Miscellanea ,
1
.
-
-
LA
CORVETTA
«
CLAYMORE
»
Roma
,
24
marzo
1944
.
Si
sta
manipolando
la
cosiddetta
«
prima
lista
»
per
le
Fosse
Ardeatine
.
I
tedeschi
,
per
conto
loro
,
hanno
già
prelevato
dieci
ostaggi
.
«
Dissi
a
Carretta
di
cancellare
dieci
nomi
.
In
fondo
c
'
erano
i
nomi
di
otto
ebrei
.
Abbiamo
pensato
che
fossero
stati
aggiunti
all
'
ultima
ora
per
completare
il
numero
di
50
.
Così
Carretta
li
ha
cancellati
insieme
con
altri
due
nomi
scelti
a
caso
»
.
In
questi
termini
,
secondo
i
resoconti
dei
giornali
,
si
sarebbe
espresso
,
davanti
all
'
Alta
Corte
di
Giustizia
per
la
punizione
di
reati
fascisti
,
il
signor
Raffaele
Alianello
,
commissario
di
Pubblica
Sicurezza
,
appositamente
«
distaccato
»
da
un
campo
di
concentramento
,
perché
venisse
a
deporre
come
teste
al
processo
Caruso
.
È
noto
che
il
cervello
degli
sbirri
obbedisce
a
meccanismi
molto
elementari
.
Nell
'
esercizio
delle
proprie
funzioni
,
e
soprattutto
agli
occhi
delle
vittime
,
lo
sbirro
può
anche
apparire
diabolicamente
ingegnoso
,
penetrativo
,
psicologo
.
Che
guizzi
di
spiritata
fantasia
,
quali
sataniche
escogitazioni
,
che
prontezza
e
perspicacia
di
lettore
d
'
anime
,
di
radiologo
delle
coscienze
,
che
bravura
di
commediante
consumato
nel
passare
dal
patetico
al
sardonico
,
dalla
bonarietà
accorata
e
paterna
alla
glaciale
ferocia
.
Senonché
questa
specie
di
nefasta
intelligenza
non
gli
appartiene
in
proprio
,
anzi
gli
proviene
da
una
doppia
delega
.
Una
delega
,
per
così
dire
,
dal
basso
:
nel
senso
che
la
vittima
,
ridotta
allo
stato
di
passività
,
proietta
sull
'
aguzzino
la
propria
intelligenza
imbavagliata
,
e
a
lui
la
attribuisce
;
è
la
psicosi
della
vittima
,
che
prende
corpo
nella
figura
dello
sbirro
e
le
regala
tutte
le
proprie
fantasie
morbose
,
le
figurazioni
dei
propri
incubi
,
le
sottigliezze
delle
proprie
apprensioni
.
E
una
delega
dall
'
alto
:
nel
senso
che
quell
'
intelligenza
,
da
cui
lo
sbirro
si
sente
soggettivamente
animato
,
non
è
che
una
investitura
scesagli
per
li
rami
da
un
qualsiasi
irraggiungibile
«
Lui
»
.
Di
Lui
si
osa
appena
accennare
con
un
gesto
sornione
del
pollice
,
che
indica
dietro
le
spalle
verso
l
'
alto
;
si
osa
appena
sussurrarne
il
nome
.
Lo
sbirro
crede
e
si
appoggia
ai
propri
capi
,
i
quali
alla
loro
volta
credono
e
si
appoggiano
ai
propri
capi
,
e
così
di
seguito
fino
al
Capo
.
E
questo
Re
della
Camera
Oscura
,
questo
Dottor
Mabuse
,
facendo
perdere
lungo
la
trafila
l
'
esatta
nozione
di
sé
,
si
lascia
supporre
pressoché
onnipotente
,
impunibile
quant
'
è
impunito
,
e
capace
di
procurare
l
'
impunità
.
«
Questa
è
l
'
arte
di
non
farsi
conoscere
»
riflette
il
tiranno
Oloferne
,
nella
Giuditta
di
Hebbel
«
di
restare
sempre
un
mistero
»
.
Ed
è
la
grande
regola
per
fondare
le
tirannidi
e
il
terrore
.
La
cosa
si
è
vista
bene
in
Germania
,
quando
i
nazisti
si
impossessarono
del
paese
.
I
gregari
ripetevano
la
loro
energia
e
ogni
altra
risorsa
dai
gerarchi
,
i
quali
la
ripetevano
da
Hitler
,
il
quale
parlava
di
un
arcano
cassetto
,
dove
teneva
chiuso
un
piano
economico
sociale
per
la
rigenerazione
del
Reich
.
Rauschning
ci
ha
rivelato
che
quel
cassetto
era
vuoto
.
Alla
base
di
ogni
tirannide
,
o
terrore
,
c
'
è
quel
cassetto
vuoto
.
L
'
apparente
intelligenza
e
capacità
degli
esecutori
-
-
perspicacia
di
poliziotti
o
audacia
di
militi
-
-
dipendono
dalla
fede
in
quel
cassetto
.
Aperto
il
cassetto
e
trovatolo
vuoto
,
anche
Alianello
è
ricaduto
nella
originaria
semplicità
.
E
probabilmente
avrà
ragionato
:
«
Non
solo
i
signori
dell
'
Alta
Corte
e
i
pochi
invitati
seguono
il
processo
del
mio
ex
capo
Caruso
,
ma
l
'
opinione
pubblica
di
tutta
Italia
e
,
in
certo
senso
,
di
tutto
il
mondo
.
Quanti
occhi
abbiamo
addosso
.
E
il
guaio
è
che
in
questi
giorni
gli
affari
vanno
male
:
oggi
è
il
campo
di
concentramento
,
e
domani
chi
sa
.
Forza
,
cerchiamo
di
renderci
benevoli
tutti
questi
occhi
,
di
impressionarli
favorevolmente
.
Un
'
occasione
come
questa
è
difficile
che
si
ripeta
:
qui
però
bisogna
far
centro
al
pruno
colpo
,
non
c
'
è
tempo
da
perdere
.
Occorre
dar
subito
,
dare
abilmente
,
tra
le
righe
,
la
prova
provata
,
palmare
che
,
mentre
i
cattivi
collaboravano
coi
«
nazifascisti
»
,
noi
eravamo
invece
tra
i
buoni
.
Ma
il
problema
,
in
fondo
,
è
semplice
.
Quello
che
ieri
era
nero
oggi
è
diventato
bianco
,
e
viceversa
.
Qual
era
,
sul
cartellino
segnaletico
del
fascismo
,
il
connotato
più
caratteristico
?
Quali
le
impronte
digitali
del
fascismo
?
Diamine
,
la
persecuzione
degli
ebrei
.
Quale
,
di
conseguenza
,
il
più
incontrovertibile
connotato
dell
'
antifascismo
?
-
-
La
protezione
degli
ebrei
.
I
fascisti
,
quando
comandavano
loro
,
deploravano
:
peggio
,
punivano
il
pietismo
verso
gli
ebrei
.
Mostriamo
di
essere
stati
pietisti
,
di
avere
avuto
questo
coraggio
,
e
risulteremo
senz
'
altro
iscritti
,
iscritti
d
'
ufficio
,
senz
'
ombra
di
contestazione
,
nei
ranghi
dell
'
antifascismo
.
Dai
,
giovinotto
,
attaccati
agli
ebrei
,
tutto
fa
brodo
,
anche
la
carne
sbattezzata
.
Fai
vedere
di
aver
derivato
a
favore
degli
ebrei
il
cavo
preferenziale
della
benevolenza
»
.
Concluso
così
il
suo
silenzioso
ragionamento
,
il
teste
parla
.
