StampaQuotidiana ,
L
'
esercizio
del
diritto
elettorale
dovrebbe
essere
,
specialmente
in
un
paese
nuovo
alle
istituzioni
rivoluzionarie
,
dovrebbe
essere
fatto
con
trasporto
,
con
entusiasmo
.
All
'
incontro
l
'
apatia
degl
'
italiani
in
proposito
è
ormai
proverbiale
,
e
l
'
azienda
pubblica
si
è
ridotta
in
mano
di
un
partito
che
la
fa
da
vero
despota
.
Questo
stesso
partito
governativo
ha
in
mano
le
elezioni
;
scioglie
la
Camera
e
pretende
che
dal
5
al
20
novembre
gli
elettori
abbiano
a
poter
applicarsi
a
conoscere
le
questioni
che
la
futura
legislazione
è
chiamata
a
risolvere
.
Perché
questo
dileggio
delle
forme
costituzionali
?
Perché
questo
abuso
d
'
autorità
?
Gl
'
innamorati
di
questi
sistemi
rispondano
,
e
ci
spieghino
come
questo
non
sia
peggio
che
assolutismo
e
autocrazia
.
Ma
non
è
qui
che
a
noi
le
elezioni
danno
a
parlare
.
Vogliamo
dire
ai
cattolici
che
se
vi
fu
momento
nel
quale
l
'
astenersi
dal
votare
per
qualsiasi
candidato
fu
opportuna
e
savia
misura
,
ora
è
un
dovere
strettissimo
.
Già
alcuni
dei
giornali
cattolici
italiani
hanno
espresso
il
loro
parere
.
L
'
«
Unità
Cattolica
»
ha
asserita
e
difesa
la
formola
«
né
eletti
né
elettori
»
in
un
savio
articolo
,
nel
quale
agli
argomenti
addotti
noi
avremmo
forse
dato
una
maggior
estensione
.
A
Roma
un
deputato
cattolico
non
può
andare
come
legislatore
;
a
Roma
non
si
entra
che
per
la
breccia
,
per
forza
;
a
Roma
chi
votasse
anche
contro
l
'
usurpazione
ostenterebbe
un
'
autorità
là
dove
il
Pontefice
non
gliela
acconsente
.
Gli
elettori
né
di
Genova
,
né
di
Palermo
,
né
di
Roma
possono
concorrere
alle
elezioni
,
perché
i
deputati
,
secondo
i
principii
costituzionali
,
rappresentano
l
'
intera
nazione
e
il
voto
sarebbe
un
ritenere
nel
fatto
cessata
ogni
autorità
del
Papa
sul
suo
territorio
;
d
'
altra
parte
qual
elettore
è
costretto
ad
usare
del
diritto
di
eleggere
?
Non
ostante
che
la
ragione
ed
il
buon
senso
dissuadono
i
cattolici
dall
'
accorrere
all
'
urna
,
vi
sono
molti
ai
quali
quest
'
astensione
non
entra
.
Ebbene
;
qual
uomo
cattolico
accetterebbe
l
'
incarico
di
dettar
leggi
sotto
agli
occhi
del
Pontefice
prigioniero
?
chi
vorrebbe
rendersi
connivente
dell
'
attuazione
del
programma
ministeriale
,
sedendo
nella
Camera
anche
per
osteggiarlo
?
Chi
poi
vede
qualcosa
in
questo
buio
avvenire
che
ci
aspetta
?
Chi
vorrà
trovarsi
nella
sala
a
gozzovigliare
co
'
filistei
,
quando
Sansone
deriso
è
in
mezzo
alle
due
colonne
che
sostengono
l
'
edifizio
?
Che
se
fosse
pur
dicevole
entrar
deputato
nella
Camera
,
cerchino
i
cattolici
uomini
da
potersi
proporre
ai
collegi
italiani
!
Alcuni
ci
sono
,
ma
sono
alcuni
.
Non
s
'
offendano
i
cattolici
,
è
pur
troppo
vero
che
quelli
che
forse
s
'
offendono
,
ci
mettono
sulla
penna
queste
parole
.
Cattolici
ci
sono
!
dove
sono
?
dove
la
loro
vita
pubblica
?
E
se
si
trovassero
questi
uomini
ancor
capaci
d
'
indignazione
innanzi
alla
giustizia
oltraggiata
,
possiamo
supporre
che
rimarranno
vincitori
nel
campo
elettorale
?
No
;
si
pretende
che
gli
elettori
siano
in
mano
del
clero
,
il
quale
li
guida
;
ciò
non
è
vero
;
molti
del
clero
hanno
rovinato
,
e
molti
lasciarono
che
si
rovinassero
gli
elettori
.
Si
contarono
preti
che
condussero
all
'
urna
i
loro
dipendenti
a
votare
per
candidati
governativi
,
e
perché
?
pel
meno
male
.
Ah
se
il
meno
male
è
lecito
,
non
sappiamo
perché
si
predichi
di
non
commettere
nessun
male
,
e
di
abbandonarne
anche
le
apparenze
!
È
questo
un
argomento
che
naturalmente
oggi
ci
viene
presentato
dalle
elezioni
imminenti
,
e
di
cui
saremo
costretti
a
riparlare
.
Intanto
gli
elettori
pensino
se
l
'
astensione
non
sia
una
misura
moralmente
e
fisicamente
necessaria
.
Lo
«
Stendardo
Cattolico
»
rimane
attonito
e
pieno
di
dolore
di
fronte
ai
fatti
che
si
preparano
e
si
ritira
in
disparte
a
contemplare
da
semplice
spettatore
la
scena
;
ciò
sta
bene
,
quantunque
si
potesse
far
di
più
;
ad
ogni
modo
la
formola
«
né
eletti
né
elettori
»
ha
un
avversario
di
meno
nelle
nostre
file
,
e
speriamo
che
avrà
seguaci
tutti
i
cattolici
,
e
quelli
principalmente
che
vogliono
far
politica
.
StampaPeriodica ,
"
Un
Comitato
per
la
Tutela
del
Decoro
Nazionale
"
si
è
costituito
recentemente
qui
a
Roma
,
per
opera
di
alcune
cospicue
personalità
,
"
onde
porre
un
argine
-
dice
il
programma
-
al
dilagare
della
produzione
artistica
nostrana
,
che
ha
ormai
raggiunto
proporzioni
tali
da
allarmare
i
più
indifferenti
"
.
Questo
Comitato
intende
istituire
dei
premi
di
Scoraggiamento
,
sotto
forma
di
vitalizi
,
da
assegnarsi
"
a
quelle
persone
d
'
ambo
i
sessi
le
quali
avendo
prodotto
un
'
opera
qualsivoglia
di
letteratura
,
o
pittura
,
o
scultura
,
o
musica
,
o
teatro
,
che
abbia
riscosso
il
suffragio
dei
critici
competenti
,
s
'
impegnino
con
regolare
atto
notarile
,
a
desistere
per
sempre
dall
'
esercizio
,
tanto
pubblico
che
privato
,
di
qualunque
delle
suddette
arti
"
.
Saranno
disponibili
in
breve
cento
premi
di
lire
mille
annue
,
e
si
spera
nel
contributo
di
tutti
i
buoni
italiani
per
poterne
aumentare
il
numero
e
l
'
entità
.
Anche
il
Governo
ha
dato
la
propria
adesione
,
e
sembra
che
in
mancanza
di
un
appoggio
pecuniario
,
impossibile
in
questo
momento
,
voglia
mettere
a
disposizione
del
Comitato
un
certo
numero
di
onorificienze
che
servirebbero
a
sostituire
o
a
integrare
parte
dei
premi
in
denaro
.
Sappiamo
che
la
provvida
iniziativa
ha
incontrato
negli
ambienti
artistici
e
nel
pubblico
,
largo
consenso
.
OH
,
VILISSIMI
NOI
!
Noi
non
faremo
mai
nomi
,
non
citeremo
fatti
specifici
,
non
daremo
mai
presa
alle
feconde
discussioni
,
non
assumeremo
mai
responsabilità
circostanziate
,
non
entreremo
mai
nel
libero
arringo
della
polemica
,
non
cercheremo
mai
la
verità
e
la
luce
;
saremo
sempre
scorretti
,
libellisti
,
diffamatori
,
anonimi
,
sciagurati
,
subdoli
,
venduti
,
forse
.
Si
tratta
che
abbiamo
scoperto
in
poche
parole
tanto
da
tenerVi
la
coscienza
in
pace
.
Queste
:
chi
si
riconosce
,
se
lo
merita
.
È
oracolo
.
Come
certi
selvaggi
d
'
Africa
tenevano
delle
galline
che
avvelenavano
,
e
se
morivano
l
'
accusato
era
reo
,
se
no
innocente
;
così
noi
andiamo
seminando
questi
pezzetti
di
veleno
,
perché
certe
galline
abbocchino
e
ci
diano
indizio
sicuro
su
certi
rei
sospetti
.
PROVE
.
È
bella
,
che
certuni
accolgono
l
'
espressione
delle
nostre
più
care
fissazioni
,
espressione
che
noi
crediamo
di
avere
resa
quanto
più
è
possibile
lieve
ed
inoffensiva
,
con
sorrisi
di
superiorità
scettica
e
consumata
.
A
noi
?
Santo
diavolone
,
come
dicono
in
Sicilia
!
Da
dieci
anni
ci
esponiamo
e
cerchiamo
l
'
irrisione
,
abbiamo
messo
ogni
genere
di
amori
alla
prova
di
non
so
quanti
bordelli
veri
e
metaforici
;
e
vengono
a
fare
i
Mefistofeli
con
noi
,
che
abbiamo
preso
per
le
corna
di
dietro
tutti
i
dilemmi
del
diavolo
,
che
ci
siamo
incanagliati
e
indiavolati
a
bordo
di
certi
galeoni
d
'
autorevolezza
e
serietà
morale
,
dove
nessuno
se
l
'
era
mai
sognato
;
e
per
noi
,
infine
,
la
miglior
ragione
per
indurci
e
cercarne
la
compagnia
è
che
un
uomo
ci
neghi
e
derida
!
