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StampaQuotidiana ,
Ho accennato al Croce la lugubre visione di alcuni che considerano assai pericoloso il momento politico - elettorale , al quale ci avviciniamo . Pericoloso ? ( mi ha risposto ) . Non mi pare . E certamente non mi pare che sia più pericoloso di altri che abbiamo vissuti da un decennio in qua . Del resto , la mia capacità di commozioni si è assai attutita dopo il novembre del 1917 . Niente di quanto è accaduto poi , mi è parso degno di muovermi nelle più intime fibre come l ' irruzione dello straniero in Italia : tutto mi è parso lieve a sopportare , riportandomi a quel termine di confronto . Ma che cosa prevede circa l ' effetto del prossimo movimento elettorale ? Lascio le previsioni a chi si diletta a questa sorta di giuoco , e formo invece un augurio : l ' augurio che sia largamente sentita la necessità di non compromettere l ' opera intrapresa di restaurazione politica . Il governo presente , col fatto , come i precedenti col desiderio e col lamento , fa intendere che non si può governare senza una maggioranza , e chiede che il paese gli dia una compatta maggioranza . Bisogna procurare di dargliela . Pure , il nuovo sistema elettorale sembra ad alcuni cercar di desumere dagli atti del fascismo la filosofia , o almeno la tendenza morale nuova , che si dice implicita in esso , e , quantunque abbia qualche pratica e qualche abilità in coteste analisi e sintesi logiche , in coteste riduzioni ai principi , questa volta non sono venuto a capo di nulla . Temo che il nuovo pensiero non ci sia , e credo che non ci sia perché non possa esserci . Insomma , Ella , piuttosto che alle ideologie , guarda alla novità dei fatti . E ciò particolarmente trattandosi di giovani ... Proprio così . E la gioventù è bella e feconda di bene . Vorrei concludere : « Peccato non essere tutti giovani ! » , se non avvertissi che questa sarebbe un ' esclamazione rettorica . Ci vuole , al mondo , il giovane e il non giovane : ci vuole l ' impeto e la riflessione , e non bisogna temere che l ' una cosa sia per nuocere all ' altra .
StampaQuotidiana ,
Ho chiesto al senatore Croce il permesso di pubblicare una nostra conversazione sugli attuali avvenimenti politici italiani . Il Croce si è mostrato dapprima restio , e per persuadermi mi ha detto : Nella mia qualità di letterato sono costretto a scrivere molto ed anche a polemizzare in difesa delle mie idee . Non voglio aumentare la somma del mio scrivere e parlare , occupandomi anche degli avvenimenti politici del giorno , per quanto gravi e importanti come gli attuali . Ma io ho insistito . La parola di un uomo di alto intelletto e di grande autorità come il Croce può giovare non poco in questo momento , e aiutare il fascismo a trovare la strada buona nel supremo interesse della patria . Ed egli ha finito per cedere . Voi sapete mi ha detto il Croce che io ho sempre sostenuto che il movimento fascistico fosse sterile di nuove istituzioni , incapace di plasmare , come i suoi pubblicisti vantavano , un nuovo tipo di Stato . Perciò esso non poteva e non doveva essere altro , a mio parere , che un ponte di passaggio per la restaurazione di un più severo regime liberale , nel quadro di uno Stato più forte . Doveva rinunziare a inaugurare una nuova epoca storica , conforme ai suoi vanti ; ma poteva ben soddisfarsi della non piccola gloria di ridare tono e vigore alla vita politica italiana , cogliendo , per merito dei già combattenti , il miglior frutto della guerra . Per altro , questo vostro giudizio fu vivamente contrastato . Già , e i giornali fascisti si misero alla ricerca di quello che era o doveva essere l ' ideale proprio del fascismo , il nuovo Stato fascistico , le nuove originali sue istituzioni , e via dicendo . Chiacchierarono molto , ma dettero , in via negativa , la conferma della giustezza del mio giudizio , che era poi il giudizio del buon senso . Cosicché voi ritenete che i recenti avvenimenti lo abbiano convalidato ? È accaduto quel che dice il noto « latinorum » , che voglio risparmiarvi : cioè che i fati conducono il volenteroso e trascinano chi non vuole . Quel che non era stato possibile iniziare con savia preveggenza e dando prova di moderazione , è stato imposto da una sollevazione della pubblica coscienza innanzi a un orribile delitto . Delitto che , come gli altri delitti di quella sorta , sconvolge e ferisce il nostro cuore umano , ma che ha poi come tutti hanno sentito qualche cosa di specificamente politico , essendo significativo di un errato indirizzo , che nel suo estremo porta a conseguenze come queste . Come intendete questa connessione ? In un modo semplicissimo . Poiché il fascismo non è in grado di creare un nuovo assetto costituzionale e giuridico che sostituisca l ' assetto del liberalismo , deve reggersi con quegli stessi procedimenti violenti con cui è sorto , perpetuando ciò che doveva essere occasionale e transitorio . E nella serie di questi procedimenti violenti non si può determinare esattamente a qual punto ci si debba fermare . Le ingiurie e le violenze appartengono a una stessa serie e trapassano le une nelle altre per gradazioni più o meno sensibili . Abbiamo udito quel che dicevano alcuni fascisti : « Queste cose non sono certamente belle , appartengono alle passività del fascismo ; ma di fronte c ' è l ' attività , il mantenimento del fascismo stesso come salute d ' Italia » . E vi sembra che vi siano segni di un ritorno al regime liberale ? Non si poteva aspettare , e neppure desiderare , che il fascismo cadesse a un tratto . Esso non è stato un infatuamento o un giochetto . Ha risposto a seri bisogni e ha fatto molto di buono , come ogni animo equo riconosce . Si avanzò col consenso e tra gli applausi della nazione . Sicché , per una parte , c ' è , ora , nello spirito pubblico , il desiderio di non lasciar disperdere i benefici del fascismo , e di non tornare alla fiacchezza e all ' inconcludenza che lo avevano preceduto ; e dall ' altra , c ' è il sentimento che gl ' interessi creati dal fascismo , anche quelli non lodevoli e non benefici , sono pur una realtà di fatto , e non si può dissiparla soffiandovi sopra . Bisogna , dunque , dare tempo allo svolgersi del processo di trasformazione . Questo il significato del prudente e patriottico voto del Senato . A proposito . C ' è chi si dice alquanto meravigliato del voto , dato da voi , favorevole all ' ordine del giorno di fiducia , essendo noti i vostri convincimenti , che anche ora riaffermate . Vi sono voti che si danno come di slancio ed altri che si danno dopo avere lungamente ponderato il pro e il contra : voti di entusiasmo e voti di dovere . Per me , e credo per moltissimi altri senatori , quel voto di fiducia è stato un voto di dovere . Anche i più gravi discorsi degli oppositori , come quelli dell ' Albertini e dell ' Abbiate , sembravano indicarci la via media , a cui ci siamo attenuti , reprimendo le nostre tendenze personali . Voi parlate di un processo di trasformazione del fascismo , che si è iniziato , e che la libera stampa deve spingere innanzi ; ma non vi pare che , piuttosto che di trasformazione , si debba parlare , in questo caso , di dissoluzione del fascismo ? Ciò dipenderà dalla saggezza e dalla intelligenza e dalla volontà dei migliori componenti del fascismo . Se essi comprenderanno l ' ineluttabilità del ritorno al regime liberale , sapranno salvare il fascismo come un elemento forte e salutare della futura gara politica . E avranno distrutto un labile fascismo dittatorio per crearne uno duraturo . Credete che questo processo di dissoluzione o di trasformazione sarà rapido ? Chi può dirlo ? L ' imprevedibile può accelerarlo o ritardarlo . E poi in Italia c ' è , ora , scarsezza di uomini politici ; e questo è un serio impaccio . Scarsezza ? Non mai , come negli ultimi anni , si sono richiesti e si sono avuti dalle Camere tanti ministri e tanti sottosegretari di Stato . È una vera età ferace di uomini politici nuovi ... Nuovi : dite bene , e la vostra ironia è a posto . Io parlavo dei non nuovi , dei vecchi . Se la gente ha provato tanta antipatia contro i nuovi ricchi , i ricchi improvvisati , consentite a me di provare qualche diffidenza verso l ' altro prodotto del dopo guerra , verso i nuovi politici improvvisati . Le elezioni del '19 , e peggio ancora quelle del '24 , hanno privato la vita politica italiana di un gran numero di uomini esperti , di fedeli servitori dello Stato , che non si sa come sostituire , e che bisognerebbe richiamare ... Il Croce ha continuato : Ne volete una prova ? Io sono stato nel gabinetto Giolitti nel '20-'21 , e rivedo in immaginazione il tavolino intorno al quale sedevamo . Lo rivedo ; e che cosa vedo ? Otto dico otto di quei ministri , ancora validi , o addirittura ancora giovani , e tutti provetti parlamentari , non appartengono più alla Camera . Otto : il Facta , il Meda , il Bonomi , l ' Alessio , il Raineri , il Fera , Luigi Rossi ed il Peano . Il quale ultimo , esso solo , è passato al Senato . Non vi pare che ciò debba dare alquanto da pensare ? l ' Italia così ricca di uomini capaci , da far getto di questi ?
ProsaGiuridica ,
Il Duce dello Stato Nazionale Repubblicano Capo del Governo Visto l ' art . 11 del decreto legge 9 febbraio 1939 , n . 126 , convertito nella legge 2 giugno 1939 , n . 739 , sul trattamento dei beni ebraici ; Visto il decreto 27 marzo 1939 , n . 665 , che ha approvato lo statuto dell ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare ; Vista la legge 19 dicembre 1940 , n . 1994 , riguardante modifiche alla legge di guerra in materia di beni appartenenti a sudditi nemici ; Visti il decreto legislativo in data 4 gennaio 1944 , n . 2 , contenente modifiche alle disposizioni riguardante i beni e le aziende ebraiche di cui al predetto decreto legge 9 febbraio 1939 , n . 126; Visto l ' art . 17 della legge 16 giugno 1939 , n . 942 , riguardante le acquisizioni dei beni espropriati dalle esattorie e rimasti invenduti al secondo incanto ; Ritenuta la necessità di modificare detto statuto , in relazione ai nuovi compiti affidati coi suindicati provvedimenti legislativi all ' Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare ; Su proposta del Ministro delle Finanze ; Sentito il Consiglio dei Ministri ; Decreta : Art . 1 . L ' art . 11 del decreto 9 febbraio 1939 , n . 126 , convertito con modificazioni nella legge 2 giugno 1939 , n . 739 , è sostituito dal seguente : « È istituito un Ente denominato " Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare " con il compito di provvedere all ' acquisto , alla gestione , alla trasformazione e alla vendita dei beni immobiliari con le loro pertinenze , di bene mobiliari , nonché di aziende industriali e commerciali , nell ' interesse o d ' incarico dello Stato . All ' Ente anzidetto è assegnata una dotazione di L . 20 milioni da stanziarsi con provvedimento del Ministro per le Finanze sul bilancio del Ministero stesso . L ' Ente è amministrato da un Consiglio composto dal Presidente e da altri otto componenti , nominati con decreto del Ministro delle Finanze e cioè : - 2 consiglieri scelti tra i funzionari di grado non inferiore al VI del Ministero delle Finanze ; - 1 consigliere scelto tra i funzionari dell ' Ispettorato per la Difesa del Risparmio e l ' Esercizio del Credito ; - 1 consigliere in rappresentanza dell ' Ispettorato per demografia e razza ; - 1 consigliere su proposta del Segretario del Partito Fascista Repubblicano , Ministro segretario di Stato ; - 1 consigliere su proposta del Ministro per la Giustizia ; - 1 consigliere su proposta del Ministro per l ' Agricoltura e le Foreste ; - 1 consigliere su proposta del Ministro per l ' Economia corporativa . Con decreto del Ministro per le Finanze sono nominati tre sindaci effettivi , dei quali uno scelto trai Magistrati della Corte dei Conti . Con lo stesso decreto sono pure nominati due sindaci supplenti . Il bilancio da compilarsi dall ' Ente alla fine di ciascun esercizio annuale è sottoposto all ' approvazione del Ministro per le Finanze . Per l ' assistenza , la rappresentanza e la difesa in giudizio , l ' Ente si avvale dell ' Avvocatura dello Stato . » Art . 