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Governo degli onesti ( Bobbio Norberto , 1981 )
StampaQuotidiana ,
Da quando è scoppiata la « questione morale » non si parla d ' altro . E giustamente ne ha parlato il presidente della Repubblica nel suo messaggio di fine d ' anno . Ma non mi pare si siano fatti grandi sforzi per capire di che si tratta . A giudicare dall ' occasione da cui è nata ( lo scandalo del petrolio e l ' affare Pecorelli ) sembra si voglia intendere che gli uomini politici debbono essere persone oneste nel senso comune della parola , persone cioè che non rubano , non mentono , non commettono nessuno di quei reati che sono puniti dal codice penale in quanto giudicate azioni che le persone perbene non dovrebbero compiere . Questa interpretazione è tanto diffusa che il partito comunista ha ritenuto di dover proporre come una svolta nella storia delle nostre istituzioni un governo degli onesti . Che la questione morale debba essere interpretata anche in questo modo , è fuori discussione . Fuori discussione perché ovvio . Non si vede infatti perché chi fa politica debba essere sottratto agli obblighi cui è sottoposto l ' uomo comune . Non esiste una morale pubblica distinta dalla morale privata . Se mai , l ' uomo pubblico dovrebbe essere più scrupoloso nel rispetto degli obblighi morali e di quelli giuridici ( ma questi sono generalmente obblighi morali sanzionati dallo Stato ) per la semplice ragione che le sue infrazioni sono più dannose alla collettività di quelle dell ' uomo comune . Non ignoro che il problema dei rapporti fra politica e morale è molto più intricato , che in politica vale il principio che il fine giustifica i mezzi , che gli Stati non si governano coi pater noster , e via discorrendo . Ma , girata e rigirata da tutte le parti , la famigerata dottrina della ragion di Stato significa soltanto questo : che l ' uomo di Stato si viene a trovare talora in circostanze eccezionali ( si badi « eccezionali » ) a dover prendere decisioni riguardanti il bene comune ( si badi « il bene comune » ) che non possono essere prese se non violando regole della morale corrente . Ciò che giustifica un mezzo moralmente discutibile è soltanto la nobiltà del fine , e la sua eccezionalità . Il che poi non è neppure una condizione particolare dell ' uomo politico perché lo stato di necessità vale come giustificazione anche per l ' uomo comune . Che l ' essenza del problema stia nella nobiltà del fine lo ha detto molto bene Ceronetti in un articolo sulla « Stampa » due settimane fa . Che il fine giustifichi i mezzi non vuol dire che i mezzi siano giustificati da qualsiasi fine . La stessa celebre frase di Machiavelli dice che « i mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno laudati » quando il principe riesce a « vincere » e a « mantenere lo Stato » . Quale sia la nobiltà del fine per cui alcuni dei nostri uomini politici commettono atti disonesti e offendono la morale comune , non è dato capire . C ' è il sospetto che il dilagare della corruzione sia dovuto prevalentemente al bisogno di denaro per sostenere una campagna elettorale o per mantenere in vita una corrente di partito . Non che grandi , alcuni di questi fini sono politicamente tutt ' altro che corretti . Si tratta , sì , di vincere , non una guerra , bensì le elezioni . Si tratta di conservare non lo Stato , bensì il proprio potere personale . La massima che il fine giustifica i mezzi è di per se stessa discutibile . E non solo discutibile ma insostenibile quando il fine che dovrebbe giustificare i mezzi è esso stesso ingiustificabile . Tutto questo , come ho detto , è ovvio , ma non esaurisce il problema . Qualsiasi trattato di morale distingue la morale generale che regola l ' azione di tutti gli uomini , e al cui rispetto quindi tutti sono tenuti , dalle morali speciali cui sono sottoposti gl ' individui in quanto appartengono a una determinata classe o gruppo o categoria o professione . Accanto alla morale comune ci sono le etiche del medico e del sacerdote , del giudice e del commerciante , dell ' insegnante e del giornalista . In ognuna di queste valgono obblighi specifici , e anche specifiche esenzioni di obblighi . Un medico ha l ' obbligo di accorrere alla chiamata di un malato grave anche fuori della sua ora d ' ufficio , ma è esentato dall ' obbligo di dire allo stesso malato la verità sulla gravità della malattia . Ogni professione ha il suo codice morale , che con parola dotta e pretenziosa si chiama « deontologia » . Tra le morali speciali vi è anche la morale dell ' uomo politico . Tanto più poi quando anche la politica è diventata una professione . Per capire la specificità dei diversi codici morali occorre aver di mira la funzione sociale delle diverse Categorie cui si riferiscono . Dalla considerazione che la funzione sociale del medico è quella di provvedere alla guarigione degli infermi nascono tutti quei problemi delicatissimi di etica medica che vanno dall ' eutanasia al prolungamento artificiale di una vita condannata . La funzione sociale dell ' attività politica è quella di perseguire , e possibilmente conseguire , l ' interesse pubblico . Di qua deriva l ' etica specifica di chi si dedica all ' attività politica , il suo codice morale . C ' è una distinzione che corre lungo tutta la storia del pensiero politico , la distinzione fra buon governo e malgoverno , fondata sulla distinzione fra il governante che persegue il bene comune e quello che persegue il bene proprio . L ' etica specifica dell ' uomo pubblico è quella in cui la distinzione fra l ' azione buona e l ' azione cattiva corre parallelamente alla distinzione fra l ' azione volta al bene comune e quella volta al bene individuale . Ne deriva che l ' uomo politico ha oltre ai doveri di tutti anche i doveri che gli spettano in quanto uomo politico . Questi ultimi sono strettamente connessi alla funzione specifica della sua attività . La funzione specifica dell ' attività politica è il buon governo come la funzione specifica del medico è quella di ben curare , quella del giudice di ben giudicare , dell ' insegnante di ben insegnare . No , quando si pone la questione morale con riferimento all ' azione del politico , non si tratta soltanto del governo degli onesti nel senso generico della parola . Si tratta del governo di uomini che antepongano l ' interesse dello Stato al proprio , a quello del proprio partito , della propria corrente , del proprio clan , di uomini che rispettino non solo le regole della morale comune ma anche quelle della propria morale professionale . Uno dei maggiori rimproveri che oggi l ' uomo della strada , l ' uomo della morale comune , muove alla nostra classe politica nel suo insieme è di subordinare l ' interesse pubblico che è il fine specifico della sua azione specifica all ' interesse privato , di approfittare del potere pubblico che deve essere esercitato solo in vista del bene comune per accrescere il proprio potere personale . Una volta si diceva che cattivo governante è colui che mira a soddisfare il bene proprio anziché a provvedere al bene comune . Oggi si dice che il malgoverno consiste nel considerare gli affari di Stato come affari privati . Le parole cambiano ma la sostanza è la stessa . In questo senso , e solo in questo senso , la questione morale è anche una questione politica . Una questione politica che nessun ritocco della Costituzione potrà mai risolvere . Dai buoni costumi possono nascere buone leggi . Ma non bastano le buone leggi a produrre buoni costumi .