StampaQuotidiana ,
Fra
le
moltissime
lettere
di
adesione
che
riceviamo
,
scegliamo
alla
rinfusa
le
più
brevi
,
che
basteranno
a
dimostrare
come
ogni
classe
della
società
prenderebbe
parte
alla
sottoscrizione
.
Torino
,
15
febbraio
1866
.
«
Caro
dottor
Bottero
,
Non
saprei
lodare
abbastanza
la
magnifica
proposta
contenuta
nel
num
.
45
del
pregiato
giornale
da
lei
diretto
,
riguardo
ad
un
Consorzio
Nazionale
,
per
pagare
i
debiti
dello
Stato
;
e
secondo
me
sarebbe
il
vero
mezzo
per
affrancare
la
patria
,
onde
poter
essere
alleati
con
tutti
,
ma
servi
di
nessuno
,
e
in
appoggio
di
questo
mi
fo
un
dovere
di
offrire
L
.
720
pagabili
in
12
rate
mensili
di
L
.
60
sulla
pensione
che
percepisco
dallo
Stato
per
le
ferite
riportate
nelle
campagne
di
guerra
combattute
per
la
libertà
d
'
Italia
.
Spero
che
l
'
onore
nazionale
,
l
'
amore
della
patria
,
ed
il
desiderio
della
libertà
sarà
stimolo
agli
italiani
a
concorrervi
.
La
saluto
,
ecc
.
Maggiore
CHIESA
LIBERIO
»
.
«
Signor
Direttore
,
Aderendo
alla
proposta
fatta
dalla
Gazzetta
del
Popolo
di
formare
un
Consorzio
per
il
pagamento
dei
debiti
nazionali
,
mi
dichiaro
pronto
a
contribuire
con
sei
mesi
di
stipendio
del
mio
grado
di
maggiore
di
fanteria
.
GIO
.
FILIPPO
GHIRELLI
»
.
«
Egregio
signor
Direttore
,
Servo
il
paese
dal
48;
da
circa
sei
anni
ho
raggiunto
il
modesto
stipendio
di
L
.
1600;
non
posseggo
altra
risorsa
e
mi
sommetto
volentieri
alla
sottrazione
di
cento
lire
,
per
contribuire
al
pagamento
dei
debiti
della
Nazione
.
Un
ex
-
sotto
-
commissario
del
genio
militare
ora
aiut
.
contabile
di
2.a
classe
»
.
«
Onorevole
signor
Bottero
,
Oggi
ho
letto
nel
vostro
giornale
l
'
articolo
sull
'
Asta
Pubblica
,
ove
avete
esternato
un
'
idea
che
da
qualche
tempo
mi
rumina
pel
capo
,
senza
però
avere
il
coraggio
di
esternarla
.
Per
l
'
esecuzione
di
questa
mia
si
terrebbe
una
via
differente
alla
vostra
,
ma
ci
raggiungeremmo
sempre
nello
scopo
principale
,
cioè
quello
di
pagare
i
debiti
dello
Stato
.
La
vostra
è
un
'
idea
grande
e
generosa
sotto
ogni
rapporto
,
ma
la
temo
irrealizzabile
;
a
vece
se
voi
al
bello
,
al
grande
,
al
generoso
v
'
unite
anche
un
poco
d
'
utile
,
più
facile
cosa
sarà
venirne
a
capo
,
perché
ben
sapete
che
bisogna
prendere
gli
uomini
come
sono
,
e
non
come
dovrebbero
essere
.
Voi
proponete
di
fare
una
sottoscrizione
a
quote
regalate
,
e
per
conseguenza
perdute
;
a
vece
io
proporrei
di
fare
una
sottoscrizione
per
comperare
i
debiti
della
Nazione
,
onde
toglierla
dal
palese
monopolio
degli
esteri
finanziari
,
e
da
quello
politico
di
certe
potenze
!
!
Secondo
il
mio
sistema
il
sottoscrittore
non
perderebbe
il
capitale
,
ed
in
pari
tempo
ne
ricaverebbe
ancora
un
interesse
annuo
da
convenirsi
,
ma
però
non
maggiore
del
5
per
cento
.
Quando
l
'
Italia
non
avrà
più
debiti
che
verso
i
propri
figli
,
e
che
gli
amministratori
saranno
responsabili
del
loro
operato
,
allora
potremo
occuparci
di
fare
assennati
passi
nella
politica
,
ma
fino
a
tanto
che
non
faremo
bene
gli
affari
nostri
in
linea
di
finanze
,
faremo
sempre
e
poi
sempre
cattiva
politica
.
Riducendo
la
questione
a
minimi
termini
,
bisogna
che
i
figli
si
rendano
possessori
dei
debiti
fatti
dal
padre
Governo
per
non
causare
una
vergognosa
morte
alla
cara
loro
comune
madre
Italia
.
Chi
vi
scrive
è
un
figlio
del
popolo
,
non
ricco
di
fortuna
,
ma
bensì
d
'
affetto
per
la
cara
madre
,
e
promette
di
concorrere
per
lire
Io
mila
all
'
effettuazione
del
presente
progetto
.
Ricevete
,
ecc
.
Torino
,
il
14
febbraio
1866
.
G
.
BONELLI
»
.
«
Signor
Direttore
,
Torino
,
15
febbraio
1866
(
sera
)
.
Quanto
sia
nobile
,
generosa
e
filantropica
la
proposta
relativa
al
debito
nazionale
lo
diranno
la
nazione
ed
i
posteri
.
A
me
,
militare
di
bassa
forza
,
basti
l
'
applaudirla
e
lo
associarmivi
,
dichiarandomi
sin
d
'
ora
pronto
a
sborsare
oltre
alla
quota
che
mi
verrà
assegnata
,
un
soprappiù
di
L
.
20
.
Animo
!
Volere
è
potere
.
Vogliamo
,
perdio
!
L
'
Italia
mostri
anche
in
questa
circostanza
che
non
è
la
terra
dei
morti
né
una
espressione
geografica
,
e
che
ben
s
'
ingannarono
que
'
due
oltramontani
che
l
'
accusarono
per
tale
.
Passo
a
riverirla
,
ecc
.
