StampaPeriodica ,
I
sintomi
della
mania
monumentale
che
ha
invase
le
menti
in
Italia
vanno
purtroppo
crescendo
.
L
'
ultimo
e
più
pericoloso
eccesso
si
è
dichiarato
con
la
proposta
,
stata
accolta
favorevolmente
da
alcuni
autorevoli
periodici
,
di
promuovere
una
sottoscrizione
nell
'
esercito
per
innalzare
a
Palestro
un
monumento
al
gran
Re
che
abbiamo
perduto
.
Questa
sottoscrizione
sarebbe
,
è
vero
,
contraria
ai
regolamenti
disciplinari
,
che
vietano
nell
'
esercito
le
sottoscrizioni
con
carattere
collettivo
;
ma
di
ciò
poco
importa
ai
fanatici
monumentalisti
:
essi
dicono
che
la
sottoscrizione
dei
militari
dovrebbe
essere
individuale
e
spontanea
.
Fortuna
delle
frasi
!
Ci
par
di
vederla
questa
spontaneità
della
sottoscrizione
.
Ogni
comandante
di
divisione
,
premendogli
che
il
corpo
sotto
i
suoi
ordini
faccia
buona
figura
,
chiamerà
i
colonnelli
dei
reggimenti
e
li
pregherà
gentilmente
a
promuovere
la
sottoscrizione
per
il
monumento
,
ad
onore
dell
'
esercito
e
specialmente
della
divisione
.
I
colonnelli
aduneranno
i
maggiori
,
e
li
inviteranno
a
prestarsi
per
la
riuscita
della
generosa
impresa
;
i
maggiori
raccomanderanno
la
cosa
calorosamente
ai
capitani
,
i
quali
esorteranno
seriamente
i
loro
ufficiali
,
perché
prescrivano
ai
bassi
ufficiali
di
ordinare
ai
soldati
di
pagare
individualmente
(
sottoscrivere
non
sarà
sempre
possibile
)
un
tanto
per
uno
per
il
monumento
al
Re
defunto
.
Vedrete
allora
che
spontaneità
!
StampaPeriodica ,
Lunedì
30
dicembre
la
polizia
francese
alle
otto
del
mattino
dopo
un
'
accurata
perquisizione
nelle
loro
case
arrestava
i
nostri
amici
Alberto
Cianca
,
Alberto
Tarchiani
,
Giuseppe
Sardelli
.
Nessuna
comunicazione
veniva
data
alla
stampa
fino
alla
sera
del
31
:
soltanto
alle
20
e
30
del
martedì
un
breve
comunicato
Havas
annunziava
l
'
arresto
dei
nostri
amici
e
specificava
che
esso
era
avvenuto
in
seguito
a
denunzia
delle
autorità
italiane
.
Aggiungeva
che
le
perquisizioni
avevano
portato
al
sequestro
di
numerosi
documenti
e
che
nella
casa
che
Cianca
divideva
con
Giuseppe
Sardelli
erano
stati
scoperti
7
pacchetti
di
cheddite
,
alcuni
detonatori
ed
una
certa
quantità
di
cordone
Bickford
.
Dopo
un
lungo
interrogatorio
nei
locali
della
Sûreté
Générale
i
nostri
amici
venivano
inviati
al
carcere
della
Santé
.
Essi
hanno
scelto
per
difensore
l
'
avvocato
Henri
Torrès
.
I
tre
arrestati
sono
noti
a
tutti
gli
antifascisti
e
sono
tra
le
figure
più
popolari
,
e
più
amate
dell
'
emigrazione
politica
.
Di
Alberto
Cianca
abbiamo
detto
avanti
.
Alberto
Tarchiani
,
democratico
,
è
stato
per
molti
anni
il
redattore
capo
del
più
grande
giornale
italiano
,
il
"
Corriere
della
Sera
.
"
La
sua
avversione
al
Fascismo
lo
costrinse
a
cercare
rifugio
in
Francia
dove
continuava
con
grande
passione
la
sua
opera
di
scrittore
denunziando
,
soprattutto
nei
giornali
degli
Stati
Uniti
,
le
infamie
del
regime
fascista
.
Giuseppe
Sardelli
,
socialista
ex
deputato
,
fervido
organizzatore
operaio
costretto
ad
abbandonare
l
'
Italia
svolgeva
da
circa
tre
anni
tra
le
masse
emigrate
in
Francia
opera
salda
ed
efficace
.
La
famiglia
di
Alberto
Tarchiani
si
trova
a
Parigi
.
La
moglie
ed
i
figliuoli
di
Cianca
e
di
Sardelli
sono
in
Italia
.
L
'
arresto
dei
nostri
amici
ha
provocato
la
prevedibile
ignobile
gazzarra
dei
giornali
italiani
e
dei
pochi
quotidiani
francesi
che
per
ragioni
che
non
vogliamo
indagare
cantano
ad
ogni
costo
le
lodi
di
Mussolini
e
del
fascismo
.
Ma
questo
blaterare
di
servi
ubriachi
non
meriterebbe
di
essere
rilevato
se
le
dichiarazioni
del
governo
italiano
e
dei
suoi
servizi
all
'
estero
non
ci
fornissero
preziose
indicazioni
.
Il
"
Corriere
della
Sera
"
del
5
gennaio
dichiara
che
gli
arresti
di
Cianca
Tarchiani
e
Sardelli
provocati
dai
documenti
scoperti
presso
il
Beineri
arrestato
a
Bruxelles
rappresentano
il
trionfo
della
polizia
francese
che
è
riuscita
finalmente
a
metter
la
mano
sui
capi
delle
organizzazioni
terroristiche
antifasciste
.
Lo
stesso
giornale
afferma
che
il
Berneri
era
sorvegliato
da
un
agente
del
governo
italiano
il
quale
fotografava
le
missive
che
Berneri
gli
affidava
perché
egli
le
mettesse
alla
posta
.
Una
di
queste
missive
,
diretta
al
Cianca
,
sempre
secondo
il
"
Corriere
della
Sera
,
"
darebbe
istruzioni
precise
su
di
un
misterioso
oggetto
che
ha
bisogno
di
essere
tenuto
ritto
e
che
teme
il
freddo
.
In
altri
termini
,
secondo
la
stampa
fascista
,
i
nostri
amici
sarebbero
stati
scoperti
,
nell
'
esercizio
delle
loro
criminose
attività
dall
'
abilità
di
una
spia
fascista
che
abusava
della
ingenuità
del
Berneri
.
Tutto
ciò
puzza
a
chilometri
di
cattivo
romanzo
d
'
appendice
.
E
l
'
assurdità
di
questa
tesi
è
saltata
agli
occhi
di
tutta
la
stampa
libera
francese
e
belga
.
"
La
Volonté
"
di
Parigi
ha
fatto
una
inchiesta
ed
è
arrivata
a
precisare
alcuni
punti
assai
interessanti
.
E
tra
l
'
altro
!
1
.
Che
Berneri
coabitava
con
la
nota
spia
fascista
Ermanno
Menapace
.
2
.
Che
Menapace
accompagnò
il
Berneri
in
un
viaggio
nella
Francia
meridionale
ed
in
Svizzera
.
3
.
Che
lo
stesso
Menapace
accompagnò
il
Berneri
in
Belgio
e
che
lo
fornì
di
una
pistola
.
Dettaglio
comico
:
la
pistola
era
un
semplice
giocattolo
ad
aria
compressa
incapace
di
far
male
ad
una
mosca
.
Il
"
Quotidien
,
"
"
l
'
OEuvre
,
"
"
la
Volonté
"
affacciano
in
conseguenza
l
'
opinione
che
tutta
questa
rocambolesca
montatura
di
complotti
di
devastazioni
e
di
assassini
che
vanno
dalla
distruzione
della
Società
delle
Nazioni
alla
uccisione
di
Rocco
e
dalla
soppressione
della
famiglia
reale
belga
al
bombardamento
della
mole
littoria
di
Bologna
si
possano
ridurre
in
fondo
ad
un
complotto
solo
:
un
complotto
degli
agenti
provocatori
fascisti
per
compromettere
alcuni
fra
gli
uomini
più
rappresentativi
della
emigrazione
politica
.
In
tutti
gli
articoli
un
nome
ricorre
frequente
:
Ricciotti
Garibaldi
.
Questo
sarebbe
il
secondo
caso
Garibaldi
.
Ma
anche
questa
volta
le
macchinazioni
degli
agenti
provocatori
sono
cadute
nel
ridicolo
.
