StampaPeriodica ,
Nello
Stato
parlamentare
la
Nazione
era
costituita
su
due
classi
,
la
borghesia
e
il
proletariato
:
la
prima
al
Governo
,
la
seconda
,
esclusa
dal
Governo
.
Donde
,
fra
le
due
classi
,
lotta
continua
e
inevitabile
perché
la
classe
diretta
trovava
ogni
giorno
motivi
plausibili
per
lagnarsi
della
classe
dirigente
.
Lo
Stato
borghese
era
dunque
uno
Stato
parziale
e
parzialitario
che
non
si
identificava
con
la
totalità
della
Nazione
.
Lo
Stato
fascista
è
costituito
invece
su
22
Corporazioni
che
inquadrano
la
totalità
della
Nazione
.
La
totalità
della
Nazione
è
quindi
partecipe
del
Governo
e
il
Governo
è
totalmente
informato
degli
interessi
della
Nazione
.
Per
questo
lo
Stato
fascista
è
"totalitario."
Inchiodare
queste
novità
nel
cranio
di
quei
borghesi
che
continuano
a
parlare
di
classe
dirigente
...
e
a
immedesimarsi
con
essa
...
Le
classi
non
esistono
più
.
Siamo
precisi
anche
nell
'
uso
delle
parole
,
se
non
vogliamo
creare
confusioni
;
nello
Stato
fascista
esistono
solamente
le
categorie
disciplinate
nei
singoli
sindacati
o
associazioni
di
categoria
.
Non
parliamo
più
,
quindi
,
di
collaborazione
di
classe
,
ma
di
collaborazione
di
categoria
.
La
Rivoluzione
ha
anche
un
suo
vocabolario
:
bisogna
rispettarlo
.
La
tessera
del
Partito
non
è
un
diploma
di
fede
fascista
,
non
è
un
passaporto
per
varcare
la
frontiera
di
qualche
gerarchia
,
non
è
un
attestato
o
un
benservito
o
un
biglietto
d
'
ingresso
a
pagamento
nel
recinto
dello
Stato
.
È
un
impegno
solenne
,
sottoscritto
con
giuramento
,
di
servire
,
di
obbedire
e
di
combattere
,
che
presume
anche
la
coniugazione
in
prima
persona
del
verbo
credere
.
Avviso
alle
tessere
"
utilitarie
"
della
ex
-
classe
borghese
.
Perché
la
borghesia
si
lagna
del
Fascismo
dopo
che
il
Fascismo
l
'
ha
salvata
dal
pericolo
sovietico
?
La
borghesia
che
vuol
sopravvivere
come
"
classe
dirigente
"
anziché
disciplinarsi
nelle
categorie
corporative
rimarrà
tagliata
fuori
dalla
Rivoluzione
,
detrito
del
passato
senza
più
speranza
di
avvenire
.
Il
popolo
fascista
è
"
tutta
"
la
Nazione
e
la
Nazione
è
"
tutto
"
il
popolo
.
StampaPeriodica ,
Dal
camerata
Carmelo
Dinaro
,
del
G.U.F.
di
Reggio
Calabria
,
riceviamo
questo
scritto
che
insiste
sull
'
abolizione
del
"
don
,
"
proposta
da
Francesco
Clarizia
,
nel
numero
di
gennaio
:
"
Il
'
don
'
è
usato
nell
'
Italia
meridionale
in
tutta
,
purtroppo
,
e
non
in
qualche
zona
ed
è
stato
dato
ad
una
certa
categoria
di
persone
:
sparuti
signorotti
del
prefascismo
,
nebulosi
avanzi
di
medioevo
il
più
delle
volte
analfabeti
quia
nobiles
,
i
quali
non
avendo
altro
titolo
nella
vita
rivendicano
a
sé
e
con
che
boria
!
quello
strascico
servile
di
tempi
umili
e
malinconici
.
"
Ogni
Italiano
della
nuova
èra
sa
quanto
servilismo
nasconde
quel
'don.'
C
'
è
la
sottomissione
del
popolo
lavoratore
al
pallido
signore
che
è
quasi
sempre
se
è
riuscito
a
strapparsi
il
diritto
di
indossare
la
camicia
nera
fascista
tiepido
,
moderato
,
borghese
,
piagnone
,
sognatore
solitario
e
buffo
di
tempi
migliori
.
"
Il
Fascismo
ha
rinnovato
persino
l
'
aria
delle
nostre
campagne
.
È
giusto
che
risollevi
definitivamente
le
schiere
dei
nostri
lavoratori
curve
di
quotidiano
,
duro
lavoro
;
è
giusto
che
,
come
ha
sostituito
alla
scappellata
e
all
'
inchino
più
o
meno
settecentesco
il
saluto
romano
dignitoso
ed
'
igienico
,
'
bandisca
dal
linguaggio
giornaliero
le
forme
che
tradiscono
una
coscienza
servile
,
anacronistica
e
indegna
.
Il
superstite
,
malinconico
signorotto
anziché
pretendere
l
'
ossequio
del
'
don
'
deve
arrossire
di
vergogna
dinanzi
alle
mani
incallite
d
'
un
rurale
.
E
deve
sentire
infine
e
capire
che
nella
sana
vita
contemporanea
ha
diritto
al
rispetto
e
all
'
ossequio
solo
chi
con
più
coscienza
e
più
tenacia
lavora
.
Una
sola
nobiltà
si
può
comprendere
oggi
e
giustificare
:
la
nobiltà
del
lavoro
,
sotto
ogni
forma
.
Da
questa
nobiltà
,
e
solo
da
questa
,
sorge
ogni
valore
spirituale
ed
umano
.
"
ProsaGiuridica ,
VITTORIO
EMANUELE
III
PER
GRAZIA
DI
DIO
E
PER
VOLONTÀ
DELLA
NAZIONE
RE
D
'
ITALIA
Veduto
il
R
.
decreto
30
settembre
1923
,
n
.
2102
,
e
successive
modificazioni
;
Veduto
il
R
.
decreto
30
novembre
1924
,
n
.
2172
,
e
successive
modificazioni
;
Veduto
il
R
.
decreto
28
agosto
1924
,
n
.
1618;
Veduto
il
R
.
decreto
legge
17
giugno
1928
,
n
.
1314;
Veduta
la
legge
8
luglio
1929
,
n
.
1222;
Veduto
il
R
.
decreto
legge
3
luglio
1930
,
n
.
1176;
Veduto
l
'
art
.
3
,
n
.
2
,
della
legge
31
gennaio
1926
,
n
.
100;
Riconosciuta
la
necessità
e
l
'
urgenza
di
emanare
nuove
norme
di
coordinamento
concernenti
gl
'
Istituti
d
'
istruzione
superiore
;
Udito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
Nostro
Ministro
Segretario
di
Stato
per
l
'
educazione
nazionale
,
di
concerto
con
i
Nostri
Ministri
Segretari
di
Stato
per
le
finanze
e
per
l
'
aeronautica
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Art
.
