
all
'
Auswärtiges
Amt
la
necessità
di
questa
nostra
decisione
.
«
Ci
rendiamo
conto
che
lo
sgombero
di
tali
forze
importa
problemi
e
questioni
anche
di
carattere
politico
,
come
ebbe
a
dire
lo
stesso
Von
Ribbentrop
,
ma
abbiamo
ferma
fiducia
che
si
potrà
risolvere
il
tutto
nel
modo
più
soddisfacente
per
ambo
le
parti
.
«
I
necessari
contatti
a
questo
scopo
dovranno
essere
quindi
immediatamente
presi
dagli
organi
competenti
interessati
,
politici
e
militari
.
-
GUARIGLIA
»
.
StampaQuotidiana ,
Nella
sua
esposizione
al
Gran
Consiglio
,
Mussolini
dichiarò
che
,
a
proposito
di
guerre
sentite
o
non
sentite
,
non
voleva
disturbare
le
"
grandi
ombre
"
,
non
voleva
cioè
risalire
nel
corso
del
XIX
secolo
a
esaminare
quali
guerre
furono
più
o
meno
sentite
,
nel
ciclo
del
Risorgimento
.
Ecco
la
parte
del
suo
discorso
,
che
fu
allora
condensata
in
poche
parole
.
Mussolini
cominciò
col
ricordare
la
guerra
del
1915-1918
,
dichiarata
in
un
'
atmosfera
di
vera
e
propria
guerra
civile
,
con
una
lotta
senza
quartiere
fra
neutralisti
e
interventisti
.
Guerra
civile
che
continuò
sino
a
Caporetto
;
ebbe
una
tregua
nei
dieci
mesi
della
riscossa
sul
Piave
e
ricominciò
immediatamente
dopo
,
appena
firmata
la
falsa
pace
di
Versaglia
.
"
Sentita
"
la
guerra
del
1915-1918
?
Fu
detta
la
guerra
dei
"
milanesi
"
e
nei
"
reggimenti
"
molti
dovevano
celare
la
loro
qualità
di
cittadini
della
metropoli
lombarda
,
per
non
incorrere
nelle
ire
e
negli
insulti
dei
compagni
.
Parlino
i
superstiti
volontari
se
ne
esistono
come
è
da
augurarsi
ancora
!
I
"
volontari
"
furono
vessati
in
ogni
modo
.
Sei
volontario
?
si
diceva
.
Dimostra
dunque
la
tua
"
volontà
"
!
Nemmeno
gli
irredenti
,
che
,
entusiasti
,
erano
venuti
ad
arruolarsi
nelle
file
italiane
,
trovarono
un
ambiente
che
fosse
in
qualche
modo
fraterno
.
Uomini
come
Battisti
e
Sauro
conobbero
amarezze
,
che
solo
il
loro
sconfinato
amore
per
l
'
Italia
riusciva
a
placare
.
Gruppi
di
volontari
balzarono
dalle
trincee
nell
'
ottobre
del
1915
,
in
un
impeto
d
'
eroismo
,
nel
quale
entrava
anche
un
elemento
di
ripulsa
e
di
esasperazione
per
l
'
ambiente
ostile
,
refrattario
,
nel
quale
essi
erano
entrati
.
L
'
Esercito
regio
non
ha
mai
avuto
simpatia
alcuna
per
i
volontari
.
L
'
Esercito
era
considerato
come
il
demanio
della
dinastia
.
Il
suo
compito
era
quello
preminente
di
difendere
le
istituzioni
e
anche
quello
di
fare
la
guerra
,
nel
qual
caso
ciò
non
era
considerato
dalla
maggior
parte
degli
ufficiali
come
il
coronamento
desiderato
e
glorioso
di
una
missione
,
ma
come
un
molesto
infortunio
che
ognuno
avrebbe
voluto
evitare
.
