StampaQuotidiana ,
Alla
stazione
,
quando
chiedo
a
un
ferroviere
se
per
favore
sa
dove
abita
(
anzi
«
dove
sta
di
casa
»
)
Renato
Ciandri
,
quello
mi
guarda
strizzando
un
po
'
gli
occhi
,
come
uno
che
non
ha
capito
bene
.
«
Ciani
?
»
chiede
a
sua
volta
.
No
,
Ciandri
,
Renato
Ciandri
,
quello
del
libro
,
quello
del
film
,
insomma
della
Ragazza
di
Bube
.
«
Ah
,
ho
capito
.
Dovrebbero
essere
tornati
a
casa
di
lei
»
.
La
prima
a
destra
,
poi
a
sinistra
su
per
la
salita
,
si
scende
,
si
trova
una
piazza
,
si
va
ancora
avanti
,
tino
alla
seconda
piazza
,
quella
grande
con
l
'
obelisco
e
proprio
di
faccia
stanno
loro
due
.
Al
primo
piano
,
in
cima
a
una
rampa
di
scale
breve
e
ripida
,
sull
'
uscio
ci
sono
i
nomi
,
Giorni
-
Ciandri
.
Viene
ad
aprire
lei
in
persona
,
è
una
bella
donna
,
con
la
faccia
matura
,
aperta
,
piena
,
sotto
i
capelli
nerissimi
che
serbano
una
traccia
di
cotonatura
:
un
viso
toscano
,
non
c
'
è
che
dire
,
ospitale
e
insieme
interrogativo
e
leggermente
ironico
.
Le
solite
spiegazioni
:
vengo
da
Milano
e
ci
lavoro
,
ma
come
lei
sente
non
ci
sono
nato
,
sono
di
Grosseto
.
«
Amico
di
Cassola
,
allora
»
interviene
e
avverto
subito
la
leggera
impennata
della
voce
.
A
pranzo
con
me
e
con
Claus
Fischer
,
che
se
ne
sta
zitto
e
non
osa
tirar
fuori
la
macchina
dalla
borsetta
.
«
Lei
mi
capirà
,
siamo
piuttosto
guardati
,
di
questi
tempi
.
»
E
poi
Renato
,
il
marito
,
non
ritorna
a
casa
per
il
pranzo
,
rimane
a
Firenze
perché
riattacca
alle
due
,
là
al
centro
-
carni
dove
lavora
da
facchino
.
Smette
alle
cinque
,
e
va
subito
dall
'
avvocato
tutte
le
sere
.
Ha
lasciato
detto
così
:
se
viene
qualcuno
per
via
del
film
,
mandalo
dritto
dall
'
avvocato
,
se
invece
è
per
altre
ragioni
là
al
centro
-
carni
.
Lasciano
entrare
,
sicuro
.
«
Posso
offrire
qualcosa
?
»
Dalla
vetrina
tira
fuori
una
bottiglia
d
'
un
liquorino
dolce
,
che
non
avevo
mai
assaggiato
,
e
ce
lo
offre
;
poi
dall
'
altra
stanza
arrivano
gli
strilli
di
Moreno
(
«
cinque
mesi
e
mezzo
»
,
precisa
)
e
bisognerà
che
la
scusiamo
,
ma
i
bimbi
non
possono
aspettare
,
specialmente
se
si
tratta
di
mangiare
.
No
,
il
film
non
l
'
ha
visto
,
e
neanche
ci
tiene
.
«
Caso
mai
voleste
fare
una
chiacchieratine
,
un
po
'
più
lunga
,
venite
domani
con
calma
,
che
è
domenica
e
c
'
è
anche
mio
marito
»
.
Ci
fa
vedere
la
fotografia
di
Moreno
,
la
camera
coi
mobili
nuovi
e
la
televisione
(
«
tutta
col
nostro
lavoro
»
precisa
)
e
ci
riaccompagna
sul
pianerottolo
.
Sono
passati
dieci
minuti
appena
,
e
ora
bisognerà
,
dopo
aver
mangiato
al
Girarrosto
,
ripigliare
il
treno
di
Firenze
e
poi
un
altro
mezzo
che
ci
porti
in
via
Circondaria
,
dove
si
trova
questo
benedetto
centro
-
carni
,
che
sarebbe
come
a
dire
i
macelli
.
Per
un
pelo
non
lo
perdiamo
:
appena
oltre
il
cancello
eccolo
lì
che
a
passo
svelto
va
verso
la
motocicletta
.
