StampaPeriodica ,
Nel
corso
della
nostra
trattazione
sulla
libertà
d
'
insegnamento
riportammo
alcune
parole
di
una
lettera
aperta
del
prof
.
Giovanni
Gentile
al
Ministro
Berenini
,
dalle
quali
deducemmo
in
buona
logica
alcune
conseguenze
.
Per
maggiore
chiarezza
ripetiamo
in
compendio
quello
che
dicemmo
allora
(
Quad
.
1633
,
del
6
luglio
1918
,
pag
.
51-53
)
.
Il
prof
.
Gentile
sostiene
che
,
per
restaurare
e
migliorare
la
scuola
dello
Stato
,
la
quale
al
presente
va
malissimo
,
com
'
egli
stesso
ripete
in
ogni
occasione
,
bisogna
diradarla
,
o
,
come
dicono
,
sfollarla
,
ammettendovi
solo
pochi
scelti
alunni
e
sceltissimi
professori
,
mediante
rigorosi
esami
di
concorso
,
e
lasciando
gli
altri
alla
scuola
privata
,
sia
pure
la
scuola
dei
preti
della
quale
lo
Stato
non
deve
avere
più
paura
,
anzi
deve
stimarla
come
un
aiuto
e
come
un
incentivo
di
gara
per
la
sua
scuola
.
Da
siffatta
proposta
noi
argomentavamo
,
che
non
potrà
mai
ottenersi
lo
sfollamento
della
scuola
dello
Stato
,
né
aver
luogo
la
gara
,
se
la
scuola
privata
non
sia
costituita
in
perfetta
uguaglianza
con
la
scuola
dello
Stato
;
uguaglianza
che
,
per
essere
reale
ed
effettiva
,
deve
avverarsi
sia
nella
parte
finanziaria
e
sia
nella
parte
morale
,
almeno
in
quanto
non
si
impongano
maggiori
pesi
alla
scuola
privata
.
Non
piacquero
al
prof
.
Gentile
le
nostre
deduzioni
,
e
ricusò
di
ammetterle
in
virtù
dei
suoi
principii
sostanzialmente
diversi
dai
nostri
;
stimò
quindi
opportuno
riprendere
la
parola
per
chiarire
la
sua
tesi
dopo
l
'
onore
fattomi
dice
egli
dagli
scrittori
della
Civiltà
cattolica
,
cui
non
dispiacque
di
riferire
una
parte
della
mia
lettera
per
invitarmi
quindi
a
giungere
,
senz
'
altro
,
a
certe
conseguenze
!
(
Libertà
d
'
insegnamento
e
Scuola
di
Stato
,
nell
'
Idea
Nazionale
,
Roma
,
30
agosto
1918
)
Anche
noi
,
compita
la
trattazione
sulla
libertà
d
'
insegnamento
,
stimiamo
opportuno
ritornarvi
sopra
,
per
meglio
chiarire
la
nostra
tesi
,
che
è
la
tesi
cattolica
fondata
sul
diritto
di
natura
,
in
particolare
confronto
con
quella
del
prof
.
Gentile
.
Discuteremo
dopo
la
sua
tesi
;
per
ora
notiamo
subito
che
,
dove
riferimmo
la
sua
lettera
,
non
facevamo
questione
dei
suoi
principii
,
i
quali
sappiamo
bene
quanto
siano
diversi
,
ma
argomentavamo
sulla
sua
proposta
pratica
,
deducendone
le
immediate
conseguenze
,
parimente
pratiche
.
Ora
queste
,
se
non
hanno
che
fare
con
i
suoi
principii
,
hanno
però
strettissima
attinenza
con
la
sua
proposta
,
in
quanto
ne
scaturiscono
necessariamente
.
Perché
se
ne
scorga
da
tutti
il
nesso
logico
evidente
,
ritorniamo
sulla
nostra
argomentazione
.
Non
è
possibile
diradare
la
scuola
pubblica
,
come
vuole
il
prof
.
Gentile
,
né
dar
luogo
alla
gara
o
cimento
di
cui
egli
parla
,
senza
dare
alle
scuole
private
l
'
uguaglianza
finanziaria
e
morale
con
la
scuola
dello
Stato
.
Primo
,
perché
gli
studenti
,
e
molto
più
i
loro
genitori
,
non
si
rassegneranno
mai
a
lasciarsi
sfollare
,
e
costringere
a
tripla
spesa
:
una
per
pagare
la
scuola
privata
,
le
altre
due
per
pagare
le
tasse
di
esame
dello
Stato
che
ammontano
a
più
del
doppio
per
i
candidati
di
scuola
privata
.
Questo
dal
lato
finanziario
;
e
dal
lato
morale
,
non
vorranno
certo
neanche
accomodarsi
alla
condizione
di
inferiorità
nella
quale
,
com
'
è
notorio
,
sono
tenuti
i
privatisti
dai
professori
della
scuola
di
Stato
.
Del
resto
,
escluderli
per
forza
dalla
scuola
di
Stato
,
la
quale
,
nell
'
ipotesi
del
Gentile
,
avrebbe
un
numero
determinato
e
ristretto
di
posti
,
ed
obbligarli
a
maggiori
spese
ed
a
condizioni
inferiori
,
è
evidentemente
ingiusto
.
Dunque
,
anche
tenendo
conto
della
sola
proposta
di
diradare
la
scuola
di
Stato
,
ne
viene
la
necessità
di
dare
alle
scuole
private
l
'
uguaglianza
finanziaria
e
morale
,
affinché
possano
essere
accettate
,
senza
danno
,
dai
padri
di
famiglia
.
Secondo
,
la
gara
,
di
natura
sua
,
non
può
sorgere
se
non
tra
persone
di
uguale
condizione
;
o
almeno
non
sarà
mai
un
vero
incentivo
di
miglioramento
,
se
una
parte
è
inferiore
all
'
altra
e
da
questa
deve
essere
giudicata
.
Crede
il
prof
.
Gentile
praticamente
,
dimenticando
per
un
momento
i
suoi
principii
,
alla
virtù
rinnovatrice
e
feconda
di
miglioramenti
che
ha
la
gara
?
Se
sì
,
bisogna
che
ammetta
la
necessità
di
dare
alla
scuola
privata
,
se
non
l
'
uguaglianza
finanziaria
,
almeno
quella
morale
con
la
scuola
di
Stato
.
Questa
era
la
nostra
argomentazione
,
e
,
se
il
prof
.
Gentile
non
vuol
riconoscerne
l
'
evidenza
immediata
,
è
segno
che
fece
la
sua
proposta
in
contraddizione
con
i
suoi
principi
,
oppure
che
la
vuoi
campata
in
aria
senza
che
dia
luogo
alle
necessarie
attuazioni
pratiche
,
le
quali
non
possono
essere
altre
da
quelle
indicate
.
In
ambedue
i
casi
c
'
è
difetto
di
logica
.
Se
dunque
vuole
essere
coerente
nei
suoi
ragionamenti
,
non
gli
resta
altro
partito
,
che
,
o
ritirare
la
sua
proposta
come
non
consentanea
con
i
suoi
principii
,
o
accettarne
tutte
le
conseguenze
,
nella
attuazione
della
riforma
scolastica
da
lui
caldeggiata
.
In
verità
,
appare
che
il
prof
.
Gentile
mostri
zelo
instancabile
e
buona
volontà
per
il
miglioramento
della
scuola
.
