StampaQuotidiana ,
CASTEL
DEL
PIANO
,
agosto
-
I
«
canterini
»
di
Castel
del
Piano
erano
già
riuniti
intorno
ad
un
gran
tavolo
nel
circolo
dell
'
ENAL
;
ognuno
,
naturalmente
,
aveva
davanti
a
sé
un
bicchiere
,
ed
al
centro
troneggiava
un
bottiglione
di
vino
rosso
.
Poi
comprendemmo
la
regola
:
ad
ogni
canto
un
bicchiere
,
e
pensava
a
riempirli
il
sindaco
in
persona
,
un
giovanotto
con
gli
occhiali
,
che
fa
t
il
maestro
,
livornese
di
nascita
,
ma
ormai
amiatino
di
elezione
(
è
stato
sindaco
ininterrottamente
dalla
Liberazione
in
poi
)
,
tanto
che
ormai
tutti
lo
chiamano
affettuosamente
«
il
sor
Mario
»
.
Son
tutti
boscaioli
o
contadini
,
i
«
canterini
»
di
Castel
del
Piano
,
di
vecchia
famiglia
amiatina
,
e
si
chiamano
infatti
Gianneschi
,
Fazzi
,
Santella
,
tutti
nomi
che
ricorrono
frequentissimi
in
questi
paesi
.
Non
si
sentivano
a
disagio
davanti
a
quel
pubblico
imprevisto
di
professori
,
anzi
,
improvvisarono
persino
due
versi
di
saluto
per
1'«
illustre
De
Martino
»
,
che
,
c
'
era
da
aspettarselo
,
faceva
rima
con
vino
.
E
l
'
illustre
De
Martino
,
che
altri
non
era
poi
se
non
l
'
etnologo
Ernesto
De
Martino
,
confessò
la
propria
limitatezza
,
perché
non
riuscì
a
ringraziare
che
con
due
banali
parole
d
'
occasione
.
«
Un
vero
etnologo
dovrebbe
rispondere
in
poesia
,
riprendendo
il
metro
ed
il
motivo
di
saluto
.
»
Fino
ad
un
paio
d
'
anni
or
sono
nessuno
,
fuori
dall
'
Amiata
,
conosceva
i
«
canterini
»
di
Castel
del
Piano
,
ed
in
generale
passavano
per
una
brigata
di
libatori
serali
,
ed
il
canto
veniva
considerato
come
un
pretesto
per
bere
,
e
non
più
.
Poi
qualcuno
aprì
le
orecchie
e
capì
che
c
'
era
dentro
qualcosa
di
più
importante
:
si
preoccupò
,
intanto
,
di
raccogliere
i
versi
,
che
son
affidati
di
solito
alla
tradizione
orale
,
poi
,
l
'
anno
scorso
,
si
esibirono
alla
radio
,
in
una
trasmissione
per
dilettanti
,
e
furono
senz
'
altro
il
numero
migliore
.
Molti
giovanotti
«
à
la
page
»
,
qua
in
città
,
convennero
che
ci
poteva
essere
,
da
parte
loro
,
un
interesse
per
questo
tipo
di
musica
folkloristica
,
meglio
forse
che
nei
canti
negri
di
New
Orleans
o
nel
«
be
bop
»
.
Il
pezzo
che
tanto
piacque
alla
radio
lo
abbiamo
sentito
stasera
,
ed
i
«
canterini
»
hanno
consentito
a
cantarcelo
a
ritmo
più
lento
e
staccato
,
in
modo
che
si
potessero
afferrare
le
parole
.
È
una
satira
delle
donne
e
della
moda
moderna
.
Dice
il
primo
ritornello
:
Con
le
mode
parigine
,
che
ora
fan
le
signorine
,
son
così
strane
,
che
fan
l
'
effetto
di
tante
befane
.
La
similitudine
,
come
si
vede
,
accosta
la
donna
ad
un
'
immagine
di
familiare
ed
affettuosa
bruttezza
,
quella
,
appunto
,
della
befana
.
Ma
la
satira
si
fa
più
precisa
e
mordente
nelle
strofe
successive
.
Ecco
la
moda
dei
capelli
corti
(
quelli
che
,
in
gergo
cittadino
,
si
dicono
«
alla
tifo
»
)
anche
qui
accostata
agli
effetti
di
una
malattia
,
la
tigna
.
Con
le
trecce
sì
tagliate
,
par
che
sian
tutte
tigrate
.
Non
c
'
è
che
dire
:
più
brutte
di
così
,
fanno
morire
.
Il
linguaggio
,
come
si
vede
,
ed
anche
le
immagini
son
tratti
dalla
vita
di
tutti
i
giorni
:
ed
ecco
infatti
come
è
satireggiato
l
'
uso
smodato
della
cipria
e
del
belletto
:
Il
viso
l
'
hanno
tutto
infarinato
,
per
questo
è
rincarata
la
farina
;
sembrano
pesci
tolti
dal
mercato
per
friggerli
in
padella
di
cucina
.
Non
manca
,
ovviamente
,
la
satira
contro
i
costumi
da
bagno
troppo
succinti
.
«
Di
molte
al
sole
,
conclude
una
strofa
,
vanno
davvero
con
le
mutande
sole
»
.
E
dove
andremo
a
finire
?
Ma
se
andrem
di
questo
passo
le
vedremo
andare
a
spasso
come
facevan
tranquillamente
un
tempo
Adamo
ed
Eva
.
La
strofa
è
cantata
dal
capotavola
,
un
contadino
piuttosto
piccolo
di
statura
,
con
gli
occhi
vivaci
,
sorridente
,
che
segna
il
tempo
con
l
'
indice
ed
il
pollice
della
mano
destra
,
in
un
gesto
elegante
,
come
di
chi
afferri
qualche
cosa
sottile
e
delicata
.
Chiude
ogni
verso
nettamente
,
senza
le
sbavature
finali
che
di
solito
si
sentono
in
questi
canti
popolari
,
ed
attende
una
battuta
,
prima
di
cominciare
il
verso
successivo
,
mentre
continua
l
'
accompagnamento
,
senza
abbandonare
il
suo
gesto
.
Gli
altri
accompagnano
a
più
voci
,
e
ne
vien
fuori
un
fondo
sonoro
notevolmente
complesso
,
anche
perché
all
'
estremo
della
tavola
c
'
è
un
altro
contadino
che
svolge
autonomo
un
motivo
melodico
in
esatto
contrapposto
con
il
canto
dello
«
storico
»
.
A
volte
la
strofa
è
cantata
da
un
altro
,
un
boscaiolo
alto
,
con
la
faccia
asimmetrica
ed
un
paio
di
baffetti
neri
:
a
lui
toccano
i
versi
più
arditi
,
come
la
boccaccesca
vicenda
della
Pinottola
,
una
vecchia
canzone
di
origine
rinascimentale
,
e
con
area
di
diffusione
che
interessa
quasi
tutta
l
'
Italia
centro
-
meridionale
,
o
la
storia
di
Bistone
,
il
contadino
grosso
e
furbacchione
,
che
si
cattiva
la
protezione
del
padrone
chiudendo
un
occhio
di
fronte
alle
sue
tresche
con
la
moglie
.
Più
spesso
le
storie
d
'
amore
insistono
sulla
fragilità
della
fanciulla
,
che
pur
trova
la
forza
di
vincere
tutti
gli
ostacoli
per
avere
il
suo
giovane
.
Mamma
non
mi
mandar
fuori
la
sera
son
piccolina
e
non
mi
so
guardare
.
I
giovanotti
son
fuor
di
maniera
mamma
,
non
mi
mandar
fuori
la
sera
.
Ed
alle
offerte
d
'
amore
del
pescatore
,
che
sfida
i
venti
e
la
tempesta
,
la
montagnola
risponde
:
Non
posso
amarti
,
o
pescatore
dell
'
onde
,
perché
son
piccolina
e
tu
sei
grande
,
son
nata
su
in
montagna
fra
le
fronde
dove
fioriscono
castagne
e
ghiande
.
Lieti
canti
d
'
amore
,
satira
affettuosa
dei
difetti
delle
donne
,
non
c
'
è
in
questi
canti
una
sola
nota
di
tristezza
e
di
tragedia
.
Ma
non
vi
manca
,
invece
,
un
puntuale
richiamo
alla
vita
quotidiana
,
al
mondo
concreto
del
lavoro
:
Manina
,
mm
mi
mandare
al
fornacione
ché
ci
hanno
fabbricato
tre
cancelli
:
da
quel
dì
mezzo
ci
passa
il
padrone
e
da
quell
'
altro
i
giovanotti
belli
.
StampaQuotidiana ,
In
una
lettera
dalla
casa
penale
di
Turi
alla
sorella
Teresina
,
Antonio
Gramsci
ricorda
la
zia
Grazia
,
la
quale
era
convinta
dell
'
esistenza
di
una
«
donna
Bisodia
»
,
dama
pia
dei
tempi
andati
,
quando
la
gente
andava
in
chiesa
e
c
'
era
più
.
religione
a
questo
mondo
.
Donna
Bisodia
veniva
spesso
citata
come
un
venerabile
esempio
da
imitare
,
e
tanta
era
la
sua
buona
fama
che
il
suo
nome
era
stato
perfino
inserito
nel
Pater
Noster
.
In
realtà
si
trattava
del
«
da
nobis
hodie
»
,
che
la
zia
Grazia
,
e
chissà
quante
altre
donne
con
lei
,
in
Sardegna
e
fuori
,
pronunciavano
in
quel
modo
.
Gramsci
pensava
che
si
potesse
utilmente
scrivere
una
novella
su
Donna
Bisodia
:
ed
in
effetti
può
avere
un
qualche
interesse
un
esame
approfondito
e
comparato
delle
deformazioni
che
in
bocca
al
popolo
avvengono
delle
preghiere
latine
.
I
poeti
dialettali
,
primi
fra
tutti
il
Belli
e
il
Fucini
,
non
si
sono
lasciati
sfuggire
questo
elemento
di
folclore
,
e
tali
deformazioni
hanno
abilmente
inserito
nei
loro
sonetti
.
Il
Toschi
ha
esaminato
a
fondo
,
in
una
sua
operetta
recente
(
Fenomenologia
:
del
canto
popolare
)
tutte
le
possibili
varianti
del
Dies
irae
.
Famosissimo
,
fra
queste
,
il
«
Tiasillo
tiasillo
,
signore
pigliatillo
»
,
che
ritorna
in
Napoli
milionaria
del
De
Filippo
.
Già
entrata
nella
lingua
parlata
,
e
persino
in
quella
letteraria
dell
'
Ottocento
(
Guadagnoli
,
Bandi
)
la
«
sperpetua
»
altro
non
è
se
non
la
«
lux
perpetua
»
della
preghiera
dei
defunti
.
Anche
abbastanza
nota
è
la
storiella
(
non
si
sa
se
vera
od
inventata
)
di
«
Terenosse
in
du
'
casse
»
,
cioè
«
et
ne
nos
inducas
»
,
che
dà
origine
ad
un
favoloso
gigante
Terenosse
che
,
dopo
morto
,
dovette
essere
diviso
in
due
parti
,
e
ciascuna
collocata
in
una
bara
distinta
,
tanta
ne
era
la
mole
.
Ora
,
cosa
significano
queste
deformazioni
?
La
Chiesa
cattolica
,
conservando
il
latino
nella
pratica
liturgica
,
conferma
il
carattere
sostanzialmente
conservatore
della
sua
politica
culturale
;
non
solo
,
ma
esclude
automaticamente
dalla
partecipazione
diretta
e
cosciente
alla
cerimonia
religiosa
le
masse
popolari
,
costrette
a
subire
una
lingua
lontana
e
del
tutto
sconosciuta
,
esse
che
quasi
sempre
non
parlano
neppure
l
'
italiano
.
Il
popolo
reagisce
a
questa
limitazione
imposta
dall
'
alto
ed
anche
se
ripete
le
preghiere
senza
affatto
intenderle
,
finisce
poi
col
deformarle
,
inconsapevolmente
,
e
addirittura
col
tentarne
una
versione
puramente
fonetica
.
In
questo
processo
di
assimilazione
si
sperimenta
anche
l
'
efficacia
della
lingua
parlata
,
che
nel
caso
dell
'
italiano
,
o
dei
suoi
molteplici
dialetti
,
è
veramente
notevole
.
Si
pensi
ad
Ackwood
che
molto
presto
diventa
«
acuto
»
;
Si
pensi
a
certi
ragazzini
del
popolo
,
a
Livorno
,
che
italianizzavano
rapidamente
i
nomi
degli
attori
del
cinema
americano
:
così
Bruce
Cabot
(
che
era
specializzato
nei
ruoli
di
cattivo
)
diventava
«
Bruciacappotti
»
,
mentre
Spencer
Tracy
(
quasi
per
contrapposizione
)
«
Spengistracci
»
.
Ma
,
tornando
al
nostro
tema
,
noi
troviamo
questo
processo
di
traduzione
a
suono
molto
più
intenso
proprio
dove
il
latino
si
fa
più
complesso
e
distante
dalla
comprensione
popolare
.
È
per
questo
che
le
maggiori
spese
della
deformazione
toccano
al
Tantum
ergo
,
che
è
un
inno
redatto
in
un
latino
dottissimo
,
non
solo
,
ma
esprime
sottili
concetti
teologici
che
,
anche
in
una
traduzione
italiana
resterebbero
incompresi
.
Non
per
niente
ne
è
autore
Tommaso
d
'
Aquino
.
Eccone
i
primi
versi
:
Tantum
ergo
sacrantentum
veneremur
cernui
;
et
antiquum
documentumt
novo
cedat
ritui
.
Praestet
fides
supplementuni
sensuum
defectui
.
E
cioè
(
si
perdoni
la
traduzione
certamente
scialba
e
inefficace
)
:
«
Veneriamo
dunque
prostrati
un
sì
grande
sacramento
:
e
l
'
antica
testimonianza
ceda
al
nuovo
rito
.
La
fede
venga
poi
in
aiuto
al
difetto
dei
sensi
»
.
Ebbene
,
ecco
come
in
una
zona
piuttosto
vasta
dell
'
Abruzzo
la
gente
traduce
l
'
inno
:
Canta
il
merlo
nel
frumento
veneremo
a
cena
qui
:
com
'
è
antico
'
sto
convento
novecento
e
tredici
.
Pesta
i
fichi
su
pel
mento
senza
difetto
.
Non
si
può
negare
che
lo
spirito
popolare
ha
avuto
un
certo
garbo
in
questa
pseudotraduzione
:
a
nessuno
sfugge
il
sapere
idillico
dei
primi
due
versi
,
con
quella
cena
fra
amici
,
in
campagna
,
mentre
il
merlo
canta
fra
le
messi
.
O
lo
stupore
ammirato
per
l
'
antichità
del
concetto
:
novecento
e
tredici
.
L
'
accentazione
sbagliata
,
oltre
a
salvare
il
ritmo
,
par
che
sottolinei
la
fantastica
antichità
dell
'
edificio
.
A
Radicondoli
,
un
paesino
della
campagna
senese
,
troviamo
il
«
Praestet
fides
supplementum
»
che
è
diventato
addirittura
:
«
Presta
il
figlio
a
sor
Clemento
»
,
mentre
(
è
un
altro
verso
dal
Tantum
ergo
)
il
«
Salus
honor
,
virtus
quoque
»
si
traveste
così
«
Salo
,
salo
,
Cristo
scote
»
.
Sulla
costa
maremmana
,
a
Castiglione
della
Pescaja
,
un
verso
di
una
preghiera
rogatoria
,
che
dice
:
«
Te
rogamus
,
exaudi
nos
»
,
diventa
:
«
Tre
rogavano
,
e
quattro
no
»
.
