StampaPeriodica ,
La
politica
religiosa
italiana
trovò
in
Pio
XI
un
Pontefice
non
solo
di
sentimenti
italianissimi
,
ma
di
decisa
e
assoluta
buona
volontà
.
Insistenti
voci
di
trattative
fra
la
Santa
Sede
e
l
'
Italia
nuova
corsero
dopo
la
guerra
e
specie
nei
primi
mesi
del
1921
.
La
discussione
che
ne
segui
verteva
ormai
su
una
sovranità
de
jure
del
Pontefice
,
da
riconoscersi
per
trattato
bilaterale
e
derivante
dal
sovrano
e
reale
possesso
di
un
territorio
extra
-
nazionale
nello
Stato
italiano
.
Il
Duce
,
sin
dagli
anni
della
battaglia
,
aveva
detto
:
"
Affermo
qui
che
la
tradizione
latina
e
imperiale
di
Roma
è
oggi
rappresentata
dal
Cattolicesimo
.
Se
,
come
diceva
Mommsen
venticinque
o
trent
'
anni
fa
,
non
si
resta
a
Roma
senza
un
'
idea
universale
,
io
penso
ed
affermo
che
l
'
unica
idea
universale
che
oggi
esista
a
Roma
è
quella
che
si
irradia
dal
Vaticano
.
"
E
più
oltre
:
"
Penso
che
,
se
il
Vaticano
rinuncia
definitivamente
ai
suoi
sogni
temporalistici
e
credo
che
sia
già
su
questa
strada
l
'
Italia
profana
o
laica
dovrebbe
fornirgli
gli
aiuti
materiali
per
le
scuole
,
per
le
Chiese
,
ospedali
od
altro
,
che
una
potenza
profana
ha
a
sua
disposizione
.
Perché
lo
sviluppo
del
Cattolicesimo
nel
mondo
,
l
'
aumento
di
400
milioni
di
uomini
che
in
tutte
le
parti
della
Terra
guardano
a
Roma
è
di
un
interesse
e
di
un
orgoglio
anche
per
noi
che
siamo
italiani
.
"
Queste
parole
furono
veramente
profetiche
.
Due
Uomini
giunti
al
vertice
di
due
grandi
organismi
,
affermavano
la
volontà
di
incontrarsi
per
risolvere
uno
dei
più
gravi
problemi
che
affliggeva
da
anni
la
coscienza
del
popolo
italiano
.
Il
pontificato
di
Pio
XI
,
rimane
,
pertanto
,
memorabile
,
per
questo
grande
evento
che
prende
il
nome
di
Conciliazione
.
Il
dissidio
che
era
stato
giudicato
insanabile
e
che
si
prestava
a
insane
speculazioni
,
fu
composto
dal
Papa
scomparso
e
da
quell
'
Uomo
che
il
Pontefice
stesso
chiamò
"
l
'
Uomo
che
la
Provvidenza
ci
ha
fatto
incontrare
.
"
Alla
magnanimità
del
Capo
della
Chiesa
,
si
univa
l
'
opera
coraggiosa
di
uno
statista
che
aveva
ridato
all
'
Italia
il
suo
vero
aspetto
di
paese
cattolico
.
L
'
impresa
ritenuta
pressoché
impossibile
,
iniziata
nello
spirito
della
Vittoria
,
continuata
nella
esaltazione
della
coscienza
religiosa
,
confluiva
nella
rinascita
della
romanità
cattolica
che
trovava
la
sua
legge
nei
Patti
Lateranensi
.
Pio
XI
ha
voluto
che
la
Chiesa
giungesse
a
questo
,
a
sanare
,
cioè
,
un
dissidio
di
cui
si
erano
giovati
,
insieme
,
i
nemici
di
Italia
e
quelli
della
Santa
Sede
.
La
questione
romana
,
che
aveva
affaticato
tante
nobili
intelligenze
,
e
che
aveva
,
nel
contempo
,
costituito
un
pretesto
per
svariatissime
speculazioni
politiche
ai
tempi
del
liberalismo
,
si
risolveva
in
una
suprema
composizione
,
frutto
mirabile
di
un
lungo
,
segreto
,
minuzioso
lavoro
,
portato
innanzi
con
tenacia
indefessa
e
con
cura
paziente
e
industriosa
,
il
tutto
sorretto
dalle
due
Parti
da
una
incrollabile
volontà
di
riuscire
,
La
Conciliazione
tanto
appare
più
grande
quanto
più
grandi
e
concordi
sono
i
due
termini
congiunti
:
Roma
sacra
e
Roma
italiana
.
Essa
ha
creato
lo
Stato
della
Chiesa
,
il
più
piccolo
per
estensione
territoriale
,
non
arrivando
tutto
compreso
a
mezzo
chilometro
quadrato
.
Tuttavia
,
la
minima
espressione
territoriale
,
presuppone
una
unità
di
spiriti
e
di
intenti
che
in
dieci
anni
ha
maturato
frutti
di
pace
e
di
collaborazione
.
