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StampaQuotidiana ,
La lettera circolare dell ' Eminentissimo cardinale Rampolla Segretario di stato di Sua Santità , da noi ieri integralmente pubblicata , è di una gravità che a nessuno dei nostri lettori può essere sfuggita . Versavamo tra gli equivoci ; sebbene il Santo Padre non avesse mai dato occasione a fraintendere i suoi propositi , e in ogni circostanza venisse a confermare per una parte il desiderio di pace in Italia , per l ' altra stabilisse come base della pace il rispetto al diritto e la giustizia vi ebbero e vi hanno persone che insistono per ottenere una conciliazione che sia la dedizione del Papa e dei cattolici in mano della rivoluzione , non implichi nessuna riparazione da parte dei liberali , e sono giunti a tanta audacia da voler estendere la opinione che il Papa stesso di questa guisa la pensi e a questo scopo intenda . Si è ben visto quali effetti disastrosi veniva producendo l ' equivoco creato e mantenuto dai clerico - liberali , dai conciliatori , dai rosminiani , dai passagliani . In giornaletti di provincia pieni di livore e scarsi di criterio , in opuscoletti che attribuivansi a un Vescovo italiano , in libri , in documenti solenni , in discorsi pubblici e privati , si sono venuti oltraggiando i cattolici come se osteggiassero le idee del Papa ; dall ' oltraggio scritto si passò alle persecuzioni ; la setta conciliatrice credette ultimamente di poter fare il colpo decisivo , e il processo che all ' « Osservatore » intentò l ' ab . Stoppani , fu il risultato di un accordo convenuto tra i caporioni dei conciliatori . La dichiarazione della Santa Sede intorno alle dottrine e ai principii cattolici inappuntabili dell ' « Osservatore » , e la dichiarazione della sentenza del tribunale intorno al passaglianismo inappuntabile dell ' abate le fiere affermazioni di Crispi e il telegramma del re al Patriarca di Venezia la Lettera circolare dell 'E.mo Rampolla hanno sventato tutte le combriccole conciliatrici , hanno rotto l ' equivoco scandaloso , hanno illuminato le intelligenze rette che volevansi ottenebrate e fuorviate . Come il Santo Padre , così i cattolici tutti sospiriamo la pace , aneliamo alla cessazione del dissidio che la setta liberale mantiene vivo contro la Santa Sede e contro la coscienza cattolica ma col Papa i cattolici tutti intendono che il diritto e la giustizia siano il fondamento della pace , intendono che siano riparate le offese fatte alla Religione e al suo Augusto Capo , intendono che il Vicario di Cristo sia rispettato in tali condizioni di libertà e indipendenza , quali Egli stesso determina . Il Cardinale Segretario di Leone XIII non ha soltanto invocato la giustizia , ma domanda in nome di Dio la riparazione delle ingiustizie : egli pone i diritti temporali del Papato come intangibili , e non fa mistero di nulla , ma rivendica la sovranità effettiva del Papa . E a questo modo che l ' equivoco dei conciliatori e dei transigenti viene stritolato . I cattolici sanno una volta più per quale via devono camminare per ottenere che si abbraccino e bacino in fronte la giustizia e la pace . Vediamo tutto il giornalismo liberale abbandonarsi ai commenti della Lettera Circolare del Cardinale Rampolla . Il giornalismo liberale si presenta come disingannato da quella magnifica Circolare : dichiara che è lieto di essere stato officialmente disingannato . Chiaramente si scorge che il giornalismo liberale si era fisso in mente che la pace il Papa volesse approvando e sanzionando tutti i misfatti della rivoluzione , accettandone e santificandone lo spirito animatore . In questo inganno il giornalismo liberale è caduto per l ' opera principalmente dei cosidetti cattolici transigenti , i quali gonfiarono di ree speranze il petto dei liberali in un tradimento da parte del Papa , e in tali speranze resero ostinati i liberali stessi . Si dichiarano ora disingannati . Sta bene . Se amano la patria , se la vogliono prospera e felice , potranno adoperarsi a condurre nel paese , che essi infestano e disordinano , la pace , partendo dal punto stabilito dal Papa ; a questo modo non si inganneranno . Di fronte ai transigenti e passagliani e rosminiani e clerico - liberali che crearono e coltivarono l ' equivoco disastroso , ora sfatato , e resero baldanzosi i liberali e ostinati nell ' ingiustizia , mentre oltraggiavano i cattolici ; di fronte ai liberali che pensavano di venire benedetti nei loro ladroneggi e nei loro propositi antireligiosi dal Papa , e in tale inganno sognavano conciliazione che facesse il Papa complice dei loro delitti è ben consolante l ' additare la bandiera combattuta , colpita , ma immacolata , che « L ' Osservatore » ha sempre tenuta sollevata nel momento stesso delle trepidanze e delle viltà ; sulla nostra bandiera stampiamo la lettera circolare del Card . Rampolla e la sentenza del tribunale , una medaglia d ' onore , una palla di piombo impotente . I nostri amici comprendono che le amarezze della lotta sono in noi compensate ad esuberanza dal poter ripetere : fummo e siamo nel vero .
StampaQuotidiana ,
La stampa liberale , non potendo negare l ' attività colla quale i cattolici , sull ' esempio del Papa , del Card . Manning , di altri egregi Prelati e ottimi laici , si danno allo studio ed alla soluzione delle questioni sociali , tenta di screditare questo generoso movimento col chiamarlo socialismo cristiano . Noi non abbiamo paura delle parole , essendo nostra abitudine sviscerarle e anatomizzarle per verificare diligentemente che cosa contengono . Se per socialismo si vuol intendere lo studio delle leggi costitutive della società , dei mezzi di perfezionarla , di svilupparvi l ' ordine , la prosperità , la pace , il progresso , non proviamo nessuna difficoltà a dichiararci socialisti , specie se si vuol ammettere che il perno di questo socialismo pacifico è il Vangelo . Ma per chiunque vuol essere di buona fede tale non è l ' accezione generalmente attribuita alla parola socialismo nella polemica contemporanea . La scuola socialista , quale si definisce essa stessa colle sue dottrine e co ' suoi atti , ha per iscopo la distruzione dell ' ordine sociale attuale nella sua costituzione d ' origine , basato sulla religione , sulla famiglia e sulla proprietà . Certo possono esistere gradazioni nell ' espressione di questa ostilità radicale . Alcuni socialisti assalgono di preferenza una base sociale piuttosto che un ' altra ; questi stanno per la propaganda pacifica , quelli invece non vedono che i mezzi violenti . Però son tutti d ' accordo sullo scopo finale della loro azione e sulla necessità di far tabula rasa dell ' ordinamento attuale . Ciò stabilito , è chiaro all ' evidenza che fra cristianesimo e socialismo non è possibile nessuna affinità . Il cristianesimo è la religione , e il socialismo è l ' irreligione . Il cristianesimo sancisce l ' unità e la perpetuità della famiglia ; il socialismo ne cerca la distruzione . Il cristianesimo afferma il diritto di proprietà ; il socialismo ne reclama l ' abolizione . Se volessimo cercare la figliazione logica e storica del partito socialista , dovremmo cercarla piuttosto nel campo liberale . Il liberalismo è anch ' esso il libero pensiero ; il liberalismo ha inferto gravi colpi al principio sacro dell ' indissolubilità del matrimonio ; il liberalismo , finalmente , è matricolato nell ' arte delle revisioni testamentarie e delle confische legali , e generalmente trova inviolabile la proprietà in un caso solo , quando il proprietario è desso . Sotto un altro aspetto si può dire che il socialismo , anche moderato , il socialismo della cattedra , come lo chiamano gli economisti tedeschi , si caratterizza da una estensione in certo modo illimitata delle attribuzioni dello Stato . Ora , sotto questo punto , i cattolici , pur ammettendo che lo Stato possa equamente intervenire a proteggere diritti ed interessi troppo deboli per difendersi da se medesimi , si mostrano dappertutto e sempre ostili ad un ' azione legislativa o imperativa della ripartizione cosiddetta naturale della ricchezza . Ebbene ! ancor una volta , è da questo che si conosce il socialismo , ed è anche per questo ch ' esso troverà sempre il cattolicismo attraversargli la strada per difendere in pari tempo i principii della conservazione sociale e le mozioni della libertà vera . Ecco che cosa ci preme dire per evitare i malintesi , e principalmente per illuminare il pubblico , sì facile a lasciarsi illudere dalla fraseologia del giornalismo e dal lecco delle parole , sulla vera natura del movimento che nel cattolicismo si manifesta universalmente a favore delle classi popolari e lavoratrici . Per non essere socialista non si dev ' essere egoista , né mostrarsi indifferente alle questioni che si agitano , ai pericoli che sovrastanno , e ripetere la stupida frase di Luigi XV : « La durerà quanto noi ! » Invece è dovere ed onore dei cristiani degni di questo nome interessarsi a sì gravi problemi e additarne il solo scioglimento compatibile colla ragione e colla giustizia . Tanto è ridicolo chiamar socialisti essi perché s ' interessano a pro del popolo quanto lo è chiamar malato il medico perché siede al capezzale de ' suoi infermi . La vera maniera di combattere il socialismo non è di lasciargli la briglia sul collo , secondo la vecchia massima della scuola di Manchester : anzi è di dare soddisfazione alle lagnanze ed alle aspirazioni legittime su cui esso specola , per poter meglio essere in grado d ' acchetare gli odii ch ' esso rimescola e di combattere quelli ch ' esso diffonde . Ancor una volta , ci voleva questa dichiarazione per togliere di mezzo ogni equivoco e per dissipare i malintesi che il liberalismo cerca troppo spesso di suscitare . Gli uomini intelligenti e onesti capiranno ; quanto agli altri bisognerà rassegnarsi a far a meno della loro approvazione .
