StampaQuotidiana ,
Padova
,
22
.
«
Roberto
libero
»
scritto
in
azzurro
dagli
autonomi
e
sotto
,
«
Merda
»
scritto
in
nero
,
dai
fascisti
.
Finisce
così
,
Hegel
non
deve
essere
passato
per
Padova
,
la
dialettica
,
almeno
,
è
sconosciuta
a
questi
muri
.
«
Bruciamo
la
città
»
,
in
vernice
rossa
,
attraversa
una
facciata
,
ma
ad
ogni
buon
conto
il
cartolaio
d
'
angolo
appende
il
suo
cartellino
scritto
a
penna
:
«
Chiuso
il
sabato
»
.
Gli
opposti
,
a
Padova
,
qualche
volta
si
scontrano
,
più
spesso
si
ignorano
.
«
Mitra
è
bello
»
dichiarano
gli
autonomi
di
Psicologia
,
ma
il
Circolo
di
cultura
cattolico
finge
che
Padova
sia
ancora
quella
dell
'
Antonianum
,
della
grande
stagione
gesuitica
fra
le
due
guerre
,
invita
ad
ascoltare
Giovanni
Testori
«
che
leggerà
il
suo
ultimo
dramma
di
meditazione
sulla
morte
»
,
profumo
di
ceri
e
di
gigli
sfatti
.
Chi
entra
da
Ponte
Corvo
vede
,
a
sinistra
,
una
città
esotica
,
in
stupenda
decomposizione
,
un
ponticello
fragile
su
un
rivo
sepolto
da
una
vegetazione
metà
veneta
e
metà
subtropicale
;
da
cui
si
alzano
nel
cielo
le
cupole
e
i
minareti
-
campanile
del
santo
,
e
mura
annerite
dall
'
umidità
,
quei
marroni
tenui
delle
case
.
Ma
a
destra
condomini
altissimi
,
disegnati
da
Buzzati
,
laidi
e
tragici
,
nel
cielo
tempestoso
.
«
Morte
alla
borghesia
»
deve
essere
autonomo
,
a
vernice
,
ma
c
'
era
,
lì
accanto
,
una
bacheca
vuota
e
qualcuno
con
mano
notarile
,
in
bella
calligrafia
ha
scritto
«
Prego
,
non
sporchiamo
la
città
»
.
Gli
amici
di
Padova
-
squallidi
riformisti
,
s
'
intende
-
si
lamentano
dei
luoghi
comuni
giornalistici
,
dicono
che
c
'
è
anche
l
'
altra
Padova
.
Sarà
,
ma
la
Padova
dei
giovani
,
dell
'
Università
è
questa
:
un
dodici
per
cento
che
vota
,
in
maggioranza
democristiano
,
in
maggioranza
di
reddito
medio
alto
;
poi
quelli
che
non
si
vedono
mai
,
che
capitano
solo
agli
esami
,
forse
settanta
su
cento
e
poi
gli
incazzati
,
i
poveri
,
quelli
che
si
sentono
stranieri
a
questa
scuola
.
Anche
perché
non
capiscono
perché
ci
sia
,
a
cosa
serva
:
gli
autonomi
.
Perché
violenti
?
Musatti
ci
ha
detto
che
è
un
meccanismo
di
compensazione
,
l
'
altra
faccia
del
desiderio
di
onnipotenza
che
è
di
ogni
uomo
.
Violenza
contro
emarginazione
.
Uno
storico
come
il
professor
Prandstaller
può
vederci
una
storia
cattolica
,
dall
'
integralismo
dell
'
Antonianum
al
radicalismo
giacobino
.
E
il
portavoce
degli
autonomi
Emilio
Vesce
vi
dirà
,
senz
'
altro
,
che
tutto
dipende
«
dalla
assoluta
mancanza
di
credibilità
delle
istituzioni
,
qui
sono
nate
le
trame
nere
,
era
nera
la
magistratura
,
salvo
Tamburino
,
neri
i
poliziotti
»
.
La
storia
non
è
semplice
,
i
rami
per
cui
muove
la
provincia
cattolica
sono
sempre
contorti
,
sottili
,
la
spaccatura
fra
le
due
Padove
,
la
loro
incomunicabilità
può
sembrare
arcana
,
al
professor
Sabino
Acquaviva
,
quasi
una
maledizione
celeste
.
Ma
oggi
la
diversità
,
l
'
estraneità
hanno
la
chiarezza
di
una
stratificazione
geologica
,
argilla
o
granito
,
senza
alcuna
possibilità
di
dubbio
;
l
'
Italia
dei
partiti
,
dei
sindacati
,
degli
organizzati
,
dei
raziocinanti
,
del
buon
senso
,
delle
compatibilità
e
l
'
Italia
insicura
e
perciò
violenta
,
appena
uscita
dalla
foresta
nera
e
perciò
pronta
a
tutto
per
non
ritornarvi
,
che
nell
'
università
di
massa
vive
assieme
ai
ricchi
,
ne
mutua
i
desideri
e
i
bisogni
senza
poi
avere
i
mezzi
per
soddisfarli
:
ancora
un
esercito
di
«
spostati
»
come
dicono
i
sociologi
,
ancora
il
vecchio
gioco
delle
élites
colte
che
cercano
di
cavalcare
il
fatto
sociale
per
farne
uno
strumento
di
potere
,
nel
'21
per
fare
il
fascismo
,
adesso
chi
sa
.
