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StampaPeriodica ,
1 . Noi vogliamo l ' organizzazione graduale della società in associazioni professionali corporative , autonome , generale ed ufficiali . Tutti i cittadini appartenenti alla stessa professione o a gruppi di professioni analoghe si riuniscano insieme , conservando individualmente la loro funzione economica ( padroni o imprenditori , operai , impiegati , apprendisti , disposti in gruppi distinti , e organicamente collegati per mezzo di commissioni miste in parti eguali o proporzionali ) per trattare insieme e regolare i rapporti reciproci e tutelare gli interessi comuni . Perciò chiediamo che lo Stato e tutti gli enti pubblici minori favoriscano in tutti i modi questa tendenza all ' organizzazione corporativa , specialmente lasciando piena libertà e dando il riconoscimento giuridico alle Unioni professionali che sotto l ' azione dell ' iniziativa privata verranno formandosi . 2 . Noi vogliamo la rappresentanza proporzionale dei partiti nei consigli dei comuni e della nazione , come forma superiore di lealtà politica e come avviamento alla rappresentanza proporzionale degli interessi , che sarà la portata dell ' organizzazione sociale corporativa . 3 . Noi vogliamo il referendum e il diritto d ' iniziativa popolare . 4 . Noi vogliamo un largo decentramento amministrativo come avviamento all ' effettiva autonomia comunale e regionale contemperata colle esigenze strettamente nazionali dello Stato . 5 . Noi vogliamo una legislazione efficacemente protettrice del lavoro : la limitazione del lavoro notturno e del lavoro delle donne e dei fanciulli ; il riposo festivo obbligatorio ; l ' assicurazione contro gli infortuni , per le malattie e la vecchiaia ; la determinazione della giornata massima di lavoro e del minimum di salario . Noi chiediamo che l ' applicazione pratica di queste regole generali stabilite dalla legislazione , la disciplina effettiva e tecnica del lavoro , siano affidate ai corpi professionali corporativi . 6 . Noi vogliamo una seria tutela ed un efficace sviluppo delle classi e degli interessi agricoli ; della piccola proprietà , anche con la creazione di beni di famiglia , di monti frumentari , ecc . , delle proprietà collettive e specialmente comunali ; una legislazione razionale sui contratti agrari ; la diffusione dell ' istruzione agraria ; l ' istituzione di camere d ' agricoltura e di un probivirato agricolo . 7 . Noi vogliamo una seria tutela ed un efficace sviluppo delle classi e degli interessi industriali e commerciali ; dell ' istruzione professionale popolare ; delle istituzioni cooperative di produzione , di consumo , di credito ; delle associazioni di mutuo soccorso e per la costruzione di case operaie . Chiediamo la creazione di un ministero del Lavoro e di camere professionali , nonché lo sviluppo del probivirato industriale . Vogliamo la tutela e lo sviluppo della Marina mercantile e la creazione di sbocchi al commercio . 8 . Noi vogliamo una forte diminuzione progressiva delle spese militari e degli altri oneri pubblici ; economie in tutti i servizi improduttivi della burocrazia amministrativa . 9 . Noi vogliamo una riforma tributaria conforme alle esigenze della giustizia distributiva e il sollievo all ' attuale esauriente regime fiscale ; l ' abolizione dei dazi di consumo e la riduzione dei dazi protettivi nei limiti strettamente richiesti dai bisogni economici nazionali , e l ' abolizione o lo sgravio delle imposte reali ; l ' istituzione di una imposta personale moderatamente progressiva ; l ' esenzione da imposte del minimum d ' esistenza . 10 . Noi vogliamo la repressione dell ' usura , dei giochi di borsa e delle speculazioni capitalistiche improduttive e dannose alla società ; la riduzione dell ' interesse legale del denaro . 11 . Noi vogliamo la tutela delle libertà civili e politiche : d ' insegnamento , di stampa , di associazione , di riunione , di coalizione ; la libertà e l ' allargamento del suffragio ; lo sviluppo della cultura nazionale e dell ' educazione religiosa e civile popolare . 12 . Noi vogliamo il disarmo generale progressivo , la fratellanza dei popoli e l ' arbitrato internazionale . Tutto questo noi vogliamo come democratici cristiani , perché le riforme che noi domandiamo corrispondono insieme alle aspirazioni di una vera democrazia e ai principi sociali del cristianesimo . Democrazia cristiana vuol dire applicazione integrale del cristianesimo , ossia del cattolicismo , a tutta la vita privata e pubblica moderna e a tutte le sue forme di progresso . Come democratici cristiani italiani poi vogliamo che cessi l ' antagonismo esistente fra le istituzioni politiche e civili del nostro paese e la Chiesa cattolica e il pontificato romano , che sono il centro storico – morale e politico – della nazione italiana . Noi vogliamo la libertà , l ' indipendenza e ogni bene civile dell ' Italia unito con la libertà e indipendenza della Chiesa . Noi invochiamo perciò nella coscienza nazionale una trasformazione che la conduca a vedere la propria missione e la garanzia migliore della propria grandezza e prosperità avvenire là dove essa è realmente : nel farsi centro e cooperatrice col pontificato di un rinnovamento universale dell ' umanità in senso cristiano e in senso popolare , nel promuovere cioè l ' avvento di quella democrazia cristiana internazionale che in forza di impellenti ascensioni sociali sarà la gloria del secolo ventesimo . Finché una simile trasformazione dello spirito pubblico italiano non sia avviata e finché duri il divieto pontificio dell ' accesso alle urne politiche , i democratici cristiani italiani , organizzati nell ' astensione politica , si ripromettono con un ' efficace opera estraparlamentare di promuovere questa nuova coscienza nel paese e di educare ed organizzare il popolo per la propria redenzione morale , politica ed economica e pel rinnovamento di tutta la vita pubblica moderna .