«
S
I.O
P
.
nei
Carabinieri
Reali
,
Legione
allievi
,
3.0
squadrone
,
nativo
della
provincia
di
Como
»
.
Torino
,
15
febbraio
1866
.
«
Signor
Direttore
,
«
Facendo
plauso
alla
municipalistica
proposta
di
pagare
il
debito
nazionale
fatta
dalla
benemerita
Gazzetta
del
Popolo
a
condizione
che
tutti
,
secondo
le
proprie
forze
,
vi
concorrano
,
mi
sottoscrivo
per
un
quarto
di
più
della
quota
che
sarà
per
toccarmi
.
SAVOJARDO
B
.
F
.
,
tipografo
dei
teatri
»
.
«
Signor
Direttore
,
Un
Consorzio
Nazionale
!
Oh
santissimo
concetto
!
Unica
,
efficacissima
àncora
di
salvamento
in
questi
duri
momenti
,
in
cui
l
'
Italia
veramente
indietreggia
all
'
abisso
!
Non
mi
perderò
,
signor
direttore
,
in
espansioni
cui
vorrebbe
trascinarmi
il
mio
cuore
commosso
innanzi
a
questa
grande
idea
;
all
'
espansione
darò
sfogo
quando
l
'
idea
avrà
preso
un
corpo
ed
un
'
anima
!
Ma
ora
i
nostri
mali
sono
abbastanza
e
anche
troppo
additati
.
Crediamo
noi
di
commuovere
con
ciò
i
nostri
nemici
?
O
speriamo
che
venga
alcuno
a
trarci
d
'
impaccio
?
È
tempo
di
adoperarci
e
adoperarci
efficacemente
per
guarire
questi
mali
.
E
lo
possiamo
se
lo
vogliamo
.
La
concordia
degli
animi
e
l
'
unione
dei
sacrifizi
possono
operare
miracoli
.
L
'
idea
santissima
di
un
Consorzio
Nazionale
è
forse
un
'
utopia
?
Essa
è
più
positiva
che
il
calcolo
di
coloro
che
vogliono
condurci
a
rovina
!
Perché
dunque
non
la
manderemo
ad
effetto
?
La
Società
di
Gianduja
,
invitata
,
se
occorre
,
si
riunisca
di
nuovo
per
farsi
nucleo
di
un
Consorzio
Nazionale
,
il
quale
sotto
la
protezione
del
nostro
bravo
Vittorio
si
costituisca
allo
scopo
di
salvare
l
'
Italia
pagandone
i
debiti
.
A
Gianduja
l
'
onore
dell
'
iniziativa
e
la
benedizione
delle
presenti
e
future
generazioni
d
'
Italia
;
all
'
Italia
gloria
e
risorgimento
!
Bravo
,
signor
direttore
!
Promuova
l
'
attuazione
della
sua
idea
.
Oh
se
potessimo
spingere
l
'
effettuazione
fino
a
renderla
sinonima
di
emancipazione
!
...
Ma
sarà
anche
questo
un
falso
lume
in
tanta
oscurità
?
Accolga
,
ecc
.
Alessandria
,
14
febbraio
1866
.
L
.
VEGLIO
,
maestro
elementare
»
.
«
Signor
Direttore
,
La
parte
più
cospicua
di
mia
sostanza
consiste
in
5
mila
lire
di
rendita
in
fondi
pubblici
italiani
.
Se
volessi
realizzarli
non
ne
ritirerei
che
il
61
e
centesimi
,
mentre
li
ho
comprati
all'80
.
M
'
associo
di
gran
cuore
per
lire
dieci
mila
alla
proposta
di
un
Consorzio
Nazionale
per
pagare
i
debiti
dello
Stato
;
e
a
ciò
mi
muove
non
solo
spirito
di
patriottismo
,
ma
anche
un
legittimo
interesse
,
poiché
nel
caso
che
la
sottoscrizione
riesca
,
il
rialzo
de
'
fondi
pubblici
mi
compenserà
ad
usura
.
Ci
pensino
anche
i
proprietari
che
ora
lamentano
che
la
troppa
quantità
di
carta
allontani
i
capitali
dalle
terre
e
dalle
case
.
Il
vostro
P
.
G
.
»
Riceviamo
una
lettera
di
adesione
alla
proposta
del
Consorzio
Nazionale
,
con
entro
un
biglietto
di
banca
.
Siccome
noi
né
possiamo
né
dobbiamo
ricevere
i
denari
d
'
una
sottoscrizione
di
tal
natura
,
così
avvertiamo
il
gentile
e
generoso
che
si
firma
Un
operaio
che
ha
lavoro
che
:
quel
biglietto
resta
a
sua
disposizione
,
e
sarà
restituito
dietro
le
volute
indicazioni
.
Da
PALLANZA
il
signor
Gio
.
Piceni
ci
scrive
associandosi
alla
proposta
del
Consorzio
Nazionale
offrendo
di
versare
fin
d
'
ora
lire
duemila
,
e
riservandosi
di
aumentare
la
cifra
a
seconda
delle
sue
forze
.
Egli
ci
suggerisce
inoltre
alcune
idee
che
verranno
esaminate
in
seguito
.
Per
ora
importa
che
venga
accettata
l
'
idea
fondamentale
.
La
mancanza
di
spazio
ci
costringe
a
rimandare
a
domani
il
seguito
di
queste
pubblicazioni
.
Ci
è
grato
però
di
dire
fin
d
'
ora
che
già
si
annunziano
adesioni
anche
di
MUNICIPI
.
StampaQuotidiana ,
Il
trattato
della
pacificazione
che
doveva
mettere
d
'
accordo
il
fascismo
e
il
socialismo
,
non
solo
non
ha
raggiunto
questo
risultato
,
ma
minaccia
di
raggiungerne
un
altro
affatto
diverso
ed
opposto
:
quello
di
dividere
il
fascismo
.
In
verità
i
fascisti
non
sono
divisi
da
un
diverso
proposito
di
eseguire
o
non
eseguire
il
trattato
,
giacché
il
trattato
,
in
quanto
i
fascisti
anche
in
passato
non
furono
mai
gli
iniziatori
ed
i
provocatori
della
violenza
,
ma
contennero
la
loro
azione
soltanto
sul
terreno
della
offensiva
e
della
necessaria
controffensiva
,
era
stato
da
essi
osservato
anche
prima
che
fosse
stipulato
ed
ha
continuato
ad
esserlo
dopo
.
