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LA MONUMENTOMANIA ( - , 1878 )
StampaPeriodica ,
I sintomi della mania monumentale che ha invase le menti in Italia vanno purtroppo crescendo . L ' ultimo e più pericoloso eccesso si è dichiarato con la proposta , stata accolta favorevolmente da alcuni autorevoli periodici , di promuovere una sottoscrizione nell ' esercito per innalzare a Palestro un monumento al gran Re che abbiamo perduto . Questa sottoscrizione sarebbe , è vero , contraria ai regolamenti disciplinari , che vietano nell ' esercito le sottoscrizioni con carattere collettivo ; ma di ciò poco importa ai fanatici monumentalisti : essi dicono che la sottoscrizione dei militari dovrebbe essere individuale e spontanea . Fortuna delle frasi ! Ci par di vederla questa spontaneità della sottoscrizione . Ogni comandante di divisione , premendogli che il corpo sotto i suoi ordini faccia buona figura , chiamerà i colonnelli dei reggimenti e li pregherà gentilmente a promuovere la sottoscrizione per il monumento , ad onore dell ' esercito e specialmente della divisione . I colonnelli aduneranno i maggiori , e li inviteranno a prestarsi per la riuscita della generosa impresa ; i maggiori raccomanderanno la cosa calorosamente ai capitani , i quali esorteranno seriamente i loro ufficiali , perché prescrivano ai bassi ufficiali di ordinare ai soldati di pagare individualmente ( sottoscrivere non sarà sempre possibile ) un tanto per uno per il monumento al Re defunto . Vedrete allora che spontaneità !
LA CRONACA ( - , 1930 )
StampaPeriodica ,
Lunedì 30 dicembre la polizia francese alle otto del mattino dopo un ' accurata perquisizione nelle loro case arrestava i nostri amici Alberto Cianca , Alberto Tarchiani , Giuseppe Sardelli . Nessuna comunicazione veniva data alla stampa fino alla sera del 31 : soltanto alle 20 e 30 del martedì un breve comunicato Havas annunziava l ' arresto dei nostri amici e specificava che esso era avvenuto in seguito a denunzia delle autorità italiane . Aggiungeva che le perquisizioni avevano portato al sequestro di numerosi documenti e che nella casa che Cianca divideva con Giuseppe Sardelli erano stati scoperti 7 pacchetti di cheddite , alcuni detonatori ed una certa quantità di cordone Bickford . Dopo un lungo interrogatorio nei locali della Sûreté Générale i nostri amici venivano inviati al carcere della Santé . Essi hanno scelto per difensore l ' avvocato Henri Torrès . I tre arrestati sono noti a tutti gli antifascisti e sono tra le figure più popolari , e più amate dell ' emigrazione politica . Di Alberto Cianca abbiamo detto avanti . Alberto Tarchiani , democratico , è stato per molti anni il redattore capo del più grande giornale italiano , il " Corriere della Sera . " La sua avversione al Fascismo lo costrinse a cercare rifugio in Francia dove continuava con grande passione la sua opera di scrittore denunziando , soprattutto nei giornali degli Stati Uniti , le infamie del regime fascista . Giuseppe Sardelli , socialista ex deputato , fervido organizzatore operaio costretto ad abbandonare l ' Italia svolgeva da circa tre anni tra le masse emigrate in Francia opera salda ed efficace . La famiglia di Alberto Tarchiani si trova a Parigi . La moglie ed i figliuoli di Cianca e di Sardelli sono in Italia . L ' arresto dei nostri amici ha provocato la prevedibile ignobile gazzarra dei giornali italiani e dei pochi quotidiani francesi che per ragioni che non vogliamo indagare cantano ad ogni costo le lodi di Mussolini e del fascismo . Ma questo blaterare di servi ubriachi non meriterebbe di essere rilevato se le dichiarazioni del governo italiano e dei suoi servizi all ' estero non ci fornissero preziose indicazioni . Il " Corriere della Sera " del 5 gennaio dichiara che gli arresti di Cianca Tarchiani e Sardelli provocati dai documenti scoperti presso il Beineri arrestato a Bruxelles rappresentano il trionfo della polizia francese che è riuscita finalmente a metter la mano sui capi delle organizzazioni terroristiche antifasciste . Lo stesso giornale afferma che il Berneri era sorvegliato da un agente del governo italiano il quale fotografava le missive che Berneri gli affidava perché egli le mettesse alla posta . Una di queste missive , diretta al Cianca , sempre secondo il " Corriere della Sera , " darebbe istruzioni precise su di un misterioso oggetto che ha bisogno di essere tenuto ritto e che teme il freddo . In altri termini , secondo la stampa fascista , i nostri amici sarebbero stati scoperti , nell ' esercizio delle loro criminose attività dall ' abilità di una spia fascista che abusava della ingenuità del Berneri . Tutto ciò puzza a chilometri di cattivo romanzo d ' appendice . E l ' assurdità di questa tesi è saltata agli occhi di tutta la stampa libera francese e belga . " La Volonté " di Parigi ha fatto una inchiesta ed è arrivata a precisare alcuni punti assai interessanti . E tra l ' altro ! 1 . Che Berneri coabitava con la nota spia fascista Ermanno Menapace . 2 . Che Menapace accompagnò il Berneri in un viaggio nella Francia meridionale ed in Svizzera . 3 . Che lo stesso Menapace accompagnò il Berneri in Belgio e che lo fornì di una pistola . Dettaglio comico : la pistola era un semplice giocattolo ad aria compressa incapace di far male ad una mosca . Il " Quotidien , " " l ' OEuvre , " " la Volonté " affacciano in conseguenza l ' opinione che tutta questa rocambolesca montatura di complotti di devastazioni e di assassini che vanno dalla distruzione della Società delle Nazioni alla uccisione di Rocco e dalla soppressione della famiglia reale belga al bombardamento della mole littoria di Bologna si possano ridurre in fondo ad un complotto solo : un complotto degli agenti provocatori fascisti per compromettere alcuni fra gli uomini più rappresentativi della emigrazione politica . In tutti gli articoli un nome ricorre frequente : Ricciotti Garibaldi . Questo sarebbe il secondo caso Garibaldi . Ma anche questa volta le macchinazioni degli agenti provocatori sono cadute nel ridicolo . Il " Soir , " il più grande giornale belga , che non può certo essere accusato di idee rivoluzionarie , pubblica un grande articolo nel suo numero del 12 corrente col titolo : Il complotto Menapace Berneri e Compagni . La verità si fa strada sicuramente e rapidamente . La ignobile manovra fascista può dirsi già fallita . E su tutto questo pantano di menzogna di falsità e di bassi espedienti polizieschi più chiara e sicura rimane intatta ed intangibile la fiamma della nostra fede e la sicurezza della nostra vittoria .