Già
nell
'
ottobre
del
1915
il
fiore
del
volontarismo
italiano
da
Corridoni
a
Deffenu
era
stato
falciato
nelle
trincee
delle
prime
quote
carsiche
,
oltre
Isonzo
.
Probabilmente
non
vi
erano
più
volontari
nell
'
Esercito
italiano
,
quando
dopo
il
martirio
di
Battisti
,
in
data
14
agosto
1916
,
il
generale
Cadorna
si
decise
a
diramare
una
circolare
stampata
di
due
pagine
,
nella
quale
veniva
raccomandato
che
i
"
volontari
"
non
fossero
oggetto
di
derisione
,
ma
fossero
rispettati
dagli
ufficiali
e
dai
soldati
.
La
guerra
del
1915-1918
non
fu
"
sentita
"
dall
'
aristocrazia
,
né
dai
circoli
di
Corte
;
meno
ancora
dal
clero
e
dai
ceti
politicanti
.
Fu
con
una
violenta
agitazione
di
masse
,
fu
col
famoso
manifesto
"
O
guerra
o
Repubblica
"
scritto
da
Mussolini
seduta
stante
dopo
una
riunione
tenutasi
in
via
Palermo
fra
i
capi
dell
'
interventismo
milanese
,
fu
con
le
gigantesche
dimostrazioni
dannunziane
di
Roma
che
i
"
trecento
"
deputati
del
"
parecchio
"
giolittiano
si
nascosero
nel
fondo
dei
loro
collegi
e
si
ebbe
una
"
maltusiana
"
dichiarazione
di
guerra
.
È
legge
storica
che
quando
in
una
Nazione
si
determinano
due
correnti
una
delle
quali
vuole
la
guerra
e
l
'
altra
la
pace
,
quest
'
ultima
resti
sempre
regolarmente
battuta
,
anche
se
,
come
sempre
accade
,
rappresenti
da
un
punto
di
vista
numerico
la
maggioranza
.
Le
ragioni
sono
evidenti
.
Coloro
che
si
chiamano
"
interventisti
"
sono
giovani
,
ardenti
,
essi
costituiscono
la
minoranza
dinamica
,
di
fronte
alla
staticità
della
massa
.
Furono
forse
"
sentite
"
dal
popolo
le
guerre
del
Risorgimento
?
La
storia
del
Risorgimento
deve
essere
ancora
fatta
;
bisogna
creare
una
sintesi
fra
la
storia
così
come
è
stata
manipolata
dai
monarchici
,
i
quali
ipotecarono
il
Risorgimento
,
e
la
versione
dei
repubblicani
.
Bisognerà
stabilire
quale
fu
l
'
apporto
del
popolo
e
quale
quello
della
Monarchia
;
che
cosa
diede
la
rivoluzione
e
quel
che
diede
la
diplomazia
.
Nelle
oleografie
che
colpirono
la
nostra
infanzia
vi
è
quella
un
giorno
diffusissima
rappresentante
i
quattro
fattori
del
Risorgimento
:
Vittorio
Emanuele
,
coi
pantaloni
eccessivamente
lunghi
dai
quali
spuntano
in
fondo
gli
speroni
,
e
i
grandi
baffi
che
davano
al
suo
volto
un
aspetto
di
rurale
inurbato
;
Cavour
,
con
gli
occhiali
che
ne
nascondono
diplomaticamente
lo
sguardo
,
mentre
il
volto
incorniciato
dalla
barba
corta
lo
fa
rassomigliare
un
poco
a
un
vecchio
signore
distante
:
questi
due
rappresentano
la
dinastia
e
la
diplomazia
;
Garibaldi
,
prorompente
di
forza
e
di
umanità
;
il
venturiero
generoso
di
ogni
grande
avventura
,
innamorato
dell
'
Italia
con
un
amore
che
ha
il
fuoco
delle
sue
Camicie
rosse
;
ingenuo
e
"
strepitoso
"
,
come
egli
stesso
si
chiama
con
un
aggettivo
originale
e
non
retorico
,
vero
campione
della
vecchia
razza
ligure
-
italiana
;
e
quarto
,
infine
,
Mazzini
,
della
stessa
razza
,
nato
sullo
stesso
mare
,
assorto
,
concentrato
,
durissimo
,
fanatico
,
di
una
sublime
ortodossia
repubblicana
,
anche
se
per
lungo
tempo
inattuale
.