18
I
professori
di
ruolo
e
i
professori
incaricati
nei
Regi
istituti
d
'
istruzione
superiore
sono
tenuti
a
prestare
giuramento
secondo
la
formula
seguente
:
«
Giuro
di
essere
fedele
al
Re
,
ai
suoi
Reali
successori
e
al
Regime
Fascista
,
di
osservare
lealmente
lo
Statuto
e
le
altre
leggi
dello
Stato
,
di
esercitare
l
'
ufficio
d
'
insegnante
e
adempiere
tutti
i
doveri
accademici
col
proposito
di
formare
cittadini
operosi
,
probi
e
devoti
alla
Patria
ed
al
Regime
Fascista
.
Giuro
che
non
appartengo
né
apparterrò
ad
associazioni
o
partiti
,
la
cui
attività
non
si
concilii
coi
doveri
del
mio
ufficio
»
.
Dato
a
S
.
Anna
di
Valdieri
,
addì
28
agosto
1931
-
-
Anno
IX
VITTORIO
EMANUELE
.
MUSSOLINI
-
-
MOSCONI
-
-
BALBO
-
-
GIULIANO
.
Visto
,
il
Guardasigilli
:
ROCCO
.
Registrato
alla
Corte
dei
conti
,
addì
5
ottobre
1931
-
-
Anno
IX
Atti
del
Governo
,
registro
313
,
foglio
12
.
-
-
MANCINI
.
StampaPeriodica ,
Ambizione
borghese
e
femminismo
sono
specifiche
risultanti
di
quello
individualismo
moderno
che
ha
indebolito
il
nucleo
fondamentale
della
famiglia
.
Edonismo
ed
emancipazione
hanno
svincolato
gli
attori
della
vicenda
coniugale
dalla
reciproca
soggezione
.
L
'
uomo
e
la
donna
,
ponendosi
su
di
un
piano
di
parità
,
hanno
accampato
un
uguale
diritto
di
articolare
separatamente
la
propria
moralità
.
La
smania
dell
'
ascensione
sociale
,
affiorando
dalla
universale
,
dissociativa
ed
egocentrica
confusione
dei
valori
e
dei
fini
,
ha
dato
nascimento
al
femminismo
,
che
ha
trovato
la
sua
espressione
politica
nel
movimento
suffragista
inglese
,
la
sua
espressione
naturalistica
nella
pratica
del
libero
amore
comunista
,
e
la
sua
espressione
aristocratica
internazionale
nelle
cosiddette
"
signore
della
società
.
"
Il
Fascismo
,
dottrina
etica
,
si
preoccupa
di
restituire
la
donna
alla
sua
missione
procreatrice
e
domestica
,
l
'
uomo
alla
sua
dignità
maritale
,
e
la
famiglia
alla
sua
funzione
educativa
e
sociale
.
Perciò
esso
si
propone
di
neutralizzare
i
veleni
diffusi
da
quella
particolare
mentalità
che
,
alla
insegna
del
"
confort
,
"
ha
affievolito
l
'
istinto
della
maternità
e
il
richiamo
morale
della
specie
.
E
poiché
la
donna
intellettuale
è
il
volto
femminino
della
vanità
borghese
,
e
quella
professionista
e
addottorata
è
l
'
ideale
borghese
dell
'
ambizione
democratica
,
la
nostra
Rivoluzione
vuol
sostituirvi
un
modello
muliebre
più
fecondo
e
più
sano
.
Vi
sono
ancora
dei
gusti
traviati
e
degli
atteggiamenti
artificiosi
da
correggere
.
La
donna
intellettuale
,
che
l
'
aurea
mediocrità
ancor
predilige
,
è
una
fra
le
figure
meno
necessarie
alla
saldezza
dell
'
istituto
familiare
e
al
potenziamento
della
razza
.
Ci
riferiamo
a
quella
che
custodisce
e
tramanda
la
tradizione
del
salotto
;
che
ha
"
particolari
esigenze
"
perché
vanta
una
personalità
superiore
;
che
preferisce
coccolare
il
cucciolo
che
allevare
la
prole
e
che
,
grande
incompresa
,
sopravvive
per
rattristare
la
solitudine
di
quell
'
altro
ben
noto
intellettualoide
,
faceto
e
maltusiano
,
affetto
da
criticismo
corrosivo
e
da
insufficienza
affettiva
,
che
,
fra
i
compromessi
della
scarsa
ragione
e
le
contraddizioni
della
fiacca
volontà
,
abdica
fatalmente
alla
dignità
di
pater
familias
.
Compagna
del
guerriero
non
può
essere
colei
che
porta
a
mensa
l
'
arida
dialettica
della
saccenza
e
che
,
titoli
alla
mano
,
misura
le
distanze
coniugali
per
giustificare
le
deviazioni
appellandosi
ai
diritti
illimitati
del
sentimento
...
Noi
facciamo
della
politica
moralizzatrice
e
demografica
.
Perché
non
parlare
di
restaurazione
della
sudditanza
della
donna
all
'
uomo
se
il
fine
che
perseguiamo
è
quello
di
restituire
più
madri
alla
casa
,
più
uomini
al
lavoro
e
più
figli
alla
Patria
?
StampaPeriodica ,
Il
"
Voi
"
si
sta
generalizzando
rapidamente
.
Ci
se
ne
accorge
per
via
,
in
treno
,
nei
locali
pubblici
,
là
dove
l
'
abitudine
si
forma
più
presto
.
Non
ci
illudiamo
che
l
'
antica
consuetudine
del
"
Lei
"
sia
cessata
nei
rapporti
privati
di
famiglia
e
di
amicizia
,
nei
salotti
e
nelle
case
.
Siamo
comunque
molto
a
buon
punto
;
e
,
del
resto
,
era
intuitivo
che
una
costumanza
che
nasce
con
caratteristiche
sociali
e
politiche
e
non
individuali
e
private
,
si
affermasse
prima
nella
piazza
e
da
qui
entrasse
per
le
finestre
.
È
stato
sempre
così
:
i
rapporti
fortuiti
ed
anonimi
che
si
determinano
nei
luoghi
e
nei
locali
pubblici
sono
stati
sempre
i
più
facilmente
disciplinabili
.
Questo
significa
che
l
'
uso
del
"
Voi
"
si
diffonde
con
la
progressione
normale
;
ma
anche
che
la
sua
diffusione
deve
essere
continuata
con
lo
stesso
rigido
metodo
fino
alla
meta
ultima
che
è
la
formazione
di
un
costume
individuale
...
