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LE ADESIONI ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
Fra le moltissime lettere di adesione che riceviamo , scegliamo alla rinfusa le più brevi , che basteranno a dimostrare come ogni classe della società prenderebbe parte alla sottoscrizione . Torino , 15 febbraio 1866 . « Caro dottor Bottero , Non saprei lodare abbastanza la magnifica proposta contenuta nel num . 45 del pregiato giornale da lei diretto , riguardo ad un Consorzio Nazionale , per pagare i debiti dello Stato ; e secondo me sarebbe il vero mezzo per affrancare la patria , onde poter essere alleati con tutti , ma servi di nessuno , e in appoggio di questo mi fo un dovere di offrire L . 720 pagabili in 12 rate mensili di L . 60 sulla pensione che percepisco dallo Stato per le ferite riportate nelle campagne di guerra combattute per la libertà d ' Italia . Spero che l ' onore nazionale , l ' amore della patria , ed il desiderio della libertà sarà stimolo agli italiani a concorrervi . La saluto , ecc . Maggiore CHIESA LIBERIO » . « Signor Direttore , Aderendo alla proposta fatta dalla Gazzetta del Popolo di formare un Consorzio per il pagamento dei debiti nazionali , mi dichiaro pronto a contribuire con sei mesi di stipendio del mio grado di maggiore di fanteria . GIO . FILIPPO GHIRELLI » . « Egregio signor Direttore , Servo il paese dal 48; da circa sei anni ho raggiunto il modesto stipendio di L . 1600; non posseggo altra risorsa e mi sommetto volentieri alla sottrazione di cento lire , per contribuire al pagamento dei debiti della Nazione . Un ex - sotto - commissario del genio militare ora aiut . contabile di 2.a classe » . « Onorevole signor Bottero , Oggi ho letto nel vostro giornale l ' articolo sull ' Asta Pubblica , ove avete esternato un ' idea che da qualche tempo mi rumina pel capo , senza però avere il coraggio di esternarla . Per l ' esecuzione di questa mia si terrebbe una via differente alla vostra , ma ci raggiungeremmo sempre nello scopo principale , cioè quello di pagare i debiti dello Stato . La vostra è un ' idea grande e generosa sotto ogni rapporto , ma la temo irrealizzabile ; a vece se voi al bello , al grande , al generoso v ' unite anche un poco d ' utile , più facile cosa sarà venirne a capo , perché ben sapete che bisogna prendere gli uomini come sono , e non come dovrebbero essere . Voi proponete di fare una sottoscrizione a quote regalate , e per conseguenza perdute ; a vece io proporrei di fare una sottoscrizione per comperare i debiti della Nazione , onde toglierla dal palese monopolio degli esteri finanziari , e da quello politico di certe potenze ! ! Secondo il mio sistema il sottoscrittore non perderebbe il capitale , ed in pari tempo ne ricaverebbe ancora un interesse annuo da convenirsi , ma però non maggiore del 5 per cento . Quando l ' Italia non avrà più debiti che verso i propri figli , e che gli amministratori saranno responsabili del loro operato , allora potremo occuparci di fare assennati passi nella politica , ma fino a tanto che non faremo bene gli affari nostri in linea di finanze , faremo sempre e poi sempre cattiva politica . Riducendo la questione a minimi termini , bisogna che i figli si rendano possessori dei debiti fatti dal padre Governo per non causare una vergognosa morte alla cara loro comune madre Italia . Chi vi scrive è un figlio del popolo , non ricco di fortuna , ma bensì d ' affetto per la cara madre , e promette di concorrere per lire Io mila all ' effettuazione del presente progetto . Ricevete , ecc . Torino , il 14 febbraio 1866 . G . BONELLI » . « Signor Direttore , Torino , 15 febbraio 1866 ( sera ) . Quanto sia nobile , generosa e filantropica la proposta relativa al debito nazionale lo diranno la nazione ed i posteri . A me , militare di bassa forza , basti l ' applaudirla e lo associarmivi , dichiarandomi sin d ' ora pronto a sborsare oltre alla quota che mi verrà assegnata , un soprappiù di L . 