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StampaQuotidiana ,
Parigi , 21 notte ... Mentre i gruppi politici delle sinistre socialiste respingono - sia pure con una motivazione che non può piacerci - l ' invito comunista di partecipare ad una manifestazione antifascista indetta per domani , dinanzi al contegno del " Quotidien " noi abbiamo l ' impressione che i socialisti riformisti francesi respingano da una parte una forma più o meno utile e clamorosa , cerchino dall ' altra di contribuire a prepararla e di associarvisi senza averne l ' aria e senza mandare al comizio nessun loro oratore ufficiale . Preferiamo , allora , a questa mezza opposizione , il contegno del " Temps , " che questa sera pubblica un faticoso articolo di Herbette , in cui si ha la pretesa di dire l ' ultima parola sul Fascismo e sui destini dell ' Italia . Il " Temps , " almeno , non fa rivelazioni sensazionali , perché i suoi lettori non gli crederebbero ; ma cerca , anzi , con ragionamenti e utilizzando il materiale servitogli con tanta generosità dai giornali in questi ultimi giorni , di dar fondo al problema politico e morale italiano , per giungere , come un Guglielmo Ferrero , alle conclusioni di quelle forme congenite di pessimismo , le quali danno piuttosto la misura d ' un carattere denso di ombre , che non l ' impressione d ' un ammonimento ... Parlando di Marinelli , cassiere del partito , di Rossi e degli altri implicati nella trista vicenda , ha l ' aria di credere che costoro fossero nel Partito fascista quello che sono il cuore , il cervello e i polmoni nell ' organismo umano . Si comprende , quindi , che prospetti gli avvenimenti italiani come una vera e propria crisi del Fascismo e che perciò possa spingersi a pensare che i principi democratici , affermatisi in Francia nel 1789 , in Inghilterra nel 1688 , in America nel 1776 , in Belgio nel 1830 e in Germania nel 1848 , abbiano una ragione anche in Italia . In Italia non il Fascismo è in crisi , ma una parte di quel Fascismo d ' azione che fu necessario e benemerito nella prima ora e che - come avviene in tutti i movimenti rivoluzionari - cerca ora il suo assestamento .
IL NECROFORO PAZZO ( - , 1924 )
StampaQuotidiana ,
L ' Avanti ! si è assunto ancora una volta il volontario ufficio di necroforo del Fascismo e di Mussolini , dimenticando che effettivamente questa parte non gli è riescita bene se non nei riguardi del partito socialista . Il giornale avversario chiede la testa di Mussolini , vuole lo scioglimento della Camera , della Milizia , del Partito e chi più ne ha più ne metta . La nostra risposta è stata ed è molto semplice . Muovetevi , signori socialisti ! Se pretendete tante cose , abbiate almeno il coraggio di agire , di fare qualche cosa perché il vostro nobile programma sia coronato dal successo . Parlate con l ' accento dei capitani che hanno alle spalle agguerrite schiere , ma alla fine non fate che abbaiare come i cani delle chiare notti lunari . In verità non v ' è nulla di più stupido delle minacce e delle ingiunzioni non sorrette da argomenti di qualche efficacia . La noia dell ' attesa vana diventa insopportabile . La verità è che Mussolini incute una salutare soggezione a questo branco di scimmie urlatrici . L ' Avanti ! , nel 1919 , in un bel mattino post - elettorale , scoprì che nelle acque calme e sudice del Naviglio galleggiava un cadavere : era quello di Benito Mussolini . La trovata esilarò talmente i socialisti che fu organizzato anche un funerale sotto le finestre dell ' allora Direttore del Popolo d ' Italia . Ahimè , Lazzaro risuscitò e menò certi colpi al partito dell ' Avanti ! da ridurlo informe fantoccio . L ' Avanti ! vuole ancora fare il necroforo e lo sa per esperienza recente che è una vera pazzia . Che proprio a noi spetti l ' ingrato ufficio di dare consigli agli avversari ?
StampaQuotidiana ,
Le manifestazioni all ' estero contro il Fascismo e il Governo fascista cominciano a passare il segno . Potevamo comprendere gli ordini del giorno di condoglianza dei partiti socialisti , le deplorazioni dei giornali , ma oggi appare chiaro che si vuole umiliare l ' Italia . Che cosa è tutta questa emozione per un delitto atroce ma anche molto volgare ? Chi osa dunque parlare agli italiani di moralità politica , di libertà ecc . ? Sono precisamente quegli stranieri che in casa loro e nelle terre a loro soggette hanno dato spettacolo frequentissimo al mondo di abbominevoli delitti politici , di soffocazione violenta delle libertà , di oppressione sanguinaria della volontà popolare ! Sono quei popoli che possiedono organi di polizia ciecamente servili alla più vera e feroce delle reazioni : quella plutocratica . Gli italiani non sono dei minorenni ; non hanno bisogno dei consigli di nessuno . Lo si sappia oltr ' alpe e oltre mare . Se si dovesse continuare nella ignobile campagna contro l ' attuale Governo , le ripercussioni nella politica europea non potrebbero tardare a manifestarsi perché una grande Nazione non può acconciarsi a un millesimo di decadimento della sua dignità . Il delitto , la crisi politica , ecc . sono cose che riguardano gli italiani ; è affare di politica interna , anzi , soltanto di polizia . Gli stranieri vedano dunque di non creare nel mondo imbarazzi e risentimenti più di quel che non ve ne siano già .
