StampaQuotidiana ,
Parigi
,
21
notte
...
Mentre
i
gruppi
politici
delle
sinistre
socialiste
respingono
-
sia
pure
con
una
motivazione
che
non
può
piacerci
-
l
'
invito
comunista
di
partecipare
ad
una
manifestazione
antifascista
indetta
per
domani
,
dinanzi
al
contegno
del
"
Quotidien
"
noi
abbiamo
l
'
impressione
che
i
socialisti
riformisti
francesi
respingano
da
una
parte
una
forma
più
o
meno
utile
e
clamorosa
,
cerchino
dall
'
altra
di
contribuire
a
prepararla
e
di
associarvisi
senza
averne
l
'
aria
e
senza
mandare
al
comizio
nessun
loro
oratore
ufficiale
.
Preferiamo
,
allora
,
a
questa
mezza
opposizione
,
il
contegno
del
"
Temps
,
"
che
questa
sera
pubblica
un
faticoso
articolo
di
Herbette
,
in
cui
si
ha
la
pretesa
di
dire
l
'
ultima
parola
sul
Fascismo
e
sui
destini
dell
'
Italia
.
Il
"
Temps
,
"
almeno
,
non
fa
rivelazioni
sensazionali
,
perché
i
suoi
lettori
non
gli
crederebbero
;
ma
cerca
,
anzi
,
con
ragionamenti
e
utilizzando
il
materiale
servitogli
con
tanta
generosità
dai
giornali
in
questi
ultimi
giorni
,
di
dar
fondo
al
problema
politico
e
morale
italiano
,
per
giungere
,
come
un
Guglielmo
Ferrero
,
alle
conclusioni
di
quelle
forme
congenite
di
pessimismo
,
le
quali
danno
piuttosto
la
misura
d
'
un
carattere
denso
di
ombre
,
che
non
l
'
impressione
d
'
un
ammonimento
...
Parlando
di
Marinelli
,
cassiere
del
partito
,
di
Rossi
e
degli
altri
implicati
nella
trista
vicenda
,
ha
l
'
aria
di
credere
che
costoro
fossero
nel
Partito
fascista
quello
che
sono
il
cuore
,
il
cervello
e
i
polmoni
nell
'
organismo
umano
.
Si
comprende
,
quindi
,
che
prospetti
gli
avvenimenti
italiani
come
una
vera
e
propria
crisi
del
Fascismo
e
che
perciò
possa
spingersi
a
pensare
che
i
principi
democratici
,
affermatisi
in
Francia
nel
1789
,
in
Inghilterra
nel
1688
,
in
America
nel
1776
,
in
Belgio
nel
1830
e
in
Germania
nel
1848
,
abbiano
una
ragione
anche
in
Italia
.
In
Italia
non
il
Fascismo
è
in
crisi
,
ma
una
parte
di
quel
Fascismo
d
'
azione
che
fu
necessario
e
benemerito
nella
prima
ora
e
che
-
come
avviene
in
tutti
i
movimenti
rivoluzionari
-
cerca
ora
il
suo
assestamento
.
StampaQuotidiana ,
L
'
Avanti
!
si
è
assunto
ancora
una
volta
il
volontario
ufficio
di
necroforo
del
Fascismo
e
di
Mussolini
,
dimenticando
che
effettivamente
questa
parte
non
gli
è
riescita
bene
se
non
nei
riguardi
del
partito
socialista
.
Il
giornale
avversario
chiede
la
testa
di
Mussolini
,
vuole
lo
scioglimento
della
Camera
,
della
Milizia
,
del
Partito
e
chi
più
ne
ha
più
ne
metta
.
La
nostra
risposta
è
stata
ed
è
molto
semplice
.
Muovetevi
,
signori
socialisti
!
Se
pretendete
tante
cose
,
abbiate
almeno
il
coraggio
di
agire
,
di
fare
qualche
cosa
perché
il
vostro
nobile
programma
sia
coronato
dal
successo
.
Parlate
con
l
'
accento
dei
capitani
che
hanno
alle
spalle
agguerrite
schiere
,
ma
alla
fine
non
fate
che
abbaiare
come
i
cani
delle
chiare
notti
lunari
.
In
verità
non
v
'
è
nulla
di
più
stupido
delle
minacce
e
delle
ingiunzioni
non
sorrette
da
argomenti
di
qualche
efficacia
.
La
noia
dell
'
attesa
vana
diventa
insopportabile
.
La
verità
è
che
Mussolini
incute
una
salutare
soggezione
a
questo
branco
di
scimmie
urlatrici
.
L
'
Avanti
!
,
nel
1919
,
in
un
bel
mattino
post
-
elettorale
,
scoprì
che
nelle
acque
calme
e
sudice
del
Naviglio
galleggiava
un
cadavere
:
era
quello
di
Benito
Mussolini
.
La
trovata
esilarò
talmente
i
socialisti
che
fu
organizzato
anche
un
funerale
sotto
le
finestre
dell
'
allora
Direttore
del
Popolo
d
'
Italia
.
Ahimè
,
Lazzaro
risuscitò
e
menò
certi
colpi
al
partito
dell
'
Avanti
!
da
ridurlo
informe
fantoccio
.
L
'
Avanti
!
vuole
ancora
fare
il
necroforo
e
lo
sa
per
esperienza
recente
che
è
una
vera
pazzia
.
Che
proprio
a
noi
spetti
l
'
ingrato
ufficio
di
dare
consigli
agli
avversari
?
StampaQuotidiana ,
Le
manifestazioni
all
'
estero
contro
il
Fascismo
e
il
Governo
fascista
cominciano
a
passare
il
segno
.
Potevamo
comprendere
gli
ordini
del
giorno
di
condoglianza
dei
partiti
socialisti
,
le
deplorazioni
dei
giornali
,
ma
oggi
appare
chiaro
che
si
vuole
umiliare
l
'
Italia
.
Che
cosa
è
tutta
questa
emozione
per
un
delitto
atroce
ma
anche
molto
volgare
?
Chi
osa
dunque
parlare
agli
italiani
di
moralità
politica
,
di
libertà
ecc
.
?
Sono
precisamente
quegli
stranieri
che
in
casa
loro
e
nelle
terre
a
loro
soggette
hanno
dato
spettacolo
frequentissimo
al
mondo
di
abbominevoli
delitti
politici
,
di
soffocazione
violenta
delle
libertà
,
di
oppressione
sanguinaria
della
volontà
popolare
!
Sono
quei
popoli
che
possiedono
organi
di
polizia
ciecamente
servili
alla
più
vera
e
feroce
delle
reazioni
:
quella
plutocratica
.
Gli
italiani
non
sono
dei
minorenni
;
non
hanno
bisogno
dei
consigli
di
nessuno
.
Lo
si
sappia
oltr
'
alpe
e
oltre
mare
.
Se
si
dovesse
continuare
nella
ignobile
campagna
contro
l
'
attuale
Governo
,
le
ripercussioni
nella
politica
europea
non
potrebbero
tardare
a
manifestarsi
perché
una
grande
Nazione
non
può
acconciarsi
a
un
millesimo
di
decadimento
della
sua
dignità
.
Il
delitto
,
la
crisi
politica
,
ecc
.
sono
cose
che
riguardano
gli
italiani
;
è
affare
di
politica
interna
,
anzi
,
soltanto
di
polizia
.
Gli
stranieri
vedano
dunque
di
non
creare
nel
mondo
imbarazzi
e
risentimenti
più
di
quel
che
non
ve
ne
siano
già
.
StampaQuotidiana ,
Il
Corriere
della
Sera
commentando
i
discorsi
del
Duce
che
pure
gettava
parecchi
ponti
ai
patrioti
e
agli
uomini
di
buona
volontà
dell
'
altra
sponda
,
afferma
che
"
l
'
obbiettivo
dell
'
opposizione
è
veramente
il
regime
"
.
Lo
sapevamo
ma
la
conferma
non
guasta
.
Il
Fascismo
risponde
ancora
una
volta
che
non
intende
neppure
discutere
l
'
eventualità
di
un
abbandono
del
potere
.
L
'
opposizione
ha
un
compito
di
controllo
da
svolgere
e
lo
svolga
senza
ingiuriare
e
senza
oltraggiare
.
Potrà
solo
così
essere
ascoltata
.
Se
pone
pregiudiziali
di
regime
il
Fascismo
pone
ben
chiaro
oltre
che
una
questione
di
diritto
una
ragione
di
forza
.