StampaQuotidiana ,
L ' avere noi detto , non una sola , ma più volte che non tutto nel socialismo è errore , non tutto nel socialismo è pretesa infondata , e l ' essere noi cristiani cattolici , può aver contribuito a far credere ai nostri lettori che ci sia del vero in quello che è stato proclamato in questi giorni : « Il socialismo cristiano dell ' Osservatore Cattolico » . D ' altra parte l ' essersi veduto in Germania il Vescovo Ketteler e il canonico Moufang fra i cattolici , e il pastore Todt e il cappellano di corte Stöcker fra i protestanti , occuparsi attivamente e con adunanze e con scritti e con istituzioni delle questioni operaie e sociali fece credere che esistesse quello che , nella supposizione della sua esistenza , fu detto « socialismo cristiano » . Ora , che nelle idee socialistiche si trovino anche delle verità e non tutto sia errore , vi si trovino dei punti di diritto e non tutto sia pretesa infondata , questo è innegabile . Quando il Lassalle , p.e. , che passa per il creatore scientifico del socialismo pratico in Germania , dice nel suo « Programma della classe lavoratrice » che l ' idea nutrita e accampata da questa classe implica che ogni uomo abbia diritto ad un « menschen würdiges Dasein » , ad una esistenza degna del suo destino morale , e che lo Stato sia obbligato a tenere questo concetto come norma direttiva della sua opera legislativa ed esecutiva , è impossibile negare che « per se stessa » questa aspirazione a tale esistenza e questo postulato che lo Stato concorra a provvedervi sia una buona idea e una pretesa tutt ' altro che infondata . Quando i socialisti rinfacciano al Thiers e al Bastiat , oppositori del socialismo tutti e due , quantunque il primo protezionista e il secondo libero - scambista , che essi pure credono ed ammettono che il lavoro sia il solo terreno sul quale possa essere basato il diritto della proprietà individuale , i socialisti « in linea di fatto » dicono propriamente una verità . Thiers e Bastiat effettivamente dicono così . Avranno torto o no tutti e due insieme e con loro i socialisti , « in linea di diritto » ; questa è un ' altra questione : ma essi dicono così , e il fatto è questo , e nel fatto i socialisti hanno ragione . D ' altra parte è verissimo che p.e. il Vescovo Ketteler nel suo opuscolo Die Arbeiter frage und das Christenthum , La questione operaia e il cristianesimo , pubblicato nel 1864 , dice che considera di sua competenza la questione operaia e come cristiano e come vescovo : come cristiano , perché Cristo , Redentore del mondo , cerca non solo di salvare le anime degli uomini , ma anche di addolcire le loro pene e render meno grave il loro stato : come vescovo , perché la Chiesa aveva imposto a lui in conformità del suo antico costume « di essere , in nome di Dio , amorevole e misericordioso coi poveri e coi raminghi , nonché con tutti quelli che per qualsiasi ragione si trovano in miseria » . Tutto questo va benissimo . Ma da tutto questo risulta egli che vi sia un socialismo cristiano e che quelli dell ' « Osservatore » siano i socialisti dell ' « Osservatore Cattolico » ? La cosa è tutt ' altra , ed è semplicemente questa , che la Chiesa , cristiana , tanto la cattolica quanto la protestante , si è interessata della questione sociale , ma non si è fatta mai socialista . L ' ha creduta , ed a tutta ragione , di sua competenza , come già la questione della schiavitù , ma non si è fatta mai socialista , e non v ' ha nessun socialismo cristiano , come non v ' ha nessuna Chiesa che si sia sostituita agli antichi padroni nel diventar essa in loro luogo proprietaria degli schiavi . La Chiesa , e la vera Chiesa , la cattolica , non è né socialismo né socialista , perché è libertà in nome di Dio e secondo la definizione che ne dà Leone XIII nella sua Enciclica Libertas . La cosa è semplicemente che quelli dell ' « Osservatore Cattolico » non hanno mai predicato il socialismo ; ma hanno sempre detto , prima che lo dicesse l ' altro ieri l ' on . Colombo , ai moderati , a tutti i liberali : « Badate , i grandi problemi sociali vanno studiati ; badate , i socialisti dicono delle grandi ragioni specialmente contro di voi , sostenute dalla logica che deriva inesorabilmente dai vostri principii liberali le loro conclusioni ; badate che col fuoco non si scherza , tanto più che chi lo ha acceso siete voi liberali , non noi dell ' « Osservatore » , badate che non si possono prendere così alla leggera queste tremende questioni , e forse non siete più in tempo a fare quello che avreste dovuto già aver fatto ; badate , che non tutto è errore nel socialismo , che non tutto è pretesa infondata » . Così abbiam sempre detto noi . Ma questo è predicar socialismo ? È essere socialisti ? Allora era socialista anche tanti anni fa il famoso economista sperimentatore e proprietario feudale Thuenen , perché profetava , fin da quando in Germania non si parlava neppure di socialismo , che « allorquando la moderna classe lavoratrice comincerà a muovere la domanda : quali sono i salarii naturali ? potrà scatenarsi una rivoluzione tale da ridurre l ' Europa allo stato di barbarie » . Ma allora uno dei primi socialisti era il Manzoni che nel suo romanzo e non si dica « ma questo era romanzo » poiché il Lassalle la sua propaganda sociale la fece anche pubblicando e diffondendo dei romanzi dello Schweitzer nel suo romanzo i Promessi Sposi fa precisamente una questione sociale in tutta forma e completezza , mettendo dall ' un lato gli oppressi difesi dalla Chiesa contro ( dall ' altro lato ) i Don Rodrighi , i Conti Zio , gli Azzeccagarbugli , i Conti Attilio , i Don Abbondio , cioè tutte le classi dirigenti nelle loro varie gradazioni di oppressione , dal prepotente moderato e radicale al conciliatore , transigente e mancante al suo dovere per paura . Del resto , è propriamente nella natura del socialismo che sta l ' impossibilità essenziale di un socialismo cristiano e che la Chiesa cattolica sia socialista . La Chiesa è la Chiesa , il cristianesimo è il cristianesimo , e il socialismo è il socialismo . Il Vescovo Ketteler diceva bensì che come cristiano e come Vescovo era di sua competenza la questione operaia ; ma non si dichiarava socialista per questo , anzi dal solo titolo La questione operaia e il cristianesimo si vede che l ' opuscolo del Vescovo mira a persuadere che il cristianesimo si muova a strappare dalle mani del socialismo e dei socialisti quella gravissima e tremenda questione . Il Rae , nelle notizie che del socialismo dà ai suoi inglesi , dice chiaro : « Il socialismo non ha origine religiosa » . E il Leroy Beaulieu , economista non sospetto di clericalismo al certo , dice nettamente : « Che la prevalenza delle idee socialiste è dovuta in gran parte alla diminuzione della fede religiosa nelle classi operaie » . Difatti : volete vedere scomparire ad un tratto il socialismo e lo spettro rosso della questione sociale ? Fate adempiere regolarmente , cominciando dalle signore classi dirigenti , da tutti i cristiani , uno ad uno , tutti i precetti lasciamo andare i consigli tutti i precetti del cristianesimo , e di socialismo non ne avremo più neppur l ' ombra . Ma questo è impossibile , direte voi . Impossibile o no , non è questa la questione : la questione è che se ciò avvenisse ciò dimostrerebbe quello che è in fatto che l ' essenza del cristianesimo è diametralmente opposta e sterminatrice dell ' essenza del socialismo ; e che quindi socialismo cristiano non v ' ha e non ve ne può essere ; e che quindi è un errore il modo di dire socialismo cristiano originato dall ' interesse che hanno preso nella questione i cristiani di Germania , e , per quello che riguarda noi dell ' « Osservatore » , è una castroneria madornale degna di un deputato liberale - moderato quella dell ' on . Colombo di aver detto : I socialisti , o il socialismo cristiano che sia , dell ' « Osservatore Cattolico » . L ' essenza del socialismo è la negazione della proprietà nel senso in cui la proprietà è intesa dal cristianesimo . E tale è la sua essenza , ad onta che il Lassalle si sforzi di definire il socialismo : una distribuzione della proprietà per le vie sociali . Col che egli parrebbe ammettere , contro il Proudhon , che la dichiara un furto , la proprietà . Ma l ' ammetta o no , se egli l ' ammette l ' ammette in tutt ' altro senso e natura che non l ' ammetta il cristianesimo . Tanto è vero che anche il Lassalle finisce poco dopo a conchiudere che la proprietà è un furto , non soggettivamente nel senso che i proprietari siano ladri , ma oggettivamente nel senso che è ladro l ' attuale sistema sociale . Dunque che comunanza può essere tra cristianesimo e socialismo ? Più ancora : i socialisti dicono che non vi è se non una sola vita : la presente ; essi vogliono dunque e nell ' ipotesi avrebbero ragione realizzare in quest ' unica vita i loro ideali , e far presto , altrimenti non potrebbero realizzarli giammai . Di qui il libero amore , di qui l ' eccitazione alla crapula , alla sommossa , al saccheggio , a tutti i disordini , per soddisfare le passioni e i brutali appetiti , che , come diceva la « Kölnische Zeitung » all ' imperator Guglielmo , pochi giorni fanno , sono l ' anima del socialismo . Ora , chi non sa che il cristianesimo si fonda tutto sul contrario , su una vita futura e sulla mortificazione e sulla pazienza per l ' acquisto di un ' eterna felicità spirituale e corporale in una vita futura , promessa a tutti gli uomini senza definizione di classi colla sola condizione dell ' adempimento della giustizia sulla passeggiera vita presente ? Vi può essere dunque comunanza qualsiasi fra socialismo e cristianesimo ? È possibile un socialismo cristiano ? Insomma ci fanno perdere il tempo a dimostrare , e nelle angustie di un articolo da giornale , la verità conosciuta . Ed è possibile che si voglia far passare quelli dell ' « Osservatore » quali i socialisti cristiani dell ' « Osservatore Cattolico » ? Sono calunnie dettate dall ' interesse e dall ' odio politico e non altro . Ma sanno , essi i primi , che calunniano . Non calunniamo noi , invece , ma diciamo nulla più che il vero quando diciamo che i socialisti , i padri del socialismo , i quali poi non vogliono riconoscere il figlio , e vogliono applicare contro di lui la legge antichissima romana « monstruosos partus sine fraude coedunto » , sono essi i liberali , siano poi moderati o radicali nulla importa . Essi sono i socialisti . E non solo c ' è un socialismo liberale o un liberalismo socialista , ma per essenza sua e per natura ineluttabile il liberalismo è socialismo . Quando noi ci ostinavamo , come ci ostiniamo , a combattere il Negri perché negatore dell ' assoluto , credete voi che noi sostenessimo cosa di poco momento , che noi non sapessimo quanta importanza socialista si contenesse in questa sua negazione ? Quando noi oggi al Negri aggiungiamo il Colombo , il quale viene anch ' esso da buon collega dell ' Associazione Costituzionale Milanese a suffragare il Negri col riaffermare quella negazione nella sua conferenza di Domenica scorsa , ove dice : Tutto è dubbio , tutto è relativo : credete voi che noi non siamo in diritto di dire al Negri e al Colombo , a questi illusi o finti conservatori liberali : I socialisti siete voi e non noi dell ' « Osservatore Cattolico » ! ? Guardate se non siamo in questo diritto . Il Proudhon , patriarca socialista , in certe sue lettere ch ' egli intitola Philosophie du progrès Programme pubblicate a Bruxelles nel 1860 , dice precisamente così , concludendo quel suo programma : « Tout est fini ! Nous n ' avons de salut que dans l ' innovation et le mouvement . Que celui qui a des oreilles pour entendre entende ! Vous l ' entendez du reste , et mieux que tout autre vous saurez dire au public ce que contiennent ces deux propositions si simples : Affirmation du Progrès : Négation de l ' Absolu » Intendete ? Proposizione semplice la Négation de l ' Absolu : ma Proudhon vi dice che contiene tutto il socialismo . Ed è la proposizione semplice del Negri e del Colombo : di questi socialisti proudhoniani che dicono di noi I socialisti dell ' « Osservatore Cattolico » . E la proposizione semplice di questi due conservatori moderati liberali , pei quali non è un Dio Cristo , ma lo sarà piuttosto Voltaire , con quei suoi due versi : « Il faut un nouveau culte , il faut de nouveaux fers , - Il faut un nouveau dieu pour l ' aveugle univers ! » È la proposizione semplice di questi due liberali moderati , che potranno essere cari al Gruppo Cattolico , ma che sono combattuti quali socialisti dai non socialisti dell ' « Osservatore Cattolico » , perché basta la loro negazione dell ' Assoluto a dirli discepoli di Proudhon , se piuttosto loro non garba di essere detti l ' uno discepolo di Schopenhauer e l ' altro di Renan ; discepoli insomma dei santi padri dell ' anticristianesimo .
I DITTATORI ( - , 1938 )
StampaPeriodica ,
L ' Europa è pressoché quieta e l ' Italia in festa . Giunge a noi il Dittatore germanico : lo accogliamo e lo salutiamo con le promesse dello spirito che si rinfranca nell ' opera di pace iniziata con gli accordi anglo - italiani . Lo festeggiamo pure nell ' aria di un terzo dono delle sacre leggi naturali : l ' Amicizia . In Italia l ' Amicizia è una religione ; la religione di chi ha patito , lottato , trionfato , di chi sa il morso dell ' invidia e prova il lenimento della sicura compagnia . Questa religione scende a noi da una cattedra infallibile : Mussolini . Il Duce ha rinnovato , moralizzato l ' arte politica con la regola dell ' Amicizia , che è la fedeltà all ' onore , alla parola data , alla gratitudine , al carattere , al senso , in breve , del bene comune . La politica così intesa e praticata riesce una nuova cavalleria spirituale ; certo è una rinascenza : sicurissimamente è un mezzo efficace di avvicinamento , di reciproca intesa , di fratellanza tra simili ed affini . Non più calcolo dell ' interesse semplice e composto , essa è il punto fermo della politica estera italiana , ne è l ' attrattiva principale . Non con armi diverse Mussolini poteva accingersi alla riscossa fascista dentro e fuori , al riassestamento europeo che non sarebbe possibile coll ' inimicizia alla base dei rapporti internazionali , alla realizzazione della comunanza tra vecchie e giovani Nazioni . L ' Europa è salva per questa Amicizia , non è finita nella catastrofe per volontà e saggezza di Essa . L ' Amicizia è vita nuova . Rifugge dai disegni sinistri e sa che l ' umanità è nata per salire verso mete che gli antichi dicevano celesti ma noi moderni , uomini della realtà frammentaria , chiameremo press ’ a poco di benessere generale .