StampaQuotidiana ,
Il Corriere della Sera commentando i discorsi del Duce che pure gettava parecchi ponti ai patrioti e agli uomini di buona volontà dell ' altra sponda , afferma che " l ' obbiettivo dell ' opposizione è veramente il regime " . Lo sapevamo ma la conferma non guasta . Il Fascismo risponde ancora una volta che non intende neppure discutere l ' eventualità di un abbandono del potere . L ' opposizione ha un compito di controllo da svolgere e lo svolga senza ingiuriare e senza oltraggiare . Potrà solo così essere ascoltata . Se pone pregiudiziali di regime il Fascismo pone ben chiaro oltre che una questione di diritto una ragione di forza . Pretendere che un movimento di vasto respiro spirituale e di grande capacità politica come il Fascismo si fermi per polemizzare con l ' organo della mediocrità nazionale quale è il Corriere della Sera o con le altre opposizioni , sulla legittimità del potere conquistato per consenso di popolo e per la carenza dello Stato liberale , è da stolti . Il Fascismo è conscio della sua missione di ringagliardimento della coscienza nazionale e di assestamento spirituale degli italiani i quali hanno il diritto di avere una Patria forte che assicuri alle popolazioni ognor crescenti , benessere e sicurezza nel territorio , oltre i mari e oltre i monti . Il regime fascista non sarà sostituito che da un altro regime che ne continui la evoluzione . Ma si tratta di cicli storici e non di Ministeri .
RICONOSCIMENTO ( - , 1934 )
StampaQuotidiana ,
Una rivista tedesca che si occupa di problemi militari , la Deutsche Wehr , ha pubblicato recentemente un articolo molto dettagliato sulla attuale situazione militare dell ' Italia . In questo articolo viene prospettato tutto quanto la Rivoluzione Fascista ha fatto per portare le armi italiane a un alto grado di efficienza . L ' articolo non si occupa della marina militare che è stata tutta rinnovata in questi dodici anni ; né dell ' aviazione che è stata creata dal nulla . L ' autore si occupa soltanto delle forze terrestri , delle forze para - militari e di tutto quanto concerne la preparazione della Nazione per la guerra . La conclusione alla quale giunge è : che l ' esercito non può non essere fascista , dal momento che il Regime è fascista e tutto il popolo è fascista . Solo a tale condizione , dice l ' autore tedesco , l ' esercito può dare il massimo rendimento possibile . Riscontriamo queste parole : « Con la sua chiara e savia politica ed educazione militare vediamo intanto come l ' Italia faccia un altro poderoso passo innanzi nel campo militare . Nella Penisola appenninica sorge un popolo in armi come il mondo mai prima ha veduto » . Questo riconoscimento germanico è significativo . Per ritrovare il popolo italiano in armi , come oggi , bisogna tornare all ' Impero Romano . Il potenziamento militare dell ' Italia è opera esclusiva del Fascismo . È bene che lo ricordino tutti ! .
StampaPeriodica ,
Quando il sol perderà moto e splendore ; Quando di stelle sarà privo il cielo ; Quando la terra non avrà calore ; Quando unito vedremo il fuoco al gelo ; Quando parlerà il vero un impostore ; Quando il leon divenga un ragnatelo ; Quando all ’ uomo sia tolto ogni malore ; Quando la quercia si converta in melo ; Quando non avran pregio argento , e oro ; Quando il vizio a virtù non farà guerra ; Quando tempesta ai campi fia ristoro ; Quando gli augei , de ’ muli avran la soma ; Quando cittadi , e regni andran sotterra ; Avrete , o ciuchi , il Campidoglio , e Roma .
ProsaGiuridica ,
Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d ' Italia e di Albania Imperatore d ' Etiopia Il Senato e la Camera dei fasci e delle Corporazioni , a mezzo delle loro Commissioni legislative , hanno approvato ; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue : Articolo unico Gli articoli 3 e 4 della legge 13 luglio 1939-XVII , n . 1055 , recante disposizioni in materia testamentaria , nonché sulla disciplina dei cognomi , nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica , sono sostituiti dai seguenti : Art . 3 . I cittadini italiani , nati da padre ebreo e da madre non appartenente alla razza ebraica , che ai termini dell ' art . 8 , ultimo , comma , del R . decreto - legge 17 novembre 1938-XVII , n . 1728 , convertito nella legge 5 gennaio 1939-XVII , n . 274 , non sono considerati di razza ebraica , possono ottenere di sostituire , al loro cognome , quello originario della madre , salvo quanto è disposto dall ' art . 158 , ultimo comma del R . decreto 9 luglio 1939-XVII , n . 1238 , sull ' ordinamento dello stato civile . Nel caso che il cognome originario della madre rientri tra le ipotesi indicate nel citato art . 158 , ultimo comma , del Regio decreto 9 luglio 1939-XVII , n . 1238 , gli interessati possono ottenere di cambiare il proprio cognome con altro non compreso tra dette ipotesi . Art . 4 . I cittadini italiani non appartenenti alla razza ebraica , che abbiano cognomi notoriamente diffusi tra gli appartenenti a detta razza , possono ottenere il cambiamento del loro cognome con altro , osservato il disposto dell ' art . 158 , ultimo comma , del R . decreto 9 luglio 1939-XVII , n . 1238 , sull ' ordinamento dello stato civile . Ordiniamo che la presente , munita del sigillo dello Stato , sia inserta nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato . Dato a San Rossore , addì 28 settembre 1940-XVIII Vittorio Emanuele Mussolini , Grandi , Di Revel Visto il Guardasigilli : Grandi
LEZIONI AL POPOLO ( - , 1865 )
StampaPeriodica ,
