StampaPeriodica ,
Aosta
presentasi
in
foggia
antica
ed
illustre
,
con
un
estollersi
di
campanili
e
torri
sui
grigi
tetti
,
fuori
dalle
romane
mura
.
Fanciulle
protestanti
vivono
ivi
,
un
po
'
sdegnose
del
mondo
di
cui
accolgono
ogni
agio
nella
severa
cornice
della
lor
casa
:
schive
come
educande
,
ma
già
donne
,
piene
di
personalità
fiera
e
conscia
nell
'
anima
eretta
come
la
snella
persona
:
e
signorili
spiriti
modernisti
,
alieni
dal
mondan
rumore
,
più
pensatori
che
romanzieri
sono
i
loro
maestri
.
Superba
e
sdegnosa
venustà
calvinista
.
Figlie
dei
primi
banchieri
ugonotti
,
aristocrazia
dell
'
Europa
borghese
,
la
vostra
bellezza
è
nordica
e
spirituale
,
non
austera
,
ma
chiusa
nella
sua
veemenza
,
e
nella
sua
grazia
severa
.
Non
ama
i
palagi
,
né
le
purpuree
feste
,
sì
le
ville
tacite
ed
i
verdi
recessi
.
Ma
Aosta
non
è
ancora
Ginevra
,
se
non
in
questo
suo
secreto
fuggevole
,
e
in
fondo
al
viale
sta
Place
Charles
Albert
.
Più
chiari
sensi
,
più
pacati
affetti
.
Piacemi
lo
spirito
di
vecchiotta
provincialità
quarantottesca
di
questa
piazza
,
il
centro
della
vita
cittadina
borghese
ed
attuale
.
La
Prefettura
,
di
stile
aulico
,
la
caserma
dei
Carabinieri
,
e
,
in
faccia
,
l
'
Ufficio
delle
diligenze
,
e
l
'
Hôtel
de
la
Couronne
.
Il
buon
Piemonte
,
rigido
e
burocratico
:
le
sale
dei
caffè
sotto
i
portici
,
dove
le
sedie
di
velluto
rosso
stanno
in
circolo
intorno
ai
tavolinetti
di
marmo
,
sono
vuote
da
che
le
disertarono
i
cravattoni
neri
che
,
nella
Valle
tradizionalista
,
dovevano
risentire
i
nuovi
eventi
con
l
'
animo
burbero
e
pure
alcun
po
'
commosso
,
di
Solaro
e
di
Cesare
Balbo
.
Meriggi
sonnanbolici
,
in
cui
la
gran
luce
del
sole
stordisce
,
stagnano
fuori
sulla
piazza
deserta
;
ma
,
oltre
i
frontoni
dei
palazzi
aulici
,
ridono
per
la
gran
conca
vaghissime
tinte
,
e
le
supreme
nevi
lontane
,
illustri
al
cospetto
di
tutta
Europa
,
schiudono
sul
piccolo
uno
spiraglio
di
un
lontano
augusto
esotico
mondo
.
Chi
sa
se
facevano
parte
degli
itinerari
romantici
,
se
i
lions
e
le
crinoline
montavano
sull
'
imperiale
per
i
primi
viaggi
di
esplorazione
nel
misterioso
reame
delle
Alpi
?
Venivan
di
Francia
,
e
dalla
nebbiosa
Albione
,
al
tempo
che
l
'
Italia
era
ancora
Calabria
,
e
le
misses
sognavan
Fra
Diavolo
spogliandosi
nelle
locande
.
Scoprivano
una
tranquilla
provincia
color
di
santa
Alleanza
,
sul
limite
delle
città
fatali
,
miranti
con
occhi
sfingei
dal
pelago
ignoto
d
'
Italia
,
come
le
tremule
luci
,
a
notte
,
sul
Canalazzo
.
Io
dico
che
partivano
da
Torino
verso
le
due
del
pomeriggio
,
mentre
i
portici
di
Piazza
Castello
tacevano
assonnati
.
E
un
soldato
col
shakò
di
tela
montava
la
guardia
davanti
a
Palazzo
Madama
.
Trovavano
a
Issogne
il
settecento
malvivo
,
lasciato
lì
come
una
masserizia
,
al
giungere
di
Bonaparte
:
forse
dalle
vetrate
qualche
conte
gobbetto
,
in
frak
di
color
pulce
e
parrucca
a
sghimbescio
,
sbirciava
con
l
'
occhialetto
.
Ma
non
sapevan
più
ridere
alle
volteriane
facezie
delle
donne
sospirose
.
Le
sedi
romane
,
inulte
,
sacre
ai
mercati
paesani
;
e
i
mezzadri
prolificavano
nei
comitali
castelli
:
Aosta
la
Veja
.
E
non
era
più
antica
.
Ora
infiliamo
Rue
S
.
Anselme
,
e
nel
percorso
tortuoso
,
tra
le
case
basse
annerite
,
oltre
la
Porta
Romana
,
dal
selciato
erboso
di
verde
antico
,
vedremo
sorgere
il
Medio
Evo
.
Un
Medio
Evo
simpatico
,
comunale
,
sapiente
.
Più
onesto
del
Rinascimento
,
ma
come
lui
luminoso
.
Dalle
botteghe
dell
'
artigiano
esce
ancor
oggi
il
rumore
del
nobile
ferro
battuto
.
La
via
deserta
che
adduce
alla
più
illustre
ed
antica
chiesa
,
par
fatta
apposta
per
le
ambulazioni
vespertine
dei
saggi
antichi
.
Scarsa
tetraggine
,
uscendo
dai
monasteri
,
e
fondono
essi
piacevolmente
al
tramonto
,
quasi
ombra
allungantesi
dai
campanili
spettrali
.
È
la
rozza
scienza
,
che
trae
pettoruta
alla
chiesa
,
pinta
e
scolpita
dalla
rozza
arte
.
La
sanno
lunga
,
i
Dottori
:
sono
stati
allo
studio
in
Bologna
e
in
Parigi
:
percorsero
a
piedi
l
'
Europa
gotica
,
giunsero
ai
confini
della
moresca
:
ovunque
attinsero
scienza
,
e
riscontrarono
fede
.
Battevano
la
sera
alle
porte
dei
monasteri
sorgenti
al
limitare
delle
foreste
,
turriti
e
merlati
come
castelli
,
popolosi
come
città
:
scendeva
a
incontrarli
il
priore
.
Una
e
indistinta
ai
bei
giorni
la
Cristianità
tutta
quanta
.
Frontiere
non
sono
alla
comune
fede
,
ed
agli
usi
:
Troiani
e
Quiriti
son
tutti
cavalieri
cristiani
,
i
monaci
parlano
all
'
Imperatore
.
Oggi
,
all
'
errabondo
Dottore
che
si
fissò
romito
tra
i
monti
,
giungono
ancora
i
messaggi
dai
conventi
di
Francia
e
d
'
Inghilterra
:
le
mule
barbate
recano
le
pergamene
ove
continuansi
le
dotte
dispute
:
Scoto
Eriugena
insidia
,
in
veste
ereticale
.
Escono
al
tramonto
dalle
cellette
ove
trascorsero
il
giorno
a
battagliare
con
Satana
nei
sillogismi
.
Portano
saio
e
cappuccio
,
sono
paludati
e
solenni
:
hanno
il
famulo
a
fianco
.
Le
donne
susurrano
tra
loro
al
passaggio
,
e
li
guardano
,
piene
di
reverenzia
:
ma
essi
non
curano
il
volgo
,
né
l
'
ancella
natura
che
scalda
col
pio
sole
,
le
pietre
dell
'
antica
chiesa
sulla
piazzetta
,
dove
tepore
della
chiara
luce
e
silenzio
,
sono
per
essi
vil
senso
,
per
i
nepoti
poesia
.
Or
vanne
al
tempio
,
e
prega
ivi
,
Dottore
;
e
poi
erra
nel
chiostro
.
Satana
,
in
foggia
di
bestia
dell
'
Apocalisse
,
sogghigna
,
dai
tozzi
capitelli
,
al
passaggio
.
La
via
,
che
procede
oltre
,
e
si
snoda
,
guida
pianamente
,
varcando
i
confini
delle
età
storiche
verso
una
bellezza
consueta
ed
eterna
:
casette
senza
stile
e
senza
ricordi
rivelano
dai
balconi
fioriti
la
dolce
pace
,
cui
sono
propizi
la
voce
del
rio
corrente
sopra
il
selciato
,
e
i
bisbigli
dei
passeri
dentro
gli
orti
murati
.
In
fondo
sta
l
'
Arco
di
Augusto
,
e
intorno
è
già
la
natura
.
Aosta
non
ha
suburbio
.