Quindi
potremmo
intenderci
con
lui
,
se
non
nei
principii
,
almeno
nelle
questioni
pratiche
che
richiedono
una
soluzione
urgente
.
Prescindiamo
anche
noi
per
ora
dai
nostri
principii
,
e
prendiamo
l
'
organamento
della
pubblica
istruzione
quale
è
in
Italia
nei
suoi
due
punti
principali
:
1
)
tutti
gli
insegnanti
,
anche
nelle
scuole
private
,
devono
essere
provvisti
delle
lauree
e
dei
diplomi
dello
Stato
;
2
)
chiunque
vuole
conseguire
titoli
legali
di
studio
deve
sottostare
agli
esami
dello
Stato
.
Dopo
esserci
così
messi
nello
stesso
terreno
,
passiamo
a
discutere
sull
'
attuazione
pratica
della
sua
proposta
,
se
egli
intende
mantenerla
.
Con
ciò
abbiamo
il
diritto
di
attenderci
dal
prof
.
Gentile
una
risposta
leale
,
spassionata
,
e
soprattutto
chiara
e
precisa
,
sul
minimo
di
larghezza
e
di
uguaglianza
da
dare
alla
scuola
privata
perché
possa
sussistere
,
accogliere
i
diradati
della
scuola
dello
Stato
,
ed
esporsi
alla
gara
o
cimento
,
come
,
per
somma
grazia
,
egli
le
concede
.
Or
bene
,
nelle
presenti
condizioni
,
tra
la
scuola
privata
e
la
scuola
di
Stato
,
non
vi
ha
nessuna
uguaglianza
,
ma
soltanto
sopraffazione
di
questa
su
quella
.
I
professori
della
scuola
privata
posseggono
gli
stessi
titoli
legali
d
'
insegnamento
che
quelli
della
scuola
di
Stato
,
eppure
questi
sono
costituiti
giudici
di
quelli
nei
loro
rispettivi
alunni
.
È
giusta
,
è
equa
tale
condizione
di
cose
?
Ma
,
anche
prescindendo
dalla
equità
e
dalla
giustizia
,
può
darsi
,
in
tale
stato
di
cose
,
la
gara
desiderata
dal
prof
.
Gentile
e
da
ogni
sincero
amatore
della
cultura
?
È
inutile
cercare
sotterfugi
ed
allegare
il
buon
senso
dei
professori
della
scuola
di
Stato
,
ecc
.
ecc
.
Sono
vane
parole
;
il
fatto
incontrastabile
in
psicologia
,
della
quale
deve
intendersi
il
prof
.
Gentile
,
è
che
non
può
darsi
mai
gara
sino
a
tanto
che
un
rivale
deve
essere
giudicato
dall
'
altro
rivale
privilegiato
;
anzi
,
non
può
sussistere
ed
operare
convenientemente
se
non
è
indipendente
dall
'
altro
ed
uguale
innanzi
al
giudizio
di
un
terzo
.
Ora
,
affinché
,
in
tutti
gli
esami
di
Stato
con
effetti
legali
,
si
rispetti
l
'
indipendenza
e
l
'
uguaglianza
di
tutte
le
scuole
,
non
vi
ha
se
non
due
modi
pratici
da
attuare
.
L
'
uno
,
che
le
commissioni
esaminatrici
siano
composte
in
parti
uguali
di
professori
delle
scuole
di
Stato
e
di
professori
delle
scuole
private
;
l
'
altro
,
ancor
migliore
e
più
facile
(
come
si
pratica
in
parte
nella
laicissima
Francia
)
,
che
le
commissioni
esaminatrici
siano
del
tutto
estranee
agli
alunni
delle
scuole
dello
Stato
,
come
a
quelli
delle
scuole
private
,
ed
ignorino
da
quale
delle
due
scuole
provengano
i
candidati
,
in
modo
da
giudicare
serenamente
e
senza
prevenzioni
della
sola
dottrina
.
Per
rispetto
all
'
uguaglianza
finanziaria
,
bisogna
che
i
genitori
,
i
quali
mandano
i
loro
figli
alla
scuola
privata
,
non
siano
obbligati
a
pagare
nessuna
tassa
scolastica
allo
Stato
,
posto
che
non
lo
incomodano
punto
per
la
scuola
.
Ecco
chiaramente
esposte
e
praticamente
determinate
quelle
certe
conseguenze
alle
quali
invitavamo
il
chiaro
professore
.
Nondimeno
,
questo
minimo
di
equità
e
di
larghezza
,
senza
di
cui
la
scuola
privata
,
nonché
esporsi
al
cimento
,
non
può
neanche
ragionevolmente
sussistere
,
è
ancor
meno
di
quello
che
le
si
concede
in
tutte
le
altre
nazioni
civili
,
perfino
lo
noti
bene
il
prof
.
Gentile
nella
laicissima
Francia
.
Ciò
fu
dichiarato
altra
volta
da
noi
,
giova
ripeterlo
anche
ora
.
In
fatti
,
in
questa
nazione
,
l
'
unico
esame
di
Stato
obbligatorio
per
l
'
istruzione
media
è
quello
del
baccalaureato
,
corrispondente
alla
nostra
licenza
liceale
;
ed
a
questo
esame
,
diretto
da
una
commissione
di
Stato
,
se
vogliono
essere
ammessi
all
'
università
,
devono
sottostare
,
quasi
in
pari
condizioni
,
non
solo
gli
alunni
delle
scuole
private
ma
anche
quelli
della
scuola
pubblica
.
Ma
havvi
di
più
.
Coloro
che
vogliono
i
gradi
accademici
non
sono
tenuti
a
frequentare
l
'
università
dello
Stato
,
ma
possono
compiere
gli
studi
o
privatamente
o
in
una
università
libera
,
e
presentarsi
alla
università
dello
Stato
soltanto
per
gli
esami
.
Inoltre
,
lo
Stato
non
richiede
colà
i
suoi
titoli
legali
di
studio
dai
singoli
insegnanti
,
ma
solo
dal
direttore
della
scuola
privata
,
sotto
la
cui
responsabilità
quelli
insegnano
.
Dunque
,
non
si
capisce
come
il
prof
.
Gentile
,
anche
salvi
i
suoi
principii
di
supremazia
dello
Stato
,
non
voglia
giungere
a
certe
conseguenze
pratiche
delle
sue
medesime
proposte
;
e
potrebbe
giungere
,
come
in
Francia
,
sino
al
punto
di
non
esigere
,
proprio
dai
singoli
insegnanti
,
la
laurea
di
Stato
,
ma
solo
dai
direttori
delle
scuole
!
E
rimanendo
ancora
nel
campo
pratico
della
questione
,
cioè
come
si
possa
dare
incremento
agli
studi
ed
alla
cultura
,
crede
il
prof
.
Gentile
che
sia
per
riuscire
di
grande
giovamento
alla
scuola
ed
alla
cultura
una
maggior
libertà
di
metodi
,
in
modo
che
,
nel
cimento
,
Si
vegga
chiaro
quale
sia
il
metodo
migliore
per
la
vera
istruzione
della
gioventù
?
Non
abbia
timore
l
'
egregio
professore
di
filosofia
di
dare
il
suo
assentimento
,
giacché
non
gli
tocchiamo
per
ora
la
sua
diletta
supremazia
dello
Stato
;
in
effetto
,
giudice
di
tale
gara
,
nel
terreno
in
cui
discutiamo
,
sarebbe
sempre
lo
Stato
,
mediante
una
commissione
di
esami
per
la
licenza
liceale
,
commissione
però
estranea
e
superiore
tanto
alle
scuole
dello
Stato
medesimo
quanto
alle
scuole
private
.