StampaPeriodica ,
Riceviamo da un nostro amico la seguente lettera che ci pare assai interessante e che pubblichiamo tanto più volentieri , in quanto consentiamo con lo scrittore nel condannare la presente agitazione popolare per l ' Italia irredenta , come pure nella maggior parte delle opinioni ch ' egli espone sulla politica italiana in questi ultimi anni . Nel criticare il contegno tenuto dall ' Italia nel congresso di Berlino , noi non intendevamo affatto muovere rimprovero ai nostri rappresentanti di non aver chiesto il Trentino , ossia di non aver commesso una follia , ma bensì di non aver fatto la più lontana allusione alla questione nelle sedute ufficiali del congresso in occasione dei nuovi ingrandimenti dell ' Austria ; del non avere insomma , ci si permetta l ' espressione , interrotto la prescrizione ; dell ' aver ratificato il trattato senza che almeno nei processi verbali delle sedute sia stata rammentata una questione che ha per l ' Italia una primaria importanza anche al punto di vista della sua difesa militare . È vero che vi sono persone , e tra le bene informate , le quali sostengono che il primo rappresentante d ' Italia abbia veramente in colloqui privati col cancelliere dell ' Impero germanico , ai quali assisteva soltanto il ministro di Francia , chiesto formalmente una rettifica di frontiere , e che abbia così esposto la dignità del paese ad un fiero e diremmo quasi insolente rabbuffo per parte del principe di Bismarck . Ma noi non vogliamo prestare intera fede a tutto ciò , perché farebbe veramente troppo torto al senno di un vecchio diplomatico come il conte Corti . Ma l ' accusa maggiore che muoviamo alla politica italiana al congresso , è quella di non aver risolutamente sostenuto i diritti della Grecia e delle altre nazionalità della penisola balcanica ; e del non aver protestato energicamente contro l ' avvilimento del Montenegro , e contro i diritti quasi di alta sovranità riconosciuti alla sola Austria sopra tutto il litorale orientale dell ' Adriatico . A parte la questione del rispetto al principio di nazionalità , a cui l ' Italia deve la vita , e nel tener alto il prestigio del quale abbiamo la garanzia più sicura della nostra futura indipendenza politica in Europa , più sicura di quel che non ci diano ora i nostri imperfettissimi armamenti ; a parte , diciamo , questa questione , l ' Italia ha un interesse grandissimo a che la penisola balcanica non cada in mano né all ' Austria , almeno finché si estende dai Carpazi fino al lago di Garda , né alla Russia . Ora il miglior modo di opporsi a ciò , non è di sostenere il fracido edificio dell ' impero ottomano , ma di appoggiare la creazione di una federazione di Stati nazionali , grandi assai per vivere di vita autonoma , e non tanto da poter fare mai ombra all ' Italia . Né qui si tratterebbe di un fascio di piccoli Stati artificialmente messi insieme e artificialmente mantenuti come quelli della Confederazione del Reno , creata da Napoleone I e poscia sognata da Thiers , ma bensì di un ordinamento politico che coinciderebbe con la repartizione delle nazionalità nella penisola balcanica . E dato pure che la voce isolata dell ' Italia nel congresso non avesse potuto produrre alcun effetto sensibile negli articoli del trattato , essa ci avrebbe almeno procurato le simpatie di tutti quei popoli , e osiamo dire anche il rispetto dell ' Europa , più che non il nostro silenzio e la nostra indecisione . Almeno non sarebbero sorte le stupide accuse che noi desideriamo l ' Albania , o altri ingrandimenti simili . Né di minore importanza era per l ' Italia l ' assicurare con l ' indipendenza del Montenegro , e con l ' affermazione della sua completa sovranità sopra quei pochi chilometri di coste che gli sono stati concessi dal congresso , un punto fermo agl ' ingrandimenti , in quella direzione , dell ' Austria . E ciò senza ripetere quanto già abbiamo detto altra volta , sullo schiaffo da noi ricevuto nel non essere stati almeno consociati all ' Austria nei suoi diritti di sorveglianza sulla costa montenegrina e nel porto di Antivari . Non è dato a nessuno prevedere le conseguenze infinite che sorgeranno dalla nuova fase in cui è entrata la sempre più imbrogliata questione d ' Oriente , ma non ci sorprenderebbe affatto se dal congresso di Berlino dovesse per noi risultare un mutamento di alleanze , e se i nuovi amoreggiamenti del governo germanico con il Vaticano , i quali pure contribuiscono a spiegare la poca simpatia dimostrataci ultimamente dal cancelliere dell ' Impero , non ci spingeranno fatalmente a ristringere l ' alleanza con la Francia repubblicana ed anticlericale . Ecco la lettera : 31 luglio Ai direttori . L ' agitazione per l ' Italia irredenta comincia a calmarsi . Era tempo , se non volevamo renderci ridicoli agli occhi dell ' Europa , poiché è sempre rendersi ridicoli l ' alzare la voce senza essere in grado di far seguire l ' atto alla parola . E nessuna persona sensata potrebbe dubitare che in questo momento l ' Italia è incapace di agire in favore di Trento ( lascio sempre da parte Trieste come una chimera ) con qualche probabilità di riuscita . Forse è colpa dei nostri governi se non siamo in istato di realizzare i nostri desiderii e quelli che crediamo nostri diritti . Diritti piuttosto morali che scritti , e piuttosto politici che morali , poiché non è tanto in virtù della nazionalità italiana della maggioranza degli abitanti del Trentino , che noi reclamiamo questa provincia - dovremmo allora e con maggior ragione reclamare il cantone Ticino , Nizza , la Corsica e quelle parti della Dalmazia ove la popolazione intera è di nazionalità italiana , ma nell ' interesse della nostra sicurezza , la quale esige che la posizione strategica del