StampaQuotidiana ,
La
lettera
circolare
dell
'
Eminentissimo
cardinale
Rampolla
Segretario
di
stato
di
Sua
Santità
,
da
noi
ieri
integralmente
pubblicata
,
è
di
una
gravità
che
a
nessuno
dei
nostri
lettori
può
essere
sfuggita
.
Versavamo
tra
gli
equivoci
;
sebbene
il
Santo
Padre
non
avesse
mai
dato
occasione
a
fraintendere
i
suoi
propositi
,
e
in
ogni
circostanza
venisse
a
confermare
per
una
parte
il
desiderio
di
pace
in
Italia
,
per
l
'
altra
stabilisse
come
base
della
pace
il
rispetto
al
diritto
e
la
giustizia
vi
ebbero
e
vi
hanno
persone
che
insistono
per
ottenere
una
conciliazione
che
sia
la
dedizione
del
Papa
e
dei
cattolici
in
mano
della
rivoluzione
,
non
implichi
nessuna
riparazione
da
parte
dei
liberali
,
e
sono
giunti
a
tanta
audacia
da
voler
estendere
la
opinione
che
il
Papa
stesso
di
questa
guisa
la
pensi
e
a
questo
scopo
intenda
.
Si
è
ben
visto
quali
effetti
disastrosi
veniva
producendo
l
'
equivoco
creato
e
mantenuto
dai
clerico
-
liberali
,
dai
conciliatori
,
dai
rosminiani
,
dai
passagliani
.
In
giornaletti
di
provincia
pieni
di
livore
e
scarsi
di
criterio
,
in
opuscoletti
che
attribuivansi
a
un
Vescovo
italiano
,
in
libri
,
in
documenti
solenni
,
in
discorsi
pubblici
e
privati
,
si
sono
venuti
oltraggiando
i
cattolici
come
se
osteggiassero
le
idee
del
Papa
;
dall
'
oltraggio
scritto
si
passò
alle
persecuzioni
;
la
setta
conciliatrice
credette
ultimamente
di
poter
fare
il
colpo
decisivo
,
e
il
processo
che
all
'
«
Osservatore
»
intentò
l
'
ab
.
Stoppani
,
fu
il
risultato
di
un
accordo
convenuto
tra
i
caporioni
dei
conciliatori
.
La
dichiarazione
della
Santa
Sede
intorno
alle
dottrine
e
ai
principii
cattolici
inappuntabili
dell
'
«
Osservatore
»
,
e
la
dichiarazione
della
sentenza
del
tribunale
intorno
al
passaglianismo
inappuntabile
dell
'
abate
le
fiere
affermazioni
di
Crispi
e
il
telegramma
del
re
al
Patriarca
di
Venezia
la
Lettera
circolare
dell
'E.mo
Rampolla
hanno
sventato
tutte
le
combriccole
conciliatrici
,
hanno
rotto
l
'
equivoco
scandaloso
,
hanno
illuminato
le
intelligenze
rette
che
volevansi
ottenebrate
e
fuorviate
.
Come
il
Santo
Padre
,
così
i
cattolici
tutti
sospiriamo
la
pace
,
aneliamo
alla
cessazione
del
dissidio
che
la
setta
liberale
mantiene
vivo
contro
la
Santa
Sede
e
contro
la
coscienza
cattolica
ma
col
Papa
i
cattolici
tutti
intendono
che
il
diritto
e
la
giustizia
siano
il
fondamento
della
pace
,
intendono
che
siano
riparate
le
offese
fatte
alla
Religione
e
al
suo
Augusto
Capo
,
intendono
che
il
Vicario
di
Cristo
sia
rispettato
in
tali
condizioni
di
libertà
e
indipendenza
,
quali
Egli
stesso
determina
.
Il
Cardinale
Segretario
di
Leone
XIII
non
ha
soltanto
invocato
la
giustizia
,
ma
domanda
in
nome
di
Dio
la
riparazione
delle
ingiustizie
:
egli
pone
i
diritti
temporali
del
Papato
come
intangibili
,
e
non
fa
mistero
di
nulla
,
ma
rivendica
la
sovranità
effettiva
del
Papa
.
E
a
questo
modo
che
l
'
equivoco
dei
conciliatori
e
dei
transigenti
viene
stritolato
.
I
cattolici
sanno
una
volta
più
per
quale
via
devono
camminare
per
ottenere
che
si
abbraccino
e
bacino
in
fronte
la
giustizia
e
la
pace
.
Vediamo
tutto
il
giornalismo
liberale
abbandonarsi
ai
commenti
della
Lettera
Circolare
del
Cardinale
Rampolla
.
Il
giornalismo
liberale
si
presenta
come
disingannato
da
quella
magnifica
Circolare
:
dichiara
che
è
lieto
di
essere
stato
officialmente
disingannato
.
Chiaramente
si
scorge
che
il
giornalismo
liberale
si
era
fisso
in
mente
che
la
pace
il
Papa
volesse
approvando
e
sanzionando
tutti
i
misfatti
della
rivoluzione
,
accettandone
e
santificandone
lo
spirito
animatore
.
In
questo
inganno
il
giornalismo
liberale
è
caduto
per
l
'
opera
principalmente
dei
cosidetti
cattolici
transigenti
,
i
quali
gonfiarono
di
ree
speranze
il
petto
dei
liberali
in
un
tradimento
da
parte
del
Papa
,
e
in
tali
speranze
resero
ostinati
i
liberali
stessi
.
Si
dichiarano
ora
disingannati
.
Sta
bene
.
Se
amano
la
patria
,
se
la
vogliono
prospera
e
felice
,
potranno
adoperarsi
a
condurre
nel
paese
,
che
essi
infestano
e
disordinano
,
la
pace
,
partendo
dal
punto
stabilito
dal
Papa
;
a
questo
modo
non
si
inganneranno
.
Di
fronte
ai
transigenti
e
passagliani
e
rosminiani
e
clerico
-
liberali
che
crearono
e
coltivarono
l
'
equivoco
disastroso
,
ora
sfatato
,
e
resero
baldanzosi
i
liberali
e
ostinati
nell
'
ingiustizia
,
mentre
oltraggiavano
i
cattolici
;
di
fronte
ai
liberali
che
pensavano
di
venire
benedetti
nei
loro
ladroneggi
e
nei
loro
propositi
antireligiosi
dal
Papa
,
e
in
tale
inganno
sognavano
conciliazione
che
facesse
il
Papa
complice
dei
loro
delitti
è
ben
consolante
l
'
additare
la
bandiera
combattuta
,
colpita
,
ma
immacolata
,
che
«
L
'
Osservatore
»
ha
sempre
tenuta
sollevata
nel
momento
stesso
delle
trepidanze
e
delle
viltà
;
sulla
nostra
bandiera
stampiamo
la
lettera
circolare
del
Card
.
Rampolla
e
la
sentenza
del
tribunale
,
una
medaglia
d
'
onore
,
una
palla
di
piombo
impotente
.
I
nostri
amici
comprendono
che
le
amarezze
della
lotta
sono
in
noi
compensate
ad
esuberanza
dal
poter
ripetere
:
fummo
e
siamo
nel
vero
.
StampaQuotidiana ,
La
stampa
liberale
,
non
potendo
negare
l
'
attività
colla
quale
i
cattolici
,
sull
'
esempio
del
Papa
,
del
Card
.
Manning
,
di
altri
egregi
Prelati
e
ottimi
laici
,
si
danno
allo
studio
ed
alla
soluzione
delle
questioni
sociali
,
tenta
di
screditare
questo
generoso
movimento
col
chiamarlo
socialismo
cristiano
.
Noi
non
abbiamo
paura
delle
parole
,
essendo
nostra
abitudine
sviscerarle
e
anatomizzarle
per
verificare
diligentemente
che
cosa
contengono
.
Se
per
socialismo
si
vuol
intendere
lo
studio
delle
leggi
costitutive
della
società
,
dei
mezzi
di
perfezionarla
,
di
svilupparvi
l
'
ordine
,
la
prosperità
,
la
pace
,
il
progresso
,
non
proviamo
nessuna
difficoltà
a
dichiararci
socialisti
,
specie
se
si
vuol
ammettere
che
il
perno
di
questo
socialismo
pacifico
è
il
Vangelo
.
Ma
per
chiunque
vuol
essere
di
buona
fede
tale
non
è
l
'
accezione
generalmente
attribuita
alla
parola
socialismo
nella
polemica
contemporanea
.
La
scuola
socialista
,
quale
si
definisce
essa
stessa
colle
sue
dottrine
e
co
'
suoi
atti
,
ha
per
iscopo
la
distruzione
dell
'
ordine
sociale
attuale
nella
sua
costituzione
d
'
origine
,
basato
sulla
religione
,
sulla
famiglia
e
sulla
proprietà
.
Certo
possono
esistere
gradazioni
nell
'
espressione
di
questa
ostilità
radicale
.
Alcuni
socialisti
assalgono
di
preferenza
una
base
sociale
piuttosto
che
un
'
altra
;
questi
stanno
per
la
propaganda
pacifica
,
quelli
invece
non
vedono
che
i
mezzi
violenti
.
Però
son
tutti
d
'
accordo
sullo
scopo
finale
della
loro
azione
e
sulla
necessità
di
far
tabula
rasa
dell
'
ordinamento
attuale
.
Ciò
stabilito
,
è
chiaro
all
'
evidenza
che
fra
cristianesimo
e
socialismo
non
è
possibile
nessuna
affinità
.
Il
cristianesimo
è
la
religione
,
e
il
socialismo
è
l
'
irreligione
.
Il
cristianesimo
sancisce
l
'
unità
e
la
perpetuità
della
famiglia
;
il
socialismo
ne
cerca
la
distruzione
.
Il
cristianesimo
afferma
il
diritto
di
proprietà
;
il
socialismo
ne
reclama
l
'
abolizione
.
Se
volessimo
cercare
la
figliazione
logica
e
storica
del
partito
socialista
,
dovremmo
cercarla
piuttosto
nel
campo
liberale
.
Il
liberalismo
è
anch
'
esso
il
libero
pensiero
;
il
liberalismo
ha
inferto
gravi
colpi
al
principio
sacro
dell
'
indissolubilità
del
matrimonio
;
il
liberalismo
,
finalmente
,
è
matricolato
nell
'
arte
delle
revisioni
testamentarie
e
delle
confische
legali
,
e
generalmente
trova
inviolabile
la
proprietà
in
un
caso
solo
,
quando
il
proprietario
è
desso
.
Sotto
un
altro
aspetto
si
può
dire
che
il
socialismo
,
anche
moderato
,
il
socialismo
della
cattedra
,
come
lo
chiamano
gli
economisti
tedeschi
,
si
caratterizza
da
una
estensione
in
certo
modo
illimitata
delle
attribuzioni
dello
Stato
.
Ora
,
sotto
questo
punto
,
i
cattolici
,
pur
ammettendo
che
lo
Stato
possa
equamente
intervenire
a
proteggere
diritti
ed
interessi
troppo
deboli
per
difendersi
da
se
medesimi
,
si
mostrano
dappertutto
e
sempre
ostili
ad
un
'
azione
legislativa
o
imperativa
della
ripartizione
cosiddetta
naturale
della
ricchezza
.
Ebbene
!
ancor
una
volta
,
è
da
questo
che
si
conosce
il
socialismo
,
ed
è
anche
per
questo
ch
'
esso
troverà
sempre
il
cattolicismo
attraversargli
la
strada
per
difendere
in
pari
tempo
i
principii
della
conservazione
sociale
e
le
mozioni
della
libertà
vera
.