IL VERO FASCISMO ( - , 1921 )
StampaPeriodica ,
Dacché è cominciato il caos agrario nel cremonese , c ' è spesso accaduto di udire degli individui , che ignorano del tutto il nostro programma , dire : siamo fascisti ! Oh sì , il fascismo agrario ! Il fascismo vero è una forza spontanea composta di persone che al di sopra di tutto e di tutti vogliono il benessere della nazione e della collettività . Non può esistere un fascismo d ' occasione composto di agrari puri ... E accaduto in questi giorni che gruppi di agrari servendosi del nome fascismo si son presentati nelle cascine a reclamare ciò che dai popolari era stato loro tolto . Questo atto lo troviamo giusto , ma preghiamo gli agrari a non servirsi del nostro nome ... In virtù di questo postulato i fascisti possono intervenire contro la violenza , ma occorre che le azioni siano guidate dai singoli segretari politici ... Perciò dichiariamo agli agrari i quali hanno delle questioni in pendenza che non potranno usufruire mai del nostro intervento come paceri nelle due parti in conflitto e come giudici in caso di violenze da parte delle masse miglioline , se non sono iscritti regolarmente al fascio e conosciuti dal segretario politico ...
IL PATERACCHIO ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
Altro nome non merita l ' accordo tra il Papa e Mussolini . Entrambi i contraenti sono stati evidentemente indotti all ' intesa da passioni e da appetiti men che confessabili . Infatti , i due nuovi associati son piuttosto restii ed impacciati nello spiegare a fondo il loro gesto . Il Papa ( che è divenuto , contro ogni consuetudine ed ogni regola , loquace ) non sa a quali argomenti appigliarsi , alla luce del secolo ventesimo , per ringoiarsi , col minor scandalo , le tante sue passate dimostrazioni di liberalismo , e per giustificare la nuovissima sua tenerezza cristiana verso la banda di ciurmadori e di assassini tanto spesso condannata nei suoi sermoni e nelle sue epistole . Mussolini stenta a dire agli italiani che toglie allo Stato numerosi e ambitissimi privilegi per cederli graziosamente alla Chiesa , e che trae dalle tasche loro , sì misere , quasi due miliardi , per farsi concedere dal Papa una pubblica patente di rispettabilità . Per dissimulare l ' imbarazzo suo , il Pontefice se la prende con le dottrine liberali e si abbandona a " gaffes , " che i giornali di Europa e di America raccolgono e commentano con sogghignante compiacenza . Mussolini , impenitente venditore di fumo , si affatica a lasciar intendere , attraverso la solita stampa a rime obbligate , che la Chiesa recherà un formidabile concorso alla rapida conquista del tanto promesso " impero fascista . " Esaminato sinteticamente , nella sua vera essenza il " pateracchio laterano " non è che il resultato mostruoso di due rese a discrezione : Il Papa , seguendo l ' esempio di molti suoi predecessori , che vissero peraltro in tempi di universale barbarie , ha rinunciato ad ogni forma di ritegno spirituale e politico ; ha calpestato , senza arrossire , la legge di Cristo da lui stesso tante volte proclamata sublime per ottenere da un ribaldo , macchiato di frode e di sangue , beni materiali e concessioni giuridiche , a spese di un popolo incatenato e dissanguato ; - Mussolini , da quello sbracato avventuriero che è , ha addirittura abolito , in favore della Chiesa , le più nobili conquiste morali del Risorgimento , in fatto di libertà di coscienza e di culto , e ha pagato una somma enorme e non dovuta , perché l ' indennità concessa al Papato dalla legge delle guarantigie era prescrittibile di cinque in cinque anni . Tutte le trombe del regime squillano in patria e fuori ; il Papa , per aumentar lo strepito , fa intonar tedeum e sbatacchiar campane . Ma il gran frastuono non basta a fugar dalle menti nostrane e straniere alcune idee semplici come queste : i pateracchi son sempre stati connubi di dubbio effetto e di vita breve ; era logico che chi aveva soffocata ogni altra libertà , violentasse anche quella di coscienza , poiché si trattava di speculare su un rumoroso diversivo ; il Papa , data la lunga tradizione della Chiesa Romana , non poteva essere insensibile di fronte al reprobo che andava a Canossa , non col saio del pellegrino , ma con gran scorta di offerte e di benefizi . Così , nella farsa tragica del popolo italiano , accanto al re imbelle e spergiuro , al bieco Cesare da Carnevale , ai dignitari lerci di sangue e di vergogna , alla innumerevole schiera dei laidi staffieri e sguatteri del regime , si aggiunge un nuovo personaggio col suo degno seguito : un Papa , cui la compiacenza del caso ha risparmiato il nome di Simone . Ci batteremo il petto e ci copriremo il capo di cenere per questo ? No . Abbiamo sempre creduto che l ' ardua riconquista della libertà per gli italiani deve essere totale . Dopo la Monarchia , la Chiesa si allea alla tirannia fascista : un ' altra recluta nelle file del delitto e del disonore . Questa coalizione di forze reazionarie e sopraffatrici è stata chiamata anti - Risorgimento ; non basta , è anti - Civiltà universale e per questo più rapidamente destinata al disastro e all ' ignominia . Ci rammaricheremo noi se il Gran Prete , per più di trenta denari e per concessioni che il tempo si affretterà a cancellare , ha preso con loschi compari , la via della Rupe Tarpea ? E non gli saremo grati per aver ancora una volta e speriamo l ' ultima mostrato agli italiani che il Papato è sempre quello della bramosa e implacabile lupa dantesca ? In alto i cuori ! Il fascismo ha un nuovo alleato : un altro spergiuro in faccia a Dio . Al Dio dell ' espiazione e della vendetta .