[ I ] Adesso tutti insegnano al popolo . Ed hanno ragione . Passò quel tempo in cui si voleva tenere il popolo nell ’ ignoranza e nell ’ abbrutimento . Adesso mo tutti sono e debbono essere dottori e sapienti . Una volta trovare un dottore , era cosa rara come una mosca bianca : adesso se scappucciate in un sasso , salta fuori un dottore in berrettone e toga . Ah ! non c ’ è più rimedio : la luce , il progresso e la scienza l ’ hanno vinta sulle tenebre , sulla barbarie e sull ’ ignoranza . E se nessuno ve lo dice ve lo dico io . Sappiate mo che anche la Marmitta vuol fare la sua parte in questo insegnamento universale . Sicuro , voglio fare dei dottori anch ’ io e dottori da Marmitta . Altro che quelli che saltan fuori dalla porta dell ’ università col loro diploma e colla loro scienza in tasca . Ho perciò deciso di fare anch ’ io lezioni al popolo . C ’ è qua in Bologna chi lo istruisce dell ’ igiene sociale : è vero che il professore in partibus che dava le lezioni un tanto al metro ha dovuto mettere il catenaccio alla bottega e far fagotto . Ma il suo fallimento non è ancora aperto : dunque posso dire che l ’ igiene sociale è anche insegnata al popolo di Bologna . C ’ è poi chi lo ammaestra in altre cose più sublimi . Cospetto ! Si tratta nient ’ altro che di lezioni popolari di igio e di fisiologia , dalle quali il popolo impara che non bisogna più bollire il latte di vacca , ma è necessario berlo come è prodotto da madre natura . E in tal caso la natura è una gran mamma ! Dunque ho detto fra di me : giacché a Bologna professori con paga e senza , giurati e non giurati , a gratis e a un tanto il cento , dispensano tante cognizioni e tanta scienza al popolo , mi metterò anch ’ io all ’ altezza dei tempi , o piuttosto farò arrivare il popolo ad un ’ altezza maggiore di quella della torre degli Asinelli . E questa è proprio la misura più giusta dell ’ altezza dei tempi nostri ; a Bologna , quelli che andarono più in alto furono gli asinelli . Già Bologna si chiama la dotta , e se qualcuno non crede che sia all ’ altezza dei tempi , ci rispondo secco secco : pezzo d ’ asino , non vedi come è alta la torre degli Asinelli ? Cosa volete che mi rispondesse costui ? Ma veniamo all ’ ergo . Io non voglio parlare né di igio né di igiene , né di fisiologia , né di latte dì vacca , o d ’ altre cose di simil genere . Io voglio spiegare al popolo i suoi diritti , e le conquiste nel novanta meno uno , tutte le felicità che gode e tutte quelle che godrà per omnia saecula saeculorum . Povero popolo ! Finalmente è venuto il suo giorno , finalmente non è più schiavo ed oppresso . I suoi maestri non gli discorrono più di polenta e di fagioli , ma gli fanno scientificamente conoscere ed amare la fisiologia e il latte di vacca . Evviva l ’ abbondanza ! Ecco in breve il mio programma . Prima di tutto io mostrerò che cosa è il popolo , e siccome oggi il popolo è sovrano , così farò vedere come due e due fanno quattro , in che consiste veramente questa sovranità del popolo . E non mi fermo mica qui , perché il popolo ha tante altre belle cose che una volta gli negavano iniquamente i suoi tiranni . Il popolo è stato ridonato alla sua libertà , e oggi abbiamo proprio un ’ innondazione di libertà , che omai ci affoga tutti quanti . Dunque dirò qualche cosa anche sulla libertà . Poi discorrerò dell ’ unità e indipendenza dell ’ Italia con tutti i suoi annessi e connessi , e finalmente farò vedere al popolo , e glielo farò vedere all ’ ultima evidenza , che cosa è la civiltà e il progresso , quali ingredienti si richiedono per fare la prima e quali cose ci vogliono per mettere insieme il secondo . O popolo ! Qua da me , corri alla Marmitta , apri la bocca e le orecchie e stammi ad ascoltare . Incomincio . Che cosa è il popolo ? Ecco la prima domanda : ed ecco subito la risposta . Si è sempre scioccamente creduto che il popolo fosse formato da tutte le classi della società , e i tiranni passati e presenti hanno sempre dato ad intendere ai gonzi che il popolo era l ’ assieme di tutti i cittadini , fossero mo grandi o piccoli , ricchi o poveri , nobili o plebei . Ma adesso che la luce si è fatta , si è saputo che cosa è veramente il popolo . Mettete insieme tre avvocati senza clienti , quattro o cinque medici senza ammalati , due o tre nobili senza un becco di quattrino , otto o dieci scamiciati senza scarpe nei piedi e in piena bolletta nelle saccoccie , dodici o quindici ragazzi dai tredici ai diciotto anni , aggiungete una discreta turba di affamati , di impostori , di ciarlatani , di ambiziosi , di citrulli e di scalzacani , ed eccoti fatto il popolo , il vero popolo , quel popolo che è chiamato all ’ altezza dei tempi e a godere e a bearsi tutta mai la felicità dei tempi nostri . Non si ha diritto di far parte del popolo se almeno non si è giurato e spergiurato una dozzina di volte , se non si hanno le brache rotte , se non si è fornito di due eccellenti polmoni da gridare “ viva questo ” e “ morte a quello , ” se non si hanno debiti da pagare senza un baiocco in scarsella , se non si ha un petto forte da sostenere ciondoli e croci e se non si ha a sua disposizione una coscienza di gomma elastica da tirare di qua e di là a proprio piacimento . Questa , questa sì che è democrazia , e questo , questo è proprio il popolo . Tutti quelli che studiano , che lavorano , che faticano non sono popolo : tutti quelli che stanno nelle case o nelle botteghe , nei negozi o nelle officine , e non istanno nelle bische , nei caffé e nelle osterie tutto il giorno , non hanno diritto di essere annoverati fra il popolo : chi non si sente il coraggio e la forza di fare del baccano e del chiasso nelle strade non è popolo , no , intendetelo bene , non è popolo . Volete vedere il popolo , il vero popolo sovrano ? Venite con me , e ve lo faccio subito vedere . Andate dentro in quell ’ ufficio , in quel bureau , in quel gabinetto : là ci sono diecine e centinaia di signori , da vero o da burla poco importa , che la loro più grande fatica consiste nel contare alla fine d ’ ogni mese chi cinquecento , chi seicento , chi mille lire . Ecco là il popolo , e il popolo sovrano . Essi parlano sempre in nome del popolo , domandano sempre pel popolo , e comandano sempre da parte del popolo . C ’ è uno scribacchiatore di giornali che tira mille , duemila , tremila lire all ’ anno da questo o da quel ministro ? Eccoti là il popolo ! C ’ è un ministro che spende e spande prima per sé e poi per gli altri ? Eccoti là il popolo . C ’ è un cavaliere che mangia a quattro ganasce attorno ad un ’ immensa marmitta ? Eccoti là il popolo . Avete finalmente capito che cosa è il popolo ? Io spero d ’ essermi spiegata chiaro , e m ’ avrete capito molto meglio di quello che avete fatto di igio e di fisiologia . Bravo popolo ! Ti mungono a dovere , e dopo che ti hanno munto t ’ insegnano come hai da fare a bere il latte . C ’ è solo questa differenza : che a te insegnano come hai da fare a bere , e gli altri bevono in vece tua . Una cosa per uno : e così siamo del pari . Vengo ora alla seconda domanda . Che cosa è la sovranità del popolo ? Qui mo mi sbrigo in due parole . Che cosa vuol dire sovrano ? Vuol dire stare al di sopra di tutti gli altri . E tu , popolo , stai proprio sopra a tutti . E