Il
"
Soir
,
"
il
più
grande
giornale
belga
,
che
non
può
certo
essere
accusato
di
idee
rivoluzionarie
,
pubblica
un
grande
articolo
nel
suo
numero
del
12
corrente
col
titolo
:
Il
complotto
Menapace
Berneri
e
Compagni
.
La
verità
si
fa
strada
sicuramente
e
rapidamente
.
La
ignobile
manovra
fascista
può
dirsi
già
fallita
.
E
su
tutto
questo
pantano
di
menzogna
di
falsità
e
di
bassi
espedienti
polizieschi
più
chiara
e
sicura
rimane
intatta
ed
intangibile
la
fiamma
della
nostra
fede
e
la
sicurezza
della
nostra
vittoria
.
StampaPeriodica ,
Riceviamo
da
un
nostro
amico
la
seguente
lettera
che
ci
pare
assai
interessante
e
che
pubblichiamo
tanto
più
volentieri
,
in
quanto
consentiamo
con
lo
scrittore
nel
condannare
la
presente
agitazione
popolare
per
l
'
Italia
irredenta
,
come
pure
nella
maggior
parte
delle
opinioni
ch
'
egli
espone
sulla
politica
italiana
in
questi
ultimi
anni
.
Nel
criticare
il
contegno
tenuto
dall
'
Italia
nel
congresso
di
Berlino
,
noi
non
intendevamo
affatto
muovere
rimprovero
ai
nostri
rappresentanti
di
non
aver
chiesto
il
Trentino
,
ossia
di
non
aver
commesso
una
follia
,
ma
bensì
di
non
aver
fatto
la
più
lontana
allusione
alla
questione
nelle
sedute
ufficiali
del
congresso
in
occasione
dei
nuovi
ingrandimenti
dell
'
Austria
;
del
non
avere
insomma
,
ci
si
permetta
l
'
espressione
,
interrotto
la
prescrizione
;
dell
'
aver
ratificato
il
trattato
senza
che
almeno
nei
processi
verbali
delle
sedute
sia
stata
rammentata
una
questione
che
ha
per
l
'
Italia
una
primaria
importanza
anche
al
punto
di
vista
della
sua
difesa
militare
.
È
vero
che
vi
sono
persone
,
e
tra
le
bene
informate
,
le
quali
sostengono
che
il
primo
rappresentante
d
'
Italia
abbia
veramente
in
colloqui
privati
col
cancelliere
dell
'
Impero
germanico
,
ai
quali
assisteva
soltanto
il
ministro
di
Francia
,
chiesto
formalmente
una
rettifica
di
frontiere
,
e
che
abbia
così
esposto
la
dignità
del
paese
ad
un
fiero
e
diremmo
quasi
insolente
rabbuffo
per
parte
del
principe
di
Bismarck
.
Ma
noi
non
vogliamo
prestare
intera
fede
a
tutto
ciò
,
perché
farebbe
veramente
troppo
torto
al
senno
di
un
vecchio
diplomatico
come
il
conte
Corti
.
Ma
l
'
accusa
maggiore
che
muoviamo
alla
politica
italiana
al
congresso
,
è
quella
di
non
aver
risolutamente
sostenuto
i
diritti
della
Grecia
e
delle
altre
nazionalità
della
penisola
balcanica
;
e
del
non
aver
protestato
energicamente
contro
l
'
avvilimento
del
Montenegro
,
e
contro
i
diritti
quasi
di
alta
sovranità
riconosciuti
alla
sola
Austria
sopra
tutto
il
litorale
orientale
dell
'
Adriatico
.
A
parte
la
questione
del
rispetto
al
principio
di
nazionalità
,
a
cui
l
'
Italia
deve
la
vita
,
e
nel
tener
alto
il
prestigio
del
quale
abbiamo
la
garanzia
più
sicura
della
nostra
futura
indipendenza
politica
in
Europa
,
più
sicura
di
quel
che
non
ci
diano
ora
i
nostri
imperfettissimi
armamenti
;
a
parte
,
diciamo
,
questa
questione
,
l
'
Italia
ha
un
interesse
grandissimo
a
che
la
penisola
balcanica
non
cada
in
mano
né
all
'
Austria
,
almeno
finché
si
estende
dai
Carpazi
fino
al
lago
di
Garda
,
né
alla
Russia
.
Ora
il
miglior
modo
di
opporsi
a
ciò
,
non
è
di
sostenere
il
fracido
edificio
dell
'
impero
ottomano
,
ma
di
appoggiare
la
creazione
di
una
federazione
di
Stati
nazionali
,
grandi
assai
per
vivere
di
vita
autonoma
,
e
non
tanto
da
poter
fare
mai
ombra
all
'
Italia
.
Né
qui
si
tratterebbe
di
un
fascio
di
piccoli
Stati
artificialmente
messi
insieme
e
artificialmente
mantenuti
come
quelli
della
Confederazione
del
Reno
,
creata
da
Napoleone
I
e
poscia
sognata
da
Thiers
,
ma
bensì
di
un
ordinamento
politico
che
coinciderebbe
con
la
repartizione
delle
nazionalità
nella
penisola
balcanica
.
E
dato
pure
che
la
voce
isolata
dell
'
Italia
nel
congresso
non
avesse
potuto
produrre
alcun
effetto
sensibile
negli
articoli
del
trattato
,
essa
ci
avrebbe
almeno
procurato
le
simpatie
di
tutti
quei
popoli
,
e
osiamo
dire
anche
il
rispetto
dell
'
Europa
,
più
che
non
il
nostro
silenzio
e
la
nostra
indecisione
.
Almeno
non
sarebbero
sorte
le
stupide
accuse
che
noi
desideriamo
l
'
Albania
,
o
altri
ingrandimenti
simili
.
Né
di
minore
importanza
era
per
l
'
Italia
l
'
assicurare
con
l
'
indipendenza
del
Montenegro
,
e
con
l
'
affermazione
della
sua
completa
sovranità
sopra
quei
pochi
chilometri
di
coste
che
gli
sono
stati
concessi
dal
congresso
,
un
punto
fermo
agl
'
ingrandimenti
,
in
quella
direzione
,
dell
'
Austria
.
E
ciò
senza
ripetere
quanto
già
abbiamo
detto
altra
volta
,
sullo
schiaffo
da
noi
ricevuto
nel
non
essere
stati
almeno
consociati
all
'
Austria
nei
suoi
diritti
di
sorveglianza
sulla
costa
montenegrina
e
nel
porto
di
Antivari
.
Non
è
dato
a
nessuno
prevedere
le
conseguenze
infinite
che
sorgeranno
dalla
nuova
fase
in
cui
è
entrata
la
sempre
più
imbrogliata
questione
d
'
Oriente
,
ma
non
ci
sorprenderebbe
affatto
se
dal
congresso
di
Berlino
dovesse
per
noi
risultare
un
mutamento
di
alleanze
,
e
se
i
nuovi
amoreggiamenti
del
governo
germanico
con
il
Vaticano
,
i
quali
pure
contribuiscono
a
spiegare
la
poca
simpatia
dimostrataci
ultimamente
dal
cancelliere
dell
'
Impero
,
non
ci
spingeranno
fatalmente
a
ristringere
l
'
alleanza
con
la
Francia
repubblicana
ed
anticlericale
.
Ecco
la
lettera
:
31
luglio
Ai
direttori
.
L
'
agitazione
per
l
'
Italia
irredenta
comincia
a
calmarsi
.
Era
tempo
,
se
non
volevamo
renderci
ridicoli
agli
occhi
dell
'
Europa
,
poiché
è
sempre
rendersi
ridicoli
l
'
alzare
la
voce
senza
essere
in
grado
di
far
seguire
l
'
atto
alla
parola
.
E
nessuna
persona
sensata
potrebbe
dubitare
che
in
questo
momento
l
'
Italia
è
incapace
di
agire
in
favore
di
Trento
(
lascio
sempre
da
parte
Trieste
come
una
chimera
)
con
qualche
probabilità
di
riuscita
.
Forse
è
colpa
dei
nostri
governi
se
non
siamo
in
istato
di
realizzare
i
nostri
desiderii
e
quelli
che
crediamo
nostri
diritti
.
Diritti
piuttosto
morali
che
scritti
,
e
piuttosto
politici
che
morali
,
poiché
non
è
tanto
in
virtù
della
nazionalità
italiana
della
maggioranza
degli
abitanti
del
Trentino
,
che
noi
reclamiamo
questa
provincia
-
dovremmo
allora
e
con
maggior
ragione
reclamare
il
cantone
Ticino
,
Nizza
,
la
Corsica
e
quelle
parti
della
Dalmazia
ove
la
popolazione
intera
è
di
nazionalità
italiana
,
ma
nell
'
interesse
della
nostra
sicurezza
,
la
quale
esige
che
la
posizione
strategica
del
Trentino
,
tutta
offensiva
nelle
mani
di
una
potenza
transalpina
,
difensiva
in
quella
di
una
potenza
cisalpina
come
la
nostra
,
ci
sia
presto
o
tardi
ceduta
.
