OSPITI ( CECCHI EMILIO , 1919 )
StampaPeriodica ,
Chi
sieno
e
perché
sieno
in
questa
nostra
Ronda
alcuni
ospiti
stranieri
-
per
esempio
,
Hilaire
Belloc
,
che
contribuì
al
primo
numero
,
e
Gilbert
K
.
Chesterton
,
che
ha
scritto
per
noi
le
pagine
che
si
leggono
in
altra
parte
del
presente
fascicolo
-
abbiamo
sentito
intorno
parecchi
che
se
lo
domandavano
sommessamente
.
Intanto
,
avrebbe
dovuto
esser
chiaro
,
anche
ai
più
illetterati
,
che
non
poteva
trattarsi
di
gente
assolutamente
importante
,
per
aver
voluto
che
comparisse
nella
pattuglia
rondesca
.
Riguardo
a
Belloc
,
poiché
pel
momento
egli
è
in
Italia
,
crediamo
utile
fornire
ai
lettori
alcuni
connotati
da
riconoscerlo
,
in
caso
se
lo
trovassero
davanti
a
una
cantonata
.
E
diremo
che
,
con
una
corazza
sul
petto
,
Belloc
potrebbe
passar
benissimo
per
il
più
marziale
fra
i
centurioni
di
Augusto
.
Ma
con
uno
straccio
rosso
sulle
spalle
,
tutti
lo
prenderebbero
per
il
cardinale
più
in
voce
d
'
esser
fatto
papa
.
Vestito
borghesemente
di
nero
,
tarchiato
,
brusco
,
autoritario
,
sembra
soltanto
Hilaire
Belloc
,
cioè
a
dire
,
come
giudicava
Broocke
,
il
miglior
prosatore
inglese
fra
i
vivi
;
o
addirittura
,
secondo
Mandell
,
Shanks
e
non
pochi
altri
,
il
migliore
da
'
tempi
di
Dryden
.
È
nato
nel
1870
a
La
Celle
,
Saint
Cloud
,
vicino
Parigi
,
da
madre
inglese
e
padre
francese
;
ha
servito
nell
'
ottavo
reggimento
d
'
artiglieria
francese
;
ha
studiato
storia
a
Oxford
.
È
mezzo
francese
e
cattolico
intiero
.
In
critica
povera
,
dovendo
accostarlo
a
qualcuno
di
quelli
che
qui
son
conosciuti
un
poco
meglio
,
noi
penseremmo
soltanto
a
Péguy
per
il
senso
della
terra
,
delle
opere
degli
uomini
,
e
delle
gerarchie
temporali
e
soprannaturali
.
Wandering
Peter
di
Belloc
,
sul
letticiuolo
di
morte
,
parla
dei
campi
,
delle
città
dell
'
ordine
naturale
e
umano
come
poi
ne
ha
parlato
il
Péguy
dei
Misteri
.
I
cannot
get
away
the
Thames
may
be
alive
and
London
most
certainly
is
dice
Belloc
nel
libro
sul
Tamigi
;
"
vivi
"
,
s
'
intende
,
non
in
senso
panteistico
ed
entusiastico
,
ma
in
un
senso
positivo
,
organico
e
cristiano
.
La
natura
è
circoscritta
dall
'
uomo
;
e
tutte
le
solitudini
romantiche
e
le
selvaggerie
del
mondo
non
valgono
un
giardino
di
Francia
.
Non
valgono
il
podere
,
e
non
valgono
il
pezzo
di
sole
dove
la
femminetta
stende
un
bucato
.
E
in
fondo
a
tutti
gli
itinerari
di
Belloc
,
in
fondo
a
tutti
i
suoi
libri
di
pellegrinaggio
,
si
ritrova
questo
pezzo
di
sole
,
e
il
podere
e
il
campanile
;
come
se
lo
spettacolo
degli
uomini
che
lavorano
e
costruiscono
gli
piaccia
tanto
da
andare
apposta
dimenticandoselo
pei
monti
e
pei
boschi
,
pel
gusto
di
riscoprirlo
,
tutte
le
volte
uguale
e
nuovo
,
all
'
uscita
di
una
forra
,
a
'
piedi
di
un
precipizio
,
fra
uno
strapparsi
di
nubi
.
Manalive
di
Chesterton
lasciò
la
propria
casa
,
per
poter
ritrovare
la
casa
.
Belloc
esce
da
una
città
,
ma
soltanto
per
ritrovare
la
città
.
Ma
il
motivo
lirico
che
da
Chesterton
riceve
più
intimità
e
una
grazia
tutto
inglese
di
capricciosi
paradossi
,
in
Belloc
è
trattato
con
semplicità
e
durezza
latina
;
con
lo
stile
della
storia
e
quasi
della
legge
;
e
difatti
la
disposizione
del
sangue
,
e
il
culto
della
civiltà
continentale
e
insomma
di
Roma
,
hanno
portato
questo
scrittore
a
un
tipo
di
prosa
che
possiede
la
mobilità
inglese
con
la
solidità
,
la
squadratura
e
la
ridondante
chiarezza
mediterranea
.
Da
coteste
condizioni
è
determinata
strettamente
tutta
l
'
opera
di
Belloc
,
per
divaganti
che
possano
sembrare
certi
aspetti
.
Gli
itinerari
:
The
Path
in
Rome
,
The
River
of
London
,
Esto
Perpetuo
,
ecc
.
segnano
la
conoscenza
,
il
contatto
con
la
terra
.
I
volumi
di
saggi
:
On
nothing
,
On
everything
,
Hills
and
the
Sea
danno
incontri
più
brevi
,
ancora
di
cotest
'
ordine
;
o
scorci
umoristici
della
nostra
società
,
vista
con
cotest
'
anima
,
o
infine
veri
e
propri
poemi
in
prosa
,
come
Home
,
On
Sacramental
things
,
The
death
of
Wandering
Peter
,
ecc
.
ecc
.
ne
'
quali
Belloc
ha
fissato
i
suoi
motivi
e
le
sue
figure
fondamentali
.
I
could
easily
believe
that
not
only
whole
Countries
,
but
particular
persons
have
their
Tutelary
and
Guardian
Angels
,
aveva
lasciato
Thomas
Browne
.
Nella
Buona
Donna
Belloc
segnava
appunto
il
ritratto
di
una
di
coteste
creature
tutelari
.
E
lasciamo
i
lavori
storici
,
e
i
lavori
di
critica
delle
operazioni
della
guerra
,
nei
quali
è
per
sé
evidente
la
funzione
di
quel
senso
della
terra
,
sia
inteso
nelle
relazioni
superiori
,
sia
inteso
come
modesta
topografia
.
Un
'
opera
che
importa
molto
di
più
è
:
The
Servile
State
,
dove
Belloc
ha
mostrato
come
la
società
industriale
,
quale
conosciamo
e
alla
quale
apparteniamo
,
non
tenda
altro
che
a
ristabilire
la
schiavitù
economica
e
politica
.
L
'
ha
mostrato
traverso
un
'
analisi
della
formazione
dell
'
attuale
sistema
economico
inglese
,
dai
fondamenti
romani
,
alla
perfezione
raggiunta
sotto
le
istituzioni
medioevali
monastiche
.
Anche
per
lui
,
come
per
Chesterton
,
la
Riforma
rappresenta
una
specie
di
cataclisma
nella
storia
inglese
;
e
il
sistema
di
distribuzione
della
proprietà
seguito
alla
distruzione
dei
monasteri
,
segna
per
lui
il
principio
delle
oligarchie
che
già
verso
il
1630-40
si
erano
consolidate
e
impadronite
della
terra
e
della
potenza
,
e
oggi
si
son
trasformate
nelle
oligarchie
industriali
che
detengono
i
monopoli
,
e
attraverso
le
coalizioni
giornalistiche
corrompono
e
dirigono
la
vita
politica
e
culturale
del
paese
.
Con
queste
idee
e
con
energia
militare
,
Belloc
ha
condotto
per
lunghi
anni
e
conduce
ancora
la
sua
opera
di
giornalista
.
E
qui
bisognerebbe
scoprire
l
'
altra
batteria
.
Qui
vien
fuori
il
secondo
Ajace
,
Gilbert
K
.
Chesterton
.
(
La
figura
di
Cecil
Chesterton
,
morto
il
6
dicembre
1918
,
è
notevole
,
ma
molto
minore
)
.
Nelle
polemiche
son
sempre
accanto
;
e
Shaw
che
ormai
è
abituato
a
trovarseli
pericolosissimamente
a
ridosso
,
un
giorno
li
ha
definiti
burlescamente
con
un
nome
solo
:
"
lo
Chesterbelloc
,
questo
grottesco
elefante
da
fiera
,
composto
di
due
animali
,
etc
.
"
.
Ma
di
Gilbert
K
.
