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POLEMICA SUL 'MANIFESTO' ( BURZIO FILIPPO , 1922 )
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Caro Gobetti , il programma de La Rivoluzione Liberale mi sembra organico , e bene inquadrato nella realtà , se l ' esigenza , alla cui soddisfazione si propone di contribuire , si riassuma nella formazione di una coscienza politica in Italia . Riferirsi , per la comprensione dei problemi attuali , al Risorgimento , e promuovere la revisione dei suoi valori , è impostazione fondamentale . Il " Manifesto " fa più che enunciare una intenzione : propone senz ' altro uno schema d ' interpretazione del Risorgimento , al quale in parte aderisco . Lo sforzo sintetico per cui problemi ed eventi disparati sono organizzati in una unità , è fecondo ed illuminante , anche quando , per avventura , sembri che la forza logica violenti un poco il reale . Così qualche riserva mi pare di dover fare circa la svalutazione che la tendenza cavouriano - giolittiana , o monarchico - piemontese , subisce nel suo schema di fronte alla ideologia della Destra hegeliana . Ciò non solo per l ' impotenza realizzatrice di questa rispetto a quella , sul che siamo d ' accordo , ma proprio per ragioni teoretiche . Mi sembra , cioè , che lo sforzo dell ' idealismo , di esaurire nella concezione etica dello Stato tutte le esigenze , anche quella cui Religione e Chiesa rispondono ; a modo loro , sia più eroica volontà sistematica che concretezza : dovrà , se mai , operare come , in Francia ( oltre a peculiarità . di razza ) , una secolare tradizione unitaria . È ciò che mi fa pure esprimere qualche dubbio , non sulla desiderabilità , sulla imminente possibilità di una vasta partecipazione del popolo alla vita ideale dello Stato : quanto alle forze nuove che starebbero operando in tal senso , partito comunista e partito sardo di azione , sarà il caso di sopravvalutarle ? Così , finalmente , la conciliazione affermata , nel concetto " liberale " dell ' idealismo con l ' empirio - individualismo economico all ' inglese , mi sembra richieda maggiori sviluppi dimostrativi . Sono punti che nello schema di un Manifesto potevano solo essere accennati : seguirò gli ulteriori svolgimenti del suo pensiero con la più cordiale attenzione . Suo aff.mo F . Burzio
AOSTA LA VEJA ( BURZIO FILIPPO , 1920 )
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Aosta presentasi in foggia antica ed illustre , con un estollersi di campanili e torri sui grigi tetti , fuori dalle romane mura . Fanciulle protestanti vivono ivi , un po ' sdegnose del mondo di cui accolgono ogni agio nella severa cornice della lor casa : schive come educande , ma già donne , piene di personalità fiera e conscia nell ' anima eretta come la snella persona : e signorili spiriti modernisti , alieni dal mondan rumore , più pensatori che romanzieri sono i loro maestri . Superba e sdegnosa venustà calvinista . Figlie dei primi banchieri ugonotti , aristocrazia dell ' Europa borghese , la vostra bellezza è nordica e spirituale , non austera , ma chiusa nella sua veemenza , e nella sua grazia severa . Non ama i palagi , né le purpuree feste , sì le ville tacite ed i verdi recessi . Ma Aosta non è ancora Ginevra , se non in questo suo secreto fuggevole , e in fondo al viale sta Place Charles Albert . Più chiari sensi , più pacati affetti . Piacemi lo spirito di vecchiotta provincialità quarantottesca di questa piazza , il centro della vita cittadina borghese ed attuale . La Prefettura , di stile aulico , la caserma dei Carabinieri , e , in faccia , l ' Ufficio delle diligenze , e l ' Hôtel de la Couronne . Il buon Piemonte , rigido e burocratico : le sale dei caffè sotto i portici , dove le sedie di velluto rosso stanno in circolo intorno ai tavolinetti di marmo , sono vuote da che le disertarono i cravattoni neri che , nella Valle tradizionalista , dovevano risentire i nuovi eventi con l ' animo burbero e pure alcun po ' commosso , di Solaro e di Cesare Balbo . Meriggi sonnanbolici , in cui la gran luce del sole stordisce , stagnano fuori sulla piazza deserta ; ma , oltre i frontoni dei palazzi aulici , ridono per la gran conca vaghissime tinte , e le supreme nevi lontane , illustri al cospetto di tutta Europa , schiudono sul piccolo uno spiraglio di un lontano augusto esotico mondo . Chi sa se facevano parte degli itinerari romantici , se i lions e le crinoline montavano sull ' imperiale per i primi viaggi di esplorazione nel misterioso reame delle Alpi ? Venivan di Francia , e dalla nebbiosa Albione , al tempo che l ' Italia era ancora Calabria , e le misses sognavan Fra Diavolo spogliandosi nelle locande . Scoprivano una tranquilla provincia color di santa Alleanza , sul limite delle città fatali , miranti con occhi sfingei dal pelago ignoto d ' Italia , come le tremule luci , a notte , sul Canalazzo . Io dico che partivano da Torino verso le due del pomeriggio , mentre i portici di Piazza Castello tacevano assonnati . E un soldato col shakò di tela montava la guardia davanti a Palazzo Madama . Trovavano a Issogne il settecento malvivo , lasciato lì come una masserizia , al giungere di Bonaparte : forse dalle vetrate qualche conte gobbetto , in frak di color pulce e parrucca a sghimbescio , sbirciava con l ' occhialetto . Ma non sapevan più ridere alle volteriane facezie delle donne sospirose . Le sedi romane , inulte , sacre ai mercati paesani ; e i mezzadri prolificavano nei comitali castelli : Aosta la Veja . E non era più antica . Ora infiliamo Rue S . Anselme , e nel percorso tortuoso , tra le case basse annerite , oltre la Porta Romana , dal selciato erboso di verde antico , vedremo sorgere il Medio Evo . Un Medio Evo simpatico , comunale , sapiente . Più onesto del Rinascimento , ma come lui luminoso . Dalle botteghe dell ' artigiano esce ancor oggi il rumore del nobile ferro battuto . La via deserta che adduce alla più illustre ed antica chiesa , par fatta apposta per le ambulazioni vespertine dei saggi antichi . Scarsa tetraggine , uscendo dai monasteri , e fondono essi piacevolmente al tramonto , quasi ombra allungantesi dai campanili spettrali . È la rozza scienza , che trae pettoruta alla chiesa , pinta e scolpita dalla rozza arte . La sanno lunga , i Dottori : sono stati allo studio in Bologna e in Parigi : percorsero a piedi l ' Europa gotica , giunsero ai confini della moresca : ovunque attinsero scienza , e riscontrarono fede . Battevano la sera alle porte dei monasteri sorgenti al limitare delle foreste , turriti e merlati come castelli , popolosi come città : scendeva a incontrarli il priore . Una e indistinta ai bei giorni la Cristianità tutta quanta . Frontiere non sono alla comune fede , ed agli usi : Troiani e Quiriti son tutti cavalieri cristiani , i monaci parlano all ' Imperatore . Oggi , all ' errabondo Dottore che si fissò romito tra i monti , giungono ancora i messaggi dai conventi di Francia e d ' Inghilterra : le