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ProsaGiuridica ,
VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D ' ITALIA Visto l ' art . 3 , n . 2 , della legge 31 gennaio 1926 , n . 100; Ritenuto che il Fascio Littorio è divenuto oramai , per consuetudine assai lunga , emblema dello Stato ; Ritenuta la necessità assoluta ed urgente di tutelare tale emblema ; Sentito il Consiglio dei Ministri ; Sulla proposta del Capo del Governo , Primo Ministro Segretario di Stato , e del Guardasigilli , Ministro Segretario di Stato per la giustizia e gli affari di culto ; Abbiamo decretato e decretiamo : Art . 1 Il Fascio Littorio è considerato , a tutti gli effetti , emblema dello Stato . Art . 2 Il Fascio Littorio è formato da un fascio di verghe e da una scure , uniti insieme da una cinghia o corda : la scure collocata di lato col taglio in fuori . Art . 3 Il presente decreto entra in vigore dai giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno e sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge . Il Capo del Governo e il Ministro per la giustizia sono autorizzati alla presentazione del relativo disegno di legge . Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare . Dato a Roma , addì 12 dicembre 1926 . VITTORIO EMANUELE . MUSSOLINI - - ROCCO . Visto , il Guardasigilli : ROCCO . Registrato alla Corte dei conti , addì 14 dicembre 1926 . Atti del Governo , registro 255 , foglio 62 . ­ COOP Regio Decreto 12 dicembre 1926 , n . 2062 Norme per l ' attuazione della legge 25 novembre 1926 , n . 2008 , sui provvedimenti per la difesa dello Stato ( Pubblicato nella GAZZETTA UFFICIALE del Regno d ' Italia del 15 dicembre 1926 , n . 288 )
TORINO, 12 DICEMBRE ( - , 1866 )
StampaQuotidiana ,
Eccoci al giorno solenne . Non è tempo di vane frasi . Riporteremo bensì il sunto del memorando discorso pronunciato dal Conte di Cavour il giorno in cui la Camera votò che Roma Capitale acclamata dall ' opinione nazionale fosse congiunta all ' Italia . « Se noi , diceva in sostanza l ' immortale statista , non potessimo far valere il potente argomento che Roma è la Capitale necessaria d ' Italia , non otterremmo giammai il consenso del mondo cattolico e della Francia da cui esso è rappresentato a Roma . « Supponiamo infatti che la sede del pontefice non sia a Roma , ma in una città collocata in una provincia non del tutto necessaria all ' Italia , p . e . in Aquileia . Alle nostre domande di riavere Aquileia la diplomazia risponderebbe che , non essendoci questa strettamente necessaria , non franca la spesa di sconvolgere l ' ordinamento materiale del cattolicismo per soddisfare i nostri desideri . « Importa adunque fondare le nostre ragioni sulla considerazione che Roma è indispensabile all ' Italia come Capitale . « Egli è evidente che quando Roma sarà libera la quistione del trasferimento sarà oggetto di nuove deliberazioni . Ma portiamoci al giorno in cui si dovrà discutere tra coloro che vogliono andare a Roma immediatamente , e quelli che vogliono differire . Ebbene se i 200 deputati delle provincie meridionali nel venire al Parlamento si trovassero di passaggio sur una piazza di Roma e una forza irresistibile li distogliesse dal proseguire il viaggio ? ... » . Ai deputati delle provincie meridionali la risposta a questa ipotesi del Conte di Cavour ! A noi basta aver ricordato in questo giorno il voto solenne che proclamava Roma Capitale necessaria d ' Italia , e rammentate le ragioni principali di quel voto nazionale !