Or
bene
,
nella
libera
gara
dei
metodi
,
si
vedrebbe
chiaro
che
il
decadimento
della
scuola
media
in
Italia
deriva
da
causa
più
profonda
e
più
sostanziale
che
non
quella
dell
'
affollamento
deplorato
dal
Gentile
.
Ed
egli
,
che
si
pregia
della
professione
di
filosofo
,
avrebbe
dovuto
indagarla
e
scoprirla
da
gran
tempo
.
Questa
non
è
altra
se
non
il
metodo
della
molteplicità
;
vigente
nella
scuola
media
italiana
,
in
diretta
opposizione
col
metodo
veramente
ragionevole
e
conforme
allo
svolgimento
naturale
intellettivo
,
dell
'
unità
.
Il
metodo
della
molteplicità
si
stempera
nella
moltitudine
delle
cognizioni
e
si
riduce
in
effetto
alla
formula
di
tutto
un
poco
,
senza
che
si
apprenda
bene
nessuna
cosa
:
multa
,
non
multum
.
Per
tal
modo
,
nelle
scuole
medie
,
in
otto
anni
di
ginnasio
e
liceo
non
si
impara
mai
,
in
modo
da
possederlo
veramente
,
né
il
latino
,
né
il
greco
,
e
neanche
la
stessa
nostra
lingua
,
a
giudicarne
dall
'
imbarbarimento
nel
quale
va
decadendo
sul
giornalismo
e
nella
letteratura
corrente
.
E
delle
altre
materie
,
storia
,
geografia
,
scienze
naturali
,
e
principalmente
della
filosofia
si
apprende
tanto
,
quanto
basta
per
una
vernice
superficiale
,
che
si
dimentica
presto
,
lasciando
solo
la
pretensione
e
l
'
attitudine
a
spropositare
de
omnibus
rebus
et
de
quibusdam
aliis
!
Per
l
'
opposto
,
nel
metodo
dell
'
unità
,
troppo
leggermente
abbandonato
dai
moderni
,
secondo
il
graduale
svolgimento
dell
'
intelletto
umano
,
ed
il
rispettivo
principio
nonnisi
unum
uno
tempore
,
si
attendeva
bene
dapprima
,
durante
la
grammatica
,
umanità
e
retorica
,
corrispondente
al
ginnasio
,
alla
formazione
letteraria
,
la
quale
dirozza
,
educa
e
dispone
l
'
intelletto
alla
scienza
,
secondo
la
felicissima
sentenza
di
S
.
Agostino
:
Lo
studio
delle
arti
liberali
,
moderato
però
e
succoso
,
dà
agli
animi
maggior
vivacità
e
grazia
e
li
dispone
ad
abbracciare
la
verità
,
a
ricercarla
cioè
con
più
ardore
,
a
seguirla
con
maggior
costanza
,
e
ad
aderirvi
con
diletto
(
Eruditio
disciplinarum
liberalium
,
modesta
sane
atque
succincta
,
et
alacriores
et
perseverantiores
et
comtiores
exhibet
amatores
amplectendae
veritati
,
ut
et
ardentius
appetant
et
constantius
insequantur
,
et
inhaereant
postremo
dulcius
.
De
ordine
,
I
,
24
)
.
Pertanto
,
si
apprendeva
bene
il
latino
,
l
'
italiano
e
moderatamente
il
greco
con
poche
nozioni
di
storia
e
geografia
.
Dopo
di
che
,
durante
tre
anni
,
corrispondenti
al
liceo
,
si
attendeva
alla
formazione
scientifica
,
in
primo
luogo
,
con
la
filosofia
,
la
matematica
e
le
scienze
naturali
,
continuandosi
come
studio
secondario
,
più
sentito
però
e
meglio
compreso
dall
'
intelletto
disciplinato
,
l
'
esercizio
letterario
.
Per
tal
modo
,
le
potenze
intellettuali
si
svolgevano
convenientemente
e
si
perveniva
ad
un
grado
sufficiente
di
maturità
di
giudizio
,
la
quale
consiste
nel
comprendere
chiaramente
una
questione
,
svolgerla
nelle
sue
ragioni
,
esprimerla
correttamente
ed
efficacemente
.
Disciplinato
così
l
'
intelletto
,
ogni
altra
cognizione
ed
erudizione
secondaria
si
assimilava
,
quasi
da
sé
,
con
grande
agevolezza
,
in
poco
tempo
,
e
quel
che
più
conta
,
in
modo
proporzionato
e
vitalmente
posseduto
.
Ma
non
è
qui
il
luogo
di
esporre
più
largamente
questo
sistema
antico
dell
'
unità
,
convenientemente
adattato
alle
esigenze
moderne
,
e
rimandiamo
il
lettore
alla
trattazione
che
ne
facemmo
più
di
proposito
nell
'
anno
1916
sul
nostro
periodico
(
Scuola
che
non
istruisce
e
non
educa
.
Civ
.
catt
.
1916
,
voll
.
1-4
)
.
Basti
il
cenno
fattone
,
perché
si
comprenda
che
vi
sono
più
alte
e
profonde
ragioni
,
degne
dello
studio
di
un
filosofo
,
del
decadimento
della
scuola
media
,
lamentato
dal
prof
.
Gentile
.
Se
conviene
in
queste
conseguenze
o
per
meglio
dire
,
attuazioni
pratiche
dei
suoi
solleciti
disegni
di
riforma
,
cioè
,
per
essere
più
chiari
e
determinati
:
1°
nel
pareggiamento
delle
condizioni
morali
,
con
rispettiva
libertà
di
metodo
e
lealtà
di
gara
tra
la
scuola
dello
Stato
e
la
scuola
privata
,
giudice
restando
la
commissione
governativa
,
superiore
ad
entrambe
,
nel
solo
esame
di
licenza
liceale
,
ed
in
altri
esami
che
dallo
Stato
si
richiedano
per
suoi
impieghi
ed
ufficii
;
2°
nel
pareggiamento
delle
condizioni
finanziarie
,
almeno
in
quanto
chi
paga
la
scuola
privata
che
sceglie
(
o
della
quale
per
forza
deve
contentarsi
,
secondo
l
'
ipotesi
del
Gentile
)
non
sia
obbligato
a
pagare
la
scuola
dello
Stato
;
se
conviene
,
diciamo
,
egli
con
tutti
i
sostenitori
del
monopolio
scolastico
,
in
queste
certe
conseguenze
,
Si
sarà
fatto
qualche
passo
nella
discussione
e
nella
via
dell
'
accordo
per
attuare
la
tanto
desiderata
riforma
.
Potremmo
notare
,
in
buona
logica
,
che
essendo
correlativi
il
diradare
della
scuola
di
Stato
e
l
'
aumento
della
scuola
privata
;
cioè
,
che
,
posto
l
'
uno
dei
due
,
segue
necessariamente
l
'
altro
,
il
professore
Gentile
,
da
onesto
filosofo
,
avrebbe
potuto
trattare
con
più
rispetto
la
scuola
privata
.
In
effetto
,
secondo
il
suo
disegno
,
alla
scuola
privata
sarebbero
respinti
per
forza
i
rifiuti
della
scuola
di
Stato
;
in
altri
termini
,
egli
stabilisce
,
secondo
l
'
esito
del
concorso
,
due
categorie
di
alunni
;
le
aquile
,
da
accogliere
nelle
scuole
dello
Stato
;
le
oche
,
da
relegare
nelle
scuole
private
.