PRECIPIZIO ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
Si può essere sicuri che in Italia non v ' è più nessuno che non veda inevitabile e fatale la catastrofe . Il paese è condannato all ' estrema rovina . Bisogna prepararvisi ; rassegnatamente , dicono taluni ; col fiero proposito di farla pagar cara , dicono i molti altri . Il gran pazzo ad ogni cambiar di stagione ne pensa una sempre più madornale , per abbagliare per distrarre per stordire i miseri quarantadue milioni di schiavi che ha messi in catena . Riesce qualche volta a inscenare un successo . Ma è un fuoco fatuo . Contro l ' avvicinarsi pauroso della resa dei conti oramai non può più nulla . Lo stesso gioco di prosternarsi un giorno al papa e un altro giorno tirargli i calci non illude nessuno : né i clericali né i liberi pensatori . Tutti si rassodano nella convinzione che si è di fronte ad un volgarissimo pagliaccio . Frattanto , come diciamo , è inevitabile e fatale la catastrofe : ogni espediente escogitato per ritardarla , non la rende che più profonda generale spaventosa . È proprio stabilito che gl ' italiani debbano essere ridotti alla miseria più nera , alla fame , all ' inanizione , perché l ' obbrobrioso regime mussoliniano crolli . Noi così detti fuorusciti , che siamo in grado di credere e di dire la verità , siamo tacciati di catastrofici . Ma non sono inventati da noi i mille fallimenti al mese , che hanno messo a terra tutto il commercio italiano . Non sono promossi da noi i settantaquattromila protesti cambiari , pure mensili , che portano la cifra annuale di queste sinistre attività dei notai e degli uscieri a un milione all ' anno . E le continue rovinose riduzioni dei capitali delle industrie ? E i prestiti a condizioni strozzinesche presso i banchieri di Wall Street ? E la paralisi quasi completa della compra vendita dei manufatti , per la indigenza della grande maggioranza degli italiani ? Le pubblicazioni dell ' attuale Ufficio di statistica , messo sotto le dirette dipendenze del Truce , sono un falso permanente . Ciononostante siccome vi sarebbe la possibile smentita delle statistiche straniere , si è costretti a dire la verità sul movimento delle esportazioni e delle importazioni . E la verità si riassume nella cifra seguente : tre miliardi di deficit da gennaio all ' aprile . Andando di questo passo , alla fine dell ' anno saremo a dieci miliardi . Nel quasi completo inaridimento dell ' industria dei forestieri , delle rimesse degli emigrati e degli introiti per noli , come si fa fronte a questo deficit ? " Con l ' acquisto delle divise pregiate " dicono incoscientemente i giornali del regime ; cioè , vale a dire , con lo spendere gli ultimi quattrini che si hanno negli istituti di credito . Il che significa avviarsi alla bancarotta . Infatti le ultime notizie recano che nel mese di aprile vi è stata una riduzione nella riserva aurea della Banca d ' Italia di 435 milioni . Dal gennaio 1928 all ' aprile 1929 tale riserva è discesa da 12 a 10 miliardi . Non occorrono illustrazioni o commenti . Queste semplici cifre valgono per cento discorsi imbroglioneschi dell ' adiposo Mosconi , il quale , del resto da qualche tempo ha perso la parola , occupato com ' è a trovare la possibilità di pagare la cedola semestrale del debito pubblico in scadenza alla fine del corrente giugno . E poi venga il Truce a dirci che dobbiamo smetterla con la letteratura catastrofica sulle cose d ' Italia .
PARTITA APERTA... ( - , 1921 )
StampaPeriodica ,
Il signor Caporali , il coraggioso sciacallo corrispondente dell ' Avanti ! , l ' avv . Chiappari , che continua ad imbastire denunce contro i fascisti , la troupe Pozzoli , Bernamonti , che vanno tentando di inquadrare gli arditi della " fifa , " il maestro Sasdelli , il Verzeletti ed altri che continuano ad aizzare i loro tesserati contro di noi sappiano che noi li teniamo responsabili di ogni ulteriore provocazione , sappiano che ogni oltraggio a un nostro capo deve essere dai fascisti energicamente vendicato . Quando domani poi delle bastonate troveranno dei crani deboli non si faccia almeno tanto baccano .