Al
Papa
della
Conciliazione
,
al
Capo
della
Chiesa
,
italianissimo
in
ogni
suo
atto
,
nel
momento
della
scomparsa
,
il
Popolo
italiano
si
inchina
riverente
,
memore
e
grato
della
Sua
immortale
opera
.
StampaQuotidiana ,
La
Rivoluzione
francese
,
che
ha
incominciata
la
sua
opera
sublime
colla
dichiarazione
dei
diritti
dell
'
uomo
,
la
continua
e
non
poserà
se
non
quando
avrà
estesa
su
tutta
la
faccia
della
terra
quell
'
eguaglianza
che
è
umanamente
conseguibile
.
Ma
errano
forse
coloro
che
pensano
ciò
potersi
ottenere
per
altre
vie
che
non
sieno
quelle
della
libertà
.
Se
oggi
non
è
più
lecito
a
chi
si
professa
democratico
,
volere
la
emancipazione
politica
del
popolo
,
senza
la
economica
,
è
falso
,
è
assurdo
il
lusingarsi
che
questa
si
possa
conseguire
senza
il
concorso
di
quella
.
Egli
è
per
questo
che
noi
deploriamo
come
nella
lusinga
di
fare
meglio
i
loro
interessi
materiali
,
molte
associazioni
di
operaj
si
tengono
affatto
estranee
alle
questioni
del
più
alto
momento
per
l
'
onore
,
il
benessere
,
la
libertà
del
proprio
paese
.
Del
loro
errore
fa
testimonianza
la
storia
di
tutti
i
tempi
e
di
tutti
i
paesi
,
la
quale
ci
dimostra
che
la
giustizia
non
si
accorda
che
a
coloro
i
quali
se
la
sanno
conquistare
.
E
la
logica
conferma
,
spiega
questa
dimostrazione
della
storia
.
Non
è
punto
nella
natura
di
un
privilegio
,
d
'
un
monopolio
,
di
un
potere
esistente
di
cedere
,
o
d
'
abdicare
senza
esservi
forzato
.
Perché
il
diritto
trionfi
necessita
che
a
sua
volta
egli
diventi
una
forza
.
E
questa
forza
al
popolo
non
può
venire
che
dalla
libertà
politica
.
Che
le
masse
di
operai
memori
dei
passati
fasti
e
delle
storiche
virtù
impugnino
ed
inalberino
una
tale
bandiera
;
che
si
stringano
compatte
intorno
ad
essa
;
che
dopo
tante
delusioni
,
tanti
esperimenti
infelici
,
tante
vicende
di
casi
pensino
seriamente
alla
sua
di
salute
!
StampaQuotidiana ,
Il
lavoro
è
divenuto
la
legge
universale
ed
esso
guida
e
fortifica
le
libere
istituzioni
.
La
libertà
è
il
corollario
necessario
del
lavoro
.
Rivoluzioni
si
son
fatte
,
ed
altre
si
faranno
ancora
.
La
società
non
s
'
avanza
che
per
iscosse
;
perché
l
'
egoismo
è
ancora
la
legge
comune
,
perché
sonvi
uomini
e
governi
che
non
vogliono
affatto
seguire
il
movimento
dell
'
epoca
;
perché
altri
vi
sono
che
,
una
volta
al
potere
disconoscono
i
principii
,
che
hanno
operata
la
loro
elevazione
.
Lasciamo
stare
i
governi
,
i
quali
non
hanno
compreso
e
non
comprendono
che
il
diritto
di
pensare
è
stato
inscritto
ne
'
nostri
cuori
pria
di
esserlo
ne
'
nostri
codici
;
che
la
tolleranza
e
lo
spirito
di
libertà
sono
i
soli
principii
,
che
consolidano
il
potere
,
e
fondiamo
fuori
dello
stato
,
benché
a
lato
di
esso
,
lo
spirito
del
lavoro
,
che
seco
ci
apporta
le
speranze
e
la
fortuna
.
Le
tempeste
non
passano
senza
sradicare
qualche
albero
.
Guardate
le
querce
e
i
suoi
avanzi
che
sono
trasportati
dal
loro
corso
;
ma
guardate
ancora
come
la
terra
si
riveste
di
una
nuova
verzura
:
guardate
come
la
natura
sa
prontamente
riparare
ai
suoi
disastri
.
Imitiamola
.
Non
è
una
follia
,
in
verità
,
condannarsi
all
'
inazione
allorquando
il
lavoro
apre
a
'
nostri
sforzi
ed
alla
nostra
intelligenza
uno
spazio
senza
limite
?
Fondiamo
la
grande
associazione
del
lavoro
.
Che
questa
associazione
si
stabilisca
al
di
sopra
delle
forme
qualche
volta
mutabili
dello
Stato
.