O
vecchi
incantatori
di
serpenti
sdentati
,
noi
siamo
troppo
privi
di
ogni
suscettibilità
,
e
tutto
il
vostro
vantatissimo
scetticismo
non
è
altro
che
il
riparo
mal
rappezzato
di
una
vanità
peritosa
e
indolorita
,
mortificata
dal
ricordo
mal
confessato
di
alcuni
antichi
granchi
madornali
.
CAROGNETTINE
da
due
soldi
il
pezzo
.
Brigantelli
da
giardino
.
Un
indizio
che
la
gente
comincia
ad
accorgersi
della
vostra
forza
l
'
avrete
fermo
e
certissimo
appena
i
vostri
nemici
e
detrattori
-
nessuno
può
illudersi
di
non
averne
-
sentiranno
il
bisogno
di
darsi
la
mano
e
confederarsi
.
Il
diavolo
li
mette
difatti
uno
sulla
strada
del
l
'
altro
e
li
fa
incontrare
ch
'
è
una
bellezza
.
Se
poi
avete
qualche
devoto
farfallino
capace
di
farvi
la
spia
dal
campo
avversario
,
ne
sentirete
delle
belle
:
e
sul
costume
delle
loro
adunanze
nei
retrobottega
,
e
sulle
ore
fisse
degli
appuntamenti
,
e
sui
metodi
di
diffamazione
discussi
in
comune
,
e
sui
progetti
escogitati
per
crearvi
intorno
il
vuoto
e
sotto
i
piedi
farvi
mancare
la
terra
,
e
sul
modo
di
mettere
in
circolazione
qualche
definizione
assassina
che
faccia
fortuna
,
e
sulle
maniere
affettuose
che
i
cospiratori
s
'
usano
fra
di
loro
,
e
sulle
riconciliazioni
sporcucce
e
repentine
con
quelli
che
potranno
giovare
al
fine
comune
,
e
sul
modo
circospetto
col
quale
entrano
ed
escono
dai
loro
covi
,
e
sull
'
improvviso
silenzio
quand
'
entri
qualcuno
del
quale
non
si
fidino
ancora
troppo
.
E
magari
alcuni
di
loro
sono
in
buona
fede
o
cercan
di
persuadersi
che
veramente
è
impossibile
che
anche
voi
non
facciate
altrettanto
.
Tant
'
è
:
c
'
è
una
legge
dei
compensi
e
dell
'
equilibrio
,
rigorosissima
.
E
se
da
una
parte
della
bilancia
ci
sono
degli
individui
che
gravino
per
un
certo
peso
,
è
giusto
che
dall
'
altra
parte
,
per
non
essere
sbalestrati
in
aria
,
altri
individui
faccian
forza
col
numero
e
all
'
occorrenza
caricando
sul
loro
piatto
tutte
le
macchine
e
gli
strumenti
di
tortura
dell
'
Inquisizione
.
Fatto
sta
che
le
orecchie
a
noi
ci
fischiano
sempre
.
A
rigor
di
termini
,
si
può
ancora
usare
la
parola
"
mediterraneo
"
,
a
patto
d
'
intendere
quanto
di
più
indicibile
e
vago
e
seducente
può
avere
un
mito
solare
e
marino
.
Che
dire
dunque
di
qualcuno
che
si
professi
in
tutta
lettera
mediterraneo
?
Come
accade
che
il
superuomo
e
la
sua
morale
,
nozione
ultima
di
Nietzsche
,
suo
modo
peritoso
e
irregolare
di
nominare
il
trascendente
,
invece
che
i
discepoli
vi
adoperassero
ombra
e
riserva
e
prudenza
,
fossero
condotti
alla
fiera
in
vesti
d
'
Arlecchino
,
coi
colori
possibili
ed
impossibili
di
un
secolo
grande
,
bislacco
ed
arruffone
,
come
l
'
ultimo
scorso
.
OTTIMISMO
POSTREMO
.
Ci
demmo
a
credere
,
tempo
fa
,
che
il
cinematografo
avrebbe
rovinati
i
cattivi
libri
e
il
cattivo
teatro
.
Diavolo
!
chi
avrebbe
potuto
supporre
che
resisterebbero
a
una
concorrenza
tanto
formidabile
?
Era
il
caso
di
dire
che
li
avrebbe
battuti
sul
loro
terreno
stesso
.
A
noi
successe
come
a
Guglielmo
Imperatore
.
Egli
ha
trovato
un
sentimentalismo
politico
ancor
più
convinto
e
sentimentale
del
suo
,
ed
è
stato
battuto
colle
sue
armi
.
E
il
nostro
calcolo
troppo
astuto
è
stato
sfatato
da
una
inaspettata
profondità
di
cattivo
gusto
e
di
coglioneria
.
I
cattivi
libri
,
il
cattivo
teatro
e
l
'
ottimo
cinematografo
prosperano
insieme
,
e
l
'
uno
prende
luce
e
vita
dall
'
altro
.
È
vero
che
,
in
fin
dei
conti
,
poco
ce
ne
cura
,
essendo
noi
del
parere
che
se
la
cattiva
letteratura
non
esistesse
bisognerebbe
inventarla
,
nel
migliore
dei
modi
possibili
.
CENTRI
DI
CULTURA
.
Si
stabiliscono
centri
di
cultura
in
luoghi
che
sono
un
incanto
.
Si
stabiliscono
confusioni
estetiche
tra
biblioteche
circolanti
e
missioni
del
dotto
;
alle
quali
,
per
essere
babiloniche
,
non
mancano
neppure
,
come
si
vede
,
i
giardini
pensili
.
Parecchie
ottime
persone
ci
vanno
comunicando
,
come
un
grande
arcano
,
che
la
nostra
rivista
è
uscita
al
momento
giusto
e
come
si
aspettava
,
senza
saperlo
,
da
molte
parti
.
Ringraziamo
dell
'
intenzione
,
ma
non
l
'
abbiamo
fatto
apposta
.
Non
ci
abbiam
messo
studio
;
è
stata
una
bella
combinazione
.
Non
siamo
giocatori
d
'
azzardo
,
ma
neppure
cospiratori
.
Abbiamo
un
'
idea
tutta
italiana
;
d
'
essere
dei
galantuomini
e
dei
persuasi
.
Non
è
colpa
nostra
se
si
sia
ridotti
al
punto
che
la
gente
a
ciò
si
ferma
a
guardare
.
LA
STORIA
E
LE
SUE
VIE
.
Quando
si
pensa
alla
storia
,
per
che
vie
torte
procede
e
quanto
costa
per
venir
sempre
,
prevedutissima
,
a
confermare
se
stessa
;
questa
storia
è
proprio
una
storia
ridicola
.
Eppure
,
non
ci
sentiamo
né
il
diritto
né
la
voglia
di
pentirci
dell
'
esperienze
dovute
fare
.
Ma
questo
,
compatibilmente
alla
modestia
,
è
più
merito
nostro
che
della
storia
.
MENESTRELLI
.
I
segreti
,
in
verità
elementari
e
semplicissimi
,
della
scienza
di
governare
i
popoli
,
sebbene
filtrati
dalla
sostanza
stessa
della
vita
di
questi
e
quantunque
costituiscano
il
loro
più
antico
patrimonio
,
ripugnano
all
'
anima
popolare
.
Il
debole
,
l
'
anonimo
,
non
ama
gli
si
vengano
a
spifferare
le
fatali
ragioni
della
sua
docilità
verso
il
fratello
più
forte
,
sostegno
e
vanto
della
famiglia
.
Non
che
le
ignori
;
pure
,
in
dati
tempi
,
giunge
perfino
a
dimenticarle
e
a
disconoscerle
con
furore
.
Non
è
tuttavia
meno
provvidenziale
e
decoroso
che
il
debole
non
sia
abbandonato
in
balia
di
sé
stesso
.
Durante
la
guerra
i
popoli
si
sono
lasciati
esemplarmente
condurre
,
a
una
sola
suprema
condizione
:
si
provvedesse
a
tener
loro
i
padiglioni
auricolari
ininterrottamente
e
senza
risparmio
annaffiati
di
gloriose
favole
e
di
menzogne
.
Oggi
che
ai
loro
capi
,
così
buoni
menestrelli
durante
i
tempi
eroici
e
feroci
,
non
è
più
possibile
tener
lontane
da
quelle
malavvezze
orecchie
,
note
più
crude
e
discordanti
,
i
popoli
generosi
gridano
al
tradimento
e
minacciano
cose
dell
'
altro
mondo
.
E
questa
è
la
punizione
,
o
per
lo
meno
,
il
brutto
quarto
d
'
ora
dei
menestrelli
.
Nella
pubblica
tenzone
coi
capi
avversari
-
mentre
i
popoli
erano
d
'
altra
parte
troppo
occupati
a
versare
con
meticolosa
cura
il
loro
sangue
,
per
interessarsi
soverchiamente
di
simili
controversie
-
essi
hanno
approfittato
delle
minime
gaffes
di
quelli
,
assai
più
ingenui
e
brutalmente
bonaccioni
,
per
dar
loro
con
grandi
uh
!
uh
!
sulla
voce
,
fare
gli
scandolezzati
e
svergognarli
"
davanti
al
mondo
intero
"
.
Che
diamine
!
Pezzi
di
carta
,
i
trattati
?
State
zitti
,
disgraziati
,
che
lo
sapevamo
prima
di
voi
!
Ma
essere
stati
insieme
a
bordello
non
vuoi
mica
dire
tu
me
Io
debba
buttar
sulla
faccia
alla
presenza
delle
mogli
.