L
'
opinione
fascista
è
invece
divisa
da
un
'
opposta
valutazione
della
convenienza
politica
del
trattato
medesimo
.
Noi
non
intendiamo
entrare
nel
merito
del
presente
dissidio
e
tanto
meno
erigerci
a
giudici
fra
le
due
tendenze
:
dei
concordatori
e
degli
anticoncordatori
.
Riconosciamo
che
vi
sono
ragioni
per
sostenere
tanto
l
'
uno
che
l
'
altro
punto
di
vista
,
ma
riconosciamo
altresì
che
la
necessità
di
mantenere
integra
l
'
unità
del
movimento
fascista
supera
di
gran
lunga
i
singoli
motivi
di
divisione
.
Durante
le
trattative
,
noi
abbiamo
fatto
presente
,
con
scrupolosa
esattezza
tutte
le
ragioni
che
,
a
nostro
avviso
,
stavano
contro
il
fatto
stesso
della
stipulazione
del
trattato
,
indipendentemente
dal
suo
eventuale
contenuto
.
Ragioni
che
potevano
riassumersi
in
queste
tre
fondamentali
eccezioni
di
carattere
pregiudiziale
:
implicito
disconoscimento
del
dovere
elementare
,
da
parte
dello
Stato
,
di
non
abbandonare
all
'
iniziativa
e
all
'
azione
dei
singoli
partiti
o
fazioni
,
il
compito
di
tutelare
l
'
ordine
pubblico
,
che
deve
invece
restare
di
esclusiva
competenza
dello
Stato
sovrano
;
implicito
riconoscimento
del
monopolio
della
rappresentanza
degli
interessi
sindacali
e
dell
'
organizzazione
della
classe
lavoratrice
da
parte
dei
socialisti
;
implicita
alterazione
del
carattere
puramente
nazionale
,
non
fazioso
e
antisovversivo
,
del
fascismo
.
Con
l
'
accordo
diretto
,
fuori
dello
Stato
,
infatti
,
il
fascismo
non
solo
disconosceva
quello
che
aveva
sempre
affermato
,
che
cioè
lo
Stato
aveva
il
preciso
dovere
di
reprimere
prontamente
ed
energicamente
ogni
tentativo
diretto
a
sovvertire
ed
a
turbare
l
'
ordine
nazionale
,
ma
veniva
a
porsi
sullo
stesso
terreno
dei
socialisti
,
cioè
di
una
fazione
che
pretende
di
agire
fuori
dello
Stato
e
fuori
dell
'
ordine
nazionale
,
ed
inoltre
riconosceva
questi
ultimi
come
i
legittimi
e
naturali
rappresentanti
degli
interessi
delle
classi
lavoratrici
,
avulsi
da
quelli
della
Nazione
.
Ma
di
fronte
a
questi
motivi
d
'
ordine
ideale
,
a
trattato
firmato
,
abbiamo
tenuto
a
mettere
in
rilievo
i
vantaggi
d
'
ordine
pratico
,
che
il
trattato
stesso
avrebbe
potuto
apportare
,
e
cioè
:
primo
,
la
chiara
dimostrazione
del
vivo
desiderio
della
parte
fascista
di
raggiungere
la
pace
civile
,
anche
a
costo
del
sacrificio
dei
proprii
interessi
di
partito
;
secondo
,
la
facilitazione
del
compito
del
Governo
d
'
intervenire
finalmente
a
rintuzzare
la
tracotanza
degli
elementi
antinazionali
.
Senonché
oggi
noi
crediamo
che
l
'
opportunità
di
una
tale
polemica
sia
stata
superata
dai
fatti
.
Essa
oggi
non
avrebbe
tanto
lo
scopo
di
chiarire
l
'
atteggiamento
da
assumere
di
fronte
agli
avversari
,
quanto
quello
di
rincrudire
i
motivi
di
divisione
e
di
dissidio
nel
campo
fascista
.
A
che
pro
infatti
,
discutere
se
il
trattato
sia
stato
un
accorgimento
o
un
errore
,
un
bene
o
un
male
,
quando
il
trattato
di
fatto
più
non
esiste
?
Per
quanto
discusso
e
bistrattato
nel
campo
fascista
,
il
trattato
era
stato
sostanzialmente
osservato
dai
fascisti
;
era
stato
osservato
,
anche
se
non
da
tutti
riconosciuto
,
perché
,
per
osservarlo
,
i
fascisti
non
avevano
che
da
continuare
nella
attitudine
che
avevano
ancora
prima
osservata
.
Dalla
parte
socialista
invece
il
trattato
non
solo
fu
materialmente
violato
,
ma
fu
anche
formalmente
denunciato
.
Mentre
i
fascisti
facevano
parole
,
i
socialisti
facevano
fatti
.
Mentre
gli
uni
imprecavano
al
trattato
,
gli
altri
lo
infrangevano
e
lo
proclamavano
irrito
e
nullo
.
Se
così
stanno
le
cose
,
la
condotta
dei
fascisti
ci
sembra
chiara
e
semplice
:
innanzi
tutto
por
termine
alla
polemica
sulla
convenienza
del
trattato
:
polemica
inattuale
e
inopportuna
,
che
non
ha
più
lo
scopo
di
evitare
il
fatto
puramente
formale
della
stipulazione
del
trattato
,
oramai
irrevocabile
,
e
non
può
avere
neppure
lo
scopo
di
sottrarli
all
'
esecuzione
di
obblighi
onerosi
e
senza
corrispettivi
,
dal
momento
che
essi
sono
stati
liberati
da
ogni
obbligo
dalla
inadempienza
e
dalla
formale
denuncia
dell
'
altra
parte
contraente
;
ma
che
viceversa
può
avere
il
risultato
funesto
di
approfondire
una
divisione
che
deve
essere
a
tutti
i
costi
evitata
.