ProsaGiuridica ,
VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D ' ITALIA Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato ; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue : CAPO I Del riconoscimento giuridico dei sindacati e dei contratti collettivi di lavoro . Art . 1 Possono essere legalmente riconosciute le associazioni sindacali di datori di lavoro e di lavoratori , intellettuali e manuali , quando dimostrino l ' esistenza delle seguenti condizioni : 1° se si tratta di associazioni di datori di lavoro , che i datori di lavoro iscrittivi , per volontaria adesione , impieghino almeno il decimo dei lavoratori dipendenti da imprese della specie , per cui l ' associazione è costituita , esistenti nella circoscrizione , dove l ' associazione opera ; e , se si tratta di associazioni di lavoratori , che i lavoratori iscrittivi , per volontaria adesione , rappresentino almeno il decimo dei lavoratori della categoria , per cui l ' associazione è costituita , esistenti nella circoscrizione , dove l ' associazione opera ; 2° che , oltre gli scopi di tutela degli interessi economici e morali dei loro soci , le associazioni si propongano di perseguire e perseguano effettivamente scopi di assistenza , di istruzione e di educazione morale e nazionale dei medesimi ; 3° che i dirigenti dell ' associazione diano garanzia di capacità , di moralità e di sicura fede nazionale . Art . 2 Possono essere legalmente riconosciute , quando concorrano le condizioni prescritte dall ' articolo precedente , le associazioni di liberi esercenti un ' arte o una professione . Gli ordini , collegi e associazioni di professionisti liberi esistenti e legalmente riconosciuti , continuano ad essere disciplinati dalle leggi e dai regolamenti vigenti . Tuttavia , con Regio decreto , sentito il Consiglio dei Ministri , tali leggi e regolamenti saranno sottoposti a revisione per coordinarli con le disposizioni della presente legge . Saranno pure sottoposti a revisione , per metterli in armonia con le disposizioni della presente legge , gli statuti delle associazioni di artisti e professionisti erette in ente morale , anteriormente alla pubblicazione della presente legge . Art . 3 Le associazioni di cui ai precedenti articoli , possono comprendere solo datori di lavoro o solo lavoratori . Le associazioni di datori di lavoro e quelle di lavoratori possono essere riunite mediante organi centrali di collegamento con una superiore gerarchia comune , ferma restando sempre la rappresentanza separata dei datori di lavoro e quella dei lavoratori ; e , se le associazioni comprendono più categorie di lavoratori , di ciascuna categoria di questi . Art . 4 Il riconoscimento delle associazioni , di cui ai precedenti articoli , ha luogo per decreto Reale , su proposta del ministro competente , di concerto col ministro dell ' interno , sentito il parere del Consiglio di Stato . Con lo stesso decreto viene approvato lo statuto , che è pubblicato , a spese delle associazioni , nella Gazzetta Ufficiale del Regno . Gli statuti debbono contenere la determinazione precisa degli scopi delle associazioni , del modo di nomina degli organi sociali e le condizioni per l ' ammissione dei soci , fra . le quali la buona condotta politica , dal punto di vista nazionale . Gli statuti possono stabilire l ' organizzazione di scuole professionali , di istituti di assistenza economica e di educazione morale e nazionale , e di istituti aventi per iscopo l ' incremento e il miglioramento della produzione , della cultura o dell ' arte nazionale . Art . 5 Le associazioni legalmente riconosciute hanno personalità giuridica e rappresentano legalmente tutti i datori di lavoro , lavoratori , artisti e professionisti della categoria , per cui sono costituite , vi siano o non vi siano iscritti , nell ' ambito della circoscrizione territoriale , dove operano . Le associazioni legalmente riconosciute hanno facoltà di imporre a tutti i datori di lavoro , lavoratori , artisti e professionisti , che rappresentano , vi siano o non vi siano inscritti , un contributo annuo non superiore per i datori di lavoro , alla retribuzione di una giornata di lavoro per ogni lavoratore impiegato , e , per i lavoratori , artisti e professionisti , alla retribuzione di una giornata di lavoro . Almeno il decimo del provento di tali contributi deve essere annualmente prelevato e devoluto a costituire un fondo patrimoniale avente per iscopo di garantire le obbligazioni assunte dalle associazioni , in dipendenza dei contratti collettivi da esse stipulati , e da amministrarsi secondo le norme stabilite dal regolamento . È fatto obbligo alle ditte di denunciare alle associazioni che le rappresentano , e non più tardi del 31 marzo di ogni anno , il numero dei loro dipendenti . In caso di omessa , falsa o incompleta denunzia , i contravventori sono puniti con la ammenda fino a L . 2000 . Per l ' esazione di tali contributi si applicano le norme stabilite dalle leggi per la riscossione delle imposte comunali ; le quote dei lavoratori sono riscosse mediante ritenute sui salari o stipendi e versate alle casse delle associazioni . Solo i soci regolarmente iscritti partecipano alla attività dell ' associazione e alla elezione o altra forma di nomina degli organi sociali . Solo le associazioni legalmente riconosciute possono designare i rappresentanti dei datori o prenditori di lavoro in tutti i Consigli , enti ed organi , in cui tale rappresentanza sia prevista dalle leggi e dai regolamenti . Art . 6 Possono essere comunali , circondariali , provinciali , regionali , interregionali e nazionali . Possono pure essere legalmente riconosciute , alle condizioni previste dalla presente legge , le federazioni o unioni di più associazioni e le confederazioni di più federazioni . Il riconoscimento di tali federazioni o confederazioni importa di diritto il riconoscimento delle singole associazioni o federazioni aderenti . Alle federazioni o confederazioni spetta il potere disciplinare sulle associazioni aderenti e anche sui singoli parteciptaanti di esse , che viene esercitato nei modi stabiliti dallo statuto . Non può essere riconosciuta legalmente , per ciascuna categoria di datori di lavoro , lavoratori , artisti o professionisti , che una sola associazione . Così pure non può essere riconosciuta legalmente , per la categoria o per le categorie di datori di lavoro o di lavoratori rappresentate , entro i limiti della circoscrizione ad essa assegnata , che una sola federazione o confederazione di datori di lavoro o di lavoratori , o di artisti o professionisti , di cui al comma precedente . Qualora sia riconosciuta una confederazione nazionale per tutte le categorie di datori di lavoro o di lavoratori dell ' agricoltura o dell ' industria o del commercio , oppure per tutte le categorie di artisti ovvero di professionisti , non è ammesso il riconoscimento di federazioni o di associazioni che non facciano parte della confederazione . In nessun caso Possono essere riconosciute associazioni che , senza l ' autorizzazione del Governo , abbiano comunque vincoli di disciplina o di dipendenza con associazioni di carattere internazionale . Art . 7 Ogni associazione deve avere un presidente o segretario che la dirige , la rappresenta ed è responsabile del suo andamento . Il presidente o segretario è nominato od eletto con le norme stabilite dallo statuto . La nomina o la elezione dei presidenti o segretari delle associazioni nazionali , interregionali e regionali non ha effetto , se non è approvata con Regio decreto su proposta del ministro competente , di concerto col ministro dell ' interno . L ' approvazione può essere , in ogni tempo , revocata . La nomina o la elezione dei presidenti o segretari delle associazioni provinciali , circondariali e comunali non ha effetto , se non è approvata con decreto del ministro competente , di concerto col ministro dell ' interno . L ' approvazione può essere , in ogni tempo , revocata . Lo statuto deve stabilire l ' organo a cui spetta il potere disciplinare sui soci e la facoltà di espellere gli indegni per condotta morale e politica . Art . 