ProsaGiuridica ,
VITTORIO
EMANUELE
III
PER
GRAZIA
DI
DIO
E
PER
VOLONTÀ
DELLA
NAZIONE
RE
D
'
ITALIA
Visto
l
'
art
.
3
,
n
.
2
,
della
legge
31
gennaio
1926
,
n
.
100;
Ritenuto
che
il
Fascio
Littorio
è
divenuto
oramai
,
per
consuetudine
assai
lunga
,
emblema
dello
Stato
;
Ritenuta
la
necessità
assoluta
ed
urgente
di
tutelare
tale
emblema
;
Sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
Capo
del
Governo
,
Primo
Ministro
Segretario
di
Stato
,
e
del
Guardasigilli
,
Ministro
Segretario
di
Stato
per
la
giustizia
e
gli
affari
di
culto
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Art
.
1
Il
Fascio
Littorio
è
considerato
,
a
tutti
gli
effetti
,
emblema
dello
Stato
.
Art
.
2
Il
Fascio
Littorio
è
formato
da
un
fascio
di
verghe
e
da
una
scure
,
uniti
insieme
da
una
cinghia
o
corda
:
la
scure
collocata
di
lato
col
taglio
in
fuori
.
Art
.
3
Il
presente
decreto
entra
in
vigore
dai
giorno
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
e
sarà
presentato
al
Parlamento
per
la
conversione
in
legge
.
Il
Capo
del
Governo
e
il
Ministro
per
la
giustizia
sono
autorizzati
alla
presentazione
del
relativo
disegno
di
legge
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
Roma
,
addì
12
dicembre
1926
.
VITTORIO
EMANUELE
.
MUSSOLINI
-
-
ROCCO
.
Visto
,
il
Guardasigilli
:
ROCCO
.
Registrato
alla
Corte
dei
conti
,
addì
14
dicembre
1926
.
Atti
del
Governo
,
registro
255
,
foglio
62
.
COOP
Regio
Decreto
12
dicembre
1926
,
n
.
2062
Norme
per
l
'
attuazione
della
legge
25
novembre
1926
,
n
.
2008
,
sui
provvedimenti
per
la
difesa
dello
Stato
(
Pubblicato
nella
GAZZETTA
UFFICIALE
del
Regno
d
'
Italia
del
15
dicembre
1926
,
n
.
288
)
StampaQuotidiana ,
Eccoci
al
giorno
solenne
.
Non
è
tempo
di
vane
frasi
.
Riporteremo
bensì
il
sunto
del
memorando
discorso
pronunciato
dal
Conte
di
Cavour
il
giorno
in
cui
la
Camera
votò
che
Roma
Capitale
acclamata
dall
'
opinione
nazionale
fosse
congiunta
all
'
Italia
.
«
Se
noi
,
diceva
in
sostanza
l
'
immortale
statista
,
non
potessimo
far
valere
il
potente
argomento
che
Roma
è
la
Capitale
necessaria
d
'
Italia
,
non
otterremmo
giammai
il
consenso
del
mondo
cattolico
e
della
Francia
da
cui
esso
è
rappresentato
a
Roma
.
«
Supponiamo
infatti
che
la
sede
del
pontefice
non
sia
a
Roma
,
ma
in
una
città
collocata
in
una
provincia
non
del
tutto
necessaria
all
'
Italia
,
p
.
e
.
in
Aquileia
.
Alle
nostre
domande
di
riavere
Aquileia
la
diplomazia
risponderebbe
che
,
non
essendoci
questa
strettamente
necessaria
,
non
franca
la
spesa
di
sconvolgere
l
'
ordinamento
materiale
del
cattolicismo
per
soddisfare
i
nostri
desideri
.
«
Importa
adunque
fondare
le
nostre
ragioni
sulla
considerazione
che
Roma
è
indispensabile
all
'
Italia
come
Capitale
.
«
Egli
è
evidente
che
quando
Roma
sarà
libera
la
quistione
del
trasferimento
sarà
oggetto
di
nuove
deliberazioni
.
Ma
portiamoci
al
giorno
in
cui
si
dovrà
discutere
tra
coloro
che
vogliono
andare
a
Roma
immediatamente
,
e
quelli
che
vogliono
differire
.
