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StampaPeriodica ,
Nello Stato parlamentare la Nazione era costituita su due classi , la borghesia e il proletariato : la prima al Governo , la seconda , esclusa dal Governo . Donde , fra le due classi , lotta continua e inevitabile perché la classe diretta trovava ogni giorno motivi plausibili per lagnarsi della classe dirigente . Lo Stato borghese era dunque uno Stato parziale e parzialitario che non si identificava con la totalità della Nazione . Lo Stato fascista è costituito invece su 22 Corporazioni che inquadrano la totalità della Nazione . La totalità della Nazione è quindi partecipe del Governo e il Governo è totalmente informato degli interessi della Nazione . Per questo lo Stato fascista è "totalitario." Inchiodare queste novità nel cranio di quei borghesi che continuano a parlare di classe dirigente ... e a immedesimarsi con essa ... Le classi non esistono più . Siamo precisi anche nell ' uso delle parole , se non vogliamo creare confusioni ; nello Stato fascista esistono solamente le categorie disciplinate nei singoli sindacati o associazioni di categoria . Non parliamo più , quindi , di collaborazione di classe , ma di collaborazione di categoria . La Rivoluzione ha anche un suo vocabolario : bisogna rispettarlo . La tessera del Partito non è un diploma di fede fascista , non è un passaporto per varcare la frontiera di qualche gerarchia , non è un attestato o un benservito o un biglietto d ' ingresso a pagamento nel recinto dello Stato . È un impegno solenne , sottoscritto con giuramento , di servire , di obbedire e di combattere , che presume anche la coniugazione in prima persona del verbo credere . Avviso alle tessere " utilitarie " della ex - classe borghese . Perché la borghesia si lagna del Fascismo dopo che il Fascismo l ' ha salvata dal pericolo sovietico ? La borghesia che vuol sopravvivere come " classe dirigente " anziché disciplinarsi nelle categorie corporative rimarrà tagliata fuori dalla Rivoluzione , detrito del passato senza più speranza di avvenire . Il popolo fascista è " tutta " la Nazione e la Nazione è " tutto " il popolo .
StampaPeriodica ,
Dal camerata Carmelo Dinaro , del G.U.F. di Reggio Calabria , riceviamo questo scritto che insiste sull ' abolizione del " don , " proposta da Francesco Clarizia , nel numero di gennaio : " Il ' don ' è usato nell ' Italia meridionale in tutta , purtroppo , e non in qualche zona ed è stato dato ad una certa categoria di persone : sparuti signorotti del prefascismo , nebulosi avanzi di medioevo il più delle volte analfabeti quia nobiles , i quali non avendo altro titolo nella vita rivendicano a sé e con che boria ! quello strascico servile di tempi umili e malinconici . " Ogni Italiano della nuova èra sa quanto servilismo nasconde quel 'don.' C ' è la sottomissione del popolo lavoratore al pallido signore che è quasi sempre se è riuscito a strapparsi il diritto di indossare la camicia nera fascista tiepido , moderato , borghese , piagnone , sognatore solitario e buffo di tempi migliori . " Il Fascismo ha rinnovato persino l ' aria delle nostre campagne . È giusto che risollevi definitivamente le schiere dei nostri lavoratori curve di quotidiano , duro lavoro ; è giusto che , come ha sostituito alla scappellata e all ' inchino più o meno settecentesco il saluto romano dignitoso ed ' igienico , ' bandisca dal linguaggio giornaliero le forme che tradiscono una coscienza servile , anacronistica e indegna . Il superstite , malinconico signorotto anziché pretendere l ' ossequio del ' don ' deve arrossire di vergogna dinanzi alle mani incallite d ' un rurale . E deve sentire infine e capire che nella sana vita contemporanea ha diritto al rispetto e all ' ossequio solo chi con più coscienza e più tenacia lavora . Una sola nobiltà si può comprendere oggi e giustificare : la nobiltà del lavoro , sotto ogni forma . Da questa nobiltà , e solo da questa , sorge ogni valore spirituale ed umano . "
ProsaGiuridica ,
VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D ' ITALIA Veduto il R . decreto 30 settembre 1923 , n . 2102 , e successive modificazioni ; Veduto il R . decreto 30 novembre 1924 , n . 2172 , e successive modificazioni ; Veduto il R . decreto 28 agosto 1924 , n . 1618; Veduto il R . decreto ­ legge 17 giugno 1928 , n . 1314; Veduta la legge 8 luglio 1929 , n . 1222; Veduto il R . decreto ­ legge 3 luglio 1930 , n . 1176; Veduto l ' art . 3 , n . 2 , della legge 31 gennaio 1926 , n . 100; Riconosciuta la necessità e l ' urgenza di emanare nuove norme di coordinamento concernenti gl ' Istituti d ' istruzione superiore ; Udito il Consiglio dei Ministri ; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per l ' educazione nazionale , di concerto con i Nostri Ministri Segretari di Stato per le finanze e per l ' aeronautica ; Abbiamo decretato e decretiamo : Art . 18 I professori di ruolo e i professori incaricati nei Regi istituti d ' istruzione superiore sono tenuti a prestare giuramento secondo la formula seguente : « Giuro di essere fedele al Re , ai suoi Reali successori e al Regime Fascista , di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato , di esercitare l ' ufficio d ' insegnante e adempiere tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi , probi e devoti alla Patria ed al Regime Fascista . Giuro che non appartengo né apparterrò ad associazioni o partiti , la cui attività non si concilii coi doveri del mio ufficio » . Dato a S . Anna di Valdieri , addì 28 agosto 1931 - - Anno IX VITTORIO EMANUELE . MUSSOLINI - - MOSCONI - - BALBO - - GIULIANO . Visto , il Guardasigilli : ROCCO . Registrato alla Corte dei conti , addì 5 ottobre 1931 - - Anno IX Atti del Governo , registro 313 , foglio 12 . - - MANCINI .