L'EVASIONE DA LIPARI ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
Dopo dieci giorni dall ' avvenimento che lo ha riempito di rabbioso stupore e di paura , il governo fascista ha dato , in tre righe , attraverso un comunicato Stefani , l ' annuncio dell ' evasione di tre deportati antifascisti dall ' isola di Lipari . Esso avrebbe preferito mantenere il silenzio : per non confessare implicitamente un formidabile smacco e per non dare agl ' italiani un motivo inaspettato di giubilo , una nuova speranza incitatrice . Ma tacere non era più possibile , dopo che tutti i giornali del mondo e in prima linea quelli inglesi , nordamericani e sudamericani avevano pubblicato con gran rilievo di titoli e con suggestivi dettagli , la notizia dell ' evasione ; indicandola come magnifica prova di ardimento , di tenacia , di organizzazione , come segno della indomabile volontà di lotta del popolo italiano rappresentato , nelle sue migliori virtù , nel suo bisogno e nella sua capacità di liberazione , dai tre evasi contro il regime di dittatura . Di fronte a questo atteggiamento della stampa internazionale , richiamata dal valore morale e politico dell ' episodio a considerare , sotto l ' apparenza di un ordine ch ' è frutto della violenza , l ' assurdità antistorica e antiumana della situazione italiana ; e di fronte alla certezza che la notizia , superando tutte le barriere innalzate tra l ' Italia e il mondo , tra italiani e italiani , dal terrore fascista , si sarebbe diffusa nel paese come , al tempo delle dominazioni straniere , si diffondeva ogni voce d ' insuccesso nemico , il governo fascista ha dovuto diramare alla stampa , con l ' ordine di pubblicarlo coi caratteri più modesti e nell ' angolo più nascosto , il comunicato che si limita a dire i nomi degli evasi . Ma bastano quei nomi per far intendere la straordinaria importanza dell ' avvenimento . Si tratta di tre giovani , gagliarde forze dell ' antifascismo che per la causa della libertà italiana hanno affrontato il carcere e l ' esilio ; che nel lungo periodo della loro prigionia , meditativa insieme ed attiva , sottoponendo a un processo di rielaborazione critica le ragioni lontane e immediate dell ' usurpazione fascista , i metodi e i risultati della lotta antifascista , le profonde forze , le capacità e le possibilità del popolo italiano , hanno fortemente educato volontà e coscienza ai problemi della riscossa , alle valutazioni e alle esigenze della nuova realtà che dovrà erompere sulle rovine della tirannide ; e che , dopo una lunga preparazione , prova di lucidissima ostinata pazienza , e attraverso un atto temerario , prova non necessaria ma stupenda dello spirito di decisione e di ardimento , hanno saputo sottrarsi alla sorveglianza armata di un esercito di carcerieri per restituirsi alla battaglia , accanto ai compagni di esilio , che sono , e sempre più saranno , compagni di trincea . Emilio Lussu è l ' eroico reduce di guerra , capo del partito sardo di azione , lottatore silenzioso e indomabile , che assalito nella sua casa da un ' orda di camicie nere , si difende solo e abbatte un aggressore , mettendo in fuga tutti gli altri . Assolto dai magistrati per legittima difesa assoluzione reclamata ed imposta , non tanto da elementari ragioni di giustizia , che in regime fascista non contano , quanto dalla concorde opinione pubblica dell ' isola , che in lui si esalta come nel suo figlio più degno è inviato dopo un anno di carcere a domicilio coatto . Carlo Rosselli , ex valoroso combattente anche lui , ha già legato il suo nome , nell ' ammirazione e nella riconoscenza degl ' italiani , all ' evasione di Filippo Turati e al processo di Savona : nel quale egli rivendicò , accanto a quell ' altro magnifico campione di coraggiosa e fiera nobiltà ch ' è Ferruccio Parri , tutta la responsabilità del suo gesto , tramutandosi , da accusato , in accusatore del regime , e riaffermandosi custode e continuatore delle generose tradizioni italiane della sua famiglia , ospite della quale , a Pisa , morì , sotto falso nome , Giuseppe Mazzini . Soffre un anno di carcere ; e poi viene deportato a Lipari . Francesco Fausto Nitti , volontario di guerra a 17 anni , perseguitato con maggiore accanimento per il sangue e per il nome che porta , viene relegato per il sospetto non contestato di essere l ' organizzatore ed il capo di un ' associazione segreta antifascista , prima a Lampedusa la più maledetta fra le isole maledette e poi a Lipari ; ed oppone , con incrollabile fedeltà alle tradizioni del suo sangue , ai doveri del suo nome e alla sua coscienza di militante repubblicano , il più sereno disdegno alle provocazioni dei suoi aguzzini fra cui il famigerato tenente Veronica , folle criminale , che si divertiva a straziare i deportati politici . Per circa un anno