Ebbene
se
i
200
deputati
delle
provincie
meridionali
nel
venire
al
Parlamento
si
trovassero
di
passaggio
sur
una
piazza
di
Roma
e
una
forza
irresistibile
li
distogliesse
dal
proseguire
il
viaggio
?
...
»
.
Ai
deputati
delle
provincie
meridionali
la
risposta
a
questa
ipotesi
del
Conte
di
Cavour
!
A
noi
basta
aver
ricordato
in
questo
giorno
il
voto
solenne
che
proclamava
Roma
Capitale
necessaria
d
'
Italia
,
e
rammentate
le
ragioni
principali
di
quel
voto
nazionale
!
StampaQuotidiana ,
In
molte
parti
d
'
Italia
l
'
annunzio
dell
'
entrata
delle
truppe
italiane
nell
'
Agro
Romano
è
stato
festeggiato
con
luminarie
e
dimostrazioni
popolari
.
E
questo
è
bene
.
Il
Piemonte
ha
esultato
ma
s
'
è
astenuto
finora
dal
farne
pubblica
manifestazione
con
feste
speciali
.
E
questa
è
previdenza
.
L
'
occupazione
infatti
dell
'
Agro
Romano
è
già
molto
anzi
moltissimo
;
ma
non
è
né
il
tutto
né
il
più
.
Finché
il
vessillo
tricolore
non
sventola
sul
Campidoglio
,
finché
l
'
esercito
italiano
non
è
in
Roma
come
nella
Capitale
del
Regno
e
col
programma
dei
plebisciti
,
qui
si
temon
tuttora
e
incagli
e
insidie
;
qui
si
teme
fra
gli
altri
l
'
ostinato
sistema
dell
'
Oasi
religiosa
del
settembrista
Minghetti
mandato
a
fare
propaganda
a
Vienna
.
Queste
apprensioni
saran
vane
,
saranno
esagerate
;
ma
esistono
e
consigliano
alle
popolazioni
di
stare
all
'
erta
e
vigilare
perché
nell
'
ebbrezza
d
'
entusiasmi
anticipati
non
si
accettino
convenzioni
illusorie
e
mezzi
termini
non
conformi
al
diritto
plebiscitario
.
Facendo
vivo
plauso
a
questo
contegno
delle
popolazioni
noi
abbiamo
fiducia
che
il
giorno
in
cui
l
'
entrata
in
Roma
avrà
realmente
avuto
luogo
anche
ogni
angolo
del
Piemonte
si
coprirà
di
fuochi
di
gioia
.
Nessun
municipio
manchi
a
questo
dovere
.
Celebrando
il
compimento
della
unità
nazionale
,
voi
celebrate
,
o
piemontesi
,
l
'
opera
più
sublime
a
cui
abbiate
posto
mano
!
Il
giorno
in
cui
Roma
tornerà
all
'
Italia
,
negli
uomini
giusti
di
tutti
i
paesi
brillerà
(
non
fosse
che
per
un
secondo
!
)
un
pensiero
di
riconoscenza
pei
vostri
martiri
,
per
la
vostra
costanza
,
per
la
parola
d
'
ordine
di
ROMA
CAPITALE
D
'
ITALIA
che
voi
sapeste
irremovibilmente
opporre
al
grande
inganno
del
64
.
Molti
furono
i
giorni
d
'
amarezza
,
:
molti
i
disinganni
e
le
individuali
evoluzioni
;
il
ministero
di
Mentana
poté
rompere
con
arti
oblique
un
celebre
fascio
,
e
riaprire
al
Minghetti
l
'
adito
al
portafoglio
.
Ma
la
sua
gioia
fu
passeggera
.
Si
lusingava
d
'
aver
diviso
,
imbavagliato
il
Piemonte
,
e
non
era
riuscito
che
ad
ingombrare
la
propria
nave
di
pesantissima
zavorra
che
la
traeva
a
fondo
Onore
alla
costanza
piemontese
!
Municipio
di
Torino
!
La
festa
per
l
'
entrata
a
Roma
ha
per
te
un
significato
più
speciale
e
più
caro
.
Sii
degno
di
Roma
e
di
te
stesso
!
StampaPeriodica ,
Vittorio
Frosini
della
Scuola
Normale
Superiore
di
Pisa
,
da
Capodistria
,
a
proposito
della
lettera
di
Goffredo
Pistoni
,
ci
scrive
,
fra
l
'
altro
:
"
Non
si
può
negare
l
'
importanza
della
filosofia
,
se
non
come
necessità
e
grandezza
dell
'
umano
pensiero
,
come
importante
contributo
d
'
un
popolo
alla
civiltà
.
