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StampaQuotidiana ,
Non è lecito dubitare . A Torino il Presidente del Consiglio ha dichiarato nettamente di essere dall ' altra parte . Per il controllo degli operai sulle industrie . Per la sottomissione a tutte le violenze che sono state compiute e sono compiute da una minoranza , mentre la maggioranza degli operai ha disertato le fabbriche . Presa di possesso , rapina , sequestro di persone , furto , non sono più nemmeno amnistiati ché è tolto ad essi il carattere di reato . Si elabora il nuovo diritto . Il Governo si compiace di dichiararsi impotente . Così , in questa sorte di disgrazia che sono i governi succedutisi in Italia per distruggere la vittoria , Giolitti prende apertamente , deliberatamente la successione di Nitti . Già minacciando di continuare l ' opera ne fasta nella politica adriatica , egli oggi si pone per la politica interna nel quadro della politica di sconfitta , di cui abbiamo segnati i caratteri . Quando la vertenza era dei soli metallurgici , già il Governo aveva dimostrato di favorire la tesi aggressiva operaia e cercava giustificazioni in asseriti torti degli industriali . Ma oggi queste giustificazioni sono impossibili . La vertenza non è più limitata all ' industria metallurgica . Il controllo operaio tocca tutta l ' economia nazionale . Ne scrolla le basi e ne minaccia l ' esistenza , in piena crisi di materie prime , di tonnellaggio , di finanziamento , quando era necessario concentrare uno sforzo nazionale per scongiurare il pericolo del fallimento . Ebbene l ' on . Giolitti appoggiandosi a quelle frazioni e fazioni plutocratiche che portano in sé sempre il germe della sconfitta , l ' abulia nazionale , il senso della sottovalutazione , l ' on . Giolitti , non ha esitato . Egli vuoi continuare nell ' opera di defezione dello Stato . Già nella vertenza dei ferrovieri secondari , il ministro dei Lavori Pubblici , aveva operato come già Nitti nello sciopero dei ferrovieri . Si poteva credere ad un difetto del ministro . Invece no . Siamo di fronte ad un ' azione di governo . O peggio all ' inazione che cerca poi di incollarsi per etichetta un programma . Poiché siamo nella continuazione dello stesso sistema dell ' amnistia ai disertori che tradiva i combattenti e distruggeva il fondamento nazionale dello Stato ; delle trattative del comm . Magno col sindacato rosso dei ferrovieri che tradiva i ferrovieri rimasti fedeli allo Stato . Quando il governo con la sua viltà e partigianeria ha creato una situazione di crisi , e il paese resta smarrito senza guida , anzi col senso del tradimento , allora giustifica la sua inazione con le condizioni del paese stesso . Così ha fatto Nitti . Così continua Giolitti , ritornato al potere perché attendeva che trovasse un punto di arresto nella china fatale . E non c ' è nemmeno lo stile di una sottomissione ad una volontà organizzata poiché questa domanda di controllo sulle fabbriche è stata improvvisata perché non fosse da una parte misurata l ' impotenza massimalistica e dall ' altra travolta l ' organizzazione privilegiata proletaria , le cui schiere sono quasi tutte costituite dagli esonerati . L ' esperimento della presa di possesso è una cosa ridicola destinata all ' esaurimento . Ma come Nitti intervenne a trattare col sindacato rosso proprio quando lo sciopero ferroviario era vinto , così Giolitti interviene in favore del controllo , quando l ' esperimento della gestione diretta è fallito . Quando cioè l ' assenteismo del governo , che ha lasciato occupare le fabbriche , poteva forse trovare un ' assolutoria nella dura esperienza cui sono costrette le masse operaie . L ' intervento dell ' on . Giolitti è però la confessione di una defezione dello Stato e di una incapacità di governo . Con la prima si subisce l ' esperimento di una gestione , quando lo Stato doveva garantire all ' economia nazionale il massimo sforzo per poter fronteggiare il carico finanziario e correggere il terribile sbilancio commerciale . Con la seconda si vuole la resa a discrezione a chi non ha altra forza che la debolezza , lo smarrimento , la vergognosa esibizione di sottomissione della parte avversa . Oggi gli industriali debbono decidere . Ma la libertà , la possibilità della loro decisione sono infirmate . L ' on . Giolitti ha dichiarato di non essere neutrale . Ma partigiano . E , quel che è peggio , partigiano per incoscienza e per impotenza . Cioè per servitù . Così la generazione di Adua tenta di strangolare la vittoria .