Si
deve
a
questi
ultimi
se
le
guerre
del
Risorgimento
furono
possibili
,
anche
se
non
furono
"
sentite
"
.
L
'
opinione
pubblica
,
allora
,
non
aveva
gli
strumenti
di
cui
oggi
dispone
:
bisogna
quindi
ricordare
quale
fu
l
'
atteggiamento
delle
Camere
subalpine
di
fronte
alle
guerre
che
nel
ventennio
1848-1870
portarono
i
Savoia
a
Roma
.
La
guerra
del
1848
appare
abbastanza
"
sentita
"
.
Non
mancano
,
anche
agli
inizi
,
critiche
e
riserve
da
parte
di
alcuni
deputati
e
in
particolar
modo
del
Brofferio
che
già
il
29
maggio
,
in
sede
di
discussione
sull
'
indirizzo
di
risposta
al
discorso
della
Corona
,
tocca
il
tasto
,
sempre
penoso
in
Italia
,
della
condotta
della
guerra
da
parte
dei
generali
.
In
una
successiva
seduta
gli
onorevoli
Moffa
di
Lisio
e
Grossi
continuano
le
loro
critiche
,
le
quali
diventano
,
naturalmente
"
vivacissime
"
non
appena
le
operazioni
militari
prendono
un
corso
poco
brillante
.
In
queste
critiche
ancora
e
sempre
viene
denunciata
l
'
inettitudine
dei
generali
,
la
qual
cosa
imbarazza
assai
Cesare
Balbo
,
Presidente
del
Consiglio
.
L
'
agitazione
aumenta
sino
al
punto
da
determinare
in
piena
guerra
,
e
in
una
fase
difficile
della
medesima
,
una
crisi
del
Governo
.
Il
nuovo
Ministero
,
presieduto
da
Casati
,
proclama
,
nella
seduta
del
27
luglio
,
che
"
la
guerra
continua
"
,
come
Badoglio
il
26
luglio
,
ma
oramai
si
marcia
verso
l
'
armistizio
che
viene
considerato
un
"
tradimento
"
.
Brofferio
grida
:
«
Se
voi
persisterete
in
una
pace
funesta
,
noi
vi
ripeteremo
cannoni
e
non
protocolli
e
sarà
a
voi
che
i
rappresentanti
del
popolo
dichiareranno
la
guerra
,
incessante
,
ostinata
,
instancabile
»
.
Il
Casati
non
regge
ed
entra
in
scena
Gioberti
,
il
quale
a
sua
volta
non
può
dominare
le
scatenate
passioni
e
scioglie
la
Camera
.
In
nove
mesi
,
tre
Ministeri
!
Vincenzo
Gioberti
sta
al
timone
soltanto
un
paio
di
mesi
.
La
guerra
riprende
,
nel
marzo
del
1849
,
in
un
ambiente
completamente
negativo
,
e
dura
poco
più
di
una
settimana
.
Carlo
Alberto
abdica
,
dando
un
esempio
che
il
suo
futuro
nipote
,
in
circostanze
infinitamente
più
gravi
,
si
è
finora
guardato
dall
'
imitare
!
Ancora
meno
"
sentita
"
fu
la
guerra
di
Crimea
o
meglio
l
'
intervento
del
Piemonte
nella
guerra
scoppiata
fra
la
Russia
e
la
Turchia
.