Non
dimenticatevi
che
,
in
una
recente
crisi
politica
dell
'
Europa
centrale
,
un
grande
popolo
ha
vidimato
la
necessità
ideale
di
un
suo
gesto
di
forza
,
con
l
'
affermazione
d
'
una
superiore
cultura
e
civiltà
,
nel
cui
campo
rientrava
tutta
una
serie
di
pensatori
,
di
filosofi
pur
devoti
ad
un
totale
concettualismo
.
"
Quel
che
s
'
impone
è
dunque
l
'
esaltazione
di
una
nostra
filosofia
,
che
risponda
alle
nostre
tradizioni
e
caratteristiche
di
Popolo
.
"
Coll
'
appellarsi
al
nome
di
quelli
che
furono
,
al
lor
tempo
,
tra
i
più
alti
rappresentanti
della
cultura
e
della
filosofia
in
Italia
Vico
e
Leopardi
non
si
combatte
la
Filosofia
,
ma
si
rafforza
l
'
autorità
d
'
una
filosofia
:
la
Nostra
.
"
StampaQuotidiana ,
L
'
Unità
Nazionale
è
compiuta
;
l
'
Italia
ha
la
sua
Capitale
naturale
!
VIVA
ROMA
!
VIVA
L
'
ITALIA
!
VIVA
L
'
ESERCITO
LIBERATORE
!
La
notizia
della
liberazione
di
Roma
cominciò
ieri
a
spargersi
,
ma
incerta
ancora
,
dopo
le
due
pomeridiane
.
Dopo
le
quattro
essa
si
diffuse
dovunque
ma
ancora
con
qualche
restrizione
,
con
qualche
dubbio
angoscioso
.
Alle
sei
il
dispaccio
dell
'
Agenzia
-
Stefani
annunziò
la
vittoria
definitiva
,
e
quasi
contemporaneamente
l
'
autorità
politica
s
'
affrettava
a
confermarla
anch
'
essa
al
Municipio
.
Un
grido
di
gioia
proruppe
da
ogni
petto
.
Mancava
il
tempo
a
dimostrazioni
regolari
,
ma
poco
monta
;
l
'
esultanza
d
'
un
popolo
sa
immaginare
.
VIVA
ROMA
!
StampaPeriodica ,
Giuseppe
Grieco
,
dalla
quarta
sponda
del
Mare
Nostro
nell
'
ora
segnata
dal
destino
per
la
nostra
più
grande
ascesa
imperiale
:
Fra
i
tanti
miti
distrutti
o
sfatati
dall
'
attuale
conflitto
c
'
è
anche
quello
del
cosiddetto
"
onore
"
britannico
.
Eccetto
pochi
sparuti
gruppi
di
persone
legate
al
carro
demo
-
ebraico
di
Londra
,
da
per
tutto
si
elevano
voci
di
esecrazione
verso
l
'
Inghilterra
,
mentre
quei
paesi
la
cui
politica
era
fino
ad
ieri
completamente
infeudata
a
Londra
,
cercano
con
un
subitaneo
cambiamento
di
rotta
,
di
liberarsi
fino
al
fondo
di
tale
nefasta
eredità
.
Vista
sotto
questo
aspetto
,
la
nostra
lotta
assume
un
carattere
etico
ed
europeo
di
tale
grandezza
,
che
solo
i
ciechi
le
possono
negare
.
Tornando
all
"
'
onore
"
britannico
e
lasciando
da
parte
i
vari
Churchill
,
Eden
,
Duff
Cooper
e
compagni
,
apriamo
una
delle
tante
pagine
della
storia
del
Risorgimento
italiano
,
voglio
parlare
della
rivoluzione
napoletana
del
1799
,
e
vediamo
la
parte
avutavi
dagli
inglesi
.
Tralascio
l
'
opera
e
le
mene
della
famigerata
Lady
Hamilton
,
intima
della
regina
e
amante
di
Nelson
,
per
considerare
solo
quest
'
ultimo
.