sapete in che cosa il popolo sta sopra a tutti ? Ve lo dico io . Ditemi , tra padrone e servitore , chi è da più , e chi sta sopra e chi sta sotto ? Oh ! bella , mi direte , ci vuol poco a capirlo ; il padrone sta sopra il servitore . Benissimo . Ma perché mo il padrone sta sopra il servitore ? Per una sola ragione : perché il padrone paga , e fra padrone e servitore il solo padrone paga . Bene : fate mo i vostri conti che è lo stesso del popolo . Il popolo è sovrano solo perché paga e per essere sovrano , il popolo non deve fare che una cosa : pagare . Ecco già risposto alla mia domanda : la sovranità del popolo consiste nel pagare e nel pagar sempre . Già la buon ’ anima di Cavour quando proclamò la sovranità del popolo , disse più e più volte , bisogna pagare e pagar molto . Dunque , popolo mio , più pagherai e più sarai sovrano . Omai sei giunto all ’ apice della tua sovranità : niente niente che duri a pagare e aumenti nel tuo pagare , tu diventi il sovrano più grande e potente che sia mai esistito sulla terra ! La lezione è già lunga abbastanza ; quest ’ altra volta istruirò il popolo sopra tutti i diritti che ho poc ’ anzi accennato nel mio programma . A rivederci . [ II ] Date gratuitamente dalla “ Marmitta ” sopra tutte le cose ed altre molte ancora Oggi ho bisogno di tutta la vostra attenzione , perché vi parlo di cose importantissime . Ehi ! non si scherza . Il tema del mio dire è nientemeno che la libertà , e poi l ’ unità e l ’ indipendenza d ’ Italia . Comincio dalla libertà . Che cosa è la libertà ? Una volta si credeva che fosse la facoltà di fare tutto quello che non si oppone alle leggi di Dio , della Chiesa , della natura e delle legittime autorità costituite sulla terra . Ma adesso è un altro paio di maniche , perché adesso la libertà è il diritto di fare tutto quello che si vuole . Eh ! diavolo ( mica zoppo ) il popolo , che è sovrano , deve bene poter fare tutto ciò che più gli aggrada . E oggi è proprio così : il popolo dice e fa quello che meglio gli talenta , e nessuno ha diritto d ’ opporsi ai suoi sovrani voleri . Ma già v ’ ho detto che cosa è il popolo e chi lo forma : perciò capirete che ho ragione io di dirvi che il popolo dice e fa tutto ciò che è secondo la sua volontà . Se non lo credete a me , guardate ai fatti e poi persuadetevene una volta . Se il governo fa qualche cosa di male , commette qualche arbitrio , qualche abuso , o qualche ingiustizia , adesso là Dio mercè abbiamo il diritto di dire la nostra ragione , di protestarci contro e di richiamare al dovere chi si fa reo di tali offese alla giustizia e alla legge . È ben vero che si è chiamati alla polizia e là si riceve un serio rimbrotto ; è ben vero che qualche volta si va in carcere , o si è tradotti dinanzi ai tribunali . Ma questo è nulla : è un puro accidente ( da cui Dio salvi ognuno ) per mostrare anzi che c ’ è libertà per tutti . Al popolo sovrano la libertà di dir male del governo , al governo la libertà di mettere le manette al popolo sovrano . Una cosa per uno : bisogna poi contentarsi a questo mondo . Lo stesso dite della libertà della stampa . Non sentiste Don Pasquale quando tutti i momenti era condannato e multato il gerente dell ’ Eco o del Patriota Cattolico ? " Ecco , " sclamava il reverendo , “ ecco la prova più convincente che la libertà della stampa è fra noi al colmo ! Se non vi sono sequestri , condanne , multe e carcere , la libertà della stampa se ne va a calicutte . ” Dunque resta stabilito all ’ ultima evidenza che non vi è vera libertà se non concorrono simultaneamente le seguenti cose : 1 . Manette . 2 . Corte d ’ Assisie . 3 . Sequestri . 4 . Multe . 5 . Condanne . 6 . Carcere . Tutte queste cose , bene si intende , sono fatte per quella parte del popolo sovrano , che credendosi proprio sovrano non dice e non fa quello che vogliono i suoi servitori . Ora vengo all ’ unità e all ’ indipendenza d ’ Italia . L ’ Italia è fatta , dicono tanti . Ma so ancor io che l ’ Italia è fatta : sono ormai seimila anni che questa benedetta Italia è fatta . Che bisogno c ’ è mai di dirlo tanto ? Io non lo capisco proprio . Ma , si aggiunge , l ’ Italia è una . Sicuro , che l ’ Italia è una : non ho mai sentito dire che ci siano due Italie . L ’ Italia è unita dall ’ Alpi al mare . Altro che unita ! È unita e compatta da un capo all ’ altro in modo che se non viene il signor Lesseps a farci un taglio in mezzo come ha fatto all ’ istmo di Suez ; sfido chiunque a dividerla e a disunirla . Io l ’ ho girata per lungo e per largo e l ’ ho trovata proprio tutta d ’ un pezzo . Anche qui non capisco perché tanti si sfiatano a dire che finalmente l ’ Italia è unita ! Quanto poi alla sua indipendenza , è una cosa più chiara della luce di pien meriggio . Basta guardarci per capire che è il paese più indipendente del mondo . L ’ Italia è una penisola e perciò sta attaccata da un lato solo : essa quindi dipende meno di qualunque altro . Andate mo a vedere la Francia , la Prussia , l ’ Austria e tant ’ altri paesi : sono attaccati da tante parti che fa davvero pietà il solo vederli così pendenti , chi a una catena di montagne , chi a un fiume , chi a un altro Stato , chi ad un altro paese . Ma l ’ Italia , volere o non volere , non ha bisogno di tanti puntelli e di tante pendenze ; se la tira di lungo col suo stivale e batte il tacco , come suol dirsi , in mezzo all ’ acqua . Ecco perché gli stranieri , adesso specialmente , non possono ficcare il naso in casa nostra . È vero che a Malta ci sono gl ’ Inglesi , che a Nizza e in Corsica ci sono i Francesi e che nel Veneto ci sono i Tedeschi : ma questo non monta . L ’ Italia sarà sempre una in eterno , e indipendente del tutto . Noi lo diremo e lo proclameremo sempre e dappertutto . Non avete veduto , come abbiamo fatto ad avere Roma ? II Papa si ostinava a starci , i Francesi si ostinavano a non volere andar via : ma noi un bel giorno abbiamo raffermato il diritto dell ’ Italia su Roma , e felice notte , Roma è diventata dell ’ Italia . Ehi ! Signori miei : oggi si combatte per un ’ idea , non si cerca mica più la prosaica realtà . Malta sia pure degli Inglesi , Nizza di Napoleone e il Veneto dell ’ Austria : ma le virtù dell ’ idea sono e saranno sempre dell ’ Italia . Dite mo che il barbaro Tedesco colle sue baionette e col suo quadrilatero ci venga a rapire la nostra idea ! Cucù ! La lezione è finita . A rivederci sabato .
