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CETI MEDI E OPERAI ( ANSALDO GIOVANNI , 1922 )
StampaPeriodica ,
Guadagna più di me ! Residuo ultimo di tutte le analisi che possiamo tentare sulla stragrande maggioranza degli appartenenti ai ceti medii urbani - impiegati di Stato o privati , professionisti , piccoli reddituari - è questo : l ' odio verso l ' operaio , verso l ' uomo che porta la casacca , verso l ' uomo che lavora negli impianti industriali o nelle manifatture . Questo odio è la vera scaturigine di quell ' alone di simpatia che anche nei ceti medii urbani , persiste attorno al fascismo . Si è detto che la magistratura - categoria che rappresenta tipicamente i medii ceti italiani - è irriducibilmente filofascista ; non si è stati esatti nell ' espressione . La magistratura è irriducibilmente antioperaia . Chiedete agli avvocati come se la passino ora i ferrovieri , imputati di reati comuni , dinanzi ai tribunali . L ' altro giorno assistetti per caso a un episodio giudiziario spaventevole : " spaventevole " , non si può dire diversamente . Andava una causetta per furto : imputato , un operaio meccanico . Finite le deposizioni e la requisitoria , il Presidente chiede all ' imputato : " Ma insomma , all ' epoca del furto , quanto guadagnavate , voi ? " " Quaranta lire " , " Quaranta lire " , replica il giudice agro agro . " Quaranta lire ... Più di me ! " . E rivolto al Pubblico Ministero , amaramente : " Più di lei " . E all ' avvocato difensore : " Mi raccomando , avvocato : sia breve " . L ' avvocato era troppo esperto per non essere breve , quando la causa era già spacciata . L ' imputato , si capisce , ebbe il suo bravo massimo della pena . " Guadagnava quaranta lire al giorno !..." " Allora , quella lì portava le calze di seta ! " " Li ho veduti io dal fiorista , dal fruttarolo : un operaio , un giorno , comprò le rose a quattro lire l ' una " . L ' elenco delle imputazioni fatte alla classe operaia si esaurisce in queste formule . Il " guadagnava più di me " è il sigillo definitivo di una condanna che l ' avvocato , il professore , l ' impiegato infliggono all ' operaio . L ' Italia , che nella storia dello sviluppo del capitalismo moderno - che è poi la storia della civilizzazione moderna - non presentò finora nessun carattere interessante e proprio ora vi fa la sua comparsa con questa sollevazione passionale e violenta che travolge precisamente quelle categorie , donde uscivano le capacità tecniche , le iniziative intraprenditrici , le categorie insomma che passavano per essere le portatrici dello spirito capitalistico ; con questa sollevazione che procede rapidissimamente con la convulsione della leggenda ( " le 100 lire al giorno degli scaricatori del porto " : orrore e abominazione ! ! ! ) e con il contagio dell ' adesione dei giovani ( studenti ) e delle donne ( impiegate , donne di casa , grandi dame ) . Il fascismo é il movimento attivo di quest ' odio : tutta la sua vitalità , cui tanti non vollero credere , tutta la sua buona fede , che alla maggioranza dei suoi militanti è stolto negare , hanno in questo odio il loro alimento . La definizione di questo odio non è facile . I professori dell ' abbaco marxista se la cavano con la formuletta dell ' " odio di classe " : consentitemi di non usarla . Il fenomeno è un riflesso , sì , dello sviluppo capitalistico , di cui - in margine - risente il nostro paese : ma non me la sento di attribuire ai ceti medii italiani la patente di " classe borghese " , e soprattutto non credo che una " classe borghese " come esiste davvero in Inghilterra o in Germania , possa " odiare " l ' operaio . Del resto , un esame un po ' più preciso di questo odio dei ceti medii ci persuaderà che esso ha dei caratteri addirittura arcaici . Per trovare apparizioni collettive che gli si possano paragonare , bisogna camminare indietro nella storia fin quando il primo telaio non era stato inventato , o lontano nel mondo fino ai paesi in cui il grano si macina con una pietra confricata sull ' altra . Alla radice di questo odio c ' è il rancore per i grossi salarii goduti dall ' operaio , o supposti goduti dall ' operaio . Dunque : avidità di guadagno , auri sacra fames . Werner Sombart nelle sue osservazioni sullo incipiente sviluppo capitalistico in Italia , notava che un grave ostacolo era rappresentato dalla poca coscienziosità dei lavoratori e dalla disordinata cupidigia degli imprenditori : due magagne gemelle , due forme dell ' avidità di guadagno , diversissima dall ' impulso al lucro capitalistico razionale . L ' avidità di guadagno del cocchiere o del barcaiolo napoletano , o di qualunque culi asiatico che faccia un mestiere simile , si dimostra straordinariamente più penetrante , e soprattutto , più spregiudicata di quella di un cocchiere inglese : il che non vuole affatto dire che il cocchiere o il barcaiuolo napoletano abbiano una maggiore predisposizione a diventare buoni imprenditori o fortunati capitalisti . I nostri armatori della marineria a vela di Camogli o di Sorrento erano arditissima gente che avrebbe potuto ripetere il motto di quell ' antico capitano di mare olandese : " Se c ' è del guadagno andrei attraverso l ' Inferno , purché Belzebù non mi bruci le vele " : ma nessuno , che abbia un ' idea dell ' odierna industria degli armamenti , proporrebbe gli armatori camoglini , audaci abenteuer - kapitalisten , ad esempio di una razionale intrapresa marittima . Le parole sacramentali con cui il capitano iniziava il solito rapporto all ' armatore : " economia e sollecitudine sono state le due massime che condussero a buon fine il presente viaggio " farebbero un po ' ridere adesso : l ' economia e la sollecitudine restano sempre qualità eccellenti per gli affari , ma l ' armatore moderno sa che i dividendi della anonima dipendono , poniamo , dal mercato dei noli assai più che dalle tonnellate di carbone sparagnate dal capitano ; e - se è davvero un armatore moderno - sul mercato dei noli concentra metodicamente , razionalmente , tutta la sua attenzione , e rinuncia a taglieggiare l ' equipaggio . Ebbene : i ceti medii italiani hanno , confrontati con le classi borghesi straniere , la mentalità del barcaiolo napoletano o dell ' armatore camoglino . La stessa disordinata avidità di guadagno : la stessa deficienza di spirito capitalistico , inteso come impulso al lucro razionale . Di qui , l ' astio e l ' invidia contro i grossi salarii degli operai : chi guadagna meno è incapace di concepire tutto l ' ingranaggio capitalistico , è incapace di immaginare che ci possano essere degli imprenditori i quali se ne fregano di pagare largamente l ' operaio , perché essi stessi larghissimamente e razionalmente lucrano . Il salario dell ' operaio è staccato dal complesso del fenomeno capitalistico , che i ceti medii non comprendono , e , allora , naturalmente , appare una mostruosità . ... Eppure io ho i miei studi ! Ma i grossi salari non suscitarono soltanto invidia : suscitarono una vera indignazione moralistica , come se fosse sconvolto l ' ordine delle cose umane o divine . Questa indignazione è il secondo aspetto dell ' odio dei ceti medii . Essa ha la sua formula di rito nel lamento , che nel dopoguerra , echeggia a complemento dell ' altra : " Guadagna più di me - eppure , io , ho i miei studi ! ! ! " . In questa esclamazione che abbiamo sentito ripetere tante volte , ci sono sottintesi due concetti tradizionali : 1 . - Che gli " studii " diano una specie di " legittima aspettativa " a decorosi guadagni ; 2 . - Che la dignità delle categorie che hanno compiuto gli studii sia offesa , da un rialzo di mercedi a chi non ha " studii " . La " legittima aspettativa " che sorge dall ' aver fatto " studii " è perfettamente paragonabile all ' attesa della prebenda che sorge nel bramino indiano che ha letto il sacro libro dei Veda - ed è così a posto , materialmente , nella vita . C ' è un rituale da seguire , per arrivare a godere della prebenda : e l ' esecuzione del rituale assicura la prebenda . In nessun popolo dell ' Europa occidentale , come nell ' italiano , c ' è , in fondo , una riluttanza cosi singolare a cambiare mestiere o professione . La morale professionale consiste , prima di tutto , a rimanere nella professione per cui si sono fatti gli " studii " ; secondariamente , a veder riconosciute le proprie capacità dall ' autorità politica , per mezzo di onorificenze , o di prebende ( noblesse de robe nella Francia del '700 , e curiali nel Regno di Napoli : ecco gli antenati diretti ) . Spingendo all ' estremo questa morale professionale , si arriva alle condizioni dell ' India , dove lo sviluppo capitalistico é impedito , non dal disprezzo fra le caste , ma dalla disistima che suscita ogni lesione del rituale ; cioè dalla indignazione derivante da ogni innovazione tecnica o economica , che consenta una rapida formula materiale a chi invece deve avere fortuna secondo le vie tradizionali . Pensandoci bene , vediamo che l ' ideale dell ' operaio , come se lo immaginano i medii ceti italiani , corrisponde perfettamente all ' operaio indiano come lo adoperano gli industriali inglesi delle Indie : un lavoratore d ' occasione , un perpetuo avventizio . Poca paga , e scarso rendimento . Appena si ha tanto in saccoccia da fare una vita meno peggio al villaggio , ci si ritorna : l ' industriale rimpiazzerà con un altro . ( Questo , nel linguaggio ufficioso degli elogiatori delle virtù della stirpe , si chiama anche l ' attaccamento dei lavoratori italiani alla patria lontana ) . Ecco l ' operaio di cui si è sicuri che non offenderà mai la dignità delle categorie che , per guadagnare , hanno fatto i loro " studii " : che cioè possiederà quella speciale forma di disciplina sociale che sta a cuore ai professionisti , agli impiegati ai giudici , a coloro insomma che hanno letto il sacro libro dei Veda all ' Università o al Liceo o all ' Istituto tecnico . Naturalmente , questo paragone dei ceti medi italiani con le categorie prebendarie dell ' India non esaurisce la configurazione dei ceti medii italiani . Ma bisogna ricordare questo estremo opposto alla civilizzazione capitalistica , che è l ' India , per rendere evidente non una inesistente affinità di due gruppi sociali ( ceti medii italiani e caste dotte governanti indiane ) ma tutta la lontananza del gruppo che ci interessa ( ceti medii italiani ) da una classe " borghese " europea . L ' odio contro l ' operaio ha , dunque , un carattere precapitalistico con delle venature o da mercanti , o da curiali . Il movimento fascista , che ne trae origine , ne rimane viziato da una formidabile contraddizione rispetto alla civilizzazione capitalistica . Reazione inglese . Il genuino stato d ' animo di una " classe borghese " verso il proletariato , specialmente in periodi di crisi , in periodi in cui la disoccupazione spinge alla superficie visibile della società le miserie profonde , non è l ' odio , come oggi lo nutrono i ceti medii italiani : ma il disprezzo . È il disprezzo verso il povero , soprattutto , ma in genere verso l ' operaio , che noi troviamo là dove una classe borghese si è saldamente costituita , come in Inghilterra fin dalla prima metà del secolo scorso . La " respectability " borghese implicava un disprezzo verso gli appartenenti alle classi bisognose , che , più o meno , versavano in strettezze : tutti i grandi stranieri che scrivono e testimoniano sull ' Inghilterra del 1830-60 ( Herzen , Engels , Fontane , Ledru Rollin ) restano impressionati dallo scherno che circonda la povertà , dalla assoluta incapacità dei borghesi inglesi di credere che sotto la casacca dell ' operaio possa battere un cuore di vero gentleman . La " umanità " dei rapporti verso il prossimo è pressoché soffocata : basterebbe ricordare tutti gli avvilimenti che la filantropia borghese ha imposto nei paesi più progrediti , ai beneficati : basterebbe ricordare che , fino a qualche anno fa , i ragazzi degli orfanotrofi di Amsterdam erano condotti alle funzioni religiose vestiti con un giubbino metà nero e metà rosso o metà verde e metà rosso : qualche cosa di molto analogo alla toilette dei burattini e dei forzati . Si disprezza il povero , ma non lo si odia . Questo rapporto sentimentale del borghese verso il povero sorge dal profondo della rivoluzione religiosa protestante , per cui l ' amore del prossimo si manifesta in prima linea con l ' adempimento del lavoro professionale , cioè con il disimpegno integrale ed esauriente del lavoro di ciascuno , sia salariato od imprenditore : diretto alla trasformazione razionale del mondo , cioè alla conquista capitalistica del mondo . Finché l ' operaio è strumento mal pagato e mal vestito , il borghese lo disprezza : quando , per qualsiasi congiuntura , l ' operaio è pagato bene , non è più il " povero " , lo rispetta . Questa concezione brutale e spregiudicata dei rapporti fra ricco e povero è il segreto della sanità anglosassone , è il segreto della sicurezza con cui i popoli anglosassoni procedono per ignes , attraverso il fuoco della civilizzazione capitalistica , senza la formidabile palla al piede costituita dall ' odio borghese verso le categorie operaie . Da ciò deriva la squisita sensibilità sociale , la estrema sicurezza dei mezzi e la precisa determinazione degli obiettivi , che è propria dei grandi movimenti reazionari inglesi . In Inghilterra , dove esistono veramente uno sviluppo capitalistico e una classe borghese , non si perde il tempo a bastonare l ' operaio , si procede a colpire l ' industria . La violenza ad personam appare , com ' è , un espediente inutile : si ricorre alla filantropia . In una società fondata sullo sviluppo capitalistico , sull ' impulso di lucro razionale dell ' imprenditore , la reazione non e mai stata cieca : ha sempre marciato con passo sicuro , dritta alla méta . " Reazione , " in senso proprio è questo : " colpire quello sviluppo e quell ' impulso , colpirli in nome della tradizione , in nome della pietà avìta , in nome della religione , delle convenienze , della filantropia : ma colpirli , paralizzarli " . Questa è reazione nel suo significato proprio . In Inghilterra , il suo tentativo classico si ebbe verso il 1850 : quando la filantropia conservatrice riuscì ad imporre il Ten Hours Act ( Atto delle dieci ore di lavoro ) . Non erano i rappresentanti dei lavoratorori che davano questo primo involontario avviamento alla legislazione sociale : erano i gran signori , i Tory , era Lord Shaftesbury , il tipo ideale dell ' artistocrate , secondo Emerson : era Dickens , l ' uomo che rimpianse sempre la old merry England , la vecchia allegra Inghilterra di Mr . Pickwik . Il movimento reazionario di Shaftesbury e di Dickens era tipicamente reazionario per questo : con la protezione filantropica degli operai , volevano colpire a morte lo sviluppo industriale del loro paese , volevano rimandare alle campagne le masse inurbate volevano mortificare l ' iniziativa degli imprenditori , volevano liquidare l ' industria inglese . Con quel fiuto fine , che solo la esperienza di una grande aristocrazia può dare , Shaftesbury comprese che sviluppo ìndustriale voleva dire , prima o poi , attacco socialista : e reazionario dei più geniali e potenti che siano comparsi nella storia inglese , non pensò mica di far bastonare o di far mitragliare gli operai , anche allora sovversivi , ma mirò alla paralisi della macchina capitalistica , in nome della pietà umana , come Dickens , nel suo grande romanzo Hard Times vi mirò in nome della bellezza e della piacevolezza della vita di un tempo . Se a Shaftesbury , se a Dickens , se a qualcheduno dei tanti ricchi inglesi che li seguirono avessero proposto di agire materialmente contro gli operai , così avrebbero risposto : " A che cosa serve ! " . Perché da inglesi reazionari sì , ma inglesi , avevano vivo il senso del disprezzo verso il povero , ma mancava completamente in essi l ' odio per il povero . Reazione italiana . Ritorniamo ai ceti medii italiani . L ' astio contro la classe operaia dà luogo ad una reazione spicciola , irritante , isterica , che non può condurre al colpo di Stato - ma il colpo di Stato non vuol dire niente , non risolve niente . L ' odio contro la classe operaia è , in realtà , una ribellione contro il regime di sviluppo industriale importato in Italia da trenta anni , e a cui la borghesia italiana si è dimostrata impreparata e immatura - ma ribellarsi contro le vere vittime della grande produzione , i salariati , è stolto e vile . Se i medi ceti italiani , per ragioni tradizionali , per una loro mentalità precapitalistica , bottegaia e prebendale , non possono tollerare la presenza e lo sviluppo di una classe operaia , la conseguenza logica e coraggiosa veramente e virilmente reazionaria , non è che una : far tabula rasa con la grande industria italiana , risospingere l ' Italia indietro com ' era prima del decennio 1890-900 , rinunciare ad una produzione industriale per il grande mercato internazionale e per il mercato interno . Se i ceti medii italiani si sentono a disagio nel macchinismo della produzione manifatturiera fino a trovare la presenza sola di un operaio " provocante " e " indisponente " , non è con la classe operaia che devono prendersela , ma con chi l ' ha evocata sulla scena , con chi la adopera come strumento . Bisogna mirare all ' evocatore nascosto del malefizio , alla ristrettissima categoria di veri capitalisti - intimamente antifascisti - che spinti dalla febbre del lucro capitalistico si preparano a ricreare stasera , domani , dopodomani , sempre , quegli aggruppamenti operai che i fascisti hanno " conquistato " , quelle organizzazioni operaie che i fascisti hanno stamane disperso . La ribellione e il colpo di stato devono innestarsi su qualche cosa di più potente , un programma di politica anti - industriale , di cui i pochi e solitarii liberisti intransigenti italiani hanno già da tempo preparato il programma minimo . Questa sarebbe " reazione " nel significato in cui l ' esperimentò l ' Inghilterra e gli altri paesi con uno sviluppo capitalistico autonomo e vivace , non di importazione : con una classe borghese ben preparata ; e quindi con dei reazionari lungimiranti e sicuri di sé , come si conviene ai paesi forti e serii . Ma i nostri ceti medii , i quali si esauriscono nell ' " odio " verso il salariato , dimostrano per ciò stesso di non costituire una classe borghese fortemente e seriamente reazionaria . Prendendosela con gli operai e basta , essi dimostrano semplicemente la loro immaturità a vivere in un paese