Ecco
che
cosa
ci
preme
dire
per
evitare
i
malintesi
,
e
principalmente
per
illuminare
il
pubblico
,
sì
facile
a
lasciarsi
illudere
dalla
fraseologia
del
giornalismo
e
dal
lecco
delle
parole
,
sulla
vera
natura
del
movimento
che
nel
cattolicismo
si
manifesta
universalmente
a
favore
delle
classi
popolari
e
lavoratrici
.
Per
non
essere
socialista
non
si
dev
'
essere
egoista
,
né
mostrarsi
indifferente
alle
questioni
che
si
agitano
,
ai
pericoli
che
sovrastanno
,
e
ripetere
la
stupida
frase
di
Luigi
XV
:
«
La
durerà
quanto
noi
!
»
Invece
è
dovere
ed
onore
dei
cristiani
degni
di
questo
nome
interessarsi
a
sì
gravi
problemi
e
additarne
il
solo
scioglimento
compatibile
colla
ragione
e
colla
giustizia
.
Tanto
è
ridicolo
chiamar
socialisti
essi
perché
s
'
interessano
a
pro
del
popolo
quanto
lo
è
chiamar
malato
il
medico
perché
siede
al
capezzale
de
'
suoi
infermi
.
La
vera
maniera
di
combattere
il
socialismo
non
è
di
lasciargli
la
briglia
sul
collo
,
secondo
la
vecchia
massima
della
scuola
di
Manchester
:
anzi
è
di
dare
soddisfazione
alle
lagnanze
ed
alle
aspirazioni
legittime
su
cui
esso
specola
,
per
poter
meglio
essere
in
grado
d
'
acchetare
gli
odii
ch
'
esso
rimescola
e
di
combattere
quelli
ch
'
esso
diffonde
.
Ancor
una
volta
,
ci
voleva
questa
dichiarazione
per
togliere
di
mezzo
ogni
equivoco
e
per
dissipare
i
malintesi
che
il
liberalismo
cerca
troppo
spesso
di
suscitare
.
Gli
uomini
intelligenti
e
onesti
capiranno
;
quanto
agli
altri
bisognerà
rassegnarsi
a
far
a
meno
della
loro
approvazione
.
StampaQuotidiana ,
L
'
avere
noi
detto
,
non
una
sola
,
ma
più
volte
che
non
tutto
nel
socialismo
è
errore
,
non
tutto
nel
socialismo
è
pretesa
infondata
,
e
l
'
essere
noi
cristiani
cattolici
,
può
aver
contribuito
a
far
credere
ai
nostri
lettori
che
ci
sia
del
vero
in
quello
che
è
stato
proclamato
in
questi
giorni
:
«
Il
socialismo
cristiano
dell
'
Osservatore
Cattolico
»
.
D
'
altra
parte
l
'
essersi
veduto
in
Germania
il
Vescovo
Ketteler
e
il
canonico
Moufang
fra
i
cattolici
,
e
il
pastore
Todt
e
il
cappellano
di
corte
Stöcker
fra
i
protestanti
,
occuparsi
attivamente
e
con
adunanze
e
con
scritti
e
con
istituzioni
delle
questioni
operaie
e
sociali
fece
credere
che
esistesse
quello
che
,
nella
supposizione
della
sua
esistenza
,
fu
detto
«
socialismo
cristiano
»
.
Ora
,
che
nelle
idee
socialistiche
si
trovino
anche
delle
verità
e
non
tutto
sia
errore
,
vi
si
trovino
dei
punti
di
diritto
e
non
tutto
sia
pretesa
infondata
,
questo
è
innegabile
.
Quando
il
Lassalle
,
p.e.
,
che
passa
per
il
creatore
scientifico
del
socialismo
pratico
in
Germania
,
dice
nel
suo
«
Programma
della
classe
lavoratrice
»
che
l
'
idea
nutrita
e
accampata
da
questa
classe
implica
che
ogni
uomo
abbia
diritto
ad
un
«
menschen
würdiges
Dasein
»
,
ad
una
esistenza
degna
del
suo
destino
morale
,
e
che
lo
Stato
sia
obbligato
a
tenere
questo
concetto
come
norma
direttiva
della
sua
opera
legislativa
ed
esecutiva
,
è
impossibile
negare
che
«
per
se
stessa
»
questa
aspirazione
a
tale
esistenza
e
questo
postulato
che
lo
Stato
concorra
a
provvedervi
sia
una
buona
idea
e
una
pretesa
tutt
'
altro
che
infondata
.
Quando
i
socialisti
rinfacciano
al
Thiers
e
al
Bastiat
,
oppositori
del
socialismo
tutti
e
due
,
quantunque
il
primo
protezionista
e
il
secondo
libero
-
scambista
,
che
essi
pure
credono
ed
ammettono
che
il
lavoro
sia
il
solo
terreno
sul
quale
possa
essere
basato
il
diritto
della
proprietà
individuale
,
i
socialisti
«
in
linea
di
fatto
»
dicono
propriamente
una
verità
.
Thiers
e
Bastiat
effettivamente
dicono
così
.
Avranno
torto
o
no
tutti
e
due
insieme
e
con
loro
i
socialisti
,
«
in
linea
di
diritto
»
;
questa
è
un
'
altra
questione
:
ma
essi
dicono
così
,
e
il
fatto
è
questo
,
e
nel
fatto
i
socialisti
hanno
ragione
.
D
'
altra
parte
è
verissimo
che
p.e.
il
Vescovo
Ketteler
nel
suo
opuscolo
Die
Arbeiter
frage
und
das
Christenthum
,
La
questione
operaia
e
il
cristianesimo
,
pubblicato
nel
1864
,
dice
che
considera
di
sua
competenza
la
questione
operaia
e
come
cristiano
e
come
vescovo
:
come
cristiano
,
perché
Cristo
,
Redentore
del
mondo
,
cerca
non
solo
di
salvare
le
anime
degli
uomini
,
ma
anche
di
addolcire
le
loro
pene
e
render
meno
grave
il
loro
stato
:
come
vescovo
,
perché
la
Chiesa
aveva
imposto
a
lui
in
conformità
del
suo
antico
costume
«
di
essere
,
in
nome
di
Dio
,
amorevole
e
misericordioso
coi
poveri
e
coi
raminghi
,
nonché
con
tutti
quelli
che
per
qualsiasi
ragione
si
trovano
in
miseria
»
.
Tutto
questo
va
benissimo
.
Ma
da
tutto
questo
risulta
egli
che
vi
sia
un
socialismo
cristiano
e
che
quelli
dell
'
«
Osservatore
»
siano
i
socialisti
dell
'
«
Osservatore
Cattolico
»
?
La
cosa
è
tutt
'
altra
,
ed
è
semplicemente
questa
,
che
la
Chiesa
,
cristiana
,
tanto
la
cattolica
quanto
la
protestante
,
si
è
interessata
della
questione
sociale
,
ma
non
si
è
fatta
mai
socialista
.
L
'
ha
creduta
,
ed
a
tutta
ragione
,
di
sua
competenza
,
come
già
la
questione
della
schiavitù
,
ma
non
si
è
fatta
mai
socialista
,
e
non
v
'
ha
nessun
socialismo
cristiano
,
come
non
v
'
ha
nessuna
Chiesa
che
si
sia
sostituita
agli
antichi
padroni
nel
diventar
essa
in
loro
luogo
proprietaria
degli
schiavi
.
La
Chiesa
,
e
la
vera
Chiesa
,
la
cattolica
,
non
è
né
socialismo
né
socialista
,
perché
è
libertà
in
nome
di
Dio
e
secondo
la
definizione
che
ne
dà
Leone
XIII
nella
sua
Enciclica
Libertas
.
La
cosa
è
semplicemente
che
quelli
dell
'
«
Osservatore
Cattolico
»
non
hanno
mai
predicato
il
socialismo
;
ma
hanno
sempre
detto
,
prima
che
lo
dicesse
l
'
altro
ieri
l
'
on
.
Colombo
,
ai
moderati
,
a
tutti
i
liberali
:
«
Badate
,
i
grandi
problemi
sociali
vanno
studiati
;
badate
,
i
socialisti
dicono
delle
grandi
ragioni
specialmente
contro
di
voi
,
sostenute
dalla
logica
che
deriva
inesorabilmente
dai
vostri
principii
liberali
le
loro
conclusioni
;
badate
che
col
fuoco
non
si
scherza
,
tanto
più
che
chi
lo
ha
acceso
siete
voi
liberali
,
non
noi
dell
'
«
Osservatore
»
,
badate
che
non
si
possono
prendere
così
alla
leggera
queste
tremende
questioni
,
e
forse
non
siete
più
in
tempo
a
fare
quello
che
avreste
dovuto
già
aver
fatto
;
badate
,
che
non
tutto
è
errore
nel
socialismo
,
che
non
tutto
è
pretesa
infondata
»
.
Così
abbiam
sempre
detto
noi
.
Ma
questo
è
predicar
socialismo
?
È
essere
socialisti
?
Allora
era
socialista
anche
tanti
anni
fa
il
famoso
economista
sperimentatore
e
proprietario
feudale
Thuenen
,
perché
profetava
,
fin
da
quando
in
Germania
non
si
parlava
neppure
di
socialismo
,
che
«
allorquando
la
moderna
classe
lavoratrice
comincerà
a
muovere
la
domanda
:
quali
sono
i
salarii
naturali
?
potrà
scatenarsi
una
rivoluzione
tale
da
ridurre
l
'
Europa
allo
stato
di
barbarie
»
.
Ma
allora
uno
dei
primi
socialisti
era
il
Manzoni
che
nel
suo
romanzo
e
non
si
dica
«
ma
questo
era
romanzo
»
poiché
il
Lassalle
la
sua
propaganda
sociale
la
fece
anche
pubblicando
e
diffondendo
dei
romanzi
dello
Schweitzer
nel
suo
romanzo
i
Promessi
Sposi
fa
precisamente
una
questione
sociale
in
tutta
forma
e
completezza
,
mettendo
dall
'
un
lato
gli
oppressi
difesi
dalla
Chiesa
contro
(
dall
'
altro
lato
)
i
Don
Rodrighi
,
i
Conti
Zio
,
gli
Azzeccagarbugli
,
i
Conti
Attilio
,
i
Don
Abbondio
,
cioè
tutte
le
classi
dirigenti
nelle
loro
varie
gradazioni
di
oppressione
,
dal
prepotente
moderato
e
radicale
al
conciliatore
,
transigente
e
mancante
al
suo
dovere
per
paura
.
Del
resto
,
è
propriamente
nella
natura
del
socialismo
che
sta
l
'
impossibilità
essenziale
di
un
socialismo
cristiano
e
che
la
Chiesa
cattolica
sia
socialista
.
La
Chiesa
è
la
Chiesa
,
il
cristianesimo
è
il
cristianesimo
,
e
il
socialismo
è
il
socialismo
.
Il
Vescovo
Ketteler
diceva
bensì
che
come
cristiano
e
come
Vescovo
era
di
sua
competenza
la
questione
operaia
;
ma
non
si
dichiarava
socialista
per
questo
,
anzi
dal
solo
titolo
La
questione
operaia
e
il
cristianesimo
si
vede
che
l
'
opuscolo
del
Vescovo
mira
a
persuadere
che
il
cristianesimo
si
muova
a
strappare
dalle
mani
del
socialismo
e
dei
socialisti
quella
gravissima
e
tremenda
questione
.