ProsaGiuridica ,
Il Duce della Repubblica Sociale Italiana Capo del Governo Ritenuta la necessità urgente ed assoluta di provvedere ; Visto il decreto - legge 17 novembre 1938 , n . 1728 , contenente provvedimenti per la difesa della razza italiana ; Visto il decreto - legge 9 febbraio 1939 , n . 126 , convertito con modificazioni , nella legge 2 giugno 1939 , n . 739 , riguardante norme di attuazione ed integrazione delle disposizioni di cui all ' art . 10 del D . L . 17 novembre 1938 , n . 1728 , relative ai limiti di proprietà immobiliare e di attività industriale e commerciale per i cittadini italiani di razza ebraica ; Sentito il Consiglio dei Ministri ; Decreta : Art . 1 . I Cittadini italiani di razza ebraica o considerati come tali ai sensi dell ' art . 8 del decreto legge 17 novembre 1938 , n . 1728 , ancorché abbiano ottenuto il provvedimento di discriminazione di cui all ' art . 14 dello stesso decreto - legge , nonché le persone straniere di razza ebraica , anche se non residenti in Italia , non possono nel territorio dello Stato : a ) essere proprietari , in tutto o in parte , o gestori , a qualsiasi titolo , di aziende di qualunque natura , né avere di dette aziende la direzione , né assumervi comunque l ' ufficio di amministratore o di sindaco ; b ) essere proprietari di terreni , né di fabbricati e loro pertinenze ; c ) possedere titoli , valori , crediti e diritti di compartecipazione di qualsiasi specie , né essere proprietari di altri beni mobiliari di qualsiasi natura . Art . 2 . I debitori di persone di razza ebraica , ed i detentori di beni di qualsiasi natura appartenenti , in tutto o in parte , a persone di razza ebraica , devono presentare al Capo della Provincia competente per territorio , in ordine ai singoli beni , denuncia scritta sulla quale risultino : l ' importo dei debiti , il nome del creditore o del proprietario , la natura e l ' ammontare dei titoli e dei valori e la sommaria descrizione dei beni . La denuncia deve essere fatta entro 30 ( trenta ) giorni dalla data di applicazione del presente decreto e , per le obbligazioni sopravvenute , entro trenta giorni dalla data in cui queste siano sorte o divenute liquide . Sono tenuti alla denuncia di cui sopra le persone fisiche di nazionalità italiana , che hanno la residenza o il domicilio nel territorio dello Stato e tutti gli enti di natura privata ivi comprese le società commerciali , le associazioni e gli enti di fatto di nazionalità italiana , che hanno la loro sede principale nel territorio dello Stato . Sono inoltre tenuti alla stessa denuncia , anche quando non ricorrono le condizioni prevedute nel comma precedente , le persone fisiche o giuridiche qualunque sia la loro nazionalità , per i beni appartenenti a persone di razza ebraica , da esse detenuti nel territorio dello Stato , e per i debiti verso dette persone , afferenti ad attività commerciale da essi ivi esercitate . Art . 3 . Le Amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici che siano debitori di persone di razza ebraica e che detengano beni appartenenti a persona di razza ebraica e qualunque autorità che comunque debba disporre a favore delle persone stesse il pagamento di somme o la consegna di beni , debbono darne immediata comunicazione scritta al capo della provincia competente ai sensi dell ' art . 2 , e tenere in sospeso i pagamenti e le consegne in attesa del provvedimento da parte dello stesso capo della provincia . Art . 4 . Gli Istituti e le aziende di credito che hanno scomparti in impianti fissi di sicurezza , dati in locazione a persone di razza ebraica , sono tenuti a darne immediata notizia al Capo della provincia entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto . Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ad ogni specie di deposito chiuso esistente presso istituti o aziende di credito ed intestato a persone di razza ebraica . Dalla data di entrata in vigore del presente decreto , l ' apertura degli scomparti locati presso Istituti o aziende di credito di cittadini italiani di razza ebraica , come il ritiro o l ' apertura degli altri depositi chiusi intestati ai cittadini stessi , non può farsi se non nei modi stabiliti dal successivo art . 10 . Art . 5 . È vietato alle persone di nazionalità italiana , le quali siano debitrici , a qualunque titolo , di somme di denaro verso persone di razza ebraica , ovunque queste si trovino , ovvero siano tenute alla consegna , a favore di dette persone , di titoli , valori , ogni modo di adempimento delle obbligazioni , in attesa del provvedimento di cui all ' art . 8 del presente decreto . È vietata del pari alle persone di nazionalità italiana la consegna di beni , da essi detenuti appartenenti a persone di razza ebraica , salva la disposizione di cui al citato articolo 8 . Eguale divieto si applica agli stranieri per i beni appartenenti a persone di razza ebraica , da essi detenuti nel territorio dello Stato . In attesa dei provvedimenti di cui all ' art . 10 del presente decreto è inoltre vietato di procedere all ' apertura degli scomparti in impianti fissi di sicurezza dati in locazione a persone di razza ebraica presso Istituti od aziende di credito . Art . 6 . È nullo qualsiasi atto concluso posteriormente alla data del 30 novembre 1943 , che abbia per effetto il trasferimento di proprietà dei beni appartenenti a persone di razza ebraica , ovvero la costituzione sui beni stessi di diritti reali , od anche la locazione di tali beni con pagamento anticipato del canone per oltre un anno . Questa disposizione non si applica per gli atti compiuti dall ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare , né per i trasferimenti a causa di morte per successioni apertesi prima dell ' entrata in vigore del presente decreto , né per quelli effettuati per ordine dell ' Autorità . Su proposta dell ' Intendente di Finanza , il Capo della provincia può dichiarare nulle , con apposito decreto , le donazioni avvenute ai sensi dell ' art . 