E
,
giurato
di
dire
la
verità
,
tutta
la
verità
,
nient
'
altro
che
la
verità
,
pronuncia
queste
parole
,
che
giustamente
confida
siano
per
diventare
memorabili
:
«
Dalla
prima
lista
delle
Fosse
Ardeatine
ho
subito
,
per
prima
cosa
,
cassato
i
nomi
di
otto
ebrei
»
.
Dentro
di
sé
;
Alianello
si
frega
le
mani
:
ha
messo
,
non
già
al
muro
,
ma
spalle
al
muro
,
Alta
Corte
,
invitati
,
opinione
pubblica
d
'
Italia
e
del
mondo
intero
.
Il
nembo
di
sospetti
e
di
prevenzioni
che
lo
fasciava
,
va
ora
svaporando
,
si
va
ora
tingendo
di
un
dolce
colore
di
nube
rosata
:
una
di
quelle
nuvole
che
somigliano
a
cigni
,
o
cherubini
in
volo
.
Salvare
delle
vite
umane
,
e
delle
vite
innocenti
,
è
tale
atto
che
nessun
errore
o
debolezza
successiva
possono
infirmarne
la
bontà
.
Ma
certo
la
deposizione
del
teste
Alianello
nel
processo
del
20
settembre
rifluisce
sul
gesto
del
commissario
Alianello
durante
la
giornata
del
24
marzo
,
egli
si
sovrappone
in
maniera
,
quanto
meno
,
ambigua
.
Guardiamola
sovrapposizione
da
una
prospettiva
di
ebrei
.
Il
sentimento
che
essa
suscita
è
mescolato
e
complesso
.
Gli
ebrei
hanno
l
'
impressione
di
trovarsi
a
bordo
della
«
Claymore
»
,
la
corvetta
di
cui
Victor
Hugo
parla
nel
romanzo
del
Novantatre
.
Un
marinaio
per
negligenza
l
'
ha
messa
a
repentaglio
di
naufragio
.
Con
sovrumano
valore
e
disprezzo
della
propria
vita
,
il
marinaio
si
riscatta
,
salvala
nave
.
Il
marchese
di
Lantenac
lo
decora
al
valore
,
e
poi
immediatamente
lo
fa
giustiziare
.
Ce
ne
fossero
stati
,
ce
ne
fossero
ancora
tanti
,
degli
Alianelli
.
Fossero
stati
ancora
più
numerosi
qui
a
Roma
,
dove
si
può
dire
che
.
non
c
'
è
casa
,
non
c
'
è
famiglia
ebraica
nella
quale
,
tornando
dopo
questi
mesi
,
non
si
abbia
paura
di
chiedere
notizie
dei
congiunti
più
stretti
.
Già
troppe
volte
ci
siamo
visti
opporre
dei
visi
chiusi
,
severi
,
che
si
vietano
qualunque
espressione
come
superflua
,
come
sproporzionata
agli
avvertimenti
:
-
-
Presi
,
deportati
quella
mattina
del
16
ottobre
.
Non
se
ne
è
saputo
più
niente
.
-
-
Dove
ancora
,
in
quel
non
aver
più
saputo
,
c
'
è
un
tentativo
di
eufemismo
pietoso
,
uno
sfiduciato
barlume
di
speranza
,
che
cerca
di
smentire
il
presagio
,
il
timore
,
forse
la
certezza
,
più
funesti
.
Ce
ne
fossero
stati
degli
Alianelli
a
Varsavia
e
a
Lublino
,
sulle
banchine
donde
partirono
,
e
partono
,
i
vagoni
piombati
,
furgoni
senza
più
carico
umano
,
ma
solo
carne
da
strazio
e
gemiti
e
pianto
;
nelle
città
,
dove
in
qualche
via
signorile
e
un
poco
fuori
mano
,
edifici
stupidi
,
sordi
,
apparentemente
senza
destinazione
,
ville
dalle
persiane
chiuse
,
nascondono
nei
sotterranei
le
camere
della
tortura
.
Ce
ne
fossero
stati
,
ce
ne
fossero
ancora
,
dove
ancora
il
nazismo
fa
strage
.
Benedetti
gli
Alianelli
,
e
sciagurato
chi
si
attentasse
di
togliere
anche
una
virgola
alla
gratitudine
che
si
meritano
.
Il
mescolato
sentimento
degli
ebrei
,
di
fronte
alle
autodifese
degli
Alianelli
,
non
vuole
nemmeno
essere
ridotto
alla
normale
reazione
di
chi
,
senza
saperlo
e
senza
mai
esservisi
prestato
,
si
vede
ridotto
a
una
delle
due
carte
,
e
sia
pure
a
quella
favorevole
-
-
alla
matta
-
-
del
«
doppio
gioco
»
.
Che
è
poi
una
maniera
di
essere
,
e
di
sentirsi
,
giocati
...
Questo
doppio
gioco
,
applauditissimo
in
prima
istanza
e
,
come
si
dice
,
a
botta
calda
,
viene
di
giorno
in
giorno
più
adeguatamente
squalificato
.
Tra
l
'
altro
ha
il
difetto
di
volere
surrettiziamente
reintegrare
con
tutti
gli
onori
,
anzi
agghindato
di
un
'
aureola
di
merito
civico
,
il
metodo
dell
'
ambiguità
canagliesca
,
del
contegno
bifido
e
furbastro
,
del
fine
giustifica
i
mezzi
.
Proprio
quando
,
col
Machiavelli
di
Mussolini
,
pare
a
tutti
che
basti
.
Il
mondo
ha
finalmente
il
diritto
di
sentirsi
pulito
,
mentre
gli
eroi
del
doppio
gioco
si
adoperano
a
fargli
ritrovare
,
alle
sue
stesse
basi
,
nel
suo
stesso
atto
di
rinascita
,
un
certo
tipo
di
manovra
che
non
poteva
essere
inventata
se
non
nel
carosello
dei
corruttori
corrotti
,
dove
la
parola
d
'
ordine
,
l
'
emblema
era
(
chiediamo
scusa
)
il
«
far
fesso
»
.
Ma
tutto
questo
riguarda
ancora
il
costume
in
generale
,
rientra
nel
comune
senso
di
civismo
.
Abbiamo
detto
di
voler
guardare
da
una
specifica
prospettiva
ebraica
.
E
scartiamo
anche
l
'
altra
ipotesi
:
che
soltanto
a
un
soprassalto
del
millenario
,
proverbiale
,
durocervicato
e
protervo
orgoglio
semitico
si
possa
ascrivere
il
malessere
di
dovere
qualche
cosa
a
un
Alianello
,
di
essere
trascinati
a
figurare
alla
sbarra
con
lui
,
testi
a
discolpa
del
teste
.
Da
alcuni
secoli
gli
ebrei
sono
perseguitati
da
un
terribile
tipo
:
tanto
più
pericoloso
perché
suscitato
da
un
poeta
eccelso
,
che
gli
ha
infuso
il
proprio
dono
di
eternità
.
E
in
lui
ha
condensato
antiche
e
nuove
accuse
della
diffidenza
antisemita
:
da
quella
dell
'
omicidio
rituale
,
se
così
può
dirsi
,
a
quella
dell
'
esosità
usuraia
e
inesorabile
.
Si
tratta
del
personaggio
di
Shylock
.
(
Il
Mercante
di
Venezia
venne
ripreso
,
neghi
ultimi
anni
del
fascismo
,
da
un
astuto
capocomico
,
oggi
collaborazionista
,
per
onorare
con
illustri
lusinghe
la
campagna
razziale
)
.
Facilmente
si
dimentica
che
Shylock
agisce
sotto
l
'
assillo
dell
'
amore
paterno
tradito
,
dell
'
onore
e
dell
'
istinto
familiare
conculcati
.
Shylock
appare
invece
come
nient
'
altro
che
l
'
ebreo
,
il
mercante
ebreo
,
che
non
sente
ragioni
;
che
pretende
,
esige
,
si
fa
pagare
la
libbra
di
carne
viva
prelevata
sul
corpo
del
debitore
insolvente
.