20 . Animo ! Volere è potere . Vogliamo , perdio ! L ' Italia mostri anche in questa circostanza che non è la terra dei morti né una espressione geografica , e che ben s ' ingannarono que ' due oltramontani che l ' accusarono per tale . Passo a riverirla , ecc . « S …I.O P … . nei Carabinieri Reali , Legione allievi , 3.0 squadrone , nativo della provincia di Como » . Torino , 15 febbraio 1866 . « Signor Direttore , « Facendo plauso alla municipalistica proposta di pagare il debito nazionale fatta dalla benemerita Gazzetta del Popolo a condizione che tutti , secondo le proprie forze , vi concorrano , mi sottoscrivo per un quarto di più della quota che sarà per toccarmi . SAVOJARDO B . F . , tipografo dei teatri » . « Signor Direttore , Un Consorzio Nazionale ! Oh santissimo concetto ! Unica , efficacissima àncora di salvamento in questi duri momenti , in cui l ' Italia veramente indietreggia all ' abisso ! Non mi perderò , signor direttore , in espansioni cui vorrebbe trascinarmi il mio cuore commosso innanzi a questa grande idea ; all ' espansione darò sfogo quando l ' idea avrà preso un corpo ed un ' anima ! Ma ora i nostri mali sono abbastanza e anche troppo additati . Crediamo noi di commuovere con ciò i nostri nemici ? O speriamo che venga alcuno a trarci d ' impaccio ? È tempo di adoperarci e adoperarci efficacemente per guarire questi mali . E lo possiamo se lo vogliamo . La concordia degli animi e l ' unione dei sacrifizi possono operare miracoli . L ' idea santissima di un Consorzio Nazionale è forse un ' utopia ? Essa è più positiva che il calcolo di coloro che vogliono condurci a rovina ! Perché dunque non la manderemo ad effetto ? La Società di Gianduja , invitata , se occorre , si riunisca di nuovo per farsi nucleo di un Consorzio Nazionale , il quale sotto la protezione del nostro bravo Vittorio si costituisca allo scopo di salvare l ' Italia pagandone i debiti . A Gianduja l ' onore dell ' iniziativa e la benedizione delle presenti e future generazioni d ' Italia ; all ' Italia gloria e risorgimento ! Bravo , signor direttore ! Promuova l ' attuazione della sua idea . Oh se potessimo spingere l ' effettuazione fino a renderla sinonima di emancipazione ! ... Ma sarà anche questo un falso lume in tanta oscurità ? Accolga , ecc . Alessandria , 14 febbraio 1866 . L . VEGLIO , maestro elementare » . « Signor Direttore , La parte più cospicua di mia sostanza consiste in 5 mila lire di rendita in fondi pubblici italiani . Se volessi realizzarli non ne ritirerei che il 61 e centesimi , mentre li ho comprati all'80 . M ' associo di gran cuore per lire dieci mila alla proposta di un Consorzio Nazionale per pagare i debiti dello Stato ; e a ciò mi muove non solo spirito di patriottismo , ma anche un legittimo interesse , poiché nel caso che la sottoscrizione riesca , il rialzo de ' fondi pubblici mi compenserà ad usura . Ci pensino anche i proprietari che ora lamentano che la troppa quantità di carta allontani i capitali dalle terre e dalle case . Il vostro P . G . » Riceviamo una lettera di adesione alla proposta del Consorzio Nazionale , con entro un biglietto di banca . Siccome noi né possiamo né dobbiamo ricevere i denari d ' una sottoscrizione di tal natura , così avvertiamo il gentile e generoso che si firma Un operaio che ha lavoro che : quel biglietto resta a sua disposizione , e sarà restituito dietro le volute indicazioni . Da PALLANZA il signor Gio . Piceni ci scrive associandosi alla proposta del Consorzio Nazionale offrendo di versare fin d ' ora lire duemila , e riservandosi di aumentare la cifra a seconda delle sue forze . Egli ci suggerisce inoltre alcune idee che verranno esaminate in seguito . Per ora importa che venga accettata l ' idea fondamentale . La mancanza di spazio ci costringe a rimandare a domani il seguito di queste pubblicazioni . Ci è grato però di dire fin d ' ora che già si annunziano adesioni anche di MUNICIPI .
