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LE ELEZIONI ( - , 1870 )
StampaQuotidiana ,
L ' esercizio del diritto elettorale dovrebbe essere , specialmente in un paese nuovo alle istituzioni rivoluzionarie , dovrebbe essere fatto con trasporto , con entusiasmo . All ' incontro l ' apatia degl ' italiani in proposito è ormai proverbiale , e l ' azienda pubblica si è ridotta in mano di un partito che la fa da vero despota . Questo stesso partito governativo ha in mano le elezioni ; scioglie la Camera e pretende che dal 5 al 20 novembre gli elettori abbiano a poter applicarsi a conoscere le questioni che la futura legislazione è chiamata a risolvere . Perché questo dileggio delle forme costituzionali ? Perché questo abuso d ' autorità ? Gl ' innamorati di questi sistemi rispondano , e ci spieghino come questo non sia peggio che assolutismo e autocrazia . Ma non è qui che a noi le elezioni danno a parlare . Vogliamo dire ai cattolici che se vi fu momento nel quale l ' astenersi dal votare per qualsiasi candidato fu opportuna e savia misura , ora è un dovere strettissimo . Già alcuni dei giornali cattolici italiani hanno espresso il loro parere . L ' « Unità Cattolica » ha asserita e difesa la formola « né eletti né elettori » in un savio articolo , nel quale agli argomenti addotti noi avremmo forse dato una maggior estensione . A Roma un deputato cattolico non può andare come legislatore ; a Roma non si entra che per la breccia , per forza ; a Roma chi votasse anche contro l ' usurpazione ostenterebbe un ' autorità là dove il Pontefice non gliela acconsente . Gli elettori né di Genova , né di Palermo , né di Roma possono concorrere alle elezioni , perché i deputati , secondo i principii costituzionali , rappresentano l ' intera nazione e il voto sarebbe un ritenere nel fatto cessata ogni autorità del Papa sul suo territorio ; d ' altra parte qual elettore è costretto ad usare del diritto di eleggere ? Non ostante che la ragione ed il buon senso dissuadono i cattolici dall ' accorrere all ' urna , vi sono molti ai quali quest ' astensione non entra . Ebbene ; qual uomo cattolico accetterebbe l ' incarico di dettar leggi sotto agli occhi del Pontefice prigioniero ? chi vorrebbe rendersi connivente dell ' attuazione del programma ministeriale , sedendo nella Camera anche per osteggiarlo ? Chi poi vede qualcosa in questo buio avvenire che ci aspetta ? Chi vorrà trovarsi nella sala a gozzovigliare co ' filistei , quando Sansone deriso è in mezzo alle due colonne che sostengono l ' edifizio ? Che se fosse pur dicevole entrar deputato nella Camera , cerchino i cattolici uomini da potersi proporre ai collegi italiani ! Alcuni ci sono , ma sono alcuni . Non s ' offendano i cattolici , è pur troppo vero che quelli che forse s ' offendono , ci mettono sulla penna queste parole . Cattolici ci sono ! dove sono ? dove la loro vita pubblica ? E se si trovassero questi uomini ancor capaci d ' indignazione innanzi alla giustizia oltraggiata , possiamo supporre che rimarranno vincitori nel campo elettorale ? No ; si pretende che gli elettori siano in mano del clero , il quale li guida ; ciò non è vero ; molti del clero hanno rovinato , e molti lasciarono che si rovinassero gli elettori . Si contarono preti che condussero all ' urna i loro dipendenti a votare per candidati governativi , e perché ? pel meno male . Ah se il meno male è lecito , non sappiamo perché si predichi di non commettere nessun male , e di abbandonarne anche le apparenze ! È questo un argomento che naturalmente oggi ci viene presentato dalle elezioni imminenti , e di cui saremo costretti a riparlare . Intanto gli elettori pensino se l ' astensione non sia una misura moralmente e fisicamente necessaria . Lo « Stendardo Cattolico » rimane attonito e pieno di dolore di fronte ai fatti che si preparano e si ritira in disparte a contemplare da semplice spettatore la scena ; ciò sta bene , quantunque si potesse far di più ; ad ogni modo la formola « né eletti né elettori » ha un avversario di meno nelle nostre file , e speriamo che avrà seguaci tutti i cattolici , e quelli principalmente che vogliono far politica .
INCONTRI E SCONTRI ( - , 1919 )
StampaPeriodica ,
" Un Comitato per la Tutela del Decoro Nazionale " si è costituito recentemente qui a Roma , per opera di alcune cospicue personalità , " onde porre un argine - dice il programma - al dilagare della produzione artistica nostrana , che ha ormai raggiunto proporzioni tali da allarmare i più indifferenti " . Questo Comitato intende istituire dei premi di Scoraggiamento , sotto forma di vitalizi , da assegnarsi " a quelle persone d ' ambo i sessi le quali avendo prodotto un ' opera qualsivoglia di letteratura , o pittura , o scultura , o musica , o teatro , che abbia riscosso il suffragio dei critici competenti , s ' impegnino con regolare atto notarile , a desistere per sempre dall ' esercizio , tanto pubblico che privato , di qualunque delle suddette arti " . Saranno disponibili in breve cento premi di lire mille annue , e si spera nel contributo di tutti i buoni italiani per poterne aumentare il numero e l ' entità . Anche il Governo ha dato la propria adesione , e sembra che in mancanza di un appoggio pecuniario , impossibile in questo momento , voglia mettere a disposizione del Comitato un certo numero di onorificienze che servirebbero a sostituire o a integrare parte dei premi in denaro . Sappiamo che la provvida iniziativa ha incontrato negli ambienti artistici e nel pubblico , largo consenso . OH , VILISSIMI NOI ! Noi non faremo mai nomi , non citeremo fatti specifici , non daremo mai presa alle feconde discussioni , non assumeremo mai responsabilità circostanziate , non entreremo mai nel libero arringo della polemica , non cercheremo mai la verità e la luce ; saremo sempre scorretti , libellisti , diffamatori , anonimi , sciagurati , subdoli , venduti , forse . Si tratta che abbiamo scoperto in poche parole tanto da tenerVi la coscienza in pace . Queste : chi si riconosce , se lo merita . È oracolo . Come certi selvaggi d ' Africa tenevano delle galline che avvelenavano , e se morivano l ' accusato era reo , se no innocente ; così noi andiamo seminando questi pezzetti di veleno , perché certe galline abbocchino e ci diano indizio sicuro su certi rei sospetti . PROVE . È bella , che certuni accolgono l ' espressione delle nostre più care fissazioni , espressione che noi crediamo di avere resa quanto più è possibile lieve ed inoffensiva , con sorrisi di superiorità scettica e consumata . A noi ? Santo diavolone , come dicono in Sicilia ! Da dieci anni ci esponiamo e cerchiamo l ' irrisione , abbiamo messo ogni genere di amori alla prova di non so quanti bordelli veri e metaforici ; e vengono a fare i Mefistofeli con noi , che abbiamo preso per le corna di dietro tutti i dilemmi del diavolo , che ci siamo incanagliati e indiavolati a bordo di certi galeoni d ' autorevolezza e serietà morale , dove nessuno se l ' era mai sognato ; e per noi , infine , la miglior ragione per indurci e cercarne la compagnia è che un uomo ci neghi e derida ! O vecchi incantatori di serpenti sdentati , noi siamo troppo privi di ogni suscettibilità , e tutto il vostro vantatissimo