Il
Rae
,
nelle
notizie
che
del
socialismo
dà
ai
suoi
inglesi
,
dice
chiaro
:
«
Il
socialismo
non
ha
origine
religiosa
»
.
E
il
Leroy
Beaulieu
,
economista
non
sospetto
di
clericalismo
al
certo
,
dice
nettamente
:
«
Che
la
prevalenza
delle
idee
socialiste
è
dovuta
in
gran
parte
alla
diminuzione
della
fede
religiosa
nelle
classi
operaie
»
.
Difatti
:
volete
vedere
scomparire
ad
un
tratto
il
socialismo
e
lo
spettro
rosso
della
questione
sociale
?
Fate
adempiere
regolarmente
,
cominciando
dalle
signore
classi
dirigenti
,
da
tutti
i
cristiani
,
uno
ad
uno
,
tutti
i
precetti
lasciamo
andare
i
consigli
tutti
i
precetti
del
cristianesimo
,
e
di
socialismo
non
ne
avremo
più
neppur
l
'
ombra
.
Ma
questo
è
impossibile
,
direte
voi
.
Impossibile
o
no
,
non
è
questa
la
questione
:
la
questione
è
che
se
ciò
avvenisse
ciò
dimostrerebbe
quello
che
è
in
fatto
che
l
'
essenza
del
cristianesimo
è
diametralmente
opposta
e
sterminatrice
dell
'
essenza
del
socialismo
;
e
che
quindi
socialismo
cristiano
non
v
'
ha
e
non
ve
ne
può
essere
;
e
che
quindi
è
un
errore
il
modo
di
dire
socialismo
cristiano
originato
dall
'
interesse
che
hanno
preso
nella
questione
i
cristiani
di
Germania
,
e
,
per
quello
che
riguarda
noi
dell
'
«
Osservatore
»
,
è
una
castroneria
madornale
degna
di
un
deputato
liberale
-
moderato
quella
dell
'
on
.
Colombo
di
aver
detto
:
I
socialisti
,
o
il
socialismo
cristiano
che
sia
,
dell
'
«
Osservatore
Cattolico
»
.
L
'
essenza
del
socialismo
è
la
negazione
della
proprietà
nel
senso
in
cui
la
proprietà
è
intesa
dal
cristianesimo
.
E
tale
è
la
sua
essenza
,
ad
onta
che
il
Lassalle
si
sforzi
di
definire
il
socialismo
:
una
distribuzione
della
proprietà
per
le
vie
sociali
.
Col
che
egli
parrebbe
ammettere
,
contro
il
Proudhon
,
che
la
dichiara
un
furto
,
la
proprietà
.
Ma
l
'
ammetta
o
no
,
se
egli
l
'
ammette
l
'
ammette
in
tutt
'
altro
senso
e
natura
che
non
l
'
ammetta
il
cristianesimo
.
Tanto
è
vero
che
anche
il
Lassalle
finisce
poco
dopo
a
conchiudere
che
la
proprietà
è
un
furto
,
non
soggettivamente
nel
senso
che
i
proprietari
siano
ladri
,
ma
oggettivamente
nel
senso
che
è
ladro
l
'
attuale
sistema
sociale
.
Dunque
che
comunanza
può
essere
tra
cristianesimo
e
socialismo
?
Più
ancora
:
i
socialisti
dicono
che
non
vi
è
se
non
una
sola
vita
:
la
presente
;
essi
vogliono
dunque
e
nell
'
ipotesi
avrebbero
ragione
realizzare
in
quest
'
unica
vita
i
loro
ideali
,
e
far
presto
,
altrimenti
non
potrebbero
realizzarli
giammai
.
Di
qui
il
libero
amore
,
di
qui
l
'
eccitazione
alla
crapula
,
alla
sommossa
,
al
saccheggio
,
a
tutti
i
disordini
,
per
soddisfare
le
passioni
e
i
brutali
appetiti
,
che
,
come
diceva
la
«
Kölnische
Zeitung
»
all
'
imperator
Guglielmo
,
pochi
giorni
fanno
,
sono
l
'
anima
del
socialismo
.
Ora
,
chi
non
sa
che
il
cristianesimo
si
fonda
tutto
sul
contrario
,
su
una
vita
futura
e
sulla
mortificazione
e
sulla
pazienza
per
l
'
acquisto
di
un
'
eterna
felicità
spirituale
e
corporale
in
una
vita
futura
,
promessa
a
tutti
gli
uomini
senza
definizione
di
classi
colla
sola
condizione
dell
'
adempimento
della
giustizia
sulla
passeggiera
vita
presente
?
Vi
può
essere
dunque
comunanza
qualsiasi
fra
socialismo
e
cristianesimo
?
È
possibile
un
socialismo
cristiano
?
Insomma
ci
fanno
perdere
il
tempo
a
dimostrare
,
e
nelle
angustie
di
un
articolo
da
giornale
,
la
verità
conosciuta
.
Ed
è
possibile
che
si
voglia
far
passare
quelli
dell
'
«
Osservatore
»
quali
i
socialisti
cristiani
dell
'
«
Osservatore
Cattolico
»
?
Sono
calunnie
dettate
dall
'
interesse
e
dall
'
odio
politico
e
non
altro
.
Ma
sanno
,
essi
i
primi
,
che
calunniano
.
Non
calunniamo
noi
,
invece
,
ma
diciamo
nulla
più
che
il
vero
quando
diciamo
che
i
socialisti
,
i
padri
del
socialismo
,
i
quali
poi
non
vogliono
riconoscere
il
figlio
,
e
vogliono
applicare
contro
di
lui
la
legge
antichissima
romana
«
monstruosos
partus
sine
fraude
coedunto
»
,
sono
essi
i
liberali
,
siano
poi
moderati
o
radicali
nulla
importa
.
Essi
sono
i
socialisti
.
E
non
solo
c
'
è
un
socialismo
liberale
o
un
liberalismo
socialista
,
ma
per
essenza
sua
e
per
natura
ineluttabile
il
liberalismo
è
socialismo
.
Quando
noi
ci
ostinavamo
,
come
ci
ostiniamo
,
a
combattere
il
Negri
perché
negatore
dell
'
assoluto
,
credete
voi
che
noi
sostenessimo
cosa
di
poco
momento
,
che
noi
non
sapessimo
quanta
importanza
socialista
si
contenesse
in
questa
sua
negazione
?
Quando
noi
oggi
al
Negri
aggiungiamo
il
Colombo
,
il
quale
viene
anch
'
esso
da
buon
collega
dell
'
Associazione
Costituzionale
Milanese
a
suffragare
il
Negri
col
riaffermare
quella
negazione
nella
sua
conferenza
di
Domenica
scorsa
,
ove
dice
:
Tutto
è
dubbio
,
tutto
è
relativo
:
credete
voi
che
noi
non
siamo
in
diritto
di
dire
al
Negri
e
al
Colombo
,
a
questi
illusi
o
finti
conservatori
liberali
:
I
socialisti
siete
voi
e
non
noi
dell
'
«
Osservatore
Cattolico
»
!
?
Guardate
se
non
siamo
in
questo
diritto
.
Il
Proudhon
,
patriarca
socialista
,
in
certe
sue
lettere
ch
'
egli
intitola
Philosophie
du
progrès
Programme
pubblicate
a
Bruxelles
nel
1860
,
dice
precisamente
così
,
concludendo
quel
suo
programma
:
«
Tout
est
fini
!
Nous
n
'
avons
de
salut
que
dans
l
'
innovation
et
le
mouvement
.
Que
celui
qui
a
des
oreilles
pour
entendre
entende
!
Vous
l
'
entendez
du
reste
,
et
mieux
que
tout
autre
vous
saurez
dire
au
public
ce
que
contiennent
ces
deux
propositions
si
simples
:
Affirmation
du
Progrès
:
Négation
de
l
'
Absolu
»
Intendete
?
Proposizione
semplice
la
Négation
de
l
'
Absolu
:
ma
Proudhon
vi
dice
che
contiene
tutto
il
socialismo
.
Ed
è
la
proposizione
semplice
del
Negri
e
del
Colombo
:
di
questi
socialisti
proudhoniani
che
dicono
di
noi
I
socialisti
dell
'
«
Osservatore
Cattolico
»
.
E
la
proposizione
semplice
di
questi
due
conservatori
moderati
liberali
,
pei
quali
non
è
un
Dio
Cristo
,
ma
lo
sarà
piuttosto
Voltaire
,
con
quei
suoi
due
versi
:
«
Il
faut
un
nouveau
culte
,
il
faut
de
nouveaux
fers
,
-
Il
faut
un
nouveau
dieu
pour
l
'
aveugle
univers
!
»
È
la
proposizione
semplice
di
questi
due
liberali
moderati
,
che
potranno
essere
cari
al
Gruppo
Cattolico
,
ma
che
sono
combattuti
quali
socialisti
dai
non
socialisti
dell
'
«
Osservatore
Cattolico
»
,
perché
basta
la
loro
negazione
dell
'
Assoluto
a
dirli
discepoli
di
Proudhon
,
se
piuttosto
loro
non
garba
di
essere
detti
l
'
uno
discepolo
di
Schopenhauer
e
l
'
altro
di
Renan
;
discepoli
insomma
dei
santi
padri
dell
'
anticristianesimo
.
StampaPeriodica ,
L
'
Europa
è
pressoché
quieta
e
l
'
Italia
in
festa
.
Giunge
a
noi
il
Dittatore
germanico
:
lo
accogliamo
e
lo
salutiamo
con
le
promesse
dello
spirito
che
si
rinfranca
nell
'
opera
di
pace
iniziata
con
gli
accordi
anglo
-
italiani
.
Lo
festeggiamo
pure
nell
'
aria
di
un
terzo
dono
delle
sacre
leggi
naturali
:
l
'
Amicizia
.
In
Italia
l
'
Amicizia
è
una
religione
;
la
religione
di
chi
ha
patito
,
lottato
,
trionfato
,
di
chi
sa
il
morso
dell
'
invidia
e
prova
il
lenimento
della
sicura
compagnia
.
Questa
religione
scende
a
noi
da
una
cattedra
infallibile
:
Mussolini
.
Il
Duce
ha
rinnovato
,
moralizzato
l
'
arte
politica
con
la
regola
dell
'
Amicizia
,
che
è
la
fedeltà
all
'
onore
,
alla
parola
data
,
alla
gratitudine
,
al
carattere
,
al
senso
,
in
breve
,
del
bene
comune
.
La
politica
così
intesa
e
praticata
riesce
una
nuova
cavalleria
spirituale
;
certo
è
una
rinascenza
:
sicurissimamente
è
un
mezzo
efficace
di
avvicinamento
,
di
reciproca
intesa
,
di
fratellanza
tra
simili
ed
affini
.
Non
più
calcolo
dell
'
interesse
semplice
e
composto
,
essa
è
il
punto
fermo
della
politica
estera
italiana
,
ne
è
l
'
attrattiva
principale
.
Non
con
armi
diverse
Mussolini
poteva
accingersi
alla
riscossa
fascista
dentro
e
fuori
,
al
riassestamento
europeo
che
non
sarebbe
possibile
coll
'
inimicizia
alla
base
dei
rapporti
internazionali
,
alla
realizzazione
della
comunanza
tra
vecchie
e
giovani
Nazioni
.
L
'
Europa
è
salva
per
questa
Amicizia
,
non
è
finita
nella
catastrofe
per
volontà
e
saggezza
di
Essa
.