La
città
,
antica
e
venerabile
,
finisce
nella
campagna
con
immediato
trapasso
,
senza
quelle
orribili
zone
di
transizione
in
cui
si
adunano
,
per
il
disgusto
del
passeggiero
,
i
rifiuti
e
le
imitazioni
miserande
dell
'
una
,
e
le
prime
immagini
deformi
dell
'
altra
:
e
la
febbrile
e
disadorna
vita
delle
metropoli
industriali
ne
venta
incontro
l
'
alito
fumoso
delle
officine
.
Qui
la
vita
cittadina
,
mancando
le
case
basse
intorno
,
diventa
strada
di
campagna
d
'
un
tratto
,
oltre
un
termine
annoso
,
ma
senza
stridore
,
perché
,
per
la
consuetudine
,
l
'
ultima
casa
e
la
campagna
imminente
si
fondono
con
armonia
.
Se
ne
esce
all
'
antica
,
come
se
fosse
ancora
cinta
di
mura
.
E
,
così
breve
e
nettamente
delimitata
,
onusta
di
tradizioni
urbane
,
ella
è
più
"
città
"
,
più
intensamente
intuita
,
nella
sua
individualità
,
come
tale
,
dei
caotici
agglomerati
moderni
;
se
pure
si
sperda
,
con
la
breve
cerchia
,
nel
vasto
seno
,
e
serbi
immediati
contatti
e
comunanze
di
usi
con
la
gran
madre
.
Corrono
alla
periferia
viottoli
chiusi
tra
muri
bianchi
:
e
ai
lati
,
tra
gli
interstizi
,
e
dove
il
muricciuolo
fa
luogo
alla
rustica
staccionata
di
legno
,
appaiono
prati
di
erbe
oscure
,
ove
pascolano
vacche
ed
armenti
-
vacche
pezzate
di
nero
e
bianco
,
di
gambe
corte
,
di
buona
razza
-
ove
scorrono
velocemente
,
non
anche
placati
dell
'
alpina
irruenza
dal
breve
piano
,
acque
dal
grigio
colore
glaciale
.
Noi
immaginiamo
quelle
acque
scroscianti
per
le
forre
di
Val
d
'
Enfer
,
stillanti
nelle
solitudini
dei
mari
di
ghiaccio
,
alziamo
gli
occhi
al
Ruitor
lontano
;
la
maestà
della
Valle
,
per
natura
e
per
storia
due
volte
illustre
,
balena
improvvisa
ed
intera
.
Le
viottole
suburbane
costeggiano
l
'
Anfiteatro
,
le
torri
di
Bramafan
,
del
Lebbroso
,
lasciano
apparire
tra
i
campi
l
'
Arco
d
'
Augusto
.
Romanità
non
metropolitana
,
e
però
più
simpatica
.
La
Roma
austera
delle
Provincie
,
cinta
di
stranieri
aspetti
;
il
morire
del
flutto
classico
,
sul
margine
delle
terre
barbare
,
e
della
nuova
storia
.
È
bene
che
la
vita
si
scosti
dai
luoghi
onusti
del
suo
passato
:
che
siano
silenzio
e
spazio
,
e
chiaro
aere
intorno
alle
vestigia
.
Questa
è
innocenza
e
natura
,
in
confronto
delle
raffinate
città
del
silenzio
,
di
Toscana
e
di
Romagna
.
Qui
non
sangue
e
lussuria
,
qui
non
porpora
ed
oro
:
la
venustà
dei
primordi
,
e
la
rozzezza
.
Nel
vano
tondo
dell
'
Arco
,
il
Crocefisso
.
Rovinavano
dagli
altri
valichi
,
con
fragore
di
acciari
,
pallidi
i
Centurioni
,
lo
scudo
alzato
in
difesa
alle
terga
:
uomini
dagli
occhi
chiari
,
cinti
di
ferine
pelli
inseguivangli
,
e
qui
arrestavano
attoniti
,
solenne
in
vista
la
città
quadrata
.
Illustre
parco
aperto
sull
'
Occidente
:
e
tu
,
città
romana
,
verso
la
mal
doma
Elvezia
,
ultima
scolta
!
Non
so
quale
aspetto
di
confine
romano
ella
conservi
,
se
pure
tant
'
oltre
si
spinse
la
romana
guerra
:
ma
un
termine
di
romanità
doveva
pur
essere
questo
,
al
piede
e
a
guardia
dell
'
Alpi
.
Qui
germogliava
la
nuova
storia
:
in
queste
zone
di
transizione
,
ai
confini
,
dove
le
razze
confluivano
,
e
legionari
miravano
le
terre
ignote
dall
'
alto
dei
valli
turriti
.
Brividi
percorrevano
le
ossa
della
gente
bruna
al
soffiare
del
vento
nordico
,
e
presagi
d
'
intimità
e
di
sensibilità
nuove
scotevangli
,
in
cospetto
della
commossa
natura
.
Più
verdi
le
primavere
elvetiche
,
e
le
donne
straniere
più
bianche
.
Qui
è
la
patria
nostra
più
vera
,
di
noi
occidentali
,
noi
bianchi
,
prima
e
più
che
latini
,
nati
dal
cruento
e
fecondo
amplesso
di
Roma
coi
barbari
.
Qui
dove
le
razze
si
fusero
e
il
nuovo
spirito
sorse
.
Troppo
erano
stanchi
l
'
Oriente
ed
il
Meridione
,
rugosa
e
calva
la
lor
terra
antica
;
la
gleba
mediterranea
era
troppo
onusta
di
storia
:
pietrosa
e
arida
come
un
paesaggio
lunare
,
gialla
,
sabbiosa
,
battuta
dal
sole
,
pari
in
affetto
ai
mondi
morti
.
Ma
il
verde
delle
plaghe
alpine
è
colore
di
vita
,
e
lo
scrosciare
del
vento
fra
le
selvose
chiome
e
dell
'
acque
,
è
tumulto
d
'
intatta
forza
.
Le
terre
vergini
,
appena
sfiorate
dalle
leggere
orme
dei
nomadi
,
colossi
virginei
nelle
nevi
e
nelle
foreste
;
e
in
cima
alle
valli
,
ove
una
folta
vegetazione
cresceva
,
ancor
simile
a
quella
dei
giorni
della
creazione
,
stavano
le
soglie
dell
'
Occidente
.
Giovine
terra
,
dove
le
città
nuove
saranno
erette
,
romano
è
il
vomero
che
ne
traccierà
,
primo
,
i
confini
,
ma
,
fra
mistiche
guglie
,
un
nuovo
spirito
vi
eleggerà
nuova
dimora
.
Con
le
ginocchia
della
mente
inchine
,
io
discesi
nel
sotterraneo
tuo
tempio
,
o
Sant
'
Orso
,
ed
errai
fra
le
colonne
rozze
,
e
i
segni
della
prisca
fede
:
né
sì
commosso
mirerei
,
credo
,
Micene
e
Menfi
,
né
tanta
reverenza
ebbi
per
Roma
,
casa
degli
avi
cara
più
di
ogni
estraneo
palagio
!
Il
cuore
sei
tu
della
Valle
che
fu
sempre
cristiana
:
e
sapevi
di
catacombe
ai
giorni
che
sorgendo
ignota
fra
le
cose
illustri
,
l
'
Arco
,
il
Teatro
,
il
Foro
,
preparavi
nel
sotterraneo
germoglio
la
nuova
vita
:
preparavi
alla
morte
asceti
e
catecumeni
,
e
la
storia
per
te
ricominciava
,
quando
,
nella
gioventù
nuova
,
pur
gli
anni
del
mondo
tornarono
a
contarsi
daccapo
.
Qui
l
'
intimità
,
qui
la
psicologia
,
qui
la
donna
e
la
gentilezza
,
la
natura
ed
il
sentimento
,
il
nostro
modo
,
la
vita
a
noi
occidentali
,
a
noi
moderni
più
cara
.
LE
STRADE
È
interessante
considerare
il
mondo
dal
punto
di
vista
della
strada
:
un
punto
di
vista
umano
e
pittoresco
.
Aggiunge
molto
alla
natura
,
e
nulla
toglie
a
lei
,
che
,
lambendo
sui
margini
le
umane
traccie
,
si
perde
poi
ambigua
e
profonda
ai
due
lati
.
Nel
caso
naturale
le
strade
segnano
un
'
orientazione
.
Sono
ancora
tracciate
dalla
necessità
strutturale
,
e
vi
appare
già
la
libertà
umana
.
È
bello
avere
intuizioni
nuove
di
queste
cose
comuni
,
le
strade
,
i
fiumi
,
le
valli
;
ricrearne
continuamente
l
'
individualità
nello
spirito
.