Le
nostre
speranze
,
i
nostri
dolori
,
e
le
nostre
affezioni
politiche
,
non
sono
tutto
.
Al
di
sopra
di
esse
,
sonovi
delle
necessità
sociali
che
si
è
condannati
a
subire
.
E
,
d
'
altronde
,
persuadiamoci
bene
:
noi
siamo
giunti
in
un
'
epoca
agitata
da
una
trasformazione
sociale
che
dobbiamo
subire
,
e
che
non
lascierà
in
piedi
se
non
i
governi
fondati
sulla
volontà
nazionale
e
sulla
giustizia
.
Il
vecchio
mondo
è
finito
;
le
nostre
vie
ferrate
,
i
nostri
telegrammi
che
da
un
capo
all
'
altro
della
terra
trasportano
istantaneamente
il
pensiero
umano
,
sfidano
i
tiranni
,
e
si
burlano
dei
sogni
di
una
società
,
che
non
ha
più
ragione
di
essere
.
Le
grandi
scoperte
hanno
fatto
sparire
il
passato
ed
aiuteranno
a
costituire
l
'
avvenire
nella
pace
,
nella
giustizia
e
nella
libertà
.
Propaghiamo
con
tutta
l
'
anima
questi
principii
.
Che
il
loro
spirito
ci
sostenga
.
Lavoriamo
per
il
loro
trionfo
,
lavoriamo
eziandio
ad
utilizzare
le
nostre
ricchezze
,
e
non
si
lasci
cosa
veruna
improduttiva
.
Sviluppandosi
il
benessere
noi
giungeremo
alla
moralizzazione
,
e
,
voi
lo
sapete
,
il
riposo
di
una
buona
coscienza
nell
'
agiatezza
,
costituisce
la
felicità
.
ProsaGiuridica ,
VITTORIO
EMANUELE
III
PER
GRAZIA
DI
DIO
E
PER
VOLONTÀ
DELLA
NAZIONE
RE
D
'
ITALIA
Visto
il
R
.
decreto
legge
30
dicembre
1923
,
n
.
2859
,
convertito
nella
legge
26
novembre
1925
,
n
.
2030;
Visto
l
'
art
.
3
,
n
.
2
,
della
legge
31
gennaio
1926
,
n
.
100;
Ritenuta
la
necessità
urgente
ed
assoluta
di
provvedere
a
dichiarare
festivo
a
tutti
gli
effetti
civili
il
giorno
28
ottobre
,
anniversario
della
Marcia
su
Roma
;
Udito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
Capo
del
Governo
,
Primo
Ministro
Segretario
di
Stato
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Il
giorno
28
ottobre
,
anniversario
della
Marcia
su
Roma
,
è
dichiarato
festivo
a
tutti
gli
effetti
civili
.
Il
presente
decreto
sarà
presentato
al
Parlamento
per
la
conversione
in
legge
.
Il
Capo
del
Governo
,
Primo
Ministro
proponente
,
è
autorizzato
alla
presentazione
del
relativo
disegno
di
legge
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
San
Rossore
,
addì
21
ottobre
1926
.
VITTORIO
EMANUELE
.
MUSSOLINI
.
Visto
,
il
Guardasigilli
:
ROCCO
.
Registrato
alla
Corte
dei
conti
,
addì
23
ottobre
1926
.
Atti
del
Governo
,
registro
253
,
foglio
133
.
-
-
CASATI
.
StampaQuotidiana ,
Il
popolo
ha
patito
:
patito
molto
,
patito
sempre
,
patito
senza
compenso
.
I
mali
sofferti
dall
'
altre
classi
,
pei
vizi
della
costituzione
sociale
,
e
specialmente
per
la
tirannide
politica
che
pesa
da
secoli
sull
'
Italia
,
furono
e
sono
gravissimi
;
e
nondimeno
i
possessori
di
fortuna
possono
mitigarli
,
per
sé
e
pei
loro
figli
,
cogli
agi
,
colla
varietà
delle
occupazioni
,
colle
consolazioni
domestiche
,
coi
viaggi
,
cogli
studi
,
con
tutti
i
mezzi
,
che
la
ricchezza
somministra
in
qualsivoglia
stato
di
cose
:
gli
uomini
d
'
ingegno
possono
trovare
un
certo
compenso
a
quei
mali
nella
coscienza
della
loro
forza
morale
,
nella
ricerca
della
Verità
,
nella
lode
dei
buoni
,
nella
fama
che
accompagna
le
persecuzioni
,
nella
possibilità
di
consegnare
all
'
infamia
,
scrivendo
fuori
di
patria
,
i
loro
persecutori
:
gli
uomini
del
popolo
non
hanno
sollievo
né
di
distrazioni
,
né
di
gioie
domestiche
,
avvelenate
dalla
miseria
;
né
di
studi
,
vietati
dai
governi
e
dalla
mancanza
assoluta
di
mezzi
e
di
tempo
.