e mezzo questi tre compagni di prigionia hanno preparato , in silenzio , la loro evasione con tenacia più forte di ogni difficoltà , con volontà più forte di ogni insuccesso , con fede più forte di ogni delusione , con serietà scientifica , col più vigile senso di responsabilità . Spezzare la rete di sorveglianza e di spionaggio che circondava l ' isola e , nell ' isola , ogni deportato ; superare le molteplici trincee costituite dai moschetti dei vigili , dai riflettori disposti lungo le coste , dalle mitragliatrici e dai cannoni delle navi ; affrontare il mare vigilatissimo , mentre il battito dei remi e il rombo dei motori avrebbero facilitato agl ' inseguitori l ' implacabile caccia : tutto questo poteva sembrare follia . E , invece , è realtà : voluta e compiuta da meravigliosi ribelli , che hanno affrontato e battuto il nemico nella maggior forza di cui esso dispone : l ' organizzazione poliziesca . All ' urto di un piccolissimo gruppo di audaci , questo formidabile puntello , a cui s ' appoggia tutta l ' impalcatura del regime , è miseramente crollato . E l ' episodio assume , sotto certi aspetti , per il regime delle molteplici milizie , l ' atroce significato di una beffa . La beffa di Lipari . A Lipari , i confinati sono 500; e 400 i sorveglianti ( 200 militi fascisti , 100 agenti di polizia , 50 carabinieri , più marinai , guardie di finanza , semaforisti ecc . ) . Dodici pattuglie fisse vigilano alla cintura , e varie nell ' abitato ; senza tener conto delle pattuglie volanti . V ' è un appello quotidiano alle 8 e una visita di controllo alle 22 . In mare stazionano tre motoscafi velocissimi armati di mitragliatrici , e un mas armato di cannone . A terra e a bordo la radio collega l ' esercito dei carcerieri e dei custodi con le basi aviatorie e navali . Difficilissima , dunque , per l ' ubicazione dell ' isola e per il sistema difensivo , l ' evasione : più difficile , quando si pensi che i tre erano sottoposti a strettissima sorveglianza , e più specialmente Lussu che , nelle sue varie passeggiate , era costantemente seguito da quattro agenti di polizia . Per poter abbandonare improvvisamente , senza essere scorto , la sua casa , che dà in un dedalo di vicoli , Lussu ebbe , per un anno e mezzo , la costanza di osservare con feroce rigore un orario : evitando così che gli agenti continuassero a stazionare sempre proprio alla porta di casa . D ' altronde , si supponeva che la malattia contratta dal Lussu in carcere , e acuitasi al domicilio coatto , avrebbe reso impossibile ogni sua partecipazione a una fuga . Si aggiunga che due tentativi erano già miserevolmente falliti : il primo compiuto da quattro prigionieri , rinchiusi nelle carceri locali , fra i quali G . B . Canepa ; e il secondo dal comunista Spangaro che venne arrestato quando era già riuscito , con sforzi infiniti , squarciandosi il petto , a salire lungo la catena dell ' ancora di una nave straniera ormeggiata nel vicino porto di Canneto e che fu , per questo , condannato a tre anni di detenzione , quantunque la nave su cui si era rifugiato fosse diretta in Italia . Per rompere l ' assedio , erano necessari , oltre la disperata volontà di riuscire , un ' assoluta segretezza , un calcolo rigoroso di tutte le probabilità , una organizzazione tecnica severissimamente studiata , un ' audacia eccezionalmente serena . A queste esigenze hanno pienamente corrisposto i tre evasi e gli esuli che li hanno aiutati nella rischiosissima impresa : esuli i cui nomi potranno essere un giorno indicati all ' ammirazione degli italiani . Non ci è possibile , per intuitive ragioni , pubblicare i particolari dell ' impresa ; la quale si svolse nella notte dal 27 al 28 luglio , sotto gli occhi dei militi e dei poliziotti , in tutt ' altre faccende affaccendati . Mentre i tre , miracolosamente sfuggiti alla sorveglianza degli aguzzini , salivano a bordo , le autorità fasciste , raccolte come di consueto nella piazza del paese , sorbivano pacificamente le loro bibite al caffè . E le loro voci giungevano nitidamente agli orecchi degli evasi e dei loro amici che , per raccoglierli , si erano spinti fin sulla spiaggia . Beffa meravigliosa , che strappa italiani inermi , ma idealmente e moralmente invulnerabili , all ' artiglio di carcerieri formidabilmente armati e apporta all ' emigrazione antifascista il contributo di energie e di esperienze ripetutamente selezionate . Ecco perché la liberazione dei tre ardimentosi ( i quali , attraverso le interviste loro domandate dai più importanti giornali del mondo , hanno riproposto all ' opinione pubblica internazionale la questione dei confinati , in tutta la sua mostruosità giuridica ed umana ) preannuncia , nella nostra volontà e nella nostra fede , più rapida e luminosa e sicura , la liberazione di tutti gli italiani .