A
fissarci
un
po
'
sopra
il
pensiero
,
non
si
scorge
altro
più
del
mondo
se
non
questa
serie
di
nastri
bianchi
incrociantisi
qua
fitti
,
là
radi
,
che
si
diramano
bizzarramente
,
si
espandono
in
città
,
si
sperdono
in
sentieruoli
,
e
non
hanno
mai
fine
.
Basta
seguir
la
più
umile
per
guadagnar
la
più
illustre
:
in
cima
alla
stradina
di
casa
,
intima
e
nostra
,
è
la
straniera
metropoli
:
tutte
guidano
a
tutto
.
Una
continuità
lega
il
familiare
all
'
ignoto
.
La
vera
personalità
del
mondo
è
sulle
strade
.
Vi
si
addensano
intorno
le
case
e
gli
uomini
.
I
figli
vi
calcano
le
orme
dei
padri
.
C
'
è
qualche
cosa
di
epico
in
questo
aprirsi
di
vie
da
parte
dei
pionieri
umani
.
Sono
correnti
in
un
mare
amorfo
.
Un
'
unitaria
volontà
le
traccia
e
dirige
sotto
i
più
vari
cieli
,
ma
il
genio
dei
luoghi
si
atteggia
sui
margini
col
suo
volto
mutevole
,
e
l
'
ignota
terra
che
si
attraversa
v
'
innerva
il
suo
sistema
,
vi
riversa
i
prodotti
foggiati
nel
suo
seno
profondo
:
carriaggi
e
uomini
pervengono
alla
massima
dalle
prossime
vie
,
per
un
po
'
la
percorrono
,
poi
l
'
abbandonano
.
Così
la
provincia
si
affaccia
e
respira
sul
mondo
.
Grande
moto
e
fragore
è
sulle
vie
del
mondo
;
la
vita
vi
ferve
col
suo
ritmo
più
esplicito
,
e
col
più
ampio
respiro
,
la
storia
v
'
incede
coi
suoi
carri
falcati
.
Una
perenne
migrazione
di
popoli
si
compie
lungo
il
suo
bianco
miraggio
.
Questa
,
che
mi
si
para
dinanzi
,
è
fra
le
più
illustri
.
Strada
romana
,
e
napoleonica
.
Quante
,
al
tramonto
,
sfolgoranti
metropoli
,
io
,
percorrendola
,
vagheggiai
quali
mete
!
Cupole
di
Bisanzio
,
invero
,
e
guglie
caliginose
del
Nord
,
le
moli
nere
dei
nuvoli
sul
rosso
sfondo
.
Un
immenso
aere
fiammeo
si
accoglie
e
brilla
fra
l
'
una
e
l
'
altra
pendice
,
imperial
via
rettilinea
guidante
all
'
apoteosi
.
Nel
volgere
delle
rutilanti
spire
,
il
fiume
ne
è
tutto
corrusco
;
lenta
mole
di
luce
fluida
,
par
scenda
esso
direttamente
dal
sole
,
che
sui
ghiacciai
già
ombrati
sta
immobile
,
nume
accecante
nell
'
ora
sacra
,
fra
una
sempre
più
fitta
vaporosità
d
'
oro
.
Fiammeggia
ancora
pei
vetri
delle
cappellette
,
quando
,
celando
a
tratti
,
agli
svolti
,
la
visione
trionfale
del
fondo
valle
,
la
strada
s
'
ingolfa
nelle
fresche
ombre
,
tra
gli
aspetti
intimi
delle
radure
e
delle
selvette
.
Cari
più
questi
alla
sera
:
la
luna
,
che
allunga
l
'
ombra
di
Ibleto
dai
muri
di
Verrès
,
e
fa
del
mite
Fénis
un
maniero
spettrale
,
pende
poi
su
di
essi
propizia
,
sui
conciliaboli
delle
lepri
e
dei
grilli
.
O
come
attraente
,
nel
suo
verde
mistero
,
dai
margini
,
la
natura
ci
chiama
,
e
la
vita
:
come
ne
svia
dalla
meta
!
Fanciulle
,
cogliendo
fiori
vengonci
incontro
dai
profondi
prati
.
Or
via
,
seguiamole
,
in
libertà
gioconda
.
Che
,
dunque
,
ci
attende
,
entro
la
boscaglia
oscura
?
La
fragola
selvatica
,
e
l
'
anemone
bianco
,
e
la
ninfea
sul
tacito
stagno
.
La
marea
verde
dell
'
erbe
sta
per
sommergere
le
basse
piante
.
Il
caprifoglio
si
avviticchia
ai
tronchi
,
e
il
nostro
desiderio
,
fanciulle
,
vi
cingerà
con
le
fluide
braccia
adducendovi
nel
più
verde
recesso
.
Quando
,
per
la
foresta
,
rimbomberà
il
corno
eroico
?
Quando
,
tra
i
rami
,
riapparirà
il
nastro
bianco
?
Spiccandoci
dal
vostro
fianco
,
poi
che
cadrà
la
sera
,
verso
le
nobili
sedi
dello
spirito
ci
avvieremo
noi
,
cavalieri
del
Graal
.
Veloci
macchine
rombando
distanziano
i
tardi
carri
;
favorevoli
più
questi
allo
spirito
,
montano
quelle
gli
uomini
che
fanno
piccolo
il
mondo
.
Divoratori
dello
spazio
,
banale
cosa
è
la
strada
pei
suoi
moderni
signori
:
uno
schema
della
distanza
;
il
monotono
segue
il
veloce
,
come
il
grigio
la
rapida
sovrapposizione
delle
tinte
.
Ma
poi
,
procedendo
più
adagio
,
vi
scorgiamo
più
cose
:
e
più
cose
,
forse
,
vi
scorgono
i
mendicanti
seduti
sui
paracarri
.
StampaPeriodica ,
Rimasto
a
lungo
nella
sfera
della
teoria
sotto
specie
di
critica
dottrinale
,
inane
contro
la
espansiva
vitalità
del
regime
,
il
concetto
di
decadenza
della
democrazia
sembra
entrare
ora
nel
quadro
della
realtà
.
Malfido
sintomo
,
lo
bandisce
la
moda
.
A
darle
,
in
apparenza
,
il
tracollo
in
certa
ampia
zona
grigia
superficiale
della
coscienza
comune
,
è
stata
la
delusione
della
guerra
democratica
"
:
democratica
anche
la
pace
,
con
la
parlamentarizzazione
dello
stato
"
militare
"
tedesco
,
con
la
dissoluzione
della
monarchia
"
antinazionale
"
di
Asburgo
;
lo
stesso
suo
precipitoso
realizzarsi
formale
nei
paesi
che
ne
erano
rimasti
fuori
sembrò
tradire
una
febbrilità
di
motus
in
fine
velocior
;
e
poi
lo
zenit
del
sole
di
Versaglia
ha
messo
in
luce
pei
semplici
una
sua
essenza
insospettata
:
ha
cioè
permesso
loro
di
ravvisare
,
nei
tratti
dell
'
ambigua
madre
,
i
"
due
gemelli
feroci
"
:
nazionalismo
e
socialismo
.
A
lungo
irresoluto
e
ambiguo
,
quest
'
ultimo
,
che
ne
era
apparso
,
ai
cuori
teneri
,
l
'
umanitario
continuatore
,
le
si
dichiara
,
ora
,
nemico
.
La
formula
dell
'
ordine
nuovo
,
tanto
ansiosamente
cercata
,
è
trovata
,
è
duramente
antitetica
:
dittatura
di
classe
.
Un
'
immensa
terra
,
tutto
un
mondo
,
la
applica
,
in
un
esperimento
che
non
vuol
finire
.
Dagli
istituti
alle
ideologie
,
dal
parlamento
al
concetto
di
libertà
,
è
in
crisi
tutto
quello
che
è
suo
.
Patrie
,
classi
,
razze
,
realtà
e
miti
,
tutte
le
antitesi
ch
'
essa
sembrava
tendere
ingenuamente
a
confondere
,
o
astutamente
a
dissimulare
,
si
polarizzano
.
Tramonta
essa
veramente
?
e
che
tramonta
con
lei
,
con
questo
nome
famoso
?
L
'
abbia
o
no
sentita
come
religione
che
ebbe
la
sua
chiesa
,
la
massoneria
,
ed
i
suoi
santi
,
laici
,
la
coscienza
comune
intuiva
la
democrazia
come
alcunché
di
confuso
,
un
concetto
che
altri
,
pure
in
sé
vaghi
,
concorrono
a
determinare
:
in
cui
,
accanto
al
trinomio
dell'89
che
la
Francia
scrive
ancor
oggi
sulle
sue
monete
,
vengono
evocati
scienza
con
positivismo
ed
anticlericalismo
,
repubblica
con
parlamentarismo
e
antimilitarismo
,
principio
di
nazionalità
con
diritto
naturale
;
e
pacifismo
,
e
umanitarismo
.