In
secondo
luogo
dare
atto
ai
socialisti
della
loro
condotta
contraria
al
trattato
e
prendere
atto
dell
'
avvenuta
denuncia
e
reclamare
energicamente
dallo
Stato
,
che
ciò
che
non
si
è
potuto
ottenere
per
via
d
'
accordi
,
si
ottenga
,
più
onestamente
e
più
legittimamente
,
per
opera
del
suo
doveroso
intervento
.
Così
le
cose
,
dopo
un
esperimento
che
nella
sua
artificiosa
costruzione
ha
avuto
pure
il
merito
di
dimostrare
la
buona
volontà
della
parte
nazionale
,
saranno
rimesse
sul
loro
naturale
terreno
:
il
terreno
dell
'
ordine
giuridico
e
politico
normale
,
nel
quale
l
'
autorità
dello
Stato
deve
imperare
sovrana
e
colpire
tutti
i
tentativi
diretti
a
sovvertire
gli
ordinamenti
costituzionali
,
a
violare
la
libertà
di
lavoro
,
a
distruggere
le
istituzioni
nazionali
.
Anziché
perseverare
in
una
lotta
intestina
,
che
non
giova
alla
loro
vigorosa
azione
contro
i
nemici
interni
della
Patria
,
i
fascisti
devono
ancora
una
volta
mettere
in
mora
il
Governo
perché
compia
intero
il
suo
dovere
contro
costoro
,
se
non
vuole
che
la
violenza
fascista
si
sostituisca
al
suo
legittimo
potere
coercitivo
,
nell
'
interesse
della
Nazione
.
StampaQuotidiana ,
La
Gazzetta
Ufficiale
dopo
aver
dato
il
dispaccio
del
passaggio
del
Mincio
così
si
esprime
:
«
Pubblicando
il
precedente
dispaccio
sulle
notizie
della
guerra
,
prendiamo
l
'
occasione
per
esortare
il
pubblico
a
non
accogliere
le
varie
voci
che
per
leggerezza
o
per
fini
malvagi
si
vogliono
mettere
in
giro
in
simili
casi
.
«
Il
governo
,
per
corrispondere
alla
giusta
ansietà
del
paese
,
ha
disposto
che
le
notizie
pervenute
dal
campo
siano
immediatamente
distribuite
a
tutti
i
giornali
senza
distinzione
,
e
comunicate
per
telegrafo
alle
autorità
politiche
delle
provincie
,
perché
esse
le
rendano
alla
loro
volta
di
pubblica
ragione
.
«
Queste
comunicazioni
,
le
sole
che
siano
e
si
abbiano
da
ritenere
come
ufficiali
,
saranno
autenticate
dalla
firma
del
ministro
o
del
segretario
generale
dell
'
interno
.
«
Non
si
può
d
'
altra
parte
presumere
che
si
abbiano
da
dare
notizie
ogni
giorno
.
Si
comprende
facilmente
che
la
più
ovvia
prudenza
vieta
di
parlare
dei
movimenti
e
delle
operazioni
militari
prima
che
i
movimenti
e
le
operazioni
siano
compiuti
,
e
che
i
Corpi
di
marcia
non
fanno
sapere
il
loro
indirizzo
,
il
quale
,
anche
sapendosi
,
dovrebbe
in
ogni
modo
esser
taciuto
»
.
Noi
vogliamo
sperare
che
i
riguardi
che
si
avranno
per
la
stampa
a
Firenze
saranno
usati
anche
altrove
,
poiché
in
questi
momenti
di
febbrile
ansietà
preme
a
tutti
ugualmente
d
'
avere
notizie
sollecite
ed
esatte
,
e
tutti
vi
hanno
uguale
diritto
.
Molti
dispacci
arriveranno
a
notte
inoltrata
.
E
perché
non
dovranno
essere
comunicati
immediatamente
ai
giornali
?
Non
dee
forse
il
governo
,
egli
pel
primo
,
avere
al
cuore
di
non
lasciare
il
pubblico
nell
'
incertezza
,
poiché
solo
l
'
incertezza
degli
animi
può
talvolta
far
parer
vera
per
qualche
ora
una
falsa
notizia
inventata
da
qualche
nemico
?
Oltre
a
ciò
che
vale
aver
votate
disposizioni
per
impedire
i
falsi
allarmi
e
ragguagli
sui
movimenti
dell
'
esercito
,
se
poi
si
lascia
che
il
pubblico
sia
ingannato
con
trappolerie
,
come
ben
dice
La
Provincia
?
Certe
mistificazioni
e
particolarmente
in
momenti
sì
gravi
si
debbono
impedire
ad
ogni
modo
.
Ma
che
diremo
della
redazione
dei
dispacci
?
Il
telegramma
da
Firenze
di
ieri
mattina
fu
universalmente
deplorato
.
Esso
non
ha
senso
comune
,
ed
è
spiaciuto
appunto
perché
inintelligibile
.
Che
una
guerra
coll
'
Austria
fosse
cosa
seria
sapevasi
già
prima
e
si
è
detto
su
tutti
i
toni
.
L
'
Italia
s
'
è
dunque
preparata
a
tutto
,
e
saprà
far
fronte
a
tutto
.
Essa
non
ha
mestieri
di
telegrammi
amfibologici
;
di
telegrammi
in
contradizione
tra
di
loro
come
accadeva
tra
il
dispaccio
fiorentino
e
quello
più
soddisfacente
della
prefettura
di
Brescia
!
StampaQuotidiana ,
Gli
uomini
che
dirigono
il
movimento
fascista
hanno
reso
stamane
un
grande
servizio
alla
Nazione
.
Sta
di
fatto
che
oggi
il
tema
del
trattato
di
pace
,
stipulato
fra
il
gruppo
parlamentare
fascista
per
conto
anche
di
tutte
le
più
attive
forze
nazionali
e
il
gruppo
parlamentare
socialista
anch
'
esso
rappresentante
indiretto
di
una
vasta
massa
,
in
cui
confluivano
le
correnti
sovversive
del
Paese
non
costituisce
più
un
motivo
di
dibattiti
veramente
importanti
,
e
non
può
costituire
un
degno
motivo
di
scissioni
o
di
divergenze
veramente
giustificate
.