È
chiaro
che
il
giorno
in
cui
quarantaquattro
milioni
di
Italiani
seguiranno
per
nuovo
istinto
le
norme
di
stile
fascista
,
la
Rivoluzione
cesserà
di
battere
su
questo
settore
per
puntare
su
un
obiettivo
più
lontano
.
È
oggi
che
la
materia
interessa
,
perché
è
ancora
nuova
e
porta
con
sé
sforzo
e
selezione
.
È
durante
la
corsa
che
vale
il
traguardo
;
finita
la
gara
,
può
essere
tagliato
anche
dal
carro
su
cui
il
carrettiere
sonnecchia
.
Guai
a
coloro
che
perdono
i
tempi
della
Rivoluzione
e
toccano
le
mete
quando
l
'
ondata
fascista
è
passata
.
Stile
,
sport
,
esercitazioni
,
regole
disciplinari
,
non
sono
verità
eterne
di
filosofia
,
sono
tempi
di
un
ritmo
veloce
.
È
sul
fattore
tempo
,
sul
fattore
reazione
,
sul
fattore
prontezza
,
che
il
Fascismo
pone
gli
elementi
di
giudizio
.
Tutto
è
scuola
,
tutto
è
prova
.
La
massa
del
popolo
imperiale
,
che
ha
reagito
,
oltre
tutto
,
sportivamente
alle
sanzioni
e
all
'
accerchiamento
,
deve
mostrare
di
avere
gli
occhi
attenti
e
i
muscoli
pronti
per
i
balzi
che
verranno
ordinati
a
suo
tempo
,
con
un
segno
del
Duce
.
Il
resto
,
sono
elucubrazioni
di
eruditi
.
Le
varie
norme
di
stile
sono
dei
concentramenti
di
tiro
che
la
Rivoluzione
ordina
per
vedere
manovrare
concordemente
milioni
di
volontà
,
come
se
fossero
una
sola
.
Lo
scopo
fondamentale
di
tutto
ciò
è
troppo
chiaro
perché
ci
si
attardi
a
inculcarlo
in
quelle
menti
,
che
mostrano
con
questa
stessa
incomprensione
,
di
uscire
dalle
forme
dello
spirito
fascista
.
Il
continuo
controllo
su
se
stesso
di
quel
fascista
che
in
pochi
giorni
ha
integralmente
adottato
l
'
uso
del
"
Voi
,
"
può
essere
garanzia
per
lui
che
,
ad
esempio
,
saprà
non
lasciarsi
sorprendere
né
dal
sonno
,
né
dagli
eventi
,
quando
un
giorno
si
troverà
di
guardia
su
una
posizione
innanzi
alla
quale
sia
un
nemico
in
armi
.
E
questo
ci
sembra
che
abbia
un
valore
assai
pratico
e
"
utilitario
,
"
tale
da
essere
apprezzato
anche
da
chi
vorrebbe
che
non
ci
si
fermasse
sulle
"
piccole
cose
.
"
StampaPeriodica ,
La
"
violenza
"
è
la
maieutica
della
storia
,
è
spirito
,
soggetto
,
libertà
,
diritto
.
Nel
suo
grembo
covano
i
germi
di
ogni
civiltà
poiché
il
concepimento
e
la
gestazione
di
ogni
nuovo
ordine
civile
è
tragedia
incoscientemente
,
illimitata
-
limitata
,
disorganica
-
organica
.
Ha
visto
giusto
Mussolini
giudicando
la
violenza
"
perfettamente
morale
,
più
morale
del
compromesso
e
della
transazione
.
"
"
Quando
la
nostra
violenza
,
"
Egli
ha
detto
,
"
è
risolutiva
di
una
situazione
cancrenosa
,
è
moralissima
,
sacrosanta
e
necessaria
.
"
Ma
quel
che
c
'
interessa
particolarmente
è
che
il
popolo
italiano
non
ha
la
libidine
della
violenza
,
non
fa
"
della
violenza
una
scuola
,
un
sistema
o
peggio
ancora
una
estetica
"
poiché
una
millenaria
tradizione
di
armonia
spirituale
gli
ha
insegnato
istintivamente
che
la
violenza
ha
"
la
giustificazione
della
sua
alta
moralità
"
solo
quando
"
sia
sempre
guidata
da
un
'
idea
,
giammai
da
un
basso
calcolo
,
da
un
meschino
interesse
.
"
Occorre
"
non
la
piccola
violenza
individuale
,
sporadica
,
spesso
inutile
,
ma
la
grande
,
la
bella
,
la
inesorabile
violenza
delle
ore
decisive
.
È
necessario
,
quando
il
momento
arriva
,
di
colpir
con
la
massima
decisione
e
con
la
massima
inesorabilità
.
"
Di
contro
alla
"
violenza
"
demiurgo
del
processo
umano
,
sta
la
"
forza
,
"
negatrice
di
ogni
avanzamento
storico
.
La
"
forza
"
è
sterile
e
inerte
,
la
"
violenza
"
è
feconda
e
mutevole
.
La
prima
è
materia
e
"
potenza
fisica
,
"
la
seconda
è
idea
e
potenza
etica
.
StampaQuotidiana ,
Milano
.
L
'
apertura
a
sinistra
dei
radicali
ci
ricorda
che
agosto
è
,
per
dedizione
e
tradizione
,
il
mese
di
Marco
Pannella
,
il
periodo
in
cui
il
leader
riformatore
si
prende
la
rivincita
sui
giornali
,
colpevoli
durante
l
'
anno
di
non
occuparsi
mai
abbastanza
delle
sue
iniziative
e
della
sua
persona
in
particolare
.
Non
che
la
calura
estiva
faccia
diventare
i
direttori
dei
quotidiani
più
buoni
molto
più
semplicemente
mentre
gli
altri
politici
si
godono
le
meritate
vacanze
,
Pannella
,
da
geniale
comunicatore
qual
è
,
ne
approfitta
e
occupa
lo
spazio
per
lanciare
le
sue
campagne
autunnali
e
invernali
.
E
i
giornali
e
televisioni
,
spesso
controvoglia
,
sono
costretti
a
concedergli
titoli
e
pagine
.
Hanno
fatto
storia
,
per
esempio
,
le
battaglie
radicali
per
tenere
aperto
Montecitorio
durante
le
vacanze
estive
.
Dal
76
i
presidenti
della
Camera
(
Pietro
Ingrao
prima
,
Nilde
Jotti
,
Giorgio
Napolitano
e
Irene
Pivetti
poi
)
hanno
dovuto
capitolare
di
fronte
alle
proverbiali
insistenze
pannelliane.Tutto
questo
,
però
,
fino
all
'
anno
scorso
.
L
'
agosto
1996
infatti
segna
la
prima
sconfitta
'
estiva
'
del
capo
dei
Riformatori
da
almeno
vent
'
anni
.