L
'
Amicizia
è
vita
nuova
.
Rifugge
dai
disegni
sinistri
e
sa
che
l
'
umanità
è
nata
per
salire
verso
mete
che
gli
antichi
dicevano
celesti
ma
noi
moderni
,
uomini
della
realtà
frammentaria
,
chiameremo
press
a
poco
di
benessere
generale
.
ProsaGiuridica ,
VITTORIO
EMANUELE
III
PER
GRAZIA
DI
DIO
E
PER
VOLONTÀ
DELLA
NAZIONE
RE
D
'
ITALIA
Il
Senato
e
la
Camera
dei
deputati
hanno
approvato
;
Noi
abbiamo
sanzionato
e
promulghiamo
quanto
segue
:
CAPO
I
Del
riconoscimento
giuridico
dei
sindacati
e
dei
contratti
collettivi
di
lavoro
.
Art
.
1
Possono
essere
legalmente
riconosciute
le
associazioni
sindacali
di
datori
di
lavoro
e
di
lavoratori
,
intellettuali
e
manuali
,
quando
dimostrino
l
'
esistenza
delle
seguenti
condizioni
:
1°
se
si
tratta
di
associazioni
di
datori
di
lavoro
,
che
i
datori
di
lavoro
iscrittivi
,
per
volontaria
adesione
,
impieghino
almeno
il
decimo
dei
lavoratori
dipendenti
da
imprese
della
specie
,
per
cui
l
'
associazione
è
costituita
,
esistenti
nella
circoscrizione
,
dove
l
'
associazione
opera
;
e
,
se
si
tratta
di
associazioni
di
lavoratori
,
che
i
lavoratori
iscrittivi
,
per
volontaria
adesione
,
rappresentino
almeno
il
decimo
dei
lavoratori
della
categoria
,
per
cui
l
'
associazione
è
costituita
,
esistenti
nella
circoscrizione
,
dove
l
'
associazione
opera
;
2°
che
,
oltre
gli
scopi
di
tutela
degli
interessi
economici
e
morali
dei
loro
soci
,
le
associazioni
si
propongano
di
perseguire
e
perseguano
effettivamente
scopi
di
assistenza
,
di
istruzione
e
di
educazione
morale
e
nazionale
dei
medesimi
;
3°
che
i
dirigenti
dell
'
associazione
diano
garanzia
di
capacità
,
di
moralità
e
di
sicura
fede
nazionale
.
Art
.
2
Possono
essere
legalmente
riconosciute
,
quando
concorrano
le
condizioni
prescritte
dall
'
articolo
precedente
,
le
associazioni
di
liberi
esercenti
un
'
arte
o
una
professione
.
Gli
ordini
,
collegi
e
associazioni
di
professionisti
liberi
esistenti
e
legalmente
riconosciuti
,
continuano
ad
essere
disciplinati
dalle
leggi
e
dai
regolamenti
vigenti
.
Tuttavia
,
con
Regio
decreto
,
sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
,
tali
leggi
e
regolamenti
saranno
sottoposti
a
revisione
per
coordinarli
con
le
disposizioni
della
presente
legge
.
Saranno
pure
sottoposti
a
revisione
,
per
metterli
in
armonia
con
le
disposizioni
della
presente
legge
,
gli
statuti
delle
associazioni
di
artisti
e
professionisti
erette
in
ente
morale
,
anteriormente
alla
pubblicazione
della
presente
legge
.
Art
.
3
Le
associazioni
di
cui
ai
precedenti
articoli
,
possono
comprendere
solo
datori
di
lavoro
o
solo
lavoratori
.
Le
associazioni
di
datori
di
lavoro
e
quelle
di
lavoratori
possono
essere
riunite
mediante
organi
centrali
di
collegamento
con
una
superiore
gerarchia
comune
,
ferma
restando
sempre
la
rappresentanza
separata
dei
datori
di
lavoro
e
quella
dei
lavoratori
;
e
,
se
le
associazioni
comprendono
più
categorie
di
lavoratori
,
di
ciascuna
categoria
di
questi
.
Art
.
4
Il
riconoscimento
delle
associazioni
,
di
cui
ai
precedenti
articoli
,
ha
luogo
per
decreto
Reale
,
su
proposta
del
ministro
competente
,
di
concerto
col
ministro
dell
'
interno
,
sentito
il
parere
del
Consiglio
di
Stato
.
Con
lo
stesso
decreto
viene
approvato
lo
statuto
,
che
è
pubblicato
,
a
spese
delle
associazioni
,
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Gli
statuti
debbono
contenere
la
determinazione
precisa
degli
scopi
delle
associazioni
,
del
modo
di
nomina
degli
organi
sociali
e
le
condizioni
per
l
'
ammissione
dei
soci
,
fra
.
le
quali
la
buona
condotta
politica
,
dal
punto
di
vista
nazionale
.
Gli
statuti
possono
stabilire
l
'
organizzazione
di
scuole
professionali
,
di
istituti
di
assistenza
economica
e
di
educazione
morale
e
nazionale
,
e
di
istituti
aventi
per
iscopo
l
'
incremento
e
il
miglioramento
della
produzione
,
della
cultura
o
dell
'
arte
nazionale
.
Art
.
5
Le
associazioni
legalmente
riconosciute
hanno
personalità
giuridica
e
rappresentano
legalmente
tutti
i
datori
di
lavoro
,
lavoratori
,
artisti
e
professionisti
della
categoria
,
per
cui
sono
costituite
,
vi
siano
o
non
vi
siano
iscritti
,
nell
'
ambito
della
circoscrizione
territoriale
,
dove
operano
.
Le
associazioni
legalmente
riconosciute
hanno
facoltà
di
imporre
a
tutti
i
datori
di
lavoro
,
lavoratori
,
artisti
e
professionisti
,
che
rappresentano
,
vi
siano
o
non
vi
siano
inscritti
,
un
contributo
annuo
non
superiore
per
i
datori
di
lavoro
,
alla
retribuzione
di
una
giornata
di
lavoro
per
ogni
lavoratore
impiegato
,
e
,
per
i
lavoratori
,
artisti
e
professionisti
,
alla
retribuzione
di
una
giornata
di
lavoro
.
Almeno
il
decimo
del
provento
di
tali
contributi
deve
essere
annualmente
prelevato
e
devoluto
a
costituire
un
fondo
patrimoniale
avente
per
iscopo
di
garantire
le
obbligazioni
assunte
dalle
associazioni
,
in
dipendenza
dei
contratti
collettivi
da
esse
stipulati
,
e
da
amministrarsi
secondo
le
norme
stabilite
dal
regolamento
.
È
fatto
obbligo
alle
ditte
di
denunciare
alle
associazioni
che
le
rappresentano
,
e
non
più
tardi
del
31
marzo
di
ogni
anno
,
il
numero
dei
loro
dipendenti
.
In
caso
di
omessa
,
falsa
o
incompleta
denunzia
,
i
contravventori
sono
puniti
con
la
ammenda
fino
a
L
.
2000
.
Per
l
'
esazione
di
tali
contributi
si
applicano
le
norme
stabilite
dalle
leggi
per
la
riscossione
delle
imposte
comunali
;
le
quote
dei
lavoratori
sono
riscosse
mediante
ritenute
sui
salari
o
stipendi
e
versate
alle
casse
delle
associazioni
.
Solo
i
soci
regolarmente
iscritti
partecipano
alla
attività
dell
'
associazione
e
alla
elezione
o
altra
forma
di
nomina
degli
organi
sociali
.
Solo
le
associazioni
legalmente
riconosciute
possono
designare
i
rappresentanti
dei
datori
o
prenditori
di
lavoro
in
tutti
i
Consigli
,
enti
ed
organi
,
in
cui
tale
rappresentanza
sia
prevista
dalle
leggi
e
dai
regolamenti
.
Art
.
6
Possono
essere
comunali
,
circondariali
,
provinciali
,
regionali
,
interregionali
e
nazionali
.
Possono
pure
essere
legalmente
riconosciute
,
alle
condizioni
previste
dalla
presente
legge
,
le
federazioni
o
unioni
di
più
associazioni
e
le
confederazioni
di
più
federazioni
.
Il
riconoscimento
di
tali
federazioni
o
confederazioni
importa
di
diritto
il
riconoscimento
delle
singole
associazioni
o
federazioni
aderenti
.
Alle
federazioni
o
confederazioni
spetta
il
potere
disciplinare
sulle
associazioni
aderenti
e
anche
sui
singoli
parteciptaanti
di
esse
,
che
viene
esercitato
nei
modi
stabiliti
dallo
statuto
.
Non
può
essere
riconosciuta
legalmente
,
per
ciascuna
categoria
di
datori
di
lavoro
,
lavoratori
,
artisti
o
professionisti
,
che
una
sola
associazione
.
Così
pure
non
può
essere
riconosciuta
legalmente
,
per
la
categoria
o
per
le
categorie
di
datori
di
lavoro
o
di
lavoratori
rappresentate
,
entro
i
limiti
della
circoscrizione
ad
essa
assegnata
,
che
una
sola
federazione
o
confederazione
di
datori
di
lavoro
o
di
lavoratori
,
o
di
artisti
o
professionisti
,
di
cui
al
comma
precedente
.
Qualora
sia
riconosciuta
una
confederazione
nazionale
per
tutte
le
categorie
di
datori
di
lavoro
o
di
lavoratori
dell
'
agricoltura
o
dell
'
industria
o
del
commercio
,
oppure
per
tutte
le
categorie
di
artisti
ovvero
di
professionisti
,
non
è
ammesso
il
riconoscimento
di
federazioni
o
di
associazioni
che
non
facciano
parte
della
confederazione
.
In
nessun
caso
Possono
essere
riconosciute
associazioni
che
,
senza
l
'
autorizzazione
del
Governo
,
abbiano
comunque
vincoli
di
disciplina
o
di
dipendenza
con
associazioni
di
carattere
internazionale
.
Art
.
7
Ogni
associazione
deve
avere
un
presidente
o
segretario
che
la
dirige
,
la
rappresenta
ed
è
responsabile
del
suo
andamento
.
Il
presidente
o
segretario
è
nominato
od
eletto
con
le
norme
stabilite
dallo
statuto
.
La
nomina
o
la
elezione
dei
presidenti
o
segretari
delle
associazioni
nazionali
,
interregionali
e
regionali
non
ha
effetto
,
se
non
è
approvata
con
Regio
decreto
su
proposta
del
ministro
competente
,
di
concerto
col
ministro
dell
'
interno
.
L
'
approvazione
può
essere
,
in
ogni
tempo
,
revocata
.
La
nomina
o
la
elezione
dei
presidenti
o
segretari
delle
associazioni
provinciali
,
circondariali
e
comunali
non
ha
effetto
,
se
non
è
approvata
con
decreto
del
ministro
competente
,
di
concerto
col
ministro
dell
'
interno
.
L
'
approvazione
può
essere
,
in
ogni
tempo
,
revocata
.
Lo
statuto
deve
stabilire
l
'
organo
a
cui
spetta
il
potere
disciplinare
sui
soci
e
la
facoltà
di
espellere
gli
indegni
per
condotta
morale
e
politica
.
Art
.
8
I
presidenti
o
segretari
sono
coadiuvati
da
Consigli
direttivi
eletti
dagli
iscritti
all
'
associazione
,
con
le
norme
stabilite
dallo
statuto
.