scetticismo non è altro che il riparo mal rappezzato di una vanità peritosa e indolorita , mortificata dal ricordo mal confessato di alcuni antichi granchi madornali . CAROGNETTINE da due soldi il pezzo . Brigantelli da giardino . Un indizio che la gente comincia ad accorgersi della vostra forza l ' avrete fermo e certissimo appena i vostri nemici e detrattori - nessuno può illudersi di non averne - sentiranno il bisogno di darsi la mano e confederarsi . Il diavolo li mette difatti uno sulla strada del l ' altro e li fa incontrare ch ' è una bellezza . Se poi avete qualche devoto farfallino capace di farvi la spia dal campo avversario , ne sentirete delle belle : e sul costume delle loro adunanze nei retrobottega , e sulle ore fisse degli appuntamenti , e sui metodi di diffamazione discussi in comune , e sui progetti escogitati per crearvi intorno il vuoto e sotto i piedi farvi mancare la terra , e sul modo di mettere in circolazione qualche definizione assassina che faccia fortuna , e sulle maniere affettuose che i cospiratori s ' usano fra di loro , e sulle riconciliazioni sporcucce e repentine con quelli che potranno giovare al fine comune , e sul modo circospetto col quale entrano ed escono dai loro covi , e sull ' improvviso silenzio quand ' entri qualcuno del quale non si fidino ancora troppo . E magari alcuni di loro sono in buona fede o cercan di persuadersi che veramente è impossibile che anche voi non facciate altrettanto . Tant ' è : c ' è una legge dei compensi e dell ' equilibrio , rigorosissima . E se da una parte della bilancia ci sono degli individui che gravino per un certo peso , è giusto che dall ' altra parte , per non essere sbalestrati in aria , altri individui faccian forza col numero e all ' occorrenza caricando sul loro piatto tutte le macchine e gli strumenti di tortura dell ' Inquisizione . Fatto sta che le orecchie a noi ci fischiano sempre . A rigor di termini , si può ancora usare la parola " mediterraneo " , a patto d ' intendere quanto di più indicibile e vago e seducente può avere un mito solare e marino . Che dire dunque di qualcuno che si professi in tutta lettera mediterraneo ? Come accade che il superuomo e la sua morale , nozione ultima di Nietzsche , suo modo peritoso e irregolare di nominare il trascendente , invece che i discepoli vi adoperassero ombra e riserva e prudenza , fossero condotti alla fiera in vesti d ' Arlecchino , coi colori possibili ed impossibili di un secolo grande , bislacco ed arruffone , come l ' ultimo scorso . OTTIMISMO POSTREMO . Ci demmo a credere , tempo fa , che il cinematografo avrebbe rovinati i cattivi libri e il cattivo teatro . Diavolo ! chi avrebbe potuto supporre che resisterebbero a una concorrenza tanto formidabile ? Era il caso di dire che li avrebbe battuti sul loro terreno stesso . A noi successe come a Guglielmo Imperatore . Egli ha trovato un sentimentalismo politico ancor più convinto e sentimentale del suo , ed è stato battuto colle sue armi . E il nostro calcolo troppo astuto è stato sfatato da una inaspettata profondità di cattivo gusto e di coglioneria . I cattivi libri , il cattivo teatro e l ' ottimo cinematografo prosperano insieme , e l ' uno prende luce e vita dall ' altro . È vero che , in fin dei conti , poco ce ne cura , essendo noi del parere che se la cattiva letteratura non esistesse bisognerebbe inventarla , nel migliore dei modi possibili . CENTRI DI CULTURA . Si stabiliscono centri di cultura in luoghi che sono un incanto . Si stabiliscono confusioni estetiche tra biblioteche circolanti e missioni del dotto ; alle quali , per essere babiloniche , non mancano neppure , come si vede , i giardini pensili . Parecchie ottime persone ci vanno comunicando , come un grande arcano , che la nostra rivista è uscita al momento giusto e come si aspettava , senza saperlo , da molte parti . Ringraziamo dell ' intenzione , ma non l ' abbiamo fatto apposta . Non ci abbiam messo studio ; è stata una bella combinazione . Non siamo giocatori d ' azzardo , ma neppure cospiratori . Abbiamo un ' idea tutta italiana ; d ' essere dei galantuomini e dei persuasi . Non è colpa nostra se si sia ridotti al punto che la gente a ciò si ferma a guardare . LA STORIA E LE SUE VIE . Quando si pensa alla storia , per che vie torte procede e quanto costa per venir sempre , prevedutissima , a confermare se stessa ; questa storia è proprio una storia ridicola . Eppure , non ci sentiamo né il diritto né la voglia di pentirci dell ' esperienze dovute fare . Ma questo , compatibilmente alla modestia , è più merito nostro che della storia . MENESTRELLI . I segreti , in verità elementari e semplicissimi , della scienza di governare i popoli , sebbene filtrati dalla sostanza stessa della vita di questi e quantunque costituiscano il loro più antico patrimonio , ripugnano all ' anima popolare . Il debole , l ' anonimo , non ama gli si vengano a spifferare le fatali ragioni della sua docilità verso il fratello più forte , sostegno e vanto della famiglia . Non che le ignori ; pure , in dati tempi , giunge perfino a dimenticarle e a disconoscerle con furore . Non è tuttavia meno provvidenziale e decoroso che il debole non sia abbandonato in balia di sé stesso . Durante la guerra i popoli si sono lasciati esemplarmente condurre , a una sola suprema condizione : si provvedesse a tener loro i padiglioni auricolari ininterrottamente e senza risparmio annaffiati di gloriose favole e di menzogne . Oggi che ai loro capi , così buoni menestrelli durante i tempi eroici e feroci , non è più possibile tener lontane da quelle malavvezze orecchie , note più crude e discordanti , i popoli generosi gridano al tradimento e minacciano cose dell ' altro mondo . E questa è la punizione , o per lo meno , il brutto quarto d ' ora dei menestrelli . Nella pubblica tenzone coi capi avversari - mentre i popoli erano d ' altra parte troppo occupati a versare con meticolosa cura il loro sangue , per interessarsi soverchiamente di simili controversie - essi hanno approfittato delle minime gaffes di quelli , assai più ingenui e brutalmente bonaccioni , per dar loro con grandi uh ! uh ! sulla voce , fare gli scandolezzati e svergognarli " davanti al mondo intero " . Che diamine ! Pezzi di carta , i trattati ? State zitti , disgraziati , che lo sapevamo prima di voi ! Ma essere stati insieme a bordello non vuoi mica dire tu me Io debba buttar sulla faccia alla presenza delle mogli . Che sarebbero , in questo caso i popoli , pronti , come quelle , a dar nelle peggiori escandescenze , a fare a pezzi le , stoviglie , e a buttar dalla finestra i più cari ricordi di tanti anni di ottimo ménage . E l ' eterno sfortunato , malaccorto popolo tedesco è giunto primo alla fame e alla disfatta forse anche per non essere stato " altrettanto " rimpinzato di provvisorie e corroboranti menzogne . La vittoria , si diceva , sarà di colui che saprà resistere cinque minuti di più . Ma trattandosi , in sostanza , di una guerra , nella quale da una parte erano dei legulei e dei giornalisti , dall ' altra dei soldati , era troppo naturale che vincessero i primi , e si verificasse piuttosto il detto : la sconfitta sarà di colui che non saprà mentire a sé stesso un pochino di più .