Il
mozzo
diventato
ammiraglio
,
l
'
eroe
di
Abukir
,
non
ha
scusanti
,
egli
porta
intera
davanti
alla
storia
la
responsabilità
della
violazione
,
perpetrata
a
mente
fredda
,
della
capitolazione
dei
castelli
napoletani
,
firmata
tra
gli
altri
,
anche
dal
capitano
Foote
,
comandante
della
fregata
"
Cavallo
marino
,
"
a
nome
di
S
.
M
.
Britannica
.
Il
trattato
impegnava
dunque
solennemente
l
'
onore
della
nazione
britannica
,
alleata
di
S
.
M
.
il
Re
delle
due
Sicilie
,
come
fece
bene
notare
il
Cardinale
Ruffo
nel
suo
colloquio
con
Nelson
e
gli
Hamilton
.
Ma
l
Eroe
fu
inamovibile
.
Passò
su
tutto
,
anche
sull
'
onore
britannico
e
la
vistò
.
Invano
si
oppose
il
Ruffo
,
che
non
era
affatto
l
'
uomo
della
leggenda
liberale
,
ma
un
italiano
di
buona
tempra
,
discendente
di
antichissima
famiglia
contro
la
volontà
dell
'
onnipotente
"
Eroe
"
inglese
non
potette
far
niente
,
anzi
poco
mancò
che
non
lasciasse
anche
lui
la
testa
sul
patibolo
,
come
era
nei
voti
di
Acton
,
di
Nelson
,
degli
Hamilton
e
della
regina
.
Ho
citato
quest
'
episodio
della
storia
del
Risorgimento
italiano
,
perché
più
di
qualsiasi
dissertazione
teorica
rivela
il
carattere
della
mentalità
inglese
.
L
'
inglese
si
considera
superiore
a
tutti
gli
altri
popoli
i
quali
debbono
a
lui
quel
tributo
di
omaggio
e
di
servitù
che
l
'
inferiore
deve
al
superiore
.
Chi
non
serve
agli
interessi
inglesi
,
o
peggio
,
vi
si
ribella
,
è
la
pecora
nera
che
va
radiata
dal
consorzio
"
civile
"
con
ogni
mezzo
.
L
'
onore
non
conta
.
Concludendo
,
l
'
"
onore
"
inglese
è
rimasto
fondamentalmente
quello
dei
vari
Drake
e
compagni
che
crearono
,
a
scopo
piratesco
,
la
prima
marineria
britannica
.
Mercante
e
pirata
,
ecco
il
vero
volto
dell
'
inglese
,
quando
cade
la
maschera
sovrappostavi
da
secoli
di
"
ipocrisia
"
e
di
"politica."
Questa
seconda
e
più
feroce
Cartagine
,
ora
che
è
ridotta
agli
estremi
,
scopre
gli
artigli
in
un
ultimo
disperato
tentativo
di
resistenza
.
Invano
.
La
nuova
Europa
creata
da
Mussolini
e
da
Hitler
le
sta
sopra
brandendo
la
spada
della
giustizia
.
E
giustizia
sarà
fatta
.
StampaQuotidiana ,
Si
dice
da
taluno
che
un
trasferimento
immediato
della
capitale
a
Roma
sia
impossibile
materialmente
e
moralmente
.
Rispondiamo
che
IMPOSSIBILE
è
invece
il
NON
ANDARVI
.
Cosa
fatta
capo
ha
.
Fin
da
questo
momento
la
Capitale
è
Roma
,
Roma
sola
,
e
chi
non
se
ne
accorge
è
cieco
dell
'
intelletto
.
A
Roma
,
a
Roma
sola
è
rivolto
l
'
occhio
,
il
pensiero
,
il
cuore
della
Nazione
.
A
Roma
accorrono
come
al
centro
a
cui
tende
ogni
cosa
italiana
,
come
al
crogiuolo
in
cui
s
'
affinerà
domani
l
'
opinione
pubblica
nazionale
,
tutti
i
partiti
,
tutte
le
forze
vive
e
capaci
d
'
influenza
politica
.
Domani
il
giornalismo
della
grande
Metropoli
sarà
quello
che
avrà
nome
e
sostanza
di
giornalismo
della
Capitale
.
Domani
Roma
e
l
'
Italia
convenuta
in
Roma
chiederanno
a
se
stesse
:
«
Dov
'
è
il
governo
?
Natura
abhorret
a
vacuo
.
Dov
'
è
il
governo
?
»
.
È
urgente
che
a
tal
domanda
si
possa
rispondere
:
«
Al
Quirinale
!