Chesterton
ho
scritto
già
tante
e
tante
volte
,
che
alla
fine
dev
'
esser
cominciata
a
sembrare
quasi
una
mania
.
Veda
chi
vuole
,
il
libro
del
West
su
Chesterton
,
come
quello
di
Mandell
e
Shanks
su
Belloc
,
per
la
storia
di
coteste
campagne
contro
la
corruzione
capitalistica
e
parlamentare
,
contro
gli
ebrei
internazionali
che
la
fomentano
,
contro
il
socialismo
astrattista
e
disintegratore
,
contro
gli
esteti
,
e
altre
sottospecie
di
parassiti
.
E
se
in
Ortodoxy
ed
Heretics
,
Gilbert
K
.
Chesterton
ha
dato
i
più
bei
libri
moderni
in
difesa
della
morale
cristiana
,
è
certo
che
da
Belloc
gli
è
venuto
almeno
in
parte
l
'
orientamento
a
quelle
interpretazioni
storiche
alle
quali
ultimamente
egli
ha
dedicato
l
'
opuscolo
:
The
crimes
of
England
e
la
Short
History
of
England
,
due
opere
così
serie
che
tutti
,
al
solito
,
hanno
creduto
preferibile
pensare
fossero
state
scritte
per
chiasso
.
E
dal
fratello
Cecil
e
da
Belloc
gli
è
ancora
venuta
la
fede
nella
possibilità
d
'
una
ricostruzione
sociale
secondo
l
'
antico
sistema
delle
gilde
;
uno
schema
autoctono
,
ma
con
curiosi
riscontri
e
contrasti
con
quello
di
Georges
Sorel
.
L
'
elezione
della
Coalizione
,
gli
scioperi
di
Glasgow
e
Belfast
,
gli
hanno
offerto
ultimamente
le
più
stimolanti
opportunità
di
ribattere
nella
sua
rivista
The
New
Witness
,
su
tutti
questi
punti
.
Si
può
essere
sicuri
che
non
s
'
è
fatto
pregare
.
Dicevo
che
,
ormai
da
molti
anni
,
noi
ci
siamo
sentiti
interessati
in
questi
scrittori
,
per
vari
atteggiamenti
del
loro
stile
e
della
loro
politica
,
per
la
loro
ostinazione
di
uomini
di
fede
,
e
la
loro
grande
capacità
di
fumisti
e
umoristi
;
infine
per
quel
costante
sguardo
filiale
verso
Roma
.
Per
parte
loro
essi
non
hanno
voluto
trovare
troppo
immatura
o
comunque
disdicevole
la
nostra
compagnia
;
e
,
così
,
eccoli
nella
nostra
rivista
.
StampaPeriodica ,
Non
mi
meraviglierei
se
anche
Stevenson
fosse
di
quegli
scrittori
che
,
per
un
complesso
di
circostanze
piuttosto
difficili
a
spiegare
,
i
conterranei
ammirano
,
spesso
anche
enfaticamente
,
ma
in
un
modo
intrigato
.
Nei
riguardi
di
questi
scrittori
,
gli
stranieri
godono
un
privilegio
di
spregiudicatezza
e
candore
,
o
diciamo
addirittura
d
'
ignoranza
:
ignoranza
che
,
come
in
altri
casi
,
finisce
per
contare
come
una
buona
azione
ad
esser
premiata
.
Si
potrebbe
obbiettare
,
quanto
all
'
Italia
,
che
Stevenson
non
è
ammirato
in
nessuno
dei
due
modi
,
perché
sostanzialmente
è
ignorato
;
e
lo
considerano
,
alla
lontana
,
come
un
autore
di
libri
d
'
avventure
pei
ragazzi
:
un
quissimile
di
Salgari
o
di
Verne
.
Ed
è
vero
.
Ma
se
,
nel
testo
o
in
traduzioni
fatte
con
arte
,
Stevenson
sarà
più
letto
,
non
credo
improbabile
si
riconoscerà
,
d
'
istinto
e
con
molta
chiarezza
,
il
suo
significato
vitale
,
che
,
studiando
alcuni
scritti
inglesi
intorno
a
lui
,
ho
visto
che
invece
è
scoperto
,
quando
è
scoperto
,
soltanto
tra
frasche
e
andirivieni
;
e
definito
,
quasi
sempre
,
incidentalmente
o
a
mezza
voce
.
È
uno
di
quei
casi
che
si
cerca
la
seggiola
sulla
quale
siamo
seduti
;
e
che
il
problema
letterario
s
'
inacerbisce
appunto
perché
si
parla
troppo
d
'
un
problema
letterario
e
ci
si
monta
il
capo
.
Probabilmente
la
vera
soluzione
la
dettero
,
fin
da
'
primi
giorni
di
Treasure
Island
,
i
ragazzi
.
È
l
'
unica
cosa
che
resterebbe
da
fare
ai
grandi
,
forse
non
sarebbe
altro
che
mettere
in
forma
,
con
più
riguardo
possibile
,
le
impressioni
dei
piccini
.
Ha
osservato
Chesterton
,
discutendo
un
libro
di
H
.
Bellyse
Baildon
su
Stevenson
,
che
,
nell
'
ammirazione
dei
lettori
colti
,
l
'
incanto
delle
straordinarie
virtù
di
questo
scrittore
è
in
certo
modo
turbato
dall
'
eccesso
d
'
una
virtù
addizionale
:
"
la
versatilità
e
destrezza
artistica
"
.
"
Egli
sofferse
della
sua
versatilità
,
non
perché
riuscì
abbastanza
bene
nei
generi
più
diversi
,
ma
perché
,
nei
generi
più
diversi
riuscì
troppo
bene
"
.
"
Capace
di
realizzare
il
proverbiale
miracolo
d
'
essere
in
cinque
posti
allo
stesso
tempo
,
portò
gli
altri
a
ritenere
ch
'
egli
fosse
cinque
diverse
persone
"
.
(
Twelve
Types
,
115
)
.
E
cinque
persone
,
specie
se
coperte
d
'
un
sol
nome
,
finiscon
sempre
coll
'
essere
molto
meno
convincenti
di
una
sola
persona
.
Ma
vorrei
dire
,
piuttosto
,
che
non
soltanto
Stevenson
fu
capace
di
trovarsi
in
cinque
posti
allo
stesso
tempo
,
in
modo
che
la
gente
poté
pensare
ch
'
egli
fosse
cinque
diverse
persone
.
Completamente
in
alcuni
dei
suoi
libri
,
saltuariamente
in
altri
,
tutte
le
sue
cinque
,
sette
o
otto
persone
:
il
ragazzo
,
il
cockney
,
il
letterato
,
il
pirata
,
il
puritano
,
si
riabbracciavano
fraternamente
e
ridiventavano
una
;
e
fu
,
per
l
'
appunto
,
nei
luoghi
più
semplici
dei
libri
abili
e
versatili
,
quando
non
fu
nei
più
semplici
fra
tutti
i
suoi
libri
.
In
realtà
,
uno
scrittore
come
lui
,
ricchissimo
di
senso
del
romanzo
peccava
,
almeno
in
certo
senso
,
di
eccesso
romanzesco
,
quando
,
pur
con
tutta
la
sua
scaltra
discrezione
e
la
sua
facoltà
di
dare
alle
immagini
la
positività
d
'
un
documento
storico
,
si
metteva
ad
architettare
un
romanzo
.
Senza
contare
che
per
questo
scrittore
così
dotato
la
vita
vissuta
era
stata
,
quasi
dal
principio
,
straordinaria
come
il
più
incredibile
dei
romanzi
.
"
Questo
clima
;
questi
viaggi
;
e
l
'
apparire
delle
terre
all
'
aurora
;
le
nuove
isole
che
spuntavano
dai
banchi
di
nebbie
mattutine
;
e
nuovi
approdi
boscosi
;
e
nuovi
allarmi
di
temporali
e
risacche
-
tutta
la
storia
della
mia
vita
è
per
me
più
bella
di
qualsiasi
poema
"
(
Letters
,
11
,
160
)
.
Per
questo
scrittore
,
la
disposizione
più
feconda
veniva
ad
essere
non
dico
tanto
rituffarsi
nella
propria
storia
"
più
bella
di
qualsiasi
poema
"
,
quanto
lasciarsi
galleggiare
alla
superficie
di
cotesta
storia
;
non
tanto
raccontarsi
nel
passato
,
quanto
rivedersi
nelle
cose
,
semplicemente
posando
gli
occhi
sul
mondo
.
La
sapienza
ingenua
del
suo
sguardo
bastava
a
creare
,
con
la
materia
immediata
del
mondo
,
il
più
pacifico
e
vertiginoso
miracolo
,
al
quale
era
impossibile
potessero
aggiunger
qualcosa
anche
le
più
acute
invenzioni
.
Tutta
la
sua
mitologia
è
,
così
,
colore
istantaneo
e
suono
.