ProsaGiuridica ,
VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA Dl DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D ' ITALIA Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato ; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue : Art . 1 Nei Comuni la cui popolazione non eccede i 5000 abitanti , secondo le risultanze dell ' ultimo censimento , l ' Amministrazione è affidata ad un Podestà , assistito , ove il Prefetto lo ritenga possibile , da una Consulta municipale . Art . 2 Il Podestà è nominato con decreto Reale . Dura in carica cinque anni e può essere sempre confermato . Il Prefetto può trasferire il Podestà da un Comune all ' altro della Provincia e proporne al Ministero dell ' interno la revoca , che è disposta con decreto Reale . Contro il provvedimento di revoca non è ammesso alcun gravame né amministrativo , né giudiziario . Art . 3 La Consulta municipale si compone di cittadini che non si trovino in alcuna delle condizioni di ineleggibilità e d ' incompatibilità previste dagli articoli 25 e 26 della legge comunale e provinciale . Art . 4 I consultori municipali , il cui numero , determinato per ciascun Comune dal Prefetto , non può essere inferiore a sei , sono nominati con decreto prefettizio , per un terzo direttamente , e per due terzi su designazione degli Enti economici , dei sindacati e delle associazioni locali . Il Prefetto determina altresì , gli Enti economici , i sindacati e le associazioni locali , ai quali compete la designazione , ed il numero dei rappresentanti a ciascuno assegnati . Gli Enti economici , i sindacati e le associazioni locali designano tre nomi per ogni rappresentante assegnato . Art . 5 Il Podestà esercita le funzioni che la legge comunale e provinciale conferisce al sindaco , alla Giunta ed al Consiglio comunale . La Consulta municipale ha attribuzioni meramente consultive ; essa dà parere su tutte le materie che il Podestà crede di sottoporle . Il parere della Consulta municipale è obbligatorio in merito alle deliberazioni del Podestà concernenti l ' approvazione del bilancio , gli impegni attivi e passivi vincolanti il bilancio per oltre cinque anni , la contrattazione dei prestiti , la imposizione dei tributi , l ' alienazione di beni patrimoniali , la assunzione diretta di pubblici servizi . Quando , in questi casi , il parere della Consulta municipale sia contrario alle proposte del Podestà , questi dovrà farne constare nel verbale delle relative deliberazioni . Art . 6 Sono applicabili al Podestà le norme di ineleggibilità ed incompatibilità stabilite dalla legge comunale e provinciale per il sindaco . Art . 7 Il Podestà può delegare a ciascun consultore municipale speciali incarichi nell ' amministrazione del Comune . Art . 8 Nei Comuni di popolazione eccedente quella indicata dall ' art . 1 , l ' amministrazione può essere affidata , in conformità delle norme stabilite dalla presente legge , a un Podestà , quando i rispettivi Consigli comunali siano stati sciolti due volte nel periodo di due anni . Il provvedimento previsto dal presente articolo è adottato con decreto Reale , su proposta del Ministro per l ' interno , udito il Consiglio dei Ministri . Art . 9 Per essere nominato Podestà occorre : a ) essere maggiore di età ; b ) essere cittadino italiano ; c ) non aver subìto condanne per i titoli indicati nell ' articolo 25 della legge comunale e provinciale , nonché per delitti contro la sicurezza dello Stato ( titolo I del Codice penale ) ; d ) aver conseguito , almeno , il diploma di maturità classica o scientifica o di abilitazione tecnica o magistrale , ovvero titoli di studio , dei quali sia riconosciuta dal provveditore agli studi l ' equipollenza . Il titolo di cui alla lettera d ) non è necessario : 1° per coloro che abbiano partecipato alla guerra 19151918 col grado di ufficiale o sottufficiale presso truppe in zona di operazione ; 2° per coloro che abbiano ricoperta , per non meno di un anno , con capacità e competenza amministrativa , l ' ufficio di sindaco o di commissario Regio o prefettizio o di segretario comunale . Art . 10 Due o più Comuni finitimi , che , complessivamente , non superino i 5000 abitanti , possono , con decreto Reale , essere affidati all ' amministrazione di un solo Podestà . Art . 11 Il Podestà e i consultori municipali , prima di entrare in funzione , prestano , dinanzi al Prefetto , il giuramento di cui all ' art . 150 della legge comunale e provinciale . Art . 12 L ' ufficio di Podestà e di consultore municipale è gratuito . In casi assolutamente eccezionali , e compatibilmente con le condizioni finanziarie dell ' Ente , il Prefetto può assegnare al Podestà una indennità di carica , che grava sul bilancio del Comune o dei Comuni di cui egli ha l ' amministrazione . Art . 13 Sono sottoposte all ' approvazione della Giunta provinciale amministrativa le deliberazioni del Podestà che riguardano le materie indicate nell ' art . 217 della legge comunale e provinciale ( testo unico approvato con R . decreto 4 febbraio 1915 , n . 148 ) e quelle relative alla cancellazione d ' iscrizioni ipotecarie , a svincoli di cauzione ed a ritiro di capitali . Tutte le altre deliberazioni del Podestà sono sottoposte all ' approvazione del Prefetto . Art . 14 Alle deliberazioni del Podestà , che per la legge comunale e provinciale sarebbero di competenza della Giunta o del Consiglio comunale , è applicabile il disposto dell ' art . 128 della legge stessa . Art . 15 Il Governo del Re è autorizzato a stabilire la data in cui verranno a cessare le amministrazioni ordinarie e straordiriarie dei Comuni indicati nell ' art . 1 della presente legge , per far luogo all ' inizio delle funzioni del Podestà e delle Consulte municipali . Art . 16 Il Governo del Re è autorizzato altresì a pubblicare un nuovo testo unico della legge comunale e provinciale , modificando le disposizioni di questa , per metterla in armonia coi principî informatori della presente legge . Ordiniamo che la presente , munita del sigillo dello Stato , sia inserta nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato . Data a Roma , addì 4 febbraio 1926 . VITTORIO EMANUELE . FEDERZONI . Visto , il Guardasigilli : ROCCO
StampaQuotidiana ,
Va bene , che si porti alle stelle il traforo del Cenisio ; esso insieme all ' istmo di Suez è la prova più splendida del progresso delle scienze fisiche . E di passaggio notisi , che ammettiamo progresso solo di scienze fisiche non di vigoria nazionale , come vogliono gli italianissimi , perché opere grandiose se ne fecero anche nella vecchiaia dei popoli . Difatti il « Fanfulla » non trova miglior epigrafe pel traforo , che quella dei veneziani sui loro murazzi = Ausu romano aere veneto = col solo cambiamento : aere italico ; questo ricorda le grandi opere fatte anche dai romani e dai veneti ; e siccome il ponte p.e. di Traiano disfatto tosto da Adriano , ed i murazzi appartengono alla vecchiaia degli uni e degli altri , non si vede come quell ' opera italiana indichi proprio vigoria nazionale . Ma per tornare al traforo , le cose bisogna guardarle sotto tutti gli aspetti , se no , non si potrà avere un ' idea adeguata del loro valore . Senza dubbio il traforo sotto l ' aspetto commerciale ed industriale è utilissimo ; l ' abbreviazione delle distanze , la sicurezza della via , la facilità dei trasporti , la comodità dei viaggi , ed insieme a