StampaQuotidiana ,
In molte parti d ' Italia l ' annunzio dell ' entrata delle truppe italiane nell ' Agro Romano è stato festeggiato con luminarie e dimostrazioni popolari . E questo è bene . Il Piemonte ha esultato ma s ' è astenuto finora dal farne pubblica manifestazione con feste speciali . E questa è previdenza . L ' occupazione infatti dell ' Agro Romano è già molto anzi moltissimo ; ma non è né il tutto né il più . Finché il vessillo tricolore non sventola sul Campidoglio , finché l ' esercito italiano non è in Roma come nella Capitale del Regno e col programma dei plebisciti , qui si temon tuttora e incagli e insidie ; qui si teme fra gli altri l ' ostinato sistema dell ' Oasi religiosa del settembrista Minghetti mandato a fare propaganda a Vienna . Queste apprensioni saran vane , saranno esagerate ; ma esistono e consigliano alle popolazioni di stare all ' erta e vigilare perché nell ' ebbrezza d ' entusiasmi anticipati non si accettino convenzioni illusorie e mezzi termini non conformi al diritto plebiscitario . Facendo vivo plauso a questo contegno delle popolazioni noi abbiamo fiducia che il giorno in cui l ' entrata in Roma avrà realmente avuto luogo anche ogni angolo del Piemonte si coprirà di fuochi di gioia . Nessun municipio manchi a questo dovere . Celebrando il compimento della unità nazionale , voi celebrate , o piemontesi , l ' opera più sublime a cui abbiate posto mano ! Il giorno in cui Roma tornerà all ' Italia , negli uomini giusti di tutti i paesi brillerà ( non fosse che per un secondo ! ) un pensiero di riconoscenza pei vostri martiri , per la vostra costanza , per la parola d ' ordine di ROMA CAPITALE D ' ITALIA che voi sapeste irremovibilmente opporre al grande inganno del 64 . Molti furono i giorni d ' amarezza , : molti i disinganni e le individuali evoluzioni ; il ministero di Mentana poté rompere con arti oblique un celebre fascio , e riaprire al Minghetti l ' adito al portafoglio . Ma la sua gioia fu passeggera . Si lusingava d ' aver diviso , imbavagliato il Piemonte , e non era riuscito che ad ingombrare la propria nave di pesantissima zavorra che la traeva a fondo Onore alla costanza piemontese ! Municipio di Torino ! La festa per l ' entrata a Roma ha per te un significato più speciale e più caro . Sii degno di Roma e di te stesso !
FILOSOFIA NOSTRA ( - , 1940 )
StampaPeriodica ,
Vittorio Frosini della Scuola Normale Superiore di Pisa , da Capodistria , a proposito della lettera di Goffredo Pistoni , ci scrive , fra l ' altro : " Non si può negare l ' importanza della filosofia , se non come necessità e grandezza dell ' umano pensiero , come importante contributo d ' un popolo alla civiltà . Non dimenticatevi che , in una recente crisi politica dell ' Europa centrale , un grande popolo ha vidimato la necessità ideale di un suo gesto di forza , con l ' affermazione d ' una superiore cultura e civiltà , nel cui campo rientrava tutta una serie di pensatori , di filosofi pur devoti ad un totale concettualismo . " Quel che s ' impone è dunque l ' esaltazione di una nostra filosofia , che risponda alle nostre tradizioni e caratteristiche di Popolo . " Coll ' appellarsi al nome di quelli che furono , al lor tempo , tra i più alti rappresentanti della cultura e della filosofia in Italia Vico e Leopardi non si combatte la Filosofia , ma si rafforza l ' autorità d ' una filosofia : la Nostra . "
TORINO, 21 SETTEMBRE ( - , 1870 )
StampaQuotidiana ,
L ' Unità Nazionale è compiuta ; l ' Italia ha la sua Capitale naturale ! VIVA ROMA ! VIVA L ' ITALIA ! VIVA L ' ESERCITO LIBERATORE ! La notizia della liberazione di Roma cominciò ieri a spargersi , ma incerta ancora , dopo le due pomeridiane . Dopo le quattro essa si diffuse dovunque ma ancora con qualche restrizione , con qualche dubbio angoscioso . Alle sei il dispaccio dell ' Agenzia - Stefani annunziò la vittoria definitiva , e quasi contemporaneamente l ' autorità politica s ' affrettava a confermarla anch ' essa al Municipio . Un grido di gioia proruppe da ogni petto . Mancava il tempo a dimostrazioni regolari , ma poco monta ; l ' esultanza d ' un popolo sa immaginare . VIVA ROMA !