TORINO, 25 SETTEMBRE ( - , 1864 )
StampaQuotidiana ,
Ed ora che importa di fare ? Importa di far conoscere all ' Italia il vero carattere dei moti di Torino . Importa si sappia che Torino ha parlato per l ' Italia , e non per sé , come vorrebbero far credere i nostri nemici . Importa che il nuovo ministero non abbia carattere piuttosto piemontese che siciliano , lombardo che napolitano , e via dicendo . Importa in una parola tener fermo più che mai ad un programma veramente , grandemente ITALIANO . Perché ci siam noi dichiarati ostili alla Convenzione ? Forse per la sola ed abbietta ragione ch ' essa ledeva gli interessi di Torino ? No certo perché se un tale egoismo avesse forza in questi paesi , invece di provocare continuamente per un decennio intero la terza riscossa , essi sarebbero chiusi ad ogn ' idea di guerra nazionale , per godersi una pace che la situazione dell ' Europa avrebbe guarentita . Torino dunque ha avversata la Convenzione colla Francia anzitutto perché la crede funestissima all ' Italia . E qui , poiché i nostri avversari si studiano di trarre in inganno le popolazioni circa le origini di questa discussione , ci si permetta per conto nostro un po ' di rivista retrospettiva . Il giorno in cui la Convenzione colla Francia fu conosciuta in seguito ad una indiscrezione più o meno volontaria della stampa officiosa , noi ignoravamo ancora la clausola segreta del trasferimento della capitale , né vi avremmo pensato neppur per sogno , sia perché avevamo prestata fede alla smentita risolutissima data dall ' Opinione , sia perché non viene in mente a nessuno che un fatto interno , come il trasferimento della sede del governo da luogo a luogo , possa fare oggetto di convenzioni internazionali , salvo il caso in cui uno dei due governi subisca la legge dell ' altro . Noi dunque scrivemmo il seguente articolo : « Torino , 17 settembre La conclusione d ' una convenzione od accordo colla Francia per l ' intiera cessazione dell ' occupazione francese in Roma sembra ormai un fatto compiuto e ( salvo il caso di articoli segreti ) essa sarebbe un avviamento allo scioglimento definitivo . « I francesi si ritirerebbero da Roma entro due anni , tempo stimato sufficentissimo perché il governo papale possa formarsi una forza militare sua propria . « Il governo italiano dal canto suo prenderebbe l ' impegno di non invadere né lasciare invadere il territorio pontificio , sicché i romani resterebbero soli giudici di conservare o licenziare il Papa e la guardia pretoriana di esso . « Oltre a ciò assumeremo a nostro carico una parte proporzionale del debito romano . « Come ben dice il Cittadino d ' Asti « non è questa ancora una soluzione , ma sarebbe tuttavia tale atto che metterebbe fine ad una incertezza Ia quale , mentre è cagione di gravi imbarazzi alla Francia , è permanente motivo di malessere all ' Italia . Eppertanto tutto il partito liberale temperato sarà senza dubbio disposto ad accettarlo come un pegno della più intima amicizia che sarebbe ristabilita tra il Regno d ' Italia ed il governo imperiale di Francia » . « Ma ci sono dei ma assai forti che meritano molte serie considerazioni . « Così per esempio non soccombiamo sotto il peso della quistione finanziaria , e se per prima condizione ci si accrescono i debiti , evidentemente i due anni d ' aspettativa saranno d ' altrettanto più duri per noi che non pel governo papale . « Aspettando gli utili cominceremo con averne il danno . « Si dirà forse che questo aumento di spesa sarà compensato da una condizione sottintesa , cioè dal disarmo ? « Ma allora per non aver Roma se non che in modo eventuale in avvenire noi rinuncieremo fin d ' ora e in modo esplicito a Venezia . « La questione è molto grave . « Sul bilancio della guerra si possono fare molte e importantissime economie , ma non tali da far contrappeso all ' aggravio che ci verrebbe dall ' assunto debito romano , se pur non volessimo intaccare l ' organizzazione stessa dell ' esercito anziché limitarci all ' invio di più classi in congedo . « Oltre a ciò è forte da temere che i partiti invece di quietare s ' inasprissero , tanto più se s ' aggiungessero altre condizioni ancora ignote . « In conclusione la combinazione immaginata tra il governo francese e l ' italiano , nei termini in cui finora è fatta conoscere , esprimerebbe le migliori intenzioni da ambe le parti ; ma siccome il governo italiano si addosserebbe nuovi pesi immediati senza essere sicuro che entro i due anni lo scioglimento di Roma arrivi a giorno fisso , così temiamo assai che contro il volere dei contraenti la convenzione invece di essere utile all ' Italia e dannosa al governo pontificio sia un ' arma a doppio taglio che possa facilissimamente ferire l ' Italia sola . « Infatti in due anni può aver luogo un mondo di avvenimenti tutti a nostro danno , e non un solo in favore , perché ad ogni modo noi saremo vincolati per tutto il biennio . « Il primo di questi avvenimenti già s ' intende , sarebbe il pagamento dei milioni del debito pontificio ; e questo sarebbe certo . « Il secondo una crisi qualunque in Francia che desse motivo più o meno fondato al governo di Parigi di prolungare l ' occupazione anche oltre quei due anni . « Il terzo una crisi qualunque in Italia , e questa pur troppo non pare improbabile se non iscongiuriamo la fatale iettatura che perseguita le nostre finanze . « Egli è evidente che al primo sorgere d ' un pericolo interno ci si direbbe dopo il biennio : « Non siete forti abbastanza per guarantire che il Papa non sarà attaccato , e perciò con grandissimo nostro dispiacere noi resteremo ancora a Roma » . Di guisa che la convenzione non avrebbe portato alcun altro risultato se non che i milioni del debito papalino invece d ' essere pagati dal Papa , lo sarebbero dal governo italiano , cioè dagli avversari politici del Papa . Saremmo insomma i minchioni della farsa . « La condizione dell ' Italia , peggiorata d ' assai , potrebbe divenir tale da rendere problematico , non che il conseguimento dell ' Unità completa con Roma e Venezia , anche la conservazione di ciò che esiste fin d ' ora . « Quindi è che concludiamo : « la combinazione di cui si parla può essere buona ma a patto che la nostra condizione finanziaria non ne resti aggravata sotto alcun aspetto , e che non sianvi condizioni che gettino la discordia fra gli italiani , come sarebbe quella di una rinuncia esplicita od implicita a Venezia . « In caso diverso meglio , assai meglio la libertà d ' azione finora goduta . Essa ha certo i