Pretendere
che
un
movimento
di
vasto
respiro
spirituale
e
di
grande
capacità
politica
come
il
Fascismo
si
fermi
per
polemizzare
con
l
'
organo
della
mediocrità
nazionale
quale
è
il
Corriere
della
Sera
o
con
le
altre
opposizioni
,
sulla
legittimità
del
potere
conquistato
per
consenso
di
popolo
e
per
la
carenza
dello
Stato
liberale
,
è
da
stolti
.
Il
Fascismo
è
conscio
della
sua
missione
di
ringagliardimento
della
coscienza
nazionale
e
di
assestamento
spirituale
degli
italiani
i
quali
hanno
il
diritto
di
avere
una
Patria
forte
che
assicuri
alle
popolazioni
ognor
crescenti
,
benessere
e
sicurezza
nel
territorio
,
oltre
i
mari
e
oltre
i
monti
.
Il
regime
fascista
non
sarà
sostituito
che
da
un
altro
regime
che
ne
continui
la
evoluzione
.
Ma
si
tratta
di
cicli
storici
e
non
di
Ministeri
.
StampaQuotidiana ,
Una
rivista
tedesca
che
si
occupa
di
problemi
militari
,
la
Deutsche
Wehr
,
ha
pubblicato
recentemente
un
articolo
molto
dettagliato
sulla
attuale
situazione
militare
dell
'
Italia
.
In
questo
articolo
viene
prospettato
tutto
quanto
la
Rivoluzione
Fascista
ha
fatto
per
portare
le
armi
italiane
a
un
alto
grado
di
efficienza
.
L
'
articolo
non
si
occupa
della
marina
militare
che
è
stata
tutta
rinnovata
in
questi
dodici
anni
;
né
dell
'
aviazione
che
è
stata
creata
dal
nulla
.
L
'
autore
si
occupa
soltanto
delle
forze
terrestri
,
delle
forze
para
-
militari
e
di
tutto
quanto
concerne
la
preparazione
della
Nazione
per
la
guerra
.
La
conclusione
alla
quale
giunge
è
:
che
l
'
esercito
non
può
non
essere
fascista
,
dal
momento
che
il
Regime
è
fascista
e
tutto
il
popolo
è
fascista
.
Solo
a
tale
condizione
,
dice
l
'
autore
tedesco
,
l
'
esercito
può
dare
il
massimo
rendimento
possibile
.
Riscontriamo
queste
parole
:
«
Con
la
sua
chiara
e
savia
politica
ed
educazione
militare
vediamo
intanto
come
l
'
Italia
faccia
un
altro
poderoso
passo
innanzi
nel
campo
militare
.
Nella
Penisola
appenninica
sorge
un
popolo
in
armi
come
il
mondo
mai
prima
ha
veduto
»
.
Questo
riconoscimento
germanico
è
significativo
.
Per
ritrovare
il
popolo
italiano
in
armi
,
come
oggi
,
bisogna
tornare
all
'
Impero
Romano
.
Il
potenziamento
militare
dell
'
Italia
è
opera
esclusiva
del
Fascismo
.
È
bene
che
lo
ricordino
tutti
!
.
StampaPeriodica ,
Quando
il
sol
perderà
moto
e
splendore
;
Quando
di
stelle
sarà
privo
il
cielo
;
Quando
la
terra
non
avrà
calore
;
Quando
unito
vedremo
il
fuoco
al
gelo
;
Quando
parlerà
il
vero
un
impostore
;
Quando
il
leon
divenga
un
ragnatelo
;
Quando
all
uomo
sia
tolto
ogni
malore
;
Quando
la
quercia
si
converta
in
melo
;
Quando
non
avran
pregio
argento
,
e
oro
;
Quando
il
vizio
a
virtù
non
farà
guerra
;
Quando
tempesta
ai
campi
fia
ristoro
;
Quando
gli
augei
,
de
muli
avran
la
soma
;
Quando
cittadi
,
e
regni
andran
sotterra
;
Avrete
,
o
ciuchi
,
il
Campidoglio
,
e
Roma
.
ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
e
di
Albania
Imperatore
d
'
Etiopia
Il
Senato
e
la
Camera
dei
fasci
e
delle
Corporazioni
,
a
mezzo
delle
loro
Commissioni
legislative
,
hanno
approvato
;
Noi
abbiamo
sanzionato
e
promulghiamo
quanto
segue
:
Articolo
unico
Gli
articoli
3
e
4
della
legge
13
luglio
1939-XVII
,
n
.
1055
,
recante
disposizioni
in
materia
testamentaria
,
nonché
sulla
disciplina
dei
cognomi
,
nei
confronti
degli
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
sono
sostituiti
dai
seguenti
:
Art
.
3
.
I
cittadini
italiani
,
nati
da
padre
ebreo
e
da
madre
non
appartenente
alla
razza
ebraica
,
che
ai
termini
dell
'
art
.
8
,
ultimo
,
comma
,
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
convertito
nella
legge
5
gennaio
1939-XVII
,
n
.
274
,
non
sono
considerati
di
razza
ebraica
,
possono
ottenere
di
sostituire
,
al
loro
cognome
,
quello
originario
della
madre
,
salvo
quanto
è
disposto
dall
'
art
.
158
,
ultimo
comma
del
R
.
decreto
9
luglio
1939-XVII
,
n
.
1238
,
sull
'
ordinamento
dello
stato
civile
.
Nel
caso
che
il
cognome
originario
della
madre
rientri
tra
le
ipotesi
indicate
nel
citato
art
.
158
,
ultimo
comma
,
del
Regio
decreto
9
luglio
1939-XVII
,
n
.
1238
,
gli
interessati
possono
ottenere
di
cambiare
il
proprio
cognome
con
altro
non
compreso
tra
dette
ipotesi
.
Art
.
4
.
I
cittadini
italiani
non
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
che
abbiano
cognomi
notoriamente
diffusi
tra
gli
appartenenti
a
detta
razza
,
possono
ottenere
il
cambiamento
del
loro
cognome
con
altro
,
osservato
il
disposto
dell
'
art
.
158
,
ultimo
comma
,
del
R
.
decreto
9
luglio
1939-XVII
,
n
.
1238
,
sull
'
ordinamento
dello
stato
civile
.
Ordiniamo
che
la
presente
,
munita
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserta
nella
Raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarla
e
di
farla
osservare
come
legge
dello
Stato
.
Dato
a
San
Rossore
,
addì
28
settembre
1940-XVIII
Vittorio
Emanuele
Mussolini
,
Grandi
,
Di
Revel
Visto
il
Guardasigilli
:
Grandi
StampaPeriodica ,
[
I
]
Adesso
tutti
insegnano
al
popolo
.
Ed
hanno
ragione
.
Passò
quel
tempo
in
cui
si
voleva
tenere
il
popolo
nell
ignoranza
e
nell
abbrutimento
.
Adesso
mo
tutti
sono
e
debbono
essere
dottori
e
sapienti
.
Una
volta
trovare
un
dottore
,
era
cosa
rara
come
una
mosca
bianca
:
adesso
se
scappucciate
in
un
sasso
,
salta
fuori
un
dottore
in
berrettone
e
toga
.
Ah
!
non
c
è
più
rimedio
:
la
luce
,
il
progresso
e
la
scienza
l
hanno
vinta
sulle
tenebre
,
sulla
barbarie
e
sull
ignoranza
.
E
se
nessuno
ve
lo
dice
ve
lo
dico
io
.
Sappiate
mo
che
anche
la
Marmitta
vuol
fare
la
sua
parte
in
questo
insegnamento
universale
.
Sicuro
,
voglio
fare
dei
dottori
anch
io
e
dottori
da
Marmitta
.
Altro
che
quelli
che
saltan
fuori
dalla
porta
dell
università
col
loro
diploma
e
colla
loro
scienza
in
tasca
.
Ho
perciò
deciso
di
fare
anch
io
lezioni
al
popolo
.
C
è
qua
in
Bologna
chi
lo
istruisce
dell
igiene
sociale
:
è
vero
che
il
professore
in
partibus
che
dava
le
lezioni
un
tanto
al
metro
ha
dovuto
mettere
il
catenaccio
alla
bottega
e
far
fagotto
.
Ma
il
suo
fallimento
non
è
ancora
aperto
:
dunque
posso
dire
che
l
igiene
sociale
è
anche
insegnata
al
popolo
di
Bologna
.
C
è
poi
chi
lo
ammaestra
in
altre
cose
più
sublimi
.
Cospetto
!