2 . Il decreto 27 marzo 1939 , n . 665 , che ha approvato lo statuto dell ' Ente di gestione e Liquidazione Immobiliare è abrogato . Lo statuto stesso viene sostituito da quello annesso al presente provvedimento , composto di numero 17 articoli . Il Ministro per le Finanze è autorizzato ad apportare a tale statuto le modifiche che si rendessero in seguito necessarie . Il presente decreto che entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale , sarà inserto , munito del sigillo dello Stato , nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti . Dal Quartier Generale , addì 31 marzo 1944-XXII Mussolini Il Ministro delle Finanze : Pellegrini V . il Guardasigilli : Pisenti
StampaPeriodica ,
Quei concetti sono astratti , appunto perché vuoti di ogni contenuto rappresentativo : e , perciò , nessun elemento rappresentativo occorre per la loro formazione . B . Croce , Logica , p . 133 non si esce mai fuori della realtà e della storia Ibid . , p . 158 . Il pensiero , in quanto , anch ’ esso , vita ( e , cioè , quella vita che è pensiero , e , perciò , vita della vita ) , e anch ’ esso realtà ( e , cioè , quella realtà che è pensiero , e , perciò , realtà della realtà ) , ha in sé l ’ opposizione ; e , per questa ragione , è , insieme , affermazione e negazione ; non afferma se non negando , e non nega se non affermando . Ma non afferma e nega se non distinguendo , perché pensiero è distinzione ; e distinguere non si può ... se non unificando . Chi mediti sui nessi di affermazione - negazione e di unità - distinzione , ha innanzi il problema della natura del pensiero , anzi della natura della realtà : e finisce col vedere che quei due nessi non sono paralleli o disparati , ma si unificano , a loro volta , nell ’ unità - distinzione , intesa come realtà effettiva ... Ibid . , pp.69-70 Della vanità del tentativo avrebbe dovuto dare subito qualche sospetto la sua costante infecondità . Estetica , p . 126 .
ATTESA ( - , 1923 )
StampaQuotidiana ,
Di fronte agli avvenimenti tedeschi occorre , per oggi , fissare brevemente alcuni punti . Primo . Fino a questo momento la marcia su Berlino è semplicemente incominciata , ma non è ancora arrivata ad una fase che permetta senz ' altro di credere nella sua riuscita . Hitler ha proclamato il nuovo governo prima di arrivare nella capitale ; questo errore tattico potrebbe avere serie conseguenze . Per ora , ha permesso al governo centrale dello Stato di prendere misure di precauzione e di dichiarare illecito e rivoluzionario il tentativo dei social - nazionalisti di Monaco , così che allo stato dei fatti esistono due governi , uno legale ed uno illegale ; non è escluso che il secondo possa distruggere il primo ( anzi tale ipotesi è da considerare come la più probabile ) ma fino a quando questo non sia avvenuto , è prematuro considerare l ' eventuale atteggiamento del governo di destra nella politica estera . Siamo in una fase puramente iniziale , e non resta che attendere gli avvenimenti . Esistono due governi ; si potrà intavolare una conversazione politica con l ' uno o con l ' altro , quando ve ne sarà uno solo . Secondo . In previsione di qualsiasi eventualità , ed in linea assolutamente generale , l ' Italia non può astenersi dal considerare che un nuovo governo tedesco , il quale volesse distruggere i frutti della vittoria alleata e quindi nostra , i frutti che a noi sono stati dati in misura minima ma che costituiscono tuttavia l ' unico beneficio che a noi ha dato il Trattato , non potrebbe in alcun modo contare sulla amicizia e sulla cordialità italiana . Noi dobbiamo considerare la probabilità di un mutamento di governo in Germania non tanto dal punto di vista interno , quanto dal punto di vista esterno . È la politica estera del nuovo presunto governo che ci interessa soprattutto , la politica estera che riguarda in particolare le riparazioni ed in generale l ' accettazione dei risultati della guerra ; è chiaro . Ciò premesso , sarebbe inutile pronunziarsi prima che si sia pronunziato l ' eventuale nuovo governo , prima anzi che questo abbia acquistato realmente il potere . Terzo . Non bisogna essere pessimisti , ma neppure bisogna nascondersi che la « marcia su Berlino » presenta , nel suo stesso corso , aspetti non solo interni ma anche esterni , capaci di provocare complicazioni assai gravi ; non è possibile dimenticare che la Francia ha un esercito mobilitato capace di iniziare subito azioni in grande stile . Esistono insomma sul tappeto ipotesi di complicazioni pericolose . In tali condizioni , noi constatiamo che le condizioni odierne dell ' Italia sono ben diverse da quelle che erano un anno fa : e che la nostra situazione generale , ed anche militare , è tale da giustificare pienamente la tranquillità del governo di fronte a quelle ipotesi . La socialdemocrazia interna sente ancora , forse , una certa solidarietà con la socialdemocrazia di fuori ; ma la verità è che , mentre questa soccombe e muore , provocando minaccie alla pace europea , l ' Italia è in grado di fronteggiare tali minaccie perché ha anzitutto sconfitta la socialdemocrazia in casa propria .