Che
sarebbero
,
in
questo
caso
i
popoli
,
pronti
,
come
quelle
,
a
dar
nelle
peggiori
escandescenze
,
a
fare
a
pezzi
le
,
stoviglie
,
e
a
buttar
dalla
finestra
i
più
cari
ricordi
di
tanti
anni
di
ottimo
ménage
.
E
l
'
eterno
sfortunato
,
malaccorto
popolo
tedesco
è
giunto
primo
alla
fame
e
alla
disfatta
forse
anche
per
non
essere
stato
"
altrettanto
"
rimpinzato
di
provvisorie
e
corroboranti
menzogne
.
La
vittoria
,
si
diceva
,
sarà
di
colui
che
saprà
resistere
cinque
minuti
di
più
.
Ma
trattandosi
,
in
sostanza
,
di
una
guerra
,
nella
quale
da
una
parte
erano
dei
legulei
e
dei
giornalisti
,
dall
'
altra
dei
soldati
,
era
troppo
naturale
che
vincessero
i
primi
,
e
si
verificasse
piuttosto
il
detto
:
la
sconfitta
sarà
di
colui
che
non
saprà
mentire
a
sé
stesso
un
pochino
di
più
.
ProsaGiuridica ,
VITTORIO
EMANUELE
III
PER
GRAZIA
Dl
DIO
E
PER
VOLONTÀ
DELLA
NAZIONE
RE
D
'
ITALIA
Il
Senato
e
la
Camera
dei
deputati
hanno
approvato
;
Noi
abbiamo
sanzionato
e
promulghiamo
quanto
segue
:
Art
.
1
Nei
Comuni
la
cui
popolazione
non
eccede
i
5000
abitanti
,
secondo
le
risultanze
dell
'
ultimo
censimento
,
l
'
Amministrazione
è
affidata
ad
un
Podestà
,
assistito
,
ove
il
Prefetto
lo
ritenga
possibile
,
da
una
Consulta
municipale
.
Art
.
2
Il
Podestà
è
nominato
con
decreto
Reale
.
Dura
in
carica
cinque
anni
e
può
essere
sempre
confermato
.
Il
Prefetto
può
trasferire
il
Podestà
da
un
Comune
all
'
altro
della
Provincia
e
proporne
al
Ministero
dell
'
interno
la
revoca
,
che
è
disposta
con
decreto
Reale
.
Contro
il
provvedimento
di
revoca
non
è
ammesso
alcun
gravame
né
amministrativo
,
né
giudiziario
.
Art
.
3
La
Consulta
municipale
si
compone
di
cittadini
che
non
si
trovino
in
alcuna
delle
condizioni
di
ineleggibilità
e
d
'
incompatibilità
previste
dagli
articoli
25
e
26
della
legge
comunale
e
provinciale
.
Art
.
4
I
consultori
municipali
,
il
cui
numero
,
determinato
per
ciascun
Comune
dal
Prefetto
,
non
può
essere
inferiore
a
sei
,
sono
nominati
con
decreto
prefettizio
,
per
un
terzo
direttamente
,
e
per
due
terzi
su
designazione
degli
Enti
economici
,
dei
sindacati
e
delle
associazioni
locali
.
Il
Prefetto
determina
altresì
,
gli
Enti
economici
,
i
sindacati
e
le
associazioni
locali
,
ai
quali
compete
la
designazione
,
ed
il
numero
dei
rappresentanti
a
ciascuno
assegnati
.
Gli
Enti
economici
,
i
sindacati
e
le
associazioni
locali
designano
tre
nomi
per
ogni
rappresentante
assegnato
.
Art
.
5
Il
Podestà
esercita
le
funzioni
che
la
legge
comunale
e
provinciale
conferisce
al
sindaco
,
alla
Giunta
ed
al
Consiglio
comunale
.
La
Consulta
municipale
ha
attribuzioni
meramente
consultive
;
essa
dà
parere
su
tutte
le
materie
che
il
Podestà
crede
di
sottoporle
.
Il
parere
della
Consulta
municipale
è
obbligatorio
in
merito
alle
deliberazioni
del
Podestà
concernenti
l
'
approvazione
del
bilancio
,
gli
impegni
attivi
e
passivi
vincolanti
il
bilancio
per
oltre
cinque
anni
,
la
contrattazione
dei
prestiti
,
la
imposizione
dei
tributi
,
l
'
alienazione
di
beni
patrimoniali
,
la
assunzione
diretta
di
pubblici
servizi
.
Quando
,
in
questi
casi
,
il
parere
della
Consulta
municipale
sia
contrario
alle
proposte
del
Podestà
,
questi
dovrà
farne
constare
nel
verbale
delle
relative
deliberazioni
.
Art
.
6
Sono
applicabili
al
Podestà
le
norme
di
ineleggibilità
ed
incompatibilità
stabilite
dalla
legge
comunale
e
provinciale
per
il
sindaco
.
Art
.
7
Il
Podestà
può
delegare
a
ciascun
consultore
municipale
speciali
incarichi
nell
'
amministrazione
del
Comune
.
Art
.
8
Nei
Comuni
di
popolazione
eccedente
quella
indicata
dall
'
art
.
1
,
l
'
amministrazione
può
essere
affidata
,
in
conformità
delle
norme
stabilite
dalla
presente
legge
,
a
un
Podestà
,
quando
i
rispettivi
Consigli
comunali
siano
stati
sciolti
due
volte
nel
periodo
di
due
anni
.
Il
provvedimento
previsto
dal
presente
articolo
è
adottato
con
decreto
Reale
,
su
proposta
del
Ministro
per
l
'
interno
,
udito
il
Consiglio
dei
Ministri
.
Art
.
9
Per
essere
nominato
Podestà
occorre
:
a
)
essere
maggiore
di
età
;
b
)
essere
cittadino
italiano
;
c
)
non
aver
subìto
condanne
per
i
titoli
indicati
nell
'
articolo
25
della
legge
comunale
e
provinciale
,
nonché
per
delitti
contro
la
sicurezza
dello
Stato
(
titolo
I
del
Codice
penale
)
;
d
)
aver
conseguito
,
almeno
,
il
diploma
di
maturità
classica
o
scientifica
o
di
abilitazione
tecnica
o
magistrale
,
ovvero
titoli
di
studio
,
dei
quali
sia
riconosciuta
dal
provveditore
agli
studi
l
'
equipollenza
.
Il
titolo
di
cui
alla
lettera
d
)
non
è
necessario
:
1°
per
coloro
che
abbiano
partecipato
alla
guerra
19151918
col
grado
di
ufficiale
o
sottufficiale
presso
truppe
in
zona
di
operazione
;
2°
per
coloro
che
abbiano
ricoperta
,
per
non
meno
di
un
anno
,
con
capacità
e
competenza
amministrativa
,
l
'
ufficio
di
sindaco
o
di
commissario
Regio
o
prefettizio
o
di
segretario
comunale
.
Art
.
10
Due
o
più
Comuni
finitimi
,
che
,
complessivamente
,
non
superino
i
5000
abitanti
,
possono
,
con
decreto
Reale
,
essere
affidati
all
'
amministrazione
di
un
solo
Podestà
.
Art
.
11
Il
Podestà
e
i
consultori
municipali
,
prima
di
entrare
in
funzione
,
prestano
,
dinanzi
al
Prefetto
,
il
giuramento
di
cui
all
'
art
.
150
della
legge
comunale
e
provinciale
.
Art
.
12
L
'
ufficio
di
Podestà
e
di
consultore
municipale
è
gratuito
.
In
casi
assolutamente
eccezionali
,
e
compatibilmente
con
le
condizioni
finanziarie
dell
'
Ente
,
il
Prefetto
può
assegnare
al
Podestà
una
indennità
di
carica
,
che
grava
sul
bilancio
del
Comune
o
dei
Comuni
di
cui
egli
ha
l
'
amministrazione
.
Art
.
13
Sono
sottoposte
all
'
approvazione
della
Giunta
provinciale
amministrativa
le
deliberazioni
del
Podestà
che
riguardano
le
materie
indicate
nell
'
art
.
217
della
legge
comunale
e
provinciale
(
testo
unico
approvato
con
R
.
decreto
4
febbraio
1915
,
n
.
148
)
e
quelle
relative
alla
cancellazione
d
'
iscrizioni
ipotecarie
,
a
svincoli
di
cauzione
ed
a
ritiro
di
capitali
.
Tutte
le
altre
deliberazioni
del
Podestà
sono
sottoposte
all
'
approvazione
del
Prefetto
.
Art
.
14
Alle
deliberazioni
del
Podestà
,
che
per
la
legge
comunale
e
provinciale
sarebbero
di
competenza
della
Giunta
o
del
Consiglio
comunale
,
è
applicabile
il
disposto
dell
'
art
.
128
della
legge
stessa
.
Art
.
15
Il
Governo
del
Re
è
autorizzato
a
stabilire
la
data
in
cui
verranno
a
cessare
le
amministrazioni
ordinarie
e
straordiriarie
dei
Comuni
indicati
nell
'
art
.
1
della
presente
legge
,
per
far
luogo
all
'
inizio
delle
funzioni
del
Podestà
e
delle
Consulte
municipali
.
Art
.
16
Il
Governo
del
Re
è
autorizzato
altresì
a
pubblicare
un
nuovo
testo
unico
della
legge
comunale
e
provinciale
,
modificando
le
disposizioni
di
questa
,
per
metterla
in
armonia
coi
principî
informatori
della
presente
legge
.
Ordiniamo
che
la
presente
,
munita
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserta
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarla
e
di
farla
osservare
come
legge
dello
Stato
.
Data
a
Roma
,
addì
4
febbraio
1926
.
VITTORIO
EMANUELE
.
FEDERZONI
.
Visto
,
il
Guardasigilli
:
ROCCO
StampaQuotidiana ,
Va
bene
,
che
si
porti
alle
stelle
il
traforo
del
Cenisio
;
esso
insieme
all
'
istmo
di
Suez
è
la
prova
più
splendida
del
progresso
delle
scienze
fisiche
.