Si
tratta
nient
altro
che
di
lezioni
popolari
di
igio
e
di
fisiologia
,
dalle
quali
il
popolo
impara
che
non
bisogna
più
bollire
il
latte
di
vacca
,
ma
è
necessario
berlo
come
è
prodotto
da
madre
natura
.
E
in
tal
caso
la
natura
è
una
gran
mamma
!
Dunque
ho
detto
fra
di
me
:
giacché
a
Bologna
professori
con
paga
e
senza
,
giurati
e
non
giurati
,
a
gratis
e
a
un
tanto
il
cento
,
dispensano
tante
cognizioni
e
tanta
scienza
al
popolo
,
mi
metterò
anch
io
all
altezza
dei
tempi
,
o
piuttosto
farò
arrivare
il
popolo
ad
un
altezza
maggiore
di
quella
della
torre
degli
Asinelli
.
E
questa
è
proprio
la
misura
più
giusta
dell
altezza
dei
tempi
nostri
;
a
Bologna
,
quelli
che
andarono
più
in
alto
furono
gli
asinelli
.
Già
Bologna
si
chiama
la
dotta
,
e
se
qualcuno
non
crede
che
sia
all
altezza
dei
tempi
,
ci
rispondo
secco
secco
:
pezzo
d
asino
,
non
vedi
come
è
alta
la
torre
degli
Asinelli
?
Cosa
volete
che
mi
rispondesse
costui
?
Ma
veniamo
all
ergo
.
Io
non
voglio
parlare
né
di
igio
né
di
igiene
,
né
di
fisiologia
,
né
di
latte
dì
vacca
,
o
d
altre
cose
di
simil
genere
.
Io
voglio
spiegare
al
popolo
i
suoi
diritti
,
e
le
conquiste
nel
novanta
meno
uno
,
tutte
le
felicità
che
gode
e
tutte
quelle
che
godrà
per
omnia
saecula
saeculorum
.
Povero
popolo
!
Finalmente
è
venuto
il
suo
giorno
,
finalmente
non
è
più
schiavo
ed
oppresso
.
I
suoi
maestri
non
gli
discorrono
più
di
polenta
e
di
fagioli
,
ma
gli
fanno
scientificamente
conoscere
ed
amare
la
fisiologia
e
il
latte
di
vacca
.
Evviva
l
abbondanza
!
Ecco
in
breve
il
mio
programma
.
Prima
di
tutto
io
mostrerò
che
cosa
è
il
popolo
,
e
siccome
oggi
il
popolo
è
sovrano
,
così
farò
vedere
come
due
e
due
fanno
quattro
,
in
che
consiste
veramente
questa
sovranità
del
popolo
.
E
non
mi
fermo
mica
qui
,
perché
il
popolo
ha
tante
altre
belle
cose
che
una
volta
gli
negavano
iniquamente
i
suoi
tiranni
.
Il
popolo
è
stato
ridonato
alla
sua
libertà
,
e
oggi
abbiamo
proprio
un
innondazione
di
libertà
,
che
omai
ci
affoga
tutti
quanti
.
Dunque
dirò
qualche
cosa
anche
sulla
libertà
.
Poi
discorrerò
dell
unità
e
indipendenza
dell
Italia
con
tutti
i
suoi
annessi
e
connessi
,
e
finalmente
farò
vedere
al
popolo
,
e
glielo
farò
vedere
all
ultima
evidenza
,
che
cosa
è
la
civiltà
e
il
progresso
,
quali
ingredienti
si
richiedono
per
fare
la
prima
e
quali
cose
ci
vogliono
per
mettere
insieme
il
secondo
.
O
popolo
!
Qua
da
me
,
corri
alla
Marmitta
,
apri
la
bocca
e
le
orecchie
e
stammi
ad
ascoltare
.
Incomincio
.
Che
cosa
è
il
popolo
?
Ecco
la
prima
domanda
:
ed
ecco
subito
la
risposta
.
Si
è
sempre
scioccamente
creduto
che
il
popolo
fosse
formato
da
tutte
le
classi
della
società
,
e
i
tiranni
passati
e
presenti
hanno
sempre
dato
ad
intendere
ai
gonzi
che
il
popolo
era
l
assieme
di
tutti
i
cittadini
,
fossero
mo
grandi
o
piccoli
,
ricchi
o
poveri
,
nobili
o
plebei
.
Ma
adesso
che
la
luce
si
è
fatta
,
si
è
saputo
che
cosa
è
veramente
il
popolo
.
Mettete
insieme
tre
avvocati
senza
clienti
,
quattro
o
cinque
medici
senza
ammalati
,
due
o
tre
nobili
senza
un
becco
di
quattrino
,
otto
o
dieci
scamiciati
senza
scarpe
nei
piedi
e
in
piena
bolletta
nelle
saccoccie
,
dodici
o
quindici
ragazzi
dai
tredici
ai
diciotto
anni
,
aggiungete
una
discreta
turba
di
affamati
,
di
impostori
,
di
ciarlatani
,
di
ambiziosi
,
di
citrulli
e
di
scalzacani
,
ed
eccoti
fatto
il
popolo
,
il
vero
popolo
,
quel
popolo
che
è
chiamato
all
altezza
dei
tempi
e
a
godere
e
a
bearsi
tutta
mai
la
felicità
dei
tempi
nostri
.
Non
si
ha
diritto
di
far
parte
del
popolo
se
almeno
non
si
è
giurato
e
spergiurato
una
dozzina
di
volte
,
se
non
si
hanno
le
brache
rotte
,
se
non
si
è
fornito
di
due
eccellenti
polmoni
da
gridare
viva
questo
e
morte
a
quello
,
se
non
si
hanno
debiti
da
pagare
senza
un
baiocco
in
scarsella
,
se
non
si
ha
un
petto
forte
da
sostenere
ciondoli
e
croci
e
se
non
si
ha
a
sua
disposizione
una
coscienza
di
gomma
elastica
da
tirare
di
qua
e
di
là
a
proprio
piacimento
.
Questa
,
questa
sì
che
è
democrazia
,
e
questo
,
questo
è
proprio
il
popolo
.
Tutti
quelli
che
studiano
,
che
lavorano
,
che
faticano
non
sono
popolo
:
tutti
quelli
che
stanno
nelle
case
o
nelle
botteghe
,
nei
negozi
o
nelle
officine
,
e
non
istanno
nelle
bische
,
nei
caffé
e
nelle
osterie
tutto
il
giorno
,
non
hanno
diritto
di
essere
annoverati
fra
il
popolo
:
chi
non
si
sente
il
coraggio
e
la
forza
di
fare
del
baccano
e
del
chiasso
nelle
strade
non
è
popolo
,
no
,
intendetelo
bene
,
non
è
popolo
.
Volete
vedere
il
popolo
,
il
vero
popolo
sovrano
?
Venite
con
me
,
e
ve
lo
faccio
subito
vedere
.
Andate
dentro
in
quell
ufficio
,
in
quel
bureau
,
in
quel
gabinetto
:
là
ci
sono
diecine
e
centinaia
di
signori
,
da
vero
o
da
burla
poco
importa
,
che
la
loro
più
grande
fatica
consiste
nel
contare
alla
fine
d
ogni
mese
chi
cinquecento
,
chi
seicento
,
chi
mille
lire
.
Ecco
là
il
popolo
,
e
il
popolo
sovrano
.
Essi
parlano
sempre
in
nome
del
popolo
,
domandano
sempre
pel
popolo
,
e
comandano
sempre
da
parte
del
popolo
.
C
è
uno
scribacchiatore
di
giornali
che
tira
mille
,
duemila
,
tremila
lire
all
anno
da
questo
o
da
quel
ministro
?
Eccoti
là
il
popolo
!
C
è
un
ministro
che
spende
e
spande
prima
per
sé
e
poi
per
gli
altri
?
Eccoti
là
il
popolo
.
C
è
un
cavaliere
che
mangia
a
quattro
ganasce
attorno
ad
un
immensa
marmitta
?
Eccoti
là
il
popolo
.
Avete
finalmente
capito
che
cosa
è
il
popolo
?
Io
spero
d
essermi
spiegata
chiaro
,
e
m
avrete
capito
molto
meglio
di
quello
che
avete
fatto
di
igio
e
di
fisiologia
.
Bravo
popolo
!
Ti
mungono
a
dovere
,
e
dopo
che
ti
hanno
munto
t
insegnano
come
hai
da
fare
a
bere
il
latte
.
C
è
solo
questa
differenza
:
che
a
te
insegnano
come
hai
da
fare
a
bere
,
e
gli
altri
bevono
in
vece
tua
.