Può
darsi
,
dicevo
,
che
sia
colpa
della
nostra
politica
estera
se
non
abbiamo
potuto
profittare
dell
'
occasione
del
recente
raffazzonamento
politico
della
carta
di
Europa
per
ottenere
la
rettificazione
della
nostra
frontiera
del
nord
.
Procuriamo
almeno
di
profittare
di
questa
lezione
,
non
ricadendo
negli
stessi
errori
.
Questi
errori
,
a
parer
mio
,
si
riassumono
in
uno
solo
:
l
'
indecisione
.
Abbiamo
voluto
,
come
si
dice
volgarmente
,
salvare
capra
e
cavoli
,
ed
ora
ci
troviamo
a
mani
vuote
.
Fino
dal
principio
della
crisi
,
era
evidente
esservi
in
Europa
due
campi
,
quello
dell
'
Inghilterra
e
quello
della
Russia
.
Ora
,
se
stava
nel
beneplacito
della
Francia
e
della
Germania
,
che
non
aveano
nulla
da
perdere
né
da
guadagnare
in
questo
conflitto
,
di
mantenersi
neutrali
,
non
era
così
per
l
'
Austria
e
l
'
Italia
.
E
mentre
la
prima
,
facendo
tacere
ogni
antipatia
e
simpatia
sentimentale
,
e
non
ascoltando
che
la
voce
del
suo
interesse
,
s
'
intese
fin
dal
principio
con
la
Russia
circa
un
compenso
eventuale
(
non
è
ormai
più
permesso
di
dubitarne
)
,
l
'
Italia
temé
di
scontentare
l
'
Inghilterra
e
venir
meno
alle
sue
tradizioni
liberali
,
alleandosi
francamente
alla
Russia
,
ed
ebbe
paura
di
scatenare
la
guerra
gettandosi
intieramente
nelle
braccia
dell
'
Inghilterra
.
Eppure
sarebbe
stato
sì
facile
di
conciliare
le
proprie
tradizioni
liberali
con
l
'
interesse
del
paese
:
bastava
a
tale
effetto
vedere
coi
propri
occhi
,
giudicare
i
fatti
e
le
situazioni
senza
idee
preconcette
,
e
soprattutto
senza
lasciarsi
imporre
dalle
parole
.
Si
preferì
invece
ascoltare
la
parola
d
'
ordine
,
data
dall
'
«
opinione
pubblica
»
di
Parigi
,
fabbricata
come
tutti
sanno
,
dalla
penna
esperta
e
infaticabile
del
patriotta
polacco
che
dirige
la
politica
estera
del
«
Journal
des
Débats
»
e
di
cui
le
frasi
sonore
sulla
seconda
edizione
della
spartizione
della
Polonia
(
la
Turchia
una
Polonia
!
)
furono
per
due
anni
amplificate
e
variate
all
'
infinito
con
una
commovente
unanimità
da
tutti
gli
organi
riconosciuti
dell
'
«
opinione
pubblica
»
per
tutta
Europa
:
«
Pall
Mall
Gazette
»
,
«
Kölnische
»
,
«
Allgemeine
»
e
«
Neue
Freie
Presse
»
senza
parlare
dei
burgravi
del
giornalismo
italiano
;
poiché
è
soltanto
da
quando
è
stata
gettata
la
maschera
,
e
gli
organi
dell
'
«
opinione
pubblica
»
al
di
là
delle
Alpi
,
all
'
unisono
e
sempre
al
cenno
partito
dalla
rue
des
Prêtres
,
gridano
la
croce
addosso
all
'
Italia
,
che
i
nostri
vecchi
liberali
cominciano
un
poco
ad
aprire
gli
occhi
sui
loro
amici
occidentali
.
Un
anno
,
due
anni
fa
a
Roma
se
ne
era
ancora
lontani
,
e
mentre
il
governo
austriaco
lasciava
declamare
la
sua
«
opinione
pubblica
»
per
agire
nell
'
interesse
della
monarchia
,
il
nostro
governo
stimò
doversi
conformare
al
modo
di
vedere
superficiale
e
burocratico
de
'
nostri
burgravi
.
Quando
si
sarebbe
dovuto
prendere
in
mano
risolutamente
la
questione
delle
nazionalità
oppresse
,
intendersi
col
governo
d
'
Atene
,
spingerlo
,
occorrendo
,
alla
guerra
,
far
valere
questo
servizio
sia
a
Pietroburgo
come
indebolimento
della
Turchia
,
sia
a
Londra
come
contrappeso
allo
slavismo
,
si
ebbe
paura
di
compromettersi
,
di
avventurare
la
propria
neutralità
,
di
scatenare
la
guerra
europea
.
Chi
non
risica
non
rosica
.
Una
politica
risolutamente
anti
-
turca
dell
'
Italia
non
soltanto
ci
avrebbe
procacciato
l
'
onore
di
mantenere
la
bandiera
sotto
la
quale
abbiamo
acquistato
la
nostra
propria
indipendenza
,
ma
avrebbe
avuto
il
vantaggio
di
rafforzare
la
nostra
posizione
in
Europa
.
La
Francia
certamente
,
benché
i
suoi
interessi
nel
Mediterraneo
e
nel
Levante
sieno
meno
importanti
dei
nostri
,
avrebbe
sostenuto
questa
politica
,
come
lo
prova
il
suo
contegno
a
Berlino
nella
questione
ellenica
,
e
noi
saremmo
comparsi
a
Berlino
con
dei
titoli
per
farci
ascoltare
.
Invece
,
che
cosa
è
accaduto
?
L
'
Europa
ha
agito
come
se
la
questione
del
Mediterraneo
non
ci
riguardasse
,
e
invece
di
riunire
in
un
fascio
le
potenze
mediterranee
,
Francia
,
Austria
,
Italia
e
Grecia
ingrandita
,
e
fortificarle
coll
'
aprire
il
mare
Egeo
alla
Russia
,
noi
abbiamo
lasciato
il
Mediterraneo
,
il
nostro
mare
,
cadere
tutto
intiero
e
senza
contrappeso
nelle
mani
di
una
potenza
che
non
vi
ha
nessun
diritto
naturale
come
potenza
litoranea
,
e
che
è
la
rivale
la
più
pericolosa
pel
nostro
commercio
orientale
.
Ed
in
ricambio
non
abbiamo
ricevuto
un
solo
vantaggio
materiale
,
e
neppure
un
solo
vantaggio
morale
.
Non
parleremo
qui
dell
'
annessione
della
Bosnia
e
dell
'
Erzegovina
all
'
Austria
:
essa
non
costituisce
un
pericolo
per
l
'
Italia
e
non
aumenta
neppure
in
modo
considerevole
le
forze
militari
della
nostra
antica
rivale
,
benché
avrebbe
potuto
e
avrebbe
dovuto
servire
di
pretesto
per
un
regolamento
di
conti
,
se
avessimo
fatto
l
'
occorrente
per
essere
ammessi
seriamente
a
regolarli
.
Più
grave
è
la
presa
di
possesso
di
Spizza
e
il
diritto
di
sorveglianza
a
Antivari
,
che
sono
stati
accordati
all
'
Austria
e
che
noi
avremmo
certamente
potuto
impedire
,
se
avessimo
protestato
altamente
e
risolutamente
invece
di
fare
timide
osservazioni
;
poiché
sempre
ed
ovunque
è
stata
la
paura
per
parte
dei
nostri
governanti
di
bagnarsi
con
l
'
entrare
nell
'
acqua
che
ci
ha
fatti
restare
all
'
asciutto
a
guardarla
correre
.
Circa
ai
vantaggi
morali
,
non
sono
meno
negativi
,
e
,
che
io
sappia
,
non
possiamo
vantarci
,
come
il
re
di
Danimarca
all
'
uscire
dal
congresso
di
Vienna
,
di
avere
conquistato
,
se
non
una
sola
anima
,
almeno
tutti
i
cuori
.
Noi
non
possiamo
contare
né
sull
'
affezione
né
sulla
gratitudine
di
alcun
governo
e
di
alcun
popolo
.
Ed
oggi
?
Mi
sembra
che
non
vi
sia
più
che
un
solo
contegno
possibile
:
quello
della
dignità
tranquilla
e
dell
'
attenzione
vigile
.
