StampaPeriodica ,
TV
e
attori
s
'
accapigliano
su
una
cosa
che
non
dovrebbe
esistere
.
Immaginate
due
che
litighino
;
uno
dice
:
"
Io
t
'
ho
procurato
questo
bastone
;
tu
devi
pagarmi
ogni
volta
che
lo
usi
"
;
l
'
altro
:
"
No
,
perché
già
te
l
'
ho
pagato
e
voglio
usarlo
finché
mi
pare
,
senza
darti
più
un
soldo
.
"
Passa
un
vigile
e
dice
:
"
È
inutile
che
litighiate
,
perché
questo
bastone
non
si
deve
usare
.
"
È
il
caso
della
trasmissione
di
registrazioni
.
Le
registrazioni
,
come
tutti
sanno
,
sono
un
mezzo
meccanico
che
permette
di
replicare
finché
si
vuole
uno
spettacolo
,
senza
più
dover
far
ricorso
agli
attori
che
lo
recitarono
quando
fu
registrato
.
Così
come
un
disco
permette
di
far
udire
una
canzone
,
senza
più
dover
far
ricorso
al
cantante
.
Sulla
questione
delle
registrazioni
è
nato
il
dissidio
fra
attori
e
TV
.
Gli
attori
reclamano
un
compenso
per
ogni
volta
che
l
'
opera
registrata
viene
ritrasmessa
.
La
TV
sostiene
che
questo
compenso
è
implicito
nel
pagamento
per
la
prestazione
iniziale
e
che
perciò
essa
può
ritrasmettere
fin
che
vuole
lo
spettacolo
registrato
,
senza
pagare
più
gli
attori
per
esso
.
Ma
il
fatto
è
che
alla
TV
non
dovrebbero
esserci
trasmissioni
di
spettacoli
registrati
.
TV
e
trasmissioni
di
questo
genere
sono
termini
inconciliabili
,
proprio
per
quell
'
immediatezza
,
quell
'
attualità
,
che
dovrebbero
essere
caratteristiche
peculiari
della
TV
.
Viceversa
,
la
TV
è
ancora
malata
di
cinematografo
.
Nel
cinematografo
,
l
'
opera
viene
fissata
una
volta
per
sempre
sulla
pellicola
,
e
quindi
può
,
anzi
deve
essere
proiettata
finché
si
vuole
;
anzi
,
non
diventa
proiettabile
che
dopo
essere
stata
fissata
sulla
pellicola
,
che
è
come
dire
registrata
.
La
TV
non
ha
bisogno
dell
'
intermediario
pellicola
o
altro
;
trasmette
immediatamente
dall
'
originale
al
teleschermo
.
Sua
caratteristica
peculiare
è
proprio
di
trasmettere
una
cosa
mentre
questa
cosa
si
svolge
.
È
chiaro
che
,
quando
ha
finito
di
svolgersi
,
questa
cosa
non
può
più
esser
trasmessa
televisivamente
.
Se
trasmette
la
sua
registrazione
la
TV
diventa
cinematografo
.
Che
?
Vi
scandalizza
l
'
idea
che
uno
spettacolo
TV
non
debba
esser
ritrasmesso
registrato
?
Vuol
dire
che
siete
anche
voi
malati
di
cinema
,
come
i
programmisti
TV
.
La
TV
è
un
'
altra
cosa
.
Allora
,
direte
,
non
si
deve
ritrasmettere
?
Perché
no
?
Se
volete
ritrasmettere
,
ri
-
recitate
e
trasmettete
la
ri
-
recita
dal
vivo
.
Il
teatro
ri
-
recita
da
che
esiste
.
Ma
oggi
,
direte
,
c
'
è
modo
di
conservare
una
recita
e
riusarla
.
Questo
è
compito
del
cinematografo
(
dal
greco
:
"
grafo
"
:
scrivo
;
cioè
,
registro
)
.
Compito
della
TV
è
invece
di
far
vedere
una
cosa
che
si
sta
svolgendo
lontano
(
dal
greco
:
"
tele
"
:
lontano
)
,
mentre
si
sta
svolgendo
.
Come
a
teatro
.
In
teatro
,
a
ogni
replica
gli
attori
recitano
come
la
prima
sera
.
Né
a
un
impresario
viene
mai
in
mente
di
far
registrare
la
prima
rappresentazione
e
di
usare
questa
registrazione
alle
repliche
.
In
questo
caso
il
pubblico
direbbe
:
è
cinematografo
.
E
preferirebbe
giustamente
andare
al
cinema
,
sia
perché
quello
che
è
nato
cinema
è
preferibile
alla
registrazione
di
uno
spettacolo
teatrale
,
sia
perché
a
teatro
vuol
vedere
gli
attori
in
carne
e
ossa
.
Viceversa
,
alla
TV
si
registra
la
prima
rappresentazione
.
E
così
,
alle
repliche
,
si
dà
al
pubblico
una
cosa
che
non
è
più
TV
,
ma
che
non
è
nemmeno
cinema
,
essendo
la
fotografia
d
'
uno
spettacolo
TV
,
ormai
morto
.
Perché
la
TV
deve
trasmettere
una
cosa
mentre
avviene
.
Questo
concetto
non
entra
ancora
nelle
menti
dei
programmisti
della
TV
i
quali
,
nella
conferenza
-
stampa
in
occasione
dello
sciopero
,
hanno
più
volte
ripetuto
che
posseggono
materiale
registrato
da
poter
andare
avanti
per
un
anno
,
o
addirittura
all
'
infinito
.
Ma
avanti
in
che
?
In
una
cosa
che
non
è
televisione
;
defraudando
il
pubblico
dei
telespettatori
,
che
ha
pagato
il
canone
per
avere
televisione
e
non
cattivo
e
difettoso
cinema
(
tale
essendo
una
registrazione
,
perché
non
è
nata
cinema
)
.
Il
pubblico
,
se
vuole
del
cinema
,
va
al
cinema
e
se
lo
sceglie
come
gli
pare
.
E
,
se
lo
vuole
a
domicilio
per
comodità
o
per
non
uscire
,
può
comperare
una
macchinetta
cinematografica
di
proiezione
e
noleggiare
dei
film
,
perfino
dei
supercolossi
.
Alla
conferenza
-
stampa
suddetta
,
il
direttore
dei
programmi
,
Pugliese
,
a
un
certo
punto
ha
addirittura
annunziato
che
della
nuova
rubrica
Souvenir
erano
state
approntate
in
anticipo
ben
quattro
puntate
.
Perché
addirittura
la
rubrica
viene
fin
dalla
prima
volta
trasmessa
registrata
.
Ma
come
mai
non
s
'
accorgono
che
questa
non
è
televisione
,
ma
è
cinematografo
portato
a
domicilio
,
e
cattivo
cinematografo
,
anche
,
perché
il
cinematografo
vero
ha
altre
sue
peculiari
risorse
che
non
ha
la
TV
?
Diranno
:
non
è
possibile
fare
una
televisione
senza
materiale
filmato
e
senza
registrazioni
.
Salvo
una
minima
scorta
prudenziale
,
una
cosa
simile
possono
dirla
coloro
che
non
hanno
ancora
capito
che
cosa
è
la
televisione
.
E
non
è
escluso
che
fra
essi
debbano
annoverarsi
i
programmisti
della
TV
.
Questo
,
per
quanto
riguarda
le
trasmissioni
registrate
,
invece
che
le
riprese
dal
vivo
.
Passiamo
ora
alle
ri
-
trasmissioni
registrate
,
cioè
alle
repliche
mediante
registrazione
.
Pensate
per
un
momento
ai
giornali
.
Che
ne
direste
d
'
un
giornale
che
ogni
tanto
ripubblicasse
i
propri
racconti
,
i
propri
articoli
di
varietà
?
(
Le
notizie
equivalgono
al
Telegiornale
,
per
il
quale
sarebbe
assurdo
parlare
di
repliche
.
)
A
questo
punto
,
qualcuno
tirerà
fuori
i
soliti
argomenti
:
che
non
è
possibile
trasmettere
tutto
dal
vivo
(
impossibilità
ammissibile
soltanto
per
il
Telegiornale
,
ove
non
siano
attuabili
le
riprese
dirette
,
in
quanto
i
fatti
di
cronaca
non
osservano
gli
orari
di
trasmissione
)
;
che
la
TV
divora
i
programmi
,
e
perciò
ci
vuole
una
riserva
e
ci
vogliono
le
repliche
,
perché
bisogna
riempire
tante
ore
di
trasmissione
ogni
giorno
,
eccetera
.