avviato coartatamente alla grande produzione industriale , e la loro impotenza a trasformarlo : cioè dimostrano la loro intima infelicità . Il fascismo , espressione politica di quei ceti medii ne riflette tutta la crisi : bastona gli operai , e va in brodo di giuggiole dinanzi alle declamazioni sull ' espansione industriale della Terza Italia , e simili temi retorici . La sua reazione è superficiale , torbida , convulsionaria : ma non attinge dalla profondità della tradizione , non sa ammantarsi e non sa valersi di tutte le infelicità che un affrettato e imposto sviluppo industriale ha accumulato in Italia , come espedienti validissimi per i reazionari veri che non sono venuti . Il fascismo fa le passeggiate militari nelle città industriali e rispetta venerabondo la grande industria . La reazione è così troncata , e compare in tutta la sua povertà e in tutta la sua sterilità . I ceti medii italiani , di fronte alla grande industria , si attengono ancora all ' ideale della " vita temperata " e dello " stato pacifico " di due secoli fa , a questa intima tendenza antiindustriale non può venir fuori , perché è sotto una doppia crosta , robustissima , costituita : 1 . da una moda letteraria e accademica per l ' " espansione industriale " , per la " valorizzazione del lavoro italiano " , per lo " sviluppo delle nostre energie latenti " , ed altre cose del genere ; 2 . dal fatto ( indiscutibile ) che la grande industria , quale è stata trapiantata in Italia presenta dei caratteri di Abenteuer - Kapitalismus , di pirateria che piacciono molto , e piacciono molto precisamente , e impongono soggezione , perché i ceti medii italiani non sono una " classe borghese " abituata ad aver da fare con dei veri imprenditori , e a diffidare degli avventurieri , dei falampi , del " projectistes " . Dilettantismo industrialoide . Sull ' efficacia della moda letteraria ognuno può accertarsi direttamente . La " Lega Navale " , la " Lega Italiana " e tutta le associazioni minori , per esempio , ne offrono prove infinite . I bollettini della " Lega Navale " sono una miniera di documenti sullo stato d ' animo dei ceti medii . Società anonime cooperative con azioni da 200 lire ciascuna ... per dare incremento allo sviluppo dell ' Italia sul mare ; centinaia di ordini del giorno votati da studenti , impiegati , avvocati , per dirimere conflitti marinari ... e salvare la marina ; preoccupazioni e batticuori di ragionieri lombardi perché si varino " molte navi " affinché l ' Italia sia " grande sul mare " : tutta roba inutile ed innocentissima , di cui i veri pochi uomini d ' affari che si occupano della marina sono i primi a ridere . Il recente congresso della Lega Italiana a Roma è stato una vera tornata accademica , e quella che vi partecipò è tutta gente che vuole " valorizzare " , " sviluppare " , " espandere " : ma le sue idee della attività nazionale trovano il loro perfetto interprete in V . E . Orlando , che si fa loro a narrare e a proporre l ' esempio dell ' espansione commerciale di Firenze , ai tempi gloriosissimi - e barattieri - dell ' arte della lana ... quando ancora non esisteva nè un imprenditore nè un salariato nel significato moderno dei due termini ! La Lega Italiana dovrebbe rimanere celebre nelle cronache dell ' industrialismo accademico , per gli ordini del giorno vibratissimi votati durante la Conferenza di Genova , quando le menti dei suoi soci furono percosse dallo spavento ... di restare - orrore ! - senza petrolio . Fu allora che la presidenza mandò a Schanzer telegrammi lancinanti : e fu allora - se le mie informazioni sono esatte - che il ministro Schanzer chiedeva disperato al comm . Francesco Giannini : " Se non riusciamo ad avere almeno una lettera di Lloyd George , come farò à presentarmi al Parlamento ? Che cosa mi dirà tutta questa gente , per il petrolio ? " . Il petrolio del Caucaso , il carbone di Eraclea , e in genere le " materie prime " : ecco le ondate che percorrono , ad intervalli variabili , la superficie di tutta una folla di oneste persone , che se ne avessero i mezzi si guarderebbero bene di impegnarsi nell ' industria dell ' armamento e in concessioni petrolifere . - Gente che non è mai stata una volta in aeroplano , nè in un campo di aviazione , sarà fieramente allarmata dalla notizia che taluni provvedimenti o negligenze del Governo compromettono " l ' avvenire aereo della nazione " : e una " lega aerea " interverrà d ' urgenza ad agire " perché l ' Italia abbia libero il suo cielo " . - La Leonardo da Vinci deve essere riattata " per dimostrare la valentia dell ' ingegneria italiana " : e , per tacer del Senato , negli stessi collegi professionali si trovano dei teorici che ne fanno , disinteressatamente , un punto di onore . - Le fiere campionarie messe su da un " projectiste " d ' ingegno , come Umberto Notari , diventano spedizioni di argonauti che vanno a portare il vello d ' oro delle industrie italiane : e si passa per cervelli gretti e privi di iniziativa se si arriva a mettere in dubbio che turchi e lapponi aspettino proprio la Trinacria per comprare la roba in Italia . - Vecchi relitti di propaganda futurista , antichi orecchiamenti di " dinamismo " , scarti della poesia della macchina e dell ' officina , tutto ritorna a galla , tutto fa brodo : e così qualunque forma della attività industriale si presta a questa esaltazione letteraria , perpetrata nella massima buona fede , cui la folla degli innocenti amatori della " vita temperata " arriva attraverso schemi reclamistici e metafore slombate : e l ' industrialismo accademico dei medii ceti italiani trova tutto degno di patriottica attenzione , dal " carbon bianco " ... al sughero di Sardegna . ; Questo dilettantismo industrialoide dei medii ceti è la massima forma di interessamento permessa da tradizioni curiali e prebendali , da una cultura pseudo - umanistica che sola , apre l ' ingresso nella carriera agli uffici e ai " posti " , e insieme stampiglia socialmente i suoi adepti con la qualifica di " persona che ha fatto i suoi studi " , persona per bene cioè che ha diritto ad avere un trattamento decoroso in modo da poter mantenere la distanza rispetto alla " bassa gente " . Abenteuer - Kapitalismus Ma la grande industria impone soggezione ai medii ceti perché è trivellatrice . L ' assalto all ' erario , che in altri paesi produrrebbe larghi movimenti di opinione pubblica , qui finisce per produrre una larga ammirazione per gli Abenteuer - kapitalismus che lo conducono con fortuna . Si trova che sono " furbi " , " accidenti " , " sacramenti " - o , addirittura , si trova che sono valentissimi imprenditori : il che è assolutamente falso . Nel carattere composito dell ' imprenditore moderno ( in cui si riuniscono i tratti distintivi del conquistatore del commerciante ) il pubblico italiano è sempre disposto ad apprezzare i tratti del conquistatore più degli altri : e siccome quasi tutte le grandi figure dell ' industria italiana hanno avuto precisamente più l ' audacia del colpo di mano protezionistico che la saggezza dell ' organizzatore , i medii ceti italiani sono sicuri che anche l ' Italia ha prodotto una classe industriale di primo ordine : e chi ne dubita è " antipatriotta " . Il trucco protezionistico è considerato come un mezzo affatto naturale di far progredire una industria : non si pensa , non si è capaci di pensare che , di fronte alle genuine capacità dell ' imprendimento moderno , questo modo di avvantaggiarsi denota , oltre a tutto , una speciale forma di pigrizia , una tendenza alla prebenda : e nella classifica dei mezzi di arricchire , potrebbe stare assai bene vicino a quei tre famosi , che erano indicati nei libricini del Rinascimento : 1 . - La cerca di tesori ; 2 . - L ' accalappiamento di eredità ; 3 . - La clientela : rendersi persona grata presso qualche ricco cittadino , allo scopo di ricevere una parte delle sue ricchezze . Gli industriali italiani si rendono persone grate presso lo Stato , e ricevono delle sovvenzioni e delle tariffe protettive . I medii ceti italiani ammirano questa audacia venturiera , e non sospettano neppure che essa non è affatto " capitalistica " , e che quegli uomini sono assai più vicini allo " speculante " e al " condottiero " del '900 che ad un intraprenditore inglese o americano . Ad accentuare , nei medii ceti italiani , questa stortura di discernimento , si è aggiunta l ' orticaria militaresca , per cui la " conquista di nuovi mercati " è concepita mitologicamente come una specie di conseguenza obbligatoria delle vittorie guerresche . L ' " amore di terra lontana " sospira in tutte le relazioni dei Consigli di amministrazione , e diventa addirittura appassionato nei discorsi di coloro - e sono legione - i quali credono che poiché gli italiani hanno vinto sul Piave , in Colombia , in Arabia e alla Nuova Guinea non aspettino altro che di essere " conquistati " , " penetrati " dalla produzione italiana ! E per chiarire questo stato d ' animo , basterà una citazione . Scriveva tempo fa l ' on . Meuccio Ruini , ex ministro delle Colonie , a proposito delle Colonie Portoghesi : " Vi furono due anni fa , iniziative di gruppi industriali e bancari italiani per un accordo col Portogallo per lo sfruttamento dell ' Angola , che offre grandissime risorse agricole e , sovra tutto , di materie prime industriali . Gli studi ed i primi passi non ebbero seguito , anche perché il Governo italiano non si mostrò entusiasta dell ' idea . Senza voler esaltare manie imperialistiche , certo è che sarebbe stato opportuno per l ' Italia - che non ha alcuna finestra sull ' Atlantico - una penetrazione nell ' Angola " . In queste poche righe , c ' è tutto : le " materie prime " , " la finestra sull ' Atlantico " la " penetrazione " . La mitologia è al completo : ed è un ministro di ieri e di domani che parla ! " Sarebbe stata opportuna una penetrazione nell ' Angola ... " Chissà perché poi nell ' Angola ? Forse perché l ' Angola è del Portogallo , e - senza voler esaltare manie imperialistiche - si crede che sia facile " conquistare nuovi mercati " , " penetrare " , " espandersi " , quando si ha da fare col Portogallo .... Angola .. materie prime .... finestra sull ' Atlantico ... Possibilissimo che di qui a due mesi il caucciù di Angola apparisca indispensabile all ' Italia come il petrolio del Caucaso e il carbone di Eraclea . È possibilissimo che qualcheduno proponga di saltar addosso ... al Portogallo , che qualche ministro lanci là , alla platea , le frasi aspettate sui " vitali interessi " , e che si faccia la gesta d ' oltremare . Sicuro : noi siamo sempre in procinto di partire per una gesta di oltremare . I medii ceti italiani hanno dell ' espansione industriale di un paese l ' identica idea che ne avevano i pisani o i genovesi del '300 : qualche cosa di composito fra i trucchi dei mercanti , la guerra di corsari , la ripartizione della masserizia predata . Conclusione . I ceti medii italiani impreparati a sopportare lo sforzo e la tensione , imposti dall ' attuale stadio di sviluppo capitalistico , se la pigliano con la classe operaia . Non riescono , però , ad essere risolutamente anti - industriali , cioè ad essere intimamente reazionari , appunto perché non sono una classe borghese moderna : e perché , quindi , sentono vivamente l ' influenza di un industrialismo da letterati e da condottieri . Perciò il loro destino è stato e sarà in questa alternativa : O soffrire umiliazioni e privazioni nei periodi di più fittizia attività industriale , durante le riprese che si fanno sentire nella artificiale grande industria italiana , come riflesso e contraccolpo delle grandi " corse all ' oro " internazionali ; O vendicarsi contro gli operai , " sfogarsi " , nei periodi di grande crisi . Il fascismo urbano , il fascismo delle regioni industriali è l ' espressione di questa persistente e fatale infelicità .
LA CONFERENZA DI GENOVA ( ANSALDO GIOVANNI , 1922 )
StampaPeriodica ,
Caro Gobetti , Questi che ti mando sono semplicemente degli appunti . Non vogliono essere una critica della Conferenza di Genova , e neppure il solito impressionismo che sul nostro foglio sarebbe una stonatura . E neppure - infine - sono rivelazioni di retroscena , che io non conosco , e che forse non ci sono stati . Appunti : e nient ' altro . Avendo osservato la Conferenza , e veduto all ' opera qualche personaggio di rilievo , ce ne ho forse tanto da fare un " papier " non privo d ' interesse . Ad ogni modo , servirà di diversivo , una volta tanto , ai lettori di Rivoluzione Liberale . Non mi propongo altro . Perché proprio a Genova Io mi trovavo presente a Cannes , all ' Hotel Carlton , quando l ' on . Bonomi annunciò ai giornalisti italiani che la Conferenza economica europea si sarebbe tenuta a Genova . Mi par di vederlo , con quella sua aria imbambolata : " E noi , della delegazione italiana abbiamo pensato che Genova sarebbe la città più adatta ... per il suo glorioso passato marinaro ... E poi c ' è palazzo San Giorgio ... " . Ma insomma , si capiva che la scelta di Genova aveva una storia non chiara : e questa storia la conobbi dopo , durante la Conferenza . A Cannes , nell ' ultima seduta del Consiglio Supremo , Lloyd George aveva varato il progetto di una conferenza da tenersi in Italia . Bonomi doveva naturalmente indicare la località . Il buon Bonomi , pensando agli alberghi del Lido , propose formalmente Venezia . Silenzio imbarazzante da parte di Briand , che si ricordava le gazzarre veneziane contro la missione militare di Fayolle . E finalmente se ne ricordò anche Bonomi , il quale però non sapeva come rimediare alla gaffe . Fu allora che Lloyd George tirò fuori Genova . " No , no - egli disse testualmente - Venezia non serve . A Venezia ci vanno tutte le coppie in viaggio di nozze : il nostro non sarà un viaggio di nozze . Venezia ci renderebbe ridicoli . Preferisco Genova " . E fu deciso per Genova ... sperando di sfuggire al ridicolo . Il Club dei potenti Lloyd George concepì la Conferenza come una specie di palingenesi diplomatica , a cui si dovesse convitare quanta più gente fosse possibile . Queste sagre della diplomazia son indispensabili per gli uomini democratici anglosassoni : quello che noi stampiamo su sei colonne sui nostri giornali : " Le solenni assise della ricostruzione " e simile roba , per loro è una necessità rituale , in cui credono fermamente . Inoltre , Lloyd George ha l ' assoluto preconcetto che si debba trattare soltanto con i " premiers " . A Genova , nei primi giorni , sorse anzi qualche piccolo inconveniente rispetto alla delegazione italiana , perché Lloyd George non si poteva capacitare che Facta era un premier ... con cui non si poteva trattare . Egli era lievemente irritato quando sapeva che qualche primo ministro - come Schoeber - progettava di lasciare Genova per qualche giorno . Li voleva avere tutti , tutti , - anche i meno importanti , - presenti alle " solenni assise " , pronti a servirgli come teste di turco o come serviziali da adoperarsi contro terzi , come fece con Stambulinski . Gli uomini vicini a Lloyd George si affannano a vantare l ' arte con cui questo uomo sa risparmiare il proprio tempo : ma io non ne credo sillaba . Sir Edward Grigg , una sera , annunciò con grande serietà che " ora mai il signor Lloyd George si è convinto della necessità di colloqui informativi precedenti alle grandi riunioni : un metodo di lavoro di cui egli si trova molto soddisfatto " . Questo metodo con tanto di barba che Lloyd George crede di averlo scoperto lui , in realtà non fu mai applicato , perché il ministro inglese di colloqui " informativi " ne teneva perfino quaranta al giorno : il che vuol dire non informarsi seriamente di niente . L ' enorme estensione della Conferenza , accresciuta dalla presenza di tutti i premiers pronti in anticamera , rendeva necessario un vero caleidoscopio di visite a Villa Albertis . Quindi , Lloyd George " lavorava " solo nelle sedute del Club più ristretto , con Cicerin , Barthou , Schanzer . Il mondo , nelle riunioni di questo club , era formulato in tante entità astratte e disseccato in tanti pseudoconcetti : Ucraina , Germania , Galizia orientale , Petrolio , Valuta , e così via . La discussione si estendeva a perdita di fiato intorno a questi nomi . Per certe giornate con colloqui di otto , dieci ore , sempre fra le stesse persone " alla ricerca di una formula " , " intente ad uno sforzo in corso " , era assolutamente impossibile ricostruire il corso delle discussisi , ritrovare la vena di continuità , intravederne lo sbocco . Potevano essere come le interminabili discussioni degli arabi , in cui ciascuno sa già quello che l ' altro dice per disteso , e tutti continuano a parlare a turno , gravemente , immobili sotto il sole , mentre le mosche si fermano all ' angolo degli occhi dell ' oratore e degli ascoltatori impassibili ... Alle otto o alle nove di sera si vedeva tornare Visconti Venosta , stanco di una giornata di logomachie , esaurito da lunghe ore di attesa , e condannato a ricamare sopra un canovaccio miserabile quelle comunicazioni che la mattina seguente sarebbero comparse diluite su tutta una pagina di giornale . Una sera , il marchese arriva più stanco e sgangherato che mai , con in mano una grossa valigia di cuoio . Siede " agli accorrenti cavalieri in mezzo " , e dopo le solite cerimonie , apre la valigia . Dentro c ' era un unico foglio : un foglio di carta da scrivere a macchina : dico uno . Il riassunto del lavoro della giornata , compiuto dal Club , su un ' unica cartucciella , racchiusa in una valigia . Un simbolo impareggiabile . I verbali Un resoconto stenografico di queste riunioni , a poterlo avere , dev ' essere esilarante . Ma non sr può avere , poiché non fu mai redatto . Si fecero soltanto dei verbali : e non sempre . Anzi , la vera ragione della ostentata preferenza di Lloyd George per i colloqui " confidenziali " o " informativi " era questo : che non se ne redigevano verbali . Lloyd George è nemico dei verbali , che legano , impacciano , compromettono ... Vero è che anche quando il verbale c ' è , Lloyd George ci rimedia . Valga per tutti questo caso . In una conversazione ristrettissima , a tre , fra Lloyd George , Barthou e Schanzer , sorge contestazione fra Barthou e Lloyd George su una frase , che secondo Barthou , Lloyd George avrebbe detto giorni prima . Lloyd George negava di averla detta mai . Sì no , sì no , si manda a pigliare il verbale di quella tale riunione . Lloyd George si impadronisce del documento , e lo legge . Barthou , seduto dall ' altra