Il
trattato
di
Berlino
,
comunque
imperfetto
,
avrebbe
potuto
garantirci
alcuni
lustri
di
pace
:
le
convenzioni
segrete
poco
onorevoli
dell
'
Inghilterra
con
la
Russia
e
la
Turchia
del
30
maggio
e
del
4
giugno
,
concluse
dietro
le
spalle
all
'
Europa
quando
altri
si
faceva
ad
alta
voce
il
campione
degl
'
interessi
europei
(
nota
Salisbury
del
1°
aprile
)
,
hanno
notevolmente
compromesso
la
durata
di
questa
pace
;
ed
una
politica
intelligente
deve
preparare
da
questo
momento
le
vie
ed
i
mezzi
per
partecipare
con
maggior
autorità
che
non
abbiamo
fatto
a
Berlino
,
alla
prossima
nuova
sistemazione
degli
affari
orientali
.
È
impossibile
che
la
Grecia
sì
perfidamente
adescata
,
sì
ignominiosamente
abbandonata
dall
'
Inghilterra
,
sì
platonicamente
confortata
dal
congresso
,
resti
molto
tempo
col
fucile
ad
armacollo
.
Non
è
probabile
che
la
Turchia
si
mostri
molto
amabile
nella
delimitazione
di
frontiere
«
consigliata
»
dal
congresso
di
Berlino
;
e
per
chiunque
conosce
la
storia
dell
'
isola
di
Creta
da
cinquant
'
anni
,
è
anche
meno
probabile
che
i
cretesi
si
rassegnino
a
lungo
a
subire
il
giogo
ottomano
ch
'
essi
hanno
tentato
tante
volte
di
scuotere
e
che
avrebbero
scosso
nel
1868
,
se
l
'
Inghilterra
non
avesse
allora
,
come
l
'
anno
scorso
,
interposto
un
veto
.
Tutti
sentono
che
il
regno
dei
turchi
in
Europa
si
avvicina
al
suo
termine
;
che
le
decisioni
del
congresso
di
Berlino
non
costituiscono
che
una
nuova
fermata
nel
cammino
verso
la
soluzione
definitiva
;
la
questione
può
non
aprirsi
che
fra
venti
anni
,
come
può
riaprirsi
l
'
anno
prossimo
.
E
per
quanto
questa
seconda
eventualità
sia
poco
probabile
e
non
certo
da
desiderarsi
,
poiché
lo
stesso
acquisto
del
Trentino
non
varrebbe
forse
per
noi
dieci
o
venti
anni
di
pace
,
pure
dobbiamo
esser
pronti
ad
ogni
caso
;
sta
a
noi
d
'
intenderci
anticipatamente
con
la
Russia
e
la
Grecia
sulla
sorte
della
Romenia
e
della
Albania
,
dell
'
Epiro
e
della
Tessalia
,
di
Costantinopoli
soprattutto
;
sta
a
noi
di
dettare
condizioni
all
'
Austria
,
una
volta
che
ci
saremo
intesi
coi
nostri
due
alleati
naturali
;
a
noi
allora
di
lasciar
andare
le
cose
,
occorrendo
,
fino
alla
guerra
;
non
ci
si
arriverà
,
si
può
esserne
sicuri
!
Se
l
'
Austria
in
una
guerra
contro
l
'
Italia
,
o
,
per
parlare
più
esattamente
,
nella
considerazione
dei
casi
di
una
guerra
con
l
'
Italia
,
avesse
dietro
di
sé
l
'
Inghilterra
,
noi
avremmo
dietro
di
noi
la
Russia
ed
i
popoli
della
penisola
dei
Balcani
,
senza
contare
l
'
appoggio
della
Germania
e
della
Francia
.
Imperocché
,
non
si
prenda
abbaglio
,
la
Francia
può
,
momentaneamente
ed
in
odio
del
suo
vincitore
del
1870
,
far
buon
viso
al
brutto
tiro
che
l
'
Inghilterra
le
ha
fatto
adesso
,
ma
verrà
il
giorno
in
cui
l
'
antica
gelosia
contro
la
perfida
Albione
,
assopita
da
quindici
o
venti
anni
e
così
leggermente
ridestata
da
lord
Beaconsfield
,
risusciterà
più
cieca
ed
appassionata
che
mai
:
tocca
a
noi
di
profittarne
,
come
abbiamo
profittato
della
sua
folle
scappata
contro
la
Germania
:
potremo
farlo
,
come
l
'
abbiamo
fatto
nel
1870
,
senza
rimorsi
e
senza
far
torto
alla
nostra
dignità
,
perché
avremo
la
coscienza
che
facendolo
non
portiamo
danno
all
'
interesse
vero
,
ma
contribuiamo
,
anzi
,
al
vantaggio
reale
del
nostro
antico
alleato
,
al
quale
dobbiamo
sì
gran
parte
della
nostra
liberazione
.
Devot
.
C
.
F
.
StampaPeriodica ,
Fascisti
!
La
grande
battaglia
è
vinta
su
tutto
il
fronte
.
Il
"
bluff
"
del
sovversivismo
,
che
fino
a
ieri
ricattò
lo
Stato
,
che
fino
a
ieri
minacciò
la
tranquillità
della
Nazione
,
è
stato
duramente
,
inesorabilmente
punito
.
Crediamo
che
di
scioperi
generali
non
si
parlerà
più
per
un
bel
pezzo
.
L
'
Italia
può
oggi
,
mercé
il
sacrificio
dei
nostri
indimenticabili
morti
,
mercé
l
'
opera
santa
di
tutti
voi
,
o
fascisti
italiani
,
l
'
Italia
può
oggi
iniziare
,
senza
tema
di
essere
pugnalata
alle
spalle
,
la
sua
ricostruzione
morale
ed
economica
.
Italiani
!
Italiani
di
tutte
le
fedi
non
estranee
al
sentimento
della
Patria
,
italiani
di
tutti
i
partiti
non
stranieri
in
terra
italiana
,
il
Partito
Nazionale
Fascista
saluta
la
conquistata
vittoria
col
duplice
grido
che
è
poi
un
grido
solo
di
:
Viva
l
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!
Così
come
lo
salutarono
,
esalando
l
'
ultimo
respiro
,
i
nostri
squadristi
rinnovanti
la
leggenda
garibaldina
:
Viva
l
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!
Lavoratori
!
II
Fascismo
non
è
contro
di
voi
.
Il
Fascismo
sa
che
non
vi
è
possibilità
di
grandezza
per
una
Nazione
se
gli
uomini
del
lavoro
non
abbiano
tutelati
i
loro
legittimi
interessi
.
Ogni
diritto
è
preceduto
dal
dovere
e
la
legittimità
di
esso
incomincia
quando
il
dovere
è
già
compiuto
.
Il
vostro
primo
dovere
è
di
ricacciare
lontano
da
voi
chiunque
tenti
di
adoperarvi
contro
la
Patria
.
Il
Partito
Nazionale
Fascista
,
spezzando
le
catene
che
vi
mantenevano
schiavi
di
malvagi
pastori
,
che
dopo
avervi
spinto
all
'
inconsulto
sciopero
si
sono
,
nel
momento
dell
'
azione
,
vigliaccamente
eclissati
,
ha
ridonato
a
tutti
voi
,
o
lavoratori
italiani
,
la
Libertà
.
Sappiatene
saggiamente
usufruire
!
Fascisti
!
Riguadagnate
le
vostre
sedi
fieri
del
dovere
compiuto
.
Sia
cura
dei
capi
procedere
alla
smobilitazione
,
lasciando
i
necessari
presidi
solo
in
quelle
località
dove
la
situazione
lo
richiede
.
Le
squadre
,
prima
di
partire
,
rendano
gli
onori
all
'
Esercito
.
Esse
attendano
,
sotto
la
guida
dei
loro
capi
,
ad
intensificare
la
propaganda
,
consolidare
le
posizioni
conquistate
e
prepararsi
assiduamente
alla
più
grande
battaglia
futura
.
Essa
coronerà
degnamente
l
'
opera
nostra
.
Vita
l
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!
StampaPeriodica ,
Non
siamo
né
di
destra
né
di
sinistra
e
ce
ne
vantiamo
.
Parrà
forse
a
molti
un
paradosso
,
l
'
occuparsi
di
questioni
politiche
,
essere
buoni
italiani
,
eppure
non
appartenere
né
alla
destra
né
alla
sinistra
.
A
noi
sembra
invece
naturalissimo
.
Anzi
,
una
volta
accettate
le
opinioni
che
la
«
Rassegna
»
professa
,
non
sappiamo
davvero
come
potremmo
fare
per
ascriverci
a
destra
o
a
sinistra
.