suoi inconvenienti ma di gran lunga minori di quelli che scaturirebbero da un contratto il quale in fin dei conti non vincolerebbe che noi soli , che portando nuovi aggravi e fortissime cagioni di discordie tenderebbe ( senza volerlo ) assai più allo sfasciamento che al consolidamento di questa Italia » . Ecco in qual modo oppugnammo la Convenzione sin dal primo giorno , e la pacatezza di parole così disinteressate è la migliore risposta che possiam fare ai nostri nemici . La clausola segreta del trasferimento cominciò a trapelare in città nella giornata stessa del 17 . E non era per fermo tal condizione da farci mutar parere intorno al complesso della Convenzione ! Noi vi vedemmo l ' abbandono di Roma , noi vi vedemmo una ragione di più per respingere un trattato fatale , ma indipendentemente da qualsiasi considerazione torinese per la buona ragione che non esitammo giammai a combattere anche Torino quando Torino ci parve aver torto , e sono note le nostre polemiche contro il municipio durante anni ed anni . Invano i nostri avversari vollero trarci sul campo municipale facendo suonar alta la quistione dei compensi . Noi non riconoscemmo che la quistione italiana . Non è in campo Torino ; è in campo Roma . Torino non ha protestato per se sola ; ha protestato per l ' Italia . Ed è questa la condotta in cui dobbiamo persistere con fermezza . Il cambiamento di ministero non risolverebbe la quistione ( come ha già osservato il Diritto ) ; ed infatti la Convenzione colla Francia esiste tuttora , e ci crea una situazione piena di difficoltà . Se sarà eseguita , evidentemente non diverrà migliore per ciò solo che la eseguirà Lamarmora piuttostoché Minghetti e Peruzzi . E nel caso contrario i nostri nemici presenteranno il fatto come trionfo esclusivo del così detto piemontesismo , per suscitare nel resto d ' Italia una reazione contro Torino e il Piemonte . Questa situazione , di cui l ' Italia va debitrice al ministero scivolato nel sangue , è molto grave . E se per risolverla , se per potere annullare una Convenzione che già sin d ' ora ha portato all ' Italia assai maggior danno che una battaglia perduta è necessario un ministero inaccessibile all ' accusa di piemontesismo , noi saremo i primi ad appoggiarlo . Né esitiamo a riconoscere che un ministero con prevalenza di piemontesi di qualsiasi colore sarebbe il meno acconcio ad ottenere un tale risultato . Noi crediamo che per la salvezza d ' Italia la Convenzione non debba eseguirsi , ma il suo annullamento deve essere fatto in modo che non sia né sembri una vittoria esclusiva di Torino . Non è Torino che deve vincere , ma la causa d ' Italia , la causa della unità , la causa della libertà , ROMA !
NON DISARMARE ( - , 1921 )
StampaQuotidiana ,
A che cosa miravano , da quale motivo erano animati i barricadieri di Firenze e gl ' incendiari di Trieste nel perpetrare i loro atti terroristici ? Non dal disagio economico e tanto meno dalla fame . La fame e il disagio economico non possono più compiere la loro classica funzione di cattivi consiglieri presso una classe che oramai ha raggiunto salari notevolmente più alti del reddito medio che l ' economia nazionale comporti . Se fosse il disagio economico ad alimentare un qualsiasi proposito rivoluzionario , prima di arrivare alle odierne categorie di rivoltosi , esso dovrebbe svolgere la sua attività istigatrice presso infinite altre categorie e ceti , che , pur lottando per i loro miglioramenti , forniscono invece i contingenti più numerosi e più volenterosi alla difesa dell ' ordine . Nelle attuali condizioni della economia nazionale , si comprenderebbero più facilmente gli impiegati dello Stato e gli ufficiali dell ' esercito a dar fuoco agli uffici e alle caserme , che non gli operai incendiare gli opifici e i contadini devastare i campi . E non dal bisogno di scuotere il giogo di una opprimente oligarchia politica , ché il cosiddetto regime di libertà e il suffragio universale e i pavidi governi borghesi hanno ormai già finito di trasformare gli oppressi in oppressori e d ' insediare le camarille socialiste in buona parte dei municipi italiani . E neppure infine dalla fondata speranza di potere instaurare un ordine nuovo quale esso sia , ché essi sanno per prova quanto salda sia la fedeltà dell ' esercito e quanto deliberato il proposito di tutte le classi non esclusa la grande maggioranza di quelle a cui essi stessi appartengono , a non consentire attentati all ' ordine costituito . Or dunque , né la necessità , economica o politica , né una grande passione , per quanto errata , né uno scopo ritenuto possibile , se anche non probabile , possono invocarsi a giustificare , o almeno a spiegare , la furia insurrezionale che si è venuta determinando in questi ultimi giorni . Siamo dunque di fronte alla rivolta gratuita , alla rivolta senza causa e senza scopo , alla rivolta per la rivolta . Un simile atto nel mondo della delinquenza individuale si chiamerebbe un delitto per brutale malvagità . La cosa e il nome non possono mutare se invece di uno siano in mille , o in diecimila , a compiere gli stessi fatti . Ciò che è avvenuto a Firenze e a Trieste non merita il nome di rivoluzione e neppure di rivolta , ma di follia criminosa di parossismo delinquente , che invano si cercherebbe di spiegare con l ' azione di cause attuali di qualsiasi specie , ma solo con l ' azione atavica di antichi istinti sanguinari . Di fronte ad un fenomeno simile è assurdo e pericoloso pronunziare parole di pace . Ogni atteggiamento conciliatore sarebbe una dedizione , che darebbe nuova esca al furore criminale , che imperversa per le città e per le campagne d ' Italia . Noi rifiutiamo di associarci all ' opera di pacificazione che da più parti s ' invoca . Lasciamo questo compito ai politicanti borghesi , abituati a comprare ora per ora , a furia di compromessi e a prezzo della propria dignità , il diritto di vivere , e ai politicanti socialisti che , pur fingendo di deplorare gli eccessi , hanno tutto l ' interesse di mantenere in vita la criminalità rivoluzionaria , per ricattare la borghesia e consolidare il loro potere personale . E lasciamo ai politicanti comunisti di speculare sulla vanità dei crimini odierni , per gridare la faute ... a Serrati . Noi , abituati a dire parole nuove e ingrate alla vecchia Italia borghese e socialista , diciamo che ogni tentativo di pacificazione è una commedia indegna , e che non si deve disarmare fino a che il nuovo brigantaggio che infesta l ' Italia non sarà distrutto alla radice .