mule barbate recano le pergamene ove continuansi le dotte dispute : Scoto Eriugena insidia , in veste ereticale . Escono al tramonto dalle cellette ove trascorsero il giorno a battagliare con Satana nei sillogismi . Portano saio e cappuccio , sono paludati e solenni : hanno il famulo a fianco . Le donne susurrano tra loro al passaggio , e li guardano , piene di reverenzia : ma essi non curano il volgo , né l ' ancella natura che scalda col pio sole , le pietre dell ' antica chiesa sulla piazzetta , dove tepore della chiara luce e silenzio , sono per essi vil senso , per i nepoti poesia . Or vanne al tempio , e prega ivi , Dottore ; e poi erra nel chiostro . Satana , in foggia di bestia dell ' Apocalisse , sogghigna , dai tozzi capitelli , al passaggio . La via , che procede oltre , e si snoda , guida pianamente , varcando i confini delle età storiche verso una bellezza consueta ed eterna : casette senza stile e senza ricordi rivelano dai balconi fioriti la dolce pace , cui sono propizi la voce del rio corrente sopra il selciato , e i bisbigli dei passeri dentro gli orti murati . In fondo sta l ' Arco di Augusto , e intorno è già la natura . Aosta non ha suburbio . La città , antica e venerabile , finisce nella campagna con immediato trapasso , senza quelle orribili zone di transizione in cui si adunano , per il disgusto del passeggiero , i rifiuti e le imitazioni miserande dell ' una , e le prime immagini deformi dell ' altra : e la febbrile e disadorna vita delle metropoli industriali ne venta incontro l ' alito fumoso delle officine . Qui la vita cittadina , mancando le case basse intorno , diventa strada di campagna d ' un tratto , oltre un termine annoso , ma senza stridore , perché , per la consuetudine , l ' ultima casa e la campagna imminente si fondono con armonia . Se ne esce all ' antica , come se fosse ancora cinta di mura . E , così breve e nettamente delimitata , onusta di tradizioni urbane , ella è più " città " , più intensamente intuita , nella sua individualità , come tale , dei caotici agglomerati moderni ; se pure si sperda , con la breve cerchia , nel vasto seno , e serbi immediati contatti e comunanze di usi con la gran madre . Corrono alla periferia viottoli chiusi tra muri bianchi : e ai lati , tra gli interstizi , e dove il muricciuolo fa luogo alla rustica staccionata di legno , appaiono prati di erbe oscure , ove pascolano vacche ed armenti - vacche pezzate di nero e bianco , di gambe corte , di buona razza - ove scorrono velocemente , non anche placati dell ' alpina irruenza dal breve piano , acque dal grigio colore glaciale . Noi immaginiamo quelle acque scroscianti per le forre di Val d ' Enfer , stillanti nelle solitudini dei mari di ghiaccio , alziamo gli occhi al Ruitor lontano ; la maestà della Valle , per natura e per storia due volte illustre , balena improvvisa ed intera . Le viottole suburbane costeggiano l ' Anfiteatro , le torri di Bramafan , del Lebbroso , lasciano apparire tra i campi l ' Arco d ' Augusto . Romanità non metropolitana , e però più simpatica . La Roma austera delle Provincie , cinta di stranieri aspetti ; il morire del flutto classico , sul margine delle terre barbare , e della nuova storia . È bene che la vita si scosti dai luoghi onusti del suo passato : che siano silenzio e spazio , e chiaro aere intorno alle vestigia . Questa è innocenza e natura , in confronto delle raffinate città del silenzio , di Toscana e di Romagna . Qui non sangue e lussuria , qui non porpora ed oro : la venustà dei primordi , e la rozzezza . Nel vano tondo dell ' Arco , il Crocefisso . Rovinavano dagli altri valichi , con fragore di acciari , pallidi i Centurioni , lo scudo alzato in difesa alle terga : uomini dagli occhi chiari , cinti di ferine pelli inseguivangli , e qui arrestavano attoniti , solenne in vista la città quadrata . Illustre parco aperto sull ' Occidente : e tu , città romana , verso la mal doma Elvezia , ultima scolta ! Non so quale aspetto di confine romano ella conservi , se pure tant ' oltre si spinse la romana guerra : ma un termine di romanità doveva pur essere questo , al piede e a guardia dell ' Alpi . Qui germogliava la nuova storia : in queste zone di transizione , ai confini , dove le razze confluivano , e legionari miravano le terre ignote dall ' alto dei valli turriti . Brividi percorrevano le ossa della gente bruna al soffiare del vento nordico , e presagi d ' intimità e di sensibilità nuove scotevangli , in cospetto della commossa natura . Più verdi le primavere elvetiche , e le donne straniere più bianche . Qui è la patria nostra più vera , di noi occidentali , noi bianchi , prima e più che latini , nati dal cruento e fecondo amplesso di Roma coi barbari . Qui dove le razze si fusero e il nuovo spirito sorse . Troppo erano stanchi l ' Oriente ed il Meridione , rugosa e calva la lor terra antica ; la gleba mediterranea era troppo onusta di storia : pietrosa e arida come un paesaggio lunare , gialla , sabbiosa , battuta dal sole , pari in affetto ai mondi morti . Ma il verde delle plaghe alpine è colore di vita , e lo scrosciare del vento fra le selvose chiome e dell ' acque , è tumulto d ' intatta forza . Le terre vergini , appena sfiorate dalle leggere orme dei nomadi , colossi virginei nelle nevi e nelle foreste ; e in cima alle valli , ove una folta vegetazione cresceva , ancor simile a quella dei giorni della creazione , stavano le soglie dell ' Occidente . Giovine terra , dove le città nuove saranno erette , romano è il vomero che ne traccierà , primo , i confini , ma , fra mistiche guglie , un nuovo spirito vi eleggerà nuova dimora . Con le ginocchia della mente inchine , io discesi nel sotterraneo tuo tempio , o Sant ' Orso , ed errai fra le colonne rozze , e i segni della prisca fede : né sì commosso mirerei , credo , Micene e Menfi , né tanta reverenza ebbi per Roma , casa degli avi cara più di ogni estraneo palagio ! Il cuore sei tu della Valle che fu sempre cristiana : e sapevi di catacombe ai giorni che sorgendo ignota fra le cose illustri , l ' Arco , il Teatro , il Foro , preparavi nel sotterraneo germoglio la nuova vita : preparavi alla morte asceti e catecumeni , e la storia per te ricominciava , quando , nella gioventù nuova , pur gli anni del mondo tornarono a contarsi daccapo . Qui l ' intimità , qui la psicologia , qui la donna e la gentilezza , la natura ed il sentimento , il nostro modo , la vita a noi occidentali , a noi moderni più cara . LE STRADE È interessante considerare il mondo dal punto di vista della strada : un punto di vista umano e pittoresco . Aggiunge molto alla natura , e nulla toglie a lei , che , lambendo sui margini le umane traccie , si perde poi ambigua e profonda ai due lati . Nel caso naturale le strade segnano un ' orientazione . Sono ancora tracciate dalla necessità strutturale , e vi appare già la libertà umana . È bello avere intuizioni nuove di queste cose comuni , le strade , i fiumi , le valli ; ricrearne continuamente l ' individualità nello spirito . A fissarci un po ' sopra il pensiero , non si scorge altro più del mondo se non questa serie di nastri bianchi incrociantisi qua fitti , là radi , che si diramano bizzarramente , si espandono in città , si sperdono in sentieruoli , e non hanno mai fine . Basta seguir la più umile per guadagnar la più illustre : in cima alla stradina di casa , intima e nostra , è la straniera metropoli : tutte guidano a tutto . Una continuità lega il familiare all ' ignoto . La vera personalità del mondo è sulle strade . Vi si addensano intorno le case e gli uomini . I figli vi calcano le orme dei padri . C ' è qualche cosa di epico in questo aprirsi di vie da parte dei pionieri umani . Sono correnti in un mare amorfo . Un ' unitaria volontà le traccia e dirige sotto i più vari cieli , ma il genio dei luoghi si atteggia sui margini col suo volto mutevole , e l ' ignota terra che si attraversa v ' innerva il suo sistema , vi riversa i prodotti foggiati nel suo seno profondo : carriaggi e uomini pervengono alla massima dalle prossime vie , per un po ' la percorrono , poi l ' abbandonano . Così la provincia si affaccia e respira sul mondo . Grande moto e fragore è sulle vie del mondo ; la vita vi ferve col suo ritmo più esplicito , e col più ampio respiro , la storia v ' incede coi suoi carri falcati . Una perenne migrazione di popoli si compie lungo il suo bianco miraggio . Questa , che mi si para dinanzi , è fra le più illustri . Strada romana , e napoleonica . Quante , al tramonto , sfolgoranti metropoli , io , percorrendola , vagheggiai quali mete ! Cupole di Bisanzio , invero , e guglie caliginose del Nord , le moli nere dei nuvoli sul rosso sfondo . Un immenso aere fiammeo si accoglie e brilla fra l ' una e l ' altra pendice , imperial via rettilinea guidante all ' apoteosi . Nel volgere delle rutilanti spire , il fiume ne è tutto corrusco ; lenta mole di luce fluida , par scenda esso direttamente dal sole , che sui ghiacciai già ombrati sta immobile , nume accecante nell ' ora sacra , fra una sempre più fitta vaporosità d ' oro . Fiammeggia ancora pei vetri delle cappellette , quando , celando a tratti , agli svolti , la visione trionfale del fondo valle , la strada s ' ingolfa nelle fresche ombre , tra gli aspetti intimi delle radure e delle selvette . Cari più questi alla sera : la luna , che allunga l ' ombra di Ibleto dai muri di Verrès , e fa del mite Fénis un maniero spettrale , pende poi su di essi propizia , sui conciliaboli delle lepri e dei grilli . O come attraente , nel suo verde mistero , dai margini , la natura ci chiama , e la vita : come ne svia dalla meta ! Fanciulle , cogliendo fiori vengonci incontro dai profondi prati . Or via , seguiamole , in libertà gioconda . Che , dunque , ci attende , entro la boscaglia oscura ? La fragola selvatica , e l ' anemone bianco , e la ninfea sul tacito stagno . La marea verde dell ' erbe sta per sommergere le basse piante . Il caprifoglio si avviticchia ai tronchi , e il nostro desiderio , fanciulle , vi cingerà con le fluide braccia adducendovi nel più verde recesso . Quando , per la foresta , rimbomberà il corno eroico ? Quando , tra i rami , riapparirà il nastro bianco ? Spiccandoci dal vostro fianco , poi che cadrà la sera , verso le nobili sedi dello spirito ci avvieremo noi , cavalieri del Graal . Veloci macchine rombando distanziano i tardi carri ; favorevoli più questi allo spirito , montano quelle gli uomini che fanno piccolo il mondo . Divoratori dello spazio , banale cosa è la strada pei suoi moderni signori : uno schema della distanza ; il monotono segue il veloce , come il grigio la rapida sovrapposizione delle tinte . Ma poi , procedendo più adagio , vi scorgiamo più cose : e più cose , forse , vi scorgono i mendicanti seduti sui paracarri .
DEMOCRAZIA ( BURZIO FILIPPO , 1921 )
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Rimasto a lungo nella sfera della teoria sotto specie di critica dottrinale , inane contro la espansiva vitalità del regime , il concetto di decadenza della democrazia sembra entrare ora nel quadro della realtà . Malfido sintomo , lo bandisce la moda . A darle , in apparenza , il tracollo in certa ampia zona grigia superficiale della coscienza comune , è stata la delusione della guerra “ democratica " : democratica anche la pace , con la parlamentarizzazione dello stato " militare " tedesco , con la dissoluzione della monarchia " antinazionale " di Asburgo ; lo stesso suo precipitoso realizzarsi formale nei paesi che ne erano rimasti fuori sembrò tradire una febbrilità di motus in fine velocior ; e poi lo zenit del sole di Versaglia ha messo in luce pei semplici una sua essenza insospettata : ha cioè permesso loro di ravvisare , nei tratti dell ' ambigua madre , i " due gemelli feroci " : nazionalismo e socialismo . A lungo irresoluto e ambiguo , quest ' ultimo , che ne era apparso , ai cuori teneri , l ' umanitario continuatore , le si dichiara , ora , nemico . La formula dell ' ordine nuovo , tanto ansiosamente cercata , è trovata , è duramente antitetica : dittatura di classe . Un ' immensa terra , tutto un mondo , la applica , in un esperimento che non vuol finire . Dagli istituti alle ideologie , dal parlamento al concetto di libertà , è in crisi tutto quello che è suo . Patrie , classi , razze , realtà e miti , tutte le antitesi ch ' essa sembrava tendere ingenuamente a confondere , o astutamente a dissimulare , si polarizzano . Tramonta essa veramente ? e che tramonta con lei , con questo nome famoso ? L ' abbia o no sentita come religione che ebbe la sua chiesa , la massoneria , ed i suoi santi , laici , la coscienza comune intuiva la democrazia come alcunché di confuso , un concetto che altri , pure in sé vaghi , concorrono a determinare : in cui , accanto al trinomio dell'89 che la Francia scrive ancor oggi sulle sue monete , vengono evocati scienza con positivismo ed anticlericalismo , repubblica con parlamentarismo e antimilitarismo , principio di nazionalità con diritto naturale ; e pacifismo , e umanitarismo . A concretarla e poetizzarla , il nome prestigioso dei sacerdoti : Mazzini e Garibaldi e Victor Hugo , Gambetta e Gladstone , Darwin e Häeckel . Con altri enti la parentela è più oscura , ma , se pur controversa , vale a precisare . Col capitalismo dissimulata o negata ; col liberalismo e individualismo dubbia ; col principio di autorità , e con lo Stato , occasionale , e recente , sotto la spinta del sovietismo . Tutto questo , ed altro , è democrazia . Scorcio della storia di un secolo e della preparazione ideologica di un altro che si assomma nel suo simbolo principe : ampia identificazione assimilativa , cui devesi l ' immensa eco del nome . Ideologia . Da quando , col marxismo il materialismo storico è nato , è troppo naturale e necessario , non fermarsi ad essa , non ravvisarvi l ' essenza , e nemmeno la quintessenza , del fenomeno democrazia , ma