tutto ciò la diminuzione della spesa sono pregi incontrastabili dell ' opera grandiosa . Militarmente poi non se ne può temere un pericolo di rilievo . Sicuro che se in caso di guerra la galleria cadesse tutta in man della Francia , per l ' Italia l ' andrebbe male . Luigi XIV dovette far la pace con Vittorio Amedeo II per quella maledetta difficoltà delle Alpi più quasi che per la sconfitta di Torino ; dovendo far varcare quella bagatella di monti ad uomini , armi , munizioni e fin legna da bruciare , il peso della guerra gli divenne insopportabile , e gli convenne chinar il capo . Ma all ' evenienza di un pericolo il genio militare facilmente può provvedere ; un paio di mine a tempo e luogo disposte e fatte volare rendono impraticabile la galleria ; questa poi impossibile a riattarsi senza grandi e lunghi lavori non dà più il passo ai tumulti gallici , le muraglie alpine riacquistano l ' antico valore , e coi loro fianchi dirupati e nevosi ridiventano una formidabile difesa . Se i padri coscritti hanno senno , per cautelarsi da ogni sorpresa hanno già forse preparate le mine . Ma si può dire altrettanto del traforo considerato dal lato morale ? Premettiamo che astrattamente del traforo non si può dire né bene né male ; è una porta tra l ' Italia e la Francia , e una porta è buona o cattiva cosa secondo l ' uso a cui serve nel caso concreto . Se serve a due galantuomini per visitarsi ed aiutarsi dall ' una all ' altra casa , la porta moralmente è cosa ottima , ma dovesse dar comodo alle furfanterie o libertinaggio di cattivi soggetti , meglio sarebbe stato che la porta o non fosse mai stata aperta , o fosse tosto sprangata ben bene . In proposito dobbiamo regolare i nostri giudizi come colle breccie fatte nelle mura di Roma ; son tutte breccie , ma quella di porta Capena per dar il passo al trionfo di Marc ' Antonio Colonna , uno dei vincitori dei musulmani antichi a Lepanto , deve essere guardata con occhio ben diverso , che la breccia di porta Pia fatta per intrudere i musulmani moderni . Posto dunque che sotto l ' aspetto morale il traforo è nulla più che una porta , ossia un mezzo per sé indifferente che diventa buono o cattivo secondo l ' uso , per giudicarne il merito morale bisogna consultare il caso concreto , e vedere a che deve servire . Il traforo in genere deve servire a facilitare e moltiplicare le comunicazioni tra Italia e Francia , il che significa accumunare sempre più le idee ed i costumi , cioè fare che si cancellino sempre più le differenze reciproche , e che l ' una nazione diventi quel che è l ' altra . Ora quale delle due nazioni è la migliore ? Con buona venia del signor Trochu l ' italiana senza dubbio . Questo bravo generale era fuor dei gangheri per le inaudite sconfitte toccate , e si sa che quando si è in tale stato , uno sfogo ci vuole , e per conseguenza ci vuole anche qualcuno contro cui fare codesto sfogo . Ma con chi a Trochu conveniva prendersela ? coi suoi francesi , e confessare , che sono ancora i leves Galli di Giulio Cesare ? l ' amor proprio l ' impediva , d ' altronde era dar ragione un ' altra volta a Bismark , che va ripetendo la sentenza di Cesare . Prendersela coi prussiani ? era pericoloso assai , che un uomo di governo sparlasse di chi calcava ancora il collo alla misera Francia . I russi , i turchi , gli americani , i chinesi sono troppo lontani ; colla Spagna non v ' era nessun legame particolare ; dunque per materasso del signor Trochu non restavano che gli antichi alleati di Crimea e di tante altre imprese , l ' Inghilterra e l ' Italia , alleati ingratissimi come si sa . Ecco dunque come stanno le cose , secondo il signor Trochu , il lusso inglese e la corruzione italiana sono le cause dei disastri francesi . Però il valente generale acciecato dall ' ira non ha fatto riflessione che l ' Italia non deve essere giudicata dalla colonia italiana di Parigi , gente scappata per lo più , senza patria , senza famiglia , senza legge né fede , che nella cloaca massima si sente a posto . Doveva anche ricordarsi di ciò che non gli può essere ignoto , che l ' Italia da lunga pezza è pedissequa della Francia , caduta in balia di uomini formati alla politica nei loro esigli , viaggi e relazioni di Francia , che di Francia ci vennero le sette , i libri , i romanzi , il teatro , i costumi , la rivoluzione insomma , che costà comunissima è la lingua francese segno della prevalenza delle idee francesi . E i discorsi del Parlamento italico , signor Trochu , non sono il plagio delle dicerie tenute nelle Camere francesi ? le leggi italiche mezzo tanto potente di influire sulla morale non sono forse infranciosate ? Quanti italiani inoltre per commercio , nozze o divertimento fanno il viaggio di Francia , tutti sanno che ritornano ben diversi da quelli che furono formati tra le domestiche mura . Poi finora s ' è forse veduto in Italia quanto si vide in Francia nelle varie fasi della rivoluzione ? Ghigliottina e petrolio sono ancora una privativa francese . Se dunque moralmente migliori sono gl ' italiani , è chiaro che il traforo destinato a togliere le differenze tra italiani e francesi sarà di danno ai primi , veduto anche come la propagazione del male sia più facile che quella del bene , specialmente in epoche come la nostra , nelle quali , secondo l ' osservazione di Platone , gli uomini sembrano nati al vizio ed alla ribellione . Che vantaggio morale vorrà dunque essere per gl ' italiani il traforo , quando il viaggio di Francia non lasciò più che una gita di piacere ? Maggior numero di italiani andrà in Francia a guastarsi , maggior numero di francesi verrà in Italia a guastare , a suggerire , a trapiantare i caffè chantans , i ritrovi , i clubs e quant ' altro mai ha di più diabolico la corruzione e l ' empietà della moderna Babilonia . Una delle ragioni degli alleati per cessare prima del tempo dall ' occupazione di Parigi fu di togliere i loro soldati da una cloaca , in cui tutto è pestifero . E le sette non si vantaggeranno del traforo per rendere i loro moti più vasti , più simultanei , più irreparabili di qua e di là delle Alpi ? Non sappiamo dunque qual uomo onesto ed illuminato potrà rallegrarsi gran fatto del traforo , e reprimere il desiderio che fino a tempi migliori le Alpi non elevino anzi le loro creste almeno quanto il Kimborazo ed il Dalavigari . Abbiamo poi tanta fede nell ' Italia vera tanto diversa dalla legale , come dice il signor Jacini , che tolta l ' influenza francese il genio italiano cesserebbe di lasciarsi trascinar a ritroso , ed in breve riparerebbe al 20 settembre ed a quanto lo ebbe preparato . A carico del traforo c ' è poi ancora un ' altra riflessione morale . Esso darà gran aumento alle ferrovie , in altri termini sarà un altro anello maestro di quella ferrea catena che avvince un intero popolo di impiegati , inservienti ferroviarii interni ed esterni , macchinisti , conduttori , facchini , vetturali e simil genia che senza distinzione di giorni , dì e notte prestando il loro servigio , diventano estranei alla religione non meno quasi che alle loro stesse famiglie . Si badi che si tratta d ' un popolo intero . A chi dunque non sa che sia morale e quale influenza il traforo avrà sulla morale , sulla famiglia e la religione , lasciamo il rallegrarsi puramente e semplicemente del traforo alpino ; a noi basterebbe il vanto che ne menano le sette per fare le nostre riserve .