parte della tavola , ascoltava : Schanzer , in piedi accanto a Lloyd George , seguiva , senza parere , con la coda dell ' occhio , il testo inglese . Schanzer rimase fortemente colpito quando vide che Lloyd George , arrivato al punto interessante , cambiava completamente il testo delle sue documentazioni riportate dal verbale , sostituendole con altre improvvisate , e , naturalmente , concordi con le sue recentissime asserzioni . Barthou - sempre dall ' altra parte del tavolo - continuava ad ascoltare , e alla fine , da perfetto gentiluomo , non volle controllare e ammise di avere sbagliato . " È vero : voi non avete mai detto quella frase " ... Questo episodio è autentico : fu io stesso con on . Schanzer che , veramente impressionato , non seppe tacerlo ad un altro membro della delegazione italiana . Lloyd George e la stampa Il " lavoro " del club procedeva dunque in un modo abbastanza bizzarro . Ma non era su di esso , neppure , che faceva grande assegnamento Lloyd George . Il suo mezzo eroico per fare avanzare la Conferenza erano le dichiarazioni alla stampa . La sua tattica , in fondo , si riassumeva qui : con l ' imposizione ai capi di governo europei di venire a Genova , richiamare su Genova l ' attenzione di tutto il mondo ; e valersi poi di questa attenzione per creare un piedistallo reclamistico alle proprie trovate , e farle così passare nelle sedute del club . L ' esempio classico di questo suo sistema di superare le difficoltà fu il primo grande meeting della stampa a Palazzo S . Giorgio . Il club discuteva già da tre giorni - si capisce a vuoto - sul trattato russo - tedesco e sulle misure da prendersi . L ' atteggiamento di Lloyd George , a questo proposito , fu variamente discusso : fra l ' altro un giornale di Genova , basandosi su informazioni tedesche , ne aveva dato una interpretazione forse troppo pessimistica e maliziosa . La cosa richiamò l ' attenzione del signor Mc . Clure , di Sir Grigg e di altri consiglieri di Lloyd George . Occorreva una smentita personale del premier . Il giornalista interessato - che poi ero io - avrebbe voluto avere una smentita particolare : come successo giornalistico non ci sarebbe stato male . E qualcosa di simile gli fu promesso . Ma alle 11 di sera , una telefonata da Villa d ' Albertis mi avvertiva che una smentita ad hominem era parsa pericolosa al premier e che questi aveva deciso di fare qualche cosa di meglio . Infatti , all ' indomani , è preannunciato il grande meeting a Palazzo San Giorgio . Cinquecento , mille giornalisti vi accorsero . Le persone dell ' entourage di Lloyd George , che mi erano state benevole di quella promessa non potuta eseguire , mi fecero rilevare che nessun mezzo di smentita era apparso più acconcio di questo : che , in fondo ero io il suscitatore nascosto di tanto rumore : e altre cose del genere . Dovetti convenire che esse avevano ragione . Ma tutti quanti eravamo ingannati da Lloyd George : il suo fine era nascosto , e diverso da quello della semplice smentita . Infatti , gli si fanno pervenire le prime domande scritte . La prima , naturalmente , chiede se egli era o no a conoscenza del trattato : egli nega : la smentita è data a tutta la stampa del mondo . Ma non basta . Egli afferma che ormai l ' incidente del trattato è superato . Grande sensazione in tutti , comprese le persone dell ' entourage : e sensazione giustificata , perché l ' affermazione non era affatto esatta . La stampa di tutto il mondo la diede ugualmente . Alla delegazione francese ne furono stupiti e intimiditi : poche ore dopo , cedettero . Lloyd George aveva convocato il meeting per questo , dando ad intendere a tutti - compresi gli intimi - che lo aveva convocato per dare la smentita . Due piccoli particolari . 1 ) In questi meetings stampaioli , Lloyd George diceva : " Io sono qui per rispondere a tutte le vostre domande : però , le voglio scritte " . Ebbene , nessuno dei biglietti imbarazzanti che vidi scrivere da giornalisti francesi ebbe mai una risposta . Al tavolo della presidenza li sopprimevano ... con dei procurati aborti . 2 ) Rakowski , che anche lui teneva delle conferenze alla stampa , la sera stessa del meeting di San Giorgio , annunciò ai suoi ascoltatori che avrebbe ammesso solo domande scritte . Il levantino aveva capito subito la malizia . L ' episodio di Stambulinsky Stambulinsky , il primo ministro di Bulgaria , è indubbiamente un uomo " forte " , un dominatore , nella politica del suo paese . A guardare quel suo corpaccio , quel suo volto di contadino bestiale , quella fronte ostinata , quelle mascelle da uomo che non molla la presa : a osservare quel suo silenzio sospettoso - Stambulinsky non parla e non comprende che il bulgaro - mentre l ' interprete traduce : a fissare quei suoi occhi che controllano interprete e interlocutore con la cattiveria e la rabbia del sordomuto : a cogliere quella sua calma mongolica quando sa che si parla di cose che non lo interessano - si capisce subito che quello è un uomo forte , che ha in mano tutto un popolo di contadini , che se ne infischia della ricostruzione , e che va nei congressi internazionali semplicemente per fare dei dispetti agli jugoslavi . Ma Lloyd George sa attaccare al suo carro - anzi alla sua .... charette inglese - anche uomini " forti " . Egli seppe fare " funzionare " anche Stambulinsky . Difatti , per quasi tutta la durata della Conferenza , il buon Stambulinsky , alloggiato a Pegli , se ne andò a fare delle automobilate per la Riviera . Escluso da tutte le commissioni , si dava bel tempo . Accompagnato dalla interprete , la figlia del ministro bulgaro , Stancioff , donna di intelligenza eccezionale , dava qualche intervista ai giornalisti ; e queste interviste si riassumevano in una frase tagliente , in bulgaro , gettata là alla signorina Stancioff : " Spiegate al signore l ' attuale situazione della Bulgaria " . La Stancioff pigliava l ' aire , e faceva una conferenza . ( Come tutti i contadini , Stambulinsky aveva la venerazione per la carta scritta , per lo " scrivare " . Alla sera - mi hanno detto - metteva in croce tutti i membri della delegazione bulgara perché mandassero a Sofia , ai suoi colleghi più istruiti - uomini di paglia - del gabinetto , lunghe relazioni sull ' attività dei delegati bulgari ... che passavamo delle settimane senza fare niente , il niente assoluto ) . Ma venne il momento buono anche per Stambulinsky . Nell ' ultima settimana della Conferenza , quando già tutto andava a rotoli , e Lloyd George crede di legare a se la Piccola Intesa , sollevando la questione della Galizia orientale , di Vilna , di tutti quei paesi inverosimili , e di cui , del resto egli stesso aveva una idea assolutamente sommaria . Il colpo , come è noto , si risolve nel risultato opposto a quello calcolato : gli Stati della Piccola Intesa si riaccostano più che mai alla delegazione francese . Allora , grande amore di Lloyd George per Stambulinsky . Il contadinaccio presenta al club una serqua di richieste , che Lloyd George difende nei limiti del possibile . Non basta . Per fare picca ai delegati della Piccola Intesa , Lloyd George invita il contadinaccio a colazione : giovedì 18 al Miramare . L ' incontro è risaputo : era il primo ministro non appartenente a Stati invitanti , che sedesse alla tavola di Lloyd George : questo fatto provoca infiniti commenti e gelosie di Nincic , Bratianu , e compagnia . La conversazione dei due premiers si svolse in questo modo : Stambulinsky invitò la Stancioff a " informare il signor ministro sulle condizioni della Bulgaria " . Lloyd G . si sorbì tutta la conferenza : non solo . Ma i due si misero anche d ' accordo , perché l ' indomani nell ' ultima seduta plenaria , Stambulinsky portasse formalmente in pubblico , nelle solenni assise , le lamentele della Bulgaria . L ' indomani , alla seduta , il contadino se ne stava accosciato come un bue sulla sua seggiola . Io non osservai che lui era veramente imponente . Il suo occhio vagava sulle statue dei signori del Banco , sugli addobbi , sulle tribune , sull ' assemblea con una indifferenza da ruminante . Quando ci fu il vivace incidente Colrat - Cicerin , egli , naturalmente , non ne capì sillaba perché si svolse tutto in lingua a lui perfettamente sconosciuta : ma non si voltò nemmeno verso la Stancioff per informarsi di quanto accadeva . Finalmente , nei discorsi di congedo , venne il turno della Bulgaria . Stambulisky si alzò e pronunciò le solite quattro parole incomprensibili . La Stancioff prese la parola come sua interprete , recitando la consueta dissertazione sulle condizioni della Bulgaria , con annessa protesta contro i vincitori , etc . Stambulinsky sorvegliava con quei suoi occhi l ' interprete : Lloyd George dall ' altro lato della sala , faceva finta di niente , e intanto , attraverso l ' occhialetto , sbirciava i signori delle delegazioni balcaniche . Nessuno sapeva spiegarsi il perché della sparata bulgara , proprio all ' ultima ora : l ' arguto Colrat , alludendo alla sproporzione fra il breve periodo di Stambulinsky e il discorso dell ' interprete , disse perfino : " Mais vous savez , ce bulgar c ' est d ' une elasticité terrible ! ... " - Si scoppiava dal caldo : veramente la Conferenza si liquefaceva . Di vivo e di vispo , in quella liquefazione , ci restava il rancore del contadino Stambulinsky che aveva avuto la soddisfazione aspettata per quaranta giorni , e il dispetto del parlamentare Lloyd George , che aveva trovato lo sfogo meditato da ventiquattrore . Casualmente , i due uomini si erano incontrati , e l ' uno si era servito dell ' altro . Dopo di che , Lloyd George lasciò completamente " cadere " Stambulinskv : non se ne ricordò nemmeno più . Lo aveva fatto assurgere per un giorno all ' empireo della Conferenza : e poi , di nuovo , plon , giù negli abissi . Lloyd George intende le " solenni assise " dei popoli così , e vuole che i premiers le presenziino , per spremere questa " collaborazione " . Le arrabbiature a freddo del sig . Lloyd George erano amabili , perché erano argute : donde taluno ha potuto compiacersi di immaginare un Lloyd George sempre buon compagnone , così com ' egli amava comparire nelle sedute pubbliche o nelle riunioni della stampa , con la solita provvista di metafore ( del resto assai poco scintillanti ) e di bons mots . Ma Lloyd George - ciò pare inverosimile - si arrabbiava anche sul serio , nelle riunioni private , nel club : e allora era assai poco amabile . Così , per esempio , in una riunione che fu tenuta al penultimo giorno della Conferenza , a Villa Spinola , con i diplomatici italiani e iugoslavi che non avevano concluso niente dopo aver discorso per un mese . Fu allora che Lloyd George disse chiaro e tondo a Schanzer , a Tosti , a Visconti Venosta , che " le domande italiane erano esagerate " , che " era ora di definire questa curiosa faccenda " : insomma ricompensò con una inaspettata sincerità quelle egregie persone , che per quaranta giorni gli avevano usato la cortesia di far finta di credere ai suoi mutevoli umori . È vero che - immediatamente all ' indomani - egli mortificava gli iugoslavi con il discorso Stambulinsky , e carezzava gli italiani con una colazione di commiato al Miramare , in cui pronunciò quel discorso del " muro romano " , pieno di moine e di complimenti , che li fece andar tutti in visibilio , diplomatici e giornalisti . La colazione con Thomas . C ' è un episodio , nella condotta di L . G . a Genova , che io non sono riuscito a valutare . Si tratta di una lunga e desolata conversazione ch ' egli ebbe il sabato 13 maggio con Albert Thomas , segretario generale del Bureau International du Travail . Non so se quello ch ' egli disse allora fosse l ' espressione di un vero scoraggiamento , sia pure passeggero , o forse , più perfidamente , una circolare destinata ... alla pubblicità . ( Lloyd George doveva avere , quello stesso giorno , nel pomeriggio , quel colloquio con Barthou , in cui egli cedette sulle condizioni del lavoro all ' Aja , e , sostanzialmente , liquidò la Conferenza ) . A Thomas , fra l ' altro , egli disse : " Mio buon amico , la Conferenza è fallita . L ' Europa è incorreggibile e inguaribile : essa non vuole essere arrestata sulla strada della reazione . Tutti gli stati nuovi , che sono sorti dalla guerra , sono per la reazione , sono dietro la Francia " . Qui Lloyd George fece un vero elenco delle sue delusioni , da cui risultava che l ' Inghilterra si trovava sola , con l ' Italia . " La mia azione alla Conferenza non è riuscita a niente : io pago il fio qui , e forse lo ripagherò in Inghilterra , di aver voluto spingere l ' Europa verso sinistra . Ma vi dico formalmente che , se si continua a sabotare la Conferenza fino all ' ultimo , io sono deciso a lasciare Genova solo dopo una solenne vendetta . Io voglio pronunciare all ' ultima seduta un grande discorso : an Europe speech , in cui dirò veramente come sono andate le cose e proclamerò il fallimento della conferenza e le colpe dei responsabili . Voglio difendere il mio nome e la mia posizione fin dove mi è possibile e con tutta energia . Mio caro Thomas , sapete qual ' è il nostro vero torto ? Che noi non abbiamo più venti anni . Soltanto i giovani di venti anni possono sperare di assistere alla fioritura di una Europa di sinistra , di potervi partecipare e di poterne profittare ! " . Tutte queste frasi : " Europa di destra " , " Europa di sinistra " sono molto lloydgeorgiane , e dànno una idea della schematicità da gioco di scacchi in cui Lloyd George riduce , per suo uso e consumo , tutta la crisi europea . I canonicati . Ma può anche darsi che tutto il discorsetto fosse destinato ad impressionare Thomas , la cui azione , alla Conferenza , si può paragonare a quella di un amplificatore telefonico ma di un amplificatore applicato ad una quantità di apparecchi . L ' argomento usato da Lloyd George era , se mai , veramente ad hominem : " Solo i giovani di venti anni " ! ... Immaginarsi la faccia di Alberto Thomas , che , per quanto non abbia più vent ' anni , spera di profittare - e come ! - di una Francia di sinistra ... Alberto Thomas è un capolavoro . Bisognava ascoltarlo , nella splendida sala del palazzo Mackenzie , alla Meridiana , mentre spiegava perché egli aveva creduto opportuno di assistere davvicino alla Conferenza ! Con quale tatto egli si scusava di aver accettato l ' offerta di una splendida sede di lavoro ( ? ) ; con quale tempestività gli si inumidivano gli occhi al ricordo del suo collaboratore italiano Dott . Pardo , morto in Russia ; con quale compunzione parlava della documentazione sulla Russia che il Bureau International metteva a disposizione dei diplomatici : con qual brio si faceva rimproverare dal suo segretario Palma di Castiglione per la sua cattiva pronuncia italiana ! Egli è il francese che sa meglio sedurre gli italiani : se le intese cordiali con la Francia hanno probabilità di ricomparire , è Thomas che le varerà , una volta rientrato nella vita politica del suo paese , e diventato Presidente del Consiglio , com ' egli aspira a diventare . Agli italiani poi Thomas incontra , perché fra la barba , gli occhialoni e il vestito alla buona credono che egli sia diversissimo dalla gente del Quai d ' Orsay , che mette soggezione per la sua inimitabile grand ' aire diplomatica . ( Carteron , Poncet , ecc . ) . Ma Thomas , da latino bonaccione si trasforma spesso in gaulois a doppio taglio .. , a tavola . Thomas , a Genova , diede dei pranzi . Pranzi ai pezzi grossi della Confederazione del Lavoro , ma pranzi : e pranzi solidi . E , a tavola , fra la bonne chère e la conversazione arguta , Thomas prende dei saporiti anticipi sulle soddisfazioni che un giorno egli vuol cogliere in Rue de Grenelle o al Boulevard Saint - Germain . Comunque , per adesso Thomas ha trovato il suo posto . E con lui lo hanno trovato altri uomini di indiscusso valore e di qualche avvenire politico , come il ministro plenipotenziario Attolico . Attolico ( più propriamente : Gr . Uff . Bernardo Attolico , " Sotto - Segretario Generale alla Società delle Nazioni , incaricato delle questioni di transito " : testuale ! ) aveva impiantato non so quale ufficio della Lega delle Nazioni nel Palazzo dell ' Università , e frequentava con discrezione e discernimento gli ambienti della Conferenza . Questo antico professore di università è un finissimo osservatore , e dev ' essere un arguto critico : dico dev ' essere , perché da lui c ' è ben poco da cavare , come giudizi . Ma fa piacere incontrare nelle anticamere delle riunioni internazionali , la lunga figura occhialuta di Attolico ; leggermente impacciata nel tratto e nella pronuncia , di quell ' impaccio tutto proprio dei meridionali vissuti a lungo nei paesi anglofoni , e che sono riusciti a ricoprirsi di una vernice di impossibilità , ma soltanto di una vernice . E fa piacere udirlo dire , riposato e tranquillo : " Ah , io sono qui del tutto a coté ... La nostra Lega non è ufficialmente rappresentata ... " oppure : " La nostra Lega non ha che una semplice rappresentanza tecnica ... " . In questi momenti si ha una idea assai precisa di ciò che è la Lega delle Nazioni . " In stuol d ' amici numerato e casto fra parco e delicato al desco assido e la splendida turba e il vano fasto lieto derido " . Parco , dicono i maligni , quel desco non lo è tanto . Infatti molto spesso si lanciano insinuazioni poco benevole contro le prebende di cui godono Thomas , Attolico e i signori della Società delle Nazioni . Io credo che questi sono milioni benissimo spesi . Nel modo bestiale con cui si deve svolgere l ' attività politica , oggi è provvidenziale che ci siano delle sinecure dignitosissime e legalissime , da poterle donare a uomini come Thomas o Attolico , i quali , per una ragione o per l ' altra , vogliono per qualche anno sottrarsi alla corrosione della vita politica attiva . Tanti secoli fa , agli uomini di valore che si trovavano in questa condizione si usava dar titolo e piatto cardinalizio : oggi si dà un impiego presso la Società delle Nazioni , o se ne darà uno presso quell ' altra grande fondazione che sarà il Consorzio Internazionale per la Russia . Gli espedienti sono sempre gli stessi . Ma intanto , S . E . Attolico - che , tra parentesi , ha lavorato di schiena per il passato - viaggia , conosce uomini e cose , indipendente e ben pagato : condizioni ideali per diventare un uomo politico stile inglese . Da qui a qualche anno sarà colpevole di negligenza grave chi , essendo alla Consulta , non si ricorderà di lui : cioè di un uomo con una forte