POLEMICA INOPPORTUNA ( - , 1921 )
StampaQuotidiana ,
Il trattato della pacificazione che doveva mettere d ' accordo il fascismo e il socialismo , non solo non ha raggiunto questo risultato , ma minaccia di raggiungerne un altro affatto diverso ed opposto : quello di dividere il fascismo . In verità i fascisti non sono divisi da un diverso proposito di eseguire o non eseguire il trattato , giacché il trattato , in quanto i fascisti anche in passato non furono mai gli iniziatori ed i provocatori della violenza , ma contennero la loro azione soltanto sul terreno della offensiva e della necessaria controffensiva , era stato da essi osservato anche prima che fosse stipulato ed ha continuato ad esserlo dopo . L ' opinione fascista è invece divisa da un ' opposta valutazione della convenienza politica del trattato medesimo . Noi non intendiamo entrare nel merito del presente dissidio e tanto meno erigerci a giudici fra le due tendenze : dei concordatori e degli anticoncordatori . Riconosciamo che vi sono ragioni per sostenere tanto l ' uno che l ' altro punto di vista , ma riconosciamo altresì che la necessità di mantenere integra l ' unità del movimento fascista supera di gran lunga i singoli motivi di divisione . Durante le trattative , noi abbiamo fatto presente , con scrupolosa esattezza tutte le ragioni che , a nostro avviso , stavano contro il fatto stesso della stipulazione del trattato , indipendentemente dal suo eventuale contenuto . Ragioni che potevano riassumersi in queste tre fondamentali eccezioni di carattere pregiudiziale : implicito disconoscimento del dovere elementare , da parte dello Stato , di non abbandonare all ' iniziativa e all ' azione dei singoli partiti o fazioni , il compito di tutelare l ' ordine pubblico , che deve invece restare di esclusiva competenza dello Stato sovrano ; implicito riconoscimento del monopolio della rappresentanza degli interessi sindacali e dell ' organizzazione della classe lavoratrice da parte dei socialisti ; implicita alterazione del carattere puramente nazionale , non fazioso e antisovversivo , del fascismo . Con l ' accordo diretto , fuori dello Stato , infatti , il fascismo non solo disconosceva quello che aveva sempre affermato , che cioè lo Stato aveva il preciso dovere di reprimere prontamente ed energicamente ogni tentativo diretto a sovvertire ed a turbare l ' ordine nazionale , ma veniva a porsi sullo stesso terreno dei socialisti , cioè di una fazione che pretende di agire fuori dello Stato e fuori dell ' ordine nazionale , ed inoltre riconosceva questi ultimi come i legittimi e naturali rappresentanti degli interessi delle classi lavoratrici , avulsi da quelli della Nazione . Ma di fronte a questi motivi d ' ordine ideale , a trattato firmato , abbiamo tenuto a mettere in rilievo i vantaggi d ' ordine pratico , che il trattato stesso avrebbe potuto apportare , e cioè : primo , la chiara dimostrazione del vivo desiderio della parte fascista di raggiungere la pace civile , anche a costo del sacrificio dei proprii interessi di partito ; secondo , la facilitazione del compito del Governo d ' intervenire finalmente a rintuzzare la tracotanza degli elementi antinazionali . Senonché oggi noi crediamo che l ' opportunità di una tale polemica sia stata superata dai fatti . Essa oggi non avrebbe tanto lo scopo di chiarire l ' atteggiamento da assumere di fronte agli avversari , quanto quello di rincrudire i motivi di divisione e di dissidio nel campo fascista . A che pro infatti , discutere se il trattato sia stato un accorgimento o un errore , un bene o un male , quando il trattato di fatto più non esiste ? Per quanto discusso e bistrattato nel campo fascista , il trattato era stato sostanzialmente osservato dai fascisti ; era stato osservato , anche se non da tutti riconosciuto , perché , per osservarlo , i fascisti non avevano che da continuare nella attitudine che avevano ancora prima osservata . Dalla parte socialista invece il trattato non solo fu materialmente violato , ma fu anche formalmente denunciato . Mentre i fascisti facevano parole , i socialisti facevano fatti . Mentre gli uni imprecavano al trattato , gli altri lo infrangevano e lo proclamavano irrito e nullo . Se così stanno le cose , la condotta dei fascisti ci sembra chiara e semplice : innanzi tutto por termine alla polemica sulla convenienza del trattato : polemica inattuale e inopportuna , che non ha più lo scopo di evitare il fatto puramente formale della stipulazione del trattato , oramai irrevocabile , e non può avere neppure lo scopo di sottrarli all ' esecuzione di obblighi onerosi e senza corrispettivi , dal momento che essi sono stati liberati da ogni obbligo dalla inadempienza e dalla formale denuncia dell ' altra parte contraente ; ma che viceversa può avere il risultato funesto di approfondire una divisione che deve essere a tutti i costi evitata . In secondo luogo dare atto ai socialisti della loro condotta contraria al trattato e prendere atto dell ' avvenuta denuncia e reclamare energicamente dallo Stato , che ciò che non si è potuto ottenere per via d ' accordi , si ottenga , più onestamente e più legittimamente , per opera del suo doveroso intervento . Così le cose , dopo un esperimento che nella sua artificiosa costruzione ha avuto pure il merito di dimostrare la buona volontà della parte nazionale , saranno rimesse sul loro naturale terreno : il terreno dell ' ordine giuridico e politico normale , nel quale l ' autorità dello Stato deve imperare sovrana e colpire tutti i tentativi diretti a sovvertire gli ordinamenti costituzionali , a violare la libertà di lavoro , a distruggere le istituzioni nazionali . Anziché perseverare in una lotta intestina , che non giova alla loro vigorosa azione contro i nemici interni della Patria , i fascisti devono ancora una volta mettere in mora il Governo perché compia intero il suo dovere contro costoro , se non vuole che la violenza fascista si sostituisca al suo legittimo potere coercitivo , nell ' interesse della Nazione .