StampaQuotidiana ,
Guardiamo sempre a Santena , e Santena ci risponde : Venezia e Roma . Guardiamo ai convenzionisti , e ci rispondono : Tappa e disarmo . Ebbene , no . Né tappa né disarmo . Quest ' è il nostro programma dell ' avvenire , questa la posizione nostra franca , netta , decisa . Ma la Convenzione è legge . Sì , è legge , e la rispetteremo . Ma noi le daremo altro sviluppo da quello che intenderebbero darle i loro autori . Mentr ' essi abdicarono al programma del Conte Cavour , noi lo vorremo compito fino alla sua ultima sillaba . Noi , soli difensori delle Questioni urgenti di Massimo d ' Azeglio quand ' era vivo Cavour , contro il briaco schiamazzare d ' una stampa che appena allora vagìa di politica , noi non apostatiamo alla nostra fede come fan essi che oggi accettano quello contro cui bestemmiavano allora . Noi , cui piacque sentir le nobili ire della stampa a noi ostile contro il programma di raccoglimento del Conte di San Martino , non apostatiamo oggi al nostro grido che « il disarmo con Venezia in catene sarebbe tradimento » , ma subendo la inesorabile necessità a cui ci trascina la Convenzione fatta legge , ci adopreremo perché si arrestino , per quanto è possibile , le ultime conseguenze di un atto che ci condurrebbe sa Dio a quali tristi sciagure . Per far ciò bisogna che il Piemonte corra dietro all ' Italia , che gli si tenta rapire . Bisogna rispettare la legge del trasporto ma star sentinelle col moschetto al viso per attendere l ' ultimo minuto dei due anni in cui la Francia s ' è impegnata a trarre il Corpo d ' occupazione da Roma . Bisogna completare l ' Italia con Venezia nostra , colla Monarchia in Campidoglio . Eccoci fermi nei nostri principii , eccoci saldi sempre alla nostra bandiera . Chi vede in noi il municipalismo , ci guarda colle lenti proprie . Come non conosciamo consorterie , come non conosciamo partiti , come non conosciamo interessi che ci leghino a una piuttostoché ad altra contrada , così non conosciamo municipii . Il nostro campanile è in Campidoglio . Il nostro programma è quello del Conte Cavour !
LA «PACE» INTERNA ( - , 1921 )
StampaQuotidiana ,
Ogni sforzo diretto a porre fine alla violenza e a conciliare gli animi esasperati non può non essere guardato con benevolenza e secondato con sincero desiderio di successo . Ma perché il successo sia non apparente , ma reale e fecondo di utili risultati per il Paese , bisogna che i vantaggi conseguiti dalla parte nazionale sulla parte antinazionale , dall ' Italia sull ' antitalia abbiano pieno riconoscimento e siano consolidati in quel nuovo stato di fatto , che seguirà all ' accordo . Diversamente sarebbe non una pace , ma una semplice tregua a tutto vantaggio dei nemici interni , che la pusillanime tolleranza o assenza dei governanti aveva resi audaci e spavaldi e che la spontanea reazione delle giovani forze nazionali , dopo averli costretti ad una disperata difensiva , li ha ridotti a chiedere mercé . Il Popolo italiano non è una scolaresca in vacanza , che dopo avere giocato alla guerra , si diverte a stipulare la pace . La pace interna deve essere una cosa seria , appunto perché la guerra interna è stata una cosa triste ed atroce . Come coi nemici esterni così coi nemici interni l ' Italia non può volere una pace di compromesso , ma una pace vittoriosa . Ora una pace vittoriosa all ' interno non può voler dire semplicemente la fine della materiale violenza , ma il riconoscimento pieno ed universale della supremazia morale dell ' Italia , l ' osservanza per tutti del culto , per lo meno esterno , della Patria . Se la fine della violenza non deve essere l ' effetto dell ' esaurimento fisico delle parti contendenti o di un intervento coercitivo del potere pubblico , ma l ' oggetto di una regolare stipulazione contrattuale , questa non può avere per presupposto il diritto ad una incondizionata libertà di manifestare e di esaltare la propria idealità , anche se in contrasto ed in ispregio con l ' idea sovrana di Patria . Non si può contrattare il rispetto alla bandiera nazionale , mediante il corrispettivo del rispetto alla bandiera rossa . Al disarmo materiale della parte nazionale deve corrispondere da parte degli elementi sovversivi il disarmo degli spiriti almeno nelle loro manifestazioni esteriori . Ora sono gli uomini , che si assumono la responsabilità di rappresentarli , in grado di garantire che non avranno più a ripetersi gli oltraggi alla bandiera nazionale , il vilipendio dell ' esercito , gli insulti ai combattenti e le offese alla vittoria italiana , che già furono in onore nelle manifestazioni pubbliche e sulla stampa di loro parte ? Di non permettere più lo sventolio delle bandiere rosse nei loro municipi e nelle sedi delle loro organizzazioni , i voti antipatriottici nei loro consessi ? Se sì , firmino pure l ' accordo e la pace sarà fatta . Se no , è perfettamente inutile che si reciti la commedia della pace interna , mediante la stipulazione di un regolare protocollo di rappresentanti senza credenziali . È inutile , perché la violenza , non potrà mai essere eliminata finché permangono le provocazioni alla violenza . Noi non possiamo ammettere che i simboli della Patria , come la bandiera nazionale , e gli organi essenziali della Patria , come l ' esercito , siano identificati ai simboli e agli organi di un partito e quindi equiparati , nel mutuo rispetto e nella mutua tolleranza , ai simboli e agli organi di un altro partito , che disconosce la Patria in tutti i suoi attributi e in tutti i suoi simboli . Perciò un accordo per la pacificazione non può avere per oggetto che o la garanzia dei capi socialisti dell ' ossequio da parte dei loro seguaci alle forme e agli istituti che incarnano e simboleggiano la maestà della Patria ; o l ' impegno da parte degli stessi capi di consentire acché lo Stato reprima fermamente , anche , se occorre , mercé nuovi provvedimenti legislativi , ogni forma di vilipendio alla Patria e ogni offesa alla coscienza nazionale .