Suscettibile
come
sono
,
in
fondo
,
tutte
le
cose
umane
di
critiche
e
di
osservazioni
fondate
,
al
momento
in
cui
esso
fu
stipulato
,
è
entrato
ormai
nella
vita
stessa
della
Nazione
e
appartiene
al
passato
:
al
passato
da
cui
è
sorta
l
'
odierna
situazione
politica
,
profondamente
differente
e
certo
assai
migliore
di
quella
che
preoccupava
le
coscienze
all
'
indomani
delle
elezioni
generali
.
Per
questa
ragione
,
è
perfettamente
onesto
e
giusto
e
non
è
per
nulla
,
come
qualche
avversario
in
malafede
sussurra
,
ipocrita
reticenza
il
fatto
che
oggi
su
questo
passato
non
si
discuta
più
,
e
si
evitino
dissensi
e
recriminazioni
inutili
,
sterili
,
dannose
.
Ed
è
altrettanto
onesto
e
giusto
che
nell
'
odierno
congresso
fascista
le
principali
discussioni
vengano
impostate
sulle
direttive
dell
'
azione
avvenire
,
che
sulle
sorti
del
movimento
avranno
una
così
grande
influenza
,
invece
che
sulle
vicende
passate
.
Ma
è
altresì
vero
che
questo
superamento
delle
più
sterili
divergenze
,
compiuto
per
affrontare
in
pieno
la
realtà
della
situazione
odierna
,
dimostra
una
vera
superiorità
spirituale
del
movimento
fascista
su
gli
altri
partiti
,
le
cui
discussioni
difficilmente
escono
dal
chiuso
dei
più
gretti
personalismi
e
delle
più
vane
recriminazioni
.
Questa
superiorità
spirituale
,
certamente
provocata
dalla
coscienza
di
consapevolmente
servire
un
altissimo
interesse
,
quale
è
quello
della
Patria
,
siamo
certi
si
manterrà
nelle
discussioni
imminenti
,
in
cui
le
direttive
del
fascismo
saranno
determinate
.
La
funzione
politica
del
fascismo
,
che
primo
è
riuscito
ad
inquadrare
le
grandi
masse
in
un
'
azione
politica
schiettamente
nazionale
,
è
di
enorme
importanza
,
e
di
un
valore
assolutamente
decisivo
per
l
'
avvenire
del
Paese
.
Per
questo
,
oggi
tutte
le
coscienze
puramente
italiane
seguono
con
cuore
trepidante
le
sorti
dell
'
adunata
fascista
e
le
modalità
attraverso
le
quali
il
nuovo
partito
,
l
'
immancabile
caposaldo
di
tutte
le
concentrazioni
di
forze
essenzialmente
nazionali
,
vi
si
definisce
e
vi
si
concreta
.
Noi
esprimiamo
l
'
augurio
,
col
più
fervido
cuore
,
che
il
Partito
Nazionale
Fascista
,
attraverso
il
quale
le
masse
dei
combattenti
vittoriosi
,
e
dei
più
attivi
lavoratori
,
potranno
inquadrarsi
sotto
la
bandiera
della
Patria
,
ed
accanto
al
quale
il
movimento
nazionalista
,
con
le
sue
caratteristiche
dottrinali
e
intellettuali
di
lucida
e
chiaroveggente
minoranza
,
può
intensamente
agire
,
sorga
dalle
odierne
discussioni
romane
quanto
mai
forte
,
compatto
,
sostanzialmente
fuso
su
alcune
chiarissime
direttive
essenziali
,
che
ne
faciliteranno
l
'
opera
utile
e
necessaria
.
La
crisi
politica
italiana
,
che
dura
dal
giorno
in
cui
tacque
e
si
spense
l
'
attività
di
una
Destra
nazionale
,
si
potrà
così
avviare
verso
il
suo
componimento
:
verso
un
più
stabile
equilibrio
dei
partiti
,
che
assicuri
alla
Nazione
la
continuità
dell
'
opera
necessaria
a
raggiungere
i
fini
essenziali
di
sviluppo
e
di
espansione
.
Su
questa
linea
,
è
stato
mosso
oggi
,
nel
mausoleo
di
Augusto
,
un
passo
di
cospicua
importanza
.
L
'
attiva
e
consapevole
coscienza
nazionale
che
anima
i
duci
del
fascismo
farà
sì
che
altri
se
ne
compiranno
in
questi
giorni
,
affinché
il
nuovo
Partito
divenga
veramente
uno
dei
capisaldi
essenziali
della
ricostruzione
nazionale
.
StampaQuotidiana ,
Tutte
le
corrispondenze
,
tutti
i
ragguagli
personali
che
riceviamo
circa
il
fatto
d
'
armi
del
24
concordano
nel
presentare
quella
battaglia
come
uno
scontro
indeciso
bensì
,
ma
glorioso
e
rassicurante
per
le
armi
nostre
.
Diciamo
rassicurante
perché
ha
troncata
ogni
quistione
circa
la
qualità
,
la
stoffa
dell
'
esercito
italiano
.
Questo
esercito
è
una
creazione
così
recente
,
che
nel
concetto
di
molti
,
particolarmente
all
'
estero
,
la
sua
consistenza
parea
alquanto
problematica
.
Non
pochi
giornali
già
sentenziavano
che
finché
la
fortuna
gli
arriderebbe
l
'
esercito
italiano
avrebbe
fatto
mirabilia
,
ma
non
così
agevolmente
avrebbe
sopportati
quei
rigori
della
sorte
,
a
cui
nessun
esercito
(
per
quanto
abbia
certa
la
vittoria
finale
)
può
completamente
sfuggire
nell
'
arduo
cammino
che
a
questa
conduce
.
Ebbene
ora
il
problema
è
sciolto
.
L
'
esercito
italiano
ha
fatte
le
sue
prime
prove
non
sotto
il
sorriso
della
fortuna
,
ma
nelle
condizioni
più
sfavorevoli
.
Le
divisioni
che
sono
state
impegnate
han
dovuto
combattere
contro
un
nemico
più
numeroso
fortificatosi
nelle
posizioni
più
formidabili
,
più
studiate
,
e
più
potentemente
armate
.