Ebbene
,
questa
è
una
cosa
che
,
senza
tanto
scalpore
,
senza
drammatizzare
,
fanno
tranquillamente
,
da
che
esistono
,
i
giornali
.
Perfino
i
modesti
fogli
di
provincia
gettano
fuori
ogni
giorno
materiale
nuovo
.
Sarebbe
bello
che
un
giornale
,
con
la
scusa
che
ogni
giorno
deve
riempire
tante
pagine
,
ripubblicasse
i
suoi
vecchi
servizi
,
i
suoi
articoli
di
terza
pagina
già
usciti
,
eccetera
.
E
la
stessa
cosa
fanno
i
settimanali
,
che
in
un
numero
mettono
materiale
di
sette
giorni
.
E
quotidiani
e
settimanali
sono
un
'
infinità
,
e
cercano
di
differenziarsi
,
mentre
,
almeno
da
noi
,
la
TV
è
una
sola
,
senza
concorrenti
.
Volete
registrare
per
l
'
archivio
?
Giustissimo
.
Anche
i
giornali
conservano
le
collezioni
.
Ma
non
le
ripubblicano
.
Il
materiale
dev
'
essere
sempre
fresco
.
Viceversa
,
alla
nostra
TV
,
prendiamo
un
programma
a
caso
:
martedì
19
aprile
:
dalle
21
alle
22,15
,
Playhouse
90
(
film
)
;
dalle
22,15
alle
23,15
,
Souvenir
(
registrazione
,
cioè
film
)
;
dalle
23,15
alle
23,45
,
Cinelandia
(
registrazione
,
cioè
film
)
;
dalle
23,45
alla
fine
,
Telegiornale
(
film
,
per
necessità
)
.
Ditemi
voi
,
per
un
programma
simile
,
a
che
cosa
è
servita
l
'
invenzione
della
televisione
.
Se
la
televisione
non
fosse
mai
stata
inventata
,
se
non
esistesse
,
la
sera
di
martedì
19
corr
.
io
,
mediante
una
macchinetta
cinematografica
da
proiezione
,
mi
sarei
potuto
offrire
in
casa
l
'
identico
programma
che
mi
ha
servito
la
TV
;
con
la
differenza
che
avrei
potuto
scegliere
qualche
film
molto
migliore
di
quel
Playhouse
90
,
e
degli
altri
,
e
anche
di
quell
'
Edouard
e
Caroline
,
il
film
ch
'
era
stato
il
piatto
forte
della
sera
precedente
.
StampaPeriodica ,
Sempre
novità
,
alla
TV
,
sempre
idee
fresche
rampollano
,
zampillano
,
sgorgano
,
sprizzano
,
pullulano
,
esplodono
,
da
quei
cervelli
vulcanici
di
questo
ente
perpetuamente
spregiatore
d
'
ogni
via
già
da
esso
battuta
,
sempre
insoddisfatto
del
già
fatto
e
avido
di
battere
sentieri
nuovi
e
inusitati
,
per
quello
spirto
guerrier
ch
'
entro
gli
rugge
.
Ecco
che
adesso
,
quand
'
uno
meno
se
l
'
aspettava
,
to
'
,
chi
si
rivede
?
Perry
Mason
!
Anche
Perry
Mason
!
Il
Perry
numero
due
della
nostra
TV
.
Non
bastava
il
Perry
numero
uno
,
il
Perry
per
eccellenza
,
o
Perry
Como
che
dir
si
voglia
.
Si
vede
che
,
nell
'
ansia
di
battere
vie
nuove
e
inusitate
,
la
nostra
TV
è
rimasta
proprio
a
secco
se
ormai
richiama
in
servizio
tutti
i
Perry
vecchi
del
mestiere
.
Una
paurosa
ondata
di
Perry
,
muovendo
dalle
lontane
Americhe
,
si
abbatte
sui
nostri
teleschermi
,
un
'
area
depressa
di
Perry
incombe
sul
basso
Tirreno
,
si
profila
una
minacciosa
inflazione
di
Perry
,
la
nostra
TV
è
un
tripudio
,
un
'
orgia
di
Perry
.
E
,
data
la
statura
fisica
,
oltre
che
morale
,
di
questi
colossi
della
televisione
nordamericana
,
direi
che
la
nostra
TV
è
scesa
ai
Perry
corti
.
Quanto
al
Perry
II
,
si
tratta
,
come
tutti
sanno
,
d
'
una
serie
d
'
importanti
film
altamente
istruttivi
,
appartenenti
al
genere
giallo
,
o
poliziesco
.
Il
protagonista
non
è
propriamente
un
poliziotto
.
È
un
avvocato
.
Ma
uno
strano
tipo
di
avvocato
.
Non
è
precisato
se
sia
civilista
o
penalista
.
Si
direbbe
penalista
,
date
le
sue
predilezioni
per
le
indagini
criminali
e
la
sua
tendenza
ad
occuparsi
di
faccende
in
cui
ci
siano
cadaveri
,
colpi
di
pistola
,
pugnalate
,
veleni
fulminanti
.
Ma
potrebbe
essere
anche
civilista
,
perché
tali
indagini
egli
conduce
esclusivamente
in
veste
di
curatore
degli
interessi
di
qualcuno
,
di
solito
la
vittima
,
o
futura
vittima
.
Certo
è
che
non
deve
aver
mai
visto
un
'
aula
di
tribunale
.
Non
avrebbe
nemmeno
il
tempo
materiale
di
vederla
.
Va
dappertutto
,
meno
che
in
tribunale
.
Inoltre
,
cosa
insolita
per
un
avvocato
,
non
difende
mai
i
malviventi
.
Al
contrario
,
ha
giurato
odio
contro
essi
,
s
'
è
votato
al
loro
sterminio
.
E
lo
fa
non
soltanto
disinteressatamente
,
ma
direi
addirittura
contro
i
propri
interessi
,
in
quanto
spesso
deve
mandare
a
monte
grossi
affari
e
proficue
occupazioni
per
dedicarsi
alla
persecuzione
dei
delinquenti
.
In
verità
,
non
lo
fa
mai
con
troppo
entusiasmo
.
E
questo
è
un
altro
aspetto
caratteristico
della
sua
complessa
personalità
.
Lo
fa
sempre
di
contraggenio
.
Per
solito
vi
è
trascinato
,
diciamo
così
,
per
i
capelli
,
dalla
sua
segretaria
Stella
,
o
Bella
,
o
Della
;
non
ho
afferrato
bene
il
nome
.
Costei
conosce
il
debole
del
suo
principale
.
Sa
che
,
quando
arriva
la
telefonata
di
qualcuno
che
ha
bisogno
di
lui
,
Perry
dirà
subito
che
non
può
,
che
non
vuole
occuparsi
del
nuovo
caso
.
Anche
perché
i
casi
,
sempre
ingarbugliati
,
gli
capitano
invariabilmente
mentre
egli
,
avendo
deciso
di
andare
a
prendersi
qualche
giorno
di
meritato
riposo
sulle
spiagge
della
Florida
,
o
a
Parigi
,
sta
infilandosi
il
cappotto
per
correre
a
pigliar
l
'
aereo
.
Naturalmente
,
comincia
perciò
col
dire
:
"
Non
se
ne
parla
nemmeno
.
"
Anche
perché
,
malgrado
gli
capiti
sempre
questo
contrattempo
,
egli
si
ostina
a
comperare
i
biglietti
dell
'
aereo
prima
d
'
essersi
accertato
che
non
ci
siano
delitti
in
vista
.
E
invariabilmente
i
biglietti
vanno
perduti
,
perché
Della
,
o
Bella
,
o
Stella
,
lo
lascia
dire
;
poi
a
poco
a
poco
lo
convince
a
rinunziare
al
viaggio
e
ad
assumere
il
nuovo
incarico
.
Allora
,
molto
contrariato
,
il
bravo
Perry
si
ritoglie
il
cappotto
,
s
'
attacca
al
telefono
e
da
questo
momento
il
giallo
comincia
.
Ci
sono
poliziotti
che
deducono
,
altri
che
procedono
per
via
d
'
intuizioni
,
altri
che
si
buttano
a
indovinare
.
Perry
Mason
non
appartiene
a
nessuna
di
queste
scuole
.
Egli
,
come
già
avemmo
occasione
di
rilevare
,
riesce
a
scoprire
il
delitto
e
gli
autori
di
esso
con
un
metodo
tutto
suo
,
consistente
nel
lasciarsi
illuminare
dallo
Spirito
Santo
.
Difatti
,
non
risulta
chiaro
in
virtù
di
quali
elementi
egli
arrivi
alla
soluzione
dell
'
enigma
.