VIVA PIETRO MICCA ! ( - , 1865 )
StampaQuotidiana ,
Il telegrafo aveva alquanto addolcito il tuono di superiorità assunto dal discorso napoleonico nella parte che concerne la quistione italiana . L ' Imperatore non ha detto solamente : « Nel mezzogiorno dell ' Europa la nostra azione doveva esercitarsi con maggiore risolutezza » ma ha voluto esplicitamente rivendicare la Convenzione come un atto suo proprio e personalissimo . Egli così s ' è espresso : « Nel mezzogiorno dell ' Europa l ' azione della Francia doveva esercitarsi con maggior risolutezza . IO HO VOLUTO render possibile la soluzione di un difficile problema » . Davanti a questo J ' AI VOULU che cosa resta della famosa formula del ministero passato « indipendenti sempre , isolati mai ? » . J ' ai voulu , e l ' Italia ( salvo il piccolo Stato ai piedi delle Alpi a cui le membra sparse della patria italiana cercavano di riattaccarsi per mezzo di deboli legami ) ha trangugiata la pillola non solo con rassegnazione , ma con entusiasmo . Questo divario d ' opinione tra il resto d ' Italia e il piccolo paese porge al discorso imperiale naturalissima occasione di fulminare i pregiudizi anti - convenzionisti , e di lasciar cadere dalla penna un ' idea nuova espressa in modo irréprochable , l ' idea cioè che tra le membra della patria italiana e il piccolo paese ai piedi delle Alpi corra un non so che di distinto , o in altri termini , che l ' Italia che si proclama costituita definitivamente senza Venezia e senza Roma , potrà esserlo anche senza il piccolo paese . Ma del piccolo paese che cosa intendesi di fare ? Un Regno a parte perché serva di cuscino intermedio per rammorbidire gli attriti fra la Francia e l ' Italia futura , come prima fra la Francia e l ' Austria ? Oppure addirittura dipartimenti francesi ? Oh bene ! Il Piemonte risponde intanto alla frase imperiale , ricordandosi l ' eroe biellese , e gridando VIVA PIETRO MICCA ! Il Piemonte ha da lagnarsi altamente di alcune provincie italiane , ma i torti di fratelli non gli faranno rinnegare la madre . E poi or ch ' è palese che la Convenzione non è cosa italiana , perchè avrebbe rancori contro gente che non sapeva quello che si facesse ? Viva l ' Italia ! Viva Pietro Micca !
StampaQuotidiana ,
Mentre a Roma si tratta , a Bologna , cioè nella culla del fascismo e dove il fascismo conserva ancora intatto lo spirito delle sue origini , si rivendica il carattere di pura ed energica resistenza nazionale del movimento fascista e si proclama l ' assoluta impossibilità per il fascismo , in quanto forza spontaneamente e direttamente espressa dalle viscere della società italiana per supplire alla negligenza dello Stato , a salvaguardia dei suoi caratteri nazionali , di venire a diretto contatto con le forze antinazionali e di collaborare , sia pure accidentalmente con esse , ad un ' opera di apparente pacificazione . A nessuno può sfuggire l ' importanza di una tale declinatoria delle cosidette trattative di pace , fatta non soltanto dall ' organizzazione fascista più autentica e combattiva , ma fatta anche in nome dei principii più essenziali del fascismo e di un interesse altissimo , che non solo trascende la latta delle fazioni , ma respinge energicamente per proprio conto il carattere fazioso che si vorrebbe attribuire all ' azione fascista . È in sostanza una pregiudiziale assai grave , che le organizzazioni emiliane - romagnole riunite a congresso muovono ai tentativi di pacificazione . Questi tentativi esse dicono muovono dal presupposto che la lotta cruenta che ora si combatte è opera di due fazioni egualmente dannose all ' interesse nazionale , perché entrambe le fazioni si sono poste volontariamente fuori della legge e in egual modo disconoscono l ' autorità dello Stato . Ora il fascismo non può in alcun modo rinunziare a ciò che costituisce la sua stessa ragion d ' essere e che apparve nitidamente a tutti al momento della sua origine : e cioè che il fascismo non è un fenomeno classista , che spieghi un ' azione di ostilità offensiva contro altre espressioni di interessi classisti , nei quali si scompone l ' unità dello spirito nazionale , ma è l ' espressione integrale di questo , in quanto assume una funzione di resistenza alle sopraffazioni delle forze centrifughe , che vorrebbero dilaniarlo e dissolverlo ; che il fascismo , insomma , non è una fazione in contrasto con altre fazioni dentro lo Stato e al disopra dello Stato , ma un fattore di conservazione nazionale , che si sprigiona direttamente dalle intime latebre della società nazionale , quando la funzione protettiva dello Stato le è venuta meno . Esso quindi non può ritrarsi dalla sua posizione di battaglia , finché lo Stato non venga a rilevarlo : è l ' esercito irregolare , che ha occupato alcune posizioni e le difende strenuamente dai contrattacchi nemici , finché non intervenga l ' esercito regolare a disimpegnarlo e a prendere il suo posto . Trattare col nemico , prima che questo momento sia giunto , sarebbe un tradimento . Accedere alle trattative significa porsi volontariamente sullo stesso piano dei socialisti , cioè ammettere di essere una fazione fra le altre e disconoscere , come le altre , l ' autorità dello Stato , che è in se stessa e dovrà alla fine , contro tutte le paure e le esitazioni dei governanti , essere riconosciuta da tutti sovrana . Le trattative rappresentano quindi una insidia : il loro vero scopo non sarebbe quello di raggiungere sinceramente la pacificazione , quanto quello di compromettere il fascismo e fargli perdere la coscienza del suo vero compito politico insieme con la coscienza della sua superiorità morale . Ora a meno che non si possa dimostrare che , contro la stringente efficacia di queste eccezioni pregiudiziali , sussiste la necessità di più impellenti ragioni di opportunità politica , sì da poter loro contrapporre efficacemente un cave a consequentiariis , dobbiamo convenire che gli argomenti addotti dal Congresso emiliano - romagnolo non potranno non produrre una forte impressione ed esercitare una notevole influenza sulle trattative in corso .
