StampaQuotidiana ,
Caro
presidente
Berlusconi
,
nella
sua
encomiabile
battaglia
per
lo
Stato
di
diritto
,
alimentata
ieri
alla
Camera
da
un
nuovo
importante
discorso
sulle
riforme
costituzionali
e
sul
sacrosanto
obiettivo
della
separazione
delle
carriere
,
c
'
è
un
punto
dolente
o
punto
morto
.
Lei
non
indirizza
le
sue
energie
,
con
sufficiente
spinta
politica
e
morale
,
verso
quelle
vittime
dello
spirito
forcaiolo
che
non
appartengano
alla
sua
cerchia
di
conoscenti
,
collaboratori
e
amici
.
Il
suo
governo
ha
onorato
questo
paese
,
nel
luglio
del
'94
,
di
un
decreto
governativo
sulla
custodia
cautelare
in
carcere
,
quello
firmato
da
lei
e
dal
ministro
Alfredo
Biondi
(
c
'
erano
anche
le
firme
di
Roberto
Maroni
e
di
Oscar
Luigi
Scalfaro
)
.
Quella
legge
,
travolta
dal
putschismo
strisciante
del
partito
dei
procuratori
e
dalla
viltà
della
classe
dirigente
,
portò
alla
messa
in
libertà
di
duemila
persone
,
solo
in
minima
parte
(
una
trentina
)
indagate
per
reati
di
corruzione
;
e
,
quando
decadde
,
si
ebbe
il
ritorno
in
carcere
soltanto
per
una
cinquantina
di
persone
,
giudicate
a
rischio
se
a
piede
libero
.
Ma
quei
millenovecentocinquanta
cittadini
tolti
di
forza
a
una
concezione
arbitraria
e
anche
barbarica
della
carcerazione
preventiva
,
con
un
gesto
che
resterà
segnacolo
memorabile
di
coraggio
civile
da
parte
sua
e
del
suo
governo
,
non
sono
abbastanza
perché
si
possa
dire
che
il
compito
di
un
vero
movimento
liberale
si
è
esaurito
.
C
'
è
molto
altro
da
fare
.
Da
anni
infatti
,
caro
presidente
,
lei
suscita
energie
nel
campo
garantista
e
sostiene
battaglie
giuste
,
ma
il
suo
movimento
e
i
suoi
gruppi
parlamentari
dedicano
un
'
attenzione
troppo
spesso
sbadata
alla
questione
della
giustizia
italiana
(
ammalata
)
intesa
come
grande
questione
nazionale
ed
europea
,
e
trattata
nel
più
scrupoloso
rispetto
del
valore
universale
,
erga
omnes
,
delle
battaglie
civili
degne
di
questo
nome
.
Le
proponiamo
di
dedicare
parte
del
suo
tempo
,
nelle
settimane
a
venire
,
alla
visita
di
detenuti
infermi
(
come
il
dottor
Carlo
Maria
Maggi
,
che
giace
ammalato
in
carcere
nel
quadro
di
un
'
inchiesta
non
priva
di
opacità
sulle
bombe
di
piazza
Fontana
)
.
Le
chiediamo
di
considerare
i
grandi
casi
della
giustizia
politica
che
sono
sotto
il
vaglio
drammatico
delle
nostre
corti
e
del
Parlamento
(
dal
caso
della
revisione
processuale
per
Sofri
,
Bompressi
e
Pietrostefani
a
quello
della
legge
sull
'
indulto
per
chiudere
la
stagione
degli
anni
di
piombo
)
.
Ma
più
in
generale
le
segnaliamo
che
le
galere
italiane
continuano
ad
affollarsi
di
poveri
,
di
extracomunitari
e
di
tossicodipendenti
senza
un
vero
criterio
di
tutela
della
sicurezza
della
comunità
e
spesso
nel
più
caotico
(
e
criminogeno
)
diniego
ai
singoli
di
una
vera
giustizia
,
in
tempi
certi
.
Si
doti
,
caro
presidente
,
di
strumenti
efficaci
e
di
buone
idee
di
riforma
anche
in
questo
settore
cruciale
dell
'
amministrazione
della
giustizia
penale
.
Non
si
vive
di
soli
Andreotti
,
di
soli
Dell
'
Utri
e
di
soli
Previti
(
e
glielo
dice
un
giornale
che
in
materia
non
si
risparmia
)
:
l
'
iniziativa
per
lo
Stato
di
diritto
deve
avere
i
caratteri
di
una
battaglia
che
vale
per
correggere
tutte
le
sue
storture
.
E
per
tutti
.
Tokyo
,
lo
scandalo
aiuta
la
politica