La
«
Rassegna
»
vuole
il
suffragio
universale
uninominale
e
diretto
.
La
maggioranza
della
destra
non
lo
vuole
,
e
così
pure
la
maggioranza
della
sinistra
.
In
entrambe
le
schiere
vi
sono
pochi
individui
che
in
quest
'
argomento
voterebbero
con
noi
.
La
destra
accetta
una
qualche
estensione
del
suffragio
,
ma
parte
sempre
dal
punto
di
vista
delle
capacità
,
così
come
fa
pure
l
'
on
.
Depretis
nel
progetto
di
legge
da
lui
presentato
alla
Camera
L
'
on
.
Lanza
ci
dice
che
l
'
estensione
del
voto
dev
'
esser
fatta
in
modo
da
giovare
egualmente
a
tutte
le
classi
;
ma
noi
sfidiamo
chiunque
a
trovare
altro
modo
di
raggiungere
questo
intento
,
all
'
infuori
o
del
suffragio
universale
o
del
voto
graduato
;
e
questo
secondo
mezzo
non
è
praticamente
effettuabile
,
senza
dire
che
i
signori
di
destra
non
avrebbero
mai
l
'
ardire
di
affrontare
l
'
impopolarità
sostenendolo
.
E
la
sinistra
?
Essa
ha
,
dacché
è
al
potere
,
architettato
diversi
progetti
di
nuova
legge
elettorale
.
In
tutti
si
esclude
a
priori
il
suffragio
universale
,
in
tutti
si
dà
una
soverchia
preponderanza
all
'
elemento
cittadino
,
che
già
predomina
nel
nostro
paese
,
e
il
cui
esclusivo
predominio
è
la
ragione
principale
per
cui
appunto
richiedesi
una
riforma
elettorale
.
La
«
Rassegna
»
chiede
al
nostro
Stato
una
politica
più
sicura
di
sé
,
più
convinta
,
più
seria
di
fronte
alla
Chiesa
.
Ciò
non
vuole
la
maggioranza
della
destra
,
la
quale
trova
che
lo
stato
di
cose
attuale
è
l
'
ideale
;
la
quale
si
contenta
di
una
frase
vuota
e
ambigua
,
come
di
una
sicura
regola
di
condotta
.
Ciò
vuole
tanto
meno
la
maggioranza
della
sinistra
,
la
quale
dacché
è
al
potere
fa
crollare
anziché
rinforzare
quei
pochi
sostegni
che
ancora
difendevano
i
diritti
dello
Stato
di
fronte
alla
azione
invadente
e
accaparratrice
della
gerarchia
ecclesiastica
romana
.
Vi
sono
,
è
vero
,
e
a
destra
e
a
sinistra
,
alcuni
individui
che
sanno
valutare
tutto
il
pericolo
a
cui
la
nostra
civiltà
nazionale
va
incontro
;
ma
sono
eccezioni
,
che
il
partito
conserva
nel
suo
seno
,
tanto
per
avere
un
'
arme
di
più
contro
l
'
avversario
,
in
un
momento
in
cui
urga
batterlo
più
vigorosamente
in
breccia
.
Così
noi
vorremmo
che
la
proprietà
e
l
'
amministrazione
dei
beni
delle
parrocchie
fosse
riconosciuta
nella
comunione
dei
parrocchiani
correligionari
,
rappresentata
da
una
congregazione
elettiva
,
e
che
lo
Stato
non
concedesse
il
godimento
dei
frutti
delle
proprietà
destinate
al
mantenimento
degli
ufficiali
ecclesiastici
che
a
chi
è
designato
per
elezione
dai
parrocchiani
stessi
.
Volendo
queste
cose
,
ci
troviamo
compagni
con
alcune
brave
persone
di
destra
e
di
sinistra
,
ma
recisamente
contrari
alla
maggioranza
e
di
qua
e
di
là
.
Noi
abbiamo
sempre
patrocinato
gl
'
interessi
delle
classi
povere
nel
nostro
paese
.
Crediamo
che
la
prima
preoccupazione
del
nostro
governo
dovrebb
'
essere
quella
di
meglio
tutelare
quegl
'
interessi
,
che
ora
sono
conculcati
da
ogni
parte
,
dallo
Stato
,
dalla
provincia
,
dal
comune
e
dalla
classe
agiata
.
Non
ci
siamo
mai
stancati
dal
far
rilevare
l
'
urgenza
di
provvedere
e
con
misure
legislative
e
con
provvedimenti
amministrativi
di
ogni
maniera
.
Or
bene
:
qual
è
il
partito
che
sia
con
noi
in
questa
questione
?
Destra
o
sinistra
,
tutti
parlano
genericamente
della
questione
sociale
;
tutti
assicurano
che
essi
soli
cureranno
gli
interessi
delle
classi
meno
agiate
;
ma
di
provvedimenti
seri
ed
efficaci
non
se
ne
sono
visti
affatto
da
parte
dei
ministri
né
prima
del
18
marzo
1876
né
dopo
;
ma
e
gli
uni
e
gli
altri
molte
,
moltissime
cose
hanno
fatto
per
aggravare
la
condizione
del
nostro
contadiname
.
Tutto
il
nostro
sistema
d
'
imposte
gravita
sproporzionatamente
sul
lavoro
e
sul
povero
.
Il
nostro
contadino
non
trova
nella
società
difesa
alcuna
contro
la
prepotenza
e
gli
abusi
della
classe
che
sta
sovra
di
lui
.
Già
troppe
volte
,
del
resto
,
abbiamo
parlato
ampiamente
di
ciò
,
per
dover
ora
dilungarci
a
dimostrarlo
.
Ma
ora
,
ci
si
dirà
,
ora
che
la
sinistra
ha
preso
per
bandiera
l
'
abolizione
totale
del
macinato
,
perché
non
vi
schierate
con
lei
?
È
facile
spiegarlo
.
La
«
Rassegna
»
,
fin
dal
giugno
1878
,
consigliava
che
nel
più
breve
termine
possibile
si
dovesse
abolire
l
'
intera
tassa
sul
macinato
,
sostituendovi
qualche
altro
balzello
che
supplisse
al
vuoto
che
ne
deriverebbe
nelle
entrate
del
Tesoro
.
La
sinistra
vuole
ora
l
'
abolizione
,
ma
non
ha
il
coraggio
di
rimediare
al
deficit
con
tasse
che
vadano
a
colpire
gli
elettori
;
e
sostiene
che
4
e
4
fanno
9
perché
così
vuole
l
'
amor
di
parte
.
Il
suo
ragionamento
ci
pare
essere
il
seguente
:
«
Se
4
e
4
non
fanno
9
,
torna
la
destra
:
noi
non
vogliamo
la
destra
:
ergo
dobbiamo
ritenere
che
4
e
4
fanno
9
»
.
La
destra
mette
in
ridicolo
quest
'
argomentazione
ed
ha
ragione
;
ma
essa
stessa
che
vuole
?
Essa
si
contenta
di
dire
:
«
9
meno
1
fa
8;
4
e
4
fanno
8
:
noi
abbiamo
bisogno
di
9;
dunque
4
e
4
non
bastano
»
.
Ma
tace
sul
punto
essenziale
,
se
voglia
o
no
l
'
abolizione
del
macinato
.
Il
dirci
:
«
Per
abolire
il
macinato
,
ci
vogliono
nuove
tasse
,
perché
noi
vogliamo
il
pareggio
»
,
non
è
una
risposta
,
perché
il
quid
faciendum
rimane
sempre
dubbio
;
e
noi
chiediamo
loro
:
«
Volete
il
pareggio
mediante
nuove
tasse
da
sostituirsi
al
macinato
,
o
lo
volete
con
il
macinato
,
lasciando
tutto
così
come
sta
ora
?
»
.
Per
ora
nessuno
di
destra
lo
ha
detto
;
e
non
lo
ha
detto
perché
anch
'
essa
platonicamente
vorrebbe
abolire
il
macinato
,
ma
non
ha
il
coraggio
né
la
voglia
di
gravare
di
più
gli
elettori
per
isgravare
i
non
elettori
.
Onde
a
noi
la
questione
del
giorno
apparisce
in
questi
termini
:
destra
e
sinistra
ripugnano
dall
'
aggravare
gli
elettori
;
ma
mentre
la
seconda
preferisce
a
ciò
il
deficit
,
la
prima
vi
preferisce
il
macinato
.
Noi
invece
vorremmo
l
'
abolizione
del
macinato
,
e
il
mantenimento
del
pareggio
con
nuovi
balzelli
o
con
l
'
aggravamento
dei
vecchi
,
in
modo
che
colpiscano
di
preferenza
la
classe
abbiente
.
