StampaQuotidiana ,
L
'
estate
scorsa
al
mare
conobbi
Walter
Chiari
.
Gli
parlavo
e
lui
accennava
di
sì
con
la
testa
,
la
stessa
faccia
di
quando
sulla
scena
fa
il
ciclista
tonto
:
credevo
che
mi
canzonasse
.
Poi
a
cena
la
ragazza
che
l
'
accompagnava
rovesciò
una
bottiglia
di
vino
,
e
la
più
parte
mi
finì
sulla
camicia
:
si
tolse
subito
il
maglione
blu
e
me
lo
infilò
addosso
,
quasi
di
forza
.
In
due
giorni
gli
vidi
fare
tutto
:
teneva
banco
sul
peschereccio
in
gita
verso
il
largo
,
ballava
il
«
tamouret
»
inventandoselo
,
carezzava
i
bambini
,
quasi
fosse
un
taumaturgo
,
a
richiesta
delle
madri
,
rimase
fino
alle
tre
di
notte
a
discutere
di
politica
con
Giorgio
Ghezzi
,
romagnolo
,
di
poche
e
chiarissime
idee
,
mentre
lui
,
Walter
,
di
idee
ne
ha
fin
troppe
e
confuse
.
Ma
soprattutto
parlava
della
sua
adolescenza
milanese
,
là
fuori
porta
Magenta
,
fra
piazza
Piemonte
e
via
Domenichino
,
allievo
assai
scadente
eppure
prediletto
di
pugili
,
«
spicciolisti
»
,
pescatori
di
frodo
.
A
nessuno
confessava
che
suo
padre
era
brigadiere
scacciato
con
ignominia
.
La
figura
del
padre
,
poi
,
gli
diventava
leggendaria
:
come
quando
inseguì
un
ladro
a
bordo
d
'
un
tram
,
perché
non
aveva
né
l
'
auto
né
i
soldi
per
pagarsi
il
tassì
.
Dubitavo
che
ci
fosse
un
po
'
di
mitologia
e
invece
l
'
altra
sera
,
quando
ha
tenuto
la
«
prolusione
»
(
proprio
così
diceva
l
'
invito
)
alla
prima
de
La
rimpatriala
,
nella
figura
di
Cesarino
c
'
erano
tante
cose
che
appartengono
a
Walter
:
l
'
altruismo
,
il
candore
quasi
musulmano
del
bigamo
,
il
filo
rosso
di
pazzia
lombarda
che
traspare
sempre
nei
suoi
discorsi
,
la
voglia
scatenata
di
regalare
sempre
qualcosa
,
una
risata
,
un
maglione
,
un
'
avventura
.
E
,
finita
la
proiezione
,
a
tavola
non
sai
più
se
accanto
ti
siede
Cesarino
oppure
Walter
:
abbraccia
i
camerieri
,
si
preoccupa
se
qualcuno
è
rimasto
in
piedi
,
cuoce
sul
fornelletto
a
spirito
un
pezzo
di
carne
,
lo
condisce
con
misteriose
salse
inventate
dal
signor
Pino
,
e
poi
m
'
imbocca
,
come
se
fossi
un
suo
fratello
maggiore
che
si
trascura
per
disattenzione
.
E
ancora
il
padre
:
«
La
miseria
diventa
nobiltà
,
capisci
?
Gli
avevo
comprato
un
buco
di
casa
in
Riviera
,
con
pochi
metri
di
terra
,
e
lui
ci
faceva
nascere
tutto
.
Col
gelo
,
la
notte
metteva
una
coperta
sopra
le
piantine
.
Perché
,
vedi
,
per
chi
è
padrone
di
un
bosco
un
albero
è
un
albero
,
ma
per
chi
ha
solo
l
'
orto
una
pianta
diventa
come
un
figliolo
,
bisogna
farlo
venire
su
a
tutti
i
costi
,
anche
perché
poi
lo
mandi
al
lavoro
e
ti
porta
a
casa
la
paga
»
.
Chiama
al
tavolo
i
suoi
amici
di
allora
,
posteggiatori
,
ex
pugili
,
maschere
di
cinema
,
«
spicciolisti
»
forse
,
e
alle
quattro
del
mattino
sono
ancora
lì
per
strada
a
ridere
,
a
rincorrersi
,
a
scambiarsi
pacche
sulla
schiena
,
senza
badare
alle
signore
in
pelliccia
che
vorrebbero
andare
a
nanna
.
La
vera
«
rimpatriata
»
eccola
qua
,
in
una
nobile
stradetta
di
Milano
che
fra
qualche
mese
sparirà
.
E
al
momento
del
congedo
non
sai
se
dirgli
Walter
oppure
Cesarino
.