E
di
passaggio
notisi
,
che
ammettiamo
progresso
solo
di
scienze
fisiche
non
di
vigoria
nazionale
,
come
vogliono
gli
italianissimi
,
perché
opere
grandiose
se
ne
fecero
anche
nella
vecchiaia
dei
popoli
.
Difatti
il
«
Fanfulla
»
non
trova
miglior
epigrafe
pel
traforo
,
che
quella
dei
veneziani
sui
loro
murazzi
=
Ausu
romano
aere
veneto
=
col
solo
cambiamento
:
aere
italico
;
questo
ricorda
le
grandi
opere
fatte
anche
dai
romani
e
dai
veneti
;
e
siccome
il
ponte
p.e.
di
Traiano
disfatto
tosto
da
Adriano
,
ed
i
murazzi
appartengono
alla
vecchiaia
degli
uni
e
degli
altri
,
non
si
vede
come
quell
'
opera
italiana
indichi
proprio
vigoria
nazionale
.
Ma
per
tornare
al
traforo
,
le
cose
bisogna
guardarle
sotto
tutti
gli
aspetti
,
se
no
,
non
si
potrà
avere
un
'
idea
adeguata
del
loro
valore
.
Senza
dubbio
il
traforo
sotto
l
'
aspetto
commerciale
ed
industriale
è
utilissimo
;
l
'
abbreviazione
delle
distanze
,
la
sicurezza
della
via
,
la
facilità
dei
trasporti
,
la
comodità
dei
viaggi
,
ed
insieme
a
tutto
ciò
la
diminuzione
della
spesa
sono
pregi
incontrastabili
dell
'
opera
grandiosa
.
Militarmente
poi
non
se
ne
può
temere
un
pericolo
di
rilievo
.
Sicuro
che
se
in
caso
di
guerra
la
galleria
cadesse
tutta
in
man
della
Francia
,
per
l
'
Italia
l
'
andrebbe
male
.
Luigi
XIV
dovette
far
la
pace
con
Vittorio
Amedeo
II
per
quella
maledetta
difficoltà
delle
Alpi
più
quasi
che
per
la
sconfitta
di
Torino
;
dovendo
far
varcare
quella
bagatella
di
monti
ad
uomini
,
armi
,
munizioni
e
fin
legna
da
bruciare
,
il
peso
della
guerra
gli
divenne
insopportabile
,
e
gli
convenne
chinar
il
capo
.
Ma
all
'
evenienza
di
un
pericolo
il
genio
militare
facilmente
può
provvedere
;
un
paio
di
mine
a
tempo
e
luogo
disposte
e
fatte
volare
rendono
impraticabile
la
galleria
;
questa
poi
impossibile
a
riattarsi
senza
grandi
e
lunghi
lavori
non
dà
più
il
passo
ai
tumulti
gallici
,
le
muraglie
alpine
riacquistano
l
'
antico
valore
,
e
coi
loro
fianchi
dirupati
e
nevosi
ridiventano
una
formidabile
difesa
.
Se
i
padri
coscritti
hanno
senno
,
per
cautelarsi
da
ogni
sorpresa
hanno
già
forse
preparate
le
mine
.
Ma
si
può
dire
altrettanto
del
traforo
considerato
dal
lato
morale
?
Premettiamo
che
astrattamente
del
traforo
non
si
può
dire
né
bene
né
male
;
è
una
porta
tra
l
'
Italia
e
la
Francia
,
e
una
porta
è
buona
o
cattiva
cosa
secondo
l
'
uso
a
cui
serve
nel
caso
concreto
.
Se
serve
a
due
galantuomini
per
visitarsi
ed
aiutarsi
dall
'
una
all
'
altra
casa
,
la
porta
moralmente
è
cosa
ottima
,
ma
dovesse
dar
comodo
alle
furfanterie
o
libertinaggio
di
cattivi
soggetti
,
meglio
sarebbe
stato
che
la
porta
o
non
fosse
mai
stata
aperta
,
o
fosse
tosto
sprangata
ben
bene
.
In
proposito
dobbiamo
regolare
i
nostri
giudizi
come
colle
breccie
fatte
nelle
mura
di
Roma
;
son
tutte
breccie
,
ma
quella
di
porta
Capena
per
dar
il
passo
al
trionfo
di
Marc
'
Antonio
Colonna
,
uno
dei
vincitori
dei
musulmani
antichi
a
Lepanto
,
deve
essere
guardata
con
occhio
ben
diverso
,
che
la
breccia
di
porta
Pia
fatta
per
intrudere
i
musulmani
moderni
.
Posto
dunque
che
sotto
l
'
aspetto
morale
il
traforo
è
nulla
più
che
una
porta
,
ossia
un
mezzo
per
sé
indifferente
che
diventa
buono
o
cattivo
secondo
l
'
uso
,
per
giudicarne
il
merito
morale
bisogna
consultare
il
caso
concreto
,
e
vedere
a
che
deve
servire
.
Il
traforo
in
genere
deve
servire
a
facilitare
e
moltiplicare
le
comunicazioni
tra
Italia
e
Francia
,
il
che
significa
accumunare
sempre
più
le
idee
ed
i
costumi
,
cioè
fare
che
si
cancellino
sempre
più
le
differenze
reciproche
,
e
che
l
'
una
nazione
diventi
quel
che
è
l
'
altra
.
Ora
quale
delle
due
nazioni
è
la
migliore
?
Con
buona
venia
del
signor
Trochu
l
'
italiana
senza
dubbio
.
Questo
bravo
generale
era
fuor
dei
gangheri
per
le
inaudite
sconfitte
toccate
,
e
si
sa
che
quando
si
è
in
tale
stato
,
uno
sfogo
ci
vuole
,
e
per
conseguenza
ci
vuole
anche
qualcuno
contro
cui
fare
codesto
sfogo
.
Ma
con
chi
a
Trochu
conveniva
prendersela
?
coi
suoi
francesi
,
e
confessare
,
che
sono
ancora
i
leves
Galli
di
Giulio
Cesare
?
l
'
amor
proprio
l
'
impediva
,
d
'
altronde
era
dar
ragione
un
'
altra
volta
a
Bismark
,
che
va
ripetendo
la
sentenza
di
Cesare
.
Prendersela
coi
prussiani
?
era
pericoloso
assai
,
che
un
uomo
di
governo
sparlasse
di
chi
calcava
ancora
il
collo
alla
misera
Francia
.
I
russi
,
i
turchi
,
gli
americani
,
i
chinesi
sono
troppo
lontani
;
colla
Spagna
non
v
'
era
nessun
legame
particolare
;
dunque
per
materasso
del
signor
Trochu
non
restavano
che
gli
antichi
alleati
di
Crimea
e
di
tante
altre
imprese
,
l
'
Inghilterra
e
l
'
Italia
,
alleati
ingratissimi
come
si
sa
.
Ecco
dunque
come
stanno
le
cose
,
secondo
il
signor
Trochu
,
il
lusso
inglese
e
la
corruzione
italiana
sono
le
cause
dei
disastri
francesi
.
Però
il
valente
generale
acciecato
dall
'
ira
non
ha
fatto
riflessione
che
l
'
Italia
non
deve
essere
giudicata
dalla
colonia
italiana
di
Parigi
,
gente
scappata
per
lo
più
,
senza
patria
,
senza
famiglia
,
senza
legge
né
fede
,
che
nella
cloaca
massima
si
sente
a
posto
.
Doveva
anche
ricordarsi
di
ciò
che
non
gli
può
essere
ignoto
,
che
l
'
Italia
da
lunga
pezza
è
pedissequa
della
Francia
,
caduta
in
balia
di
uomini
formati
alla
politica
nei
loro
esigli
,
viaggi
e
relazioni
di
Francia
,
che
di
Francia
ci
vennero
le
sette
,
i
libri
,
i
romanzi
,
il
teatro
,
i
costumi
,
la
rivoluzione
insomma
,
che
costà
comunissima
è
la
lingua
francese
segno
della
prevalenza
delle
idee
francesi
.
E
i
discorsi
del
Parlamento
italico
,
signor
Trochu
,
non
sono
il
plagio
delle
dicerie
tenute
nelle
Camere
francesi
?
le
leggi
italiche
mezzo
tanto
potente
di
influire
sulla
morale
non
sono
forse
infranciosate
?
Quanti
italiani
inoltre
per
commercio
,
nozze
o
divertimento
fanno
il
viaggio
di
Francia
,
tutti
sanno
che
ritornano
ben
diversi
da
quelli
che
furono
formati
tra
le
domestiche
mura
.
Poi
finora
s
'
è
forse
veduto
in
Italia
quanto
si
vide
in
Francia
nelle
varie
fasi
della
rivoluzione
?
Ghigliottina
e
petrolio
sono
ancora
una
privativa
francese
.
Se
dunque
moralmente
migliori
sono
gl
'
italiani
,
è
chiaro
che
il
traforo
destinato
a
togliere
le
differenze
tra
italiani
e
francesi
sarà
di
danno
ai
primi
,
veduto
anche
come
la
propagazione
del
male
sia
più
facile
che
quella
del
bene
,
specialmente
in
epoche
come
la
nostra
,
nelle
quali
,
secondo
l
'
osservazione
di
Platone
,
gli
uomini
sembrano
nati
al
vizio
ed
alla
ribellione
.
Che
vantaggio
morale
vorrà
dunque
essere
per
gl
'
italiani
il
traforo
,
quando
il
viaggio
di
Francia
non
lasciò
più
che
una
gita
di
piacere
?
Maggior
numero
di
italiani
andrà
in
Francia
a
guastarsi
,
maggior
numero
di
francesi
verrà
in
Italia
a
guastare
,
a
suggerire
,
a
trapiantare
i
caffè
chantans
,
i
ritrovi
,
i
clubs
e
quant
'
altro
mai
ha
di
più
diabolico
la
corruzione
e
l
'
empietà
della
moderna
Babilonia
.