Dove
il
privato
coincide
con
il
politico
,
dove
i
bisogni
esistenziali
si
verniciano
di
ideologie
arcaiche
o
fumose
,
dove
gli
uni
discutono
e
spesso
cianciano
a
vuoto
di
riforme
e
di
razionalità
,
e
gli
altri
chiedono
,
subito
,
posti
,
ragioni
di
esistere
,
di
partecipare
,
che
altro
può
esserci
se
non
la
incomunicabilità
e
l
'
ambiguità
?
Agli
occhi
dell
'
Italia
organizzata
,
assicurata
,
la
violenza
degli
altri
appare
incomprensibile
.
Se
a
Venezia
mettono
una
bomba
al
«
Gazzettino
»
,
giornale
cattolico
,
di
destra
,
si
pensa
,
secondo
la
comune
ragione
:
sarà
un
attentato
di
sinistra
.
Invece
sono
quelli
di
Ordine
Nuovo
.
Se
a
Padova
viene
sprangato
un
professore
«
democratico
»
,
ex
partigiano
,
comunista
come
Petter
o
come
Longo
si
dice
:
«
Sarà
una
provocazione
fascista
»
.
Invece
gli
autonomi
rivendicano
l
'
attentato
.
Nei
quartieri
popolari
di
Padova
la
violenza
scoppia
per
i
più
futili
pretesti
e
nelle
più
imprevedibili
direzioni
,
perché
è
un
bisogno
,
uno
sfogo
,
qualcosa
che
sta
nella
pancia
di
quelle
gioventù
e
deve
uscirne
,
e
noi
che
nella
pancia
quella
rabbia
non
ce
l
'
abbiamo
,
cerchiamo
,
smarriti
,
il
perché
e
il
per
come
politico
.
La
rapina
alle
casse
delle
mense
universitarie
non
è
razionale
,
ma
la
risposta
razionale
data
da
certe
facoltà
-
se
rapinano
le
casse
,
noi
le
facciamo
blindate
-
appare
come
una
provocazione
,
come
una
violenza
.
Non
c
'
è
comunicabilità
perché
non
c
'
è
quasi
niente
da
dire
.
La
cultura
cattolica
e
laica
,
che
ha
voluto
l
'
università
di
massa
per
sistemarvi
in
funzioni
docenti
i
suoi
figli
e
nipoti
,
ha
poco
o
niente
da
offrire
a
questi
che
fanno
i
neoleninisti
o
gli
helleriani
tanto
per
fare
qualcosa
,
ma
vogliono
posti
,
vogliono
soldi
,
vogliono
ciò
che
gli
altri
non
possono
dare
o
non
sono
capaci
di
dare
.
Così
la
violenza
serpeggia
imprevedibile
,
ambigua
,
indefinibile
.
In
vicolo
Ognissanti
viene
bruciata
una
sede
di
Lotta
continua
e
,
poco
più
in
là
,
una
agenzia
immobiliare
.
Perché
Lotta
continua
inclina
al
riformismo
?
Perché
l
'
agenzia
immobiliare
è
uno
strumento
della
speculazione
?
Sì
,
ma
come
pretesto
,
come
scusa
per
sentirsi
presenti
,
potenti
,
minacciosi
,
vivi
.
Un
giorno
irrompono
nel
negozietto
di
un
verduraio
:
qualche
cesto
di
frutta
,
un
po
'
di
insalata
,
due
contadini
inurbati
,
povera
gente
;
bastonati
a
sangue
,
il
negozio
incendiato
«
perché
era
aperto
durante
una
delle
festività
infrasettimanali
rubate
al
popolo
»
.
Ma
non
sono
popolo
due
contadini
inurbati
,
due
poveri
cristi
?
Sì
,
ma
i
casi
personali
non
contano
,
conta
l
'
esempio
,
l
'
azione
,
la
presenza
,
l
'
attivismo
.
Era
così
anche
il
fascismo
nascente
,
ma
non
cadiamo
nella
falsa
consolazione
dei
paragoni
troppo
facili
:
l
'
esercito
degli
«
spostati
»
è
di
nuovo
in
marcia
,
non
si
sa
dove
andrà
a
parare
;
e
imprecare
,
maledire
in
nome
della
santa
democrazia
serve
a
poco
;
anche
accorgersi
adesso
,
marzo
del
1979
,
che
alla
facoltà
di
Psicologia
di
Padova
è
stato
ripetuto
lo
stesso
errore
di
Trento
e
di
Milano
,
da
cui
,
si
poteva
almeno
ricordarlo
,
sono
nati
Potere
Operaio
e
le
Brigate
Rosse
.