La
stagione
era
già
cominciata
sotto
i
peggiori
auspici
con
la
chiusura
agostana
della
Camera
decisa
dal
presidente
Luciano
Violante
.
Dal
1976
è
la
prima
volta
che
succede
ha
tuonato
Pannella
e
guarda
caso
proprio
nella
legislatura
che
non
vede
presenti
i
radicali
.
Ma
l
'
annus
horribilis
pannelliano
è
stato
decretato
dai
propositi
secessionisti
di
Umberto
Bossi
,
dai
veti
di
Fausto
Bertinotti
e
dai
disegni
proto
politici
di
Antonio
Di
Pietro
.
I1
palcoscenico
mediatico
è
stato
tutto
per
loro
e
Marco
si
è
dovuto
accontentare
delle
briciole
:
solo
trafiletti
e
redazionali
per
la
sua
tradizionale
paginetta
dattiloscritta.Ha
provato
,
Pannella
,
a
entrare
nel
dibattito
in
corso
sulle
prime
pagine
,
ma
gli
è
andata
buca
:
prima
ha
offerto
a
Bossi
di
marciare
insieme
lungo
il
Po
,
poi
ha
ricordato
che
Antonio
Di
Pietro
ha
firmato
i
suoi
referendum
:
niente
.
Solo
il
Giornale
di
Vittorio
Feltri
ne
ha
dato
puntuale
notizia.Eppure
il
leader
radicale
si
è
dato
molto
da
fare
anche
quest
'
estate
.
In
previsione
della
campagna
referendaria
d
'
autunno
,
Pannella
ha
convinto
Marta
Marzotto
ad
organizzare
una
mega
raccolta
fondi
per
il
movimento
dei
club
che
porta
il
suo
nome
.
A
bordo
di
un
motoscafo
accompagnato
dal
Commissario
europeo
Emma
Bonino
e
con
la
Marzotto
nei
panni
del
navigatore
,
Pannella
ha
scandagliato
la
Costa
Smeralda
alla
ricerca
di
calette
segrete
sopra
le
quali
si
affacciano
le
ville
dei
vip
ai
quali
chiedere
un
contributo
milionario
.
I
risultati
non
sono
stati
confortanti
né
dal
punto
di
vista
economico
né
da
quello
mediatico
,
anche
perché
,
nel
frattempo
,
Pannella
ha
annunciato
a
Radio
Radicale
che
i
suoi
club
,
per
statuto
,
chiuderanno
a
fine
anno
.
Sottoscrizione
straordinaria
e
annunciata
chiusura
ordinaria
(
indipendente
dall
'
esito
della
prima
)
vanno
di
pari
passo
nei
disegni
pannelliani
di
breve
scadenza
.
Ma
è
sul
fronte
delle
iniziative
politiche
in
senso
stretto
che
Pannella
stenta
a
trovare
una
soluzione
che
lo
faccia
uscire
dalla
secca
in
cui
si
trova
.
I1
rapporto
con
il
Polo
,
dopo
la
denuncia
dell
'
accordo
elettorale
miliardario
non
rispettato
,
non
fila
certo
liscio
.
Da
qualche
settimana
i
militanti
organizzano
scioperi
della
fame
,
manifestazioni
,
cartellonate
e
iniziative
varie
per
indurre
i
leader
del
Polo
ad
incontrare
i
vertici
del
Club
Pannella
,
cioè
Pannella
medesimo
.
I1
centrodestra
però
non
risponde
.
Il
"
dialogo
,
conflittuale
con
il
Polo
"
,
non
solo
sta
fallendo
politicamente
ma
,
per
il
momento
,
al
movimento
pannelliano
non
ha
portato
neanche
la
necessaria
visibilità
.
Rimangono
in
campo
i
20
referendum
,
che
Pannella
difenderà
con
i
denti
:
iniziativa
che
fin
d
'
ora
costituisce
un
punto
cardinale
per
chiunque
vorrà
fare
politica
di
stampo
liberale
e
liberista
.
Ora
invece
il
leader
radicale
apre
a
sinistra
,
almeno
sui
temi
della
politica
internazionale
.
Contemporaneamente
,
si
badi
tentativo
di
dialogo
con
la
destra
.
Tanto
che
Radio
radicale
,
senza
alcun
imbarazzo
alterna
interviste
a
politici
di
sinistra
che
plaudono
alla
recente
iniziativa
,
a
tormentoni
sul
dialogo
con
il
Polo
.
L
'
escamotage
trovato
da
Pannella
è
quello
del
partito
radicale
transnazionale
,
soggetto
politico
diverso
dai
'
nazionali
'
Club
Pannella
.
È
Emma
Bonino
a
motivare
l
'
appello
alla
sinistra
:
'
Mettiamo
a
disposizione
il
patrimonio
ideale
e
i
temi
di
politica
estera
del
Pr
,
tra
cui
la
moratoria
sulla
pena
di
morte
e
il
Tribunale
per
i
crimini
umanitari
.
Ci
rivolgiamo
alla
sinistra
perché
è
al
governo
e
la
politica
estera
la
fanno
i
governi
'
.
Nessun
tentativo
di
inciucio
,
dunque
,
ma
la
consapevolezza
che
nelle
maggiori
democrazie
occidentali
la
politica
internazionale
non
è
materia
esclusiva
di
un
solo
degli
schieramenti
.
StampaQuotidiana ,
Giulia
Maria
Crespi
organizza
un
convegno
su
"
Il
bello
,
attualità
e
futuro
di
un
concetto
accantonato
"
,
e
su
come
fare
per
resuscitarne
in
Italia
il
culto
,
secondo
voi
,
chi
invita
?
Il
vicepresidente
del
Consiglio
e
ministro
per
i
beni
culturali
Walter
Veltroni
,
naturalmente
.
La
settimana
scorsa
finisce
così
,
per
Veltroni
,
in
bellezza
.
Nulla
lasciava
presagire
,
per
sé
,
per
il
governo
,
per
l
'
arte
e
per
la
Juventus
,
una
tempesta
di
metà
giugno
di
così
vaste
proporzioni
.
Eppure
quella
gitarella
del
14
maggio
a
bordo
del
Cacciamine
Termoli
,
al
largo
di
Civitavecchia
,
è
già
materia
per
esperti
di
uccelli
del
malaugurio
.
Il
ministro
era
andato
alla
ricerca
"
dell
'
arte
sommersa
"
perché
"
il
mare
è
una
grande
cassaforte
d
'
acqua
che
custodisce
i
tesori
del
tempo
"
.
Veltroni
,
guardando
il
mare
,
si
è
detto
entusiasta
della
collaborazione
con
il
ministero
della
Difesa
,
una
collaborazione
che
implica
accordi
per
la
vigilanza
,
la
prevenzione
e
la
repressione
dei
traffici
illeciti
delle
opere
d
'
arte
.