Me
l
'
ero
immaginato
,
leggendo
il
libro
e
poi
vedendo
Chakiris
nel
film
,
proprio
ieri
sera
,
più
piccolo
,
più
basso
.
Sul
metro
e
settantacinque
,
asciutto
,
dritto
,
porta
un
paio
di
calzoni
di
velluto
a
coste
sopra
quelli
buoni
,
proprio
per
andare
in
motocicletta
.
La
giacca
è
grigia
,
principe
di
Galles
,
mi
pare
che
si
dica
,
non
porta
la
camicia
né
la
cravatta
,
ha
invece
una
maglietta
di
lana
scura
.
E
i
baffi
,
naturalmente
,
neri
come
i
capelli
;
gli
occhi
sono
fra
il
castano
e
il
verde
,
in
fossati
,
vivacissimi
.
Dovrebbe
proprio
andarsene
,
e
invece
rimane
lì
con
le
mani
sul
manubrio
della
moto
,
toccando
a
tratti
con
la
scarpa
il
pedale
dell
'
avvio
.
«
Ah
,
amico
di
Cassola
?
»
Certo
,
amico
di
Cassola
,
e
anche
di
Silvano
Ceccherini
,
che
lui
dovrebbe
aver
conosciuto
in
carcere
a
San
Gimignano
.
Infatti
,
e
mi
ripete
preciso
preciso
quel
che
a
suo
tempo
mi
aveva
raccontato
Ceccherini
,
dopo
avere
scritto
La
traduzione
,
gliela
fece
leggere
e
fu
appunto
lui
che
gli
consigliò
di
mandarla
a
Cassola
,
il
suo
amico
scrittore
,
perché
si
interessasse
di
farla
avere
a
qualche
editore
di
Milano
.
«
Anzi
,
guardi
,
ho
qui
in
tasca
un
ritaglio
di
giornale
che
racconta
tutta
la
storia
.
»
Lo
tira
fuori
,
ed
è
un
mio
vecchio
articolo
.
Ora
si
può
parlare
meglio
,
lasciar
perdere
la
moto
,
fare
insieme
due
passi
intorno
all
'
isolato
,
e
Claus
Fischer
,
silenzioso
biondino
di
Dresda
,
finalmente
tira
fuori
la
macchina
,
ci
precede
di
qualche
metro
e
comincia
a
scattare
.
Ciandri
non
ci
ha
nulla
da
ridire
,
e
così
veniamo
al
dunque
.
La
ragazza
di
Bube
uscì
mentre
Renato
Ciandri
era
ancora
in
carcere
per
il
fatto
di
sangue
di
undici
anni
prima
:
il
successo
del
libro
,
e
l
'
interessamento
di
Cassola
gli
giovarono
certamente
ad
avere
una
quindicina
di
mesi
di
condono
.
«
Gliene
sono
ancora
grato
»
,
fa
lui
fissandomi
,
«
anche
se
subito
dopo
averlo
letto
dissi
che
non
eravamo
d
'
accordo
su
come
ci
aveva
trattati
»
.
Specialmente
Nada
,
la
moglie
:
tutta
inventata
la
storia
di
Stefano
,
il
giovanotto
serio
e
un
po
'
retorico
che
fa
la
corte
a
Mara
mentre
Bube
è
via
;
tutto
inventato
l
'
attacco
del
libro
,
con
lei
così
ragazzina
e
un
po
'
civetta
;
tutto
inventato
persino
che
lei
non
sa
portare
tacchi
a
spillo
.
D
'
accordo
,
c
'
è
l
'
invenzione
letteraria
,
uno
che
scrive
ha
il
diritto
di
pigliare
certi
fatti
veri
e
di
ricamarci
sopra
con
la
fantasia
.
Ma
intanto
quando
lui
uscì
di
carcere
,
tutti
seppero
che
quella
era
la
storia
sua
.
«
Guardi
.
Io
non
sono
un
beduino
,
una
ragazza
secondo
me
può
avere
un
fidanzato
prima
di
sposarsi
con
un
altro
uomo
.
Ma
la
storia
di
Stefano
non
è
vera
.
Sì
,
lo
so
,
daccapo
,
lo
scrittore
inventa
,
ma
io
non
campo
mica
in
mezzo
ai
letterati
.
Queste
cose
le
capiscono
i
letterati
,
e
le
capisco
anche
io
che
un
poco
ho
letto
,
in
quegli
undici
anni
.