8 I presidenti o segretari sono coadiuvati da Consigli direttivi eletti dagli iscritti all ' associazione , con le norme stabilite dallo statuto . Le associazioni comunali , circondariali e provinciali sono soggette alla vigilanza del prefetto e alla tutela della Giunta provinciale amministrativa , che la esercitano nei modi e secondo le norme da stabilirsi per regolamento . Le associazioni regionali , interregionali e nazionali sono soggette alla vigilanza e alla tutela del ministro competente . Il ministro competente , di concerto col ministro dell ' interno , può sciogliere i Consigli direttivi delle associazioni e concentrare tutti i poteri nel presidente o segretario per un tempo non superiore ad un anno . Può altresì , nei casi più gravi , affidare l ' amministrazione straordinaria a un suo commissario . Quando si tratta di associazioni aderenti ad una federazione o confederazione , col decreto che riconosce la federazione o confederazione e ne approva lo statuto , può stabilirsi che la vigilanza e la tutela siano esercitate in tutto o in parte dalla federazione o confederazione . Art . 9 Egualmente , quando concorrano gravi motivi , e , in ogni caso , quando vengano meno le condizioni rchieste dai precedenti articoli per il riconoscimento , con decreto Reale , su proposta del ministro competente , di concerto col ministro dell ' interno , sentito il parere del Consiglio di Stato , il riconoscimento può essere revocato . Art . 10 I contratti collettivi di lavoro stipulati dalle associazioni di datori di lavoro , di lavoratori , di artisti e di professionisti legalmente riconosciute , hanno effetto rispetto a tutti i datori di lavoro , i lavoratori , gli artisti e i professionisti della categoria a cui il contratto collettivo si riferisce , e che esse rappresentano , a norma dell ' art . 5 . I contratti collettivi di lavoro debbono essere fatti per iscritto , a pena di nullità . Essi debbono , pure a pena di nullità , contenere la determinazione del tempo , per cui hanno efficacia . Gli organi centrali di collegamento previsti nell ' art . 3 possono stabilire , previo accordo con le rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori , norme generali sulle condizioni del lavoro nelle imprese , a cui si riferiscono Tali norme hanno effetto rispetto a tutti i datori di lavoro e a tutti i lavoratori della categoria , a cui le norme si riferiscono , e che le associazioni collegate rappresentano a termini dell ' art . 5 . Una copia dei contratti collettivi stipulati e delle norme generali stabilite secondo le disposizioni dei commi precedenti deve essere depositata presso la locale prefettura e pubblicata nel foglio degli annunzi della provincia , se si tratta di associazioni comunali , circondariali o provinciali , e depositata presso il Ministero dell ' economia nazionale e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del Regno , se si tratta di associazioni regionali , interregionali o nazionali . I datori di lavoro e i lavoratori , che non osservano i contratti collettivi e le norme generali a cui sono soggetti , sono responsabili civilmente dell ' inadempimento , tanto verso l ' associazione dei datori di lavoro , quanto verso quella dei lavoratori , che hanno stipulato il contratto . Le altre norme relative alla stipulazione ed agli effetti dei contratti collettivi di lavoro saranno emanate per decreto Reale , su proposta del ministro della giustizia . Art . 11 Le norme della presente legge sul riconoscimento giuridico delle associazioni sindacali non si applicano alle associazioni di dipendenti dello Stato , delle provincie , dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficenza , per le quali sarà provveduto con separate disposizioni . Sono però vietate , sotto pena della destituzione , della rimozione dal grado e dall ' impiego , e di altre pene disciplinari da stabilirsi per regolamento secondo i casi , le associazioni dello stesso genere di ufficiali , sottufficiali e soldati del Regio esercito , della Regia marina , della Regia aeronautica e degli altri Corpi armati dello Stato , delle provincie e dei comuni , le associazioni di magistrati dell ' ordine giudiziario e amministrativo , di professori di istituti d ' istruzione superiore e media , di funzionari impiegati ed agenti dipendenti dai Ministeri dell ' interno , degli esteri , e delle colonie . Art . 12 Le associazioni di datori di lavoro , di lavoratori , di artisti e professionisti non legalmente riconosciute , continuano a sussistere come associazioni di fatto , secondo la legislazione vigente , con le eccezioni stabilite dal secondo comma del precedente articolo . Ad esse sono applicabili le norme del R . decreto ­ legge 24 gennaio 1924 , n . 64 . CAPO II Della magistratura del lavoro . Art . 13 Tutte le controversie relative alla disciplina dei rapporti collettivi del lavoro , che concernono , sia l ' applicazione dei contratti collettivi o di altre norme esistenti , sia la richiesta di nuove condizioni di lavoro , sono di competenza delle Corti di appello funzionanti come magistrature del lavoro . Prima della decisione è obbligatorio il tentativo di conciliazione da parte del presidente della Corte . Le controversie , di cui alle precedenti disposizioni , si possono compromettere in arbitri , a norma degli articoli 8 e seguenti del Codice di procedura civile . Nulla è innovato circa la competenza dei collegi dei probiviri e delle Commissioni arbitrali provinciali per l ' impiego privato , ai sensi rispettivamente della legge 15 giugno 1893 , n . 295 e del Regio decreto ­ legge 2 dicembre 1923 , n . 2686 . L ' appello contro le decisioni di tali collegi e Commissioni e di altri organi giurisdizionali in materia di contratti individuali di lavoro , in quanto siano appellabili secondo le leggi vigenti , è devoluto alla Corte di appello funzionante come magistratura del lavoro . Art . 14 Per il funzionamento delle Corti d ' appello come magistrature del lavoro , è costituita presso ognuna delle sedici Corti di appello una speciale sezione composta di tre magistrati , di cui un presidente di sezione e due consiglieri di Corte d ' appello , a cui sono aggregati , di volta in volta , due cittadini esperti nei problemi della produzione e del lavoro , scelti dal primo presidente con le norme di cui all ' articolo seguente Per Regio decreto , su proposta del ministro della giustizia , di concerto con quello delle finanze , saranno arrecate all ' organico della magistratura e del personale delle cancellerie giudiziarie , le modificazioni necessarie per l ' attuazione della presente disposizione . Art . 15 Presso ogni Corte d ' appello viene formato un albo di cittadini esperti nei problemi della produzione e del lavoro , distinti per gruppi e sottogruppi , secondo le varie specie di imprese esistenti nel distretto della Corte . L ' albo è soggetto a revisione ogni biennio . Con decreto Reale , su proposta del ministro della giustizia , di concerto con quello dell ' economia nazionale , sono stabilite le norme per la formazione e la revisione degli albi e sono determinate le diarie e le altre indennità spettanti agli iscritti , quando sono chiamati ad esercitare funzioni giudiziarie . Ogni anno il primo presidente designa , per ciascun gruppo e sottogruppo , gli iscritti che saranno chiamati a funzionare da consiglieri esperti nelle cause relative alle imprese che costituiscono il gruppo o sottogruppo . Non possono mai far parte del collegio giudicante coloro che siano direttamente o indirettamente interessati nella controversia . Art . 16 La Corte d ' appello funzionante come magistrato del lavoro giudica , nell ' applicazione dei patti esistenti , secondo le norme di legge sulla interpretazione e l ' esecuzione dei contratti , e , nella formulazione delle nuove condizioni di lavoro , secondo equità , contemperando gli interessi dei datori di lavoro con quelli dei lavoratori , e tutelando , in ogni caso , gli interessi superiori della produzione . La formulazione delle nuove condizioni del lavoro è sempre accompagnata dalla determinazione del periodo di tempo , per il quale esse debbano rimanere in vigore , che sarà di regola quello stabilito dalla consuetudine per i patti liberamente stipulati . La decisione della Corte funzionante come magistratura del lavoro è emessa , sentito il pubblico ministero nelle sue orali conclusioni . Le decisioni della Corte d ' appello funzionante come magistratura del lavoro possono essere impugnate col ricorso per Cassazione , per i motivi di cui all ' art . 