Offesi
da
questa
secolare
denunzia
,
che
tutte
le
ribalte
del
mondo
hanno
instancabilmente
riproposta
al
giusto
sdegno
delle
platee
,
che
gli
scaffali
delle
biblioteche
di
tutto
il
mondo
quotidianamente
ridiffondono
,
quale
sentimento
possono
provare
gli
ebrei
,
quando
gli
tocca
di
accorgersi
che
Shylock
non
è
solo
un
'
ingiuria
,
ma
una
soperchieria
:
che
troppe
volte
accade
proprio
a
loro
di
essere
le
vittime
di
sempre
nuove
incarnazioni
e
imprevedute
varietà
di
Shylock
?
E
ora
;
mentre
nei
paesi
liberati
risorride
per
essi
la
luce
,
ora
che
ogni
mattina
,
al
risvegliarsi
,
si
domandano
se
l
'
aria
che
respirano
è
proprio
davvero
l
'
aria
di
questo
mondo
,
ecco
che
un
nuovo
Shylock
viene
avanti
e
,
forte
del
proprio
credito
,
chiede
non
già
un
pezzo
di
carne
viva
ma
una
passiva
complicità
nel
dimostrare
la
purezza
,
di
lui
Shylock
,
e
l
'
intemerata
sua
fede
antifascista
.
Avessero
la
fantasia
di
scherzare
,
gli
ebrei
si
domanderebbero
:
-
-
Chi
è
,
nel
senso
ingiurioso
della
parola
,
nel
senso
dell
'
esosità
,
chi
è
il
vero
ebreo
?
È
probabile
che
il
caso
Alianello
conti
solo
per
quello
che
vale
.
Però
è
un
sintomo
.
E
alla
sensibilità
non
ancora
rimarginata
degli
ebrei
dice
che
la
campagna
razziale
non
è
finita
.
La
persecuzione
continua
.
Sappiamo
la
risposta
:
questa
è
ipersensibilità
morbosa
,
da
curarsi
;
è
pignoleria
talmudistica
,
è
gusto
corrosivo
del
paradosso
,
vecchie
malattie
giudaiche
.
Se
fosse
sensibilità
morbosa
,
cioè
segno
di
mentalità
poco
socievole
,
ne
chiederemmo
scusa
.
Se
possa
apparire
pignoleria
talmudistica
,
rispondiamo
che
il
pretesto
Alianello
non
è
accattato
né
sofisticato
per
fatua
libidine
di
casuisti
:
sarà
un
pretesto
,
ma
per
dire
le
nostre
ragioni
,
per
parlare
a
suocera
e
a
nuora
,
a
quelli
che
i
fascisti
chiamavano
«
ariani
»
,
e
a
noi
stessi
ancora
.
Che
poi
sia
paradosso
,
neghiamo
,
e
cercheremo
di
dimostrarlo
.
2
.
-
-
Il
Ghetto
e
l
'
Arca
di
Noè
Il
caso
che
si
presentava
al
commissario
Alianello
e
al
suo
collega
era
il
seguente
:
una
lista
di
60
nomi
,
di
cui
10
in
soprannumero
.
Dunque
,
10
persone
da
salvare
:
da
salvare
,
se
così
può
dirsi
,
legalmente
,
a
rigore
di
Diktat
,
senza
lode
speciale
,
ma
anche
senz
'
alea
.
Quei
60
erano
tutti
egualmente
innocenti
.
In
simili
casi
si
tira
a
sorte
:
è
la
regola
di
prammatica
,
subito
dopo
quella
del
«
prima
le
donne
e
i
bambini
»
,
in
tutti
gli
incendi
,
naufragi
,
alluvioni
e
altre
emergenze
del
genere
.
Anche
l
'
Alianello
un
giorno
è
stato
bambino
:
a
noi
adesso
pare
impossibile
,
ma
deve
avere
anche
lui
ruzzato
,
giocato
sui
prati
dell
'
infanzia
.
E
avrà
cantato
anche
lui
,
come
tutti
,
la
vecchia
filastrocca
del
piccolo
naviglio
che
non
potea
,
non
potea
più
navigar
.
E
sul
piccolo
naviglio
allor
si
gioca
alla
più
corta
paglia
,
per
scegliere
chi
sopravviverà
.
Non
se
ne
è
ricordato
nel
pomeriggio
del
24
marzo
?
Certo
che
se
ne
è
ricordato
:
tanto
è
vero
che
lui
e
il
collega
,
cancellati
preventivamente
gli
otto
ebrei
,
scelsero
«
a
caso
»
(
parole
testuali
del
teste
)
gli
altri
due
nomi
.
Perché
gli
ebrei
ebbero
il
privilegio
,
la
precedenza
?
Perché
;
su
dieci
posti
,
se
ne
portarono
via
otto
?
L
'
ingiustizia
era
uguale
per
tutti
.
Non
si
dica
che
sugli
altri
pendevano
accuse
precise
:
che
la
loro
sorte
,
anche
senza
quella
rappresaglia
,
era
già
decisa
,
scontata
.
Primo
:
se
due
nomi
furono
scelti
a
caso
,
anche
gli
altri
otto
potevano
essere
scelti
a
caso
.
Secondo
:
sugli
ebrei
gravava
l
'
accusa
razziale
,
con
cui
sotto
i
nazi
c
'
era
poco
da
scherzare
.
Ma
all
'
Alianello
gli
ebrei
dovevano
apparire
come
degli
innocenti
più
innocenti
,
delle
ingiuste
vittime
più
ingiustamente
vittime
.
Non
invano
,
da
anni
,
la
propaganda
fascista
li
additava
alla
esecrazione
e
all
'
eccidio
;
non
invano
,
da
anni
,
la
propaganda
degli
uomini
liberi
rispondeva
che
la
campagna
razziale
era
l
'
obbrobrio
numero
uno
,
la
tipica
iniquità
delle
dittature
reazionarie
:
che
quello
subito
dagli
ebrei
era
il
primo
torto
da
risarcire
,
che
la
riparazione
verso
gli
ebrei
doveva
essere
quasi
il
primo
simbolo
della
riscossa
,
delle
libertà
restituite
ai
popoli
.
La
gente
del
tipo
Alianello
-
-
piccola
borghesia
suscettibile
,
credula
,
presuntuosa
,
impressionabile
,
eccitabile
,
laureata
in
legge
,
abbastanza
evoluta
per
potersi
credere
delle
idee
,
non
abbastanza
per
averne
-
-
quella
gente
è
la
più
plastica
argilla
per
la
propaganda
.
Sono
gli
ardenti
neofiti
di
ogni
verbo
pubblicitario
,
i
catecumeni
dello
slogan
.
Nel
salvare
preferenzialmente
gli
ebrei
,
in
vista
dei
propri
meriti
futuri
,
l
'
Alianello
subì
una
parola
d
'
ordine
pubblicitaria
:
come
chi
compra
il
dentifricio
più
lanciato
,
ripromettendosene
per
l
'
indomani
i
denti
più
bianchi
.
Obbedì
a
uno
slogan
.
Avesse
detto
almeno
:
gettate
le
sorti
,
uscirono
otto
ebrei
.
Ma
no
:
sottolineò
il
partito
preso
.
Ancora
un
partito
preso
.
Una
«
campagna
»
di
riparazione
,
che
rovescia
una
«
campagna
»
di
distruzione
:
una
campagna
sempre
.
Sotto
i
nazi
,
gli
ebrei
si
sono
sentiti
,
e
si
sentono
,
il
soggetto
o
il
predicato
,
il
nominativo
o
l
'
accusativo
,
o
il
dativo
di
uno
slogan
di
morte
:
«
scacciamo
gli
ebrei
,
sterminiamo
gli
ebrei
»
.