Ora
molto
meno
,
perché
il
lavoro
è
faticoso
,
e
quando
torno
a
casa
,
fra
il
bagno
,
la
cena
,
un
po
'
di
televisione
,
si
fa
presto
ad
addormentarsi
.
Cosa
ho
letto
!
Mah
,
soprattutto
romanzi
sociali
,
Victor
Hugo
,
Zola
,
Jack
London
,
specialmente
Il
tallone
di
ferro
,
che
è
il
più
bel
romanzo
sociale
.
Anche
Cronin
,
si
capisce
,
E
le
stelle
stanno
a
guardare
,
poi
La
cittadella
,
Il
castello
del
cappellaio
.
Gli
italiani
?
Le
dico
la
verità
,
gli
italiani
non
mi
sfagiolano
mica
tanto
,
sa
»
.
Veramente
quest
'
uomo
non
è
affatto
come
me
l
'
ero
immaginato
.
Non
è
Bube
,
ecco
:
quel
romanzo
di
Cronin
,
per
esempio
,
potrebbe
leggerlo
più
verosimilmente
Stefano
che
Bube
.
E
poi
,
man
mano
che
il
discorso
s
'
infittisce
,
ecco
che
gli
scrittori
italiani
lui
non
li
ignora
affatto
,
parla
di
Pasolini
,
parla
di
Calvino
,
soprattutto
parla
di
Cassola
,
e
m
'
accorgo
che
l
'
ha
letto
tutto
,
e
che
lo
giudica
con
affettuoso
distacco
,
come
se
questa
brutta
storia
delle
carte
bollate
,
del
sequestro
eccetera
,
non
lo
riguardasse
nemmeno
più
.
Si
fece
vivo
,
appena
seppe
che
il
film
entrava
in
lavorazione
:
il
libro
è
uscito
,
ha
avuto
il
successo
che
ha
avuto
,
contiene
la
loro
storia
e
loro
due
non
sono
d
'
accordo
su
come
è
raccontata
.
Pace
.
Acqua
passata
.
Ma
ora
anche
il
film
,
no
.
Un
libro
lo
leggono
,
quando
va
bene
come
è
andato
bene
questo
,
centocinquanta
,
duecentomila
persone
.
Ma
se
poi
ne
fanno
anche
un
film
,
la
storia
la
risanno
tutti
,
anche
chi
non
ha
mai
imparato
a
leggere
,
anche
chi
non
sa
,
non
vuole
distinguere
fra
verità
e
invenzione
,
soprattutto
quelli
anzi
,
e
parlano
,
parlano
,
parlano
.
Non
che
a
Pontassieve
qualcuno
abbia
osato
dirgli
qualcosa
in
faccia
,
no
.
Anzi
,
sono
discreti
e
corretti
,
ma
le
chiacchiere
si
sentono
a
fiuto
,
che
girano
nell
'
aria
come
mosconi
.
Così
si
fece
vivo
con
la
produzione
,
avvisandoli
che
non
era
d
'
accordo
,
che
si
fermassero
.
E
quelli
risposero
facendo
i
meravigliati
:
non
capivano
proprio
il
perché
.
Invece
c
'
era
,
il
suo
perché
.
«
Quella
è
la
storia
mia
,
l
'
hanno
detto
e
ripetuto
proprio
loro
,
Cassola
è
un
grande
scrittore
e
un
uomo
onesto
,
ma
è
anche
un
ingenuo
,
quando
dice
di
non
capire
.
È
una
storia
di
vent
'
anni
fa
,
e
venti
anni
fa
il
mondo
,
l
'
Italia
,
era
diversa
.
I
fatti
di
allora
,
raccontati
oggi
,
pigliano
tutto
un
altro
verso
.
Venti
anni
fa
,
per
esempio
,
la
rapina
a
mano
armata
non
era
un
fatto
grave
come
sarebbe
oggi
.
Oggi
,
i
giovani
che
a
quei
tempi
non
erano
nati
,
o
non
potevano
capire
,
se
vedono
raccontata
la
mia
storia
con
la
mentalità
di
oggi
,
travisano
tutto
,
non
possono
convincersi
che
allora
era
differente
.
Io
mi
sono
rifatta
una
vita
,
lavoro
qui
ai
macelli
,
e
quel
che
guadagno
mi
basta
per
campare
,
per
mangiare
,
per
le
sigarette
.
E
anzi
ne
fumo
anche
troppe
.
Perciò
mi
lascino
in
pace
,
la
smettano
con
questa
storia
di
Bube
»
.