esperienza di affari internazionali , e non logoro dalle attese romane . E con questi possibili risultati , volete che io ripeta le accuse contro i canonicati ? Francia aulica e accademica . Alberto Thomas , nonostante la sua posizione inofficiel ed eterodossa , era certo un po ' la lancia spezzata della delegazione francese , che per formazione e per sistema , era la più aulica , la più procedurale , la meno flessibile fra le grandi delegazioni . Ma era anche la più chic . Due subalterni davano il tono al Savoy e mantenevano in briglia giovani addetti , giornalisti francesi , dattilografe e forestieri : erano M . Carteron , nominalmente Chargé des Services interieurs in effetto capo del Cerimoniale , e Poncet , capo dell ' Ufficio stampa . Soltanto pochi hanno sospettato tutta l ' influenza di questi due signori : specialmente del signor Carteron , accompagnatore di Briand a Cannes , di Barthou a Genova , con un incarico solo apparentemente formale . Ma se la delegazione Francese ha resistito alla crisi interna che la minava , se ai forestieri essa è apparsa sempre senza incrinature di opinioni , se nulla o quasi nulla si è saputo fuori delle loro gravi discussioni fra i delegati , delle ribellioni rabbiose di Barthou contro Poincaré , delle opinioni frondiste di Seidoux , molto si deve al signor Carteron , che se ne stava sempre nell ' hall del Savoy come in un salotto , alto biondo , tirato a piombo , cortese ma a distanza con gli avversari maliziosi , concedendo il " privilegio della bella signora " agli amici arrabbiati , sventando interviste e soffocando indiscrezioni . Tutta la delegazione gli era intonata . M . Réné Massigli , già Segretario Generale della Conferenza degli Ambasciatori , compilava i documenti ufficiali che poi erano letti nel club , dando ad essi una forma letteraria addirittura classicheggiante , non priva di distinzione e di significato frammezzo a tutte le affrettate banalità scritte e dette , ma sopratutto dette , nel club . Gli esperti davano lezioni di bel portamento , e ostentavano una " fiducia ricostruttrice " a tutta prova evidentemente dietro una vera parola d ' ordine venuta dall ' alto e disciplinatamente seguita . Più di una delle sedute delle Sottocommissioni fu una . vera accademia diretta dai francesi , che facevano finta di credere alla somma importanza di una miserabile raccomandazione . Per esempio , nella Sottocommissione per i trasporti , sezione trasporti di terra , si durò due ore e mezza a discutere e a votare una cretineria di questo genere : " che se le ferrovie di uno stato sono in cattive condizioni , lo stato confinante può concedere un prestito per migliorarle : ma che , se lo crede , può anche accertarsi con una inchiesta , se le condizioni sono realmente cattive : sempre , s ' intende , d ' accordo con lo stato vicino " . Questa proposizione umoristica ( del resto , non più umoristica di tutte le altre deliberazioni delle Commissioni economiche ) suscitò le proteste vivaci del delegato italiano ( on . Canepa ) , il quale giustamente osservò che non c ' era spesa a riunire una conferenza internazionale per votare simili banalità . Ma il rappresentante francese Du Castel rispose subito con un bel discorsetto , facendo presente " il prestigio enorme che una tale raccomandazione avrebbe ricevuto dalla sanzione della Conferenza ! " . I francesi avevano imparato la lezione perfettamente , e sorpassavano gli inglesi quando si trattava di recitarla , unendo alla fraseologia ricostruttrice di marca anglo sassone , la compostezza aulica di marca francese . La delegazione francese era anche - si noti - la più accademica di tutte . Ma in Francia , pare , i professori di università sono persone di spirito . François Poncet è professore di università , Massigli è un normalien , Camerlinck è un professore di università , Siegfried e Fromageot , rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri , erano universitari anch ' essi ; per non contare poi la brillantissima équipe di universitari che , sotto la discreta guida di M . François Poncet , si erano divisi il compito delle informazioni alla stampa straniera : Eisenmann , Rivet , Hazard , Hesnard , Leger , Crémieux . Nella delegazione tedesca l ' unico effettivo professore .... faceva l ' interprete ! Viceversa , come vedremo , la delegazione tedesca aveva la sua venatura speciale nei delegati - giornalisti . Basata su questo reclutamento mezzo diplomatico - di - carriera e mezzo universitario , con evidente postergazione degli uomini di affari , degli alti burocratici e dei giornalisti , la delegazione francese , nel funzionamento dei subalterni , apparve ad ogni osservatore spregiudicato la più composta , la più aliena da dietroscena affaristici , la più pronta a rispondere al minimo cenno dei capi . Non so se tutte queste siano qualità politiche - ricostruttrici ; ma so che qualche ora passata al Savoy dava un ' idea di quel complesso di qualità che i francesi indicano con la locuzione : " avoir du crâne " : dava un ' idea di quello che può essere " le crâne " diplomatico . Isolata in mezzo alla Conferenza , circondata da osservatori acuti e ostili , la delegazione francese non conta ; - neppure da parte del personale in sott ' ordine - né una parola disgraziata , né una scorrettezza , né una gaffe , né una esitazione , né la manifestazione di un dissenso . Nei primi giorni della Conferenza , alcuni giornalisti berlinesi , basandosi su un avviso che parlava di " heures de réception pour M.M. les journalistes de langue allemande " , si azzardarono di mettere piede al Savoy : ma l ' accoglienza dei due gran maestri François Poncet e Carteron non lasciò loro dubbio che l ' avviso si indirizzava ... agli svizzeri e agli austriaci : e come per una parola d ' ordine , i rapporti furono pressoché interrotti con tutti i giornalisti tedeschi : intendo dire anche i consueti rapporti di cameratismo , che i tedeschi sarebbero stati volenterosissimi di iniziare . Se lo stile , nelle azioni umane , ha un valore , la delegazione francese - compresa la stampa relativa , e anche la stampa , di opposizione - era la prima e la più bella , delegazione della Conferenza . Barthou e Pertinax . Barthou era del resto il primo " sorvegliato speciale " nell ' ambiente della delegazione . Se ne temeva la impulsività che avrebbe anche potuto tradursi in adesioni e accondiscendenze pro - Conferenza . Per dissimulare il suo disagio , in talune riunioni pronunziava con tono vibratissimo le dichiarazioni più innocenti . Nell ' ultima seduta pubblica egli pronunciò con tale gallica prosopopea le parole di pacifica e , in fondo , conciliativa risposta a Rathenau , che Wirth , il quale non comprende il francese , chiese tutto allarmato a un addetto cosa stava succedendo , e se per caso la Conferenza non finisse a male parole . L ' irritazione di Barthou contro Poincaré era profonda : e convien dire che Poincaré non gli risparmiava reprimende ed addirittura mortificazioni . Alle 5 o alle 6 del mattino , Barthou si sentiva chiedere conto da Parigi di documenti presentati la sera precedente alla Segreteria Generale della Conferenza , e non ancora trasmessi in forma ufficiale alle varie delegazioni : questo buongiorno non è il più adatto per conferire un felice umore . Di più , a Barthou dispiacevano vivamente gli attacchi sui giornali , anche italiani e , sbagliando completamente tattica , più volte ( come in occasione della sua gita a Parigi ) fece , per mezzo di giornalisti francesi meno legati a François Poncet , intercedere per qualche complimento . Tattica completamente sbagliata , perché i complimenti dei giornali italiani erano altrettanti capi di accusa per lui . E l ' accusatore publico , per Barthou , era Pertinax . Ho potuto assistere una volta a un dialogo fra Barthou e un gruppo di giornalisti francesi , fra cui Pertinax . Non dimenticherò l ' aria provocante di quella faccia da bull - dog di Pertinax , uomo dalle mascelle quadrate e dal cattivo sguardo , e tutte le prevenienze appena dissimulate di Barthou per l ' oracolo dell ' Echo de Paris , Pertinax era effettivamente temuto alla delegazione francese : e molte delle sue intonazioni particolari , delle boutades da lui riferite , delle botte e risposte di cui egli si valeva nei resoconti delle sedute più riservate , erano l ' umile omaggio di Barthou o di qualche altro delegato , offerte a questo individuo " dal cattivo sguardo " , e sostanzialmente il frutto del ricatto continuato in danno dei diplomatici . Nessun altro giornalista francese ha informazioni di prima mano come questo signore , convinto di mendacio . Egli le drammatizza , cioè le sa far valere : ma sempre , nel suo papier , ci sono gli spunti da lui solo conosciuti , e predati della sua spregiudicatezza e delle sue aspre critiche . Il fenomeno Pertinax è interessante per conoscere usi e costumi della stampa francoitaliana . La figura del giornalista dei giornali d ' ordine , anzi nazionalistoidi : su cui aleggiano sospetti di sovvenzioni Governative ... o Consultive : e che lungi per questo dal servire docilmente il pagatore , si fa temere dal personale diplomatico , dai Ministri e dal delegati , ha anche da noi qualche bellissimo campione . E siccome , per ragioni ovvie , non posso fare noni , me la piglierò un po ' con l ' on . Sforza : il quale fu il primo nostro ministro che avrebbe potuto evitare il ridicolo che la Consulta debba pagare i critici dei ministri , e i telegrammi stroncatori spediti dalle riunioni internazionali ; e non lo fece : non lo fece per quella sua strafottenza mezza da toscanaccio e mezza da grand seigneur che di queste cosaccie se ne frega . L ' onorevole Schanzer , lui non é proprio il tipo da fare piazza pulita : non parliamo dell ' on . Tosti sottosegretario , che verso i Pertinax nostrani ha addirittura una specie di timore reverenziale . Ma torniamo a Barthou . Le bonhomme Colrat . Nell ' ambiente del Savoy , la stampa italiana ci bazzicava poco : et pour cause . Paul Hazard , addetto ai giornalisti italiani , e il suo successore non facevano che lamentare 1'assenteismo quasi completo delle persone da " informare " . Finché , l ' ultimo giorno , Barthou decidette di prendere congedo con un ricevimento offerto ai giornalisti italiani . Anche questo ricevimento fallì . Sotto gli occhi indagatori di M.M. Poncet e Carteron si intrufolò nel salone del Savoy il fiore del cafonismo conferenziale e stampaiolo . Barthou pronunciò un discorso assai sciocco , coi soliti ritornelli dell ' amore per l ' Italia : ma la buona educazione più elementare imponeva di starlo ad ascoltare . Invece ci fu un tizio che cominciò ad approvare , gravemente , col capo : un altro tizio , che aveva già dato saggi cospicui di villaneria , replicò al primo , mentre il ministro parlava : " Ma la smetta ! Non mi pare che in questo discorso ci sia tanto da applaudire ! ... " II povero Barthou fu il primo a ripigliare fiato dopo questo record della faccia rotta , e volgendosi gentilmente ai due interruttori , disse : " vous comprénez , Messieurs , que nous ne sommes pas a Palais Bourbon , je ne peux pas répondre à des polemiques " : e tirò via , con gran sollievo di M . Carteron , che aveva per un minuto temuto uno scatto di Barthou . Quando , pochi minuti dopo , l ' incidente fu riferito a Colrat , l ' altro delegato francese , questi , col più amabile dei suoi sorrisi , commentò la risposta di Barhtou così : " On voit bien que la failite de la Conférence lui a détendus les nerfs " . Botta che coronò degnamente tutta una serie di motti di spirito cui M . Colrat ebbe cura di infiorare i " lavori " della Conferenza . Il signor Colrat , sottosegretario alla Presidenza del Consiglio , aveva preso il suo partito fin dal primo giorno della Conferenza . Egli e Barrère rappresentarono la estrema destra della Delegazione : ma mentre Barrère , incartapecorito e arido , mandava avanti il lavoro di sabotaggio con mala grazia , Colrat rappresentava veramente , di fronte alla mitologia conferenziale e ricostruttrice , le bonhomme Margaritis di Balzac . Quando , bien repu de bartavelles et de vin de Bourgogne se ne usciva verso le due dal Savoy per avviarsi ai lavori della commissione economica , lo stecchino fra le labbra , godendosi il sole , era assai amichevole e alla mano , e parlava volentieri . " Ne touchez pas cette question la monsieur : quant à moi , je réconstruis l ' Europe ( e qui boccheggiava comicamente ) et je n ' en sais rien . Vous voyez : j ' ai travaillé de ce matin à dix heure jusqu ' à midi a réconstruir l ' Europe ( altro vario boccheggiamento ) et je vais maintenant encore à cette lourde tache " . Dopo che avevate ascoltato questi frizzi del signor Colrat , voi eravate fixés sulle sue opinioni . Tutti i giorni il " comunicato Colrat " faceva il giro di circoli discreti , e dei giornalisti francesi . Sua , per esempio , la definizione di Cicerin : " Il me parait un pion de collège , maltraité par les camarades " ; una definizione che esaurisce tutta la posizione e tutta l ' azione del delegato russo alla Conferenza . Ed ancora suo il motto sintetico della situazione , quando Lloyd George si arrabattava per far venire Poincaré a Genova : " Oh oui , je le comprends bien : après nous avoir culbertés , nous il voudrait culbertér aussi Poincaré " . E tanti altri , che non ricordo o che sarebbe ozioso aggiungere . Io penso che nel bonhomme Colrat Lloyd George abbia avuto , in Genova , il suo più ostinato e più forte avversario . Colrat riusciva a nascondere tutto il vuoto della condotta francese , tutta la meschinità della paura , tutte le miserie del misantropismo francese , tutta l ' aura antipatica che esalava da ogni telegramma di Poincaré . Per lui , il fallimento della Conferenza é stato qualche cosa di sicuro , fin dal primo giorno : e , comunque andassero le cose , egli era tanto saldo nel suo convincimento , che riusciva a diffonderlo attorno a sé , senza lunghi discorsi , col prestigio di un buon senso apparentemente terra terra , e con l ' arma di una arguzia bonaria e di buona lega . Apparentemente , la delegazione tedesca era molto meno inquadrata e molto meno stilizzata di quella francese . Mancava in essa la pattuglia di universitari che c ' era nella francese , e anche i diplomatici provenienti dalla vecchia diplomazia guglielmina erano pochi : von Simon , segretario di Stato alla Wilhelmplatze , von Mahlzahn , di cui parlerò dopo , e von Prittwitz , diplomatico dal nome fredericiano ma di orientamenti molto anglofili . Due o tre altri von contavano assai poco . Così , molti giornalisti restavano sconcertati dalla mediocrità dell ' ufficio stampa impiantato al Bavaria , e diretto dal Frhr . von Tucher il quale parlava un po ' l ' italiano ma non sapeva mai niente . Tutta la stampa italiana non desiderava di meglio che le " suggestioni " tedesche , ma i tedeschi erano troppo prudenti per impiantare un servizio aulico di informazioni come funzionava presso i francesi . Preferivano lavorare in altro modo . Ministerialdirektor Müller Direttore vero e ufficiale dell ' ufficio stampa era il Dottor Oscar Müller . Io lo avevo conosciuto di passata a Berlino , nell ' inverno del '20 , quando egli era ancora corrispondente dalla capitale tedesca per la Frankfurter Zeitung . Chiamato nell ' autunno del '21 ad occupare stabilmente una posizione nell ' alta burocrazia , il Müller giunse a Genova , con una parte di prima importanza : fu l ' unico direttore di Ufficio stampa che partecipasse alle riunioni dei capi della sua delegazione : e spesse volte vere deliberazioni furono prese dalla terna Wirth - Rathenau - Müller . Il marchese Visconti Venosta e Sir Edward Grigg , che poi avevano niente da fare con l ' Ufficio stampa , mettevano molta compiacenza a comparire nelle riunioni quotidiane dei giornalisti della nazionalità rispettiva : Oscar Müller , al contrario , non amava affatto le comunicazioni coram populo . Egli parlava con pochi giornalisti tedeschi di polso , e per mezzo di essi tirava nella scia governativa e rathenauesca tutti i pesci piccoli , tedeschi e ... italiani . Questo gli era facilitato dalla presenza a Genova di due giornalisti berlinesi , Theodor Wolff del Berliner Tageblatt e Georg Bernhardt della Vossische , che hanno nel giornalismo tedesco un ' autorevolezza come nessun giornalista italiano ha , corrispondentemente , nella nostra stampa : senza essere ufficiosi , si noti . Da noi , i due o tre giornalisti romani che hanno le loro grandi e piccole entrate alla Consulta , e che a Genova potevano , per esempio , parlare con Schanzer quando lo avessero voluto , non sono neppure essi ufficiosi , ma tanto meno autorevoli : anzi sono riconosciuti come emeriti fanfaroni . Il Bernhardt faceva parte , in qualità di perito , della Delegazione : e si vedeva meno . Ma Theodor Wolff riprese finalmente a Genova il suo ruolo di menager della stampa forestiera . Le sue informazioni erano sempre precise , controllate , raramente e , se mai , discretissimamente tendenziose : e , regalate così com ' erano da un " eminente collega " nessuno sapeva resistere alla tentazione di tenerne conto nel compito serale . In questo risultato finale ed essenziale , si chiariva tutta la superiorità dell ' accaparramento tedesco sugli " uffici " francesi dell ' Hotel Savoy . Un altro giornalista contava la delegazione , Hilferding : ma l ' ex - direttore della Freiheit era perito finanziario effettivamente e faceva poca politica , anche per il fatto che Hillferding si esprime con vero stento tanto in francese che ... in tedesco ; pare che le parole se le tiri su con la carrucola dal fondo dello stomaco : solo i congressi socialisti tedeschi hanno la sopportazione necessaria per un parlatore simile . Del resto , quei tre primi erano sufficienti alla bisogna ; la delegazione tedesca era quella in cui l ' opinione dei grandi giornali arrivava ufficialmente nelle più ristrette riunioni per mezzo del Müller , e le direttive ai giornalisti erano impresse con maggior sicurezza per mezzo di Bernhardt e Wolff . L ' imprenditore Rathenau L ' atto principale della delegazione tedesca a Genova - il trattato di Rapallo - è stato il risultato di una combinazione fra i sentimenti e i risentimenti di Rathenau , da una parte , e le opinioni ben salde e circoscritte del Freiherr von von Mahlzahn , capo dell ' Ost - Abteilung al Ministero degli Esteri tedesco , dall ' altra parte . I due uomini si incontrarono , e , ciascuno in base a motivi personali diversi , decisero di compiere quel