MUSSOLINI ( - , 1921 )
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Mussolini si è dimesso : era naturale ! Congresso regionale veneto ! Congresso di Todi ! Congresso interregionale dell ' Emilia ! Dalli di qui e dalli di là , non poteva che avvenire così ! Orbene tutto questo spirito critico iconoclasta non è per nulla disciplina ! Questo voler misurare Mussolini col metro di Marsich , d ' Oviglio e di Grandi è poco persuasivo e poco accorto : anzi è segno che tanta brava gente non ha capito nulla né ha il senso politico della disciplina . Tutta questa gente confonde la parola e il significato di " squadre d ' azione " con " partito politico " ; confonde il significato di " tregua " con quello di " alleanza " ; crede di vedere lontano ... mentre il solo che vede lontano in questo momento è proprio Mussolini , il quale dopo aver tagliato le radici al bolscevismo tende ad isolare il comunismo . Siate contenti umane genti al quia ! Non vogliate precipitare giudizi , convegni , congressetti e congiure ! Chi vi dice che la visuale di Mussolini ora non coincida e corrisponda con l ' angolo visuale di D ' Annunzio ? Discutere di opportunità e di tattica quando , non si ha sotto mano tutto il materiale e tutti gli strumenti delicatissimi per misurarlo è fuori luogo e vano sforzo ! E chi contraddice Mussolini nel proposito di voler mutare il fascismo da movimento in partito è uomo che non sente i tempi , che non ha concetto di nazione , che antepone la mazzetta alla conquista intellettuale .
DOPO L'EVASIONE ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
L ' assenza dei tre evasi fu notata a Lipari quasi subito . Poco dopo la partenza , la ronda notturna bussò alla porta della casa dove abitavano Lussu e Nitti . Bussa e ribussa , nessuno risponde . Il brigadiere chiama . Silenzio . " Eppure ci sono , " osserva l ' agente , " c ' è la luce . " Nuova chiamata . Silenzio . Si urla più forte . Niente . Qualche faccia di confinato e di liparuota addormentato compare alla finestra . Il brigadiere li interpella : " Ci sono o non ci sono ? " " Eh , ci saranno certo . C ' è la luce . " " Ma perché non rispondono ? " Silenzio generale . Nuove chiamate . Alla fine , il brigadiere sale , apre la porta , caccia lo sguardo nella stanza da letto . Nessuno . Stupore . Nuove chiamate . Silenzio . Una corsa per le altre stanze e poi giù a rotta di collo verso la piazzetta del paese dove ordinariamente prende il caffè il Sig . direttore , Commissario di prima , cav . Cannata . " Cavaliere , Cavaliere , " grida il brigadiere . Altre autorità gli si fanno d ' intorno e lo avvertono che Cannata è andato a Canneto ( sembra un giuoco di parole , ma è la verità ) , il vicino porto della pomice , a godersi la festa e i fuochi d ' artifizio . Fischi convenzionali vengono fatti . Le pattuglie volanti di controllo corrono . Si telefona a Cannata , si telefona alla Milizia , si telefona al Semaforo . Sopraggiunge tutta ansante per la lunga corsa la pattuglia di controllo della zona dove abita Rosselli . " Signor direttore , grida il brigadiere panciuto , Rosselli non c 'è." " Non c ' è Rosselli ? " Stupefazione generale . " Ma come ? il ' professore ' non c ' è ? Il professore sarebbe fuggito ? Ma allora è uno schifoso ipocrita questo signore . " Intanto il cielo si illumina a tratti di rosso , di verde , di giallo per effetto dei fuochi . Segnali dal castello alle pattuglie di militi di raddoppiare la vigilanza . Il maresciallo Allò uno dei più perfidi e sporchi arnesi della polizia italiana , giuocatore d ' azzardo nella sede del Fascio di Lipari , ricattatore emerito , persecutore dei confinati prende la direzione delle ricerche marittime . L ' allarme è completo alle 22,30 . Esce la flotta asmatica dei motoscafi e dei mas e si mette a trottolare intorno a Lipari sotto il muso beffardo della luna . Sopraggiunge intanto il signor cavaliere coi capelli ricciuti irti sul capo . La polizia ha identificato il luogo di partenza . C ' è una giacca di qualcuno , là , su una roccia . Arriva un pescatore e informa di aver visto passare una nave velocissima . Il mas col cannoncino che stava attentamente esplorando , coll ' aiuto del riflettore , la scogliera di partenza , forse nella speranza di poter raccogliere i miseri corpi di tre annegati , riceve l ' ordine di partire . I motoscafi intanto incrociano velocissimi . Ma non sono in grado di attraversare il Tirreno . La radio , la radio ! pensa Cannata . La radio segnali alle basi di Trapani , Messina , Augusta , Cagliari e a tutti i semafori la fuga . Ma ahimè , la radio è alle dipendenze della Marina . Bisogna chiedere prima il permesso . L ' ufficiale