Tra
gli
uomini
che
si
avviano
a
ridiventare
liberi
,
si
sentono
daccapo
,
con
un
parallelismo
impressionante
,
gli
accusativi
o
i
dativi
di
uno
slogan
benefico
:
«
salviamo
gli
ebrei
,
ricompensiamo
gli
ebrei
»
.
Dativi
o
accusativi
:
cioè
,
come
insegna
l
'
analisi
logica
,
dei
«
casi
»
.
Ciò
che
li
preoccupa
,
che
li
mette
a
disagio
è
appunto
di
rimanere
un
caso
:
l
'
eterno
,
irrimediabile
caso
ebraico
.
Lo
slogan
li
rinchiude
come
un
Ghetto
.
Anche
se
,
per
avventura
,
somigli
all
'
Arca
di
Noè
.
Dentro
la
quale
sono
buttati
,
stipati
alla
rinfusa
;
senza
riguardo
ai
loro
torti
o
,
meriti
,
ai
vizi
umani
o
al
valore
;
senza
che
si
tenga
conto
,
per
loro
,
della
nozione
-
-
non
diremo
neppure
dell
'
individuo
-
-
ma
dell
'
uomo
.
Perseguitati
,
proscritti
,
ammazzati
,
non
già
per
le
loro
idee
o
il
loro
comportamento
,
ma
come
facenti
parte
di
un
'
entità
collettiva
,
come
«razza».,
anche
i
loro
benefattori
,
quando
è
l
'
ora
di
salvarli
,
non
li
allineano
fra
gli
altri
uomini
,
a
parità
di
cimenti
o
di
fortune
;
anzi
,
li
salvano
in
blocco
,
rappresentanti
quasi
anonimi
,
e
non
meglio
qualificati
,
di
una
«
razza
»
:
particelle
segnacaso
.
Hitler
,
Mussolini
e
Alianello
.
Il
cuore
,
come
si
sa
,
ha
le
sue
ragioni
,
che
prescindono
dalla
.
ragione
,
e
perfino
dal
gusto
di
avere
ragione
.
Gli
innamorati
delusi
reclamano
,
se
non
l
'
amore
,
quanto
meno
l
'
odio
.
Essere
segno
di
affetti
precisi
,
motivati
è
la
sola
maniera
,
per
il
cuore
,
di
sentirsi
vivo
:
è
,
per
così
dire
,
la
sua
dignità
.
Odiava
Mussolini
gli
ebrei
?
Sappiamo
soltanto
che
nel
1938
li
diede
in
cambio
di
una
più
stretta
alleanza
con
Hitler
,
li
barattò
come
numerario
,
li
sillabò
a
mandibola
protratta
,
come
soleva
per
l
'
argomento
forte
delle
sue
concioni
.
Faceva
,
in
quel
momento
,
della
demagogia
internazionale
.
Ama
Alianello
gli
ebrei
?
Sappiamo
che
,
al
processo
Caruso
,
li
barattò
contro
la
pulizia
e
illibatezza
della
propria
fedina
politica
:
argomento
di
demagogia
antifascista
.
Come
con
Mussolini
non
si
sentirono
oggetto
di
un
vero
odio
sincero
passionale
fisico
così
col
soccorrevole
commissario
gli
ebrei
non
hanno
beneficiato
di
un
vero
amore
solidale
,
caritativo
e
,
per
dire
la
parola
,
cristiano
.
Oh
insomma
:
che
cosa
vogliono
questi
ebrei
?
dell
'
odio
?
smaniano
per
una
persecuzione
autenticata
di
detestazione
?
si
permettono
,
con
i
tempi
che
corrono
,
il
lusso
di
simili
masochismi
?
Non
hanno
che
da
rivolgersi
ai
tedeschi
!
Ma
anche
qui
:
a
parte
gli
isterismi
di
Hitler
,
a
parte
i
vecchi
e
nuovi
cavilli
del
tradizionale
antisemitismo
germanico
,
risultò
subito
-
-
e
lo
spiegò
Trozkij
fin
dal
1933
-
-
che
Hitler
,
dovendo
defraudare
il
proletariato
tedesco
della
lotta
di
,
classe
,
in
cambio
gli
largì
la
campagna
razziale
.
Gli
ebrei
furono
il
primo
«
surrogato
»
nel
Reich
dei
surrogati
.
Furono
un
argomento
di
demagogia
sociale
.
Pare
che
,
tra
i
mestieri
umilianti
,
quello
dell
'
uomo
-
sandwich
sia
uno
dei
più
umilianti
.
I
disgraziati
vanno
in
giro
,
ostentando
su
cartelli
retorici
,
pupazzettati
,
stentorei
e
spesso
buffoneschi
la
pubblicità
di
prodotti
che
non
li
riguardano
e
che
il
più
delle
volte
essi
non
conoscono
.
Gli
ebrei
,
costretti
nei
paesi
di
più
severa
persecuzione
a
circolare
tenendo
in
mostra
bracciali
o
stelle
gialle
o
altrettanti
gingilli
di
riconoscimento
,
hanno
forse
provato
una
sensazione
da
uomini
sandwiches
:
e
infatti
anche
loro
stavano
servendo
la
pubblicità
di
un
ritrovato
demagogico
,
a
cui
erano
estranei
.
Con
la
differenza
che
l
'
uomo
sandwich
si
guadagna
la
vita
,
e
gli
ebrei
si
guadagnano
la
morte
.
Si
sa
che
cosa
sono
i
portatori
di
malattie
.
Un
giorno
il
pediatra
vi
capita
in
casa
,
prende
un
«
tampone
»
nella
gola
dei
vostri
bambini
,
e
dopo
24
o
48
ore
vi
telefona
che
all
'
analisi
si
è
constatato
il
bacillo
della
difterite
.
Grazie
al
cielo
,
i
bambini
stanno
benissimo
:
nell
'
esuberanza
della
salute
,
si
esaltano
all
'
idea
delle
placche
in
gola
,
della
febbre
a
quaranta
,
dell
'
iniezione
di
siero
.
La
difterite
gioca
,
invisibile
,
ai
«
quattro
cantoni
»
nella
camera
dei
giochi
.
Ma
intanto
i
bambini
sono
dichiarati
«
portatori
»
e
costretti
alla
quarantena
.
E
vi
assediano
di
domande
:
non
capiscono
che
cosa
sia
l
'
essere
ammalati
,
quando
si
è
sani
.
Anche
gli
ebrei
vennero
,
più
o
meno
d
'
improvviso
,
dichiarati
«
portatori
»
:
e
invano
cercarono
il
germe
ch
'
erano
accusati
di
tenere
addosso
,
invano
si
guardarono
d
'
attorno
per
vedere
se
avessero
contagiato
qualcuno
.
Gli
«
altri
»
,
intorno
a
loro
,
splendevano
di
salute
.
Gli
«
altri
»
si
sentivano
così
forti
che
avevano
perfino
voglia
di
menare
le
mani
,
di
spendersi
negli
sports
più
esuberanti
:
e
infatti
,
di
lì
a
poco
,
cominciarono
la
guerra
.
Dal
momento
che
alla
persecuzione
non
c
'
era
mezzo
di
sfuggire
,
gli
ebrei
tentarono
quanto
meno
di
trovarne
i
motivi
,
di
dare
ragione
ai
loro
persecutori
;
che
sarebbe
stato
un
modo
di
alleviarsi
la
pena
,
riconoscendone
almeno
la
logica
.
Con
tutta
la
buona
volontà
,
non
vi
riuscirono
.
Qual
era
il
vizio
,
quale
il
peccato
,
che
così
inesorabilmente
faceva
di
loro
un
pericolo
pubblico
?