Trentino , tutta offensiva nelle mani di una potenza transalpina , difensiva in quella di una potenza cisalpina come la nostra , ci sia presto o tardi ceduta . Può darsi , dicevo , che sia colpa della nostra politica estera se non abbiamo potuto profittare dell ' occasione del recente raffazzonamento politico della carta di Europa per ottenere la rettificazione della nostra frontiera del nord . Procuriamo almeno di profittare di questa lezione , non ricadendo negli stessi errori . Questi errori , a parer mio , si riassumono in uno solo : l ' indecisione . Abbiamo voluto , come si dice volgarmente , salvare capra e cavoli , ed ora ci troviamo a mani vuote . Fino dal principio della crisi , era evidente esservi in Europa due campi , quello dell ' Inghilterra e quello della Russia . Ora , se stava nel beneplacito della Francia e della Germania , che non aveano nulla da perdere né da guadagnare in questo conflitto , di mantenersi neutrali , non era così per l ' Austria e l ' Italia . E mentre la prima , facendo tacere ogni antipatia e simpatia sentimentale , e non ascoltando che la voce del suo interesse , s ' intese fin dal principio con la Russia circa un compenso eventuale ( non è ormai più permesso di dubitarne ) , l ' Italia temé di scontentare l ' Inghilterra e venir meno alle sue tradizioni liberali , alleandosi francamente alla Russia , ed ebbe paura di scatenare la guerra gettandosi intieramente nelle braccia dell ' Inghilterra . Eppure sarebbe stato sì facile di conciliare le proprie tradizioni liberali con l ' interesse del paese : bastava a tale effetto vedere coi propri occhi , giudicare i fatti e le situazioni senza idee preconcette , e soprattutto senza lasciarsi imporre dalle parole . Si preferì invece ascoltare la parola d ' ordine , data dall ' « opinione pubblica » di Parigi , fabbricata come tutti sanno , dalla penna esperta e infaticabile del patriotta polacco che dirige la politica estera del « Journal des Débats » e di cui le frasi sonore sulla seconda edizione della spartizione della Polonia ( la Turchia una Polonia ! ) furono per due anni amplificate e variate all ' infinito con una commovente unanimità da tutti gli organi riconosciuti dell ' « opinione pubblica » per tutta Europa : « Pall Mall Gazette » , « Kölnische » , « Allgemeine » e « Neue Freie Presse » senza parlare dei burgravi del giornalismo italiano ; poiché è soltanto da quando è stata gettata la maschera , e gli organi dell ' « opinione pubblica » al di là delle Alpi , all ' unisono e sempre al cenno partito dalla rue des Prêtres , gridano la croce addosso all ' Italia , che i nostri vecchi liberali cominciano un poco ad aprire gli occhi sui loro amici occidentali . Un anno , due anni fa a Roma se ne era ancora lontani , e mentre il governo austriaco lasciava declamare la sua « opinione pubblica » per agire nell ' interesse della monarchia , il nostro governo stimò doversi conformare al modo di vedere superficiale e burocratico de ' nostri burgravi . Quando si sarebbe dovuto prendere in mano risolutamente la questione delle nazionalità oppresse , intendersi col governo d ' Atene , spingerlo , occorrendo , alla guerra , far valere questo servizio sia a Pietroburgo come indebolimento della Turchia , sia a Londra come contrappeso allo slavismo , si ebbe paura di compromettersi , di avventurare la propria neutralità , di scatenare la guerra europea . Chi non risica non rosica . Una politica risolutamente anti - turca dell ' Italia non soltanto ci avrebbe procacciato l ' onore di mantenere la bandiera sotto la quale abbiamo acquistato la nostra propria indipendenza , ma avrebbe avuto il vantaggio di rafforzare la nostra posizione in Europa . La Francia certamente , benché i suoi interessi nel Mediterraneo e nel Levante sieno meno importanti dei nostri , avrebbe sostenuto questa politica , come lo prova il suo contegno a Berlino nella questione ellenica , e noi saremmo comparsi a Berlino con dei titoli per farci ascoltare . Invece , che cosa è accaduto ? L ' Europa ha agito come se la questione del Mediterraneo non ci riguardasse , e invece di riunire in un fascio le potenze mediterranee , Francia , Austria , Italia e Grecia ingrandita , e fortificarle coll ' aprire il mare Egeo alla Russia , noi abbiamo lasciato il Mediterraneo , il nostro mare , cadere tutto intiero e senza contrappeso nelle mani di una potenza che non vi ha nessun diritto naturale come potenza litoranea , e che è la rivale la più pericolosa pel nostro commercio orientale . Ed in ricambio non abbiamo ricevuto un solo vantaggio materiale , e neppure un solo vantaggio morale . Non parleremo qui dell ' annessione della Bosnia e dell ' Erzegovina all ' Austria : essa non costituisce un pericolo per l ' Italia e non aumenta neppure in modo considerevole le forze militari della nostra antica rivale , benché avrebbe potuto e avrebbe dovuto servire di pretesto per un regolamento di conti , se avessimo fatto l ' occorrente per essere ammessi seriamente a regolarli . Più grave è la presa di possesso di Spizza e il diritto di sorveglianza a Antivari , che sono stati accordati all ' Austria e che noi avremmo certamente potuto impedire , se avessimo protestato altamente e risolutamente invece di fare timide osservazioni ; poiché sempre ed ovunque è stata la paura per parte dei nostri governanti di bagnarsi con l ' entrare nell ' acqua che ci ha fatti restare all ' asciutto a guardarla correre . Circa ai vantaggi morali , non sono meno negativi , e , che io sappia , non possiamo vantarci , come il re di Danimarca all ' uscire dal congresso di Vienna , di avere conquistato , se non una sola anima , almeno tutti i cuori . Noi non possiamo contare né sull ' affezione né sulla gratitudine di alcun governo e di