Ci
son
parole
semplicissime
,
portate
senza
epiteti
:
la
parola
surf
,
per
esempio
;
che
nessun
altro
scrittore
sembra
possa
mai
più
,
in
nessun
modo
,
adoprarle
,
senza
accettare
nello
stesso
tempo
tutto
quello
che
in
lui
voglion
dire
,
tanto
il
suo
romanzo
ormai
le
riempie
e
le
preme
.
E
se
guarda
:
"
la
ciocca
secca
d
'
un
palmizio
come
un
ventaglio
d
'
oro
fra
la
verzura
"
o
"
l
'
acqua
dell
'
atollo
azzurra
e
grigia
;
e
nella
trasparenza
della
luce
sottomarina
il
corallo
rameggiante
e
fiorito
e
la
moltitudine
dei
pesci
che
volteggiano
,
punteggiati
,
striati
,
perfino
rostrati
come
pappagalli
...
"
(
In
The
South
Seas
,
167
)
;
il
suo
colore
è
in
sé
la
più
fantastica
delle
favole
;
e
qualsiasi
avventura
,
dopo
,
non
sembra
che
un
'
estensione
e
un
commento
.
Come
il
suo
stile
è
,
costantemente
,
così
delicato
e
fermo
,
leggero
e
governato
,
che
l
'
unica
sorpresa
ch
'
egli
riesce
ad
aggiungergli
è
d
'
arrivare
quasi
ad
obliarlo
,
ritrovando
nelle
lettere
e
diari
,
e
nelle
pagine
di
In
The
South
Seas
,
una
familiare
chiarezza
anche
superiore
a
quella
sua
chiarezza
temperata
su
Livio
;
una
naturale
finitezza
,
anche
più
raffinata
di
quella
sua
industriosa
finitezza
francese
.
Intendo
che
,
per
mio
conto
,
è
impossibile
,
nei
riguardi
di
Stevenson
,
eresia
più
rozza
e
pedantesca
di
quella
proposta
dal
suo
biografo
e
critico
Graham
Balfour
,
secondo
la
quale
,
una
volta
entrato
nei
mari
del
Sud
e
nell
'
ultimo
periodo
della
sua
vita
,
Stevenson
non
avrebbe
prodotto
più
nulla
d
'
assolutamente
grande
.
E
,
in
ogni
caso
,
sarei
piuttosto
per
un
'
eresia
che
sostenesse
il
contrario
.
Comunque
,
posso
assicurare
,
che
quella
versatilità
e
ubiquità
la
quale
determina
,
come
s
'
è
visto
,
in
alcuni
lettori
,
una
sorta
di
diminuzione
di
fede
,
per
conto
mio
non
mi
ha
mai
impedito
di
essere
a
tutti
i
suoi
spettacoli
e
col
più
innocente
abbandono
.
Ho
detto
che
,
riguardo
a
Stevenson
,
forse
converrebbe
fare
come
i
bambini
.
E
anche
in
questo
caso
,
oltre
mille
altri
,
mi
trovo
davvero
ad
avere
fatto
in
tutto
come
i
bambini
.
Al
pappagallo
di
cucina
,
sulla
nave
che
porta
i
pirati
verso
l
'
isola
del
tesoro
,
io
gli
ho
voluto
più
bene
che
se
fosse
stato
il
pappagallo
di
casa
mia
;
molti
anni
prima
di
sapere
che
c
'
erano
stati
anche
i
pappagalli
di
Daniel
Defoe
,
e
che
cotesto
,
probabilmente
,
veniva
da
quella
famiglia
di
pappagalli
.
E
son
sicuro
d
'
aver
sgranato
gli
occhi
come
un
bambino
,
quando
in
Treasure
Island
la
nave
deserta
viene
bordeggiando
sul
risucchio
come
la
più
indubitabile
e
pazza
delle
apparizioni
;
e
d
'
averli
sgranati
con
non
meno
stupore
,
più
tardi
,
e
,
questa
volta
,
non
più
soltanto
come
un
bambino
ma
anche
come
un
critico
,
nell
'
accorgermi
che
cotesta
nave
,
il
più
perfezionato
dei
vascelli
fantasma
,
apparteneva
alla
stessa
flottiglia
della
nave
-
scheletro
in
Coleridge
e
del
pontone
abbandonato
di
Gordon
Pym
.
La
voce
spettrale
presso
la
tomba
del
tesoro
,
il
campanello
del
lebbroso
in
The
Black
Arrow
,
il
gemito
delle
sirene
in
The
Beach
of
Falesa
,
e
quel
cantarellare
di
Keawe
nella
stanza
da
bagno
,
che
bruscamente
s
'
interruppe
e
non
si
sentì
più
(
The
Bottle
Imp
)
,
se
qualcuno
poté
udirli
e
scordarsene
,
per
me
li
sentii
con
troppo
spavento
da
potermene
mai
più
dimenticare
.
Il
diabolismo
di
The
Master
of
Ballantrae
e
Dr
.
Jekyll
,
appena
per
un
miracolo
non
mi
fece
davvero
credere
,
anche
me
come
tanti
,
a
un
pessimismo
di
Stevenson
.
E
se
,
infine
,
c
'
era
da
applaudire
una
trovata
da
maestro
,
un
'
alzata
di
genio
nel
cavarsi
d
'
impaccio
,
nel
rianimare
e
risolvere
una
situazione
(
per
esempio
il
duello
notturno
di
Wiltshire
e
Case
in
The
Beach
of
Falesa
che
poteva
,
da
un
minuto
all
'
altro
,
diventar
banale
,
io
ho
applaudito
con
la
compunzione
con
cui
si
applaudono
i
portenti
che
non
sapremo
far
mai
,
ma
ai
quali
la
bontà
di
Dio
ci
permette
,
qualche
volta
,
d
'
assistere
di
dietro
le
quinte
,
o
dalla
buca
del
suggeritore
.
Con
tutto
questo
,
so
che
ci
son
cose
nelle
quali
Stevenson
è
Stevenson
più
che
in
tutte
queste
cose
.
E
toni
anche
più
suoi
di
tutti
questi
toni
.
Verità
sue
,
più
romanzesche
di
tutte
queste
strepitose
invenzioni
.
Ripeto
ch
'
egli
era
troppo
immediatamente
pieno
di
romanzo
da
aver
bisogno
di
romanzi
.
Era
di
quei
poeti
che
dicono
qualche
gran
cosa
lirica
,
tutte
le
volte
che
scrivono
una
lirica
,
ma
forse
ne
dicono
una
anche
più
grande
,
quando
si
crederebbe
soltanto
che
avessero
tirato
giù
il
più
vago
degli
appunti
,
o
magari
avessero
chiesto
un
cerino
.
Era
di
quei
pittori
che
stemperano
gli
ori
e
le
gemme
del
Sultano
e
i
colori
del
tramonto
,
nella
loro
nuova
edizione
delle
Mille
e
una
notte
.
Ma
poi
si
scopre
che
la
figura
più
luminosa
la
tinsero
"
con
una
scatola
di
acquarelli
da
una
lira
"
,
come
quelle
che
,
per
dipingere
i
mari
e
i
regni
delle
loro
carte
geografiche
,
adoprano
i
bambini
.
Era
di
quei
sognatori
che
convincono
a
tutti
i
sogni
,
e
specialmente
ai
più
eccessivi
e
assurdi
sogni
;
e
così
ci
ha
fatto
credere
d
'
aver
visto
con
questi
poveri
occhi
il
diavolo
stesso
uscire
e
rientrare
nella
boccetta
più
lesto
d
'
un
lucertolino
(
The
Bottle
Imp
)
.
Ma
non
c
'
è
sogno
che
non
imbianchi
,
quando
s
'
è
visto
che
cosa
sieno
una
proda
d
'
erba
,
una
donna
lungomare
,
il
muro
d
'
una
casa
specchiati
nelle
sue
infantili
e
tremende
pupille
.
Era
di
quei
raccontatori
che
posson
fare
anche
a
meno
delle
suggestive
distanze
che
altri
ricava
dalle
cronache
e
dalle
leggende
,
o
trova
nelle
architetture
e
prospettive
del
racconto
;
perché
tutto
in
lui
,
all
'
atto
della
parola
,
precipitava
in
ingenuità
trasparenti
e
vivi
colori
,
ma
portando
seco
come
il
rombo
d
'
un
'
avventura
e
d
'
una
lontananza
infinita
.
Questa
chiarezza
misteriosa
diventa
più
fissa
e
più
alta
,
quando
gli
arcipelaghi
tropicali
gli
galleggiarono
incontro
,
come
paradisi
emersi
di
fondo
al
tempo
e
al
dolore
:
"
e
s
'
udirono
sopra
bordo
belare
gli
agnelli
e
un
uccello
che
cantava
alla
collina
;
e
ci
fiatò
incontro
l
'
odore
della
terra
e
della
frutta
e
dei
fiori
;
ed
ecco
,
una
casa
o
due
apparvero
...
