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Sensibile desiderio dei frati ( Fortebraccio , 1979 )
StampaQuotidiana ,
I religiosi dell ' Ordine dei trappisti , che osservano , se non siamo male informati , una strettissima clausura , consumano una frugalissima cena alle sei del pomeriggio ( ore 18 ) , poi si recano in muta processione alla cappella del convento dove recitano in coro le preghiere della sera , dopo di che si ritirano nelle loro celle e , spenta ogni luce , taciuta ogni voce , cessato ogni gesto , quei santi uomini cadono in un profondo sonno , dal quale saranno svegliati alle tre per le preghiere della notte volute dalla regola . È a quest ' ora che la Curia generalizia dei trappisti vorrebbe che fossero trasmesse le " Tribune politiche " televisive e la commissione parlamentare di vigilanza , che ne esercita , come tutti desolatamente sanno , la suprema regia , pare propensa ad accogliere la richiesta , ma , desiderando saggiamente procedere per gradi , ha iniziato l ' altro ieri una prima felicissima prova . La " Tribuna " di mercoledì sera ( guidata da Giorgio Cingoli , che impersonava il simbolo delle zone depresse , interroganti i colleghi Walser della " Tages Anzeiger " e Granchi del " Geniale " , partecipanti i delegati di sei partiti : radicale , demoproletario , sud - tiroler V.P. , MSI , indipendenti di sinistra e socialista ) è cominciata con mezz ' ora di ritardo dopo non uno ma due spettacoli cinematografici ( per la verità il secondo , una sorta di antologia dedicata ai film di Francesco Rosi , è stato interessantissimo ) e si è svolta sotto il segno della stanchezza e dello scoramento . Domande fiacche e vaghe , risposte elusive e generiche da parte di tutti , se si fa eccezione per l ' indipendente di sinistra on. Spinelli , che ha concretamente affrontato il tema del giorno : quello della data delle elezioni . Spinelli ha detto con chiarezza che celebrare lo stesso giorno le due prove elettorali , quella nazionale e quella europea , sarebbe un errore . Sono state , queste sue , le sole parole dirette , comprensibili e chiare di tutta la serata . Tutti gli altri hanno vagato come i nautili dell ' abate Zanella , compreso il socialista Signorile , il quale era talmente sfinito che , avendo Cingoli fatto segno di concludere , ha interrotto di botto il suo dire e non ha neanche finito la parola che stava pronunciando : " Noi socialisti pen ... " e lì si è fermato . Forse voleva dire " pensiamo " ma francamente stentiamo a crederlo . Pare che prima o poi la " Tribuna " avrà unsolo ascoltatore : un tale di Enna che da quattro anni , per quante cure ubbia seguito , non riesce più a dormire . I medici si sono mostrati concordi nel consigliargli quest ' ultimo tentativo .
Saluto alle 'tribune' della crisi ( Fortebraccio , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Questa nota è , in un certo senso , obbligata , perché avendo dedicato il corsivo di ieri alla " Tribuna " televisiva di mercoledì , non crediamo di poter passare sotto silenzio quella dell ' altro ieri sera che ne ha rappresentato , per così dire , la conclusione . La quale è stata diretta da Luca Di Schiena , interroganti i giornalisti Navarro Valls dell ' ABC di Madrid e Vittorio Bruno del Secolo XIX e partecipanti i delegati dei partiti liberale , repubblicano , socialdemocratico , demonazionale , comunista e democristiano . Ci dispiace di non ricordare il nome del regista di queste " Tribune " , ma siamo sicuri che è bravo ed è un burlone perché ha avuto l ' idea , questa volta , di aprire i primi piani dei politici intervenuti mostrandoci la faccia dell ' on. Malagodi , come al solito , anzi più del solito , ilare , giulivo , cordiale . Per un difetto dell ' audio , evidentemente , non si è sentita in quel momento la sua voce , ma tutti hanno visto che gridava : " Allegria , allegria " . L ' esistenza del presidente onorario del PLI serve a dimostrarci , non fosse altro , che anche i funerali sono una cosa gioconda . Tra tutti gli intervenuti , quegli che più ci è piaciuto è stato il rappresentante del PSDI , che , se non abbiamo capito male , si chiama Puletti . Non è deputato , non è senatore ( a quanto ci risulta ) e non ha un nome proprio perché non gli occorre . Di Puletti deve esserci soltanto lui : quando Dio lo ha visto nato deve essersi detto : " Di questi non ne faccio più " e ha rotto lo stampo . Ricercato dagli antropologi , che sono i più temuti concorrenti dei filatelici , Puletti è il Paganini del PSDI : parla con la testa inclinata a sinistra come se appoggiasse la guancia a un violino ed è l ' ultimo italiano che porta il gilè , Nessuno ha capito ciò che Puletti abbia detto , ma non importa : l ' uso della parola gli è stato concesso perché , avendo deciso di metterlo al mondo , t aut t o valeva costruirlo completo , allora Puletti , temerario , ne approfitta . Con quella dell ' altro ieri sera sono finite - come ha annunciato il collega Di Schiena - le " Tribune " dedicate alla crisi . Non si sa quando ricominceranno , ma se in avvenire la Commissione parlamentare di vigilanza le mettesse in programma per le quattro del pomeriggio , avremmo qualche speranza che verso le 21 accennino a cominciare . Se no , ci avvertano lealmente : seguiteremo a fare i nottambuli , tanto più che le occhiaie ci donano .