Una
cosa
per
uno
:
e
così
siamo
del
pari
.
Vengo
ora
alla
seconda
domanda
.
Che
cosa
è
la
sovranità
del
popolo
?
Qui
mo
mi
sbrigo
in
due
parole
.
Che
cosa
vuol
dire
sovrano
?
Vuol
dire
stare
al
di
sopra
di
tutti
gli
altri
.
E
tu
,
popolo
,
stai
proprio
sopra
a
tutti
.
E
sapete
in
che
cosa
il
popolo
sta
sopra
a
tutti
?
Ve
lo
dico
io
.
Ditemi
,
tra
padrone
e
servitore
,
chi
è
da
più
,
e
chi
sta
sopra
e
chi
sta
sotto
?
Oh
!
bella
,
mi
direte
,
ci
vuol
poco
a
capirlo
;
il
padrone
sta
sopra
il
servitore
.
Benissimo
.
Ma
perché
mo
il
padrone
sta
sopra
il
servitore
?
Per
una
sola
ragione
:
perché
il
padrone
paga
,
e
fra
padrone
e
servitore
il
solo
padrone
paga
.
Bene
:
fate
mo
i
vostri
conti
che
è
lo
stesso
del
popolo
.
Il
popolo
è
sovrano
solo
perché
paga
e
per
essere
sovrano
,
il
popolo
non
deve
fare
che
una
cosa
:
pagare
.
Ecco
già
risposto
alla
mia
domanda
:
la
sovranità
del
popolo
consiste
nel
pagare
e
nel
pagar
sempre
.
Già
la
buon
anima
di
Cavour
quando
proclamò
la
sovranità
del
popolo
,
disse
più
e
più
volte
,
bisogna
pagare
e
pagar
molto
.
Dunque
,
popolo
mio
,
più
pagherai
e
più
sarai
sovrano
.
Omai
sei
giunto
all
apice
della
tua
sovranità
:
niente
niente
che
duri
a
pagare
e
aumenti
nel
tuo
pagare
,
tu
diventi
il
sovrano
più
grande
e
potente
che
sia
mai
esistito
sulla
terra
!
La
lezione
è
già
lunga
abbastanza
;
quest
altra
volta
istruirò
il
popolo
sopra
tutti
i
diritti
che
ho
poc
anzi
accennato
nel
mio
programma
.
A
rivederci
.
[
II
]
Date
gratuitamente
dalla
Marmitta
sopra
tutte
le
cose
ed
altre
molte
ancora
Oggi
ho
bisogno
di
tutta
la
vostra
attenzione
,
perché
vi
parlo
di
cose
importantissime
.
Ehi
!
non
si
scherza
.
Il
tema
del
mio
dire
è
nientemeno
che
la
libertà
,
e
poi
l
unità
e
l
indipendenza
d
Italia
.
Comincio
dalla
libertà
.
Che
cosa
è
la
libertà
?
Una
volta
si
credeva
che
fosse
la
facoltà
di
fare
tutto
quello
che
non
si
oppone
alle
leggi
di
Dio
,
della
Chiesa
,
della
natura
e
delle
legittime
autorità
costituite
sulla
terra
.
Ma
adesso
è
un
altro
paio
di
maniche
,
perché
adesso
la
libertà
è
il
diritto
di
fare
tutto
quello
che
si
vuole
.
Eh
!
diavolo
(
mica
zoppo
)
il
popolo
,
che
è
sovrano
,
deve
bene
poter
fare
tutto
ciò
che
più
gli
aggrada
.
E
oggi
è
proprio
così
:
il
popolo
dice
e
fa
quello
che
meglio
gli
talenta
,
e
nessuno
ha
diritto
d
opporsi
ai
suoi
sovrani
voleri
.
Ma
già
v
ho
detto
che
cosa
è
il
popolo
e
chi
lo
forma
:
perciò
capirete
che
ho
ragione
io
di
dirvi
che
il
popolo
dice
e
fa
tutto
ciò
che
è
secondo
la
sua
volontà
.
Se
non
lo
credete
a
me
,
guardate
ai
fatti
e
poi
persuadetevene
una
volta
.
Se
il
governo
fa
qualche
cosa
di
male
,
commette
qualche
arbitrio
,
qualche
abuso
,
o
qualche
ingiustizia
,
adesso
là
Dio
mercè
abbiamo
il
diritto
di
dire
la
nostra
ragione
,
di
protestarci
contro
e
di
richiamare
al
dovere
chi
si
fa
reo
di
tali
offese
alla
giustizia
e
alla
legge
.
È
ben
vero
che
si
è
chiamati
alla
polizia
e
là
si
riceve
un
serio
rimbrotto
;
è
ben
vero
che
qualche
volta
si
va
in
carcere
,
o
si
è
tradotti
dinanzi
ai
tribunali
.
Ma
questo
è
nulla
:
è
un
puro
accidente
(
da
cui
Dio
salvi
ognuno
)
per
mostrare
anzi
che
c
è
libertà
per
tutti
.
Al
popolo
sovrano
la
libertà
di
dir
male
del
governo
,
al
governo
la
libertà
di
mettere
le
manette
al
popolo
sovrano
.
Una
cosa
per
uno
:
bisogna
poi
contentarsi
a
questo
mondo
.
Lo
stesso
dite
della
libertà
della
stampa
.
Non
sentiste
Don
Pasquale
quando
tutti
i
momenti
era
condannato
e
multato
il
gerente
dell
Eco
o
del
Patriota
Cattolico
?
"
Ecco
,
"
sclamava
il
reverendo
,
ecco
la
prova
più
convincente
che
la
libertà
della
stampa
è
fra
noi
al
colmo
!
Se
non
vi
sono
sequestri
,
condanne
,
multe
e
carcere
,
la
libertà
della
stampa
se
ne
va
a
calicutte
.
Dunque
resta
stabilito
all
ultima
evidenza
che
non
vi
è
vera
libertà
se
non
concorrono
simultaneamente
le
seguenti
cose
:
1
.
Manette
.
2
.
Corte
d
Assisie
.
3
.
Sequestri
.
4
.
Multe
.
5
.
Condanne
.
6
.
Carcere
.
Tutte
queste
cose
,
bene
si
intende
,
sono
fatte
per
quella
parte
del
popolo
sovrano
,
che
credendosi
proprio
sovrano
non
dice
e
non
fa
quello
che
vogliono
i
suoi
servitori
.
Ora
vengo
all
unità
e
all
indipendenza
d
Italia
.
L
Italia
è
fatta
,
dicono
tanti
.
Ma
so
ancor
io
che
l
Italia
è
fatta
:
sono
ormai
seimila
anni
che
questa
benedetta
Italia
è
fatta
.
Che
bisogno
c
è
mai
di
dirlo
tanto
?
Io
non
lo
capisco
proprio
.
Ma
,
si
aggiunge
,
l
Italia
è
una
.
Sicuro
,
che
l
Italia
è
una
:
non
ho
mai
sentito
dire
che
ci
siano
due
Italie
.
L
Italia
è
unita
dall
Alpi
al
mare
.
Altro
che
unita
!
È
unita
e
compatta
da
un
capo
all
altro
in
modo
che
se
non
viene
il
signor
Lesseps
a
farci
un
taglio
in
mezzo
come
ha
fatto
all
istmo
di
Suez
;
sfido
chiunque
a
dividerla
e
a
disunirla
.
Io
l
ho
girata
per
lungo
e
per
largo
e
l
ho
trovata
proprio
tutta
d
un
pezzo
.
Anche
qui
non
capisco
perché
tanti
si
sfiatano
a
dire
che
finalmente
l
Italia
è
unita
!
Quanto
poi
alla
sua
indipendenza
,
è
una
cosa
più
chiara
della
luce
di
pien
meriggio
.
Basta
guardarci
per
capire
che
è
il
paese
più
indipendente
del
mondo
.
L
Italia
è
una
penisola
e
perciò
sta
attaccata
da
un
lato
solo
:
essa
quindi
dipende
meno
di
qualunque
altro
.
Andate
mo
a
vedere
la
Francia
,
la
Prussia
,
l
Austria
e
tant
altri
paesi
:
sono
attaccati
da
tante
parti
che
fa
davvero
pietà
il
solo
vederli
così
pendenti
,
chi
a
una
catena
di
montagne
,
chi
a
un
fiume
,
chi
a
un
altro
Stato
,
chi
ad
un
altro
paese
.