ProsaGiuridica ,
VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D ' ITALIA Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato ; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue : Art . 1 Chiunque commette un fatto diretto contro la vita , l ' integrità o la libertà personale del Re o del Reggente è punito con la morte . La stessa pena si applica , se il fatto sia diretto contro la vita , l ' integrità o la libertà personale della Regina , del Principe ereditario o del Capo del Governo . Art . 2 Sono egualmente puniti con la morte i delitti preveduti dagli articoli 104 , 107 , 108 , 120 e 252 del Codice penale . Art . 3 Quando due o più persone concertano di commettere alcuno dei delitti preveduti nei precedenti articoli , sono punite , pel solo fatto del concerto , con la reclusione da cinque a quindici anni . I capi , promotori ed organizzatori sono puniti con la reclusione da quindici a trenta anni . Chiunque , pubblicamente o a mezzo della stampa , istiga a commettere alcuno dei delitti preveduti nei precedenti articoli o ne fa l ' apologia , è punito , pel solo fatto della istigazione o della apologia , con la reclusione da cinque a quindici anni . Art . 4 Chiunque ricostituisce , anche sotto forma o nome diverso , associazioni , organizzazioni o partiti discolti per ordine della pubblica autorità , è punito con la reclusione da tre a dieci anni , oltre l ' interdizione perpetua dai pubblici uffici . Chi fa parte di tali associazioni , organizzazioni o partiti è punito , pel solo fatto della partecipazione , con la reclusione da due a cinque anni , e con l ' interdizione perpetua dai pubblici uffici . Alla stessa pena soggiace chi fa , in qualsiasi modo , propaganda della dottrina , dei programmi e dei metodi d ' azione di tali associazioni , organizzazioni o partiti . Art . 5 Il cittadino che , fuori del territorio dello Stato , diffonde o comunica , sotto qualsiasi forma , voci o notizie false , esagerate o tendenziose sulle condizioni interne dello Stato , per modo da menomare il credito o il prestigio dello Stato all ' estero , o svolge comunque una attività tale da recar nocumento agli interessi nazionali , è punito con la reclusione da cinque a quindici anni , e con l ' interdizione perpetua dai pubblici uffici . Nella ipotesi preveduta dal presente articolo , la condanna pronunciata in contumacia importa , di diritto , la perdita della cittadinanza e la confisca dei beni . Il giudice può sostituire alla confisca il sequestro ; in tal caso esso ne determina la durata e stabilisce la destinazione delle rendite dei beni . La perdita della cittadinanza non influisce sullo stato di cittadinanza del coniuge e dei figli del condannato . Tutte le alienazioni dei beni fatte dal condannato dopo commesso il reato e nell ' anno antecedente a questo , si presumono fatte in frode dello Stato , e i beni medesimi sono compresi nella confisca o nel sequestro . Gli effetti della condanna in contumacia , di cui ai precedenti capoversi , cessano con la costituzione o con l ' arresto del condannato : in tal caso , i beni gli sono restituiti nello stato in cui si trovano , salvi i diritti legittimamente acquisiti dai terzi . Art . 6 Per i delitti preveduti nella presente legge , quando il fatto sia di lieve entità , ovvero concorrano circostanze che , ai termini del Codice penale , importino una diminuzione di pena , il giudice ha facoltà di sostituire alla pena di morte la reclusione da quindici a trenta anni , alla interdizione perpetua dai pubblici uffici la interdizione temporanea , e di diminuire le altre pene fino alla metà . Per gli stessi delitti , tutti coloro che , in qualsiasi modo , siano concorsi a commetterli , sono puniti con le pene stabilite dalla presente legge . Art . 7 La competenza per i delitti preveduti dalla presente legge è devoluta a un tribunale speciale costituito da un presidente , scelto tra gli ufficiali generali del Regio esercito , della Regia marina , della Regia aeronautica e della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale , di cinque giudici scelti tra gli ufficiali della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale , aventi grado di console , l ' uno e gli altri , tanto in servizio attivo permanente , che in congedo o fuori quadro , e di un relatore senza voto scelto tra il personale della giustizia militare . Il tribunale può funzionare , quando il bisogno lo richieda , con più sezioni , e i dibattimenti possono celebrarsi , tanto nel luogo ove ha sede il tribunale , quanto in qualunque altro comune del Regno . La costituzione di tale tribunale è ordinata dal Ministro per la guerra , che ne determina la composizione , la sede e il comando presso cui è stabilito . Quando concorrano le condizioni previste dall ' art . 559 del Codice penale per l ' esercito , possono altresì costituirsi tribunali straordinari . Nei procedimenti pei delitti preveduti dalla presente legge si applicano le norme del Codice penale per l ' esercito sulla procedura penale in tempo di guerra . Tutte le facoltà spettanti , ai termini del detto Codice , al comandante in capo , sono conferite al Ministro per la guerra . Le sentenze del tribunale speciale non sono suscettibili di ricorso , nè di alcun altro mezzo di impugnativa , salva la revisione . I procedimenti pei delitti preveduti dalla presente legge , in corso al giorno della sua attuazione , sono devoluti , nello stato in cui si trovano , alla cognizione del tribunale speciale , di cui alla prima parte del presente articolo . Art . 8 Nulla è innovato circa le facoltà conferite al Governo con la legge 24 dicembre 1925 , n . 2260 . La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno , e cessa di aver vigore dopo cinque anni da tale data , salva l ' esecuzione di condanne già pronunciate . Entro lo stesso periodo di tempo , il Governo del Re ha facoltà di emanare le norme per l ' attuazione della presente legge , e per il suo coordinamento col Codice penale , col Codice di procedura penale , col Codice penale per l ' esercito e con le altre leggi . Ordiniamo che la presente , munita del sigillo dello Stato , sia inserta nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato . Data a Roma , addì 25 novembre 1926 . VITTORIO EMANUELE . MUSSOLINI ­ ROCCO Visto , il Guardasigilli : ROCCO .