gesto . Vediamo come ci si sia deciso Rathenau . Egli venne a Genova per compiervi " qualche cosa " . Rathenau è rimasto quale venti anni di attività industriale lo hanno foggiato : un grande intraprenditore moderno . L ' " affare " industriale ha semplicemente ceduto il posto , nella giornata di quest ' uomo , all ' " affare " diplomatico : il bisogno primitivo , direi infantile , dell ' azione , che è in fondo ad ogni intraprenditore di razza , egli lo ha portato entro il campo della sua attività diplomatica . L ' errore inevitabile in cui Rathenau è caduto è stato precisamente questo : ha creduto che la posizione del grande imprenditore e del grande diplomatico rispetto al guadagno , fossero identiche . Scrive Rathenau in un suo vecchio libro ( Reflexionen ) : " Io non ho mai conosciuto un vero uomo d ' affari , per il quale il guadagno rappresentasse la principale preoccupazione : e potrei affermare che chi è attaccato al guadagno personale di denaro , non può essere un grande uomo d ' affari " . Consideriamo come sua questa riflessione di Rathenau imprenditore . E pensiamo che quest ' uomo , per venti anni , dalla sua attività professionale è stato disciplinato a stimare autentici il successo industriale di grande portata , ed il guadagno in stretto senso ( cioè il successo immediato , controllabile dall ' oggi al domani ) ; che quest ' uomo ha continuato a pensare che per essere lungimirante , fecondo , bahnbrecher , occorreva , prima di tutto , saper concentrare l ' interesse sulla intrapresa : " L ' obbietto , su cui l ' uomo d ' affari accumula il suo lavoro e le sue preoccupazioni , il suo orgoglio e i suoi desiderii , è l ' intrapresa in sé , qualunque essa sia : fabbrica , banca , armamento , teatro , ferrovia . L ' uomo di affari non conosce alcun ' altra aspirazione , all ' infuori di questa : trasformare l ' intrapresa in un fiorente e forte organismo ... " ( Reflexionen ) . Ebbene : quest ' uomo è messo a dirigere la politica estera di un grande paese , è inviato ad una grande adunanza internazionale . Qual ' é il guadagno di un diplomatico , in questo caso ? Ottenere libertà di incontri , di discussioni , di combinazioni : ottenere la fiducia dei concorrenti : conservare la seggiola al tavolo , con su scritto il proprio nome . Questo " guadagno " immediato , precisamente , e non altro , Lloyd George serbava alla Germania alla Conferenza : e questo guadagno , precisamente , Rathenau era dispostissimo a neglettere o ad abbandonare , per concentrare il suo interesse sull ' impresa concreta cui da tempo attendeva von Mahlzhan : la conclusione di un totale e clamoroso - indispensabile quest ' ultima qualità ! - e clamoroso accordo con i Soviet . La storia di un appuntamento A questa predisposizione generica , si aggiunsero le mortificazioni ricevute , specialmente da Lloyd George . Rathenau è israelita . Del giudaismo , questo gli è rimasto : la vanità . Vanità di uomo superiore , ma che si tradisce ugualmente nell ' accuratezza un tantino ricercata e non sempre fine delle fogge di vestire , nel penchant alle comparse sensazionali in mezzo ad una folla convocata apposta per sentire le sue parole , nell ' abitudine , anche quando è en petit comité , a non poter fare due dichiarazioni senza il pulpito di una seggiola , di una scalinata , di un tavolo ; nella compiacenza manifesta di usare con padronanza assoluta le lingue estere : guardate che , mentre parla , egli continua a darsi all ' aplomb della giacca e dei pantaloni diligentissimamente stirati ... ( Ancora un riscontro di Cannes . Quando Rathenau - primo ministro tedesco che si presentasse al Consiglio Supremo non in condizione di accusato - espose in gennaio , dinanzi a Lloyd George , Bonomi e Briand , la situazione economica della Germania , cominciò con queste frasi testuali : " Tralascerò di usare della mia lingua , il tedesco , per risparmio di tempo , evitando l ' interprete : e solo per questa ragione . Mi esprimerò dunque direttamente in inglese , e poi tradurrò io stesso in francese . Solo per risparmio di tempo , ancora una volta - continuò rivolto all ' on . Bonomi - credo opportuno astenermi dalla traduzione in italiano chiedendone scusa all ' onorevole Primo Ministro d ' Italia " . Non si sa se rimanere più storditi dalla esibizione luzzattiana di questa prontezza poliglotta , o dalla ... squisitezza di tenere un tale discorso dinanzi a due uomini notoriamente e disperatamente monoglotti , come Lloyd George ... e Bonomi ! ) La vanità di Rathenau , nelle prime giornate di Genova , non fu risparmiata . Tre volte egli chiese un colloquio a Lloyd George , ma questi , ingolfato nelle discussioni del Club , gli fece tenere delle risposte in cui , stringi , stringi , c ' era questo : " Adesso non ho tempo " . L ' ultima richiesta e l ' ultima ripulsa furono scambiate il venerdì 14 aprile . Già in precedenza , Teodoro Wolff aveva invitato i maggiori giornalisti inglesi ad un ricevimento intimo nella Villa Croce - Sonnemberg , a Nervi . Non è verosimile che questo ricevimento a uomini legatissimi a Lloyd George sia stato indetto , nella previsione di burlarsi di loro e del loro patrono entro le 24 ore . Rathenau passò ancora in attesa la giornata di sabato , vigilia di Pasqua . Proprio alla sera , e proprio durante il ricevimento , da persone vicinissime a Lloyd George , fra l ' altro da M . r Garwin , Rathenau venne a sapere che all ' indomani il Premier inglese aveva intenzione di solennizzare la festa integralmente : messa e benedizione , partita a " golf " in giardino , gita in automobile lungo la Riviera , nientissimo di politica : si noti che chi dava queste informazioni era anche M . r Garwin , compagno ordinario di queste réjouissances domenicali . Credo che nella serata , Rathenau si sia lasciato convincere a firmare il trattato : e all ' indomani , Pasqua , andò a Rapallo . Nelle spiegazioni sulla propria condotta che Lloyd George dovette dare in seguito a Barthou , nel Club , egli disse fra l ' altro : " Io tentai di combinare un incontro con il Cancelliere del Reich e con il Dottor Rathenau nella giornata di Pasqua : ma la assenza del D . r Rathenau , che si trovava già a Rapallo , lo impedì " . Questa versione , Lloyd George la ripeté poi varie volte , anche in pubblico , e anche , il 15 giugno scorso , alla Camera dei Comuni : ed è esatta , ma disastrosa per la serietà , o per la riputazione di serietà , del suo autore . Il ministro Rathenau fece colazione all ' Eden , a Genova : e non partì da Genova prima del tòcco , anzi delle 14 . Lloyd George fece telefonare all ' Eden per avere un abboccamento con i ministri tedeschi verso quest ' ora , e non prima : non nella mattinata . Perché non lo fece prima ? Oh , mio Dio : soltanto al tòcco aveva incominciato a piovere come Dio la mandava : e durò tutto il pomeriggio di Pasqua . Lloyd George - secondo le solite relazioni degli intimi , ricercate come bollettini della salute della Conferenza - aveva passato la mattinata secondo il programma festivo stabilito : ma il tempaccio maledetto gli fece rinunziare al resto delle sue distrazioni pasquali , con suo grande disappunto . Conclusione : visto che , per colpa dell ' acqua , la gita in Riviera era impossibile , e che bisognava rimanere bloccati a Villa d ' Albertis , Lloyd George si decise a " combinare un incontro con il Cancelliere e con il D . r Rathenau " . " Ormai - avrà detto il Premier - ormai la giornata è sprecata ... Tanto vale sentire un po ' cosa vuol dirci colui , che per tre volte mi ha seccato con le sue richieste di colloqui ... " . Ma Rathenau era già a Rapallo . Con questa diligenza e con questa previggenza , Lloyd George affrontò l ' eventualità , a lui notissima , dell ' accordo russo - tedesco ! ... Il funzionario Von - Mahlzahn Rathenau - secondo me - stette indeciso fino alla vigilia della firma dell ' accordo . Ma v ' era nella delegazione tedesca un altro uomo che , al contrario , fu decisissimo a concludere fino dal primo giorno . Quest ' uomo era il Freiherr von Mahlzahn , presente alla Conferenza in qualità di Segretario della Presidenza del Reich , l ' autore vero del trattato , e il personaggio forse più interessante della delegazione . Vidi diverse volte il Mahlzahn dopo la conclusione dell ' accordo di Rapallo : egli era difficilmente accessibile , perché , com ' egli stesso diceva , ormai quasi disoccupato . Alto , biondo , sakko anzug , nessuna cicatrice studentesca che deturpi il viso regolare e calmo , nessuna abitudine a stringere le mascelle , a spalancare gli occhi alla maniera di Federico il grande , come non è difficile che faccia qualche consigliere segreto dell ' austro regime ; per darsi un " tono " . Mahlzahn è " schlicht " : è semplice . Più che diplomatico , egli si picca di essere un " menager " politico di grandi affari internazionali : e certo gli pare che questa sua forma di attività sia quella che più conviene agli affari dei suo paese : perché , da buon tedesco liberale , Mahlzahn ha una viva ammirazione per l ' Inghilterra , una vivissima per l ' America , e per i sistemi diplomatico - affaristici degli Anglosassoni . Ma egli rimane tuttavia radicato alla Wilhelmplatz : è prima di tutto un moderno funzionario prussiano , poliglotta , specializzatosi nello studio della Russia , dei diplomatici russi , delle possibilità di affari in Russia , che ha percorso nell ' ambasciata di Pietroburgo parecchi gradi della sua carriera , e che adesso vuole spremere fino all ' ultimo succo tutta la sua esperienza di russiches hand und heute . Egli vuole tanto - ormai - tirare le somme , che non ha neppure sentito il bisogno di andare in Russia dopo la rivoluzione : Mahlzahn ha catalogato la Russia , i suoi campi e le sue miniere , e ha portato il catalogo a Berlino , Ost - Abteilung ( Divisione Orientale del Ministero degli esteri ) . A Berlino , l ' accanito giovanotto che , dieci anni fa viaggiava in Russia ammucchiando appunti nelle sue tasche e nel suo cervello , ha ricevuto una patina di Berlinertums , di " berlinesismo " , é diventato un sedentario , ha preso un tantino il gusto a giocare il ruolo di Holstein del nuovo regime , conosciuto e apprezzato da pochi , potente ad influire sulle sorti dei molti : convinto che nella riparata oscurità della centrale della Wilhelmplatz , ci sono più saporite soddisfazioni che non nella legazione ad Atene , dov ' egli andò per non lungo tempo , e donde tornò via contentissimo . E poi a Berlino , città di diplomatici , ci passa tanta gente : ci passa , per esempio , anche " il signor Boggiano - Pico , incaricato diplomatico italiano per la Russia , di cui io ho potuto apprezzare tutta la conoscenza di cose nuove , e che , sono certo , a Pietrogrado avrà compiuto opera assai efficace " come dice il signor Freiherr , scrutandosi bene , per vedere se avete un sospetto almeno di quello che sia il Witz berlinese , la maniera sorniona di canzonare la gente . E poi , a Berlino c ' è maggiore probabilità di tirare le somme del lavoro compiuto . Se c ' è il Freiher von Mahlzahn con una esperienza così solida in materia russa , se c ' è una Ost - Abteilung affidata a lui , il coronamento inevitabile dev ' essere il trattato con la Russia , in sé e per sé , che io , Mahlzahn , ho il dovere di funzionario di preparare tecnicamente , senza preoccuparmi di ciò che non è del mio réssort , di ciò che non è meine sache , affare dell ' Ost - Abteilung : sia quel che voglio , magari l ' invasione francese , das ist nicht meine Sache . Verrà , deve venire il momento in cui il trattato sarà firmato : compito mio , punto d ' onore mio , è di affrettare quel momento . La conferenza di Genova , le predisposizioni di Rathenau a fare qualche atto clamoroso , e la prontezza di Mahlzahn ad approfittare della vanità offesa di Rathenau , diedero partita vinta al funzionario , e il trattato fu firmato . Durante tutta la durata della Conferenza , il nome di Mahlzahn comparve una sola volta sui giornali tedeschi : in una specie di spiegazione tecnica del trattato , ch ' egli diede qualche giorno dopo la firma ai giornalisti del suo paese . Sui giornali italiani non comparve mai . La stampa llyodgeorgiana lo trascurò , eccetto M . r Garwin , che lo chiamò addirittura un farabutto , cosa di cui il Mahlzahn parlava senza neppure una venatura di quella compiacenza che le ingiurie sogliono pur suscitare nelle persone insensibili alle lodi . Per questo superbo , per questo uomo del retroscena , la vendetta più squisita contro le male parole di Garwin consistette nelle preghiere che da Villa d ' Albertis gli furono rivolte dal " principale " di Garwin perché nei periodi di tensione con la delegazione russa , egli intervenisse a Rapallo : e questa vendetta se la assaporò per quindici lunghi giorni , negli incontri quotidiani cogli esperti alleati , che lo cercavano , lui , lo " sleale " secondo Lloyd Gecrge : il " farabutto " secondo M . r Garwin . Mahlzahn amava questo compito di sensale nascosto e indispensabile in diplomazia e nei grandi affari . Ricordo con che sapiente ironia parlava dell ' inutilità dell ' intervento dello Stato , con i suoi uffici , per invogliare i capitalisti a imprese russe . " Non è questo che occorre . Io non ho mai trattato di questi affari nel mio ufficio . Se a Berlino c ' è qualche industriale che ha delle idee per la Russia , io lo metto a contatto con le persone adatte facendoli trovare , che so io ? a colazione . Da me vengono : mi conoscono . Ma non verrebbero nel mio ufficio . Forse , però gli industriali italiani saranno meno diffidenti dei tedeschi : io questo non lo so , signore ... " . I giudizi di Mahlzahn sui delegati bolscevichi erano singolari , e diversissimi da quelli più accreditati . Fu l ' unico da cui udii dire che Litvinoff fosse l ' uomo più forte della delegazione , quello con cui bisognava stare in buona . Che gli inglesi avessero grande stima di Krassin non lo meravigliava , ma lo divertiva il grande conto che ne facevano : " Krassin è troppo inglese : è poco utile trattare con lui " . All ' infuori di questi e simili , apprezzamenti generici , non era però possibile saperne di più . Von Mahlzahn è uno splendido esempio di funzionario prussiano antico stile , trapiantato in mezzo alla americanizzazione crescente a vista d ' occhio , della vita politica ed economica tedesca e berlinese . Il trapianto , nel suo caso personale , è riuscito , e ha dato un uomo in cui l ' antica discrezione e limitatezza del funzionario prussiano sono riuscite a rimanere tenaci accanto a una grande capacità affaristica . Nei diplomatici tedeschi di qui a cinquant ' anni quella discrezione e quella limitatezza prussiana saranno scomparse e sarà tanto peggio per tutti . Anglofilia diffusa E quanto fosse diffusa , nelle persone dirigenti della delegazione tedesca , lo osservai per la prima volta al vivo , nel ricevimento cui ho già accennato , offerto da Theodor Wolff a Nervi , nel giardino della villa Croce - Sonnenberg , la vigilia di Pasqua , alla stampa inglese e americana . Queste cose si capiscono meglio del modo di farsi presentare la gente o dal modo di porgere la guantiera ad una tavola imbandita , che da cento discorsi reticenti e falsi . Mr . Garwin , il direttore dell ' Observer e l ' amico di Lloyd George , era il vero protagonista di quella grande riunione , e Rathenau cercò di fare una vera captazione di simpatie da parte del giornalista di confidenza del Premier . C ' era una ben grave umiliazione in questo ripiego , di far la corte al giornalista , non potendo parlare con l ' uomo di Stato ! Qui alla Villa Croce conobbi il Keynes , oggetto di una vera adulazione da parte di tutti i capi della delegazione tedesca . Il Keynes , un perticone inodoro , incolore , insaporo , dall ' aria ammoscita peggio della finanza mondiale , è però inglesissimo in questo : nell ' accettare i complimenti e le adorazioni tedesche come una specie di tributo obbligatorio . Durante quel ricevimento , egli se ne stette quasi sempre zitto e svogliato , mentre inutilmente Rathenau e la signora von Prittwitz conducevano inutilmente la conversazione in inglese , e tutti attendevano che l ' oracolo aprisse la bocca e sentenziasse almeno , come l ' antico Seneca , che i salami non sono salsiccie . In fondo , il beneficio che Maynard Keynes ha ricevuto dalla enorme reclame stamburatagli dai tedeschi , è immensamente superiore ai benefici che i tedeschi hanno ricavato dai suoi pagatissimi e inutilissimi articoli . Avevo già veduto Rabinadrath Tagore godersi l ' adorazione delle quarant ' ore da parte degli intellettuali di Berlino : a Nervi vidi Keynes godersi l ' adorazione delle five o ' clok da parte dei diplomatici . Nessuno , come i tedeschi , venera così le proprie invenzioni . La delegazione tedesca , durante tutta la conferenza , adorò una invenzione ad essa carissima : che gli inglesi fossero particolarmente ben disposti verso la Germania . L ' unico , forse , fra i delegati , che fosse meno propenso a questa anglofilia , e più vicino , tendenzialmente , alla politica continentale sostenuta dallo scarso e malinconico gruppo che fa capo alle Sozialistische Monatshelfe , era il Cancelliere Wirth . Lloyd George dovette capirlo , perché negli ultimi quindici giorni della Conferenza volle avere dei colloqui con lui senza Rathenau : e chissà quali balle gli avrà raccontato . Ma Wirth ha pochi ganci cui quell ' altro si possa attaccare . Anche nel personale subalterno , si trovava qualche elemento più diffidente verso le manovre inglesi : così , per esempio , lo Hilferding , che portava a Genova le vedute del Salon Cassirer di Berlino , il diffamato focolaio del riavvicinamento franco - tedesco . Ma erano isolati . Gli esperti e gli emissarii inglesi erano gli ospiti più graditi dell ' Hotel Eden , e Lloyd George ce li mandava a stormi . Quando sorse la polemica se e , nel caso , chi dell ' entourage di Lloyd George era stato preavvertito delle trattative con i russi condotta dal Mahlzahn , io commisi l ' imprudenza di pubblicare il nome di M . r Sidebothon . Ma il giorno dopo , avrò avuto altri cinque o sei nomi di persone diverse , e a me sconosciute , della delegazione britannica , che mi venivano comunicati , in tutta confidenza , da inglesi che speravano di poter fare , per mezzo del giornale locale , il pettegolezzo personale . Non pubblicai più niente : ma rimasi persuaso di questo : che per lo meno venti persone compresissimo Lloyd George erano tenute regolarmente al corrente dell ' affare che si covava a Rapallo .