Si
abbandona
a
un
certo
numero
di
azioni
apparentemente
inconsulte
(
e
tali
sono
,
non
avendo
di
solito
alcun
legame
con
l
'
affare
di
cui
si
sta
occupando
)
;
a
un
certo
punto
,
là
!
,
non
si
sa
come
né
perché
,
scopre
tutto
.
Il
più
straordinario
è
,
poi
,
che
spesso
scopre
il
delitto
prima
che
esso
avvenga
.
Perché
la
sua
clientela
è
prevalentemente
composta
di
vecchie
signore
fatte
segno
a
ricatti
,
di
vecchi
signori
minacciati
di
morte
,
o
di
vecchi
avanzi
di
galera
che
in
tempi
lontani
si
macchiarono
di
qualche
misfatto
ai
danni
di
un
mascalzone
più
mascalzone
di
loro
,
che
ora
rispunta
all
'
orizzonte
,
deciso
a
far
pagare
il
fio
al
furfante
per
bene
.
In
tutti
questi
casi
Perry
Como
...
pardon
,
Perry
Mason
(
con
tutti
questi
Perry
si
finisce
col
perder
la
testa
)
interviene
e
riesce
ad
assicurare
alla
giustizia
il
colpevole
,
o
il
futuro
colpevole
...
se
il
delitto
non
è
stato
ancora
compiuto
.
Come
si
vede
,
abbiamo
in
Perry
un
prezioso
ausiliario
della
polizia
.
Malgrado
questo
,
inesplicabilmente
egli
si
ostina
ad
agire
tenendo
la
polizia
all
'
oscuro
della
propria
azione
,
e
spesso
mettendosi
addirittura
in
conflitto
con
essa
.
E
,
cosa
anche
più
sorprendente
,
la
polizia
è
seccatissima
di
questo
provvidenziale
aiuto
,
non
fa
che
metter
bastoni
fra
le
ruote
di
Perry
e
sovente
lo
minaccia
perfino
di
arresto
.
Ho
detto
"
la
polizia
"
,
ma
il
termine
non
è
del
tutto
esatto
.
Meglio
si
sarebbe
detto
"
il
tenente
Tragg
"
.
Perché
,
a
giudicare
da
questi
film
,
nel
paese
dove
agisce
il
Mason
,
e
che
pure
è
una
grande
e
popolosa
città
degli
Stati
Uniti
(
forse
addirittura
New
York
,
o
Chicago
)
,
anzi
nell
'
intiero
Stato
,
e
forse
nell
'
intiera
nazione
,
non
esiste
che
un
solo
poliziotto
,
il
citato
tenente
Tragg
della
Squadra
omicidi
.
Di
qualunque
specie
di
delitti
o
di
futuri
delitti
Perry
si
occupi
,
assassinio
o
rapina
,
furto
con
scasso
o
ricatto
,
diffamazione
o
truffa
;
a
qualunque
ora
del
giorno
o
della
notte
,
in
qualsiasi
stagione
,
direi
perfino
in
qualunque
località
della
Repubblica
stellata
,
Perry
Mason
si
trova
sempre
sulla
strada
,
ad
occuparsi
del
medesimo
affare
,
il
succitato
tenente
Tragg
.
Il
quale
,
tra
parentesi
,
è
un
disgraziato
che
non
ne
azzecca
una
.
Si
ostina
a
seguire
piste
sbagliate
,
formula
ipotesi
cretine
,
piglia
granchi
su
granchi
.
Dev
'
essere
anche
un
po
'
rimbambito
a
causa
dell
'
età
.
Difatti
,
nonostante
il
grado
di
tenente
,
è
un
vecchiotto
con
un
aspetto
di
contadino
,
più
che
d
'
uno
di
quegli
scientifici
deduttori
che
caratterizzano
la
polizia
americana
nei
drammi
gialli
;
sempre
con
un
vecchio
lobbia
sulla
nuca
,
non
capisce
niente
,
non
indovina
niente
,
arriva
sempre
in
ritardo
e
tutta
la
sua
azione
si
limita
,
in
sostanza
,
alla
formulazione
di
oscure
minacce
nei
riguardi
di
Perry
,
con
frasi
come
:
"
Badate
,
Perry
,
voi
state
tirando
un
po
'
troppo
la
corda
...
State
giocando
un
gioco
pericoloso
...
Vi
incriminerò
.
Vi
deferirò
alla
Corte
marziale
...
"
E
,
benché
abbia
continue
prove
che
Perry
è
un
suo
prezioso
alleato
,
l
'
imbecille
sospetta
sempre
che
il
provvidenziale
avvocato
sia
invece
in
combutta
coi
malviventi
ai
quali
sta
dando
la
caccia
.
Avvenuta
la
felice
conclusione
di
ognuno
di
questi
drammi
,
i
protagonisti
dimostrano
una
gran
fretta
di
farla
finita
,
col
darsi
la
reciproca
buonanotte
mediante
la
formula
abbreviata
:
"
Notte
,
Mason
"
,
"
Notte
,
Della
"
.
StampaPeriodica ,
Nella
severa
aula
della
Consulta
,
davanti
all
'
alto
consesso
dei
quindici
giudici
della
Corte
Costituzionale
,
è
stata
finalmente
discussa
dalle
parti
la
questione
che
riguarda
la
concessione
in
esclusiva
alla
RAI
-
TV
dei
servizi
radio
-
televisivi
.
In
parole
povere
,
s
'
è
discussa
la
questione
del
monopolio
televisivo
.
Cioè
,
se
sia
giusto
che
una
sola
azienda
,
e
per
di
più
statale
,
possa
in
Italia
fare
emissioni
televisive
,
e
se
questo
sia
o
no
in
armonia
con
la
Costituzione
,
che
sancisce
(
articolo
21
)
:
"
Tutti
hanno
diritto
di
manifestare
liberamente
il
proprio
pensiero
con
la
parola
,
lo
scritto
e
ogni
altro
mezzo
di
diffusione
"
,
e
(
articolo
33
)
:
"
L
'
arte
e
la
scienza
sono
libere
e
libero
ne
è
l
'insegnamento."
Entro
un
mese
si
avrà
la
sentenza
della
Corte
Costituzionale
.
In
attesa
di
quello
che
sarà
il
responso
del
supremo
consesso
,
al
quale
fin
da
ora
c
'
inchiniamo
,
siano
consentite
alcune
osservazioni
sulla
questione
.
Osservazioni
che
non
riguardano
affatto
l
'
aspetto
giuridico
di
essa
,
sul
quale
dovranno
pronunziarsi
quelle
alte
autorità
,
ma
che
si
riferiscono
unicamente
alle
ripercussioni
che
libertà
o
monopolio
potrà
avere
sui
programmi
,
sulla
loro
composizione
,
sul
loro
contenuto
;
sull
'
uso
,
insomma
,
di
quel
formidabile
strumento
di
comunicazione
e
di
espressione
che
è
la
TV
.
Le
ipotesi
sono
due
:
o
che
la
Corte
Costituzionale
sentenzi
che
il
monopolio
TV
non
è
giusto
né
legittimo
;
o
che
sentenzi
che
è
giusto
e
legittimo
.
Nel
primo
caso
,
il
monopolio
dovrà
immediatamente
cessare
,
e
avremo
una
o
più
TV
libere
accanto
a
quella
di
Stato
,
e
la
libertà
,
col
giuoco
della
concorrenza
,
sventerà
i
pericoli
che
andremo
a
segnalare
.
Nel
secondo
caso
,
il
monopolio
continuerà
e
nessuno
potrà
né
dovrà
trovare
da
ridirci
niente
.
Ma
,
in
questo
secondo
caso
,
la
TV
,
insieme
coi
vantaggi
,
dovrà
accettare
i
doveri
che
scaturiscono
dall
'
essere
un
monopolio
di
Stato
,
e
non
una
qualsiasi
azienda
privata
in
concorrenza
con
altre
aziende
dello
stesso
genere
e
perciò
anche
nel
pieno
diritto
di
creare
,
se
vuole
,
un
monopolio
nel
proprio
seno
e
di
regolarsi
a
proprio
talento
.
Perché
,
se
è
pesante
e
fastidioso
un
monopolio
di
Stato
,
addirittura
intollerabile
è
un
monopolio
nel
monopolio
di
Stato
.
Un
'
azienda
privata
,
mettiamo
:
l
'
azienda
A
,
che
non
sia
monopolio
di
Stato
,
può
,
se
vuole
,
diventare
monopolio
di
pochi
personaggi
.