Nondimeno
,
per
eccesso
di
buona
volontà
,
e
purché
si
addivenga
al
pareggiamento
morale
e
finanziario
sopra
descritto
,
non
temiamo
di
dire
al
prof
.
Gentile
che
la
scuola
privata
,
specialmente
quella
dei
preti
,
si
contenterà
di
accogliere
gli
alunni
,
non
ammessi
alla
scuola
di
Stato
;
e
siamo
certi
,
noti
bene
la
nostra
sicurezza
li
presenterà
mutati
in
altrettante
aquile
all
'
esame
di
licenza
liceale
,
in
gara
con
quelli
dello
Stato
,
alla
condizione
giusta
e
doverosa
che
siano
giudicati
con
garanzie
di
assoluta
imparzialità
,
cioè
che
la
commissione
esaminatrice
sia
estranea
ad
ambedue
le
categorie
.
Allora
sì
che
si
potrà
parlare
sul
serio
di
gara
feconda
negli
studii
!
Chi
non
volesse
accettare
queste
condizioni
così
giuste
e
così
discrete
,
chiaro
segno
è
che
non
avrebbe
a
cuore
né
la
cultura
né
la
equità
,
ma
soltanto
il
bollo
dello
Stato
e
..
della
setta
!
Or
bene
,
di
questo
minimo
di
larghezza
,
conceduto
unicamente
per
l
'
istruzione
,
noi
,
nelle
scuole
dei
preti
ci
serviremo
anche
per
formare
l
'
animo
ed
il
cuore
dei
giovani
nella
fede
e
nella
costumatezza
dei
nostri
padri
,
che
è
la
fede
dei
nostri
grandi
italiani
;
ed
in
questo
intendimento
,
per
noi
di
prima
importanza
,
siamo
sicuri
di
avere
con
noi
la
maggioranza
dei
padri
di
famiglia
.
Ecco
chiara
la
ragione
per
cui
,
non
potendo
ottenere
dallo
Stato
il
riconoscimento
del
diritto
sacrosanto
ed
inalienabile
dei
genitori
a
scegliere
e
determinare
l
'
insegnamento
e
le
scuole
per
i
propri
figli
,
noi
ci
contentiamo
per
ora
di
queste
certe
conseguenze
pratiche
,
senza
molestare
il
prof
.
Gentile
nei
suoi
principii
.
Invece
di
essere
legati
,
mani
e
piedi
,
come
siamo
nella
presente
schiavitù
scolastica
,
che
è
la
più
grave
in
confronto
di
tutte
le
altre
nazioni
civili
,
a
tal
segno
da
giustificare
la
nostra
indignazione
e
la
veemenza
dello
stile
,
preferiamo
certo
un
po
'
più
di
libertà
,
e
perciò
salutavamo
con
un
respiro
quelle
parole
del
professor
Gentile
,
onde
sembrava
trasparisse
l
'
onesta
intenzione
di
sciogliere
qualche
laccio
del
nostro
aggrovigliatissimo
monopolio
,
o
per
meglio
dire
,
servaggio
scolastico
.
Se
poi
egli
intende
rinnegare
quella
sua
onesta
intenzione
e
vuole
ribadire
tutte
le
nostre
catene
,
non
abbiamo
altro
da
rispondergli
,
se
non
che
,
veda
egli
,
quale
professore
di
filosofia
,
come
mettersi
d
'
accordo
con
la
logica
,
e
quale
uomo
di
coscienza
,
esamini
se
stesso
,
se
più
che
non
lo
muova
l
'
amore
per
l
'
istruzione
,
non
lo
rattenga
,
per
avventura
,
maggior
timore
della
religione
cattolica
;
e
lo
dica
pure
,
schiettamente
e
lealmente
,
con
la
stessa
chiarezza
con
cui
noi
abbiamo
manifestato
i
nostri
intendimenti
nell
'
accettare
quel
poco
che
ci
veniva
concesso
di
favore
nelle
sue
proposte
.
Oh
certo
,
non
ne
abbiamo
mai
fatto
mistero
;
nel
domandare
la
libertà
d
'
insegnamento
,
noi
siamo
bensì
mossi
dall
'
amore
alla
cultura
,
che
è
cosa
lodevole
e
desiderabile
,
ma
principalmente
dalla
viva
sollecitudine
per
l
'
educazione
cristiana
della
gioventù
,
che
è
cosa
necessaria
più
della
cultura
,
e
voluta
dalla
maggioranza
dei
genitori
.
Eccoci
entrati
nella
discussione
dei
principii
.
Il
Gentile
crede
di
rovesciare
la
nostra
tesi
,
opponendo
la
supremazia
dello
Stato
sull
'
insegnamento
,
che
è
il
suo
principio
,
alla
chiesa
la
quale
vuole
che
l
'
insegnamento
sia
cattolico
,
quasi
fosse
questa
la
nostra
tesi
.
Noi
invece
opponiamo
,
semplicemente
,
alla
usurpazione
dello
Stato
il
diritto
inalienabile
ed
imprescrittibile
dei
genitori
;
il
quale
diritto
non
deriva
per
nulla
dalla
Chiesa
,
ma
dalla
natura
stessa
,
anteriore
alla
Chiesa
,
come
nell
'
individuo
e
nel
padre
di
famiglia
è
anteriore
allo
Stato
.
La
Chiesa
,
quando
prescrive
l
'
insegnamento
cattolico
,
non
crea
un
nuovo
comandamento
o
conferisce
un
nuovo
diritto
ai
padri
di
famiglia
,
ma
ribadisce
il
loro
diritto
di
natura
ed
il
loro
rispettivo
obbligo
di
educare
ed
istruire
i
loro
figli
;
il
quale
obbligo
,
essendo
i
padri
cattolici
,
è
di
educarli
cristianamente
.
Nulla
di
più
!
Tanto
vero
,
che
la
Chiesa
non
obbligò
mai
i
genitori
ebrei
o
infedeli
a
fare
educare
cattolicamente
i
loro
figli
;
e
proibisce
di
battezzare
i
loro
figli
,
se
questi
non
siano
in
grado
di
determinarsi
da
sé
,
quando
è
contraria
la
volontà
dei
genitori
(
in
Roma
fu
sempre
tutelata
dai
Papi
la
libertà
di
coscienza
degli
ebrei
,
i
quali
vi
dimoravano
più
tranquilli
che
in
qualsiasi
altra
parte
del
mondo
,
e
tenevano
proprie
scuole
per
i
loro
figli
.
Cfr
.
,
ad
es
.
,
MORONI
,
Dizionario
d
'
erudizione
:
Ebrei
)
.
Or
bene
,
quello
che
non
fa
la
Chiesa
,
calunniata
dallo
Stato
come
intollerante
se
non
peggio
,
osa
farlo
sempre
lo
Stato
laico
con
le
sue
scuole
elementari
laicizzate
,
positivamente
obbligatorie
per
legge
,
con
tutte
le
sue
scuole
medie
laiche
alle
quali
obbliga
moralmente
,
sotto
pena
di
esclusione
dei
vantaggi
legali
che
riserba
solo
ad
esse
.