LA DIPLOMAZIA ITALIANA A GENOVA ( ANSALDO GIOVANNI , 1922 )
StampaPeriodica ,
L ' italiano di maggior levatura e di più fine ingegno che fosse presente nel caravanserraglio , era indubbiamente ... Sua Eccellenza il Consigliere di Stato Giuseppe Motta , presidente della Delegazione svizzera . La Svizzera fa di questi tiri . Pare che nell ' ambiente particolarissimo della Confederazione , gli uomini delle tre razze possano purgarsi di molte sporcizie nazionali , e dar tutto il loro fiore . Quale hand tedesco avrebbe potuto conferire a Gottfried Keller quell ' intimo e pietoso sorriso , che lo fa il più moderno fra gli scrittori tedeschi ? Luigi Motta può dar l ' esempio curiosissimo di un diplomatico antico stile , che fa a meno di tutto il bagaglio bluffistico della ricostruzione , si tiene nei limiti del buon gusto e della serietà , e accontenta una moderna e pretenziosa democrazia : credo che a questo tour de force dell ' arte di governo un italiano possa arrivare solo dall ' ambiente cantonale , colla pratica di due altre grandi civiltà , con l ' educazione in paesi stranieri e con la lusinghiera sicurezza di non essere cittadino del Regno d ' Italia e suddito di Giolitti . Comunque , il signor Motta ci è arrivato . Io ebbi occasione di osservarlo in più occasioni , in colloqui privati , mentre la conversazione era condotta da terzi : e me lo potei godere tutto . Florido di persona , benevolo nel tratto , egli è un lusingatore di tutti i suoi interlocutori insuperabile : non ho mai veduto un uomo che sappia ascoltare così bene i discorsi altrui , li sottolinei con piccole approvazioni , con parchi cenni del capo , dia all ' altro , anche se è uno scemo , la soddisfazione di vedersi preso sul serio , che è poi la soddisfazione di cui gli uomini si ricordano di più . Mentre gli altri discorrono , il signor Motta si dispone in pose piene di rispetto e di dignità , che rivelano non l ' eleganza innata dell ' uomo di alta razza , ma la sorveglianza perseverante su sé stesso dell ' uomo arrivato dal basso , da umile gente , e che ormai sa far la sua figura nei salotti e nei consigli di Stato . Egli parla un italiano genericamente subalpino , senza tracce apprezzabili di lombardismi , un tantino - ma proprio un tantino così - impacciato , come chi è avvezzo ad esprimersi normalmente in lingue straniere . È un piccolo tic della pronuncia , che gli dà agio di prolungare la riflessione prima di emettere la parola : e soltanto ascoltando lui , io compresi quale immane esigenza è contenuta nella massima corrente e ripetuta " prima di parlare , pensaci " : uno sforzo terribile , che il signor Motta compie continuamente e coscienziosamente . Perciò le sue espressioni sono di una precisione assoluta : nel corso di una conversazione , il più possibile animata , egli ripete cinque o sei volte i termini ufficiali di una designazione : egli , per esempio , non ci disse mai " noi , svizzeri italiani " , il che sarebbe scorretto , per quanto usatissimo : ma " noi , svizzeri di lingua italiana " , che è l ' espressione ortodossa . E così via . Con questo linguaggio che ha la liscezza della maiolica antica e la dirittura di un piombino , il signor Motta riesce a dare l ' illusione della sincerità : ed è forse il più placido e imperturbabile mentitore del mondo . Normalmente , egli dialoga in questo modo : riprendendo quello che ha detto il suo interlocutore , e ripetendolo con molto maggiore arte e chiarezza ; perché egli , dalla prima frase capisce perfettamente dove l ' altro vuole arrivare e gli ripresenta ben refilate quelle idee che l ' altro aveva espresso confusamente e senza riflettere . Così il signor Motta ottiene , a ogni battuta , due vantaggi : non dice niente , e procura all ' altro il compiacimento di essersi espresso molto bene . Quando poi è messo alle strette , e deve rispondere categoricamente , allora egli dà fuori frasi di convenienza , ma in modo maestro . Egli fu uno dei più scettici attori della Conferenza , e riuscì a far credere di esserne un fervente : disprezzava profondamente i russi , convintissimo che con essi non si sarebbe concluso niente , ma si interessava con la massima buona grazia delle condizioni della vita in Russia : rese dei servigi a Rathenau , protestando dolcemente , a nome dei neutri , contro il regime delle sedute del club a Villa D ' Albertis , ma la lancetta di tutta la sua azione fu piuttosto francese , e punse di nascosto a più riprese la vescica conferenziale . La menzogna del signor Motta è la menzogna di grande scuola , la menzogna aulica , che sarà sempre necessaria ai più serii e onesti uomini di Stato . Quella del signor Lloyd George è la menzogna demagogica , necessaria per aizzare o addormentare i popoli , o per le " guerre giuste " , o per le " ricostruzioni " . Spostandosi dal Miramare dove alloggiava Motta al Génes dove si arrabattavano i russi , voi potevate incontrare gli uomini della menzogna di bassa lega , necessaria per sfruttare i popoli e viverci sopra : e l ' esemplare più bello era forse il Rosemberg . Ebreo e gobbo , costui si avvoltolava in un turbinio di circolari ballistiche e di foglietti réclame ch ' egli vi presentava con gli occhi loschi dell ' uomo che ha parecchie fucilazioni per vendette personali sulla coscienza , e sa che voi lo sapete . Ma di costui e di Rakowsky , e di tutti i moscoviti ho fatto proposito di non parlare . Dedicherò solo un ricordo al signor Cicerin . Cicerin . Fra gli altri diplomatici , atteggiamento del collegiale che è malignato dai compagni , e quando il professore di fisica fa gli esperimenti al buio , tutta la classe gli assesta scapellotti , ficotti , e bazzurre sulla testa . Manca assolutamente di quell ' aspetto dignitoso e virile , che è la bellezza di un militare o di un uomo di stato : occhi detestabilmente abborsonati , carnagione biancastra e facciata da pascià : un gaudente da harem , un uomo che par fatto apposta per essere lisciato dalle sue donne e leccato e perleccato dal cagnolo della concubina . Il ricostruttore della Nazione Le giornate di Genova restarono certo memorabili nella vita dell ' on . Facta . Durante tutto il periodo della Conferenza , il Presidente del Consiglio trasudò letizia : la letizia dell ' innocenza . La sua stessa figura tradiva la bonaria soddisfazione dell ' avvocato di provincia , arrivato dove mai si sarebbe sognato di arrivare . Io lo osservai in diverse occasioni . Durante le sedute solenni della conferenza , egli non comprendeva assolutamente niente dei discorsi dei suoi eminenti colleghi , e si rivolgeva al vicino on . Schanzer per spiegazioni sui punti applauditi , con gesti così impacciati che facevano fremere chi gli teneva il binoccolo puntato addosso . Il marchese Visconti Venosta e il commendator Giannini , seduti dietro a lui , gli davano ogni tanto gli schiarimenti del caso , ed egli li ringraziava con sollecitudine commovente . Nei ricevimenti ai giornalisti , italiani od esteri , il Presidente del Consiglio aveva veramente soggezione dei suoi interlocutori : di cui va ricordato qui solo Vettori , del Giornale d ' Italia , uomo di spirito e di incomparabile aplomb , dinanzi a cui mi par di vedere il povero Facta tutto premuroso , quasi pauroso di commettere qualche gaffe . Del resto , i ricevimenti formarono l ' attività più rilevante dell ' on . Facta durante la Conferenza . A Villa Cambiaso , in un gardens party offerto dal Municipio , Facta comparve in mezzo a un pubblico per lui adatto , composto cioè di impiegati municipali e signorine da marito . L ' autorità prefettizia aveva noleggiato degli applauditori che vollero essere troppo zelanti , gridando dalle finestre della villa , per un buon quarto d ' ora : " Viva Facta ! Viva il ricostruttore della nazione ! " . Chi non ha veduto Facta in quel quarto d ' ora ridicolo , non sa che cosa sia la fatuità trionfante . Liberato dall ' incubo dei colleghi uomini di Stato , e rimesso finalmente in mezzo alla buona gente di provincia , egli ringraziava , si profondeva sulla scalinata della villa , e a quelle grida faceva col capo di sì , di sì , come a dire che sicuro , che la nazione voleva ricostruirla lui , proprio lui ! ... L ' on . Facta rivelava , anche nelle piccole cose , una innocenza completa sul modo di presiedere la Conferenza . Nell ' unico grande ricevimento da lui dato alla Stampa internazionale all ' Hotel Miramare , questo buon uomo , pronunciato il suo discorso , si lasciò prendere in mezzo e sequestrare da una comitiva di studentelli , che , intrufolatisi nella folla , gli volevano fare firmare centinaia di cartoline - ricordo : e Facta , tutto rosso in viso , seduto a un tavolino da caffè , firmava e firmava con la massima diligenza , instancabilmente , assistito ... dal Prefetto di Genova , arruolatore delle claque , che con una aria di compunta ammirazione diceva - e lo avrà ripetuto venti volte - " Ah ! Quant ' è buono quell ' uomo lì " ! Tale e quale come se si fosse trattato di qualche santo . E di là , ad attendere i colloqui del Presidente della Conferenza , c ' erano i primi giornalisti del mondo ! Costoro , il signor Facta , forse non li conosceva neppur di nome . E ' dubbio , per esempio , ch ' egli sospettasse chi è il signor Wolff : altrimenti non sarebbe occorso il caso che questi , dopo aver ottenuto l ' appuntamento per una udienza , dovesse aspettare due ore nell ' anticamera di Palazzo Reale , e potesse essere ammesso solo dopo l ' intervento di un delegato italiano che capì tutta la stizza e il malcontento del potente pubblicista tedesco . Gli è che nell ' on . Facta affiorava nella sua forma più pacioccona e provinciale , quello che fu il difetto principale della delegazione italiana alla Conferenza : l ' aver mirato ad ottenere del " prestigio " , e l ' aver scambiato le adulazioni interessate per altrettante testimonianze di prestigio incomparabile . Come il suo capo , anche la delegazione italiana voleva essere acclamata " ricostruttrice " e diceva di sì e di sì quando gli imbroglioni glie lo gridavano dalla finestra . La figura di Schanzer La responsabilità principale di questo inebriamento spetta all ' on . Schanzer , il capo effettivo della delegazione . Ma 1'on . Schanzer non poteva comportarsi diversamente . La sua origine e la sua formazione lo rendono vittima predestinata degli adulatori . Verso coloro che dissentono dal coro , la sua diffidenza è morbosamente sospettosa . E ' inutile : la vita di quell ' uomo è dominata da due fatti : 1'origine israelita e anazionale , che si capisce che è stata sempre , per lui , fin dalla giovinezza , il cruccio delle ore : e le indegne umiliazioni subite nel periodo della neutralità che gli hanno innestato un invincibile sospetto di questo popolo di bèceri e di cafoni patrioti . Un esempio ? Eccolo . Negli ultimi giorni della Conferenza , Schanzer credette bene di invitare Lloyd George ricevendo la stampa , e annunciando che era a disposizione dei signori giornalisti per le domande che volessero avanzargli . Ma sì ! Questo era lo scenario : in realtà , Schanzer è incapace di improvvisare le risposte come fa Lloyd George : e fin qui non c ' è proprio niente di perduto , anzi , ci sarebbe da lodarlo . In quella riunione , un collega compiacente si alzò subito , e con una domanda combinata diede occasione a Schanzer di pronunciare il discorso già bell ' e preparato : piccoli artifizi perdonabili , in quell ' epopea della menzogna che fu la Conferenza . Tuttavia , quando il discorso fu spacciato , bisognò che Schanzer sottostasse all ' ònere di qualche domanda ex - abrupto . Cosa volete ! Il primo che s ' alza su fu un incorreggibile menagramo , che gli pone la domanda seguente : - Il signor ministro può dirci che cosa ha deciso la prima sotto - commissione sulle sorti della Galizia Orientale ? Lo sguardo che l ' on . Schanzer gli lanciò dalla parte opposta del salone , non è facilmente dimenticabile . A quell ' onesto e probo italiano , che ha però la disgrazia di pronunciare la nostra lingua con un accento che ricorda quello dei funzionari tedeschi del Lombardo - Veneto , questa domanda spensierata parve certo una insinuazione sanguinosa rispetto alle sue origini così malignate . Rispose poche parole impacciate , tagliò corto alle domande successive , disse affrettatamente due frasi di congedo , e con la prima scusa mal scelta , di dover andare a firmare il trattato italo - polacco ( che viceversa egli veniva appunto dall ' aver firmato ) se la svignò , fra timoroso e indignato . Questo è l ' uomo delicato e vulnerabilissimo , che cadde nelle grinfie a Lloyd George . Distrazioni compiacenti L ' opera di captazione di simpatie da parte di Lloyd George verso la delegazione italiana e il Ministro Schanzer cominciò al giorno dell ' arrivo e terminò ... alla colazione del Miramare e annesso " muro romano " . Nulla di più esilarante dell ' ammirazione che gli inglesi ufficiosi ostentavano per l ' energia dimostrata dall ' on . Facta durante la prima seduta . Lloyd George che si compiace della energia di Facta ! ! ! ... Quando questo compiacimento fu riferito al destinatario , costui cominciò a credere di possedere un pugno di ferro nel guidare la Conferenza : e il peggio è - lui disgraziato ! - che se ne vanta con qualcuno ! Come dicevano all ' Hotel Savoie quelli della delegazione francese : " cet excellent monsieur Factà ... " . Con Schanzer , la cosa procedette più finemente . Lloyd George , in due o tre episodii , lusingò Schanzer irresistibilmente . Così fu dopo tutta la farsa dell ' accordo russo - tedesco , e dell ' indignazione a un tanto il metro dimostrata da Lloyd George . Nella seduta celebre a Villa D ' Albertis , presenti anche i rappresentanti della Piccola Intesa , Lloyd George diede in escandescenze . Egli voleva senz ' altro intimare alla Germania lo sfratto dalla Commissione politica : voleva di qui , voleva di là ... Qualcheduno si persuase perfino che il Giove Tonante volesse sul serio . Schanzer , che presiedeva , intervenne per moderarlo , per introdurre nella nota a Rathenau frasi conciliative . Dopo un po ' di tira e molla , Lloyd George , con parole altamente deferenti per il ministro italiano , dichiarò di accedere al desiderio da lui espresso . Eh , no : sono soddisfazioni che un galantuomo come l ' on . Schanzer non le dimentica : tanto più che 1'on . Schanzer apparteneva alla minoranza che s ' era lasciata persuadere che il Giove Tonante volesse sul serio ... Naturalmente , la riconoscenza dell ' onorevole Schanzer si esplicò in tutte le occasioni e lo spinse anche a fare figure non brillantissime.Valga per tutti questo caso . Il 14 maggio , Domenica , la delegazione russa fa avere a Schanzer una nota di protesta contro la sua esclusione dalla Commissione mista , che doveva discutere su non ricordo quale farsa .. Contemporaneamente , i russi comunicano la nota - protesta alla stampa . La nota , per essere una nota , era abbastanza interessante : e veniva a guastare tutte le elaborate macchinazioni di Lloyd George per far trangugiare ai francesi la Commissione mista e i suoi ammennicoli : cioè veniva a rinforzare e giustificare le riluttanze francesi . Schanzer riceve la nota , e la tiene per sé . Barthou , non essendone ufficialmente informato , non la comunica a Parigi . Ma alla delegazione francese c ' erano gli informatori zelantissimi di Poincaré : e la sera stessa di Domenica Poincaré era in possesso della nota e mandava un telegrammino a Barthou , che certo non conteneva dei complimenti . Va da sé , che Barthou si recò alla seduta del club a Palazzo Reale un po ' coi nervi tesi per tutto questo giro e rigiro di note e di sornioni silenzi . Lloyd George aveva fatto sapere a Schanzer che della nota russa bisognava discorrerne il meno possibile . Schanzer lo compiacque goffamente , come sogliono gli onesti allorché si permettono di aderire ai desideri ... degli altri . La mattina del Lunedì , ricominciano dunque i cosiddetti lavori . Al principio della seduta Schanzer riprese ad esporre il progetto della risposta ai russi voluto da Lloyd George , come se da parte russa nulla fosse intervenuto . Il signor Barthou stette ad ascoltare con aria socratica la relazione di Schanzer e soltanto quando il ministro italiano ebbe finito osservò dolcemente , come il Maestro in un dialogo platonico : - Se permettete , vorrei richiamare la vostra attenzione su un documento trasmesso dalla Delegazione russa ... Su un documento che la Delegazione francese non conosce se non indirettamente ... La cronaca - e questa mia è cronaca di fonte francese - non dice se il Ministro Schanzer e il signor Lloyd George abbiano emesso l ' " Ah , già ... " cui ricorrono tutti i finti distratti quando sono presi in castagna . Ma , insomma , per quanto fosse penoso discorrere della nota russa , Schanzer e Lloyd George dovettero sorbirsi il resto delle osservazioni di Barthou , progressivamente sempre meno soavi : - Una nota russa è stata presentata ieri sera alla Presidenza della Conferenza , e la delegazione ne ha dato comunicazione alla stampa . Noi non sappiamo se la nota in circolazione sia esatta , e desidereremmo che ce ne fosse data conoscenza . Nel testo integrale , si capisce ... Schanzer confermò che domenica , a ora tarda , gli era stata consegnata la nota di Cicerin . Ma nessuno potè levare di testa ai francesi che il ministro italiano avesse perpetrato il tentativo di livragare un documento ufficiale , comunicandolo con ritardo . Ecco come sorgevano impressioni e risentimenti , infondati data l ' onestà di Schanzer , ma coloriti di giustificatezza data la sua evidente docilità alle manovre inglesi . Ebbe mai l ' on . Schanzer un momento di lucidità , sulla parte che il gran maneggione e pasticcione inglese gli faceva fare ? Forse un raggio riuscì a penetrare nella fitta tenebra quando si scatenò la polemica francese contro gli accaparramenti petrolieri iniziati sottomano da parte inglese a Santa Margherita presso i russi . Schanzer si impaurì del chiasso dei giornali , e temette di doversi presentare alla Camera " senza petrolio " . " Come farò , come farò - avrebbe egli detto a un suo intimo consigliere - quando mi accuseranno di tornare a mani vuote anche di questo ? " . Poi le assicurazioni date con una serietà di pénce - sans - rire dagli ufficiosi inglesi lo tranquillizzarono . Scomparso il lume del petrolio , tornò il buio attorno al cervello dell ' on . Schanzer . I Consiglieri di Schanzer E il ministro Schanzer , in questa sua ansia di essere utile ... alla Delegazione inglese , non trovava alcuna rèmora negli uomini , anzi nei due uomini che gli stavano più da vicino : il Marchese Giovanni Visconti Venosta , segretario generale della Delegazione , e il Comm . Giannini , e che godevano intierissima la sua confidenza . Il marchese Visconti - Venosta è un uomo che , quando vuole esprime il suo giudizio su chi non crede che Lloyd George sia il più grande uomo di stato vivente , ricorre a questa formula curiosa e rivelatrice : " Il tale deve avere una mentalità francese " . Con questo , il tale è compatito ma condannato : e il marchese assume verso di lui un atteggiamento di