alcun popolo . Ed oggi ? Mi sembra che non vi sia più che un solo contegno possibile : quello della dignità tranquilla e dell ' attenzione vigile . Il trattato di Berlino , comunque imperfetto , avrebbe potuto garantirci alcuni lustri di pace : le convenzioni segrete poco onorevoli dell ' Inghilterra con la Russia e la Turchia del 30 maggio e del 4 giugno , concluse dietro le spalle all ' Europa quando altri si faceva ad alta voce il campione degl ' interessi europei ( nota Salisbury del 1° aprile ) , hanno notevolmente compromesso la durata di questa pace ; ed una politica intelligente deve preparare da questo momento le vie ed i mezzi per partecipare con maggior autorità che non abbiamo fatto a Berlino , alla prossima nuova sistemazione degli affari orientali . È impossibile che la Grecia sì perfidamente adescata , sì ignominiosamente abbandonata dall ' Inghilterra , sì platonicamente confortata dal congresso , resti molto tempo col fucile ad armacollo . Non è probabile che la Turchia si mostri molto amabile nella delimitazione di frontiere « consigliata » dal congresso di Berlino ; e per chiunque conosce la storia dell ' isola di Creta da cinquant ' anni , è anche meno probabile che i cretesi si rassegnino a lungo a subire il giogo ottomano ch ' essi hanno tentato tante volte di scuotere e che avrebbero scosso nel 1868 , se l ' Inghilterra non avesse allora , come l ' anno scorso , interposto un veto . Tutti sentono che il regno dei turchi in Europa si avvicina al suo termine ; che le decisioni del congresso di Berlino non costituiscono che una nuova fermata nel cammino verso la soluzione definitiva ; la questione può non aprirsi che fra venti anni , come può riaprirsi l ' anno prossimo . E per quanto questa seconda eventualità sia poco probabile e non certo da desiderarsi , poiché lo stesso acquisto del Trentino non varrebbe forse per noi dieci o venti anni di pace , pure dobbiamo esser pronti ad ogni caso ; sta a noi d ' intenderci anticipatamente con la Russia e la Grecia sulla sorte della Romenia e della Albania , dell ' Epiro e della Tessalia , di Costantinopoli soprattutto ; sta a noi di dettare condizioni all ' Austria , una volta che ci saremo intesi coi nostri due alleati naturali ; a noi allora di lasciar andare le cose , occorrendo , fino alla guerra ; non ci si arriverà , si può esserne sicuri ! Se l ' Austria in una guerra contro l ' Italia , o , per parlare più esattamente , nella considerazione dei casi di una guerra con l ' Italia , avesse dietro di sé l ' Inghilterra , noi avremmo dietro di noi la Russia ed i popoli della penisola dei Balcani , senza contare l ' appoggio della Germania e della Francia . Imperocché , non si prenda abbaglio , la Francia può , momentaneamente ed in odio del suo vincitore del 1870 , far buon viso al brutto tiro che l ' Inghilterra le ha fatto adesso , ma verrà il giorno in cui l ' antica gelosia contro la perfida Albione , assopita da quindici o venti anni e così leggermente ridestata da lord Beaconsfield , risusciterà più cieca ed appassionata che mai : tocca a noi di profittarne , come abbiamo profittato della sua folle scappata contro la Germania : potremo farlo , come l ' abbiamo fatto nel 1870 , senza rimorsi e senza far torto alla nostra dignità , perché avremo la coscienza che facendolo non portiamo danno all ' interesse vero , ma contribuiamo , anzi , al vantaggio reale del nostro antico alleato , al quale dobbiamo sì gran parte della nostra liberazione . Devot . C . F .
StampaPeriodica ,
Fascisti ! La grande battaglia è vinta su tutto il fronte . Il " bluff " del sovversivismo , che fino a ieri ricattò lo Stato , che fino a ieri minacciò la tranquillità della Nazione , è stato duramente , inesorabilmente punito . Crediamo che di scioperi generali non si parlerà più per un bel pezzo . L ' Italia può oggi , mercé il sacrificio dei nostri indimenticabili morti , mercé l ' opera santa di tutti voi , o fascisti italiani , l ' Italia può oggi iniziare , senza tema di essere pugnalata alle spalle , la sua ricostruzione morale ed economica . Italiani ! Italiani di tutte le fedi non estranee al sentimento della Patria , italiani di tutti i partiti non stranieri in terra italiana , il Partito Nazionale Fascista saluta la conquistata vittoria col duplice grido che è poi un grido solo di : Viva l ' Italia ! Viva il Fascismo ! Così come lo salutarono , esalando l ' ultimo respiro , i nostri squadristi rinnovanti la leggenda garibaldina : Viva l ' Italia ! Viva il Fascismo ! Lavoratori ! II Fascismo non è contro di voi . Il Fascismo sa che non vi è possibilità di grandezza per una Nazione se gli uomini del lavoro non abbiano tutelati i loro legittimi interessi . Ogni diritto è preceduto dal dovere e la legittimità di esso incomincia quando il dovere è già compiuto . Il vostro primo dovere è di ricacciare lontano da voi chiunque tenti di adoperarvi contro la Patria . Il Partito Nazionale Fascista , spezzando le catene che vi mantenevano schiavi di malvagi pastori , che dopo avervi spinto all ' inconsulto sciopero si sono , nel momento dell ' azione , vigliaccamente eclissati , ha ridonato a tutti voi , o lavoratori italiani , la Libertà . Sappiatene saggiamente usufruire ! Fascisti ! Riguadagnate le vostre sedi fieri del dovere compiuto . Sia cura dei capi procedere alla smobilitazione , lasciando i necessari presidi solo in quelle località dove la situazione lo richiede . Le squadre , prima di partire , rendano gli onori all ' Esercito . Esse attendano , sotto la guida dei loro capi , ad intensificare la propaganda , consolidare le posizioni conquistate e prepararsi assiduamente alla più grande battaglia futura . Essa coronerà degnamente l ' opera nostra . Vita l ' Italia ! Viva il Fascismo !