TORINO, 26 GIUGNO ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
La Gazzetta Ufficiale dopo aver dato il dispaccio del passaggio del Mincio così si esprime : « Pubblicando il precedente dispaccio sulle notizie della guerra , prendiamo l ' occasione per esortare il pubblico a non accogliere le varie voci che per leggerezza o per fini malvagi si vogliono mettere in giro in simili casi . « Il governo , per corrispondere alla giusta ansietà del paese , ha disposto che le notizie pervenute dal campo siano immediatamente distribuite a tutti i giornali senza distinzione , e comunicate per telegrafo alle autorità politiche delle provincie , perché esse le rendano alla loro volta di pubblica ragione . « Queste comunicazioni , le sole che siano e si abbiano da ritenere come ufficiali , saranno autenticate dalla firma del ministro o del segretario generale dell ' interno . « Non si può d ' altra parte presumere che si abbiano da dare notizie ogni giorno . Si comprende facilmente che la più ovvia prudenza vieta di parlare dei movimenti e delle operazioni militari prima che i movimenti e le operazioni siano compiuti , e che i Corpi di marcia non fanno sapere il loro indirizzo , il quale , anche sapendosi , dovrebbe in ogni modo esser taciuto » . Noi vogliamo sperare che i riguardi che si avranno per la stampa a Firenze saranno usati anche altrove , poiché in questi momenti di febbrile ansietà preme a tutti ugualmente d ' avere notizie sollecite ed esatte , e tutti vi hanno uguale diritto . Molti dispacci arriveranno a notte inoltrata . E perché non dovranno essere comunicati immediatamente ai giornali ? Non dee forse il governo , egli pel primo , avere al cuore di non lasciare il pubblico nell ' incertezza , poiché solo l ' incertezza degli animi può talvolta far parer vera per qualche ora una falsa notizia inventata da qualche nemico ? Oltre a ciò che vale aver votate disposizioni per impedire i falsi allarmi e ragguagli sui movimenti dell ' esercito , se poi si lascia che il pubblico sia ingannato con trappolerie , come ben dice La Provincia ? Certe mistificazioni e particolarmente in momenti sì gravi si debbono impedire ad ogni modo . Ma che diremo della redazione dei dispacci ? Il telegramma da Firenze di ieri mattina fu universalmente deplorato . Esso non ha senso comune , ed è spiaciuto appunto perché inintelligibile . Che una guerra coll ' Austria fosse cosa seria sapevasi già prima e si è detto su tutti i toni . L ' Italia s ' è dunque preparata a tutto , e saprà far fronte a tutto . Essa non ha mestieri di telegrammi amfibologici ; di telegrammi in contradizione tra di loro come accadeva tra il dispaccio fiorentino e quello più soddisfacente della prefettura di Brescia !