L
'
approvazione
del
Trattato
di
alleanza
fra
il
Piemonte
e
le
grandi
Potenze
(
Francia
,
Inghilterra
)
vero
capolavoro
,
questo
,
della
politica
di
Cavour
fu
portata
alla
Camera
il
3
febbraio
del
1855
e
incontrò
vivacissime
opposizioni
,
tanto
a
destra
quanto
a
sinistra
.
Il
Brofferio
,
fra
l
'
altro
,
accusò
il
Cavour
di
non
avere
un
preciso
indirizzo
politico
e
di
non
avere
"
rispetto
delle
convenzioni
e
della
moralità
costituzionale
"
e
affermava
l
'
assoluta
inutilità
e
anche
l
'
inopportunità
del
Trattato
.
L
'
alleanza
con
la
Turchia
offende
il
Piemonte
e
disonora
l
'
Italia
.
Abbiamo
sfidato
ogni
specie
di
privazioni
,
ci
siamo
sottoposti
a
odiosissime
tasse
,
abbiamo
affrontato
la
bancarotta
dello
Stato
nella
speranza
di
potere
,
quando
che
fosse
,
ritornare
in
campo
col
grido
"
fuori
lo
straniero
"
.
E
poi
?
Tutto
questo
abbiamo
fatto
per
consumare
i
nostri
milioni
e
i
nostri
soldati
nella
Crimea
a
beneficio
dei
nemici
d
'
Italia
»
.
E
concludeva
:
«
Se
voi
consentite
questo
trattato
,
la
prostrazione
del
Piemonte
e
la
rovina
dell
'
Italia
saranno
un
fatto
compiuto
»
.
Lo
stesso
fratello
di
Cavour
,
onorevole
Gustavo
,
votò
contro
.
Fu
in
questa
occasione
che
Cavour
pronunciò
uno
dei
suoi
migliori
discorsi
.
Il
trattato
fu
approvato
,
ma
60
deputati
votarono
contro
,
e
101
a
favore
.
Anche
la
guerra
del
1859
sollevò
forti
opposizioni
.
Cavour
pose
praticamente
in
vacanza
la
Camera
e
alla
vigilia
chiese
i
pieni
poteri
che
gli
furono
accordati
con
110
voti
contro
23
.
Tutti
ricordano
la
terribile
indignazione
,
la
vera
ondata
di
furore
che
si
sollevò
in
ogni
parte
d
'
Italia
all
'
annuncio
del
"
tradimento
"
perpetrato
a
Villafranca
da
Napoleone
III
.
Le
polemiche
furono
di
una
violenza
eccezionale
:
eppure
il
"
tradimento
"
di
Napoleone
non
aveva
il
volume
e
il
carattere
di
quello
consumato
dal
Savoia
1'8
settembre
del
1943
!
Ed
era
comunque
un
Sovrano
straniero
!
Ma
gli
Italiani
non
perdonarono
mai
a
Napoleone
,
la
cui
statua
rimase
per
decenni
e
decenni
nel
cortile
del
Senato
a
Milano
,
abbandonata
come
un
rudere
senza
valore
!
Dal
punto
di
vista
materiale
la
prigionia
di
Mussolini
non
fu
affatto
dura
,
salvo
alla
Maddalena
,
date
la
naturale
povertà
dell
'
isola
e
le
generali
difficoltà
.
Anche
il
trattamento
da
parte
degli
ufficiali
e
dei
militi
fu
sempre
molto
riguardoso
.
Ma
dai
primi
di
settembre
le
"
facilità
"
aumentarono
.
Egli
consumava
sempre
solo
i
suoi
pasti
,
ma
alla
sera
poteva
ascoltare
la
radio
,
ricevere
qualche
giornale
e
giocare
a
carte
coi
funzionari
di
guardia
.
Tutto
ciò
cominciava
ad
essere
sospetto
.
Questo
trattamento
migliore
non
ricordava
quello
che
si
riserva
ai
condannati
alla
pena
capitale
?