StampaPeriodica ,
Ambizione borghese e femminismo sono specifiche risultanti di quello individualismo moderno che ha indebolito il nucleo fondamentale della famiglia . Edonismo ed emancipazione hanno svincolato gli attori della vicenda coniugale dalla reciproca soggezione . L ' uomo e la donna , ponendosi su di un piano di parità , hanno accampato un uguale diritto di articolare separatamente la propria moralità . La smania dell ' ascensione sociale , affiorando dalla universale , dissociativa ed egocentrica confusione dei valori e dei fini , ha dato nascimento al femminismo , che ha trovato la sua espressione politica nel movimento suffragista inglese , la sua espressione naturalistica nella pratica del libero amore comunista , e la sua espressione aristocratica internazionale nelle cosiddette " signore della società . " Il Fascismo , dottrina etica , si preoccupa di restituire la donna alla sua missione procreatrice e domestica , l ' uomo alla sua dignità maritale , e la famiglia alla sua funzione educativa e sociale . Perciò esso si propone di neutralizzare i veleni diffusi da quella particolare mentalità che , alla insegna del " confort , " ha affievolito l ' istinto della maternità e il richiamo morale della specie . E poiché la donna intellettuale è il volto femminino della vanità borghese , e quella professionista e addottorata è l ' ideale borghese dell ' ambizione democratica , la nostra Rivoluzione vuol sostituirvi un modello muliebre più fecondo e più sano . Vi sono ancora dei gusti traviati e degli atteggiamenti artificiosi da correggere . La donna intellettuale , che l ' aurea mediocrità ancor predilige , è una fra le figure meno necessarie alla saldezza dell ' istituto familiare e al potenziamento della razza . Ci riferiamo a quella che custodisce e tramanda la tradizione del salotto ; che ha " particolari esigenze " perché vanta una personalità superiore ; che preferisce coccolare il cucciolo che allevare la prole e che , grande incompresa , sopravvive per rattristare la solitudine di quell ' altro ben noto intellettualoide , faceto e maltusiano , affetto da criticismo corrosivo e da insufficienza affettiva , che , fra i compromessi della scarsa ragione e le contraddizioni della fiacca volontà , abdica fatalmente alla dignità di pater familias . Compagna del guerriero non può essere colei che porta a mensa l ' arida dialettica della saccenza e che , titoli alla mano , misura le distanze coniugali per giustificare le deviazioni appellandosi ai diritti illimitati del sentimento ... Noi facciamo della politica moralizzatrice e demografica . Perché non parlare di restaurazione della sudditanza della donna all ' uomo se il fine che perseguiamo è quello di restituire più madri alla casa , più uomini al lavoro e più figli alla Patria ?