StampaQuotidiana ,
All ' indirizzo della signora Pezzi che progetta una scuola Mazzini breve parola . Insieme col risorgimento rivoluzionario italiano e mondiale , fu predicata la riabilitazione , l ' emancipazione della donna . La favorirono tutti i framassoni , la giovarono i ministri , i quali ne fecero delle maestre da sedere in alte cattedre e delle ispettrici , i quali progettarono di donarla del diritto elettorale nei comuni . E la donna innalzata a tanta altezza , dimenticate le opere del fuso raccomandatele dallo Spirito Santo , intese alle non sue della vita pubblica e politica , e non mancarono le fanatiche per Garibaldi e per Mazzini , le eroine dei due mondi che fecero di loro pazzie celebre il nome per il mondo . Or bene e quelli che le innalzano , e quelle che s ' innalzano che pretendono ottenere ? Alla donna noi crediamo che duplice missione sia affidata , quella di far conoscere la verità , quella di alleviare i dolori ; duplice apostolato di verità e di conforto : quello debbono e possono compiere nell ' interno delle pareti domestiche : questo , insistendo sull ' orme della prima associazione di carità fondata sul Calvario sotto gli sguardi del Salvatore morente si compie ad ogni giorno , ad ogni circostanza della vita . Fuori di questo campo non trova la donna né fini né forze a sé proporzionate , tutto diviene esagerazione , pericolo e rovina . Al tempo del paganesimo questa duplice missione della donna fu dimenticata ; essa era quindi divenuta nient ' altro che una merce trafficata dalla avarizia , una schiava che vedeva ai suoi piedi un despota sempre pronto ad alzarsi per abbatterla , un idolo incensato e poco stante spezzato dal suo fanatico adoratore , di che la donna stessa aveva trovato meglio educarsi alla colpa fin da fanciulla : Et incestos amores de tenui meditatur ungui : e se congiungevasi in matrimonio , poteva però dopo , al dir di Seneca , contar gli anni non dai consoli ma dai mariti . Perciò essa era poi divenuta odiosa , e ci ricorda benissimo di ciò che Eschilo nei Sette all ' assedio di Tebe fa dire ad Eteocle : « Donne , insopportabili creature , sesso odioso ai savii , pessimo flagello delle famiglie e dello Stato » . La redenzione salvò la donna ; anzi se ci si passa l ' espressione , la redenzione sua fu duplice , la redenzione comune e un ' altra di ordine inferiore e materiale che la riabilitava davvero nella società , motivo pel quale troviamo nella donna una naturale e più sentita inclinazione alla pratica della religione di Cristo ed in conseguenza di ciò , la vediamo anche divenuta un ' arma invitta in mano del Signore . Ora la riabilitazione massonica che oggi è di moda , non essendo , perché framassonica , che la distruzione di Cristo , non può riuscire che al vero e peggiore degradamento della donna . No , non ci illudono le larve di alcune donne letterate e la cui onestà di costumi noi non vorremmo revocare in dubbio ; le statistiche parlano con una eloquenza invincibile , e le 75.000 donne di vita perduta che già erano in Italia prima dell ' acquisto del Veneto dicono ove siamo riusciti dopo tanto predicare riabilitazione , dopo tanti sforzi per innalzar la donna all ' altezza dei tempi . Vi ha una sola dignità per lei , ed è quella che le viene da Cristo ; con Cristo è grande , senza Cristo sta nel fango . È per ciò che noi salutiamo con piacere il sorgere in Italia , specialmente , di associazioni femminili , e quelle in particolar modo che in Roma fanno già di sé bella mostra con opere tutte informate allo spirito di Cristo , e così vantaggiose alla Chiesa di Cristo . Cristo che volle la donna alla sua culla , e la volle alla sua croce , affida ancor oggi alla donna una missione . È vero che come al sorgere del cristianesimo permise che la donna cristiana vivesse alquanti secoli accanto alla pagana , così oggi la donna che sta con Cristo ed è cattolica vive daccanto alla donna senza Cristo , rivoluzionaria e framassona , e che davvicino alle pie che salgono il Calvario stanno le petroliere e le comuniste ; ma ciò è nei disegni della Provvidenza , perché meglio appaia da qual lato si stia vera grandezza , onestà e virtù . Ritorni la donna italiana all ' opere della sua casa , alla santa missione che Cristo le ha data , discenda dalla cattedra , non s ' accosti alle urne , viva di Cristo e Italia avrà pace , felicità ed onore .
QUESTO È IL FATTO ( - , 192 )
StampaPeriodica ,
L ' organo massimalista suona le campane a morto . L ' Aventino fu ? Parrebbe . L ' Avanti ! riconosce che l ' astensione dai lavori parlamentari , in sé ed a sé , non ha senso . " Avrebbe un senso solamente se si portasse su un altro terreno . " Cioè : in piazza . Con le armi alla mano . Ma " democratici , popolari ed unitari non si sentono di seguirci in un campo che per essi è di sole spine . " Veramente non è detto che i fieri sicambri massimalisti se la sentano troppo , pur loro , di scendere sul campo ... delle spine , essi , verbosi gonfiatori di nubi rivoluzionarie . Adesso vorrebbero dare ad intendere che , se non fosse per quei pavidi dei restanti aventiniani , essi sarebbero tipi da trangugiarsi il fascismo in un boccone . Ma sono burlette polemiche e giuochi di scaricabarili . Il vero è che , nel giugno dell ' anno scorso , tutti gli aventiniani , senza esclusione di gruppi , si sono ritirati dal Parlamento unicamente nella speranza di suscitare con tale atto un movimento di attiva solidarietà nelle masse popolari , che essi ancora si illudevano di avere favorevoli . Fallita questa speranza , tentarono l ' ultima carta dell ' appello alla Corona . Altro errore colossale . Ed ora , perduta tanto la partita insurrezionale , quanto la partita costituzionale , si accapigliano fra loro ed ognuno di essi cerca di salvarsi per proprio conto dal disastro generale . Ma si sbandino o riescano ancora a rimanere uniti nella discordia , non possono sottrarsi , e come singoli partiti e come agglomerato occasionale , alla stretta dei conti : l ' Aventino ha chiusa la partita con un clamoroso fallimento . Perché non ha raggiunto uno solo dei fini che si era proposto . Perché il regime fascista è più forte di prima . Perché il Governo fascista raggiunge , esso , uno ad uno , tutti i fini che si era proposti . Questo il fatto ...