6 del decreto legge 3 febbraio 1939 , n . 126 , nonché gli atti di trasferimento di beni di pertinenza ebraica conclusi anteriormente al 1 dicembre 1943 , qualora , da fondati elementi , le donazioni ed i trasferimenti risultino fittizi e fatti al solo scopo di sottrarre i beni ai provvedimenti razziali . Avverso il Capo della provincia è ammesso ricorso al Ministro dell ' Interno entro trenta giorni da quello della notifica del decreto stesso . Sui ricorsi della specie decide il Ministro dell ' Interno d ' intesa con quello delle Finanze con provvedimento non soggetto ad alcun gravame , né in via amministrativa , né in via giurisdizionale . Art . 7 . I beni immobiliari e le loro pertinenze , i beni mobiliari , le aziende industriali e commerciali e ogni altro cespite esistente nel territorio dello Stato , di proprietà dei cittadini italiani di razza ebraica o considerati come tali ai sensi della legge 17 novembre 1938 , n . 1728 , ancorché i cittadini stessi abbiano ottenuto il provvedimento di discriminazione di cui all ' art . 14 della legge citata nonché quelli di proprietà di persone straniere di razza ebraica , anche se non residenti in Italia , sono confiscati a favore dello Stato e dati in amministrazione all ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare . Art . 8 . Il decreto di confisca è emesso dal Capo della provincia competente per territorio in ordine ai singoli beni . Detto decreto conterrà la formula esecutiva di cui all ' art . 475 C.P.C. colla indicazione che esso è immediatamente eseguibile , e sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale d ' Italia a cura del Capo della provincia , il quale provvederà alla trascrizione del decreto stesso presso la competente Conservatoria delle Ipoteche qualora esso si riferisca anche solo in parte a beni o diritti capaci di ipoteca . La trascrizione non è soggetta a tassa o altra spesa . Il decreto di trasferimento sarà trasmesso in copia autentica esecutiva dal Capo della provincia all ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare . Altra copia del decreto , con le corrispondenti denuncie , è rimessa dal Capo della provincia al Ministero delle Finanze . Detto decreto è titolo esecutivo per il rilascio immediato da parte dell ' ebreo espropriato o dei terzi detentori dei beni in esso compresi , senza che sia necessaria la notificazione del decreto stesso , né di precetto . Il decreto è immediatamente eseguibile anche nei confronti degli eredi - ebrei , ancorché discriminati e di nazionalità straniera dell ' espropriato . Il rilascio avverrà a richiesta dell ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare , od in nome e per conto dell ' Ente stesso a richiesta di uno degli istituti di Credito Fondiario delegati dall ' Ente di cui al successivo art . 13 , a mezzo di Ufficiale Giudiziario nei modi stabiliti dall ' art . 608 C.P.C. e senza preavviso di cui al primo capoverso dello stesso articolo . Contro il decreto di trasferimento emanato dal Capo della provincia non sono ammesse opposizioni al rilascio , né in via amministrativa , né in via giudiziaria . Qualora fossero proposte opposizioni giudiziali , queste non potranno sospendere il rilascio dei beni confiscati . Avverso il decreto di confisca emesso dal Capo della Provincia , gli interessati possono ricorrere al Ministero dell ' Interno , entro sessanta giorni da quello della pubblicazione del decreto stesso sulla Gazzetta Ufficiale d ' Italia . Il Ministro dell ' Interno decide , d ' intesa con quello delle Finanze , con provvedimento non soggetto ad alcun gravame , né in via amministrativa , né in via giurisdizionale . Il ricorso di cui al presente articolo non sospende il rilascio dei beni confiscati . Art . 9 . I beni ed i diritti immobiliari passano in gestione all ' Ente di gestione e Liquidazione Immobiliare con le ipoteche e gli oneri reali di cui sono gravati . I terzi creditori delle persone di razza ebraica potranno far valere i loro diritti con le norme ordinarie nei confronti dell ' Ente di gestione e Liquidazione Immobiliare , purché si tratti di crediti di data certa ed anteriore al primo dicembre 1943 . Sui beni confiscati potranno inoltre essere soddisfatti i seguenti creditori , ad esclusione di qualsiasi altro , e ferme le cause di prelazione fra essi stabilite dalla legge : 1 ) L ' ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare ed i suoi delegati per spese e compensi di gestione ; 2 ) Lo Stato e ogni altro Ente pubblico per imposte , tasse o contributi , che siano loro dovuti ; 3 ) Coloro che derivano il loro titolo da obbligazioni assunte dall ' Ente di gestione e Liquidazione Immobiliare nell ' interesse della sua gestione ; 4 ) Coloro che derivano il loro titolo da obbligazioni che si riferiscono direttamente ed esclusivamente ai beni confiscati , nella misura in cui dette obbligazioni abbiano concorso all ' acquisto , alla conservazione o al miglioramento dei beni stessi ; 5 ) Ogni persona il cui credito abbia data certa anteriore al provvedimento di confisca , purché dimostri che , al momento in cui il credito è sorto , esso non conosceva che i beni del debitore potevano essere confiscati a favore dello Stato . Art . 10 . Ricevuta la comunicazione di cui all ' art . 4 del presente decreto , il Capo della provincia disporrà l ' apertura degli scomparti o dei depositi chiusi intestati a persona di razza ebraica presso istituti o aziende di credito . L ' apertura dovrà essere presenziata da un rappresentante del Capo della provincia , da un delegato dell ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare e da un rappresentante dell ' Istituto o dell ' azienda di credito che detiene lo scomparto o il deposito . A cura del rappresentante del capo della provincia sarà redatto un processo verbale dell ' apertura e l ' inventario di quanto è contenuto nello scomparto o nel deposito . Tutto quanto compreso nell ' inventario sarà confiscato a favore dello Stato e dato in consegna all ' Ente di gestione e Liquidazione Immobiliare con decreto del Capo della provincia ai sensi dell ' art . 