Al
Quirinale
!
»
.
Badateci
!
Se
il
vuoto
si
prolunga
altri
lo
riempie
.
Natura
abhorret
a
vacuo
.
Se
non
andate
voi
ci
andrà
la
Repubblica
.
Badateci
!
I
meridionali
non
vorran
più
risalire
oltre
Roma
;
e
i
settentrionali
che
anelano
alla
stabilità
della
cosa
pubblica
vi
scongiurano
d
'
uscir
dal
provvisorio
al
più
presto
possibile
,
e
di
portare
al
Congresso
un
fatto
compiuto
dinanzi
al
quale
la
diplomazia
s
'
inchini
,
e
non
una
passeggiata
militare
a
cui
d
'
un
tratto
di
penna
si
possa
dare
contrordine
.
StampaPeriodica ,
Abbiamo
scartato
nell
'
articolo
introduttivo
alla
prima
tappa
di
questo
viaggio
razziale
il
cosiddetto
razzismo
spirituale
o
spiritualistico
,
come
quello
che
,
sotto
lo
specioso
pretesto
di
tener
lontano
il
concetto
di
razza
e
di
difesa
della
razza
da
ogni
contaminazione
zoologica
,
ne
annebbia
in
realtà
il
significato
fino
al
punto
di
sottometterlo
alla
volontà
del
singolo
e
di
fame
un
valore
soggettivo
.
La
zoologia
è
lontana
dal
razzismo
tanto
quanto
le
bestie
sono
lontane
dall
'
uomo
;
e
chi
teme
una
confusione
fra
razzismo
e
zoologia
o
uno
sconfinamento
del
primo
nella
seconda
,
non
è
evidentemente
troppo
convinto
delle
proprie
prerogative
di
uomo
.
Altri
,
più
accorti
,
non
cadono
nell
'
equivoco
zoologico
:
ma
affermano
che
la
spiritualizzazione
del
razzismo
è
necessaria
a
preservarci
da
un
altro
pericolo
:
quello
di
cadere
in
un
razzismo
puramente
politico
.
Diciamo
subito
che
il
pericolo
non
ci
spaventa
;
anzi
,
ci
attrae
.
Il
razzismo
in
Italia
è
nato
politico
;
è
politico
;
rimarrà
fondamentalmente
politico
.
Come
il
Fascismo
,
di
cui
la
politica
razziale
è
un
aspetto
.
Il
fatto
che
esista
una
dottrina
del
Fascismo
non
deve
trarre
in
inganno
nessuno
.
La
dottrina
esiste
per
la
necessità
che
ha
l
'
uomo
di
trasformare
in
regole
le
proprie
esperienze
di
vita
,
di
risalire
al
permanente
attraverso
il
contingente
;
ma
in
realtà
i
fenomeni
che
si
muovono
,
vitali
,
nel
perenne
fluire
della
Storia
,
non
sono
suscettibili
di
razionali
legami
e
sfuggono
ad
ogni
definizione
precisa
.
La
dottrina
del
Fascismo
non
va
intesa
come
anticipata
canonizzazione
di
tutto
il
Fascismo
,
ma
come
guida
a
meglio
comprendere
le
scaturigini
ideali
e
i
profondi
significati
del
movimento
mussoliniano
.
Così
la
dottrina
del
razzismo
fascista
,
che
noi
non
vogliamo
diminuire
né
svalutare
,
da
qualunque
punto
di
vista
essa
si
sforzi
di
approfondire
il
concetto
di
razza
;
ma
che
non
deve
indurci
,
d
'
altronde
,
a
considerare
il
nostro
razzismo
come
fenomeno
ormai
consegnato
al
tempo
e
tranquillamente
definibile
e
codificabile
.
Il
nostro
razzismo
è
in
atto
.
Non
soltanto
non
ha
esaurito
il
suo
compito
come
troppi
vorrebbero
,
ma
non
ha
neppure
cominciato
ad
espletarlo
in
pieno
.
Siamo
ancora
nella
prima
fase
;
si
costruiscono
le
fondamenta
.
Una
coscienza
razziale
sta
faticosamente
nascendo
in
Italia
;
e
l
'
avverbio
non
è
eccessivo
,
perché
se
da
un
lato
la
nostra
razza
è
tra
le
più
antiche
e
gloriose
e
pure
e
compatte
,
dall
'
altro
l
'
equivoco
dell
'
universalismo
pesa
terribilmente
sulla
nostra
cultura
e
fa
parer
sospetto
tutto
ciò
che
tende
ad
individuarci
rigorosamente
e
a
darci
una
gelosa
coscienza
nazionale
.