StampaQuotidiana ,
Il giornalismo liberale insiste sul lavoro che il Congresso cattolico di Bergamo ha rivolto a vantaggio della classe degli operai . La « Perseveranza » ascolta con mal animo noi cattolici seguaci del Filius fabri , tentare di migliorare uomini che sono sì grande e bella parte della società cristiana . La « Perseveranza » trova che l ' idea che presiedette alle decisioni del Congresso di Bergamo riguardo all ' operaio sia l ' assorbimento dell ' individualità , e l ' inaugurazione del collettivismo come era esercitato dalle maestranze di arti e mestieri nel medio evo . È naturale che il foglio liberale si scagli contro questo duplice ordine teoretico e pratico , e si lasci trascinare a proclamare poco meno che il socialismo colla illimitata licenza che all ' operaio concede . L ' individualismo che il Congresso cattolico non ammette e non poteva ammettere è quello che lascia l ' uomo abbandonato alle proprie passioni , alla fantasia , senza regola , senza direzione sicura . Il cattolicesimo che come corpo di dottrina è rivelazione e quindi implica la soggezione dell ' intelligenza al rivelatore divino , nobile uso della mente nostra rimaner fedele all ' incontrastabile verità dell ' infallibilità divina ; il cattolicesimo non potrà mai sciogliere il fedele dai vincoli che lo legano a quel corpo di dottrina , che nel santo Battesimo egli ha dichiarato di credere , e che professa ogniqualvolta ripete qualche atto solenne della sua religione . Non è dunque un nuovo vincolo che i congressisti di Bergamo venivano ad imporre agli operai cattolici , ma il richiamo solo di quelle solenni obbligazioni che stringono un figlio della Chiesa alla sua madre , e il suggerimento di mezzi atti a rendere loro più facile e fruttuosa la pratica esecuzione delle obbligazioni medesime . Il cattolico infatti , non è costretto come il razionalista a cercare collo scarso lume di sua mente in mezzo al buio ed all ' intrigo , la soluzione de ' più elementari problemi della vita , ed a rifarsi sempre da capo , per ricadere nel dubbio , e per affidarsi solo al proprio intelletto . Il cattolico ha una regola di fede sicura , ed una regola di condotta semplice e certa ; e su questa base , che diciotto secoli hanno reso sempre più tenace e consistente , quante cose non può egli fare colle forze del proprio ingegno e della propria attività ? Qual è la scienza , quale l ' arte , che non sia stata avvantaggiata dall ' opera individuale di cattolici , che avevano a fondamento e a scopo la religione ? Che se stabilissimo un confronto tra le masse operaie cattoliche , e le masse operaie settarie ; quelle strette da un vincolo noto qual è la formola di fede e il Decalogo ; queste strette da oracoli che misteriosamente vengono combinati nei covi della massoneria , inaccessibili ai profani , non avremmo difficoltà a riconoscere quanto migliore sia la condizione dei cattolici . Quanto poi al risuscitare le antiche maestranze , come ha paura la « Perseveranza » , noi diremo innanzi tutto che i convenuti al Congresso di Bergamo non erano così schiavi del passato , da non saper escludere quelle modalità , che erano tutte speciali di quelle epoche , e non ammettere quelle altre , che sono portate dallo sviluppo delle condizioni sociali . Delle antiche maestranze si vuole far rivivere lo spirito , che era quello della carità cristiana , che affratella i socii , che li lega colla sanzione religiosa , che li unisce nel sospiro di un avvenire comune , che li occupa nel tempo del riposo , in pratiche di pietà , che istruiscono la mente e purificano il cuore . A tutto questo che cosa si sostituisce dagli attuali fondatori di società massoniche ? L ' interesse ; solo l ' interesse , e si fa brillare davanti allo sguardo dell ' operaio il maggior guadagno , il sussidio nelle malattie , il riposo nella vecchiaia , l ' appoggio per i figli , per gli orfani e per le vedove . Ottime cose , ma che non bastano . L ' operaio , raffrontando la propria condizione con quella di altre classi sociali , e non trattenuto dalle massime consacrate dalla religione , che gli dicano potere essere egli davanti a Dio migliore dei ricchi e dei potenti , di cui invidia le ricchezze e l ' autorità , non si dirà mai soddisfatto , crescerà nei desiderii , e l ' ultimo suo voto sarà sempre quello che l ' Internazionale propugna come la pratica attuazione della vita sociale : il comunismo . E si noti , come nelle proposte del Congresso cattolico di Bergamo non si è parlato solo di operai , ma anche e molto di padroni : notisi che il vincolo religioso che lega gli operai cattolici , lega altrettanto e più i padroni ; notisi che le antiche maestranze si vorrebbero far rivivere , specialmente in quei punti in cui esse stabiliscono mutue relazioni tra padroni e artefici ; il che , non si potrà negarlo , è meglio d ' assai degli scioperi e il petrolio , mezzi ai quali ricorrono gli operai alla liberale per ottenere dai rispettivi padroni quelle concessioni che loro sembrano giustificate . Dopo queste spiegazioni , se i nostri avversari fossero coerenti e non scrivessero accecati dall ' odio a tutto ciò che è cattolico , dovranno concedere che i convenuti in Bergamo avevano il diritto di trattare la questione operaia dal punto di vista cattolico , e che il modo con cui hanno proposta la quistione , non imponeva nuovi vincoli né risuscitava impossibili forme , ma mirava solo a migliorare la condizione dell ' operaio cattolico senza pericolo per la sua fede e pel buon costume .