La
facoltà
di
Psicologia
di
Padova
viene
immaginata
,
come
quella
di
Trento
,
come
una
università
di
élite
:
per
i
nuovi
tecnocrati
,
al
servizio
del
sistema
.
E
di
nuovo
l
'
esercito
degli
spostati
,
che
attende
in
ogni
provincia
italiana
,
lancia
il
suo
ballali
e
parte
alla
conquista
del
vuoto
;
una
facoltà
che
doveva
avere
mille
studenti
se
ne
trova
,
in
breve
,
novemila
.
Gli
autonomi
non
sono
di
aspetto
gradevole
,
come
di
solito
non
lo
sono
í
poveri
;
i
loro
metodi
sono
violenti
,
spesso
il
privato
si
traduce
in
ferocia
stupida
,
in
cinismo
da
quattro
soldi
;
il
gioco
del
potere
che
si
fa
sulla
loro
pelle
può
anche
assomigliare
a
una
triste
parodia
del
leninismo
.
Ma
anche
vedere
la
palazzina
dove
ha
sede
la
facoltà
di
Psicologia
non
è
un
bel
vedere
,
anche
vedere
degli
uffici
,
dei
locali
,
delle
attrezzature
che
andrebbero
in
frantumi
se
gli
studenti
compissero
il
loro
dovere
di
venirci
a
studiare
non
è
un
bel
vedere
.
Sono
accorsi
a
migliaia
a
Psicologia
per
le
stesse
ragioni
per
cui
erano
andati
a
Trento
:
l
'
illusione
di
impadronirsi
in
qualche
modo
della
chiave
per
capire
gli
altri
e
per
comandarli
;
ancora
il
desiderio
di
onnipotenza
pessimamente
collocato
in
una
macchina
della
frustrazione
e
della
impotenza
.
Che
altro
era
nella
vecchia
Italia
la
corsa
generale
a
Giurisprudenza
?
La
speranza
di
entrare
a
far
parte
di
quelli
che
conoscono
le
machiavelliche
procedure
dei
dottori
.
Qui
a
Psicologia
anche
la
voglia
della
scorciatoia
,
di
lauree
facili
con
bibliografia
ridotta
;
e
poi
di
posti
di
prestigio
,
in
una
categoria
di
moda
:
gli
psicologi
,
dopo
i
sociologi
,
gli
urbanisti
,
gli
architetti
e
le
altre
onde
delle
ricorrenti
mode
sociali
.
Dicono
bene
i
francesi
:
un
raz
de
marée
,
una
marea
che
sale
,
d
'
improvviso
;
in
una
di
quelle
professioni
che
fanno
saltare
i
nervi
,
le
professioni
-
dice
Pizzorno
-
che
mettono
di
fronte
i
mille
che
avranno
un
buon
posto
e
un
alto
stipendio
,
agli
ottomila
che
non
avranno
niente
e
lo
prevedono
,
lo
sanno
e
si
incazzano
in
anticipo
.
Certo
,
le
aggressioni
a
Petter
e
a
Longo
sono
state
ignobili
,
cretine
,
al
punto
che
fra
gli
stessi
autonomi
ci
sarebbero
critiche
,
dissensi
aperti
se
non
intervenisse
la
disciplina
neoleninista
-
carbonara
-
mafiosa
che
li
tiene
assieme
.
Ma
è
anche
stato
mediocre
,
prima
,
lasciar
gonfiare
la
facoltà
per
piazzarci
figli
e
nipoti
di
professori
.
Adesso
il
rettorato
cerca
una
soluzione
pratica
:
arrivare
in
qualche
modo
al
numero
chiuso
senza
proclamarlo
formalmente
.
Per
potere
,
si
può
,
all
'
italiana
.
Si
chiudono
gli
uffici
per
le
iscrizioni
,
si
mettono
a
tacere
per
il
primo
anno
i
corsi
più
importanti
,
si
inizia
il
decentramento
:
in
Francia
è
riuscito
,
in
America
funziona
.
Ma
sì
,
a
parole
si
può
fare
tutto
,
dire
tutto
;
ma
solo
con
le
parole
non
si
cambia
niente
e
qui
,
da
dieci
anni
a
questa
parte
,
pochissimo
è
cambiato
,
salvo
il
numero
degli
incazzati
e
degli
emarginati
che
è
in
continuo
aumento
,
salvo
il
numero
delle
pistole
e
delle
molotov
che
è
in
continua
moltiplicazione
,
salvo
la
prospettiva
di
una
guerriglia
diffusa
,
già
in
atto
e
magari
capace
di
allargarsi
a
guerra
civile
con
conseguenti
repressioni
di
tipo
argentino
.
Perché
questa
è
la
contrapposizione
tragica
:
un
potere
immobile
,
incapace
di
uscire
dai
suoi
vizi
,
e
una
opposizione
che
si
affida
solo
alla
rabbia
,
troppo
poco
per
essere
l
'
alternativa
in
un
paese
industriale
avanzato
.