«
Ehi
,
Bube
»
,
lo
chiama
da
dietro
un
suo
compagno
di
lavoro
,
piccoletto
,
sorridente
,
che
subito
si
aggrega
,
e
volentieri
sta
in
posa
davanti
all
'
obbiettivo
di
Claus
Fischer
.
Già
che
ci
siamo
,
si
va
tutti
a
bere
qualcosa
lì
all
'
angolo
,
una
botteguccia
dove
sono
soliti
ritrovarsi
tutti
i
facchini
dei
macelli
.
Il
piccoletto
si
chiama
Guani
,
poi
viene
anche
uno
anziano
che
ha
un
nome
illustre
,
Puccini
,
e
cominciano
a
girare
i
mezzi
litri
.
Ciandri
e
io
seduti
vicini
,
Fischer
in
piedi
dietro
il
banco
che
spara
come
una
mitragliatrice
.
E
si
riattacca
a
parlare
di
letteratura
:
una
scena
del
Soldato
,
se
è
giusta
l
'
impostazione
politica
di
Fausto
e
Anna
,
il
personaggio
di
Guglielmo
nel
luglio
del
bosco
,
il
dolore
calato
nel
paesaggio
,
la
scrittura
così
scorrevole
dell
'
Entrata
in
guerra
.
No
,
proprio
non
è
come
me
l
'
ero
immaginato
questo
Ciandri
Renato
di
Volterra
,
classe
1924
,
detto
Bube
,
che
è
poi
il
soprannome
di
famiglia
,
nonno
,
padre
e
lui
,
già
alabastraio
,
poi
partigiano
Baffo
(
questo
il
nome
di
battaglia
,
e
non
già
Vendicatore
)
.
Me
l
'
ero
immaginato
parco
di
parole
,
rigido
,
semplice
,
elementare
,
e
invece
qua
nessuno
poi
è
semplice
,
neanche
il
Guani
che
scherza
sempre
(
anzi
«
fa
il
chiasso
»
)
e
si
scusa
se
qualche
volta
«
nel
discorrere
si
sbarroccia
un
po
'
.
Sa
siamo
gente
alla
buona
,
senza
istruzione
.
lo
ho
fatto
appena
la
quarta
,
e
parlo
come
mi
viene
.
Certe
parole
difficili
come
le
scrivete
voi
,
io
non
le
capirei
nemmeno
»
.
E
continua
per
un
po
'
a
fare
il
chiasso
,
cioè
a
canzonarmi
,
con
questa
storia
delle
parole
difficili
.
Altre
parole
difficili
,
e
stridenti
,
mi
sta
dicendo
Renato
:
sequestro
,
azione
civile
,
azione
penale
,
comparizione
.
Cioè
tra
qualche
giorno
si
dovranno
incontrare
le
due
parti
dinanzi
al
giudice
.
Ma
loro
cosa
chiedono
,
cosa
vogliono
?
«
Levare
di
mezzo
il
film
sarebbe
la
cosa
migliore
.
O
almeno
che
si
arrivasse
ai
tagli
indispensabili
:
tutta
la
storia
di
Stefano
,
per
esempio
,
via
.
Questione
di
soldi
non
s
'
è
mai
fatta
,
non
se
n
'
è
mai
parlato
.
Però
se
non
ci
fosse
altra
via
d
'
uscita
,
allora
dividiamo
la
torta
.
Perché
sulla
nostra
storia
ci
dovrebbero
guadagnare
solamente
gli
altri
?
Meglio
di
tutto
,
eliminare
il
film
;
sennò
i
tagli
.
AI
peggio
,
dividiamo
la
torta
,
mi
diano
quel
che
ci
vuole
per
cambiare
posto
e
vita
»
.
Lo
dice
senz
'
ira
,
senza
nemmeno
emozione
.
Davanti
al
pretore
fu
proprio
così
,
mi
spiega
distaccato
,
quasi
assente
.
E
volentieri
cambia
discorso
,
dice
che
il
film
non
l
'
ha
visto
,
ottocento
lire
sono
troppe
,
aspetta
caso
mai
che
venga
a
Pontassieve
,
dove
cento
bastano
.
Preferisce
discorrere
ancora
di
letteratura
,
fino
al
momento
di
andarsene
,
si
è
infilato
il
cappotto
,
col
bavero
su
per
il
primo
freddo
del
crepuscolo
,
dà
un
colpo
di
pedale
,
avvia
,
parte
diritto
e
sicuro
in
mezzo
al
traffico
di
via
Circondaria
.