preoccuparsi delle realtà di altra indole , economico - sociale , operanti alla radice , o dissimulate sotto la maschera dei famigerati " ideali " . Il grandioso fenomeno , concomitante e correlativo , esteso , a tutto l ' Occidente ma con centro sismico in Francia , del brusco o graduale avvento di un regime atomistico - rappresentativo in cui , disciolta la figura giuridica e stremata la forza reale di caste e corporazioni preesistenti , nulla più rimaneva a mediare i rapporti tra individuo e Stato , la sovranità ed il governo del quale passava ai parlamenti ; e , più profondo e importante ancora della forma politica , il fatto sociale per cui sulla finzione del governo di maggioranza venivano ad assumere funzioni dirigenti , in luogo delle antiche caste , retoricamente chiuse ed ereditarie , comunque di carattere aristocratico - ecclesiastico - militare , gruppi in principio e in fatto più facilmente accessibili , a tinta culturale - finanziaria - professionale : ecco il motore unico , e la base di tutto , nel concetto della scuola che dispone in ordine di decrescente importanza gli aspetti economico - sociale , politico , ideologico dei fatti umani , e scorge nel primo la determinante del secolo , e l ' ispirazione del terzo . Non è qui luogo a discutere come del materialismo storico siasi iniziato , con Croce , Pareto , Sorel , un processo di revisione che porterà lontano . Limitiamoci a constatare che , ormai , solo più al grosso polemismo socialista è lecito , confondendo il sincero con l ' opportunistico e il contingente col duraturo , riducendo insomma , a semplice quel che è complesso , presentare gli ideali di un ' epoca come la maschera degl ' interessi del gruppo dominante , e , col plauso dei neo - aristocratici , rifare , senza rispetto della cronologia , la storia scettica del trinomio dell'89 additando l ' inganno del capitalismo nell ' idea - forza di uguaglianza , politica e non economica , e però lustra pei proletari , come , a suo tempo , arma contro gli ex dei parvenus borghesi ; e in quella di libertà travisato pei gonzi il regime atomistico che , spezzando la forza delle corporazioni , lascia libero il campo all ' astuzia degli speculatori . Però su altre posizioni s ' insiste : e non si dice che convenga recederne , ma che occorre chiarirle . Il concetto di classe domina il pensiero del nostro tempo . Lotta di classe , politica di classe : la democrazia come ideologia di classe della borghesia . Questa formula corrente bisogna approfondirla . Presentata così , sembra implicare il mistico agire di una coscienza di classe , che non è reale . Che non è totalmente reale nemmeno oggi , e pel proletariato ; che tanto meno lo fu per la borghesia . Essa , intanto , non ha operato alle origini , non ad essa è dovuto il fiat democratico . La borghesia si è assai più educata e formata alla scuola dei precursori , che non abbia contribuito a suscitarli , con la suggestione oscura dei suoi interessi , tanto oscura che non si comprende . Il fenomeno delle azioni e influenze reciproche fra Terzo Stato e filosofi è certo d ' interdipendenza , alla Pareto , ma , per una volta tanto , sembra che l ' ideologia pura abbia primée di classe . È anzi il colore storico tradizionale del secolo , forse non è esatto negarlo . Sorel è risalito , munito di lente marxistica , e del suo grande acume , fino agli scorci del '600 per cogliere le origini dell ' ideologia di classe , ma dove e quando le ha trovate ispirate , o anche solo deterministicamente congiunte a caratteri somatici ben definiti della classe nascente ? che ha potuto concludere , fuori di una tendenza astrattistica della " classe di commessi " francese , opposta al prudente empirismo della " classe di padroni " britannica ? e in ciò non vi è forse più razza che classe ? Egli parla più spesso di borghesia educantesi che di borghesia formatrice . C ' è , naturalmente , un fondo di verità nella veduta classistica , e la conciliazione del fatto incontrovertibile della fioritura autonoma delle ideologie con l ' asserita influenza di classe si compie attraverso il meccanismo di selezione naturale per cui , fra le tante , viene in fama , dilaga , s ' impone quella che è più in accordo coi sentimenti e interessi del gruppo sociale dominante , o in ascesa : per cui , ad esempio , restando all ' epoca che qui c ' interessa , il volterianesimo distanzia di tanto , nella sua fortuna , la vita grama del quasi contemporaneo giansenismo . Sensualità , amoralità , scetticismo dominanti nelle classi elette del tempo , in confronto dello sparuto gruppo di eredi e affini di Port Royal : ma perché tutto ciò colato nelle forme antireligiose , politicheggianti dell ' Enciclopedia , mentre il pietismo aveva permesso benissimo alla galanteria del '600 , cioè all ' immanente residuo sessuale , di conciliarsi ipocritamente con la religione ? Perché nel frattempo un moto prettamente ideologico , il razionalismo , vale a dire l ' estensione , più o meno arbitraria , al campo etico e politico delle sconfitte che altrove la fisica infliggeva alla teologia e al principio di autorità , aveva fatto strada . Interessante fenomeno della variazione dei sentimenti , o di quelli che Pareto chiama residui , e delle loro cause , attraverso cui l ' efficacia delle ideologie può forse riapparire cospicua . Qui è tutta quistione d ' interpretazione . Non si vuoi certo negare che la monarchia francese , favorendo commessi e parlamenti , rinforzando , cioè , la borghesia amministrativo - giudiziaria , e , più remota , la scienza attivando la produzione , abbiano creato le condizioni del divenire democratico , come la grande industria ha posto quelle del socialismo , per considerar questo e quello opera di pochi pensatori e demiurgi : però la coscienza di tali enti non è determinata a priori , e dire che tendono a imporsi non implica ancora in qual modo . La loro forza espansiva porta al loro fiorire , ma essi non recano con sé , dall ' origine , univoca , la loro forma : assorbono fermenti e impulsi estranei , il loro sfruttar gli eventi è casuale . Così il punto di vista classistico non toglie alle grandi correnti ideologiche , volteriana e rousseauiana , il loro valore di fattori della formazione democratica , risalenti per vie proprie alla scienza sperimentale e alla riforma , Lutero e Galileo , cioè a impulsi ben autonomi , per quanto nella storia possa esistere autonomia , dalla formazione borghese : e nemmeno il terzo affluente ideologico , la scuola economica , Smith e i fisiocrati , rivela interi gli estremi della concezione di classe . Sorel , qui interprete di tutta la tradizione marxistica , ha ben ragione di dire che , non le cosidette " idee dominanti " , ma interessi e sentimenti sono i veri moventi degli atti umani , ma in quanto atti dei singoli : negli atti collettivi , invece - come quelli che determinano il variare degli istituti , del regime - , la percezione dell ' interesse di