DESTRA O SINISTRA? ( - , 1879 )
StampaPeriodica ,
Non siamo né di destra né di sinistra e ce ne vantiamo . Parrà forse a molti un paradosso , l ' occuparsi di questioni politiche , essere buoni italiani , eppure non appartenere né alla destra né alla sinistra . A noi sembra invece naturalissimo . Anzi , una volta accettate le opinioni che la « Rassegna » professa , non sappiamo davvero come potremmo fare per ascriverci a destra o a sinistra . La « Rassegna » vuole il suffragio universale uninominale e diretto . La maggioranza della destra non lo vuole , e così pure la maggioranza della sinistra . In entrambe le schiere vi sono pochi individui che in quest ' argomento voterebbero con noi . La destra accetta una qualche estensione del suffragio , ma parte sempre dal punto di vista delle capacità , così come fa pure l ' on . Depretis nel progetto di legge da lui presentato alla Camera L ' on . Lanza ci dice che l ' estensione del voto dev ' esser fatta in modo da giovare egualmente a tutte le classi ; ma noi sfidiamo chiunque a trovare altro modo di raggiungere questo intento , all ' infuori o del suffragio universale o del voto graduato ; e questo secondo mezzo non è praticamente effettuabile , senza dire che i signori di destra non avrebbero mai l ' ardire di affrontare l ' impopolarità sostenendolo . E la sinistra ? Essa ha , dacché è al potere , architettato diversi progetti di nuova legge elettorale . In tutti si esclude a priori il suffragio universale , in tutti si dà una soverchia preponderanza all ' elemento cittadino , che già predomina nel nostro paese , e il cui esclusivo predominio è la ragione principale per cui appunto richiedesi una riforma elettorale . La « Rassegna » chiede al nostro Stato una politica più sicura di sé , più convinta , più seria di fronte alla Chiesa . Ciò non vuole la maggioranza della destra , la quale trova che lo stato di cose attuale è l ' ideale ; la quale si contenta di una frase vuota e ambigua , come di una sicura regola di condotta . Ciò vuole tanto meno la maggioranza della sinistra , la quale dacché è al potere fa crollare anziché rinforzare quei pochi sostegni che ancora difendevano i diritti dello Stato di fronte alla azione invadente e accaparratrice della gerarchia ecclesiastica romana . Vi sono , è vero , e a destra e a sinistra , alcuni individui che sanno valutare tutto il pericolo a cui la nostra civiltà nazionale va incontro ; ma sono eccezioni , che il partito conserva nel suo seno , tanto per avere un ' arme di più contro l ' avversario , in un momento in cui urga batterlo più vigorosamente in breccia . Così noi vorremmo che la proprietà e l ' amministrazione dei beni delle parrocchie fosse riconosciuta nella comunione dei parrocchiani correligionari , rappresentata da una congregazione elettiva , e che lo Stato non concedesse il godimento dei frutti delle proprietà destinate al mantenimento degli ufficiali ecclesiastici che a chi è designato per elezione dai parrocchiani stessi . Volendo queste cose , ci troviamo compagni con alcune brave persone di destra e di sinistra , ma recisamente contrari alla maggioranza e di qua e di là . Noi abbiamo sempre patrocinato gl ' interessi delle classi povere nel nostro paese . Crediamo che la prima preoccupazione del nostro governo dovrebb ' essere quella di meglio tutelare quegl ' interessi , che ora sono conculcati da ogni parte , dallo Stato , dalla provincia , dal comune e dalla classe agiata . Non ci siamo mai stancati dal far rilevare l ' urgenza di provvedere e con misure legislative e con provvedimenti amministrativi di ogni maniera . Or bene : qual è il partito che sia con noi in questa questione ? Destra o sinistra , tutti parlano genericamente della questione sociale ; tutti assicurano che essi soli cureranno gli interessi delle classi meno agiate ; ma di provvedimenti seri ed efficaci non se ne sono visti affatto da parte dei ministri né prima del 18 marzo 1876 né dopo ; ma e gli uni e gli altri molte , moltissime cose hanno fatto per aggravare la condizione del nostro contadiname . Tutto il nostro sistema d ' imposte gravita sproporzionatamente sul lavoro e sul povero . Il nostro contadino non trova nella società difesa alcuna contro la prepotenza e gli abusi della classe che sta sovra di lui . Già troppe volte , del resto , abbiamo parlato ampiamente di ciò , per dover ora dilungarci a dimostrarlo . Ma ora , ci si dirà , ora che la sinistra ha preso per bandiera l ' abolizione totale del macinato , perché non vi schierate con lei ? È facile spiegarlo . La « Rassegna » , fin dal giugno 1878 , consigliava che nel più breve termine possibile si dovesse abolire l ' intera tassa sul macinato , sostituendovi qualche altro balzello che supplisse al vuoto che ne deriverebbe nelle entrate del Tesoro . La sinistra vuole ora l ' abolizione , ma non ha il coraggio di rimediare al deficit con tasse che vadano a colpire gli elettori ; e sostiene che 4 e 4 fanno 9 perché così vuole l ' amor di parte . Il suo ragionamento ci pare essere il seguente : « Se 4 e 4 non fanno 9 , torna la destra : noi non vogliamo la destra : ergo dobbiamo ritenere che 4 e 4 fanno 9 » . La destra mette in ridicolo quest ' argomentazione ed ha ragione ; ma essa stessa che vuole ? Essa si contenta di dire : « 9 meno 1 fa 8; 4 e 4 fanno 8 : noi abbiamo bisogno di 9; dunque 4 e 4 non bastano » . Ma tace sul punto essenziale , se voglia o no l ' abolizione del macinato . Il dirci : « Per abolire il macinato , ci vogliono nuove tasse , perché noi vogliamo il pareggio » , non è una risposta , perché il quid faciendum rimane sempre dubbio ; e noi chiediamo loro : « Volete il pareggio mediante nuove tasse da sostituirsi al macinato , o lo volete con il macinato , lasciando tutto così come sta ora ? » . Per ora nessuno di destra lo ha detto ; e non lo ha detto perché anch ' essa platonicamente vorrebbe abolire il macinato , ma non ha il coraggio né la voglia di gravare di più gli elettori per isgravare i non elettori . Onde a noi la questione del giorno apparisce in questi termini : destra e sinistra ripugnano dall ' aggravare gli elettori ; ma mentre la seconda preferisce a ciò il deficit , la prima vi preferisce il macinato . Noi invece vorremmo l ' abolizione del macinato , e il mantenimento del pareggio con nuovi balzelli o con l ' aggravamento dei vecchi , in modo che colpiscano di preferenza la classe abbiente . Onde anche in siffatta questione non sappiamo d ' essere né di destra né di sinistra . Le riforme amministrative , dice di volerle l ' un partito quanto l ' altro ; all ' atto pratico finora l ' uno ha fatto su per giù