diffidenza mal celata , che contrasta con la sistematica e premeditata piacevolezza delle sue maniere verso tutti coloro che ... egli crede non abbiano la " mentalità francese " . Uomo di arguzia fine e di risposta pronta e sottile , non è però uomo di spirito perché è permaloso . Questa sua permalosità si rendeva manifesta in un timore esagerato e quasi ridicolo , degli attacchi della stampa . Fu lui , io credo , a creare nella Delegazione italiana quella aspettativa esigente delle approvazioni universali : tutti dovevano dire e stampare e credere che l ' azione della delegazione era lungimirante e provvidenziale : e in realtà , tranne poche sfumature , durante quaranta lunghi giorni la delegazione italiana fu circondata da un coro di lodi che le altre delegazioni non conoscevano neppure da lontano . ( Chi stonava , Visconti - Venosta quasi gli levava il saluto ! ... ) . Questa preoccupazione di " fare star buona " la stampa , indusse il Visconti Venosta ad assumere egli stesso l ' ònere delle comunicazioni alla stampa , saltando a piè pari il comm . Amedeo Giannini , e il pleonastico sen . Artom : non sappiamo con quale soddisfazione di queste due egregie persone . E ' doveroso riconoscere che , specie nell ' ultimo periodo della Conferenza , le comunicazioni del marchese erano le più spirituelles e le più complete della Conferenza : e che il marchese - a prescindere da qualche accentuato complimento verso i giornali più temuti dalla Consulta - adempiva le sue funzioni di informatore con una perfetta pubblicità , senza cioè informazioni à coté per " persone grate " . Il commendatore Giannini è il perito dell ' Italia : perito per i cambi , perito per la ricostruzione russa , perito per la ricostruzione europea , perito in " tutt ' e cose " . Nascosto in una fitta schiera di ventinove colleghi , tutti nominalmente periti a egual titolo di lui alla Conferenza , egli però li scavalcava tutti e ventinove , pistonato attivamente nella considerazione di Schanzer dalla fama di essere uomo espertissimo degli inglesi , e tesoreggiato addirittura dal signor Grigg e compagnia . Per esempio , quando le trattative con gli jugoslavi , trasportate a Palazzo Reale , ricevettero un nuovo impulso dalla iniziativa di Lloyd George , presenziarono in nome del " principae " l ' inglese M . r Gregory e l ' italiano comm . Giannini ; e noi tutti potemmo ammirare la versatilità inaudita di quest ' uomo , che dalla ricostruzione dell ' immensa Russia , passava a discutere - forse per distrarsi - se attorno a Zara ci devono essere dieci o quindici chilometri di zona franca ... Il perito in " tutt ' e cose " invidiava al minor collega Lucciolli perfino quei dieci o quindici chilometri di caccia riservata ! Un meridionale proveniente dalla burocrazia non è ingenuo come un diplomatico di carriera e di razza : ed il commendatore Giannini sa trattare col pubblico meglio che il Marchese Visconti Venosta , parlando di buon grado a chiunque lo interpelli , ma riservando le lecite informazioni agli amici del cuore : egli ne ha così di potenti , che non lo abbandoneranno mai . La sua ammirazione per Lloyd George è illimitata , degna di un diplomatico ... portoghese . Nel bellissimo episodio dell ' alleanza italo - inglese impostata sulle imbandigioni del Miramar ; battezzata dalle insulsaggini Lloyd - georgiane del muro romano , e varata da quasi tutta la stampa italiana , credo che il comm . Giannini abbia avuto una parte : se egli , alla sera , avesse detto una parola di scetticismo a chi di ragione , sarebbe rimasto risparmiato alla Consulta il ridicolo di un emballement per legami anfitrionici e non diplomatici , smentiti brutalmente quindici giorni dopo dai giornali inglesi . Il comm . Giannini , uomo certo accortissimo , non si è ancora capacitato ch ' egli può essere perito di " tutt ' e cose " , fuorché del cuore di Lloyd George . Cose che succedono agli innamorati devoti . Il Conte Zio di Santa Margherita Ho accennato a quest ' altra avventura , svoltasi à coté della Conferenza , sotto la presidenza di Sua Eccellenza Tosti di Valminuta , alloggiato all ' Hotel Guglielmina a Santa Margherita . L ' on . Tosti - presidente della Lega Navale di Roma : e non aggiungo altra caratteristica - considerava le trattative come un campicello affidatogli , perch ' egli ne traesse diplomatico sostentamento durante la Conferenza . Gentiluomo ospitale e cortese , egli si imbronciava solo quando qualcheduno gli esprimeva la speranza di una prossima conclusione : tal e quale come il Conte Zio : " Son cose spinose , affari delicati .. reverendissimo padre " . E qui , invece di gonfiar le gote e di soffiare , stringeva le labbra , e tirava dentro tant ' aria quanta ne soleva mandar soffiando . Il dialogo , caratteristico , si apriva regolarmente così : - Può dirmi , Eccellenza , come procedono le trattative con la delegazione jugoslava ? - Trattative ? ! Trattative ! Non sono trattative . Io non mi trovo qui per trattare . Io ho semplicemente l ' incarico di condurre delle conversazioni , così , per esaminare se vi sono dei punti di contatto , delle vedute comuni da cui si possa procedere oltre ... Voi comprendete , c ' è una differenza fra " trattative " e " conversazioni " . Le trattative verranno poi . Per ora sono semplici sondaggi in questioni delicatissime , che io compio approfittando della presenza dei ministri jugoslavi . I quali - e questo posso dirlo - si sono volenterosamente prestati a queste conversazioni , a questi tastamenti di terreno assolutamente preliminari ... Ad ascoltare questo anfanamento , c ' era da indignarsi contro un uomo che parlava così , quando due paesi attendevano semplicemente l ' esecuzione di un trattato firmato diciotto mesi prima ! E faceva pena vederlo , lui , l ' on . Tosti , così aperto e giovialone , cercar di incupirsi per persuadere l ' interlocutore che bisognava far sembiante di giudicare disperate le trattative per non mettere in sospetto i croati contro i serbi , per non aizzare il delegato dalmata Krstéls contro il collega Nincic , serbo , e altri poveri machiavellismi di questo genere , che rivelavano nell ' on . Tosti soltanto una concezione falsa e un disegno egoistico ; la concezione che i ministri jugoslavi fossero in disaccordo fra loro , e il disegno di tirare in lungo le trattative . Questo disegno era egoistico per questo : l ' on . Tosti voleva avere qualche titolo legittimativo per restare sul palcoscenico della Conferenza ; se le " conversazioni " concludevano qualche cosa , il titolo legittimativo veniva meno , e il palcoscenico doveva essere abbandonato , non essendo l ' on . Tosti membro della delegazione alla Conferenza ( e il non avervelo nominato fu un errore dell ' on . Schanzer : c ' era dentro mezza Italia ! ) . Alcune delle questioni che formavano oggetto delle trattative erano assolutamente ridicole . Non ci sono in Italia cento italiani disposti ad interessarsi delle validità delle lauree italiane in Jugoslavia , e forse non ce ne sono mille che siano disposti a subire il disturbo minimo perché Zara abbia quindici chilometri di zona franca . Ci sono , sì , i folli che sostengono che si deve conquistare la Dalmazia : ma anch ' essi presentano il vantaggio di infischiarsi del modo con cui si eseguisce il Trattato di Rapallo . Delegati italiani , e jugoslavi hanno discusso per mesi di particolari di così scarsa importanza , che essi hanno avuto persino vergogna a confessarla ; e questo fu il primo motivo del gran segreto che nascose quelle trattative . In questo furono aiutati dai giornalisti delle due nazioni : in Italia ci sono cinque o sei individui che possono legittimare la loro attività in un giornale soltanto in quanto c ' é una rogna diplomatica cogli jugoslavi da trattare competentemente : inutile dire che l ' on . Tosti era sapientemente fiancheggiato da costoro nel compito di rendere iperbolicamente ardue le trattative di Rapallo . Il senatore Contarini , che forse non era così " specializzato " nella rogna adriatica , e può far strada anche quando quella rogna non si gratterà più , era quindi la bestia nera di tutti questi canonici della " questione adriatica " : compreso l ' on . Tosti . Anzi passava per rinunciatario addirittura . Il propagandista Orlando Questo " clou " di mantenuti della questione adriatica , dunque , ostentò un grande allarme quando si seppe che , in un saloncino del Bristol , c ' era stato una specie di convegno riservato fra uomini politici concordi nel desiderio che le trattative arrivassero in porto , e disposti poi a compiere un ' opera personale di riavvicinamento dei due paesi , e soprattutto di diffusione di notizie precise sulla situazione reciproca . Da parte italiana v ' erano i soliti " rinunciatari " assai più conosciuti nel limbo della questione adriatica di quel che non sia Barabba nella passione di Cristo : da parte jugoslava , presenziarono i ministri Nincic e Antonievic , pur rimanendo l ' iniziativa di natura strettamente privata . Inutile diffondere : sui risultati perfettamente accademici di questi incontri . Tutto culminò poi in una modesta e innocentissima colazione , offerta dagli italiani agli jugoslavi , e che diede origine a intimidazioni dei fascisti indigeni , e a ciarle sfondolate , in cui si favoleggiò di un sontuoso banchetto coronato da brindisi auspicanti per lo meno alla rinuncia di Udine e di Palmanova . Comunque , la riunione al Bristol avvenne alle 26 del 4 maggio . In essa si era parlato - ma rinunciandone l ' attuazione a trattative concluse - di una Lega italo - jugoslava , a scopo di cultura e di propaganda . Due ore dopo , uno dei partecipanti di quella riunione si incontra a Palazzo Reale con Schanzer . - So che hanno avuto , oggi , una piccola riunione con delle personalità jugoslave , comincia il ministro in tono agrodolce . - Mi congratulo con il suo servizio di informazioni , che è ottimo davvero , Eccellenza . - Ma io posso dirle anche chi c ' era : il tale , il tale , il talaltro ; - e Schanzer snocciolò tutti i nomi con l ' aria soddisfatta del ministro di polizia che ha fra le mani l ' elenco dei congiurati . - E posso dirle ancora che loro hanno progettato una specie di Lega italo - jugoslava ... - Ah , sì : ma se ne parlò solo molto vagamente . - E su chi avrebbero messo gli occhi per presiederla ? - continua il ministro . - Le ripeto , - ribatté l ' altro ; - che la cosa fu appena accennata . Ad ogni modo , in via di ipotesi , noi s ' era pensato a qualche nome poco compromesso , come , per esempio , quello del senatore Ruffini ... - Eh , sì ! certo , Ruffini sarebbe adattatissimo . Ma c ' è anche qualche altro personaggio di prim ' ordine , che darebbe volentieri la sua opera , a fine di propaganda e di intesa reciproca italo - jugoslava , e sarebbe anche disposto ad andare a Belgrado a tenere delle conferenze ... - Ci consigli pure , Eccellenza . - L ' onorevole Orlando ... Faccia attonita dell ' interlocutore . - Sì , sì , le dico , l ' on . Orlando si assumerebbe volentieri , io credo , questa responsabilità . Il dialogo finì li , e anche il progetto della Lega finì lì . Ma questa uscita del Ministro Schanzer è rivelatrice di nuovi orizzonti Schanzeriani e Orlandiani . Orlando , l ' uomo di Parigi , pronta ad andare a Belgrado a tenere conferenze : Schanzer , che messo davanti alle strette delle trattative , dell ' abbandono della terza zona dalmata e delle temutissime minacce dell ' Idea Nazionale cerca nell ' uomo di Parigi e nella Lega italo - jugoslava il parafulmine per le insolenze nazionaliste . Ma poi , tramontato questo espediente , la paura di fronte ai padroni segreti della Consulta riprese il disopra , e Schanzer lasciò capire a Nincic che l ' abbandono della terza zona era impossibile per riguardi parlamentari . Quando Nincic partì per Belgrado , portando questa coraggiosissima risposta , faceva veramente l ' impressione di un uomo mortificato . Tutte le faziose conversazioni col Conte Zio di Santa Margherita non avevano concluso ad altro che a comprometterlo dinanzi alle scimmie urlatrici di casa sua , quelle di Belgrado . Partendo , il Nincic accennò chiaramente all ' arbitrato previsto del Presidente della Confederazione Svizzera dal Trattato di Rapallo , come all ' unica via d ' uscita : e l ' on . Schanzer probabilmente , avrebbe accettato questa brusca soluzione che , se costituiva una crisi nei rapporti diplomatici fra le due nazioni , liberava però lui , Schanzer , delle responsabilità più temute verso ... l ' Idea Nazionale . Tutti sanno poi che l ' intervento larvato di Lloyd George diede agli affari una nuova piega : il " conversatore " Tosti fu messo in disponibilità , e il comm . Amedeo Giannini , quasi per confondere fin il ricordo della misteriosa colazione dei rinunciatari , offrii in nome del ministro un banchetto alla stampa italo - jugoslava : un banchetto , questo sì , veramente sontuoso , cui intervennero anche i custodi ideali dei quindici chilometri di zona franca attorno a Zara . Con l ' alleanza inglese in saccoccia , l ' on . Schanzer prendeva coraggio . Se su qualche chilometro attorno a Zara si era ceduto , in compenso si prevedeva imminente la conquista ... del muro romano ! ...
POLITICA E STORIA: POLEMICA SUL MANIFESTO ( ANSALDO GIOVANNI , 1922 )
StampaPeriodica ,
Caro Gobetti , Eccoti qualche osservazione sul tuo tormentato e tormentatore " Manifesto " . Tu poni perfettamente come compito della Rivoluzione Liberale la spiegazione di questi tre fenomeni della vita italiana : " 1 ) mancanza di una classe dirigente come classe politica ; 2 ) mancanza di una vita economica moderna ossia di una classe tecnica progredita ( lavoro qualificato , intraprenditori , risparmiatori ) 3 ) mancanza di una coscienza e di un diretto esercizio della libertà " Mio caro amico , ti dirò subito che non credo sia possibile arrivare a tanto , seguendo il tenue filo delle avventure hegeliane e delle peripezie antisensiste dei signori Luigi Ornato , Giovanni Maria Bertini e Santorre di Santarosa . Permetti che , in queste mie osservazioni , mi valga dei risultati degli studi di autori che qui convien nominare per vendicarli delle spogliazioni che essi soffrono da una ristretta cerchia di iniziati , che non li nomina mai per paura che anche gli altri se li facciano venire dal libraio . Mi baso sopratutto su : Sombart , Der Bourgeois , Monaco e Lipsia 1913; Max Weber , Gesammelte Aufsätze zur Religions soziologie , Tufinga 1921; Troeltsch , Soziallehren der chrislichen Kirchen , Berlino 1917 . La vostra posizione di protesta contro l ' Italia giolittiana o nittiana , contro il socialismo di Serrati e le cooperative di Vergnanini somiglia molto alla passionale opposizione puritana contro il sistema sociale che si era formato in Inghilterra sotto gli Stuardi : lega di malaffare fra Stato , Chiesa anglicana e monopolisti , per far prosperare le imprese di un capitalismo mercantile coloniale statalmente privilegiato . Il puritanesimo vi contrapponeva le tendenze ad un profitto capitalistico razionale e legale , raggiunto in forza della propria energia e iniziativa . I puritani ( Prynne , Parker ) rigettavano ogni contatto " con i cortigiani e i facitori di progetti " , fautori di monopolii parassitarii , come con una classe di persone eticamente sospette ; il nostro amico E . Corbino tratta precisamente su questo tono i socialisti , che " facitori di progetti " sono già fin d ' ora , e " cortigiani " diventeranno ben presto . Questa analogia di posizioni fa capire che , in fondo , iI compito di Rivoluzione Liberale mira alla spiegazione della mancanza prima e profonda nel nostro paese : quella dello " spirito capitalistico " . Definizioni dello spirito capitalistico non ce ne sono . Raccomandabilissimo , per mia esperienza personale , lo studio di due libri : La Vita di Beniamino Franklin e Robison Crusoè : né dirai che questa volta faccio delle citazioni peregrine . Lo spirito capitalista è facilmente percepibile quando l ' ascesi protestante si è impadronita del vecchio concetto ( - che il lavoro , anche per misera mercede , è meritorio agli occhi di Dio - ) e lo ha approfondito , anzi trasformato , fino a creare l ' impulso al lavoro come vocazione (ingl.: state ; ted . Beruf ) , fino a far considerare il lavoro come l ' eccellente , anzi l ' unico mezzo , per diventare sicuri dello stato di grazia : quando l ' ascesi protestante - divenuta vera ascesi laica - legalizzò d ' altra parte lo sfruttamento della specifica volonterosità al lavoro , chiarificando come " vocazione " , l ' ansia di guadagno dell ' imprenditore . È evidente poi , quanto l ' esclusivo sforzo di raggiungere il regno di Dio con l ' adempimento del dovere al lavoro ( inteso come vocazione ) dovesse promuovere la " produttività " , nel senso capitalistico della parola : è dimostrato come quella concezione dello " Stato di grazia " che poteva essere garantito non da qualunque espediente magico sacramentale , o dalla assoluzione della confessione , o dell ' adempimento di pratiche propiziatorie , ma soltanto dal mantenimento di uno speciale stile di vita pietistica , dovesse condurre a quella metodica razionale della vita pratica , che è il segreto dei grandi intraprenditori e delle grandi aziende . Si è spesso - e Sombart lo ha dichiarato in tratti particolarmente felici - indicato come motivo fondamentale dell ' economia moderna il " razionalismo economico " . Senza dubbio , se con questa espressione s ' intende l ' allargamento della produttività del lavoro mediante l ' ingranaggio del processo di produzione , combinato da un punto di vista scientifico . Ma questo processo di razionalizzazione sul terreno tecnico presuppone uno stile di vita pietistico - ascetica , e condiziona una parte importante degli " ideali " della moderna società borghese : il lavoro per una razionale distribuzione di beni materiali all ' umanità . Sotto Vanderlip , americano inquirente sui mali europei , è agevole scoprire Vanderlip razionalizzatore di una azienda bancaria ; raschiate ancora , troverete il gregario di una setta protestante che cerca di seguire un qualsiasi sistema di ascesi laica . Usando uno schema grossolano , possiamo dire , per esempio , di Beniamino Franklin : a ) Prima abbiamo lo stile di vita pietistico - ascetica , notissima in quelle storielle che a noi sembrano incredibili e ridicole , dell ' Almanacco del povero Riccardo , ecc . b ) Poi abbiamo la razionalizzazione della sua vita di produttore , da apprendista tipografo diventa padrone , inventa il parafulmine , ecc . c ) Infine abbiamo la razionalizzazione della sua vita politica : leggere la descrizione dei suoi sforzi in servizio degli Improvements comunali di Filadelfia , per capire come il lavoro per la distribuzione dei beni materiali , per la " prosperità " della città natale , ecc . penda sempre dinanzi agli occhi di chi è già passato attraverso ai due stadii o momenti precedenti . Questa è la fioritura completa dello spirito capitalistico , che , come vediamo tipicamente in Franklin e in tutta la società americana dei suoi tempi , ci dà perfettamente quello che la Rivoluzione Liberale cerca invano