Ma
l
Italia
,
volere
o
non
volere
,
non
ha
bisogno
di
tanti
puntelli
e
di
tante
pendenze
;
se
la
tira
di
lungo
col
suo
stivale
e
batte
il
tacco
,
come
suol
dirsi
,
in
mezzo
all
acqua
.
Ecco
perché
gli
stranieri
,
adesso
specialmente
,
non
possono
ficcare
il
naso
in
casa
nostra
.
È
vero
che
a
Malta
ci
sono
gl
Inglesi
,
che
a
Nizza
e
in
Corsica
ci
sono
i
Francesi
e
che
nel
Veneto
ci
sono
i
Tedeschi
:
ma
questo
non
monta
.
L
Italia
sarà
sempre
una
in
eterno
,
e
indipendente
del
tutto
.
Noi
lo
diremo
e
lo
proclameremo
sempre
e
dappertutto
.
Non
avete
veduto
,
come
abbiamo
fatto
ad
avere
Roma
?
II
Papa
si
ostinava
a
starci
,
i
Francesi
si
ostinavano
a
non
volere
andar
via
:
ma
noi
un
bel
giorno
abbiamo
raffermato
il
diritto
dell
Italia
su
Roma
,
e
felice
notte
,
Roma
è
diventata
dell
Italia
.
Ehi
!
Signori
miei
:
oggi
si
combatte
per
un
idea
,
non
si
cerca
mica
più
la
prosaica
realtà
.
Malta
sia
pure
degli
Inglesi
,
Nizza
di
Napoleone
e
il
Veneto
dell
Austria
:
ma
le
virtù
dell
idea
sono
e
saranno
sempre
dell
Italia
.
Dite
mo
che
il
barbaro
Tedesco
colle
sue
baionette
e
col
suo
quadrilatero
ci
venga
a
rapire
la
nostra
idea
!
Cucù
!
La
lezione
è
finita
.
A
rivederci
sabato
.
ProsaGiuridica ,
Il
Duce
della
Repubblica
Sociale
Italiana
Capo
del
Governo
Ritenuta
la
necessità
urgente
ed
assoluta
di
provvedere
;
Visto
il
decreto
-
legge
17
novembre
1938
,
n
.
1728
,
contenente
provvedimenti
per
la
difesa
della
razza
italiana
;
Visto
il
decreto
-
legge
9
febbraio
1939
,
n
.
126
,
convertito
con
modificazioni
,
nella
legge
2
giugno
1939
,
n
.
739
,
riguardante
norme
di
attuazione
ed
integrazione
delle
disposizioni
di
cui
all
'
art
.
10
del
D
.
L
.
17
novembre
1938
,
n
.
1728
,
relative
ai
limiti
di
proprietà
immobiliare
e
di
attività
industriale
e
commerciale
per
i
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
;
Sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Decreta
:
Art
.
1
.
I
Cittadini
italiani
di
razza
ebraica
o
considerati
come
tali
ai
sensi
dell
'
art
.
8
del
decreto
legge
17
novembre
1938
,
n
.
1728
,
ancorché
abbiano
ottenuto
il
provvedimento
di
discriminazione
di
cui
all
'
art
.
14
dello
stesso
decreto
-
legge
,
nonché
le
persone
straniere
di
razza
ebraica
,
anche
se
non
residenti
in
Italia
,
non
possono
nel
territorio
dello
Stato
:
a
)
essere
proprietari
,
in
tutto
o
in
parte
,
o
gestori
,
a
qualsiasi
titolo
,
di
aziende
di
qualunque
natura
,
né
avere
di
dette
aziende
la
direzione
,
né
assumervi
comunque
l
'
ufficio
di
amministratore
o
di
sindaco
;
b
)
essere
proprietari
di
terreni
,
né
di
fabbricati
e
loro
pertinenze
;
c
)
possedere
titoli
,
valori
,
crediti
e
diritti
di
compartecipazione
di
qualsiasi
specie
,
né
essere
proprietari
di
altri
beni
mobiliari
di
qualsiasi
natura
.
Art
.
2
.
I
debitori
di
persone
di
razza
ebraica
,
ed
i
detentori
di
beni
di
qualsiasi
natura
appartenenti
,
in
tutto
o
in
parte
,
a
persone
di
razza
ebraica
,
devono
presentare
al
Capo
della
Provincia
competente
per
territorio
,
in
ordine
ai
singoli
beni
,
denuncia
scritta
sulla
quale
risultino
:
l
'
importo
dei
debiti
,
il
nome
del
creditore
o
del
proprietario
,
la
natura
e
l
'
ammontare
dei
titoli
e
dei
valori
e
la
sommaria
descrizione
dei
beni
.
La
denuncia
deve
essere
fatta
entro
30
(
trenta
)
giorni
dalla
data
di
applicazione
del
presente
decreto
e
,
per
le
obbligazioni
sopravvenute
,
entro
trenta
giorni
dalla
data
in
cui
queste
siano
sorte
o
divenute
liquide
.
Sono
tenuti
alla
denuncia
di
cui
sopra
le
persone
fisiche
di
nazionalità
italiana
,
che
hanno
la
residenza
o
il
domicilio
nel
territorio
dello
Stato
e
tutti
gli
enti
di
natura
privata
ivi
comprese
le
società
commerciali
,
le
associazioni
e
gli
enti
di
fatto
di
nazionalità
italiana
,
che
hanno
la
loro
sede
principale
nel
territorio
dello
Stato
.
Sono
inoltre
tenuti
alla
stessa
denuncia
,
anche
quando
non
ricorrono
le
condizioni
prevedute
nel
comma
precedente
,
le
persone
fisiche
o
giuridiche
qualunque
sia
la
loro
nazionalità
,
per
i
beni
appartenenti
a
persone
di
razza
ebraica
,
da
esse
detenuti
nel
territorio
dello
Stato
,
e
per
i
debiti
verso
dette
persone
,
afferenti
ad
attività
commerciale
da
essi
ivi
esercitate
.
Art
.
3
.
Le
Amministrazioni
dello
Stato
e
degli
enti
pubblici
che
siano
debitori
di
persone
di
razza
ebraica
e
che
detengano
beni
appartenenti
a
persona
di
razza
ebraica
e
qualunque
autorità
che
comunque
debba
disporre
a
favore
delle
persone
stesse
il
pagamento
di
somme
o
la
consegna
di
beni
,
debbono
darne
immediata
comunicazione
scritta
al
capo
della
provincia
competente
ai
sensi
dell
'
art
.
2
,
e
tenere
in
sospeso
i
pagamenti
e
le
consegne
in
attesa
del
provvedimento
da
parte
dello
stesso
capo
della
provincia
.
Art
.
4
.
Gli
Istituti
e
le
aziende
di
credito
che
hanno
scomparti
in
impianti
fissi
di
sicurezza
,
dati
in
locazione
a
persone
di
razza
ebraica
,
sono
tenuti
a
darne
immediata
notizia
al
Capo
della
provincia
entro
trenta
giorni
dalla
data
di
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
.
Le
disposizioni
del
presente
articolo
si
applicano
anche
ad
ogni
specie
di
deposito
chiuso
esistente
presso
istituti
o
aziende
di
credito
ed
intestato
a
persone
di
razza
ebraica
.
Dalla
data
di
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
,
l
'
apertura
degli
scomparti
locati
presso
Istituti
o
aziende
di
credito
di
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
,
come
il
ritiro
o
l
'
apertura
degli
altri
depositi
chiusi
intestati
ai
cittadini
stessi
,
non
può
farsi
se
non
nei
modi
stabiliti
dal
successivo
art
.
10
.
Art
.
5
.
È
vietato
alle
persone
di
nazionalità
italiana
,
le
quali
siano
debitrici
,
a
qualunque
titolo
,
di
somme
di
denaro
verso
persone
di
razza
ebraica
,
ovunque
queste
si
trovino
,
ovvero
siano
tenute
alla
consegna
,
a
favore
di
dette
persone
,
di
titoli
,
valori
,
ogni
modo
di
adempimento
delle
obbligazioni
,
in
attesa
del
provvedimento
di
cui
all
'
art
.
8
del
presente
decreto
.
È
vietata
del
pari
alle
persone
di
nazionalità
italiana
la
consegna
di
beni
,
da
essi
detenuti
appartenenti
a
persone
di
razza
ebraica
,
salva
la
disposizione
di
cui
al
citato
articolo
8
.
Eguale
divieto
si
applica
agli
stranieri
per
i
beni
appartenenti
a
persone
di
razza
ebraica
,
da
essi
detenuti
nel
territorio
dello
Stato
.