Le
associazioni
comunali
,
circondariali
e
provinciali
sono
soggette
alla
vigilanza
del
prefetto
e
alla
tutela
della
Giunta
provinciale
amministrativa
,
che
la
esercitano
nei
modi
e
secondo
le
norme
da
stabilirsi
per
regolamento
.
Le
associazioni
regionali
,
interregionali
e
nazionali
sono
soggette
alla
vigilanza
e
alla
tutela
del
ministro
competente
.
Il
ministro
competente
,
di
concerto
col
ministro
dell
'
interno
,
può
sciogliere
i
Consigli
direttivi
delle
associazioni
e
concentrare
tutti
i
poteri
nel
presidente
o
segretario
per
un
tempo
non
superiore
ad
un
anno
.
Può
altresì
,
nei
casi
più
gravi
,
affidare
l
'
amministrazione
straordinaria
a
un
suo
commissario
.
Quando
si
tratta
di
associazioni
aderenti
ad
una
federazione
o
confederazione
,
col
decreto
che
riconosce
la
federazione
o
confederazione
e
ne
approva
lo
statuto
,
può
stabilirsi
che
la
vigilanza
e
la
tutela
siano
esercitate
in
tutto
o
in
parte
dalla
federazione
o
confederazione
.
Art
.
9
Egualmente
,
quando
concorrano
gravi
motivi
,
e
,
in
ogni
caso
,
quando
vengano
meno
le
condizioni
rchieste
dai
precedenti
articoli
per
il
riconoscimento
,
con
decreto
Reale
,
su
proposta
del
ministro
competente
,
di
concerto
col
ministro
dell
'
interno
,
sentito
il
parere
del
Consiglio
di
Stato
,
il
riconoscimento
può
essere
revocato
.
Art
.
10
I
contratti
collettivi
di
lavoro
stipulati
dalle
associazioni
di
datori
di
lavoro
,
di
lavoratori
,
di
artisti
e
di
professionisti
legalmente
riconosciute
,
hanno
effetto
rispetto
a
tutti
i
datori
di
lavoro
,
i
lavoratori
,
gli
artisti
e
i
professionisti
della
categoria
a
cui
il
contratto
collettivo
si
riferisce
,
e
che
esse
rappresentano
,
a
norma
dell
'
art
.
5
.
I
contratti
collettivi
di
lavoro
debbono
essere
fatti
per
iscritto
,
a
pena
di
nullità
.
Essi
debbono
,
pure
a
pena
di
nullità
,
contenere
la
determinazione
del
tempo
,
per
cui
hanno
efficacia
.
Gli
organi
centrali
di
collegamento
previsti
nell
'
art
.
3
possono
stabilire
,
previo
accordo
con
le
rappresentanze
dei
datori
di
lavoro
e
dei
lavoratori
,
norme
generali
sulle
condizioni
del
lavoro
nelle
imprese
,
a
cui
si
riferiscono
Tali
norme
hanno
effetto
rispetto
a
tutti
i
datori
di
lavoro
e
a
tutti
i
lavoratori
della
categoria
,
a
cui
le
norme
si
riferiscono
,
e
che
le
associazioni
collegate
rappresentano
a
termini
dell
'
art
.
5
.
Una
copia
dei
contratti
collettivi
stipulati
e
delle
norme
generali
stabilite
secondo
le
disposizioni
dei
commi
precedenti
deve
essere
depositata
presso
la
locale
prefettura
e
pubblicata
nel
foglio
degli
annunzi
della
provincia
,
se
si
tratta
di
associazioni
comunali
,
circondariali
o
provinciali
,
e
depositata
presso
il
Ministero
dell
'
economia
nazionale
e
pubblicata
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
,
se
si
tratta
di
associazioni
regionali
,
interregionali
o
nazionali
.
I
datori
di
lavoro
e
i
lavoratori
,
che
non
osservano
i
contratti
collettivi
e
le
norme
generali
a
cui
sono
soggetti
,
sono
responsabili
civilmente
dell
'
inadempimento
,
tanto
verso
l
'
associazione
dei
datori
di
lavoro
,
quanto
verso
quella
dei
lavoratori
,
che
hanno
stipulato
il
contratto
.
Le
altre
norme
relative
alla
stipulazione
ed
agli
effetti
dei
contratti
collettivi
di
lavoro
saranno
emanate
per
decreto
Reale
,
su
proposta
del
ministro
della
giustizia
.
Art
.
11
Le
norme
della
presente
legge
sul
riconoscimento
giuridico
delle
associazioni
sindacali
non
si
applicano
alle
associazioni
di
dipendenti
dello
Stato
,
delle
provincie
,
dei
comuni
e
delle
istituzioni
pubbliche
di
beneficenza
,
per
le
quali
sarà
provveduto
con
separate
disposizioni
.
Sono
però
vietate
,
sotto
pena
della
destituzione
,
della
rimozione
dal
grado
e
dall
'
impiego
,
e
di
altre
pene
disciplinari
da
stabilirsi
per
regolamento
secondo
i
casi
,
le
associazioni
dello
stesso
genere
di
ufficiali
,
sottufficiali
e
soldati
del
Regio
esercito
,
della
Regia
marina
,
della
Regia
aeronautica
e
degli
altri
Corpi
armati
dello
Stato
,
delle
provincie
e
dei
comuni
,
le
associazioni
di
magistrati
dell
'
ordine
giudiziario
e
amministrativo
,
di
professori
di
istituti
d
'
istruzione
superiore
e
media
,
di
funzionari
impiegati
ed
agenti
dipendenti
dai
Ministeri
dell
'
interno
,
degli
esteri
,
e
delle
colonie
.
Art
.
12
Le
associazioni
di
datori
di
lavoro
,
di
lavoratori
,
di
artisti
e
professionisti
non
legalmente
riconosciute
,
continuano
a
sussistere
come
associazioni
di
fatto
,
secondo
la
legislazione
vigente
,
con
le
eccezioni
stabilite
dal
secondo
comma
del
precedente
articolo
.
Ad
esse
sono
applicabili
le
norme
del
R
.
decreto
legge
24
gennaio
1924
,
n
.
64
.
CAPO
II
Della
magistratura
del
lavoro
.
Art
.
13
Tutte
le
controversie
relative
alla
disciplina
dei
rapporti
collettivi
del
lavoro
,
che
concernono
,
sia
l
'
applicazione
dei
contratti
collettivi
o
di
altre
norme
esistenti
,
sia
la
richiesta
di
nuove
condizioni
di
lavoro
,
sono
di
competenza
delle
Corti
di
appello
funzionanti
come
magistrature
del
lavoro
.
Prima
della
decisione
è
obbligatorio
il
tentativo
di
conciliazione
da
parte
del
presidente
della
Corte
.
Le
controversie
,
di
cui
alle
precedenti
disposizioni
,
si
possono
compromettere
in
arbitri
,
a
norma
degli
articoli
8
e
seguenti
del
Codice
di
procedura
civile
.
Nulla
è
innovato
circa
la
competenza
dei
collegi
dei
probiviri
e
delle
Commissioni
arbitrali
provinciali
per
l
'
impiego
privato
,
ai
sensi
rispettivamente
della
legge
15
giugno
1893
,
n
.
295
e
del
Regio
decreto
legge
2
dicembre
1923
,
n
.
2686
.
L
'
appello
contro
le
decisioni
di
tali
collegi
e
Commissioni
e
di
altri
organi
giurisdizionali
in
materia
di
contratti
individuali
di
lavoro
,
in
quanto
siano
appellabili
secondo
le
leggi
vigenti
,
è
devoluto
alla
Corte
di
appello
funzionante
come
magistratura
del
lavoro
.
Art
.
14
Per
il
funzionamento
delle
Corti
d
'
appello
come
magistrature
del
lavoro
,
è
costituita
presso
ognuna
delle
sedici
Corti
di
appello
una
speciale
sezione
composta
di
tre
magistrati
,
di
cui
un
presidente
di
sezione
e
due
consiglieri
di
Corte
d
'
appello
,
a
cui
sono
aggregati
,
di
volta
in
volta
,
due
cittadini
esperti
nei
problemi
della
produzione
e
del
lavoro
,
scelti
dal
primo
presidente
con
le
norme
di
cui
all
'
articolo
seguente
Per
Regio
decreto
,
su
proposta
del
ministro
della
giustizia
,
di
concerto
con
quello
delle
finanze
,
saranno
arrecate
all
'
organico
della
magistratura
e
del
personale
delle
cancellerie
giudiziarie
,
le
modificazioni
necessarie
per
l
'
attuazione
della
presente
disposizione
.
Art
.
15
Presso
ogni
Corte
d
'
appello
viene
formato
un
albo
di
cittadini
esperti
nei
problemi
della
produzione
e
del
lavoro
,
distinti
per
gruppi
e
sottogruppi
,
secondo
le
varie
specie
di
imprese
esistenti
nel
distretto
della
Corte
.
L
'
albo
è
soggetto
a
revisione
ogni
biennio
.
Con
decreto
Reale
,
su
proposta
del
ministro
della
giustizia
,
di
concerto
con
quello
dell
'
economia
nazionale
,
sono
stabilite
le
norme
per
la
formazione
e
la
revisione
degli
albi
e
sono
determinate
le
diarie
e
le
altre
indennità
spettanti
agli
iscritti
,
quando
sono
chiamati
ad
esercitare
funzioni
giudiziarie
.
Ogni
anno
il
primo
presidente
designa
,
per
ciascun
gruppo
e
sottogruppo
,
gli
iscritti
che
saranno
chiamati
a
funzionare
da
consiglieri
esperti
nelle
cause
relative
alle
imprese
che
costituiscono
il
gruppo
o
sottogruppo
.
Non
possono
mai
far
parte
del
collegio
giudicante
coloro
che
siano
direttamente
o
indirettamente
interessati
nella
controversia
.
Art
.
16
La
Corte
d
'
appello
funzionante
come
magistrato
del
lavoro
giudica
,
nell
'
applicazione
dei
patti
esistenti
,
secondo
le
norme
di
legge
sulla
interpretazione
e
l
'
esecuzione
dei
contratti
,
e
,
nella
formulazione
delle
nuove
condizioni
di
lavoro
,
secondo
equità
,
contemperando
gli
interessi
dei
datori
di
lavoro
con
quelli
dei
lavoratori
,
e
tutelando
,
in
ogni
caso
,
gli
interessi
superiori
della
produzione
.
La
formulazione
delle
nuove
condizioni
del
lavoro
è
sempre
accompagnata
dalla
determinazione
del
periodo
di
tempo
,
per
il
quale
esse
debbano
rimanere
in
vigore
,
che
sarà
di
regola
quello
stabilito
dalla
consuetudine
per
i
patti
liberamente
stipulati
.
La
decisione
della
Corte
funzionante
come
magistratura
del
lavoro
è
emessa
,
sentito
il
pubblico
ministero
nelle
sue
orali
conclusioni
.
Le
decisioni
della
Corte
d
'
appello
funzionante
come
magistratura
del
lavoro
possono
essere
impugnate
col
ricorso
per
Cassazione
,
per
i
motivi
di
cui
all
'
art
.
517
del
Codice
di
procedura
civile
.
Un
regolamento
di
procedura
da
emanarsi
per
decreto
Reale
,
su
proposta
del
ministro
della
giustizia
,
stabilirà
le
norme
speciali
per
il
procedimento
di
cognizione
e
di
esecuzione
,
anche
in
deroga
alle
norme
ordinarie
del
Codice
di
procedura
civile
.
Art
.