Una
delle
ragioni
degli
alleati
per
cessare
prima
del
tempo
dall
'
occupazione
di
Parigi
fu
di
togliere
i
loro
soldati
da
una
cloaca
,
in
cui
tutto
è
pestifero
.
E
le
sette
non
si
vantaggeranno
del
traforo
per
rendere
i
loro
moti
più
vasti
,
più
simultanei
,
più
irreparabili
di
qua
e
di
là
delle
Alpi
?
Non
sappiamo
dunque
qual
uomo
onesto
ed
illuminato
potrà
rallegrarsi
gran
fatto
del
traforo
,
e
reprimere
il
desiderio
che
fino
a
tempi
migliori
le
Alpi
non
elevino
anzi
le
loro
creste
almeno
quanto
il
Kimborazo
ed
il
Dalavigari
.
Abbiamo
poi
tanta
fede
nell
'
Italia
vera
tanto
diversa
dalla
legale
,
come
dice
il
signor
Jacini
,
che
tolta
l
'
influenza
francese
il
genio
italiano
cesserebbe
di
lasciarsi
trascinar
a
ritroso
,
ed
in
breve
riparerebbe
al
20
settembre
ed
a
quanto
lo
ebbe
preparato
.
A
carico
del
traforo
c
'
è
poi
ancora
un
'
altra
riflessione
morale
.
Esso
darà
gran
aumento
alle
ferrovie
,
in
altri
termini
sarà
un
altro
anello
maestro
di
quella
ferrea
catena
che
avvince
un
intero
popolo
di
impiegati
,
inservienti
ferroviarii
interni
ed
esterni
,
macchinisti
,
conduttori
,
facchini
,
vetturali
e
simil
genia
che
senza
distinzione
di
giorni
,
dì
e
notte
prestando
il
loro
servigio
,
diventano
estranei
alla
religione
non
meno
quasi
che
alle
loro
stesse
famiglie
.
Si
badi
che
si
tratta
d
'
un
popolo
intero
.
A
chi
dunque
non
sa
che
sia
morale
e
quale
influenza
il
traforo
avrà
sulla
morale
,
sulla
famiglia
e
la
religione
,
lasciamo
il
rallegrarsi
puramente
e
semplicemente
del
traforo
alpino
;
a
noi
basterebbe
il
vanto
che
ne
menano
le
sette
per
fare
le
nostre
riserve
.
StampaQuotidiana ,
All
'
indirizzo
della
signora
Pezzi
che
progetta
una
scuola
Mazzini
breve
parola
.
Insieme
col
risorgimento
rivoluzionario
italiano
e
mondiale
,
fu
predicata
la
riabilitazione
,
l
'
emancipazione
della
donna
.
La
favorirono
tutti
i
framassoni
,
la
giovarono
i
ministri
,
i
quali
ne
fecero
delle
maestre
da
sedere
in
alte
cattedre
e
delle
ispettrici
,
i
quali
progettarono
di
donarla
del
diritto
elettorale
nei
comuni
.
E
la
donna
innalzata
a
tanta
altezza
,
dimenticate
le
opere
del
fuso
raccomandatele
dallo
Spirito
Santo
,
intese
alle
non
sue
della
vita
pubblica
e
politica
,
e
non
mancarono
le
fanatiche
per
Garibaldi
e
per
Mazzini
,
le
eroine
dei
due
mondi
che
fecero
di
loro
pazzie
celebre
il
nome
per
il
mondo
.
Or
bene
e
quelli
che
le
innalzano
,
e
quelle
che
s
'
innalzano
che
pretendono
ottenere
?
Alla
donna
noi
crediamo
che
duplice
missione
sia
affidata
,
quella
di
far
conoscere
la
verità
,
quella
di
alleviare
i
dolori
;
duplice
apostolato
di
verità
e
di
conforto
:
quello
debbono
e
possono
compiere
nell
'
interno
delle
pareti
domestiche
:
questo
,
insistendo
sull
'
orme
della
prima
associazione
di
carità
fondata
sul
Calvario
sotto
gli
sguardi
del
Salvatore
morente
si
compie
ad
ogni
giorno
,
ad
ogni
circostanza
della
vita
.
Fuori
di
questo
campo
non
trova
la
donna
né
fini
né
forze
a
sé
proporzionate
,
tutto
diviene
esagerazione
,
pericolo
e
rovina
.
Al
tempo
del
paganesimo
questa
duplice
missione
della
donna
fu
dimenticata
;
essa
era
quindi
divenuta
nient
'
altro
che
una
merce
trafficata
dalla
avarizia
,
una
schiava
che
vedeva
ai
suoi
piedi
un
despota
sempre
pronto
ad
alzarsi
per
abbatterla
,
un
idolo
incensato
e
poco
stante
spezzato
dal
suo
fanatico
adoratore
,
di
che
la
donna
stessa
aveva
trovato
meglio
educarsi
alla
colpa
fin
da
fanciulla
:
Et
incestos
amores
de
tenui
meditatur
ungui
:
e
se
congiungevasi
in
matrimonio
,
poteva
però
dopo
,
al
dir
di
Seneca
,
contar
gli
anni
non
dai
consoli
ma
dai
mariti
.
Perciò
essa
era
poi
divenuta
odiosa
,
e
ci
ricorda
benissimo
di
ciò
che
Eschilo
nei
Sette
all
'
assedio
di
Tebe
fa
dire
ad
Eteocle
:
«
Donne
,
insopportabili
creature
,
sesso
odioso
ai
savii
,
pessimo
flagello
delle
famiglie
e
dello
Stato
»
.
La
redenzione
salvò
la
donna
;
anzi
se
ci
si
passa
l
'
espressione
,
la
redenzione
sua
fu
duplice
,
la
redenzione
comune
e
un
'
altra
di
ordine
inferiore
e
materiale
che
la
riabilitava
davvero
nella
società
,
motivo
pel
quale
troviamo
nella
donna
una
naturale
e
più
sentita
inclinazione
alla
pratica
della
religione
di
Cristo
ed
in
conseguenza
di
ciò
,
la
vediamo
anche
divenuta
un
'
arma
invitta
in
mano
del
Signore
.
Ora
la
riabilitazione
massonica
che
oggi
è
di
moda
,
non
essendo
,
perché
framassonica
,
che
la
distruzione
di
Cristo
,
non
può
riuscire
che
al
vero
e
peggiore
degradamento
della
donna
.
No
,
non
ci
illudono
le
larve
di
alcune
donne
letterate
e
la
cui
onestà
di
costumi
noi
non
vorremmo
revocare
in
dubbio
;
le
statistiche
parlano
con
una
eloquenza
invincibile
,
e
le
75.000
donne
di
vita
perduta
che
già
erano
in
Italia
prima
dell
'
acquisto
del
Veneto
dicono
ove
siamo
riusciti
dopo
tanto
predicare
riabilitazione
,
dopo
tanti
sforzi
per
innalzar
la
donna
all
'
altezza
dei
tempi
.
Vi
ha
una
sola
dignità
per
lei
,
ed
è
quella
che
le
viene
da
Cristo
;
con
Cristo
è
grande
,
senza
Cristo
sta
nel
fango
.
È
per
ciò
che
noi
salutiamo
con
piacere
il
sorgere
in
Italia
,
specialmente
,
di
associazioni
femminili
,
e
quelle
in
particolar
modo
che
in
Roma
fanno
già
di
sé
bella
mostra
con
opere
tutte
informate
allo
spirito
di
Cristo
,
e
così
vantaggiose
alla
Chiesa
di
Cristo
.
Cristo
che
volle
la
donna
alla
sua
culla
,
e
la
volle
alla
sua
croce
,
affida
ancor
oggi
alla
donna
una
missione
.
È
vero
che
come
al
sorgere
del
cristianesimo
permise
che
la
donna
cristiana
vivesse
alquanti
secoli
accanto
alla
pagana
,
così
oggi
la
donna
che
sta
con
Cristo
ed
è
cattolica
vive
daccanto
alla
donna
senza
Cristo
,
rivoluzionaria
e
framassona
,
e
che
davvicino
alle
pie
che
salgono
il
Calvario
stanno
le
petroliere
e
le
comuniste
;
ma
ciò
è
nei
disegni
della
Provvidenza
,
perché
meglio
appaia
da
qual
lato
si
stia
vera
grandezza
,
onestà
e
virtù
.
Ritorni
la
donna
italiana
all
'
opere
della
sua
casa
,
alla
santa
missione
che
Cristo
le
ha
data
,
discenda
dalla
cattedra
,
non
s
'
accosti
alle
urne
,
viva
di
Cristo
e
Italia
avrà
pace
,
felicità
ed
onore
.
StampaPeriodica ,
L
'
organo
massimalista
suona
le
campane
a
morto
.
L
'
Aventino
fu
?
Parrebbe
.
L
'
Avanti
!
riconosce
che
l
'
astensione
dai
lavori
parlamentari
,
in
sé
ed
a
sé
,
non
ha
senso
.
"
Avrebbe
un
senso
solamente
se
si
portasse
su
un
altro
terreno
.
"
Cioè
:
in
piazza
.
Con
le
armi
alla
mano
.
Ma
"
democratici
,
popolari
ed
unitari
non
si
sentono
di
seguirci
in
un
campo
che
per
essi
è
di
sole
spine
.
"
Veramente
non
è
detto
che
i
fieri
sicambri
massimalisti
se
la
sentano
troppo
,
pur
loro
,
di
scendere
sul
campo
...
delle
spine
,
essi
,
verbosi
gonfiatori
di
nubi
rivoluzionarie
.
Adesso
vorrebbero
dare
ad
intendere
che
,
se
non
fosse
per
quei
pavidi
dei
restanti
aventiniani
,
essi
sarebbero
tipi
da
trangugiarsi
il
fascismo
in
un
boccone
.