In
attesa
dei
provvedimenti
di
cui
all
'
art
.
10
del
presente
decreto
è
inoltre
vietato
di
procedere
all
'
apertura
degli
scomparti
in
impianti
fissi
di
sicurezza
dati
in
locazione
a
persone
di
razza
ebraica
presso
Istituti
od
aziende
di
credito
.
Art
.
6
.
È
nullo
qualsiasi
atto
concluso
posteriormente
alla
data
del
30
novembre
1943
,
che
abbia
per
effetto
il
trasferimento
di
proprietà
dei
beni
appartenenti
a
persone
di
razza
ebraica
,
ovvero
la
costituzione
sui
beni
stessi
di
diritti
reali
,
od
anche
la
locazione
di
tali
beni
con
pagamento
anticipato
del
canone
per
oltre
un
anno
.
Questa
disposizione
non
si
applica
per
gli
atti
compiuti
dall
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
,
né
per
i
trasferimenti
a
causa
di
morte
per
successioni
apertesi
prima
dell
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
,
né
per
quelli
effettuati
per
ordine
dell
'
Autorità
.
Su
proposta
dell
'
Intendente
di
Finanza
,
il
Capo
della
provincia
può
dichiarare
nulle
,
con
apposito
decreto
,
le
donazioni
avvenute
ai
sensi
dell
'
art
.
6
del
decreto
legge
3
febbraio
1939
,
n
.
126
,
nonché
gli
atti
di
trasferimento
di
beni
di
pertinenza
ebraica
conclusi
anteriormente
al
1
dicembre
1943
,
qualora
,
da
fondati
elementi
,
le
donazioni
ed
i
trasferimenti
risultino
fittizi
e
fatti
al
solo
scopo
di
sottrarre
i
beni
ai
provvedimenti
razziali
.
Avverso
il
Capo
della
provincia
è
ammesso
ricorso
al
Ministro
dell
'
Interno
entro
trenta
giorni
da
quello
della
notifica
del
decreto
stesso
.
Sui
ricorsi
della
specie
decide
il
Ministro
dell
'
Interno
d
'
intesa
con
quello
delle
Finanze
con
provvedimento
non
soggetto
ad
alcun
gravame
,
né
in
via
amministrativa
,
né
in
via
giurisdizionale
.
Art
.
7
.
I
beni
immobiliari
e
le
loro
pertinenze
,
i
beni
mobiliari
,
le
aziende
industriali
e
commerciali
e
ogni
altro
cespite
esistente
nel
territorio
dello
Stato
,
di
proprietà
dei
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
o
considerati
come
tali
ai
sensi
della
legge
17
novembre
1938
,
n
.
1728
,
ancorché
i
cittadini
stessi
abbiano
ottenuto
il
provvedimento
di
discriminazione
di
cui
all
'
art
.
14
della
legge
citata
nonché
quelli
di
proprietà
di
persone
straniere
di
razza
ebraica
,
anche
se
non
residenti
in
Italia
,
sono
confiscati
a
favore
dello
Stato
e
dati
in
amministrazione
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
.
Art
.
8
.
Il
decreto
di
confisca
è
emesso
dal
Capo
della
provincia
competente
per
territorio
in
ordine
ai
singoli
beni
.
Detto
decreto
conterrà
la
formula
esecutiva
di
cui
all
'
art
.
475
C.P.C.
colla
indicazione
che
esso
è
immediatamente
eseguibile
,
e
sarà
pubblicato
nella
Gazzetta
Ufficiale
d
'
Italia
a
cura
del
Capo
della
provincia
,
il
quale
provvederà
alla
trascrizione
del
decreto
stesso
presso
la
competente
Conservatoria
delle
Ipoteche
qualora
esso
si
riferisca
anche
solo
in
parte
a
beni
o
diritti
capaci
di
ipoteca
.
La
trascrizione
non
è
soggetta
a
tassa
o
altra
spesa
.
Il
decreto
di
trasferimento
sarà
trasmesso
in
copia
autentica
esecutiva
dal
Capo
della
provincia
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
.
Altra
copia
del
decreto
,
con
le
corrispondenti
denuncie
,
è
rimessa
dal
Capo
della
provincia
al
Ministero
delle
Finanze
.
Detto
decreto
è
titolo
esecutivo
per
il
rilascio
immediato
da
parte
dell
'
ebreo
espropriato
o
dei
terzi
detentori
dei
beni
in
esso
compresi
,
senza
che
sia
necessaria
la
notificazione
del
decreto
stesso
,
né
di
precetto
.
Il
decreto
è
immediatamente
eseguibile
anche
nei
confronti
degli
eredi
-
ebrei
,
ancorché
discriminati
e
di
nazionalità
straniera
dell
'
espropriato
.
Il
rilascio
avverrà
a
richiesta
dell
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
,
od
in
nome
e
per
conto
dell
'
Ente
stesso
a
richiesta
di
uno
degli
istituti
di
Credito
Fondiario
delegati
dall
'
Ente
di
cui
al
successivo
art
.
13
,
a
mezzo
di
Ufficiale
Giudiziario
nei
modi
stabiliti
dall
'
art
.
608
C.P.C.
e
senza
preavviso
di
cui
al
primo
capoverso
dello
stesso
articolo
.
Contro
il
decreto
di
trasferimento
emanato
dal
Capo
della
provincia
non
sono
ammesse
opposizioni
al
rilascio
,
né
in
via
amministrativa
,
né
in
via
giudiziaria
.
Qualora
fossero
proposte
opposizioni
giudiziali
,
queste
non
potranno
sospendere
il
rilascio
dei
beni
confiscati
.
Avverso
il
decreto
di
confisca
emesso
dal
Capo
della
Provincia
,
gli
interessati
possono
ricorrere
al
Ministero
dell
'
Interno
,
entro
sessanta
giorni
da
quello
della
pubblicazione
del
decreto
stesso
sulla
Gazzetta
Ufficiale
d
'
Italia
.
Il
Ministro
dell
'
Interno
decide
,
d
'
intesa
con
quello
delle
Finanze
,
con
provvedimento
non
soggetto
ad
alcun
gravame
,
né
in
via
amministrativa
,
né
in
via
giurisdizionale
.
Il
ricorso
di
cui
al
presente
articolo
non
sospende
il
rilascio
dei
beni
confiscati
.
Art
.
9
.
I
beni
ed
i
diritti
immobiliari
passano
in
gestione
all
'
Ente
di
gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
con
le
ipoteche
e
gli
oneri
reali
di
cui
sono
gravati
.
I
terzi
creditori
delle
persone
di
razza
ebraica
potranno
far
valere
i
loro
diritti
con
le
norme
ordinarie
nei
confronti
dell
'
Ente
di
gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
,
purché
si
tratti
di
crediti
di
data
certa
ed
anteriore
al
primo
dicembre
1943
.
Sui
beni
confiscati
potranno
inoltre
essere
soddisfatti
i
seguenti
creditori
,
ad
esclusione
di
qualsiasi
altro
,
e
ferme
le
cause
di
prelazione
fra
essi
stabilite
dalla
legge
:
1
)
L
'
ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
ed
i
suoi
delegati
per
spese
e
compensi
di
gestione
;
2
)
Lo
Stato
e
ogni
altro
Ente
pubblico
per
imposte
,
tasse
o
contributi
,
che
siano
loro
dovuti
;
3
)
Coloro
che
derivano
il
loro
titolo
da
obbligazioni
assunte
dall
'
Ente
di
gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
nell
'
interesse
della
sua
gestione
;
4
)
Coloro
che
derivano
il
loro
titolo
da
obbligazioni
che
si
riferiscono
direttamente
ed
esclusivamente
ai
beni
confiscati
,
nella
misura
in
cui
dette
obbligazioni
abbiano
concorso
all
'
acquisto
,
alla
conservazione
o
al
miglioramento
dei
beni
stessi
;
5
)
Ogni
persona
il
cui
credito
abbia
data
certa
anteriore
al
provvedimento
di
confisca
,
purché
dimostri
che
,
al
momento
in
cui
il
credito
è
sorto
,
esso
non
conosceva
che
i
beni
del
debitore
potevano
essere
confiscati
a
favore
dello
Stato
.
Art
.
10
.
Ricevuta
la
comunicazione
di
cui
all
'
art
.
4
del
presente
decreto
,
il
Capo
della
provincia
disporrà
l
'
apertura
degli
scomparti
o
dei
depositi
chiusi
intestati
a
persona
di
razza
ebraica
presso
istituti
o
aziende
di
credito
.