StampaQuotidiana ,
Gli uomini che dirigono il movimento fascista hanno reso stamane un grande servizio alla Nazione . Sta di fatto che oggi il tema del trattato di pace , stipulato fra il gruppo parlamentare fascista per conto anche di tutte le più attive forze nazionali e il gruppo parlamentare socialista anch ' esso rappresentante indiretto di una vasta massa , in cui confluivano le correnti sovversive del Paese non costituisce più un motivo di dibattiti veramente importanti , e non può costituire un degno motivo di scissioni o di divergenze veramente giustificate . Suscettibile come sono , in fondo , tutte le cose umane di critiche e di osservazioni fondate , al momento in cui esso fu stipulato , è entrato ormai nella vita stessa della Nazione e appartiene al passato : al passato da cui è sorta l ' odierna situazione politica , profondamente differente e certo assai migliore di quella che preoccupava le coscienze all ' indomani delle elezioni generali . Per questa ragione , è perfettamente onesto e giusto e non è per nulla , come qualche avversario in malafede sussurra , ipocrita reticenza il fatto che oggi su questo passato non si discuta più , e si evitino dissensi e recriminazioni inutili , sterili , dannose . Ed è altrettanto onesto e giusto che nell ' odierno congresso fascista le principali discussioni vengano impostate sulle direttive dell ' azione avvenire , che sulle sorti del movimento avranno una così grande influenza , invece che sulle vicende passate . Ma è altresì vero che questo superamento delle più sterili divergenze , compiuto per affrontare in pieno la realtà della situazione odierna , dimostra una vera superiorità spirituale del movimento fascista su gli altri partiti , le cui discussioni difficilmente escono dal chiuso dei più gretti personalismi e delle più vane recriminazioni . Questa superiorità spirituale , certamente provocata dalla coscienza di consapevolmente servire un altissimo interesse , quale è quello della Patria , siamo certi si manterrà nelle discussioni imminenti , in cui le direttive del fascismo saranno determinate . La funzione politica del fascismo , che primo è riuscito ad inquadrare le grandi masse in un ' azione politica schiettamente nazionale , è di enorme importanza , e di un valore assolutamente decisivo per l ' avvenire del Paese . Per questo , oggi tutte le coscienze puramente italiane seguono con cuore trepidante le sorti dell ' adunata fascista e le modalità attraverso le quali il nuovo partito , l ' immancabile caposaldo di tutte le concentrazioni di forze essenzialmente nazionali , vi si definisce e vi si concreta . Noi esprimiamo l ' augurio , col più fervido cuore , che il Partito Nazionale Fascista , attraverso il quale le masse dei combattenti vittoriosi , e dei più attivi lavoratori , potranno inquadrarsi sotto la bandiera della Patria , ed accanto al quale il movimento nazionalista , con le sue caratteristiche dottrinali e intellettuali di lucida e chiaroveggente minoranza , può intensamente agire , sorga dalle odierne discussioni romane quanto mai forte , compatto , sostanzialmente fuso su alcune chiarissime direttive essenziali , che ne faciliteranno l ' opera utile e necessaria . La crisi politica italiana , che dura dal giorno in cui tacque e si spense l ' attività di una Destra nazionale , si potrà così avviare verso il suo componimento : verso un più stabile equilibrio dei partiti , che assicuri alla Nazione la continuità dell ' opera necessaria a raggiungere i fini essenziali di sviluppo e di espansione . Su questa linea , è stato mosso oggi , nel mausoleo di Augusto , un passo di cospicua importanza . L ' attiva e consapevole coscienza nazionale che anima i duci del fascismo farà sì che altri se ne compiranno in questi giorni , affinché il nuovo Partito divenga veramente uno dei capisaldi essenziali della ricostruzione nazionale .
TORINO, 28 GIUGNO ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