StampaPeriodica ,
Giuseppe Grieco , dalla quarta sponda del Mare Nostro nell ' ora segnata dal destino per la nostra più grande ascesa imperiale : Fra i tanti miti distrutti o sfatati dall ' attuale conflitto c ' è anche quello del cosiddetto " onore " britannico . Eccetto pochi sparuti gruppi di persone legate al carro demo - ebraico di Londra , da per tutto si elevano voci di esecrazione verso l ' Inghilterra , mentre quei paesi la cui politica era fino ad ieri completamente infeudata a Londra , cercano con un subitaneo cambiamento di rotta , di liberarsi fino al fondo di tale nefasta eredità . Vista sotto questo aspetto , la nostra lotta assume un carattere etico ed europeo di tale grandezza , che solo i ciechi le possono negare . Tornando all " ' onore " britannico e lasciando da parte i vari Churchill , Eden , Duff Cooper e compagni , apriamo una delle tante pagine della storia del Risorgimento italiano , voglio parlare della rivoluzione napoletana del 1799 , e vediamo la parte avutavi dagli inglesi . Tralascio l ' opera e le mene della famigerata Lady Hamilton , intima della regina e amante di Nelson , per considerare solo quest ' ultimo . Il mozzo diventato ammiraglio , l ' eroe di Abukir , non ha scusanti , egli porta intera davanti alla storia la responsabilità della violazione , perpetrata a mente fredda , della capitolazione dei castelli napoletani , firmata tra gli altri , anche dal capitano Foote , comandante della fregata " Cavallo marino , " a nome di S . M . Britannica . Il trattato impegnava dunque solennemente l ' onore della nazione britannica , alleata di S . M . il Re delle due Sicilie , come fece bene notare il Cardinale Ruffo nel suo colloquio con Nelson e gli Hamilton . Ma l ’ “ Eroe ” fu inamovibile . Passò su tutto , anche sull ' onore britannico e la vistò . Invano si oppose il Ruffo , che non era affatto l ' uomo della leggenda liberale , ma un italiano di buona tempra , discendente di antichissima famiglia contro la volontà dell ' onnipotente " Eroe " inglese non potette far niente , anzi poco mancò che non lasciasse anche lui la testa sul patibolo , come era nei voti di Acton , di Nelson , degli Hamilton e della regina . Ho citato quest ' episodio della storia del Risorgimento italiano , perché più di qualsiasi dissertazione teorica rivela il carattere della mentalità inglese . L ' inglese si considera superiore a tutti gli altri popoli i quali debbono a lui quel tributo di omaggio e di servitù che l ' inferiore deve al superiore . Chi non serve agli interessi inglesi , o peggio , vi si ribella , è la pecora nera che va radiata dal consorzio " civile " con ogni mezzo . L ' onore non conta . Concludendo , l ' " onore " inglese è rimasto fondamentalmente quello dei vari Drake e compagni che crearono , a scopo piratesco , la prima marineria britannica . Mercante e pirata , ecco il vero volto dell ' inglese , quando cade la maschera sovrappostavi da secoli di " ipocrisia " e di "politica." Questa seconda e più feroce Cartagine , ora che è ridotta agli estremi , scopre gli artigli in un ultimo disperato tentativo di resistenza . Invano . La nuova Europa creata da Mussolini e da Hitler le sta sopra brandendo la spada della giustizia . E giustizia sarà fatta .
LA CAPITALE A ROMA ( - , 1870 )
StampaQuotidiana ,
Si dice da taluno che un trasferimento immediato della capitale a Roma sia impossibile materialmente e moralmente . Rispondiamo che IMPOSSIBILE è invece il NON ANDARVI . Cosa fatta capo ha . Fin da questo momento la Capitale è Roma , Roma sola , e chi non se ne accorge è cieco dell ' intelletto . A Roma , a Roma sola è rivolto l ' occhio , il pensiero , il cuore della Nazione . A Roma accorrono come al centro a cui tende ogni cosa italiana , come al crogiuolo in cui s ' affinerà domani l ' opinione pubblica nazionale , tutti i partiti , tutte le forze vive e capaci d ' influenza politica . Domani il giornalismo della grande Metropoli sarà quello che avrà nome e sostanza di giornalismo della Capitale . Domani Roma e l ' Italia convenuta in Roma chiederanno a se stesse : « Dov ' è il governo ? Natura abhorret a vacuo . Dov ' è il governo ? » . È urgente che a tal domanda si possa rispondere : « Al Quirinale ! Al Quirinale ! » . Badateci ! Se il vuoto si prolunga altri lo riempie . Natura abhorret a vacuo . Se non andate voi ci andrà la Repubblica . Badateci ! I meridionali non vorran più risalire oltre Roma ; e i settentrionali che anelano alla stabilità della cosa pubblica vi scongiurano d ' uscir dal provvisorio al più presto possibile , e di portare al Congresso un fatto compiuto dinanzi al quale la diplomazia s ' inchini , e non una passeggiata militare a cui d ' un tratto di penna si possa dare contrordine .