È
una
lotta
assai
simile
a
quella
che
in
un
altro
campo
il
Fascismo
ha
sostenuto
per
rendere
popolare
il
concetto
di
Autarchia
;
ma
più
difficile
,
perché
i
vantaggi
materiali
della
Autarchia
e
i
pericoli
della
soggezione
economica
all
'
estero
specie
dopo
l
'
esperimento
sanzionista
sono
assai
più
chiaramente
e
immediatamente
percepibili
dei
vantaggi
di
una
netta
individualità
razziale
e
dei
pericoli
di
una
,
sia
pur
parziale
e
dissimulata
,
dipendenza
da
altre
razze
.
Eppure
,
il
problema
è
unico
.
La
difesa
della
razza
è
una
forma
di
autarchia
,
anzi
,
è
l
'
autarchia
delle
autarchie
;
e
l
'
autarchia
si
risolve
in
un
potenziamento
di
tutti
i
mezzi
atti
a
difendere
la
razza
.
Non
si
può
seriamente
dire
ad
un
popolo
:
"
Basta
a
te
stesso
"
se
non
gli
si
è
detto
:
"
Sii
te
stesso
!
"
;
non
si
può
conquistare
in
pieno
la
propria
personalità
fisica
,
morale
e
spirituale
,
che
è
quanto
dire
la
propria
razza
,
se
non
si
posseggono
i
mezzi
per
difendere
tale
personalità
da
ogni
assalto
esteriore
.
Chi
insiste
nel
sostenere
che
il
razzismo
italiano
è
una
merce
d
'
importazione
,
dovrebbe
riflettere
a
questa
complementarietà
fra
difesa
razziale
e
potenziamento
autarchico
della
Nazione
:
il
razzismo
non
può
essere
che
originale
,
anzi
è
per
definizione
l
'
originalità
stessa
,
e
si
risolve
in
un
progressivo
irrobustirsi
delle
radici
dell
'
individuo
e
della
Nazione
e
nell
'
inesorabile
lotta
contro
ogni
specie
di
parassiti
.
Si
pensi
al
parassitismo
ebraico
:
il
primo
nemico
della
battaglia
razziale
come
di
quella
autarchica
;
il
nemico
più
pericoloso
perché
internazionalmente
organizzato
e
fornito
delle
armi
meglio
dissimulate
.
Ci
si
ricordi
che
la
più
vasta
congiura
ordita
per
strangolare
la
razza
italiana
la
congiura
sanzionista
nacque
proprio
sul
terreno
economico
,
ebbe
gli
ebrei
per
principali
artefici
e
suscitò
la
meravigliosa
reazione
autarchica
.
C
'
è
,
come
si
diceva
,
il
pregiudizio
universalistico
.
L
'
universalismo
,
a
parere
di
molti
,
sarebbe
la
nostra
grandezza
;
buttandolo
alle
ortiche
,
noi
rinnegheremmo
la
parte
migliore
delle
nostre
tradizioni
.
Quali
tradizioni
?
Se
veramente
gloriose
,
esse
si
possono
ricondurre
sostanzialmente
ad
una
:
la
tradizione
di
Roma
.
Roma
fu
ed
è
universale
;
ma
lo
fu
e
lo
è
in
modo
attivo
,
riempiendo
di
sé
,
dei
suoi
soldati
o
della
sua
fede
o
del
suo
diritto
o
della
sua
dottrina
politica
e
sociale
,
l
'
universo
intero
.
Ciò
non
contrasta
affatto
con
la
coscienza
di
razza
,
anzi
,
è
la
sublimazione
di
tale
coscienza
,
che
tanto
si
potenzia
da
attrarre
a
sé
e
a
sé
sottoporre
,
senza
menomare
la
propria
individualità
,
le
espressioni
civili
delle
altre
razze
.
Così
come
l
'
autarchia
non
è
in
contrasto
con
l
'
esportazione
,
anzi
,
tende
in
ultima
analisi
ad
accrescerla
.