Onde
anche
in
siffatta
questione
non
sappiamo
d
'
essere
né
di
destra
né
di
sinistra
.
Le
riforme
amministrative
,
dice
di
volerle
l
'
un
partito
quanto
l
'
altro
;
all
'
atto
pratico
finora
l
'
uno
ha
fatto
su
per
giù
come
l
'
altro
.
Così
delle
riforme
nel
militare
,
nella
Marina
,
ecc
.
Tutti
le
vogliono
;
ma
nessun
partito
ha
un
programma
speciale
e
distinto
di
riforme
,
tale
da
poterlo
distinguere
dall
'
avversario
.
I
mali
che
si
deplorano
nell
'
amministrazione
e
nel
campo
della
giustizia
,
quelli
del
modo
in
cui
funzionano
le
istituzioni
parlamentari
;
l
'
ultrapotenza
dei
deputati
;
la
demoralizzazione
generale
;
sono
state
effetto
costante
del
governo
dell
'
uno
come
dell
'
altro
.
Non
vogliamo
entrare
nella
questione
se
uno
dei
due
partiti
abbia
mostrato
maggiore
serietà
e
dato
maggior
numero
di
uomini
di
Stato
che
non
l
'
altro
.
Questo
giudizio
spetterà
agli
storici
nell
'
avvenire
,
ma
non
è
ragione
sufficiente
per
ascriversi
a
un
partito
o
a
un
altro
.
Un
partito
non
è
,
e
non
deve
essere
semplicemente
una
società
di
persone
che
provino
simpatia
e
stima
reciproca
,
ma
invece
un
insieme
di
uomini
che
si
raccolgono
intorno
a
un
programma
determinato
nelle
questioni
maggiori
.
Queste
lotte
dei
nostri
partiti
ricordano
alcune
guerre
dei
nostri
comuni
medioevali
:
gli
uni
si
dicevano
guelfi
,
gli
altri
ghibellini
,
tanto
per
distinguersi
;
ma
del
Papa
o
dell
'
Imperatore
se
ne
ridevano
egualmente
tutti
e
due
.
Oramai
si
erano
sempre
chiamati
così
;
perché
cambiare
?
Firenze
guelfa
,
Pisa
ghibellina
,
dunque
giù
randellate
e
stoccate
;
sempre
in
nome
dei
princìpi
,
e
sempre
egualmente
a
danno
di
tutto
il
paese
.
Ma
che
cosa
vogliono
dunque
di
diverso
questa
destra
e
questa
sinistra
?
ci
dimanderà
il
lettore
ingenuo
.
Risponda
sempre
per
noi
quel
tal
poeta
di
Mugello
:
...
tutto
si
riduce
,
a
parer
mio
,
A
dire
:
esci
di
lì
,
ci
vo
'
star
io
.
StampaPeriodica ,
Cominciamo
con
questo
numero
la
pubblicazione
di
una
serie
di
rapporti
"
riservatissimi
"
al
Comm
.
Bocchini
,
direttore
generale
della
P.S.
in
Italia
,
redatti
da
un
attivissimo
antifascista
d
'
azione
addetto
al
servizio
di
spionaggio
;
il
quale
per
la
sua
posizione
autorevole
è
di
solito
bene
informato
.
Al
.
Comm
.
Bocchini
Ministero
dell
'
Interno
Roma
(
Riservatissimo
N
.
566
)
Parigi
,
10.10-30
.
Egregio
commendatore
,
L
'
affare
della
cheddite
è
andato
ottimamente
.
Avevamo
pensato
di
farne
trovare
un
paio
di
chilogrammi
nel
barattolo
del
caffè
di
Filippo
Turati
,
il
quale
ha
una
svariata
raccolta
di
caffettiere
napoletane
che
con
un
paio
di
articoli
scritti
come
si
conviene
ne
"
La
Liberté
,
"
potevano
benissimo
passare
per
"
macchine
infernali
"
truccate
in
quel
modo
per
meglio
varcare
la
frontiera
svizzera
.
Poi
,
abbiamo
pensato
che
Turati
era
meglio
riservarcelo
per
un
altro
complotto
,
a
cui
metteremo
mano
nel
caso
in
cui
questo
in
corso
non
dovesse
dare
tutti
i
risultati
previsti
.
Anche
per
Nitti
e
Sforza
abbiamo
delle
buone
idee
;
ma
bisognerà
che
io
faccia
una
corsa
a
Roma
per
metterci
d
'
accordo
soprattutto
sui
"fondi."
Intanto
quello
che
non
marcia
è
l
'
affare
del
"
Becco
Giallo
.
"
Eravamo
rimasti
d
'
accordo
che
subito
dopo
l
'
arresto
di
Alberto
Cianca
,
l
'
ambasciatore
avrebbe
fatto
energici
passi
al
Quai
d
'
Orsay
per
ottenere
il
decreto
di
sospensione
dell
'
immondo
libello
e
l
'
espulsione
dell
'
altro
direttore
,
che
non
siamo
riusciti
a
coinvolgere
nel
complotto
,
perché
abita
ad
un
settimo
piano
ed
era
impossibile
entrare
dalla
finestra
per
mettergli
la
cheddite
sotto
al
letto
.
I
corrispondenti
di
Parigi
,
che
erano
stati
istruiti
,
hanno
funzionato
a
dovere
.
Ed
infatti
tutti
i
giornali
con
"
Il
Corriere
della
Sera
"
in
testa
,
hanno
annunziato
come
imminente
il
provvedimento
.
Ma
questo
,
al
momento
in
cui
scrivo
,
non
è
ancora
arrivato
e
credo
che
anche
questa
volta
abbiamo
fatto
palla
corta
.
Ho
fatto
una
capatina
in
redazione
,
con
la
scusa
che
mi
mancava
una
copia
arretrata
della
collezione
,
per
vedere
che
faccia
avevano
e
che
pensavano
.
In
quanto
alla
faccia
,
la
prima
impressione
è
stata
poco
confortante
.
Le
dico
:
come
se
non
fosse
affare
loro
!
Tranquilli
peggio
di
Salandra
dopo
un
terremoto
o
del
Duce
nostro
invitto
dopo
una
delle
tante
battaglie
che
vince
sempre
.
Le
loro
faccie
erano
più
fresche
del
solito
ed
a
gonfiarle
di
schiaffi
come
i
palloncini
della
"
Rinascente
"
del
due
volte
senatore
Borletti
,
avrei
avuto
un
gusto
matto
.
Quello
che
pensano
dell
'
affare
è
poi
addirittura
esasperante
.
E
se
non
ci
fosse
il
fatto
che
la
ghigliottina
qui
la
fanno
funzionare
senza
guardare
al
fine
nazionale
,
non
ci
penserei
un
momento
a
mettermene
un
paio
sulla
coscienza
con
relativo
encomio
solenne
nel
foglio
d
'
ordini
.
In
breve
il
loro
ragionamento
è
questo
:
"
Il
Becco
Giallo
"
lei
mi
capisce
chi
è
che
parlava
così
è
un
giornale
attrezzato
per
i
lunghi
viaggi
.
Il
suo
bagaglio
è
perciò
,
ridottissimo
:
tutta
l
'
amministrazione
registri
,
fascettari
,
timbri
e
conti
debitori
compresi
entra
in
una
valigetta
50
per
25
,
trasportabile
a
mano
.
Soppresso
in
Italia
,
venne
a
spalla
,
in
un
sacco
da
montagna
,
in
Francia
dove
,
rispettoso
delle
leggi
del
paese
e
fiducioso
negli
immortali
principi
dell
'
89
(
che
roba
mi
tocca
sentire
,
senza
neanche
poter
sparare
!
)
riprese
le
sue
pubblicazioni
.
Se
domani
ai
cani
del
signor
Ambasciatore
dicendo
(
perdoni
,
signor
commendatore
la
frase
irriverente
,
ma
la
riporto
tale
e
quale
,
mettendo
di
mio
soltanto
l
'
a
maiuscola
all
'
Ambasciatore
,
perché
lei
ci
faccia
mente
locale
)
dovesse
essere
soppresso
in
Francia
,
si
trasferirebbe
in
ferrovia
o
in
battello
in
un
punto
qualunque
di
un
paese
qualunque
ove
sia
una
tipografia
ed
un
ufficio
postale
e
continuerebbe
come
prima
,
peggio
di
prima
.
