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SILENZIO ( - , 1934 )
StampaQuotidiana ,
A Collecchio , in una misera soffitta , abitava da molti anni un poveruomo che aveva oramai viste settantacinque primavere . Viveva del poco lavoro che le vecchie braccia gli permettevano , e della carità dei vicini . Poi , silenziosamente , morì . Storia antica come il mondo e dolorosa come tutte le cose del mondo . Il vecchio , Giuseppe Monica , fu visto tre o quattro giorni or sono rincasare , poi non fu più visto . Una coinquilina , l ' altra mattina , passando davanti alla porta della soffitta e non udendo alcun rumore , appressava l ' occhio alla toppa e intravedeva il vecchio immobile , sdraiato su un cumulo di cenci . Presto accorrevano i casigliani , i quali , rinvenuta la chiave che il vecchio era solito lasciare su un davanzale , aprirono la porta , chiusa solo dal cric della serratura . Pietoso spettacolo , si trovarono davanti a un cadavere già in decomposizione . Il medico , giunto assieme ai Regi Carabinieri , riscontrò che il vecchio era stato ucciso da una paralisi cardiaca .
StampaQuotidiana ,
Nel Salone del Circolo Interessi Industriali e Commerciali ha avuto luogo ieri un convegno per la costituzione dei fasci regionali fra gruppi di interventisti . Al Convegno parlarono l ' avv . Enzo Ferrari , il capitano degli arditi Vecchi e diversi altri . Il prof . Mussolini illustrò i capisaldi su cui dovrebbe svolgersi l ' azione dei fasci e cioè : valorizzazione della guerra e di chi la guerra ha combattuto , dimostrare che l ' imperialismo , di cui si fa colpa agli italiani , è l ' imperialismo voluto da tutti i popoli non escluso il Belgio ed il Portogallo , e perciò opposizione agli imperialismi esteri a danno del nostro paese ed opposizione ad un imperialismo italiano contro le altre nazioni ; infine accettare la battaglia elettorale sul « fatto » di guerra e quindi opporsi a tutti quei partiti e candidati che la guerra hanno avversata . Le proposte di Mussolini , dopo che ebbero parlato numerosi oratori , vennero approvate . Al Convegno erano rappresentate diverse città d ' Italia .
ERRORI FATALI ( - , 1934 )
StampaQuotidiana ,
Uno dei residui fogli dell ' emigrazione anti - fascista la quale si trova in condizioni sempre più disperate anche in Francia confessa in un articolo di fondo i propri errori . E vi aggiunge , a rincalzo , una nota di Herzen , che calza a pennello con la situazione economica e morale dei fuorusciti italiani . Il foglio di cui parliamo è Giustizia e Libertà che nel suo ultimo numero del 16 novembre , 1a pagina , 1a colonna , in questa maniera netta , straccia i veli coi quali per tanti anni si è tentato di nascondere la realtà . « Affinché non si dica che rimaniamo nel vago , specificheremo qualcuno degli errori più fatali in cui cadono gli esiliati : presentare il fascismo come in procinto di cadere da un momento all ' altro ; esagerare l ' importanza dei movimenti esistenti ; impiegare un tono roboante e minaccioso ; esagerare nelle critiche di dettaglio e nello scandalismo , anziché attaccare nelle fondamenta e guardare l ' insieme ; condurre le requisitorie su motivi prevalentemente sentimentali o sulle violenze del passato ; assumere verso coloro che stanno in paese il tono di una aristocrazia antifascista ; aver l ' aria di difendere la cosiddetta democrazia pre - fascista o le pseudo - democrazie esistenti ; negare che alcunché si sia fatto di utile sotto il regime ; contestare a Mussolini ogni qualità ; oppure , con esagerazione opposta , risolvere il fascismo in Mussolini ; non insistere abbastanza sull ' elemento positivo dell ' antifascismo . La lista potrebbe allungarsi » . Ma noi , ad esempio , crediamo che sia abbastanza lunga e completa . È una grande sassaiola in tutte le piccionaie dei fuorusciti , ivi compresa quella del foglio in questione . Si tratta , dunque , di « errori fatali » . Ma se sono come sono « fatali » non c ' è più nulla da fare per l ' antifascismo fuoruscito . Della qual cosa tutti sono più che convinti da un pezzo .
METODO ( - , 1934 )
StampaQuotidiana ,
Antonio Comelli , cinquantenne da Palanzano , entrò l ' altro giorno in cucina e si sentì profondamente seccato . Sua sorella Teresa , d ' anni quaranta , stava acerbamente rampognandogli la giovane figlia di cui ci sfugge il nome . Il sistema di insegnare il verbo a suon di nerbo è cattivo sotto tutti i riguardi . Coi giovani la maniera forte non va : da essi si può ottener molto di più con la dolcezza , perché se una paziente spiegazione persuade , una bastonata , o peggio , una certa quantità di parolacce , non fanno che irritare . Lo sdegno di Antonio Comelli era dunque ragionato e i Regi Carabinieri di Palanzano si sarebbero guardati bene dall ' intervenire nella vicenda familiare se il nostro uomo non avesse fatto in modo di far entrare in ballo l ' articolo 582 CPC . Antonio , infatti , forse per far comprendere quanto egli disapprovasse certi violenti sistemi di educazione , prendeva a calci e a bastonate la disgraziata sorella Teresa , producendole lesioni guaribili in non meno di dodici giorni . Per questo , saputa la cosa , i Regi Carabinieri provvedevano a mettere al sicuro il Comelli , il quale avrebbe , a suo favore , la scusante dell ' eccessivo amore paterno , se non avesse , a suo sfavore , l ' aggravante di una condanna a dieci mesi di reclusione comminatagli il 16 dicembre 1931 per maltrattamenti in famiglia .
StampaQuotidiana ,
Giuseppe Avanzini , cinquantaquattrenne e proprietario dello stabile segnalato col numero diciotto in Piazzale Inzani , se ne stava verso le tredici di ieri accudendo alle proprie faccenduole in cucina quando aveva un improvviso tuffo al cuore . Uno strano rumore si udiva provenir dal piano superiore , e precisamente dalla camera da letto . L ' Avanzini dimentica le cinquantaquattro primavere e in due salti raggiunge il primo piano : spalanca la porta e getta un urlo : « Al ladro , al ladro ! » . Un intruso sta rovistando nel cassettone . Accorre alle grida del vecchio un inquilino : l ' unione fa la forza , la porta vien rinchiusa rapidamente e assicurata con ripetuti giri di corda attorno alla maniglia . Il sorcio è in trappola e l ' Avanzini può andarsene a chieder l ' aiuto dei Regi Carabinieri dell ' Oltretorrente , i quali non avranno che da aprir l ' uscio e agguantare il giovinotto per il bavero . Quando i Militi apron la porta , il topo è fuggito di gabbia : ha spuntato le ali e con un ardito salto ha guadagnata la piazza e la libertà . A ogni modo rimarrà uccel di bosco per poco tempo perché si andrà a costituire spontaneamente poche ore dopo ben sapendo d ' esser stato dall ' Avanzini riconosciuto per il diciannovenne Giuseppe Cantarelli . Il nostro giovane aveva facilmente potuto introdursi nella camera dell ' Avanzini essendo ancora in possesso di una chiave della porta della camera che egli , fino a pochi mesi fa , aveva occupato come inquilino .