La
fama
è
parola
che
non
esiste
per
essi
:
vivono
e
muoiono
ignoti
:
le
loro
buone
azioni
rimangono
un
segreto
per
tutti
.
Così
,
senza
compenso
,
senza
sfogo
,
senza
conforto
di
pietà
da
chi
gli
sta
sopra
,
il
popolo
ha
durato
e
dura
soffrendo
.
Forse
,
la
sola
cosa
che
lo
ha
salvato
dalla
disperazione
e
dall
'
odio
per
la
società
,
è
l
'
abitudine
dei
dolori
.
Come
un
malato
,
che
a
forza
di
soffrire
ha
perduto
la
coscienza
dell
'
esistenza
,
il
popolo
soffriva
finora
in
silenzio
,
rassegnatamente
,
quasi
convinto
che
non
v
'
era
per
lui
né
speranza
,
né
diritto
a
sperare
miglioramento
...
Ma
...
oggi
,
il
popolo
è
svegliato
:
svegliato
all
'
idea
dei
propri
diritti
e
della
propria
potenza
...
StampaQuotidiana ,
In
tutte
le
statistiche
del
felice
regno
d
'
Italia
sonvi
due
dati
di
una
eloquenza
straordinaria
:
Popolazione
...
circa
25
milioni
.
Contribuenti
della
imposta
dei
fabbricati
,
terre
coltivate
e
tassa
di
commercio
...
circa
2
milioni
.
Che
cosa
siano
e
che
cosa
facciano
questi
due
milioni
di
bravi
cittadini
contribuenti
tutti
lo
sanno
.
Una
parte
di
essi
suda
tre
volte
l
'
anno
per
esigere
una
pigione
che
cresce
d
'
anno
in
anno
a
seconda
che
le
unioni
dei
figli
del
popolo
van
feconde
di
nuovi
pigionali
.
Un
'
altra
parte
ha
la
generosità
di
permettere
che
il
contadino
lavori
le
terre
che
essa
non
sa
e
non
vuole
coltivare
e
la
magnanimità
di
lasciargli
del
prodotto
del
suo
lavoro
appena
quel
che
gli
basti
perché
non
muoia
assai
presto
di
fame
e
di
freddo
.
Un
'
altra
parte
infine
passa
la
vita
a
studiare
la
quantità
dei
prodotti
e
la
quantità
dei
bisogni
e
trova
il
mezzo
di
accumulare
mucchi
d
'
oro
sulla
fame
,
sul
freddo
,
sulla
luce
,
sulla
sete
:
sulle
innumeri
miserie
e
sulle
poche
gioie
del
popolo
;
questi
mucchi
d
'
oro
eleva
poi
a
nemici
ed
a
tiranni
del
lavoro
,
con
essi
asservendo
inevitabilmente
il
popolo
operaio
.
Tutti
sono
brava
gente
;
hanno
una
rispettabile
posizione
sociale
,
sono
elettori
,
eleggibili
e
spesso
Deputati
;
per
essi
predica
il
curato
,
per
essi
è
fatto
il
codice
civile
,
per
essi
sta
il
giudice
,
l
'
usciere
,
il
birro
ed
il
gendarme
;
le
scuole
,
i
libri
,
le
scienze
,
i
musei
,
i
teatri
,
i
cavalli
ed
i
cocchi
,
le
strade
ferrate
ed
i
telegrafi
tutto
è
per
essi
,
percioché
essi
solo
possono
usufruire
della
civiltà
,
ad
essi
soltanto
gli
agi
ed
i
gaudii
della
vita
.
Ma
gli
altri
23
milioni
d
'
Italiani
che
cosa
fanno
e
che
cosa
sono
?
Borghesi
e
privilegiati
,
ve
la
siete
fatta
mai
questa
domanda
?
Voi
lo
sapete
;
i
23
milioni
lavorano
da
che
il
sole
si
leva
fino
a
che
non
si
corchi
,
e
sono
essi
che
fanno
e
pagano
la
civiltà
di
cui
gioite
;
sono
essi
che
creano
tutto
quanto
voi
consumate
,
dal
vostro
pane
al
vostro
lusso
sfrenato
;
senza
di
voi
essi
sarebbero
liberi
e
felici
,
senza
di
essi
voi
morreste
di
fame
.
Voi
lo
sapete
;
essi
sono
miserabili
perché
il
proprietario
e
il
capitale
li
deruba
,
essi
sono
schiavi
perché
non
possono
usufruire
della
mendace
libertà
politica
che
,
scienti
di
tanto
,
avete
loro
accordata
,
essi
sono
bruti
perché
non
volete
che
la
luce
della
scienza
irradii
le
loro
menti
;
ma
,
voi
lo
sapete
,
essi
che
sono
la
forza
creatrice
sono
pure
la
forza
demolitrice
.