Ma
i
signori
universalisti
non
sognano
purtroppo
l
'
Italia
integra
e
quadrata
delle
legioni
o
dei
Santi
,
ma
una
Italia
-
bordello
,
in
cui
sia
possibile
albergare
cortesemente
i
più
noti
cialtroni
dell
'
antifascismo
internazionale
,
proteggendoli
sotto
l
'
usbergo
di
una
cultura
che
si
sottrae
ad
ogni
determinazione
nazionale
e
razziale
;
gli
universalisti
sognano
le
conversazioni
da
salotto
della
marchesa
X
o
della
baronessa
Y
,
come
alcune
signore
sognano
il
cappellino
di
Parigi
o
il
tessuto
di
Londra
.
Del
resto
,
questa
piaga
è
ben
nota
.
Nel
'700
,
come
nell'800
,
come
nel
'900
,
in
arte
come
in
letteratura
come
in
politica
,
coloro
che
si
son
voluti
spacciare
per
moderni
si
sono
beati
di
universalismo
o
di
cosmopolitismo
,
come
si
preferiva
dire
una
volta
.
Bisognerebbe
riesumare
le
frustate
del
Baretti
,
ma
sarebbe
troppo
onore
,
poiché
egli
combatteva
almeno
contro
gente
fornita
di
vasta
e
solida
cultura
;
mentre
gli
universalisti
del
giorno
d
'
oggi
non
hanno
di
universale
che
l
'
ignoranza
.
Essere
razzisti
significa
essere
Italiani
;
e
non
v
'
è
modo
migliore
di
esserlo
di
quello
che
lavorare
per
l
'
Italia
.
I
migliori
razzisti
sono
i
contadini
,
gli
operai
,
coloro
che
quotidianamente
hanno
il
privilegio
di
misurare
,
nella
fatica
delle
proprie
braccia
,
la
faticosa
ascesa
del
lavoro
italiano
.
I
migliori
razzisti
sono
soprattutto
i
coloni
e
gli
operai
delle
città
volute
e
fondate
da
Mussolini
,
delle
città
autarchiche
per
eccellenza
.
Studiammo
,
la
volta
scorsa
,
la
nuova
razza
che
,
sotto
l
'
auspicio
mussoliniano
,
sta
sorgendo
nell
'
Agro
Pontino
;
ci
accingiamo
adesso
a
studiare
la
nuova
razza
di
Arsia
,
la
città
del
carbone
.
Studiare
è
mal
detto
;
si
tratta
di
contemplare
e
di
sentire
.
È
un
mondo
nuovo
che
sorge
attorno
a
noi
;
nuovo
e
antico
,
come
l
'
Italia
.
È
il
trionfo
del
lavoro
ed
è
al
tempo
stesso
il
sovvertimento
del
concetto
di
lavoro
lasciatoci
,
in
triste
e
malsano
retaggio
,
dall
'
Ottocento
.
Il
problema
sociale
,
la
lotta
di
classe
,
i
sacri
diritti
:
vocaboli
vuoti
di
senso
.
Qui
c
'
è
soltanto
una
razza
che
ha
ritrovato
se
stessa
,
che
vuol
bastare
a
se
stessa
,
che
lavora
per
la
propria
vita
e
la
propria
grandezza
.
Nel
solco
tracciato
dall
'
aratro
come
nelle
anfrattuosità
che
la
perforatrice
va
duramente
esplorando
,
è
il
seme
:
il
lavoro
.
E
questa
è
la
vera
Italia
.
StampaPeriodica ,
Il
camerata
Federico
AIfredo
Riolo
ci
ha
scritto
da
Milano
:
Per
amor
del
vero
devo
dire
subito
che
a
pagina
11
del
n
.
15
della
Difesa
della
Razza
ho
visto
qualcosa
che
veramente
non
mi
è
piaciuta
e
non
è
piaciuta
a
nessuno
di
noi
.
È
una
bella
cosa
la
fotografia
dei
tipi
razziali
soprattutto
quando
si
tratta
del
volto
aperto
e
sano
del
popolo
,
ma
francamente
quel
tipo
col
monocolo
incastrato
nell
'
occhio
è
in
stridente
contrasto
con
gli
altri
tipi
razziali
.
Credevo
che
l
'
ora
del
monocolo
fosse
passata
per
sempre
,
che
fosse
finito
sotto
l
'
urto
del
solido
muscolo
plebeo
,
che
si
fosse
spezzato
sotto
la
scarpa
del
fante
,
ed
invece
eccotelo
proprio
sulla
Difesa
della
Razza
.