StampaQuotidiana ,
Il mattino del 25 domenica Mussolini si recò , come faceva da quasi 21 anni , all ' ufficio , dove giunse verso le nove . Nelle prime ore del mattino erano state poste in circolazione voci fantastiche sulla seduta del Gran Consiglio , ma l ' aspetto della città inondata dal grande sole estivo sembrava abbastanza tranquillo . Lo Scorza non si fece vivo , ma telefonò per dire che « la notte aveva portato consiglio e che v ' erano delle resipiscenze in giro » . « Troppo tardi ! » rispose Mussolini . Infatti , di lì a poco , giunse la famosa lettera di Cianetti , nella quale egli si pentiva amaramente di aver votato l ' ordine del giorno Grandi del quale non aveva rilevato la gravità , si dimetteva da Ministro delle Corporazioni e chiedeva di essere immediatamente richiamato nella sua qualità di capitano di artiglieria alpina . È questa lettera alla quale Mussolini non diede alcuna risposta che salvò più tardi la vita al suo autore . Grandi sin dalle prime ore del mattino si era reso irreperibile e fu cercato invano . Anche la M.V.S.N. faceva sapere dal Comando che non c ' erano novità . Il generale Galbiati fu invitato a Palazzo Venezia , per le ore 13 . Verso le 11 , il sottosegretario all ' Interno Albini portò al Duce il solito mattinale , contenente le notizie delle ultime ventiquatt ' ore . Di notevole e penoso c ' era il primo grave bombardamento di Bologna . Sbrigato il rapporto , Mussolini domandò ad Albini : « Perché avete votato ieri sera l ' ordine del giorno Grandi ? Voi siete ospite , non membro del Gran Consiglio » . Il piccolo Albini parve imbarazzato dalla domanda , arrossì e si profuse in enfatiche dichiarazioni di questo genere : « Posso avere commesso un errore , ma nessuno può mettere nel minimo dubbio la mia assoluta devozione a voi , devozione che non è di oggi , ma di sempre » . E si allontanò con la sua livida faccia di autentico traditore , che implorerà invano un posto da Badoglio facendo lunghe anticamere e offrendosi per ogni basso servigio . Poco dopo , Mussolini incaricò il suo segretario particolare di telefonare al generale Puntoni per sapere a quale ora del pomeriggio il re sarebbe stato disposto a ricevere il Capo del Governo , aggiungendo che si sarebbe recato all ' incontro in abito civile . Il generale Puntoni rispose che il re avrebbe ricevuto Mussolini a Villa Ada alle ore 17 . Il Segretario del Partito si fece nuovamente vivo con questa comunicazione : « Ecco la lettera che proporrei di inviare ai componenti del Gran Consiglio : Il Duce mi incarica di comunicarti che , avendo convocato il Gran Consiglio secondo quanto dispone la legge 9 dicembre 1928 per consultarlo sull ' attuale situazione politica , ha preso atto dei vari ordini del giorno presentati e delle tue dichiarazioni » . Sembra , da questa comunicazione , che non fu praticamente trasmessa e sarebbe stato inutile farlo , che lo Scorza prevedesse uno sviluppo normale della situazione stessa . Verso le 13 , accompagnato dal sottosegretario Bastianini , giunse a Palazzo Venezia l ' ambasciatore del Giappone , Hidaka , al quale Mussolini fece una relazione sul convegno di Feltre . Il colloquio durò circa un ' ora . Alle 14 il Duce , accompagnato dal generale Galbiati , si recò a visitare il quartiere Tiburtino , che era stato particolarmente devastato dall ' incursione terroristica del 19 luglio . Il Duce venne circondato dalla folla dei sinistrati e acclamato . Alle 15 rientrò a Villa Torlonia . Alle 16,50 giunse a Villa Torlonia il segretario particolare e Mussolini si recò con lui a Villa Ada . Il Duce era assolutamente tranquillo . Egli portò con sé un libro contenente la legge del Gran Consiglio , la lettera del Cianetti e altre carte , dalle quali risultava che l ' ordine del giorno del Gran Consiglio non impegnava nessuno , data la funzione consultiva dell ' organo stesso . Mussolini pensava che il re gli avrebbe ritirato la delega del 10 giugno 1940 , riguardante il comando delle Forze armate , delega che il Duce aveva già da tempo in animo di restituire . Mussolini entrò quindi a Villa Ada con l ' animo assolutamente sgombro da ogni prevenzione , in uno stato che visto a distanza potrebbe chiamarsi di vera e propria ingenuità . Alle 17 in punto l ' auto entrò dai cancelli spalancati della Salaria . C ' era in giro e nell ' interno un rinforzo di carabinieri , ma la cosa non parve eccezionale . Il re , vestito da Maresciallo , era sulla porta della villa . Nell ' interno del vestibolo stazionavano due ufficiali . Entrati nel salotto , il re , in uno stato di anormale agitazione , coi tratti del viso sconvolti , con parole mozze , disse quanto segue : « Caro Duce , le cose non vanno più . L ' Italia è in " tocchi " . L ' Esercito è moralmente a terra . I soldati non vogliono più battersi . Gli alpini cantano una canzone nella quale dicono che non vogliono più fare la guerra per conto di Mussolini » ( il re ripeté in dialetto piemontese i versi della canzone ) . « Il voto del Gran Consiglio è tremendo . Diciannove voti per l ' ordine del giorno Grandi : fra di essi quattro Collari dell ' Annunziata . Voi non vi illudete certamente sullo stato d ' animo degli Italiani nei vostri riguardi . In questo momento voi siete l ' uomo più odiato d ' Italia . Voi non potete contare più su di un solo amico . Uno solo vi è rimasto , io . Per questo vi dico che non dovete avere preoccupazioni per la vostra incolumità personale che farò proteggere . Ho pensato che l ' uomo della situazione è , in questo momento , il Maresciallo Badoglio . Egli comincerà col formare un Ministero di funzionari , per l ' amministrazione e per continuare la guerra . Fra sei mesi vedremo . Tutta Roma è già a conoscenza dell ' ordine del giorno del Gran Consiglio e tutti attendono un cambiamento » . Mussolini rispose : « Voi prendete una decisione di una gravità estrema . La crisi in questo momento significa far credete al popolo che la pace è in vista , dal momento che viene allontanato l ' uomo che ha dichiarato la guerra . Il colpo al morale dell ' Esercito sarà serio . Se i soldati alpini o no non vogliono più fare la guerra per Mussolini non ha importanza , purché siano disposti a farla per voi . La crisi sarà considerata un trionfo del binomio Churchill - Stalin , soprattutto di quest ' ultimo che vede il ritiro di un antagonista da venti anni in lotta contro di lui . Mi rendo conto dell ' odio del popolo . Non ho avuto difficoltà a riconoscerlo stanotte in pieno Gran Consiglio . Non si governa così a lungo e non si impongono tanti sacrifici senza che ciò provochi risentimenti più o meno fugaci e duraturi . Ad ogni modo io auguro buona fortuna all ' uomo che prenderà in mano la situazione » . Erano esattamente le 17 e 20 quando il re accompagnò Mussolini sulla soglia della casa . Era livido e sembrava ancora più piccolo , quasi rattrapito . Strinse la mano a Mussolini e rientrò . Mussolini scese la breve scalinata e avanzò verso la sua automobile . A un tratto un capitano dei carabinieri lo fermò e gli disse testualmente : « S . M . mi incarica di proteggere la vostra persona » . Mussolini fece ancora atto di dirigersi verso la sua macchina , ma il capitano , indicando un ' auto - ambulanza che stazionava vicino , gli disse : « No . Bisogna salire qui » . Mussolini montò sull ' auto - ambulanza e con lui il segretario De Cesare . Insieme col capitano salirono un tenente , tre carabinieri e due agenti in borghese che si misero sullo sportello d ' ingresso , armati con fucili - mitragliatori . Chiuso lo sportello , l ' auto - ambulanza partì a grande velocità . Mussolini pensava sempre che tutto ciò accadesse per proteggere , come aveva detto il re , la sua " incolumità personale " . Dopo una mezz ' ora di corsa , l ' auto - ambulanza si fermò a una caserma di carabinieri . La palazzina aveva le finestre chiuse , ma Mussolini poté vedere che era circondata da sentinelle con baionetta inastata , mentre un ufficiale sedette in permanenza nella stanza attigua . Qui Mussolini restò circa un ' ora e quindi , sempre nell ' auto - ambulanza , fu portato nella caserma allievi - carabinieri . Erano le 19 . Il vice - comandante della Scuola parve emozionato quando lo vide arrivare ed ebbe parole generiche di simpatia . In seguito fu accompagnato nella stanza adibita ad ufficio del comandante la Scuola , colonnello Tabellini , mentre nella stanzetta vicina si mise di guardia un ufficiale . Nelle ore della sera alcuni ufficiali dei carabinieri si recarono a trovare Mussolini . Fra gli altri il Chirico , Bonitatibus , Santillo , coi quali si parlò di cose generiche . Fu detto che si trattava sempre di proteggerlo e che era stato affidato precisamente all ' Arma questo delicatissimo mandato . Mussolini non toccò cibo . Chiesto di uscire , egli fu accompagnato da un ufficiale lungo il corridoio . Mussolini notò allora che ben tre carabinieri montavano di sentinella alla porta dell ' ufficio situato al secondo piano . Fu allora che meditando nella stanza si affacciò per la prima volta alla mente di Mussolini il dubbio : protezione o cattura ? Che si complottasse in taluni ambienti contro la vita del Duce era noto anche alla Polizia . La quale però specialmente sotto la gestione veramente infelice di Chierici affermava trattarsi di tendenze velleitarie , di pratico non essendovi niente . Tutto si riduceva a espressioni di un comprensibile malcontento . Vale la pena di aprire una parentesi per fissare che la nomina del Chierici a capo della Polizia fu particolarmente patrocinata dall ' Albini . Ma Mussolini si chiedeva : quale minaccia alla mia vita può sussistere in una caserma , dove stanno ben duemila allievi - carabinieri ? Come potrebbero i congiurati raggiungermi ? Come potrebbe il " furore popolare " fare altrettanto ? Verso le 23 Mussolini spense il lume , mentre rimase acceso quello della stanza attigua dove vegliava in permanenza un ufficiale che non rispondeva mai allo squillo del telefono . Alle ore una del giorno 26 , il tenente colonnello Chirico entrò nella stanza del Duce e gli disse : « È giunto in questo momento il generale Ferone che reca un