"
Mi
sembra
bello
che
si
utilizzino
le
caserme
per
i
musei
"
,
ha
detto
.
Al
settimanale
Il
Mondo
,
il
vice
premier
denuncia
una
manovra
oscura
:
"
Stanno
bloccando
in
Parlamento
la
legge
sul
dilettantismo
"
.
Si
riferiva
allo
sport
e
alla
presenza
dei
partiti
nel
Coni
:
"
Ma
stiamo
scherzando
?
-
ha
detto
-
tecnici
e
atleti
oggi
nelle
leghe
e
nelle
federazioni
non
hanno
nemmeno
diritto
di
voto
.
È
giunto
il
momento
che
lo
sport
venga
preso
in
mano
anche
da
chi
lo
pratica
,
da
chi
sa
di
che
cosa
si
sta
parlando
"
.
Subito
dopo
aggiunge
:
"
In
Italia
si
rischia
l
'
omologazione
dei
linguaggi
:
spesso
si
dà
la
notizia
di
politica
come
fosse
quella
di
sport
o
viceversa
"
.
Qualche
giorno
dopo
a
proposito
del
recupero
dell
'
area
di
Pompei
si
esprime
così
:
"
È
una
sfida
da
vincere
in
tutti
i
modi
"
.
"
Pompei
-
ha
promesso
Veltroni
)
-
comincia
a
rinascere
,
non
continua
a
morire
"
.
E
ha
aggiunto
:
"
È
un
'
opera
titanica
"
:
a
quel
punto
i
napoletani
,
che
a
queste
cose
fanno
attenzione
,
hanno
incrociato
le
dita
per
una
frase
facimente
associabile
con
le
catastrofi
evocate
dal
film
con
di
Leonardo
Di
Caprio
.
Su
Pompei
Veltroni
non
vuole
fare
"
demagogia
"
e
si
limita
quindi
a
un
"
si
cambia
musica
"
e
a
un
misterioso
"
si
cambia
banda
"
.
E
anche
un
richiamo
ai
giornalisti
:
"
Io
-
ricorda
-
sono
stato
direttore
dell
'
Unità
e
ho
letto
cose
terribili
(
sic
)
su
Pompei
"
,
ma
oggi
"
diffondere
l
'
idea
che
Pompei
è
passata
da
una
morte
annunciata
alla
rinascita
,
significa
fare
un
favore
alla
verità
"
.
Intanto
il
15
giugno
si
deve
occupare
anche
di
politica
(
"
Non
esiste
alcuna
suggestione
di
fare
elezioni
anticipate
"
)
di
occupazione
(
"
Le
regioni
del
Mezzogiorno
si
avviano
sulla
strada
di
uno
sviluppo
autosufficiente
"
)
di
Rai
(
"
Così
non
va
"
)
.
Ma
pregusta
già
la
sfilata
sulla
Croisette
a
Cannes
e
la
finale
di
Coppa
dei
Campioni
ad
Amsterdam
.
Il
16
maggio
è
l
'
ora
delle
riforme
(
"
Ci
auguriamo
vadano
a
compimento
"
)
e
della
giustizia
(
"
Il
ministro
Flick
fa
il
ministro
della
giustizia
"
)
.
Il
week
-
end
l
'
ha
dedicato
alla
sua
passione
,
il
cinema
.
Le
polemiche
sulla
rivalità
tra
Nanni
Moretti
e
Roberto
Benigni
glielo
guastano
un
po
'
:
"
L
'
Ulivo
non
preferisce
l
'
uno
piuttosto
che
l
'
altro
-
fa
sapere
il
vice
premier
-
sarebbe
una
follia
"
.
E
si
augura
che
la
giuria
di
Cannes
assegni
la
Palma
d
'
Oro
ex
-
aequo
ai
due
comici
.
Poi
scappa
il
boss
Pasquale
Cuntrera
,
e
il
vice
presidente
del
governo
dichiara
:
"
È
inaccettabile
per
la
coscienza
civile
del
paese
che
un
boss
possa
fuggire
"
.
E
mentre
l
'
opposizione
chiede
la
testa
del
Guardasigilli
e
Flick
stesso
si
dimette
,
Veltroni
aggiunge
:
"
Esistono
buchi
nella
normativa
"
.
Con
la
valigia
pronta
per
Amsterdam
(
"
In
tribuna
ci
sono
tre
ministri
spagnoli
,
mi
pare
doverosa
una
presenza
italiana
"
)
Rivendica
anche
di
essere
una
sorta
di
menagramo
per
omissione
,
vocazione
confermata
dalla
partita
con
il
Real
.
La
sua
squadra
del
cuore
perde
se
lui
non
può
vederla
:
"
L
'
anno
scorso
io
non
c
'
ero
"
.
Poi
avviene
il
furto
delle
opere
d
'
arte
alla
Galleria
d
'
arte
moderna
di
Roma
.
Veltroni
sente
il
peso
delle
responsabilità
e
comunica
che
rinuncia
alla
partita
:
"
È
un
colpo
tremendo
-
dice
-
Ma
ho
impegni
di
governo
"
.
A
proposito
del
furto
,
si
lancia
in
un
'
ardita
analisi
criminologica
per
spiegare
perché
a
speso
70
miliardi
in
sistemi
di
sicurezza
per
le
opere
d
'
arte
senza
collegare
gli
allarmi
di
musei
e
gallerie
alle
questure
(
eppure
un
critico
di
livello
come
lui
dovrebbe
ricordarsi
almeno
del
film
Topkapi
)
.
"
Eravamo
preparati
ai
furti
,
ma
era
una
rapina
con
le
armi
"
.
Cuntrera
è
irreperibile
,
dei
quadri
non
c
'
è
più
traccia
e
la
Coppa
si
sta
volatilizzando
.
Ma
per
fortuna
per
salvarsi
l
'
anima
c
'
è
sempre
la
teoria
del
complotto
e
l
'
evocazione
dello
spirito
di
Licio
Gelli
(
teoria
ieri
sbeffeggiata
dal
procuratore
capo
di
Firenze
)
:
"
Sento
di
nuovo
l
'
odore
delle
bombe
del
'93
"
"
Se
qualcuno
pensa
che
con
la
sparizione
di
questi
quadri
si
cerchi
di
meno
Gelli
,
si
sbaglia
di
grosso
"
.
StampaQuotidiana ,
Francesco
Saverio
Borrelli
,
il
22
ottobre
1993
sul
Venerdì
di
Repubblica
,
di
sé
ha
detto
:
"
Sono
un
mediocre
pianista
,
un
pessimo
cavaliere
,
un
pessimo
alpinista
,
un
dilettante
di
professione
,
ma
mi
piacciono
tante
cose
che
non
faccio
in
tempo
ad
essere
professionista
in
tutto
"
.