StampaPeriodica ,
Il " Voi " si sta generalizzando rapidamente . Ci se ne accorge per via , in treno , nei locali pubblici , là dove l ' abitudine si forma più presto . Non ci illudiamo che l ' antica consuetudine del " Lei " sia cessata nei rapporti privati di famiglia e di amicizia , nei salotti e nelle case . Siamo comunque molto a buon punto ; e , del resto , era intuitivo che una costumanza che nasce con caratteristiche sociali e politiche e non individuali e private , si affermasse prima nella piazza e da qui entrasse per le finestre . È stato sempre così : i rapporti fortuiti ed anonimi che si determinano nei luoghi e nei locali pubblici sono stati sempre i più facilmente disciplinabili . Questo significa che l ' uso del " Voi " si diffonde con la progressione normale ; ma anche che la sua diffusione deve essere continuata con lo stesso rigido metodo fino alla meta ultima che è la formazione di un costume individuale ... È chiaro che il giorno in cui quarantaquattro milioni di Italiani seguiranno per nuovo istinto le norme di stile fascista , la Rivoluzione cesserà di battere su questo settore per puntare su un obiettivo più lontano . È oggi che la materia interessa , perché è ancora nuova e porta con sé sforzo e selezione . È durante la corsa che vale il traguardo ; finita la gara , può essere tagliato anche dal carro su cui il carrettiere sonnecchia . Guai a coloro che perdono i tempi della Rivoluzione e toccano le mete quando l ' ondata fascista è passata . Stile , sport , esercitazioni , regole disciplinari , non sono verità eterne di filosofia , sono tempi di un ritmo veloce . È sul fattore tempo , sul fattore reazione , sul fattore prontezza , che il Fascismo pone gli elementi di giudizio . Tutto è scuola , tutto è prova . La massa del popolo imperiale , che ha reagito , oltre tutto , sportivamente alle sanzioni e all ' accerchiamento , deve mostrare di avere gli occhi attenti e i muscoli pronti per i balzi che verranno ordinati a suo tempo , con un segno del Duce . Il resto , sono elucubrazioni di eruditi . Le varie norme di stile sono dei concentramenti di tiro che la Rivoluzione ordina per vedere manovrare concordemente milioni di volontà , come se fossero una sola . Lo scopo fondamentale di tutto ciò è troppo chiaro perché ci si attardi a inculcarlo in quelle menti , che mostrano con questa stessa incomprensione , di uscire dalle forme dello spirito fascista . Il continuo controllo su se stesso di quel fascista che in pochi giorni ha integralmente adottato l ' uso del " Voi , " può essere garanzia per lui che , ad esempio , saprà non lasciarsi sorprendere né dal sonno , né dagli eventi , quando un giorno si troverà di guardia su una posizione innanzi alla quale sia un nemico in armi . E questo ci sembra che abbia un valore assai pratico e " utilitario , " tale da essere apprezzato anche da chi vorrebbe che non ci si fermasse sulle " piccole cose . "
StampaPeriodica ,
La " violenza " è la maieutica della storia , è spirito , soggetto , libertà , diritto . Nel suo grembo covano i germi di ogni civiltà poiché il concepimento e la gestazione di ogni nuovo ordine civile è tragedia incoscientemente , illimitata - limitata , disorganica - organica . Ha visto giusto Mussolini giudicando la violenza " perfettamente morale , più morale del compromesso e della transazione . " " Quando la nostra violenza , " Egli ha detto , " è risolutiva di una situazione cancrenosa , è moralissima , sacrosanta e necessaria . " Ma quel che c ' interessa particolarmente è che il popolo italiano non ha la libidine della violenza , non fa " della violenza una scuola , un sistema o peggio ancora una estetica " poiché una millenaria tradizione di armonia spirituale gli ha insegnato istintivamente che la violenza ha " la giustificazione della sua alta moralità " solo quando " sia sempre guidata da un ' idea , giammai da un basso calcolo , da un meschino interesse . " Occorre " non la piccola violenza individuale , sporadica , spesso inutile , ma la grande , la bella , la inesorabile violenza delle ore decisive . È necessario , quando il momento arriva , di colpir con la massima decisione e con la massima inesorabilità . " Di contro alla " violenza " demiurgo del processo umano , sta la " forza , " negatrice di ogni avanzamento storico . La " forza " è sterile e inerte , la " violenza " è feconda e mutevole . La prima è materia e " potenza fisica , " la seconda è idea e potenza etica .
