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> autore_s:"DE'_COCCI DANILO"
NOI E IL MONDO ( DE'_COCCI DANILO , 1937 )
StampaPeriodica ,
Da alcuni anni in ogni luogo di Europa , ed ormai anche del mondo intero , si identificano con la parola « Fascisti » certi gruppi politici dai colori più svariati . La maggior parte di tali partiti oltre al contenuto nazionalistico che non manca mai , arrivano anche a formulare dei programmi sociali abbastanza elevati in cui si affacciano delle idee collaborazionistiche . A dare a tali movimenti il nome di fascisti non siamo certo noi che anzi spesso accettiamo tale denominazione , senza porre precisazioni pedanti e senza fare lunghe ricerche , solo per scopi contingenti di politica e sopratutto in vista di un comune programma antibolscevico . Ciò che è oltremodo opportuno mettere in evidenza è che in tutto il mondo si è concordi nell ' usare a proposito , o come più spesso accade , a sproposito , il vocabolo « fascismo » . Tale etichetta talvolta viene appiccicata a movimenti sinceramente e fondamentalmente evoluzionistici , talvolta viene invece usata ad indicare delle pure e semplici reazioni . Tutto questo può essere prova della confusione di lingue che regna in un mondo disorientato alla vana ricerca di se stesso , in cui la belva bolscevica arriva ad atteggiarsi a pacifica sostenitrice delle libertà civili e della mentalità pigra di un enorme numero di persone che non riescono più ad adeguarsi alla realtà e non possono più scorgere nulla al di fuori di schemi logici precostituiti . Ad ogni modo con il fare apparire i vocaboli « fascismo » e « fascisti » nelle più disparate parti del mondo si viene senza dubbio a riconoscere a tali movimenti un qualche elemento comune , in cui si ravvisa il carattere di una possibile universalità . È interessante il vedere come tutto questo avvenga senza nessuna propaganda e senza la minima attività esportatrice da parte del Fascismo italiano e senza nessuna organizzazione sul tipo di una internazionale vuoi rosa , vuoi rossa . Se per ora pure trovandoci in mezzo a tanta confusione si è d ' accordo nel vedere una tendenza all ' universalità ravvisando ovunque nei movimenti così detti fascisti se non altro la volontà di mettere un ordine , la tendenza a stabilire un ' autorità e una disciplina là dove non ve ne è , cioè alcuni dei sommi elementi costitutivi della dottrina fascista , non dubitiamo che in un avvenire non lontano , ancora senza il minimo bisogno di propaganda , ci sarà chi comincerà a capire e ad attuare tutta quanta l ' essenza del nostro fascismo . Non mancherà più allora nel mondo la possibilità di distinguere i fascismi veri da quelli falsi ; questi ultimi vedranno chiara la necessità di trasformarsi per evitare l ' ipotesi di perire per forza di cose senza rimpianti . A questo scopo il tempo sarà un ottimo lavoratore . È indubbio che in molti casi i partiti o i governi che si dicono o vengono detti fascisti non sono altro che le vecchie destre nazionaliste che tirano fuori nuovi strumenti di lotta politica . Di tali destre non c ' è da avere , almeno per ora , troppa fiducia e ci meravigliamo davvero che certi grandi giornalisti , senza attender troppo , inneggino e brindino ad ogni parola o ad ogni scritto di una qualsiasi personalità di uno dei gruppi in questione . Tali giornalisti danno prova di avere intorno al fascismo delle idee piuttosto indefinite per non usare altri termini . Anche quando si ha da fare con movimenti aventi un programma decisamente innovatore , è necessario essere molto cauti nel giudicare . Occorre come primo elemento di ogni possibile giudizio porre mente alla attuabilità del detto programma . Il primo e fondamentale requisito perché un governo , meglio , uno stato , possa proclamarsi fascista è l ' esistenza di un uomo oppure di un ristretto gruppo che , non solo voglia , ma anche possa , non soccombendo dinanzi alle contingenze , dominare tutte quelle forze che per la loro stessa composizione non possono non essere tenacemente conservatrici e cioè il capitalismo , la borghesia , i dottrinari etc . Quanto sopra porta con sé il fatto che se un governo ha un programma sociale e fa delle riforme sentite ed opportune , ciò non basta certo per dare a tale governo la qualifica di fascista . Tra i riformatori e gli evoluzionisti è capitale il distinguere coloro che fanno il minimo possibile di innovazioni verso il popolo per restare radicati al potere e per non smentire un programma precedentemente sostenuto e coloro che invece lottano costantemente , usando tutti i mezzi politici , per attuare il maggior numero possibile di riforme , cioè tutte quelle riforme che non siano incompatibili con il senso comune , con le esigenze concrete delle masse , con i dati di una civiltà , in una parola con il momento storico . È del resto evidente che una valutazione siffatta , massimamente quando si tratta di paesi stranieri , è tutt ' altro che facile e spesso umanamente impossibile . Anche qui è necessario lasciar lavorare il tempo e la storia . Quando gli stati fascisti o fascistoidi saranno nel mondo la regola , cosa di cui i fatti non ci lasciano dubitare , gli uomini di stato , nel perseguimento della politica internazionale , avranno dinanzi a sé due vie . Da un lato potremo avere un certo numero di stati portatori di sentimenti nazionalistici , egoistici ed imperialistici giunti alla esasperazione o per causa propria o per causa altrui . Si avrà allora in tali casi un programma collaborazionistico e sociale solo per uso interno accompagnato da un opposto programma di egoismo e di prepotenza per uso esterno . In questo caso il mondo avrebbe fatto un ulteriore passo verso la catastrofe ed ogni soluzione dei problemi più assillanti per l ' umanità verrebbe rimandata a tempi migliori . Dall ' altro lato abbiamo la vera soluzione fascista e corporativa consistente nella proiezione anche nel campo internazionale dei principii già affermati ed attuati nella organizzazione interna e cioè dei principii di collaborazione , gerarchia , solidarietà , ordine , disciplina . Si arriverebbe fino dagli inizii alla rinunzia di tutti quegli egoismi particolari dannosi alla convivenza comune . Ogni stato organizzerebbe la propria politica e la propria economia tenendo conto degli interessi superiori e imprescindibili della collettività .