E
tuttavia
non
solo
l
'
esercito
ha
confermate
le
speranze
che
si
avevano
nel
suo
slancio
per
l
'
attacco
,
ma
ha
rivelate
le
più
preziose
qualità
per
dominare
i
casi
avversi
,
una
solidità
a
tutta
prova
,
una
indomita
tenacità
,
una
consistenza
di
ferro
!
VIVA
IL
SOLDATO
ITALIANO
!
L
'
esercito
ha
dormito
sul
campo
di
battaglia
,
sulle
posizioni
conquistate
;
ha
preso
al
nemico
un
numero
di
prigionieri
uguale
a
quello
che
il
nemico
si
vanta
d
'
aver
preso
a
noi
.
Se
all
'
indomani
il
Mincio
fu
ripassato
,
ciò
fu
per
cogliere
il
nemico
sovra
altro
punto
meno
sfavorevole
,
e
non
già
in
segno
di
battaglia
perduta
;
e
il
nemico
stesso
ha
compreso
così
bene
di
non
potersi
vantare
della
vittoria
,
che
non
solo
non
ha
inseguiti
i
nostri
,
ma
si
è
affrettato
di
ritirarsi
anch
'
esso
,
e
nel
suo
rapporto
è
stato
relativamente
assai
modesto
.
Eccone
infatto
il
sunto
telegrafico
quale
ce
lo
recano
i
giornali
d
'
oltre
Alpi
:
«
Vienna
,
25
giugno
Il
rapporto
dell
'
arciduca
Alberto
,
in
data
d
'
ieri
,
ore
io
di
sera
,
rende
noti
i
seguenti
fatti
:
«
L
'
armata
austriaca
,
marciando
verso
il
Mincio
,
fu
attaccata
dal
Re
d
'
Italia
.
«
L
'
armata
posta
sotto
il
mio
comando
prese
d
'
assalto
Montevento
,
e
,
verso
le
cinque
,
Custoza
.
Essa
ha
preso
parecchi
cannoni
e
fece
2000
prigionieri
.
Le
nostre
truppe
combatterono
con
una
bravura
ed
una
perseveranza
estrema
,
malgrado
un
insopportabile
calore
.
«
È
constatato
che
il
Re
d
'
Italia
,
alla
testa
di
tre
Corpi
d
'
armata
e
della
cavalleria
di
riserva
,
era
in
marcia
contro
Albaredo
,
credendo
di
trovarci
dietro
l
'
Adige
.
«
Il
principe
Amedeo
ed
alcuni
generali
italiani
sono
feriti
»
.
Fu
solo
il
telegrafo
italiano
che
il
primo
giorno
dipinse
in
nero
la
battaglia
!
Non
v
'
è
parola
che
basti
contro
la
redazione
di
quei
deplorabili
dispacci
che
d
'
una
battaglia
di
cui
l
'
Italia
e
l
'
esercito
debbono
andare
giustamente
superbi
trovarono
il
segreto
di
farne
un
imbroglio
inintelligibile
,
in
cui
un
Corpo
intiero
sarebbesi
svaporato
senza
lasciar
traccia
!
Fortunatamente
il
buonsenso
delle
popolazioni
e
la
fiducia
inalterata
che
tutti
hanno
nell
'
esercito
corresse
gli
errori
del
sciocchissimo
dispaccio
,
e
seppe
sin
dai
primi
momenti
ridurre
le
cose
al
loro
vero
essere
.
Tutta
Italia
echeggia
d
'
un
grido
di
riconoscenza
all
'
esercito
ONORE
AI
VALOROSI
DELLA
BATTAGLIA
DEL
MINCIO
!
StampaQuotidiana ,
È
sistema
?
È
incapacità
?
Nol
sappiamo
.
Questo
sappiamo
che
la
è
cosa
ormai
incomportabile
.
Vi
ricordate
il
modo
inqualificabile
con
cui
il
telegrafo
annunziò
il
combattimento
del
24
?
Citiamolo
nuovamente
ad
aeternam
rei
memoriam
,
poiché
ormai
una
lezione
è
indispensabile
.
Ecco
il
dispaccio
:
«
Firenze
,
25
Quartier
generale
principale
,
24
,
ore
10,45
pom
.
Oggi
ebbe
luogo
un
accanito
combattimento
che
durò
dall
'
alba
quasi
fino
al
cadere
del
giorno
.
Il
primo
Corpo
d
'
armata
che
doveva
occupare
le
posizioni
tra
Peschiera
e
Verona
non
riuscì
nell
'
attacco
.
Il
secondo
e
terzo
Corpo
non
poterono
liberare
il
primo
dall
'
assalto
che
ebbe
a
sostenere
di
forze
preponderanti
.
Essi
sono
però
quasi
intatti
»
.
Pareva
dunque
che
il
primo
Corpo
fosse
distrutto
completamente
(
o
poco
meno
)
e
che
gli
altri
Corpi
avessero
preso
parte
alla
battaglia
,
tutti
e
due
,
il
che
pel
Corpo
di
Cucchiari
era
falso
del
tutto
!
Un
dispaccio
di
tal
natura
era
esso
opera
dello
stato
maggiore
?
Ma
è
impossibile
ch
'
esso
ignorasse
che
UN
INTIERO
CORPO
d
'
armata
non
era
stato
menomamente
impegnato
!
Volevansi
dunque
scusare
enormi
spropositi
con
una
falsa
notizia
che
poteva
gettare
lo
sgomento
nell
'
intiero
paese
?
Se
alla
lettura
di
quel
dispaccio
la
nazione
si
fosse
lasciata
prendere
da
sgomento
(
come
forse
alcuni
volevano
)
e
avesse
chinato
il
capo
alla
cessione
della
Venezia
alla
Francia
,
a
che
punto
saremmo
oramai
d
'
impotenza
,
d
'
umiliazione
,
d
'
obbrobrio
?
Ora
siamo
da
capo
.
Un
altro
telegramma
viene
a
darci
notizia
della
prima
battaglia
navale
;
ma
in
un
modo
così
oscuro
ed
anzi
(
ci
si
permetta
la
parola
)
in
un
modo
così
STUPIDO
,
che
non
potrebbesi
volere
di
peggio
!