StampaQuotidiana ,
Milano . L ' apertura a sinistra dei radicali ci ricorda che agosto è , per dedizione e tradizione , il mese di Marco Pannella , il periodo in cui il leader riformatore si prende la rivincita sui giornali , colpevoli durante l ' anno di non occuparsi mai abbastanza delle sue iniziative e della sua persona in particolare . Non che la calura estiva faccia diventare i direttori dei quotidiani più buoni molto più semplicemente mentre gli altri politici si godono le meritate vacanze , Pannella , da geniale comunicatore qual è , ne approfitta e occupa lo spazio per lanciare le sue campagne autunnali e invernali . E i giornali e televisioni , spesso controvoglia , sono costretti a concedergli titoli e pagine . Hanno fatto storia , per esempio , le battaglie radicali per tenere aperto Montecitorio durante le vacanze estive . Dal 76 i presidenti della Camera ( Pietro Ingrao prima , Nilde Jotti , Giorgio Napolitano e Irene Pivetti poi ) hanno dovuto capitolare di fronte alle proverbiali insistenze pannelliane.Tutto questo , però , fino all ' anno scorso . L ' agosto 1996 infatti segna la prima sconfitta ' estiva ' del capo dei Riformatori da almeno vent ' anni . La stagione era già cominciata sotto i peggiori auspici con la chiusura agostana della Camera decisa dal presidente Luciano Violante . Dal 1976 è la prima volta che succede ha tuonato Pannella e guarda caso proprio nella legislatura che non vede presenti i radicali . Ma l ' annus horribilis pannelliano è stato decretato dai propositi secessionisti di Umberto Bossi , dai veti di Fausto Bertinotti e dai disegni proto politici di Antonio Di Pietro . I1 palcoscenico mediatico è stato tutto per loro e Marco si è dovuto accontentare delle briciole : solo trafiletti e redazionali per la sua tradizionale paginetta dattiloscritta.Ha provato , Pannella , a entrare nel dibattito in corso sulle prime pagine , ma gli è andata buca : prima ha offerto a Bossi di marciare insieme lungo il Po , poi ha ricordato che Antonio Di Pietro ha firmato i suoi referendum : niente . Solo il Giornale di Vittorio Feltri ne ha dato puntuale notizia.Eppure il leader radicale si è dato molto da fare anche quest ' estate . In previsione della campagna referendaria d ' autunno , Pannella ha convinto Marta Marzotto ad organizzare una mega raccolta fondi per il movimento dei club che porta il suo nome . A bordo di un motoscafo accompagnato dal Commissario europeo Emma Bonino e con la Marzotto nei panni del navigatore , Pannella ha scandagliato la Costa Smeralda alla ricerca di calette segrete sopra le quali si affacciano le ville dei vip ai quali chiedere un contributo milionario . I risultati non sono stati confortanti né dal punto di vista economico né da quello mediatico , anche perché , nel frattempo , Pannella ha annunciato a Radio Radicale che i suoi club , per statuto , chiuderanno a fine anno . Sottoscrizione straordinaria e annunciata chiusura ordinaria ( indipendente dall ' esito della prima ) vanno di pari passo nei disegni pannelliani di breve scadenza . Ma è sul fronte delle iniziative politiche in senso stretto che Pannella stenta a trovare una soluzione che lo faccia uscire dalla secca in cui si trova . I1 rapporto con il Polo , dopo la denuncia dell ' accordo elettorale miliardario non rispettato , non fila certo liscio . Da qualche settimana i militanti organizzano scioperi della fame , manifestazioni , cartellonate e iniziative varie per indurre i leader del Polo ad incontrare i vertici del Club Pannella , cioè Pannella medesimo . I1 centrodestra però non risponde . Il " dialogo , conflittuale con il Polo " , non solo sta fallendo politicamente ma , per il momento , al movimento pannelliano non ha portato neanche la necessaria visibilità . Rimangono in campo i 20 referendum , che Pannella difenderà con i denti : iniziativa che fin d ' ora costituisce un punto cardinale per chiunque vorrà fare politica di stampo liberale e liberista . Ora invece il leader radicale apre a sinistra , almeno sui temi della politica internazionale . Contemporaneamente , si badi tentativo di dialogo con la destra . Tanto che Radio radicale , senza alcun imbarazzo alterna interviste a politici di sinistra che plaudono alla recente iniziativa , a tormentoni sul dialogo con il Polo . L ' escamotage trovato da Pannella è quello del partito radicale transnazionale , soggetto politico diverso dai ' nazionali ' Club Pannella . È Emma Bonino a motivare l ' appello alla sinistra : ' Mettiamo a disposizione il patrimonio ideale e i temi di politica estera del Pr , tra cui la moratoria sulla pena di morte e il Tribunale per i crimini umanitari . Ci rivolgiamo alla sinistra perché è al governo e la politica estera la fanno i governi ' . Nessun tentativo di inciucio , dunque , ma la consapevolezza che nelle maggiori democrazie occidentali la politica internazionale non è materia esclusiva di un solo degli schieramenti .