Chi
è
dunque
,
veramente
,
il
capo
della
procura
di
Milano
?
Un
irreprensibile
e
incorruttibile
uomo
di
diritto
che
ha
condotto
da
par
suo
la
rivoluzione
italiana
o
un
novello
Torquemada
che
"
non
incarcera
la
gente
per
farla
parlare
,
ma
la
scarcera
dopo
che
ha
parlato
"
o
,
forse
,
un
piccolo
Vishinskij
che
si
domanda
"
se
in
fondo
sia
proprio
così
scandaloso
chiedersi
se
lo
choc
della
carcerazione
preventiva
non
abbia
prodotto
risultati
positivi
"
.
Borrelli
non
poteva
che
indossare
la
toga
.
Figlio
e
nipote
di
magistrati
ha
la
vocazione
per
le
aule
di
giustizia
fin
da
bambino
:
"
Avevo
tre
o
quattro
anni
,
quando
dicevo
:
'
Voglio
fare
il
magistrato
'
"
,
confidò
a
Enzo
Biagi
nel
maggio
del
1992
,
poco
dopo
l
'
affaire
Chiesa
.
Una
carriera
che
ha
radice
nell
'
ambiente
familiare
:
il
padre
,
Manlio
,
è
stato
il
primo
presidente
della
Corte
d
'
appello
di
Milano
e
buon
amico
di
quell
'
Oscar
Luigi
Scalfaro
cui
Francesco
Saverio
il
primo
maggio
di
tre
anni
fa
si
mise
a
disposizione
per
un
"
servizio
di
complemento
"
.
Borrelli
comincia
così
a
respirare
l
'
aria
di
Palazzo
di
giustizia
,
ma
come
in
questi
aspri
giorni
di
polemica
contro
la
classe
politica
,
era
solo
.
Almeno
così
,
lui
stesso
,
ha
detto
sempre
a
Biagi
:
"
Non
avevo
e
per
lungo
tempo
non
ho
avuto
amici
"
.
Oggi
,
così
come
all
'
inizio
della
carriera
,
è
tornato
ad
essere
solo
.
Ha
ricevuto
,
è
vero
,
la
solidarietà
della
sua
procura
,
ma
gli
osservatori
attenti
non
si
sono
lasciati
sfuggire
che
essa
è
stata
affidata
ad
Armando
Spataro
e
Ferdinando
Pomarici
e
non
per
esempio
a
Gherardo
Colombo
o
Gerardo
D
'
Ambrosio
.
Sembrano
finiti
i
tempi
d
'
oro
di
Mani
pulite
,
sotto
il
Palazzo
di
giustizia
di
Milano
non
si
convocano
più
cortei
al
grido
"
Borrelli
facci
sognare
"
,
e
chi
si
azzarda
a
organizzarne
ancora
qualcuno
non
raccoglie
che
poche
decine
di
manifestanti
.
Le
dichiarazioni
dello
scorso
week
end
rivolte
al
leader
dell
'
opposizione
parlamentare
Silvio
Berlusconi
(
"
Non
posso
più
polemizzare
con
un
imputato
"
)
,
hanno
lasciato
il
segno
anche
tra
i
suoi
colleghi
.
E
una
buona
dose
di
nervosismo
comincia
a
serpeggiare
.
Da
una
parte
c
'
è
il
sostituto
Edmondo
Bruti
Liberati
che
a
Repubblica
dice
:
"
Saverio
ne
ha
fatta
un
'
altra
delle
sue
.
Non
c
'
è
un
progetto
,
non
ci
sono
dietrologie
da
fare
.
Semplicemente
,
lui
è
un
timido
.
Se
viene
preso
all
'
improvviso
,
faccia
a
faccia
,
il
rapporto
con
i
media
non
lo
sa
gestire
.
È
da
un
pezzo
che
voglio
regalargli
un
libretto
americano
che
spiega
come
deve
comportarsi
un
magistrato
di
fronte
ai
microfoni
"
;
e
dall
'
altra
c
'
è
Nando
Dalla
Chiesa
che
,
pur
condividendo
i
timori
di
un
riequilibrio
dei
rapporti
magistratura
-
politica
a
favore
di
quest
'
ultima
,
sottolinea
che
lui
quella
frase
su
Berlusconi
non
l
'
avrebbe
pronunciata
.
Borrelli
,
poi
,
deve
incassare
gli
altolà
del
Pds
(
"
Non
può
comportarsi
come
un
macchinista
dei
Cobas
"
)
,
i
distinguo
di
Elena
Paciotti
,
presidente
dell
'
Anm
.
E
anche
il
preannuncio
dell
'
azione
disciplinare
da
parte
del
Guardasigilli
,
nonostante
Giovanni
Maria
Flick
sia
un
grande
amico
del
pm
milanese
con
il
quale
condivide
la
passione
per
la
cacciagione
e
la
polenta
consumate
insieme
nei
ristoranti
di
Courmayeur
.
L
'
unicità
delle
carriere
ha
permesso
a
Francesco
Saverio
Borrelli
di
svolgere
agli
inizi
della
sua
il
ruolo
di
giudice
:
prima
magistrato
civile
alla
sezione
fallimentare
e
in
Corte
d
'
appello
,
poi
penale
al
Tribunale
e
in
Corte
d
'
assise
.
In
seguito
è
passato
alla
pubblica
accusa
,
come
sostituto
procuratore
.
Tiziana
Maiolo
oggi
deputato
di
Forza
Italia
,
allora
era
cronista
giudiziario
a
Palazzo
di
giustizia
per
il
Manifesto
e
lo
ricorda
come
un
uomo
in
grigio
:
"
Era
assolutamente
incolore
,
con
nessuna
visibilità
,
molto
riservato
.
Una
persona
,
anche
cortese
,
che
nelle
sue
inchieste
teneva
un
profilo
basso
"
.
Insomma
un
Borrelli
diverso
da
quello
che
abbiamo
imparato
a
conoscere
in
questi
cinque
anni
.
Uomo
di
sinistra
,
ma
non
di
stretta
osservanza
Pci
,
Borrelli
fu
tra
i
fondatori
,
anche
se
non
di
primo
piano
,
di
Magistratura
democratica
,
la
corrente
togata
più
progressista
all
'
interno
del
Csm
.
Anche
lì
,
ricorda
chi
lo
frequentava
,
stava
ai
margini
e
non
faceva
parte
di
nessuna
delle
due
anime
di
Md
,
non
si
schierava
né
con
i
magistrati
più
fedeli
alla
linea
del
partito
comunista
né
con
i
garantisti
dell
'
ala
extraparlamentare
.