A
concretarla
e
poetizzarla
,
il
nome
prestigioso
dei
sacerdoti
:
Mazzini
e
Garibaldi
e
Victor
Hugo
,
Gambetta
e
Gladstone
,
Darwin
e
Häeckel
.
Con
altri
enti
la
parentela
è
più
oscura
,
ma
,
se
pur
controversa
,
vale
a
precisare
.
Col
capitalismo
dissimulata
o
negata
;
col
liberalismo
e
individualismo
dubbia
;
col
principio
di
autorità
,
e
con
lo
Stato
,
occasionale
,
e
recente
,
sotto
la
spinta
del
sovietismo
.
Tutto
questo
,
ed
altro
,
è
democrazia
.
Scorcio
della
storia
di
un
secolo
e
della
preparazione
ideologica
di
un
altro
che
si
assomma
nel
suo
simbolo
principe
:
ampia
identificazione
assimilativa
,
cui
devesi
l
'
immensa
eco
del
nome
.
Ideologia
.
Da
quando
,
col
marxismo
il
materialismo
storico
è
nato
,
è
troppo
naturale
e
necessario
,
non
fermarsi
ad
essa
,
non
ravvisarvi
l
'
essenza
,
e
nemmeno
la
quintessenza
,
del
fenomeno
democrazia
,
ma
preoccuparsi
delle
realtà
di
altra
indole
,
economico
-
sociale
,
operanti
alla
radice
,
o
dissimulate
sotto
la
maschera
dei
famigerati
"
ideali
"
.
Il
grandioso
fenomeno
,
concomitante
e
correlativo
,
esteso
,
a
tutto
l
'
Occidente
ma
con
centro
sismico
in
Francia
,
del
brusco
o
graduale
avvento
di
un
regime
atomistico
-
rappresentativo
in
cui
,
disciolta
la
figura
giuridica
e
stremata
la
forza
reale
di
caste
e
corporazioni
preesistenti
,
nulla
più
rimaneva
a
mediare
i
rapporti
tra
individuo
e
Stato
,
la
sovranità
ed
il
governo
del
quale
passava
ai
parlamenti
;
e
,
più
profondo
e
importante
ancora
della
forma
politica
,
il
fatto
sociale
per
cui
sulla
finzione
del
governo
di
maggioranza
venivano
ad
assumere
funzioni
dirigenti
,
in
luogo
delle
antiche
caste
,
retoricamente
chiuse
ed
ereditarie
,
comunque
di
carattere
aristocratico
-
ecclesiastico
-
militare
,
gruppi
in
principio
e
in
fatto
più
facilmente
accessibili
,
a
tinta
culturale
-
finanziaria
-
professionale
:
ecco
il
motore
unico
,
e
la
base
di
tutto
,
nel
concetto
della
scuola
che
dispone
in
ordine
di
decrescente
importanza
gli
aspetti
economico
-
sociale
,
politico
,
ideologico
dei
fatti
umani
,
e
scorge
nel
primo
la
determinante
del
secolo
,
e
l
'
ispirazione
del
terzo
.
Non
è
qui
luogo
a
discutere
come
del
materialismo
storico
siasi
iniziato
,
con
Croce
,
Pareto
,
Sorel
,
un
processo
di
revisione
che
porterà
lontano
.
Limitiamoci
a
constatare
che
,
ormai
,
solo
più
al
grosso
polemismo
socialista
è
lecito
,
confondendo
il
sincero
con
l
'
opportunistico
e
il
contingente
col
duraturo
,
riducendo
insomma
,
a
semplice
quel
che
è
complesso
,
presentare
gli
ideali
di
un
'
epoca
come
la
maschera
degl
'
interessi
del
gruppo
dominante
,
e
,
col
plauso
dei
neo
-
aristocratici
,
rifare
,
senza
rispetto
della
cronologia
,
la
storia
scettica
del
trinomio
dell'89
additando
l
'
inganno
del
capitalismo
nell
'
idea
-
forza
di
uguaglianza
,
politica
e
non
economica
,
e
però
lustra
pei
proletari
,
come
,
a
suo
tempo
,
arma
contro
gli
ex
dei
parvenus
borghesi
;
e
in
quella
di
libertà
travisato
pei
gonzi
il
regime
atomistico
che
,
spezzando
la
forza
delle
corporazioni
,
lascia
libero
il
campo
all
'
astuzia
degli
speculatori
.
Però
su
altre
posizioni
s
'
insiste
:
e
non
si
dice
che
convenga
recederne
,
ma
che
occorre
chiarirle
.
Il
concetto
di
classe
domina
il
pensiero
del
nostro
tempo
.
Lotta
di
classe
,
politica
di
classe
:
la
democrazia
come
ideologia
di
classe
della
borghesia
.
Questa
formula
corrente
bisogna
approfondirla
.
Presentata
così
,
sembra
implicare
il
mistico
agire
di
una
coscienza
di
classe
,
che
non
è
reale
.
Che
non
è
totalmente
reale
nemmeno
oggi
,
e
pel
proletariato
;
che
tanto
meno
lo
fu
per
la
borghesia
.
Essa
,
intanto
,
non
ha
operato
alle
origini
,
non
ad
essa
è
dovuto
il
fiat
democratico
.
La
borghesia
si
è
assai
più
educata
e
formata
alla
scuola
dei
precursori
,
che
non
abbia
contribuito
a
suscitarli
,
con
la
suggestione
oscura
dei
suoi
interessi
,
tanto
oscura
che
non
si
comprende
.
Il
fenomeno
delle
azioni
e
influenze
reciproche
fra
Terzo
Stato
e
filosofi
è
certo
d
'
interdipendenza
,
alla
Pareto
,
ma
,
per
una
volta
tanto
,
sembra
che
l
'
ideologia
pura
abbia
primée
di
classe
.
È
anzi
il
colore
storico
tradizionale
del
secolo
,
forse
non
è
esatto
negarlo
.
Sorel
è
risalito
,
munito
di
lente
marxistica
,
e
del
suo
grande
acume
,
fino
agli
scorci
del
'600
per
cogliere
le
origini
dell
'
ideologia
di
classe
,
ma
dove
e
quando
le
ha
trovate
ispirate
,
o
anche
solo
deterministicamente
congiunte
a
caratteri
somatici
ben
definiti
della
classe
nascente
?
che
ha
potuto
concludere
,
fuori
di
una
tendenza
astrattistica
della
"
classe
di
commessi
"
francese
,
opposta
al
prudente
empirismo
della
"
classe
di
padroni
"
britannica
?
e
in
ciò
non
vi
è
forse
più
razza
che
classe
?
Egli
parla
più
spesso
di
borghesia
educantesi
che
di
borghesia
formatrice
.
C
'
è
,
naturalmente
,
un
fondo
di
verità
nella
veduta
classistica
,
e
la
conciliazione
del
fatto
incontrovertibile
della
fioritura
autonoma
delle
ideologie
con
l
'
asserita
influenza
di
classe
si
compie
attraverso
il
meccanismo
di
selezione
naturale
per
cui
,
fra
le
tante
,
viene
in
fama
,
dilaga
,
s
'
impone
quella
che
è
più
in
accordo
coi
sentimenti
e
interessi
del
gruppo
sociale
dominante
,
o
in
ascesa
:
per
cui
,
ad
esempio
,
restando
all
'
epoca
che
qui
c
'
interessa
,
il
volterianesimo
distanzia
di
tanto
,
nella
sua
fortuna
,
la
vita
grama
del
quasi
contemporaneo
giansenismo
.
Sensualità
,
amoralità
,
scetticismo
dominanti
nelle
classi
elette
del
tempo
,
in
confronto
dello
sparuto
gruppo
di
eredi
e
affini
di
Port
Royal
:
ma
perché
tutto
ciò
colato
nelle
forme
antireligiose
,
politicheggianti
dell
'
Enciclopedia
,
mentre
il
pietismo
aveva
permesso
benissimo
alla
galanteria
del
'600
,
cioè
all
'
immanente
residuo
sessuale
,
di
conciliarsi
ipocritamente
con
la
religione
?
Perché
nel
frattempo
un
moto
prettamente
ideologico
,
il
razionalismo
,
vale
a
dire
l
'
estensione
,
più
o
meno
arbitraria
,
al
campo
etico
e
politico
delle
sconfitte
che
altrove
la
fisica
infliggeva
alla
teologia
e
al
principio
di
autorità
,
aveva
fatto
strada
.
Interessante
fenomeno
della
variazione
dei
sentimenti
,
o
di
quelli
che
Pareto
chiama
residui
,
e
delle
loro
cause
,
attraverso
cui
l
'
efficacia
delle
ideologie
può
forse
riapparire
cospicua
.
Qui
è
tutta
quistione
d
'
interpretazione
.