"
(
In
the
South
Seas
,
6
)
.
Ma
l
'
accento
leggendario
è
in
ogni
impressione
della
sua
vita
;
né
ricordi
di
Barbizon
e
del
lago
artico
di
Saranac
;
di
Davos
Platz
e
della
domestica
Edimburgo
;
fino
a
quelli
della
miseria
infantile
,
nelle
interminabili
notti
di
tosse
e
di
febbre
,
in
braccio
alla
nutrice
:
"
Come
mi
ricordo
bene
di
quando
ella
m
'
alzava
di
letto
,
e
portandomi
alla
finestre
mi
mostrava
una
o
due
finestre
accese
di
là
dal
nero
cerchio
dei
giardini
;
e
l
'
un
con
l
'
altra
ci
dicevamo
che
forse
anche
laggiù
c
'
eran
dei
bambini
malati
con
le
loro
nutrici
e
come
noi
aspettavano
l
'
alba
!
"
(
Underwoods
:
The
Sick
Child
)
.
Nei
mari
del
Sud
il
suo
miracolo
riceve
soltanto
l
'
ultima
evidenza
;
e
succede
qualcosa
di
simile
a
quando
Wiltshire
sulla
nave
porta
all
'
occhio
il
cannocchiale
e
regola
la
vite
,
e
la
spiaggia
s
'
accostò
di
salto
.
Vita
e
fantasia
si
sovrapposero
in
assoluta
e
storica
identità
;
e
veramente
ormai
non
c
'
era
che
dimenticarsi
e
guardare
.
Tutti
i
suoi
personaggi
,
anche
quelli
che
non
aveva
avuto
coraggio
di
descrivere
,
eran
diventati
vivi
e
parlanti
,
di
carne
e
d
'
ossa
;
e
venivano
a
pigliare
il
thè
e
chiedergli
un
consiglio
in
casa
sua
e
sulla
veranda
:
i
capi
tribù
,
le
regine
cannibali
ora
spotestate
e
ospiti
delle
monache
;
i
pirati
ridotti
a
mestieri
ragionevoli
,
i
ravveduti
bucanieri
.
Così
le
sue
lettere
e
diari
di
questi
anni
son
la
miniera
d
'
un
materiale
che
non
ha
quasi
subìto
ritocchi
,
e
non
ne
aveva
bisogno
,
passando
negli
ultimi
racconti
famosi
;
ma
c
'
è
passato
soltanto
in
piccola
parte
.
Daremo
prossimamente
la
traduzione
d
'
alcune
di
coteste
pagine
;
e
,
oltre
alla
gioia
che
potrà
offrire
la
loro
bellezza
,
saranno
la
più
netta
riprova
di
quel
che
abbiamo
voluto
dire
della
visionarietà
di
Stevenson
e
del
suo
particolare
senso
del
romanzo
.
I
rematori
di
The
Beach
of
Falesa
;
che
vanno
con
il
loro
canotto
verso
le
cascate
dove
son
le
fate
;
quella
magica
barca
del
missionario
dipinta
di
bianco
,
la
cui
sagoma
sembra
d
'
aver
visto
(
con
la
seggiola
a
dondolo
e
l
'
elmo
di
sughero
del
prete
e
ogni
cosa
)
sulla
pancia
d
'
un
vaso
cretese
;
l
'
"
atollo
"
di
The
Isle
of
Voices
,
con
la
frangia
di
dattolieri
e
la
laguna
tempestata
di
stelle
;
e
Kokua
ch
'
esce
dal
bagno
col
suo
cappellone
di
paglia
;
e
Urna
sulla
riva
di
Falesa
nella
sua
nudità
d
'
antica
statua
greco
buddhista
,
non
son
che
poche
figure
d
'
un
album
che
ne
ha
mille
.
E
quanto
ai
guerrieri
e
capi
,
lasceremo
giudicare
quelli
che
conoscono
,
o
ai
quali
faremo
conoscere
,
Tembinok
re
di
Apemama
,
in
tight
o
in
uniforme
navale
,
con
la
pipa
di
schiuma
e
gli
occhiali
verdi
.
Tutti
i
suoi
personaggi
eran
diventati
veri
,
e
si
raccoglievano
intorno
a
lui
:
e
perfino
l
'
orrendo
lebbroso
di
The
Black
Arrow
,
dall
'
antichità
medievale
era
disceso
nel
lazzeretto
di
Molokai
,
con
centinaia
di
fratelli
.
Stevenson
volle
vivere
insieme
a
loro
parecchi
giorni
.
La
cristiana
giovialità
ch
'
è
la
gran
logica
dei
suoi
racconti
,
gli
si
trasformava
,
o
meglio
finiva
di
trasformarglisi
,
in
atto
;
e
questo
è
forse
l
'
ultimo
segreto
anche
della
sua
perfezione
di
poeta
,
conquistato
attraverso
le
sue
infinite
e
quasi
quotidiane
morti
;
il
segreto
di
quel
suo
ultimo
sguardo
,
umido
e
sfolgorante
sopra
le
cose
.
Com
'
è
diverso
,
anzi
contrario
a
tutti
gli
artisti
che
si
misero
in
giro
pel
mondo
,
disperati
predoni
!
Gauguin
,
che
va
a
Tahiti
per
ragion
.
d
'
estetica
,
e
,
dipingendo
Tahiti
,
con
la
coda
dell
'
occhio
guarda
Parigi
;
e
s
'
abbevera
di
vita
primordiale
,
come
uno
che
beve
vino
non
perché
il
vino
è
una
cosa
gioconda
,
ma
perché
ci
son
casi
che
il
vino
può
esser
anche
una
medicina
.
La
volontà
arcaica
di
Gauguin
a
Tahiti
non
è
spiritualmente
più
sana
dell
'
atto
col
quale
il
decadente
fuma
l
'
oppio
per
sognare
e
cavare
una
poesia
da
cotesti
sogni
.
Niente
di
simile
in
Stevenson
;
e
niente
di
quella
cupidità
ch
'
è
in
Henley
,
di
caricare
i
toni
della
vita
barbarica
.
La
sua
passione
per
le
avventure
,
i
combattimenti
,
il
sangue
che
corre
,
è
tutta
ariostesca
.
E
niente
della
professionalità
di
Kipling
,
della
sua
enfasi
imperiale
.
Stevenson
gira
soltanto
per
le
necessità
della
salute
distrutta
;
e
nella
sua
casa
di
Vailima
seguita
di
buona
voglia
a
scriver
fiabe
scozzesi
.
Non
ha
nessuna
velleità
di
allargare
il
mondo
,
come
fa
Kipling
,
che
non
è
mai
sazio
delle
diversità
più
mostruose
;
e
il
suo
interesse
,
invece
d
'
allargare
il
mondo
è
stranirlo
,
è
di
famigliarizzarlo
e
riempirlo
d
'
intimità
.
In
confronto
all
'
improntitudine
del
Kipling
,
giornalista
e
militare
,
che
commovente
confessione
quella
di
Stevenson
,
la
notte
che
precede
il
suo
approdo
alle
isole
dei
mari
del
Sud
!
"
A
un
tratto
sentii
vergogna
che
quelle
notti
fossero
più
belle
delle
nostre
notti
,
gli
astri
più
dolci
e
lucenti
,
le
costellazioni
più
armoniose
.
Sentii
vergogna
,
dico
,
come
d
'
un
'
estrema
infedeltà
,
d
'
aver
disertato
le
stelle
che
brillano
sui
miei
padri
...
"
(
In
the
South
Sea
,
14
)
.
È
questo
scrupolo
di
possedere
,
che
dà
benedizione
al
suo
possesso
.
E
per
questo
i
suoi
arcipelaghi
equatoriali
sembran
visti
nella
santa
luce
che
illuminò
le
prime
navigazioni
mediterranee
.
E
per
questo
la
vita
di
Samoa
e
di
Honololu
ha
la
domestica
universalità
che
prima
avevan
avuto
soltanto
quei
risvegli
borghigiani
e
giuochi
di
fanciulle
e
marini
colloqui
dell
'
Odissea
.
StampaPeriodica ,
La
natura
d
'
un
artista
,
e
specie
d
'
uno
storico
,
essendo
una
con
la
materia
delle
sue
verità
,
non
si
può
parlare
dello
stile
di
Cattaneo
senza
toccare
delle
sue
idee
,
sebbene
qui
egli
c
'
importi
soprattutto
per
l
'
aspetto
plastico
della
sua
arte
.
Pare
,
da
molti
luoghi
de
'
suoi
libri
,
ch
'
egli
si
considerasse
poco
più
d
'
un
"
novelliere
letterario
"
come
dicevano
al
tempo
del
Vico
,
un
divulgatore
,
o
insomma
uno
,
secondo
le
sue
proprie
parole
,
che
"
riassumeva
e
ventilava
dottrine
altrui
"
:
"
per
suscitare
,
innalzare
i
pensieri
della
nazione
,
le
sue
speranze
,
i
voleri
,
gli
ardimenti
"
.