Sempre
a
Castiglione
,
il
«
procedenti
ab
utroque
»
(
che
è
anch
'
esso
nel
Tantum
ergo
)
si
deforma
così
:
«
Procedenti
siamo
troppi
»
.
Qui
è
chiaro
che
la
gente
ha
accettato
,
del
verso
,
la
prima
parola
,
che
ha
pur
qualche
senso
in
italiano
(
anche
se
non
quello
esatto
)
,
ma
ha
creduto
indispensabile
trovarne
uno
per
quell
'
inusitato
ed
inspiegabile
«
ab
utroque
»
,
volgendolo
pedestremente
in
«
siamo
troppi
»
.
StampaQuotidiana ,
In
poche
zone
come
nella
Maremma
toscana
,
forse
solo
in
Romagna
,
è
diffuso
il
fenomeno
dell
'
anarchia
onomastica
,
l
'
abitudine
cioè
,
specie
nei
ceti
popolari
,
di
dare
ai
propri
figli
nomi
insoliti
,
storpiati
,
o
addirittura
inventati
di
sana
pianta
.
In
pochi
altri
luoghi
si
impongono
nomi
così
lontani
dall
'
uso
comune
:
e
forse
la
ragione
centrale
sta
nel
fatto
che
queste
terre
non
trovano
,
almeno
sul
piano
del
costume
,
la
forma
limitatrice
delle
tradizioni
.
A
Napoli
,
per
esempio
,
non
è
pensabile
che
si
battezzi
un
Oscuppe
od
un
Iconoclasta
;
qui
accade
con
una
frequenza
superiore
ad
ogni
immaginazione
,
ed
ogni
padre
,
specialmente
se
contadino
,
finisce
col
considerare
un
vanto
l
'
aver
scovato
,
od
anche
creato
,
un
nome
insolito
,
anzi
unico
.
Tentiamo
di
dare
un
primo
ragguaglio
su
questo
fenomeno
,
registrando
i
soli
casi
,
per
così
dire
,
clamorosi
,
tutti
peraltro
verificati
negli
uffici
di
stato
civile
.
C
'
è
una
prima
serie
,
la
meno
insolita
,
di
cognomi
celebri
imposti
in
funzione
di
nomi
:
oltre
ai
già
noti
Menotti
,
Ricciotti
,
Mameli
,
Bixio
,
Oberdan
,
si
ha
Mazzino
,
Garibaldo
,
Vasintone
(
registrato
in
questa
forma
,
ma
evidentemente
il
padre
intendeva
Washington
)
,
Loria
e
Labriola
(
ambedue
donne
)
,
Troschi
(
ed
anche
Troschino
)
,
Cafiero
ed
in
fine
Timoscenco
.
Quest
'
ultimo
caso
,
registrato
nel
dopoguerra
,
dimostra
che
il
genitore
non
va
dietro
soltanto
al
suo
sentimento
ed
alla
sua
passione
politica
,
ma
cerca
anche
,
nel
nome
,
una
certa
aulicità
sonora
.
Assai
importante
l
'
influsso
di
vicende
storiche
,
che
portano
a
far
uso
di
nomi
di
città
memorabili
per
fatti
d
'
arme
:
è
il
caso
di
Magenta
e
Mentana
(
donne
,
come
quasi
tutti
i
nomi
che
escono
in
a
)
Solferino
(
e
Solferina
)
,
Lissa
,
Adua
(
più
fortunata
nel
'94
che
nel
'36
)
,
Tripoli
,
Derna
,
Gradisca
,
Oslavia
,
Tolmino
,
Gorizia
,
Trieste
,
Trento
,
Trentino
,
Zara
,
Dalmazia
,
Stelvio
.
Si
riferisce
alla
Prima
guerra
mondiale
anche
un
non
infrequente
Armistizio
.
La
Seconda
guerra
mondiale
non
ha
dato
alcun
risultato
in
questo
senso
.
Elvezio
ed
Elvetica
,
insieme
a
Ginevra
,
testimoniano
del
neutralismo
del
padre
,
ed
un
significato
politico
vogliono
avere
i
nomi
Russia
,
Russo
,
Est
,
Oriente
(
forse
con
allusione
massonica
)
ed
Imola
.
Senso
puramente
geografico
hanno
invece
Danubio
,
Lepanto
,
Lugano
,
Parigi
,
Asia
,
Brema
,
Caledonia
,
Norge
.
La
passione
politica
è
esplicita
in
nomi
come
Comunista
,
Comunardo
,
Libertario
,
Socialino
,
Realino
.
Altri
nomi
sono
tratti
dalla
Bibbia
e
dalla
storia
della
Chiesa
,
ed
ecco
infatti
Aronne
,
Geremia
,
Mosé
,
Josafat
,
Assuero
,
Lattanzio
,
Aniceto
,
Edeva
(
cioè
Eva
:
ma
la
dizione
corrente
«
Adamo
ed
Eva
»
ha
provocato
questa
deformazione
)
e
poi
Agavito
ed
Eusepio
(
cioè
,
rispettivamente
,
Agapito
ed
Eusebio
)
.
Dalla
poesia
classica
nascono
invece
Anchise
,
Astianatte
,
Antenore
,
Asdrubale
,
Argo
,
Climene
,
Merope
,
Eschilo
,
Iside
,
Iride
.
Molto
curioso
è
il
caso
di
Enea
e
Didone
,
attribuito
al
maschio
il
primo
e
il
secondo
alla
femmina
;
e
così
sono
femminili
sia
Leonida
che
Lisicle
.
La
letteratura
moderna
,
oltre
ad
Ofelia
,
dà
luogo
a
Dumas
,
Vittorugo
,
Atala
,
Gusmano
,
Mustiola
,
Antinesca
,
Fancon
.
Del
resto
anche
il
cinema
,
ai
giorni
nostri
,
e
la
letteratura
(
molto
spesso
,
purtroppo
,
quella
deteriore
dei
fumetti
)
esercitano
una
loro
influenza
,
e
generano
Rossano
,
Luana
,
Loretta
,
Mirna
,
Loredana
,
Patrizia
,
Donatella
,
Antonella
,
Tiziana
,
Daniele
e
Daniela
,
che
sono
appunto
i
nomi
che
più
spesso
ricorrono
nei
registri
di
stato
civile
di
questi
anni
.
L
'
opera
lirica
,
dal
canto
suo
,
determina
Norma
,
Tosca
,
Aida
,
Rigoletto
,
Semiramide
,
Jone
e
Figaro
.
Accade
spesso
che
il
nome
insolito
,
di
origine
biblica
e
letteraria
,
venga
registrato
in
forma
inesatta
,
ed
in
questo
modo
si
spiegano
Atide
,
Eufrosina
,
Aristea
,
Eraclite
,
Ergenide
,
Eduvige
.
Altri
nomi
,
e
sono
i
più
,
sono
del
tutto
inventati
,
ma
pur
conservano
un
suono
illustre
:
Albizo
,
Ancherio
,
Gioeffa
,
Anzicora
,
Arsede
,
Filigardo
,
Gerid
,
Arpalicec
,
Clite
,
Toschino
.
In
alcuni
casi
si
dà
il
nome
in
virtù
:
Probo
,
Consiglio
,
Umiltà
,
Bonaria
,
Pazienza
,
Speranza
e
Fede
.
Una
Temi
si
vorrebbe
classificarla
fra
i
nomi
di
origine
mitologica
,
ma
il
nome
della
madre
(
Mite
)
ci
avverte
che
si
tratta
solo
di
un
anagramma
,
ma
ci
sono
,
e
non
infrequenti
,
i
semplici
fonemi
senza
significato
come
Urlo
,
Irio
,
Erio
,
Ado
,
Edo
,
Achio
,
Oleva
,
Pea
.
Ed
infine
i
casi
limite
,
estremi
,
i
nomi
grotteschi
.
Ecco
due
gemelli
che
si
chiamano
Dazio
e
Consumo
.
Altri
due
gemelli
,
maschio
e
femmina
,
han
preso
il
nome
dalle
ultime
due
parole
che
concludevano
i
bollettini
di
guerra
,
cioè
Firmato
e
Cadorna
.
Ecco
un
Differente
,
un
Brio
,
un
Idolo
,
un
Amorino
,
un
Sostegno
(
in
senso
ben
augurante
per
la
vecchiaia
del
padre
)
ed
ecco
Aria
,
Magnaboschi
,
Levriero
,
Avventore
e
Viva
.
Raspoline
,
Malandrino
e
Celebrino
sono
giustificati
dal
cognome
,
a
cui
il
padre
li
ha
voluti
assimilare
(
sullo
schema
,
per
esempio
,
di
Martino
Martini
)
.
A
Pitigliano
,
in
una
famiglia
di
contadini
con
16
figlioli
,
addirittura
non
esistono
nomi
,
ma
solo
numeri
secondo
l
'
ordine
di
nascita
:
si
va
infatti
da
un
Primo
ad
un
Sedicesimo
.
Il
padre
che
vuole
ufficialmente
chiudere
la
sua
procreazione
battezza
il
figlio
Ultimino
,
oppure
,
quasi
per
autoammonirsi
chiama
la
figlia
Finimola
(
vale
a
dire
«
finiamola
,
facciamo
punto
e
basta
»
)
.
Non
è
facile
spiegarsi
perché
un
bambino
risulti
allo
stato
civile
sotto
i
nomi
Secondo
,
Terzo
,
Mezzogiorno
.
Mentre
,
e
concludiamo
,
è
rimasto
proverbiale
il
caso
di
un
padre
che
,
a
lungo
incerto
sul
nome
da
scegliere
per
la
figlia
,
trovò
ispirazione
nello
squillo
di
tromba
di
uno
spazzino
e
decise
per
Tatà
.
L
'
ufficiale
di
stato
civile
,
celiando
,
aggiunse
:
«
E
perché
non
anche
partenza
,
arrivederla
?
»
.
E
fu
così
:
oggi
,
quindi
,
esiste
una
signora
(
o
signorina
)
che
risponde
appunto
ai
tre
nomi
di
Tatà
Partenza
Arrivederla
.
StampaQuotidiana ,
I
.
Risale
alla
fine
del
Settecento
la
nascita
del
latifondo
toscano
GROSSETO
,
novembre
-
«
Chiunque
passeggiando
la
Maremma
vedesse
quei
fertilissimi
campi
ridotti
di
tal
maniera
selvaggi
,
che
neppure
gli
armenti
vi
pascolano
;
quelle
vigne
abbandonate
,
quelli
ulivi
inselvatichiti
,
per
non
trovare
chi
il
frutto
loro
raccolga
;
tante
abitazioni
ed
intiere
castella
diroccate
,
non
saprebbe
persuadersi
come
non
fossero
effetti
o
di
qualche
inimica
incursione
o
di
qualche
pestilenza
straordinaria
.
E
pure
,
se
è
vero
quello
che
molti
affermano
,
cioè
,
che
v
'
abbiano
cagionata
desolazione
maggiore
gli
ultimi
quattro
lustri
,
che
non
aveano
fatto
quasi
due
secoli
antecedenti
;
non
v
'
hanno
colpa
né
la
guerra
,
né
gli
influssi
maligni
del
cielo
,
non
l
'
esecuzioni
militari
,
ma
le
civili
;
non
i
disordini
,
ma
i
troppi
ordini
;
poi
la
troppa
giustizia
,
che
l
'
ingiustizie
;
l
'
esser
troppi
a
regolarla
,
e
niuno
a
procurare
di
conoscerla
,
non
che
di
proteggerla
.
»
Questo
scriveva
,
nel
1737
,
Sallustio
Bandini
,
un
prelato
senese
che
in
Maremma
dimorò
a
lungo
.
Il
probabile
inizio
di
questa
decadenza
risale
all
'
occupazione
romana
:
i
romani
non
seppero
conservare
l
'
accorto
regime
idraulico
instaurato
dagli
etruschi
,
e
lasciarono
le
acque
sregolate
,
i
campi
incolti
e
spopolati
,
sì
che
la
malaria
cominciò
a
mietere
le
sue
vittime
.
La
decadenza
continuò
durante
tutto
il
Medioevo
,
e
la
repubblica
di
Siena
,
che
riuscì
a
sottomettere
gli
Aldobrandeschi
,
una
famiglia
di
feudatari
rissosi
e
violenti
che
dominarono
tutta
la
zona
dall
'
Amiata
al
mare
,
vide
nella
Maremma
una
sorta
di
colonia
,
ed
impostò
la
sua
politica
sul
criterio
,
appunto
coloniale
,
del
maggior
sfruttamento
con
la
minore
spesa
.
Tanto
che
in
quegli
anni
,
e
più
ancora
sotto
i
Medici
,
la
Maremma
era
ormai
ridotta
solo
a
terra
di
pascolo
invernale
:
sterminati
pascoli
,
che
fecero
la
fortuna
,
ancor
oggi
perdurante
,
del
maggiore
istituto
di
credito
toscano
,
il
Monte
dei
Paschi
di
Siena
.
Il
Bandini
,
che
ragionava
da
liberista
,
avvertiva
l
'
urgenza
di
una
riforma
amministrativa
,
proprio
perché
il
governo
fiorentino
potesse
realizzare
maggiori
e
più
lontani
profitti
:
si
doveva
,
a
questo
scopo
,
sciogliere
la
Maremma
dai
troppi
vincoli
commerciali
imposti
dal
governo
centrale
,
permetterle
libero
traffico
con
ogni
zona
d
'
Italia
,
abolirvi
quello
che
oggi
chiamiamo
prezzo
politico
del
grano
,
dando
alle
messi
il
loro
giusto
valore
(
anche
col
rischio
dell
'
impopolarità
presso
le
plebi
senesi
)
,
concederle
determinate
agevolazioni
fiscali
,
abolendo
,
per
esempio
,
la
tassa
sul
sale
.
«
Il
sale
non
si
consuma
,
perché
l
'
è
inutile
a
chi
non
ha
companatico
,
nonostante
si
obbligano
questi
meschini
a
comprarne
quella
porzione
che
loro
bisognerebbe
se
fossero
ricchi
.
»
Ecco
che
traspare
,
pur
nella
prosa
fredda
dell
'
economista
,
un
quadro
appassionato
delle
miserande
condizioni
dei
braccianti
e
dei
pastori
di
Maremma
.
«
Mi
fa
troppa
pena
il
sentire
che
i
miseri
operai
,
dopo
d
'
aver
faticato
tutte
le
più
lunghe
giornate
in
una
spolta
campagna
a
'
riverberi
perniciosi
di
quel
cocentissimo
sole
,
debbano
co
'
vestimenti
medesimi
inzuppati
dal
sudore
e
forse
anche
dalla
pioggia
sdraiarsi
a
dormire
nella
nuda
terra
,
esposti
alle
volte
al
rigido
sereno
di
quelle
notti
,
quando
non
siano
intiepidite
dagli
aliti
più
pestiferi
di
qualche
vento
meridionale
,
bere
un
poco
d
'
acqua
limacciosa
,
alimentarsi
di
cibi
poco
più
di
questa
salutevoli
.
Onde
vorrei
che
,
dove
non
vi
sono
case
,
si
provvedano
capanne
e
tende
dall
'
aria
ben
difese
,
alzando
nel
terreno
della
paglia
o
delle
asciutte
foglie
per
riposarvi
sopra
le
ossa
stancate
,
bevessero
l
'
acqua
migliore
in
quel
territorio
,
mangiassero
,
non
pretendo
già
delicatamente
né
a
dovizia
,
ma
sanamente
.
»
Il
granduca
Pietro
Leopoldo
,
salendo
al
trono
toscano
dopo
l
'
estinzione
della
famiglia
dei
Medici
,
intese
la
lezione
del
Bandini
,
e
volle
metterla
a
profitto
,
sollecitato
com
'
era
da
consiglieri
di
prim
'
ordine
.