17
L
'
azione
per
le
controversie
relative
ai
rapporti
collettivi
del
lavoro
,
spetta
unicamente
alle
associazioni
legalmente
riconosciute
ed
è
fatta
valere
contro
le
associazioni
legalmente
riconosciute
,
ove
esistano
;
altrimenti
in
contradditorio
di
un
curatore
speciale
,
nominato
dal
presidente
della
Corte
d
'
appello
.
In
quest
'
ultimo
caso
è
ammesso
l
'
intervento
in
causa
volontario
di
singoli
interessati
.
Quando
associazioni
di
datori
di
lavoro
o
di
lavoratori
facciano
parte
di
federazioni
o
confederazioni
,
o
quando
tra
associazioni
di
datori
di
lavoro
e
associazioni
di
lavoratori
siano
stati
costituiti
organi
centrali
di
collegamento
,
l
'
azione
giudiziaria
non
è
procedibile
,
se
non
risulti
che
la
federazione
o
la
confederazione
,
ovvero
l
'
organo
centrale
di
collegamento
,
abbia
tentato
la
risoluzione
amichevole
della
controversia
,
e
che
il
tentativo
non
sia
riuscito
.
Solo
le
associazioni
legalmente
riconosciute
rappresentano
in
giudizio
tutti
i
datori
di
lavoro
e
tutti
i
lavoratori
della
categoria
,
per
la
quale
sono
costituite
,
entro
i
limiti
della
circoscrizione
territoriale
loro
assegnata
.
Le
decisioni
emesse
in
loro
confronto
fanno
stato
di
fronte
a
tutti
gli
interessati
e
sono
pubblicate
,
quando
si
tratti
di
associazioni
comunali
,
circondariali
,
e
provinciali
,
nel
foglio
degli
annunzi
giudiziari
della
provincia
,
e
quando
si
tratti
di
associazioni
regionali
,
interregionali
o
nazionali
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Tutti
gli
atti
e
i
documenti
relativi
al
procedimento
dinanzi
alla
Corte
d
'
appello
funzionante
come
magistratura
del
lavoro
ed
i
provvedimenti
di
qualsiasi
natura
emanati
da
essa
sono
esenti
da
ogni
tassa
di
registro
e
bollo
.
CAPO
III
Della
serrata
e
dello
sciopero
.
Art
.
18
La
serrata
e
lo
sciopero
sono
vietati
.
I
datori
di
lavoro
,
che
senza
giustificato
motivo
e
al
solo
scopo
di
ottenere
dai
loro
dipendenti
modificazioni
ai
patti
di
lavoro
vigenti
,
sospendono
il
lavoro
nei
loro
stabilimenti
,
aziende
od
uffici
,
sono
puniti
con
la
multa
da
lire
diecimila
a
centomila
.
Gli
impiegati
ed
operai
,
che
in
numero
di
tre
o
più
,
previo
concerto
,
abbandonano
il
lavoro
,
o
lo
prestano
in
modo
da
turbarne
la
continuità
o
la
regolarità
,
per
ottenere
diversi
patti
di
lavoro
dai
loro
principali
,
sono
puniti
con
la
multa
da
lire
cento
a
mille
.
Al
procedimento
si
applicano
le
norme
degli
articoli
298
e
seguenti
del
Codice
di
procedura
penale
.
Quando
gli
autori
dei
reati
preveduti
nei
precedenti
comma
siano
più
,
i
capi
,
promotori
ed
organizzatori
sono
puniti
con
la
detenzione
non
inferiore
ad
un
anno
,
né
superiore
a
due
,
oltre
la
multa
nei
medesimi
comma
stabilita
.
Art
.
19
I
dipendenti
dallo
Stato
e
da
altri
enti
pubblici
e
i
dipendenti
da
imprese
esercenti
un
servizio
pubblico
o
di
pubblica
necessità
che
,
in
numero
di
tre
o
più
,
previo
concerto
,
abbandonano
il
lavoro
o
lo
prestano
in
modo
da
turbarne
la
continuità
o
la
regolarità
,
sono
puniti
con
la
reclusione
da
uno
a
sei
mesi
,
e
con
l
'
interdizione
dai
pubblici
uffici
per
sei
mesi
.
Al
procedimento
si
applicano
le
norme
degli
articoli
298
e
seguenti
Codice
procedura
penale
.
I
capi
,
promotori
ed
organizzatori
sono
puniti
con
la
reclusione
da
sei
mesi
a
due
anni
e
con
l
'
interdizione
dai
pubblici
uffici
non
inferiore
a
tre
anni
.
Gli
esercenti
imprese
di
servizi
pubblici
o
di
pubblica
necessità
che
sospendono
,
senza
giustificato
motivo
,
il
lavoro
nei
loro
stabilimenti
,
aziende
od
uffici
,
sono
puniti
con
la
reclusione
da
sei
mesi
ad
un
anno
e
con
la
multa
da
lire
cinquemila
a
centomila
,
oltre
la
interdizione
temporanea
dai
pubblici
uffici
.
Quando
dal
fatto
preveduto
nel
presente
articolo
sia
derivato
pericolo
per
la
incolumità
delle
persone
,
la
pena
restrittiva
della
libertà
personale
è
della
reclusione
non
inferiore
ad
un
anno
.
Ove
dal
fatto
sia
derivata
la
morte
di
una
o
piu
persone
,
la
pena
restrittiva
della
libertà
personale
è
della
reclusione
non
inferiore
a
tre
anni
.
Art
.
20
I
dipendenti
dallo
Stato
e
da
altri
enti
pubblici
,
gli
esercenti
di
servizi
pubblici
o
di
pubblica
necessità
e
i
dipendenti
di
questi
che
,
in
occasione
di
scioperi
o
di
serrate
omettano
di
fare
tutto
quanto
è
in
loro
potere
per
ottenere
la
regolare
continuazione
o
la
ripresa
di
un
servizio
pubblico
o
di
pubblica
necessità
,
sono
puniti
con
la
detenzione
da
uno
a
sei
mesi
.
Art
.
21
Quando
la
sospensione
del
lavoro
da
parte
dei
datori
di
lavoro
o
l
'
abbandono
o
la
irregolare
prestazione
del
lavoro
da
parte
dei
lavoratori
abbiano
luogo
allo
scopo
di
coartare
la
volontà
o
di
influire
sulle
decisioni
di
un
Corpo
o
collegio
dello
Stato
,
delle
provincie
o
dei
comuni
,
ovvero
di
un
pubblico
ufficiale
,
i
capi
,
promotori
ed
organizzatori
sono
puniti
con
la
reclusione
da
tre
a
sette
anni
,
e
con
la
interdizione
perpetua
dai
pubblici
uffici
,
e
gli
altri
autori
del
fatto
con
la
reclusione
da
uno
a
tre
anni
e
con
la
interdizione
temporanea
dai
pubblici
uffici
.
Art
.
22
Senza
pregiudizio
dell
'
applicazione
delle
norme
di
diritto
comune
sulla
responsabilità
civile
per
inadempimento
e
sulla
esecuzione
delle
sentenze
,
i
datori
di
lavoro
e
i
lavoratori
che
rifiutino
di
eseguire
le
decisioni
del
magistrato
del
lavoro
,
sono
puniti
con
la
detenzione
da
un
mese
ad
un
anno
e
con
la
multa
da
lire
cento
a
cinquemila
.
I
dirigenti
delle
associazioni
legalmente
riconosciute
,
che
rifiutino
di
eseguire
le
decisioni
del
magistrato
del
lavoro
,
sono
puniti
con
la
detenzione
da
sei
mesi
a
due
anni
e
con
la
multa
da
lire
duemila
a
diecimila
,
oltre
la
revoca
dall
'
ufficio
.
Ove
alla
mancata
esecuzione
delle
decisioni
del
magistrato
del
lavoro
,
si
aggiunga
,
da
parte
dei
colpevoli
,
la
serrata
o
lo
sciopero
,
si
applicano
le
disposizioni
del
Codice
penale
sul
concorso
dei
reati
e
delle
pene
.
Art
.
23
Sono
abrogate
tutte
le
disposizioni
contrarie
alla
presente
legge
.
Il
Governo
del
Re
è
autorizzato
a
dare
,
per
Regio
decreto
le
disposizioni
necessarie
per
l
'
attuazione
della
presente
legge
e
per
il
suo
coordinamento
con
le
disposizioni
del
R
.
decreto
19
ottobre
1923
,
n
.
2311
,
della
legge
15
giugno
1893
,
n
.
295
,
e
del
R
.
decreto
legge
2
dicembre
1923
,
n
.
2686
,
che
saranno
sottoposti
alla
necessaria
revisione
,
e
con
ogni
altra
legge
dello
Stato
.
Ordiniamo
che
la
presente
,
munita
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserta
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarla
e
di
farla
osservare
come
legge
dello
Stato
.
Data
San
Rossore
,
addì
3
aprile
1926
.
VITTORIO
EMANUELE
.
MUSSOLINI
-
-
ROCCO
-
-
FEDERZONI
-
-
BELLUZZO
.
Visto
,
il
Guardasigilli
:
ROCCO
.
StampaQuotidiana ,
Sono
più
schiavi
di
prima
.
Alcuni
processi
svoltisi
recentemente
al
Tribunale
contro
poveri
operai
ci
fanno
riflettere
sull
'
abbassamento
cui
furon
ridotti
gli
operai
stessi
in
alcune
officine
,
abbassamento
notevole
oggidì
di
fronte
alla
fierezza
ostentata
,
anzi
di
fronte
ad
una
cotale
smania
di
mostrare
riluttanza
agli
insegnamenti
della
Chiesa
.
Un
dì
erano
artieri
condannati
a
qualche
anno
di
carcere
per
poche
lire
di
merce
furata
al
padrone
,
un
altro
una
disgraziata
popolana
che
si
buscava
un
mese
di
carcere
per
un
boccettino
d
'
olio
medicinale
del
valore
di
una
lira
e
quindici
centesimi
portato
via
dall
'
officina
Erba
;
e
così
dicasi
di
altri
che
toccarono
due
,
tre
,
sei
mesi
di
carcere
per
cose
di
egual
natura
.
E
naturale
che
noi
non
istiamo
a
scagionarli
;
ci
fermiamo
però
sul
modo
onde
furono
scoperti
;
mentre
uscivano
dalla
officina
furono
perquisiti
,
e
trovati
in
fallo
.
Ora
quando
si
pensa
che
in
molte
officine
la
perquisizione
agli
operai
è
divenuta
consueta
,
e
che
la
consuetudine
si
va
generalizzando
,
si
presenta
spontanea
alla
mente
la
riflessione
che
gli
operai
non
debbano
sentirsene
molto
lusingati
nel
loro
amor
proprio
.
D
'
altronde
noi
pensiamo
:
ecco
a
che
siam
giunti
;
quando
gli
operai
aveano
meno
in
dispetto
la
Chiesa
,
quando
non
faceano
pompa
di
essere
emancipati
dai
cosidetti
pregiudizii
,
erano
dai
padroni
reputati
più
onesti
;
aveano
sul
collo
,
è
vero
,
l
'
enorme
,
insopportabile
,
l
'
intollerabile
giogo
dei
preti
,
ma
non
toccava
loro
la
delizia
di
doversi
fermare
sempre
alla
porta
delle
officine
per
vedersi
perquisire
come
sospetti
ladri
.
Dicano
un
po
'
se
si
trovano
contenti
del
cambio
.