messaggio del Maresciallo Badoglio per voi » . Mussolini si alzò ed entrò nella stanza attigua . Egli aveva in Albania conosciuto il generale Ferone , il quale aveva una strana aria di soddisfazione . La lettera del Maresciallo Badoglio , contenuta in una busta verde intestata " Ministero della Guerra " , aveva questo indirizzo , di pugno del Maresciallo : Al Cavaliere Sig . Benito Mussolini » diceva : « Eccellenza il Cavaliere Benito Mussolini . - Il sottoscritto Capo del Governo tiene a far sapere a V . E . che quanto è stato eseguito nei Vostri riguardi è unicamente dovuto al Vostro personale interesse , essendo giunte da più parti precise segnalazioni di un serio complotto contro la Vostra Persona . Spiacente di questo , tiene a farVi sapere che è pronto a dare ordini per il Vostro sicuro accompagnamento , con i dovuti riguardi , nella località che vorrete indicare . - Il Capo del Governo : Maresciallo Badoglio » . Questa lettera , di una perfidia unica nella storia , aveva lo scopo di convincere Mussolini che la parola del re circa l ' incolumità personale sarebbe stata rispettata e che la crisi non sarebbe uscita dall ' orbita del Regime , cioè del Fascismo , perché Badoglio aveva dato troppe volte esplicita solenne adesione al Partito , nel quale era regolarmente iscritto insieme con tutti i membri della famiglia , moglie compresa ; aveva ricoperto troppe alte cariche nel Regime ; aveva assolto mandati politico - militari troppo importanti ; aveva accettato troppi onori e quattrini , che tutto era possibile pensare meno l ' ipotesi del tradimento preparato e macchinato da mesi e forse dall ' epoca del suo allontanamento dalla carica di capo di S . M . generale . Aveva anche accettato di servire il Regime nel Consiglio Nazionale delle Ricerche dove , di effettivo , non aveva fatto un bel nulla salvo una apparizione mattutina per leggere i giornali . Dal momento in cui entrò nella caserma degli allievi - carabinieri , Mussolini non ebbe più notizie del mondo . Gli fu detto soltanto che il re aveva fatto un proclama , che un altro ne aveva fatto Badoglio con la dichiarazione sulla continuazione della guerra , che la città era calma e che il popolo riteneva oramai vicina la pace . Dopo avere letto la missiva di Badoglio , Mussolini dettò al generale Ferone , che li scrisse di sua mano sopra un foglio di carta , i seguenti punti : « 26 luglio 1943 - ore una . « 1° - Desidero ringraziare il Maresciallo d ' Italia Badoglio per le attenzioni che ha voluto riservare alla mia persona . « 2° - Unica residenza di cui posso disporre è la Rocca delle Caminate dove sono disposto a trasferirmi in qualsiasi momento . « 3° - Desidero assicurare il Maresciallo Badoglio , anche in ricordo del lavoro in comune svolto in altri tempi , che da parte mia non solo non gli verranno create difficoltà di sorta , ma sarà data ogni possibile collaborazione . « 4° - Sono contento della decisione presa di continuare la guerra cogli alleati , così come l ' onore e gli interessi della Patria in questo momento esigono , e faccio voti che il successo coroni il grave compito al quale il Maresciallo Badoglio si accinge per ordine e in nome di S . M . il re , del quale durante 21 anni sono stato leale servitore e tale rimango . Viva l ' Italia ! » . Questa è la sola e indiretta missiva mandata al Badoglio . Mussolini non ha mai mandato parola alcuna o cenno al re . Con questa risposta , che Badoglio non osò mai rendere di pubblica ragione limitandosi a farne dare nei suoi ambienti una mutilata versione orale , Mussolini mostrava di credere in buona fede che Badoglio , pur modificando il Governo , non avrebbe cambiato la politica generale dominata dalla guerra . Partito il generale Ferone , Mussolini si ritirò e vegliò sino alle prime ore del mattino . Durante tutta la giornata del lunedì continuò quella che potrebbe chiamarsi la commedia della " residenza privata " . Più volte durante la giornata vennero a dire che la residenza della Rocca era ottima dal punto di vista della " incolumità personale " di Mussolini ; che il generale dei carabinieri di Bologna vi aveva già fatto un sopraluogo e confermava che come " sicurezza " la Rocca si prestava benissimo e che si attendeva una parola definitiva per stabilire le modalità della partenza , magari in volo . Così trascorse tutta la giornata , senza altre notizie . Si disse soltanto che a Villa Torlonia tutto era calmo , ed era falso . Alla sera , il maggiore Bonitatibus preparò , sempre nella stanza del colonnello Tabellini , il letto da campo . Anche per tutta la mattinata di martedì 27 continuò la commedia della " imminente partenza " che non avveniva mai . C ' era però , in giro , un ' accentuata vigilanza . Alle 19 entrarono nel cortile della caserma in fondo alla quale sul muro si leggevano a grandi lettere i famosi verbi " credere , obbedire , combattere " un plotone di carabinieri e uno di metropolitani che si piazzarono vicino a un gruppo di autocarri . Verso le 20 giunsero alcune vetture automobili con un gruppo di ufficiali . A un certo punto un ufficiale , portatosi nel mezzo del cortile , gridò agli allievi i quali affollavano le ringhiere attratti dall ' arrivo insolito di tante macchine : « Tutti nelle camerate ! Chiudere le finestre ! » . La sera era già calata , quando un ufficiale entrò nella stanza e disse a Mussolini : È venuto l ' ordine di partire ! Mussolini discese accompagnato da un gruppo di ufficiali dai quali , giunto al pianterreno , si accomiatò , e mentre stava per salire nella macchina un generale si presentò con queste parole : Generale di brigata Pòlito , capo della Polizia militare del Comando Supremo ! Mussolini non domandò nulla , convinto che la meta del viaggio notturno fosse la Rocca delle Caminate . Le tendine erano abbassate , ma non i vetri ; da uno spiraglio , Mussolini si avvide che la macchina passava davanti all ' ospedale di Santo Spirito . Non si andava dunque verso la Flaminia , ma verso l ' Appia . Agli innumerevoli posti di blocco i carabinieri , avvertiti dalle staffette , si limitavano a far rallentare un poco la corsa della macchina . Giunto all ' imbocco della grande strada per Albano , Mussolini domandò : Dove andiamo ? Verso il sud . Non alla Rocca ? È venuto un altro ordine . Ma voi chi siete ? Io ho conosciuto in altri tempi un ispettore di P . S . che si chiamava Pòlito . Sono io . - Come siete diventato generale ? Per equiparazione di grado . L ' ispettore di P . S . Pòlito era ben noto a Mussolini . Egli aveva effettuato , durante gli anni del Regime , alcune brillanti operazioni come la cattura di Cesare Rossi a Campione e la liquidazione della banda Pintor in Sardegna . Il Pòlito durante il viaggio narrò molti interessanti e anche inediti particolari sulle due operazioni . Dopo Cisterna la macchina rallentò la sua corsa . I discorsi cessarono . Il Pòlito , che aveva continuamente fumato , abbassò il vetro e chiamò il colonnello dei carabinieri Pelaghi per sapere dove erano . Vicino a Gaeta , rispose . È Gaeta la mia nuova residenza ? chiese Mussolini . Forse dove fu relegato Mazzini ? Troppo onore . Non è ancora stabilito ! ribatté Pòlito . Giunti a Gaeta deserta un uomo si fece incontro agitando una lampadina . La vettura si fermò e un ufficiale di Marina disse : Al molo Ciano ! Ivi attendeva l ' ammiraglio Maugeri che accompagnò Mussolini alla corvetta Persefone . Di lì a poco levò le ancore . Già albeggiava . Mussolini scese nella cabina insieme con gli ufficiali che lo scortavano . In vista dell ' isola di Ventotene , a giorno fatto , la corvetta si fermò , l ' ispettore Pòlito scese per vedere se l ' isola fosse conveniente per ospitare Mussolini . Di lì a poco tornò e lo escluse . Nell ' isola c ' era un presidio germanico . La corvetta proseguì allora per l ' isola di Ponza , dove , entrata nella rada , gettò le ancore alle ore 13 del giorno 28 luglio . Pòlito venne verso Mussolini e indicandogli una casa verdastra , semi - nascosta da grandi pescherecci in disarmo , disse : « Quello è il vostro domicilio temporaneo ! » . Intanto non si sa per quale fenomeno tutte le finestre e i balconi si erano gremiti di uomini e donne armati di binoccoli che seguivano la barca che si dirigeva verso terra . In un baleno tutta l ' isola conobbe l ' arrivo . Verso sera , alcune persone del luogo vennero a salutare Mussolini . I pescatori di Terracina gli mandarono un dono . In genere non c ' era nell ' atteggiamento degli isolani niente che ricordasse il " furore popolare " , ma poi con l ' arrivo di altri agenti la vigilanza fu rinforzata ed ogni contatto col mondo esterno precluso . A Ponza , Mussolini si rese conto della miserabile congiura che lo avevano eliminato e si persuase che tutto ciò avrebbe condotto alla capitolazione e alla sua consegna al nemico . Le giornate di Ponza erano lunghe . Nuovi ufficiali vennero : il tenente colonnello Meoli e il sottotenente Elio di Lorenzo , nonché il maresciallo Antichi . Il presidio , data anche la presenza di confinati italiani e di internati balcanici , fu rinforzato . Fu concesso a Mussolini di prendere due bagni in posizione approntata e ben vigilata . Niente giornali . Un solo telegramma di Gòring , eloquente . Mussolini trascorse le giornate di Ponza in perfetta solitudine , traducendo in tedesco le Odi barbare di Carducci e leggendo la Vita di Gesù di Giuseppe Ricciotti , che poi lasciò in dono al parroco dell ' isola . Ponza non può essere certamente paragonata a Ischia e meno ancora a Capri . Tuttavia ha una sua rusticana bellezza e , anche dal punto di vista della prigionia , una storia . Uno che se ne intende fece sapere a Mussolini che sin dall ' antichità vi erano stati relegati illustri personaggi come Agrippina , la madre di Nerone , Giulia , la figlia di Augusto , e , per compenso , una santa come Flavia Domitilla e anche , nel 538 , un papa , San Silvestro Martire . Poi , saltando a piè pari alcuni secoli , i moderni come Torrigiani , Gran Maestro della Massoneria , il generale Bencivenga , l ' ing . Bordiga e finalmente ultimo della serie e modernissimo il Ras Imerù con un immancabile Degiac abissino !