gruppo , cioè la coscienza di classe , non è poi così chiara , anche perché non è poi così certa , risultante un po ' mitica di sentimenti e interessi particolari dissimili . Per questo tramite , un ' ideologia autonoma può benissimo imporsi , con un meccanismo in cui , concediamo ciò di buon grado al materialismo , non tanto lo splendore disinteressato dell ' idea quanto proprio interessi e sentimenti di singoli , più o meno traditori del gruppo , gusto di popolarità , opportunismo dell ' immediato , faciloneria , leggerezza concorrono . L ' umanità nel suo complesso , è più miope di quel che non si creda . Fare delle classi esseri volontari , antiveggenti è falsare , con visione preconcetta , la storia . L ' interesse di classe si manifesta assai più nella politica spicciola , annonaria o doganale , in cui il governo concede prebende ai gruppi che lo sostengono , che non nelle riforme politiche a contenuto generico e a portata remota . Sorel osserva che in Francia era assai più lecito ( perché in apparenza più innocuo ) parlare dei diritti dell ' uomo che della gabella sul sale : ma poi quelli han spazzato questa e coloro che ne fruivano : potere temibile dell ' ideologia . Né uomini , né tanto meno gruppi prevedono a lunga scadenza ; anzi , nemmeno l'89 prevede il '93 : l ' après nous le déluge è , in forma meno apocalittica , norma regolatrice . Parlatemi d ' imboscamenti bellici , o di scandali di oli e formaggi post - bellici , e riconoscerò il governo borghese , come domani , nei privilegi ai sindacati , il socialista : ma la concessione del suffragio universale non è stata un interesse della borghesia , né quella della proporzionale del partito liberale . Concessioni e sintomi di decadenza ? quella decadenza borghese di cui tanto si parla ? La storia ha visto , certo , anche inflessibili governi unilaterali di classi e gruppi , ma più in periodi primitivi , e per parte di vere caste , od oligarchie ereditarie . La borghesia , per l ' ideologia su cui si è formata , per la sua struttura di classe aperta , a composizione assai varia , non ha mai praticato ciò , la sua aspirazione a superare le classi fu sincera . Certo , l ' abolizione dei ceti privilegiati era un interesse di tutti coloro che non vi appartenevano : ma perché dei borghesi piuttosto che degli artigiani ? o diremo che abolendo insieme nobiltà e corporazioni d ' arti e mestieri in quelle deliberazioni della Costituente che furono il vero atto di nascita della democrazia , essa ha voluto definire e proteggere d ' ambo le parti le sue frontiere ? Ciò avrebbe del mitico : è più conforme alla realtà ravvisare i fattori nei teorici della ideologia , i quali pensavano davvero in universale e in astratto , e nei realizzatori giacobini , borghesi dubbi , che , parte con disinteresse parte no , tradussero l ' ideologia negli istituti quando l ' ambiente diventò propizio . I miti della democrazia non sono classistici né come realtà né come trucco né come illusione . Così il concetto della " volontà generale " è definito in Rousseau senza preoccupazioni , non diciamo esplicite , ma nemmeno inconscie , degli interessi del Terzo Stato : e non furono certo più rousseauiani i fermiers généraux dei visconti o degli avvocati . L ' uomo astratto cui si riferisce ed applica la costituzione democratica è , dicono , l ' uomo del Terzo Stato . Certo non è il Pelle Rossa né il profeta ebreo , è un estratto dell ' umanità del suo tempo , ma dove sono in esso i caratteri del magistrato o del commesso piuttosto che del nobile illuminato , o dell ' artigiano ? no , è proprio un uomo astratto , è il " cittadino " : il socialismo lo ripudia , in questo periodo più , in altri meno , per la sostituzione di un ' ideologia economica a quella politica del Settecento : ma , ripetiamolo , i quadri , teorici e pratici , della democrazia furono realizzati con notevole indipendenza dal concetto di classe in quella che ne fu l ' efficace preistoria . Una più precisa e vasta determinazione classicistica si è voluto , e si sarebbe potuto attribuire al gran fenomeno che s ' iniziò con l ' Ottocento : l ' industrialismo . Ad esso , anzi , e all ' élite che ha formato , non ai remoti avi , si riferisce la polemica socialista quando parla di regime capitalistico e di borghesia : è incline , magari , ad ammettere la buona fede di quelli : ma da quando le aule di Westminster e di Palais Bourbon cominciarono a riempirsi dei " direttori di ferrovie " che tanto odiava Treitschke , e di padroni di miniere e banchieri , comincia per essa l ' irreducibile antitesi . In realtà , s ' inizia ! soprattutto il proletariato , col suo bisogno di differenziazione , e la nascente volontà di conquista . L ' industrialismo ha assai più formato e dotato di coscienza rigida il proletariato che non la classe capitalistica . È una constatazione storica , non una deduzione a priori . Il Marx dei plutocrati non è mai nato , e si comprende : ma nemmeno il Napoleone ; gli statisti dell ' Occidente non furono solo loro mandatari , e identificarlo con Rothschild o con Rockfeller non sembra esatto . C ' è bene il mito dell ' Alta Banca direttrice occulta , e definirla senz ' altro favola sarebbe certo avventato . Ma a giudicar dai fatti , a interpretarli , la sua influenza non sembra sia stata universale , né decisiva . L ' ideologia di libertà e di nazionalità , a origine non capitalistica , ha nutrito la borghesia , e informato la storia , per due buoni terzi dell ' Ottocento . Il contenuto prevalentemente economico della politica estera degli ultimi tempi , ed il protezionismo , sono i segni più certi di quell ' influsso , sebbene la guerra abbia lasciato il dubbio , che bisognerà sciogliere , se sia stata l ' economia , il mercantilismo imperialistico , a scatenar le passioni , o non , piuttosto , antagonismi secolari a diversa origine si siano giovati del contenuto novello . La grande funzione capitalistica fu di organizzare la produzione , e , deprecata conseguenza , i produttori . Ma in politica , ma nel campo sociale la potenza creativa è stata scarsa : ha accettato le forme democratiche , che vi nacquero estranee , senza recarvi gran mutamento , fuori di una maggior corruzione del regime parlamentare . Per questo , oltre che per le ragioni storiche dette , e per ragioni attuali , di cui diremo , l ' identificazione di democrazia con capitalismo è sforzata . Il volo plutocratico ebbe ali modeste : forse al tempo di Marx , in Inghilterra , in America , a giudicare dai ferrei padroni di miniere e sfruttatori di petrolio , prometteva di più : anche Sorel riconosce ciò , ma la chiama la " decadenza borghese a causa della pace " , mentre , a parte la degenerazione di taluni clans cosmopoliti dell ' altaborghesia , sembra più esatto parlare di mancata egemonia capitalistica , che ha impedito a questa , poi al suo principio antitetico , ilsocialismo , di unificare la storia contemporanea , smentendo il rigido sviluppo