517 del Codice di procedura civile . Un regolamento di procedura da emanarsi per decreto Reale , su proposta del ministro della giustizia , stabilirà le norme speciali per il procedimento di cognizione e di esecuzione , anche in deroga alle norme ordinarie del Codice di procedura civile . Art . 17 L ' azione per le controversie relative ai rapporti collettivi del lavoro , spetta unicamente alle associazioni legalmente riconosciute ed è fatta valere contro le associazioni legalmente riconosciute , ove esistano ; altrimenti in contradditorio di un curatore speciale , nominato dal presidente della Corte d ' appello . In quest ' ultimo caso è ammesso l ' intervento in causa volontario di singoli interessati . Quando associazioni di datori di lavoro o di lavoratori facciano parte di federazioni o confederazioni , o quando tra associazioni di datori di lavoro e associazioni di lavoratori siano stati costituiti organi centrali di collegamento , l ' azione giudiziaria non è procedibile , se non risulti che la federazione o la confederazione , ovvero l ' organo centrale di collegamento , abbia tentato la risoluzione amichevole della controversia , e che il tentativo non sia riuscito . Solo le associazioni legalmente riconosciute rappresentano in giudizio tutti i datori di lavoro e tutti i lavoratori della categoria , per la quale sono costituite , entro i limiti della circoscrizione territoriale loro assegnata . Le decisioni emesse in loro confronto fanno stato di fronte a tutti gli interessati e sono pubblicate , quando si tratti di associazioni comunali , circondariali , e provinciali , nel foglio degli annunzi giudiziari della provincia , e quando si tratti di associazioni regionali , interregionali o nazionali nella Gazzetta Ufficiale del Regno . Tutti gli atti e i documenti relativi al procedimento dinanzi alla Corte d ' appello funzionante come magistratura del lavoro ed i provvedimenti di qualsiasi natura emanati da essa sono esenti da ogni tassa di registro e bollo . CAPO III Della serrata e dello sciopero . Art . 18 La serrata e lo sciopero sono vietati . I datori di lavoro , che senza giustificato motivo e al solo scopo di ottenere dai loro dipendenti modificazioni ai patti di lavoro vigenti , sospendono il lavoro nei loro stabilimenti , aziende od uffici , sono puniti con la multa da lire diecimila a centomila . Gli impiegati ed operai , che in numero di tre o più , previo concerto , abbandonano il lavoro , o lo prestano in modo da turbarne la continuità o la regolarità , per ottenere diversi patti di lavoro dai loro principali , sono puniti con la multa da lire cento a mille . Al procedimento si applicano le norme degli articoli 298 e seguenti del Codice di procedura penale . Quando gli autori dei reati preveduti nei precedenti comma siano più , i capi , promotori ed organizzatori sono puniti con la detenzione non inferiore ad un anno , né superiore a due , oltre la multa nei medesimi comma stabilita . Art . 19 I dipendenti dallo Stato e da altri enti pubblici e i dipendenti da imprese esercenti un servizio pubblico o di pubblica necessità che , in numero di tre o più , previo concerto , abbandonano il lavoro o lo prestano in modo da turbarne la continuità o la regolarità , sono puniti con la reclusione da uno a sei mesi , e con l ' interdizione dai pubblici uffici per sei mesi . Al procedimento si applicano le norme degli articoli 298 e seguenti Codice procedura penale . I capi , promotori ed organizzatori sono puniti con la reclusione da sei mesi a due anni e con l ' interdizione dai pubblici uffici non inferiore a tre anni . Gli esercenti imprese di servizi pubblici o di pubblica necessità che sospendono , senza giustificato motivo , il lavoro nei loro stabilimenti , aziende od uffici , sono puniti con la reclusione da sei mesi ad un anno e con la multa da lire cinquemila a centomila , oltre la interdizione temporanea dai pubblici uffici . Quando dal fatto preveduto nel presente articolo sia derivato pericolo per la incolumità delle persone , la pena restrittiva della libertà personale è della reclusione non inferiore ad un anno . Ove dal fatto sia derivata la morte di una o piu persone , la pena restrittiva della libertà personale è della reclusione non inferiore a tre anni . Art . 20 I dipendenti dallo Stato e da altri enti pubblici , gli esercenti di servizi pubblici o di pubblica necessità e i dipendenti di questi che , in occasione di scioperi o di serrate omettano di fare tutto quanto è in loro potere per ottenere la regolare continuazione o la ripresa di un servizio pubblico o di pubblica necessità , sono puniti con la detenzione da uno a sei mesi . Art . 21 Quando la sospensione del lavoro da parte dei datori di lavoro o l ' abbandono o la irregolare prestazione del lavoro da parte dei lavoratori abbiano luogo allo scopo di coartare la volontà o di influire sulle decisioni di un Corpo o collegio dello Stato , delle provincie o dei comuni , ovvero di un pubblico ufficiale , i capi , promotori ed organizzatori sono puniti con la reclusione da tre a sette anni , e con la interdizione perpetua dai pubblici uffici , e gli altri autori del fatto con la reclusione da uno a tre anni e con la interdizione temporanea dai pubblici uffici . Art . 22 Senza pregiudizio dell ' applicazione delle norme di diritto comune sulla responsabilità civile per inadempimento e sulla esecuzione delle sentenze , i datori di lavoro e i lavoratori che rifiutino di eseguire le decisioni del magistrato del lavoro , sono puniti con la detenzione da un mese ad un anno e con la multa da lire cento a cinquemila . I dirigenti delle associazioni legalmente riconosciute , che rifiutino di eseguire le decisioni del magistrato del lavoro , sono puniti con la detenzione da sei mesi a due anni e con la multa da lire duemila a diecimila , oltre la revoca dall ' ufficio . Ove alla mancata esecuzione delle decisioni del magistrato del lavoro , si aggiunga , da parte dei colpevoli , la serrata o lo sciopero , si applicano le disposizioni del Codice penale sul concorso dei reati e delle pene . Art . 23 Sono abrogate tutte le disposizioni contrarie alla presente legge . Il Governo del Re è autorizzato a dare , per Regio decreto le disposizioni necessarie per l ' attuazione della presente legge e per il suo coordinamento con le disposizioni del R . decreto 19 ottobre 1923 , n . 2311 , della legge 15 giugno 1893 , n . 295 , e del R . decreto ­ legge 2 dicembre 1923 , n . 2686 , che saranno sottoposti alla necessaria revisione , e con ogni altra legge dello Stato . Ordiniamo che la presente , munita del sigillo dello Stato , sia inserta nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato . Data San Rossore , addì 3 aprile 1926 . VITTORIO EMANUELE . MUSSOLINI - - ROCCO - - FEDERZONI - - BELLUZZO . Visto , il Guardasigilli : ROCCO .
CRONACA ( - , 1890 )
StampaQuotidiana ,
Sono più schiavi di prima . Alcuni processi svoltisi recentemente al Tribunale contro poveri operai ci fanno riflettere sull ' abbassamento cui furon ridotti gli operai stessi in alcune officine , abbassamento notevole oggidì di fronte alla fierezza ostentata , anzi di fronte ad una cotale smania di mostrare riluttanza agli insegnamenti della Chiesa . Un dì erano artieri condannati a qualche anno di carcere per poche lire di merce furata al padrone , un altro una disgraziata popolana che si buscava un mese di carcere per un boccettino d ' olio medicinale del valore di una lira e quindici centesimi portato via dall ' officina Erba ; e così dicasi di altri che toccarono due , tre , sei mesi di carcere per cose di egual natura . E naturale che noi non istiamo a scagionarli ; ci fermiamo però sul modo onde furono scoperti ; mentre uscivano dalla officina furono perquisiti , e trovati in fallo . Ora quando si pensa che in molte officine la perquisizione agli operai è divenuta consueta , e che la consuetudine si va generalizzando , si presenta spontanea alla mente la riflessione che gli operai non debbano sentirsene molto lusingati nel loro amor proprio . D ' altronde noi pensiamo : ecco a che siam giunti ; quando gli operai aveano meno in dispetto la Chiesa , quando non faceano pompa di essere emancipati dai cosidetti pregiudizii , erano dai padroni reputati più onesti ; aveano sul collo , è vero , l ' enorme , insopportabile , l ' intollerabile giogo dei preti , ma non toccava loro la delizia di doversi fermare sempre alla porta delle officine per vedersi perquisire come sospetti ladri . Dicano un po ' se si trovano contenti del cambio .