E
la
rinascita
della
Maremma
,
pur
con
tutti
i
difetti
con
cui
si
iniziò
,
è
merito
di
quella
dinastia
lorenese
,
che
ha
lasciato
un
buon
ricordo
di
sé
in
tutta
la
Toscana
,
ma
soprattutto
in
Maremma
,
non
soltanto
per
la
sua
proverbiale
bonomia
,
evidentemente
.
A
Grosseto
,
il
monumento
a
Leopoldo
i
,
l
'
ultimo
dei
Lorena
,
e
perciò
quello
che
fu
cacciato
con
il
plebiscito
del
'59
,
ha
resistito
ad
ogni
mutar
di
temperie
,
ed
ancora
i
grossetani
,
con
affettuosa
familiarità
,
lo
chiamano
«
Canapone
»
.
La
bonifica
fu
iniziata
proprio
dai
Lorena
,
costruendo
fra
l
'
altro
numerosi
canali
di
colmata
,
per
il
prosciugamento
delle
paludi
:
durante
le
piene
dei
fiumi
maggiori
,
attraverso
i
canali
,
si
immetteva
acqua
torbida
dei
bassopiani
paludosi
,
e
l
'
acqua
,
depositandovi
il
portato
solido
,
sollevava
lentamente
ma
sicuramente
il
livello
del
terreno
.
A
parte
certi
errori
di
valutazione
sull
'
indice
di
interramento
dei
canali
,
calcolato
più
basso
del
reale
,
è
un
sistema
che
si
sta
abbandonando
solo
oggi
,
per
sostituirvi
le
più
capaci
e
rapide
macchine
idrovore
.
Ma
l
'
atto
più
sagace
dei
Lorena
fu
certamente
la
concessione
dell
'
autonomia
amministrativa
alla
Maremma
,
sotto
il
nome
di
«
Provincia
inferiore
di
Siena
»
.
Inoltre
i
Lorena
concessero
l
'
esenzione
da
numerose
gabelle
,
prima
fra
tutte
quella
del
sale
,
e
chiusero
almeno
un
occhio
sullo
stato
civile
e
penale
degli
uomini
che
in
Maremma
dovevano
affluire
per
costruirvi
la
popolazione
stabile
e
quella
stagionale
.
Quanto
alla
proprietà
,
si
provvide
a
ricostituirla
pienamente
,
eliminando
i
troppi
usi
e
le
pletoriche
servitù
:
accadeva
infatti
che
una
stessa
terra
appartenesse
a
tre
proprietari
,
di
cui
il
primo
aveva
il
suolo
,
il
secondo
il
pascolo
,
il
terzo
il
legnatico
.
La
proprietà
si
ricostituì
organicamente
,
ma
lini
nelle
mani
di
poche
persone
,
quelle
che
ancor
oggi
la
possiedono
,
e
che
avevano
ed
hanno
nomi
illustri
,
del
patriziato
senese
e
fiorentino
:
si
chiamano
Salviati
,
Guicciardini
,
Tolomei
,
Corsini
,
Grottanelli
,
Sergardi
.
I
vantaggi
concessi
agli
acquirenti
,
sia
nel
pagamento
del
fondo
(
la
somma
poteva
essere
pagata
in
rate
annuali
del
tre
per
cento
sul
fruttato
)
,
sia
con
le
opere
di
bonifica
,
quasi
tutte
praticate
sui
loro
territori
,
sia
infine
per
la
inesistenza
di
un
catasto
,
con
conseguente
possibilità
di
appropriarsi
di
terreni
senza
padrone
,
favorirono
enormemente
la
formazione
del
monopolio
terriero
.
Vero
è
che
un
editto
Leopoldino
concedeva
un
moggio
di
terra
in
regalo
a
chiunque
decidesse
di
trasferirsi
in
Maremma
;
ma
un
moggio
(
poco
più
di
cinque
ettari
)
in
quelle
condizioni
non
permetteva
il
sostentamento
di
una
famiglia
,
ed
infitti
,
neppur
troppo
lentamente
,
i
pesci
grossi
ingoiarono
i
piccoli
,
le
piccole
proprietà
si
vendevano
per
pochi
soldi
,
le
case
coloniche
ed
i
piccoli
agglomerati
rurali
si
sfasciarono
.
Cotone
e
Corolla
,
che
per
qualche
tempo
furono
piccoli
centri
agricoli
,
oggi
esistono
soltanto
nel
nome
.
Un
esempio
tipico
ci
è
dato
dalla
tenuta
degli
«
Acquisti
»
,
nel
piano
sotto
Montepescali
.
Con
tre
successivi
rogiti
vediamo
che
il
conte
Giovanni
Corsi
acquista
dalla
comunità
di
Montepescali
,
a
prezzo
vantaggiosissimo
,
e
con
l
'
agevolazione
delle
rate
annue
,
circa
600
moggia
di
terre
.
I
contratti
successivi
riguardano
porzioni
minori
,
ma
sono
innumerevoli
:
orti
,
vigneti
,
oliveti
,
piccoli
boschi
.
Chi
vende
non
è
più
la
comunità
,
ma
i
privati
,
e
la
descrizione
che
nei
contratti
si
fa
delle
terre
(
«
una
casetta
sbandata
»
,
«
una
presa
di
terra
male
in
ordine
di
fosse
»
,
«
un
fienile
in
poco
buono
stato
»
)
dimostra
quel
che
è
accaduto
:
il
piccolo
proprietario
non
ha
retto
,
ed
ha
dovuto
andarsene
.
Ce
lo
conferma
il
Salvagnoli
Marchetti
,
che
studiò
a
fondo
l
'
agricoltura
maremmana
verso
la
metà
dell
'
Ottocento
.
«
Infatti
la
semplice
ispezione
delle
Maremme
senesi
serve
ad
assicurare
che
la
legge
Leopoldina
non
ha
prodotto
la
divisione
delle
terre
,
ma
anzi
le
ha
riunite
in
latifondi
,
e
non
ha
arrecato
alcun
miglioramento
all
'
agricoltura
,
perché
i
possidenti
di
latifondi
trovano
tanto
più
utile
nel
far
valere
le
loro
terre
,
quanto
più
semplice
è
l
'
agricoltura
che
vi
impiegano
e
quanto
minore
è
la
somma
del
numerano
occorrente
a
esercitarla
.
»
Il
peso
di
questa
situazione
cadeva
,
ancora
una
volta
,
sulle
spalle
del
bracciantato
,
e
le
condizioni
generali
di
vita
non
dovevano
esser
molto
migliori
di
quelle
descritte
dal
Bandini
.
Lo
dimostra
il
persistente
spopolamento
della
Maremma
(
8
abitanti
per
chilometro
quadrato
a
Maghiano
,
14
a
Grosseto
,
contro
i
100
di
Castel
del
Piano
ed
i
140
dell
'
isola
del
Giglio
)
.
Le
statistiche
mediche
(
relative
,
evidentemente
,
ai
soli
ammalati
censibili
,
e
perciò
inferiori
alla
realtà
)
ci
danno
,
nel
1841-42
,
36479
casi
su
appena
104mila
abitanti
,
con
1645
decessi
.
Tre
quarti
di
questi
casi
riguardavano
braccianti
,
e
la
malattia
era
la
malaria
.
Contro
la
malaria
si
è
condotta
la
lotta
più
accanita
,
ed
oggi
,
dopo
che
se
ne
sono
individuate
le
cause
reali
,
è
del
tutto
scomparsa
.
Ma
per
secoli
si
è
creduto
che
fosse
prodotta
dall
'
aria
cattiva
(
e
di
qui
il
nome
)
infettata
dai
miasmi
del
padule
.
Il
Salvagnoli
Marchetti
,
che
era
un
medico
,
sosteneva
con
molto
vigore
che
i
miasmi
diventavano
pestiferi
e
perniciosi
solo
nel
caso
che
l
'
acqua
del
mare
riuscisse
a
mescolarsi
con
quella
dolce
.
Da
qui
una
serie
di
proposte
(
chiuse
a
bilanciere
,
per
esempio
)
per
realizzare
la
separazione
delle
acque
.
Intanto
la
malaria
sterminava
la
gente
,
uccidendola
o
rendendola
inabile
al
lavoro
,
che
era
il
caso
più
frequente
,
ed
in
fondo
il
più
triste
.
Ecco
un
altro
quadro
,
che
non
si
discosta
molto
da
quello
già
visto
.
Scrive
il
Salvagnoli
Marchetti
,
nel
1843
:
«
Dalle
vicine
montagne
scendono
gli
abitanti
per
fare
la
mietitura
nelle
pianure
a
gruppi
di
15
o
20
.
Ogni
riunione
trae
seco
le
donne
,
e
prima
di
arrivare
al
loro
destino
hanno
già
incominciato
ad
abusare
del
vino
,
dei
liquori
,
di
Venere
.
Arrivati
sul
campo
,
là
bene
spesso
dormono
all
'
aria
aperta
,
o
al
più
in
aperti
capannoni
,
misti
uomini
e
donne
.
Il
loro
nutrimento
consiste
la
mattina
in
pane
,
talvolta
non
buono
,
ed
in
formaggio
;
al
mezzogiorno
in
pane
inzuppato
nell
'
acqua
,
e
mangiato
con
le
mani
;
la
sera
in
quel
che
chiamano
"
acqua
cotta
"
,
che
è
pane
inzuppato
nell
'
acqua
calda
e
condito
con
sale
,
olio
e
pepe
»
.
Oggi
,
in
Maremma
,
si
può
vivere
,
e
si
potrebbe
vivere
bene
;
non
solo
:
si
potrebbe
vivere
in
più
larga
compagnia
,
ospitare
lavoro
forestiero
.
Se
la
Maremma
è
terra
d
'
avvenire
,
il
merito
principale
va
a
tanti
oscuri
uomini
che
qua
han
lavorato
,
e
sono
morti
.
La
storia
della
Maremma
,
che
è
ancora
da
scrivere
,
è
in
larga
parte
la
storia
di
questi
uomini
.
II
.
È
venuta
la
«
riforma
»
ma
è
rimasto
il
padrone
Alla
proprietà
fondiaria
più
antica
,
quella
,
se
così
possiamo
dire
,
illustre
e
patrizia
,
si
è
sovrapposto
ed
in
qualche
misura
si
è
sostituito
,
con
varia
ed
intrigata
vicenda
,
un
altro
tipo
di
proprietà
,
più
oscura
e
plebea
:
si
tratta
di
gente
venuta
su
dal
nulla
,
che
si
è
fatta
la
terra
sia
con
il
suo
lavoro
e
col
suo
ingegno
,
sia
inserendosi
abilmente
sull
'
onda
della
fortuna
,
quando
le
circostanze
generali
erano
più
favorevoli
,
molto
spesso
in
circostanze
eccezionali
,
specialmente
in
tempo
di
guerra
.
Quella
del
'15
ci
ha
dato
un
'
altra
categoria
di
latifondisti
,
e
l
'
ultima
ha
segnato
l
'
ingresso
nella
campagna
del
capitale
industriale
.
E
perciò
,
accanto
ai
Corsini
,
ai
Guicciardini
,
ai
Tolomei
,
ci
sono
giunti
addosso
i
Ponticelli
,
i
Pallini
,
gli
Scaramucci
(
che
han
nomi
meno
sonanti
,
ma
non
minori
rendite
)
ed
infine
le
aziende
agricole
della
Montecatini
,
della
Valdarno
,
e
la
tenuta
della
SACRA
(
undicimila
ettari
abbondanti
,
fino
a
pochi
anni
or
sono
)
che
è
una
società
anonima
dietro
la
quale
traspaiono
i
capitali
dei
Pirelli
.
È
continuata
frattanto
l
'
opera
di
bonifica
,
mediante
consorzi
in
cui
,
guarda
il
caso
,
i
maggiori
agrari
avevano
occupato
i
posti
chiave
,
sì
che
strade
,
argini
e
colmate
si
son
fatti
sempre
dentro
i
loro
territori
:
altra
dimostrazione
di
come
possa
usarsi
il
pubblico
danaro
a
vantaggio
di
una
minoranza
.
Le
statistiche
,
oggi
,
ci
danno
questa
situazione
:
in
provincia
di
Grosseto
lo
0,2
per
cento
della
proprietà
occupa
il
45,4
per
cento
della
superficie
,
e
l
'
accentramento
latifondistico
è
intenso
ancora
più
nel
piano
e
nella
bassa
collina
,
dove
proprietà
per
1'1,3
per
cento
occupano
il
54,7
della
superficie
.
Sette
proprietà
soltanto
,
per
fare
un
esempio
concreto
,
coprono
21.845
ettari
di
terra
,
sempre
nel
comune
di
Grosseto
,
e
nell
'
intera
provincia
si
hanno
ben
26
proprietà
superiori
ai
2.500
ettari
,
per
complessivi
116.305
ettari
.
E
sia
ben
chiaro
che
queste
cifre
si
riferiscono
sempre
a
proprietà
,
non
a
proprietari
,
se
si
tien
conto
della
possibilità
che
molti
proprietari
hanno
di
mascherarsi
dietro
prestanomi
e
pseudo
-
società
anonime
,
la
situazione
risulta
anche
peggiore
.
Per
contro
,
salgono
a
14.000
le
famiglie
che
non
hanno
terra
o
non
ne
hanno
a
sufficienza
.
Che
il
problema
sia
acutissimo
lo
conferma
il
fatto
che
il
Governo
democristiano
,
sollecitato
continuamente
dalle
agitazioni
dei
contadini
e
dei
braccianti
,
ha
fatto
proprio
in
Maremma
uno
dei
suoi
primi
esperimenti
di
riforma
agraria
.
Della
riforma
a
Grosseto
ed
in
provincia
parlano
tutti
,
ed
il
forestiero
che
passi
di
qua
,
anche
senza
fermarsi
,
ha
tutto
il
tempo
di
accorgersene
,
se
non
altro
per
i
numerosi
cartelli
bianchi
e
rossi
,
talvolta
bilingui
,
che
l
'
Ente
Maremma
espone
lungo
tutte
le
strade
.
Le
critiche
all
'
Ente
non
sono
poche
,
naturalmente
:
anzi
,
possiamo
dire
che
ne
approvano
pienamente
l
'
operato
soltanto
certi
gruppi
che
gravitano
intorno
alla
Democrazia
cristiana
ed
al
Partito
repubblicano
,
i
socialdemocratici
pongono
temperate
critiche
marginali
,
di
metodo
.
Ostili
,
ovviamente
,
sono
gli
agrari
scorporati
,
che
si
mascherano
peraltro
dietro
considerazioni
pseudo
-
tecniche
:
i
braccianti
ed
i
mezzadri
non
sarebbero
ancora
maturi
per
dirigersi
da
sé
,
mentre
l
'
Ente
opererebbe
in
maniera
irrazionale
ed
arbitraria
(
il
che
forse
è
giusto
,
ma
suona
male
in
bocca
agli
agrari
)
.
Il
ceto
medio
cittadino
,
i
bottegai
,
gli
impiegati
,
i
professionisti
pongono
critiche
di
tipo
qualunquistico
:
considerano
l
'
Ente
un
organismo
pletorico
e
parassitario
,
una
«
greppia
»
insomma
.
L
'
Ente
Maremma
viene
infatti
normalmente
chiamato
«
Ente
merenda
»
,
e
corre
spesso
il
motto
che
«
quest
'
Ente
è
proprio
un
gran
dente
»
.
I
funzionari
che
si
sono
assunti
,
quasi
sempre
con
discriminazione
politica
,
provengono
tutti
o
quasi
tutti
da
fuori
:
e
questo
,
naturalmente
,
ha
suscitato
risentimenti
,
proteste
,
mugugnamenti
nella
gente
del
ceto
medio
,
sempre
contraria
a
queste
calate
di
forestieri
.
Ma
son
critiche
approssimative
,
marginali
,
soprattutto
inconcludenti
,
perché
non
si
concretano
in
nessun
atteggiamento
politico
o
sindacale
.