marxistico degli avvenimenti . Né l ' uno né l ' altro dei due avversari vinse intera la sua partita : non hanno potuto superare due ostacoli immani sul loro cammino , due eredità della storia , che non sono stati da tanto da assorbire e annullare : le patrie , e , in ciascuna di queste , le classi medie . Questo nostro Occidente è parti colarista : come già l ' Internazionale monarchica , la Santa Alleanza , così l ' Internazionale plutocratica e l ' Internazionale proletaria non sono riuscite . Le classi medie , che qui comprendono la maggior parte dei contadini , sono solide . Tutti gli sforzi polemici per identificare democrazia e plutocrazia demagogica , che sarebbe ben comodo pel socialismo , restano disperatamente vani , perché la democrazia è anche l ' opinione delle classi medie . Lo è come determinazione negativa , quieto vivere , conservazione quand même dell ' ordine esistente , ma in parte anche positiva , perché le forme rappresentative , e l ' uguaglianza politica teorica sono abbastanza nello spirito di amplissimi strati umani , non famelici , discretamente istruiti e coscienti , e però alieni da dittature , sufficientemente provvisti di educazione politica e di senso sociale , così da non rendere totalmente illusorio il concetto di governo di maggioranza . È il deprecato , deriso , temuto spirito piccolo - borghese . Fa ridere vedere quanto lo odiano . Per esso la vita sociale odierna conserva una certa stabilità , una tendenza alla regolazione automatica che nemmeno , sembra , la guerra è riuscita a scuotere : per esso , e per le patrie , la storia resta varia , indeterminata , non avviata esclusivamente sulle rotaie della lotta di classe . Con le classi inedie si può fare un calcolo di probabilità , della politica : non _ sono sorde ai richiami del senso economico , alla collaborazione : per questo gli economisti , commossi , proclamano la piccola borghesia il sale della terra . Credo si debba tener conto di ciò per capire la politica contemporanea senza ricorrere ai romanzi d ' appendice dei dominii o o dei patti segreti . La plutocrazia demagogica non saprebbe impedirla , ma le classi medie non vogliono la rivoluzione . In Italia , Giolitti , anziché capo del sindacato degli speculatori - nome che spetterebbe , se mai , a più recenti uomini - si può ben più giustamente definire l ' esponente delle classi medie . L ' alta borghesia , progenie dei banchieri ugonotti e dei grandi capi d ' industria , non ha saputo diventare una vera aristocrazia politica , forse nemmeno in Inghilterra e in Francia : è la " decadenza borghese " di Sorel ; gli speculatori , la plutocrazia demagogica , parvenus dell ' élite borghese , senza tradizioni , senza stile , esistono , ma si limitano a praticare , ai margini dei trattati di commercio e dei bilanci statali , una politica di colpi di mano e di pirati : mi sembrano lontani dal dirigere tutto , secondo un ' opinione oggi diffusa . Le classi medie contano , pesano , è vano negarlo come piace agli apocalittici e come un tempo suppose la teoria marxista , sperano forse di proletarizzarle : la loro reazione alla disgregazione plutocratica e alla violenza massimalista è vivace ovunque nell ' Occidente , specie in Francia , subito prima e ben più dopo la guerra , e perfino in Italia , a veder quel che è successo negli ultimi mesi . Lo spirito piccolo - borghese riconosce patria e democrazia . Perfino il nazionalismo vi può trovar qualche base sentimentale : la drogheria impazzata , di cui parlano alcuni . I governi suoi esponenti sono sinceri quando dicono di non volere una politica di classe : ampia zona grigia , esso è il mediatore dei gruppi avversi . Accudisce ai propri affari , non è classe politica , ma esige l ' ordine e la pace sociale : tollera , o meglio non avverte le spinte evoluzioniste , per quanto audaci , delle minoranze : si lascia imprimere delle accelerazioni , ma reagisce all ' urto . Espressioni piccolo - borghesi sono il radicalismo , il riformismo , il socialismo parlamentare , e , in Italia , il partito popolare : piccolo - borghese è , in buona parte , la politica europea interna , ed anche estera , contemporanea . Tutte le procellarie della civiltà occidentale prescindono dall ' influenza stabilizzatrice delle classi medie . Guardato con occhio non mistico , ma politico , il socialismo s ' inserisce in questa realtà come un fattore imponente , ma non esclusivo : e ciò corrisponde , ed equivale , a non ravvisare nell ' industrialismo la forma unica di una civiltà tanto più varia ed antica . Esso è , storicamente , aumento d ' importanza delle classi operaie urbane , che tende a variare la composizione dei gruppi dirigenti , accedendovi l ' élite proletaria o chi , alquanto demagogicamente , si prefigge di rappresentarla : ma in questa , che è la sua base , è anche la sua limitazione , ché , quanto al suo dominio assoluto , all ' assorbimento o assoggettamento di tutto il resto , sembra sia un altro paio di maniche . Potrebbe fornirgli un alleato potente l ' industrializzazione dell ' agricoltura : ma qui si ha un fattore specifico , la piccola proprietà , che pare tenda ad estendersi : essa è bensì la realizzazione del possesso , da parte del produttore , di uno degli strumenti della produzione agricola , la terra - l ' altro , la macchina , ove realmente l ' industrializzazione procede , potendo pensarsi possesso comune di corporazioni contadine - ; ma è realizzazione speciale , e ben poco socialista . Lo è tanto poco che il massimalismo morde il freno davanti alla piccola proprietà e che , ad esempio , in Italia i popolari sono una realtà solida , e opposta , in grazia appunto di essa . La quale si oppone a quella " instabilità " delle masse che rende così grave l ' arte di governo ai politici del nostro tempo . Ci vorrebbe il latifondo , e la torma dei salariati , ma sembra poco probabile , a guardar quanto accade , che le cose debbano procedere in questo senso , à rebours . Del resto , non è facile scorgere che cosa di originale l ' antidemocrazia possa , oggi , creare nelle forme politiche e sociali . Per chi creda alla genesi ed attualità classistica della democrazia , certo la formola : dittatura del proletariato - sia pure , come giustamente si osserva , dittatura sul proletariato - , ne è la risoluta negazione , in quanto distrugge la classe avversa . Ma chi la considera invece come la forma di tutta quanta la fase attuale della civiltà , cerca le novità positive e durevoli che il fatto effimero della dittatura tenderebbe a instaurare , e in cui sarebbe la sua giustificazione . Supremazia esplicita delle minoranze attive sulla finzione di maggioranza , attraverso la prevalenza dei mandati operai sui contadini nei soviet , appare la più notevole : ma ciò è sempre accaduto pei regimi nuovi , e anche le origini democratiche sono nei clubs giacobini , è quistione , non di principii né di forme nuove , bensì di forze in gioco , _ e