Non
si
vuoi
certo
negare
che
la
monarchia
francese
,
favorendo
commessi
e
parlamenti
,
rinforzando
,
cioè
,
la
borghesia
amministrativo
-
giudiziaria
,
e
,
più
remota
,
la
scienza
attivando
la
produzione
,
abbiano
creato
le
condizioni
del
divenire
democratico
,
come
la
grande
industria
ha
posto
quelle
del
socialismo
,
per
considerar
questo
e
quello
opera
di
pochi
pensatori
e
demiurgi
:
però
la
coscienza
di
tali
enti
non
è
determinata
a
priori
,
e
dire
che
tendono
a
imporsi
non
implica
ancora
in
qual
modo
.
La
loro
forza
espansiva
porta
al
loro
fiorire
,
ma
essi
non
recano
con
sé
,
dall
'
origine
,
univoca
,
la
loro
forma
:
assorbono
fermenti
e
impulsi
estranei
,
il
loro
sfruttar
gli
eventi
è
casuale
.
Così
il
punto
di
vista
classistico
non
toglie
alle
grandi
correnti
ideologiche
,
volteriana
e
rousseauiana
,
il
loro
valore
di
fattori
della
formazione
democratica
,
risalenti
per
vie
proprie
alla
scienza
sperimentale
e
alla
riforma
,
Lutero
e
Galileo
,
cioè
a
impulsi
ben
autonomi
,
per
quanto
nella
storia
possa
esistere
autonomia
,
dalla
formazione
borghese
:
e
nemmeno
il
terzo
affluente
ideologico
,
la
scuola
economica
,
Smith
e
i
fisiocrati
,
rivela
interi
gli
estremi
della
concezione
di
classe
.
Sorel
,
qui
interprete
di
tutta
la
tradizione
marxistica
,
ha
ben
ragione
di
dire
che
,
non
le
cosidette
"
idee
dominanti
"
,
ma
interessi
e
sentimenti
sono
i
veri
moventi
degli
atti
umani
,
ma
in
quanto
atti
dei
singoli
:
negli
atti
collettivi
,
invece
-
come
quelli
che
determinano
il
variare
degli
istituti
,
del
regime
-
,
la
percezione
dell
'
interesse
di
gruppo
,
cioè
la
coscienza
di
classe
,
non
è
poi
così
chiara
,
anche
perché
non
è
poi
così
certa
,
risultante
un
po
'
mitica
di
sentimenti
e
interessi
particolari
dissimili
.
Per
questo
tramite
,
un
'
ideologia
autonoma
può
benissimo
imporsi
,
con
un
meccanismo
in
cui
,
concediamo
ciò
di
buon
grado
al
materialismo
,
non
tanto
lo
splendore
disinteressato
dell
'
idea
quanto
proprio
interessi
e
sentimenti
di
singoli
,
più
o
meno
traditori
del
gruppo
,
gusto
di
popolarità
,
opportunismo
dell
'
immediato
,
faciloneria
,
leggerezza
concorrono
.
L
'
umanità
nel
suo
complesso
,
è
più
miope
di
quel
che
non
si
creda
.
Fare
delle
classi
esseri
volontari
,
antiveggenti
è
falsare
,
con
visione
preconcetta
,
la
storia
.
L
'
interesse
di
classe
si
manifesta
assai
più
nella
politica
spicciola
,
annonaria
o
doganale
,
in
cui
il
governo
concede
prebende
ai
gruppi
che
lo
sostengono
,
che
non
nelle
riforme
politiche
a
contenuto
generico
e
a
portata
remota
.
Sorel
osserva
che
in
Francia
era
assai
più
lecito
(
perché
in
apparenza
più
innocuo
)
parlare
dei
diritti
dell
'
uomo
che
della
gabella
sul
sale
:
ma
poi
quelli
han
spazzato
questa
e
coloro
che
ne
fruivano
:
potere
temibile
dell
'
ideologia
.
Né
uomini
,
né
tanto
meno
gruppi
prevedono
a
lunga
scadenza
;
anzi
,
nemmeno
l'89
prevede
il
'93
:
l
'
après
nous
le
déluge
è
,
in
forma
meno
apocalittica
,
norma
regolatrice
.
Parlatemi
d
'
imboscamenti
bellici
,
o
di
scandali
di
oli
e
formaggi
post
-
bellici
,
e
riconoscerò
il
governo
borghese
,
come
domani
,
nei
privilegi
ai
sindacati
,
il
socialista
:
ma
la
concessione
del
suffragio
universale
non
è
stata
un
interesse
della
borghesia
,
né
quella
della
proporzionale
del
partito
liberale
.
Concessioni
e
sintomi
di
decadenza
?
quella
decadenza
borghese
di
cui
tanto
si
parla
?
La
storia
ha
visto
,
certo
,
anche
inflessibili
governi
unilaterali
di
classi
e
gruppi
,
ma
più
in
periodi
primitivi
,
e
per
parte
di
vere
caste
,
od
oligarchie
ereditarie
.
La
borghesia
,
per
l
'
ideologia
su
cui
si
è
formata
,
per
la
sua
struttura
di
classe
aperta
,
a
composizione
assai
varia
,
non
ha
mai
praticato
ciò
,
la
sua
aspirazione
a
superare
le
classi
fu
sincera
.
Certo
,
l
'
abolizione
dei
ceti
privilegiati
era
un
interesse
di
tutti
coloro
che
non
vi
appartenevano
:
ma
perché
dei
borghesi
piuttosto
che
degli
artigiani
?
o
diremo
che
abolendo
insieme
nobiltà
e
corporazioni
d
'
arti
e
mestieri
in
quelle
deliberazioni
della
Costituente
che
furono
il
vero
atto
di
nascita
della
democrazia
,
essa
ha
voluto
definire
e
proteggere
d
'
ambo
le
parti
le
sue
frontiere
?
Ciò
avrebbe
del
mitico
:
è
più
conforme
alla
realtà
ravvisare
i
fattori
nei
teorici
della
ideologia
,
i
quali
pensavano
davvero
in
universale
e
in
astratto
,
e
nei
realizzatori
giacobini
,
borghesi
dubbi
,
che
,
parte
con
disinteresse
parte
no
,
tradussero
l
'
ideologia
negli
istituti
quando
l
'
ambiente
diventò
propizio
.
I
miti
della
democrazia
non
sono
classistici
né
come
realtà
né
come
trucco
né
come
illusione
.
Così
il
concetto
della
"
volontà
generale
"
è
definito
in
Rousseau
senza
preoccupazioni
,
non
diciamo
esplicite
,
ma
nemmeno
inconscie
,
degli
interessi
del
Terzo
Stato
:
e
non
furono
certo
più
rousseauiani
i
fermiers
généraux
dei
visconti
o
degli
avvocati
.
L
'
uomo
astratto
cui
si
riferisce
ed
applica
la
costituzione
democratica
è
,
dicono
,
l
'
uomo
del
Terzo
Stato
.
Certo
non
è
il
Pelle
Rossa
né
il
profeta
ebreo
,
è
un
estratto
dell
'
umanità
del
suo
tempo
,
ma
dove
sono
in
esso
i
caratteri
del
magistrato
o
del
commesso
piuttosto
che
del
nobile
illuminato
,
o
dell
'
artigiano
?
no
,
è
proprio
un
uomo
astratto
,
è
il
"
cittadino
"
:
il
socialismo
lo
ripudia
,
in
questo
periodo
più
,
in
altri
meno
,
per
la
sostituzione
di
un
'
ideologia
economica
a
quella
politica
del
Settecento
:
ma
,
ripetiamolo
,
i
quadri
,
teorici
e
pratici
,
della
democrazia
furono
realizzati
con
notevole
indipendenza
dal
concetto
di
classe
in
quella
che
ne
fu
l
'
efficace
preistoria
.
Una
più
precisa
e
vasta
determinazione
classicistica
si
è
voluto
,
e
si
sarebbe
potuto
attribuire
al
gran
fenomeno
che
s
'
iniziò
con
l
'
Ottocento
:
l
'
industrialismo
.
Ad
esso
,
anzi
,
e
all
'
élite
che
ha
formato
,
non
ai
remoti
avi
,
si
riferisce
la
polemica
socialista
quando
parla
di
regime
capitalistico
e
di
borghesia
:
è
incline
,
magari
,
ad
ammettere
la
buona
fede
di
quelli
:
ma
da
quando
le
aule
di
Westminster
e
di
Palais
Bourbon
cominciarono
a
riempirsi
dei
"
direttori
di
ferrovie
"
che
tanto
odiava
Treitschke
,
e
di
padroni
di
miniere
e
banchieri
,
comincia
per
essa
l
'
irreducibile
antitesi
.
In
realtà
,
s
'
inizia
!
soprattutto
il
proletariato
,
col
suo
bisogno
di
differenziazione
,
e
la
nascente
volontà
di
conquista
.