Ma
il
Croce
ha
già
avuto
occasione
di
mettere
in
rilievo
l
'
alto
valore
del
Cattaneo
come
storico
nel
pieno
significato
della
parola
.
Gli
universali
del
Cattaneo
son
quelli
del
Vico
,
e
del
Foscolo
dei
Sepolcri
e
delle
Lezioni
d
'
Eloquenza
.
Il
suo
modo
particolare
di
attuarli
ha
origine
nell
'
idea
della
"
filosofia
civile
"
e
dell
'
"
arte
sociale
"
del
Romagnosi
,
ma
trova
la
sua
caratteristica
sopratutto
nell
'
austerità
e
perfino
drammaticità
con
cui
egli
sente
il
fatto
sociale
e
riporta
tutti
i
fenomeni
tecnici
,
giuridici
,
economici
,
in
valori
morali
,
in
relazione
al
loro
significato
di
forze
costruttive
o
disgregatrici
delle
istituzioni
e
della
compagine
degli
Stati
.
La
severità
d
'
un
Parini
,
smorzata
d
'
una
certa
acredine
,
s
'
anima
in
lui
di
severa
e
quasi
sconsolata
speranza
,
nel
concetto
progressivo
e
nella
passione
pratica
d
'
un
Beccaria
;
avuto
presente
che
la
gravità
con
la
quale
egli
giudicava
la
vita
sociale
toglie
a
cotesto
concetto
di
progresso
ogni
banalità
illuministica
e
benthamiana
.
E
la
sua
origine
campagnuola
gli
dà
il
culto
e
il
contatto
della
terra
,
e
una
lirica
felicità
di
intuizioni
non
meno
persuasive
quando
ci
parla
della
sua
Lombardia
che
quando
ci
parla
dell
'
antico
Egitto
,
del
Messico
e
dell
'
Irlanda
.
La
preparazione
ecclesiastica
arricchisce
e
scaltrisce
la
sua
psicologia
di
storico
democratico
,
dove
tratta
di
tirannie
teologiche
e
alza
i
velami
di
suoi
misteri
della
politica
sacerdotale
.
L
'
abito
tecnico
più
che
letterario
,
gli
smuove
e
porta
in
vasti
contatti
e
ravviva
di
laboriose
curiosità
le
sue
disposizioni
a
interpretare
la
natura
dei
popoli
e
a
tentare
suoi
ritrovati
delle
nuove
scoperte
e
sulle
nuove
ipotesi
,
per
le
più
antiche
nazioni
e
civiltà
,
quel
che
il
Vico
aveva
fatto
per
i
miti
e
le
forme
civili
della
Grecia
e
del
Lazio
.
Infine
il
suo
gusto
monumentale
e
oratorio
e
il
suo
senso
civico
latino
,
di
preferenza
lo
volgono
verso
le
civiltà
classiche
e
a
forma
di
gran
rilievo
.
Per
la
coltura
neoplatonica
,
alessandrina
,
col
suo
fondo
dispersivo
,
non
ha
che
sospetto
;
e
anche
il
suo
libro
sulle
Interdizioni
economiche
imposte
agli
Israeliti
sostiene
la
necessità
che
gli
ebrei
sieno
riammessi
alla
vita
civile
e
cessi
l
'
antisemitismo
economico
,
ma
pel
motivo
principale
che
togliendo
gli
ebrei
dall
'
isolamento
nel
quale
essi
si
son
create
le
loro
formidabili
fortune
,
si
darà
il
più
gran
colpo
al
sistema
di
coteste
fortune
e
all
'
esosa
parzialità
del
loro
dominio
nel
mondo
moderno
;
ch
'
è
insomma
un
filosemitismo
più
che
altro
inteso
a
disciogliere
l
'
anarchia
e
disgregatrice
natura
giudaica
,
nell
'
unità
sociale
delle
altre
razze
.
Cattaneo
ha
il
senso
fantasmagorico
delle
origini
,
delle
migrazioni
,
delle
civiltà
scomparse
,
e
dopo
Vico
nessuno
come
lui
,
nei
numeri
delle
sue
frasi
,
fece
sentire
il
passo
del
tempo
e
lo
svolgersi
dei
cicli
e
delle
vicende
civili
.
I
suoi
paradossi
figurativi
brillano
repentini
sulla
sostanza
a
volte
impigrita
e
la
riportano
d
'
un
tratto
a
un
bagliore
d
'
alta
poesia
;
come
nella
storia
delle
piramidi
di
Menfi
:
"
Appartengono
ai
tempi
dei
più
antichi
re
;
sembra
che
ognun
di
loro
occupasse
tutto
il
suo
regno
a
inalzarsi
una
tomba
"
;
o
dove
ci
mostra
le
cave
degli
alabastri
,
dei
porfidi
,
dei
basalti
schierate
in
ordine
gigantesco
sulle
sponde
del
Nilo
e
traverso
le
sue
cataratte
,
e
il
fiume
sacro
che
partecipa
all
'
incomparabile
grandezza
delle
arti
egiziane
,
agevolando
il
trasporto
dei
marmi
;
o
quando
infine
svela
le
chiavi
immaginose
dei
sistemi
cronologici
e
numerali
degli
Atzechi
.
A
volte
riduce
all
'
improvviso
la
materia
descrittiva
nella
quale
ha
doviziato
,
sotto
lo
schema
ideologico
:
come
quando
distingue
le
civiltà
cresciute
lungo
fiumi
come
il
Gange
,
l
'
Hoang
-
Ho
,
il
Nilo
,
per
vie
omogenee
,
unitarie
,
e
le
civiltà
impervie
e
frantumate
dei
paesi
scabri
come
l
'
Italia
;
ma
la
classificazione
è
ancora
un
'
immagine
e
l
'
idea
è
fiorente
come
in
una
scrittura
geroglifica
.
E
anche
nei
trapassi
e
nei
movimenti
più
casuali
e
fuggevoli
lampeggia
sempre
di
figure
.
Dice
ad
esempio
:
"
I
raggi
del
vero
schiarano
ancora
solamente
pochi
iniziati
,
i
quali
siedono
quasi
in
teatro
sfolgorante
,
mentre
nell
'
attigue
vie
regnano
le
tenebre
e
i
sogni
"
.
O
con
figura
appena
posata
in
una
parola
:
"
Le
placide
acque
nel
calare
lasciano
velata
tutta
la
campagna
del
limo
onde
son
dense
"
.
O
in
tocchi
celerissimi
,
rivelatori
d
'
un
'
esperienza
rara
,
specie
se
si
tien
conto
dei
tempi
;
e
in
giudizi
di
tutto
un
gusto
o
una
civiltà
,
rapiti
nell
'
impeto
d
'
una
frase
,
come
quegli
"
ardimenti
gracili
e
feminei
del
lusso
chinese
"
;
e
sintesi
d
'
eleganza
e
d
'
energia
compagne
.
E
la
sobria
gentilezza
con
cui
sa
adagiare
l
'
esaltazione
della
sua
oratoria
,
per
esempio
in
quei
tratti
sulle
ninfee
nel
saggio
sull
'
Antico
Egitto
;
o
dove
riporta
la
millenaria
canzone
:
"
trebbiate
,
o
buoi
;
la
paglia
a
voi
,
il
grano
al
sire
"
che
ancora
s
'
ode
nei
campi
dell
'
Egitto
"
trasmutata
in
parole
arabe
,
ma
con
una
melodia
flebile
e
molle
che
non
è
degli
Arabi
;
e
si
direbbe
il
canto
di
quei
morti
che
giacciono
accatastati
a
milioni
nelle
necropoli
e
nelle
viscere
dei
monti
"
.
Non
sono
sicuro
che
in
un
Daniello
Bartoli
,
dov
'
è
meno
antagonistico
e
favoloso
,
non
possa
esservi
qualche
cosa
che
uno
scrittore
laboriosissimo
come
il
Cattaneo
abbia
studiato
con
vantaggio
.
Se
non
che
il
Bartoli
non
va
mai
oltre
una
splendida
curiosità
esclamativa
che
tutt
'
al
più
arieggia
alla
vacuità
adorabile
dei
primi
panteismi
ottocenteschi
;
e
nel
Cattaneo
non
si
tratta
di
curiosità
e
divertimento
,
ma
di
coscienza
e
passione
.
Quando
parla
de
'
Celti
,
degli
Egiziani
,
degli
Aztechi
,
la
sua
emozione
è
quella
d
'
un
ideale
testimone
dei
drammatici
albori
delle
forme
nel
mondo
e
del
loro
disperdersi
e
cadere
.