Né
si
risponda
col
solito
sofisma
,
che
non
si
fa
violenza
alla
coscienza
dei
genitori
,
essendo
l
'
insegnamento
laico
e
neutro
,
che
perciò
prescinde
dall
'
educazione
religiosa
,
la
quale
può
essere
data
a
parte
in
famiglia
ed
in
chiesa
;
giacché
l
'
educazione
è
inseparabile
dall
'
insegnamento
,
e
l
'
insegnamento
neutro
non
esiste
,
ma
è
in
concreto
conforme
allo
spirito
ed
alle
idee
di
chi
insegna
,
e
si
riduce
spesso
ad
essere
irreligioso
,
come
è
provato
dall
'
esperienza
.
Dunque
lo
Stato
,
mediante
il
monopolio
,
con
la
sua
scuola
laica
,
fa
violenza
alla
libertà
dei
genitori
,
che
hanno
il
diritto
e
l
'
obbligo
di
educare
i
figli
secondo
la
propria
coscienza
(
Non
può
esistere
nessuna
scuola
neutra
,
diceva
Jules
Simon
perché
non
vi
è
professore
che
non
abbia
le
sue
opinioni
religiose
o
filosofiche
.
Se
non
ne
ha
,
egli
è
fuori
dell
'
umanità
:
o
idiota
o
mostro
.
Se
le
ha
e
le
occulta
,
è
il
peggiore
dei
codardi
.
E
meglio
ancora
il
Manzoni
:
«
È
evidente
che
non
si
può
prescindere
dal
Vangelo
nelle
questioni
morali
:
bisogna
o
rigettarlo
,
o
metterlo
per
fondamento
.
Non
possiamo
fare
un
passo
,
che
non
ci
si
para
davanti
:
si
può
far
le
viste
di
non
accorgersene
,
si
può
schivarlo
senza
urtarlo
di
fronte
;
non
essere
con
lui
,
senza
essere
contro
di
lui
;
si
può
,
dico
,
in
parole
,
ma
non
in
fatto
.
Così
quel
grande
genio
,
veramente
italiano
,
nel
cap
.
3
delle
Osservazioni
sulla
morale
cattolica
;
capitolo
,
che
vorremmo
fosse
letto
attentamente
dal
professore
hegeliano
;
libro
,
condannato
pur
troppo
all
'
oblio
nelle
scuole
d
'
Italia
,
che
invece
dovrebbe
primeggiare
tra
tutti
i
libri
di
studio
per
la
gioventù
)
.
Si
confuta
quindi
da
sé
l
'
asserzione
gratuita
del
Gentile
,
che
la
scuola
di
Stato
è
e
deve
essere
laica
,
cioè
di
libertà
;
essa
è
,
e
non
può
essere
se
non
scuola
di
tirannia
da
parte
dello
Stato
e
di
schiavitù
da
parte
dei
cittadini
.
Ed
è
vuota
di
senso
l
'
altra
sua
asserzione
parallela
,
che
la
scuola
privata
vuoi
dire
anche
essa
libertà
:
libertà
d
'
iniziativa
individuale
e
di
piena
espressione
di
energie
spirituali
,
perché
,
l
'
abbiamo
detto
cento
volte
,
la
scuola
privata
,
quale
è
in
Italia
,
che
deve
costare
ai
genitori
il
triplo
,
e
poi
deve
essere
in
tutto
dipendente
dai
capricci
della
scuola
dello
Stato
e
dei
suoi
insegnanti
,
non
significa
per
nulla
libertà
,
ma
avvilimento
e
servitù
;
e
se
ciò
non
ostante
essa
è
sostenuta
,
si
deve
,
non
alla
libertà
che
non
le
è
stata
mai
concessa
,
ma
alla
generosità
ed
al
sacrifizio
di
quei
genitori
cattolici
coerenti
,
che
,
in
quel
poco
che
si
può
,
vogliono
i
propri
figli
lontani
dalla
nefasta
scuola
laica
,
ed
educati
secondo
la
propria
coscienza
.
Ogni
volta
che
si
scende
alle
determinazioni
pratiche
e
concrete
,
si
vede
subito
la
vacuità
sonora
e
la
falsità
delle
parole
generiche
,
usate
dal
Gentile
e
dall
'
idealismo
liberale
.
È
la
medesima
vaghezza
generica
che
si
riscontra
in
tutti
coloro
che
,
al
pari
di
lui
,
propugnano
la
riforma
della
scuola
,
tenendosi
però
come
ostriche
allo
scoglio
del
monopolio
dello
Stato
;
vaghezza
che
fu
acutamente
rilevata
da
Filippo
Crispolti
,
in
un
articolo
di
Alfredo
Savaz
,
pubblicato
nella
Nuova
Antologia
del
16
agosto
scorso
(
Il
problema
della
scuola
,
nel
Corriere
d
'
Italia
del
10
settembre
1918
)
Parimenti
vaghe
ed
inconsistenti
sono
le
frasi
onde
il
Gentile
pretende
esporre
e
dichiarare
la
tesi
cattolica
,
la
quale
,
secondo
lui
consisterebbe
nell
'
insegnamento
cattolico
ad
ogni
costo
:
poiché
dice
egli
se
lo
Stato
fosse
cattolico
,
e
,
professando
esso
la
religione
cattolica
,
si
sottoponesse
alla
direzione
suprema
del
capo
della
cattolicità
,
è
chiaro
che
il
cattolico
alla
tesi
della
libertà
d
'
insegnamento
sostituirebbe
come
sostituì
,
sempre
che
si
avverò
questa
condizione
,
la
tesi
opposta
.
Il
principio
insomma
della
tesi
cattolica
,
è
che
l
'
insegnamento
deve
essere
cattolico
,
e
lo
Stato
non
deve
insegnare
perché
esso
non
ha
religione
.
Nulla
di
nulla
!
La
tesi
cattolica
è
,
come
si
è
detto
,
la
medesima
tesi
del
diritto
di
natura
:
i
genitori
hanno
il
diritto
inalienabile
,
imprescrittibile
,
ed
anteriore
a
qualsiasi
altro
diritto
,
di
educare
ed
istruire
i
proprii
figli
secondo
la
loro
coscienza
;
ad
essi
quindi
spetta
la
libertà
d
'
insegnamento
primieramente
e
per
sé
,
e
ad
ogni
altro
spetta
la
medesima
libertà
in
loro
aiuto
e
quando
non
sia
contraria
a
questo
loro
diritto
;
allo
Stato
spetta
l
'
obbligo
di
tutelare
questa
libertà
e
di
agevolarne
l
'
esercizio
,
come
per
gli
altri
diritti
primordiali
ed
inalienabili
di
ogni
individuo
.
È
chiaro
?
E
questa
tesi
non
varia
in
nessuna
ipotesi
,
sia
lo
Stato
cattolico
antico
,
sia
lo
Stato
laico
moderno
.
In
fatti
,
quando
si
avverava
la
condizione
che
lo
Stato
fosse
cattolico
,
non
era
punto
necessario
,
come
asserisce
il
Gentile
,
rincarando
eccessivamente
la
dose
,
che
si
sottoponesse
alla
direzione
suprema
del
capo
della
cattolicità
,
giacché
lo
Stato
nella
sua
cerchia
è
anche
supremo
ed
indipendente
,
ma
soltanto
si
accordava
con
la
Chiesa
nel
tutelare
il
diritto
dei
genitori
,
principalmente
dei
cattolici
,
e
nell
'
agevolare
loro
l
'
esercizio
del
diritto
e
l
'
adempimento
dell
'
obbligo
di
educare
ed
istruire
cristianamente
i
loro
figli
.
