StampaQuotidiana ,
Per
mangiare
bene
,
dicono
,
bisogna
andare
dove
vanno
i
camionisti
.
Può
darsi
,
ma
è
difficile
.
Più
facile
mettersi
alle
calcagna
dei
librai
,
che
sono
i
più
formidabili
banchettatori
di
Milano
,
e
non
perdono
un
'
occasione
.
Una
strenna
-
per
esempio
il
libro
contenuto
nella
bottiglia
,
che
tratta
scientificamente
la
questione
dei
cocktails
-
basta
e
avanza
per
mettere
su
una
cena
sontuosa
:
spuma
di
gamberetti
,
brodino
di
coda
di
manzo
,
anatra
all
'
arancio
;
al
momento
del
gelato
portano
un
mulino
a
vento
di
marzapane
,
che
muove
le
pale
ma
non
viene
mangiato
.
Nel
gruppo
dei
librai
,
solitamente
massicci
di
corporatura
,
Oriana
Fallaci
sembra
anche
più
piccolina
,
ma
li
tiene
a
bada
benissimo
,
con
la
loquela
:
«
Antipatici
»
,
gli
dice
.
E
domani
saranno
di
nuovo
a
cena
,
per
decidere
se
assegnare
il
loro
premio
annuale
a
Oreste
Del
Buono
,
scrittore
non
facile
e
mangiatore
quasi
inesistente
.
Da
un
po
'
di
tempo
in
qua
non
si
cena
più
a
casa
:
si
va
con
la
Jole
,
poi
con
Ugo
Tognazzi
,
poi
coi
reduci
del
Curtatone
e
Montanara
.
Ma
la
cena
più
bella
fu
martedì
alla
Bovisa
,
in
casa
di
Jenkiro
,
cioè
nello
stanzone
attiguo
all
'
altro
stanzone
che
gli
serve
da
studio
.
Servono
l
'
aperitivo
e
alla
spicciolata
arrivano
gli
altri
ospiti
:
il
Duardin
Franceschini
,
con
la
moglie
che
si
crede
grassa
,
poi
un
bel
ragazzetto
col
capoccione
biondo
che
a
domanda
risponde
:
«
Giuliottavo
Crippa
,
anni
otto
e
mezzo
.
Il
mio
papà
ha
preso
sei
fagiani
,
Hisachika
invece
due
soltanto
.
Lo
sai
che
ci
hanno
regalato
un
cane
da
mezzo
milione
?
»
.
Hisachika
(
di
cognome
Takahashi
)
è
un
giovanissimo
pittore
giapponese
che
lavora
da
alcuni
anni
nello
studio
di
Roberto
Crippa
,
invitato
anche
lui
.
Entra
senza
nemmeno
il
bastone
,
zoppica
un
poco
ma
sta
benissimo
:
mi
spiega
che
quando
l
'
apparecchio
gli
precipitò
a
foglia
morta
,
ebbe
trecento
fratture
alle
ossa
delle
gambe
.
Una
mamma
didascalica
interroga
il
suo
bambino
:
«
Questi
signori
,
vedi
,
sono
giapponesi
.
Guardali
bene
e
dimmi
che
cos
'
hanno
di
diverso
da
noi
?
»
.
Il
piccolo
ci
pensa
un
po
'
,
e
conclude
:
«
Sorridono
sempre
»
.
Sorridono
anche
mentre
si
mangia
il
sukivaki
;
al
centro
del
tavolo
c
'
è
un
fornelletto
a
spirito
,
e
sopra
una
pignatta
di
ferro
.
Con
le
bacchette
ci
mettono
dentro
grasso
,
pezzi
di
carne
,
e
man
mano
cavolfiore
,
spinaci
,
carote
,
porri
.
Danno
un
uovo
a
testa
,
crudo
:
bisogna
romperlo
e
sbatterlo
nella
ciotolina
.
Poi
si
pesca
nel
calderone
sempre
acceso
,
si
passa
il
boccone
nell
'
uovo
sbattuto
,
si
condisce
con
salsa
di
soia
e
si
mangia
.
Nell
'
altra
ciotolina
c
'
è
brodo
con
bambù
:
chi
vuole
può
prendere
del
pesce
secco
,
duro
come
il
legno
,
che
va
grattugiato
e
mischiato
al
riso
.
Tutti
armeggiano
con
le
bacchette
d
'
osso
,
il
più
bravo
è
Roberto
Crippa
,
mentre
Hisachika
ha
impugnato
la
forchetta
,
e
viene
accusato
di
deviazionismo
e
di
occidentalismo
decadente
.
Poi
,
ecco
la
definizione
,
che
mi
pare
calzante
,
di
questo
sukivaki
:
è
una
frittata
di
carne
e
verdura
fatta
alla
rovescia
.