"
Era
una
delle
lugubri
tradizioni
degli
Aztechi
che
il
sole
si
fosse
già
spento
quattro
volte
e
che
questo
fosse
il
quinto
sole
o
una
quinta
resurrezione
del
primo
.
E
anche
il
genere
umano
aveva
già
sofferto
quattro
grandi
stermini
;
desolato
la
prima
volta
dalla
fame
e
dalle
tigri
;
la
seconda
dai
turbini
,
essendosi
salvati
pochi
che
conversi
in
scimmie
si
nascosero
nelle
caverne
;
la
terza
dal
foco
,
salvandosi
pochi
,
conversi
in
uccelli
;
la
quarta
dalle
acque
,
per
cui
gli
uomini
s
'
erano
tramutati
in
pesci
"
.
E
lo
stesso
concitamento
,
lo
stesso
compianto
storico
ritrova
pei
ritorni
barbarici
nella
vita
civile
e
la
misteriosa
poesia
dei
delitti
e
dell
'
espiazione
...
Gli
orrori
della
vita
in
un
clan
d
'
antichi
Celti
e
nelle
colonie
de
'
deportati
;
le
spaventevoli
geometrie
dei
Silenziari
,
de
'
Penitenziari
e
quelle
delle
architetture
azteche
,
ecco
la
materia
eccellente
per
il
suo
stile
latinamente
austero
eppur
pieno
di
magnificenza
,
monumentale
nelle
strutture
e
tuttavia
squisitamente
decorato
;
massiccio
,
ercolino
,
a
volte
barocco
,
ma
sempre
per
un
bisogno
di
grandiosità
e
di
maestà
,
pieno
di
succo
cosmico
"
I
fiumi
,
tramescolando
le
frane
di
diverse
rupi
,
accoppiano
più
terre
in
pila
elettrica
a
sollecitare
la
languida
vegetazione
"
;
oppure
:
"
Quelle
estreme
squadre
di
mondi
,
che
all
'
occhio
umano
sono
appena
uno
spruzzo
di
punti
indistintamente
lucidi
...
"
;
nelle
sue
tarde
volute
,
formate
di
masselli
epigrammatici
,
lapidari
,
con
un
formidabile
dono
d
'
ingiuria
metafisica
;
o
non
pallidi
fregi
e
dorature
come
scancellate
vestigia
d
'
antichi
splendori
;
o
irritati
incapricciamenti
d
'
acutezze
critiche
;
temperato
"
ai
ribrezzi
delle
sale
anatomiche
"
;
inebriato
di
tempo
e
di
tutto
.
E
dire
che
un
dei
nostri
letterati
,
e
uno
propriamente
che
ama
definirsi
"
modesto
"
forse
per
assicurare
una
certa
impunità
alla
sua
impertinenza
,
qualche
tempo
addietro
,
essendo
caduto
in
discorso
il
nome
del
Cattaneo
,
si
rammaricava
meco
che
Cattaneo
(
egli
aggiungeva
anche
Manzoni
)
non
avesse
lasciato
in
cotesto
stile
un
molto
maggior
numero
di
"
milanesismi
"
.
Confesso
che
io
ripensai
con
scrupolo
ai
"
milanesismi
"
della
prosa
di
Cattaneo
.
Ma
era
come
cercar
biglietti
da
dieci
verso
mezzogiorno
sul
selciato
di
Corso
Umberto
,
e
soltanto
ritrovai
una
folla
di
luoghi
nei
quali
questo
superbo
scrittore
spinge
per
sé
e
per
ogni
vero
artista
,
l
'
uso
dei
gerghi
provinciali
:
"
Dante
fissò
la
lingua
,
scegliendo
con
lucido
e
quasi
infallibile
giudicio
nel
dialetto
toscano
tutto
ciò
che
consonava
agli
altri
dialetti
italici
,
e
pertanto
era
acconcio
a
divenir
lingua
comune
.
Dov
'
egli
canta
"
La
divina
foresta
spessa
e
viva
"
o
"
il
dolce
color
d
'
oriental
zaffiro
"
,
egli
tocca
quelle
corde
alle
quali
ogni
loquela
d
'
Italia
risponde
...
Se
non
che
,
quando
egli
poi
superbo
della
sua
forza
trapassa
il
giusto
confine
,
e
s
'
attenta
a
por
sull
'
altare
la
parola
propria
d
'
una
sola
plebe
,
foss
'
anco
la
toscana
,
egli
non
piace
,
non
fa
più
esempio
.
E
la
nazione
per
secoli
e
secoli
guarda
e
passa
,
ove
trova
scritto
:
"
Già
veggia
per
mezzul
perdere
o
lulla
"
.
Perché
cotesto
non
è
gentile
arbusto
del
campo
nazionale
ma
reliquia
di
primitiva
tribù
,
sterpo
superstite
della
selva
selvaggia
"
.
Pagine
come
questa
,
o
quella
che
apre
il
presente
fascicolo
,
nella
sua
opera
si
raccolgono
a
dozzine
come
testimonianza
della
sua
perfetta
coscienza
linguistica
.
Evidentemente
però
il
mio
interlocutore
preferiva
vedere
Manzoni
e
Cattaneo
attraverso
Dossi
e
Lucini
,
e
mi
pare
un
sistema
di
critica
letteraria
non
scevra
d
'
inconvenienti
.
O
s
'
applicava
,
a
orecchio
,
al
problema
linguistico
,
i
desiderata
del
decentramento
politico
,
dello
sviluppo
regionale
e
della
vita
federativa
,
colla
conclusione
naturale
che
la
prosa
del
Cattaneo
non
parevagli
decentrata
abbastanza
.
Se
si
pensa
che
all
'
eredità
dell
'
inimicizia
albertina
e
piemontese
,
alle
confusioni
del
culto
democratico
e
cosidetto
positivo
,
si
associano
ancora
,
contro
la
fama
del
Cattaneo
,
equivoci
letterari
così
grossolani
,
non
c
'
è
da
meravigliarsi
che
la
gente
possa
attribuire
al
Carducci
d
'
aver
dato
nella
sua
critica
e
oratoria
il
miglior
esemplare
nazionale
di
prosa
di
riflessioni
dal
tempo
delle
Operette
morali
,
mentre
il
Cattaneo
ha
infinitamente
più
diritto
a
cotesto
vanto
.
Vero
è
che
la
sfortuna
del
Cattaneo
,
se
ne
conferma
ancora
una
volta
il
decadimento
della
nostra
coltura
letteraria
dopo
la
prima
metà
dello
scorso
secolo
,
in
certo
modo
sembra
intonarsi
singolarmente
alla
qualità
della
sua
grandezza
ieratica
,
misteriosa
e
oserei
dire
sepolcrale
.
Ed
ecco
allora
i
fanciulli
a
reclamare
le
chincaglie
e
i
riboboli
delle
province
davanti
a
cotesti
sepolcri
.
StampaPeriodica ,
....
Una
strada
,
una
bracciante
che
passa
,
e
un
canto
di
uccello
,
di
prosaico
tordo
nel
silenzio
mattinale
:
questo
canto
suscita
la
visione
di
una
terra
lontana
e
di
una
casa
desiderata
(
La
povera
Susanna
,
1797
)
.
La
determinatezza
irriducibile
dell
'
elemento
di
ricordo
,
svegliato
alla
suggestione
del
canto
dell
'
uccello
,
esprime
la
semplicità
spirituale
e
a
un
tempo
la
intensità
di
affetti
della
povera
Susanna
.
La
sua
vita
interiore
si
scuopre
un
istante
:
e
non
c
'
è
dentro
che
una
immagine
di
montagna
sagliente
,
quei
volumi
di
vapori
,
quel
fiume
,
quei
pascoli
verdi
.
È
una
coscienza
che
,
rotto
il
velo
del
dolore
monotono
e
privato
di
ogni
poesia
,
è
natura
;
inesplicabile
,
solida
e
solenne
come
la
natura
.
La
lirica
consiste
di
questa
rivelazione
,
di
questo
transito
dalla
sentimentale
vuotezza
presente
,
all
'
assoluto
di
questa
natura
che
colma
d
'
un
tratto
tutta
la
realtà
interiore
;
e
del
riflesso
nuovo
da
questa
natura
chiusa
,
cementata
dentro
l
'
anima
,
che
non
può
aprirsi
neppure
a
lei
come
i
nostri
fulgidi
.
ma
morti
e
privi
di
contenuto
,
ricordi
della
prima
infanzia
,
del
riflesso
nuovo
sulla
vuotezza
e
tristezza
presente
.
Questo
trasalire
e
poi
ricomporsi
nella
prima
atona
calma
,
induce
un
turbamento
che
oltrepassa
i
meri
termini
della
rappresentazione
e
dà
il
senso
dell
'
intiera
serie
spirituale
.