StampaQuotidiana ,
Ieri è stato annunciato , con tono ironico , che il giornale dello pseudo - costituzionalismo sovversivo , la Stampa del senatore Frassati , divenuta ormai modello politico per il Corriere della Sera del senatore Albertini , dopo il sequestro abbia provveduto ad un ' altra edizione sostituendo al solito fondo fazioso , particolare fatica del professor Salvatorelli , un articolo sulla Cina . Ebbene questa ironia è una confessione di insensibilità . Poiché se l ' Italia avesse davvero una classe dirigente politica , che non fosse oggi quella rappresentata dagli organi della servitù al socialismo ( Stampa , Corriere della Sera e Mondo ) , dopo la guerra , questa classe dirigente si sarebbe dovuta addestrare a guardare fuori dei confini . E non attraverso i soliti schemi socialdemocratici della ridicola politica assunta dagli Sforza e dagli Schanzer , ma attraverso una interpretazione salda degli avvenimenti mondiali , e una coscienza non meno salda della dura lotta che spetta all ' Italia per costruirsi il suo avvenire . E non con limitazioni anguste , ma arrivando fino alla Cina , o miserabili trafficanti del giornalismo e parlamentarismo di corridoio , se dalla Cina si può intendere come , dopo il terribile conflitto mondiale , siano impegnati in formidabili sommovimenti tutti i continenti e l ' Europa non possa più sottrarsi a conseguenze di vicende che sembrano e non sono lontane . Guardiamo fuori dei confini , in questo principio d ' anno , e vediamo quali compiti aspri , quali difese dure spettino all ' Italia , e per cui occorre una volontà decisa , che soltanto il Fascismo può esprimere e sorreggere , e che comunque sarebbe impedita , se si volesse impegnare follemente il paese , come vuole l ' Aventino , a distruggere o esiliare il Fascismo . Dobbiamo fronteggiare una vera e propria offensiva finanziaria anglosassone . Mentre si prepara la riunione di Parigi per la ripartizione delle quote di riparazioni , gli Stati Uniti , superate le incertezze elettorali con la vittoria di Coolidge , domandano nettamente , pur essendosi disimpegnati dal Trattato di Versailles , la loro quota , senza preoccuparsi se la Germania , dopo i primi pagamenti pagherà anche in avvenire . Domandano contemporaneamente impegni di pagamento per i debiti di guerra . Accanto ad essi l ' Inghilterra forte della vittoria conservatrice , resiste in difesa delle sue quote assegnate a Spa , mantiene fermo il proposito di esigere i debiti di guerra , porta la sterlina alla pari del dollaro per raggiungere la stabilizzazione monetaria , e invia due grandi capi di stato maggiore bancari a New York per accordarsi con lo stato maggiore bancario americano e manovrare con durezza verso questa Europa continentale in travaglio . È ammissibile che l ' Italia , salvata dal Fascismo , consenta di far prevalere una coalizione stampaiola e quattro congiurati di corridoio , dietro cui è il sovversivismo armato , per giocare al ribasso e contribuire , come ha riconosciuto il Consiglio dei Ministri , a sconvolgere l ' Italia , e metterla in dissoluzione , quando occorre la massima decisione interna per la difesa difficilissima della nostra posizione ? No . De Stefani deve partire per Parigi con la sicurezza che l ' Italia non offre allo straniero la complicità dell ' Aventino dissolvitore e la miseria dei complottatori di Francia e di Svizzera e la speculazione dei giocatori al ribasso . Dobbiamo fronteggiare una nuova difficile fase di politica continentale , che ha per indice oggi la disputa sullo sgombero di Colonia . La Francia soffre di travagli interni , che acuiscono non eliminano , come la socialdemocrazia s ' illude , le difficoltà del conflitto renano . La Germania , presa nelle strette del regime parlamentare regalatogli dalla Repubblica , ripete le elezioni a breve distanza , ma non riesce ad avere un governo , la cui formazione è stata rinviata , dopo settimane di vane consultazioni . Tuttavia la Germania ha annullato il suo debito di guerra , ha sottratto otto miliardi di marchi oro all ' estero , si è imposta una valuta aurea , finge di accettare il piano Dawes , ma raccoglie tutte le sue forze per liberarsi un giorno dalle riparazioni . Il ministro Stresemann ha parlato un linguaggio deciso contro il negato sgombero di Colonia . L ' Italia , terza grande potenza continentale , che dal Fascismo è stata restituita alle possibilità di una politica di autonomia , capace di esercitare una influenza meditata e decisiva , può essere diminuita solo perché la coalizione dei responsabili del disfattismo e della rinuncia col sovversivismo repubblicano e socialista , pretende di annientare la passione fascista in figura di reato , e si è abbandonata alla più torbida speculazione di delazioni ? No . Il Fascismo che difende lo spirito della vittoria non può consentire che , ignari di questa necessità , lavorino nei corridoi i Pasqualino Vassallo e i Beneduce . Questa è farsa . Noi dobbiamo fronteggiare una ripresa in pieno dell ' internazionale bolscevica che ora punta in Francia , come già puntò in Italia , ma che comunque ha vastissime diramazioni dappertutto e agisce in Inghilterra , in Francia , in Italia , in Svizzera , negli Stati del Centroeuropa e , attraverso una solidarietà islamica , appare decisamente su tutte le rive del Mediterraneo asiatiche e africane . Questa offensiva è stata nettamente dominata dal Fascismo , che solo ha potuto ristabilire i rapporti col governo di Mosca , senza che questo fosse una sottomissione interna . Può l ' Italia rinunziare alla difesa fascista , e abbandonarsi ai responsabili del '19-'22 che sarebbero di nuovo i complici , nolenti e reluttanti poco importa , di una ripresa bolscevica , che