StampaQuotidiana ,
Per
prima
cosa
bisogna
stabilire
qual
è
il
ritardo
medio
(R.M.)
cioè
il
lasso
di
tempo
che
intercorre
fra
il
giorno
in
cui
si
imbuca
la
lettera
diretta
all
'
Ufficio
delle
Imposte
,
e
il
giorno
in
cui
,
con
ogni
probabilità
,
l
'
ufficio
suddetto
decide
di
rispondere
.
L
'
esperienza
insegna
che
R.M.
è
di
solito
uguale
a
27
giorni
.
Orbene
:
prima
ancora
che
sia
arrivato
l
'
avviso
di
pagamento
,
si
scrive
all
'
Ufficio
Imposte
,
chiedendo
perché
non
si
è
provveduto
ancora
a
notificare
l
'
importo
.
Si
può
anche
chiedere
un
'
altra
cosa
,
non
chiedere
nulla
,
basta
che
parta
una
lettera
qualsiasi
.
L
'
ufficio
la
ritira
,
apre
la
pratica
e
la
inserisce
agli
atti
.
Cioè
in
fondo
al
mucchio
delle
pratiche
che
attendono
d
'
essere
evase
.
Passano
i
giorni
e
la
nostra
pratica
sale
.
Al
venticinquesimo
,
quando
cioè
essa
sta
per
affiorare
a
galla
,
si
scrive
un
'
altra
lettera
.
«
Che
cosa
fate
in
codesto
ufficio
?
Perché
non
avete
risposto
alla
mia
di
venticinque
giorni
or
sono
?
»
La
lettera
arriva
a
destinazione
,
la
pratica
si
riapre
,
e
quindi
riaffonda
alla
base
del
mucchio
.
Ci
vorranno
venticinque
giorni
prima
che
di
nuovo
assommi
.
Ma
intanto
noi
avremo
scritto
una
terza
lettera
...
Passeranno
in
tal
modo
gli
anni
,
e
tasse
non
ne
pagheremo
.
Tutto
questo
funziona
se
c
'
è
un
R.M.
(
ritardo
medio
)
apprezzabile
e
individuabile
.
Funziona
cioè
nei
paesi
in
cui
la
burocrazia
è
efficiente
.
Altrove
conviene
spedire
un
assegno
.
Mettiamo
di
lire
1
270
.
«
A
saldo
mio
debito
con
codesto
ufficio
»
sta
scritto
nella
letterina
allegata
.
Si
lascia
passare
una
settimana
e
poi
si
spedisce
,
al
medesimo
ufficio
,
un
vaglia
di
lire
30
.
«
Vi
prego
di
scusarmi
l
'
errore
»
,
dice
la
letterina
allegata
.
«
Il
mio
debito
ammontava
in
realtà
a
lire
1
300
esatte
»
.
È
un
evento
,
questo
,
straordinario
nella
vita
della
burocrazia
,
la
quale
perciò
entra
in
crisi
e
ci
resta
per
circa
diciotto
mesi
.
Verso
la
metà
del
diciassettesimo
conviene
perciò
spedire
un
altro
assegno
(
di
lire
1
525
)
con
la
solita
letterina
.
La
burocrazia
sfiorerà
il
coma
,
e
noi
continueremo
a
non
pagare
le
tasse
.
Questi
criteri
di
vita
moderna
sono
esposti
in
un
libretto
veramente
aureo
.
Ne
è
autore
il
signor
C
.
Northcote
Parkinson
,
inglese
residente
a
Singapore
e
specialista
in
sociologia
.
Si
intitola
La
legge
di
Parkinson
e
sta
per
uscire
in
traduzione
italiana
a
cura
dell
'
editore
Bompiani
.
Il
Parkinson
,
in
dieci
agilissimi
saggi
,
spiega
alcuni
punti
fondamentali
per
comprendere
la
burocrazia
di
un
paese
moderno
.
La
sua
«
legge
»
,
destinata
a
diventare
famosa
,
descrive
in
termini
matematici
i
motivi
per
cui
l
'
apparato
burocratico
-
sia
esso
di
un
ministero
o
di
un
ente
privato
-
tende
a
crescere
con
norme
proprie
,
indipendenti
cioè
dalla
crescita
(
e
anche
dalla
dimensione
o
dalla
cessazione
)
del
lavoro
.
Esempio
formidabile
:
l
'
aumento
del
personale
al
ministero
inglese
della
Marina
,
e
a
quello
delle
Colonie
,
anche
e
soprattutto
negli
anni
in
cui
navi
e
territori
di
oltremare
calano
di
numero
e
si
contraggono
.
Qual
è
il
criterio
migliore
per
scegliere
i
propri
dipendenti
?
Quello
cinese
o
quello
britannico
?
Perché
l
'
efficienza
di
un
'
istituzione
è
inversamente
proporzionale
alla
monumentalità
della
sede
che
la
ospita
?
È
possibile
,
con
mezzi
leciti
e
non
disumani
,
costringere
il
proprio
superiore
a
dimettersi
?
È
possibile
,
prescindendo
da
qualsiasi
argomentazione
politica
,
formare
una
salda
maggioranza
in
Parlamento
?
E
durante
un
ricevimento
,
come
si
fa
a
capire
quali
sono
i
personaggi
che
«
contano
»
veramente
?
Ogni
volta
il
Parkinson
si
affida
al
rigore
matematico
e
geometrico
.
Nel
caso
del
«
cocktail
party
»
,
per
esempio
,
egli
ci
dimostra
che
i
personaggi
importanti
son
quelli
che
all
'
ora
H+I40
si
trovano
compresi
nel
riquadro
07
del
salone
dove
avviene
il
ricevimento
.
La
legge
è
dedotta
da
uno
studio
profondo
delle
regole
che
governano
il
comportamento
umano
in
una
stanza
affollata
.
Qualcuno
dirà
che
il
tono
del
libro
è
qualunquistico
.
Qualcun
altro
parlerà
di
gratuito
cinismo
inglese
.
Non
mancheranno
quelli
disposti
a
non
intentare
Io
scherzo
e
a
citare
la
«
legge
»
di
Parkinson
come
se
fosse
una
formula
di
Einstein
.
Pazienza
.
A
nostro
parere
queste
centocinquanta
pagine
sono
la
materia
prima
di
una
serata
dilettevole
,
in
compagnia
di
un
uomo
intelligente
.
A
proposito
.
Sapete
perché
,
secondo
il
Parkinson
,
le
popolazioni
primitive
si
convertono
al
cristianesimo
e
alla
civiltà
moderna
?
Lo
fanno
perché
,
dopo
,
gli
entomologi
smetteranno
di
occuparsi
di
loro
,
e
di
tormentarli
con
quell
'
armamentario
di
taccuini
,
dittafoni
e
apparecchi
fotografici
.