come l ' altro . Così delle riforme nel militare , nella Marina , ecc . Tutti le vogliono ; ma nessun partito ha un programma speciale e distinto di riforme , tale da poterlo distinguere dall ' avversario . I mali che si deplorano nell ' amministrazione e nel campo della giustizia , quelli del modo in cui funzionano le istituzioni parlamentari ; l ' ultrapotenza dei deputati ; la demoralizzazione generale ; sono state effetto costante del governo dell ' uno come dell ' altro . Non vogliamo entrare nella questione se uno dei due partiti abbia mostrato maggiore serietà e dato maggior numero di uomini di Stato che non l ' altro . Questo giudizio spetterà agli storici nell ' avvenire , ma non è ragione sufficiente per ascriversi a un partito o a un altro . Un partito non è , e non deve essere semplicemente una società di persone che provino simpatia e stima reciproca , ma invece un insieme di uomini che si raccolgono intorno a un programma determinato nelle questioni maggiori . Queste lotte dei nostri partiti ricordano alcune guerre dei nostri comuni medioevali : gli uni si dicevano guelfi , gli altri ghibellini , tanto per distinguersi ; ma del Papa o dell ' Imperatore se ne ridevano egualmente tutti e due . Oramai si erano sempre chiamati così ; perché cambiare ? Firenze guelfa , Pisa ghibellina , dunque giù randellate e stoccate ; sempre in nome dei princìpi , e sempre egualmente a danno di tutto il paese . Ma che cosa vogliono dunque di diverso questa destra e questa sinistra ? ci dimanderà il lettore ingenuo . Risponda sempre per noi quel tal poeta di Mugello : ... tutto si riduce , a parer mio , A dire : esci di lì , ci vo ' star io .
RAPPORTO N. 566 ( - , 1930 )
StampaPeriodica ,
Cominciamo con questo numero la pubblicazione di una serie di rapporti " riservatissimi " al Comm . Bocchini , direttore generale della P.S. in Italia , redatti da un attivissimo antifascista d ' azione addetto al servizio di spionaggio ; il quale per la sua posizione autorevole è di solito bene informato . Al . Comm . Bocchini Ministero dell ' Interno Roma ( Riservatissimo N . 566 ) Parigi , 10.10-30 . Egregio commendatore , L ' affare della cheddite è andato ottimamente . Avevamo pensato di farne trovare un paio di chilogrammi nel barattolo del caffè di Filippo Turati , il quale ha una svariata raccolta di caffettiere napoletane che con un paio di articoli scritti come si conviene ne " La Liberté , " potevano benissimo passare per " macchine infernali " truccate in quel modo per meglio varcare la frontiera svizzera . Poi , abbiamo pensato che Turati era meglio riservarcelo per un altro complotto , a cui metteremo mano nel caso in cui questo in corso non dovesse dare tutti i risultati previsti . Anche per Nitti e Sforza abbiamo delle buone idee ; ma bisognerà che io faccia una corsa a Roma per metterci d ' accordo soprattutto sui "fondi." Intanto quello che non marcia è l ' affare del " Becco Giallo . " Eravamo rimasti d ' accordo che subito dopo l ' arresto di Alberto Cianca , l ' ambasciatore avrebbe fatto energici passi al Quai d ' Orsay per ottenere il decreto di sospensione dell ' immondo libello e l ' espulsione dell ' altro direttore , che non siamo riusciti a coinvolgere nel complotto , perché abita ad un settimo piano ed era impossibile entrare dalla finestra per mettergli la cheddite sotto al letto . I corrispondenti di Parigi , che erano stati istruiti , hanno funzionato a dovere . Ed infatti tutti i giornali con " Il Corriere della Sera " in testa , hanno annunziato come imminente il provvedimento . Ma questo , al momento in cui scrivo , non è ancora arrivato e credo che anche questa volta abbiamo fatto palla corta . Ho fatto una capatina in redazione , con la scusa che mi mancava una copia arretrata della collezione , per vedere che faccia avevano e che pensavano . In quanto alla faccia , la prima impressione è stata poco confortante . Le dico : come se non fosse affare loro ! Tranquilli peggio di Salandra dopo un terremoto o del Duce nostro invitto dopo una delle tante battaglie che vince sempre . Le loro faccie erano più fresche del solito ed a gonfiarle di schiaffi come i palloncini della " Rinascente " del due volte senatore Borletti , avrei avuto un gusto matto . Quello che pensano dell ' affare è poi addirittura esasperante . E se non ci fosse il fatto che la ghigliottina qui la fanno funzionare senza guardare al fine nazionale , non ci penserei un momento a mettermene un paio sulla coscienza con relativo encomio solenne nel foglio d ' ordini . In breve il loro ragionamento è questo : " Il Becco Giallo " lei mi capisce chi è che parlava così è un giornale attrezzato per i lunghi viaggi . Il suo bagaglio è perciò , ridottissimo : tutta l ' amministrazione registri , fascettari , timbri e conti debitori compresi entra in una valigetta 50 per 25 , trasportabile a mano . Soppresso in Italia , venne a spalla , in un sacco da montagna , in Francia dove , rispettoso delle leggi del paese e fiducioso negli immortali principi dell ' 89 ( che roba mi tocca sentire , senza neanche poter sparare ! ) riprese le sue pubblicazioni . Se domani ai cani del signor Ambasciatore dicendo ( perdoni , signor commendatore la frase irriverente , ma la riporto tale e quale , mettendo di mio soltanto l ' a maiuscola all ' Ambasciatore , perché lei ci faccia mente locale ) dovesse essere soppresso in Francia , si trasferirebbe in ferrovia o in battello in un punto qualunque di un paese qualunque ove sia una tipografia ed un ufficio postale e continuerebbe come prima , peggio di prima . E se anche in quel punto qualunque di un paese qualunque dovesse essere soppresso , andrebbe a piedi , in bicicletta o in automobile in un altro punto di un altro paese qualunque ove fosse una tipografia e un ufficio postale , e ricomincerebbe da capo ... E così di seguito per tutto il giro del mondo in 53 anni , quanti restano dei sessanta appaltati al Padreterno da Mussolini . Che ne dice , di simili criminali ? Mi istruisca sul da farsi . Dev.mo AGENTE 99 P . S . Riapro per dirle che ho fatto trasferire Menapace in Olanda in attesa che si schiarisca l ' orizzonte e che lei mi mandi istruzioni . Bisognerebbe intanto mettere sotto la stampa nazionale per fare capire al governo francese che la condanna di Cianca , Sardelli e Tarchiani gioverebbe alle buone relazioni franco - italiane , faciliterebbe l ' accordo navale , spianerebbe la via alla Locarno del Mediterraneo , abbatterebbe gli ostacoli al regolamento dello statuto per Tunisi e allargherebbe la zona d ' influenza dell ' acqua di colonia del signor Coty col quale vado benissimo .