si organizza palesemente fuori dei confini , e che minaccerebbe le istituzioni fondamentali della Nazione e dello Stato ? No . L ' Italia deve rifiutare i falsi teoremi di libertà e obbedire ad una volontà che sia espressione di forza : la volontà dello Stato nazionale . La vasta crisi che è stata aperta dal conflitto mondiale , crisi di frontiere , di popolazioni , di mercati , di produzione , di continenti , di razze , e che l ' Italia ha saputo cominciare ad intendere e fronteggiare solo per virtù del movimento fascista , che è stato a sua volta il solo movimento di interesse mondiale contrapposto al bolscevismo ; questa vasta crisi che durerà ancora decenni , ha già segni particolari , tra i quali quelli sommariamente indicati , per questo 1925 che oggi comincia . Ebbene , l ' Italia deve guardare ad essa . Non è lecita la contesa interna ; non è lecito , dopo la nostra crisi di resurrezione , porsi in ginocchio , impotenti , innanzi ai diritti del regime parlamentare , che sono in pratica , i cosiddetti diritti dei gruppi , dei gruppetti , delle clientele di Giolitti o di Orlando o di chicchessia ; o i diritti dei quattro servitori del sovversivismo aventiniano . Non è lecito annullare la vita della Nazione , perché in un dato momento , la crisi del Fascismo sia considerata reato nella ritornata impunità di tutti i grandi rei contro la Nazione , contro lo Stato e contro le persone , che l ' opposizione antifascista raccoglie . Non è lecito , per questo formalismo , autocondannarsi all ' impotenza rissosa o alla sciagura dissolutrice . Bisogna intendere quello che è avvenuto in Italia , e quello che avviene nel mondo , ciascuno guardando o a quello che ha prodotto di male e a quello che ha dovuto sopportare di male , dal '15 al '21; sia l ' on . Giolitti , sia l ' on . Orlando , sia l ' on . Salandra . Questo è l ' esame da fare . Alto , solenne . E non può ridursi alle manovre di corridoio e alle ambiguità di piccoli pretesti differenziatori , affidati all ' on . Beneduce , all ' on . Pasqualino Vassallo , o anche alle esibite perplessità dell ' on . Riccio . L ' Italia deve stare in piedi , perché possa guardare oltre le sue frontiere e non lasciarsi accoppare . E per stare in piedi oggi è necessario che l ' Italia stia col Fascismo e il Fascismo con Mussolini . Con questa premessa si normalizza . I trentanove milioni di italiani non sono , non debbono essere spettatori che guardano ad un duello ; ma debbono essere consapevoli della posta che si gioca , e che comprende anche essi . E se la coscienza politica italiana è ancora in formazione , se una classe dirigente italiana è ancora da costituirsi ; se ancora non c ' è il modo di pensare l ' Italia come elemento della vita mondiale , ebbene bisogna essere una volontà decisa e salutare per tutti . Questo noi domandiamo a Mussolini e al suo governo .
StampaQuotidiana ,
Il numero della Rivista militare ungherese ( Magyar Katonai Szemle ) uscito nello scorso mese di ottobre a Budapest pubblica un interessantissimo studio del generale ungherese Nagy Wilmos sul Comando Supremo Serbo nel 1914 . Risulta da questo studio e in maniera irrefutabile poiché basato sulle testimonianze stesse della Serbia che gran parte della apologetica letteratura franco - serba deve essere portata al macero . Sta di fatto che il Comando Supremo Serbo si fece ripetutamente battere nell ' estate e nell ' autunno del 1914 e che la felice contro - offensiva del dicembre diede la vittoria ai serbi , perché si trovarono di fronte truppe austro - ungariche rarefatte ed esauste . Nell ' ottobre del 1914 le truppe serbe della III e I Armata non resistevano agli attacchi austro - ungarici . È quello il momento nel quale il Comando Supremo Serbo descrive « la situazione come preoccupante , esprime timori circa la capacità di resistenza delle truppe , chiede che siano ottenuti con ogni urgenza grandi quantitativi di munizioni dalla Francia , dall ' Inghilterra , dalla Russia , poiché altrimenti avrebbe declinato ogni responsabilità » . È quello il momento 8 novembre 1914 in cui « visto che le truppe non riescono a resistere in nessun punto » il generale serbo Putnik ordina la ritirata generale della I , II , III Armata per sfuggire all ' accerchiamento . L ' autore dell ' articolo dimostra che gli ordini di ritirata dell'11 novembre furono così confusi che , senza l ' iniziativa dei comandanti minori , ne sarebbe venuta una catastrofe . Una vera e propria diciamolo pure Caporetto serba ! In quali condizioni precarie si trovasse il quel momento l ' esercito serbo , ci viene detto dalla stessa relazione ufficiale serba che così si esprime : « I precedenti continui insuccessi , l ' esaurimento , il cattivo tempo , la mancanza di riposo , la perdita della speranza nella vittoria , provocarono nelle truppe grande abbattimento e segni di dissolvimento . Militari isolati e interi reparti abbandonarono il combattimento arrendendosi a reparti nemici inferiori di forze . Buttar via le armi , rifiuti di obbedienza , abbandono volontario nel combattimento , autolesioni erano all ' ordine del giorno , specie presso la 11 Divisione Danubio . Nelle retrovie delle Armate su tutte le strade si potevano vedere soldati che fuggivano assieme a profughi e non sapevano dire donde venivano , né dove andavano » .. Così parla dell ' esercito serbo nel 1914 una relazione ufficiale serba , della quale bisogna riconoscere l ' obiettivo coraggioso della verità . Siamo ben lungi dal trarne conclusioni generalizzatrici e siamo anche pronti a riconoscere il valore dei soldati serbi , aggiungendo però che essi sono uomini come tutti gli altri e quindi non sono sempre leoni , come si vorrebbe dare ad intendere . I fatti parlano .