I
partiti
di
sinistra
e
le
organizzazioni
da
essi
dirette
han
posto
all
'
Ente
,
ed
alla
legge
stralcio
che
lo
ha
creato
,
una
serie
di
critiche
di
fondo
,
la
legge
stralcio
non
elimina
il
latifondo
,
in
quanto
non
pone
alcun
limite
di
diritto
alla
proprietà
terriera
;
ed
in
questo
modo
elude
un
preciso
disposto
della
nostra
Costituzione
.
Inoltre
essa
non
garantisce
affatto
da
una
possibile
ricostituzione
del
latifondo
colpito
.
Pur
con
queste
riserve
fondamentali
,
e
per
le
quali
i
partiti
di
sinistra
votarono
contro
quella
legge
,
essi
tuttavia
si
sono
battuti
e
si
battono
perché
almeno
quella
parziale
riforma
si
attui
interamente
e
democraticamente
.
I
piani
prevedevano
l
'
esproprio
di
107.240
ettari
,
in
circa
270
proprietà
.
Attraverso
una
interpretazione
molto
elastica
dell
'
art.
10
della
legge
,
relativo
alle
aziende
modello
(
che
qua
davvero
non
esistono
)
ed
al
criterio
del
terzo
residuo
(
un
terzo
della
proprietà
soggetta
ad
esproprio
può
essere
trattenuto
dal
padrone
,
e
gliene
resterà
per
sempre
una
metà
se
nel
tempo
di
tre
anni
vi
avrà
apportato
migliorie
)
,
gli
effettivi
decreti
di
esproprio
riguardano
,
a
tutto
novembre
,
circa
84
000
ettari
,
di
cui
circa
la
metà
son
stati
effettivamente
assegnati
.
Questa
terra
è
andata
a
2.700
famiglie
,
in
appezzamenti
fra
i
10
ed
i
20
ettari
,
ed
a
1300
braccianti
,
con
«
quote
»
di
2,3
ettari
.
Le
famiglie
che
avevano
richiesto
la
terra
erano
circa
14
000
.
Il
costo
della
terra
,
che
è
già
stata
pagata
agli
ex
proprietari
,
grava
sugli
assegnatari
,
ai
quali
si
fa
carico
anche
,
per
due
terzi
,
delle
spese
per
le
migliorie
,
e
per
costruire
casette
,
strade
,
pozzi
artesiani
.
Il
pagamento
avviene
a
rate
annuali
,
per
30
anni
.
Ogni
assegnatario
è
soggetto
ad
un
periodo
di
prova
,
che
dura
3
anni
,
dopo
il
quale
,
a
giudizio
insindacabile
dell
'
Ente
,
può
perdere
la
provvisoria
proprietà
.
È
chiaro
che
in
certi
casi
gli
assegnatari
,
soprattutto
i
braccianti
,
han
migliorato
le
loro
condizioni
di
vita
.
Alcuni
hanno
avuto
due
o
tre
stanze
,
per
la
prima
volta
in
vita
loro
.
Ora
sono
coltivatori
con
la
terra
e
la
casa
;
ma
alcuni
con
un
debito
che
dura
trent
'
anni
,
e
con
un
nuovo
padrone
che
si
chiama
Ente
Maremma
,
un
padrone
,
oltre
tutto
,
incomprensibile
e
senza
faccia
.
Il
contratto
è
per
loro
un
continuo
assillo
,
che
li
lega
all
'
Ente
,
ed
a
qualsiasi
pressione
che
da
questo
possa
venire
,
per
un
periodo
equivalente
al
lavoro
di
una
generazione
.
Nell
'
elaborazione
dei
piani
di
esproprio
e
di
divisione
non
si
è
mai
tenuto
conto
della
volontà
e
del
parere
degli
assegnatari
.
Si
sono
istituite
varie
cooperative
,
ma
sempre
su
imposizione
dell
'
Ente
,
ed
i
consigli
amministrativi
son
composti
in
modo
da
escludere
praticamente
i
contadini
dalla
direzione
della
cooperativa
.
Ed
all
'
opposto
,
si
è
agito
contro
le
cooperative
sorte
liberamente
nel
dopoguerra
,
e
persino
contro
quelle
che
avevano
resistito
sotto
il
fascismo
.
Questo
è
forse
l
'
aspetto
peggiore
dell
'
attività
dell
'
Ente
Maremma
,
quello
che
rivela
i
veri
scopi
che
esso
si
propone
.
In
sostanza
,
si
vuol
creare
nella
campagna
maremmana
un
ceto
nuovo
di
piccoli
proprietari
in
qualche
modo
privilegiati
,
che
rompa
l
'
unità
dei
lavoratori
agricoli
,
facendo
sorgere
qua
e
là
piccoli
nuclei
di
conservazione
o
addirittura
di
reazione
.
Finora
il
gioco
non
è
riuscito
,
e
nelle
zone
di
riforma
le
elezioni
hanno
assai
deluso
l
'
Ente
ed
il
Governo
democristiano
.
A
Rispescia
,
dove
era
stato
costruito
un
piccolo
villaggio
per
i
braccianti
,
con
chiesa
,
spaccio
ed
orfanotrofio
,
i
voti
democristiani
si
son
contati
sulle
dita
.
È
assai
probabile
che
il
gioco
non
riesca
neppure
in
seguito
,
perché
forte
è
il
legame
di
solidarietà
che
unisce
i
lavoratori
della
campagna
,
mezzadri
,
coloni
,
braccianti
,
assegnatari
e
senza
terra
.
Le
provocazioni
che
si
susseguono
giorno
per
giorno
trovano
sempre
una
precisa
risposta
nell
'
atteggiamento
dei
contadini
maremmani
.
III
.
A
passo
di
gambero
il
lavoro
nelle
miniere
GROSSETO
,
novembre
-
La
Maremma
mineraria
è
assai
scarsamente
conosciuta
.
Il
quadro
che
il
forestiero
si
costruisce
a
distanza
,
e
che
facilmente
si
accetta
,
complice
la
letteratura
,
dal
Carducci
,
al
Fucini
,
al
Paolieri
,
al
Civinini
,
è
quello
di
una
vastissima
terra
piatta
,
destinata
all
'
agricoltura
,
al
pascolo
,
alla
caccia
.
In
realtà
la
Maremma
è
così
soltanto
in
parte
,
anche
dal
punto
di
vista
economico
,
perché
la
mole
del
lavoro
nelle
miniere
,
la
quantità
di
nomini
che
vi
sono
impiegati
(
fino
al
cinque
per
cento
dell
'
intera
popolazione
)
fanno
di
questa
zona
d
'
Italia
uno
dei
più
vasti
centri
minerari
.
Le
miniere
della
Maremma
non
erano
ignote
agli
etruschi
ed
ai
romani
,
che
costruirono
lungo
la
costa
numerosi
forni
fusori
per
la
lavorazione
di
minerale
di
ferro
(
e
le
scorie
che
ne
lasciarono
,
intere
montagnole
,
sono
oggi
ricercate
per
il
recupero
di
tanto
materiale
ancora
utilizzabile
)
né
trascurabili
sono
le
miniere
che
vi
impiantarono
,
ma
nell
'
interno
,
i
longobardi
ed
i
liberi
cittadini
della
repubblica
di
Massa
Marittima
,
che
sorge
appunto
nel
cuore
di
quelle
colline
,
le
colline
metallifere
.
Oggi
,
naturalmente
,
le
ricerche
mirano
ad
altro
minerale
,
soprattutto
alla
pirite
,
un
bisolfuro
di
ferro
che
in
passato
serviva
solo
per
costruire
acciarini
,
ma
che
oggi
,
col
metodo
delle
camere
di
piombo
,
si
utilizza
per
la
fabbricazione
dell
'
acido
solforico
,
indispensabile
e
per
gli
esplosivi
e
per
i
concioni
chimici
:
due
usi
diversi
e
contraddittori
,
ma
su
cui
egualmente
ruota
tutta
la
politica
estrattiva
della
Montecatini
.
La
Montecatini
ha
attuato
,
per
le
piriti
,
uno
dei
più
compatti
monopoli
industriali
d
'
Italia
:
essa
infatti
estrae
il
90
per
cento
della
pirite
italiana
,
e
per
due
terzi
la
estrae
proprio
dalle
miniere
maremmane
,
Gavorrano
,
Nicciolela
,
Boccheggiano
,
ed
isola
del
Giglio
.
Una
miniera
più
piccola
,
presso
Ravi
,
appartiene
alla
Marchi
di
Firenze
,
e
ricerche
si
stanno
facendo
,
da
parte
della
Ferromin
,
sul
promontorio
montuoso
dell
'
Argentario
;
non
si
delinea
,
però
,
almeno
per
adesso
,
alcuna
seria
concorrenza
alla
società
maggiore
.
Sempre
della
Montecatini
è
la
miniera
di
lignite
di
Ribolla
;
mentre
la
Valdarno
estrae
la
sua
lignite
al
Baccinello
.
Prima
della
guerra
la
Montecatini
estraeva
930.000
tonnellate
di
pirite
all
'
anno
,
in
parte
utilizzata
negli
stabilimenti
di
Orbetello
,
in
parte
,
anche
maggiore
,
convogliata
,
attraverso
una
lunghissima
teleferica
,
al
mare
e
da
qui
ad
altri
stabilimenti
.
Durante
la
guerra
la
produzione
si
mantenne
alta
ed
accennò
anche
a
salire
,
come
salì
la
produzione
della
lignite
,
che
raggiunse
le
270.000
tonnellate
annue
.
Era
appunto
l
'
epoca
degli
esplosivi
,
e
della
politica
autarchica
,
che
impediva
l
'
importazione
di
carbone
straniero
.
Dopo
la
guerra
,
e
specialmente
negli
anni
successivi
al'47
,
cominciarono
i
primi
effetti
della
politica
atlantica
.
Silenziosamente
la
Montecatini
cominciò
a
smobilitare
.
A
Ribolla
,
per
fare
un
solo
esempio
,
siamo
passati
dai
3
600
operai
del
1948
ai
1300
circa
occupati
oggi
.
Siamo
dunque
ad
un
impiego
assai
ridotto
,
e
con
la
continua
minaccia
di
ulteriori
smobilitazioni
,
che
la
Montecatini
si
affanna
a
negare
,
sui
manifesti
che
periodicamente
dedica
al
pubblico
ignaro
,
ma
che
è
confermata
dai
fatti
.
Gli
operai
della
Montecatini
sono
quasi
tutti
figli
di
contadini
,
o
ex
contadini
essi
stessi
,
che
hanno
in
parte
o
del
tutto
abbandonato
i
campi
per
le
miniere
(
in
qualche
caso
permane
la
figura
dell
'
operaio
-
contadino
,
che
continua
,
nelle
ore
libere
dal
lavoro
di
miniera
,
a
coltivare
una
sua
vigna
o
un
orticello
)
.
Alcuni
paesi
sono
ormai
composti
da
soli
minatori
,
ed
è
il
caso
di
Prata
,
Boccheggiano
,
Montecatini
,
Tatti
.
E
nei
casi
di
smobilitazione
si
creano
situazioni
penose
anche
per
la
difficoltà
di
reinserire
nella
campagna
,
che
frattanto
resta
abbandonata
,
questa
gente
che
ha
dimenticato
il
vecchio
mestiere
.
Ma
non
manca
neppure
la
mano
d
'
opera
forestiera
,
specialmente
a
Ribolla
ed
a
Gavorrano
:
sono
calabresi
,
marchigiani
,
siciliani
,
o
addirittura
reduci
da
miniere
straniere
,
e
per
questo
può
capitare
la
sorpresa
,
visitando
Gavorrano
,
di
imbattersi
in
bambini
che
parlano
solo
francese
.
Sulle
condizioni
di
vita
e
di
lavoro
la
Montecatini
ed
il
ceto
medio
provinciale
,
la
prima
per
suo
interesse
,
il
secondo
per
ignoranza
,
si
esprimono
in
maniera
assai
falsa
.
Uno
degli
slogan
che
si
%
on
sentiti
ripetere
durante
l
'
ultima
campagna
elettorale
,
anche
da
oratori
repubblicani
,
è
che
un
minatore
,
oggi
,
guadagna
più
di
un
impiegato
o
di
un
professore
di
liceo
.
Si
favoleggia
dell
'
enorme
Miglioramento
ottenuto
nel
dopoguerra
,
delle
«
vespe
»
o
delle
camere
da
letto
o
delle
radio
nuove
che
i
minatori
si
son
comprati
.
La
conclusione
che
il
ceto
medio
ne
trae
è
ovvia
:
«
E
dunque
,
di
che
si
lamentano
?
»
.
Ora
,
è
vero
che
le
condizioni
generali
di
vita
dei
minatori
son
molto
migliorate
,
rispetto
all
'
anteguerra
,
quando
in
media
il
salario
giornaliero
non
superava
le
14
lire
,
e
gli
operai
dovevano
far
decine
di
chilometri
a
piedi
o
in
bicicletta
per
raggiungere
il
posto
di
lavoro
.
Oggi
essi
hanno
i
loro
autobus
,
amministrati
,
fino
a
qualche
tempo
fa
,
da
democratiche
cooperative
di
trasporti
(
la
Montecatini
poi
ha
impedito
alle
cooperative
di
funzionare
e
fa
gestire
gli
autotrasporti
da
ditte
private
)
.
I
salari
salirono
realmente
,
nei
primi
anni
del
dopoguerra
,
e
fu
allora
che
molti
giovani
comprarono
a
rate
la
motocicletta
(
tino
sport
in
cui
essi
vedevano
l
'
evasione
dall
'
osteria
)
e
molti
coniugati
comprarono
un
po
'
di
mobili
nuovi
o
la
radio
.
Ma
questo
significa
solo
che
i
minatori
maremmani
non
sono
dei
«
barboni
»
,
e
sentono
fortemente
di
migliorare
sé
e
le
proprie
famiglie
:
è
la
prima
sensazione
che
si
prova
visitando
qualcuna
delle
loro
povere
case
,
tutte
così
linde
e
ben
tenute
,
anche
se
minacciano
di
crollare
,
come
succede
a
Ribolla
,
dove
la
Montecatini
,
per
tutta
soluzione
,
ha
provveduto
a
legare
i
muri
con
una
corda
d
'
acciaio
,
nella
speranza
che
la
corda
regga
e
la
casa
non
si
sfasci
come
se
fosse
di
cartone
.
I
salari
,
oggi
,
nella
media
generale
,
oscillano
fiale
35
000
mensili
dei
generici
e
le
45
000
degli
specializzati
.
E
va
tenuto
presente
che
il
lavoro
in
miniera
esigerebbe
un
'
alimentazione
di
prim
'
ordine
.
Non
solo
:
i
rischi
di
malattie
,
invalidità
,
mutilazione
e
morte
sono
assai
alti
.
Il
minatore
che
lavora
nella
pirite
,
oltre
che
alle
conseguenze
dell
'
umidità
,
è
soggetto
alla
silicosi
:
per
raggiungere
il
filone
occorre
un
lungo
lavoro
di
abbattimento
degli
strati
sterili
di
pietra
silicea
,
che
sotto
l
'
azione
del
martello
perforatore
si
polverizza
,
riempie
la
poca
aria
della
galleria
,
e
penetra
nei
polmoni
otturandoli
lentamente
.
Nelle
miniere
di
lignite
questo
pericolo
non
esiste
,
ma
c
'
è
in
cambio
quello
degli
incendi
e
della
temperatura
elevata
,
che
raggiunge
anche
i
42
gradi
.
Del
resto
basta
guardarli
quando
escono
dai
pozzi
,
così
diversi
dall
'
immagine
oleografica
del
minatore
membruto
o
robusto
,
che
ciascuno
di
noi
,
anche
inconsapevolmente
,
si
porta
in
testa
.