PIO IL GRANDE ( - , 1878 )
StampaQuotidiana ,
In tanta angoscia , l ' anima straziata , oppressi dalla grandezza dell ' argomento , ci cade la penna di mano , e non sappiamo altro scrivere fuor che immenso è il nostro dolore . Quando al mesto cadere del giorno la gentil preghiera che saluta la Vergine suonava sul labbro dei credenti , in cielo gli Angeli baciavano in fronte il SANTO VEGLIARDO , chiamato al premio dopo una lotta da gigante , sostenuta per un lungo mezzo secolo . E scompariva come il sole che indorava dell ' ultimo raggio in quel momento la croce di San Pietro in Vaticano ; scompariva dall ' occhio degli uomini colla pace , la serenità , la soavità delle anime care a Dio , colla mente lucida e conscia del gran passo , col cuore ancor fervido d ' affetto , senza violenza , quasi lievissima fosse la distanza per lui dalla terra al cielo , e già i beati lo tenessero del loro numero . Pochi dì avanti aveva celebrato una carissima ricordanza ; l ' innocenza della fanciullezza , in tutto il mondo cattolico , univasi il 2 febbraio all ' innocenza paterna , rammentando alla mensa dell ' Agnello innocente il sacro dì , da 75 anni sparito , in cui il giovanetto destinato a divenire IL GRAN PIO , riceveva la prima volta il pane dei forti . Fu l ' ultima festa di tante che circondarono di gioia o d ' amarezza l ' anima del PONTEFICE ; fu l ' ultimo sguardo alla sua carriera fortunosa ; fu il saluto che lo zampillo dà con riconoscenza al fonte che lo genera ; fu il ricongiungimento dell ' età senile colla puerizia ; fu il primo assorbire dell ' aura , il primo palpito del cuore , il primo anelito di vita che armonizzavano in un ' onda sola , simbolo della sanità di tutta la vita , coll ' estremo respiro , cogli ultimi battiti di un affetto ingagliardito fra mille contrasti , coll ' affanno dell ' agonia . E parve presentisse la fine ; pure il 2 febbraio riceveva i sacri ceri benedetti dell ' agonia , li accese e si consumarono e spensero con lui ; così riassunse la sua esistenza , la contemplò collo sguardo languido , si riconfortò nella fede e volò al Dio che lo ha ricolmo di gaudii e di dolori , che lo aveva preparato alla gloria col merito nelle fortune e nelle sventure . Il lutto è mondiale ; tutta la terra vi prende parte ; non è possibile che uomo non si chini riverente e addolorato alla bara che rinserra la salma di Pio IX . Il suo nome è noto a tutti ; lo conoscono i re , e lo ripetono i poverelli ; lo sanno i credenti e non lo ignorano gli scredenti . In un terzo sì fortunoso , del secolo nostro fortunosissimo , i fatti i più grandi si sono compiuti vicino a Pio IX ; si sono formate nel mondo due grandi classi di persone , l ' una avversò il PONTEFICE colla ferocia la più lagrimevole , l ' altra lo amò del trasporto il più schietto , dell ' amore il più profondo ; l ' una e l ' altra ebbero a termine , dell ' odio o dell ' affetto , il VICARIO DI CRISTO ; l ' una e l ' altra ne sentirono la grandezza e la potenza , sia per bestemmiarla e abbatterla , sia per onorarla ; l ' una e l ' altra ammirarono Pio IX , e sul cadavere di lui , l ' una e l ' altra sarà vinta dalla commozione . E un paziente che morì ; morì una vittima ; morì l ' ostaggio della rivoluzione ; morì il prigioniero per la cattolicità . Chi mai può negare la lagrima al dolente , al perseguitato , all ' esigliato nel suo regno , al crocifisso sul suo trono ? Chi mai l ' ira nemica spingerà oltre la tomba ? Il lutto è e dev ' essere mondiale . Pio IX cominciò perdonando e nel perdono tradito ; finì perdonando e ancora tradito . Or , che per avventura si passi via alteramente dalla fossa che rinserra il violento , e che la preghiera del cristiano non sia bagnata dal pianto dove s ' asconde l ' avanzo di persona che pianto abbia stillato ai perseguitati , è nobile dignità , ma chi ha sofferto per la giustizia e per la Religione , chi ha sofferto perché amava l ' Italia , chi ha sofferto perché lo si voleva strumento di licenze non regolatore di libertà , a lui una parola di dolore e di pietà , pei buoni è un dovere , un bisogno , è gratitudine per gli altri è anche una necessaria riparazione . E noi finché le ragioni politiche non sorgano spietate a flagellare un cadavere , noi dal cuore che da sé s ' abbandoni agli spassionati sentimenti , abbiamo tanta stima degli avversari di Pio IX , da sperare che questa riparazione non mancherà . Ma ci è impossibile continuare ; ci sembra pur disdicevole passare al giudizio dei fatti che contrassegnarono la esistenza del grande Pontefice . È un momento di dolore , e il dolore ha l ' eloquenza del silenzio . Ci uniamo ai cattolici di tutta la terra , con tutti preghiamo pel DEFUNTO AUGUSTO , preghiamo che la Chiesa sia un ' altra volta benedetta e il Successore di Lui la guidi ai trionfi sulla miscredenza e sull ' ingiustizia . Pio ! Quante volte hai alzato la tua mano e ci invocasti aiuto nel nostro lavoro ; tu ci aiuta dal Cielo e di lassù conferma le opere della tua benevolenza . Poc ' anzi abbiamo baciato il tuo AUGUSTO NOME , e ne avemmo forza e vita ; fu uno degli ultimi tratti della bontà tua , e la riconoscenza ne recheremo con noi nella tomba . Innanzi al tuo CADAVERE , sotto il tuo sguardo , noi ti giuriamo che coll ' aiuto di Dio sempre rimarremo fedeli alla Religione di cui fosti Capo , sempre alla giustizia che hai difeso , sempre alla Santa Sede che hai gloriosamente occupato per 32 anni . Tu vuoi ora , come il volevi vivente , che restiamo uniti al Successore di Pietro ; lo vuole il cielo , lo vuole la salvezza nostra e del mondo ; ti obbediamo DEFUNTO , come ti obbedimmo VIVENTE , restiamo colla Santa Sede , restiamo col tuo Successore , ne aspettiamo i comandi ed i consigli per eseguirli . Pio IX MORTO ! VIVA IL PAPA ! Cattolici , il Vicario di Cristo vive ; a lui il nostro affetto , la nostra devozione in tutto e per tutto .