StampaQuotidiana ,
Al Congresso pangermanista di Dortmund , che già si sapeva avrebbe assunto un particolare significato a favore dell ' annessione dell ' Austria alla Germania , avrebbe parlato , a quanto si assicura , il Presidente del Reichstag , confutando irosamente e sconvenientemente le dichiarazioni del Presidente Mussolini . Poiché il signor Loebe ha responsabilità precise come Presidente del Reichstag sarebbe opportuno che fosse ben chiarito questo suo linguaggio , col quale ha voluto contestare al Presidente Mussolini e per esso all ' Italia qualsiasi diritto di occuparsi dell ' Austria e del suo destino . Avrebbe aggiunto , a quanto pare , anche una tesi assurda e che cioè l ' annessione dell ' Austria alla Germania non sia in contrasto , come invece è , col trattato di Versailles e con quello di San Germano . Il signor Loebe è fuori strada . Come persona la sua esaltazione pangermanista può essere un dato più o meno interessante ; ma come Presidente del Reichstag egli ha l ' obbligo di conoscere i trattati e di sapere anche quali sono i termini nei quali si discutono le dichiarazioni di un Capo di Governo . Subito dopo le elezioni di Hindenburg noi dicemmo non essere improbabile che il grossolano spirito germanico avrebbe potuto facilmente , nella esaltazione , commettere i tradizionali errori della politica germanica , che il Principe di Bülow denunziò prima della guerra , e che alla Germania hanno fatto perdere la guerra . Questa grossolanissima infatuazione pangermanista che unisce la propaganda per l ' annessione dell ' Austria con la propaganda per le rivendicazioni dell ' Alto Adige , è appunto un segno della solita incomprensione . C ' è un errore che la Germania potrebbe , anche più presto di quanto non si creda , vedere al suo passivo . Comunque noi constatiamo questo non per allarme , ma soltanto per indicare quale sia lo spirito germanico e come sia indispensabile per l ' Italia una politica decisa , concreta , d ' oltre Brennero .
StampaQuotidiana ,
Torna a circolare con particolare insistenza la voce di un accordo pre - elettorale tra i gruppi cosiddetti Italia libera , sorti a scopo disgregatore accanto all ' Associazione Combattenti , e la socialdemocrazia antifascista . Ora , che l ' ingegnere Rossetti trovi un collegamento spirituale tra il suo passato e quello di Treves è mostruosità che non ci interessa : necessario è invece denunciare la nuova manovra e scoprirne le origini , le quali trovano poi sintomatici riscontri attraverso la tensione di rapporti qua e là artificialmente creata a mezzo di agenti provocatori che sanno di massoneria lontano un miglio , tra fascisti e combattenti . Il piano in elaborazione tra i nittiani , unitari , repubblicani e simili è quello che noi denunciammo fino dall ' indomani della chiusura parlamentare : cementare il cosidetto blocco della libertà . A tale intento ultimo crediamo anzi siano state lanciate le riserve circa l ' astensione dalle urne . Infatti , unitari , repubblicani , nittiani i quali anche se alleati , sotto la loro vera etichetta metterebbero il fardello di un tristissimo passato antinazionale nel bilancio passivo di una affermazione elettorale , sono alla ricerca di una nuova bandiera che possa presentarli al pubblico in uno stato di spudorata verginità : e l ' insegna è trovata nei gruppi Italia libera . In tal modo sarebbe salva la protesta dei partiti che ufficialmente si asterrebbero e aperto un meno angusto spiraglio alla speranzella di un ritorno a Montecitorio . Il piano , insomma , che in questi giorni si sta trattando in private intese è il seguente : unitari , repubblicani , nittiani , scontenti di ogni genere farebbero dichiarazione di astenersi e nello stesso tempo aderirebbero al programma politico dell ' Italia libera , la quale a sua volta si dovrebbe impegnare ad ospitare sotto il suo comodo bandierone un certo numero di uomini che per la loro provenienza siano garanzia sufficiente alla continuità dell ' azione socialdemocratica a Montecitorio . Una volta là poi unitari , repubblicani , nittiani in veste di « italiani liberi » sarebbero liberissimi di ricostituire gli antichi nuclei , a truffa elettorale consumata . Il trucco è abile ; non c ' è da dire , ed occorre quindi sventarlo in tempo prima che l ' opinione pubblica , o almeno gli strati più ingenui e superficiali di essa , possano essere ingannati da questa nuova oscena mascheratura degli antichi padroni della diserzione . Dal canto suo , del resto l ' Italia libera la quale , quantunque sia una modestissima organizzazione e una trascurabile forza politica , sta accorgendosi di diventare perno e rifugio del variopinto antifascismo , comincia ad avanzare qualche riserva . Lo vedemmo giorni fa , quando , pur accettando di dare un riconoscimento oscenamente patriottico ai socialisti unitari , fece intendere sul suo giornale , sia pur con parole largamente ovattate , un evidente imbarazzo di fronte alla figura di Claudio Treves , campione troppo riconoscibile di provocazione antinazionale . Questo anzi crediamo sarà uno degli scopi maggiori per l ' attuazione del « Blocco della Libertà » : ma finiranno certo per intendersi e per trovare la formula che consenta anche al Marchese di Caporetto di figurare tra i protetti dell ' ingegnere Rossetti . Questi primi sintomi danno esatta la sensazione del nuovo artificioso castello di carte che l ' opposizione prepara , e ne abbiamo un altro segno nei tentativi