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Il fascismo è in crisi , in gravissima crisi economica , politica , morale . Tutti lo sentono , tutti lo dicono . Mussolini confessa che i tempi sono "difficili." All ' estero , nelle cancellerie e nei giornali , le previsioni si fanno ogni giorno più scure . La caduta di De Rivera preannuncia la rovina mussoliniana e richiama l ' attenzione del mondo sulla tragedia italiana . Il mito di un fascismo ricostruttore d ' Italia è crollato miseramente . Il popolo italiano è oggi , in virtù del littorio , schiavo ed affamato . Perciò il mal contento si diffonde , guadagna le fila di quelli che del fascismo furono un tempo i sostenitori ardenti , mentre i primi conati di rivolta ( Sulmona , Faenza , Viterbo ) danno il senso della catastrofe vicina . L ' antifascismo guadagna terreno , si riorganizza , i giovani accorrono , l ' ora delle grandi prove si approssima . Ed ecco risorgere , sull ' inquieto orizzonte la Medusa monarchica , speranza vile e addormentatrice . Da qualche settimana a questa parte ringalluzzita dalle cerimonie matrimoniali , la compagnia scema degli italiani filomonarchici si è rimessa in moto a diffonder consigli di calma , pazienza , prudenza : tale e quale come dopo il delitto Matteotti . Ci sussurrano del povero re prigioniero , del principino antifascista , di Maria José che guarda storto Mussolini , del Papa che vuole vendicarsi , di Federzoni che , d ' accordo coi gesuiti e la grande industria , prepara la successione . Un diluvio di pettegolezzi uno più falso e più sciocco dell ' altro il cui effetto è uno solo : spezzare la ripresa antifascista e dar tempo a Mussolini di superare la crisi per ribadirci le già pesanti catene . Molte animule in pena , che la salvezza attendono da tutti fuor che da se stessi , abboccano all ' amo e vanno sospirando d ' orecchio in orecchio i " magari fosse vero ... " Bisogna reagire . E violentemente reagire . Matteotti non deve essere morto invano . L ' amara esperienza di Amendola , ultimo nobile cavaliere dell ' idea monarchica , non deve andar perduta . La monarchia va inchiodata sin d ' ora alle sue tremende responsabilità . Diciamo subito che noi non siamo dei repubblicani pregiudizialisti . Non crediamo cioè che un paese , sol perché retto a repubblica , divenga perciò solo depositario d ' ogni giustizia e virtù . In Inghilterra vivremmo benissimo sotto la monarchia . Ma diciamo chiaro e tondo che la monarchia in Italia è venuta meno al suo compito storico e alla sua funzione specifica di garante delle libertà statutarie , e deve considerarsi finita . Casa Savoia - Carignano non regna per diritto divino o per lunga tradizione di secoli . Casa Savoia - Carignano regna in Italia solo e solamente in virtù del patto statutario liberamente accettato in sei plebisciti . Dal giorno ( sono sette anni ! ) che il patto fu dal re calpestato , il patto è risolto e il popolo italiano ha riacquistato , intera , la sua libertà . La sua libertà , dopo questa esperienza , ha un solo nome : repubblica . A chi ci parla della monarchia come possibile salvatrice , noi rispondiamo col ricordo di una complicità continua , gravissima , determinante . L ' alleanza infame non si scioglie all ' ora ultima , quando tutto precipita . Sette anni di corresponsabilità non si lavano col facile pentimento del poi . Ricordiamo : Fu la monarchia a consegnare il potere a Mussolini , sovrapponendosi a Governo , a Parlamento , a Paese , a quel Paese che , nelle elezioni del " 21 " aveva schiacciato il fascismo sotto una valanga di schede . Fu la monarchia ad apporre il suo sigillo ad una serie indefinita di decreti anticostituzionali , dalla revoca della libertà di stampa e di associazione alla legge sul Gran Consiglio , nonostante l ' avvertimento solenne e contrario dell ' antico suo servitore , Giolitti . Fu la monarchia ad amnistiare gli assassini di Matteotti e a tradire vergognosamente le opposizioni abbandonandole , dopo il colpo di stato del 3 gennaio , mani e piedi legati , alle vendette del Duce . Fu la monarchia a ratificare la soppressione di tutte le libertà , a firmare le leggi eccezionali , a consentire la feroce persecuzione di cittadini rei soli di tener fede a quello Statuto cui tuttora , per atroce ironia , è fatto obbligo agli impiegati e ai soldati , di prestar giuramento . La monarchia , sempre la monarchia . Né si dica che bisogna distinguere tra padre e figliolo , tra Vittorio ed Umberto . Il monarca rappresenta l ' istituto monarchico in tutti i suoi elementi e ne impegna coi suoi atti presente e avvenire . Ma a parte ciò , grandemente si illude chi vede nel figlio un correttivo del padre . Gli antifascisti sappiano che il principe cova sogni grotteschi di restaurazione , monarchica - autoritaria , a braccetto dei preti , se ora posa ad antifascista , non è in odio a Mussolini tiranno , a Mussolini liberticida , ma sol perché vuol essere lui al posto di Mussolini , lui al centro della vita italiana , lui a profittare della centralizzazione di poteri operata dal fascismo . Per ben 7 anni ha servito di comparsa nelle cerimonie fasciste , ha rivestito la camicia nera , comandato alle manovre battaglioni di militi , concesso interviste all ' Impero , votato clamorosamente alle elezioni ... plebiscitarie primo ed unico tra i principi ereditari per i fascisti . È tardi ormai per il voltafaccia caro ai Savoia . Coloro che ancora sognano una libertà per concessione graziosa del Sovrano , tradiscono la loro impotenza e la loro bassezza . La libertà non si dona , ma si conquista ; e in tanto vale in quanto molto si è dovuto lottare per conquistarla . Tutti i grandi popoli hanno conquistato la libertà sulle barricate , suggellando col sangue il loro noviziato di modernità . L ' Italia non può sottrarsi al suo fato . Una falsa libertà che ci venisse elargita da una monarchia fedifraga , attraverso compromessi miserabili , sarebbe una schiavitù ancor più triste perché più definitiva della presente . Basta coi re e con le speranze nel re . Monarchia e fascismo fanno tutt ' uno . Legati alla stessa catena , marciano assieme e assieme debbono cadere . Il popolo italiano non si lascerà attrarre nella trappola monarchica . Il popolo italiano prepara la sua rivoluzione che spazzerà via tutti i tiranni , tutti i responsabili , tutti i traditori . A cominciare dal Re .