Ma
sono
burlette
polemiche
e
giuochi
di
scaricabarili
.
Il
vero
è
che
,
nel
giugno
dell
'
anno
scorso
,
tutti
gli
aventiniani
,
senza
esclusione
di
gruppi
,
si
sono
ritirati
dal
Parlamento
unicamente
nella
speranza
di
suscitare
con
tale
atto
un
movimento
di
attiva
solidarietà
nelle
masse
popolari
,
che
essi
ancora
si
illudevano
di
avere
favorevoli
.
Fallita
questa
speranza
,
tentarono
l
'
ultima
carta
dell
'
appello
alla
Corona
.
Altro
errore
colossale
.
Ed
ora
,
perduta
tanto
la
partita
insurrezionale
,
quanto
la
partita
costituzionale
,
si
accapigliano
fra
loro
ed
ognuno
di
essi
cerca
di
salvarsi
per
proprio
conto
dal
disastro
generale
.
Ma
si
sbandino
o
riescano
ancora
a
rimanere
uniti
nella
discordia
,
non
possono
sottrarsi
,
e
come
singoli
partiti
e
come
agglomerato
occasionale
,
alla
stretta
dei
conti
:
l
'
Aventino
ha
chiusa
la
partita
con
un
clamoroso
fallimento
.
Perché
non
ha
raggiunto
uno
solo
dei
fini
che
si
era
proposto
.
Perché
il
regime
fascista
è
più
forte
di
prima
.
Perché
il
Governo
fascista
raggiunge
,
esso
,
uno
ad
uno
,
tutti
i
fini
che
si
era
proposti
.
Questo
il
fatto
...
StampaQuotidiana ,
Il
giornalismo
liberale
insiste
sul
lavoro
che
il
Congresso
cattolico
di
Bergamo
ha
rivolto
a
vantaggio
della
classe
degli
operai
.
La
«
Perseveranza
»
ascolta
con
mal
animo
noi
cattolici
seguaci
del
Filius
fabri
,
tentare
di
migliorare
uomini
che
sono
sì
grande
e
bella
parte
della
società
cristiana
.
La
«
Perseveranza
»
trova
che
l
'
idea
che
presiedette
alle
decisioni
del
Congresso
di
Bergamo
riguardo
all
'
operaio
sia
l
'
assorbimento
dell
'
individualità
,
e
l
'
inaugurazione
del
collettivismo
come
era
esercitato
dalle
maestranze
di
arti
e
mestieri
nel
medio
evo
.
È
naturale
che
il
foglio
liberale
si
scagli
contro
questo
duplice
ordine
teoretico
e
pratico
,
e
si
lasci
trascinare
a
proclamare
poco
meno
che
il
socialismo
colla
illimitata
licenza
che
all
'
operaio
concede
.
L
'
individualismo
che
il
Congresso
cattolico
non
ammette
e
non
poteva
ammettere
è
quello
che
lascia
l
'
uomo
abbandonato
alle
proprie
passioni
,
alla
fantasia
,
senza
regola
,
senza
direzione
sicura
.
Il
cattolicesimo
che
come
corpo
di
dottrina
è
rivelazione
e
quindi
implica
la
soggezione
dell
'
intelligenza
al
rivelatore
divino
,
nobile
uso
della
mente
nostra
rimaner
fedele
all
'
incontrastabile
verità
dell
'
infallibilità
divina
;
il
cattolicesimo
non
potrà
mai
sciogliere
il
fedele
dai
vincoli
che
lo
legano
a
quel
corpo
di
dottrina
,
che
nel
santo
Battesimo
egli
ha
dichiarato
di
credere
,
e
che
professa
ogniqualvolta
ripete
qualche
atto
solenne
della
sua
religione
.
Non
è
dunque
un
nuovo
vincolo
che
i
congressisti
di
Bergamo
venivano
ad
imporre
agli
operai
cattolici
,
ma
il
richiamo
solo
di
quelle
solenni
obbligazioni
che
stringono
un
figlio
della
Chiesa
alla
sua
madre
,
e
il
suggerimento
di
mezzi
atti
a
rendere
loro
più
facile
e
fruttuosa
la
pratica
esecuzione
delle
obbligazioni
medesime
.
Il
cattolico
infatti
,
non
è
costretto
come
il
razionalista
a
cercare
collo
scarso
lume
di
sua
mente
in
mezzo
al
buio
ed
all
'
intrigo
,
la
soluzione
de
'
più
elementari
problemi
della
vita
,
ed
a
rifarsi
sempre
da
capo
,
per
ricadere
nel
dubbio
,
e
per
affidarsi
solo
al
proprio
intelletto
.
Il
cattolico
ha
una
regola
di
fede
sicura
,
ed
una
regola
di
condotta
semplice
e
certa
;
e
su
questa
base
,
che
diciotto
secoli
hanno
reso
sempre
più
tenace
e
consistente
,
quante
cose
non
può
egli
fare
colle
forze
del
proprio
ingegno
e
della
propria
attività
?
Qual
è
la
scienza
,
quale
l
'
arte
,
che
non
sia
stata
avvantaggiata
dall
'
opera
individuale
di
cattolici
,
che
avevano
a
fondamento
e
a
scopo
la
religione
?
Che
se
stabilissimo
un
confronto
tra
le
masse
operaie
cattoliche
,
e
le
masse
operaie
settarie
;
quelle
strette
da
un
vincolo
noto
qual
è
la
formola
di
fede
e
il
Decalogo
;
queste
strette
da
oracoli
che
misteriosamente
vengono
combinati
nei
covi
della
massoneria
,
inaccessibili
ai
profani
,
non
avremmo
difficoltà
a
riconoscere
quanto
migliore
sia
la
condizione
dei
cattolici
.
Quanto
poi
al
risuscitare
le
antiche
maestranze
,
come
ha
paura
la
«
Perseveranza
»
,
noi
diremo
innanzi
tutto
che
i
convenuti
al
Congresso
di
Bergamo
non
erano
così
schiavi
del
passato
,
da
non
saper
escludere
quelle
modalità
,
che
erano
tutte
speciali
di
quelle
epoche
,
e
non
ammettere
quelle
altre
,
che
sono
portate
dallo
sviluppo
delle
condizioni
sociali
.
Delle
antiche
maestranze
si
vuole
far
rivivere
lo
spirito
,
che
era
quello
della
carità
cristiana
,
che
affratella
i
socii
,
che
li
lega
colla
sanzione
religiosa
,
che
li
unisce
nel
sospiro
di
un
avvenire
comune
,
che
li
occupa
nel
tempo
del
riposo
,
in
pratiche
di
pietà
,
che
istruiscono
la
mente
e
purificano
il
cuore
.
A
tutto
questo
che
cosa
si
sostituisce
dagli
attuali
fondatori
di
società
massoniche
?
L
'
interesse
;
solo
l
'
interesse
,
e
si
fa
brillare
davanti
allo
sguardo
dell
'
operaio
il
maggior
guadagno
,
il
sussidio
nelle
malattie
,
il
riposo
nella
vecchiaia
,
l
'
appoggio
per
i
figli
,
per
gli
orfani
e
per
le
vedove
.
Ottime
cose
,
ma
che
non
bastano
.
L
'
operaio
,
raffrontando
la
propria
condizione
con
quella
di
altre
classi
sociali
,
e
non
trattenuto
dalle
massime
consacrate
dalla
religione
,
che
gli
dicano
potere
essere
egli
davanti
a
Dio
migliore
dei
ricchi
e
dei
potenti
,
di
cui
invidia
le
ricchezze
e
l
'
autorità
,
non
si
dirà
mai
soddisfatto
,
crescerà
nei
desiderii
,
e
l
'
ultimo
suo
voto
sarà
sempre
quello
che
l
'
Internazionale
propugna
come
la
pratica
attuazione
della
vita
sociale
:
il
comunismo
.
E
si
noti
,
come
nelle
proposte
del
Congresso
cattolico
di
Bergamo
non
si
è
parlato
solo
di
operai
,
ma
anche
e
molto
di
padroni
:
notisi
che
il
vincolo
religioso
che
lega
gli
operai
cattolici
,
lega
altrettanto
e
più
i
padroni
;
notisi
che
le
antiche
maestranze
si
vorrebbero
far
rivivere
,
specialmente
in
quei
punti
in
cui
esse
stabiliscono
mutue
relazioni
tra
padroni
e
artefici
;
il
che
,
non
si
potrà
negarlo
,
è
meglio
d
'
assai
degli
scioperi
e
il
petrolio
,
mezzi
ai
quali
ricorrono
gli
operai
alla
liberale
per
ottenere
dai
rispettivi
padroni
quelle
concessioni
che
loro
sembrano
giustificate
.
Dopo
queste
spiegazioni
,
se
i
nostri
avversari
fossero
coerenti
e
non
scrivessero
accecati
dall
'
odio
a
tutto
ciò
che
è
cattolico
,
dovranno
concedere
che
i
convenuti
in
Bergamo
avevano
il
diritto
di
trattare
la
questione
operaia
dal
punto
di
vista
cattolico
,
e
che
il
modo
con
cui
hanno
proposta
la
quistione
,
non
imponeva
nuovi
vincoli
né
risuscitava
impossibili
forme
,
ma
mirava
solo
a
migliorare
la
condizione
dell
'
operaio
cattolico
senza
pericolo
per
la
sua
fede
e
pel
buon
costume
.
StampaQuotidiana ,
In
tanta
angoscia
,
l
'
anima
straziata
,
oppressi
dalla
grandezza
dell
'
argomento
,
ci
cade
la
penna
di
mano
,
e
non
sappiamo
altro
scrivere
fuor
che
immenso
è
il
nostro
dolore
.
Quando
al
mesto
cadere
del
giorno
la
gentil
preghiera
che
saluta
la
Vergine
suonava
sul
labbro
dei
credenti
,
in
cielo
gli
Angeli
baciavano
in
fronte
il
SANTO
VEGLIARDO
,
chiamato
al
premio
dopo
una
lotta
da
gigante
,
sostenuta
per
un
lungo
mezzo
secolo
.