StampaQuotidiana ,
Era l ' una di notte del 7 agosto , quando il maresciallo Antichi si precipitò nella stanza di Mussolini , gridando : Pericolo immediato ! Bisogna partire ! Veramente , sin dalle prime ore della notte erano state notate quasi ininterrotte segnalazioni luminose sulla collina antistante , per cui si poteva pensare che qualche cosa di nuovo fosse nell ' aria . Mussolini raccolse le sue poche cose e , accompagnato dalla scorta armata , si diresse sulla spiaggia , dove un grosso barcone attendeva . La sagoma di una nave da guerra si stagliava in fondo verso l ' entrata della rada . Mussolini salì a bordo e vi trovò nuovamente l ' ammiraglio Maugeri come sulla Persefone . Discese , come al solito , nella cabina dell ' ammiraglio , seguito da Meoli , Di Lorenzo e Antichi . Il bastimento era il Pantera , già francese . Verso l ' alba le ancore furono levate . L ' equipaggio era tutto in coperta . Quelli che non erano di guardia dormivano . Verso le otto si levò un mare molto grosso , ma il Pantera lo teneva benissimo . Ci furono anche due allarmi per passaggio di aerei nemici , ma senza conseguenze . Il Duce scambiò qualche parola con il comandante in seconda , un ufficiale della Spezia , dal quale apprese che Badoglio aveva sciolto il Partito . Solo dopo quattro ore di navigazione Mussolini seppe che meta del viaggio era La Maddalena . Di lì a poco cominciaro a profilarsi nella foschia le linee della Sardegna . Verso le ore 14 Mussolini sbarcò e fu consegnato all ' ammiraglio Bruno Brivonesi , comandante la base marittima . Questo ammiraglio sposato a una inglese aveva subito un procedimento per la distruzione di un intero convoglio di ben sette navi mercantili , più tre unità da guerra : convoglio importantissimo , scortato da ben dodici unità da guerra , fra cui due " diecimila " , e affondato al completo da quattro incrociatori leggeri inglesi con pochi minuti di fuoco , senza subire la minima perdita . L ' inchiesta condotta dalle autorità della Marina con evidente negligenza non portò che a sanzioni di carattere interno contro questo ammiraglio , direttamente responsabile della perdita di dieci navi e di parecchie centinaia di uomini . Gli fu tolto il comando e , dopo qualche tempo , assegnato a un comando territoriale alla Maddalena . L ' incontro fra Mussolini e lui non poteva essere e non fu molto cordiale . La casa destinata a Mussolini era situata fuori del paese , su un ' altura circondata da un parco abbastanza folto di pini . Villa costruita da un inglese , tale Webber , il quale , caso strano ! fra tutte le località del mondo dove avrebbe potuto stabilirsi , aveva scelto proprio l ' isola più arida e solitaria fra tutte quelle che circondano al nord la Sardegna . Intelligence Service ? Forse . Il soggiorno alla Maddalena fu abbastanza lungo e la solitudine ancora più rigorosa . Nessun civile era nell ' isola già sfollata dopo il bombardamento del maggio , che aveva provocato danni ingentissimi alla base e l ' affondamento di due unità di medio tonnellaggio . Bombardamento misterioso , con precisa conoscenza degli obiettivi . Si vedevano ancora i relitti delle grandi navi affondate . Dal balcone della casa lo sguardo spaziava oltre la rada verso i monti della Gallura , glabri e puntuti , che ricordano un poco le Dolomiti . Fu concesso a Mussolini di scrivere . Pare abbia fatto delle annotazioni quotidiane di carattere filosofico , letterario , politico , ma questa specie di diario non lo si è più trovato . Alla Maddalena fu rinforzata la vigilanza . Ben cento uomini fra carabinieri e agenti vigilavano notte e giorno la casa Webber , casa dalla quale Mussolini uscì una volta sola per una breve passeggiata per il bosco , accompagnato dal maresciallo . Le giornate caldissime trascorrevano monotone , senza la minima notizia dal mondo esterno . Solo verso il 20 agosto fu concesso al prigioniero di ricevere dall ' ufficio della base il bollettino di guerra . La relegazione era quasi assoluta ma non sembrava ancora sufficiente al generale di corpo d ' armata Antonio Basso , comandante delle Forze armate in Sardegna , il quale in data 11 agosto così scriveva al ministro segretario di Stato generale Sorice : « Ho appreso la recente dimora alla Maddalena di un alto personaggio residente in una villa prospiciente la rada . Faccio presente che in quelle acque esistono numerosi mezzi navali alleati ( e pochissimi nostri ) adibiti al traffico marittimo con la Corsica ed alla difesa della base logistica alleata di Palau » . « Questa situazione può non far escludere la possibilità di inconvenienti . « Reputerei più conveniente che il personaggio fosse trasferito altrove e , ove forzatamente debba permanere nelle isole , in uno dei paesi montani interni della Sardegna dove la sorveglianza potrebbe essere più assoluta e rigorosa » . A margine di questo foglio , scritta con lapis rosso , si legge la seguente annotazione : " bella scoperta . B . " . Unica sorpresa , il dono del Führer , una mirabile edizione completa delle opere di Nietzsche in 24 volumi con una dedica autografa . Una vera meraviglia dell ' editoria tedesca . Il dono era accompagnato da una lettera del Maresciallo Kesselring che diceva : « Duce , per incarico del Führer vi rimetto , mediante la benevola intercessione di S . E . il Maresciallo d ' Italia Badoglio , il regalo del Führer per il vostro compleanno . « Il Führer si stimerà felice se questa grande opera della letteratura tedesca vi recherà , Duce , un po ' di gioia e se voi vorrete considerarla come espressione del personale attaccamento del Führer . « Aggiungo i miei personali ossequi . - Feldmaresciallo Kesselring . Quartier generale , 7 agosto 1943 » . Mussolini ebbe il tempo di leggere i primi quattro volumi , contenenti le poesie giovanili di Nietzsche bellissime e i primi lavori di filologia sulle lingue latina e greca che il pensatore tedesco possedeva al pari della sua materna . Un ' altra sorpresa fu una sera verso le 20 l ' apparizione improvvisa di un apparecchio tedesco dalla Corsica , il quale volò bassissimo sulla casa , forse a cinquanta metri , tanto che Mussolini poté vedere il volto del pilota e fargli un cenno di saluto . Mussolini pensò che questo volo avrebbe provocato la partenza dalla Maddalena . Infatti , la sera del 27 agosto , il capitano Faiola , che dal 10 aveva sostituito il Meoli , annunciò : Domattina si parte ! Un apparecchio della Croce Rossa era , da qualche ora , ormeggiato nella rada , quasi di fronte alla casa Webber . Alle ore quattro del giorno 28 Mussolini fu svegliato , e discese verso il porto . Salì sull ' apparecchio , che decollò abbastanza faticosamente perché era sovraccarico ed ebbe bisogno di molto spazio primo di sollevarsi dall ' acqua . Dopo un ' ora e mezzo l ' apparecchio ammarava a Vigna di Valle sul Lago di Bracciano . Ivi attendevano un maggiore dei carabinieri e l ' ispettore di P . S . Gueli , nonché la solita auto - ambulanza , la quale , per la Cassia , si diresse verso Roma , ma giunta alla circonvallazione deviò a sinistra e si diresse verso la Flaminia , imboccata la quale , dopo il ponte di ferro sul Tevere , apparve chiaro che si andava verso la Sabina . Strada ben nota al Duce da quando aveva " scoperto " il Terminillo , divenuto poi la " Montagna di Roma " . Superate Rieti e Città Ducale , nei pressi dell ' Aquila il viaggio fu interrotto da un allarme aereo . Tutti scesero dall ' auto - ambulanza . Una squadriglia di apparecchi nemici volava tanto alta che appena si distingueva . Ma quel che accadeva durante l ' allarme dava la netta impressione che l ' Esercito si avviasse al disfacimento . Gruppi di soldati , scamiciati , fuggivano da ogni parte , gridando , imitati dalla folla . Gli ufficiali facevano altrettanto . Spettacolo pietoso . Cessato l ' allarme la vettura riprese la corsa , ma poco dopo l ' Aquila si fermò per lieve avaria al motore . Abbassati i finestrini dell ' auto - ambulanza , un uomo si avvicinò al Duce e gli disse : « Io sono un fascista di Bologna . Hanno cancellato tutto . Però non dura . Il nuovo Governo ha disgustato , perché non ha dato la pace » . Attraversato il paese di Assergi , il corteo giunse alla stazione di partenza della funicolare del Gran Sasso . Una villetta accolse Mussolini e i suoi guardiani : capitano Faiola e ispettore di P . S . Gueli venuto da Trieste . Fu disposto un servizio di guardia ancora più rigoroso . Si concesse a Mussolini la lettura della Gazzetta Ufficiale compresi gli arretrati . Un giorno Mussolini domandò al Gueli : Avete un ' idea del motivo per il quale io sono qui ? L ' ispettore Gueli rispose : Voi siete considerato un detenuto comune . - E il vostro compito qual è ? Sempre uguale : vigilare perché non siate tentato di allontanarvi e soprattutto perché nessuno tenti di liberarvi o di farvi del male . Nei pochi giorni trascorsi alla " Villetta " , così si chiamava la casa , non accadde nulla di speciale . Mussolini poteva ascoltare la radio . Giornali non ne arrivavano ; libri nemmeno . Nel piazzale era stata piantata una stazione radio - trasmittente e ricevente . Un mattino un funzionario di P . S . si avvicinò e disse al Duce : Le locomotive che entrano dal Brennero portano il vostro ritratto . I vagoni sono pieni di scritte col vostro nome . Si prepara qualche cosa di grosso . A Roma la confusione è al colmo . Non vi è da stupirsi se i ministri se ne andranno ognuno per proprio conto senza preavviso . Circolano voci drammatiche sull ' atteggiamento dei Tedeschi nel caso di un tradimento di Badoglio . Un ' altra mattina , un agente dell ' Ispettorato di Trieste che portava a spasso i sei cani - lupo trovò modo di avvicinarsi a Mussolini e gli disse : Duce : io sono un fascista della Marca trevigiana . Sapete che cosa hanno fatto ieri a Roma ? Hanno ucciso Muti . Sono stati i carabinieri . Bisogna prepararsi a vendicarlo . E si allontanò . È in questo modo che Mussolini conobbe il feroce assassinio di Muti . La notizia gli fu poi confermata dal Gueli . Passarono alcuni giorni e poi le tende furono trasportate ultima tappa del viaggio ! all ' albergo Rifugio del Gran Sasso , a 2112 metri d ' altezza : la più alta prigione del mondo , disse un giorno Mussolini ai suoi guardiani . Vi si arriva con una filovia , che supera un dislivello di mille metri con due arcate . Funivia e albergo , tutto costruito durante il ventennio fascista . Al Gran Sasso aveva termine il primo mese di prigionia : il tragico agosto del 1943 .