L
'
apertura
dovrà
essere
presenziata
da
un
rappresentante
del
Capo
della
provincia
,
da
un
delegato
dell
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
e
da
un
rappresentante
dell
'
Istituto
o
dell
'
azienda
di
credito
che
detiene
lo
scomparto
o
il
deposito
.
A
cura
del
rappresentante
del
capo
della
provincia
sarà
redatto
un
processo
verbale
dell
'
apertura
e
l
'
inventario
di
quanto
è
contenuto
nello
scomparto
o
nel
deposito
.
Tutto
quanto
compreso
nell
'
inventario
sarà
confiscato
a
favore
dello
Stato
e
dato
in
consegna
all
'
Ente
di
gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
con
decreto
del
Capo
della
provincia
ai
sensi
dell
'
art
.
8
.
Tale
decreto
sarà
tosto
notificato
all
'
Istituto
o
all
'
azienda
di
credito
detentrice
dello
scomparto
o
del
deposito
.
Qualora
si
renda
necessaria
l
'
apertura
forzata
degli
scomparti
o
dei
depositi
chiusi
di
cui
al
presente
articolo
,
le
relative
spese
saranno
anticipate
dall
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
.
Art
.
11
.
L
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
è
autorizzato
a
delegare
agli
istituti
di
credito
fondiario
,
di
cui
al
decreto
del
Duce
9
giugno
1939
ed
alla
legge
24
febbraio
1941
,
n
.
158
,
l
'
esercizio
delle
mansioni
attribuitegli
dalla
presente
legge
.
Gli
Istituti
di
credito
fondiario
indicati
nel
comma
precedente
sono
autorizzati
ad
esercitare
funzioni
di
cui
al
comma
stesso
anche
in
deroga
ai
rispettivi
ordinamenti
e
statuti
.
Art
.
12
.
Fino
a
quando
non
ne
verrà
,
effettuata
la
vendita
ai
sensi
dell
'
art
.
13
,
i
beni
e
le
aziende
di
pertinenza
ebraica
di
cui
al
presente
decreto
saranno
amministrati
dall
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
,
sotto
la
vigilanza
e
con
le
modalità
che
saranno
determinate
dal
Ministro
delle
Finanze
.
Art
.
13
.
La
vendita
dei
beni
confiscati
ai
sensi
dell
'
art
.
7
sarà
fatta
a
cura
dell
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
secondo
le
istruzioni
che
verranno
impartite
dal
Ministero
delle
Finanze
.
La
vendita
sarà
fatta
di
regola
per
atto
pubblico
con
contestuale
pagamento
dell
'
intero
prezzo
.
Le
vendite
stipulate
dall
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
saranno
impegnative
per
lo
Stato
soltanto
dopo
l
'
approvazione
del
Ministro
delle
Finanze
.
Art
.
14
.
I
crediti
,
le
somme
liquide
non
necessarie
ai
fini
della
gestione
e
il
ricavo
della
vendita
dei
beni
consegnati
all
'
Ente
di
gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
ai
sensi
dell
'
art
.
7
,
al
netto
delle
spese
di
gestione
e
delle
passività
inerenti
ai
beni
stessi
e
degli
altri
oneri
a
carico
dell
'
Ente
medesimo
,
saranno
versati
nelle
casse
dello
Stato
,
con
imputazione
ad
apposito
capitolo
da
trascriversi
nel
bilancio
dell
'
entrata
.
Le
spese
di
gestione
,
sia
quelle
proprie
dell
'
Ente
,
sia
quelle
dei
suoi
delegati
,
saranno
regolate
con
determinazione
del
Ministro
delle
Finanze
.
Art
.
15
.
Le
somme
riscosse
ai
sensi
del
precedente
articolo
14
sono
versate
allo
Stato
a
parziale
ricupero
delle
spese
assunte
per
assistenza
,
sussidi
e
risanamento
di
danni
di
guerra
ai
sinistrati
delle
incursioni
aeree
nemiche
.
Art
.
16
.
Il
debitore
di
persone
di
razza
ebraica
o
detentore
di
cose
appartenenti
ad
essa
,
che
omette
di
fare
la
denuncia
prescritta
dall
'
art
.
2
,
nel
termine
ivi
stabilito
,
è
punito
con
l
'
arresto
sino
a
tre
mesi
e
con
l
'
ammenda
fino
a
L
.
30.000
(
trentamila
)
.
Chiunque
scrive
o
lascia
scrivere
false
indicazioni
in
una
denuncia
presentata
a
norma
dell
'
art
.
2
è
punito
con
la
reclusione
fino
a
mesi
sei
e
con
la
multa
fino
a
L
.
30.000
(
trentamila
)
,
sempre
che
il
fatto
non
costituisca
il
reato
preveduto
dalla
prima
parte
dell
'
articolo
seguente
.
Art
.
17
.
Chiunque
compie
atti
diretti
all
'
occultamento
,
alla
soppressione
,
alla
distruzione
,
alla
dispersione
,
al
deterioramento
o
alla
esportazione
dal
territorio
dello
Stato
di
cose
appartenenti
a
persone
di
razza
ebraica
,
al
fine
di
impedire
che
ne
sia
disposta
la
confisca
o
che
siano
poste
a
disposizione
dell
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
,
è
punito
con
la
reclusione
fino
ad
un
anno
e
con
la
multa
da
L
.
3.000
(
tremila
)
a
L
.
30.000
(
trentamila
)
.
La
reclusione
è
fino
a
sei
mesi
,
se
il
fatto
è
commesso
dal
proprietario
della
cosa
soggetta
ad
esproprio
.
Art
.
18
.
Chiunque
compie
atti
ad
alienare
beni
di
proprietà
di
persone
di
razza
ebraica
esistenti
nel
territorio
dello
Stato
od
aggravarli
di
diritti
reali
di
qualsiasi
specie
,
al
fine
di
sottrarli
alla
confisca
o
di
diminuirne
il
valore
,
è
punito
con
la
reclusione
fino
a
sei
mesi
e
con
la
multa
da
L
.
3.000
(
tremila
)
a
L
.
30.000
(
trentamila
)
.
Chiunque
stipula
con
una
persona
di
razza
ebraica
alcuno
degli
atti
preveduti
dalla
prima
parte
del
presente
articolo
essendo
a
conoscenza
del
fine
cui
l
'
atto
stesso
è
diretto
,
è
punito
con
la
reclusione
fino
ad
un
anno
e
con
la
multa
da
L
.
3.000
(
tremila
)
a
L
.
30.000
(
trentamila
)
.
Il
pubblico
ufficiale
che
riceve
uno
degli
atti
suindicati
essendo
a
conoscenza
del
fine
cui
l
'
atto
stesso
è
diretto
,
è
punito
con
la
reclusione
fino
a
due
anni
e
con
la
multa
fino
a
L
.
50.000
(
cinquantamila
)
.
Chiunque
effettua
in
qualsiasi
modo
pagamenti
o
consegna
di
beni
a
favore
di
persone
di
razza
ebraica
in
violazione
delle
disposizioni
di
cui
all
'
art
.
5
,
ovvero
consenta
il
ritiro
di
valori
in
violazione
dell
'
art
.
10
,
è
punito
con
la
reclusione
fino
a
tre
anni
e
con
la
multa
pari
al
quintuplo
della
somma
pagata
o
dei
valori
consegnati
in
ogni
caso
non
inferiore
a
L
.
10.000
(
diecimila
)
.
Art
.
19
.
Le
norme
del
decreto
legge
17
novembre
1938
,
n
.
1728
e
del
decreto
legge
9
febbraio
1939
,
n
.
739
,
che
contrastino
con
le
disposizioni
del
presente
decreto
sono
abrogate
.
Art
.
20
.
Il
Ministro
per
le
Finanze
è
autorizzato
ad
emanare
le
norme
necessarie
per
l
'
attuazione
del
presente
decreto
e
,
sempre
allo
stesso
fine
,
ad
introdurre
in
bilancio
,
con
propri
decreti
,
le
variazioni
occorrenti
.
Art
.
21
.
Il
presente
decreto
entrerà
in
vigore
il
giorno
stesso
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
d
'
Italia
.
Dal
Quartier
Generale
,
addì
4
gennaio
1941-XXII
.
Mussolini
V
.
Il
Guardasigilli
:
Pisenti
StampaQuotidiana ,
Sono
andato
a
trovare
Benedetto
Croce
e
l
'
ho
distolto
,
per
un
istante
,
dagli
studi
ai
quali
è
intento
,
con
la
mia
curiosità
giornalistica
.