RAZZA E AUTARCHIA ( - , 1940 )
StampaPeriodica ,
Abbiamo scartato nell ' articolo introduttivo alla prima tappa di questo viaggio razziale il cosiddetto razzismo spirituale o spiritualistico , come quello che , sotto lo specioso pretesto di tener lontano il concetto di razza e di difesa della razza da ogni contaminazione zoologica , ne annebbia in realtà il significato fino al punto di sottometterlo alla volontà del singolo e di fame un valore soggettivo . La zoologia è lontana dal razzismo tanto quanto le bestie sono lontane dall ' uomo ; e chi teme una confusione fra razzismo e zoologia o uno sconfinamento del primo nella seconda , non è evidentemente troppo convinto delle proprie prerogative di uomo . Altri , più accorti , non cadono nell ' equivoco zoologico : ma affermano che la spiritualizzazione del razzismo è necessaria a preservarci da un altro pericolo : quello di cadere in un razzismo puramente politico . Diciamo subito che il pericolo non ci spaventa ; anzi , ci attrae . Il razzismo in Italia è nato politico ; è politico ; rimarrà fondamentalmente politico . Come il Fascismo , di cui la politica razziale è un aspetto . Il fatto che esista una dottrina del Fascismo non deve trarre in inganno nessuno . La dottrina esiste per la necessità che ha l ' uomo di trasformare in regole le proprie esperienze di vita , di risalire al permanente attraverso il contingente ; ma in realtà i fenomeni che si muovono , vitali , nel perenne fluire della Storia , non sono suscettibili di razionali legami e sfuggono ad ogni definizione precisa . La dottrina del Fascismo non va intesa come anticipata canonizzazione di tutto il Fascismo , ma come guida a meglio comprendere le scaturigini ideali e i profondi significati del movimento mussoliniano . Così la dottrina del razzismo fascista , che noi non vogliamo diminuire né svalutare , da qualunque punto di vista essa si sforzi di approfondire il concetto di razza ; ma che non deve indurci , d ' altronde , a considerare il nostro razzismo come fenomeno ormai consegnato al tempo e tranquillamente definibile e codificabile . Il nostro razzismo è in atto . Non soltanto non ha esaurito il suo compito come troppi vorrebbero , ma non ha neppure cominciato ad espletarlo in pieno . Siamo ancora nella prima fase ; si costruiscono le fondamenta . Una coscienza razziale sta faticosamente nascendo in Italia ; e l ' avverbio non è eccessivo , perché se da un lato la nostra razza è tra le più antiche e gloriose e pure e compatte , dall ' altro l ' equivoco dell ' universalismo pesa terribilmente sulla nostra cultura e fa parer sospetto tutto ciò che tende ad individuarci rigorosamente e a darci una gelosa coscienza nazionale . È una lotta assai simile a quella che in un altro campo il Fascismo ha sostenuto per rendere popolare il concetto di Autarchia ; ma più difficile , perché i vantaggi materiali della Autarchia e i pericoli della soggezione economica all ' estero specie dopo l ' esperimento sanzionista sono assai più chiaramente e immediatamente percepibili dei vantaggi di una netta individualità razziale e dei pericoli di una , sia pur parziale e dissimulata , dipendenza da altre razze . Eppure , il problema è unico . La difesa della razza è una forma di autarchia , anzi , è l ' autarchia delle autarchie ; e l ' autarchia si risolve in un potenziamento di tutti i mezzi atti a difendere la razza . Non si può seriamente dire ad un popolo : " Basta a te stesso " se non gli si è detto : " Sii te stesso ! " ; non si può conquistare in pieno la propria personalità fisica , morale e spirituale , che è quanto dire la propria razza , se non si posseggono i mezzi per difendere tale personalità da ogni assalto esteriore . Chi insiste nel sostenere che il razzismo italiano è una merce d ' importazione , dovrebbe riflettere a questa complementarietà fra difesa razziale e potenziamento autarchico della Nazione : il razzismo