8 . Tale decreto sarà tosto notificato all ' Istituto o all ' azienda di credito detentrice dello scomparto o del deposito . Qualora si renda necessaria l ' apertura forzata degli scomparti o dei depositi chiusi di cui al presente articolo , le relative spese saranno anticipate dall ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare . Art . 11 . L ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare è autorizzato a delegare agli istituti di credito fondiario , di cui al decreto del Duce 9 giugno 1939 ed alla legge 24 febbraio 1941 , n . 158 , l ' esercizio delle mansioni attribuitegli dalla presente legge . Gli Istituti di credito fondiario indicati nel comma precedente sono autorizzati ad esercitare funzioni di cui al comma stesso anche in deroga ai rispettivi ordinamenti e statuti . Art . 12 . Fino a quando non ne verrà , effettuata la vendita ai sensi dell ' art . 13 , i beni e le aziende di pertinenza ebraica di cui al presente decreto saranno amministrati dall ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare , sotto la vigilanza e con le modalità che saranno determinate dal Ministro delle Finanze . Art . 13 . La vendita dei beni confiscati ai sensi dell ' art . 7 sarà fatta a cura dell ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare secondo le istruzioni che verranno impartite dal Ministero delle Finanze . La vendita sarà fatta di regola per atto pubblico con contestuale pagamento dell ' intero prezzo . Le vendite stipulate dall ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare saranno impegnative per lo Stato soltanto dopo l ' approvazione del Ministro delle Finanze . Art . 14 . I crediti , le somme liquide non necessarie ai fini della gestione e il ricavo della vendita dei beni consegnati all ' Ente di gestione e Liquidazione Immobiliare ai sensi dell ' art . 7 , al netto delle spese di gestione e delle passività inerenti ai beni stessi e degli altri oneri a carico dell ' Ente medesimo , saranno versati nelle casse dello Stato , con imputazione ad apposito capitolo da trascriversi nel bilancio dell ' entrata . Le spese di gestione , sia quelle proprie dell ' Ente , sia quelle dei suoi delegati , saranno regolate con determinazione del Ministro delle Finanze . Art . 15 . Le somme riscosse ai sensi del precedente articolo 14 sono versate allo Stato a parziale ricupero delle spese assunte per assistenza , sussidi e risanamento di danni di guerra ai sinistrati delle incursioni aeree nemiche . Art . 16 . Il debitore di persone di razza ebraica o detentore di cose appartenenti ad essa , che omette di fare la denuncia prescritta dall ' art . 2 , nel termine ivi stabilito , è punito con l ' arresto sino a tre mesi e con l ' ammenda fino a L . 30.000 ( trentamila ) . Chiunque scrive o lascia scrivere false indicazioni in una denuncia presentata a norma dell ' art . 2 è punito con la reclusione fino a mesi sei e con la multa fino a L . 30.000 ( trentamila ) , sempre che il fatto non costituisca il reato preveduto dalla prima parte dell ' articolo seguente . Art . 17 . Chiunque compie atti diretti all ' occultamento , alla soppressione , alla distruzione , alla dispersione , al deterioramento o alla esportazione dal territorio dello Stato di cose appartenenti a persone di razza ebraica , al fine di impedire che ne sia disposta la confisca o che siano poste a disposizione dell ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare , è punito con la reclusione fino ad un anno e con la multa da L . 3.000 ( tremila ) a L . 30.000 ( trentamila ) . La reclusione è fino a sei mesi , se il fatto è commesso dal proprietario della cosa soggetta ad esproprio . Art . 18 . Chiunque compie atti ad alienare beni di proprietà di persone di razza ebraica esistenti nel territorio dello Stato od aggravarli di diritti reali di qualsiasi specie , al fine di sottrarli alla confisca o di diminuirne il valore , è punito con la reclusione fino a sei mesi e con la multa da L . 3.000 ( tremila ) a L . 30.000 ( trentamila ) . Chiunque stipula con una persona di razza ebraica alcuno degli atti preveduti dalla prima parte del presente articolo essendo a conoscenza del fine cui l ' atto stesso è diretto , è punito con la reclusione fino ad un anno e con la multa da L . 3.000 ( tremila ) a L . 30.000 ( trentamila ) . Il pubblico ufficiale che riceve uno degli atti suindicati essendo a conoscenza del fine cui l ' atto stesso è diretto , è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a L . 50.000 ( cinquantamila ) . Chiunque effettua in qualsiasi modo pagamenti o consegna di beni a favore di persone di razza ebraica in violazione delle disposizioni di cui all ' art . 5 , ovvero consenta il ritiro di valori in violazione dell ' art . 10 , è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa pari al quintuplo della somma pagata o dei valori consegnati in ogni caso non inferiore a L . 10.000 ( diecimila ) . Art . 19 . Le norme del decreto legge 17 novembre 1938 , n . 1728 e del decreto legge 9 febbraio 1939 , n . 739 , che contrastino con le disposizioni del presente decreto sono abrogate . Art . 20 . Il Ministro per le Finanze è autorizzato ad emanare le norme necessarie per l ' attuazione del presente decreto e , sempre allo stesso fine , ad introdurre in bilancio , con propri decreti , le variazioni occorrenti . Art . 21 . Il presente decreto entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale d ' Italia . Dal Quartier Generale , addì 4 gennaio 1941-XXII . Mussolini V . Il Guardasigilli : Pisenti
StampaQuotidiana ,