ASTENSIONE ( - , 1890 )
StampaQuotidiana ,
Domani la massoneria italiana che comanda a Crispi , ministro onnipotente , primo consigliere di Casa Savoia , apre le urne politiche italiane . La massoneria che inspira le leggi , le quali sono concretate dal ministero , Conclave dei 33 , e vengono approvate dalle camere servili composte di massoni , ha presentato le liste dei candidati alla deputazione , e le associazioni massoniche unite alla stampa liberale battono la gran cassa perché quelle liste siano votate . Saranno votate . Il ministero ha tutto in sua mano . Impiegati , magistrati , esercito , pensionati , beneficati , aspiranti alle prebende dello Stato , affigliati alla setta tenebrosa che spinge sulle carriere lucrose i suoi fedeli . Saranno votate quelle liste massoniche . Vi saranno deputati fatti col danaro del popolo italiano , col danaro tolto di tasca ai cittadini che lavorano e pagano sino a impoverirsi . Vi saranno i deputati fatti col danaro straniero , dell ' internazionalismo , del Cernuschi rinnegato italiano . La libertà degli elettori è un mito , una canzonatura . Si devono notare le liste preparate . Non si può scegliere tra i migliori cittadini ; tutto è stato manipolato previamente nelle camorre degli interessati . Se voi andate a votare per un galantuomo di cui conoscete la onestà , voi divenite ridicolo . Dovete credere alla massoneria che vi porta in casa il nome del candidato ; dovete credere al giornale venduto alla massoneria ; dovete ritenere che il meglio per voi è di ciecamente obbedire alla setta scellerata che spadroneggia in Italia . Usciranno dalle urne i deputati . Costretti a seguire il programma loro imposto dai manipolatori delle elezioni , sono essi stessi privi di libertà , non possono curare gli interessi del popolo , divengono gli schiavi di un furbo ministro , il quale è protetto dal misterioso potere settario . Gli elettori che non hanno potuto eleggere liberamente il deputato , che sono stati sopraffatti dalle influenze di chi ha il potere , dai raggiri di chi vi agogna , dal danaro o nazionale o straniero , si trovano poi di aver tessuto a se stessi la camicia di forza che li opprime . Gli elettori capiscono poi che si sono preparati essi stessi la corda che li strangola . I loro deputati , che sono deputati di tutt ' altro che del paese , se ne infischiano degli elettori e del paese . Grandeggiano , servono , votano , fanno affari , e avanti ; Codici , Opere Pie , leggi di polizia , spese pazze , tasse enormi , scorticanti , misure capricciose e compromettenti la pace e la prosperità del paese tutto approvano , tutto lasciano passare . C ' è ancora bisogno di raccomandare la astensione ? I liberali , i massoni , i scorticatori nemici d ' Italia , colle armi e coll ' oro straniero , colla menzogna e colla violenza , hanno costituito un impianto di cose che giovano a loro soltanto , non permettono di reagire efficacemente . Essi hanno organizzato la tirannia , e in modo che a volerli noi combattere coi mezzi che essi hanno introdotti come organismo e esercizio di vita politica , noi dovremmo rinunziare alla coscienza nostra . Hanno messo in terra le croci colla immagine di Gesù Cristo onde se noi volessimo entrare nel loro edificio parlamentare fossimo costretti a calpestarle . Il liberalismo usa della armi che lo rendono insuperabile nella sua cittadella ; se noi diamo mano a tali armi , se prendiamo parte al lavoro parlamentare , noi feriamo noi stessi . Non ci rimane che l ' astensione ; cavar sangue ai partiti liberali , renderli anemici , isolarli , costringerli a riconoscere che devono cessare dalla ingiustizia che essi hanno eretta a sistema di pubblica vita . Quindi l ' astensione . Non si dica che noi confessiamo impotenza . Gli inviti dei liberali speranzosi di aiuto nostro , le loro sollecitazioni , gli inganni , il ricorso agli Abbati , i sofismi e le citazioni del Vangelo e dei Teologi , per indurci a votare , dimostrano che impotenti come non siamo così non siamo tenuti . Ma vi sono momenti critici nella storia dei popoli ; vi sono aberrazioni che sovvertono l ' andamento delle cose ; talvolta il fango sale in alto . Ci troviamo in uno di questi momenti , e il fango precipiterà nelle cloache se noi non lo sosterremo . Astensione , dunque ; non lo sosteniamo il fango ; che il fango precipiti . Astensione . I moderati non esistono più . Il cielo ha permesso che fossero fulminati . Lo meritarono . Non votiamo dunque pei moderati . Erano i seminatori della zizzania nel campo italiano , l ' inimicus homo , il fariseismo , la turpe ipocrisia . Astensione . Stanno in lotta crispini e radicali ; sono le due schiere che si contendono il potere . Voterete le liste dei crispini ? Voterete le liste dei radicali ? Se vi ha alcuno che odia la patria , che vuol condurre alla estrema rovina questa cara Italia , vada , ineffabile parricida , a votare per i moderati crispini o per i radicali . Vada ; ma il sangue della madre gli arrosserà di macchia incancellabile la mano . Il voto alle urne elettorali , dopoché conosciamo i propositi dei crispini e dei radicali , propositi sciagurati in politica , economia , religione , scienza , morale , equivale a metter in mano il pugnale ai briganti . Astensione . Astensione pensata , astensione di programma , astensione che sia cognizione di ciò che essa è , cioè un atto positivo contro il sistema tirannico che impedisce l ' esercizio della libertà , contro la nimistà dello stato ateo verso la Chiesa , contro il depauperamento del paese . Astensione per contarci , reggimentarci , prepararci a qualunque lavoro futuro contro la ignominia settaria che ci opprime e ci dissangua . Astensione attiva e sapiente . Formiamolo questo esercito di astensionisti amanti sinceri del bene del paese indivisibile dal benessere della Religione ; la bufera liberale che imperversa rendiamola maledetta dai cittadini che hanno senno e cuore ; a vessilli spiegati i cattolici italiani saliranno a proclamare la salvezza compiuta della Religione e della patria . Astensione .