Fra
i
due
termini
della
rappresentazione
è
lo
spazio
che
la
coscienza
del
lettore
riempie
del
suo
moto
,
nell
'
attuare
la
poesia
;
e
la
esattezza
con
la
quale
essi
son
posti
è
tale
che
quasi
senza
determinazione
esplicita
dànno
il
colore
dell
'
ora
,
l
'
ambiente
e
il
movimento
drammatico
del
personaggio
.
Lo
scatto
sentimentale
si
prolunga
e
diffonde
come
dall
'
impulso
di
movimento
cennato
nel
gesto
di
una
statua
si
crea
tutto
un
mondo
di
azioni
.
La
tormentosa
coscienza
della
vita
concepita
come
una
serie
limitata
,
irrevocabile
,
basta
a
suggerire
un
'
armonia
più
larga
.
Le
più
forti
poesie
del
Wordsworth
son
quelle
nelle
quali
il
contrasto
è
semplicemente
necessitato
;
senza
ragioni
aneddotiche
,
ridotto
quasi
a
pura
essenza
plastica
:
quando
da
una
attitudine
agevole
e
ferma
della
figura
,
la
scena
naturale
e
la
situazione
sentimentale
sono
evocate
nella
massima
compenetrazione
ed
immediatezza
;
mai
,
forse
,
come
nella
Mietitrice
solitaria
(
1803-1805
)
.
Non
si
può
immaginar
poesia
più
diversa
da
quella
del
Coleridge
nella
qualità
dei
mezzi
,
con
certe
analogie
di
significati
.
Non
c
'
è
movimento
qui
:
la
figura
è
in
una
ferma
postura
,
curva
come
una
mietitrice
del
Millet
o
una
pastora
del
Segantini
,
e
una
vita
diafana
e
densa
si
diffonde
da
lei
con
la
lenta
oscillazione
del
canto
per
tutto
il
paese
.
Questa
tozzezza
,
questa
fissità
,
si
ritrovano
in
tutte
le
creature
del
Wordsworth
;
più
difficile
sarebbe
riconoscere
spiegatamente
perché
la
sua
poesia
dia
evocazioni
simili
,
corpose
,
massicce
,
in
atteggiamenti
scolturali
riposati
.
Nel
paese
è
come
il
profilo
d
'
una
visione
;
un
'
ombra
di
giganteschi
dorsi
d
'
isole
di
basalto
,
che
campeggiano
sur
un
vuoto
di
mare
,
risonando
i
varchi
delle
isole
come
d
'
un
canto
di
cuculo
nella
penombra
serotina
:
il
fantastico
dentro
il
reale
,
come
il
ricordo
di
un
sogno
,
in
un
arresto
della
percezione
:
un
affioramento
dell
'
inconscio
,
o
una
di
quelle
associazioni
che
,
negli
spiriti
infantili
,
si
costituiscono
di
elementi
remoti
.
In
questa
come
in
qualche
altra
lirica
,
le
linee
dei
colli
,
la
distesa
dei
campi
,
sembran
modellate
in
vista
di
esprimere
una
colossale
implorazione
religiosa
:
e
su
queste
linee
campeggia
la
figura
umana
,
come
interprete
d
'
un
mistero
;
in
una
attitudine
sacrificante
,
insieme
rivelata
e
ingigantita
dal
mondo
intorno
.
Dietro
ad
essa
,
all
'
orizzonte
,
il
monte
vaporato
del
respiro
delle
nubi
è
come
un
altare
parato
d
'
incenso
per
le
offerte
sante
.
E
nelle
foreste
gli
alberi
si
incurvano
sulla
sua
testa
quasi
arcate
gotiche
di
cattedrali
,
mentre
in
fondo
al
verde
le
cascate
dei
fiumi
suonano
come
canne
d
'
organo
nascoste
.
Tutto
ciò
,
suggerito
per
scarne
evocazioni
e
,
dicevamo
,
senza
movimento
,
attraverso
un
processo
addirittura
opposto
a
quello
della
poesia
coleridgiana
.
Quivi
è
tutto
un
tremare
,
uno
spezzarsi
,
uno
scattare
,
un
ondare
e
rapprendersi
negli
arresti
e
nelle
risoluzioni
del
ritmo
;
un
isolarsi
di
ciascuna
linea
di
movimento
nell
'
intento
del
massimo
significato
particolare
;
uno
sforzarsi
di
ciascun
epiteto
nell
'
intensità
suprema
del
proprio
colore
.
Ma
nel
Wordsworth
non
sono
né
colori
,
né
fratture
,
né
esclamativi
.
L
'
arte
del
Wordsworth
aspira
alla
prosa
;
la
struttura
di
ciascun
verso
sembra
tendere
a
sciogliere
il
carattere
di
verso
,
e
far
che
ogni
successione
di
tempi
passi
dissimulatamente
nell
'
altra
come
un
respiro
di
prosa
fluisce
nell
'
altro
quasi
senza
cesura
:
niente
del
balzante
strano
impeto
del
Coleridge
,
il
quale
ha
bisogno
sempre
un
poco
di
inebbriare
per
ottenere
consenso
.
Wordsworth
vuole
persuadere
gravemente
;
e
il
suo
ritmo
è
quieto
e
suasivo
,
forte
e
regolare
.
La
sua
arte
sopratutto
vuol
dare
impressione
di
solidità
e
di
organismo
,
a
costo
di
sembrar
troppo
massiccia
e
pesante
.
Pare
si
possa
girar
intorno
a
una
sua
strofe
,
come
intorno
a
un
bel
pezzo
di
scoltura
,
dove
non
sono
anfratti
né
vuoti
morti
e
l
'
aria
e
la
luce
avvolgono
facilmente
da
tutte
le
parti
.
E
quando
nella
Prefazione
e
nelle
Appendici
egli
respinse
la
necessità
della
forma
metrica
e
della
dizion
poetica
,
dette
le
esagerazioni
teoriche
della
sua
pratica
di
nudità
e
indifferenza
,
la
quale
era
stata
eccellente
.
Il
Coleridge
passò
nella
tradizione
inglese
principalmente
per
la
squisitezza
dell
'
esempio
tecnico
e
del
gusto
letterario
;
ma
il
Wordsworth
poco
poteva
insegnare
ad
artisti
come
il
Keats
e
lo
stesso
Shelley
,
mentre
da
lui
si
comunicava
loro
una
parte
della
intuizion
vitale
.
L
'
errore
del
Coleridge
poteva
essere
di
finire
nel
meramente
esornativo
,
nel
piacevole
per
sé
stesso
,
nello
smalto
e
nel
cammeo
.
L
'
errore
del
Wordsworth
fu
a
così
dire
di
natura
scientifica
,
e
consisté
nell
'
organizzazione
forzosa
di
una
sorta
di
positivismo
,
di
psicologismo
poetico
,
poste
in
relazione
di
dipendenza
empirica
e
non
di
sviluppo
genetico
l
'
arte
e
l
'
esperienza
.
E
se
a
tali
opposizioni
formali
si
volessero
addossare
diversità
di
carattere
e
di
vita
,
si
ripenserebbe
il
Coleridge
perduto
in
mille
progetti
,
intralciato
dalla
propria
ricchezza
;
e
il
Wordsworth
che
chiuso
nel
disegno
preciso
dei
propri
fini
tratta
la
poesia
con
la
rude
decisione
con
la
quale
si
tratta
l
'
azione
pratica
,
sfrutta
il
proprio
patrimonio
poetico
con
freddezza
quasi
filistea
;
non
si
abbandona
e
fa
della
vita
la
metodica
incubazione
della
sua
arte
.
Non
c
'
è
in
lui
imprevisto
,
anzi
derivazione
,
deduzione
:
il
Coleridge
simile
ad
un
castello
devastato
da
tutti
i
venti
:
egli
che
vuol
precedere
logicamente
e
criticamente
la
propria
facoltà
poetica
,
e
nello
stesso
tempo
la
schematizza
e
la
impoverisce
.
Se
si
vuol
trovare
un
compagno
al
Wordsworth
,
in
Inghilterra
più
vicino
di
tutti
,
non
negli
errori
fortunatamente
,
gli
troviamo
Giovanni
Constable
.
Nel
Constable
mette
capo
la
tradizione
paesistica
inglese
,
discesa
dal
Rembrandt
,
l
'
Hobbema
e
gli
altri
olandesi
.
Ma
nel
Constable
in
confronto
al
Wordsworth
delle
liriche
più
belle
,
c
'
è
un
minor
distacco
dal
particolare
oggettivo
;
e
per
quanto
ogni
suo
quadro
sia
costruito
potentemente
,
architettato
con
genio
,
si
è
a
contatto
di
serie
di
elementi
d
'
una
vita
,
individuale
esuberante
fra
i
quali
la
figura
umana
resta
subordinata
,
un
poco
come
nelle
Stagioni
del
Thompson
.