dorme . Via di corsa a svegliarlo . Ottenuto il permesso , gli S.O.S. di Cannata , solcano lo spazio in cerca di qualche pietoso ricevitore . Ma nessuna stazione raccoglie il disperato richiamo . Tutti dormono o sono a spasso . Non per nulla fu scelta la sera di un sabato ... Intanto , la notizia strabiliante invade tutto il paese . È un correre di qua e di là , un parlottare , un almanaccare , un ammiccare , che ci vorrebbe la penna di Manzoni per descriverlo . Il mas tornò nella notte . Aveva incontrato una nave che disse ( veramente lo disse il capitano ) d ' aver scorto un motoscafo indemoniato . Ma avvertì che era inutile inseguirlo perché era passato da più di due ore e correva troppo . Il maresciallo del mas , per nulla entusiasta di quella pazza corsa dopo un così buon pranzetto , e probabilmente per nulla infelice al pensiero che tre confinati avessero preso il volo , non ebbe dubbi . Accettò senz ' altro la versione e fece macchina indietro . Notte di angoscia al quartier generale di Cannata . Si raddoppiano i messaggi radio , ma tutto è inutile . Tutto tace . Si telegrafa in cifra a Roma . S . E . Michelino viene svegliato . Ve la immaginate la scena ? Il fulmine di guerra ( non è uno dei quadrumviri ? ) si attacca al telefono e impartisce ordini napoleonici . Preghiera particolare ai tonni e alle balene di insidiare la corsa della navicella fantasma . Dopo di che il buon Michelino spegne il lume e si caccia sotto le coperte , divertendosi a immaginare le bestemmie del padrone all ' indomani . A Lipari , intanto , la notizia si sparge per tutto il paese , penetra anche nelle case e nei cameroni dei confinati . Alle 6 del mattino , sono in molti a girare con aria volutamente fessa . I confinati si interpellano a vicenda , si scambiano a bassa voce le impressioni , qualche sorrisetto ironico non riesce a occultarsi . Tutti sono lieti , tutti sperano che almeno questa volta vada bene . Le notizie più incredibili si diffondono . Ecco che cominciano i soliti bene informati a spararle grosse . Si parla di un telegramma da Tunisi che invita a sospendere le ricerche , poi si racconta che Nitti , proprio Nitti , è venuto a salvare il nipote in persona , che al largo stazionava un idrovolante ecc . I liparesi , buona gente in fondo , partecipano alla gioia comune . Si aspetta che il milite sia passato o l ' agente di fazione sia voltato , per parlare della cosa . Il vecchio giornalaio , brutto tipo di ex coatto usuraio , per propiziarsi i clienti confinati , dichiara di non rimpiangere neppure i cinque giornali quotidiani di Rosselli . Il partito anti Saltalamacchia ( il vecchio podestà recentemente defenestrato ) e quindi anti Cannata ( amico del podestà ) esulta dell ' evasione riuscita come di una vittoria propria . Si perquisiscono minutamente le abitazioni di Ferruccio Parri , di Carlo Silvestri , di Ermanno Bartellini . Si vorrebbe sapere come quei tre accidenti di Lussu , Nitti , Rosselli hanno potuto mettersi d ' accordo coi vili fuorusciti . Le perquisizioni naturalmente danno esito negativo . Alle 11 arriva nel porticciuolo l ' Etna , il piroscafo che fa il servizio Milazzo - Lipari . Ne discendono il vice - questore di Messina e un alto ufficiale dei carabinieri , annunciatori di visite più illustri . Il vicequestore viene condotto sul luogo del misfatto . Quando si avvede che la partenza è avvenuta a cento metri dal centro del paese , proprio sotto il naso dei 400 sorveglianti , il signor vicequestore non può trattenersi e dichiara al satellite Cannata : " Non mancava altro che li accompagnaste voi . " Il povero Cannata abbassa il viso e maledice il giorno in cui ebbe la malaugurata idea di entrare nella P . S . I poliziotti , rimasti malissimo , squadrano torvi i confinati , pronti ad arrestarli al minimo sorriso evidente . Soprattutto scornato un famoso brigadiere , di nome Cacciola , che i confinati chiamano per burla Javert . Era addetto in particolar modo alla sorveglianza dell ' abitato e di Lussu . Ogni qualvolta Lussu passava , lo squadrava in tutti i sensi . Usava girare a lento passo per il paese , con un giornale dinanzi al viso per darsi un contegno indifferente , ma di tanto in tanto , al disopra del giornale , comparivano due occhi fulminanti . Ora anche Cacciola è un po ' in ribasso . La roba di Lussu e di Nitti fu sequestrata , mentre la casetta di Rosselli veniva piantonata . Rosselli , per sfottere la polizia , lasciò nel cassetto parecchie lettere di solidarietà scrittegli da inglesi , dopo il processo di Savona . Si può immaginare la faccia di Cannata quando qualche liparese di ritorno dall ' Australia glie le avrà tradotte in stile liparuota ...