E
scompariva
come
il
sole
che
indorava
dell
'
ultimo
raggio
in
quel
momento
la
croce
di
San
Pietro
in
Vaticano
;
scompariva
dall
'
occhio
degli
uomini
colla
pace
,
la
serenità
,
la
soavità
delle
anime
care
a
Dio
,
colla
mente
lucida
e
conscia
del
gran
passo
,
col
cuore
ancor
fervido
d
'
affetto
,
senza
violenza
,
quasi
lievissima
fosse
la
distanza
per
lui
dalla
terra
al
cielo
,
e
già
i
beati
lo
tenessero
del
loro
numero
.
Pochi
dì
avanti
aveva
celebrato
una
carissima
ricordanza
;
l
'
innocenza
della
fanciullezza
,
in
tutto
il
mondo
cattolico
,
univasi
il
2
febbraio
all
'
innocenza
paterna
,
rammentando
alla
mensa
dell
'
Agnello
innocente
il
sacro
dì
,
da
75
anni
sparito
,
in
cui
il
giovanetto
destinato
a
divenire
IL
GRAN
PIO
,
riceveva
la
prima
volta
il
pane
dei
forti
.
Fu
l
'
ultima
festa
di
tante
che
circondarono
di
gioia
o
d
'
amarezza
l
'
anima
del
PONTEFICE
;
fu
l
'
ultimo
sguardo
alla
sua
carriera
fortunosa
;
fu
il
saluto
che
lo
zampillo
dà
con
riconoscenza
al
fonte
che
lo
genera
;
fu
il
ricongiungimento
dell
'
età
senile
colla
puerizia
;
fu
il
primo
assorbire
dell
'
aura
,
il
primo
palpito
del
cuore
,
il
primo
anelito
di
vita
che
armonizzavano
in
un
'
onda
sola
,
simbolo
della
sanità
di
tutta
la
vita
,
coll
'
estremo
respiro
,
cogli
ultimi
battiti
di
un
affetto
ingagliardito
fra
mille
contrasti
,
coll
'
affanno
dell
'
agonia
.
E
parve
presentisse
la
fine
;
pure
il
2
febbraio
riceveva
i
sacri
ceri
benedetti
dell
'
agonia
,
li
accese
e
si
consumarono
e
spensero
con
lui
;
così
riassunse
la
sua
esistenza
,
la
contemplò
collo
sguardo
languido
,
si
riconfortò
nella
fede
e
volò
al
Dio
che
lo
ha
ricolmo
di
gaudii
e
di
dolori
,
che
lo
aveva
preparato
alla
gloria
col
merito
nelle
fortune
e
nelle
sventure
.
Il
lutto
è
mondiale
;
tutta
la
terra
vi
prende
parte
;
non
è
possibile
che
uomo
non
si
chini
riverente
e
addolorato
alla
bara
che
rinserra
la
salma
di
Pio
IX
.
Il
suo
nome
è
noto
a
tutti
;
lo
conoscono
i
re
,
e
lo
ripetono
i
poverelli
;
lo
sanno
i
credenti
e
non
lo
ignorano
gli
scredenti
.
In
un
terzo
sì
fortunoso
,
del
secolo
nostro
fortunosissimo
,
i
fatti
i
più
grandi
si
sono
compiuti
vicino
a
Pio
IX
;
si
sono
formate
nel
mondo
due
grandi
classi
di
persone
,
l
'
una
avversò
il
PONTEFICE
colla
ferocia
la
più
lagrimevole
,
l
'
altra
lo
amò
del
trasporto
il
più
schietto
,
dell
'
amore
il
più
profondo
;
l
'
una
e
l
'
altra
ebbero
a
termine
,
dell
'
odio
o
dell
'
affetto
,
il
VICARIO
DI
CRISTO
;
l
'
una
e
l
'
altra
ne
sentirono
la
grandezza
e
la
potenza
,
sia
per
bestemmiarla
e
abbatterla
,
sia
per
onorarla
;
l
'
una
e
l
'
altra
ammirarono
Pio
IX
,
e
sul
cadavere
di
lui
,
l
'
una
e
l
'
altra
sarà
vinta
dalla
commozione
.
E
un
paziente
che
morì
;
morì
una
vittima
;
morì
l
'
ostaggio
della
rivoluzione
;
morì
il
prigioniero
per
la
cattolicità
.
Chi
mai
può
negare
la
lagrima
al
dolente
,
al
perseguitato
,
all
'
esigliato
nel
suo
regno
,
al
crocifisso
sul
suo
trono
?
Chi
mai
l
'
ira
nemica
spingerà
oltre
la
tomba
?
Il
lutto
è
e
dev
'
essere
mondiale
.
Pio
IX
cominciò
perdonando
e
nel
perdono
tradito
;
finì
perdonando
e
ancora
tradito
.
Or
,
che
per
avventura
si
passi
via
alteramente
dalla
fossa
che
rinserra
il
violento
,
e
che
la
preghiera
del
cristiano
non
sia
bagnata
dal
pianto
dove
s
'
asconde
l
'
avanzo
di
persona
che
pianto
abbia
stillato
ai
perseguitati
,
è
nobile
dignità
,
ma
chi
ha
sofferto
per
la
giustizia
e
per
la
Religione
,
chi
ha
sofferto
perché
amava
l
'
Italia
,
chi
ha
sofferto
perché
lo
si
voleva
strumento
di
licenze
non
regolatore
di
libertà
,
a
lui
una
parola
di
dolore
e
di
pietà
,
pei
buoni
è
un
dovere
,
un
bisogno
,
è
gratitudine
per
gli
altri
è
anche
una
necessaria
riparazione
.
E
noi
finché
le
ragioni
politiche
non
sorgano
spietate
a
flagellare
un
cadavere
,
noi
dal
cuore
che
da
sé
s
'
abbandoni
agli
spassionati
sentimenti
,
abbiamo
tanta
stima
degli
avversari
di
Pio
IX
,
da
sperare
che
questa
riparazione
non
mancherà
.
Ma
ci
è
impossibile
continuare
;
ci
sembra
pur
disdicevole
passare
al
giudizio
dei
fatti
che
contrassegnarono
la
esistenza
del
grande
Pontefice
.
È
un
momento
di
dolore
,
e
il
dolore
ha
l
'
eloquenza
del
silenzio
.
Ci
uniamo
ai
cattolici
di
tutta
la
terra
,
con
tutti
preghiamo
pel
DEFUNTO
AUGUSTO
,
preghiamo
che
la
Chiesa
sia
un
'
altra
volta
benedetta
e
il
Successore
di
Lui
la
guidi
ai
trionfi
sulla
miscredenza
e
sull
'
ingiustizia
.
Pio
!
Quante
volte
hai
alzato
la
tua
mano
e
ci
invocasti
aiuto
nel
nostro
lavoro
;
tu
ci
aiuta
dal
Cielo
e
di
lassù
conferma
le
opere
della
tua
benevolenza
.
Poc
'
anzi
abbiamo
baciato
il
tuo
AUGUSTO
NOME
,
e
ne
avemmo
forza
e
vita
;
fu
uno
degli
ultimi
tratti
della
bontà
tua
,
e
la
riconoscenza
ne
recheremo
con
noi
nella
tomba
.
Innanzi
al
tuo
CADAVERE
,
sotto
il
tuo
sguardo
,
noi
ti
giuriamo
che
coll
'
aiuto
di
Dio
sempre
rimarremo
fedeli
alla
Religione
di
cui
fosti
Capo
,
sempre
alla
giustizia
che
hai
difeso
,
sempre
alla
Santa
Sede
che
hai
gloriosamente
occupato
per
32
anni
.
Tu
vuoi
ora
,
come
il
volevi
vivente
,
che
restiamo
uniti
al
Successore
di
Pietro
;
lo
vuole
il
cielo
,
lo
vuole
la
salvezza
nostra
e
del
mondo
;
ti
obbediamo
DEFUNTO
,
come
ti
obbedimmo
VIVENTE
,
restiamo
colla
Santa
Sede
,
restiamo
col
tuo
Successore
,
ne
aspettiamo
i
comandi
ed
i
consigli
per
eseguirli
.
Pio
IX
MORTO
!
VIVA
IL
PAPA
!
Cattolici
,
il
Vicario
di
Cristo
vive
;
a
lui
il
nostro
affetto
,
la
nostra
devozione
in
tutto
e
per
tutto
.
StampaQuotidiana ,
Il
nostro
corrispondente
telegrafico
ci
scriveva
ieri
da
Roma
che
il
sommo
Pontefice
ha
diramato
l
'
Enciclica
sospirata
,
e
che
in
essa
conferma
pienamente
,
come
non
era
a
dubitarsi
,
quanto
Pio
IX
aveva
promulgato
contro
i
conculcatori
dei
diritti
della
S
.
Sede
.
Nessuna
novità
nell
'
Enciclica
,
nessuna
meraviglia
in
quello
che
contiene
.
Il
Papa
ha
agito
da
Papa
,
i
cattolici
non
ebbero
mai
timori
in
argomento
,
e
la
cosa
cammina
da
sé
.
Fermiamoci
ad
una
ipotesi
.
L
'
ipotesi
sia
che
i
clerico
-
liberali
,
i
conciliatori
,
i
curciani
,
e
tutta
questa
gente
che
non
ha
talento
di
essere
cattolica
puramente
e
semplicemente
,
ma
va
cercandosi
una
nicchia
in
relazione
ai
proprii
capricci
,
avessero
avuto
piena
ragione
nelle
loro
previsioni
.