Borghesi
e
privilegiati
,
la
rivoluzione
che
sopraggiunge
vuole
e
deve
demolire
il
privilegio
che
fa
servire
la
grande
maggioranza
del
popolo
Italiano
ai
vostri
bisogni
ed
ai
vostri
capricci
,
che
allontana
questa
maggioranza
da
tutte
le
gioie
della
vita
per
gettarla
nelle
più
profonde
miserie
,
che
nega
ad
essa
ogni
diritto
,
fin
anco
quello
di
lavorare
e
di
vivere
!
L
'
ineguaglianza
che
da
secoli
separa
in
due
classi
gli
uomini
:
oziosi
ed
operai
,
privilegiati
e
proletari
,
ricchi
e
poveri
,
dotti
e
bruti
,
felici
e
miserabili
,
carnefici
e
vittime
,
deve
sparire
.
La
rivoluzione
vuole
l
'
eguaglianza
del
punto
di
partenza
per
tutti
gli
uomini
;
essa
vuole
per
tutti
la
medesima
educazione
ed
istruzione
,
per
tutti
gli
istrumenti
del
lavoro
:
la
terra
al
contadino
;
il
capitale
all
'
operaio
.
Borghesi
e
privilegiati
,
non
vi
ponete
come
ostacolo
sulla
via
della
rivoluzione
;
quando
l
'
ora
sarà
suonata
,
lasciate
passare
la
giustizia
del
popolo
;
essa
vuole
distruggere
le
cose
e
non
gli
uomini
,
ma
se
gli
uomini
si
radicano
alle
cose
,
spariranno
con
esse
.
Sparirà
così
per
sempre
la
vecchia
società
privilegiata
e
tutte
le
sue
esigenze
disastrose
con
lei
;
il
grande
stato
centralista
con
tutte
le
sue
luride
infamie
cadrà
come
per
incanto
al
soffio
della
rivoluzione
,
e
la
nuova
società
si
constituirà
spontanea
in
nome
della
libertà
e
della
felicità
degli
Italiani
.
Così
liberamento
si
avrà
:
la
federazione
delle
autonomie
locali
,
nate
dalla
rivoluzione
sociale
,
avendo
per
unica
base
il
lavoro
liberamente
associato
.
StampaPeriodica ,
Egregio
sig
.
Direttore
,
l
'
unico
punto
che
mi
interessi
,
nell
'
articolo
di
Alfonso
Gatto
uscito
nel
Bargello
del
28
corr
.
e
da
me
letto
solo
stamane
,
è
quello
in
cui
si
fanno
contro
di
me
,
in
sede
prudentemente
letteraria
,
delle
insinuazioni
il
cui
senso
reale
è
invece
(
specie
su
un
foglio
politicamente
sensibile
come
il
Bargello
)
evidentemente
politico
,
dato
che
le
mie
poesie
,
figurazioni
ecc
.
sono
definite
più
volte
come
socialistoidi
(
!
)
.
Dev
'
essere
uno
scherzo
.
Ma
se
per
strana
combinazione
si
trattasse
invece
del
solito
turpe
tentativo
di
gettare
senza
parere
addosso
al
nome
di
uno
scrittore
(
troppo
duro
da
rodere
sul
terreno
dell
'
arte
)
qualche
penombra
d
'
altro
genere
,
e
di
"
fregarlo
"
in
questo
modo
,
informo
subito
subito
a
scanso
di
ogni
equivoco
,
il
signor
Gatto
e
i
suoi
amici
letterati
,
che
il
sottoscritto
è
fascista
,
fascista
sul
serio
e
senza
eclissi
,
volontario
di
guerra
,
decorato
di
medaglia
di
bronzo
al
valor
militare
,
magistrato
.
Inattaccabile
,
egregio
sig
.
Gatto
.
Spero
che
il
signor
Gatto
e
i
suoi
amici
letterati
possano
presentare
,
all
'
occorrenza
una
fedina
politica
e
morale
altrettanto
specchiata
.
Se
poi
si
volesse
limitare
strategicamente
il
discorso
alla
zona
piuttosto
gassosa
(
e
così
propizia
per
le
insinuazioni
a
mano
salva
)
delle
"
intonazioni
"
ecc
.
ecc
.
,
sappia
ancora
il
sig
.
Gatto
che
tutte
,
dico
tutte
le
poesie
cui
egli
accenna
furono
le
prime
,
in
Italia
,
ad
essere
pubblicate
,
periodicamente
,
in
serie
completa
,
su
un
giornale
politico
di
battaglia
.
Si
tratta
del
"Tevere."
Il
quale
,
quanto
a
sensibilità
intransigente
e
gelosa
,
nei
riguardi
di
certe
"
intonazioni
,
"
non
ha
evidentemente
niente
da
imparare
dal
sig
.
Gatto
.
Mando
copia
della
presente
lettera
al
Segretario
della
Federazione
Fiorentina
dei
Fasci
di
combattimento
...