StampaQuotidiana ,
Giulia Maria Crespi organizza un convegno su " Il bello , attualità e futuro di un concetto accantonato " , e su come fare per resuscitarne in Italia il culto , secondo voi , chi invita ? Il vicepresidente del Consiglio e ministro per i beni culturali Walter Veltroni , naturalmente . La settimana scorsa finisce così , per Veltroni , in bellezza . Nulla lasciava presagire , per sé , per il governo , per l ' arte e per la Juventus , una tempesta di metà giugno di così vaste proporzioni . Eppure quella gitarella del 14 maggio a bordo del Cacciamine Termoli , al largo di Civitavecchia , è già materia per esperti di uccelli del malaugurio . Il ministro era andato alla ricerca " dell ' arte sommersa " perché " il mare è una grande cassaforte d ' acqua che custodisce i tesori del tempo " . Veltroni , guardando il mare , si è detto entusiasta della collaborazione con il ministero della Difesa , una collaborazione che implica accordi per la vigilanza , la prevenzione e la repressione dei traffici illeciti delle opere d ' arte . " Mi sembra bello che si utilizzino le caserme per i musei " , ha detto . Al settimanale Il Mondo , il vice premier denuncia una manovra oscura : " Stanno bloccando in Parlamento la legge sul dilettantismo " . Si riferiva allo sport e alla presenza dei partiti nel Coni : " Ma stiamo scherzando ? - ha detto - tecnici e atleti oggi nelle leghe e nelle federazioni non hanno nemmeno diritto di voto . È giunto il momento che lo sport venga preso in mano anche da chi lo pratica , da chi sa di che cosa si sta parlando " . Subito dopo aggiunge : " In Italia si rischia l ' omologazione dei linguaggi : spesso si dà la notizia di politica come fosse quella di sport o viceversa " . Qualche giorno dopo a proposito del recupero dell ' area di Pompei si esprime così : " È una sfida da vincere in tutti i modi " . " Pompei - ha promesso Veltroni ) - comincia a rinascere , non continua a morire " . E ha aggiunto : " È un ' opera titanica " : a quel punto i napoletani , che a queste cose fanno attenzione , hanno incrociato le dita per una frase facimente associabile con le catastrofi evocate dal film con di Leonardo Di Caprio . Su Pompei Veltroni non vuole fare " demagogia " e si limita quindi a un " si cambia musica " e a un misterioso " si cambia banda " . E anche un richiamo ai giornalisti : " Io - ricorda - sono stato direttore dell ' Unità e ho letto cose terribili ( sic ) su Pompei " , ma oggi " diffondere l ' idea che Pompei è passata da una morte annunciata alla rinascita , significa fare un favore alla verità " . Intanto il 15 giugno si deve occupare anche di politica ( " Non esiste alcuna suggestione di fare elezioni anticipate " ) di occupazione ( " Le regioni del Mezzogiorno si avviano sulla strada di uno sviluppo autosufficiente " ) di Rai ( " Così non va " ) . Ma pregusta già la sfilata sulla Croisette a Cannes e la finale di Coppa dei Campioni ad Amsterdam . Il 16 maggio è l ' ora delle riforme ( " Ci auguriamo vadano a compimento " ) e della giustizia ( " Il ministro Flick fa il ministro della giustizia " ) . Il week - end l ' ha dedicato alla sua passione , il cinema . Le polemiche sulla rivalità tra Nanni Moretti e Roberto Benigni glielo guastano un po ' : " L ' Ulivo non preferisce l ' uno piuttosto che l ' altro - fa sapere il vice premier - sarebbe una follia " . E si augura che la giuria di Cannes assegni la Palma d ' Oro ex - aequo ai due comici . Poi scappa il boss Pasquale Cuntrera , e il vice presidente del governo dichiara : " È inaccettabile per la coscienza civile del paese che un boss possa fuggire " . E mentre l ' opposizione chiede la testa del Guardasigilli e Flick stesso si dimette , Veltroni aggiunge : " Esistono buchi nella normativa " . Con la valigia pronta per Amsterdam ( " In tribuna ci sono tre ministri spagnoli , mi pare doverosa una presenza italiana " ) Rivendica anche di essere una sorta di menagramo per omissione , vocazione confermata dalla partita con il Real . La sua squadra del cuore perde se lui non può vederla : " L ' anno scorso io non c ' ero " . Poi avviene il furto delle opere d ' arte alla Galleria d ' arte moderna di Roma . Veltroni sente il peso delle responsabilità e comunica che rinuncia alla partita : " È un colpo tremendo - dice - Ma ho impegni di governo " . A proposito del furto , si lancia in un ' ardita analisi criminologica per spiegare perché a speso 70 miliardi in sistemi di sicurezza per le opere d ' arte senza collegare gli allarmi di musei e gallerie alle questure ( eppure un critico di livello come lui dovrebbe ricordarsi almeno del film Topkapi ) . " Eravamo preparati ai furti , ma era una rapina con le armi " . Cuntrera è irreperibile , dei quadri non c ' è più traccia e la Coppa si sta volatilizzando . Ma per fortuna per salvarsi l ' anima c ' è sempre la teoria del complotto e l ' evocazione dello spirito di Licio Gelli ( teoria ieri sbeffeggiata dal procuratore capo di Firenze ) : " Sento di nuovo l ' odore delle bombe del '93 " " Se qualcuno pensa che con la sparizione di questi quadri si cerchi di meno Gelli , si sbaglia di grosso " .