In
questi
casi
,
anche
se
la
cosa
è
riprovevole
,
come
ogni
situazione
di
favoritismo
,
si
pensa
:
"
Pazienza
;
però
ci
sono
le
altre
aziende
simili
e
concorrenti
;
quelli
che
sono
esclusi
dal
monopolio
dell
'
azienda
A
troveranno
accoglienza
nelle
altre
aziende
simili
,
che
sono
in
concorrenza
con
l
'
azienda
A
"
Ma
quando
un
'
azienda
che
è
monopolio
di
Stato
diventa
anche
monopolio
privato
,
cioè
di
pochi
personaggi
,
allora
non
c
'
è
via
di
scampo
.
Perché
non
ci
sono
aziende
concorrenti
a
cui
far
capo
.
Perché
lo
Stato
stesso
,
difendendo
il
proprio
monopolio
,
diventa
difensore
anche
di
quel
monopolio
privato
,
che
è
nel
monopolio
di
Stato
;
difensore
,
quindi
,
del
favoritismo
che
è
in
ogni
monopolio
.
In
altri
termini
,
un
monopolio
privato
si
può
tollerare
in
tutto
,
meno
che
in
un
'
azienda
che
sia
già
per
se
stessa
un
monopolio
di
Stato
.
Conclusione
:
un
monopolio
di
Stato
non
deve
mai
diventare
anche
un
monopolio
privato
.
E
proprio
un
monopolio
di
Stato
,
per
il
vantaggio
di
non
aver
concorrenti
,
è
il
più
esposto
a
diventare
anche
un
monopolio
privato
.
Nel
caso
della
TV
,
poiché
il
discorso
ha
preso
le
mosse
da
essa
,
c
'
è
da
osservare
qualche
cosa
di
più
.
È
riprovevole
un
monopolio
in
genere
,
in
quanto
situazione
di
favoritismo
.
Più
riprovevole
e
addirittura
immorale
sarebbe
il
monopolio
privato
in
un
monopolio
di
Stato
.
Ma
tutto
questo
potrebbe
avere
un
valore
relativo
,
se
si
trattasse
di
tabacchi
,
o
di
sale
.
Un
ipotetico
monopolio
privato
nel
monopolio
dei
tabacchi
danneggerebbe
i
coltivatori
di
tabacco
esclusi
,
i
fabbricanti
di
cartine
e
scatolette
esclusi
,
ecc
.
,
ai
quali
non
resterebbe
che
la
via
dell
'
esilio
.
Ma
la
TV
è
qualche
cosa
di
più
.
Per
sua
stessa
natura
,
per
l
'
immensa
forza
esplosiva
di
questo
mezzo
di
trasmissione
,
essa
è
addirittura
dispensiera
di
fortune
,
di
fama
,
di
ricchezza
.
Disgraziati
quel
cantante
,
quell
'
attore
che
restino
esclusi
dalla
TV
!
E
come
se
non
esistessero
,
visto
che
la
TV
è
passata
come
un
rullo
compressore
su
tutto
quello
che
,
in
fatto
di
spettacoli
,
non
è
TV
.
E
chi
appare
sul
video
,
diventa
da
un
giorno
all
'
altro
popolare
,
con
tutti
i
vantaggi
che
,
in
certe
attività
pubbliche
,
derivano
dalla
popolarità
.
Sono
recenti
i
casi
di
attori
che
da
anni
vivacchiavano
,
quasi
ignorati
dalla
TV
.
Avendo
partecipato
alle
trasmissioni
di
Canzonissima
(
parecchi
mesi
di
durata
,
lotteria
,
concorsi
,
ecc
.
)
hanno
visto
da
un
giorno
all
'
altro
non
raddoppiare
né
triplicare
,
ma
addirittura
decuplicare
,
centuplicare
la
propria
quotazione
nel
campo
cinematografico
,
si
sono
visti
fare
offerte
che
non
si
sarebbero
mai
sognate
,
da
uno
-
due
milioni
di
compenso
a
film
,
sono
saliti
di
colpo
alle
decine
,
alle
ventine
e
trentine
di
milioni
a
film
.
La
TV
,
nei
suoi
rapporti
economici
con
chi
lavora
per
essa
,
mette
spesso
sulla
bilancia
la
pubblicità
,
e
quindi
i
vantaggi
immensi
,
d
'
ogni
specie
,
che
questo
lavoro
procura
.
Ma
non
pensa
al
danno
che
fa
agli
esclusi
?
A
quelli
che
,
a
suo
arbitrio
,
a
suo
insindacabile
giudizio
,
trascura
?
Dunque
,
ormai
la
sorte
d
'
un
attore
dipende
dal
capriccio
,
dalle
simpatie
,
dall
'
umore
o
dalle
ripicche
d
'
un
funzionario
TV
.
Passiamo
ad
altro
.
Anni
or
sono
,
in
una
famosa
città
italiana
molto
bella
,
molto
antica
,
potrei
dire
unica
al
mondo
(
ma
,
nonostante
queste
attrattive
,
molto
in
miseria
)
,
si
vagheggiò
di
fare
un
festival
di
canzoni
,
iniziativa
turisticamente
redditizia
.
Sapendo
che
senza
gli
editori
di
canzoni
non
si
possono
fare
i
festival
,
una
commissione
venne
a
parlare
col
più
importante
dei
nostri
editori
di
canzoni
,
quello
che
veramente
,
in
questo
campo
,
può
fare
il
buono
e
il
cattivo
tempo
.
Costui
,
persona
molto
seria
e
anche
molto
gentile
,
disse
una
cosa
sola
:
"
C
'
è
la
TV
?
Se
c
'
è
,
sono
prontissimo
a
prendere
la
cosa
interamente
su
di
me
;
se
non
c
'
è
,
niente
da
fare
.
"
La
TV
non
c
'
era
,
il
festival
non
fu
fatto
.
Perché
oggi
,
un
festival
di
canzoni
senza
TV
è
un
insuccesso
in
partenza
.
Se
proponete
a
un
cantante
affermato
di
partecipare
a
un
festival
,
non
vi
domanderà
se
la
città
è
importante
,
se
la
data
è
adatta
,
ecc
.
,
ma
soltanto
:
"
C
'
è
la
TV
?
"
Perché
la
TV
è
il
grande
mezzo
di
diffusione
di
oggi
.
Non
c
'
è
palazzo
,
casa
,
tugurio
,
baracca
di
sfrattati
su
cui
non
s
'
innalzi
come
'
bandiera
di
conquista
l
'
antenna
della
TV
.
Selve
di
antenne
.
La
TV
entra
dappertutto
.
Un
terzo
caso
,
riguardante
il
settore
informativo
,
cronistico
.
La
TV
suole
dar
notizia
di
alcune
fra
le
commedie
che
si
rappresentano
,
e
di
altre
no
.
Tempo
fa
(
parlo
soltanto
di
casi
che
sono
a
mia
conoscenza
diretta
)
è
stata
rappresentata
in
una
grande
città
italiana
,
la
città
più
importante
per
il
teatro
,
una
commedia
in
tre
atti
che
ha
avuto
un
grandissimo
successo
di
pubblico
e
di
critica
,
che
ha
avuto
un
gran
numero
di
repliche
e
continua
ad
averne
,
a
teatro
esaurito
.
La
TV
l
'
ha
ignorata
nel
modo
più
assoluto
.
Viceversa
,
nel
medesimo
periodo
di
tempo
,
ha
dedicato
ben
due
trasmissioni
(
una
in
sede
di
Telegiornale
e
una
in
sede
di
Arti
e
Scienze
)
ai
piccoli
sketches
(
tutt
'
e
due
le
volte
gli
stessi
)
,
detti
"
fogli
d
'
album
"
,
italiani
,
recitati
nel
teatrino
del
Festival
di
Spoleto
.
Niente
di
male
,
per
questi
ultimi
.
Anzi
,
benissimo
,
ben
fatto
.
Ma
come
mai
il
totale
silenzio
sulla
commedia
in
tre
atti
data
in
una
grande
città
,
con
grandissimo
successo
di
pubblico
e
di
critica
?
Insindacabile
giudizio
?
No
,
,
signori
.
Sindacabilissimo
.
La
TV
è
monopolio
di
Stato
.
È
servizio
pubblico
.
Forse
,
l
'
unica
spiegazione
,
circa
il
silenzio
sulla
commedia
di
tre
atti
,
è
nel
fatto
che
l
'
autore
è
un
critico
televisivo
e
forse
la
TV
considera
la
critica
un
'
offesa
personale
.
La
TV
deve
mettersi
bene
in
testa
di
essere
questo
,
come
mezzo
di
trasmissione
,
di
espressione
e
d
'
informazione
.
Sarebbe
bello
che
il
ministero
delle
Poste
decretasse
:
"
Soltanto
alcune
persone
possono
esser
servite
dal
telefono
,
o
dal
telegrafo
"
.