MEMENTO ( - , 1865 )
StampaQuotidiana ,
Memento , Italia , che fosti polvere e che puoi polvere ridiventare . Memento del tuo ieri , ancora avvolto di tenebre e di gramaglie . Dove più splendida è la natura , dove più imponente all ' uomo rivelasi la grandezza di Dio , nell ' incantevole azzurro di un mare raccolto in una conca di fiori , dove mugghiano e gittan fiamme i vulcani , ivi che più grande parea dovess ' essere la felicità di un popolo privilegiato , era invece più vasta la tenebra , più terribile il lutto , più disperata la condizione di quei tuoi figli . Memento , Italia , che questa sventura durò per secoli su quella terra di paradiso , e che solo da ieri ritornata al sorriso di Dio , alla luce della libertà , potrebbe , se non hai senno , ritornare nella tenebra e nel lutto . Memento , Italia , che fosti polvere e che puoi polvere ridiventare . Dove l ' ingegno svegliato , e la fortezza degli animi , ha fatto più ubertosa e più colta la contrada , cui ingemmano le fiorenti colline e le ridenti vallate della Brianza , ivi per secoli pesò il dominio della razza straniera , e fino a ieri i patiboli erano lo stemma dell ' ultimo impero . Memento , Italia , quante lagrime e quanto sangue t ' ha costata la redenzione di quella contrada , e quanti secoli di nuova servitù le ripeserebbero addosso , se colle tue nuove divisioni apristi le porte al ridominio del vinto di ieri . Nelle contrade più vicine al sito , d ' onde chi usurpa il nome di Vicario del Dio di carità e d ' amore , avrebbe dovuto effondere uno spirito di carità e d ' amore , ivi fu più lungo e più atroce e più spietato il martirio delle tue genti . La luce della libertà inondò tutta quella sacra terra che conserva il nome d ' Emilia , e dove l ' immoralità era legge di governo , che si insegnava fra un versetto e l ' altro della dottrina cristiana , ora la virtù delle oneste coscienze è diventata il dogma dei tuoi figli redenti . Memento , Italia , che fu lungo , infinito , il regno dell ' ignoranza in quelle afflitte contrade . Memento , Italia , che fosti polvere , e che puoi polvere ridiventare . Memento , Italia , che quella terra gentile dove le Arti hanno piantato il loro tempio immortale , d ' onde Dante , Sole dell ' intelletto , illuminò l ' Universo , va ora a diventare il tuo nido . Falla forte come la tua rude culla dell ' Alpi , e infondi in quelle miti contrade dei fiori , in quei templi delle arti , una vena dell ' ira di Dante , uno spiro dell ' anima di Buonarroti , un lampo di sdegno del forte figlio di Gavinara . Memento , Italia , che in quella contrada ove tutto è tradizione eloquente di glorie patrie levan dritte al cielo le loro merlature le torri memori delle fraterne discordie dell ' evo medio Memento che quelle discordie perpetuarono le tue sventure Memento , Italia , che fosti polvere , e che puoi polvere ridiventare . Qui dove è meno fantastico il cielo , dove meno azzurri e meno caldi i tramonti , dove agli incandescenti vulcani s ' alzan contro le cresce algenti delle naturali nostre bastite , è un popolo calmo e forte , che messo a guardia dell ' Alpi , ha difeso sempre con onore il suo suolo , e stette così fermo alle minaccie e ai perigli , che meritò l ' onore di slanciarsi a romper le catene degli altri . Perch ' ei fu forte , perch ' ei fu sobrio , perch ' ei volle di qua dove iniziò l ' impresa , compirla , alcuni tuoi figli gli furono ingratamente addosso . Memento , Italia , che questa eredità di Caino fu la più atroce sventura , che pesò sui figli tuoi e che converse l ' antica loro potenza nella servitù dei secoli . Grida , o Italia , colla tua voce di madre autorevole , che cessi una volta la ingiuria , se vogliono che l ' abbracciamento si compia sincero , e che la reazione dell ' offeso non perpetui la divisione , che ci riconduca tutti in catene . Là dove l ' onda bacia i marmorei palagi della Grande Mendica , che fu per 14 secoli strapotente , e reina , ora per queste discordie ricalò la disperazione ed il lutto . Là dove un giorno si trionfava del mondo , ora s ' è schiavi d ' un Prete . Memento , Italia , che quelle tue figlie imprecano a te per le discordie dei tuoi figli . Parla colla tua voce di madre , e imponi la concordia e le armi , con cui sole si può rompere la servitù . Memento , Italia , dei tanti morti , che solo nei tre lustri dell ' ultimo tuo sforzo , ti ha costati per liberarti in parte . Memento , dei molti che ti costerà la liberazione delle ultime tue sorelle Imponi , Italia , la concordia e l ' armi Imponi la fede in questa sacra bandiera , sul cui campo v ' è una croce non deturpata dagli spergiuri , di cui il Prete di Roma ha coverto quella di Cristo . Memento , che fosti polvere , e che puoi polvere ridiventare .