non può essere che originale , anzi è per definizione l ' originalità stessa , e si risolve in un progressivo irrobustirsi delle radici dell ' individuo e della Nazione e nell ' inesorabile lotta contro ogni specie di parassiti . Si pensi al parassitismo ebraico : il primo nemico della battaglia razziale come di quella autarchica ; il nemico più pericoloso perché internazionalmente organizzato e fornito delle armi meglio dissimulate . Ci si ricordi che la più vasta congiura ordita per strangolare la razza italiana la congiura sanzionista nacque proprio sul terreno economico , ebbe gli ebrei per principali artefici e suscitò la meravigliosa reazione autarchica . C ' è , come si diceva , il pregiudizio universalistico . L ' universalismo , a parere di molti , sarebbe la nostra grandezza ; buttandolo alle ortiche , noi rinnegheremmo la parte migliore delle nostre tradizioni . Quali tradizioni ? Se veramente gloriose , esse si possono ricondurre sostanzialmente ad una : la tradizione di Roma . Roma fu ed è universale ; ma lo fu e lo è in modo attivo , riempiendo di sé , dei suoi soldati o della sua fede o del suo diritto o della sua dottrina politica e sociale , l ' universo intero . Ciò non contrasta affatto con la coscienza di razza , anzi , è la sublimazione di tale coscienza , che tanto si potenzia da attrarre a sé e a sé sottoporre , senza menomare la propria individualità , le espressioni civili delle altre razze . Così come l ' autarchia non è in contrasto con l ' esportazione , anzi , tende in ultima analisi ad accrescerla . Ma i signori universalisti non sognano purtroppo l ' Italia integra e quadrata delle legioni o dei Santi , ma una Italia - bordello , in cui sia possibile albergare cortesemente i più noti cialtroni dell ' antifascismo internazionale , proteggendoli sotto l ' usbergo di una cultura che si sottrae ad ogni determinazione nazionale e razziale ; gli universalisti sognano le conversazioni da salotto della marchesa X o della baronessa Y , come alcune signore sognano il cappellino di Parigi o il tessuto di Londra . Del resto , questa piaga è ben nota . Nel '700 , come nell'800 , come nel '900 , in arte come in letteratura come in politica , coloro che si son voluti spacciare per moderni si sono beati di universalismo o di cosmopolitismo , come si preferiva dire una volta . Bisognerebbe riesumare le frustate del Baretti , ma sarebbe troppo onore , poiché egli combatteva almeno contro gente fornita di vasta e solida cultura ; mentre gli universalisti del giorno d ' oggi non hanno di universale che l ' ignoranza . Essere razzisti significa essere Italiani ; e non v ' è modo migliore di esserlo di quello che lavorare per l ' Italia . I migliori razzisti sono i contadini , gli operai , coloro che quotidianamente hanno il privilegio di misurare , nella fatica delle proprie braccia , la faticosa ascesa del lavoro italiano . I migliori razzisti sono soprattutto i coloni e gli operai delle città volute e fondate da Mussolini , delle città autarchiche per eccellenza . Studiammo , la volta scorsa , la nuova razza che , sotto l ' auspicio mussoliniano , sta sorgendo nell ' Agro Pontino ; ci accingiamo adesso a studiare la nuova razza di Arsia , la città del carbone . Studiare è mal detto ; si tratta di contemplare e di sentire . È un mondo nuovo che sorge attorno a noi ; nuovo e antico , come l ' Italia . È il trionfo del lavoro ed è al tempo stesso il sovvertimento del concetto di lavoro lasciatoci , in triste e malsano retaggio , dall ' Ottocento . Il problema sociale , la lotta di classe , i sacri diritti : vocaboli vuoti di senso . Qui c ' è soltanto una razza che ha ritrovato se stessa , che vuol bastare a se stessa , che lavora per la propria vita e la propria grandezza . Nel solco tracciato dall ' aratro come nelle anfrattuosità che la perforatrice va duramente esplorando , è il seme : il lavoro . E questa è la vera Italia .