Ci
si
annunzia
che
già
si
cominciava
lo
sbarco
al
porto
di
S
.
Giorgio
di
Lissa
quando
le
vedette
segnalarono
la
squadra
nemica
.
Ciò
vuol
dire
che
fummo
sorpresi
in
piena
operazione
.
Ma
il
telegrafo
soggiunge
tosto
che
l
'
armata
italiana
mosse
ad
incontrare
l
'
armata
nemica
,
ed
ebbe
luogo
una
battaglia
.
Con
qual
concetto
direttivo
?
Ombre
e
tenebre
!
Sappiamo
bensì
che
l
'
Affondatore
s
'
è
gettato
contro
il
nemico
,
ma
non
si
dice
quando
.
Sembra
anzi
che
a
tutta
prima
il
combattimento
sia
stato
accanitissimo
contro
la
corazzata
Re
d
'
Italia
,
la
quale
col
suo
proprio
sacrifizio
,
e
coll
'
aiuto
dell
'
eroico
equipaggio
della
cannoniera
Palestro
,
avrebbe
salvata
la
giornata
e
la
flotta
stessa
mentre
questa
si
rimetteva
in
assetto
.
Il
sacrificio
benché
dolorosissimo
sarebbe
stato
pur
temperato
dalla
notizia
che
la
flotta
italiana
è
rimasta
padrona
delle
acque
del
combattimento
(
e
speriamo
anche
del
porto
S
.
Giorgio
)
.
Ma
l
'
autore
del
dispaccio
s
'
è
affrettato
di
far
precedere
la
più
tormentosa
,
la
più
tetra
reticenza
dicendo
:
«
Nessun
altro
bastimento
dell
'
armata
fu
perduto
o
cadde
in
mano
del
nemico
»
.
Ma
infelice
!
Non
capivi
tu
che
ciò
suonava
lo
stesso
che
il
dire
doverci
noi
leccar
le
mani
per
esserne
salvi
a
tal
mercato
?
!
Quali
erano
le
nostre
forze
?
Niente
!
Quali
quelle
del
nemico
?
Niente
!
Quali
furono
i
bastimenti
impegnati
da
una
parte
e
dall
'
altra
?
Niente
!
L
'
Italia
intiera
rimase
sotto
l
'
impressione
di
una
vera
disfatta
sino
all
'
arrivo
del
dispaccio
suppletivo
che
annunziava
le
perdite
degli
austriaci
!
Onore
alla
flotta
,
sublime
ed
eroica
malgrado
gli
orrendi
spropositi
dell
'
ex
ministro
generale
di
cavalleria
!
Onore
alla
flotta
e
ai
generosi
estinti
!
Ma
Dio
non
voglia
che
tanto
sangue
sia
sparso
invano
!
Ieri
abbiamo
pubblicate
terribili
rivelazioni
,
oggi
diciamo
Onore
e
riconoscenza
agli
uomini
di
buona
volontà
!
Inchiesta
su
tutti
,
ce
n
'
è
bisogno
!
Inchiesta
!
Inchiesta
!
Tra
i
gloriosi
caduti
nella
battaglia
di
Lissa
è
l
'
onorevole
Pier
Carlo
Boggio
,
che
si
trovava
sul
Re
d
'
Italia
!
Amici
perenni
e
avversari
momentanei
abbiam
sempre
amato
il
suo
cuore
eccellente
,
e
stimato
il
suo
alto
ingegno
,
suo
sincero
patriottismo
.
Diremo
di
lui
in
altro
numero
Oggi
non
cel
consente
il
dolore
!
StampaQuotidiana ,
L
'
indignazione
contro
Persano
,
contro
Angioletti
,
contro
Lamarmora
patrono
d
'
entrambi
e
per
suo
conto
responsabile
degli
spropositi
per
cui
la
giornata
del
24
giugno
non
fu
una
vittoria
,
è
vivissima
,
profonda
,
inestinguibile
in
tutta
l
'
Italia
.
I
giornali
che
ci
giungono
da
ogni
angolo
del
paese
ne
sono
eloquenti
interpreti
,
e
siamo
lieti
che
sotto
il
ministero
-
riparatore
-
Ricasoli
-
Depretis
nessun
sequestro
abbia
avuto
luogo
.
I
momenti
sono
gravi
.
Lasciate
che
la
verità
arrivi
al
Re
e
alla
Nazione
se
volete
che
entrambi
si
salvino
e
trionfino
!
Le
notizie
particolari
che
riceviamo
quest
'
oggi
sulle
cose
della
flotta
confermano
quelle
date
ieri
,
con
ciò
solo
che
si
esprimono
più
amaramente
contro
l
'
inettitudine
dell
'
ammiraglio
.
I
corrispondenti
lamentano
tutti
con
ira
e
dolore
che
il
Lamarmora
(
sotto
la
presidenza
del
quale
il
Persano
era
stato
nominato
)
non
abbia
voluto
acconsentire
alla
rimozione
di
esso
domandata
dal
Depretis
!
Ah
,
perché
l
'
egregio
Depretis
non
ha
insistito
in
nome
della
Nazione
intiera
domandando
anche
la
rimozione
del
ministro
che
si
opponeva
?
Ma
il
giorno
della
giustizia
è
imminente
per
tutti
;
e
questa
volta
speriamo
che
la
sperienza
ci
avrà
insegnato
quanto
sia
fallace
consiglio
quello
di
portare
nelle
cose
della
guerra
gli
occhiali
diplomatici
come
nel
50
e
nel
60
quando
essendo
quistione
o
di
mettere
Persano
sotto
Consiglio
di
guerra
,
o
di
dargli
il
gran
cordone
come
a
tutti
gli
altri
comandanti
supremi
,
si
preferì
questo
secondo
partito
per
non
mostrare
in
pubblico
le
nostre
magagne
.
Si
credeva
che
il
Persano
avrebbe
compresa
questa
indulgenza
diplomatica
,
esclusivamente
diplomatica
,
e
sarebbesi
ritirato
da
se
medesimo
.
Ma
sventuratamente
non
tutti
capiscono
le
satire
salvo
quando
esse
sono
(
come
suol
dirsi
)
da
panattaio
,
e
si
rivelano
sotto
la
forma
d
'
un
Consiglio
di
guerra
!