L'inarrestabile ascesa di Nicolazzi ( Fortebraccio , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Quando ( sono ormai passati molti anni ) la direttrice constatò che nella biblioteca della scuola di Gattico , un operoso centro del Novarese , mancava un libro giudicato importante non per il suo valore venale ma per i suoi pregi culturali , tale , insomma , da far gola a chi volesse compiere grandi passi sulla strada della ricerca e del sapere , gli scolari vennero inquisiti a uno a uno per accertare chi tra essi si fosse reso colpevole della indebita appropriazione , ma il solo Franco Nicolazzi fu escluso da ogni interrogatorio o perquisizione , essendo radicata in tutti la convinzione che un libro , nella esistenza di quest ' uomo minerale , non avrebbe mai suscitato interesse alcuno . Eppure il cammino del socialdemocratico on. Nicolazzi , la cui ignoranza è fermamente rimasta superiore ad ogni cultura , doveva conoscere prestigiosi traguardi , fino all ' ultimo , di ieri , rappresentato dal ministero dell ' Industria . Non pensate però che Nicolazzi , nel frattempo , non abbia lavorato . Divenutone giovanissimo campione in quel di Gattico , insegnò boccette presso varie accademie di biliardo del Novarese , finché , mandato a Roma dai suoi compaesani al grido : " Liberiamoci di Nicolazzi " , prese a frequentare il PSDI , l ' ultimo partito in Italia dove fa ancora impressione l ' arrivo di un telegramma . Chiamato ben presto in direzione , unicamente per non farlo aspettare in anticamera , Nicolazzi ebbe l ' incarico di aprire i dispacci e di passarli poi all ' on. Cariglia , che ne doveva dare lettura , ciò che quest ' ultimo faceva non senza qualche esitazione , premuto dall ' on. Averardi il quale , avendo già persuaso tutti che non sa scrivere , è sempre più ansioso di dimostrare , per doverosa coerenza , che non sa neanche leggere . Invano i suoi colleghi gli assicurano che nessuno ritiene necessaria questa prova e che tutti gli credono sulla parola . Adesso l ' on. Nicolazzi è ministro dell ' Industria e già se ne sono visti gli effetti . Molte compagnie turistiche hanno già organizzato viaggi in pullman bisettimanali per far vedere Nicolazzi che fa il governante e intanto l ' industria italiana si è rivelata la più forte del mondo non avendo subito la benché minima scossa alla notizia della nuova nomina . Il neo ministro ha già disposto l ' installazione di un biliardo nella sala delle riunioni e ha già avvertito i suoi collaboratori che le partite verranno spesso interrotte da pause di riposo , intendendo egli rimanere fedele alla regola della stia vita , che si può riassumere in queste poche , rassicuranti parole : Nicolazzi - non si strapazzi .