L
'
industrialismo
ha
assai
più
formato
e
dotato
di
coscienza
rigida
il
proletariato
che
non
la
classe
capitalistica
.
È
una
constatazione
storica
,
non
una
deduzione
a
priori
.
Il
Marx
dei
plutocrati
non
è
mai
nato
,
e
si
comprende
:
ma
nemmeno
il
Napoleone
;
gli
statisti
dell
'
Occidente
non
furono
solo
loro
mandatari
,
e
identificarlo
con
Rothschild
o
con
Rockfeller
non
sembra
esatto
.
C
'
è
bene
il
mito
dell
'
Alta
Banca
direttrice
occulta
,
e
definirla
senz
'
altro
favola
sarebbe
certo
avventato
.
Ma
a
giudicar
dai
fatti
,
a
interpretarli
,
la
sua
influenza
non
sembra
sia
stata
universale
,
né
decisiva
.
L
'
ideologia
di
libertà
e
di
nazionalità
,
a
origine
non
capitalistica
,
ha
nutrito
la
borghesia
,
e
informato
la
storia
,
per
due
buoni
terzi
dell
'
Ottocento
.
Il
contenuto
prevalentemente
economico
della
politica
estera
degli
ultimi
tempi
,
ed
il
protezionismo
,
sono
i
segni
più
certi
di
quell
'
influsso
,
sebbene
la
guerra
abbia
lasciato
il
dubbio
,
che
bisognerà
sciogliere
,
se
sia
stata
l
'
economia
,
il
mercantilismo
imperialistico
,
a
scatenar
le
passioni
,
o
non
,
piuttosto
,
antagonismi
secolari
a
diversa
origine
si
siano
giovati
del
contenuto
novello
.
La
grande
funzione
capitalistica
fu
di
organizzare
la
produzione
,
e
,
deprecata
conseguenza
,
i
produttori
.
Ma
in
politica
,
ma
nel
campo
sociale
la
potenza
creativa
è
stata
scarsa
:
ha
accettato
le
forme
democratiche
,
che
vi
nacquero
estranee
,
senza
recarvi
gran
mutamento
,
fuori
di
una
maggior
corruzione
del
regime
parlamentare
.
Per
questo
,
oltre
che
per
le
ragioni
storiche
dette
,
e
per
ragioni
attuali
,
di
cui
diremo
,
l
'
identificazione
di
democrazia
con
capitalismo
è
sforzata
.
Il
volo
plutocratico
ebbe
ali
modeste
:
forse
al
tempo
di
Marx
,
in
Inghilterra
,
in
America
,
a
giudicare
dai
ferrei
padroni
di
miniere
e
sfruttatori
di
petrolio
,
prometteva
di
più
:
anche
Sorel
riconosce
ciò
,
ma
la
chiama
la
"
decadenza
borghese
a
causa
della
pace
"
,
mentre
,
a
parte
la
degenerazione
di
taluni
clans
cosmopoliti
dell
'
altaborghesia
,
sembra
più
esatto
parlare
di
mancata
egemonia
capitalistica
,
che
ha
impedito
a
questa
,
poi
al
suo
principio
antitetico
,
ilsocialismo
,
di
unificare
la
storia
contemporanea
,
smentendo
il
rigido
sviluppo
marxistico
degli
avvenimenti
.
Né
l
'
uno
né
l
'
altro
dei
due
avversari
vinse
intera
la
sua
partita
:
non
hanno
potuto
superare
due
ostacoli
immani
sul
loro
cammino
,
due
eredità
della
storia
,
che
non
sono
stati
da
tanto
da
assorbire
e
annullare
:
le
patrie
,
e
,
in
ciascuna
di
queste
,
le
classi
medie
.
Questo
nostro
Occidente
è
parti
colarista
:
come
già
l
'
Internazionale
monarchica
,
la
Santa
Alleanza
,
così
l
'
Internazionale
plutocratica
e
l
'
Internazionale
proletaria
non
sono
riuscite
.
Le
classi
medie
,
che
qui
comprendono
la
maggior
parte
dei
contadini
,
sono
solide
.
Tutti
gli
sforzi
polemici
per
identificare
democrazia
e
plutocrazia
demagogica
,
che
sarebbe
ben
comodo
pel
socialismo
,
restano
disperatamente
vani
,
perché
la
democrazia
è
anche
l
'
opinione
delle
classi
medie
.
Lo
è
come
determinazione
negativa
,
quieto
vivere
,
conservazione
quand
même
dell
'
ordine
esistente
,
ma
in
parte
anche
positiva
,
perché
le
forme
rappresentative
,
e
l
'
uguaglianza
politica
teorica
sono
abbastanza
nello
spirito
di
amplissimi
strati
umani
,
non
famelici
,
discretamente
istruiti
e
coscienti
,
e
però
alieni
da
dittature
,
sufficientemente
provvisti
di
educazione
politica
e
di
senso
sociale
,
così
da
non
rendere
totalmente
illusorio
il
concetto
di
governo
di
maggioranza
.
È
il
deprecato
,
deriso
,
temuto
spirito
piccolo
-
borghese
.
Fa
ridere
vedere
quanto
lo
odiano
.
Per
esso
la
vita
sociale
odierna
conserva
una
certa
stabilità
,
una
tendenza
alla
regolazione
automatica
che
nemmeno
,
sembra
,
la
guerra
è
riuscita
a
scuotere
:
per
esso
,
e
per
le
patrie
,
la
storia
resta
varia
,
indeterminata
,
non
avviata
esclusivamente
sulle
rotaie
della
lotta
di
classe
.
Con
le
classi
inedie
si
può
fare
un
calcolo
di
probabilità
,
della
politica
:
non
_
sono
sorde
ai
richiami
del
senso
economico
,
alla
collaborazione
:
per
questo
gli
economisti
,
commossi
,
proclamano
la
piccola
borghesia
il
sale
della
terra
.
Credo
si
debba
tener
conto
di
ciò
per
capire
la
politica
contemporanea
senza
ricorrere
ai
romanzi
d
'
appendice
dei
dominii
o
o
dei
patti
segreti
.
La
plutocrazia
demagogica
non
saprebbe
impedirla
,
ma
le
classi
medie
non
vogliono
la
rivoluzione
.
In
Italia
,
Giolitti
,
anziché
capo
del
sindacato
degli
speculatori
-
nome
che
spetterebbe
,
se
mai
,
a
più
recenti
uomini
-
si
può
ben
più
giustamente
definire
l
'
esponente
delle
classi
medie
.
L
'
alta
borghesia
,
progenie
dei
banchieri
ugonotti
e
dei
grandi
capi
d
'
industria
,
non
ha
saputo
diventare
una
vera
aristocrazia
politica
,
forse
nemmeno
in
Inghilterra
e
in
Francia
:
è
la
"
decadenza
borghese
"
di
Sorel
;
gli
speculatori
,
la
plutocrazia
demagogica
,
parvenus
dell
'
élite
borghese
,
senza
tradizioni
,
senza
stile
,
esistono
,
ma
si
limitano
a
praticare
,
ai
margini
dei
trattati
di
commercio
e
dei
bilanci
statali
,
una
politica
di
colpi
di
mano
e
di
pirati
:
mi
sembrano
lontani
dal
dirigere
tutto
,
secondo
un
'
opinione
oggi
diffusa
.
Le
classi
medie
contano
,
pesano
,
è
vano
negarlo
come
piace
agli
apocalittici
e
come
un
tempo
suppose
la
teoria
marxista
,
sperano
forse
di
proletarizzarle
:
la
loro
reazione
alla
disgregazione
plutocratica
e
alla
violenza
massimalista
è
vivace
ovunque
nell
'
Occidente
,
specie
in
Francia
,
subito
prima
e
ben
più
dopo
la
guerra
,
e
perfino
in
Italia
,
a
veder
quel
che
è
successo
negli
ultimi
mesi
.
Lo
spirito
piccolo
-
borghese
riconosce
patria
e
democrazia
.
Perfino
il
nazionalismo
vi
può
trovar
qualche
base
sentimentale
:
la
drogheria
impazzata
,
di
cui
parlano
alcuni
.
I
governi
suoi
esponenti
sono
sinceri
quando
dicono
di
non
volere
una
politica
di
classe
:
ampia
zona
grigia
,
esso
è
il
mediatore
dei
gruppi
avversi
.
Accudisce
ai
propri
affari
,
non
è
classe
politica
,
ma
esige
l
'
ordine
e
la
pace
sociale
:
tollera
,
o
meglio
non
avverte
le
spinte
evoluzioniste
,
per
quanto
audaci
,
delle
minoranze
:
si
lascia
imprimere
delle
accelerazioni
,
ma
reagisce
all
'
urto
.