di loro astuzie , nei paesi dove , per ragioni specifiche , la rivoluzione è maturata . Affermandosi , i regimi diventano tolleranti : in questo caso tramite dell ' addolcimento potrebbe essere proprio l ' altra famosa formola : chi non lavora non mangia , in cui taluno che torna di Russia ravvisa l ' essenza del novus ordo : ch ' essa trionfi , e vedrete che razza di bolscevichi diventeranno i nostri bravi borghesi , tanto più che , già essendovi ultimamente tollerati i tecnici e gl ' intellettuali , non tendono a restarne esclusi che pochi amministratori di società anonime . Principio elezionistico , sia nei soviet , sia nei parlamenti , classe dirigente aperta , sia élite borghese , sia élite proletaria , le forme democratiche permangono , salvo il fatto personale , e russo - Lenin - , che se mai ha riscontro democratico in Napoleone . Noi non andiamo , questo è il punto , verso un ' aristocrazia ereditaria in nessuna parte del mondo bianco , e , pare , nemmeno del giallo . La proprietà privata , checché sembri , non forma oggetto di controversia : la riconobbe la democrazia , la subirà il socialismo ; si tratta solo , a ogni rivoluzione , di trapassi e nuove ripartizioni : nessuno , in Russia , toglierà più la terra ai mugiki . Gli è che , per quanto si tenti , non vi è opposizione intrinseca fra le due concezioni : il socialismo , nella sua parte positiva , tende , in omaggio alla produzione , alla organizzazione tecnica della società : ma poiché questa , una forma , una vita politica , sia pure ridotte , dovrà sempre averle , affibbiate a tale aspetto politico del " produttore " il nome democratico di " cittadino " , e l ' ideologia democratica rientra pari pari nel quadro socialista , con repubblica , forme rappresentative , uguaglianza . Dottrinalmente , la conciliazione è perfetta ; non per nulla Lazzari , ancora al Congresso di Bologna del '19 , diceva : io sono un vecchio democratico . Solo la moda esaspera certe antitesi : la democrazia non si è mai sognata di dire che il cittadino non dovesse essere un produttore , anzi i suoi fermenti etici originari sono già in tal senso ; dal canto suo , il socialismo non osa negare l ' uguaglianza dei produttori . La " spinta all ' uguaglianza " in cui , quasi un secolo fa , Tocqueville riconosceva l ' essenza del fenomeno democratico , con imponenti caratteri di necessità , non è scemata , schiattino pure i superuomini . Anche Treitschke la odiava , ma è questione d ' intendersi , di non trasferire nel campo spirituale dell ' individualità , dove l ' aristocrazia resta irreducibile , una tendenza sociale a garantire un minimo di parità e di diritti a tutti i socialmente utili . Socialdemocrazia : formola del prossimo futuro politico dell ' Occidente , conciliazione dei due termini nella logica integrazione di un ' ideologia politica con una economica sopravvenuta . Praticamente , storicamente , poi , socialdemocrazia sarà , oltre la limitazione della spinta operaia , riconoscimento da parte del socialismo possibilista , di quelle entità storiche - stato , patria , organizzazione militare - , che nemmeno la democrazia pòstula , ma che accettò , come condizioni della realtà , quando ascese al governo ; e realizzazione di taluni capisaldi del tecnicismo socialista e popolare : monarchia costituzionale , o addirittura repubblica , nelle officine , parlamento del lavoro , cooperative , trasformazione professionale del Senato , surrogati democratici occidentali del soviettismo , che tendono a far succedere l ' èra dei produttori all ' èra della produzione . Senonché , la politica non è sola a fare la storia . Bisogna tenere conto dello spirito rivoluzionario nel mondo . Contro l ' " imbastardimento " socialdemocratico , contro lo sforzo politico per la pace , insorgono uomini fra i più cospicui del socialismo , e intere frazioni dell ' Internazionale : insorge ciò che in questo moto confluisce di etico , mistico e religioso cui sembra che esso rinunci , per un piatto di lenticchie , la sua primogenitura . Le ragioni positive che taluni di questi irreducibili i politici dell ' estremismo , danno del loro atteggiamento : vittoria integrale del proletariato , affinché nemmeno una briciola della torta resti agli sfruttatori , non sono le più sincere , almeno , non sono le più reali . Contro di essi hanno buon gioco il senso storico , di avvertire che tutto nella realtà è transazione , specie trattandosi di sostituire modi secolari e spontanei della produzione - e gli economisti borghesi , di osservare che la percentuale prelevata dagli imprenditori sul frutto del lavoro , relativamente minima , nulla se ripartita fra la massa , funziona invece come molla essenziale del meccanismo produttivo , eccitando l ' impulso attivo dei pochi veramente capaci di organizzare e dirigere . Niun dubbio . Nessuno più della borghesia industriale è , oggi come oggi , capace di assicurare il benessere materiale dei lavoratori . Ma gli è che quelle ragioni speciose mascherano forze di altra natura ; gli è che non di solo pane vive l ' uomo . Accanto al gusto del domani certo e del quieto vivere , all ' inerzia persuaditrice della routine , grande forza di conservazione sociale , esiste , come secondo elemento costitutivo di umanità , la sazietà dell ' attuale e del monotono , la fobia dell ' imposto , il senso dell ' à quoi bon ? : qualcosa che non è economico , che non è positivo , che non è classistico se non perché un universale psicologico tenta incarnarsi di preferenza , oltreché negli intellettuali dispersi , nell ' aggruppamento umano che , per suggestioni varie di ambiente , vi è più predisposto . Un processo di saturazione dell ' immane fare meccanico moderno , sempre più scarso di fedi , affiora di quando in quando pur all ' anima popolare , diventando così forza sociale , non sappiamo quanto potente . È il tragico disamore al lavoro , imponderabile estraeconomico , notato pur dai più acuti economisti , quel che valuta Sorel quando dice che solo attraverso il mito dello sciopero generale può balenare all ' operaio l ' ideale di una libera officina ed accendersi qualche entusiasmo per il lavoro . Ingenuamente bisognoso di giustificazioni positive , l ' operaio sorvola sulla negazione pura , sull ' essenza religiosa del suo stato d ' animo , e la coordina e integra con la brama dei paradisi che gli colora il cinematografo , compiendosi così , nella spinta all ' azione distruttiva , il processo rivoluzionario . Su questa tetra insazietà e disvolere fanno leva i mistici della palingenesi e i furbi pescatori nel torbido , con ben maggiore efficacia che non i severi etici dell ' estremismo - Sorel - , propugnanti virtù borghesi nella cerchia dei sindacati , allo scopo di creare , fuor di contatti e compromissioni , ma pur sempre nei modi dell ' azione costruttiva sociale , una cultura e civiltà proletarie originali : modo quest ' ultimo , che sfocia anch ' esso , nolente , nella