Ugo
Betti
StampaQuotidiana ,
Il
popolo
non
potrà
innalzare
il
suo
edificio
sociale
,
se
prima
non
avrà
conquistato
il
terreno
politico
.
Non
è
mestieri
il
dirlo
:
il
partito
democratico
non
cessò
mai
di
mettere
in
prima
fila
delle
sue
preoccupazioni
,
l
'
abolizione
della
miseria
e
dell
'
ignoranza
,
queste
due
sorelle
nemiche
di
ogni
progresso
e
di
ogni
giustizia
.
Profondamente
penetrato
dal
sentimento
della
vera
eguaglianza
,
non
volle
mai
ridurre
ad
una
astrazione
senza
valore
i
principii
proclamati
alla
fine
del
decimo
ottavo
secolo
.
Soltanto
,
egli
pensò
sempre
doverne
dimandare
la
realizzazione
alla
libertà
politica
.
Esso
non
ebbe
mai
la
semplicità
d
'
ammettere
che
la
miseria
potrebbe
sparire
,
il
lavoro
prendere
il
suo
posto
,
l
'
uomo
la
sua
dignità
e
la
sua
indipendenza
,
insino
a
che
le
società
non
fossero
poggiate
su
altre
basi
,
che
quelle
dei
privilegi
di
nascita
e
di
fortuna
.
Nessuna
riforma
sociale
è
possibile
senza
riforma
politica
,
e
nessuna
riforma
politica
veramente
seria
senza
riforme
sociali
;
questo
è
stato
,
questo
è
ancora
il
suo
programma
,
ed
è
appunto
per
conquistarne
l
'
applicazione
integrale
,
ch
'
egli
combatte
da
sessant
'
anni
.
S
'
è
voluto
dividere
la
questione
,
subordinare
ora
l
'
uno
,
ora
l
'
altro
dei
termini
del
problema
,
il
quale
non
può
essere
risolto
senonché
nell
'
assieme
,
e
sempre
si
è
naufragato
.
I
formalisti
del
1848
hanno
approdato
a
nulla
;
e
i
Bonapartisti
che
dal
1851
s
'
erano
incaricati
di
migliorare
le
condizioni
del
popolo
,
sono
così
bene
riesciti
,
ch
'
esso
è
tanto
infelice
quanto
lo
fu
dianzi
,
e
molto
dippiù
.
Pareva
che
nel
1848
,
come
nel
1852
,
il
suffragio
universale
,
da
sé
solo
,
potesse
affrancare
il
proletariato
;
noi
abbiamo
visto
,
noi
ne
vediamo
ancora
i
prodotti
.
La
è
cosa
facile
di
dire
al
popolo
:
tu
sei
il
numero
,
tu
sei
la
forza
;
mercé
il
lavoro
tu
stringi
in
pugno
le
chiavi
della
ricchezza
publica
,
e
se
le
tue
braccia
si
fermassero
un
giorno
solo
,
la
vita
sociale
si
fermerebbe
di
contraccolpo
.
Tu
puoi
dunque
imporre
le
tue
condizioni
al
capitale
,
sicuro
di
trascinarlo
a
patti
.
Tutto
ciò
è
vero
in
teoria
,
ma
fra
la
teoria
e
la
pratica
vi
è
un
abisso
.
«
Senza
l
'
istruzione
,
senza
la
libertà
il
popolo
resterà
schiavo
del
capitale
e
dei
privilegi
,
fino
alla
consumazione
dei
secoli
»
.
Ed
il
suffragio
universale
ed
il
diritto
di
coalizione
non
saprebbero
proteggerlo
.
Fino
a
che
gli
abusi
rimarranno
in
piedi
,
fino
a
che
l
'
ineguaglianza
sociale
sarà
l
'
arca
santa
,
finché
le
leggi
saran
fatte
coll
'
opera
e
a
pro
'
dei
ricchi
e
dei
potenti
;
fino
a
che
la
libertà
,
quale
la
intende
la
democrazia
,
non
sarà
una
verità
,
i
proletari
non
vedranno
mai
mutata
la
loro
condizione
.
Lo
sciopero
non
è
più
un
delitto
dinanzi
alla
legge
,
può
darsi
,
e
del
resto
non
v
'
ha
che
a
risovvenirsi
di
quanto
or
ora
succedeva
a
Lyon
e
nel
bacino
della
Loira
per
farsene
una
mediocre
idea
.
Se
non
si
punisce
lo
sciopero
in
se
stesso
,
lo
si
punisce
in
ciò
che
lo
accompagna
.
Quasi
sempre
assolutamente
come
per
lo
passato
,
tutti
questi
dibattimenti
fra
il
salario
e
il
capitale
,
finiscono
colla
prigionia
degli
operai
:
fortunati
ancora
quando
il
Chassepot
non
si
mette
della
partita
,
con
tutte
le
sue
dolorose
conseguenze
.