Espressioni
piccolo
-
borghesi
sono
il
radicalismo
,
il
riformismo
,
il
socialismo
parlamentare
,
e
,
in
Italia
,
il
partito
popolare
:
piccolo
-
borghese
è
,
in
buona
parte
,
la
politica
europea
interna
,
ed
anche
estera
,
contemporanea
.
Tutte
le
procellarie
della
civiltà
occidentale
prescindono
dall
'
influenza
stabilizzatrice
delle
classi
medie
.
Guardato
con
occhio
non
mistico
,
ma
politico
,
il
socialismo
s
'
inserisce
in
questa
realtà
come
un
fattore
imponente
,
ma
non
esclusivo
:
e
ciò
corrisponde
,
ed
equivale
,
a
non
ravvisare
nell
'
industrialismo
la
forma
unica
di
una
civiltà
tanto
più
varia
ed
antica
.
Esso
è
,
storicamente
,
aumento
d
'
importanza
delle
classi
operaie
urbane
,
che
tende
a
variare
la
composizione
dei
gruppi
dirigenti
,
accedendovi
l
'
élite
proletaria
o
chi
,
alquanto
demagogicamente
,
si
prefigge
di
rappresentarla
:
ma
in
questa
,
che
è
la
sua
base
,
è
anche
la
sua
limitazione
,
ché
,
quanto
al
suo
dominio
assoluto
,
all
'
assorbimento
o
assoggettamento
di
tutto
il
resto
,
sembra
sia
un
altro
paio
di
maniche
.
Potrebbe
fornirgli
un
alleato
potente
l
'
industrializzazione
dell
'
agricoltura
:
ma
qui
si
ha
un
fattore
specifico
,
la
piccola
proprietà
,
che
pare
tenda
ad
estendersi
:
essa
è
bensì
la
realizzazione
del
possesso
,
da
parte
del
produttore
,
di
uno
degli
strumenti
della
produzione
agricola
,
la
terra
-
l
'
altro
,
la
macchina
,
ove
realmente
l
'
industrializzazione
procede
,
potendo
pensarsi
possesso
comune
di
corporazioni
contadine
-
;
ma
è
realizzazione
speciale
,
e
ben
poco
socialista
.
Lo
è
tanto
poco
che
il
massimalismo
morde
il
freno
davanti
alla
piccola
proprietà
e
che
,
ad
esempio
,
in
Italia
i
popolari
sono
una
realtà
solida
,
e
opposta
,
in
grazia
appunto
di
essa
.
La
quale
si
oppone
a
quella
"
instabilità
"
delle
masse
che
rende
così
grave
l
'
arte
di
governo
ai
politici
del
nostro
tempo
.
Ci
vorrebbe
il
latifondo
,
e
la
torma
dei
salariati
,
ma
sembra
poco
probabile
,
a
guardar
quanto
accade
,
che
le
cose
debbano
procedere
in
questo
senso
,
à
rebours
.
Del
resto
,
non
è
facile
scorgere
che
cosa
di
originale
l
'
antidemocrazia
possa
,
oggi
,
creare
nelle
forme
politiche
e
sociali
.
Per
chi
creda
alla
genesi
ed
attualità
classistica
della
democrazia
,
certo
la
formola
:
dittatura
del
proletariato
-
sia
pure
,
come
giustamente
si
osserva
,
dittatura
sul
proletariato
-
,
ne
è
la
risoluta
negazione
,
in
quanto
distrugge
la
classe
avversa
.
Ma
chi
la
considera
invece
come
la
forma
di
tutta
quanta
la
fase
attuale
della
civiltà
,
cerca
le
novità
positive
e
durevoli
che
il
fatto
effimero
della
dittatura
tenderebbe
a
instaurare
,
e
in
cui
sarebbe
la
sua
giustificazione
.
Supremazia
esplicita
delle
minoranze
attive
sulla
finzione
di
maggioranza
,
attraverso
la
prevalenza
dei
mandati
operai
sui
contadini
nei
soviet
,
appare
la
più
notevole
:
ma
ciò
è
sempre
accaduto
pei
regimi
nuovi
,
e
anche
le
origini
democratiche
sono
nei
clubs
giacobini
,
è
quistione
,
non
di
principii
né
di
forme
nuove
,
bensì
di
forze
in
gioco
,
_
e
di
loro
astuzie
,
nei
paesi
dove
,
per
ragioni
specifiche
,
la
rivoluzione
è
maturata
.
Affermandosi
,
i
regimi
diventano
tolleranti
:
in
questo
caso
tramite
dell
'
addolcimento
potrebbe
essere
proprio
l
'
altra
famosa
formola
:
chi
non
lavora
non
mangia
,
in
cui
taluno
che
torna
di
Russia
ravvisa
l
'
essenza
del
novus
ordo
:
ch
'
essa
trionfi
,
e
vedrete
che
razza
di
bolscevichi
diventeranno
i
nostri
bravi
borghesi
,
tanto
più
che
,
già
essendovi
ultimamente
tollerati
i
tecnici
e
gl
'
intellettuali
,
non
tendono
a
restarne
esclusi
che
pochi
amministratori
di
società
anonime
.
Principio
elezionistico
,
sia
nei
soviet
,
sia
nei
parlamenti
,
classe
dirigente
aperta
,
sia
élite
borghese
,
sia
élite
proletaria
,
le
forme
democratiche
permangono
,
salvo
il
fatto
personale
,
e
russo
-
Lenin
-
,
che
se
mai
ha
riscontro
democratico
in
Napoleone
.
Noi
non
andiamo
,
questo
è
il
punto
,
verso
un
'
aristocrazia
ereditaria
in
nessuna
parte
del
mondo
bianco
,
e
,
pare
,
nemmeno
del
giallo
.
La
proprietà
privata
,
checché
sembri
,
non
forma
oggetto
di
controversia
:
la
riconobbe
la
democrazia
,
la
subirà
il
socialismo
;
si
tratta
solo
,
a
ogni
rivoluzione
,
di
trapassi
e
nuove
ripartizioni
:
nessuno
,
in
Russia
,
toglierà
più
la
terra
ai
mugiki
.
Gli
è
che
,
per
quanto
si
tenti
,
non
vi
è
opposizione
intrinseca
fra
le
due
concezioni
:
il
socialismo
,
nella
sua
parte
positiva
,
tende
,
in
omaggio
alla
produzione
,
alla
organizzazione
tecnica
della
società
:
ma
poiché
questa
,
una
forma
,
una
vita
politica
,
sia
pure
ridotte
,
dovrà
sempre
averle
,
affibbiate
a
tale
aspetto
politico
del
"
produttore
"
il
nome
democratico
di
"
cittadino
"
,
e
l
'
ideologia
democratica
rientra
pari
pari
nel
quadro
socialista
,
con
repubblica
,
forme
rappresentative
,
uguaglianza
.
Dottrinalmente
,
la
conciliazione
è
perfetta
;
non
per
nulla
Lazzari
,
ancora
al
Congresso
di
Bologna
del
'19
,
diceva
:
io
sono
un
vecchio
democratico
.
Solo
la
moda
esaspera
certe
antitesi
:
la
democrazia
non
si
è
mai
sognata
di
dire
che
il
cittadino
non
dovesse
essere
un
produttore
,
anzi
i
suoi
fermenti
etici
originari
sono
già
in
tal
senso
;
dal
canto
suo
,
il
socialismo
non
osa
negare
l
'
uguaglianza
dei
produttori
.
La
"
spinta
all
'
uguaglianza
"
in
cui
,
quasi
un
secolo
fa
,
Tocqueville
riconosceva
l
'
essenza
del
fenomeno
democratico
,
con
imponenti
caratteri
di
necessità
,
non
è
scemata
,
schiattino
pure
i
superuomini
.
Anche
Treitschke
la
odiava
,
ma
è
questione
d
'
intendersi
,
di
non
trasferire
nel
campo
spirituale
dell
'
individualità
,
dove
l
'
aristocrazia
resta
irreducibile
,
una
tendenza
sociale
a
garantire
un
minimo
di
parità
e
di
diritti
a
tutti
i
socialmente
utili
.
Socialdemocrazia
:
formola
del
prossimo
futuro
politico
dell
'
Occidente
,
conciliazione
dei
due
termini
nella
logica
integrazione
di
un
'
ideologia
politica
con
una
economica
sopravvenuta
.