Passando
al
settore
produzione
,
non
esiste
,
nei
rispettivi
campi
,
un
'
autorità
che
dica
:
"
Soltanto
Tizio
,
Caio
,
Sempronio
possono
pubblicare
libri
,
o
far
rappresentare
commedie
,
o
esercitare
il
commercio
,
o
le
professioni
a
cui
sono
abilitati
"
.
La
TV
,
invece
,
lo
dice
.
Dice
:
"
Soltanto
chi
piace
a
me
può
cantare
dal
video
,
può
essere
autore
televisivo
,
attore
televisivo
,
oratore
televisivo
;
soltanto
chi
piace
a
me
può
essere
lanciato
,
reclamizzato
dal
video
;
e
io
do
le
informazioni
sull
'
attività
di
chi
piace
a
me
,
parlo
di
chi
piace
a
me
,
ignoro
chi
voglio
ignorare
"
.
Ha
le
sue
ragioni
per
regolarsi
così
?
Benissimo
.
Allora
,
deve
rendere
conto
di
queste
ragioni
.
Perché
è
monopolio
di
Stato
,
è
servizio
pubblico
,
è
al
servizio
di
tutti
.
Non
può
parlare
di
tutti
?
Non
può
arrivare
a
tutto
?
È
giusto
.
Ma
allora
renda
conto
dei
criteri
di
scelta
.
Perché
s
'
occupa
di
X
e
ignora
Y
?
Eccetera
,
eccetera
.
Conclusione
:
se
la
TV
non
sarà
più
monopolio
di
Stato
,
diventerà
libera
di
fare
ciò
che
le
aggrada
.
Ma
,
se
continuerà
a
essere
monopolio
di
Stato
,
non
sarà
libera
di
farlo
;
dovrà
rendere
strettamente
conto
del
proprio
operato
,
il
quale
dovrà
essere
sottoposto
al
più
stretto
controllo
e
alla
più
severa
vigilanza
.
To
'
,
è
vero
:
esiste
una
"
Commissione
di
vigilanza
"
.
Me
n
'
ero
dimenticato
,
tanto
è
autorevole
ed
efficiente
.
Bene
.
Di
essa
parleremo
in
un
prossimo
articolo
.
StampaPeriodica ,
Voi
dite
che
questa
grande
invenzione
che
è
la
TV
ancora
sta
aspettando
che
qualcuno
inventi
l
'
opera
televisiva
,
l
'
opera
adatta
,
cioè
,
al
mezzo
televisivo
e
soltanto
a
questo
,
e
non
presa
in
prestito
,
che
so
,
dal
teatro
o
dal
cinema
?
Briganti
!
Dimenticate
l
'
originale
televisivo
"
.
Qualche
maligno
potrebbe
credere
che
con
questa
denominazione
si
voglia
alludere
a
un
qualsiasi
lavoro
,
di
qualsiasi
genere
,
scritto
,
o
composto
,
per
la
TV
.
No
,
perché
con
tal
criterio
la
denominazione
potrebbe
adottarsi
di
diritto
anche
per
un
servizio
di
viaggio
,
per
un
'
inchiesta
,
un
balletto
,
o
qualsiasi
cosa
,
insomma
,
sol
che
risponda
al
requisito
puramente
accessorio
,
esteriore
e
accidentale
di
essere
stato
scritto
o
composto
o
comunque
fatto
per
essere
incluso
nei
programmi
TV
.
Invece
,
come
avrete
notato
,
la
denominazione
è
strettamente
riservata
a
un
solo
tipo
di
componimento
.
Bisogna
dedurne
che
con
essa
i
programmisti
TV
intendano
designare
un
nuovo
genere
letterario
.
Non
film
,
non
commedia
o
dramma
,
altrimenti
si
chiamerebbe
film
,
o
commedia
,
o
dramma
.
Ma
"
originale
televisivo
"
.
L
'
originale
televisivo
"
è
il
nuovo
genere
letterario
nato
dalla
TV
.
E
,
vista
la
novità
del
mezzo
,
bisogna
dire
:
la
grande
novità
del
secolo
,
in
fatto
di
spettacolo
.
La
grande
invenzione
.
Il
nuovo
linguaggio
ultramoderno
.
Come
esistono
il
dramma
per
il
teatro
,
il
film
per
il
cinema
,
il
melodramma
per
l
'
apparato
operistico
,
così
esiste
l
'
originale
televisivo
"
per
la
TV
:
un
tipo
di
lavoro
che
si
differenzia
dagli
altri
destinati
ad
altri
mezzi
d
'
espressione
e
adatto
soltanto
al
mezzo
televisivo
.
L
'
ultima
parola
,
in
fatto
di
novità
.
L
'
ultimo
grido
del
secolo
.
Qualcosa
da
stare
,
sul
terreno
artistico
,
al
livello
dei
veicoli
spaziali
,
dei
razzi
interplanetari
sul
terreno
dei
mezzi
di
trasporto
.
Perché
quale
mezzo
di
espressione
potrebbe
permetterci
di
vedere
quel
che
sta
avvenendo
in
questo
preciso
momento
qui
,
là
,
a
cento
,
a
mille
chilometri
di
distanza
un
luogo
dall
'
altro
,
contemporaneamente
,
nello
stesso
momento
in
cui
avviene
nei
vari
luoghi
?
Dunque
,
novità
senza
precedenti
,
novità
strabilianti
,
e
ben
a
ragione
i
programmisti
della
TV
hanno
voluto
designarla
con
uno
speciale
appellativo
,
riservando
a
essa
quello
ambizioso
di
"
originale
televisivo
"
.
Difatti
,
che
cos
'
è
in
pratica
un
"
originale
televisivo
"
?
Una
cosa
originalissima
,
nuova
di
zecca
,
che
non
s
'
era
mai
vista
.
Figuratevi
un
po
'
:
è
nientemeno
una
serie
di
scene
recitate
da
attori
e
da
attrici
,
che
dicono
delle
battute
,
e
attraverso
le
quali
si
svolge
e
,
possibilmente
,
si
conclude
una
vicenda
.
Tutte
cose
che
non
s
'
erano
mai
viste
né
a
teatro
né
al
cinema
.
Cose
che
si
possono
fare
soltanto
mercé
la
televisione
e
perciò
formanti
quello
che
si
chiama
l
'
originale
televisivo
"
.
Se
non
fosse
stata
inventata
la
televisione
,
non
avremmo
mai
avuto
idea
,
pensate
,
di
queste
cose
.
Da
secoli
l
'
uomo
aveva
da
dire
qualcosa
che
gli
urgeva
dentro
,
ma
non
riusciva
a
esprimerlo
coi
mezzi
esistenti
.
Si
scervellava
,
si
sforzava
.
Niente
.
Mancava
il
mezzo
ad
hoc
.
Finalmente
,
s
'
inventa
la
televisione
e
,
là
!
,
ecco
la
nuova
opera
d
'
arte
.
Ora
ci
sarebbe
da
domandarsi
che
differenza
c
'
è
,
secondo
i
programmisti
della
TV
,
fra
un
comune
filmetto
o
una
comunissima
commediola
tradizionale
,
e
quello
che
pomposamente
essi
annunziano
e
definiscono
come
"
originale
televisivo
"
.
O
che
differenza
c
'
è
fra
questo
e
un
comunissimo
raccontino
sceneggiato
.
Forse
,
l
'
unica
differenza
è
che
un
"
originale
televisivo
"
è
una
specie
di
filmetto
un
po
'
più
pecione
dei
comuni
filmetti
,
e
che
perciò
non
osa
attribuirsi
la
qualifica
di
filmetto
;
o
è
una
commediolina
un
po
'
più
scema
delle
usuali
commedioline
del
suo
genere
e
che
perciò
non
ardisce
definirsi
commediolina
:
o
è
un
raccontino
sceneggiato
un
po
'
più
scemeggiato
d
'
altri
manufatti
del
genere
,
e
che
perciò
pudicamente
cela
il
vero
essere
suo
.
Quindi
,
in
tutti
questi
casi
:
"
originale
televisivo
"
.
Ma
lasciamo
a
quei
programmisti
i
misteri
della
loro
estetica
televisiva
,
limitandoci
a
esclamare
:
povera
TV
,
in
che
mani
sei
capitata
.
E
passiamo
a
esaminare
brevemente
l
'
ultimo
"
originale
televisivo
"
programmato
:
Il
destino
numero
uno
,
due
,
tre
di
Paolo
Emilio
D
'
Emilio
.