L
'
essere
di
sinistra
non
gli
impedì
di
riconoscere
innocenti
i
carabinieri
che
travolsero
e
uccisero
,
a
bordo
di
un
blindato
,
Giovanni
Zibecchi
,
il
militante
del
Movimento
studentesco
,
che
a
Milano
,
in
corso
Ventidue
marzo
,
si
apprestava
ad
assaltare
la
vicina
sede
del
Movimento
sociale
.
Chi
ha
seguito
la
sua
carriera
fin
dall
'
inizio
sostiene
che
in
quell
'
episodio
ci
sia
il
vero
Borrelli
,
la
sua
cultura
giuridica
e
professionale
:
praticamente
la
stessa
che
ha
ispirato
gli
anni
di
Mani
pulite
.
La
responsabilità
dei
militari
dell
'
Arma
sembrava
pressoché
certa
,
ma
la
strategia
di
emergenza
,
sia
politica
sia
giudiziaria
,
contro
il
terrorismo
suggeriva
una
certa
cautela
.
E
Borrelli
stava
molto
attento
quando
affrontava
certi
temi
.
Il
suo
approccio
di
tipo
emergenziale
negli
anni
dell
'
antiterrorismo
sembra
quasi
un
'
anticipazione
,
mutatis
mutandis
,
dello
svolgimento
delle
inchieste
contro
la
corruzione
.
La
filosofia
,
per
molti
aspetti
,
è
analoga
:
oggi
come
allora
si
deve
combattere
il
fenomeno
più
che
perseguire
i
singoli
reati
,
e
se
talvolta
si
calpestano
alcune
garanzie
non
è
importante
:
quello
che
conta
è
il
risultato
finale
.
L
'
inchiesta
Mani
pulite
,
poi
,
agli
occhi
di
Borrelli
appare
in
linea
con
la
"
volonté
générale
"
.
Nelle
interviste
che
quotidianamente
per
cinque
anni
ha
rilasciato
ai
giornali
,
Borrelli
cita
sempre
la
consonanza
sua
e
del
suo
ufficio
con
la
società
civile
e
l
'
opinione
pubblica
.
Il
16
maggio
'93
a
dice
a
Panorama
di
essere
stato
"
un
notaio
o
esecutore
di
qualcosa
che
stava
succedendo
fuori
dal
Palazzo
di
giustizia
"
.
L
'
inebriante
aria
dell
'
Inchiesta
Eppure
prima
di
respirare
l
'
inebriante
aria
di
consenso
intorno
a
Mani
pulite
,
Borrelli
era
il
ritratto
del
pubblico
ministero
poco
loquace
e
molto
equilibrato
.
Del
suo
passato
al
tribunale
fallimentare
,
un
ambiente
che
secondo
alcuni
meriterebbe
più
attenzione
,
nessuno
ricorda
grandi
battaglie
moralizzatrici
.
L
'
esatto
opposto
del
pubblico
accusatore
alla
Di
Pietro
"
efficace
,
diretto
,
aggressivo
e
chiassoso
"
,
come
più
tardi
lo
stesso
Borrelli
-
annota
Giancarlo
Lehner
in
"
Autobiografia
non
autorizzata
di
un
inquisitore
"
-
auspica
sia
il
moderno
pm
.
Secondo
alcuni
,
Borrelli
avrebbe
lasciato
Md
per
ragioni
di
opportunità
.
La
sponda
dei
socialisti
si
sarebbe
prestata
meglio
a
un
avanzamento
di
carriera
.
Alla
fine
degli
anni
Ottanta
,
da
sostituto
procuratore
arriva
ad
assumere
il
ruolo
di
capo
della
procura
di
Milano
.
Ma
dal
1988
al
1992
,
priva
di
quel
sostegno
della
gente
che
arriverà
poi
,
la
procura
non
porta
avanti
fino
in
fondo
nessuna
inchiesta
importante
contro
la
politica
e
l
'
amministrazione
pubblica
.
In
un
forum
pubblicato
dal
Giornale
di
Indro
Montanelli
,
Borrelli
spiega
che
non
c
'
era
il
consenso
necessario
per
aggredire
la
classe
dirigente
del
paese
.
Così
alcuni
filoni
,
affittopoli
e
nettezza
urbana
,
vengono
abbandonati
e
non
sono
affrontati
con
quello
stesso
piglio
inquisitorio
di
cui
più
tardi
godrà
l
'
inchiesta
Mani
pulite
.
A
un
certo
punto
,
su
iniziativa
di
Ilda
Boccassini
,
la
procura
si
concentra
sulla
Duomo
connection
,
un
'
inchiesta
tesa
a
dimostrare
le
mani
della
mafia
su
Palazzo
Marino
.
Le
indagini
sfiorano
Paolo
Pillitteri
,
ma
si
risolvono
nell
'
accusa
e
nella
condanna
dell
'
assessore
Attilio
Schemmari
.
Dopo
il
processo
Boccassini
sbatte
la
porta
e
lascia
Milano
per
Palermo
.
Poi
arriva
la
stagione
delle
Mani
pulite
che
Borrelli
si
trova
a
gestire
grazie
all
'
irruenza
di
un
suo
sostituto
,
Antonio
Di
Pietro
.
A
poco
a
poco
,
capisce
che
il
clima
è
cambiato
e
presta
la
sua
fine
mente
politica
al
servizio
dell
'
inchiesta
e
ne
diventa
lo
stratega
.
Borrelli
è
consapevole
che
per
andare
avanti
,
almeno
in
un
primo
momento
,
deve
trovare
una
sponda
su
una
parte
del
mondo
politico
.
Pds
e
Msi
lo
appoggiano
.
E
chi
come
Tiziana
Parenti
rischia
di
rompere
questo
legame
indiretto
finisce
per
lasciare
il
pool
.
Man
mano
che
l
'
inchiesta
procede
,
lo
scontro
con
i
politici
si
fa
sempre
più
duro
.
Quando
il
ministro
della
Giustizia
Giovanni
Conso
,
il
6
marzo
1993
,
presenta
la
proposta
di
soluzione
politica
di
Tangentopoli
,
parte
il
"
non
expedit
"
di
Borrelli
e
il
decreto
viene
affossato
.
Qui
nasce
il
Borrelli
interventista
e
da
allora
qualsiasi
proposta
nasca
in
Via
Arenula
,
con
Alfredo
Biondi
,
Filippo
Mancuso
o
Vincenzo
Caianiello
,
è
sempre
scontro
.
Il
20
dicembre
'93
,
pochi
mesi
prima
delle
elezioni
che
avrebbero
portato
Berlusconi
a
Palazzo
Chigi
,
Borrelli
rilascia
una
dichiarazione
che
suona
come
un
messaggio
ai
partiti
che
cominciano
a
prepararsi
per
la
campagna
elettorale
:
"
Chi
sa
di
avere
scheletri
nell
'
armadio
,
vergogne
del
passato
,
apra
l
'
armadio
e
si
tiri
da
parte
.