StampaQuotidiana ,
Francesco Saverio Borrelli , il 22 ottobre 1993 sul Venerdì di Repubblica , di sé ha detto : " Sono un mediocre pianista , un pessimo cavaliere , un pessimo alpinista , un dilettante di professione , ma mi piacciono tante cose che non faccio in tempo ad essere professionista in tutto " . Chi è dunque , veramente , il capo della procura di Milano ? Un irreprensibile e incorruttibile uomo di diritto che ha condotto da par suo la rivoluzione italiana o un novello Torquemada che " non incarcera la gente per farla parlare , ma la scarcera dopo che ha parlato " o , forse , un piccolo Vishinskij che si domanda " se in fondo sia proprio così scandaloso chiedersi se lo choc della carcerazione preventiva non abbia prodotto risultati positivi " . Borrelli non poteva che indossare la toga . Figlio e nipote di magistrati ha la vocazione per le aule di giustizia fin da bambino : " Avevo tre o quattro anni , quando dicevo : ' Voglio fare il magistrato ' " , confidò a Enzo Biagi nel maggio del 1992 , poco dopo l ' affaire Chiesa . Una carriera che ha radice nell ' ambiente familiare : il padre , Manlio , è stato il primo presidente della Corte d ' appello di Milano e buon amico di quell ' Oscar Luigi Scalfaro cui Francesco Saverio il primo maggio di tre anni fa si mise a disposizione per un " servizio di complemento " . Borrelli comincia così a respirare l ' aria di Palazzo di giustizia , ma come in questi aspri giorni di polemica contro la classe politica , era solo . Almeno così , lui stesso , ha detto sempre a Biagi : " Non avevo e per lungo tempo non ho avuto amici " . Oggi , così come all ' inizio della carriera , è tornato ad essere solo . Ha ricevuto , è vero , la solidarietà della sua procura , ma gli osservatori attenti non si sono lasciati sfuggire che essa è stata affidata ad Armando Spataro e Ferdinando Pomarici e non per esempio a Gherardo Colombo o Gerardo D ' Ambrosio . Sembrano finiti i tempi d ' oro di Mani pulite , sotto il Palazzo di giustizia di Milano non si convocano più cortei al grido " Borrelli facci sognare " , e chi si azzarda a organizzarne ancora qualcuno non raccoglie che poche decine di manifestanti . Le dichiarazioni dello scorso week end rivolte al leader dell ' opposizione parlamentare Silvio Berlusconi ( " Non posso più polemizzare con un imputato " ) , hanno lasciato il segno anche tra i suoi colleghi . E una buona dose di nervosismo comincia a serpeggiare . Da una parte c ' è il sostituto Edmondo Bruti Liberati che a Repubblica dice : " Saverio ne ha fatta un ' altra delle sue . Non c ' è un progetto , non ci sono dietrologie da fare . Semplicemente , lui è un timido . Se viene preso all ' improvviso , faccia a faccia , il rapporto con i media non lo sa gestire . È da un pezzo che voglio regalargli un libretto americano che spiega come deve comportarsi un magistrato di fronte ai microfoni " ; e dall ' altra c ' è Nando Dalla Chiesa che , pur condividendo i timori di un riequilibrio dei rapporti magistratura - politica a favore di quest ' ultima , sottolinea che lui quella frase su Berlusconi non l ' avrebbe pronunciata . Borrelli , poi , deve incassare gli altolà del Pds ( " Non può comportarsi come un macchinista dei Cobas " ) , i distinguo di Elena Paciotti , presidente dell ' Anm . E anche il preannuncio dell ' azione disciplinare da parte del Guardasigilli , nonostante Giovanni Maria Flick sia un grande amico del pm milanese con il quale condivide la passione per la cacciagione e la polenta consumate insieme nei ristoranti di Courmayeur . L ' unicità delle carriere ha permesso a Francesco Saverio Borrelli di svolgere agli inizi della sua il ruolo di giudice : prima magistrato civile alla sezione fallimentare e in Corte d ' appello , poi penale al Tribunale e in Corte d ' assise . In seguito è passato alla pubblica accusa , come sostituto procuratore . Tiziana Maiolo oggi deputato di Forza Italia , allora era cronista giudiziario a Palazzo di giustizia per il Manifesto e lo ricorda come un uomo in grigio : " Era assolutamente incolore , con nessuna visibilità , molto riservato . Una persona , anche cortese , che nelle sue inchieste teneva un profilo basso " . Insomma un Borrelli diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere in questi cinque anni . Uomo di sinistra , ma non di stretta osservanza Pci , Borrelli fu tra i fondatori , anche se non di primo piano , di Magistratura democratica , la corrente togata più progressista all ' interno del Csm . Anche lì , ricorda chi lo frequentava , stava ai margini e non faceva parte di nessuna delle due anime di Md , non si schierava né con i magistrati più fedeli alla linea del partito