È
un
forte
lavoro
di
pensiero
,
imperniato
sui
refusi
,
o
svarioni
tipografici
,
detti
anche
"
perle
giapponesi
"
;
questi
errori
di
stampa
per
cui
,
a
esempio
,
la
casa
del
cavalier
X
viene
allietata
dalla
nascita
di
un
vispo
e
baffuto
bimbo
,
o
il
commendator
Y
decede
per
improvviso
malumore
.
Tizio
mangia
il
cane
quotidiano
,
Caio
s
'
invaghisce
d
'
una
signorina
elefante
e
il
torpedone
coi
giganti
passa
festosamente
sul
conte
,
eccetera
eccetera
.
Molti
profondi
lavori
sono
stati
scritti
su
questi
importanti
temi
,
ma
di
solito
la
questione
veniva
trattata
da
capi
scarichi
con
una
deplorevole
leggerezza
,
non
consona
all
'
austerità
dell
'
assunto
.
Giustamente
perciò
l
'
autore
del
lavoro
in
esame
prende
la
cosa
sul
dovuto
tragico
:
il
giovine
correttore
di
bozze
d
'
un
giornale
,
non
riuscendo
a
corrispondere
telefonicamente
con
la
sua
bella
,
ne
ha
le
facoltà
visive
talmente
menomate
che
lascia
passare
tre
svarioni
.
Così
capita
che
l
'
indomani
:
a
)
la
giovane
Roberta
legge
sul
giornale
che
,
invece
d
'
un
qualsiasi
a
lei
ignoto
Alberto
Maria
Rossi
s
'
è
sposato
con
altra
ragazza
l
'
a
lei
noto
,
anzi
notissimo
,
Alberto
Maria
Bossi
,
il
quale
altri
non
è
che
il
suo
fidanzato
;
secondo
giornale
,
"
l
'
amato
e
amante
giovane
,
che
sposo
andar
dovea
"
,
con
lei
,
è
invece
andato
sposo
con
l
'
altra
ed
è
partito
in
viaggio
di
nozze
;
b
)
in
casa
della
giovane
Lorenza
,
sempre
a
causa
dell
'
infernale
correttore
,
si
sparge
la
notizia
che
,
invece
di
un
certo
a
essi
ignoto
Gianfranco
Carabelli
,
è
stato
arrestato
per
furto
l
'
a
essi
noto
Gianfranco
Sarabelli
,
aspirante
alla
di
lei
mano
;
c
)
l
'
impiegato
Rossinis
crede
di
aver
vinto
venti
milioni
al
lotto
,
mercé
un
errato
quarantasette
che
il
diabolico
correttore
ha
lasciato
passare
invece
di
un
trentasette
.
I
tre
refusi
non
avrebbero
gravi
conseguenze
se
,
purtroppo
,
non
capitassero
proprio
in
un
paese
dove
il
telefono
serve
soltanto
a
ottenebrare
le
facoltà
visive
dei
correttori
di
bozze
,
ma
non
viene
minimamente
usato
per
accertarsi
se
un
fidanzato
,
che
magari
s
'
è
visto
poche
ore
prima
,
è
realmente
partito
in
viaggio
di
nozze
con
un
'
altra
,
o
se
veramente
è
stato
arrestato
per
furto
in
una
gioielleria
.
Pertanto
Roberta
si
disamora
;
i
parenti
di
Lorenza
,
appena
letta
la
notizia
dell
'
arresto
,
lungi
dal
formare
un
numero
telefonico
,
non
foss
'
altro
che
per
domandare
come
si
sono
svolti
i
fatti
,
decidono
di
partire
tutti
,
seduta
stante
,
per
un
lontano
paese
,
di
abbandonare
focolare
,
amici
,
patria
,
dicendo
:
"
Quando
torneremo
,
tutti
avranno
dimenticato
questa
brutta
faccenda
"
(
per
fortuna
,
pare
non
ci
fosse
immediatamente
un
treno
pronto
,
sicché
poi
l
'
equivoco
ha
modo
di
chiarirsi
)
;
e
l
'
impiegato
Rossinis
calca
il
cestino
della
carta
straccia
in
testa
al
capufficio
.
È
anche
un
paese
dove
a
nessuno
passa
nemmeno
lontanamente
per
la
testa
che
possano
darsi
casi
di
omonimia
.
Ed
è
infine
un
paese
nel
quale
i
giornali
li
leggono
soltanto
le
fidanzate
e
i
loro
amici
e
parenti
,
ma
non
i
fidanzati
.
Se
lì
,
infatti
,
anche
questi
avessero
la
lodevole
o
,
secondo
i
casi
,
pericolosa
abitudine
di
dare
un
'
occhiata
alla
cronaca
cittadina
,
essi
potrebbero
immediatamente
tranquillizzare
le
rispettive
fidanzate
circa
altri
eventuali
matrimoni
o
furti
con
scasso
,
attribuiti
loro
dai
giornali
.
Fortunatamente
,
poi
,
tutto
s
'
accomoda
,
perché
l
'
originale
televisivo
finisce
e
si
passa
ad
altra
trasmissione
.
Bravi
tutti
gli
attori
e
il
regista
Vaccari
.
StampaPeriodica ,
Fra
le
morti
di
persone
note
attraverso
la
loro
attività
,
uomini
pubblici
,
o
illustri
,
o
popolari
,
ce
ne
sono
che
commuovono
,
o
colpiscono
,
o
perfino
sbigottiscono
.
Ma
di
solito
toccano
la
mente
più
che
il
cuore
.
Si
pensa
:
"
Era
il
tale
...
Ha
fatto
questo
,
quest
'altro..."
La
morte
di
Mario
Riva
,
indipendentemente
da
tutto
,
è
un
sincero
dolore
per
tutti
.
Con
lui
,
prima
ancora
che
l
'
uomo
popolare
,
il
personaggio
caratteristico
del
video
,
o
quello
che
sia
,
abbiamo
perduto
una
persona
cara
.
Questa
morte
è
per
tutti
un
po
'
un
lutto
di
famiglia
.
E
poi
c
'
è
il
modo
crudele
e
stupido
di
essa
:
non
una
malattia
,
né
un
incidente
mentre
correva
a
duecento
all
'
ora
in
automobile
,
ma
una
banale
caduta
durante
il
suo
lavoro
.
Lavoro
che
solitamente
non
comporta
rischi
,
come
un
'
improvvisa
caduta
da
cinque
metri
d
'
altezza
.
Lavoro
in
un
certo
senso
pacifico
,
lieto
,
fra
musiche
e
canti
,
davanti
a
una
folla
immensa
,
festante
,
affettuosa
.
Lui
deve
fare
un
'
allegra
entrata
correndo
,
con
una
finta
fiaccola
olimpica
in
pugno
.
Ma
mette
il
piede
su
un
'
inavvertita
insidia
e
precipita
in
un
baratro
,
in
fondo
al
quale
l
'
aspetta
la
morte
.
Chi
poteva
immaginare
una
cosa
simile
?
In
una
serata
simile
?
E
per
un
uomo
come
lui
,
vivente
allegra
negazione
dei
drammi
,
delle
tragedie
?
Ecco
quello
che
fa
più
crudele
la
sua
morte
e
ci
riempie
di
dolore
e
di
pena
:
il
banale
incidente
,
che
si
poteva
benissimo
evitare
e
che
lo
uccide
quando
,
dopo
molti
anni
di
sfortunate
fatiche
,
aveva
appena
raggiunto
il
successo
,
che
per
lui
si
concretava
soprattutto
in
un
'
immensa
straordinaria
popolarità
e
nel
fatto
che
tutti
gli
volevano
bene
.
Anche
i
bambini
di
tre
,
quattro
anni
,
lo
conoscevano
,
lo
chiamavano
a
nome
per
la
strada
,
gli
sorridevano
affettuosi
,
come
a
un
caro
zio
bonario
e
divertente
.
Quando
,
il
sabato
,
il
suo
faccione
allegro
,
simpatico
,
s
'
affacciava
alla
finestrella
del
video
,
come
se
egli
si
protendesse
da
un
immaginario
balcone
per
darci
la
buonasera
,
era
un
amico
che
ci
entrava
in
casa
e
che
voleva
portare
a
tutti
un
'
ora
di
serenità
quasi
fanciullesca
.
La
trasmissione
che
gli
ha
dato
...
No
.
Sbaglio
.
Stavo
per
dire
:
che
gli
ha
dato
la
popolarità
.
Invece
,
una
volta
tanto
,
bisogna
invertire
i
termini
:
la
trasmissione
a
cui
egli
ha
dato
la
popolarità
.
Pare
impossibile
,
trattandosi
di
quella
formidabile
macchina
per
fabbricare
la
popolarità
che
è
la
TV
.
