StampaQuotidiana ,
La
forza
di
una
lingua
si
misura
anche
dalla
sua
capacità
di
ammaliare
le
parole
straniere
:
noi
oggi
diciamo
ponce
,
Parigi
,
Londra
,
e
un
tempo
Benvenuto
Cellini
diceva
,
beato
lui
,
Fontana
Beliò
,
e
intendeva
Fontainebleau
.
I
giornalisti
sportivi
dicono
stoppare
e
dribblare
,
e
forse
troveranno
il
modo
di
italianizzare
anche
il
tackle
.
Gli
italiani
d
'
America
dicono
carro
per
auto
,
giobba
per
lavoro
,
gelle
per
carcere
,
bisinesse
per
affare
.
Dicono
,
come
tutti
sanno
,
Broccolino
.
Non
tutti
invece
hanno
sentito
una
madre
chiamare
il
figlio
Vasintone
,
eppure
succede
:
in
Romagna
e
in
Toscana
,
troviamo
Vasintone
,
Vilsone
e
Bicchesio
,
cioè
Washington
,
Wilson
,
Bixio
.
Gli
arredatori
dicono
bovindo
per
indicare
un
tipo
di
finestra
che
aggetta
rispetto
al
muro
.
Parola
nuovissima
e
inusitata
-
non
se
ne
aveva
notizia
prima
del
gennaio
1964
-
è
triggerare
.
La
si
legge
nel
manifesto
invito
per
una
mostra
di
Nanda
Vigo
.
I1
contesto
:
«
Ritengo
quindi
che
dovendo
tradurre
esteticamente
un
codice
di
comando
atto
a
triggerare
un
'
informazione
con
una
scelta
precisa
,
queste
forme
siano
le
più
atte
a
concretizzarlo
in
armonia
con
il
postulato
cronotopico
»
.
Il
senso
generale
del
discorso
dev
'
essere
abbastanza
complicato
,
ma
non
ci
interessa
in
questa
sede
.
Qui
preme
cogliere
a
frullo
il
neologismo
,
questa
deverbazione
da
una
parola
straniera
,
e
cioè
trigger
.
Dice
lo
Webster
:
«
Leva
collegata
a
un
ritegno
,
e
che
serve
a
liberarlo
»
.
Nelle
armi
da
fuoco
,
il
trigger
è
la
parte
che
,
premuta
dal
dito
,
libera
il
percussore
.
E
to
trigger
significherà
far
scattare
il
grilletto
.
Deverbale
dall
'
italiano
era
difficile
,
certo
:
«
sgrillettare
»
suonerebbe
male
.
Perciò
ecco
«
triggerare
»
qualcuno
dirà
che
sarebbe
stato
più
giusto
«
trigherare
»
,
ma
sono
pedanterie
.
Qualcun
altro
dirà
che
si
poteva
anche
scegliere
un
«
far
scattare
»
,
un
«
dar
la
via
»
,
un
«
dar
le
mosse
»
,
o
ancora
,
restando
nel
gergo
meccanico
:
«
mollare
»
,
«
scatenare
»
,
«
sparare
»
.
Chi
avesse
bisogno
di
altre
notizie
si
rivolga
a
Nanda
Vigo
:
nata
a
Milano
,
nel
1936
,
laureata
in
architettura
all
'
Institute
Polithecnique
de
Lausanne
,
ha
lavorato
in
California
,
Jugoslavia
e
Milano
,
poi
,
dopo
aver
assimilato
varie
proposte
stilistiche
,
nel
1961
iniziò
la
formulazione
plastica
che
si
caratterizza
nei
cronotopi
esposti
nel
1962
.
Così
almeno
sta
scritto
sull
'
invito
.