Tutte le corrispondenze , tutti i ragguagli personali che riceviamo circa il fatto d ' armi del 24 concordano nel presentare quella battaglia come uno scontro indeciso bensì , ma glorioso e rassicurante per le armi nostre . Diciamo rassicurante perché ha troncata ogni quistione circa la qualità , la stoffa dell ' esercito italiano . Questo esercito è una creazione così recente , che nel concetto di molti , particolarmente all ' estero , la sua consistenza parea alquanto problematica . Non pochi giornali già sentenziavano che finché la fortuna gli arriderebbe l ' esercito italiano avrebbe fatto mirabilia , ma non così agevolmente avrebbe sopportati quei rigori della sorte , a cui nessun esercito ( per quanto abbia certa la vittoria finale ) può completamente sfuggire nell ' arduo cammino che a questa conduce . Ebbene ora il problema è sciolto . L ' esercito italiano ha fatte le sue prime prove non sotto il sorriso della fortuna , ma nelle condizioni più sfavorevoli . Le divisioni che sono state impegnate han dovuto combattere contro un nemico più numeroso fortificatosi nelle posizioni più formidabili , più studiate , e più potentemente armate . E tuttavia non solo l ' esercito ha confermate le speranze che si avevano nel suo slancio per l ' attacco , ma ha rivelate le più preziose qualità per dominare i casi avversi , una solidità a tutta prova , una indomita tenacità , una consistenza di ferro ! VIVA IL SOLDATO ITALIANO ! L ' esercito ha dormito sul campo di battaglia , sulle posizioni conquistate ; ha preso al nemico un numero di prigionieri uguale a quello che il nemico si vanta d ' aver preso a noi . Se all ' indomani il Mincio fu ripassato , ciò fu per cogliere il nemico sovra altro punto meno sfavorevole , e non già in segno di battaglia perduta ; e il nemico stesso ha compreso così bene di non potersi vantare della vittoria , che non solo non ha inseguiti i nostri , ma si è affrettato di ritirarsi anch ' esso , e nel suo rapporto è stato relativamente assai modesto . Eccone infatto il sunto telegrafico quale ce lo recano i giornali d ' oltre Alpi : « Vienna , 25 giugno Il rapporto dell ' arciduca Alberto , in data d ' ieri , ore io di sera , rende noti i seguenti fatti : « L ' armata austriaca , marciando verso il Mincio , fu attaccata dal Re d ' Italia . « L ' armata posta sotto il mio comando prese d ' assalto Montevento , e , verso le cinque , Custoza . Essa ha preso parecchi cannoni e fece 2000 prigionieri . Le nostre truppe combatterono con una bravura ed una perseveranza estrema , malgrado un insopportabile calore . « È constatato che il Re d ' Italia , alla testa di tre Corpi d ' armata e della cavalleria di riserva , era in marcia contro Albaredo , credendo di trovarci dietro l ' Adige . « Il principe Amedeo ed alcuni generali italiani sono feriti » . Fu solo il telegrafo italiano che il primo giorno dipinse in nero la battaglia ! Non v ' è parola che basti contro la redazione di quei deplorabili dispacci che d ' una battaglia di cui l ' Italia e l ' esercito debbono andare giustamente superbi trovarono il segreto di farne un imbroglio inintelligibile , in cui un Corpo intiero sarebbesi svaporato senza lasciar traccia ! Fortunatamente il buonsenso delle popolazioni e la fiducia inalterata che tutti hanno nell ' esercito corresse gli errori del sciocchissimo dispaccio , e seppe sin dai primi momenti ridurre le cose al loro vero essere . Tutta Italia echeggia d ' un grido di riconoscenza all ' esercito ONORE AI VALOROSI DELLA BATTAGLIA DEL MINCIO !
TORINO, 23 LUGLIO ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
È sistema ? È incapacità ? Nol sappiamo . Questo sappiamo che la è cosa ormai incomportabile . Vi ricordate il modo inqualificabile con cui il telegrafo annunziò il combattimento del 24 ? Citiamolo nuovamente ad aeternam rei memoriam , poiché ormai una lezione è indispensabile . Ecco il dispaccio : « Firenze , 25 Quartier generale principale , 24 , ore 10,45 pom . Oggi ebbe luogo un accanito combattimento che durò dall ' alba quasi fino al cadere del giorno . Il primo Corpo d ' armata che doveva occupare le posizioni tra Peschiera e Verona non riuscì nell ' attacco . Il secondo e terzo Corpo non poterono liberare il primo dall ' assalto che ebbe a sostenere di forze preponderanti . Essi sono però quasi intatti » . Pareva dunque che il primo Corpo fosse distrutto completamente ( o poco meno ) e che gli altri Corpi avessero preso parte alla battaglia , tutti e due , il che pel Corpo di Cucchiari era falso del tutto ! Un dispaccio di tal natura era esso opera dello stato maggiore ? Ma è impossibile ch ' esso ignorasse che UN INTIERO CORPO d ' armata non era stato menomamente impegnato ! Volevansi dunque scusare enormi spropositi con una falsa notizia che poteva gettare lo sgomento nell ' intiero paese ? Se alla lettura di quel dispaccio la nazione si fosse lasciata prendere da sgomento ( come forse alcuni volevano ) e avesse chinato il capo alla cessione della Venezia alla Francia , a che punto saremmo oramai d ' impotenza , d ' umiliazione , d ' obbrobrio ? Ora siamo da capo . Un altro telegramma viene a darci notizia della prima battaglia navale ; ma in un modo così oscuro ed anzi ( ci si permetta la parola ) in un modo così STUPIDO , che non potrebbesi volere di peggio ! Ci si annunzia che già si cominciava lo sbarco al porto di S . Giorgio di Lissa quando le vedette segnalarono la squadra nemica . Ciò vuol dire che fummo sorpresi in piena operazione . Ma il telegrafo soggiunge tosto che l ' armata italiana mosse ad incontrare l ' armata nemica , ed ebbe luogo una battaglia . Con qual concetto direttivo ? Ombre e tenebre ! Sappiamo bensì che l ' Affondatore s ' è gettato contro il nemico , ma non si dice quando . Sembra anzi che a tutta prima il combattimento sia stato accanitissimo contro la corazzata Re d ' Italia , la quale col suo proprio sacrifizio , e coll ' aiuto dell ' eroico equipaggio della cannoniera Palestro , avrebbe salvata la giornata e la flotta stessa mentre questa si rimetteva in assetto . Il sacrificio benché dolorosissimo sarebbe stato pur temperato dalla notizia che la flotta italiana è rimasta padrona delle acque del combattimento ( e speriamo anche del porto S . Giorgio ) . Ma l ' autore del dispaccio s ' è affrettato di far precedere la più tormentosa , la più tetra reticenza dicendo : « Nessun altro bastimento dell ' armata fu perduto o cadde in mano del nemico » . Ma infelice ! Non capivi tu che ciò suonava lo stesso che il dire doverci noi leccar le mani per esserne salvi a tal mercato ? ! Quali erano le nostre forze ? Niente ! Quali quelle del nemico ? Niente ! Quali furono i bastimenti impegnati da una parte e dall ' altra ? Niente ! L ' Italia intiera rimase sotto l ' impressione di una vera disfatta sino all ' arrivo del dispaccio suppletivo che annunziava le perdite degli austriaci ! Onore alla flotta , sublime ed eroica malgrado gli orrendi spropositi dell ' ex ministro generale di cavalleria ! Onore alla flotta e ai generosi estinti ! Ma Dio non voglia che tanto sangue sia sparso invano ! Ieri abbiamo pubblicate terribili rivelazioni , oggi diciamo Onore e riconoscenza agli uomini di buona volontà ! Inchiesta su tutti , ce n ' è bisogno ! Inchiesta ! Inchiesta ! Tra i gloriosi caduti nella battaglia di Lissa è l ' onorevole Pier Carlo Boggio , che si trovava sul Re d ' Italia ! Amici perenni e avversari momentanei abbiam sempre amato il suo cuore eccellente , e stimato il suo alto ingegno , suo sincero patriottismo . Diremo di lui in altro numero Oggi non cel consente il dolore !
TORINO, 25 LUGLIO ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
L ' indignazione contro Persano , contro Angioletti , contro Lamarmora patrono d ' entrambi e per suo conto responsabile degli spropositi per cui la giornata del 24 giugno non fu una vittoria , è vivissima , profonda , inestinguibile in tutta l ' Italia . I giornali che ci giungono da ogni angolo del paese ne sono eloquenti interpreti , e siamo lieti che sotto il ministero - riparatore - Ricasoli - Depretis nessun sequestro abbia avuto luogo . I momenti sono gravi . Lasciate che la verità arrivi al Re e alla Nazione se volete che entrambi si salvino e trionfino ! Le notizie particolari che riceviamo quest ' oggi sulle cose della flotta confermano quelle date ieri , con ciò solo che si esprimono più amaramente contro l ' inettitudine dell ' ammiraglio . I corrispondenti lamentano tutti con ira e dolore che il Lamarmora ( sotto la presidenza del quale il Persano era stato nominato ) non abbia voluto acconsentire alla rimozione di esso domandata dal Depretis ! Ah , perché l ' egregio Depretis non ha insistito in nome della Nazione intiera domandando anche la rimozione del ministro che si opponeva ? Ma il giorno della giustizia è imminente per tutti ; e questa volta speriamo che la sperienza ci avrà insegnato quanto sia fallace consiglio quello di portare nelle cose della guerra gli occhiali diplomatici come nel 50 e nel 60 quando essendo quistione o di mettere Persano sotto Consiglio di guerra , o di dargli il gran cordone come a tutti gli altri comandanti supremi , si preferì questo secondo partito per non mostrare in pubblico le nostre magagne . Si credeva che il Persano avrebbe compresa questa indulgenza diplomatica , esclusivamente diplomatica , e sarebbesi ritirato da se medesimo . Ma sventuratamente non tutti capiscono le satire salvo quando esse sono ( come suol dirsi ) da panattaio , e si rivelano sotto la forma d ' un Consiglio di guerra ! Ed eccoci ora a pagare il fio della nostra credulità !