Ma
se
l
'
apparire
sul
video
ha
reso
popolare
il
sorriso
di
Mario
Riva
,
Mario
Riva
ha
reso
non
soltanto
accettabile
,
ma
addirittura
popolarissima
e
gradita
al
pubblico
la
trasmissione
che
presentava
e
che
,
senza
di
lui
,
sarebbe
stata
di
una
non
sopportabile
insipidezza
.
Non
aveva
pretese
trascendentali
.
Si
contentava
di
essere
quello
che
si
dice
un
bonaccione
,
un
simpaticone
,
non
voleva
far
male
a
nessuno
,
e
sono
certo
che
non
ha
mai
fatto
male
a
nessuno
.
Era
il
tipo
del
romano
"
tutto
core
"
,
"
col
core
grande
come
'
na
casa
"
,
il
romano
del
"
volemose
bene
"
.
Questo
tipo
sembra
un
luogo
comune
,
ma
a
Roma
esiste
realmente
,
se
pure
raro
,
e
Riva
era
uno
di
essi
.
Pieno
di
vita
esuberante
e
di
vivacità
.
Lo
si
vide
accanto
ad
altri
presentatori
e
con
sorpresa
ci
si
accorse
che
questi
,
anche
se
bravi
,
vicino
alla
sua
prepotente
vitalità
,
diventavano
labili
.
Da
lui
si
accettava
tutto
.
Sul
palcoscenico
del
Musichiere
montò
a
cavallo
,
inforcò
il
triciclo
,
ballava
il
charleston
,
faceva
le
piroette
,
era
il
primo
a
ridere
e
a
sorridere
delle
situazioni
ridicole
o
buffe
,
non
drammatizzava
mai
.
Rispettoso
di
tutti
,
cercava
di
far
figurare
tutti
il
meglio
possibile
,
ed
era
bravo
anche
in
questo
.
La
trasmissione
era
modesta
:
indovinare
il
titolo
di
canzonette
accennate
.
Che
di
più
puerile
e
,
anche
,
monotono
?
E
,
poi
,
complicato
da
un
cerimoniale
non
meno
puerile
:
le
sedie
,
la
corsa
,
le
scarpe
di
pezza
,
la
campana
,
il
pallottoliere
,
la
cassaforte
.
In
mano
di
chiunque
altro
,
tutto
questo
sarebbe
risultato
d
'
un
grottesco
fastidioso
.
Mario
Riva
,
invece
,
riusciva
a
farlo
accettare
.
Sorridendone
lui
per
primo
,
riusciva
,
una
sera
alla
settimana
,
a
far
tornare
tutti
un
po
'
bambini
.
In
quell
'
ora
e
mezzo
,
dalle
Alpi
alla
Sicilia
,
tutta
l
'
Italia
partecipava
sorridente
,
per
merito
suo
,
al
puerile
giuoco
di
società
.
Perché
c
'
era
lui
con
le
sue
battute
,
coi
suoi
ammiccamenti
divertiti
e
mai
irriguardosi
per
qualcuno
.
Il
Musichiere
era
lui
.
Scomparso
lui
,
non
potrà
più
vivere
una
trasmissione
di
quel
genere
.
Nessuno
emanerà
mai
il
calore
umano
,
la
simpatia
,
la
cordialità
che
emanava
lui
dal
video
,
facendo
perdonare
tutto
,
anzi
mettendo
un
po
'
di
sale
sulle
pietanze
più
scipite
.
E
non
è
a
dire
che
questo
andasse
a
scapito
,
diciamo
così
,
della
serietà
del
giuoco
.
Era
un
fermo
custode
delle
regole
,
per
quanto
puerili
.
Quante
volte
diceva
:
"
Be
'
,
tornate
alle
sedie
,
"
perché
una
partenza
era
stata
intempestiva
;
o
:
"
Da
capo
!
"
,
o
:
"
Maestro
,
un
'
altra
canzone
!
"
,
perché
qualcosa
non
era
stata
regolare
?
E
nessuno
se
ne
adontava
,
tanta
era
la
sorridente
indulgenza
con
cui
interveniva
.
E
come
sapeva
mettere
tutti
a
proprio
agio
e
smussare
sempre
il
lato
ridicolo
di
certe
situazioni
,
con
l
'
ammiccare
lui
per
primo
,
senza
cattiveria
!
Se
per
tanto
tempo
la
TV
ha
potuto
andare
avanti
,
facendone
un
successo
popolare
,
con
una
trasmissione
così
puerile
,
lo
deve
unicamente
al
suo
incomparabile
presentatore
.
Non
vogliamo
adesso
gonfiare
le
parole
perché
è
morto
.
Era
un
presentatore
.
Ma
un
presentatore
sui
generis
,
come
non
ce
n
'
è
stato
e
forse
non
ce
ne
sarà
più
altro
.
Nel
genere
,
un
piccolo
creatore
.
Le
sue
origini
teatrali
ne
facevano
qualcosa
di
più
che
un
semplice
presentatore
:
era
il
presentatore
-
attore
-
cantante
-
ballerino
-
comicobuffo
.
Il
suo
temperamento
esuberante
,
le
sue
qualità
d
'
improvvisatore
,
facevano
il
resto
.
Ho
detto
della
crudeltà
di
questa
morte
,
proprio
la
meno
adatta
a
un
uomo
simile
.
Specie
se
ci
si
aggiungono
la
lunga
alternativa
di
speranze
e
di
aggravamenti
,
e
le
sofferenze
fisiche
.
Ma
,
a
dare
ancora
un
tocco
di
drammaticità
alla
sua
fine
,
c
'
è
stata
quella
specie
di
conferenza
-
stampa
tenuta
dal
sacerdote
che
lo
ha
confessato
e
benedetto
in
articulo
mortis
.
Dai
giornali
:
"
Esiste
però
una
particolare
situazione
nella
sua
vita
;
e
,
di
fronte
a
questa
situazione
,
un
sacerdote
non
può
indulgere
.
Questa
era
la
domanda
.
Ha
risposto
don
Carlo
:
'
Tutti
e
due
hanno
promesso
che
non
vivranno
più
insieme
'
"
.
Ora
,
noi
non
entriamo
nel
merito
della
questione
.
Giustissimo
che
la
Chiesa
consideri
in
peccato
mortale
le
coppie
che
vivono
assieme
senza
essere
sposate
davanti
a
Dio
,
e
che
neghi
loro
l
'
assoluzione
.
Ma
era
proprio
il
caso
che
,
mentre
quel
disgraziato
stava
morendo
,
il
sacerdote
rendesse
pubblica
la
sua
promessa
di
sciogliere
quel
simulacro
di
famiglia
che
s
'
era
costruita
,
dopo
il
fallimento
della
prima
?
Tra
l
'
altro
,
si
trattava
forse
di
confessione
e
perciò
era
materia
da
tener
segreta
,
da
parte
del
sacerdote
.
Da
quando
in
qua
un
sacerdote
tiene
una
specie
di
conferenza
-
stampa
sul
contenuto
d
'
una
confessione
?
Avrebbe
potuto
benissimo
rispondere
ai
giornalisti
trincerandosi
dietro
il
segreto
confessionale
e
lasciando
che
essi
traessero
le
conseguenze
dal
fatto
ch
'
egli
aveva
dato
l
'
assoluzione
,
e
perfino
invitandoli
a
trarre
queste
intuibili
conclusioni
.
Non
soltanto
avrebbe
potuto
,
ma
avrebbe
addirittura
dovuto
.
Ricordo
,
quand
'
ero
bambino
,
in
villeggiatura
,
un
vecchio
prete
che
usava
confessare
tenendo
,
per
star
più
comodo
,
un
braccio
appoggiato
sul
bordo
del
finestrino
del
confessionale
,
in
modo
che
la
mano
sporgeva
all
'
esterno
,
fra
le
cortine
;
inconsapevolmente
il
brav
'
uomo
sottolineava
coi
gesti
della
mano
la
gravità
dei
peccati
delle
penitenti
;
sicché
,
dall
'
esterno
,
tutti
,
vedendo
la
mano
più
o
meno
agitarsi
,
potevano
arguire
il
contenuto
della
confessione
;
quando
la
mano
s
'
agitava
in
segno
di
minaccia
,
inferno
in
vista
:
peccato
mortale
.
Ma
il
poverino
lo
faceva
senza
intenzione
.
Voleva
soltanto
stare
un
po
'
più
comodo
.
Aveva
caldo
.
Ma
che
cosa
obbligava
il
confessore
di
Mario
Riva
a
riferire
esplicitamente
alla
stampa
certi
particolari
?
La
promessa
di
non
vivere
più
assieme
c
'
era
stata
,
e
dunque
Riva
era
a
posto
.