StampaQuotidiana ,
Domani
la
massoneria
italiana
che
comanda
a
Crispi
,
ministro
onnipotente
,
primo
consigliere
di
Casa
Savoia
,
apre
le
urne
politiche
italiane
.
La
massoneria
che
inspira
le
leggi
,
le
quali
sono
concretate
dal
ministero
,
Conclave
dei
33
,
e
vengono
approvate
dalle
camere
servili
composte
di
massoni
,
ha
presentato
le
liste
dei
candidati
alla
deputazione
,
e
le
associazioni
massoniche
unite
alla
stampa
liberale
battono
la
gran
cassa
perché
quelle
liste
siano
votate
.
Saranno
votate
.
Il
ministero
ha
tutto
in
sua
mano
.
Impiegati
,
magistrati
,
esercito
,
pensionati
,
beneficati
,
aspiranti
alle
prebende
dello
Stato
,
affigliati
alla
setta
tenebrosa
che
spinge
sulle
carriere
lucrose
i
suoi
fedeli
.
Saranno
votate
quelle
liste
massoniche
.
Vi
saranno
deputati
fatti
col
danaro
del
popolo
italiano
,
col
danaro
tolto
di
tasca
ai
cittadini
che
lavorano
e
pagano
sino
a
impoverirsi
.
Vi
saranno
i
deputati
fatti
col
danaro
straniero
,
dell
'
internazionalismo
,
del
Cernuschi
rinnegato
italiano
.
La
libertà
degli
elettori
è
un
mito
,
una
canzonatura
.
Si
devono
notare
le
liste
preparate
.
Non
si
può
scegliere
tra
i
migliori
cittadini
;
tutto
è
stato
manipolato
previamente
nelle
camorre
degli
interessati
.
Se
voi
andate
a
votare
per
un
galantuomo
di
cui
conoscete
la
onestà
,
voi
divenite
ridicolo
.
Dovete
credere
alla
massoneria
che
vi
porta
in
casa
il
nome
del
candidato
;
dovete
credere
al
giornale
venduto
alla
massoneria
;
dovete
ritenere
che
il
meglio
per
voi
è
di
ciecamente
obbedire
alla
setta
scellerata
che
spadroneggia
in
Italia
.
Usciranno
dalle
urne
i
deputati
.
Costretti
a
seguire
il
programma
loro
imposto
dai
manipolatori
delle
elezioni
,
sono
essi
stessi
privi
di
libertà
,
non
possono
curare
gli
interessi
del
popolo
,
divengono
gli
schiavi
di
un
furbo
ministro
,
il
quale
è
protetto
dal
misterioso
potere
settario
.
Gli
elettori
che
non
hanno
potuto
eleggere
liberamente
il
deputato
,
che
sono
stati
sopraffatti
dalle
influenze
di
chi
ha
il
potere
,
dai
raggiri
di
chi
vi
agogna
,
dal
danaro
o
nazionale
o
straniero
,
si
trovano
poi
di
aver
tessuto
a
se
stessi
la
camicia
di
forza
che
li
opprime
.
Gli
elettori
capiscono
poi
che
si
sono
preparati
essi
stessi
la
corda
che
li
strangola
.
I
loro
deputati
,
che
sono
deputati
di
tutt
'
altro
che
del
paese
,
se
ne
infischiano
degli
elettori
e
del
paese
.
Grandeggiano
,
servono
,
votano
,
fanno
affari
,
e
avanti
;
Codici
,
Opere
Pie
,
leggi
di
polizia
,
spese
pazze
,
tasse
enormi
,
scorticanti
,
misure
capricciose
e
compromettenti
la
pace
e
la
prosperità
del
paese
tutto
approvano
,
tutto
lasciano
passare
.
C
'
è
ancora
bisogno
di
raccomandare
la
astensione
?
I
liberali
,
i
massoni
,
i
scorticatori
nemici
d
'
Italia
,
colle
armi
e
coll
'
oro
straniero
,
colla
menzogna
e
colla
violenza
,
hanno
costituito
un
impianto
di
cose
che
giovano
a
loro
soltanto
,
non
permettono
di
reagire
efficacemente
.
Essi
hanno
organizzato
la
tirannia
,
e
in
modo
che
a
volerli
noi
combattere
coi
mezzi
che
essi
hanno
introdotti
come
organismo
e
esercizio
di
vita
politica
,
noi
dovremmo
rinunziare
alla
coscienza
nostra
.
Hanno
messo
in
terra
le
croci
colla
immagine
di
Gesù
Cristo
onde
se
noi
volessimo
entrare
nel
loro
edificio
parlamentare
fossimo
costretti
a
calpestarle
.
Il
liberalismo
usa
della
armi
che
lo
rendono
insuperabile
nella
sua
cittadella
;
se
noi
diamo
mano
a
tali
armi
,
se
prendiamo
parte
al
lavoro
parlamentare
,
noi
feriamo
noi
stessi
.
Non
ci
rimane
che
l
'
astensione
;
cavar
sangue
ai
partiti
liberali
,
renderli
anemici
,
isolarli
,
costringerli
a
riconoscere
che
devono
cessare
dalla
ingiustizia
che
essi
hanno
eretta
a
sistema
di
pubblica
vita
.
Quindi
l
'
astensione
.
Non
si
dica
che
noi
confessiamo
impotenza
.
Gli
inviti
dei
liberali
speranzosi
di
aiuto
nostro
,
le
loro
sollecitazioni
,
gli
inganni
,
il
ricorso
agli
Abbati
,
i
sofismi
e
le
citazioni
del
Vangelo
e
dei
Teologi
,
per
indurci
a
votare
,
dimostrano
che
impotenti
come
non
siamo
così
non
siamo
tenuti
.
Ma
vi
sono
momenti
critici
nella
storia
dei
popoli
;
vi
sono
aberrazioni
che
sovvertono
l
'
andamento
delle
cose
;
talvolta
il
fango
sale
in
alto
.
Ci
troviamo
in
uno
di
questi
momenti
,
e
il
fango
precipiterà
nelle
cloache
se
noi
non
lo
sosterremo
.
Astensione
,
dunque
;
non
lo
sosteniamo
il
fango
;
che
il
fango
precipiti
.
Astensione
.
I
moderati
non
esistono
più
.
Il
cielo
ha
permesso
che
fossero
fulminati
.
Lo
meritarono
.
Non
votiamo
dunque
pei
moderati
.
Erano
i
seminatori
della
zizzania
nel
campo
italiano
,
l
'
inimicus
homo
,
il
fariseismo
,
la
turpe
ipocrisia
.
Astensione
.
Stanno
in
lotta
crispini
e
radicali
;
sono
le
due
schiere
che
si
contendono
il
potere
.
Voterete
le
liste
dei
crispini
?
Voterete
le
liste
dei
radicali
?
Se
vi
ha
alcuno
che
odia
la
patria
,
che
vuol
condurre
alla
estrema
rovina
questa
cara
Italia
,
vada
,
ineffabile
parricida
,
a
votare
per
i
moderati
crispini
o
per
i
radicali
.
Vada
;
ma
il
sangue
della
madre
gli
arrosserà
di
macchia
incancellabile
la
mano
.
Il
voto
alle
urne
elettorali
,
dopoché
conosciamo
i
propositi
dei
crispini
e
dei
radicali
,
propositi
sciagurati
in
politica
,
economia
,
religione
,
scienza
,
morale
,
equivale
a
metter
in
mano
il
pugnale
ai
briganti
.
Astensione
.
Astensione
pensata
,
astensione
di
programma
,
astensione
che
sia
cognizione
di
ciò
che
essa
è
,
cioè
un
atto
positivo
contro
il
sistema
tirannico
che
impedisce
l
'
esercizio
della
libertà
,
contro
la
nimistà
dello
stato
ateo
verso
la
Chiesa
,
contro
il
depauperamento
del
paese
.
Astensione
per
contarci
,
reggimentarci
,
prepararci
a
qualunque
lavoro
futuro
contro
la
ignominia
settaria
che
ci
opprime
e
ci
dissangua
.
Astensione
attiva
e
sapiente
.
Formiamolo
questo
esercito
di
astensionisti
amanti
sinceri
del
bene
del
paese
indivisibile
dal
benessere
della
Religione
;
la
bufera
liberale
che
imperversa
rendiamola
maledetta
dai
cittadini
che
hanno
senno
e
cuore
;
a
vessilli
spiegati
i
cattolici
italiani
saliranno
a
proclamare
la
salvezza
compiuta
della
Religione
e
della
patria
.
Astensione
.
StampaQuotidiana ,
Molti
giornali
trattano
dell
'
«
Osservatore
Cattolico
»
e
gli
attribuiscono
,
in
riguardo
alle
elezioni
amministrative
,
propositi
e
fatti
che
non
sussistono
.
In
tesi
generale
,
l
'
«
Osservatore
Cattolico
»
propugna
la
partecipazione
dei
cattolici
alle
elezioni
amministrative
in
modo
da
costituire
consigli
onesti
e
rispettosi
della
Religione
e
della
libertà
dei
credenti
.
Riconosce
l
'
«
Osservatore
»
che
in
moltissimi
comuni
possono
darsi
persone
appartenenti
a
varie
scuole
e
partiti
,
le
quali
diano
bastevoli
garanzie
di
non
contrariare
gli
interessi
morali
e
religiosi
,
e
non
manomettere
gli
economici
,
così
da
poterle
eleggere
.
Nel
caso
particolare
di
Milano
,
l
'
«
Osservatore
Cattolico
»
ha
lavorato
e
lavora
,
per
costituire
le
forze
cattoliche
con
bandiera
cattolica
,
ossia
per
costituire
i
cattolici
in
numeroso
e
forte
esercito
che
operi
da
sé
e
rechi
il
suo
concorso
a
procurare
il
massimo
bene
religioso
,
morale
,
materiale
alla
città
.
Questo
è
sempre
il
desideratum
nostro
e
a
questo
tendiamo
costanti
.
Per
raggiungere
lo
scopo
l
'
«
Osservatore
»
nel
1889
alle
elezioni
generali
combatté
e
disperse
quelli
che
invitavano
i
cattolici
a
entrare
nell
'
ambiente
segnato
dal
partito
moderato
;
poiché
ne
sarebbe
derivato
l
'
assorbimento
da
parte
dei
moderati
delle
forze
nostre
,
e
noi
avremmo
contribuito
a
tener
vivo
un
partito
odioso
e
esiziale
.
Negli
anni
successivi
al
1889
dopo
la
costituzione
della
Associazione
di
Elettori
cattolici
,
divenuta
potentissima
,
abbiamo
stabilito
come
base
della
condotta
nostra
:
I
.
L
'
«
Osservatore
Cattolico
»
propugnerà
quella
lista
di
candidati
al
consiglio
comunale
che
gli
verrà
presentata
dalle
associazioni
che
in
Milano
sono
incaricate
di
trattare
delle
elezioni
amministrative
.
II
.
L
'
«
Osservatore
Cattolico
»
non
entra
a
formare
le
liste
;
nel
caso
di
divergenza
tra
le
Associazioni
,
preferirà
l
'
Associazione
di
Elettori
cattolici
;
si
mantiene
però
sempre
libero
pei
suoi
giudizi
e
nella
sua
condotta
.
Ora
in
questo
anno
1895
noi
non
decampiamo
da
quanto
abbiamo
stabilito
,
detto
,
fatto
,
in
passato
.
