StampaQuotidiana ,
Un
amico
ci
scrive
:
Tempo
fa
in
un
giornale
socialista
lessi
una
notizia
,
la
quale
,
se
fosse
vera
o
falsa
non
so
,
mi
diede
da
riflettere
assai
.
Narrava
detto
giornale
che
in
Inghilterra
era
stata
inventata
una
macchina
per
ricamare
,
la
quale
eseguendo
automaticamente
tutti
i
lavori
inerenti
veniva
a
togliere
qualsiasi
intromissione
dell
'
operaio
e
con
questo
il
pane
di
bocca
a
gran
numero
di
famiglie
lavoratrici
che
dall
'
arte
del
ricamo
ricavavano
i
mezzi
di
sussistenza
.
L
'
articolista
conchiudeva
il
trafiletto
con
espressioni
per
nulla
affatto
benevoli
all
'
indirizzo
di
coloro
che
alle
idee
collettiviste
si
oppongono
,
dicendo
infine
che
col
continuo
inventar
macchine
si
andrà
diritto
al
collettivismo
.
A
parte
le
espressioni
ingiuriose
dell
'
articolista
,
le
illusioni
per
nulla
affatto
conformi
alle
regole
della
logica
,
a
parte
che
ammesso
il
regno
del
collettivismo
rimarrebbe
aperta
la
questione
chi
dovrebbe
portare
ricami
nel
regno
dell
'
eguaglianza
,
o
se
pure
i
ricami
dovrebbero
essere
aboliti
e
,
dato
questo
in
qual
maniera
dovrebbero
essere
occupati
ricamatori
e
ricamatrici
,
a
parte
tante
altre
questioni
,
reputai
che
il
quesito
dei
rapporti
fra
le
macchine
e
la
classe
lavoratrice
deve
essere
studiato
assai
,
nelle
sue
modalità
tutte
,
nelle
forme
che
assume
di
giorno
in
giorno
prima
di
concludere
con
leggerezza
che
per
le
macchine
si
va
diritto
al
collettivismo
.
E
avendo
riflettuto
assai
su
questa
quistione
,
credetti
corsa
utile
scrivere
alcune
delle
riflessioni
,
perché
è
appunto
dalla
comunicazione
delle
proprie
idee
e
dalla
discussione
che
scaturisce
la
verità
.
Non
è
qui
il
luogo
di
riportare
le
teoriche
e
le
discussioni
che
si
fecero
sulle
macchine
,
né
fare
dissertazioni
sui
vantaggi
e
sui
danni
da
esse
derivati
alla
società
e
in
particolare
alla
classe
operaia
,
quello
che
mi
piace
far
rilevare
si
è
una
idea
che
mi
balenò
alla
mente
al
leggere
l
'
articolo
del
giornale
socialista
.
Una
,
fra
le
solite
accuse
contro
le
macchine
,
che
merita
di
essere
ponderata
è
la
seguente
:
le
macchine
sono
nemiche
dell
'
operaio
,
perché
eseguendo
esse
il
lavoro
che
dovrebbe
essere
compiuto
dall
'
uomo
,
in
maggior
quantità
e
in
più
breve
tempo
sono
preferite
al
lavoro
dell
'
uomo
,
sono
chiamate
a
sostituire
la
mano
d
'
opera
e
perciò
rubano
al
lavoratore
il
salario
.
Questo
quesito
fa
sorgere
un
'
altra
infinità
di
quesiti
,
e
per
rispondervi
si
andrebbe
per
le
lunghe
,
perciò
li
tralascio
ed
espongo
brevemente
le
mie
idee
.
Orbene
chi
e
che
cosa
rappresenta
la
macchina
?
La
macchina
rappresenta
l
'
operaio
e
la
sua
forza
fisica
;
e
mediante
i
congegni
automatici
rappresenta
la
parte
d
'
intelligenza
che
è
necessaria
all
'
operaio
per
dar
opera
al
prodotto
:
ossia
la
macchina
sostituisce
in
molte
parti
della
produzione
la
classe
lavoratrice
,
in
una
parola
le
macchine
sono
la
riproduzione
delle
braccia
dell
'
operaio
e
per
essere
brevi
,
le
macchine
sono
le
braccia
moderne
della
produzione
.
Ammesso
questo
,
equità
e
giustizia
esigerebbero
che
le
macchine
dovessero
essere
di
proprietà
esclusiva
della
classe
lavoratrice
,
che
questa
le
usufruisse
,
che
da
esse
ritraesse
il
salario
del
quale
dalle
macchine
è
privato
.
A
questo
patto
le
macchine
non
potrebbero
più
essere
chiamate
le
nemiche
dell
'
operaio
,
le
divoratrici
del
suo
salario
,
ma
sarebbero
anzi
le
sue
più
potenti
ausigliatrici
,
e
perfette
cooperatrici
di
produzione
.
Le
macchine
sostituiscono
le
braccia
dell
'
operaio
,
appartengono
perciò
al
dominio
dell
'
operaio
.
Potrà
sembrare
un
paradosso
questa
idea
,
ma
studiatala
a
fondo
apparirà
sempre
più
chiara
,
pratica
e
conforme
ai
postulati
della
giustizia
e
carità
.
E
per
completare
l
'
idea
esposta
,
dirò
,
come
una
saggia
legislazione
sociale
dovrebbe
impedire
,
proibire
,
vietare
in
modo
assoluto
la
proprietà
individuale
delle
macchine
le
quali
sostituiscono
le
braccia
del
lavoratore
.
Le
macchine
dovrebbero
essere
possedute
dalla
classe
lavoratrice
,
la
quale
appunto
per
ragione
della
diversità
delle
macchine
,
e
dei
loro
scopi
,
dovrebbe
essere
divisa
in
corporazioni
di
arti
e
mestieri
.
Ogni
corporazione
dovrebbe
essere
proprietaria
di
un
determinato
genere
di
macchine
,
esercirle
e
ripartire
in
misura
proporzionale
i
frutti
ricavati
dalla
produzione
su
tutti
i
membri
della
corporazione
.
In
questo
modo
i
vantaggi
delle
macchine
sarebbero
goduti
direttamente
dalla
classe
lavoratrice
e
non
indirettamente
come
oggi
giorno
,
sarebbe
impedita
più
facilmente
la
disoccupazione
,
impediti
gli
sfruttamenti
,
e
allora
in
uno
alla
corporazione
l
'
operaio
troverebbe
i
mezzi
di
sussistenza
e
di
assistenza
.
A
molti
sembrerà
questa
un
'
idea
abbastanza
avanzata
,
perché
messa
in
pratica
verrebbe
limitato
il
diritto
di
proprietà
individuale
,
creando
la
proprietà
corporativa
,
ma
praticata
sarebbe
il
miglior
modo
di
creare
le
corporazioni
di
arti
e
mestieri
unico
porto
di
rifugio
e
salvezza
della
classe
lavoratrice
.
Tempi
nuovi
,
idee
nuove
;
e
al
progresso
dei
fatti
deve
precedere
il
progresso
delle
idee
,
perché
è
l
'
idea
che
illumina
il
fatto
;
propongo
la
quistione
,
studiamola
con
amore
,
e
un
po
'
di
frutto
risulterà
.