comunista né con i garantisti dell ' ala extraparlamentare . L ' essere di sinistra non gli impedì di riconoscere innocenti i carabinieri che travolsero e uccisero , a bordo di un blindato , Giovanni Zibecchi , il militante del Movimento studentesco , che a Milano , in corso Ventidue marzo , si apprestava ad assaltare la vicina sede del Movimento sociale . Chi ha seguito la sua carriera fin dall ' inizio sostiene che in quell ' episodio ci sia il vero Borrelli , la sua cultura giuridica e professionale : praticamente la stessa che ha ispirato gli anni di Mani pulite . La responsabilità dei militari dell ' Arma sembrava pressoché certa , ma la strategia di emergenza , sia politica sia giudiziaria , contro il terrorismo suggeriva una certa cautela . E Borrelli stava molto attento quando affrontava certi temi . Il suo approccio di tipo emergenziale negli anni dell ' antiterrorismo sembra quasi un ' anticipazione , mutatis mutandis , dello svolgimento delle inchieste contro la corruzione . La filosofia , per molti aspetti , è analoga : oggi come allora si deve combattere il fenomeno più che perseguire i singoli reati , e se talvolta si calpestano alcune garanzie non è importante : quello che conta è il risultato finale . L ' inchiesta Mani pulite , poi , agli occhi di Borrelli appare in linea con la " volonté générale " . Nelle interviste che quotidianamente per cinque anni ha rilasciato ai giornali , Borrelli cita sempre la consonanza sua e del suo ufficio con la società civile e l ' opinione pubblica . Il 16 maggio '93 a dice a Panorama di essere stato " un notaio o esecutore di qualcosa che stava succedendo fuori dal Palazzo di giustizia " . L ' inebriante aria dell ' Inchiesta Eppure prima di respirare l ' inebriante aria di consenso intorno a Mani pulite , Borrelli era il ritratto del pubblico ministero poco loquace e molto equilibrato . Del suo passato al tribunale fallimentare , un ambiente che secondo alcuni meriterebbe più attenzione , nessuno ricorda grandi battaglie moralizzatrici . L ' esatto opposto del pubblico accusatore alla Di Pietro " efficace , diretto , aggressivo e chiassoso " , come più tardi lo stesso Borrelli - annota Giancarlo Lehner in " Autobiografia non autorizzata di un inquisitore " - auspica sia il moderno pm . Secondo alcuni , Borrelli avrebbe lasciato Md per ragioni di opportunità . La sponda dei socialisti si sarebbe prestata meglio a un avanzamento di carriera . Alla fine degli anni Ottanta , da sostituto procuratore arriva ad assumere il ruolo di capo della procura di Milano . Ma dal 1988 al 1992 , priva di quel sostegno della gente che arriverà poi , la procura non porta avanti fino in fondo nessuna inchiesta importante contro la politica e l ' amministrazione pubblica . In un forum pubblicato dal Giornale di Indro Montanelli , Borrelli spiega che non c ' era il consenso necessario per aggredire la classe dirigente del paese . Così alcuni filoni , affittopoli e nettezza urbana , vengono abbandonati e non sono affrontati con quello stesso piglio inquisitorio di cui più tardi godrà l ' inchiesta Mani pulite . A un certo punto , su iniziativa di Ilda Boccassini , la procura si concentra sulla Duomo connection , un ' inchiesta tesa a dimostrare le mani della mafia su Palazzo Marino . Le indagini sfiorano Paolo Pillitteri , ma si risolvono nell ' accusa e nella condanna dell ' assessore Attilio Schemmari . Dopo il processo Boccassini sbatte la porta e lascia Milano per Palermo . Poi arriva la stagione delle Mani pulite che Borrelli si trova a gestire grazie all ' irruenza di un suo sostituto , Antonio Di Pietro . A poco a poco , capisce che il clima è cambiato e presta la sua fine mente politica al servizio dell ' inchiesta e ne diventa lo stratega . Borrelli è consapevole che per andare avanti , almeno in un primo momento , deve trovare una sponda su una parte del mondo politico . Pds e Msi lo appoggiano . E chi come Tiziana Parenti rischia di rompere questo legame indiretto finisce per lasciare il pool . Man mano che l ' inchiesta procede , lo scontro con i politici si fa sempre più duro . Quando il ministro della Giustizia Giovanni Conso , il 6 marzo 1993 , presenta la proposta di soluzione politica di Tangentopoli , parte il " non expedit " di Borrelli e il decreto viene affossato . Qui nasce il Borrelli interventista e da allora qualsiasi proposta nasca in Via Arenula , con Alfredo Biondi , Filippo Mancuso o Vincenzo Caianiello , è sempre scontro . Il 20 dicembre '93 , pochi mesi prima delle elezioni che avrebbero portato Berlusconi a Palazzo Chigi , Borrelli rilascia una dichiarazione che suona come un messaggio ai partiti che cominciano a prepararsi