Ed
eccoci
ora
a
pagare
il
fio
della
nostra
credulità
!
StampaQuotidiana ,
Per
le
ragioni
già
da
noi
esposte
in
un
numero
precedente
la
Prussia
ormai
si
lava
le
mani
delle
quistioni
austro
-
italiche
circa
il
Tirolo
e
l
'
Istria
.
La
Francia
che
vuol
sempre
lasciare
un
po
'
di
carne
al
fuoco
per
avere
occasione
di
metterci
la
zampa
in
avvenire
;
la
Francia
che
in
questa
guerra
confidava
di
poter
fare
il
Deus
ex
machina
a
benefizio
della
Prussia
battuta
dall
'
Austria
,
e
per
ciò
costretta
a
cedere
,
in
premio
dell
'
aiuto
,
le
provincie
renane
;
la
Francia
a
cui
le
inaspettate
vittorie
anzi
vittorione
prussiane
han
troncate
quelle
speranze
,
è
ben
lieta
che
un
germe
di
guerre
future
resti
ancora
tra
l
'
Italia
e
l
'
Austria
in
ordine
a
Trento
e
all
'
Istria
,
perché
intanto
essa
ha
tempo
di
provvedere
in
fretta
e
in
furia
a
cambiare
il
suo
armamento
per
renderlo
almeno
uguale
a
quello
dei
prussiani
,
e
poi
grazie
ai
germi
di
guerra
tenuti
vivi
essa
pensa
accortamente
che
Deus
providebit
.
A
questo
modo
l
'
Italia
che
credeva
di
dare
le
sue
ultime
battaglie
in
questa
guerra
,
e
di
potere
in
seguito
attendere
seriamente
ai
fatti
suoi
,
dovrà
di
nuovo
continuare
a
stare
armata
perché
non
avrà
presi
all
'
Austria
che
i
forti
avanzati
e
le
avrà
lasciata
in
mano
la
vera
cittadella
da
cui
gli
Austriaci
son
soliti
irrompere
,
vale
a
dire
il
Tirolo
italiano
!
La
notizia
di
un
comando
affidato
in
questo
momento
al
D
'
Amico
,
partecipe
di
tutta
la
responsabilità
che
pesa
sul
Persano
,
ha
fatta
pessima
impressione
in
tutto
il
paese
.
Si
confida
che
il
governo
si
affretterà
di
smentirla
.
StampaQuotidiana ,
La
Nemesi
italiana
dovrebbe
esser
sazia
!
Cavour
,
La
Farina
,
D
'
Azeglio
,
Farini
,
quattro
vessilliferi
,
quattro
combattenti
,
quattro
trionfatori
della
libertà
nazionale
!
E
tutti
quattro
morti
!
E
tutti
quattro
erano
cuori
onesti
,
che
non
specularono
sulla
patria
,
ma
consumarono
per
essa
con
santa
abnegazione
la
vita
!
Cavour
ricco
di
censo
avito
consumò
notevole
porzione
del
suo
retaggio
a
gloria
della
Nazione
Ministro
del
piccolo
Piemonte
,
rappresentò
a
Parigi
splendidamente
le
parti
di
un
ministro
di
Re
d
'
Italia
.
La
Farina
morì
lasciando
quasi
nell
'
indigenza
la
propria
famiglia
.
D
'
Azeglio
conservando
alta
al
di
fuori
la
dignità
dell
'
antica
sua
posizione
,
lavorava
per
vivere
nel
suo
studio
d
'
artista
e
bisognoso
di
vendere
i
suoi
capi
d
'
arte
regalava
ai
Sovrani
!
Farini
schernito
per
un
motto
che
fu
il
vero
suo
dogma
rifiutò
dai
modenesi
splendide
ricompense
per
conservarsi
la
gloria
di
morir
povero
.
Italiani
!
versiamo
un
fiore
sulla
tomba
di
Carlo
Luigi
Farini
È
un
'
altra
piramide
,
è
un
altro
monumento
,
che
l
'
Italia
pianterà
nella
sua
moderna
via
Appia
.
Bisogna
che
sovra
colonne
eterne
imparino
i
popoli
che
verranno
,
che
se
l
'
Italia
ha
tra
i
vivi
degli
speculatori
delle
sue
glorie
e
dei
suoi
lutti
,
ell
'
ha
tra
i
suoi
morti
delle
glorie
pure
contro
cui
si
spunta
ogni
dardo
di
schifosa
ira
di
parte
.
Che
queste
quattro
tombe
possano
chiamar
l
'
Italia
,
per
gratitudine
almeno
,
a
non
disfar
l
'
opera
dei
quattro
architetti
che
vi
riposano
.
StampaQuotidiana ,
La
pace
è
fatta
.
Sia
la
benvenuta
!
Ora
Dio
ci
salvi
da
una
nuova
guerra
,
perché
in
questa
predestinata
Italia
l
'
esercito
sarebbe
comandato
dagli
stessi
uomini
che
han
perduto
a
Custoza
malgrado
la
vittoria
dei
soldati
,
e
non
sempre
avremmo
a
salvarci
dalle
sconfitte
dei
nostri
generali
supremi
i
trionfi
dell
'
esercito
prussiano
!
Dio
ci
salvi
da
una
nuova
guerra
,
perché
i
pieni
poteri
cadrebbero
nelle
mani
di
quelli
stessi
che
nella
loro
avvedutezza
si
lasciarono
strappare
Palermo
da
poche
bande
di
malandrini
.
Dio
ci
salvi
da
una
nuova
guerra
,
perché
le
finanze
sarebbero
sgovernate
dagli
stessi
che
imposero
il
corso
forzato
dei
biglietti
dopo
averlo
stigmatizzato
pochi
giorni
prima
,
dagli
stessi
che
stabilirono
il
prestito
forzato
sulle
basi
eque
e
intelligenti
che
dànno
i
bellissimi
risultati
che
tutti
veggono
!
...
La
pace
è
fatta
.
Dio
voglia
che
non
sia
la
pace
malsana
.
Viva
la
pace
,
viva
la
Venezia
!