Le
persecuzioni
del
passato
si
spiegano
ancora
,
quasi
come
guerre
locali
:
a
quei
tempi
gli
ebrei
costituivano
,
volenti
o
nolenti
,
una
cellula
,
un
nucleo
chiuso
,
uno
specifico
conglomerato
sociale
,
che
riusciva
facile
di
contrapporre
agli
altri
-
-
come
la
tribù
di
zingari
accampati
all
'
orlo
della
città
,
provocanti
per
la
loro
stranezza
e
diversità
di
costume
,
offensivi
per
quella
stessa
singolarità
e
isolamento
,
a
cui
li
si
era
costretti
-
-
e
dichiarargli
guerra
con
gli
editti
o
coi
bastoni
.
Ma
stavolta
?
Bisognò
cominciare
col
rifabbricare
,
in
astratto
e
con
procedimenti
da
laboratorio
,
il
gruppo
«
ebrei
»
;
poi
farvi
confluire
gli
individui
,
strappandoli
alla
loro
individualità
,
al
mondo
in
cui
vivevano
,
alle
loro
abitudini
e
lavori
e
commerci
e
scambi
pratici
e
spirituali
,
svellendone
le
radici
,
a
costo
di
qualunque
lacerazione
,
non
solo
degli
estirpati
,
ma
di
tutto
il
suolo
in
cui
allignavano
.
L
'
astrattezza
di
una
simile
operazione
si
vede
anche
dal
lavoro
che
fu
necessario
per
compierla
:
arido
lavoro
di
statistica
e
di
anagrafe
,
censimenti
,
moduli
,
dichiarazioni
,
registri
,
stampati
,
caselle
,
colonnine
e
finche
.
Ripetiamo
:
non
si
isolava
un
gruppo
umano
;
si
confezionava
uno
dei
termini
grammaticali
per
una
frase
propagandistica
a
grande
effetto
.
Parentesi
.
Che
cosa
sia
l
'
ebraismo
negli
ebrei
,
è
questione
da
non
venirne
così
facilmente
a
capo
.
In
ogni
caso
,
si
tratta
d
'
una
faccenda
di
stretta
intimità
.
Non
si
nega
che
ci
siano
modi
interiori
,
originali
,
profondi
di
sentirsi
ebrei
;
ma
son
cose
di
privato
sentimento
,
tutte
confinate
nella
zona
dei
pudori
,
non
mai
estrovertite
nell
'
azione
:
e
non
toccano
quindi
il
contegno
sociale
dell
'
uomo
,
né
lo
differenziano
da
quello
dei
suoi
simili
-
-
e
tanto
meno
glielo
contrappongono
.
(
Chi
volesse
fare
il
sottile
direbbe
,
se
mai
,
che
la
sola
differenza
è
nello
sforzo
di
non
differenziarsi
,
che
talvolta
può
anche
essere
ingrato
;
ma
comunque
è
offensivo
più
per
chi
sia
costretto
a
farlo
,
che
per
chi
l
'
abbia
in
qualche
modo
provocato
,
e
in
nessun
caso
è
tale
da
turbare
l
'
ordine
del
mondo
o
da
minare
le
basi
della
società
)
.
Sentirsi
ebrei
sarà
un
sentir
rinascere
dal
fondo
-
-
nelle
ore
di
più
geloso
raccoglimento
,
ore
quasi
inconfessabili
tanto
sono
intime
-
-
vecchie
cantilene
sinagogali
,
udite
ai
tempi
dell
'
infanzia
nella
pigra
monotonia
di
grevi
crepuscoli
,
in
una
luce
di
ceri
stanchi
che
tremava
sulla
berretta
del
cantore
,
solo
,
in
piedi
,
laggiù
sul
tabernacolo
deserto
:
e
su
quelle
cantilene
l
'
anima
si
inflette
in
errabonde
ricerche
del
tempo
perduto
:
desolati
a
tu
per
tu
con
squallori
senza
tempo
,
bruciori
di
lacrime
mal
rasciugate
,
tremolar
di
sorrisi
senza
scampo
,
un
abbracciarsi
con
le
ombre
dei
limbi
,
struggenti
agnizioni
di
avi
mai
conosciuti
,
e
un
segreto
di
inenarrabili
malinconie
,
e
il
crollare
indefesso
contro
invisibili
muri
del
pianto
.
Ah
,
il
pensiero
non
va
più
sull
'
ali
dorate
,
più
non
si
posa
sui
clivi
e
sui
colli
.
Lungo
i
fiumi
di
Babilonia
,
sul
cammino
dei
salici
,
l
'
eterno
errante
troverà
forse
una
sua
via
,
e
un
antico
passo
e
un
gesto
ancestrale
,
per
calarsi
nella
regione
delle
Madri
,
per
andare
a
interrogare
la
«
bocca
d
'
ombra
»
.
E
in
ciò
si
veda
pure
un
'
equazione
personale
tra
l
'
uomo
e
la
Natura
,
tra
l
'
uomo
e
Dio
:
non
mai
un
'
equazione
personale
tra
l
'
uomo
e
la
società
,
tra
l
'
uomo
e
la
storia
contemporanea
.
E
d
'
altronde
non
erano
queste
le
cose
che
potessero
venire
ascritte
a
colpa
degli
ebrei
.
E
gli
ebrei
continuavano
a
domandarsi
quella
colpa
quale
fosse
,
e
dove
.
Un
aperto
e
umanissimo
scrittore
ha
bollato
la
mostruosità
delle
leggi
razziali
,
osservando
che
esse
colpivano
«
non
le
azioni
responsabili
delle
creature
umane
,
ma
il
delitto
di
essere
nati
»
.
E
chi
veramente
con
la
morte
espiò
quel
delitto
,
non
è
tornato
a
dirci
se
,
nell
'
ora
del
supplizio
,
ne
capì
finalmente
la
colpa
.
Certo
i
persecutori
hanno
saputo
immaginare
le
camere
dei
gas
e
tutte
le
più
efferate
maniere
di
uccisione
:
quelle
che
fanno
morire
con
la
faccia
stravolta
,
col
labbro
contratto
nell
'
urlo
e
nella
maledizione
,
che
tolgono
al
trapasso
i
suoi
sovrannaturali
compensi
e
promesse
,
di
pace
almeno
e
di
silenzio
,
le
rasserenanti
visioni
di
limbi
o
di
elisi
,
l
'
erba
sotto
i
piedi
e
l
'
azzurro
sul
capo
.
Tra
gli
orridi
sudori
e
i
geli
di
agonie
terrificanti
,
quegli
sciagurati
avranno
forse
violato
,
con
un
raccapriccio
più
atroce
della
stessa
asfissia
,
i
talami
remoti
in
cui
si
erano
congiunti
gli
amori
dei
loro
parenti
:
infausti
connubi
,
che
nel
grembo
delle
madri
dovevano
deporre
il
seme
di
mostri
maledetti
,
ora
contorcentisi
nella
soffocazione
di
quelle
camere
della
morte
.
E
il
lezzo
dei
gas
avrà
imputridito
le
primavere
nuziali
,
in
cui
i
padri
e
le
madri
si
erano
scambiati
il
primo
sguardo
d
'
amore
.
Forse
allora
,
in
quei
deliri
,
il
delitto
di
essere
nati
si
precisò
in
un
'
accusa
contro
chi
li
aveva
messi
al
mondo
:
come
dicono
avvenga
,
durante
le
crisi
,
ai
figli
dei
sifilitici
e
dei
tabetici
,
concepiti
in
un
'
ora
di
sozza
e
infetta
libidine
.
Per
un
attimo
poté
sedimentarsi
il
senso
di
una
colpa
,
risalire
le
generazioni
.
Ma
era
una
bestemmia
,
strappata
dalle
torture
.
E
l
'
avere
strappato
quella
bestemmia
è
,
per
i
nazi
,
un
bel
capolavoro
.
Pace
ai
nostri
morti
.