Gli
ho
domandato
:
Avete
letto
nei
giornali
le
rinnovate
discussioni
sul
liberalismo
e
sul
fascismo
,
sulla
ragione
d
'
essere
dell
'
uno
e
dell
'
altro
e
sui
loro
possibili
rapporti
?
Non
vi
pare
che
la
disputa
sia
proceduta
con
molta
confusione
?
Voi
,
che
ve
ne
state
in
disparte
,
dovreste
,
con
la
solita
lucidezza
di
concetti
,
schiarire
i
termini
in
disputa
e
,
insomma
,
dirci
il
vostro
avviso
.
Caro
Dell
'
Erba
,
ci
conosciamo
da
tanti
anni
che
non
vi
dorrete
se
vi
dico
che
la
vostra
domanda
non
tanto
mi
lusinga
per
la
sua
cortese
intenzione
quanto
mi
ferisce
in
una
mia
idea
prediletta
.
Io
ho
sempre
dichiarato
ridicola
la
figura
del
filosofo
che
,
spontaneo
o
invitato
,
si
fa
,
in
nome
della
filosofia
e
della
scienza
,
a
pronunziare
sentenze
su
questioni
politiche
.
Ridicola
e
anche
un
po
'
odiosa
,
perché
vi
è
della
prepotenza
in
quel
salto
dall
'
una
all
'
altra
competenza
,
dalla
sfera
del
pensiero
e
della
critica
all
'
altra
della
pratica
e
dell
'
azione
.
Su
questioni
politiche
e
di
azione
vi
risponderà
in
modo
certo
più
interessante
chi
si
sente
Achille
in
seno
che
non
io
che
,
tutt
'
al
più
,
ho
Aristotele
in
seno
.
Ma
ciò
che
vi
domando
riguarda
appunto
una
questione
,
diciamo
così
,
filosofica
,
ossia
la
più
esatta
definizione
del
liberalismo
e
del
suo
ufficio
proprio
,
della
virtù
o
del
difetto
dello
Stato
liberale
.
È
,
permettetemi
,
una
falsa
questione
filosofica
,
giacché
,
per
chi
guarda
con
occhio
di
filosofo
e
di
storico
,
tutti
gli
Stati
sono
sempre
un
unico
Stato
,
tutti
i
governi
un
unico
governo
:
quello
di
un
gruppo
che
domina
e
perciò
governa
la
maggioranza
;
e
tutti
,
finché
durano
,
adempiono
a
un
'
utilità
,
anzi
alla
maggiore
utilità
possibile
nel
momento
dato
;
e
discernere
volta
per
volta
quale
questa
utilità
sia
stata
è
,
appunto
,
opera
dello
storico
,
nel
tempo
in
cui
è
dato
far
la
storia
di
un
moto
giunto
a
compimento
o
ad
esaurimento
.
Le
forme
politiche
sono
astrazioni
dei
teorici
,
e
per
questa
ragione
esse
riescono
indifferenti
,
così
allo
storico
che
non
guarda
mai
alla
astratta
forma
,
ma
alla
sostanza
,
ossia
alla
forma
riempita
e
concreta
,
come
,
in
altro
senso
,
sono
indifferenti
all
'
uomo
di
azione
,
che
le
considera
pregiudizi
più
o
meno
rispettabili
.
Le
forme
degli
stati
e
gli
effettivi
governi
vengono
disciolte
e
sostituite
non
da
una
critica
teorica
che
si
eserciti
su
di
loro
,
ma
dalla
presenza
e
dall
'
azione
di
altri
gruppi
che
rappresentano
o
fanno
sperare
una
maggiore
e
migliore
utilità
sociale
.
Se
volete
mettere
questa
tesi
in
forma
negativa
,
ricordatevi
di
Matteo
Visconti
,
che
,
scacciato
da
Milano
,
se
ne
stava
tranquillo
a
pescare
sul
lago
di
Garda
,
e
a
un
milanese
che
gli
domandava
quando
avrebbe
ripigliato
il
dominio
di
Milano
,
rispondeva
serenamente
:
«
Quando
la
somma
delle
bestialità
di
coloro
che
ora
governano
,
avrà
superata
quella
delle
bestialità
commesse
da
me
»
.
Sicché
?
Fate
voi
l
'
applicazione
ai
casi
presenti
,
e
lasciate
che
aggiunga
che
non
mi
sembra
facile
superare
tanto
presto
la
somma
delle
bestialità
commesse
in
Italia
,
nei
primi
anni
del
dopo
guerra
.
Nel
fatto
,
dunque
,
non
esiste
ora
una
questione
di
liberalismo
e
di
fascismo
,
ma
solo
una
questione
di
forze
politiche
.
Dove
sono
le
forze
che
possano
,
ora
,
fronteggiare
o
prendere
la
successione
del
governo
presente
?
Io
non
le
vedo
.
Noto
invece
grande
paura
di
un
eventuale
ritorno
alla
paralisi
parlamentare
del
1922
.
Per
un
tale
effetto
,
nessuno
,
che
abbia
senno
,
augura
un
cangiamento
.
Ma
voi
,
personalmente
,
accettate
o
no
l
'
idealità
liberale
?
Non
so
quanto
possa
importare
di
conoscere
quel
che
io
accetto
(
io
che
ho
Aristotele
e
non
Achille
in
seno
)
nelle
cose
della
politica
.
Ma
,
se
vi
fa
piacere
saperlo
,
vi
dirò
che
io
,
personalmente
,
sono
e
non
saprei
non
essere
liberale
.
Perché
?
Non
per
deduzioni
filosofiche
o
teoriche
,
che
ho
già
escluse
dalla
considerazione
politica
;
ma
,
direi
,
allo
stesso
modo
che
mi
sento
napoletano
o
borghese
meridionale
.
Tutto
il
mio
essere
intellettuale
e
morale
è
venuto
fuori
dalla
tradizione
liberale
del
Risorgimento
.
E
come
può
non
sentirsi
liberale
chi
si
è
forviato
nel
primo
cinquantennio
della
nuova
Italia
unitaria
e
liberale
,
e
ha
respirato
in
quell
'
aria
,
e
si
è
giovato
di
quelle
iniziative
,
di
quei
contrasti
,
di
quel
rapido
accrescimento
e
ammodernamento
della
vita
italiana
?
Sicché
io
,
rinunziando
a
difendere
il
liberalismo
(
come
qualsiasi
altro
partito
politico
)
con
argomenti
teorici
,
tanto
più
lo
asserisco
come
una
mia
realtà
di
sentimento
e
di
volontà
.
Anzi
,
non
ho
bisogno
,
per
mio
conto
,
di
difenderlo
,
cioè
di
appoggiarlo
a
cattivi
ragionamenti
e
a
sofismi
.
E
auguro
di
cuore
che
i
liberali
italiani
,
ripigliando
coscienza
della
loro
migliore
tradizione
,
restaurino
il
partito
liberale
,
ridandogli
quell
'
elevato
carattere
etico
,
che
ebbe
nella
sua
forma
originaria
;
e
in
questa
esigenza
etica
,
nella
devozione
alla
patria
,
trovino
il
modo
di
risanare
le
scissioni
,
che
non
solo
li
indeboliscono
,
ma
li
pervertono
.
Non
c
'
è
contraddizione
tra
questa
vostra
fede
liberale
e
l
'
accettazione
e
giustificazione
che
mi
avete
data
del
fascismo
?
Nessuna
contraddizione
.
Se
i
liberali
non
hanno
avuto
la
forza
e
la
virtù
di
salvare
l
'
Italia
dall
'
anarchia
in
cui
si
dibatteva
,
debbono
dolersi
di
sé
medesimi
,
recitare
il
mea
culpa
,
e
intanto
accettare
e
riconoscere
il
bene
da
qualunque
parte
sia
sorto
,
e
prepararsi
per
l
'
avvenire
.
Questo
il
loro
dovere
.
Ma
non
credo
che
essi
abbiano
l
'
altro
dovere
di
diventare
«
fascisti
»
,
cioè
di
vestire
la
personalità
di
uomini
che
hanno
altro
temperamento
,
hanno
percorso
diversa
esperienza
,
e
appartengono
in
gran
numero
alla
generazione
più
giovane
.
Sarebbero
cattivi
fascisti
,
perché
fascisti
in
cattiva
coscienza
,
laddove
possono
essere
buoni
liberali
e
rendere
utili
servigi
all
'
Italia
nel
presente
e
nell
'
avvenire
.