Supponiamo
dunque
che
Leone
XIII
avesse
col
fatto
sconfessato
Pio
IX
,
avesse
rinunziato
ad
ogni
diritto
al
temporale
dominio
,
avesse
ritirato
il
Sillabo
,
spuntato
le
scomuniche
,
benedetto
re
Umberto
,
ringraziato
il
governo
italiano
dei
conventi
desertati
,
dei
beni
di
Chiesa
incamerati
,
delle
Case
cattoliche
di
educazione
manomesse
,
della
propaganda
atea
delle
scuole
,
delle
angherie
al
Clero
,
del
Culto
impedito
,
e
di
tante
altre
gioie
che
i
cattolici
godono
per
bontà
di
quei
liberali
che
sono
l
'
amore
dei
conciliatori
.
Supponiamo
almeno
che
Leone
XIII
si
fosse
attenuto
ad
una
condotta
passiva
rispetto
alla
rivoluzione
,
e
avesse
lasciato
fare
senza
opposizione
diretta
.
In
tale
ipotesi
che
cosa
sarebbe
accaduto
?
I
.
I
liberali
avrebbero
applaudito
il
Papa
quanto
sarebbe
bastato
per
far
credere
al
popolo
che
il
Papa
approva
i
misfatti
della
rivoluzione
.
Ai
primi
applausi
avrebbero
fatto
seguire
il
silenzio
,
e
infine
avrebbero
alzato
nuove
pretese
contro
il
Papa
.
II
.
I
conciliatori
si
sarebbero
lanciati
contro
i
cattolici
,
ne
avrebbero
fatto
scempio
a
vantaggio
dei
liberali
,
pronti
alla
prima
ripulsa
del
Pontefice
,
di
più
accondiscendere
alle
pretese
rivoluzionarie
ed
atee
,
pronti
a
ribellarsi
a
Leone
,
a
Clemente
,
a
Formoso
,
a
Eugenio
,
a
Cristo
medesimo
,
all
'
Eterno
Padre
.
Imperocché
vivono
di
ribellione
questi
conciliatori
,
essi
sono
i
ladri
domestici
che
buttano
tutto
dalla
finestra
in
mano
al
nemico
;
gente
o
infame
o
sciocca
.
III
.
I
cattolici
dal
canto
loro
si
sarebbero
mantenuti
fedeli
al
Pontefice
ad
ogni
costo
;
ma
notiamo
che
nessun
cattolico
ammette
possibile
,
nemmeno
per
ipotesi
,
quello
che
liberali
e
conciliatori
speravano
,
per
es
.
la
cancellazione
del
Sillabo
,
per
non
dir
altro
.
I
cattolici
avrebbero
sempre
obbedito
e
venerato
il
Papa
;
le
di
lui
decisioni
avrebbero
riconosciuto
come
legittime
,
non
già
fatte
per
accondiscendere
alla
rivoluzione
coi
conciliatori
,
ma
per
propria
autorità
.
Forse
alcuni
cattolici
per
debolezza
o
ignoranza
sarebbero
divenuti
vittima
dei
liberali
e
conciliatori
,
ma
le
sarebbero
state
eccezioni
.
Fatta
la
ipotesi
poi
della
condotta
passiva
del
Papa
di
fronte
alla
rivoluzione
,
dato
che
tale
condotta
fosse
compatibile
coi
doveri
del
Pontificato
,
sarebbe
incominciato
da
parte
dei
clerico
-
liberali
e
dei
conciliatori
il
lavoro
della
ingratitudine
:
quel
lavoro
che
nei
primordi
del
Pontificato
di
Pio
IX
fu
condotto
dai
settari
,
ora
se
lo
sarebbero
assunto
i
conciliatori
.
Quindi
il
Papa
avrebbe
dovuto
tollerare
tutte
le
nequizie
rivoluzionarie
,
accettare
non
solo
il
passato
,
non
solo
assolvere
i
delinquenti
del
governo
e
delle
aule
legislative
per
quello
che
sancirono
,
ma
prepararsi
a
benedire
anche
le
minacciate
sevizie
contro
la
Chiesa
,
i
beni
parrocchiali
,
le
nomine
dei
curati
,
l
'
ingerenza
nei
Seminari
,
la
crescente
corruzione
nelle
scuole
,
le
insidie
allo
stesso
catechismo
.
Di
questa
guisa
la
autorità
papale
sarebbe
venuta
mano
mano
scemando
e
scolorendosi
,
la
sua
efficacia
sarebbe
stata
effimera
,
il
suo
prestigio
compromesso
,
l
'
autorità
nominale
.
I
conciliatori
non
si
fermano
a
sancire
ciò
che
esiste
,
sono
spinti
dalla
loro
scuola
e
dalla
nequizia
a
domandare
nuove
dedizioni
.
Dove
sarebbe
ito
il
criterio
del
giusto
e
del
vero
?
Nel
capriccio
di
un
conciliatore
influente
che
fossesi
levato
alla
mattina
colla
fissazione
:
il
Papa
ceda
anche
qui
.
I
liberali
avrebbero
fatto
il
resto
;
lo
splendore
del
Papa
,
dell
'
uomo
che
tiene
in
mano
i
destini
del
mondo
,
che
modera
le
leggi
del
dogma
e
della
morale
,
che
alla
civiltà
insegna
come
essere
onesta
,
che
guida
la
scienza
nel
vero
e
alla
mente
prefigge
il
suo
nobile
e
divino
scopo
,
lo
splendore
del
Papa
sarebbe
scomparso
.
Il
Vaticano
ridotto
ad
un
vescovado
comune
,
assiepato
da
conciliatori
infami
e
da
liberali
prepotenti
,
non
solo
sarebbe
divenuto
la
prigionia
del
Papa
,
ma
dello
stesso
papato
;
fra
tanta
rovina
che
nel
mondo
si
accumula
,
quella
del
supremo
pontificato
sarebbe
stata
come
la
ecclissi
del
sole
,
come
la
vergogna
ed
il
rimorso
della
umanità
.
I
conciliatori
lavandosi
,
ingloriosi
Pilati
,
le
mani
,
avrebbero
consegnato
il
Vicario
di
Cristo
alla
canaglia
perché
flagellato
venisse
crocifisso
.
Ecco
la
ipotesi
.
Ma
Dio
ama
la
umanità
e
il
Vicario
suo
sulla
terra
ama
Dio
e
ne
segue
la
legge
.
I
liberali
sono
pur
sempre
i
nemici
del
Dio
ch
'
essi
rinnegano
,
sono
i
nemici
del
di
lui
Vicario
che
adulano
e
non
obbediscono
.
I
conciliatori
non
realizzeranno
i
loro
tristi
disegni
.
E
l
'
Italia
nostra
nelle
sue
sventure
potrà
sempre
volgere
lo
sguardo
al
porto
della
salute
.
Leone
XIII
è
Papa
,
ed
è
Papa
degno
di
esserlo
.
Coloro
che
da
tanti
anni
sognano
la
rovina
del
papato
,
che
attorno
di
esso
fecero
vaste
solitudini
,
che
lo
tentano
e
lo
minano
,
avranno
dal
Papa
il
perdono
se
si
pentiranno
,
non
avranno
giammai
la
complicità
nei
loro
delitti
.
La
fede
manca
ai
liberali
,
la
fede
manca
ai
conciliatori
,
ed
è
per
questo
che
almanaccano
tradimenti
verso
Dio
e
la
verità
per
parte
del
Capo
della
Chiesa
.
Ma
i
tradimenti
li
fa
Giuda
e
Cristo
si
riserva
di
morire
e
perdonare
,
non
mai
di
approvare
le
scelleratezze
dei
suoi
persecutori
.
Venga
l
'
Enciclica
di
Leone
XIII
a
raddrizzare
tante
storte
idee
,
a
dissipare
gli
equivoci
sparsi
dai
conciliatori
,
a
determinare
l
'
azione
di
ricostituzione
che
in
questi
tempi
fu
sì
manomessa
dagli
scredenti
o
settarii
o
ecclesiastici
.
Cattolici
,
fermi
alla
parola
del
Papa
,
e
con
lui
progrediamo
senza
debolezza
e
certi
di
vincere
o
vivendo
o
morendo
.
StampaQuotidiana ,
Questa
bella
razza
d
'
individui
arriva
attualmente
al
numero
di
6.377.602
.
Dei
quali
in
Italia
ve
ne
hanno
26.289
per
nostra
buona
sorte
e
comune
letizia
.
Imperrocché
sono
eglino
veramente
i
nostri
padroni
,
ossia
i
padroni
di
30
milioni
di
anime
,
come
sono
i
padroni
in
Austria
-
Ungheria
,
in
Germania
,
in
Francia
e
dappertutto
quasi
.
L
'
ebreo
domina
le
loggie
cioè
la
Massoneria
,
la
Massoneria
ispira
e
conduce
al
liberalismo
rivoluzionario
,
e
la
rivoluzione
signoreggia
i
troni
,
parlamenti
,
il
giornalismo
,
le
famiglie
,
tutto
.
Queste
sono
pur
troppo
conseguenze
che
vengono
dritte
dritte
una
dopo
altra
.
E
poi
c
'
è
anche
un
altro
argomento
.
L
'
ebreo
è
padrone
nell
'
oro
:
l
'
oro
è
del
mondo
signor
;
dunque
l
'
ebreo
è
il
sovrano
universale
tanto
più
potente
quanto
meno
riverito
.
Ecco
pertanto
gli
ebrei
padroni
nostri
,
o
lettori
;
precisamente
padroni
nostri
.
Gli
ebrei
,
se
osservate
,
li
troverete
nel
Senato
,
nel
Parlamento
,
nelle
Pubbliche
Amministrazioni
,
nelle
Camere
di
Commercio
,
nel
giornalismo
,
dappertutto
più
o
meno
trasformati
nei
nomi
e
cognomi
,
ma
sempre
ebrei
per
pelle
!
Oh
questo
poi
sì
.
Lo
dissero
già
loro
stessi
:
prima
i
esser
tedeschi
,
o
francesi
o
italiani
ecc
.
siamo
ebrei
!