E
se
anche
in
quel
punto
qualunque
di
un
paese
qualunque
dovesse
essere
soppresso
,
andrebbe
a
piedi
,
in
bicicletta
o
in
automobile
in
un
altro
punto
di
un
altro
paese
qualunque
ove
fosse
una
tipografia
e
un
ufficio
postale
,
e
ricomincerebbe
da
capo
...
E
così
di
seguito
per
tutto
il
giro
del
mondo
in
53
anni
,
quanti
restano
dei
sessanta
appaltati
al
Padreterno
da
Mussolini
.
Che
ne
dice
,
di
simili
criminali
?
Mi
istruisca
sul
da
farsi
.
Dev.mo
AGENTE
99
P
.
S
.
Riapro
per
dirle
che
ho
fatto
trasferire
Menapace
in
Olanda
in
attesa
che
si
schiarisca
l
'
orizzonte
e
che
lei
mi
mandi
istruzioni
.
Bisognerebbe
intanto
mettere
sotto
la
stampa
nazionale
per
fare
capire
al
governo
francese
che
la
condanna
di
Cianca
,
Sardelli
e
Tarchiani
gioverebbe
alle
buone
relazioni
franco
-
italiane
,
faciliterebbe
l
'
accordo
navale
,
spianerebbe
la
via
alla
Locarno
del
Mediterraneo
,
abbatterebbe
gli
ostacoli
al
regolamento
dello
statuto
per
Tunisi
e
allargherebbe
la
zona
d
'
influenza
dell
'
acqua
di
colonia
del
signor
Coty
col
quale
vado
benissimo
.
StampaPeriodica ,
Il
fascismo
è
in
crisi
,
in
gravissima
crisi
economica
,
politica
,
morale
.
Tutti
lo
sentono
,
tutti
lo
dicono
.
Mussolini
confessa
che
i
tempi
sono
"difficili."
All
'
estero
,
nelle
cancellerie
e
nei
giornali
,
le
previsioni
si
fanno
ogni
giorno
più
scure
.
La
caduta
di
De
Rivera
preannuncia
la
rovina
mussoliniana
e
richiama
l
'
attenzione
del
mondo
sulla
tragedia
italiana
.
Il
mito
di
un
fascismo
ricostruttore
d
'
Italia
è
crollato
miseramente
.
Il
popolo
italiano
è
oggi
,
in
virtù
del
littorio
,
schiavo
ed
affamato
.
Perciò
il
mal
contento
si
diffonde
,
guadagna
le
fila
di
quelli
che
del
fascismo
furono
un
tempo
i
sostenitori
ardenti
,
mentre
i
primi
conati
di
rivolta
(
Sulmona
,
Faenza
,
Viterbo
)
danno
il
senso
della
catastrofe
vicina
.
L
'
antifascismo
guadagna
terreno
,
si
riorganizza
,
i
giovani
accorrono
,
l
'
ora
delle
grandi
prove
si
approssima
.
Ed
ecco
risorgere
,
sull
'
inquieto
orizzonte
la
Medusa
monarchica
,
speranza
vile
e
addormentatrice
.
Da
qualche
settimana
a
questa
parte
ringalluzzita
dalle
cerimonie
matrimoniali
,
la
compagnia
scema
degli
italiani
filomonarchici
si
è
rimessa
in
moto
a
diffonder
consigli
di
calma
,
pazienza
,
prudenza
:
tale
e
quale
come
dopo
il
delitto
Matteotti
.
Ci
sussurrano
del
povero
re
prigioniero
,
del
principino
antifascista
,
di
Maria
José
che
guarda
storto
Mussolini
,
del
Papa
che
vuole
vendicarsi
,
di
Federzoni
che
,
d
'
accordo
coi
gesuiti
e
la
grande
industria
,
prepara
la
successione
.
Un
diluvio
di
pettegolezzi
uno
più
falso
e
più
sciocco
dell
'
altro
il
cui
effetto
è
uno
solo
:
spezzare
la
ripresa
antifascista
e
dar
tempo
a
Mussolini
di
superare
la
crisi
per
ribadirci
le
già
pesanti
catene
.
Molte
animule
in
pena
,
che
la
salvezza
attendono
da
tutti
fuor
che
da
se
stessi
,
abboccano
all
'
amo
e
vanno
sospirando
d
'
orecchio
in
orecchio
i
"
magari
fosse
vero
...
"
Bisogna
reagire
.
E
violentemente
reagire
.
Matteotti
non
deve
essere
morto
invano
.
L
'
amara
esperienza
di
Amendola
,
ultimo
nobile
cavaliere
dell
'
idea
monarchica
,
non
deve
andar
perduta
.
La
monarchia
va
inchiodata
sin
d
'
ora
alle
sue
tremende
responsabilità
.
Diciamo
subito
che
noi
non
siamo
dei
repubblicani
pregiudizialisti
.
Non
crediamo
cioè
che
un
paese
,
sol
perché
retto
a
repubblica
,
divenga
perciò
solo
depositario
d
'
ogni
giustizia
e
virtù
.
In
Inghilterra
vivremmo
benissimo
sotto
la
monarchia
.
Ma
diciamo
chiaro
e
tondo
che
la
monarchia
in
Italia
è
venuta
meno
al
suo
compito
storico
e
alla
sua
funzione
specifica
di
garante
delle
libertà
statutarie
,
e
deve
considerarsi
finita
.
Casa
Savoia
-
Carignano
non
regna
per
diritto
divino
o
per
lunga
tradizione
di
secoli
.
Casa
Savoia
-
Carignano
regna
in
Italia
solo
e
solamente
in
virtù
del
patto
statutario
liberamente
accettato
in
sei
plebisciti
.
Dal
giorno
(
sono
sette
anni
!
)
che
il
patto
fu
dal
re
calpestato
,
il
patto
è
risolto
e
il
popolo
italiano
ha
riacquistato
,
intera
,
la
sua
libertà
.
La
sua
libertà
,
dopo
questa
esperienza
,
ha
un
solo
nome
:
repubblica
.
A
chi
ci
parla
della
monarchia
come
possibile
salvatrice
,
noi
rispondiamo
col
ricordo
di
una
complicità
continua
,
gravissima
,
determinante
.
L
'
alleanza
infame
non
si
scioglie
all
'
ora
ultima
,
quando
tutto
precipita
.
Sette
anni
di
corresponsabilità
non
si
lavano
col
facile
pentimento
del
poi
.
Ricordiamo
:
Fu
la
monarchia
a
consegnare
il
potere
a
Mussolini
,
sovrapponendosi
a
Governo
,
a
Parlamento
,
a
Paese
,
a
quel
Paese
che
,
nelle
elezioni
del
"
21
"
aveva
schiacciato
il
fascismo
sotto
una
valanga
di
schede
.
Fu
la
monarchia
ad
apporre
il
suo
sigillo
ad
una
serie
indefinita
di
decreti
anticostituzionali
,
dalla
revoca
della
libertà
di
stampa
e
di
associazione
alla
legge
sul
Gran
Consiglio
,
nonostante
l
'
avvertimento
solenne
e
contrario
dell
'
antico
suo
servitore
,
Giolitti
.
Fu
la
monarchia
ad
amnistiare
gli
assassini
di
Matteotti
e
a
tradire
vergognosamente
le
opposizioni
abbandonandole
,
dopo
il
colpo
di
stato
del
3
gennaio
,
mani
e
piedi
legati
,
alle
vendette
del
Duce
.
Fu
la
monarchia
a
ratificare
la
soppressione
di
tutte
le
libertà
,
a
firmare
le
leggi
eccezionali
,
a
consentire
la
feroce
persecuzione
di
cittadini
rei
soli
di
tener
fede
a
quello
Statuto
cui
tuttora
,
per
atroce
ironia
,
è
fatto
obbligo
agli
impiegati
e
ai
soldati
,
di
prestar
giuramento
.
La
monarchia
,
sempre
la
monarchia
.
Né
si
dica
che
bisogna
distinguere
tra
padre
e
figliolo
,
tra
Vittorio
ed
Umberto
.
Il
monarca
rappresenta
l
'
istituto
monarchico
in
tutti
i
suoi
elementi
e
ne
impegna
coi
suoi
atti
presente
e
avvenire
.
Ma
a
parte
ciò
,
grandemente
si
illude
chi
vede
nel
figlio
un
correttivo
del
padre
.
Gli
antifascisti
sappiano
che
il
principe
cova
sogni
grotteschi
di
restaurazione
,
monarchica
-
autoritaria
,
a
braccetto
dei
preti
,
se
ora
posa
ad
antifascista
,
non
è
in
odio
a
Mussolini
tiranno
,
a
Mussolini
liberticida
,
ma
sol
perché
vuol
essere
lui
al
posto
di
Mussolini
,
lui
al
centro
della
vita
italiana
,
lui
a
profittare
della
centralizzazione
di
poteri
operata
dal
fascismo
.