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Prima di intraprendere la narrazione degli eventi che si svolsero dal 10 al 15 settembre , un esame del colpo di Stato si impone . Bisogna riconoscere che lungamente , minuziosamente preparato esso rivelò una tecnica che può dirsi perfetta . Se i generali italiani avessero operato con lo stesso spirito durante la guerra , questa sarebbe stata trionfalmente e rapidamente vinta . Appena catturato il Duce , alle ore 17,30 , tutte le comunicazioni telefoniche furono bloccate , salvo quelle della Centrale Badoglio che già da qualche giorno facevano capo agli uffici del Maresciallo traditore . Questo fatto non passa inosservato . Già alle 19 si nota un aumento della eccitazione in città . Alle 22,30 esce alla radio il primo comunicato e immediatamente dopo gli altri . Come ad un segnale convenuto , scoppiano le prime dimostrazioni di popolo . La sorpresa accresce la vivacità delle dimostrazioni stesse . Chi compone la massa dimostrante ? Interrogativo , forse , ozioso . Non volendo chiamarla " popolo " si chiamerà " folla " . Sono migliaia di persone che acclamano al re e al Maresciallo . I fascisti sono più di ogni altro sorpresi . I circoli sono chiusi . Manca il tempo di presidiarli . Il carattere antifascista del movimento è chiaro immediatamente sin dal primo annuncio . I fascisti hanno l ' aria attonita , quasi di fronte a una rivelazione improvvisa . Si assiste a un voltafaccia completo . Un popolo cambia in mezz ' ora tutto il corso dei suoi pensieri , dei suoi sentimenti , della sua storia . Ad accrescere la confusione dei cervelli v ' è la forma e la sostanza dei comunicati . Lasciano supporre che si tratti in fondo di una crisi costituzionale , di un normale passaggio di poteri . Taluni fascisti non afferrano nulla di nulla . L ' emissione dei " nebbiogeni " a guisa di disorientamento funziona a meraviglia . La massa crede alla imminenza della " pace " e la invoca e crede che si andrà alla pace , visto che non c ' è più Mussolini a volere lui solo ! la prosecuzione della guerra : alcuni si illudono che ciò invece voglia dire una più energica condotta della guerra , un governo fascista o quasi , senza il Duce . Non figurava il Maresciallo Badoglio fra gli iscritti , regolarmente , al P.N.F. ? Questo potrebbe il condizionale ha il suo valore spiegare le adesioni immediate telegrafiche ed epistolari di molte personalità fasciste al Maresciallo . Se qualche incertezza sul carattere del colpo di Stato poteva sussistere nella serata del 25 luglio , nella mattina successiva ogni dubbio doveva crollare . Fu la mattina in cui la " folla " scorrazzò per le strade inquadrata e protetta dai carabinieri gli esecutori periferici del colpo di Stato devastò le sedi di tutte le organizzazioni fasciste , demolì tutti i simboli del Littorio , commise violenze sulle persone , cancellò con una iconoclastia feroce e stupida tutto ciò che poteva ricordare Mussolini e il Fascismo . Mentre dalle finestre volavano a migliaia busti e ritratti di Mussolini , le vetrine si adornavano di quelli di Vittorio Savoia e di Pietro Badoglio . Quale giudizio dare di un popolo che offre di sé tale spettacolo al mondo , con un cambiamento così improvviso , e potrebbe dirsi isterico , di stato d ' animo ? Taluni di coloro che si affrettarono a telegrafare a Badoglio si giustificano con la incertezza determinata dai primi comunicati , nei quali si dichiarava che " la guerra continua " , che non ci dovevano essere " recriminazioni " , e relativi accenni alla concordia nazionale , nonché il carattere " militare " del Governo . Eppure , alcuni minuti di riflessione sul tenore dei comunicati avrebbero dovuto subito far nascere almeno il dubbio sulla effettiva realtà delle cose : realtà che aveva un nome solo : " cattura del Duce e preparazione della capitolazione " . Non doveva apparire " strano " che l ' annuncio delle dimissioni non fosse stato accompagnato da una parola di apprezzamento e di riconoscimento dell ' opera del Duce ? Qui non si allude alle solite lettere autografe che il re mandava ai generali in certe determinate occasioni ; ma un uomo che aveva servito per ventun anni in pace e in guerra e al quale era stata data , dopo la conquista dell ' Etiopia , la più alta decorazione militare , non meritava nemmeno una parola , quella parola che non si nega talora persino a un mediocre domestico ? E se nel comunicato non c ' era nulla , perché non veniva concesso a Mussolini di rivolgere un saluto alle truppe , di farsi in qualche modo sentire dal popolo ; perché non si parlava minimamente di un passaggio dei suoi poteri al nuovo Capo del Governo ? Perché questo improvviso silenzio ? Perché questa completa sparizione ? Circolarono allora le più fantastiche voci e una soprattutto , diffusa dagli ambienti dinastici , secondo la quale Mussolini era ospite del re , in una villa che non veniva specificata , e che fra pochi giorni calmato il fermento popolare avrebbe potuto di nuovo tranquillamente circolare . Quest ' opera di confusione pienamente riuscita era già esaurita nelle prime ore del mattino del 26 , quando la plebe si abbandonò agli eccessi pazzeschi che le cronache compiacenti registrarono . Dalla mattina del 26 in poi nessun fascista poteva nutrire il minimo dubbio sul carattere , sugli scopi , sulle intenzioni del Governo Badoglio ; era il Governo che si proponeva puramente e semplicemente la distruzione di tutto ciò che nelle idee , negli istituti , nelle cose era stato creato da venti anni di Fascismo . E a questa bisogna miserabile si prestarono uomini che sino alle ore 22 e 29 minuti del 25 luglio si dichiaravano fascisti , sia pure di ore diverse ; alcuni , anzi , delle prime ore ! Intanto l ' ordine era di ignorare Mussolini . Silenzio di tomba attorno a questo nome . Egli era un morto di cui si esitava ad annunciare il decesso . Così cominciò il mese di agosto del 1943 , il mese dell ' infamia , del tradimento , della capitolazione . Del Fascismo non fu rispettato niente : nemmeno i morti ! Gli esecutori della politica badogliana e vi misero un impegno aguzzinesco che pochi avrebbero immaginato furono ufficiali e uomini di quell ' Arma che Mussolini aveva tinto elogiato e protetto , saliti al numero imponente di 156 mila entro il primo semestre del 1943 . Fu il mese della " libertà " . Una libertà col coprifuoco e lo stato d ' assedio ; una libertà che consisteva soltanto nella diffamazione di tutto quanto era stato Fascismo . Nessuno fu risparmiato . Non vi fu gerarca che non avesse almeno nascosto un lingotto d ' oro e viveri di frodo nelle cantine . Gli Inglesi salutarono la caduta di Mussolini come la più grande vittoria politica conseguita durante tutta la guerra , ed effettuarono nel mese di agosto bombardamenti di una violenza eccezionale , allo scopo di " ammorbidire " la resistenza morale del popolo e renderlo maturo per la resa , di cui già si parlava . Il disordine materiale e morale aveva raggiunto oramai proporzioni tali da sollevare qualche preoccupazione negli ambienti della dinastia . Fra le molte carte che i fuggiaschi dell'8 settembre non riuscirono a nascondere , come avevano progettato , nelle vicinanze delle frontiere svizzere , ve n ' è una indicativa che ha questo titolo scritto autografo da Badoglio . « Pro - memoria che S . M . il re mi disse di avere compilato e che mi ha rimesso nell ' udienza del 16 agosto 1943 . - Badoglio » . Ecco il testo integrale del pro - memoria : « L ' attuale Governo deve conservare e mantenere in ogni sua manifestazione il proprio carattere di " Governo militare " come enunciato nel programma del 25 luglio e come chiaramente risulta dalla sua stessa composizione : Maresciallo Badoglio , Capo del Governo . Funzionari esclusivamente tecnici tutti i ministri . Deve essere lasciato ad un secondo tempo e ad una successiva formazione di Governo , l ' affrontare i problemi politici in un clima ben diverso e più tranquillo per i destini del Paese . « Bisogna mantenere fede all ' impegno enunciato dal re nel suo proclama , controfirmato dal Maresciallo Badoglio : " Nessuna recriminazione sarà consentita " . « L ' eliminazione , presa come massima , di tutti gli ex - appartenenti al Partito fascista da ogni attività pubblica deve quindi recisamente cessare . « Tutti gli Italiani , dinanzi alla provata buona fede , devono avere lo stesso dovere e lo stesso diritto di servire la Patria e il re . « La sola revisione delle singole posizioni deve essere attentamente curata per allontanare e colpire gli indegni e i colpevoli . « A nessun partito deve essere consentito , né tollerato , l ' organizzarsi palesemente e il manifestarsi con pubblicazioni e libelli , democrazia del lavoro , repubblicano , ecc . Sono in circolazione molti fogli la cui paternità è facilmente individuabile e che " le leggi vigenti severamente colpiscono " . « Ogni tolleranza è debolezza , ogni debolezza mancanza verso il Paese . « Le Commissioni costituite in misura eccessiva presso i Ministeri sono state sfavorevolmente accolte dalla parte sana del Paese ; tutti , all ' interno ed all ' esterno , possono essere indotti a credere che ogni ramo delle pubbliche amministrazioni sia oramai inquinato . Tutti possono attendersi che ad ogni mutamento di Governo le leggi e le istituzioni possano essere sconvolte . « Ove il sistema iniziato perdurasse , si arriverebbe all ' assurdo di implicitamente giudicare e condannare l ' opera stessa del re . « La massa onesta degli ex - appartenenti alle organizzazioni del Partito fascista , di colpo eliminata da ogni attività senza specifici demeriti , sarà facilmente indotta a trasferire nei partiti estremisti la propria tecnica organizzativa , venendo così ad aumentare le future difficoltà di ogni Governo d ' ordine . « La maggioranza di essa , che si vede abbandonata dal re , perseguitata dal Governo , malgiudicata e offesa dall ' esigua minoranza dei vecchi partiti che per venti anni ha supinamente accettato ogni posizione di ripiego , mimetizzando le proprie tendenze politiche , tra non molto ricomparirà nelle piazze in difesa della borghesia per affrontare il comunismo , ma questa volta sarà decisamente orientata a sinistra e contraria alla monarchia . « Il momento è difficile . Il Governo potrà meno difficilmente superarlo se gli Italiani , tolta ogni preoccupazione di sempre nuove repressioni , visti e giudicati con un unico sia pur severo apprezzamento , potranno riprendere la loro vita normale che per tutti gli onesti ha indistintamente inizio dal 25 luglio , come il re ha solennemente promesso » . Qui finisce il regio memorandum la cui significazione è evidente . Non è noto che cosa abbia risposto il Maresciallo , al quale la nota fu personalmente consegnata . È chiaro che già a metà dell ' agosto infausto Vittorio Savoia cominciava a temere per il suo futuro . Egli aveva scatenato la valanga ed ora visto l ' accelerarsi del moto pretendeva di moderarla . Troppo tardi ! Egli aveva l ' aria di pentirsi di avere liquidato un regime nelle file del quale aveva trovato dei sinceri e numerosi difensori , ma ormai i dadi erano stati gettati . Anche se lo avesse voluto Badoglio non avrebbe potuto liberarsi dai partiti che lo avevano aiutato nel colpo di Stato e dei quali egli era oramai prigioniero e coi quali doveva perfezionare la manovra sino alla capitolazione del settembre . Il documento regio del 16 agosto è un tentativo senza risultato fatto per sganciarsi dalle responsabilità e non chiudersi tutte le porte alle spalle : l ' accenno al risorgere del comunismo è eloquente . Vittorio Savoia " sentiva " forse l ' approssimarsi di qualcosa o qualcuno che più tardi si sarebbe esibito come Palmiro Togliatti ? Credere che forze disfrenate potessero rientrare nell ' alveo di una qualsiasi legalità sotto un Governo di funzionari era una pietosa illusione . Il Maresciallo passò il memoriale agli " atti " dove più tardi fu ritrovato . Tale documento potrebbe essere intitolato : " Primo grido d ' allarme della dinastia " .
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Nella seconda quindicina di agosto bisognava ritirate le bandiere dalle finestre dove erano rimaste esposte per ben 14 giorni come si fosse trattato di celebrare la più trionfale delle vittorie esaurite le cantafere per la riconquistata libertà visti i terribili bombardamenti e l ' imperversante disordine annonario bisognava " distrarre " l ' opinione pubblica e così cominciarono le due settimane degli scandali . Si cominciò cogli illeciti arricchimenti . Tutti i gerarchi erano ladri . Tutti profittatori . Non un galantuomo , nemmeno a cercarlo con la famosa lanterna del cinico Diogene . Si giunse persino a fissare in 120 miliardi il totale del denaro rubato dai gerarchi al popolo italiano . Con la restituzione di tale veramente astronomica somma all ' erario si pensava di sanare il deficit del bilancio . Se tutto ciò non fosse stato stampato , si stenterebbe a crederlo . Le cantine e le soffitte delle case dei fascisti erano piene di ogni specie di viveri . Ci fu una delle più singolari psicosi collettive : quella dei lingotti d ' oro e dei prosciutti . Tutto ciò era destinato ad eccitare gli istinti più bassi delle folle . Una delle famiglie che la famosa Commissione presieduta dal traditore Casati prese particolarmente di mira fu quella di Ciano . Era una manovra indiretta per arrivare al Duce , al quale , forse , molti tornavano a pensare , ma del quale nessuno osava più pronunciare il nome secondo le istruzioni ricevute dal censore badogliano . Quando al patrimonio della famiglia del conte Galeazzo Ciano si parlò di miliardi . La lettera scritta dal conte Ciano , in data 23 agosto 1943 , indirizzata al Maresciallo Badoglio , non è un documento privato , è un documento politico . Eccone il testo integrale : Roma , 23 agosto 1943 . « Illustre Maresciallo , « con grande amarezza ho letto sul Corriere della Sera un articolo che oltraggia la memoria di mio padre . Disdegno scendere a polemiche con giornalisti anonimi che raccolgono del fango per gettarlo sul viso di un morto , ma ritengo invece mio dovere informare vostra Eccellenza , in attesa di quanto la commissione appurerà in merito , della esatta misura della complessiva eredità pervenuta da mio padre a me ed alla mia defunta sorella . « Egli , alla sua morte , disponeva dei seguenti beni : « 1 . - 3/4 della società tipografica editoriale del giornale Il Telegrafo di Livorno ; « 2 . - quattro edifici in Roma , del valore totale all ' epoca della morte , di circa cinque milioni ; « 3 . - titoli industriali così ripartiti : Romana elettricità : azioni 1400; Terni : azioni 500; Montecatini ; azioni 2000; Valdagno : azioni 1000; Navigazione generale : azioni 300; Ilva : azioni 500; Anic : azioni 1000; Monte Amiata : azioni 1000; I.M.I. : azioni 100; Consorzio Credito Opere Pubbliche : azioni 24; Buoni del Tesoro : 1 milione ; contante : L . 355.089; conto corrente postale : lire 32.975 . « Di quanto precede la documentazione è in mia mano e naturalmente rimane a piena disposizione di Vostra Eccellenza . « Sono sicuro che queste cifre , così lontane dalle astronomiche fantasie dei calunniatori anonimi , saranno dal sereno spirito di V . E . valutate non quale il disonorante bottino di un approfittatore , bensì come l ' equo frutto di una vita intensamente operosa . « Ed è per questo , Eccellenza , che io mi rivolgo soltanto al Maresciallo Badoglio , perché siano tutelati la memoria e l ' onore di un soldato d ' Italia . Galeazzo Ciano » . Il discorso di Churchill del 22 settembre prova che già verso la ultima decade di agosto erano state fissate a Lisbona le clausole della resa a discrezione , almeno le principali . Fra di esse ve n ' era una che contemplava la consegna di Mussolini al nemico . Ciò non ha precedenti nella storia umana ! Nei giorni confusi del settembre , dopo la liberazione del Gran Sasso , i giornali non pubblicarono il testo stenografico integrale del discorso di Churchill . Sebbene in ritardo , vale la pena di farlo oggi , perché la documentazione risulti completa . Alla Camera dei Comuni , il 22 settembre , narrando le vicende italiane , Churchill così parlò : « La resa incondizionata comprende , naturalmente , ogni cosa . Non era soltanto prevista in modo speciale la consegna , in un secondo tempo , dei criminali di guerra , ma era stata stipulata una clausola speciale per la consegna del signor Mussolini . Non è stato però possibile disporre per la sua consegna separata prima dell ' armistizio e prima che avvenisse il nostro grande sbarco , poiché ciò avrebbe certamente rivelato le intenzioni del Governo italiano al nemico , il quale si inframmetteva in ogni cosa e lo teneva perfettamente in suo potere . « La situazione dell ' Italia era che , quantunque avesse avuto luogo una rivoluzione interna , essa era ancora alleata della Germania e proseguiva la causa comune insieme ad essa . Era una situazione molto difficile a mantenere giorno per giorno , con le pistole della " Gestapo " puntate alle nuche di " tanti colli " . « Avevamo ogni motivo di credere che Mussolini era tenuto sotto forte guardia ed in luogo sicuro e certamente era molto nell ' interesse del Governo Badoglio di avere la certezza che non fuggisse . « Si afferma che lo stesso Mussolini avrebbe dichiarato di credere che sarebbe stato consegnato agli alleati . Questa certamente era l ' intenzione e sarebbe stata realizzata se non fossero intervenute circostanze sfortunatamente fuori del nostro controllo . Le misure prese del Governo Badoglio erano accuratamente studiate ed erano le migliori che esso potesse adottare per trattenere Mussolini ; però esso non aveva previsto una discesa di paracadutisti di sì vasta portata come quella che i Tedeschi effettuarono nel punto dove egli era confinato . Si noterà che essi gli avevano mandato alcune opere di Nietzsche e qualche opuscolo per consolarlo ed alleviare il suo confino . Indubbiamente essi erano a perfetta conoscenza del luogo ove egli si trovava e delle condizioni in cui era . E l ' impresa fu caratterizzala da grande temerarietà e condotta in grandi forze . « Essa dimostra certamente che vi sono molte possibilità di questo genere nella guerra moderna . Non credo che vi sia stata negligenza o inosservanza dei patti da parte del Governo Badoglio , il quale aveva un ' ultima carta da giocare . « I carabinieri di guardia avevano l ' ordine di uccidere Mussolini qualora vi fosse un qualsiasi tentativo di liberarlo , ma essi non fecero il loro dovere a causa delle preponderanti forze tedesche discese su di loro dall ' aria , le quali li avrebbero tenuti responsabili della salute e della incolumità del prigioniero . E tanto basta ! » . Queste sono le parole trasmesse dalla Reuter alle ore 19 del giorno 22 settembre 1943 . Che , come dice Churchill , il Maresciallo Badoglio avesse " accuratamente " studiato le misure prese per assicurare la prigionia di Mussolini e la sua successiva consegna al nemico , è documentato da questa lettera autografa dello stesso Maresciallo al capo della Polizia Senise : « Eccellenza , « questa mattina ho comunicato al comandante generale dell ' Arma dei RR . CC . , S . E . Cerica quanto segue : È responsabile della custodia dell ' ex - Capo del Governo Benito Mussolini l ' ispettore generale di P . S . Saverio Pòlito . « Egli solo risponde personalmente al Governo che il predetto Mussolini non evada o sia da chicchessia sottratto alla detenzione . « Il generale Pòlito richiederà al Comando generale dell ' Arma ed al capo della Polizia tutto il personale che gli occorre , specificando anche il nome di chi desidera . « Ogni sua richiesta sarà accolta . L ' ispettore Pòlito mi terrà con frequenza informato . « Badoglio » Roma , 16 agosto 1943 . Decisa la consegna del Duce agli Inglesi e precisati i termini della medesima , bisognava creare lo scandalo attorno a Mussolini , coprirlo di ridicolo , infamarlo , in modo che il popolo già immemore avesse trovato la consegna di lui al nemico come la consegna di un uomo oramai non solo politicamente , ma fisicamente e moralmente finito . Improvvisamente le cateratte del pettegolezzo furono spalancate e sul cinque per cento di verità furono affastellate fantasie di ogni genere , che tuttavia non mancavano di eccitare la curiosità della minutaglia umana . Nessuno era in grado di scagliare la prima pietra sull ' argomento ; nessuno dei grandi e piccoli uomini nel passato , nessuno nel presente e meno di chiunque il Maresciallo Badoglio , ma il colpo era fatto . Bisognava uccidere Mussolini , prima col silenzio tombale poi col ridicolo . L ' affare durò due giorni , ma sufficienti . Non mancarono coloro che deplorarono questi sistemi e parlarono di " boomerang " : ciò significa illudersi . Il colpo era riuscito . Si attribuisce a quei grandi conoscitori del cuore umano che sono i gesuiti , la ben nota massima : " calunniate , calunniate : qualche cosa resterà ! " E non v ' è dubbio che qualche cosa è restata . Negli ultimi giorni d ' agosto la " capitolazione " era nell ' aria . Il delitto immane che peserà per secoli sulla storia della Patria stava per essere consumato ; si stava , cioè tramutando il territorio italiano in una sanguinosa arena di battaglia di eserciti nemici . Solo un incosciente poteva pensare che le cose avrebbero avuto un andamento diverso . Solo un incosciente che avesse trascurato la lettura dei notiziari telefonici e telegrafici che ogni mattina venivano mandati a Roma dagli uffici di frontiera e nei quali erano dettagliatamente segnalati i passaggi verso l ' Italia di uomini e materiali tedeschi . Questi bollettini sono stati abbandonati sui tavoli dai fuggiaschi dell'8 settembre . Sino dalla mattina del 26 luglio , dai passi del Brennero , di Tarvisio , di Ventimiglia , vengono annunciati e specificati i movimenti delle divisioni tedesche . Ogni giorno sono centinaia di automezzi , camion , carri armati , reparti di truppe . La Germania sin da principio comprende che il Governo Badoglio ha un solo programma : arrendersi e poi riprendere le armi contro l ' alleato . È vero che in data 28 luglio il Maresciallo Badoglio ha la sfrontatezza di mandare il telegramma seguente al Führer , ma le parole non ingannano nessuno : « Führer , col giuramento nelle mani di S . M . il Re e Imperatore , il Consiglio dei ministri da me presieduto si è oggi insediato . Come già dichiarato nel mio proclama rivolto agli Italiani , ufficialmente comunicato al vostro ambasciatore , la guerra per noi continua nello spirito dell ' alleanza . Tanto tengo a confermarvi , con la preghiera di voler ascoltare il generale Marras che verrà al vostro Quartier Generale da me incaricato di una particolare missione per voi . Mi è grata l ' occasione , Führer , per porgervi la espressione dei miei cordiali sentimenti . Firmato : Badoglio » . Tra i sintomi più sospetti vi fu la richiesta avanzata al Comando supremo tedesco di autorizzare il ritiro di molte delle grandi unità italiane che erano dislocate fuori dei confini della Patria . Si abbandonavano territori conquistati col sangue , ma si volevano le divisioni a portata di mano per prendere alle spalle l ' alleato , una volta rovesciato il fronte . Tale telegramma a firma Guariglia reca la data del 10 agosto e suona di un suono falso nel termini seguenti : « Alla R . Ambasciata - Berlino . « Vogliate prendere immediato contatto con Auswärtiges Amt e fare ad esso presente quanto segue : « Come è stato detto nella riunione di Tarvisio del 6 corrente , il Comando supremo italiano ha preso la decisione di richiamare in Patria tutta la quarta armata dislocata nel territorio della Francia metropolitana e un corpo d ' armata su tre divisioni tra quelle attualmente dislocate nel territorio sloveno - croato . « Le ragioni che hanno motivato la decisione attuale sono varie e sono già state esposte a Tarvisio . « In primo luogo il Comando supremo sente la necessità di rafforzare la difesa del territorio metropolitano . Sembra oltre a ciò opportuno che nostre unità integrino lo schieramento delle divisioni germaniche in Italia , il cui compito appare limitato alla difesa di alcune zone , mentre è ovvio da parte nostra si debba provvedere ad una difesa dell ' intero territorio nazionale : Motivi di carattere politico e morale esigono che la Nazione senta , come ebbi io stesso a dichiarare esplicitamente al signor Von Ribbentropp , che la difesa del suo territorio non è soltanto affidata a truppe alleate , ma anche e soprattutto ai soldati italiani . « Prendete occasione da tali argomenti e anche da ogni altro che vi parrà più opportuno per far presente all ' Auswärtiges Amt la necessità di questa nostra decisione . « Ci rendiamo conto che lo sgombero di tali forze importa problemi e questioni anche di carattere politico , come ebbe a dire lo stesso Von Ribbentrop , ma abbiamo ferma fiducia che si potrà risolvere il tutto nel modo più soddisfacente per ambo le parti . « I necessari contatti a questo scopo dovranno essere quindi immediatamente presi dagli organi competenti interessati , politici e militari . - GUARIGLIA » .
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Nella sua esposizione al Gran Consiglio , Mussolini dichiarò che , a proposito di guerre sentite o non sentite , non voleva disturbare le " grandi ombre " , non voleva cioè risalire nel corso del XIX secolo a esaminare quali guerre furono più o meno sentite , nel ciclo del Risorgimento . Ecco la parte del suo discorso , che fu allora condensata in poche parole . Mussolini cominciò col ricordare la guerra del 1915-1918 , dichiarata in un ' atmosfera di vera e propria guerra civile , con una lotta senza quartiere fra neutralisti e interventisti . Guerra civile che continuò sino a Caporetto ; ebbe una tregua nei dieci mesi della riscossa sul Piave e ricominciò immediatamente dopo , appena firmata la falsa pace di Versaglia . " Sentita " la guerra del 1915-1918 ? Fu detta la guerra dei " milanesi " e nei " reggimenti " molti dovevano celare la loro qualità di cittadini della metropoli lombarda , per non incorrere nelle ire e negli insulti dei compagni . Parlino i superstiti volontari se ne esistono come è da augurarsi ancora ! I " volontari " furono vessati in ogni modo . Sei volontario ? si diceva . Dimostra dunque la tua " volontà " ! Nemmeno gli irredenti , che , entusiasti , erano venuti ad arruolarsi nelle file italiane , trovarono un ambiente che fosse in qualche modo fraterno . Uomini come Battisti e Sauro conobbero amarezze , che solo il loro sconfinato amore per l ' Italia riusciva a placare . Gruppi di volontari balzarono dalle trincee nell ' ottobre del 1915 , in un impeto d ' eroismo , nel quale entrava anche un elemento di ripulsa e di esasperazione per l ' ambiente ostile , refrattario , nel quale essi erano entrati . L ' Esercito regio non ha mai avuto simpatia alcuna per i volontari . L ' Esercito era considerato come il demanio della dinastia . Il suo compito era quello preminente di difendere le istituzioni e anche quello di fare la guerra , nel qual caso ciò non era considerato dalla maggior parte degli ufficiali come il coronamento desiderato e glorioso di una missione , ma come un molesto infortunio che ognuno avrebbe voluto evitare . Già nell ' ottobre del 1915 il fiore del volontarismo italiano da Corridoni a Deffenu era stato falciato nelle trincee delle prime quote carsiche , oltre Isonzo . Probabilmente non vi erano più volontari nell ' Esercito italiano , quando dopo il martirio di Battisti , in data 14 agosto 1916 , il generale Cadorna si decise a diramare una circolare stampata di due pagine , nella quale veniva raccomandato che i " volontari " non fossero oggetto di derisione , ma fossero rispettati dagli ufficiali e dai soldati . La guerra del 1915-1918 non fu " sentita " dall ' aristocrazia , né dai circoli di Corte ; meno ancora dal clero e dai ceti politicanti . Fu con una violenta agitazione di masse , fu col famoso manifesto " O guerra o Repubblica " scritto da Mussolini seduta stante dopo una riunione tenutasi in via Palermo fra i capi dell ' interventismo milanese , fu con le gigantesche dimostrazioni dannunziane di Roma che i " trecento " deputati del " parecchio " giolittiano si nascosero nel fondo dei loro collegi e si ebbe una " maltusiana " dichiarazione di