No
,
l
'
operaio
non
può
liberamente
discutere
del
suo
salario
,
imperciocché
non
possiede
se
non
che
quanto
gli
provvede
il
suo
lavoro
,
e
la
fame
non
aspetta
.
Il
capitale
di
converso
,
può
arenarsi
nel
guadagno
,
ma
in
realtà
esso
comanda
sempre
al
lavoro
.
E
quando
noi
parliamo
dei
lavoranti
,
è
cosa
intesa
,
che
noi
parliamo
di
tutti
quelli
che
dipendono
dal
loro
lavoro
,
che
vivono
giorno
per
giorno
,
e
non
hanno
altre
risorse
.
Rimane
l
'
associazione
;
sì
,
se
fosse
meglio
intesa
,
più
larga
.
In
quanto
alla
carità
,
sventura
all
'
operaio
,
se
è
ridotto
a
mangiare
del
suo
pane
!
Da
quel
giorno
egli
ha
cessato
di
esser
uomo
,
e
,
a
più
forte
ragione
,
d
'
esser
cittadino
.
Che
la
democrazia
vi
pensi
;
ella
ha
il
carico
delle
anime
,
e
se
non
giunge
a
dimostrare
al
popolo
che
nulla
gli
rimane
a
sperare
,
fuorché
in
sé
medesimo
,
che
la
sua
salute
è
nelle
sue
mani
,
senza
la
vera
libertà
,
egli
non
legherà
ai
suoi
figli
senonché
l
'
eredità
dei
suoi
dolori
,
essa
non
vedrà
mai
il
trionfo
delle
sue
generose
dottrine
.
StampaQuotidiana ,
Nelle
condizioni
attuali
del
proletario
,
il
parlargli
di
patria
,
di
politica
,
e
di
libertà
è
compito
grave
e
diremo
quasi
doloroso
.
Coll
'
animo
cruciato
,
però
nella
coscienza
di
dire
il
vero
,
francamente
esponiamo
lo
stato
di
penuria
,
misero
,
infelice
con
cui
mantenne
se
non
peggiorò
questa
classe
,
lo
sgoverno
che
da
dieci
anni
fu
ed
è
alla
testa
della
publica
cosa
.
Si
deve
anzi
tutto
convenire
che
oggi
per
il
proletario
val
più
un
tozzo
di
pane
che
qualsiasi
promessa
di
miglioramento
,
di
libertà
.
Avremmo
amato
meglio
passare
sotto
silenzio
questa
confessione
,
mascherarla
con
mezzi
termini
ma
è
ipocrisia
è
colpa
,
e
noi
rifuggendo
da
questa
e
da
quella
diremo
la
Verità
perché
questa
è
la
sola
che
ponendo
a
nudo
i
mali
che
ci
circondano
,
possa
indicare
il
mezzo
di
guarirli
.
Questa
classe
che
sì
gran
parte
ha
ed
ebbe
nelle
rivoluzioni
politico
-
sociali
e
che
più
di
tutte
le
altre
con
abnegazione
ed
eroismo
,
ha
saputo
portare
il
suo
contingente
di
lavoro
e
di
scienza
,
d
'
amore
,
di
fede
,
e
di
sacrifizi
al
progresso
.
Questa
classe
diciamo
è
la
più
negletta
,
la
più
mai
compensata
delle
sue
fatiche
e
de
'
suoi
dolori
,
e
le
si
niegano
,
da
chi
a
lei
deve
tutto
,
i
più
sacrosanti
diritti
.
Schiavi
un
giorno
,
vasalli
jeri
,
canaglia
ora
ecco
il
fastoso
titolo
di
quelli
che
la
compongono
.
Sempre
negletta
quando
non
fu
calpestata
ed
avvilita
:
ecco
la
sua
storia
.
Quasi
sempre
nulla
:
ecco
lo
stato
di
questa
classe
oggi
,
jeri
,
sempre
.
E
perché
?
Forse
che
essa
è
meno
potente
,
o
da
meno
delle
altre
?
No
,
o
nobili
classi
degli
operaj
:
scrutiamo
nella
storia
,
in
questa
madre
dei
popoli
,
che
vi
dovrebbero
imparare
assai
in
essa
vi
troviamo
fatti
grandiosi
della
tua
potenza
,
del
tuo
valore
,
del
genio
tuo
.
L'89
insegna
.
Quando
desta
dal
tuo
letargo
e
scosso
per
un
momento
il
maglio
che
ti
teneva
avvinta
volesti
essere
signora
di
te
stessa
,
hai
saputo
antivenire
di
secoli
i
profeti
stessi
di
libertà
,
hai
saputo
dominare
con
maggior
senno
che
gli
stessi
legislatori
.
Sortita
dalle
officine
del
lavoro
,
tu
hai
saputo
debellare
la
forza
brutale
;
il
medio
evo
;
la
cieca
superstizione
la
religione
;
e
facendoti
sgabello
di
questa
e
di
quella
hai
proclamato
l
'
eguaglianza
e
la
libertà
;
nello
spazio
di
un
giorno
di
poche
ore
,
frantumasti
l
'
opera
funesta
di
tanti
secoli
di
servitù
e
di
miseria
.