Per
ben
7
anni
ha
servito
di
comparsa
nelle
cerimonie
fasciste
,
ha
rivestito
la
camicia
nera
,
comandato
alle
manovre
battaglioni
di
militi
,
concesso
interviste
all
'
Impero
,
votato
clamorosamente
alle
elezioni
...
plebiscitarie
primo
ed
unico
tra
i
principi
ereditari
per
i
fascisti
.
È
tardi
ormai
per
il
voltafaccia
caro
ai
Savoia
.
Coloro
che
ancora
sognano
una
libertà
per
concessione
graziosa
del
Sovrano
,
tradiscono
la
loro
impotenza
e
la
loro
bassezza
.
La
libertà
non
si
dona
,
ma
si
conquista
;
e
in
tanto
vale
in
quanto
molto
si
è
dovuto
lottare
per
conquistarla
.
Tutti
i
grandi
popoli
hanno
conquistato
la
libertà
sulle
barricate
,
suggellando
col
sangue
il
loro
noviziato
di
modernità
.
L
'
Italia
non
può
sottrarsi
al
suo
fato
.
Una
falsa
libertà
che
ci
venisse
elargita
da
una
monarchia
fedifraga
,
attraverso
compromessi
miserabili
,
sarebbe
una
schiavitù
ancor
più
triste
perché
più
definitiva
della
presente
.
Basta
coi
re
e
con
le
speranze
nel
re
.
Monarchia
e
fascismo
fanno
tutt
'
uno
.
Legati
alla
stessa
catena
,
marciano
assieme
e
assieme
debbono
cadere
.
Il
popolo
italiano
non
si
lascerà
attrarre
nella
trappola
monarchica
.
Il
popolo
italiano
prepara
la
sua
rivoluzione
che
spazzerà
via
tutti
i
tiranni
,
tutti
i
responsabili
,
tutti
i
traditori
.
A
cominciare
dal
Re
.
StampaPeriodica ,
Comando
Generale
Fascista
Proclama
Fascisti
!
Italiani
!
L
'
ora
della
battaglia
decisiva
è
suonata
.
Quattro
anni
fa
,
l
'
Esercito
nazionale
scatenò
di
questi
giorni
la
suprema
offensiva
che
lo
condusse
alla
vittoria
:
oggi
,
l
'
esercito
delle
Camicie
Nere
riafferra
la
Vittoria
mutilata
e
,
puntando
disperatamente
su
Roma
,
la
riconduce
alla
gloria
del
Campidoglio
.
Da
oggi
Principi
e
Triari
sono
mobilitati
.
La
legge
marziale
del
Fascismo
entra
in
pieno
vigore
.
Dietro
ordine
del
Duce
i
poteri
militari
,
politici
e
amministrativi
della
Direzione
del
Partito
vengono
riassunti
da
un
Quadrumvirato
Segreto
d
'
Azione
con
mandato
dittatoriale
.
L
'
Esercito
,
riserva
e
salvaguardia
suprema
della
Nazione
non
deve
partecipare
alla
lotta
.
Il
Fascismo
rinnova
la
sua
altissima
ammirazione
all
'
Esercito
di
Vittorio
Veneto
.
Né
contro
gli
agenti
della
forza
pubblica
marcia
il
Fascismo
,
ma
contro
una
classe
politica
di
imbelli
e
di
deficienti
che
in
quattro
lunghi
anni
non
ha
saputo
dare
un
governo
alla
Nazione
.
Le
classi
che
compongono
la
borghesia
produttiva
sappiano
che
il
Fascismo
vuole
imporre
una
disciplina
sola
alla
Nazione
e
aiutare
tutte
le
forze
che
ne
aumentino
l
'
espansione
economica
e
il
benessere
.
Le
genti
del
lavoro
,
quelle
dei
campi
e
delle
officine
,
quelle
dei
trasporti
e
dell
'
impiego
,
nulla
hanno
da
temere
dal
potere
fascista
.
I
loro
giusti
diritti
saranno
lealmente
tutelati
.
Saremo
generosi
con
gli
avversari
inermi
.
Inesorabili
con
gli
altri
.
Il
Fascismo
snuda
la
sua
spada
per
tagliare
i
troppi
nodi
di
Gordio
che
irretiscono
e
intristiscono
la
vita
italiana
.
Chiamiamo
Iddio
e
lo
spirito
dei
nostri
cinquecentomila
Morti
a
testimoni
che
un
solo
impulso
ci
spinge
,
una
sola
volontà
ci
raccoglie
,
una
passione
sola
ci
infiamma
:
contribuire
alla
salvezza
e
alla
grandezza
della
Patria
.
Fascisti
di
tutta
Italia
!
Tendete
romanamente
gli
spiriti
e
le
forze
.
Bisogna
vincere
.
Vinceremo
.
Viva
L
'
Italia
!
Viva
il
Fascismo
!
Il
Quadrumvirato
StampaPeriodica ,
Una
notizia
tragica
nel
suo
laconismo
ci
giunge
da
Lipari
.
Il
confinato
Filipic
Giuseppe
,
di
Nlovac
(
Istria
)
,
giovane
robustissimo
e
aitante
,
è
morto
il
20
gennaio
in
seguito
a
polmonite
traumatica
causatagli
da
una
violentissima
bastonatura
dei
militi
.
Egli
fu
uno
dei
tanti
colpiti
nella
prova
generale
di
massacro
che
ebbe
luogo
a
Lipari
il
29
e
30
dicembre
u
.
s
.
Gli
eroi
dell
'
Era
Nuova
gli
fracassarono
varie
costole
coi
calci
dei
moschetti
,
determinando
una
fatale
lesione
ai
polmoni
.
Ai
confinati
venne
fatto
assoluto
divieto
di
partecipare
ai
funerali
.
Avendo
qualcuno
protestato
la
milizia
intervenne
con
nuove
violenze
.
Il
povero
Filipic
fu
così
accompagnato
al
cimitero
dai
suoi
bastonatoci
.
Filipic
era
un
irredento
.
Il
popolo
italiano
,
per
liberare
lui
e
i
suoi
fratelli
istriani
dalla
tirannide
austriaca
ha
lasciato
il
fiore
della
sua
giovinezza
nelle
trincee
.
Ora
il
bastone
fascista
,
in
nome
dell
'
Italia
imperiale
,
lo
uccide
.
Quale
tragica
rivoltante
ironia
...
Fino
a
quando
permetteremo
a
quest
'
orda
di
briganti
di
usurpare
il
governo
del
nostro
paese
?
StampaPeriodica ,
Dopo
la
nostra
adunata
si
nota
un
certo
equivoco
senso
di
insofferenza
e
di
dispetto
che
non
ci
sfugge
all
'
attenzione
ma
che
non
ci
preoccupa
soverchiamente
.
Però
è
pacifico
DIFFIDARE
chi
ci
comprende
facilmente
,
perché
le
nostre
azioni
saranno
energiche
e
risolutive
.
Conosciamo
certi
piani
e
abbiamo
i
nomi
di
coloro
che
si
prefiggono
d
'
attuarli
.
Da
oggi
chi
rusca
busca
!
Le
responsabilità
non
saranno
nostre
.
Con
le
mani
nella
cintola
non
ci
faremo
trovare
certamente
.
Le
donne
,
le
isteriche
,
se
non
sanno
cosa
fare
stiano
in
casa
a
rattoppare
.
I
bimbi
,
gli
innocenti
,
siano
tenuti
è
molto
meglio
a
studiare
il
sillabario
.
Gli
uomini
,
i
responsabili
,
pensino
un
poco
a
curare
le
loro
famiglie
e
i
loro
affari
,
e
i
GIOVANOTTI
,
gli
esperti
,
a
convincersi
ch
'
è
tardi
e
che
non
c
'
è
più
nulla
da
sperare
.
PER
UNO
LA
PAGANO
TUTTI
E
...
I
TUTTI
SONO
ELENCATI
!
Chi
non
sa
ancora
adattarsi
sa
come
fare
a
rimediarvi
;
cambii
paese
e
...
buon
viaggio
.
Per
noi
è
indifferente
!
In
un
modo
o
in
un
altro
la
nostra
strada
dobbiamo
batterla
:
chi
ci
ostacola
e
ci
insidia
non
può
aspettarsi
che
il
fatto
suo
.
Siamo
chiari
e
concisi
per
non
ripeterci
inutilmente
.
Gli
interessati
ci
intendano
.
Il
Direttorio
.