Nei
quadri
del
Constable
,
nella
vita
naturale
entrano
i
segni
delle
opere
dell
'
uomo
,
i
ponti
,
i
molini
,
le
barche
,
i
solchi
,
i
ripari
:
ma
tutte
queste
cose
diventate
natura
greggia
,
bruti
oggetti
,
come
i
sassi
,
gli
alberi
,
le
foglie
.
L
'
animazione
,
il
consenso
totale
è
più
spesso
ottenuto
per
mezzo
della
rappresentazione
di
veementi
crisi
atmosferiche
:
le
fronde
sotto
il
vento
rovesciate
rispecchian
variamente
come
un
giuoco
di
onde
tutto
il
cielo
:
il
disotto
delle
foglie
splende
bianco
come
le
spume
sulle
attorte
colonne
glauche
,
e
alla
chiara
pace
d
'
un
'
acqua
tra
glabre
foglie
stillanti
risponde
lontano
il
brillar
della
luce
,
attraverso
i
nuvoli
rossi
,
di
fondo
.
all
'
aria
argentata
dopo
il
rovescio
.
Nel
Constable
c
'
è
una
maschia
e
sana
dilettazione
negli
oggetti
che
nel
Wordsworth
maturo
manca
,
e
nel
giovine
Wordsworth
degli
Schizzi
descrittivi
e
della
Passeggiata
serotina
non
è
tanto
tranquilla
e
disciplinata
.
E
se
usciamo
d
'
Inghilterra
e
pensiamo
ad
altri
grandi
paesisti
contemporanei
,
il
Corot
ha
un
paese
fantastico
e
musicale
:
paese
da
Claudio
Gellée
romantico
,
fatto
per
le
danze
delle
ninfe
,
dei
fauni
,
nei
prati
plumbei
di
rugiada
sotto
velature
e
penombre
molli
:
paese
per
la
gioia
contemplativa
di
spiriti
malinconici
e
sognanti
,
non
per
la
vita
dura
e
combattuta
.
Bisogna
accostarsi
risolutamente
al
Millet
:
nel
Millet
,
insieme
alla
simpatia
naturale
,
è
la
profonda
simpatia
umana
:
dall
'
episodico
,
nel
Millet
come
nel
Wordsworth
superiore
,
è
estratta
una
sostanza
poetica
eterna
:
presentate
le
figure
nella
loro
essenziale
semplicità
e
nella
corposità
massima
,
immerse
in
una
luminosità
diffusa
,
come
se
la
cupola
del
cielo
fosse
la
cupola
di
un
tempio
che
i
riverberi
del
sole
fonde
per
oscillazioni
blande
fino
a
una
mistica
penombra
.
Le
creature
,
nel
Millet
come
nel
Wordsworth
,
hanno
qualche
cosa
della
solenne
rudezza
e
pesantezza
delle
linee
dei
monti
e
degli
orizzonti
,
sembrano
statue
scolpite
nella
materia
stessa
della
natura
,
corpi
impastati
della
massa
terrestre
e
ancora
in
essa
implicati
;
aggravate
dalla
fatica
del
lavoro
,
legate
alla
terra
da
una
mistica
affezione
per
gli
animali
.
Certo
,
non
son
molte
le
liriche
del
Wordsworth
che
si
mantengono
in
questa
energica
purezza
:
Lucy
Gray
con
l
'
effetto
solenne
della
distesa
nevosa
nella
quale
la
piccola
Lucia
si
è
spersa
;
V
'
era
un
ragazzo
e
voi
lo
conosceste
bene
,
o
balze
;
I
tassi
;
I
mendicanti
e
Gli
zingari
,
dove
il
carattere
aneddotico
è
più
calcato
e
l
'
impressione
meno
schietta
e
resistente
;
il
poemetto
Michele
.
In
alcune
,
un
paesaggio
deserto
,
per
la
repente
animazione
d
'
un
ricordo
,
per
la
suggestione
d
'
un
grido
d
'
uccello
,
si
riempie
di
palpitazione
cordiale
,
e
la
solitudine
v
'
inspira
il
senso
opposto
a
quello
della
solitudine
:
il
senso
d
'
una
presenza
.
Come
un
'
acqua
intorno
a
una
statua
limpida
di
vetro
sommersa
,
l
'
atmosfera
circola
fasciando
un
'
invisibile
creatura
.
Son
paesaggi
vuoti
nei
quali
è
sospesa
una
ansietà
acuta
,
come
se
la
natura
,
al
cenno
della
magia
poetica
,
fosse
divenuta
il
calco
,
l
'
impronta
negativa
d
'
un
'
anima
ormai
esulata
;
in
ogni
aspetto
,
in
ogni
fremito
,
in
ogni
accenno
,
vibrando
una
sostenuta
evocazione
umana
.
Nelle
sequele
ritmiche
del
breve
ciclo
per
Lucia
morta
,
alle
quali
è
veramente
fraterna
la
lirica
Al
cuculo
(
Oh
,
giocondo
nuovo
venuto
,
etc
.
)
,
sotto
la
volta
aerea
creata
d
'
incanto
dal
grido
dell
'
uccello
primaverile
,
si
esala
perdutamente
il
senso
di
una
felicità
remota
,
e
lo
smarrimento
della
natura
che
rinnova
è
raggelato
dal
fantasma
di
una
adolescenza
che
non
tornerà
più
.
....
Così
il
Wordsworth
rivelò
nella
vita
comune
,
piccola
,
una
latente
religiosità
rimasta
per
secoli
nascosta
sotto
il
tritume
delle
dilettazioni
idilliche
.
Un
bifolco
,
una
contadinella
,
diventavano
per
lui
grandiosi
come
Giasone
e
Clitennestra
;
egli
sapeva
che
nelle
loro
anime
semplici
accadevano
oscuri
mutamenti
,
si
levavano
intuizioni
repentine
non
meno
cariche
delle
sorti
del
mondo
di
quelle
che
i
vecchi
poeti
cantavano
nei
cicli
mitici
ed
eroici
.
Nella
coscienza
fresca
quasi
foglia
d
'
erba
d
'
un
bambino
,
leggeva
segni
misteriosi
come
di
primitive
cosmogonie
.
Il
silenzio
,
l
'
oscurità
,
l
'
immobilità
,
il
sentimento
d
'
un
luogo
particolare
,
come
la
astratta
desolazione
d
'
una
interminabile
strada
bianca
(
Pater
)
,
la
verde
pace
del
grembo
d
'
una
collina
,
il
timbro
solare
dell
'
ora
,
per
lui
diventavano
una
immediata
sostanza
musica
,
cui
non
restava
che
essere
un
poco
rilevata
d
'
alcune
parole
di
canto
,
come
nel
blocco
di
certe
statue
arcaiche
sembra
il
lavoro
della
natura
abbia
dovuto
appena
esser
sottolineato
dalla
mano
dell
'
uomo
.
Nessuno
se
non
certi
paesisti
modernissimi
trasferì
la
intima
realtà
della
cosa
,
l
'
essenza
vitale
della
cosa
nell
'
arte
così
intatta
mente
.
Nelle
sue
più
belle
poesie
i
suggerimenti
mistici
sono
offerti
attraverso
un
appello
,
una
concentrazion
sensuale
.
Egli
fa
diventar
sublime
una
figura
,
comunicandole
una
sorta
di
perennità
arborea
,
realizzandola
come
traverso
l
'
ignara
staticità
del
minerale
.
Le
influenze
della
natura
tranquillizzano
nella
sua
arte
la
coscienza
umana
e
le
dànno
qualcosa
della
naturale
placidezza
,
mentre
essa
offre
alla
natura
qualcosa
del
suo
pathos
.
Questa
tranquillità
,
questa
fiducia
d
'
abbandono
,
nel
mondo
romantico
percosso
di
ansietà
biblica
,
rischiarato
di
fuochi
d
'
incendio
all
'
orizzonte
,
e
davanti
al
quale
ci
sentiamo
ancora
smarriti
,
ci
fanno
considerare
le
sue
figure
,
e
con
esse
il
loro
creatore
,
quasi
d
'
un
'
intima
natura
superiore
alla
nostra
.
Il
Berenson
ha
ricordato
Wordsworth
parlando
di
Piero
dei
Franceschi
.
E
si
potrebbero
trasferire
al
Wordsworth
,
in
accezione
estetica
,
alcune
frasi
morali
di
Seneca
nella
quarantunesima
a
Lucilio
.
Soltanto
il
Keats
nell
'
Iperione
ottenne
effetti
d
'
altrettanta
solennità
,
attraverso
un
distacco
,
una
impersonalità
non
minori
;
ma
non
per
esprimere
la
fiducia
,
la
pace
degli
uomini
per
l
'
accordo
dell
'
anima
con
la
natura
,
sibbene
,
con
un
'
ampiezza
angosciosa
di
vibrazione
musicale
che
fa
pensare
al
Wagner
nel
principio
dell
'
atto
terzo
del
Sigfrido
e
nel
Crepuscolo
,
il
dolore
degli
Dei
decaduti
....