Questo
il
tuo
nulla
...
O
ne
tremino
i
tiranni
di
questo
nulla
,
perché
se
tu
vorrai
,
potrai
tutto
.
StampaQuotidiana ,
Ai
nostri
operai
dedichiamo
il
seguente
manifesto
,
nel
quale
a
grandi
tratti
trovansi
tracciati
i
problemi
politico
-
sociali
,
che
riguardano
la
nobile
classe
del
popolo
:
«
Tre
volte
in
60
anni
il
popolo
ha
affermato
colla
forza
la
propria
sovranità
e
tre
volte
,
parte
per
ignoranza
,
parte
per
bonarietà
cavalleresca
,
egli
confidò
a
mandatarj
la
cura
di
realizzare
il
suo
ideale
di
giustizia
e
di
libertà
.
Ma
i
mandatarj
dimentichi
della
loro
origine
e
della
loro
missione
,
ora
striscianti
cortigiani
,
ora
despoti
inflessibili
,
secondo
i
calcoli
del
proprio
interesse
,
non
hanno
fatto
che
mantenere
più
strettamente
gli
operai
nella
immoralità
del
salariato
.
Direttamente
o
indirettamente
noi
sopportiamo
tutti
i
carichi
sociali
.
Coll
'
imposta
del
sangue
noi
garantiamo
,
noi
proteggiamo
il
capitale
e
la
proprietà
,
da
cui
noi
siamo
esclusi
per
l
'
organizzazione
economica
.
Col
lavoro
noi
formiamo
le
risorse
necessarie
al
mantenimento
di
tutti
i
pubblici
servizj
impiegati
a
nostro
detrimento
dagli
improduttivi
e
dai
privilegiati
.
Ora
,
nel
sedicente
paese
del
suffragio
universale
e
della
legalità
,
la
legge
ci
vieta
la
discussione
delle
questioni
politiche
,
quasi
che
i
fatti
non
fossero
là
a
provare
che
tutte
le
rivoluzioni
hanno
avuto
per
causa
principale
la
necessità
di
una
trasformazione
economica
.
Si
dovrebbe
quasi
credere
(
e
questo
sarebbe
un
rimprovero
poco
severo
)
,
che
i
nostri
governanti
non
conoscessero
la
storia
.
Nel
paese
,
sedicente
del
suffragio
universale
e
della
eguaglianza
,
la
legge
sulla
stampa
ci
condanna
al
silenzio
non
solo
per
mezzo
del
bollo
,
ma
più
ancora
per
mezzo
della
cauzione
.
Operai
,
noi
siamo
sempre
distolti
dai
nostri
studj
e
dall
'
espressione
delle
nostre
idee
con
misure
restrittive
,
e
con
leggi
eccezionali
in
contraddizione
aperta
con
i
principj
dell
'
eguaglianza
,
e
per
ciò
ingiuriosi
pel
povero
.
Ciò
nonostante
,
se
non
vorrà
recedere
o
ricadere
in
basso
,
il
secolo
decimonono
deve
risolvere
i
grandi
problemi
,
che
commuovono
la
società
.
Convinti
che
questi
non
possono
affrontarsi
che
apertamente
con
discussioni
e
polemiche
;
che
fa
di
mestieri
di
libertà
piena
di
parola
e
di
stampa
;
noi
che
contro
gli
attentati
fatti
all
'
esercizio
dei
diritti
naturali
alziamo
la
voce
protestando
,
oggi
fondiamo
una
riunione
e
una
biblioteca
sotto
il
nome
di
Circolo
degli
operai
,
per
darci
un
'
istruzione
scambievole
sui
grandi
problemi
sociali
che
devono
essere
e
saranno
la
politica
dell
'
avvenire
.
Noi
vogliamo
scoprire
misure
razionali
che
facciano
scomparire
le
funzioni
governative
,
e
risolvere
l
'
organizzazione
politica
in
quella
economica
,
cioè
noi
ci
affatichiamo
per
fondare
una
società
basata
unicamente
sul
lavoro
,
sullo
scambio
e
sulla
giustizia
.
Molte
illusioni
si
sono
avverate
,
e
noi
le
vedemmo
,
e
tenemmo
conto
di
coloro
che
vogliono
condurre
il
popolo
con
palinodie
;
noi
troppe
fughe
e
diserzioni
vedemmo
,
e
non
abbiamo
fede
che
in
noi
.
E
perché
ci
serviremo
noi
di
padroni
quando
solo
la
scienza
e
la
verità
noi
cerchiamo
?
Schieriamoci
sotto
una
bandiera
che
abbia
per
motto
:
L
'
emancipazione
degli
operai
deve
essere
l
'
opera
degli
stessi
operai
»
.