I1
minatore
è
in
realtà
tiri
uomo
magro
e
curvo
,
il
colorito
pallido
e
l
'
andatura
pesante
,
un
uomo
anche
psichicamente
diverso
,
perché
avverte
continuo
il
pericolo
della
morte
.
La
Montecatini
,
con
i
soliti
manifesti
dedicati
a
chi
non
sa
,
proclama
che
gli
incendi
minerari
,
in
Italia
,
son
di
gran
lunga
inferiori
a
quelli
di
altri
Paesi
.
La
verità
è
che
,
soltanto
a
Ribolla
,
siamo
saliti
dai
150
incidenti
lievi
e
35
gravi
del
'51
ai
200
e
50
del
'52
,
e
che
nei
primi
sei
mesi
di
quest
'
anno
si
sono
avute
ben
dodici
frane
.
Sono
gli
effetti
della
coltivazione
a
rapina
,
senza
le
necessarie
«
ripiene
»
di
terra
,
che
provoca
cedimenti
,
frane
,
incendi
;
e
si
coltiva
a
rapina
perché
si
vuol
smobilitare
,
ricavando
intanto
il
massimo
utile
con
la
minore
spesa
.
Il
minatore
è
tutt
'
altro
che
un
privilegiato
,
è
un
uomo
che
fatica
e
che
soffre
,
è
un
uomo
che
lotta
,
perché
si
è
fatta
una
coscienza
,
nella
fatica
e
nella
sofferenza
.
In
Maremma
,
il
minatore
è
il
proletario
più
moderno
e
più
avanzato
.
IV
.
Con
mezza
divisione
si
risanerebbe
la
Maremma
GROSSETO
,
dicembre
-
La
provincia
di
Grosseto
,
con
un
territorio
sui
450
000
ettari
,
quasi
tutti
produttivi
,
ha
oggi
una
popolazione
che
di
poco
supera
i
200
000
abitanti
:
la
densità
è
dunque
di
47
abitanti
per
chilometro
quadrato
,
fra
le
più
basse
d
'
Italia
,
superiore
soltanto
,
e
di
pochi
punti
,
a
Nuoro
,
Sassari
,
Bolzano
e
Sondrio
.
Non
vi
sono
ragioni
obiettive
per
cui
questa
situazione
non
possa
cambiare
,
il
progresso
che
si
è
compiuto
in
quest
'
ultimo
secolo
lo
sta
a
dimostrare
.
Non
è
né
demagogia
né
paradosso
affermare
che
in
Maremma
potrebbero
trovar
lavoro
almeno
altrettante
persone
,
mentre
oggi
i
disoccupati
permanenti
si
aggirano
stille
sei
migliaia
.
Ancora
una
volta
,
come
ai
tempi
del
Bandini
,
«
non
v
'
hanno
colpa
gli
influssi
maligni
del
cielo
»
;
la
arretratezza
della
Maremma
non
sta
in
una
sorta
di
maledizione
naturale
,
ma
proprio
nelle
«
civili
esecuzioni
»
,
cioè
nel
cattivo
governo
che
se
ne
fa
.
Dal
punto
di
vista
dell
'
agricoltura
,
quella
specie
di
riforma
che
vi
si
sta
sperimentando
non
risolve
affatto
il
problema
,
e
minaccia
anzi
di
complicarlo
alquanto
,
e
di
renderne
più
difficile
,
domani
,
la
soluzione
vera
.
Non
riesce
infatti
ad
eliminare
la
disoccupazione
bracciantile
,
e
la
fame
di
terra
;
non
riesce
a
trasformare
radicalmente
l
'
economia
agraria
maremmana
,
che
avrebbe
bisogno
di
lavori
di
ben
più
vasto
respiro
.
Restano
,
intanto
,
4
000
ettari
di
palude
da
prosciugare
,
ed
una
zona
assai
più
vasta
da
mettere
a
coltura
.
La
irrigazione
,
in
una
terra
come
questa
,
che
ha
piogge
scarse
e
mal
distribuite
,
è
ancora
arretrata
e
rudimentale
.
L
'
uso
delle
macchine
e
dei
concimi
chimici
è
assai
inferiore
alla
media
delle
colture
in
altre
zone
agricole
d
'
Italia
(
e
l
'
Italia
è
largamente
superata
,
in
questo
settore
,
da
altri
Paesi
europei
)
.
L
'
approvvigionamento
dell
'
acqua
potabile
,
senza
la
quale
è
chiaro
che
non
vi
sarà
mai
fruttuosa
attività
,
è
assai
scarso
e
deficiente
.
Se
ne
parla
sin
dal
1938
,
quando
fu
preparato
un
progetto
per
captare
le
sorgenti
amiatine
del
Fiora
e
convogliare
acqua
sufficiente
(
714
litri
al
secondo
)
per
quasi
tutti
i
commi
della
provincia
,
e
per
il
comune
di
Piombino
.
Allora
se
ne
parlò
come
di
«
una
grande
opera
voluta
dal
Duce
»
.
Oggi
non
c
'
è
più
il
duce
e
non
c
'
è
ancora
l
'
acqua
;
ma
ad
ogni
campagna
elettorale
,
puntualmente
,
i
grossetani
se
la
sentono
promettere
.
Alle
amministrative
del
'51
venne
De
Gasperi
in
persona
,
e
chiese
in
cambio
dell
'
acquedotto
tanti
bei
voti
per
il
suo
partito
,
ma
lo
chiese
in
maniera
così
sfacciata
che
si
risentirono
persino
i
democristiani
.
La
bonifica
dovrebbe
essere
estesa
alle
terre
di
media
e
di
alta
collina
:
tutti
ormai
hanno
capito
che
la
sicurezza
dell
'
agricoltura
nel
piano
si
realizza
proprio
lassù
,
e
che
una
campagna
alta
disboscata
ed
incolta
è
la
naturale
premessa
dell
'
impaludamento
a
basso
.
Le
acque
,
controllate
da
sbarramenti
a
monte
(
specialmente
quelle
dell
'
Ombrone
e
dei
suoi
maggiori
affluenti
)
potrebbero
utilizzarsi
sia
per
l
'
irrigazione
sia
per
la
produzione
dell
'
energia
elettrica
,
che
la
Maremma
oggi
riceve
quasi
integralmente
da
fuori
.
Ci
sono
strade
ferrate
distrutte
dalla
guerra
e
mai
più
ricostruite
,
come
la
Follonica
-
Massa
Marittima
e
la
Orbetello
-
Porto
Santo
Stefano
.
L
'
Amiata
è
ancora
,
rispetto
al
resto
della
provincia
,
una
isola
montuosa
,
con
strade
scarse
e
disagevoli.1
progetti
anche
qui
non
mancano
:
basterebbe
cominciare
.
1
terreni
ancora
paludosi
,
e
quelli
prosciugati
,
ma
tuttora
incolti
,
potrebbero
essere
concessi
in
enfiteusi
alle
cooperative
agricole
,
che
in
Maremma
sono
una
sessantina
,
ed
han
già
dato
buona
prova
di
sé
trasformando
radicalmente
1939
ettari
di
terra
demaniale
incolta
.
Le
miniere
di
Maremma
non
sono
sfruttate
a
sufficienza
,
né
con
criteri
che
non
siano
quelli
della
privata
e
ristretta
utilità
dei
monopoli
.
Ancora
una
volta
una
cooperativa
di
lavoratori
,
quella
degli
operai
del
Baccinello
,
ha
provato
cosa
si
potrebbe
fare
.
I
minatori
del
Baccinello
han
gestito
da
soli
la
miniera
per
undici
mesi
(
la
Valdarno
si
era
dichiarata
incapace
a
gestire
utilmente
il
complesso
)
ed
han
trovato
il
modo
non
soltanto
di
riassumere
tutti
gli
operai
licenziati
,
ma
anche
di
produrre
di
più
e
meglio
,
e
di
vendere
il
prodotto
,
lasciando
,
a
fine
gestione
,
6.800
tonnellate
di
lignite
in
attivo
.
Le
230
cooperative
di
Maremma
han
veramente
lavorato
bene
,
nella
produzione
,
nel
consumo
,
nei
trasporti
.
A
Massa
Marittima
,
come
altrove
,
le
cooperative
han
forni
,
spacci
,
laboratori
per
la
carne
suina
,
un
circolo
del
cinema
,
una
biblioteca
,
una
sala
da
conferenze
ed
han
chiamato
scrittori
e
critici
,
come
Carlo
Salinari
,
Vasco
Pratolini
,
Carlo
Cassola
,
Umberto
Barbaro
,
a
parlare
di
libri
e
di
film
.
I
lavoratori
di
Maremma
han
dimostrato
di
saper
fare
,
di
essere
maturi
.
Ed
invece
,
nelle
miniere
di
pirite
,
si
continua
a
produrre
quanto
basta
alla
saldezza
del
monopolio
della
Montecatini
.
Così
i
concimi
agricoli
si
vendono
a
prezzi
altissimi
,
ed
il
loro
impiego
è
forzatamente
limitato
.
Si
potrebbe
almeno
riportare
la
produzione
ai
livelli
di
anteguerra
,
sul
milione
di
tonnellate
.
La
Montecatini
e
la
Valdarno
,
quando
tentano
di
smobilitare
nelle
miniere
di
carbone
,
affermano
che
la
lignite
maremmana
,
che
pure
è
fra
le
migliori
d
'
Italia
,
non
può
reggere
il
confronto
con
i
più
ricchi
combustibili
americani
e
tedeschi
.
Ebbene
,
questa
ricchezza
del
nostro
suolo
potrebbe
utilizzarsi
in
altro
modo
,
ad
esempio
per
la
gassificazione
.
Le
possibilità
di
apertura
industriale
,
sia
per
la
produzione
dell
'
acido
solforico
,
sia
per
la
costruzione
di
macchine
agricole
,
anziché
ridursi
,
potrebbe
incrementarsi
.
Tutto
questo
non
è
un
piano
astratto
o
utopistico
,
quando
la
Camera
del
lavoro
l
'
ha
formulato
le
persone
oneste
e
sensate
han
riconosciuto
che
,
semmai
,
era
un
piano
piuttosto
cauto
e
prudenziale
;
in
fondo
non
faceva
che
riproporre
una
serie
di
progetti
già
da
tempo
esistenti
.
Si
faceva
un
'
unica
obbiezione
:
il
finanziamento
.
Orbene
,
questo
piano
,
che
darebbe
alla
Maremma
una
popolazione
occupata
permanentemente
di
quattrocentomila
abitanti
,
costa
,
a
conti
fatti
,
circa
46
miliardi
.
Che
è
il
costo
di
mezza
divisione
corazzata
.
V
.
I
funzionari
dell
'
Ente
sono
propagandisti
DC
GROSSETO
,
dicembre
-
Il
primo
ingresso
delle
classi
popolari
nella
lotta
politica
risale
,
in
Maremma
,
alla
fine
del
secolo
scorso
,
quando
,
sotto
la
spinta
del
movimento
socialista
,
si
organizzarono
le
prime
associazioni
operaie
di
mutuo
soccorso
.
Fino
ad
allora
il
generale
malcontento
delle
campagne
si
era
manifestato
attraverso
le
forme
antisociali
del
brigantaggio
:
una
fitta
rete
di
piccoli
fuorilegge
,
che
battevano
i
boschi
e
la
palude
taglieggiando
gli
agrari
,
o
schierandosi
,
per
converso
,
dalla
loro
parte
,
contro
i
loro
stessi
compagni
,
con
agguati
,
sfide
,
uccisioni
.
Si
chiamavano
Stoppa
,
Ansuini
,
Menichetti
e
Tiburzi
,
che
fra
loro
fu
il
più
potente
e
il
più
celebre
.
Nel
primo
decennio
del
secolo
,
e
fino
alla
guerra
,
il
movimento
contadino
ed
operaio
si
allargò
,
prese
consistenza
.
I
socialisti
di
Grosseto
ebbero
anche
un
loro
giornale
,
II
Risveglio
,
col
quale
condussero
le
lotte
politiche
del
dopoguerra
;
nelle
elezioni
del
1919
,
con
grande
sorpresa
dei
galantuomini
locali
,
il
Partito
socialista
ottenne
ben
15.000
voti
,
e
l
'
anno
successivo
,
nelle
amministrative
,
conquistò
quasi
tutti
i
Comuni
della
provincia
.
La
reazione
,
nel
Grossetano
,
fu
sostanzialmente
diretta
e
foraggiata
dagli
agrari
,
uniti
nel
Partito
liberale
,
che
era
poi
nient
'
altro
che
un
comitato
di
agrari
monarchici
ed
usi
a
dirigere
di
fatto
la
vita
pubblica
cittadina
.
Riunioni
,
manifestazioni
e
spedizioni
punitive
si
organizzarono
quasi
sempre
in
casa
di
costoro
,
o
addirittura
nella
sede
del
Partito
liberale
.
La
resistenza
al
fascismo
,
che
arrivò
in
forze
a
Grosseto
alla
fine
del
giugno
1921
,
fu
scarsa
e
disorganizzata
;
è
chiaro
,
ed
occorre
dirlo
,
che
da
parte
dei
socialisti
vi
furono
grossi
errori
di
valutazione
politica
e
tattica
,
di
metodo
di
lotta
.
Gli
estremismi
verbali
alienarono
al
Partito
socialista
ed
alla
causa
dei
lavoratori
la
simpatia
di
larghi
strati
della
piccola
borghesia
urbana
;
l
'
inutile
antinterventismo
postbellico
staccò
dall
'
organizzazione
militare
socialista
(
gli
ordini
del
popolo
)
molti
elementi
,
fra
i
reduci
,
che
sarebbero
stati
preziosi
per
l
'
esperienza
acquisita
negli
anni
di
trincea
.
I
socialisti
,
che
anche
a
Grosseto
apparivano
ai
benpensanti
come
gente
feroce
e
spietata
,
in
realtà
erano
anche
troppo
miti
,
e
si
fecero
disperdere
dalle
squadracce
lasciando
sul
terreno
molte
vittime
(
i
«
martiri
»
fascisti
del
Grossetano
sono
due
,
uno
dei
quali
ucciso
notoriamente
per
errore
dei
fascisti
stessi
,
contro
una
ventina
di
morti
dell
'
altra
parte
)
.
Ma
bisogna
anche
dire
,
a
loro
merito
,
che
seppero
lavorare
con
eroica
ed
assidua
modestia
,
crearono
leghe
di
braccianti
,
minatori
,
mezzadri
,
cooperative
di
lavoro
che
in
qualche
caso
resistettero
persino
sotto
il
fascismo
.
Ed
il
frutto
di
questo
tenace
lavoro
,
ed
anche
dei
loro
errori
,
si
è
raccolto
in
questo
dopoguerra
.
I
partiti
di
sinistra
,
in
Maremma
,
inquadrano
oggi
oltre
trentamila
iscritti
,
un
settimo
della
popolazione
:
dodicimila
lavoratori
indipendenti
,
o
di
altri
partiti
,
sono
aderenti
alla
Camera
del
lavoro
.
Le
elezioni
dimostrano
la
forza
di
questa
base
,
ed
il
costante
progresso
che
ci
si
realizza
.
Il
2
giugno
del
'46
1
partiti
di
sinistra
ottennero
60.625
voti
.
Il
18
aprile
,
nonostante
la
scissione
socialdemocratica
,
i
voti
del
Fronte
salirono
a
63.689
,
contro
49mila
circa
di
tutti
gli
altri
partiti
presi
insieme
.
Alle
amministrative
del
'51
,
ci
fu
un
ulteriore
progresso
,
fino
a
66.287;
ed
infine
,
il
7
giugno
,
i
voti
delle
sinistre
hanno
sfiorato
i
70mila
.