Così
ha
scritto
Riolo
.
Ma
egli
sa
benissimo
che
cosa
ne
possiamo
pensare
di
quelli
che
portano
la
caramella
e
dell
'
epoca
alla
quale
si
ostinano
ad
appartenere
.
Sol
che
la
questione
è
un
'
altra
.
Si
tratta
che
l
'
illustre
scienziato
e
camerata
Clauss
ha
giudicato
rispondente
al
tipo
,
ch
'
egli
voleva
illustrare
,
quella
fotografia
,
per
la
struttura
del
volto
,
non
certo
per
il
monocolo
.
StampaPeriodica ,
Non
deve
,
la
mescolanza
delle
razze
,
essere
considerata
più
che
l
'
omicidio
:
il
quale
distrugge
soltanto
l
'
individuo
:
mentre
quella
distrugge
,
o
contamina
,
tutta
la
a
discendenza
?
Non
deve
,
un
popolo
sano
,
averla
di
più
in
orrore
:
vedendovi
un
attentato
a
qualcosa
di
alto
,
assai
più
che
la
persona
?
Una
volta
i
popoli
,
non
davano
il
peso
,
che
oggi
viene
dato
,
alla
vita
dei
singoli
:
ma
,
con
grandissima
cura
,
proibivano
le
mescolanze
:
questo
era
il
segno
della
loro
giovinezza
:
ora
che
alcuni
popoli
trovano
in
loro
stessi
,
un
'
altra
volta
la
giovinezza
,
è
possibile
che
non
sentano
di
dovere
agire
in
questo
modo
?
Infatti
,
agiscono
:
leggi
e
pene
,
più
o
meno
gravi
sono
state
già
stabilite
:
è
stato
proclamato
il
diritto
dello
Stato
di
giudicare
,
e
di
reprimere
,
anche
siffatto
genere
di
delitti
.
Ma
una
cosa
,
forse
,
abbastanza
non
s
'
è
fatta
:
cioè
porre
l
'
accento
sul
loro
più
profondo
carattere
,
che
non
è
soltanto
antistatale
ed
antisociale
,
ma
rivolto
addirittura
contro
l
'
umanità
,
e
contro
la
vita
;
o
,
che
è
lo
stesso
,
contro
l
'
ordine
fondamentale
e
divino
delle
cose
.
Quello
che
oggi
occorre
,
accanto
alla
legislazione
,
per
renderla
ancora
più
efficace
e
salutare
,
è
soprattutto
,
una
manifestazione
pubblica
di
riprovazione
sotto
questo
aspetto
.
Ciò
indipendentemente
dalle
sanzioni
legali
.
Che
cosa
,
infatti
,
oggi
,
si
vuole
?
Risvegliare
un
sentimento
che
c
'
è
,
che
hanno
tutti
:
che
ha
bisogno
solo
di
occasioni
.
Ora
,
nessuna
occasione
può
così
efficacemente
risvegliarlo
,
come
il
trovarsi
dinanzi
a
un
fatto
che
lo
offenda
,
e
il
vedere
bene
individuato
e
bollato
l
'
offensore
.
La
tolleranza
e
l
'
indifferentismo
non
si
debbono
ammettere
...
L
'
insensibilità
nei
riguardi
del
meticciato
è
il
prodromo
sicuro
della
fine
di
alcuni
popoli
.
È
come
quando
,
durante
una
malattia
,
d
'
un
tratto
il
termometro
cessa
di
segnare
la
febbre
.
Ogni
reazione
è
caduta
,
l
'
organismo
ha
finito
di
lottare
e
di
resistere
.
Nessuna
cosa
è
più
triste
che
vedere
un
popolo
in
tali
condizioni
:
un
popolo
civile
,
coltivato
,
di
alta
razza
,
confondersi
,
senza
lotta
con
un
popolo
molto
inferiore
;
cedergli
con
indifferenza
le
proprie
donne
;
tollerare
senza
batter
ciglio
,
promiscuità
anche
pubbliche
.
Se
ne
ha
l
'
impressione
dello
sfacelo
;
e
,
quel
che
è
peggio
,
della
incapacità
di
opporvisi
,
della
volontà
di
non
opporvisi
,
d
'
un
lento
e
cosciente
suicidio
...