La
medesima
tesi
vale
rispetto
allo
Stato
laico
,
il
quale
non
può
sottrarsi
al
diritto
di
natura
,
ed
è
tenuto
a
tutelarlo
nei
genitori
ed
a
rispettare
la
libertà
della
loro
coscienza
nell
'
educazione
dei
loro
figli
.
Se
ci
fu
qualche
eccesso
in
qualche
Stato
cattolico
antico
,
esso
deve
attribuirsi
ad
errore
particolare
ed
a
zelo
indiscreto
,
non
mai
alla
tesi
cattolica
;
e
d
'
altronde
quell
'
eccesso
è
un
'
inezia
in
confronto
con
la
tirannide
odierna
dello
Stato
laico
,
il
quale
in
modo
giulianesco
,
cioè
indiretto
e
subdolo
,
sotto
pena
di
esclusione
dai
vantaggi
legali
,
obbliga
in
ogni
modo
i
genitori
cattolici
a
fare
educare
i
proprii
figli
contro
la
loro
coscienza
,
nella
scuola
laica
,
che
,
come
abbiamo
detto
e
l
'
esperienza
insegna
,
è
lo
stesso
che
scuola
irreligiosa
.
Innalzi
pure
,
a
suo
talento
,
il
Gentile
la
bandiera
dello
Stato
supremo
arbitro
dell
'
insegnamento
,
la
medesima
dello
Stato
pagano
,
che
considerava
i
figli
come
appartenenti
a
sé
e
non
ai
genitori
;
noi
,
per
l
'
opposto
,
secondo
la
tesi
cattolica
,
innalziamo
la
medesima
bandiera
che
ha
sventolato
nelle
nostre
mani
,
sin
dall
'
origine
del
Cristianesimo
,
la
bandiera
dei
diritti
dei
genitori
alla
piena
libertà
di
educazione
e
di
istruzione
dei
figli
secondo
la
loro
coscienza
,
contro
tutte
le
tirannidi
dello
Stato
,
sia
questo
Stato
quello
di
Nerone
,
di
Giuliano
l
'
Apostata
,
del
protestantesimo
,
del
giuseppinismo
,
della
rivoluzione
,
di
Napoleone
,
o
del
liberalismo
laico
presente
.
Ecco
nettamente
dichiarata
la
diversità
sostanziale
,
dei
suoi
principii
dai
nostri
,
la
quale
diversità
coincide
con
la
diversità
sostanziale
,
in
diretta
opposizione
,
tra
l
'
idea
dello
Stato
pagano
,
che
pretende
appartengano
ad
esso
i
figli
,
e
l
'
idea
dello
Stato
cristiano
che
riconosce
i
figli
appartenere
ai
genitori
.
Dalla
prima
scaturisce
la
schiavitù
,
dalla
seconda
la
libertà
di
coscienza
e
la
libertà
d
'
insegnamento
,
qual
è
propugnata
dalla
tesi
cattolica
.
Quindi
è
dottrina
di
libertà
vera
quella
dei
cattolici
,
i
quali
,
in
una
nazione
cattolica
quale
è
l
'
Italia
,
vogliono
,
non
come
tesi
assoluta
,
ma
come
corollario
al
diritto
di
natura
,
l
'
insegnamento
pubblico
cattolico
e
l
'
accordo
tra
la
Chiesa
e
lo
Stato
in
tutelare
ed
agevolare
l
'
esercizio
del
loro
diritto
e
l
'
adempimento
del
rispettivo
obbligo
di
educare
cristianamente
i
loro
figli
.
Ed
in
sostenere
questa
tesi
,
non
trascendono
la
ragione
e
la
volontà
umana
,
come
falsamente
attribuisce
loro
il
Gentile
e
pratica
invece
egli
stesso
,
ma
ragionano
a
rigore
di
logica
.
In
fatti
,
dal
diritto
che
hanno
i
genitori
e
dal
rispettivo
obbligo
dello
Stato
di
rispettare
questo
diritto
ed
agevolarne
l
'
esercizio
,
scaturisce
il
corollario
:
dunque
l
'
istruzione
pubblica
in
Italia
deve
essere
cattolica
.
La
conseguenza
è
evidente
,
perché
la
grande
maggioranza
dei
genitori
vuole
educati
i
figli
secondo
la
propria
coscienza
di
cattolici
.
E
non
c
'
è
bisogno
che
essi
manifestino
esplicitamente
la
loro
volontà
,
giacché
questa
è
sufficientemente
espressa
nel
fatto
stesso
del
battesimo
dei
propri
figli
.
Or
essendo
tutti
cattolici
gli
alunni
delle
scuole
pubbliche
,
l
'
insegnamento
deve
essere
conforme
alla
dottrina
cattolica
,
affinché
corrisponda
all
'
obbligo
di
coscienza
che
hanno
i
genitori
rispetto
all
'
educazione
dei
loro
figli
.
E
non
è
giusto
,
che
per
una
minima
parte
di
non
cattolici
(
appena
uno
ogni
cento
)
,
ai
quali
si
può
provvedere
con
esimerli
dall
'
istruzione
religiosa
,
si
contraddica
al
diritto
evidente
dei
genitori
cattolici
,
con
imporre
loro
la
scuola
laica
,
sedicente
neutra
,
ma
nel
fatto
irreligiosa
.
Del
resto
,
se
vi
sono
in
Italia
,
dei
genitori
snaturati
,
rari
ancora
per
buona
ventura
,
i
quali
pretendono
per
i
loro
figli
l
'
insegnamento
e
l
'
educazione
laica
,
il
merito
è
tutto
dello
Stato
laico
,
o
meglio
della
setta
che
si
è
impadronita
della
pubblica
istruzione
,
ed
ha
cercato
in
tutti
i
modi
di
strappare
dai
cuori
degli
italiani
la
fede
dei
loro
padri
,
scompaginando
la
loro
unità
religiosa
profondamente
nazionale
.
E
nondimeno
questi
laicisti
restano
sempre
una
sparutissima
minoranza
,
appena
calcolabile
,
i
quali
,
anche
ammessa
la
tirannia
brutale
del
numero
,
non
possono
giustificare
l
'
imposizione
della
scuola
laica
a
tutta
l
'
immensa
maggioranza
dei
genitori
italiani
!
Da
ciò
segue
l
'
obbligo
dello
Stato
di
regolare
l
'
insegnamento
,
in
quanto
riguarda
l
'
educazione
morale
e
l
'
istruzione
religiosa
,
d
'
accordo
con
l
'
autorità
ecclesiastica
,
che
è
la
sola
competente
in
siffatta
materia
;
non
per
sottoporsi
al
suo
servizio
,
come
esagera
il
Gentile
,
ma
per
tutelare
,
in
modo
efficace
insieme
e
soave
,
il
diritto
dei
genitori
e
la
loro
libertà
di
coscienza
.
Pertanto
,
sotto
ogni
aspetto
,
e
da
qualunque
lato
si
riguardi
la
questione
,
la
tesi
cattolica
della
libertà
d
'
insegnamento
ha
salde
radici
nel
diritto
naturale
dei
genitori
ed
è
quindi
immutabile
come
lo
stesso
diritto
di
natura
,
il
quale
sì
veramente
non
trascende
la
ragione
e
la
volontà
umana
,
ed
è
fondamento
alla
stessa
Chiesa
.