molteplici e dissennati per allontanare dal fascismo l ' Associazione dei Combattenti . Avemmo occasione di illustrare tale insidia giorni or sono quando i rappresentanti dell ' Italia libera affermarono di voler restare entro il massimo organismo dei reduci pur dichiarandosi fuori dalla disciplina : occorre quindi chiarire in tempo le rispettive posizioni e ciò confidiamo avverrà domani nella riunione del Consiglio Nazionale dei Combattenti .. Ma ad ogni modo è certo che il fine ultimo della socialdemocrazia , impotente a sostenere con una sua propria responsabilità una eventuale battaglia elettorale , è quello di trovarsi , mediante una formale rinuncia alla lotta , entro le file di una formazione eterogenea che abbia come sua bandiera il luogo comune in gran voga oggidì : libertà . E i gruppi rossettiani anche esigui , anzi meglio se esigui servono egregiamente allo scopo . Essi politicamente sono lo zero assoluto , ma hanno qualche caratteristica fondamentale che può prestarsi al salvataggio sia pure incompleto del pericolante baraccone antifascista . Basterà infatti dare ai principali esponenti lo zuccherino di una candidatura e tutto sarà aggiustato : e sarà raggiunto anche lo scopo di non addivenire a quella rassegna di forze che tanto affanna il campo socialdemocratico . Perché poi , chissà ! , il lucicchìo di una medaglia d ' oro esercita sempre il suo fascino e può fare abboccare all ' amo gli allocchi . È ad ogni modo buona merce elettorale oggi , come ieri lo fu la diserzione di Misano . Occorre adattarsi ai tempi , per aver fortuna : non è vero ? Evidentemente però gli organizzatori in pectore di questa truffa all ' americana in grande stile han fatto i conti senza l ' oste . Poiché se sarà data ampia incondizionata libertà e garanzia , in caso d ' elezioni , ai vecchi partiti di contarsi e di fare la loro propaganda , è dovere del Governo e del Partito Fascista non permettere simili grotteschi diversivi i quali oltre a deformare le basi della lotta , sarebbero una provocazione intollerabile contro il regime . Ai socialisti sia permesso di fare i socialisti , e così ai repubblicani , ai nittiani , ai democratici e ai popolari . Ma tutti dovranno presentarsi al giudizio della Nazione col loro programma tradizionale e col passivo della loro opera presente e passata . Chi si esibisse vestito a nuovo con un premeditato proposito di ingannare , è logico cada sotto una sanzione immediata , legale o non . Gli unitarii vengano a difendere la loro politica , i nittiani esaltino Cagoia , Turati giustifichi il patrocinio di Misiano , Treves l ' invocazione alla disfatta . Amendola la campagna contro l ' Adriatico : ma ognuno con la propria faccia se ne ha il coraggio ! E bene dunque far intendere senza equivoci e a tempo quali sarebbero le conseguenze inesorabili e immediate della irresponsabile mascheratura liberofila . Patti chiari , dunque .
StampaPeriodica ,
Il paiòlo non dica alla padella tirati in là che tu non mi tinga . Questo proverbio , l ’ aveva sempre in bocca quella buon ’ anima di mia nonna , quando voleva difender me , che ero il suo cucco , difronte a coloro che mi tenevano per il più birichino fra ragazzi di casa e di scuola . Ed il proverbio e la nonna mi tornarono in mente una mattina , che uno scamiciato trattava male a perdifiato un contadino . Non vi saprei dire il motivo della contesa : so per altro che io avrei scommesso tre lire contro cinque centesimi , che aveva torto lo schiamazzone . Toh ! e perché ? Il perché sarebbe troppo lungo : ma la ragione principale sta in questo , che i cittadini giudicano quasi sempre colla accetta de ’ poveri campagnuoli . Villanaccio qua , villanaccio là , villanaccio su , villanaccio giù , ecco l ’ antifona che hanno sempre in bocca , trecconi , facchini , vetturini , e bottegai d ’ ogni specie . E neanche le persone dotte ci si comportano come dovrebbero : non parlo de ’ pezzi grossi perché questi poi , tranne pochi e pochi bene , giudicano e governano il contadino , come , io , povero diavolo che non ho mai maneggiato lo schioppo , saprei fare il generale d ’ armata . E quanto inumana cosa sia questa e dannosa riesca , non ve lo potete immaginare . O non son eglino i contadini , che co ’ loro sudori ci provvedono del pane che ci sfama , delle carni che ci mantengono grassi e robusti , degli erbaggi , delle frutta , dell ’ olio , de ’ latticini , del vino che ci ricreano ? Se smettessero loro di lavorare la terra , di custodire il bestiame , di coltivare le piante , vorrei vedere quanti artigiani , letterati , dottori e possidenti anderebbero a sostituirli . Dei campagnuoli che vengano ad ingombrare le città se ne vedono parecchi , ma de ’ cittadini che vadano a zappare , a portare , od a guardare il bestiame , ve la do in mille se me ne trovate uno soltanto . E davvero che l ’ aver sempre il povero corpo esposto all ’ acqua , al vento , alle nebbie , allo stridor del verno , ed allo stellone d ’ estate , l ’ abitare spesso tuguri che stanno ritti per miracolo del Signore , e che riparono malamente dalle intemperie delle stagioni ; mangiare del pane nero con poco e cattivo companatico , trangugiare delle sbroscie tutt ’ altro che gustose ; e bevere per ristoro dell ’ acqua , non sempre buona , è tal sorte da non essere di certo invidiata da chicchessia . E se badando alla condizione delle famiglie di qualche bel podere delle masse , o di qualche altro podere stempiato dalla val d ’ Arbia , s ’ irridesse come spropositato il quadro che ho fatto in genere del campagnolo , prego a non fermarsi tanto sull ’ eccezioni , ma di considerar bene come vanno le faccende per i più , ed allora ognuno sarà fatto capace , che invece di esagerare sono rimasto al di sotto del vero . Alto là ! perché arriccia il naso lei , sor Protoquamquam della prudenza , o per dir meglio della paura . Se mi sente fare l ’ avvocato de ’ contadini non si pensi , ch ’ io sia di que ’ figuri , che vestiti di nero o di rosso mettono a leva i poveri ed i disgraziati , per farsi largo e pescare nel torbido . Intendo dire la verità senza rispetti umani , ma non ha a credere ch ’ io voglia adulare le genti per menarle pel naso , come fanno certi bricconi che tutti conosciamo . Ho detto quel che ho detto de ’ contadini , non per concluderne che tutti sieno stinchi di santo , e che in quattr ’ e quattr ’ otto se n ’ abbia a fare altrettanti pastori come quelli della Sacra Scrittura , ed agricoltori alla romana . Convengo ancora io che ce ne sono , e non pochi , degli sgarbati , ignoranti , caparbi , lesti di mano , e codini ; ma se ci mettiamo una mano sul cuore , si dovrà dall ’ altro canto convenire , che se sono come sono , non è assolutamente di loro la colpa . Sono sgarbati ! E da chi e dove hanno da imparare la creanza ? Sono ignoranti ! E quando si è pensato ad istruirli come farebbe di bisogno ? Sono caparbi ! Mi fate ridere , e come non dovevano finora esserlo ? Costretti a fare razza da sé ed a vedersi scherniti da tutti , fino al punto che della qualifica di villano si fece segno di spregio ed ingiuria , per maledetta saetta non potevano dare ai lavori campestri altre regole , che quelle che da padre in figlio si trasmettevano . E per peggio se qualche volta , e proprio quando il diavolo suonava a predica , i proprietari si provavano ad ingerirsi di faccende campestri , dicevano tali e tanti spropositi , che i contadini avevano ragione d ’ insuperbire della loro sapienza ; e sempre più s ’ intestavano nella falsa supposizione , che le teorie piuttosto che utili fossero dannose , e che a voler fare qualche cosa di buono , non bisognava dipartirsi dalle vecchie consuetudini . Ora poi che grazia a Dio , si è trovato il modo di fare intendere , che la scienza riesce di fatto di potentissimo aiuto alla pratica , adagio adagio ancora i contadini se ne persuadono , abbandonano i pregiudizi , accettano le nuove pratiche , e giorno per giorno si avvedono meglio , che l ’ agricoltura è suscettibile di grandi e continui progressi . Le macchine introdotte , ed i nuovi sistemi di cultura in parecchi luoghi accettati , ne sono luminosi esempi . Sono un po ’ lesti di mano ! È un peccataccio questo che non può essere scusato . Le cagioni che lo fomentano sono però molte , e ci duole per ciò , che la necessaria brevità del nostro discorso non ci permetta dicifrare . Comunque siasi è piaga che ha bisogno di efficaci rimedi : ma i peccatori hanno bisogno di esser aiutati . Hanno la coda ! L ’ avremmo ancora noi se non vedessimo , non ascoltassimo , e non confabulassimo altro che con codini maliziati . Bisogna proprio avere il cervello d ’ oca per non convenire , che di molti mancamenti rinfacciati ai campagnoli , la cagione non ultima siamo noialtri cittadini . Se mettiamo il caso quando vengono in città principiassimo a trattarli con benevolenza , perderebbero naturalmente ancora essi quel piglio di mala grazia e diffidenza che tanto ci dispiace . Quando le cose d ’ Italia saranno aggiustate come Iddio comanda , e , giusta i voti del nostro buon Re , si potrà pensare di proposito alla sana ed efficace istruzione del popolo , vedrete che ancora le genti di campagna ci guadagneranno tanto da non riconoscersi nemmeno . E se li sforzi di alcuni benemeriti , saranno coronati da buon successo , e riusciranno di far comprendere a chi può dar mano all ’ opera , che l ’ agricoltura deve essere sorgente di ricchezza incalcolabile , per la nostra bella e feracissima Italia ; la testardaggine de ’ campagnuoli dovrà dileguarsi , come la nebbia si dissipa al vento . Si pensi da senno a migliorare la sorte del contadino ; si riconosca , come fra gli stenti mal si cerchi di avere robusto e lavoratore l ’ operante ; si facciano patti da potersi veramente mantenere ; col buon esempio s ’ inspiri l ’ amore pel giusto e per l ’ onesto , e le gherminelle dell ’ affamato cesseranno , e le bricconerie del mal avvezzo potranno essere facilmente colpite da opportune leggi . Poniamoci tutti d ’ accordo alla sant ’ opera , intesa a render nulle le triste e nefande pratiche di coloro , che voglion fare del contadino un cieco strumento di reazioni e di straniera servitù . Dimostriamo ai miseri illusi , che gl ’ immensi beni che debbon derivare agli Italiani , dall ’ appartenere ad una grande e potente nazione , non si faranno risentire esclusivamente nelle città , ma che le campagne ci avranno forse anche maggior tornaconto . Non ci spaventino gli ostacoli ; non ci lasciamo accalappiare dalle insidie di coloro , che si sono ignominosamente venduti alla fazione parricida : concordia , fermezza , buon volere , operosità , occhio alla penna , e vedrete ancora i contadini divenire buoni , onorati , amorosi , e veri Italiani . Ma fino a tanto che queste utili pratiche non siano iniziate , non dimentichiamo per l ’ amore del prossimo e d ’ Iddio , che il paiolo non può dire alla padella tirati in là che tu non mi tinga .