socialdemocrazia , come si vede ai giorni di crisi , quando , la società minacciata , la collaborazione di tutti i costruttori s ' impone : e la redime la serietà di Turati ; mentre il socialismo integrale , se sarà , sarà come vasta distruzione ed impoverimento . Sì , la Rivoluzione è rovina e miseria , il proletariato dovrà soffrire - avvertono , con mezza sincerità , gli uomini di Mosca , incitando i compagni di Occidente ; e dovrebbero aggiungere , a rendere l ' esatto stato d ' animo mistico : ma andiamo avanti lo stesso , sarà quel che sarà . L ' uno e l ' altro , notiamolo , sono sforzi per sfruttare una condizione psicologica e una situazione sociale fecondabili ; per eleggere una classe , riluttante e ignara , a veicolo e martire di un ' idea : altro che determinismo classistico delle ideologie ! Comunque , io ravviso qui l ' unica forza reale antidemocratica della società contemporanea . E lo è , non per ragioni specifiche , ma solo in quanto negazione di . tutta la forma attuale di civiltà . Appunto per questa sua troppo vasta portata , non è probabile per ora , vale a dire per molto tempo , che possa prevalere . Lo squilibrio interiore , il disgusto del fare sono ancora troppo sporadici , vasti strati sociali , su cui fermammo l ' attenzione , troppo sani e gretti : pur dopo l ' immane crisi bellica , per quanto bisogni andar cauti e tender sempre l ' orecchio , il popolo sembra stia rientrando nei ranghi . Del resto , queste forze etico - mistiche raramente trionfano sole , abbisognano di sostegni , di veicoli esterni : in difetto di invasioni barbariche , oggi vi sarebbero , ma a portata remota , le frequenti guerre o quell ' impoverimento progressivo cui l ' èra dei produttori , successa a quella della produzione , potrebbe portare . Anche la forma in cui , faute de mieux , s ' inseriscono , cioè il socialismo , è sfavorevole , e , appunto perché è forma materialistica , non sa eccitare abbastanza sentimenti assoluti di devozione , di sacrificio : è troppo scarsa la religiosità , troppo priva di trascendenza , troppo lontana dal cristianesimo , per abbattere , oggi come oggi , e rinnovare un uomo . Così la democrazia ha buon gioco , pur nel campo etico , coi suoi ideali equivalenti , e forse superiori : le patrie ; così le forze dominanti nella società rimangono oggi politiche anziché mistiche - possibiliste , realistiche , evoluzioniste ; e , come tali , da qualunque classe provengano , nell ' orbita della democrazia .
DETTAMI DELLA SAGGEZZA ATTIVA ( BURZIO FILIPPO , 1922 )
StampaPeriodica ,
Difficile deità , la misura esige che si produca meno per vivere meglio . Ma doloroso è limitarsi . Bisogna pervenir prima a comprendere che vivere non è solo il sostegno del fare esterno , ma ha valore in sé , è pure arte e creazione , come quella scritta o dipinta ; e a placarsi nel senso della caducità eguale di entrambe . La vita di un uomo dev ' essere il suo capolavoro . Vivere è avere uno stile , saper trattare con gli uomini , saper amare le donne , saper godere con finezza la vita : accogliere da cortesi ospiti gli attimi , tutti gli attimi , anche i visitatori importuni , anche quelli che ci distraggono . Altrimenti si è schiavi del proprio lavoro , iloti abbrutiti dall ' opera , che invece importa poter dominare , moderatori anche di questa . Saper vivere è saper opporre alla varietà delle azioni con cui perennemente il mondo saggia l ' individuo appropriate e fresche reazioni di uno strumento spirituale la cui integrità non sia guasta da una eccessiva , e squilibrante , orientazione in un senso . Mai assorbirsi in una bisogna fino a perdere il gusto , o la capacità , di fare altro . Ricordare che l ' uomo è padrone e sintesi delle proprie attività , e tendere ad essere uomini anziché macchine . Buon sovrano costituzionale , moderatore e non tiranno della propria natura . Discrezione nell ' organizzare la vita , nell ' imporle una sagoma . Dominio di sé , virtù di gentiluomo : l ' incontinenza è vizio pur nella creazione . Certo , l ' antitesi di questa tesi , in cui si esercita la sagacità personale , è la frivolezza mondana . Ma la tesi è Goethe . Far molto e bene , sapendo conservar la misura , e dissimular la fatica . Mai bestie da soma , né sfiniti artieri . Rinnovare il gusto del vivere e del fare nella giudiziosa varietà delle opere . E che nessuna gioia ci trovi lassi . Bisogna sempre esser pari alla vita , all ' altezza delle sue situazioni ; qui , come in amore , nessun diritto acquisito , nessuna ipoteca del passato sull ' avvenire , ma un duro riconquistar ora per ora i propri titoli al successo , e la capacità di goderne . Sempre esser pronti , ché ogni attimo è nuovo . La gioia della vita viene dalla sua totalità , non può durabilmente trovarsi in una sola delle sue forme . La gloria non dà l ' amore , e così la ricchezza . Mutarsi è rinascere , persistere è morire . Il gusto della quotidiana vicenda , le gaie o leggiadre intuizioni non sono concesse al filosofo che si astrae negli universali . Certo , la solitudine è la patria dello spirito , la condizione dell ' illustre oprare , ma il suo eccesso evoca i miraggi del deserto , induce alle crisi tetre dell ' onanismo . Bisogna tonificarsi nella compagnia dei propri simili , per conservare la quadratura . Bisogna , di quando in quando , avere il coraggio di oziare . Non saper dire gaie parole a una fanciulla , perché si pensa a Spinosa , o alle funzioni ellittiche , non è serietà , è deficienza , e , sopratutto , infelicità . È necessario integrare un degl ' idoli dell ' età nostra , lo specialista , con l ' uomo . Mutarsi , non solo per realizzar la pienezza , ma per serbare la libertà . E animosi affrontar l ' attimo in cui par di morire . Troncare il lavoro , se accenni a routine . Superar la passione , se si faccia assorbente . Non ignorare il delicato miracolo psicologico del vagheggiamento , onde si potenzia ciò che vorremmo essere , o fummo , ma saper sottrarsi all ' incanto , prima che diventi mortifero : e , sopratutto , viverlo nella sua essenza di gioia intuitiva , come attualità , senza crisi di inappagabili brame ; della passione fare azione , ché anche esprimere è un fiero modo di possedere . Il centro di noi dev ' essere in ogni ora vissuta , non proiettarsi nel passato o nell ' avvenire , ove è solo sterilità . Porre tutta la nostra gioia in un ricordo , o la speranza in un evento che può fallire , restar per anni , come in una notte , sospesi a un ipotetico Oriente , non è forse viltà ? Dobbiamo realizzare , o passar oltre . La sazietà di colui che ha realizzato è serena , lo porta senza rimpianto a rinnovarsi , in un processo che adegua l ' intima sanità della vita : quella che segue l ' impotenza è desolata . Scuotere dai calzari la polvere delle cose morte , sgombrare l ' anima dall ' ombra delle cose vane . Misura , varietà , leggerezza : trinità di saggezza . Arduo , straniera dea , ai lari aggiungere il tuo simulacro !