Giacché
la
Chiesa
con
la
sua
dottrina
rivelata
,
lo
intendano
una
buona
volta
il
Gentile
e
tutti
i
filosofi
che
parlano
senza
conoscerla
,
non
è
campata
sulle
nuvole
,
come
la
loro
filosofia
,
ma
suppone
la
ragione
ed
il
diritto
naturale
,
cui
la
rivelazione
non
toglie
di
mezzo
,
ma
anzi
rafferma
ed
illumina
,
chiarisce
e
conforta
nelle
menti
e
nei
cuori
degli
uomini
,
solleva
e
nobilita
nelle
loro
opere
.
Di
fronte
alla
tesi
cattolica
,
sul
diritto
dei
genitori
,
dal
quale
scaturisce
la
libertà
d
'
insegnamento
,
tesi
chiara
,
determinata
,
precisa
,
la
tesi
del
Gentile
sul
preteso
diritto
dello
Stato
ad
insegnare
,
appare
,
quale
è
,
confusa
,
vuota
di
senso
,
fluttuante
e
mutabile
,
e
pertanto
incomprensibile
dall
'
intelletto
ed
inattuabile
nell
'
opera
,
giacché
il
contraddittorio
non
si
può
condurre
in
atto
,
e
nell
'
atto
sarà
invece
quel
che
vorrà
il
capriccio
o
la
fantasia
mutevole
di
questo
e
di
quello
.
A
persuadersene
,
basta
leggere
quello
che
dice
il
Gentile
sulla
sua
tesi
:
Io
invece
sostengo
che
lo
Stato
deve
insegnare
non
perché
non
ha
una
religione
(
ché
in
tal
caso
starei
coi
cattolici
contro
la
sciocca
presunzione
del
laicismo
agnostico
)
,
anzi
perché
ha
qualche
cosa
di
più
e
di
meglio
di
una
religione
:
ha
una
filosofia
;
che
è
anch
'
essa
una
fede
,
ma
con
questa
differenza
dalla
religione
,
che
il
suo
oggetto
non
trascende
la
ragione
e
la
volontà
umana
.
Filosofia
che
può
non
essere
spiegata
nella
coscienza
di
quelli
che
sono
a
capo
dello
Stato
,
ma
non
perciò
è
assente
dalla
sostanza
spirituale
,
in
cui
è
il
valore
dello
Stato
;
e
che
non
è
realizzata
dai
suoi
dirigenti
,
ma
vive
in
tutto
l
'
organismo
delle
forze
politicamente
cooperanti
;
e
si
potrebbe
dire
definita
nella
legge
fondamentale
dello
Stato
,
se
questa
stessa
legge
non
vivesse
realmente
in
quella
coscienza
multanime
e
pure
storicamente
compatta
,
unica
,
e
come
tale
in
continuo
svolgimento
che
è
la
coscienza
del
popolo
.
Filosofia
,
che
è
un
concetto
,
un
principio
,
un
punto
di
vista
sintetico
;
da
cui
tutta
la
vita
dello
Stato
trae
ispirazione
costante
e
norma
di
orientamento
.
Così
lo
Stato
,
che
è
affermazione
del
proprio
valore
,
come
volontà
umana
,
indipendente
da
ogni
particolare
contenuto
di
fede
religiosa
,
e
non
può
rinunziare
ad
affermare
da
sé
come
suo
proprio
attributo
immanente
,
siffatto
valore
,
senza
abdicare
alla
proprio
autonomia
ed
assoggettarsi
come
nessuno
degli
Stati
moderni
è
disposto
a
fare
ad
un
principio
superiore
;
questo
Stato
ha
una
fede
,
ossia
un
concetto
,
a
cui
è
legata
la
sua
stessa
esistenza
.
E
questo
concetto
è
un
concetto
filosofico
:
che
cioè
la
volontà
anche
apparentemente
finita
,
sia
una
realtà
assoluta
;
senza
di
che
non
potrebbe
arrogarsi
valore
di
sorta
.
Chi
può
da
tutto
questo
groviglio
cavarne
nulla
di
determinato
?
Se
qualche
cosa
di
chiaro
vi
si
capisce
,
è
la
supremazia
assoluta
del
dio
-
Stato
sopra
ogni
verità
,
non
soltanto
rivelata
,
ma
anche
di
diritto
naturale
;
e
che
,
se
esiste
la
verità
,
essa
è
immanente
nello
Stato
o
nella
sua
filosofia
;
in
una
parola
,
non
avvi
altro
Dio
,
non
altra
natura
umana
,
se
non
lo
Stato
:
lo
Stato
è
Dio
,
è
la
natura
stessa
.
Affermazione
quanto
blasfema
,
altrettanto
insensata
ed
assurda
.
Quale
poi
sia
questa
filosofia
e
quali
i
termini
della
sua
verità
,
nessuno
può
comprenderlo
tra
le
interpretazioni
arbitrarie
del
Gentile
in
contraddizione
con
altre
,
parimente
arbitrarie
,
degli
adoratori
del
dio
-
Stato
,
appunto
perché
tutti
si
allontanano
dal
diritto
di
natura
,
al
quale
non
può
esser
soggetto
lo
Stato
,
e
dal
quale
non
può
essere
difforme
nessuna
filosofia
,
senza
sostituirsi
con
ciò
alla
stessa
umanità
.
Che
cosa
vale
una
siffatta
filosofia
in
confronto
con
la
ragionevole
,
chiara
e
soprattutto
concreta
tesi
cattolica
?
La
quale
,
ripetiamolo
per
la
centesima
volta
,
dice
allo
Stato
:
devi
assoggettarti
al
diritto
di
natura
nei
genitori
di
educare
i
figli
secondo
la
propria
coscienza
,
e
con
ciò
non
abdicherai
per
nulla
alla
tua
autonomia
,
né
più
né
meno
di
quello
che
fa
la
Chiesa
,
la
quale
si
conforma
al
medesimo
diritto
di
natura
,
senza
abdicare
alla
sua
autonomia
di
maestra
della
verità
rivelata
,
giacché
,
a
rigore
,
non
è
soggezione
quell
'
accordo
mirabile
che
è
tra
la
luce
e
la
luce
,
cioè
tra
la
luce
della
verità
soprannaturale
e
quella
delle
verità
naturali
e
conseguibili
dalla
sola
ragione
.
Dichiarando
il
medesimo
principio
con
un
caso
reale
e
pratico
:
vorrà
il
Gentile
dare
in
balia
dell
'
insegnamento
dello
Stato
un
suo
figlio
,
se
caso
mai
egli
si
trovasse
a
godere
gl
'
ineffabili
benefici
della
filosofia
dello
Stato
secondo
l
'
ultima
e
modernissima
evoluzione
dello
Stato
russo
,
lo
Stato
bolsceviko
?
In
virtù
di
quali
principii
,
potrebbe
egli
contendere
alla
barbarie
di
quella
filosofia
il
suo
figlio
,
suo
proprio
e
non
dello
Stato
?
Non
certo
in
nome
della
filosofia
dello
Stato
e
della
multanime
coscienza
del
popolo
;
ma
soltanto
in
virtù
dei
suoi
diritti
di
padre
!
Proponiamo
altresì
alla
coscienziosa
meditazione
del
prof
.
Gentile
il
chiaro
esempio
d
'
un
gentiluomo
cattolico
,
il
quale
non
volle
accomodarsi
,
in
forza
dei
suoi
diritti
di
padre
,
alla
filosofia
dello
Stato
,
quale
veniva
intesa
dal
primo
Napoleone
.