Contro
di
questi
,
abbiamo
i
32mila
circa
della
Democrazia
cristiana
,
gli
11.621
dei
repubblicani
,
i
5.000
dei
socialdemocratici
,
i
2.500
dei
liberali
.
I
partiti
minori
han
fatto
anche
qui
la
loro
triste
esperienza
di
sfaldamento
,
provocata
da
una
sciocca
politica
di
passiva
quiescenza
nei
confronti
del
partito
maggiore
.
Il
più
colpito
è
il
partito
repubblicano
,
che
pur
aveva
in
Maremma
una
bella
tradizione
di
lotta
democratica
e
laica
,
legata
ai
nomi
di
Ettore
Socci
e
Pio
Viazzi
.
Il
Partito
repubblicano
aveva
raccolto
quasi
23mila
voti
nel
'46;
era
quindi
il
partito
più
forte
,
dopo
il
comunista
.
Vi
aderivano
ufficialmente
,
o
comunque
gravitavano
intorno
ad
esso
,
larghi
gruppi
di
operai
e
di
artigiani
.
Il
18
aprile
subirono
il
primo
salasso
,
scendendo
a
poco
più
di
17mila
voti
;
l
'
apparentamento
coi
clericali
nelle
amministrative
provocò
un
'
altra
perdita
,
difficilmente
valutabile
,
dato
che
spesso
si
eran
fatte
liste
uniche
,
che
punivano
laici
e
clericali
,
monarchici
e
repubblicani
.
Esiziale
è
stato
infine
un
truculento
discorso
dell
'
onorevole
Pacciardi
,
durante
l
'
ultima
campagna
(
e
Pacciardi
è
nato
a
Giuncarico
,
pochi
chilometri
a
nord
di
Grosseto
)
,
tanto
che
il
Partito
repubblicano
ha
messo
insieme
,
come
si
è
detto
,
11.621
voti
.
Oggi
,
questo
partito
,
che
in
altri
tempi
ha
fatto
veramente
onore
alla
Maremma
,
è
diventato
una
piccola
conventicola
di
bottegai
e
di
piccoli
impiegati
,
diretti
da
un
paio
di
verbosi
professionisti
,
che
riducono
la
loro
attività
politica
al
vellicamento
di
tardive
ambizioni
ed
alla
retorica
celebrazione
di
qualche
anniversario
.
Il
Partito
socialdemocratico
non
ha
mai
avuto
funzione
effettiva
,
e
lo
stesso
può
dirsi
dell
'
organizzazione
sindacale
da
esso
diretta
.
Quanto
ai
fascisti
,
che
hanno
avuto
più
di
7mila
voti
in
provincia
,
oltre
ai
vecchi
nostalgici
inguaribili
,
essi
raccolgono
in
qualche
misura
l
'
adesione
di
giovani
insoddisfatti
e
velleitari
,
sfiduciati
da
questa
democrazia
che
essi
identificano
con
la
democrazia
tout
court
.
Ma
man
mano
che
questi
giovani
si
trovano
di
fronte
a
reali
problemi
di
lavoro
,
o
di
studio
,
o
di
vita
,
essi
,
riflettendo
più
attentamente
sulle
cause
della
loro
insoddisfazione
,
si
staccano
da
quella
che
,
almeno
per
loro
,
è
una
posizione
psicologica
,
e
non
politica
,
fatta
di
sentimenti
o
di
risentimenti
,
anziché
di
idee
.
La
reazione
,
in
sostanza
,
è
rappresentata
effettivamente
dalla
Democrazia
cristiana
,
che
peraltro
qua
non
ha
tradizioni
,
scarsa
e
limitata
essendo
stata
in
passato
la
vita
del
Partito
popolare
.
Ed
in
effetti
,
anche
oggi
i
democristiani
non
hanno
un
vero
e
proprio
partito
(
gli
iscritti
si
contano
a
decine
)
,
né
efficace
è
l
'
azione
dei
Comitati
civici
.
La
propaganda
elettorale
,
oltre
che
all
'
attività
sorda
delle
parrocchie
,
è
stata
affidata
all
'
Ente
Maremma
.
Perché
questo
organismo
,
che
dovrebbe
soltanto
compiere
un
'
operazione
tecnica
di
trasformazione
fondiaria
(
anche
,
beninteso
,
con
un
secondo
scopo
politico
)
in
realtà
ha
trasformato
,
e
lo
là
ancora
,
i
suoi
tecnici
in
attivisti
politici
,
e
preme
in
vario
modo
sui
lavoratori
della
campagna
,
sia
discriminandoli
in
sede
di
assegnazione
,
sia
invitandoti
,
in
varie
forme
,
a
dar
buona
prova
di
sé
,
durante
i
tre
anni
di
prova
,
abbandonando
i
partiti
e
le
organizzazioni
di
sinistra
.
Non
è
facile
stabilire
fino
a
che
punto
il
danaro
dell
'
Ente
,
e
cioè
pubblico
,
è
stato
utilizzato
durante
la
campagna
elettorale
.
Certo
è
che
fra
i
candidati
democristiani
figuravano
alcuni
funzionari
dell
'
Ente
,
e
che
per
loro
si
è
svolta
una
vistosa
(
e
perciò
costosa
)
campagna
di
preferenze
.
II
confluire
spesso
disorganico
ed
addirittura
ostile
di
questi
elementi
diversi
,
nella
propaganda
democristiana
,
(
partito
,
parrocchie
,
Ente
Maremma
)
ha
provocato
lotte
interne
di
cui
l
'
eco
è
giunta
un
po
'
dappertutto
.
La
Democrazia
cristiana
,
sprecando
un
sacco
di
soldi
in
una
campagna
elettorale
pletorica
e
tecnicamente
errata
,
ha
raccolto
,
come
si
è
detto
,
oltre
32mila
suffragi
.
Han
votato
per
lei
,
oltre
a
quel
sottopopolo
che
gravita
intorno
alle
parrocchie
,
una
parte
del
ceto
medio
cittadino
ed
i
proprietari
minimi
della
campagna
e
dell
'
isola
del
Giglio
.
La
Democrazia
cristiana
sa
bene
che
la
piccola
proprietà
può
esserle
,
in
qualche
caso
,
elettoralmente
vantaggiosa
;
e
appunto
per
questo
ha
inventato
la
riforma
fondiaria
.
I
partiti
di
sinistra
devono
dissolvere
quest
'
equivoco
e
conquistarsi
quella
parte
della
popolazione
agraria
su
cui
ancora
agiscono
gli
spauracchi
della
«
statizzazione
della
terra
»
.
E
devono
insieme
aprirsi
ancora
di
più
verso
il
ceto
medio
cittadino
,
soffocato
da
una
lunga
serie
di
complessi
piccolo
borghesi
di
cui
in
fondo
sono
soltanto
vittime
.
Molto
in
questo
senso
è
già
stato
fatto
;
perché
la
piccola
borghesia
maremmana
è
sostanzialmente
sana
,
meno
gravata
da
tradizioni
,
e
quindi
più
aperta
,
rispetto
,
mettiamo
,
alla
piccola
borghesia
della
Toscana
interna
,
fiorentina
o
senese
.
È
una
classe
,
anche
dal
punto
di
vista
del
costume
,
vicina
al
popolo
lavoratore
,
da
cui
spesso
è
uscita
solo
una
generazione
fa
(
chi
di
noi
non
ha
un
nonno
contadino
?
)
.
Bisogna
che
i
minatori
delle
colline
ed
i
contadini
del
piano
,
ma
soprattutto
i
partiti
che
li
dirigono
,
facciano
un
altro
sforzo
,
anche
per
questa
gente
,
che
non
è
cattiva
,
che
è
onesta
e
laboriosa
,
pur
se
ha
paura
della
Siberia
.
StampaQuotidiana ,
Questa
volta
era
giornata
di
sole
.
La
gente
vestita
col
vestito
buono
(
perché
questa
volta
era
anche
domenica
e
come
otto
milioni
di
telespettatori
sanno
,
domenica
è
sempre
domenica
)
,
la
gente
dunque
faceva
due
ali
sottili
,
fra
il
cancello
e
la
fontana
di
tufo
,
con
le
statue
e
le
aiole
,
che
sta
al
centro
della
piazza
.
C
'
erano
genitori
coi
figli
,
ragazzi
con
la
ragazza
,
vecchi
che
han
fatto
la
grande
guerra
e
applaudivano
gli
artiglieri
di
picchetto
col
chepì
e
la
coda
di
cavallo
;
c
'
erano
uomini
bassi
e
atticciati
,
neri
in
testa
e
bluastri
in
viso
che
parevano
-
ma
non
erano
-
barbieri
di
Molfetta
,
e
a
tratti
dicevano
:
«
Per
favore
indietro
»
.
Sul
cancello
due
carabinieri
alti
,
placcati
e
impennacchiati
,
pronti
a
fare
il
saluto
.
Entravano
solo
quelli
che
,
scendendo
di
macchina
,
facevan
vedere
la
tessera
.
L
'
attesa
fu
lunga
:
prima
arrivarono
le
motociclette
fischianti
della
polizia
stradale
,
con
sopra
gli
agenti
foderati
di
cuoio
,
poi
le
auto
:
cardinali
,
generali
,
autorità
.
Ma
la
macchina
del
presidente
la
riconobbero
solo
quando
era
già
passata
,
per
via
delle
bandierine
tricolori
sui
parafanghi
,
e
nessuno
ebbe
il
tempo
di
battere
le
mani
.
Una
delle
ragazze
parve
delusa
.
«
Tutto
qui
?
»
fece
.
E
lui
:
«
Il
meglio
è
dentro
,
sai
?
»
.
Dentro
avevano
montato
la
tribuna
e
al
microfono
fecero
i
discorsi
.
L
'
ingegnere
parlò
abbastanza
a
lungo
dell
'
azione
,
che
è
una
realizzazione
delle
più
profonde
aspirazioni
della
nazione
;
la
nazione
operosa
,
la
città
giustamente
orgogliosa
,
la
sua
gente
laboriosa
:
tesa
,
intesa
e
protesa
nell
'
attività
,
nella
fattività
e
nella
produttività
,
in
un
clima
più
ampio
,
quello
del
MEC
.
Il
ministro
tenne
un
linguaggio
più
acconcio
alla
sua
professione
tecnica
.
Infatti
parlò
di
tecniche
.
Di
tecniche
,
di
metodi
,
di
programmi
,
di
operatori
,
di
livelli
e
di
piani
,
nel
quadro
,
naturalmente
,
del
wc
.
Auspicò
anche
,
è
vero
,
ma
solo
alla
fine
:
per
il
resto
discorse
arane
un
libro
aziendale
,
recentissimo
e
tradotto
dall
'
americano
.
Il
presidente
li
stava
a
guardare
canuto
e
grave
.
Non
applaudì
:
solo
un
cenno
del
capo
.
Il
presidente
,
prima
della
Grande
guerra
,
è
stato
normalista
a
Pisa
,
e
ha
letto
le
prose
dei
maggiori
,
Aretino
compreso
.
Conserviamo
,
noi
,
la
scheda
con
cui
il
giovane
pontederese
chiedeva
in
prestito
l
'
opera
completa
del
suo
antico
corregionale
,
paesano
dell
'
uno
e
dell
'
altro
Fanfani
,
bisnonno
e
pronipote
,
linguista
il
primo
,
corporativo
il
secondo
,
ma
tutti
e
due
piccoletti
di
statura
.
Partiti
che
furono
presidente
,
generale
,
cardinale
,
autorità
,
carabinieri
placcati
e
impennacchiati
,
artiglieri
con
la
coda
in
testa
,
diedero
la
via
alle
turbe
e
in
un
baleno
fu
pieno
:
convenuti
da
ogni
paese
.
Gli
amici
,
quando
ti
scrivono
,
dicono
sempre
:
«
Vengo
su
in
aprile
.
Voglio
vedere
un
po
'
che
cosa
c
'
è
di
nuovo
,
quest
'
anno
»
.
Quest
'
anno
di
nuovo
c
'
erano
:
due
scimpanzé
di
Lombardi
,
amico
degli
animali
,
che
tentavano
di
spaccare
la
gabbia
di
vetro
a
spallate
;
il
vagone
della
metropolitana
con
le
gomene
come
un
autobus
;
il
padiglione
storico
;
un
ventilatore
tascabile
,
duecentotrenta
grammi
pila
esclusa
;
un
nuovo
tipo
di
tappo
per
tubi
da
dentifricio
;
un
modellino
di
appartamento
girevole
,
che
si
orienta
secondo
il
sole
;
una
soletta
speciale
per
difendere
i
piedi
dall
'
umido
;
tuia
fotografia
,
uso
famiglia
,
di
Ranieri
Grimaldi
e
Grace
Kelly
,
felicemente
regnanti
,
sulla
Principauté
de
Monaco
.
Per
il
resto
come
prima
:
formaggi
svizzeri
e
orologi
,
motori
a
turbina
grossi
come
case
,
la
trivella
della
Pignone
,
tappeti
colorati
e
pelli
di
pitone
,
e
un
altro
sacco
di
roba
,
esposta
su
di
un
fronte
(
dicono
gli
statistici
)
di
settanta
chilometri
,
quanto
basta
per
arrivare
a
Piacenza
.
Le
turbe
saranno
arrivate
,
al
massimo
,
fino
a
Lodi
,
poi
,
stanchi
morti
,
li
ritrovavi
fuori
,
seduti
sullo
scalino
del
marciapiedi
,
scalmanati
e
rossi
in
faccia
,
col
mal
di
testa
,
la
bocca
impastata
e
le
caviglie
gonfie
.
Le
donne
,
che
si
erano
messe
i
tacchi
a
spillo
per
l
'
occasione
,
si
levavano
le
scarpe
e
tenevano
i
piedi
nudi
su
di
un
foglio
di
giornale
.
StampaQuotidiana ,
Pare
che
la
causa
della
epidemia
sia
un
gas
,
che
cala
sulla
città
all
'
una
esatta
del
sabato
,
quando
dagli
uffici
sfollano
gli
impiegati
,
con
lo
sguardo
tetro
,
la
testa
incassata
fra
le
spalle
,
le
gambe
rigide
eppur
alacri
.
Il
morbo
dicono
che
colpisca
soprattutto
le
donne
,
e
pare
che
si
manifesti
in
due
forme
distinte
.
Non
è
impossibile
,
tuttavia
,
ritrovarle
ambedue
nello
stesso
soggetto
.
Febris
emitoria
vien
definita
la
prima
forma
del
morbo
,
febris
amatoria
,
la
seconda
.
Nella
donna
colpita
da
febris
emitoria
saltano
subito
agli
occhi
,
anche
del
profano
,
due
sintomi
:
il
«
tic
del
borsellino
»
e
lo
«
spasmo
del
mercato
-
lontano
»
.
I
tram
,
ingombri
gli
altri
giorni
di
gente
che
fila
al
lavoro
,
straripano
al
sabato
pomeriggio
di
donne
armate
di
sporta
,
che
traversano
la
città
,
avendo
saputo
che
nell
'
altro
quartiere
le
patate
costano
dieci
lire
di
meno
.
Con
l
'
invenzione
dei
supermercati
la
malattia
ha
preso
un
andamento
esterofilo
,
americanoide
.
Al
supermercato
accorrono
in
macchina
,
anche
dalle
città
limitrofe
.
Meglio
ancora
in
giardinetta
che
ha
spazio
dietro
da
ingombrare
di
scatole
:
carne
,
pesce
,
burro
,
birra
,
fave
e
noccioline
,
tutto
in
scatola
.
Dal
frigorifero
grande
del
supermercato
la
merce
passa
così
ai
frigoriferi
(
detti
un
tempo
ghiacciaie
)
dei
privati
.
Le
cassiere
con
la
bustina
gialla
battono
i
prezzi
sui
tasti
della
calcolatrice
,
con
dita
che
paiono
cavallette
.