Sono andato a trovare Benedetto Croce e l ' ho distolto , per un istante , dagli studi ai quali è intento , con la mia curiosità giornalistica . Gli ho domandato : Avete letto nei giornali le rinnovate discussioni sul liberalismo e sul fascismo , sulla ragione d ' essere dell ' uno e dell ' altro e sui loro possibili rapporti ? Non vi pare che la disputa sia proceduta con molta confusione ? Voi , che ve ne state in disparte , dovreste , con la solita lucidezza di concetti , schiarire i termini in disputa e , insomma , dirci il vostro avviso . Caro Dell ' Erba , ci conosciamo da tanti anni che non vi dorrete se vi dico che la vostra domanda non tanto mi lusinga per la sua cortese intenzione quanto mi ferisce in una mia idea prediletta . Io ho sempre dichiarato ridicola la figura del filosofo che , spontaneo o invitato , si fa , in nome della filosofia e della scienza , a pronunziare sentenze su questioni politiche . Ridicola e anche un po ' odiosa , perché vi è della prepotenza in quel salto dall ' una all ' altra competenza , dalla sfera del pensiero e della critica all ' altra della pratica e dell ' azione . Su questioni politiche e di azione vi risponderà in modo certo più interessante chi si sente Achille in seno che non io che , tutt ' al più , ho Aristotele in seno . Ma ciò che vi domando riguarda appunto una questione , diciamo così , filosofica , ossia la più esatta definizione del liberalismo e del suo ufficio proprio , della virtù o del difetto dello Stato liberale . È , permettetemi , una falsa questione filosofica , giacché , per chi guarda con occhio di filosofo e di storico , tutti gli Stati sono sempre un unico Stato , tutti i governi un unico governo : quello di un gruppo che domina e perciò governa la maggioranza ; e tutti , finché durano , adempiono a un ' utilità , anzi alla maggiore utilità possibile nel momento dato ; e discernere volta per volta quale questa utilità sia stata è , appunto , opera dello storico , nel tempo in cui è dato far la storia di un moto giunto a compimento o ad esaurimento . Le forme politiche sono astrazioni dei teorici , e per questa ragione esse riescono indifferenti , così allo storico che non guarda mai alla astratta forma , ma alla sostanza , ossia alla forma riempita e concreta , come , in altro senso , sono indifferenti all ' uomo di azione , che le considera pregiudizi più o meno rispettabili . Le forme degli stati e gli effettivi governi vengono disciolte e sostituite non da una critica teorica che si eserciti su di loro , ma dalla presenza e dall ' azione di altri gruppi che rappresentano o fanno sperare una maggiore e migliore utilità sociale . Se volete mettere questa tesi in forma negativa , ricordatevi di Matteo Visconti , che , scacciato da Milano , se ne stava tranquillo a pescare sul lago di Garda , e a un milanese che gli domandava quando avrebbe ripigliato il dominio di Milano , rispondeva serenamente : « Quando la somma delle bestialità di coloro che ora governano , avrà superata quella delle bestialità commesse da me » . Sicché ? Fate voi l ' applicazione ai casi presenti , e lasciate che aggiunga che non mi sembra facile superare tanto presto la somma delle bestialità commesse in Italia , nei primi anni del dopo guerra . Nel fatto , dunque , non esiste ora una questione di liberalismo e di fascismo , ma solo una questione di forze politiche . Dove sono le forze che possano , ora , fronteggiare o prendere la successione del governo presente ? Io non le vedo . Noto invece grande paura di un eventuale ritorno alla paralisi parlamentare del 1922 . Per un tale effetto , nessuno , che abbia senno , augura un cangiamento . Ma voi , personalmente , accettate o no l ' idealità liberale ? Non so quanto possa importare di conoscere quel che io accetto ( io che ho Aristotele e non Achille in seno ) nelle cose della politica . Ma , se vi fa piacere saperlo , vi dirò che io , personalmente , sono e non saprei non essere liberale . Perché ? Non per deduzioni filosofiche o teoriche , che ho già escluse dalla considerazione politica ; ma , direi , allo stesso modo che mi sento napoletano o borghese meridionale . Tutto il mio essere intellettuale e morale è venuto fuori dalla tradizione liberale del Risorgimento . E come può non sentirsi liberale chi si è forviato nel primo cinquantennio della nuova Italia unitaria e liberale , e ha respirato in quell ' aria , e si è giovato di quelle iniziative , di quei contrasti , di quel rapido accrescimento e ammodernamento della vita italiana ? Sicché io , rinunziando a difendere il liberalismo ( come qualsiasi altro partito politico ) con argomenti teorici , tanto più lo asserisco come una mia realtà di sentimento e di volontà . Anzi , non ho bisogno , per mio conto , di difenderlo , cioè di appoggiarlo a cattivi ragionamenti e a sofismi . E auguro di cuore che i liberali italiani , ripigliando coscienza della loro migliore tradizione , restaurino il partito liberale , ridandogli quell ' elevato carattere etico , che ebbe nella sua forma originaria ; e in questa esigenza etica , nella devozione alla patria , trovino il modo di risanare le scissioni , che non solo li indeboliscono , ma li pervertono . Non c ' è contraddizione tra questa vostra fede liberale e l ' accettazione e giustificazione che mi avete data del fascismo ? Nessuna contraddizione . Se i liberali non hanno avuto la forza e la virtù di salvare l ' Italia dall ' anarchia in cui si dibatteva , debbono dolersi di sé medesimi , recitare il mea culpa , e intanto accettare e riconoscere il bene da qualunque parte sia sorto , e prepararsi per l ' avvenire . Questo il loro dovere . Ma non credo che essi abbiano l ' altro dovere di diventare « fascisti » , cioè di vestire la personalità di uomini che hanno altro temperamento , hanno percorso diversa esperienza , e appartengono in gran numero alla generazione più giovane . Sarebbero cattivi fascisti , perché fascisti in cattiva coscienza , laddove possono essere buoni liberali e rendere utili servigi all ' Italia nel presente e nell ' avvenire .