Si
legge
nelle
memorie
del
cardinale
Pacca
,
che
,
quando
egli
era
confinato
nella
fortezza
di
Fenestrelle
,
per
la
tirannide
della
medesima
filosofia
,
giunse
in
quella
prigione
,
il
28
dicembre
1811
,
il
marchese
Giovanni
Naro
Patrizi
,
reo
soltanto
di
non
aver
voluto
consegnare
due
suoi
figli
al
governo
francese
,
che
pretendeva
farli
educare
in
uno
dei
collegi
o
licei
di
Francia
,
temendo
per
essi
la
perdita
della
loro
innocenza
e
della
loro
religione
(
parte
II
,
cap
.
4
)
.
Per
chi
si
dichiarerà
il
prof
.
Gentile
:
per
la
tirannica
filosofia
dello
Stato
francese
,
o
per
la
filosofia
veramente
ragionevole
e
libera
dei
sacrosanti
diritti
di
quel
genitore
?
...
È
opportuno
però
prevenire
una
obbiezione
:
Se
lo
Stato
non
ha
diritto
d
'
insegnare
,
come
potrà
provvedere
soggetti
idonei
ai
proprii
uffici
,
alle
magistrature
,
alla
milizia
?
In
questa
obbiezione
,
come
nel
sistema
del
monopolio
,
vi
ha
in
fondo
un
equivoco
grossolano
.
Vi
si
confonde
insieme
l
'
insegnare
ed
il
provvedere
all
'
insegnamento
,
che
sono
cose
ben
distinte
e
diverse
.
Lo
Stato
non
ha
diritto
di
insegnare
,
appunto
perché
non
è
depositario
della
verità
,
non
è
fonte
di
dottrina
,
neanche
della
filosofia
che
gli
vuol
dare
in
prestito
il
prof
.
Gentile
o
qualsiasi
altro
,
secondo
le
sue
particolari
teorie
,
ma
ha
l
'
obbligo
di
conformarsi
alla
verità
,
attingendola
dalle
due
fonti
necessarie
:
la
naturale
e
razionale
,
patrimonio
comune
di
tutta
l
'
umanità
,
la
soprannaturale
e
rivelata
di
cui
è
depositaria
la
Chiesa
;
ed
ancorché
si
ostini
a
ricusare
questa
verità
rivelata
,
dicendosi
laico
ed
areligioso
,
non
può
sottrarsi
al
patrimonio
comune
delle
prime
ed
universali
verità
razionali
,
in
ispecie
del
diritto
di
natura
,
senza
mettersi
con
ciò
fuori
della
stessa
umanità
.
Invece
ha
l
'
obbligo
,
e
conseguentemente
il
diritto
,
di
provvedere
all
'
insegnamento
,
sempre
però
in
conformità
col
diritto
di
natura
,
e
quindi
non
mai
contro
la
libertà
di
coscienza
dei
genitori
.
Pertanto
,
non
solo
può
,
ma
anzi
deve
istituire
scuole
,
oltre
che
per
la
milizia
,
per
i
proprii
ufficii
,
ecc
.
,
anche
per
l
'
istruzione
elementare
,
media
,
professionale
,
dove
ce
n
'
è
il
bisogno
e
non
basta
l
'
opera
privata
;
ma
gli
corre
obbligo
di
non
violare
la
giustizia
a
danno
di
chiunque
non
volesse
frequentare
le
sue
scuole
e
preferisse
di
istruirsi
a
proprio
modo
,
come
è
stato
detto
sopra
e
non
è
necessario
ripetere
.
Non
è
in
questione
,
se
lo
Stato
possa
insegnare
in
questo
senso
relativo
,
cioè
istituire
scuole
,
ma
se
lo
possa
in
senso
assoluto
,
cioè
obbligando
i
cittadini
a
mandarvi
i
loro
figli
,
sia
col
metodo
spiccio
di
Napoleone
,
o
sia
col
metodo
giulianesco
odierno
di
esclusione
dai
vantaggi
legali
.
Il
diritto
naturale
nei
padri
di
famiglia
risponde
risolutamente
,
con
la
voce
stessa
della
natura
:
no
!
Provveda
dunque
lo
Stato
quanto
può
e
vuole
all
'
insegnamento
,
ma
non
ha
e
non
può
aver
nulla
da
insegnare
,
e
molto
meno
una
filosofia
da
imporre
nelle
sue
scuole
;
filosofia
che
è
una
chimera
e
non
può
esistere
come
propria
dello
Stato
,
ma
è
invece
,
secondo
i
varii
cervelli
che
gliela
attribuiscono
,
nuvolaglia
kantiana
o
hegeliana
,
confusione
bolscevika
,
tirannide
laicista
,
ecc
.
ecc
.
,
tutto
fuorché
la
filosofia
perenne
dell
'
umanità
,
in
una
parola
:
la
filosofia
(
perché
il
prof
.
Gentile
possa
meglio
vedere
e
toccare
con
mano
,
come
interpretino
la
filosofia
dello
Stato
,
contro
ogni
diritto
di
natura
,
certi
professori
della
scuola
laica
,
da
lui
detta
a
torto
di
libertà
,
gli
facciamo
parte
di
una
notizia
di
fonte
certissima
.
Fu
presentata
al
Ministero
della
P.I.
una
protesta
contro
il
Direttore
ed
un
professore
di
una
R
.
Scuola
tecnica
di
Roma
,
firmata
da
quattordici
padri
di
famiglia
,
i
quali
si
lamentavano
,
in
termini
troppo
miti
,
di
ingiusto
trattamento
fatto
ai
loro
figli
,
perché
provenienti
da
un
collegio
cattolico
,
negli
esami
della
scorsa
sessione
estiva
;
di
frasi
non
gentili
del
Direttore
,
di
frasi
troppo
volgari
del
professore
di
scienze
,
senza
rispetto
al
pudore
ed
ai
principii
religiosi
degli
alunni
,
a
proposito
dei
mammiferi
,
ecc
.
ecc
.
Quei
padri
di
famiglia
non
ebbero
nessuna
risposta
(
segno
che
pioveva
sul
bagnato
)
e
furono
costretti
a
mandare
i
loro
figli
nella
sessione
autunnale
,
per
essere
esaminati
dai
medesimi
professori
,
con
quella
equanimità
esteriore
,
ma
con
quell
'
esito
,
che
ognuno
può
supporre
.
Simili
casi
sono
frequenti
,
segnatamente
nelle
scuole
tecniche
e
normali
,
ma
non
tutti
possono
venire
alla
luce
,
perché
i
giudici
sono
insieme
parte
in
causa
,
e
le
vittime
temono
rappresaglie
...
)
.
Non
ostante
la
luminosa
evidenza
della
nostra
tesi
e
dei
nostri
principii
,
non
ci
illudiamo
che
il
prof
.
Gentile
voglia
abbandonare
le
sue
teorie
intorno
alla
supremazia
dello
Stato
sull
'
insegnamento
contro
il
diritto
e
la
coscienza
dei
genitori
.
Speravamo
soltanto
che
egli
addivenisse
in
alcune
pratiche
conclusioni
delle
sue
medesime
proposte
.
E
questa
nostra
speranza
potrà
non
andar
fallita
,
tanto
solo
che
egli
voglia
consultare
,
non
la
sua
filosofia
,
ma
il
buon
senso
e
la
sua
intima
coscienza
.