Ma
i
vivi
,
che
non
capirono
e
non
capiscono
il
perché
della
persecuzione
,
è
giusto
che
si
allarmino
oggi
di
un
'
indulgenza
altrettanto
regalata
.
Questo
di
chiudere
tutti
e
due
gli
occhi
,
di
creare
eccezioni
a
vantaggio
degli
ebrei
,
non
è
un
modo
di
riparare
dei
torti
.
Riparazione
sarebbe
rimettere
gli
ebrei
in
mezzo
alla
vita
degli
altri
,
nel
circolo
delle
sorti
umane
,
e
non
già
appartarli
,
sia
pure
per
morivi
benigni
.
Questa
è
una
antipersecuzione
:
dunque
,
fatta
della
medesima
sostanza
psicologica
e
morale
che
materiava
la
persecuzione
.
Se
prima
negli
ebrei
si
puniva
l
'
ebreo
,
oggi
al
vedere
la
situazione
,
non
già
corretta
,
ma
semplicemente
capovolta
con
sì
perfetta
simmetria
di
antitesi
,
può
nascere
il
dubbio
che
negli
ebrei
si
perdoni
l
'
ebreo
.
È
il
perdono
richiama
l
'
idea
di
una
colpa
,
di
un
trascorso
.
Eccoli
di
nuovo
,
questi
ebrei
,
messi
nel
rischio
di
dover
partire
alla
torturante
,
insolubile
,
offensiva
ricerca
di
un
perché
.
E
poi
,
di
fronte
ai
ricorsi
storici
,
che
purtroppo
essi
sanno
a
memoria
,
è
lecita
la
domanda
:
-
-
perdono
o
amnistia
?
e
fino
a
quando
durerà
?
-
-
Spieghiamoci
con
un
esempio
.
3
.
-
-
GLI
ARATORI
DEL
VULCANO
Tornavamo
da
Napoli
,
sul
fastigio
di
un
camion
di
noci
,
sotto
la
pioggia
battente
.
Uno
strano
tipo
era
salito
con
noi
:
barba
di
tre
giorni
,
aspetto
da
fuggiasco
o
da
evaso
,
ma
gli
abiti
stracchi
tradivano
ancora
il
taglio
borghese
,
e
borghesi
erano
la
faccia
,
l
'
espressione
,
la
sagoma
,
tutto
quanto
.
Fino
a
qualche
anno
fa
,
tutti
in
casa
dovevano
averlo
chiamato
il
«
signorino
»
.
L
'
ex
signorino
gettò
sulle
altre
valigie
una
borsa
da
avvocato
,
da
cui
sporgeva
un
,
lungo
rotolo
.
-
-
Uova
di
tonno
-
-
annunciò
,
e
non
cessava
di
raccomandarsi
-
-
per
carità
,
queste
non
le
debbo
perdere
,
se
no
sono
rovinato
-
-
.
Un
borsanera
alle
prime
armi
,
pensammo
:
forse
un
professionista
,
che
l
'
iniquità
dei
tempi
costringe
a
questo
mestiere
così
incongruo
con
le
arti
del
Trivio
e
del
Quadrivio
.
Affettuosamente
,
a
tutti
i
compagni
,
domandava
nome
,
stato
di
famiglia
,
indirizzo
,
se
i
figli
fossero
maschi
o
femmine
:
quasi
a
propiziarsi
la
loro
amicizia
,
a
farsi
proteggere
,
lui
così
spaesato
e
inesperto
,
da
quell
'
abbozzo
di
amicizia
.
Ingenuo
,
patetico
,
quasi
.
Più
tardi
,
a
un
posto
di
blocco
,
venimmo
a
sapere
che
l
'
ingenuo
era
un
giovane
funzionario
della
Questura
;
di
ritorno
da
una
breve
licenza
nella
nativa
Palermo
.
Improvvisa
metamorfosi
di
tutto
il
tipo
.
È
inutile
,
il
«
così
è
se
vi
pare
»
rimarle
sempre
una
grande
trovata
psicologica
e
la
Sicilia
non
cessa
di
dare
ragione
al
suo
Pirandello
.
Dunque
,
tutto
il
capzioso
gioco
di
indagini
,
di
domande
,
di
investigazioni
,
da
parte
di
quel
personaggio
così
in
cerca
d
'
autore
,
non
era
che
un
allenamento
agli
interrogatori
futuri
,
volontaria
propedeutica
all
'
arte
di
tirare
i
vermi
dal
naso
del
prossimo
,
esercizi
sulle
cinque
note
per
quando
,
seduto
dietro
il
monumentale
clavicembalo
della
sua
scrivania
di
Questore
,
gli
toccherà
di
eseguire
le
più
virtuosistiche
introduzioni
,
i
più
lisztiani
accompagnamenti
per
«
far
cantare
»
il
pollo
.
In
particolare
,
poi
,
quasi
che
le
nostre
facce
fossero
altrettanti
specchi
,
l
'
uomo
vi
studiava
gli
effetti
di
certe
espressioni
mimiche
,
di
un
certo
tipo
di
guardatura
in
tralice
,
come
da
oltre
le
lenti
di
inesistenti
occhiali
:
uno
sguardo
connivente
e
furbesco
,
mite
a
un
tempo
e
accusatore
,
uno
sguardo
che
pareva
dire
:
«
Sbottonati
,
a
che
pro
nasconderci
l
'
un
l
'
altro
?
»
.
Quando
il
nostro
turno
giunse
,
e
noi
senza
ambagi
gli
declinammo
il
nostro
nome
,
quel
giovane
e
passionato
domenicano
della
inquisizione
poliziesca
,
quel
futuro
ripopolatone
delle
carceri
d
'
Italia
,
ebbe
un
balzo
trionfale
,
come
quando
,
nei
luminosi
giorni
della
sua
carriera
,
la
sventata
risposta
di
un
malcapitato
gli
permetterà
di
saldare
fulmineamente
una
faticosa
catena
di
induzioni
,
di
conchiudere
in
un
attimo
;
con
un
colpo
di
scena
,
una
serie
di
indagini
che
si
annunziava
lunga
e
penosa
;
di
scoprire
nel
testimonio
un
reo
,
di
stringere
a
un
tratto
l
'
inerte
congerie
delle
prove
in
un
'
accusa
lampante
.
Proruppe
:
«
Debenedetti
?
ebreo
?
!
»
E
immediatamente
quello
sguardo
professionale
,
da
dietro
occhiali
inesistenti
,
varcando
di
sotto
in
su
l
'
arco
ciliare
,
ci
dardeggiò
di
sghembo
,
e
condensava
un
tumultuoso
accavallarsi
di
sottintesi
,
di
illazioni
,
di
involontarie
e
quasi
ripugnate
complicità
,
di
scontrose
indulgenze
:
«
Ah
,
per
questa
volta
ce
l
'
hai
fatta
-
-
esclamò
quello
sguardo
-
-
ma
ringrazia
l
'
amnistia
.
Vattene
,
vecchia
volpe
,
e
bada
di
non
ricaderci
,
l
'
aria
del
vigilato
speciale
non
te
la
toglie
nemmeno
Domineddio
»
.
Ci
parrebbe
di
essere
cattivi
,
se
aggiungessimo
che
in
quell
'
occhiata
trascorse
anche
una
sfumatura
,
un
pizzico
,
un
nonnulla
di
rimpianto
:
«
Però
se
niente
niente
ti
avessimo
,
colto
,
così
in
flagrante
,
quale
mese
fa
!
»
.
Non
è
moralmente
vero
,
non
è
plausibile
che
,
la
revoca
diventi
ipso
facto
una
revoca
dell
'
abitudine
di
eseguirlo
.
Il
nuovo
ordine
ha
bisogno
di
maturare
per
farsi
ordine
nuovo
.