StampaQuotidiana ,
Il cosidetto trattato di pace siamo dolenti e soddisfatti nel medesimo tempo di applicare questo termine di politica internazionale ad un fatto di politica interna fra fascisti e socialisti è un fatto compiuto . I negoziatori sotto l ' esperta e sapiente guida del Presidente della Camera hanno dovuto superare non poche difficoltà per concluderlo , difficoltà dipendenti non tanto dal contenuto del modus vivendi concreto che si cercava di stabilire , quanto dalla posizione di disagio morale e politico , in cui ciascuna delle parti veniva a trovarsi per il fatto di essersi messa a contatto dell ' altra , sopra uno stesso piano morale e politico . Specialmente nell ' implicito riconoscimento della qualità di belligerante della parte fascista , presupponeva in questa parte un tale spirito di sacrificio e di rinunzia alla superiore posizione di fattore politico operante non in senso partigiano ma nazionale , che non tutti erano disposti a sopportare e che le organizzazioni emiliane - romagnole esplicitamente respingevano . Ma queste pregiudiziali di amor proprio politico , furono superate dalle più evidenti necessità d ' ordine generale , che prevalsero nella valutazione dei capi fascisti ; e noi , che pure abbiamo dato perché il problema fosse integrato in tutti i suoi elementi il massimo rilievo a quelle pregiudiziali di carattere morale , non possiamo non compiacercene . Così pure non abbiamo alcuna difficoltà di dare atto all ' on . Mussolini che il movimento fascista sia stato da lui fondato il 22 marzo 1919 e non abbia avuto la sua culla a Bologna dopo quella data come noi avevamo scritto sebbene fosse evidente che noi con quella espressione non abbiamo inteso alludere all ' atto di nascita in senso cronologico del fascismo , ma all ' origine della sua forza politica , la quale senza dubbio meglio si sviluppò e si affermò in quelle regioni dove l ' opera di spossessamento dello Stato da parte del socialismo era stata compiuta quasi totalmente . Oggi che il trattato di pace è stato firmato dobbiamo porne in rilievo gli aspetti buoni e valorizzarne la portata nazionale , la quale pure esiste , e potrà essere tanto più efficiente , quanto più diventerà chiara nella coscienza pubblica e soprattutto in quella parte di essa , che avendo una più squisita sensibilità patriottica , è maggiormente portata ad assumere un atteggiamento di risoluta intransigenza . Questo non sminuisce affatto il valore delle riserve che abbiamo già fatte : fuori di queste , il valore politico del trattato consiste , secondo noi , in due punti essenziali , che del resto sono stati assai bene illustrati dall ' on . Mussolini nella sua recente intervista . Innanzi tutto sta il fatto che il trattato separa nettamente l ' azione dei socialisti da quella dei comunisti . Tale separazione già esisteva all ' interno , ora essa comincia ad apparire e ad operare anche verso l ' esterno . Con ciò non si vuol intendere che lo spirito del socialismo si sia essenzialmente modificato ; sarebbe una illusione il credere che il partito socialista da antinazionale sia diventato nazionale , per il semplice fatto del Trattato . Ma soltanto che l ' atteggiamento antinazionale dei socialisti tende a differenziarsi da quello dei comunisti : il che però potrà avere il risultato pratico di rendere meno difficile il compito di repressione dello Stato quando una volontà dello Stato sia per sorgere contro le violenze comuniste . La solidarietà antinazionale dei socialisti coi comunisti malgrado tutte le riserve dell ' on . Modigliani in nome dell ' internazionalismo non può non ricevere un forte colpo dal Trattato , che esclude i comunisti . Rimane sempre un lato oscuro : ed è nelle conseguenze che tra i socialisti , che i comunisti accusano di « conversione alla vigliaccheria » , potrebbero avere un eventuale inasprimento di lotta tra fascisti e comunisti o un ' azione decisamente repressiva dello Stato . Il secondo punto degno di rilievo , dal punto di vista nazionale , è che il trattato attesta la volontà di por termine alla funzione contingente e diciamo pure rivoluzionaria del fascismo e di iniziare lo svolgimento di un ' attività politica più normale e nazionale in senso positivo . Intendiamoci , non già che il trattato segni concretamente il passaggio dall ' azione diretta all ' azione politica e rigidamente legalitaria del fascismo . Questo non si ottiene per via di decreti , ma per via di evoluzione storica , la quale non può essere affrettata che entro limiti assai modesti . Tuttavia l ' affermare pubblicamente che questa volontà esiste e il consacrarla in un documento solenne è già un contribuire efficacemente a che essa si realizzi . Il trattato , insomma , esprime non soltanto la speranza , ma il proposito che il fascismo da fattore contingente , che ha compiuto mirabilmente la sua funzione in un momento eccezionale della vita del paese , diventi un fattore politico normale , un elemento di propulsione di politica nazionale in una vita politica ricostituita . Ora il nazionalismo , che ha validamente sostenuto il fascismo nel periodo più turbolento della sua vita , che gli è stato accanto anche in momenti più difficili della sua attività anche quando tutti coloro che lo avevano esaltato cominciavano a disertare la causa ; il nazionalismo , che pure attraverso gli atteggiamenti estremisti ed eccessivi che il fascismo era stato costretto assumere , aveva saputo distinguere quanto di serio e di solido politicamente vi era nella sostanza di questo improvvisato movimento ; non può non affrettare coi suoi voti la trasformazione di esso in un fattore permanente della politica normale del nostro Paese . Fuori degli atteggiamenti esteriori diversi , che le contingenze eccezionali possono aver consigliato all ' uno e all ' altro di assumere , il fondamento dei due movimenti politici non potrà non risultare in luce più viva , quando la normalità della vita politica italiana sarà pienamente ristabilita .