Dal
soffitto
dello
stanzone
,
che
ha
luce
di
acquario
,
trasudano
le
note
di
You
Are
My
Destiny
.
Eppure
il
sabato
le
donne
sembrano
tutte
più
grasse
,
hanno
i
fianchi
più
tondi
,
le
palpebre
più
grevi
,
gli
occhi
più
umidi
.
Stasera
,
liberi
i
mariti
dal
pensiero
della
partita
doppia
(
hanno
in
mente
,
semmai
,
la
partita
di
calcio
)
,
ci
sarà
festa
,
a
letto
.
Raddoppia
il
numero
delle
passeggiatrici
,
calate
anche
dalla
provincia
.
Nei
vialoni
semibui
della
periferia
si
fa
più
lunga
la
fila
delle
macchine
,
col
fanalino
rosso
acceso
dietro
,
e
dentro
un
moto
intenso
di
teste
.
È
l
'
altro
morbo
,
la
febris
amatoria
.
Poco
dopo
l
'
una
di
notte
esce
frettolosa
l
'
ultima
coppia
clandestina
dalla
Pensione
delle
Rose
.
Bisogna
far
presto
,
il
sabato
è
finito
da
un
'
ora
.
Domani
faranno
il
bagno
,
tutti
e
due
,
e
poi
a
messa
.
StampaQuotidiana ,
S
'
era
vista
poche
volte
una
partita
così
brutta
.
I
biancoazzurri
facevano
siepe
in
area
e
non
c
'
era
verso
di
passare
:
stinchi
,
gropponi
,
teste
respingevano
la
palla
e
la
gente
sulle
gradinate
,
stanca
di
gridare
,
s
'
era
ormai
ammutolita
e
sbadigliava
di
noia
.
Per
fortuna
allo
stadio
ero
con
Giorgio
,
e
poiché
Giorgio
,
amico
mio
,
è
oggi
il
più
competente
che
ci
sia
in
Italia
di
problemi
politici
,
io
in
tendevo
profittarne
e
chiedergli
certe
cose
sulla
questione
della
competenza
.
Ma
bisognava
trovare
il
modo
di
far
cadere
il
discorso
proprio
lì
:
Giorgio
infatti
,
e
chissà
poi
perché
,
seguiva
attentissimo
il
mediano
destro
biancoazzurro
,
di
nome
Malatrasi
.
«
Guarda
il
Malatrasi
»
,
diceva
Giorgio
ogni
tanto
,
«
guarda
il
Malatrasi
»
.
«
Somiglia
un
poco
a
Colombo
»
,
feci
io
.
«
Chi
Colombo
?
»
«
Il
ministro
,
naturalmente
com
'
era
quindici
anni
or
sono
»
.
«
E
com
'
era
Colombo
,
quindici
anni
fa
?
»
«
Come
il
Malatrasi
ora
.
Io
me
lo
ricordo
,
era
soldato
insieme
a
me
»
.
«
Chi
,
il
Malatrasi
?
»
«
No
,
il
Colombo
,
il
ministro
del
Lavoro
»
.
«
Non
del
lavoro
»
,
fece
Giorgio
.
«
Ah
già
,
dell
'
Agricoltura
,
scusami
»
.
«
Non
dell
'
Agricoltura
.
Dell
'
industria
e
Commercio
.
Ministro
dell
'
Agricoltura
era
con
Fanfani
,
ora
è
ministro
dell
'
Industria
e
Commercio
»
.
«
E
se
ne
intende
?
»
«
Di
cosa
?
»
«
Dico
,
se
ne
intende
di
industria
e
commercio
?
»
«
No
,
non
se
ne
intende
.
»
«
Si
intendeva
di
agricoltura
?
»
«
No
,
nemmeno
di
agricoltura
.
Di
agricoltura
si
intendeva
Medici
,
un
poco
»
.
«
E
Medici
di
che
cosa
è
ministro
?
»
«
Dell
'
Istruzione
»
.
«
E
se
ne
intende
?
»
,
Giorgio
cominciava
a
perdere
la
pazienza
.
«
No
,
non
se
ne
intende
.
Ha
insegnato
,
ma
sempre
e
soltanto
scienze
agrarie
.
Ci
sarebbe
un
ministro
che
di
scuola
sa
qualcosa
,
è
stato
professore
»
.
«
E
chi
è
?
»
«
È
il
Rumor
,
il
ministro
dell
'
Agricoltura
.
Ma
guarda
il
Malatrasi
,
guarda
il
Malatrasi
,
dannato
,
come
fa
l
'
ostruzionismo
»
.
Poco
dopo
l
'
arbitro
fischiò
,
perché
era
finito
il
primo
tempo
.
Nell
'
intervallo
,
mentre
la
gente
intorno
a
noi
parlava
di
catenacci
e
di
assassinio
del
football
vero
,
e
gli
altoparlanti
imbonivano
macchine
da
caffè
e
gelati
,
io
decisi
di
stringere
Giorgio
alle
corde
,
e
di
fargli
dire
tutto
quel
che
sapeva
sulla
questione
della
competenza
.
«
Senti
,
Giorgio
»
,
feci
all
'
improvviso
,
«
secondo
te
c
'
è
un
ministro
che
si
intenda
degli
affari
del
suo
dicastero
?
»
Giorgio
parve
rifletterci
sopra
,
come
se
mentalmente
scorresse
una
lista
,
poi
fece
:
«
No
,
ora
come
ora
un
ministro
competente
non
l
'
abbiamo
.
Pella
si
intende
di
questioni
fiscali
,
ma
non
di
politica
estera
.
Il
che
non
è
gran
male
,
del
resto
,
perché
una
politica
estera
italiana
non
c
'
è
.
Andreotti
credo
che
neppure
abbia
fatto
il
soldato
,
e
perciò
di
cose
militari
ne
sa
meno
di
te
che
,
se
ben
ricordo
,
sei
sergente
di
fanteria
.
Nemmeno
nel
caso
suo
è
male
.
Le
forze
armate
le
comandano
generali
stranieri
,
i
piani
li
fanno
al
Pentagono
,
e
li
cambiano
ogni
due
settimane
.
Più
o
meno
gli
altri
sono
sullo
stesso
piano
»
.
«
Ma
tu
non
credi
»
,
feci
,
«
che
le
cose
andrebbero
meglio
,
se
i
ministri
conoscessero
il
loro
mestiere
?
»
«
Meglio
per
chi
?
»
«Be'...»
era
una
domanda
che
non
prevedevo
,
«
meglio
per
il
governo
»
.
«
No
,
no
,
per
il
governo
no
.
Per
il
governo
le
cose
andrebbero
peggio
,
se
il
ministro
dell
'
Agricoltura
sapesse
distinguere
un
maggese
da
un
coltivo
,
o
se
il
ministro
delle
Finanze
sapesse
leggere
un
bilancio
.
Se
uno
o
due
conoscessero
il
proprio
mestiere
,
in
meno
di
due
mesi
gli
altri
li
costringerebbero
a
dimettersi
,
ed
il
governo
sarebbe
quanto
mai
instabile
.
Ora
,
anche
i
nostri
governi
sono
instabili
,
ma
non
certo
a
motivo
della
loro
incompetenza
.
Invece
,
con
venti
o
trenta
ministri
incompetenti
in
pari
misura
,
il
governo
da
quel
lato
sta
sicuro
.
Se
cade
,
cade
per
altre
ragioni
»
.
«
Insomma
sono
mai
esistiti
ministri
competenti
?
»
«
Nel
dopoguerra
ce
ne
fu
uno
.
Volevano
impiccarlo
»
.
«
Ma
se
gli
uomini
di
governo
sapessero
il
fatto
loro
,
non
credi
che
le
cose
andrebbero
meglio
per
i
governati
?
»
«
Per
i
governati
sì
,
certamente
.
Ma
la
politica
,
caro
mio
,
non
è
mica
scienza
del
benessere
.
In
questo
caso
si
chiamerebbe
filantropia
.
La
politica
,
da
Machiavelli
in
poi
,
è
scienza
del
potere
.
Esser
ministro
dell
'
Agricoltura
non
significa
mica
sapere
come
si
coltiva
un
campo
.
Significa
invece
avere
in
mano
una
certa
fetta
di
potere
,
conservarla
,
usarla
in
vista
di
una
fetta
più
grossa
e
così
via
»
.
«
E
i
ministri
cosa
fanno
,
allora
,
dalla
mattina
alla
sera
?
»
«
Conservano
la
fetta
,
cioè
lottano
per
il
potere
,
in
linea
generale
.
»
«
Ma
in
pratica
,
cosa
fanno
?
»
«
Ricevono
gli
elettori
,
inaugurano
mercati
rionali
,
si
riuniscono
,
studiano
il
modo
migliore
per
non
farsi
fregare
,
o
per
fregare
gli
altri
»
.
«
I
governati
?
»
«
Non
direttamente
.
Dei
governati
si
occupano
poco
.
Solo
quando
c
'
è
da
parlare
alla
televisione
»
.
Non
ne
potevo
più
.
«
Ma
allora
,
secondo
te
,
per
quale
ragione
oggi
si
predica
la
competenza
,
la
specializzazione
?
Senti
sempre
dire
operai
specializzati
,
tecnici
specializzati
,
intellettuali
specialisti
»
.
«
Sì
,
ma
chi
predica
la
specializzazione
mica
si
specializza
.
È
sempre
stato
così
,
e
tu
me
lo
insegni
.
Se
hai
intenzione
di
rubare
,
per
prima
cosa
che
fai
?
Predichi
l
'
onestà
,
naturalmente
.
Perché
se
tutti
si
mettono
a
rubare
a
te
,
dopo
,
cosa
resta
?
Guarda
per
esempio
quel
numero
quattro
che
fa
l
'
ostruzionismo
,
quel
Malatrasi
dannato
...
»
.
StampaQuotidiana ,
Come
tutti
sanno
,
l
'
uomo
è
entrato
nella
storia
inventando
l
'
agricoltura
,
attività
che
oggi
si
definisce
primaria
:
c
'
era
la
terra
,
c
'
erano
le
braccia
,
e
dalla
terra
bisognava
tirar
fuori
(
col
sudore
della
fronte
,
secondo
la
maledizione
divina
)
il
pane
quotidiano
.
Le
donne
stavano
a
casa
,
macinavano
il
grano
e
impastavano
la
farina
.
1bambini
giocavano
con
la
capra
o
con
le
galline
.
Le
attività
secondarie
ebbero
inizio
più
tardi
:
non
più
tirar
fuori
dalla
terra
(
suolo
e
sottosuolo
)
quel
che
occorreva
a
vivere
,
ma
trasformare
;
il
vello
in
vestito
,
il
ferro
in
aratro
e
poi
,
su
su
,
in
locomotiva
,
piroscafo
e
carro
armato
.
Le
donne
cominciavano
a
uscire
di
casa
,
e
i
piccoli
a
giocare
coi
soldatini
di
piombo
.
Per
ultime
vennero
le
attività
terziarie
,
e
si
svilupparono
rapidissimamente
,
sì
che
oggi
anche
in
Italia
sono
quanto
mai
diffuse
.
Certo
,
non
sono
scomparsi
i
primari
e
i
secondari
,
quelli
che
,
come
pure
si
dice
oggi
,
producono
,
ma
per
uno
che
produce
cene
sono
tre
che
provvedono
a
scambiarsi
i
«
servizi
»
(
a
parte
un
congruo
numero
di
individui
che
stanno
soltanto
a
guardare
)
.
Le
attività
terziarie
si
chiamano
infatti
anche
servizi
.
Eccone
alcuni
esempi
:
il
droghiere
che
ti
manda
a
casa
lo
zucchero
e
il
sapone
(
servizio
a
domicilio
)
;
il
prete
che
ti
battezza
,
ti
congiunge
e
ti
unge
(
servizio
funebre
)
;
il
poliziotto
che
ti
arresta
e
ti
pesta
(
servizio
d
'
ordine
)
;
la
donna
che
viene
nel
pomeriggio
a
lavare
i
panni
del
pupo
(
mezzo
servizio
)
;
la
carta
scritta
di
questo
giornale
,
che
ti
informa
e
ti
avvisa
(
servizio
stampa
)
.
Le
attività
terziarie
sono
oggi
le
meglio
retribuite
:
così
si
spiega
l
'
onda
crescente
e
continua
,
dalle
primarie
alle
secondarie
(
spopolamento
della
campagna
)
e
da
queste
alle
terziarie
.
Ma
il
flusso
non
pare
che
si
fermi
qui
.
Stiamo
infatti
assistendo
al
sorgere
di
attività
nuove
,
mai
finora
esaminate
scientificamente
,
e
che
noi
chiameremo
quartarie
.
Trattandosi
di
un
'
indagine
completamente
nuova
,
non
è
facile
una
definizione
esatta
delle
attività
quartarie
.
Sarà
quindi
bene
procedere
empiricamente
indicando
alcune
fra
le
più
note
e
più
fortunate
professioni
nuove
.
Il
posto
d
'
onore
toccherà
alla
professione
del
pubblicitario
:
costui
non
produce
,
non
trasforma
,
non
scambia
,
ma
stimola
,
aiuta
,
consiglia
.
«
Tecnico
pubblicitario
»
,
si
legge
infatti
nell
'
ordinamento
della
scuola
apposita
,
«
è
colui
che
è
in
grado
di
prestare
la
propria
consulenza
per
la
migliore
riuscita
di
qualsiasi
manifestazione
pubblicitaria
.
»
(
La
professione
di
chi
insegna
in
detta
scuola
,
di
chi
consiglia
i
futuri
consulenti
,
di
chi
aiuta
i
futuri
aiutatori
e
sollecita
i
sollecita
tori
dell
'
avvenire
,
potrebbe
classificarsi
quintaria
,
ma
per
il
momento
lasciamo
correre
)
.
Subito
dopo
ecco
1'«industrial
designer
»
(
non
si
è
ancora
trovato
un
termine
italiano
che
traduca
con
esattezza
dall
'
americano
)
che
fa
da
pronubo
alle
nozze
fra
industria
è
arte
.
Il
«
public
relation
man
»
(
manca
anche
in
questo
caso
l
'
equivalente
italiano
)
teorizza
invece
le
strette
di
mano
e
le
pacche
sulle
spalle
.
C
'
è
il
tecnico
dell
'
imballaggio
,
specialista
nell
'
incartare
alcunché
,
dalle
caramelle
alle
locomotive
.
L
'
arredatore
,
il
grafico
e
il
vetrinista
teorizzano
anch
'
essi
:
rispettivamente
casseruole
,
coperte
e
tende
.
A
tutti
e
tre
spetta
ormai
il
titolo
di
«
architetto
»
(
e
intanto
non
ci
son
case
a
sufficienza
)
.
Difficile
dire
se
presti
attività
quartaria
anche
il
regista
di
teatro
.
Ci
sarebbero
poi
i
ricercatori
di
mercato
e
i
ricercatori
motivazionali
,
ma
sulla
loro
professione
non
abbiamo
fino
ad
oggi
sufficiente
documentazione
.
Tutte
queste
professioni
hanno
almeno
due
aspetti
in
comune
.
Uno
estremo
,
ed
è
il
linguaggio
,
incomprensibile
ai
profani
.
Sull
'
esempio
sommo
,
forse
,
della
chiesa
cattolica
,
che
non
ha
mai
smesso
il
latino
.
Per
esempio
,
nella
lingua
degli
arredatori
«
piano
d
'
appoggio
»
significa
«
tavolo
»
;
mentre
i
«
public
relation
men
»
dicono
«
follow
up
»
per
significare
«
batti
il
ferro
quando
è
caldo
»
.
Il
gergo
dà
a
queste
professioni
un
alone
misterioso
,
secondo
una
tecnica
non
ignota
agli
stregoni
delle
tribù
primitive
.
