Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> autore_s:"Bianciardi Luciano"
ERA BELLA: BIANCOROSSA PAREVA UN TRICOLORE ( Bianciardi Luciano , 1963 )
StampaQuotidiana ,
Gli mancano tre esami e la tesi per laurearsi medico , entro il prossimo anno accademico , e ce la farà senz ' altro , perché gli preme , perché crede in questa professione come in un modo concreto , anzi manuale , di aiutare chi soffre . Intanto , a ventisette anni , ha trovato il tempo per fare un mucchio di altre cose : recita al « Gerolamo » la parte dell ' allampanato Gervasino , ha studiato armonia e composizione , suonato il pianoforte in orchestrine da ballo , comparirà in un film di produzione romana ma di ambiente milanese , ogni sera ci fa sentire le sue canzoni in un locale notturno . Sono circa due anni che Enzo Jannacci scrive canzoni , da Il cane coi capelli , che era un garbato ( e goliardico ) nonsense , alle ultime cose , che sono le migliori . Nato e cresciuto a Milano , giù verso l ' Idroscalo - è figlio di un aviatore - gli indovini subito nel colorito e nei tratti marcati del viso l ' ascendenza pugliese , e certe sue impennate canore , che paiono astratte , ricordano invece i toni dell ' ambulante , dell ' erbivendolo meridionale da poco inurbato , e tuttora avvezzo a « cantare » la sua merce . Jannacci fa , oltre tutto , un lavoro di recupero culturale per nulla trascurabile . « Non so se è la prima volta che sentite questa storia ... » È il tipico incipit del cantastorie . Oppure : « Dee scusà , ma mi vori canta , d ' un me amis che l ' era andà a fa ' l bagn , su el stradun per andare all ' Idroscalo ; l ' era lì e l ' amore lo colpì » . Qui , come si vede , il dialetto cede alla lingua proprio quando l ' immagine , e il concetto , è di natura « colta » : l ' informazione data a un passante , il ricordo di una frase letta o sentita . L ' amico , in questo caso , è un barbone che portava le scarpe da tennis e parlava da solo , innamorato di una donna « bianca e rossa che pareva il tricolore » . Ma è difficile raccontare una canzone di Jannacci , perché tutte sono legate al suo modo di farle sentire , che è inimitabile : bisogna andarlo a vedere . Tiene la chitarra dritta , orizzontale , sotto il mento , come per isolare una maschera dura e immobile ; inteccherito quasi ligneo il corpo , accenna qualche raro passo , prima della strofa finale : « L ' han truvà sota a un mucc de cartun ; l ' han guardà , el pareva nisun ; l ' han tucà , el pareva che durmiva ; lassa sta che l ' è roba de barbun » . Poi l ' ultimo ritornello gli esce di gola come un urlo rabbioso quel barbone con le scarpe da tennis morto sotto un mucchio di cartone è veramente suo amico . La gente del night sempre un po ' distratta ride , ma intanto non riesce a evitare un brivido lungo la schiena . Ma chi è dunque Jannacci , questo ragazzo che , smessa la maschera delle sue canzoni , ridiventa mite e timido e compito ? A chi somiglia ? Ci pensi e ti viene in mente il nome di Petrolini : nessun altro . Difficile dire , oggi , se Enzo farà altrettanto ; se diventerà per esempio un buon medico e basta . Di sicuro però la stoffa è quella .