Era
una
cosa
che
passava
tra
lui
e
il
Cielo
,
tramite
il
sacerdote
.
Non
era
affatto
necessario
metterne
esplicitamente
a
parte
i
terzi
,
che
,
ripetiamo
,
potevano
benissimo
dedurre
l
'
accaduto
dai
fatti
stessi
.
Credo
che
la
Chiesa
non
chieda
a
nessuno
,
e
tanto
meno
a
un
suo
ministro
,
d
'
essere
inumano
.
Accanto
al
moribondo
c
'
era
la
sua
povera
e
affezionata
compagna
,
sia
pure
,
fino
a
un
momento
prima
,
come
lui
in
peccato
mortale
;
c
'
era
il
bambino
innocente
.
Direte
:
ma
la
Chiesa
non
può
indulgere
a
certe
situazioni
.
Nessuno
chiede
che
s
'
indulga
.
Si
parla
di
discrezione
,
di
umanità
.
Di
quello
che
la
Chiesa
chiama
:
carità
.
Per
questo
la
Chiesa
stessa
protegge
certe
dichiarazioni
col
segreto
della
confessione
.
D
'
altronde
,
in
casi
di
questo
genere
credo
che
la
Chiesa
si
riferisca
non
a
un
sentimento
,
ma
a
uno
stato
di
fatto
.
Il
sacerdote
,
trincerandosi
dietro
il
segreto
confessionale
e
affidandosi
,
o
rimandando
i
curiosi
,
all
'
eloquenza
dei
fatti
,
avrebbe
potuto
benissimo
lasciar
capire
l
'
avvenuta
soluzione
di
quello
che
si
riferiva
allo
stato
di
fatto
(
la
convivenza
)
,
senza
,
col
crudo
,
esplicito
annunzio
,
dare
a
questa
soluzione
,
a
questo
proposito
non
certo
scevro
di
drammaticità
,
la
patetica
e
anche
più
drammatica
eco
d
'
un
rinnegamento
,
in
punto
di
morte
,
di
duraturi
affetti
,
d
'
una
ferita
a
persone
care
.
Rinnegamento
crudele
per
chi
se
ne
va
,
non
meno
che
per
chi
resta
.
O
,
volendo
proprio
parlare
,
bisognava
almeno
,
su
questa
distinzione
fra
stati
di
fatto
e
sentimenti
,
spendere
una
parola
magari
non
necessaria
da
un
punto
di
vista
canonico
,
ma
dettata
da
spirito
di
carità
,
da
un
sentimento
di
misericordia
per
chi
,
in
quel
momento
,
era
già
tanto
provato
dal
dolore
e
dalla
sventura
.
E
con
questo
passiamo
a
un
ultimo
particolare
,
forse
il
più
penoso
di
tutti
.
Mario
Riva
aveva
un
bambino
,
Antonello
,
a
cui
non
è
riuscito
a
dare
un
nome
.
Ironia
della
sorte
:
al
figlio
di
sua
moglie
,
che
non
è
suo
figlio
,
aveva
generosamente
dato
il
proprio
nome
e
l
'
aveva
sempre
,
pare
,
trattato
come
un
vero
figlio
.
Ma
il
figlio
proprio
non
gli
è
stato
concesso
di
riconoscerlo
.
L
'
abbiamo
tutti
visto
piangere
per
questo
,
in
una
foto
pubblicata
da
un
giornale
.
E
così
è
morto
disperato
.
Come
un
'
infinità
di
altri
che
si
trovano
in
questa
situazione
.
La
gente
non
immagina
quanti
padri
ci
siano
disperati
,
è
la
parola
,
per
non
poter
dare
il
nome
a
un
proprio
figlio
illegittimo
.
Situazioni
della
vita
.
È
umano
?
Questi
bambini
poi
diventati
uomini
e
,
senza
loro
colpa
,
figurano
senza
il
nome
del
padre
.
Sì
,
adesso
si
dice
che
nei
documenti
non
occorra
più
la
paternità
.
Si
evita
l
'
inumano
"
di
N.N.
"
,
tacendo
del
tutto
.
Ma
il
figlio
lo
sa
.
Lo
saprà
.
Ci
sono
madri
che
si
macerano
di
ingiusto
dolore
e
di
non
meritata
vergogna
di
fronte
al
figlio
chenon
ha
il
nome
del
padre
e
nel
cui
sguardo
,
per
quanto
affettuoso
,
pare
sempre
ad
esse
di
scorgere
un
'
ombra
di
rimprovero
,
di
riprovazione
,
che
magari
non
c
'
è
.
È
umano
questo
?
A
parte
casi
che
possono
avere
qualche
parvenza
di
giustificazione
per
la
presenza
d
'
altri
figli
legittimi
,
il
più
delle
volte
la
cosa
dipende
dalla
malignità
implacabile
d
'
una
moglie
,
magari
da
anni
separata
,
che
pure
non
disarma
.
La
legge
le
dà
il
mezzo
di
esercitare
una
vendetta
,
di
sfogare
un
astio
implacabile
in
questo
dispetto
inutile
e
crudele
.
So
di
disgraziati
che
sono
morti
supplicando
invano
un
consenso
,
che
la
legge
riserva
a
una
nemica
.
Oppure
,
la
cosa
si
presta
a
dei
ricatti
.
Ci
vogliono
molti
quattrini
perché
un
padre
che
ha
avuto
guai
nella
vita
possa
dare
il
proprio
nome
al
proprio
figlio
illegittimo
,
perché
un
bimbo
innocente
possa
avere
quello
a
cui
tutti
i
bimbi
hanno
diritto
:
il
nome
del
proprio
padre
.
Il
consenso
viene
mercanteggiato
.
Ma
se
il
padre
non
ha
i
quattrini
,
niente
da
fare
.
E
la
legge
rende
possibile
questo
ricatto
,
sul
più
sacro
degli
affetti
.
Oppure
,
quando
il
padre
ha
quattrini
sufficienti
,
non
avendo
altre
strade
,
ricorre
agli
stratagemmi
legali
,
copre
d
'
oro
legioni
di
avvocati
,
si
fa
cittadino
di
paesi
esteri
,
impasticcia
un
matrimonio
più
o
meno
fittizio
.
E
allora
,
in
certi
casi
,
la
legge
accetta
la
commedia
.
È
umano
tutto
questo
?
Quando
verrà
una
legge
che
permetterà
a
chi
,
per
disgrazia
,
s
'
è
trovato
in
certe
situazioni
,
di
dare
,
senza
far
danno
ad
altri
,
il
proprio
nome
a
un
figlio
illegittimo
,
senza
esserne
impedito
da
altri
per
malignità
o
per
ricatto
?
Si
parla
di
nome
soltanto
,
anche
se
la
legge
non
vorrà
dare
altri
diritti
,
per
questo
,
a
questi
innocenti
.
Adesso
voglio
fare
una
di
quelle
cose
che
faceva
il
povero
Riva
quando
veniva
verso
la
telecamera
col
suo
passo
dondolante
,
la
mano
tesa
e
il
sorriso
bonario
sul
volto
,
e
si
rivolgeva
a
un
invisibile
,
lontano
personaggio
per
chiedergli
qualcosa
per
conto
di
terzi
:
un
ponte
,
un
impiego
,
una
licenza
.
E
voglio
farla
proprio
per
lui
.
Con
lo
stesso
calore
,
la
stessa
convinzione
di
chiedere
una
cosa
giusta
,
la
stessa
mano
tesa
.
"
Signor
Presidente
della
Repubblica
,
Eccellenza
Gronchi
,
Lei
è
il
solo
che
può
farlo
.
La
legge
Le
dà
questa
facoltà
.
Basta
un
Suo
decreto
,
una
Sua
firma
:
faccia
dare
il
nome
del
padre
al
bambino
di
Mario
Riva
.
Sono
certo
che
in
questa
richiesta
si
associano
tutti
gl
'
italiani
;
è
il
modo
migliore
per
dare
una
prova
d
'
affetto
al
loro
allegro
e
simpatico
amico
del
sabato
sera
,
che
se
n
'
è
andato
per
sempre
.
Sono
certo
che
,
da
un
più
vasto
,
invisibile
video
,
si
associa
anche
lui
,
lassù
,
una
volta
tanto
chiedendo
una
cosa
per
sé
,
facendosi
avanti
col
suo
passo
dondolante
,
col
sorriso
cordiale
e
la
mano
tesa
.
Eccellenza
,
come
la
legge
italiana
Le
dà
l
'
alta
facoltà
,
dia
al
figlio
bambino
di
Mario
Riva
il
nome
di
suo
padre
.
"