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Comando Generale Fascista Proclama Fascisti ! Italiani ! L ' ora della battaglia decisiva è suonata . Quattro anni fa , l ' Esercito nazionale scatenò di questi giorni la suprema offensiva che lo condusse alla vittoria : oggi , l ' esercito delle Camicie Nere riafferra la Vittoria mutilata e , puntando disperatamente su Roma , la riconduce alla gloria del Campidoglio . Da oggi Principi e Triari sono mobilitati . La legge marziale del Fascismo entra in pieno vigore . Dietro ordine del Duce i poteri militari , politici e amministrativi della Direzione del Partito vengono riassunti da un Quadrumvirato Segreto d ' Azione con mandato dittatoriale . L ' Esercito , riserva e salvaguardia suprema della Nazione non deve partecipare alla lotta . Il Fascismo rinnova la sua altissima ammirazione all ' Esercito di Vittorio Veneto . Né contro gli agenti della forza pubblica marcia il Fascismo , ma contro una classe politica di imbelli e di deficienti che in quattro lunghi anni non ha saputo dare un governo alla Nazione . Le classi che compongono la borghesia produttiva sappiano che il Fascismo vuole imporre una disciplina sola alla Nazione e aiutare tutte le forze che ne aumentino l ' espansione economica e il benessere . Le genti del lavoro , quelle dei campi e delle officine , quelle dei trasporti e dell ' impiego , nulla hanno da temere dal potere fascista . I loro giusti diritti saranno lealmente tutelati . Saremo generosi con gli avversari inermi . Inesorabili con gli altri . Il Fascismo snuda la sua spada per tagliare i troppi nodi di Gordio che irretiscono e intristiscono la vita italiana . Chiamiamo Iddio e lo spirito dei nostri cinquecentomila Morti a testimoni che un solo impulso ci spinge , una sola volontà ci raccoglie , una passione sola ci infiamma : contribuire alla salvezza e alla grandezza della Patria . Fascisti di tutta Italia ! Tendete romanamente gli spiriti e le forze . Bisogna vincere . Vinceremo . Viva L ' Italia ! Viva il Fascismo ! Il Quadrumvirato
ASSASSINI! ( - , 1930 )
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Una notizia tragica nel suo laconismo ci giunge da Lipari . Il confinato Filipic Giuseppe , di Nlovac ( Istria ) , giovane robustissimo e aitante , è morto il 20 gennaio in seguito a polmonite traumatica causatagli da una violentissima bastonatura dei militi . Egli fu uno dei tanti colpiti nella prova generale di massacro che ebbe luogo a Lipari il 29 e 30 dicembre u . s . Gli eroi dell ' Era Nuova gli fracassarono varie costole coi calci dei moschetti , determinando una fatale lesione ai polmoni . Ai confinati venne fatto assoluto divieto di partecipare ai funerali . Avendo qualcuno protestato la milizia intervenne con nuove violenze . Il povero Filipic fu così accompagnato al cimitero dai suoi bastonatoci . Filipic era un irredento . Il popolo italiano , per liberare lui e i suoi fratelli istriani dalla tirannide austriaca ha lasciato il fiore della sua giovinezza nelle trincee . Ora il bastone fascista , in nome dell ' Italia imperiale , lo uccide . Quale tragica rivoltante ironia ... Fino a quando permetteremo a quest ' orda di briganti di usurpare il governo del nostro paese ?
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Dopo la nostra adunata si nota un certo equivoco senso di insofferenza e di dispetto che non ci sfugge all ' attenzione ma che non ci preoccupa soverchiamente . Però è pacifico DIFFIDARE chi ci comprende facilmente , perché le nostre azioni saranno energiche e risolutive . Conosciamo certi piani e abbiamo i nomi di coloro che si prefiggono d ' attuarli . Da oggi chi rusca busca ! Le responsabilità non saranno nostre . Con le mani nella cintola non ci faremo trovare certamente . Le donne , le isteriche , se non sanno cosa fare stiano in casa a rattoppare . I bimbi , gli innocenti , siano tenuti è molto meglio a studiare il sillabario . Gli uomini , i responsabili , pensino un poco a curare le loro famiglie e i loro affari , e i GIOVANOTTI , gli esperti , a convincersi ch ' è tardi e che non c ' è più nulla da sperare . PER UNO LA PAGANO TUTTI E ... I TUTTI SONO ELENCATI ! Chi non sa ancora adattarsi sa come fare a rimediarvi ; cambii paese e ... buon viaggio . Per noi è indifferente ! In un modo o in un altro la nostra strada dobbiamo batterla : chi ci ostacola e ci insidia non può aspettarsi che il fatto suo . Siamo chiari e concisi per non ripeterci inutilmente . Gli interessati ci intendano . Il Direttorio .