Le
voci
che
giungevano
dall
'
Aquila
erano
sempre
più
confuse
.
I
"
bollettini
"
di
guerra
denunciavano
chiaro
che
oramai
si
trattava
di
una
guerra
-
simulacro
.
Il
primo
settembre
il
Papa
pronunciò
un
discorso
che
fu
ascoltato
anche
da
Mussolini
:
il
tono
accesamente
pacifista
di
quella
orazione
radiodiffusa
in
quella
data
faceva
parte
della
preparazione
spirituale
all
'
evento
che
ormai
era
giunto
a
conclusione
.
All
'
Albergo
-
rifugio
tutto
procedeva
tranquillamente
.
Il
prigioniero
usciva
dall
'
edificio
soltanto
nelle
prime
ore
pomeridiane
e
non
si
allontanava
che
di
poche
decine
di
metri
,
sempre
accompagnato
da
un
sottufficiale
.
Una
mattina
furono
postate
delle
mitragliatrici
ai
lati
della
porta
d
'
ingresso
.
Un
'
altra
mattina
fu
eseguita
una
esercitazione
con
mitragliatrici
pesanti
sulle
alture
vicine
.
Il
Gran
Sasso
,
dal
punto
di
vista
"
estetico
"
,
è
veramente
affascinante
.
Non
si
può
facilmente
dimenticare
il
profilo
scabro
di
questo
monte
che
nel
cuore
d
'
Italia
raggiunge
quasi
i
tremila
metri
.
La
roccia
è
nuda
,
ma
ai
piedi
della
cima
più
alta
si
distende
un
grande
pianoro
in
direzione
sud
-
est
,
il
Campo
Imperatore
,
lungo
almeno
venti
chilometri
,
con
dolce
declivio
,
luogo
ideale
per
gli
sport
della
neve
.
Ai
primi
di
settembre
,
su
questo
e
sui
limitrofi
pianori
,
pascolavano
numerosi
greggi
saliti
in
primavera
dall
'
Agro
romano
e
che
ormai
lentamente
si
spostavano
,
preparandosi
,
a
ritornarvi
.
Talvolta
i
proprietari
dei
greggi
facevano
delle
apparizioni
a
cavallo
e
poi
se
ne
andavano
lungo
i
crinali
della
montagna
stagliandosi
all
'
orizzonte
come
figure
di
un
'
altra
età
.
C
'
è
un
indefinibile
nelle
cose
,
nell
'
aria
,
nella
gente
di
Abruzzo
che
afferra
il
cuore
.
Un
giorno
un
pastore
si
avvicinò
a
Mussolini
e
molto
a
bassa
voce
gli
disse
:
«
Eccellenza
,
i
Tedeschi
sono
già
alle
porte
di
Roma
.
Se
il
Governo
non
è
fuggito
poco
ci
manca
.
Noi
della
campagna
siamo
rimasti
tutti
fascisti
.
Nei
paesi
nessuno
ci
ha
disturbato
.
Hanno
soltanto
chiuso
i
circoli
.
Sempre
si
parlava
di
voi
.
Si
è
detto
che
eravate
fuggito
in
Spagna
,
che
vi
avevano
ucciso
,
che
eravate
morto
durante
un
'
operazione
in
un
ospedale
di
Roma
,
che
vi
avevano
fucilato
al
forte
Boccea
.
Io
credo
che
i
Tedeschi
,
quando
avranno
saputo
dove
siete
,
vengano
a
liberarvi
.
Adesso
porto
giù
le
mie
pecore
e
glielo
dirò
io
dove
siete
.
Ora
si
fa
presto
:
le
pecore
fanno
il
viaggio
in
treno
.
Quando
dirò
a
mia
moglie
che
vi
ho
visto
,
dirà
che
sono
impazzito
.
Ora
viene
il
maresciallo
;
a
buon
vederci
!
»
.