guerra . È legge storica che quando in una Nazione si determinano due correnti una delle quali vuole la guerra e l ' altra la pace , quest ' ultima resti sempre regolarmente battuta , anche se , come sempre accade , rappresenti da un punto di vista numerico la maggioranza . Le ragioni sono evidenti . Coloro che si chiamano " interventisti " sono giovani , ardenti , essi costituiscono la minoranza dinamica , di fronte alla staticità della massa . Furono forse " sentite " dal popolo le guerre del Risorgimento ? La storia del Risorgimento deve essere ancora fatta ; bisogna creare una sintesi fra la storia così come è stata manipolata dai monarchici , i quali ipotecarono il Risorgimento , e la versione dei repubblicani . Bisognerà stabilire quale fu l ' apporto del popolo e quale quello della Monarchia ; che cosa diede la rivoluzione e quel che diede la diplomazia . Nelle oleografie che colpirono la nostra infanzia vi è quella un giorno diffusissima rappresentante i quattro fattori del Risorgimento : Vittorio Emanuele , coi pantaloni eccessivamente lunghi dai quali spuntano in fondo gli speroni , e i grandi baffi che davano al suo volto un aspetto di rurale inurbato ; Cavour , con gli occhiali che ne nascondono diplomaticamente lo sguardo , mentre il volto incorniciato dalla barba corta lo fa rassomigliare un poco a un vecchio signore distante : questi due rappresentano la dinastia e la diplomazia ; Garibaldi , prorompente di forza e di umanità ; il venturiero generoso di ogni grande avventura , innamorato dell ' Italia con un amore che ha il fuoco delle sue Camicie rosse ; ingenuo e " strepitoso " , come egli stesso si chiama con un aggettivo originale e non retorico , vero campione della vecchia razza ligure - italiana ; e quarto , infine , Mazzini , della stessa razza , nato sullo stesso mare , assorto , concentrato , durissimo , fanatico , di una sublime ortodossia repubblicana , anche se per lungo tempo inattuale . Si deve a questi ultimi se le guerre del Risorgimento furono possibili , anche se non furono " sentite " . L ' opinione pubblica , allora , non aveva gli strumenti di cui oggi dispone : bisogna quindi ricordare quale fu l ' atteggiamento delle Camere subalpine di fronte alle guerre che nel ventennio 1848-1870 portarono i Savoia a Roma . La guerra del 1848 appare abbastanza " sentita " . Non mancano , anche agli inizi , critiche e riserve da parte di alcuni deputati e in particolar modo del Brofferio che già il 29 maggio , in sede di discussione sull ' indirizzo di risposta al discorso della Corona , tocca il tasto , sempre penoso in Italia , della condotta della guerra da parte dei generali . In una successiva seduta gli onorevoli Moffa di Lisio e Grossi continuano le loro critiche , le quali diventano , naturalmente " vivacissime " non appena le operazioni militari prendono un corso poco brillante . In queste critiche ancora e sempre viene denunciata l ' inettitudine dei generali , la qual cosa imbarazza assai Cesare Balbo , Presidente del Consiglio . L ' agitazione aumenta sino al punto da determinare in piena guerra , e in una fase difficile della medesima , una crisi del Governo . Il nuovo Ministero , presieduto da Casati , proclama , nella seduta del 27 luglio , che " la guerra continua " , come Badoglio il 26 luglio , ma oramai si marcia verso l ' armistizio che viene considerato un " tradimento " . Brofferio grida : « Se voi persisterete in una pace funesta , noi vi ripeteremo cannoni e non protocolli e sarà a voi che i rappresentanti del popolo dichiareranno la guerra , incessante , ostinata , instancabile » . Il Casati non regge ed entra in scena Gioberti , il quale a sua volta non può dominare le scatenate passioni e scioglie la Camera . In nove mesi , tre Ministeri ! Vincenzo Gioberti sta al timone soltanto un paio di mesi . La guerra riprende , nel marzo del 1849 , in un ambiente completamente negativo , e dura poco più di una settimana . Carlo Alberto abdica , dando un esempio che il suo futuro nipote , in circostanze infinitamente più gravi , si è finora guardato dall ' imitare ! Ancora meno " sentita " fu la guerra di Crimea o meglio l ' intervento del Piemonte nella guerra scoppiata fra la Russia e la Turchia . L ' approvazione del Trattato di alleanza fra il Piemonte e le grandi Potenze ( Francia , Inghilterra ) vero capolavoro , questo , della politica di Cavour fu portata alla Camera il 3 febbraio del 1855 e incontrò vivacissime opposizioni , tanto a destra quanto a sinistra . Il Brofferio , fra l ' altro , accusò il Cavour di non avere un preciso indirizzo politico e di non avere " rispetto delle convenzioni e della moralità costituzionale " e affermava l ' assoluta inutilità e anche l ' inopportunità del Trattato . L ' alleanza con la Turchia offende il Piemonte e disonora l ' Italia . Abbiamo sfidato ogni specie di privazioni , ci siamo sottoposti a odiosissime tasse , abbiamo affrontato la bancarotta dello Stato nella speranza di potere , quando che fosse , ritornare in campo col grido " fuori lo straniero " . E poi ? Tutto questo abbiamo fatto per consumare i nostri milioni e i nostri soldati nella Crimea a beneficio dei nemici d ' Italia » . E concludeva : « Se voi consentite questo trattato , la prostrazione del Piemonte e la rovina dell ' Italia saranno un fatto compiuto » . Lo stesso fratello di Cavour , onorevole Gustavo , votò contro . Fu in questa occasione che Cavour pronunciò uno dei suoi migliori discorsi . Il trattato fu approvato , ma 60 deputati votarono contro , e 101 a favore . Anche la guerra del 1859 sollevò forti opposizioni . Cavour pose praticamente in vacanza la Camera e alla vigilia chiese i pieni poteri che gli furono accordati con 110 voti contro 23 . Tutti ricordano la terribile indignazione , la vera ondata di furore che si sollevò in ogni parte d ' Italia all ' annuncio del " tradimento " perpetrato a Villafranca da Napoleone III . Le polemiche furono di una violenza eccezionale : eppure il " tradimento " di Napoleone non aveva il volume e il carattere di quello consumato dal Savoia 1'8 settembre del 1943 ! Ed era comunque un Sovrano straniero ! Ma gli Italiani non perdonarono mai a Napoleone , la cui statua rimase per decenni e decenni nel cortile del Senato a Milano , abbandonata come un rudere senza valore ! Dal punto di vista materiale la prigionia di Mussolini non fu affatto dura , salvo alla Maddalena , date la naturale povertà dell ' isola e le generali difficoltà . Anche il trattamento da parte degli ufficiali e dei militi fu sempre molto riguardoso . Ma dai primi di settembre le " facilità " aumentarono . Egli consumava sempre solo i suoi pasti , ma alla sera poteva ascoltare la radio , ricevere qualche giornale e giocare a carte coi funzionari di guardia . Tutto ciò cominciava ad essere sospetto . Questo trattamento migliore non ricordava quello che si riserva ai condannati alla pena capitale ? Le voci che giungevano dall ' Aquila erano sempre più confuse . I " bollettini " di guerra denunciavano chiaro che oramai si trattava di una guerra - simulacro . Il primo settembre il Papa pronunciò un discorso che fu ascoltato anche da Mussolini : il tono accesamente pacifista di quella orazione radiodiffusa in quella data faceva parte della preparazione spirituale all ' evento che ormai era giunto a conclusione . All ' Albergo - rifugio tutto procedeva tranquillamente . Il prigioniero usciva dall ' edificio soltanto nelle prime ore pomeridiane e non si allontanava che di poche decine di metri , sempre accompagnato da un sottufficiale . Una mattina furono postate delle mitragliatrici ai lati della porta d ' ingresso . Un ' altra mattina fu eseguita una esercitazione con mitragliatrici pesanti sulle alture vicine . Il Gran Sasso , dal punto di vista " estetico " , è veramente affascinante . Non si può facilmente dimenticare il profilo scabro di questo monte che nel cuore d ' Italia raggiunge quasi i tremila metri . La roccia è nuda , ma ai piedi della cima più alta si distende un grande pianoro in direzione sud - est , il Campo Imperatore , lungo almeno venti chilometri , con dolce declivio , luogo ideale per gli sport della neve . Ai primi di settembre , su questo e sui limitrofi pianori , pascolavano numerosi greggi saliti in primavera dall ' Agro romano e che ormai lentamente si spostavano , preparandosi , a ritornarvi . Talvolta i proprietari dei greggi facevano delle apparizioni a cavallo e poi se ne andavano lungo i crinali della montagna stagliandosi all ' orizzonte come figure di un ' altra età . C ' è un indefinibile nelle cose , nell ' aria , nella gente di Abruzzo che afferra il cuore . Un giorno un pastore si avvicinò a Mussolini e molto a bassa voce gli disse : « Eccellenza , i Tedeschi sono già alle porte di Roma . Se il Governo non è fuggito poco ci manca . Noi della campagna siamo rimasti tutti fascisti . Nei paesi nessuno ci ha disturbato . Hanno soltanto chiuso i circoli . Sempre si parlava di voi . Si è detto che eravate fuggito in Spagna , che vi avevano ucciso , che eravate morto durante un ' operazione in un ospedale di Roma , che vi avevano fucilato al forte Boccea . Io credo che i Tedeschi , quando avranno saputo dove siete , vengano a liberarvi . Adesso porto giù le mie pecore e glielo dirò io dove siete . Ora si fa presto : le pecore fanno il viaggio in treno . Quando dirò a mia moglie che vi ho visto , dirà che sono impazzito . Ora viene il maresciallo ; a buon vederci ! » .