in Italia : classe tecnica progredita , coscienza e diretto esercizio della libertà . Ora , in Italia , non esiste e non è esistito mai lo " spirito capitalistico " come fenomeno di masse . Esiste quello che il Sombart chiama Paria - kapitalismus ( la cupidigia del barcaiolo napoletano o dell ' aranciaro , la parsimonia dell ' emigrante tanto ridicolamente vantata , tutti aspetti dell ' auri sacra fames che è vecchia quanto il mondo , e non ha niente da fare con lo spirito capitalistico ) . Esiste quello che lo stesso Sombart , e altri , chiamarono Abenteurer - kapitalismus ( il persistente parassitismo siderurgico , i casi Bondi , Perrone , ecc . rientrane in questa categoria ) . Non ci fu mai altro . Perché ? La risposta del materialismo storico ingenuo spiega subito , si sa : " Tale spirito capitalistico un rispecchiamento , una soprastruttura di situazioni economiche : non si è avuto in Italia , perché queste situazioni sono mancate " . Balle . Basta ricordare che nel paese natale di Beniamino Franklin ( Massachussets ) lo " spirito capitalistico " esistette ben prima dello " sviluppo capitalistico " : che nelle colonie che poi formarono gli Stati meridionali dell ' Unione , questo spirito capitalistico rimase molto meno sviluppato , quantunque là sorgessero le prime intraprese d ' affari su grande - ma non razionale - scala : che lo spirito capitalistico si preparò , insomma , alle più grandi esplosioni nelle Colonie di New - England , in mezzo a una popolazione di piccoli borghesi , di artigiani , di yeomen e di predicatori . Il ritornello incalza : perché ? Perché , dai Comuni , in cui , come tu dici , " sorsero gli elementi della vita economica moderna " non derivò anche lo spirito che questi elementi unifica e conduce alla battaglia ? Perché Machiavelli , che " professa una religiosità della pratica come spontaneità di iniziativa e di economia " rimane un isolato ? Perché , quando , sotto la superficiale influenza di Cavour e del periodo libero - scambista , parve che un più intenso sbocciare di imprese animate , da spirito capitalistico dovesse segnare l ' inizio del nuovo Regno , ci fu una vera rivolta della opinione pubblica , un vero riaccendersi di disprezzo mandarinesco verso gli uomini dell ' industria e questa rivolta si concretò nell ' accentramento burocratico ? Perché , mio caro , tu stesso , che con tanta minuzia studii , non dico l ' embrione , ma il feto della classe dirigente in Italia , arrivato al Santarosa " in cui l ' espressione dell ' esigenza religiosa si confondeva nell ' ossequio alla Chiesa " , trovi ciò assolutamente ovvio , " perché il Cristianesimo , iniziale ardore di sentimento , momento ideale naturalmente anarchico , eretico , atto che supera tutti i fatti , affermazione violenta di spiritualità contro tutti i dati , non può avere vita e compimento reale se non realizza l ' ardore in organismo , se non sostituisce alla purezza astratta dell ' aspirazione l ' ordine solido della praticità " ? Perché - io credo - il cattolicesimo , il cattolicismo della Chiesa romana assoluta negazione di ogni metodica di vita borghese , assoluta soffocatrice dell ' ascesi protestante , ci ha afferrati e non ci molla più . Io non so se , come tu dici , il cattolicesimo ha ucciso l ' idea liberale : perché l ' idea liberale è per me una espressione alquanto vaga e imprecisa ma esso ha forse ucciso in Italia ogni possibilità di ascesi laica . Ha , con la sua mole di Chiesa , cioè di universale fidecommesso per scopi ultraterreni , abbracciante i giusti e i reprobi , ucciso tutte le possibilità di svolgimento della setta , intesa come comunità di coloro che personalmente si sentono in stato di grazia , credenti ed eletti , e di costoro soltanto : e cosi , con questo primo schiacciamento , ha tolto di mezzo ogni classe dirigente come classe politica ; perché la setta ( religiosa ) ne è il presupposto . La Chiesa Romana ha incarnato in noi quell ' orrore verso l ' irrimediabile banausismo , volgarità e monotonia della attività pretina specializzata , e con questo ha tolto di mezzo le possibilità di avere la classe tecnica progredita . La Chiesa Romana ci ha evitate le angoscie del dubbio sull ' essere o no predestinati alla grazia , degni o indegni di appartenere alla " Ecclesia pura " : ma " la coscienza e il diretto esercizio della libertà " sono sorte proprio e soltanto da quelle angoscie . Insomma io credo che il cattolicismo della Chiesa Romana ci abbia privati dello " spirito capitalistico " ; e - insieme - di tutto ciò di cui Rivoluzione Liberale si propone di spiegare la mancanza , e che manca , perché è mancato quello spirito capitalistico stesso . Il più bello però è questo : che tu , con la tua rivista , non solo vuoi spiegare perché tutta questa roba manca : ma vuoi contribuire a fabbricarla . Io credo invece che la vittoria del cattolicismo sia definitiva , nel senso chiarito : che cioè lo " spirito capitalistico " non sorgerà - come afflato di massa - nel nostro paese . Tu dici : Data la loro affermazione di un principio idealistico o , se meglio piace , volontaristico , che fa risiedere la funzione dello Stato nelle libere attività popolari , affermantisi attraverso un processo di individuale differenziazione , Mazzini e Marx sono i più grandi liberali del mondo moderno . Giusto : appunto per questo il marxismo e il mazzinianismo sono fratelli ... nella tomba . Tu dici : Coerenti ad una visione marxista , o , meglio , italianamente marxista sono rimasti alcuni comunisti ( non il Partito Comunista ) , che agitando il mito di Lenin vedono nella Rivoluzione il cimento della capacità politica delle classi lavoratrici , della loro attitudine a creare lo Stato . Giusto : tu hai pronunciato la condanna di ogni attività pratica dei tuoi amici comunisti . Gira e rigira biondina , in Italia - altro che marxismo ! - non c ' è che del " poverismo " : indicando provvisoriamente col termine di poverismo il complesso delle tendenze e delle dottrine contrarie allo spirito capitalistico . Prima di tutto , al solito , il sistema poveristico della Chiesa Romana , cui ancora si volge con nostalgia il ricordo e l ' affetto degli italiani : né so tenermi dal trascrivere una paginetta del Veuillot , dove i suoi caratteri sono scolpiti con una efficacia che non mi stanco di ammirare : " A l ' osteria , le déjeuner couta dix - sept sous . C ' est une des grâces de Rome , de pouvoir déjeuner où l ' on veut , au prix que l ' on veut . Toute porte est ouverte à toute honnête homme . On a le droit d ' être pauvre , la pauvreté est de bonne humeur . Le droit d ' être pauvre , la bonne humeur de la pauvreté ! Le monde finira par n ' avoir même plus l ' idée de ces deux grands biens ; et alors il y aura des pleurs et de grincement de dents . Rome , Rome , doux pays de la pauverté honorée et libre ? Le docteur B * * , excellent prêtre , partit de Paris son breviaire sous le bras , il entra dans Rome sans autre fortune qu ' un sac de nuit ... qui contenait un plan d ' études . A vingt sous par jour , l ' honoraire de sa messe , il est logé , nourri , libre , content ; il est entouré de consideration , et il fait un beau livre " . L ' Italia , mio caro , in cui vi sentite come esiliati , è questa , è sempre questa . Per cambiarla pare che tu faccia assegnamento sui nuclei iniziali dei due partiti rivoluzionari , quello degli operai e quello dei contadini . Tu li chiami rivoluzionari : spiegati . Forse sono rivoluzionari i loro capi , le loro élites , i giovani che più o meno conosciamo , tizio o caio , e che assumono verso l ' Italia d ' oggi , l ' atteggiamento di protesta puritana ? Ma perché i capi e le élites mettano in moto le masse hanno bisogno di un vecchio ingrediente : il paradiso . E non mica qualche paradiso laico , come sempre ce ne hanno descritto gli utopisti . Per battere la Chiesa , completamente provvista con tre paradisi , quello di Adamo ed Eva , quello " poverista " in cui Venillot e il suo amico R * * si trovavano così bene , e quello lassù , bisogna che i capi e le élites dispongano di un paradiso come ne disponevano i Calvinisti , i Mennoniti , i Quaccheri . Vuoi tu rimandarci ai Circoli di Coltura Religiosa ? Ah , mon bon , pas si bête que ça ! Il coraggio di mascherarsi da protestante l ' ha soltanto il nostro amico Prezzolini ! O forse tu vuoi dire che " l ' ardore e l ' iniziativa degli operai saranno - da certe nuove circostanze economiche , - potenziati a un nuovo completo impeto rivoluzionario ? Ebbene allora io ti chiedo quale espediente rivoluzionario mai varrà a cancellare il marchio anticapitalistico impressoci dalla Chiesa di Roma , a far sorgere quello spirito capitalistico che i Comuni , il Rinascimento e il Risorgimento non sono riusciti a far sorgere : io ti domando come eviterai che la rivoluzione delle masse operaie e contadine ricada nel vecchio solco del poverismo cattolico , non sia semplicemente e rovinosamente un pazzo tentativo di ritorno al tempo in cui con venti soldi al giorno l ' uomo era alloggiato , nutrito , libero , e ... scriveva ancora dei bei libri ? Valgono insomma , non contro cotesti nuclei iniziali che sono stimabili , ma contro una loro ipotetica azione politica , le identiche obiezioni che valgono contro " la demagogia ridicola di Bombacci e di Misiano " . Essi non riescono a risolvere il problema ; quale io lo vedo : e cioè : " Come è possibile che una nazione , destituita di spirito capitalistico come la nostra , possa mettere in piedi una disciplina sociale valida ad affermarsi di fronte alle nazioni , che la loro disciplina sociale traggono da quello spirito capitalistico ? Come è possibile che l ' Italia non diventi una colonia - o non lo resti ? " Per chiudere con un filo di speranza , dopo questa domanda che pare disperata , faccio due righe di inventario . 1° Non siamo soli a dover risolvere questo problema , nel mondo . Questo problema è posto , in termini press ' a poco identici , ai popoli slavi e alla civilizzazione cinese . Ecco due enormi aggruppamenti dell ' umanità destituiti come noi , più di noi forse , di spirito capitalistico : eppure ben risoluti , mi pare , a non diventare colonie anglosassoni . Siamo in buona compagnia . 2° È innegabile che un inizio di cristallizazione , un inizio di speciale disciplina sociale si svolge attorno al cosiddetto " socialismo " di cui tu ti affretti troppo a dichiarare l ' impotenza . Non comprendo , a dir vero , l ' interpretazione missiroliana del fenomeno socialista . Lo intendo invece come una forma di poverismo laico , che però manifesta la sua originalità in questo : nella costituzione di una classe dirigente destituita , si capisce , di spirito capitalistico , ma reclutata in base ad un certo rituale , e munita delle conoscenze tecniche necessarie per far vivere una azienda . L ' epiteto di " mandarini " e di " bonzi " lanciato contro gli organizzatori per offenderli mette bene in rilievo un aspetto di questa originalità : l ' epiteto poi può essere trovato offensivo solo dagli ingenui . Se e come questa originalità possa svolgersi : se e come questa singolare classe dirigente possa essere paragonata a quelle che , in Russia ( funzionari bolscevichi ) e in Cina ( funzionari confuciani ) , cercano di difendersi contro gli assalti delle classi dirigenti derivate dalle sétte ascetico - laiche e sorrette da intenso spirito capitalistico : e , finalmente , quali siano i rapporti ideologici di essa verso la Chiesa Romana e la sua attività : tutte queste cose sono forse di un grande interesse : ma per non cadere nel vago dilettantismo , hanno bisogno di essere documentate con raffronti e citazioni lunghissime . Perciò chiudo . Tuo Giovanni Ansaldo .
GLI AVVOCATI E LA DEMOCRAZIA ( ANSALDO GIOVANNI , 1922 )
StampaPeriodica ,
L ' enorme influenza del diritto romano sulla vita dell ' Occidente non salta fuori in niente , più che in questo : che dappertutto sono i giuristi , i dotti nel diritto romano , i figli spirituali della curia , i Zanardelli e i Fera di tutti i tempi che sono i portatori e i promotori instancabili dello Stato nazionale ; cioè dello Stato in cui l ' attività economica è indipendente ; e i trasporti mistici sono dichiarati affari estranei alla pubblica amministrazione . La grande scuola per lo Stato " razionale " è il procedimento processuale : la procedura è l ' allenamento migliore per gli affari di Stato . Dallo studio del diritto romano nelle università italiane , germina un ceto politico ben distinto : i giuristi e i pratici patentati delle Università . Accanto al chiericato , alla casta dei letterati e degli umanisti , alla nobiltà di corte , e alla " Gentry " inglese , essi costituiscono la aristocrazia politica dell ' Occidente . I Potestà italiani , i canonisti e i teologi del Conciliatorismo , i giuristi di corte dei principi del Continente , i teorici monarcomachi dei Paesi Bassi , la " noblesse de robe " dei parlamenti del re di Francia , gli avvocati della rivoluzione francese : ecco i rappresentanti del razionalismo giuridico imparato sulle Pandette e applicato alla politica , cioè a formare lo Stato razionale : ecco i gloriosi - sì , propriamente gloriosi - antenati degli avvocatissimi Zanardelli e Fera . Se passiamo in rassegna l ' elenco dei membri della Convenzione - eletta a suffragio universale - troviamo : un proletario , unico e solo : pochissimi imprenditori borghesi : e poi avvocati in massa , di tutte le specie . Dalla Convenzione in poi , " avvocato " e " democrazia " sono indissolubili . La democrazia politica è l ' incubatrice degli avvocati , e la ideologia democratica costituisce il loro paradiso terrestre . Quando , bene o male l ' Italia rientrò nella corrente della civiltà occidentale e capitalistica , gli avvocati , naturalmente , si impadronirono dello Stato e si insediarono a Roma . Ma Roma è una preda che non si digerisce . Roma , la Roma più potente , la Roma del papa , aveva due ceti politici , peculiarmente sviluppati : i chierici e i letterati . Nel Piemonte o a Napoli si imparavano le Pandette , per diventare deputato o ministro e governare la plebe : negli Stati del Papa si imparava a cantar messa o a scrivere versi latini per diventare legato , e - ugualmente - governare la plebe . Quando la Monarchia si installò a Roma , gli avvocati che la accompagnarono in nome dell ' unità nazionale , del progresso , della democrazia , ecc . risentirono l ' influenza della Roma del Papa : anch ' essi si misero a imparare a cantar messa e a poetare : e l ' Italia ebbe un ceto che si occupava di politica , di formazione prevalentemente giuridica , ma con infiltrazioni di sacrestia e di Arcadia : fenomeni come il Giornale d ' Italia e il sen . Alfredo Baccelli non si spiegano infatti che con questo trapianto del ceto legale , diffuso in tutto l ' Occidente , in terra di preti . Questa classe dirigente universitaria , avvocatesca , letteratoide , assicurò alle masse la democrazia politica . Ma la moltitudine domanda qualche cosa di più della scheda . Essa domanda di imitare , di copiare , di seguire le passioni , le abitudini sociali , lo stile di vita caratteristica dei ceti governanti . Esempio : In Francia , il dominio degli avvocati è stato fortemente temperato dall ' influenza della nobiltà di Corte . Tutta la vita pratica di tutti i francesi subisce ancora oggi gli effetti dell ' imitazione dell ' " esprit de salon " della aristocrazia francese : le forme e le convenzioni sociali di tutti i francesi , anche di quelli degli strati più disgraziati della imitazione del " geste cavalier " del XVII secolo : tutta la Francia di oggi imita le passioni , le abitudini , lo stile dell ' antico regime . Quello che vi stupirà in un caporaluccio francese , in un operaio francese , per quanto umile e misero , sarà la disinvoltura , la sicurezza di sé , l ' aplomb di uomo di mondo : questo sarà sempre ciò che i tedeschi e gli italiani segretamente invidieranno ai francesi : e i francesi lo sanno , perché le passioni , le abitudini e lo stile dell ' antica aristocrazia si sono diffuse , per un fenomeno di capillarità , fino ai più umili francesi . Ecco un esempio di democrazia , non politica , ma culturale . Un altro esempio : In Inghilterra , il dominio degli avvocati è stato fortemente temperato dall ' influenza di un altro ceto politico : la gentry , costituitasi sul cadere del medioevo da una singolare fusione di gentiluomeria campagnola e di notabili cittadini . Tutta la vita pratica degli inglesi di oggi è pervasa da convenzioni , pregiudizi e preconcetti che risalgono all ' imitazione della gentry , che fin dal XVII secolo fu il ceto " che dava il tòno " . Oggi , quando voi incontrate per il mondo la fredda , inesorabile e austera prepotenza britannica , sia pure incarnata nell ' ultimo marinaio della Marina di sua maestà , gli è perché tutti gli inglesi , da secoli , imitano passioni , abitudini e stile della gentry , cioè dei loro ceti governanti : cioè fanno della democrazia culturale . I tratti essenziali dunque della classe dirigente francese o in quella inglese , sono facilmente imitabili , cioè facilmente " democratizzabili " . Ma che cosa possono imitare le plebi dalla classe dirigente italiana ! Non si imita l ' erudizione giuridica o letteratoide . I giuristi non hanno la corazza delle convenzioni , del " cant " propria della gentry britannica . Il " commendatore " romano , tipica espressione della nostra classe dirigente , è spregiudicato , non ha passioni perché è figlio di preti : le sue abitudini si sono formate sui banchi di scuola , e sui banchi di scuola e di università si diventa scettici e pedanti , come sui divani rossi dei postriboli si diventa lazzaroni . Un abisso lo separa dal resto dei mortali : la laurea ; una montagna lo disgiunge dalla moltitudine : il concorso . Cosa possono imitare le moltitudini dei ceti dirigenti ? Non si imita la formazione mentale giuridica , non si imita il gesto avvocatesco . Fra un contadino di qualunque regione italiana e un commendatore o onorevole della Capitale , v ' è una differenza nel vedere il mondo assai maggiore di quella che vi può essere fra un contadino francese e il Ministro Poincaré . Il tipo di cultura proprio della classe dirigente italiana , e maturato perfettamente in Roma fra l ' incenso delle sacristie e il lezzo delle anticamere , non è imitabile , non è democratizzabile . L ' unico fatto nuovo , innegabilmente apportato dal Fascismo nella vita italiana , è questo : che contro a questa aristocrazia di avvocati incapaci di farsi imitare , il fascismo ha presentato qualche diecina di migliaia di uomini formatisi , non sulla panche delle università , ma in guerra : e dotati di passioni , di abitudini e di costumi che impressionano , e che le moltitudini possono imitare con estrema facilità . Di fronte a qualche diecina di migliaia di giuristi , ha suscitato qualche diecina di migliaia di guerrieri . Il successo di imitazione non poté essere dubbio . Ma l ' aver presentato un nucleo sociale di guerrieri non giustifica affatto la pretesa del Fascismo di aver creato finalmente quella classe politica , che mancò finora all ' Italia .