E
nessuno
pretende
che
il
mondo
,
questo
mondo
che
è
stato
creato
in
sette
giorni
,
si
modifichi
in
un
'
ora
:
se
no
,
come
credere
che
un
'
altra
ora
non
gli
basterebbe
,
quando
che
sia
,
per
recidivare
nel
peggio
e
tornare
al
proprio
vomito
?
L
'
esclamazione
,
l
'
occhiata
del
nostro
questurino
denunziavano
lo
sforzo
di
adattamento
a
un
'
ottica
diversa
;
la
necessaria
,
ancorché
rapida
,
manovra
per
invertire
la
corrente
.
Il
nostro
sospetto
è
che
la
nuova
ottica
possa
venire
adottata
come
un
comando
«
dall
'
alto
»
,
una
specie
di
Decreto
promulgato
dalla
Gazzetta
Ufficiale
,
e
dunque
di
sua
natura
soggetto
anch
'
esso
a
revoca
,
dettato
da
necessità
del
momento
,
visto
che
...
in
considerazione
di
...
Il
sospetto
è
che
il
nostro
questurino
si
uniformasse
ai
criteri
di
oggi
con
la
mentalità
di
ieri
,
tenesse
d
'
occhio
quella
onnipotente
,
inesorabile
e
oscura
Divinità
,
in
nome
della
quale
si
esaltavano
ieri
o
siluravano
funzionari
,
giornalisti
,
alte
e
basse
cariche
:
la
cosiddetta
«
sensibilità
politica
»
.
Ordine
di
servizio
:
mostrare
simpatia
agli
ebrei
.
Ma
chi
,
come
gli
ebrei
,
ha
sete
di
libertà
,
una
di
quelle
seti
che
tappezzo
il
palato
:
chi
ha
capito
come
la
libertà
sia
letteralmente
una
questione
di
vita
o
di
morte
,
è
pronto
a
riconoscere
che
,
tra
tutte
le
libertà
che
compongono
la
Libertà
,
è
compresa
anche
la
libertà
di
essere
antisemiti
.
Un
antisemitismo
di
uomini
liberi
,
un
antisemitismo
(
se
non
c
'
è
contraddizione
)
liberale
,
contro
cui
sia
dato
di
opporre
validi
argomenti
e
pertinenti
confutazioni
,
apparirebbe
perfino
tonico
,
ravvivante
,
rigeneratore
agli
ebrei
che
escono
ora
dall
'
anchilosi
mobilità
e
del
silenzio
.
Discutere
finalmente
all
'
aperto
,
misurarsi
,
farsi
le
proprie
ragioni
,
uomini
tra
gli
uomini
,
uomini
di
fronte
agli
uomini
non
parrebbe
nemmeno
vero
a
loro
,
che
fino
a
ieri
erano
costretti
a
nascondersi
,
a
ringhiottirsi
reazioni
e
risposte
,
a
cambiarsi
i
connotati
;
diffidati
persino
di
pronunziare
il
proprio
nome
,
cioè
in
parole
povere
di
dirsi
figli
del
proprio
padre
.
Recensendo
il
libro
di
Wendell
L
.
Willkie
:
One
World
,
Benedetto
Croce
ha
trovato
l
'
occasione
di
ribadire
«
un
bisogno
fondamentale
dell
'
uomo
,
che
è
di
soffrire
e
di
lavorare
»
.
Qui
,
da
questa
parte
della
guerra
,
gli
ebrei
si
vedono
riconosciuto
,
dopo
anni
,
il
loro
bisogno
di
lavorare
.
Rinasce
in
essi
,
complementare
,
il
bisogno
soffrire
.
Forse
che
non
hanno
sofferto
abbastanza
?
Sicuro
che
hanno
sofferto
,
il
mondo
sa
quanto
,
e
di
là
,
dal
fronte
della
libertà
ancora
soffrono
,
e
in
tal
misura
,
che
questa
nostra
pretesa
di
soffrire
può
sembrare
bestemmia
,
cattiva
sfida
,
provocazione
del
destino
.
Ma
la
pretesa
,
a
guardarci
meglio
,
è
unicamente
di
non
accampare
,
ne
vedersi
riconosciute
,
speciali
pretese
.
Il
diritto
di
non
avere
speciali
diritti
.
Speciali
,
cioè
razziali
.
E
quello
che
gli
ebrei
già
liberi
hanno
patito
,
e
quello
che
i
perseguitati
patiscono
ancora
,
desiderano
sia
versato
,
messo
in
comune
,
mescolato
al
lungo
,
collettivo
,
unanime
tributo
di
lacrime
e
di
supplizi
,
che
gli
uomini
degni
di
questo
nome
hanno
offerto
,
e
offrono
tuttavia
,
per
assicurare
al
mondo
la
più
lunga
serie
di
secoli
civili
.
Se
una
rivendicazione
gli
ebrei
hanno
da
fare
,
è
questa
sola
:
che
i
loro
morti
di
violenza
e
di
fame
,
i
piccini
che
non
hanno
resistito
al
primo
sorso
di
latte
finalmente
somministrato
,
dopo
mesi
di
inanizione
,
nei
paesi
di
asilo
,
le
donne
rese
a
calci
e
mitragliate
,
i
poppanti
lanciati
in
aria
e
impallinati
come
uccelletti
siano
messi
in
fila
con
tutti
gli
altri
morti
,
con
tutte
le
altre
vittime
di
questa
guerra
.
Soldati
anche
loro
con
gli
altri
soldati
.
Per
uniforme
avevano
il
loro
vestito
di
tutti
i
giorni
,
ma
sbranato
dai
tormenti
,
vano
sui
corpi
scheletriti
.
E
alcuni
,
anche
,
avevano
armi
:
i
bambini
,
che
si
stringevano
sul
petto
le
bambole
di
pezza
e
gli
schioppi
di
latta
,
ritenuti
indegni
di
divertire
i
figlioli
dei
tedeschi
.
Così
hanno
marciato
verso
i
loro
fronti
,
che
erano
i
luoghi
di
pena
e
di
tortura
.
Hanno
fatto
anch
'
essi
i
loro
sbarchi
,
ma
sulle
rive
dell
'
aldilà
.
Caduti
bocconi
,
i
loro
volti
-
-
quelle
facce
che
i
redattori
delle
varie
«
difese
della
razza
»
fotografavano
per
inchiodarle
sulle
copertine
di
immonde
gazzette
-
-
non
hanno
mirato
,
con
gli
occhi
che
nessuna
mano
ha
chiusi
,
il
cielo
alto
e
lontano
.
Questi
soldati
chiedono
soltanto
che
i
loro
carnai
siano
ricordati
tra
i
campi
di
battaglia
di
questa
guerra
.
Chiedono
che
,
se
si
farà
l
'
appello
dei
morti
,
i
loro
nomi
siano
letti
tra
quelli
degli
altri
soldati
,
caduti
per
questa
guerra
.
Senza
un
più
di
gloria
che
,
facendo
un
torto
ai
commilitoni
,
offenderebbe
quella
giustizia
per
cui
sono
morti
,
la
fraternità
della
morte
,
e
parrebbe
un
torto
fatto
a
loro
.
Senza
un
supplemento
di
pietà
-
-
pietà
per
i
poveri
ebrei
-
-
che
umilierebbe
il
loro
sacrificio
.
E
se
un
giorno
,
a
questi
caduti
,
si
vorrà
dare
una
ricompensa
al
valore
,
non
certo
noi
,
gli
ebrei
sopravvissuti
,
la
rifiuteremo
;
ma
non
si
conino
apposite
medaglie
,
non
si
stampino
speciali
diplomi
:
siano
le
medaglie
e
i
diplomi
degli
altri
soldati
.
«
Soldato
Coen
...
Soldato
Levi
...
Soldato
Abramovic
...