L
'
altra
caratteristica
comune
alle
suddette
attività
quartane
è
questa
:
non
esistevano
dieci
anni
or
sono
e
potrebbero
cessar
di
esistere
,
senza
danno
per
nessuno
,
tranne
che
per
gli
«
architetti
»
,
che
rimarrebbero
senza
lavoro
.
Come
tutte
le
professioni
,
anche
queste
di
tipo
quartario
sono
difficili
:
bisogna
imparare
il
gergo
,
farsi
credere
indispensabili
e
trovare
qualcuno
che
lo
creda
.
La
fatica
pare
che
non
sia
poca
.
StampaQuotidiana ,
Succede
di
già
che
arte
e
industria
si
coniughino
,
si
sposino
.
La
professione
del
copywriter
(
l
'
uomo
che
scrive
i
testi
per
la
pubblicità
)
valga
a
dimostrarlo
.
Nell
'
intenzione
di
dare
una
mano
al
progresso
,
mostriamo
come
cinque
narratori
nostri
contemporanei
farebbero
la
réclame
,
rispettivamente
,
a
un
paio
di
calze
da
donna
,
a
una
salsa
di
pomodoro
,
a
una
brachetta
da
bagno
,
a
una
giarrettiera
da
uomo
,
a
un
nastro
adesivo
.
Cominciamo
con
:
ALBERTO
MORAVIA
Di
calze
Scandalo
,
senza
la
cucitura
,
come
si
usa
oggi
,
io
ce
ne
avevo
sempre
sei
o
sette
paia
,
riposte
nel
cassettino
della
toletta
,
sotto
il
mazzo
delle
lettere
di
Bruno
.
Erano
un
ricordo
d
'
altri
tempi
quelle
calze
,
di
quando
ero
stata
l
'
amante
del
Giacinti
.
Ogni
sera
,
tornando
a
casa
con
la
pioggia
fitta
fitta
e
sottile
dell
'
autunno
,
che
faceva
la
strada
lustra
e
melmosa
o
rifletteva
contorte
e
goffe
le
luci
del
neon
,
io
mi
sedevo
davanti
allo
specchio
e
mi
stavo
un
poco
a
guardare
.
Il
viso
,
che
da
giovane
avevo
avuto
stretto
e
fresco
,
si
appesantiva
ormai
alle
palpebre
,
e
i
seni
mi
s
'
eran
fatti
grevi
,
molli
,
e
il
ventre
tendeva
a
cadere
sopra
l
'
elastico
del
reggicalze
.
Ma
le
gambe
,
che
ho
sempre
avuto
diritte
e
forti
,
erano
ancora
belle
,
e
io
me
le
carezzavo
,
con
una
sorta
di
pena
segreta
,
nelle
calze
Scandalo
,
sottili
ma
resistenti
,
le
calze
che
mi
aveva
regalato
il
Giacinti
,
quando
ero
la
sua
amante
;
dieci
anni
ormai
.
Ne
avevo
promesso
un
paio
alla
Cocanari
,
la
mia
amica
,
che
me
le
chiedeva
sempre
,
perché
le
calze
Scandalo
fanno
la
gamba
più
bella
.
CARLO
CASSOLA
Poi
Baba
rientrò
in
casa
sempre
pensando
a
lui
,
al
compagno
di
fuori
,
e
ai
francesi
,
ai
polonesi
,
a
tanti
compagni
di
chissà
quanti
posti
,
e
si
mise
seduto
al
tavolo
di
cucina
.
La
mamma
scolava
la
pasta
,
e
si
lamentava
che
era
scotta
,
per
via
del
figliolo
,
che
rientrava
sempre
tardi
.
Ma
aveva
capito
che
quello
per
Baba
era
un
giorno
speciale
,
di
festa
,
e
allora
tirò
fuori
dal
credenzino
il
barattolo
del
Buongusto
,
il
sugo
che
al
figliolo
piaceva
tanto
,
e
ne
versò
un
poco
sul
piatto
.
Ci
mise
anche
un
goccio
d
'
olio
.
Baba
mangiava
lentamente
,
accompagnando
la
pasta
condita
con
un
boccone
di
pane
.
Col
pane
ripulì
il
piatto
a
dovere
.
«
Proprio
mi
piace
questo
buongusto
»
,
disse
,
e
poi
rimase
coi
gomiti
appoggiati
al
tavolo
,
sempre
pensando
al
compagno
venuto
da
fuori
,
e
ai
polonesi
.
PIER
PAOLO
PASOLINI
Dal
pilone
del
ponte
,
dall
'
erba
zozza
della
riva
,
avevano
cominciato
i
capisotto
,
i
pennelli
,
i
cascatoni
,
le
spanzate
.
Il
Riccetto
stava
sbrigato
sulla
fanga
,
coi
mutandini
a
sbragolone
.
«
Che
ber
culetto
!
»
gli
fece
il
Regalone
,
che
si
pavoneggiava
con
gli
slippi
d
'
elastico
,
marca
Acchittaflex
,
e
gli
fece
un
cenno
con
la
manina
paragula
.
«
Ma
vaffanculo
»
,
rispose
,
Riccetto
,
e
gli
tirò
una
manciata
di
fanga
.
Il
Regalone
gli
disse
i
morti
,
tutto
incazzato
,
perché
la
fanga
gli
aveva
inzozzato
gli
slippi
nuovi
.
Erano
roba
di
lusso
,
quegli
Acchittaflex
,
rubati
quella
mattina
vicino
alla
Ferrobedò
,
«
A
Regalò
»
,
urlavano
gli
altri
,
«
ammazzate
sì
quanto
sei
bello
!
»
.
CARLO
EMILIO
GADDA
Né
aveva
abbandonato
quei
sostentatoli
flessibili
,
non
destituiti
di
appiglio
,
vuoi
metallico
vuoi
d
'
osso
,
che
nelle
«
mercerie
»
si
nomano
«
giarrettiere
»
.
Queste
si
attengono
poco
sopra
la
polpa
della
gamba
,
e
bilanciando
la
tensione
(
2
per
più
3
diviso
n
)
fra
cintura
elastica
e
trazione
del
calzerotto
,
perno
l
'
apposito
e
funzionale
triangolino
di
snodo
,
vietano
quel
cedimento
dei
lini
o
delle
sete
(
naturali
o
,
più
spesso
,
artificiali
)
che
nel
contado
di
Altopascio
e
di
Cecina
si
dice
,
a
ragione
,
«
bracarella
»
.
Ma
esigeva
,
l
'
ingegner
Casiraghi
,
che
fossero
«
di
marca
»
,
che
fossero
le
autentiche
«
giarrettiere
Perseveranza
»
.
ITALO
CALVINO
Terminata
la
battaglia
,
e
quando
già
all
'
orizzonte
i
fumi
si
mischiavano
alle
prime
nebbie
della
sera
,
uscirono
sul
campo
i
ragionieri
dei
due
eserciti
.
Avevano
in
mano
certi
grossi
registri
,
e
ci
segnavano
sopra
la
contabilità
dei
morti
e
dei
feriti
.
Qualche
volta
si
sbagliavano
,
e
allora
dovevano
ricominciare
tutto
daccapo
.
Dopo
i
ragionieri
venivano
i
medici
,
portandosi
dietro
una
turba
di
pappini
,
a
raccattare
i
morti
.
I
morti
?
I
resti
,
i
pezzi
,
le
frattaglie
dei
morti
,
e
ne
facevano
tanti
mucchi
,
senza
badare
se
erano
nostri
o
infedeli
.
Da
una
parte
allora
tu
vedevi
una
catasta
di
braccia
,
qua
un
moggio
di
nasi
,
di
dita
,
di
orecchi
,
là
uno
staio
d
'
occhi
,
altrove
una
lunga
fila
di
gambe
ben
allineate
.
Era
un
lavoro
disperato
,
cercar
di
rimettere
assieme
un
corpo
intero
.
Eppure
i
bravi
medici
,
coi
loro
tabarri
bianchi
e
il
cappello
a
corno
,
come
tanti
astronomi
,
si
davano
da
fare
,
e
qualche
soldato
completo
lo
raccapezzarono
,
grazie
all
'
adesivo
Scotch
Piccicatutt
,
nei
diversi
colori
.
StampaQuotidiana ,
Il
primo
di
cui
si
abbia
memoria
arrivò
un
cinquecento
anni
or
sono
.
Aveva
preso
casa
a
pigione
in
quella
che
oggi
si
chiama
via
Paris
Bordone
,
non
distante
dal
fiume
Olona
.
Ormai
è
un
rudere
di
mattoni
bruni
,
che
sta
su
coi
puntelli
.
Tra
poco
la
butteranno
giù
,
per
far
posto
a
un
villaggetto
prefabbricato
,
su
palafitte
.
Lui
veniva
dalle
parti
del
Chianti
,
ma
scrisse
prima
una
lettera
,
che
è
rimasta
famosa
,
precisando
quel
che
sapeva
fare
:
ponti
,
canali
,
carri
armati
,
macchine
volanti
,
e
chiedendo
d
'
essere
assunto
o
all
'
ufficio
studi
o
allo
sviluppo
e
vendite
.
Alla
pubblicità
no
,
perché
allora
non
c
'
era
.
I1
posto
Io
ebbe
:
mezza
giornata
all
'
ufficio
tecnico
,
ma
nel
pomeriggio
e
a
sera
doveva
occuparsi
della
ricreazione
della
corte
,
e
pare
anche
che
lo
abbiano
fatto
vestire
da
buffone
,
come
Rigoletto
.
Il
sabato
sera
,
non
avendo
la
macchina
per
andare
a
pesca
sul
Ticino
,
né
voglia
di
imbarcare
passeggiatrici
(
il
parco
non
era
aperto
al
pubblico
,
le
passeggiatrici
non
passeggiavano
,
e
le
donne
oltre
tutto
non
gli
garbavano
nemmeno
,
se
non
come
modelle
)
,
il
sabato
sera
andava
dai
frati
a
dipingere
.
Gratis
,
assolutamente
:
anzi
,
pare
che
il
padre
guardiano
lo
avesse
a
noia
;
e
lui
doveva
entrare
in
refettorio
da
una
porticina
segreta
,
mentre
quello
dormiva
.
Non
si
sa
nulla
del
salario
,
ma
certamente
era
poco
.
Lui
però
ce
la
faceva
,
essendo
,
come
tutti
i
toscani
,
assai
parsimonioso
.
Il
padrone
era
un
tipo
poco
giovareccio
,
infatti
lo
chiamavano
il
Moro
.
«
O
Moro
»
,
mi
dice
un
amico
mio
di
nome
Leone
,
viareggino
,
ogni
volta
che
capito
dalle
parti
sue
,
«
ci
vieni
alla
spiaggia
?
»
.
Moro
in
questo
caso
non
è
offensivo
.
In
cinquecento
anni
ne
sono
arrivati
su
molti
altri
;
soprattutto
dalle
parti
di
Lucca
.
I
lucchesi
vanno
in
giro
a
vendere
,
sempre
.
In
America
,
le
statuine
di
gesso
,
qui
i
castagnacci
,
la
pattona
e
la
cecìna
(
con
l
'
accento
sulla
i
,
altrimenti
si
confonde
con
la
cittadina
omonima
che
sta
fra
Rosignano
e
Campiglia
)
.
A
casa
loro
,
avendo
venduto
il
resto
fuori
di
Lucca
,
si
vendono
il
concime
,
l
'
uno
con
l
'
altro
.
Il
migliore
è
quello
di
cristiano
,
ma
bisogna
che
sia
stagionato
bene
.
Lo
verificano
assaggiandolo
.
Ficcano
l
'
indice
nel
bottino
e
se
lo
passano
sulla
lingua
.
Chi
vuole
impari
il
gesto
e
lo
ripeta
appena
incontra
un
conoscente
della
Lucchesia
.
Sentirà
le
madonne
!
(
Eppure
la
Lucchesia
è
l
'
unico
posto
della
Toscana
dove
gli
uomini
vanno
in
chiesa
)
.
Ora
,
a
Milano
son
venuti
per
vendere
castagnacci
e
torte
di
ceci
,
ma
dopo
qualche
anno
,
parsimoniosi
come
sono
,
si
comprano
un
buco
di
trattoria
,
poi
chiamano
su
il
fratello
,
la
moglie
,
la
cognata
,
la
zia
e
giù
giù
tutti
gli
altri
,
tutta
la
tribù
.
Le
donne
paiono
,
più
o
meno
,
disegnate
tutte
da
Piero
della
Francesca
.
Questo
non
è
un
discorso
letterario
:
vuol
dire
solo
che
anche
ai
tempi
del
grande
Piero
le
donne
avevano
quella
faccia
,
e
che
lui
dipingeva
quel
che
vedeva
.
Chi
cena
fuori
(
cioè
in
una
trattoria
toscana
,
perché
qui
a
Milano
non
si
può
cenare
altrove
)
,
se
vuol
far
la
figura
di
quello
che
ha
studiato
glottologia
,
appena
il
cameriere
,
o
la
cameriera
,
si
accosta
e
apre
bocca
(
ci
vuole
il
tempo
per
fargli
tirar
fuori
la
gorgia
,
almeno
)
gli
dica
subito
:
«
Lei
è
di
Chiesina
Uzzanese
,
vero
?
»
.
Nel
cinquanta
per
cento
dei
casi
il
cameriere
(
o
la
cameriera
)
risponderà
di
sì
.
Se
risponde
di
no
bisogna
dire
subito
:
«
Allora
,
è
di
Altopascio
»
.
«
Come
fa
a
saperlo
?
»
«
No
,
niente
,
così
dall
'
accento
.
Ma
è
strano
,
avrei
giurato
che
lei
è
della
Chiesina
»
.
Chiesina
Uzzanese
e
Altopascio
son
due
borghi
,
che
distano
l
'
uno
dall
'
altro
due
chilometri
e
mezzo
;
oggi
saranno
deserti
,
immagino
.
La
città
più
vicina
è
Montecatini
.
Montecatini
è
anche
il
nome
di
una
grossa
ditta
,
ma
non
c
'
entra
niente
con
la
città
delle
terme
,
è
un
'
altra
Montecatini
,
in
val
di
Cecina
,
dove
intorno
al
1905
c
'
era
una
minieretta
di
rame
.
Poi
,
piano
piano
,
il
capo
di
quella
ditta
,
toscano
anche
lui
,
e
della
costa
livornese
per
la
precisione
,
ma
non
ebreo
,
come
qualcuno
crede
,
comprò
le
piriti
di
Gavorrano
,
si
ingrandì
,
mise
su
il
palazzone
di
vetro
,
con
dentro
segretarie
e
human
relations
.
Dalle
parti
di
Gavorrano
le
cose
invece
rimasero
come
nel
1910
,
forse
peggio
.
Toscani
a
Milano
se
ne
trovano
anche
sparsi
in
tutti
i
giornali
,
di
destra
,
di
sinistra
,
mezzi
e
mezzi
,
maschili
,
femminili
e
sportivi
.
Per
esempio
c
'
è
il
fucecchiese
,
che
sarebbe
poi
il
nipotino
dei
cacalibri
.
Della
Versilia
ce
n
'
è
un
branco
intero
.
La
massoneria
però
manca
,
purtroppo
.
I
toscani
,
gente
parsimoniosa
(
ora
però
basta
e
diciamolo
chiaro
:
avari
,
taccagni
peggio
dei
genovesi
)
lesinano
in
tutto
,
fanno
a
piccino
anche
col
sentimento
,
e
non
legano
,
né
con
gli
altri
né
fra
di
loro
.
Se
facessero
la
massoneria
(
come
i
siciliani
,
per
esempio
)
in
quattro
o
cinque
mesi
prenderebbero
in
mano
la
città
.
Invece
niente
.
C
'
è
unità
solo
dentro
la
famiglia
,
dentro
la
tribù
.
L
'
unità
arriva
a
Chiesina
Uzzanese
,
ad
Altopascio
.