Si
capisce
che
noi
ci
siamo
tracciata
la
nostra
linea
di
condotta
avendo
innanzi
de
ipotesi
che
la
lista
possa
essere
o
pura
cattolica
e
quanto
ai
nomi
e
in
quanto
la
lista
sia
fatta
dalle
commissioni
cattoliche
,
sebbene
recanti
anche
nomi
non
cattolici
come
nello
scorso
anno
,
1894;
o
lista
cattolica
solo
nel
senso
che
sia
lista
fatta
dalle
associazioni
cattoliche
,
e
non
nei
singoli
nomi
come
nel
1893
.
Nell
'
un
anno
e
nell
'
altro
l
'
«
Osservatore
»
,
fedele
a
se
stesso
,
ha
accettato
le
liste
,
quantunque
non
messe
insieme
con
uguali
criteri
;
le
ha
accettate
perché
non
contrariavano
,
anzi
assecondavano
il
raggiungimento
dello
scopo
supremo
,
la
fondazione
,
cioè
,
delle
forze
cattoliche
in
esercito
ordinato
.
L
'
«
Osservatore
Cattolico
»
non
abbandona
questa
linea
.
Noi
attendiamo
di
conoscere
le
liste
;
le
accetteremo
,
come
nel
1893
,
anche
se
ci
costerà
sacrificio
,
specialmente
in
vista
della
coalizione
massonica
-
radicale
-
socialista
;
ma
il
sacrificio
non
sarà
mai
né
de
'
nostri
principii
,
né
del
nostro
alto
ideale
,
la
costituzione
delle
forze
cattoliche
pure
e
scevre
di
mescolanze
liberali
.
Abbiamo
fiducia
nelle
Commissioni
delle
due
associazioni
elettorali
,
quella
dei
Conservatori
e
quella
degli
elettori
cattolici
;
esse
ci
daranno
,
crediamo
,
una
lista
la
quale
potrà
recare
anche
dei
nomi
di
liberali
,
ma
ben
distinti
e
senza
confusioni
di
idee
e
di
partiti
.
Che
se
,
come
suppone
la
«
Gazzetta
di
Parma
»
,
si
venisse
ad
accordi
guidati
dal
concetto
che
qualunquesiasi
dei
partiti
liberali
possa
essere
affine
al
partito
,
per
dir
così
cattolico
,
noi
useremmo
della
libertà
nostra
per
mettere
in
salvo
coscienza
e
onore
.
La
«
Gazzetta
di
Parma
»
parla
di
accordi
del
marchese
Cornaggia
,
Presidente
del
Comitato
conservatore
,
con
rappresentanti
dei
moderati
.
Noi
possiamo
contrattare
hic
et
nunc
,
in
caso
speciale
,
in
vista
di
un
male
che
preme
a
tutti
evitare
,
ma
accordi
e
confusione
non
ci
possono
essere
tra
i
cattolici
e
i
moderati
,
poiché
questi
in
teoria
e
nel
fatto
sono
la
negazione
del
cattolicismo
,
la
più
rea
perché
la
più
ipocrita
negazione
.
Il
marchese
Cornaggia
avrà
dunque
agito
per
conto
suo
,
se
è
vero
quello
che
narra
il
citato
giornale
.
Egli
sa
che
i
cattolici
gli
risponderebbero
come
nel
1889
,
dissipando
ogni
accordo
che
tendesse
a
conglutinare
cattolici
con
altri
per
farne
un
partito
unico
.
Ma
,
come
abbiamo
detto
,
prepariamoci
a
votare
compatti
e
numerosi
;
le
Commissioni
cattoliche
non
ci
chiederanno
nulla
che
non
sia
secondo
la
nostra
coscienza
e
il
nostro
decoro
,
o
che
ci
allontani
sia
dal
fine
ultimo
per
cui
lavoriamo
che
è
di
formare
l
'
esercito
cattolico
,
che
dal
fine
prossimo
che
è
di
proteggere
gli
interessi
della
città
in
Consiglio
Comunale
in
quella
misura
che
ci
è
possibile
attualmente
facendo
entrare
nel
Consiglio
stesso
un
certo
numero
dei
nostri
;
i
quali
nostri
si
impegnino
a
agire
come
cattolici
in
Consiglio
e
non
come
ligi
sistematicamente
ad
altro
qualsivoglia
partito
.
StampaQuotidiana ,
Una
cosa
notevole
e
buona
è
questa
:
i
caporioni
fanno
il
diavolo
a
quattro
da
un
capo
all
'
altro
d
'
Italia
,
e
il
popolo
,
meno
gli
interessati
pochini
anche
questi
non
si
move
.
Se
ci
fosse
nella
popolazione
la
fedele
ripercussione
del
chiasso
che
menano
i
sobillatori
politici
,
avremmo
l
'
Italia
in
fiamme
.
Invece
,
tutto
è
in
silenzio
.
Domenica
andranno
a
votare
i
soliti
che
non
possono
o
non
sanno
esimersi
,
e
anche
non
conoscono
il
dovere
di
esimersi
da
un
atto
che
,
nelle
condizioni
attuali
,
da
una
parte
è
ridicolo
,
dall
'
altra
è
un
parricidio
,
inquantoché
lo
si
dice
esercizio
di
sovranità
ed
è
l
'
abdicazione
della
sovranità
in
mano
di
alcuni
dei
più
audaci
liberali
.
Se
la
apatia
generale
fosse
conseguenza
di
poltroneria
o
di
incapacità
di
assorgere
alla
visione
dei
massimi
interessi
dei
paese
sarebbe
a
dolersene
.
Ma
la
indifferenza
è
solo
apparente
;
la
quiete
è
una
convinzione
profonda
,
un
proposito
fermo
e
sereno
,
una
minaccia
sdegnosa
,
una
seria
preparazione
.
Vi
ha
la
convinzione
che
il
male
in
Italia
ha
la
radice
nell
'
organismo
stesso
dello
Stato
;
nessuna
speranza
rifulge
di
possibile
risanamento
se
si
bada
agli
atti
singoli
o
agli
individui
.
Si
è
costituita
una
condizione
di
cose
sulla
negazione
di
ciò
che
dovrebbe
esserne
la
base
e
il
fondamento
.
Ciò
è
sentito
:
ne
nasce
il
proposito
di
non
concorrere
a
sostenere
l
'
assurdo
,
e
di
prepararsi
al
lavoro
di
ricostruzione
che
seguirà
l
'
esito
ultimo
della
prova
che
il
liberalismo
sta
facendo
n
Italia
.
È
l
'
avvenire
che
gl
'
Italiani
preparano
:
i
liberali
si
demoliranno
,
non
possono
sussistere
,
hanno
dentro
di
sé
la
ragione
della
loro
decomposizione
.
Lo
sfacelo
del
liberalismo
sarà
la
risurrezione
dell
'
Italia
e
degli
italiani
.
Dalla
radice
,
dagli
organi
vitali
si
incomincierà
il
risanamento
.
Il
divieto
pontificio
è
provvidenziale
anche
per
questo
riguardo
che
raccoglie
intorno
al
Papa
,
il
benefattore
storico
l
'
Italia
,
gli
elettori
e
fa
che
la
astensione
sia
una
positiva
opera
di
organizzazione
delle
forze
cattoliche
e
anti
-
liberali
,
otto
un
capo
,
con
un
programma
e
uno
scopo
,
di
contro
il
nemico
della
religione
e
del
paese
.
Cattolici
,
sentiamo
la
gravità
del
momento
e
prevediamo
che
dovremo
sobbarcarci
ad
un
lavoro
ben
arduo
.
Ma
sarà
un
lavoro
amato
,
poiché
sarà
lavoro
di
riparazione
delle
sciagure
che
il
liberalismo
,
il
satanico
delinquente
,
ha
adunato
sulla
patria
nostra
.
Facciamoci
degni
di
divenire
nelle
mani
di
Dio
strumenti
efficaci
di
salute
e
di
prosperità
d
'
Italia
.
Noi
dobbiamo
più
e
più
raccoglierci
attorno
al
Pontefice
,
allontanarci
dal
liberalismo
e
formare
le
falangi
salvatrici
.
Alla
vigilia
delle
elezioni
politiche
ci
stia
innanzi
il
nostro
dovere
:
se
desideriamo
libera
la
Religione
,
indipendente
il
Papato
,
grande
la
patria
e
atterrato
il
nemico
comune
,
il
liberalismo
,
che
ci
ha
dato
schiavitù
,
miseria
,
ladri
,
deplorati
;
se
desideriamo
mettere
assieme
l
'
esercito
dei
liberatori
del
paese
dal
brigantaggio
liberalesco
obbediamo
al
Papa
,
non
andiamo
alle
urne
.
StampaQuotidiana ,
Oggidì
plebeo
suona
quasi
sinonimo
a
triviale
.
Ma
questo
senso
male
attaccato
a
tal
voce
sparirà
quando
gli
uomini
apprenderanno
a
rispettare
i
più
poveri
...
ad
amarli
e
temerli
come
una
grande
potenza
,
la
più
grande
di
tutte
.
N
.
Tommaseo
Noi
ci
crediamo
,
anzi
ci
vantiamo
plebe
.
È
questa
una
frase
del
nostro
manifesto
del
2
Giugno
u.s.
,
che
ha
sollevata
una
vera
tempesta
di
fischi
,
di
urli
e
...
accenti
d
'
ira
,
Voci
alte
e
fioche
e
suon
di
man
con
elle
.
Tutti
coloro
,
che
fanno
consistere
l
'
ordine
nel
soddisfacimento
delle
loro
esigenze
;
gli
arguti
trovatori
dei
sofismi
della
viltà
;
i
conciliatori
insensati
degli
agnelli
e
dei
lupi
;
i
partigiani
del
lascia
fare
;
gli
egoisti
,
i
preti
,
le
beghine
,
ci
furono
sopra
.
Potremmo
rispondere
facendo
un
po
'
di
etimologia
,
e
ricordando
come
i
latini
ed
anche
alcuni
classici
italiani
chiamassero
plebei
puramente
i
non
nobili
.
Amiamo
invece
dichiarare
ricisamente
che
noi
ci
crediamo
plebe
perché
per
questa
intendiamo
la
gran
massa
dei
diseredati
,
iloti
in
Grecia
,
cose
a
Roma
,
proletari
ovunque
,
la
quale
fra
noi
non
avendo
diritti
politici
o
di
questi
non
altro
che
l
'
ombra
,
non
può
chiamarsi
libera
,
populus
.
Ci
vantiamo
poi
plebe
perché
tra
coloro
che
soffrono
,
e
sudano
per
guadagnarsi
tanto
che
basti
per
trascinare
una
vita
angustiata
,
spregiata
,
infelicissima
,
e
morire
forse
in
un
ospizio
,
senza
il
bacio
dei
parenti
,
senz
'
altro
conforto
che
il
brontolio
del
prete
;
tra
coloro
che
sono
trattati
come
macchine
o
giumenti
e
coloro
che
fruiscono
delle
loro
sofferenze
,
li
avviliscono
,
li
derubano
,
li
calpestano
,
preferiamo
essere
coi
primi
.
E
questo
non
già
per
una
miserabile
rassegnazione
,
ma
perché
speriamo
di
educarla
,
questa
plebe
,
di
renderla
edotta
dei
proprii
doveri
e
diritti
,
di
spronarla
a
scuotere
i
gioghi
,
che
la
opprimono
,
e
,
scossili
,
vederla
camminare
irremissibilmente
,
imperterrita
,
verso
quell
'
età
aurea
,
che
posta
da
una
cieca
tradizione
nel
passato
,
sta
invece
dinanzi
a
noi
.