Soldato
Chaim
Blumenthal
,
di
anni
cinque
,
caduto
a
Leopoli
,
in
mezzo
alla
sua
famiglia
,
mentre
,
con
le
mani
legate
dietro
la
schiena
,
ancora
difendeva
,
ancora
testimoniava
la
causa
della
libertà
»
.
Queste
motivazioni
noi
,
indegnamente
sopravvissuti
,
le
ascolteremo
sull
'
attenti
,
cercheremo
di
non
tremare
quando
stringeremo
la
mano
che
ci
verrà
tesa
,
la
nostra
voce
si
sforzerà
di
essere
ferma
,
quando
risponderemo
:
«
Grazie
,
signor
Generale
»
.
Poi
rientreremo
nelle
mute
,
interminabili
file
che
schiereranno
i
parenti
degli
altri
caduti
,
le
gramaglie
di
tutto
il
mondo
,
in
quella
solenne
,
religiosa
parata
dell
'
umanità
.
Quel
bisogno
di
soffrire
,
di
cui
parla
il
Croce
,
non
è
se
non
il
bisogno
di
sentirsi
vivi
nella
vita
di
tutti
,
partecipi
della
immancabile
lotta
e
contrasto
,
che
il
lavoro
e
i
compiti
quotidiani
costano
in
questo
mondo
.
Il
quale
,
se
diventasse
un
mondo
di
idillio
,
nel
momento
stesso
diventerebbe
un
mondo
di
morti
che
camminano
,
quand
'
anche
fallacemente
lo
smaltassero
e
imbellettassero
i
colori
della
vita
.
Perciò
gli
ebrei
chiedono
questo
onore
di
soffrire
:
cioè
chiedono
di
non
essere
defraudati
,
neppure
a
titolo
di
risarcimento
o
di
riparazione
dei
danni
,
di
questa
loro
parte
dell
'
umano
retaggio
.
Per
secoli
e
secoli
hanno
custodito
,
ripetuto
,
salmodiato
,
nella
penombra
delle
sinagoghe
,
nelle
veglie
e
nei
digiuni
,
nelle
penitenze
e
nei
sabati
,
nei
ghetti
e
per
le
vie
della
diaspora
,
il
messaggio
dell
'
Antico
Testamento
.
Come
avrebbero
dimenticato
che
l
'
idea
del
pane
,
cioè
quella
delle
sorgenti
stesse
e
del
perpetuarsi
della
vita
,
è
indissolubilmente
legata
all
'
idea
della
pena
,
del
sudore
della
fronte
?
Essi
non
vogliono
il
paradiso
terrestre
per
infrazione
ai
regolamenti
.
Senza
dire
che
,
ai
privilegi
e
benefizi
,
è
troppo
facile
adattarsi
.
Le
agevolezze
di
vita
rendono
superficiali
,
assecondano
le
riparatrici
e
già
troppo
spontanee
labilità
della
memoria
.
I
dolori
di
ieri
si
dimenticano
,
anche
e
proprio
quando
furono
più
luttuosi
e
cocenti
,
e
si
dimentica
quanto
cordoglio
e
quante
angosce
sia
costato
questo
bene
,
che
oggi
pare
largito
appunto
per
aiutarci
a
dimenticare
.
Ci
si
abitua
a
essere
amati
,
a
vivere
con
facilità
;
e
l
'
abitudine
rischia
di
diventare
presto
un
bisogno
,
e
il
bisogno
acquisito
rischia
di
creare
la
presunzione
di
un
diritto
.
Può
,
questa
nostra
,
parere
una
riottosa
,
bizzosa
,
vittimistica
,
incontentabile
paura
di
essere
amati
.
Ed
è
soltanto
paura
di
essere
gratuitamente
amati
,
ingiustamente
amati
,
cioè
male
amati
:
non
più
costretti
a
far
nulla
per
meritarci
questo
amore
.
Ma
domani
,
inevitabilmente
,
dovremo
ricominciare
a
meritarcelo
:
e
allora
?
non
saremo
stati
viziati
?
Non
già
che
gli
ebrei
si
siano
,
in
questi
ultimi
tempi
,
sentiti
vittime
di
troppo
corrive
largizioni
di
vantaggi
,
fantocci
di
un
tiro
a
segno
della
benevolenza
.
Ma
noi
ragioniamo
su
un
sintomo
,
su
una
possibilità
,
della
quale
abbiamo
raccolto
,
o
subodorato
,
qualche
indizio
:
ed
è
questo
,
anche
,
che
scagiona
il
nostro
discorso
da
ogni
taccia
di
ingratitudine
.
Il
quale
discorso
,
l
'
abbiamo
detto
,
vuole
parlare
a
nuora
perché
suocera
intenda
.
Che
disagio
,
per
esempio
,
abbiamo
provato
quando
qualcuno
,
ridendo
ma
senza
cattive
intenzioni
,
e
solo
per
il
gusto
di
un
documento
psicologico
,
ci
ha
riferito
la
storiella
di
quei
tali
che
,
sbucati
dai
loro
nascondigli
all
'
arrivo
degli
eserciti
liberatori
,
hanno
subito
,
ai
primi
saluti
,
declinato
la
propria
qualità
di
ebrei
,
come
un
titolo
a
particolari
riconoscimenti
,
facilitazioni
,
indennizzi
.
E
magari
era
la
stessa
gente
che
,
sotto
il
diluvio
,
si
era
inventata
i
più
incongrui
ombrelli
e
più
diligentemente
si
era
industriata
per
cancellare
ogni
sospetto
di
«
appartenenza
alla
razza
»
.
Una
sera
,
nei
tempi
più
neri
del
diluvio
,
Bernardo
Berenson
si
poneva
l
'
eterno
problema
:
perché
gli
ebrei
rimangono
ebrei
,
malgrado
il
ciclico
ritorno
delle
persecuzioni
?
E
si
rispondeva
con
un
suo
ricordo
siciliano
.
Trovandosi
in
altri
tempi
a
visitare
le
pendici
dell
'
Etna
ne
ammirava
la
feracità
da
Terra
Promessa
.
Qualcuno
però
gli
disse
che
periodicamente
la
lava
scende
a
incenerire
quei
campi
.
«
E
perché
allora
li
coltivate
?
»
domandò
ai
contadini
.
«
Perché
quando
i
tempi
tornano
buoni
,
voscenza
,
così
buoni
sono
,
che
ci
ripagano
di
qualunque
malanno
»
.
Questo
,
commentava
l
'
eminente
scrittore
,
spiega
per
analogia
la
tenacia
degli
ebrei
nel
sopravvivere
.
In
quella
sera
di
afflizione
,
l
'
aneddoto
raggiungeva
lo
scopo
desiderato
:
che
era
anche
di
confortarci
,
di
farci
credere
nel
ritorno
di
tempi
migliori
,
di
rinnestarci
nella
vita
,
assimilandoci
se
non
altro
a
quegli
aratori
del
vulcano
.
Ma
Berenson
non
si
dorrà
se
ora
,
al
ritrarsi
della
lava
,
la
sua
storia
ci
piace
un
po
'
meno
.
Vorremmo
dire
che
gli
ebrei
,
non
è
che
si
inarchino
sotto
le
sciagure
degli
anni
delle
vacche
magre
,
per
aspettare
che
rivenga
il
settennio
delle
vacche
grasse
.
Sono
uomini
,
certo
,
e
amano
anche
loro
la
sicurezza
,
il
benessere
,
magari
la
felicità
.
Le
vacche
magre
non
piacciono
neanche
a
loro
.
Ma
non
è
vero
,
non
deve
essere
vero
che
poi
,
in
compenso
,
pretendano
le
vacche
troppo
grasse
.
Se
non
altro
,
per
dignità
,
per
un
equo
senso
della
vita
,
per
un
loro
umano
amor
fati
,
amore
del
rischio
e
del
destino
.
Né
troppo
magre
,
né
troppo
grasse
.
Una
cosa
giusta
.
Settembre
,
1944
.