Tiratevi
da
parte
prima
che
arriviamo
noi
,
dico
io
.
Quelli
che
si
vogliono
candidare
,
si
guardino
dentro
.
Se
sono
puliti
,
vadano
avanti
tranquilli
"
.
Un
mese
prima
delle
elezioni
viene
arrestato
il
fratello
del
leader
di
uno
dei
due
schieramenti
,
Paolo
Berlusconi
;
a
pochi
giorni
dal
voto
partono
gli
ordini
di
custodia
cautelare
per
sei
manager
Publitalia
,
tra
cui
Marcello
Dell
'
Utri
.
Ma
l
'
apice
viene
raggiunto
quando
Borrelli
invia
a
Berlusconi
un
preavviso
di
garanzia
a
mezzo
stampa
.
Il
consenso
popolare
però
non
gli
manca
mai
.
Il
suo
vero
cruccio
è
occupare
la
poltrona
di
presidente
della
Corte
d
'
appello
quella
che
fu
del
padre
,
perché
Borrelli
a
differenza
di
altri
non
è
un
magistrato
che
cerca
potere
fuori
dall
'
ordine
giudiziario
.
Nel
marzo
del
'94
sembra
sul
punto
di
lasciare
la
procura
,
ma
quando
capisce
di
non
avere
i
titoli
adeguati
per
l
'
incarico
,
il
13
aprile
,
affida
a
Montanelli
la
promessa
che
la
sua
battaglia
contro
la
corruzione
continuerà
"
Resto
in
trincea
,
rinuncio
alla
Corte
d
'
appello
"
.
Il
vicepresidente
del
Csm
,
Giovanni
Galloni
,
commenterà
:
"
Macché
rinuncia
,
a
quel
ruolo
lui
non
può
aspirare
.
Ce
ne
sono
altri
prima
di
lui
e
gliel
'
ho
anche
spiegato
"
.
I
tempi
eroici
ora
sono
finiti
e
l
'
appoggio
dell
'
opinione
pubblica
non
è
così
acritico
come
un
tempo
.
E
,
come
se
non
bastasse
,
la
politica
tenta
di
rialzare
la
testa
dopo
anni
di
sottomissione
.
"
Borrelli
ormai
è
un
estremista
emarginato
-
dice
Tiziana
Maiolo
-
Elena
Paciotti
l
'
ha
spodestato
nel
ruolo
politico
di
interlocutore
della
Bicamerale
"
.
E
Maiolo
non
è
l
'
unica
a
pensare
che
le
ultime
dichiarazioni
segnino
la
fine
del
Borrelli
politico
.
La
Repubblica
,
solitamente
bene
informata
sul
pool
,
scrive
:
"
Ci
si
domanda
se
dietro
queste
asprezze
non
ci
sia
una
certa
stanchezza
,
la
sua
sfiducia
nelle
prospettive
,
forse
addirittura
la
ricerca
di
una
uscita
di
scena
in
bellezza
"
.
StampaPeriodica ,
Senza
dubbio
uno
sbarco
in
territorio
nemico
è
sempre
un
'
operazione
difficile
;
e
può
darsi
che
sia
difficilissima
in
Inghilterra
;
ma
non
è
impossibile
.
Che
cosa
lo
rese
impossibile
dal
giorno
in
cui
fu
disfatta
l
'
Invincibile
Arrnada
fino
alla
guerra
mondiale
?
Il
fatto
che
l
'
Inghilterra
tenne
sempre
il
dominio
del
mare
.
Per
invadere
l
'
Inghilterra
bisognava
battere
la
flotta
inglese
;
e
la
flotta
inglese
fu
per
tre
secoli
e
mezzo
invincibile
.
Che
cosa
lo
rende
possibile
oggi
?
Il
fatto
che
la
flotta
inglese
non
riesce
più
a
tenere
il
mare
in
prossimità
di
coste
nemiche
.
La
minaccia
terribile
dell
'
arma
aerea
ha
reso
per
essa
inabitabile
proprio
quel
mare
che
fu
per
secoli
il
suo
immediato
dominio
,
proprio
quel
mare
in
cui
si
deve
decidere
la
sorte
dell
'
Inghilterra
.
Se
si
vuole
,
si
può
ancora
dire
che
essa
domina
i
mari
,
nel
senso
che
non
esiste
,
oggi
,
altra
flotta
che
possa
tenere
testa
ad
essa
.
Ma
è
una
strana
dominatrice
,
codesta
flotta
,
che
è
condannata
a
starsene
rintanata
nei
suoi
rifugi
,
sotto
pena
di
subire
perdite
spaventose
appena
tenti
di
uscirne
.
Subito
dopo
l
'
avvento
al
potere
del
nazionalsocialismo
,
la
Germania
cominciò
a
ricostruire
la
sua
aviazione
.
Due
anni
fa
,
all
'
epoca
di
Monaco
,
si
seppe
che
aveva
raggiunto
una
schiacciante
superiorità
aerea
sulle
due
Potenze
occidentali
messe
insieme
.
Ciò
non
ostante
,
mai
il
pubblico
inglese
.
Oggi
le
demo
-
plutocrazie
biascicano
prosternate
ai
piedi
dell
'
altare
della
"
forza
"
le
più
untuose
preghiere
,
ripugnanti
ed
inutili
.
Gli
Stati
totalitari
invece
battono
col
martello
della
"
violenza
"
sulla
incudine
della
gloria
.
Là
una
eterea
speranza
di
difendere
con
accanimento
ciò
che
si
vuoi
conservare
e
non
si
vuoi
perdere
:
qui
un
'
incrollabile
fede
di
combattere
con
ardore
e
baldanza
contro
chi
è
indegno
di
additare
la
strada
ai
popoli
.
Là
l
'
estrema
illusione
che
la
civiltà
sia
"
una
"
ed
infinitamente
progressiva
;
qui
l
'
inconcussa
fiducia
che
il
mondo
è
lo
sfacelo
di
una
civiltà
sotto
i
colpi
messianici
di
una
nuova
.
Là
,
in
conclusione
,
l
'
impeto
dominato
dalla
intelligenza
che
diviene
spesso
brutalità
senza
intelligenza
:
qui
l
'
impeto
violento
che
è
intelligenza
.
L
'
esito
della
guerra
che
infiamma
ora
il
mondo
non
è
per
noi
dubbio
.
Giunti
a
quello
che
i
fisici
chiama
-
no
il
punto
morto
,
non
si
poteva
troppo
a
lungo
procrastinare
la
soluzione
che
s
'
imponeva
in
termini
perentori
,
soluzione
raggiungibile
con
"
lo
spintone
della
violenza
"
e
che
ha
questo
nome
:
vittoria
degli
Stati
totalitari
...