StampaQuotidiana ,
Molti giornali trattano dell ' « Osservatore Cattolico » e gli attribuiscono , in riguardo alle elezioni amministrative , propositi e fatti che non sussistono . In tesi generale , l ' « Osservatore Cattolico » propugna la partecipazione dei cattolici alle elezioni amministrative in modo da costituire consigli onesti e rispettosi della Religione e della libertà dei credenti . Riconosce l ' « Osservatore » che in moltissimi comuni possono darsi persone appartenenti a varie scuole e partiti , le quali diano bastevoli garanzie di non contrariare gli interessi morali e religiosi , e non manomettere gli economici , così da poterle eleggere . Nel caso particolare di Milano , l ' « Osservatore Cattolico » ha lavorato e lavora , per costituire le forze cattoliche con bandiera cattolica , ossia per costituire i cattolici in numeroso e forte esercito che operi da sé e rechi il suo concorso a procurare il massimo bene religioso , morale , materiale alla città . Questo è sempre il desideratum nostro e a questo tendiamo costanti . Per raggiungere lo scopo l ' « Osservatore » nel 1889 alle elezioni generali combatté e disperse quelli che invitavano i cattolici a entrare nell ' ambiente segnato dal partito moderato ; poiché ne sarebbe derivato l ' assorbimento da parte dei moderati delle forze nostre , e noi avremmo contribuito a tener vivo un partito odioso e esiziale . Negli anni successivi al 1889 dopo la costituzione della Associazione di Elettori cattolici , divenuta potentissima , abbiamo stabilito come base della condotta nostra : I . L ' « Osservatore Cattolico » propugnerà quella lista di candidati al consiglio comunale che gli verrà presentata dalle associazioni che in Milano sono incaricate di trattare delle elezioni amministrative . II . L ' « Osservatore Cattolico » non entra a formare le liste ; nel caso di divergenza tra le Associazioni , preferirà l ' Associazione di Elettori cattolici ; si mantiene però sempre libero pei suoi giudizi e nella sua condotta . Ora in questo anno 1895 noi non decampiamo da quanto abbiamo stabilito , detto , fatto , in passato . Si capisce che noi ci siamo tracciata la nostra linea di condotta avendo innanzi de ipotesi che la lista possa essere o pura cattolica e quanto ai nomi e in quanto la lista sia fatta dalle commissioni cattoliche , sebbene recanti anche nomi non cattolici come nello scorso anno , 1894; o lista cattolica solo nel senso che sia lista fatta dalle associazioni cattoliche , e non nei singoli nomi come nel 1893 . Nell ' un anno e nell ' altro l ' « Osservatore » , fedele a se stesso , ha accettato le liste , quantunque non messe insieme con uguali criteri ; le ha accettate perché non contrariavano , anzi assecondavano il raggiungimento dello scopo supremo , la fondazione , cioè , delle forze cattoliche in esercito ordinato . L ' « Osservatore Cattolico » non abbandona questa linea . Noi attendiamo di conoscere le liste ; le accetteremo , come nel 1893 , anche se ci costerà sacrificio , specialmente in vista della coalizione massonica - radicale - socialista ; ma il sacrificio non sarà mai né de ' nostri principii , né del nostro alto ideale , la costituzione delle forze cattoliche pure e scevre di mescolanze liberali . Abbiamo fiducia nelle Commissioni delle due associazioni elettorali , quella dei Conservatori e quella degli elettori cattolici ; esse ci daranno , crediamo , una lista la quale potrà recare anche dei nomi di liberali , ma ben distinti e senza confusioni di idee e di partiti . Che se , come suppone la « Gazzetta di Parma » , si venisse ad accordi guidati dal concetto che qualunquesiasi dei partiti liberali possa essere affine al partito , per dir così cattolico , noi useremmo della libertà nostra per mettere in salvo coscienza e onore . La « Gazzetta di Parma » parla di accordi del marchese Cornaggia , Presidente del Comitato conservatore , con rappresentanti dei moderati . Noi possiamo contrattare hic et nunc , in caso speciale , in vista di un male che preme a tutti evitare , ma accordi e confusione non ci possono essere tra i cattolici e i moderati , poiché questi in teoria e nel fatto sono la negazione del cattolicismo , la più rea perché la più ipocrita negazione . Il marchese Cornaggia avrà dunque agito per conto suo , se è vero quello che narra il citato giornale . Egli sa che i cattolici gli risponderebbero come nel 1889 , dissipando ogni accordo che tendesse a conglutinare cattolici con altri per farne un partito unico . Ma , come abbiamo detto , prepariamoci a votare compatti e numerosi ; le Commissioni cattoliche non ci chiederanno nulla che non sia secondo la nostra coscienza e il nostro decoro , o che ci allontani sia dal fine ultimo per cui lavoriamo che è di formare l ' esercito cattolico , che dal fine prossimo che è di proteggere gli interessi della città in Consiglio Comunale in quella misura che ci è possibile attualmente facendo entrare nel Consiglio stesso un certo numero dei nostri ; i quali nostri si impegnino a agire come cattolici in Consiglio e non come ligi sistematicamente ad altro qualsivoglia partito .
ALLA VIGILIA ( - , 1895 )
StampaQuotidiana ,
Una cosa notevole e buona è questa : i caporioni fanno il diavolo a quattro da un capo all ' altro d ' Italia , e il popolo , meno gli interessati pochini anche questi non si move . Se ci fosse nella popolazione la fedele ripercussione del chiasso che menano i sobillatori politici , avremmo l ' Italia in fiamme . Invece , tutto è in silenzio . Domenica andranno a votare i soliti che non possono o non sanno esimersi , e anche non conoscono il dovere di esimersi da un atto che , nelle condizioni attuali , da una parte è ridicolo , dall ' altra è un parricidio , inquantoché lo si dice esercizio di sovranità ed è l ' abdicazione della sovranità in mano di alcuni dei più audaci liberali . Se la apatia generale fosse conseguenza di poltroneria o di incapacità di assorgere alla visione dei massimi interessi dei paese sarebbe a dolersene . Ma la indifferenza è solo apparente ; la quiete è una convinzione profonda , un proposito fermo e sereno , una minaccia sdegnosa , una seria preparazione . Vi ha la convinzione che il male in Italia ha la radice nell ' organismo stesso dello Stato ; nessuna speranza rifulge di possibile risanamento se si bada agli atti singoli o agli individui . Si è costituita una condizione di cose sulla negazione di ciò che dovrebbe esserne la base e il fondamento . Ciò è sentito : ne nasce il proposito di non concorrere a sostenere l ' assurdo , e di prepararsi al lavoro di ricostruzione che seguirà l ' esito ultimo della prova che il liberalismo sta facendo n Italia . È l ' avvenire che gl ' Italiani preparano : i liberali si demoliranno , non possono sussistere , hanno dentro di sé la ragione della loro decomposizione . Lo sfacelo del liberalismo sarà la risurrezione dell ' Italia e degli italiani . Dalla radice , dagli organi vitali si incomincierà il risanamento . Il divieto pontificio è provvidenziale anche per questo riguardo che raccoglie intorno al Papa , il benefattore storico l ' Italia , gli elettori e fa che la astensione sia una positiva opera di organizzazione delle forze cattoliche e anti - liberali , otto un capo , con un programma e uno scopo , di contro il nemico della religione e del paese . Cattolici , sentiamo la gravità del momento e prevediamo che dovremo sobbarcarci ad un lavoro ben arduo . Ma sarà un lavoro amato , poiché sarà lavoro di riparazione delle sciagure che il liberalismo , il satanico delinquente , ha adunato sulla patria nostra . Facciamoci degni di divenire nelle mani di Dio strumenti efficaci di salute e di prosperità d ' Italia . Noi dobbiamo più e più raccoglierci attorno al Pontefice , allontanarci dal liberalismo e formare le falangi salvatrici . Alla vigilia delle elezioni politiche ci stia innanzi il nostro dovere : se desideriamo libera la Religione , indipendente il Papato , grande la patria e atterrato il nemico comune , il liberalismo , che ci ha dato schiavitù , miseria , ladri , deplorati ; se desideriamo mettere assieme l ' esercito dei liberatori del paese dal brigantaggio liberalesco obbediamo al Papa , non andiamo alle urne .
POPOLO E PLEBE ( - , 1868 )
StampaQuotidiana ,
Oggidì plebeo suona quasi sinonimo a triviale . Ma questo senso male attaccato a tal voce sparirà quando gli uomini apprenderanno a rispettare i più poveri ... ad amarli e temerli come una grande potenza , la più grande di tutte . N . Tommaseo Noi ci crediamo , anzi ci vantiamo plebe . È questa una frase del nostro manifesto del 2 Giugno u.s. , che ha sollevata una vera tempesta di fischi , di urli e ... accenti d ' ira , Voci alte e fioche e suon di man con elle . Tutti coloro , che fanno consistere l ' ordine nel soddisfacimento delle loro esigenze ; gli arguti trovatori dei sofismi della viltà ; i conciliatori insensati degli agnelli e dei lupi ; i partigiani del lascia fare ; gli egoisti , i preti , le beghine , ci furono sopra . Potremmo rispondere facendo un po ' di etimologia , e ricordando come i latini ed anche alcuni classici italiani chiamassero plebei puramente i non nobili . Amiamo invece dichiarare ricisamente che noi ci crediamo plebe perché per questa intendiamo la gran massa dei diseredati , iloti in Grecia , cose a Roma , proletari ovunque , la quale fra noi non avendo diritti politici o di questi non altro che l ' ombra , non può chiamarsi libera , populus . Ci vantiamo poi plebe perché tra coloro che soffrono , e sudano per guadagnarsi tanto che basti per trascinare una vita angustiata , spregiata , infelicissima , e morire forse in un ospizio , senza il bacio dei parenti , senz ' altro conforto che il brontolio del prete ; tra coloro che sono trattati come macchine o giumenti e coloro che fruiscono delle loro sofferenze , li avviliscono , li derubano , li calpestano , preferiamo essere coi primi . E questo non già per una miserabile rassegnazione , ma perché speriamo di educarla , questa plebe , di renderla edotta dei proprii doveri e diritti , di spronarla a scuotere i gioghi , che la opprimono , e , scossili , vederla camminare irremissibilmente , imperterrita , verso quell ' età aurea , che posta da una cieca tradizione nel passato , sta invece dinanzi a noi .