UNA IPOTESI ( - , 1878 )
StampaQuotidiana ,
Il nostro corrispondente telegrafico ci scriveva ieri da Roma che il sommo Pontefice ha diramato l ' Enciclica sospirata , e che in essa conferma pienamente , come non era a dubitarsi , quanto Pio IX aveva promulgato contro i conculcatori dei diritti della S . Sede . Nessuna novità nell ' Enciclica , nessuna meraviglia in quello che contiene . Il Papa ha agito da Papa , i cattolici non ebbero mai timori in argomento , e la cosa cammina da sé . Fermiamoci ad una ipotesi . L ' ipotesi sia che i clerico - liberali , i conciliatori , i curciani , e tutta questa gente che non ha talento di essere cattolica puramente e semplicemente , ma va cercandosi una nicchia in relazione ai proprii capricci , avessero avuto piena ragione nelle loro previsioni . Supponiamo dunque che Leone XIII avesse col fatto sconfessato Pio IX , avesse rinunziato ad ogni diritto al temporale dominio , avesse ritirato il Sillabo , spuntato le scomuniche , benedetto re Umberto , ringraziato il governo italiano dei conventi desertati , dei beni di Chiesa incamerati , delle Case cattoliche di educazione manomesse , della propaganda atea delle scuole , delle angherie al Clero , del Culto impedito , e di tante altre gioie che i cattolici godono per bontà di quei liberali che sono l ' amore dei conciliatori . Supponiamo almeno che Leone XIII si fosse attenuto ad una condotta passiva rispetto alla rivoluzione , e avesse lasciato fare senza opposizione diretta . In tale ipotesi che cosa sarebbe accaduto ? I . I liberali avrebbero applaudito il Papa quanto sarebbe bastato per far credere al popolo che il Papa approva i misfatti della rivoluzione . Ai primi applausi avrebbero fatto seguire il silenzio , e infine avrebbero alzato nuove pretese contro il Papa . II . I conciliatori si sarebbero lanciati contro i cattolici , ne avrebbero fatto scempio a vantaggio dei liberali , pronti alla prima ripulsa del Pontefice , di più accondiscendere alle pretese rivoluzionarie ed atee , pronti a ribellarsi a Leone , a Clemente , a Formoso , a Eugenio , a Cristo medesimo , all ' Eterno Padre . Imperocché vivono di ribellione questi conciliatori , essi sono i ladri domestici che buttano tutto dalla finestra in mano al nemico ; gente o infame o sciocca . III . I cattolici dal canto loro si sarebbero mantenuti fedeli al Pontefice ad ogni costo ; ma notiamo che nessun cattolico ammette possibile , nemmeno per ipotesi , quello che liberali e conciliatori speravano , per es . la cancellazione del Sillabo , per non dir altro . I cattolici avrebbero sempre obbedito e venerato il Papa ; le di lui decisioni avrebbero riconosciuto come legittime , non già fatte per accondiscendere alla rivoluzione coi conciliatori , ma per propria autorità . Forse alcuni cattolici per debolezza o ignoranza sarebbero divenuti vittima dei liberali e conciliatori , ma le sarebbero state eccezioni . Fatta la ipotesi poi della condotta passiva del Papa di fronte alla rivoluzione , dato che tale condotta fosse compatibile coi doveri del Pontificato , sarebbe incominciato da parte dei clerico - liberali e dei conciliatori il lavoro della ingratitudine : quel lavoro che nei primordi del Pontificato di Pio IX fu condotto dai settari , ora se lo sarebbero assunto i conciliatori . Quindi il Papa avrebbe dovuto tollerare tutte le nequizie rivoluzionarie , accettare non solo il passato , non solo assolvere i delinquenti del governo e delle aule legislative per quello che sancirono , ma prepararsi a benedire anche le minacciate sevizie contro la Chiesa , i beni parrocchiali , le nomine dei curati , l ' ingerenza nei Seminari , la crescente corruzione nelle scuole , le insidie allo stesso catechismo . Di questa guisa la autorità papale sarebbe venuta mano mano scemando e scolorendosi , la sua efficacia sarebbe stata effimera , il suo prestigio compromesso , l ' autorità nominale . I conciliatori non si fermano a sancire ciò che esiste , sono spinti dalla loro scuola e dalla nequizia a domandare nuove dedizioni . Dove sarebbe ito il criterio del giusto e del vero ? Nel capriccio di un conciliatore influente che fossesi levato alla mattina colla fissazione : il Papa ceda anche qui . I liberali avrebbero fatto il resto ; lo splendore del Papa , dell ' uomo che tiene in mano i destini del mondo , che modera le leggi del dogma e della morale , che alla civiltà insegna come essere onesta , che guida la scienza nel vero e alla mente prefigge il suo nobile e divino scopo , lo splendore del Papa sarebbe scomparso . Il Vaticano ridotto ad un vescovado comune , assiepato da conciliatori infami e da liberali prepotenti , non solo sarebbe divenuto la prigionia del Papa , ma dello stesso papato ; fra tanta rovina che nel mondo si accumula , quella del supremo pontificato sarebbe stata come la ecclissi del sole , come la vergogna ed il rimorso della umanità . I conciliatori lavandosi , ingloriosi Pilati , le mani , avrebbero consegnato il Vicario di Cristo alla canaglia perché flagellato venisse crocifisso . Ecco la ipotesi . Ma Dio ama la umanità e il Vicario suo sulla terra ama Dio e ne segue la legge . I liberali sono pur sempre i nemici del Dio ch ' essi rinnegano , sono i nemici del di lui Vicario che adulano e non obbediscono . I conciliatori non realizzeranno i loro tristi disegni . E l ' Italia nostra nelle sue sventure potrà sempre volgere lo sguardo al porto della salute . Leone XIII è Papa , ed è Papa degno di esserlo . Coloro che da tanti anni sognano la rovina del papato , che attorno di esso fecero vaste solitudini , che lo tentano e lo minano , avranno dal Papa il perdono se si pentiranno , non avranno giammai la complicità nei loro delitti . La fede manca ai liberali , la fede manca ai conciliatori , ed è per questo che almanaccano tradimenti verso Dio e la verità per parte del Capo della Chiesa . Ma i tradimenti li fa Giuda e Cristo si riserva di morire e perdonare , non mai di approvare le scelleratezze dei suoi persecutori . Venga l ' Enciclica di Leone XIII a raddrizzare tante storte idee , a dissipare gli equivoci sparsi dai conciliatori , a determinare l ' azione di ricostituzione che in questi tempi fu sì manomessa dagli scredenti o settarii o ecclesiastici . Cattolici , fermi alla parola del Papa , e con lui progrediamo senza debolezza e certi di vincere o vivendo o morendo .
GLI EBREI NEL MONDO ( - , 1885 )
StampaQuotidiana ,
Questa bella razza d ' individui arriva attualmente al numero di 6.377.602 . Dei quali in Italia ve ne hanno 26.289 per nostra buona sorte e comune letizia . Imperrocché sono eglino veramente i nostri padroni , ossia i padroni di 30 milioni di anime , come sono i padroni in Austria - Ungheria , in Germania , in Francia e dappertutto quasi . L ' ebreo domina le loggie cioè la Massoneria , la Massoneria ispira e conduce al liberalismo rivoluzionario , e la rivoluzione signoreggia i troni , parlamenti , il giornalismo , le famiglie , tutto . Queste sono pur troppo conseguenze che vengono dritte dritte una dopo altra . E poi c ' è anche un altro argomento . L ' ebreo è padrone nell ' oro : l ' oro è del mondo signor ; dunque l ' ebreo è il sovrano universale tanto più potente quanto meno riverito . Ecco pertanto gli ebrei padroni nostri , o lettori ; precisamente padroni nostri . Gli ebrei , se osservate , li troverete nel Senato , nel Parlamento , nelle Pubbliche Amministrazioni , nelle Camere di Commercio , nel giornalismo , dappertutto più o meno trasformati nei nomi e cognomi , ma sempre ebrei per pelle ! Oh questo poi sì . Lo dissero già loro stessi : prima i esser tedeschi , o francesi o italiani ecc . siamo ebrei !