CONTRO IL MONOCOLO ( - , 1940 )
StampaPeriodica ,
Il camerata Federico AIfredo Riolo ci ha scritto da Milano : Per amor del vero devo dire subito che a pagina 11 del n . 15 della Difesa della Razza ho visto qualcosa che veramente non mi è piaciuta e non è piaciuta a nessuno di noi . È una bella cosa la fotografia dei tipi razziali soprattutto quando si tratta del volto aperto e sano del popolo , ma francamente quel tipo col monocolo incastrato nell ' occhio è in stridente contrasto con gli altri tipi razziali . Credevo che l ' ora del monocolo fosse passata per sempre , che fosse finito sotto l ' urto del solido muscolo plebeo , che si fosse spezzato sotto la scarpa del fante , ed invece eccotelo proprio sulla Difesa della Razza . Così ha scritto Riolo . Ma egli sa benissimo che cosa ne possiamo pensare di quelli che portano la caramella e dell ' epoca alla quale si ostinano ad appartenere . Sol che la questione è un ' altra . Si tratta che l ' illustre scienziato e camerata Clauss ha giudicato rispondente al tipo , ch ' egli voleva illustrare , quella fotografia , per la struttura del volto , non certo per il monocolo .
StampaPeriodica ,
Non deve , la mescolanza delle razze , essere considerata più che l ' omicidio : il quale distrugge soltanto l ' individuo : mentre quella distrugge , o contamina , tutta la a discendenza ? Non deve , un popolo sano , averla di più in orrore : vedendovi un attentato a qualcosa di alto , assai più che la persona ? Una volta i popoli , non davano il peso , che oggi viene dato , alla vita dei singoli : ma , con grandissima cura , proibivano le mescolanze : questo era il segno della loro giovinezza : ora che alcuni popoli trovano in loro stessi , un ' altra volta la giovinezza , è possibile che non sentano di dovere agire in questo modo ? Infatti , agiscono : leggi e pene , più o meno gravi sono state già stabilite : è stato proclamato il diritto dello Stato di giudicare , e di reprimere , anche siffatto genere di delitti . Ma una cosa , forse , abbastanza non s ' è fatta : cioè porre l ' accento sul loro più profondo carattere , che non è soltanto antistatale ed antisociale , ma rivolto addirittura contro l ' umanità , e contro la vita ; o , che è lo stesso , contro l ' ordine fondamentale e divino delle cose . Quello che oggi occorre , accanto alla legislazione , per renderla ancora più efficace e salutare , è soprattutto , una manifestazione pubblica di riprovazione sotto questo aspetto . Ciò indipendentemente dalle sanzioni legali . Che cosa , infatti , oggi , si vuole ? Risvegliare un sentimento che c ' è , che hanno tutti : che ha bisogno solo di occasioni . Ora , nessuna occasione può così efficacemente risvegliarlo , come il trovarsi dinanzi a un fatto che lo offenda , e il vedere bene individuato e bollato l ' offensore . La tolleranza e l ' indifferentismo non si debbono ammettere ... L ' insensibilità nei riguardi del meticciato è il prodromo sicuro della fine di alcuni popoli . È come quando , durante una malattia , d ' un tratto il termometro cessa di segnare la febbre . Ogni reazione è caduta , l ' organismo ha finito di lottare e di resistere . Nessuna cosa è più triste che vedere un popolo in tali condizioni : un popolo civile , coltivato , di alta razza , confondersi , senza lotta con un popolo molto inferiore ; cedergli con indifferenza le proprie donne ; tollerare senza batter ciglio , promiscuità anche pubbliche . Se ne ha l ' impressione dello sfacelo ; e , quel che è peggio , della incapacità di opporvisi , della volontà di non opporvisi , d ' un lento e cosciente suicidio ...