Le sospensioni canoniche ( Fortebraccio , 1982 )
StampaQuotidiana ,
Mentre i sacerdoti che stanno dichiaratamente con i comunisti e notoriamente votano Pc vengono il più delle volte sospesi " a divinis " , vale a dire che è loro proibito celebrare gli uffici del culto e la Messa , l ' arcivescovo Marcinkus ( ne dava ampio conto ieri anche questo nostro giornale , che ha pubblicato , in più , una gustosissima vignetta di Chiappori ) per avere , a dir poco , trafficato con i miliardi , lui prete che dovrebbe ( ma non è sicuro ) avere letto i Vangeli , è stato finalmente sospeso " a viaggibus " . Veramente in latino i viaggi all ' estero si chiamano " peregrinationes " ma noi preferiamo dirlo così , alla macheronica , anche per aiutare quelli del PSDI a capire senza fatica . Andiamo piano prima di gioire per il provvedimento preso nei confronti del prelato americano presidente dello IOR ( Istituto opere di religione , cioè , fuori di ogni ipocrisia , Banca del Vaticano ) perché prima egli si recava spesso all ' estero e ora invece starà sempre qui a combinare i suoi supposti pasticci finanziari . È vero che con la scusa di andare a organizzare i viaggi del Papa avrebbe potuto ( se hanno un fondamento i sospetti da lui suscitati ) trasferire facilmente capitali oltre frontiera . Certo è che una volta ci è capitato di vedere l ' arcivescovo Marcinkus alla stazione . Aveva con sé una valigia che ci è sembrata a doppio fondo , munita di rotelle . Prima di prendere posto nel suo scompartimento si è fermato un attimo per prenotare la colazione , i signori si possono accomodare . Allora non essendo stato ancora colpito da sanzioni canoniche non era certamente sospeso " a ristorantibus " . Adesso dovrebbe accontentarsi di un cestino , ma il Codice Canonico , che papa Wojtyla conosce con qualche approssimazione , non prevede la sospensione " a Coca - Colibus " , specialmente , com ' è giusto , per il clero americano . Pare che al Pontefice sia molto dispiaciuto di dover lasciare a casa questo suo prezioso ( è il caso di dirlo ) organizzatore di viaggi . Ma la conferenza episcopale spagnola è stata irremovibile e tutti i vescovi iberici , dopo essersi assicurati che nessuno gli aveva ancora " scippato " il portafoglio , si sono opposti all ' ingresso di Marcinkus nel loro Paese . Hanno avuto partita vinta , infine , sebbene la piccola ma vivace battaglia abbia contato qualche vittima : il vescovo che era venuto a Roma per prendere gli ultimi accordi sul viaggio papale e il cardinale di Barcellona che avrebbe voluto che Sua Santità dormisse nella capitale catalana , e non a Madrid . Problemi grossi . Invece Giovanni Paolo ripartirà immediatamente da Barcellona senza neanche un piccolo riposino . Si è auto sospeso " a pisolinibus " .
Per il bene dello Zeffirelli ( Fortebraccio , 1979 )
StampaQuotidiana ,
" Caro Fortebraccio , la Tv italiana ( rete 2 ) ha trasmesso la sera dell'8 gennaio scorso , in diretta da Vienna , la Carmen di Bizet . Nell ' intervallo il regista Franco Zeffirelli ha rilasciato una dichiarazione sulla vitalità dell ' opera lirica ai nostri giorni , che suonava pressappoco così : nell ' Europa occidentale la lirica non è molto seguita , mentre nei Paesi socialisti essa è tenuta in grande considerazione ed ha un vasto pubblico di affezionati . ' La circostanza forse si spiega col fatto che i regimi dell ' Est impediscono ai cittadini di parlare ma li lasciano cantare ' . Non ti sembra che Zeffirelli , elaborando ed esprimendo un pensiero così elevato e originale , abbia manifestato in maniera sublime la profondità della sua cultura e una sensibilità originale , soprattutto come ' uomo di teatro ' ? Tuo Valentino Bucci - Ancona " . Caro compagno Bucci , la domanda che io mi faccio , dopo aver letta la dichiarazione del signor Zeffirelli , è diversa dalla tua , e riguarda l ' impudenza , addirittura svergognata , di questo ganimede baciapile , regista da cioccolatini . Nessuno nega e può negare che la repressione del " dissenso dell ' Est " sia da condannare , e nessuno può , né deve , proibire anche a uno Zeffirelli di proclamarsene avverso . Ma è chiaro che egli parla da italiano , in funzione anticomunista italiana e , idealmente , si pronuncia da Roma , dove credo che viva . Orbene : proprio a Roma sono state ben sedici , finora , le vittime del terrorismo e in tutta Italia si lamentano morti ammazzati , rapimenti , rapine , ferimenti , agguati . La scuola è in sfacelo , gli ospedali non funzionano , i disoccupati raggiungono í due milioni e a Napoli muoiono decine di bambini , uccisi , prima ancora che dalla malattia , dalla miseria , dalla sporcizia e dall ' abbandono . Si sta ancora celebrando il processo per una strage terroristica avvenuta dieci anni fa , gli imputati fuggono e i responsabili veri sono sempre da trovare , mentre sappiamo tutti benissimo dove bisognerebbe andarli a prendere . Il signor Zeffirelli è uno dei maggiori corifei , tra i meglio pagati naturalmente ( perché su questo punto i classici del " dissenso " non mollano mai ) , di quella ganga di lor signori alla quale risale , diretta o indiretta , la responsabilità dello sfascio di questo Paese , che ha il triste primato del terrorismo , della violenza , dello sfruttamento , dell ' iniquità . E questo miserevole calligrafo , dall ' abisso che egli stesso ha aiutato a cavare , osa alzare la voce ( unicamente per colpire noi , comunisti italiani ) contro Paesi dai quali , del resto , la classe alla quale lo Zeffirelli degnamente appartiene avrebbe infinite cose da imparare : ordine , giustizia , operosità , possibilità , aperte a tutti , di elevazione morale e sociale . Il signor Zeffirelli è uno spudorato , caro compagno ; e io gli auguro , per il suo bene , che sia incapace di vergognarsi quanto meriterebbe la sua bassezza .
Ha scelto proprio il momento giusto ( Fortebraccio , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Ieri , sul suo " Geniale " , il nostro amico - avversario senza remissione Indro Montanelli ha , come si usa dire a Milano , " dato fuori " contro i comunisti . Gliene ha dato occasione la manifestazione svoltasi nel Duomo ambrosiano e nella piazza antistante per le esequie del giudice Alessandrini , una manifestazione che - ha scritto a guisa di premessa l ' incauto Montanelli - " ci ha commosso per la sua compostezza e solennità . La folla che vi era convenuta , vi era convenuta per qualcosa di profondamente sentito ; la sua partecipazione era autentica , autentici lo sdegno e la condanna che la ispiravano " . Ma subito dopo , con una svolta tipica dei nevrotici , il direttore del " Geniale " si fa travolgere da un furore insolito persino in lui , che ai furori anticomunisti si abbandona molto spesso , perché ha notato sul sagrato del Duomo " un maneggiare di bandiere e di striscioni rossi " , ciò che gli conferisce la certezza ( rabbiosissima ) che noi comunisti abbiamo voluto far passare il compianto giudice per uno dei nostri , consumando anche in questa occasione una " delle usurpazioni e delle confische " in cui siamo maestri . ( Usurpazione e confisca della Resistenza , della democrazia e persino dell ' antistalinismo . Montanelli non aggiunge , giustamente , la confisca delle sciocchezze , perché quella , come si vede , l ' abbiamo lasciata interamente a lui ) . Eppure il direttore del " Geniale " , come abbiamo riferito sopra , avevo cominciato col constatare che la cerimonia lo aveva addirittura commosso perla sua compostezza e per la sua spontaneità , entrambe autentiche . Che cosa significa questo ? Significa che ogni e qualsivoglia tentativo di strumentalizzazione , da parte nostra , può essere escluso che i comunisti , intervenendo alla manifestazione con bandiere e striscioni , hanno voluto , per così dire , doppiamente parteciparvi : e come singole persone e come membri delle loro organizzazioni , rappresentate appunto dai relativi simboli . Chi ha impedito agli altri , non comunisti , di fare altrettanto dal canto loro ? I colpa dei comunisti se Montanelli non ha notato l ' altro ieri in piazza del Duomo anche bandiere e striscioni bianchi , verdi , gialli , e garofani ed edere e rose ? Il direttore del " Geniale " conclude la sua scenata con un durissimo : " basta " . Ma basta che cosa , bello mio ? Basta ai comunisti che si presentano con le loro facce , le loro bandiere e la loro democrazia di gente pulita , tutte cose che non gli invidierete mai abbastanza ? Caro Montanelli , lei non è soltanto un matto , com ' è chiaro , è anche un tempista , perché se c ' era un momento per dirci " basta " è proprio quello che lei ha scelto . Si figuri , direttore amatissimo , che , democraticamente s ' intende , abbiamo cominciato a comparire sempre più spesso , proprio adesso , con bandiere grandi come piazza della Repubblica e con striscioni lunghi come corso Cicchitto , già Lenin .