per la campagna elettorale : " Chi sa di avere scheletri nell ' armadio , vergogne del passato , apra l ' armadio e si tiri da parte . Tiratevi da parte prima che arriviamo noi , dico io . Quelli che si vogliono candidare , si guardino dentro . Se sono puliti , vadano avanti tranquilli " . Un mese prima delle elezioni viene arrestato il fratello del leader di uno dei due schieramenti , Paolo Berlusconi ; a pochi giorni dal voto partono gli ordini di custodia cautelare per sei manager Publitalia , tra cui Marcello Dell ' Utri . Ma l ' apice viene raggiunto quando Borrelli invia a Berlusconi un preavviso di garanzia a mezzo stampa . Il consenso popolare però non gli manca mai . Il suo vero cruccio è occupare la poltrona di presidente della Corte d ' appello quella che fu del padre , perché Borrelli a differenza di altri non è un magistrato che cerca potere fuori dall ' ordine giudiziario . Nel marzo del '94 sembra sul punto di lasciare la procura , ma quando capisce di non avere i titoli adeguati per l ' incarico , il 13 aprile , affida a Montanelli la promessa che la sua battaglia contro la corruzione continuerà " Resto in trincea , rinuncio alla Corte d ' appello " . Il vicepresidente del Csm , Giovanni Galloni , commenterà : " Macché rinuncia , a quel ruolo lui non può aspirare . Ce ne sono altri prima di lui e gliel ' ho anche spiegato " . I tempi eroici ora sono finiti e l ' appoggio dell ' opinione pubblica non è così acritico come un tempo . E , come se non bastasse , la politica tenta di rialzare la testa dopo anni di sottomissione . " Borrelli ormai è un estremista emarginato - dice Tiziana Maiolo - Elena Paciotti l ' ha spodestato nel ruolo politico di interlocutore della Bicamerale " . E Maiolo non è l ' unica a pensare che le ultime dichiarazioni segnino la fine del Borrelli politico . La Repubblica , solitamente bene informata sul pool , scrive : " Ci si domanda se dietro queste asprezze non ci sia una certa stanchezza , la sua sfiducia nelle prospettive , forse addirittura la ricerca di una uscita di scena in bellezza " .
FERRO E FUOCO ( - , 1940 )
StampaPeriodica ,
Senza dubbio uno sbarco in territorio nemico è sempre un ' operazione difficile ; e può darsi che sia difficilissima in Inghilterra ; ma non è impossibile . Che cosa lo rese impossibile dal giorno in cui fu disfatta l ' Invincibile Arrnada fino alla guerra mondiale ? Il fatto che l ' Inghilterra tenne sempre il dominio del mare . Per invadere l ' Inghilterra bisognava battere la flotta inglese ; e la flotta inglese fu per tre secoli e mezzo invincibile . Che cosa lo rende possibile oggi ? Il fatto che la flotta inglese non riesce più a tenere il mare in prossimità di coste nemiche . La minaccia terribile dell ' arma aerea ha reso per essa inabitabile proprio quel mare che fu per secoli il suo immediato dominio , proprio quel mare in cui si deve decidere la sorte dell ' Inghilterra . Se si vuole , si può ancora dire che essa domina i mari , nel senso che non esiste , oggi , altra flotta che possa tenere testa ad essa . Ma è una strana dominatrice , codesta flotta , che è condannata a starsene rintanata nei suoi rifugi , sotto pena di subire perdite spaventose appena tenti di uscirne . Subito dopo l ' avvento al potere del nazionalsocialismo , la Germania cominciò a ricostruire la sua aviazione . Due anni fa , all ' epoca di Monaco , si seppe che aveva raggiunto una schiacciante superiorità aerea sulle due Potenze occidentali messe insieme . Ciò non ostante , mai il pubblico inglese . Oggi le demo - plutocrazie biascicano prosternate ai piedi dell ' altare della " forza " le più untuose preghiere , ripugnanti ed inutili . Gli Stati totalitari invece battono col martello della " violenza " sulla incudine della gloria . Là una eterea speranza di difendere con accanimento ciò che si vuoi conservare e non si vuoi perdere : qui un ' incrollabile fede di combattere con ardore e baldanza contro chi è indegno di additare la strada ai popoli . Là l ' estrema illusione che la civiltà sia " una " ed infinitamente progressiva ; qui l ' inconcussa fiducia che il mondo è lo sfacelo di una civiltà sotto i colpi messianici di una nuova . Là , in conclusione , l ' impeto dominato dalla intelligenza che diviene spesso brutalità senza intelligenza : qui l ' impeto violento che è intelligenza . L ' esito della guerra che infiamma ora il mondo non è per noi dubbio . Giunti a quello che i fisici chiama - no il punto morto , non si poteva troppo a lungo procrastinare la soluzione che s ' imponeva in termini perentori , soluzione raggiungibile con " lo spintone della violenza " e che ha questo nome : vittoria degli Stati totalitari ...