Praticamente
,
storicamente
,
poi
,
socialdemocrazia
sarà
,
oltre
la
limitazione
della
spinta
operaia
,
riconoscimento
da
parte
del
socialismo
possibilista
,
di
quelle
entità
storiche
-
stato
,
patria
,
organizzazione
militare
-
,
che
nemmeno
la
democrazia
pòstula
,
ma
che
accettò
,
come
condizioni
della
realtà
,
quando
ascese
al
governo
;
e
realizzazione
di
taluni
capisaldi
del
tecnicismo
socialista
e
popolare
:
monarchia
costituzionale
,
o
addirittura
repubblica
,
nelle
officine
,
parlamento
del
lavoro
,
cooperative
,
trasformazione
professionale
del
Senato
,
surrogati
democratici
occidentali
del
soviettismo
,
che
tendono
a
far
succedere
l
'
èra
dei
produttori
all
'
èra
della
produzione
.
Senonché
,
la
politica
non
è
sola
a
fare
la
storia
.
Bisogna
tenere
conto
dello
spirito
rivoluzionario
nel
mondo
.
Contro
l
'
"
imbastardimento
"
socialdemocratico
,
contro
lo
sforzo
politico
per
la
pace
,
insorgono
uomini
fra
i
più
cospicui
del
socialismo
,
e
intere
frazioni
dell
'
Internazionale
:
insorge
ciò
che
in
questo
moto
confluisce
di
etico
,
mistico
e
religioso
cui
sembra
che
esso
rinunci
,
per
un
piatto
di
lenticchie
,
la
sua
primogenitura
.
Le
ragioni
positive
che
taluni
di
questi
irreducibili
i
politici
dell
'
estremismo
,
danno
del
loro
atteggiamento
:
vittoria
integrale
del
proletariato
,
affinché
nemmeno
una
briciola
della
torta
resti
agli
sfruttatori
,
non
sono
le
più
sincere
,
almeno
,
non
sono
le
più
reali
.
Contro
di
essi
hanno
buon
gioco
il
senso
storico
,
di
avvertire
che
tutto
nella
realtà
è
transazione
,
specie
trattandosi
di
sostituire
modi
secolari
e
spontanei
della
produzione
-
e
gli
economisti
borghesi
,
di
osservare
che
la
percentuale
prelevata
dagli
imprenditori
sul
frutto
del
lavoro
,
relativamente
minima
,
nulla
se
ripartita
fra
la
massa
,
funziona
invece
come
molla
essenziale
del
meccanismo
produttivo
,
eccitando
l
'
impulso
attivo
dei
pochi
veramente
capaci
di
organizzare
e
dirigere
.
Niun
dubbio
.
Nessuno
più
della
borghesia
industriale
è
,
oggi
come
oggi
,
capace
di
assicurare
il
benessere
materiale
dei
lavoratori
.
Ma
gli
è
che
quelle
ragioni
speciose
mascherano
forze
di
altra
natura
;
gli
è
che
non
di
solo
pane
vive
l
'
uomo
.
Accanto
al
gusto
del
domani
certo
e
del
quieto
vivere
,
all
'
inerzia
persuaditrice
della
routine
,
grande
forza
di
conservazione
sociale
,
esiste
,
come
secondo
elemento
costitutivo
di
umanità
,
la
sazietà
dell
'
attuale
e
del
monotono
,
la
fobia
dell
'
imposto
,
il
senso
dell
'
à
quoi
bon
?
:
qualcosa
che
non
è
economico
,
che
non
è
positivo
,
che
non
è
classistico
se
non
perché
un
universale
psicologico
tenta
incarnarsi
di
preferenza
,
oltreché
negli
intellettuali
dispersi
,
nell
'
aggruppamento
umano
che
,
per
suggestioni
varie
di
ambiente
,
vi
è
più
predisposto
.
Un
processo
di
saturazione
dell
'
immane
fare
meccanico
moderno
,
sempre
più
scarso
di
fedi
,
affiora
di
quando
in
quando
pur
all
'
anima
popolare
,
diventando
così
forza
sociale
,
non
sappiamo
quanto
potente
.
È
il
tragico
disamore
al
lavoro
,
imponderabile
estraeconomico
,
notato
pur
dai
più
acuti
economisti
,
quel
che
valuta
Sorel
quando
dice
che
solo
attraverso
il
mito
dello
sciopero
generale
può
balenare
all
'
operaio
l
'
ideale
di
una
libera
officina
ed
accendersi
qualche
entusiasmo
per
il
lavoro
.
Ingenuamente
bisognoso
di
giustificazioni
positive
,
l
'
operaio
sorvola
sulla
negazione
pura
,
sull
'
essenza
religiosa
del
suo
stato
d
'
animo
,
e
la
coordina
e
integra
con
la
brama
dei
paradisi
che
gli
colora
il
cinematografo
,
compiendosi
così
,
nella
spinta
all
'
azione
distruttiva
,
il
processo
rivoluzionario
.
Su
questa
tetra
insazietà
e
disvolere
fanno
leva
i
mistici
della
palingenesi
e
i
furbi
pescatori
nel
torbido
,
con
ben
maggiore
efficacia
che
non
i
severi
etici
dell
'
estremismo
-
Sorel
-
,
propugnanti
virtù
borghesi
nella
cerchia
dei
sindacati
,
allo
scopo
di
creare
,
fuor
di
contatti
e
compromissioni
,
ma
pur
sempre
nei
modi
dell
'
azione
costruttiva
sociale
,
una
cultura
e
civiltà
proletarie
originali
:
modo
quest
'
ultimo
,
che
sfocia
anch
'
esso
,
nolente
,
nella
socialdemocrazia
,
come
si
vede
ai
giorni
di
crisi
,
quando
,
la
società
minacciata
,
la
collaborazione
di
tutti
i
costruttori
s
'
impone
:
e
la
redime
la
serietà
di
Turati
;
mentre
il
socialismo
integrale
,
se
sarà
,
sarà
come
vasta
distruzione
ed
impoverimento
.
Sì
,
la
Rivoluzione
è
rovina
e
miseria
,
il
proletariato
dovrà
soffrire
-
avvertono
,
con
mezza
sincerità
,
gli
uomini
di
Mosca
,
incitando
i
compagni
di
Occidente
;
e
dovrebbero
aggiungere
,
a
rendere
l
'
esatto
stato
d
'
animo
mistico
:
ma
andiamo
avanti
lo
stesso
,
sarà
quel
che
sarà
.
L
'
uno
e
l
'
altro
,
notiamolo
,
sono
sforzi
per
sfruttare
una
condizione
psicologica
e
una
situazione
sociale
fecondabili
;
per
eleggere
una
classe
,
riluttante
e
ignara
,
a
veicolo
e
martire
di
un
'
idea
:
altro
che
determinismo
classistico
delle
ideologie
!
Comunque
,
io
ravviso
qui
l
'
unica
forza
reale
antidemocratica
della
società
contemporanea
.
E
lo
è
,
non
per
ragioni
specifiche
,
ma
solo
in
quanto
negazione
di
.
tutta
la
forma
attuale
di
civiltà
.
Appunto
per
questa
sua
troppo
vasta
portata
,
non
è
probabile
per
ora
,
vale
a
dire
per
molto
tempo
,
che
possa
prevalere
.
Lo
squilibrio
interiore
,
il
disgusto
del
fare
sono
ancora
troppo
sporadici
,
vasti
strati
sociali
,
su
cui
fermammo
l
'
attenzione
,
troppo
sani
e
gretti
:
pur
dopo
l
'
immane
crisi
bellica
,
per
quanto
bisogni
andar
cauti
e
tender
sempre
l
'
orecchio
,
il
popolo
sembra
stia
rientrando
nei
ranghi
.
Del
resto
,
queste
forze
etico
-
mistiche
raramente
trionfano
sole
,
abbisognano
di
sostegni
,
di
veicoli
esterni
:
in
difetto
di
invasioni
barbariche
,
oggi
vi
sarebbero
,
ma
a
portata
remota
,
le
frequenti
guerre
o
quell
'
impoverimento
progressivo
cui
l
'
èra
dei
produttori
,
successa
a
quella
della
produzione
,
potrebbe
portare
.
Anche
la
forma
in
cui
,
faute
de
mieux
,
s
'
inseriscono
,
cioè
il
socialismo
,
è
sfavorevole
,
e
,
appunto
perché
è
forma
materialistica
,
non
sa
eccitare
abbastanza
sentimenti
assoluti
di
devozione
,
di
sacrificio
:
è
troppo
scarsa
la
religiosità
,
troppo
priva
di
trascendenza
,
troppo
lontana
dal
cristianesimo
,
per
abbattere
,
oggi
come
oggi
,
e
rinnovare
un
uomo
.
Così
la
democrazia
ha
buon
gioco
,
pur
nel
campo
etico
,
coi
suoi
ideali
equivalenti
,
e
forse
superiori
:
le
patrie
;
così
le
forze
dominanti
nella
società
rimangono
oggi
politiche
anziché
mistiche
-
possibiliste
,
realistiche
,
evoluzioniste
;
e
,
come
tali
,
da
qualunque
classe
provengano
,
nell
'
orbita
della
democrazia
.