PAPA E RE ( - , 1878 )
StampaPeriodica ,
Argomento per noi di massimo sconforto per l ' avvenire del liberalismo in Italia è la quasi unanimità di cui dànno prova in questi giorni gli organi principali della stampa italiana , nell ' invocare che fanno , come beneficio massimo per il nostro paese , l ' elezione d ' un Papa che voglia conciliarsi con lo Stato italiano , e che accettando i fatti compiuti lasci libero ai cattolici di gettarsi con coscienza tranquilla in mezzo alle nostre lotte politiche . Strana contraddizione è questa ! Tutti riconoscono la follìa delle illusioni quarantottesche di un possibile governo liberale dei preti , di una possibile conciliazione nella stessa persona delle due qualità di buon Papa dal punto di vista ecclesiastico e di buon re dal punto di vista civile e liberale . Tutti vi dicono che non si capisce come già allora , nel 1848 , non apparisse a tutti evidente che la Chiesa cattolica poggiandosi sul domma , ed organizzata a gerarchia con governo autocratico , non poteva affatto coordinarsi con un governo civile che posi sul principio elettivo , e che abbia per ragion di essere la esplicazione di tutte le libertà , di quella di pensiero , di coscienza e di parola quanto di ogni altra più strettamente politica . Ma queste cose che sono chiare a tutti quando si tratti del '48 e del governo teocratico degli Stati pontifici fino al 1870 , non sarebbero dunque più vere per l ' Italia dal '70 in poi , dopo che la Chiesa ha proclamato il Sillabo ed eretto a domma l ' infallibilità papale , e ciò soltanto perché l ' autorità monarchica non è più riunita nella stessa persona con l ' autorità papale ? Dunque quella conciliazione tra le due istituzioni che non sarebbe assolutamente possibile quando fossero rappresentate dallo stesso individuo , diventerebbe per la sola divisione delle persone , naturale e desiderabile per ogni verso ! E come ciò ? Noi non giungiamo davvero a capirlo . Forse perché il Pontefice non è più egli stesso re , dunque deve poter ammettere la libertà di coscienza , di pensiero e di parola , e quindi di propaganda anche nell ' errore . È assurdo il supporlo , ammenoché si voglia ritenere che il nuovo Pontefice voglia e possa trasformare la Chiesa romana in Chiesa nazionale , e sé in un arcivescovo primate d ' Italia , valendosi della propria infallibilità per negare l ' infallibilità stessa , e facendo un falò del Sillabo e dei canoni della Chiesa . Quello che potrà avvenire sarà , bensì , che il Papa , cioè a dire la Chiesa cattolica romana , accetti di fare , per ora e per necessità , una croce sulla questione del poter temporale , e che non accettando , ma valendosi delle nostre libere istituzioni , entri nella lotta con tutte le sue forze , nazionali e forestiere , al solo ed unico scopo di distruggere o snaturare quelle stesse istituzioni , non appena si fosse impadronita del potere . Fin dal primo numero della « Rassegna » noi dichiarammo apertamente il nostro pensiero a questo proposito . Noi temiamo ogni e qualunque conciliazione tra il nostro governo e il Papato , perché non crediamo che la Chiesa romana con tutte le sue forze sia oramai più da paventarsi in quanto combatta la nostra costituzione a Stato nazionale , ma invece riteniamo fermamente che ella sia la nemica peggiore e più temibile di quello che , secondo l ' avviso nostro , è scopo non inferiore , e bene altrettanto inestimabile , quanto l ' indipendenza nazionale , cioè , delle nostre libertà interne , della libertà del pensiero italiano in tutte le sue forme . Se per sventura nostra il partito cattolico prendesse il di sopra in Italia , il principio della libertà individuale verrebbe soffocato dal principio dell ' autoritarismo , la ragione si sommetterebbe al Sillabo , ed il paese nostro , già così prostrato moralmente per le lunghe servitù politiche , e per l ' azione secolare dello spirito oscurantista della Chiesa romana , ricadrebbe ben presto in condizioni tali di servitù morale ed intellettuale , da far disperare di ogni possibile risorgimento avvenire , e la stella d ' Italia sarebbe tramontata per sempre . Non lusinghiamoci , a guisa di fanciulli , con stolte superstizioni di un destino fatale che debba per sua propria virtù e a dispetto dei vizi nostri e del poco nostro accorgimento , far trionfare il nostro paese di tutti gli ostacoli , e farlo procedere glorioso nelle vie della civiltà . Se non saremo savi , cadremo , come sono caduti altri popoli ; se non sapremo misurare freddamente le forze dei nostri nemici , se daremo loro battaglia prima di esser pronti , e impegnando il combattimento nello stesso nostro campo , saremo schiacciati ; se l ' Italia non saprà mantenersi libera dal giogo dei preti e dal predominio del principio autoritario che essi glorificano , l ' Italia diventerà pur troppo la terra dei morti .
ANNO SESTO ( - , 1930 )
StampaPeriodica ,
Il " Becco Giallo " inizia il suo sesto anno di vita il quarto di esilio . Il programma del giornale la lotta contro il fascismo resta immutato . Il " Becco Giallo " vuoi vivere per combattere e vincere . Ma la nostra volontà , le nostre forze non bastano da sole . Al lettori spetta sorreggerci nell ' impresa sempre più aspra e difficile . Il signor Mussolini , vuole e reclama la soppressione del " Becco Giallo . " E moltiplica le insidie , centuplica gli sforzi per realizzare questo suo scopo . Egli paventa la voce di questo piccolo e libero giornale , ed è esasperato perché non riesce ad impedirne la penetrazione in Italia , ove arriva per mille vie . La fine del " Becco Giallo " avrebbe per lui il valore di una battaglia vinta . Noi non gli daremo questa gioia . Amici intensificate gli sforzi : date ali al " Becco Giallo . " Alberto Cianca rinchiuso nel carcere de " la Santé , " accusato di detenzione di esplosivi non ha lavorato alla redazione di questo numero del giornale . Restiamo fiduciosi nell ' attesa . Ma nell ' attesa del giorno non lontano in cui la giustizia di questo civile paese che ci ospita dirà la sua parola conclusiva , noi mandiamo ad Alberto Cianca al caro compagno di lavoro , che per due anni ha dato a questo giornale il valido contributo del suo ingegno , tutta la sua fede e la sua passione il nostro saluto affettuoso , l ' espressione della nostra solidarietà incondizionata .