TORINO, 3 AGOSTO ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
Per le ragioni già da noi esposte in un numero precedente la Prussia ormai si lava le mani delle quistioni austro - italiche circa il Tirolo e l ' Istria . La Francia che vuol sempre lasciare un po ' di carne al fuoco per avere occasione di metterci la zampa in avvenire ; la Francia che in questa guerra confidava di poter fare il Deus ex machina a benefizio della Prussia battuta dall ' Austria , e per ciò costretta a cedere , in premio dell ' aiuto , le provincie renane ; la Francia a cui le inaspettate vittorie anzi vittorione prussiane han troncate quelle speranze , è ben lieta che un germe di guerre future resti ancora tra l ' Italia e l ' Austria in ordine a Trento e all ' Istria , perché intanto essa ha tempo di provvedere in fretta e in furia a cambiare il suo armamento per renderlo almeno uguale a quello dei prussiani , e poi grazie ai germi di guerra tenuti vivi essa pensa accortamente che Deus providebit . A questo modo l ' Italia che credeva di dare le sue ultime battaglie in questa guerra , e di potere in seguito attendere seriamente ai fatti suoi , dovrà di nuovo continuare a stare armata perché non avrà presi all ' Austria che i forti avanzati e le avrà lasciata in mano la vera cittadella da cui gli Austriaci son soliti irrompere , vale a dire il Tirolo italiano ! La notizia di un comando affidato in questo momento al D ' Amico , partecipe di tutta la responsabilità che pesa sul Persano , ha fatta pessima impressione in tutto il paese . Si confida che il governo si affretterà di smentirla .
CARLO LUIGI FARINI ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
La Nemesi italiana dovrebbe esser sazia ! Cavour , La Farina , D ' Azeglio , Farini , quattro vessilliferi , quattro combattenti , quattro trionfatori della libertà nazionale ! E tutti quattro morti ! E tutti quattro erano cuori onesti , che non specularono sulla patria , ma consumarono per essa con santa abnegazione la vita ! Cavour ricco di censo avito consumò notevole porzione del suo retaggio a gloria della Nazione Ministro del piccolo Piemonte , rappresentò a Parigi splendidamente le parti di un ministro di Re d ' Italia . La Farina morì lasciando quasi nell ' indigenza la propria famiglia . D ' Azeglio conservando alta al di fuori la dignità dell ' antica sua posizione , lavorava per vivere nel suo studio d ' artista e bisognoso di vendere i suoi capi d ' arte regalava ai Sovrani ! Farini schernito per un motto che fu il vero suo dogma rifiutò dai modenesi splendide ricompense per conservarsi la gloria di morir povero . Italiani ! versiamo un fiore sulla tomba di Carlo Luigi Farini È un ' altra piramide , è un altro monumento , che l ' Italia pianterà nella sua moderna via Appia . Bisogna che sovra colonne eterne imparino i popoli che verranno , che se l ' Italia ha tra i vivi degli speculatori delle sue glorie e dei suoi lutti , ell ' ha tra i suoi morti delle glorie pure contro cui si spunta ogni dardo di schifosa ira di parte . Che queste quattro tombe possano chiamar l ' Italia , per gratitudine almeno , a non disfar l ' opera dei quattro architetti che vi riposano .
TORINO, 5 OTTOBRE ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
La pace è fatta . Sia la benvenuta ! Ora Dio ci salvi da una nuova guerra , perché in questa predestinata Italia l ' esercito sarebbe comandato dagli stessi uomini che han perduto a Custoza malgrado la vittoria dei soldati , e non sempre avremmo a salvarci dalle sconfitte dei nostri generali supremi i trionfi dell ' esercito prussiano ! Dio ci salvi da una nuova guerra , perché i pieni poteri cadrebbero nelle mani di quelli stessi che nella loro avvedutezza si lasciarono strappare Palermo da poche bande di malandrini . Dio ci salvi da una nuova guerra , perché le finanze sarebbero sgovernate dagli stessi che imposero il corso forzato dei biglietti dopo averlo stigmatizzato pochi giorni prima , dagli stessi che stabilirono il prestito forzato sulle basi eque e intelligenti che dànno i bellissimi risultati che tutti veggono ! ... La pace è fatta . Dio voglia che non sia la pace malsana . Viva la pace , viva la Venezia !