StampaPeriodica ,
Ed
ecco
finalmente
un
poeta
che
agita
nella
sua
mente
i
problemi
più
importanti
del
suo
tempo
,
anzi
il
più
grande
di
tutti
,
e
coopera
magnificamente
alla
sua
risoluzione
.
Così
al
coro
di
ammirazione
che
suscitano
in
ogni
parte
d
'
Italia
le
strofe
di
G
.
Pascoli
bisogna
che
si
unisca
quello
della
gratitudine
per
l
'
opera
buona
che
egli
ha
compiuto
.
E
la
bontà
non
val
certamente
meno
dell
'
impegno
:
io
oserei
dire
che
vale
anche
di
più
.
Dal
risolvere
con
amore
il
problema
dell
'
educazione
dipenderà
senza
dubbio
gran
parte
della
nostra
felicità
avvenire
,
tutta
quasi
vorrei
dire
,
e
tutta
la
nostra
floridezza
e
tutta
quella
gloria
,
alla
quale
oscuramente
aspiriamo
in
nome
di
una
grande
tradizione
.
Sì
,
è
necessario
che
la
«
novella
generazione
italica
»
sia
migliore
di
noi
;
è
necessario
che
essa
abbia
più
fede
di
noi
,
è
necessario
da
lei
attendere
«
piuttosto
che
l
'
incremento
,
la
risurrezione
della
nostra
idealità
»
.
E
l
'
uomo
che
ha
rivolto
il
suo
cuore
a
questa
nobile
meta
è
degno
davvero
di
essere
ascoltato
con
animo
commosso
dai
giovani
,
è
degno
che
a
lui
guardino
con
occhi
di
riconoscenza
tutti
coloro
(
ed
ancora
sono
pochi
in
Italia
)
che
nelle
questioni
dell
'
educazione
sentono
palpitare
tutto
il
loro
cuore
.
È
un
fatto
che
a
questo
fine
altissimo
di
risorgimento
morale
i
compilatori
di
libri
per
i
ragazzi
pensano
poco
,
e
non
vi
pensano
affatto
,
salvo
qualche
nobile
eccezione
,
i
compilatori
delle
Antologie
italiane
,
di
quei
libri
cioè
che
restano
profondamente
impressi
nell
'
animo
nostro
,
come
tutto
ciò
che
appartiene
alla
nostra
prima
esistenza
.
Pare
che
coloro
i
quali
si
accingono
a
questo
lavoro
ignorino
completamente
quale
importanza
abbiano
i
primi
semi
che
si
gettano
nelle
anime
ancora
schiuse
,
schiuse
e
forse
allora
solamente
,
alla
contemplazione
ed
all
'
ammirazione
sincera
.
E
quest
'
ammirazione
sincera
non
può
nascere
se
non
dall
'
affinità
che
ha
il
mondo
interiore
del
fanciullo
con
quello
che
l
'
arte
ha
rappresentato
;
e
non
è
vero
che
a
quella
prima
età
ci
si
interessi
più
alla
rappresentazione
degli
affetti
e
dei
sentimenti
di
una
civiltà
complessa
e
raffinata
come
è
la
nostra
,
anzi
che
a
quella
più
primitiva
e
più
infantile
di
un
passato
lontano
.
Coloro
che
credettero
una
volta
di
dover
sbandire
dalla
prima
scuola
tutto
ciò
che
era
l
'
eco
di
una
società
defunta
non
osservarono
se
non
certi
legami
apparenti
,
ma
parvero
non
vedere
alcuni
vincoli
più
saldi
che
legano
l
'
animo
nostro
e
che
si
stendono
lontani
e
tenaci
nelle
misteriose
oscurità
del
tempo
.
E
se
l
'
uomo
avveduto
,
se
l
'
uomo
sapiente
,
cioè
il
poeta
(
poiché
è
appunto
un
poeta
che
si
è
assunto
il
compito
di
guidare
nella
vita
e
nell
'
arte
quelli
che
saranno
uomini
quando
egli
sarà
pressoché
al
termine
del
suo
viaggio
)
ha
trovato
il
modo
di
far
palpitare
,
ricordando
le
più
ideali
espressioni
di
una
vita
più
semplice
e
più
schietta
della
nostra
,
l
'
anima
giovanile
,
egli
ha
forse
tanto
meritato
della
sua
fatica
,
quanto
con
l
'
arte
sua
stessa
.
Così
una
gran
parte
del
volume
mette
il
fanciullo
nel
bel
mezzo
del
mondo
eroico
...
Ma
ascoltiamo
il
Mentore
:
«
Oh
!
il
mio
fanciullo
quanto
è
lontano
!
È
sulle
rive
dell
'
Ellesponto
,
è
nel
campo
degli
Achei
,
è
nel
mondo
di
Omero
.
Eppure
più
s
'
allontana
da
ciò
che
gli
è
intorno
,
più
s
'
avvicina
a
ciò
che
egli
è
dentro
.
È
uscito
dal
suo
ambiente
,
e
ha
trovato
la
sua
anima
.
Quegli
eroi
antichi
di
tre
millenni
sono
più
somiglianti
al
suo
essere
intimo
,
che
non
i
personaggi
de
'
racconti
d
'
oggidì
,
specialmente
de
'
racconti
per
bambini
.
Oh
!
il
gran
libro
per
i
bambini
che
è
l
'
Iliade
!
Il
mio
fanciullo
ne
è
preso
:
egli
vede
se
stesso
in
Achille
,
che
è
pur
così
grande
e
che
,
quando
,
nell
'
impeto
del
dolore
,
si
rotola
per
terra
,
copre
tanto
spazio
.
Fanciullo
mio
,
non
è
vero
che
t
'
assomiglia
?
Tu
non
ti
vendichi
,
è
vero
,
così
terribilmente
;
anzi
,
perché
ascolti
alcuni
divini
precetti
,
non
ti
vendichi
affatto
.
Ma
quando
sei
adirato
,
che
cosa
non
ti
proponi
di
fare
!
E
anche
tu
,
quando
non
ti
puoi
sfogare
,
piangi
;
e
piangi
in
disparte
anche
tu
.
E
dici
:
mamma
!
mamma
!
anche
se
ella
è
lontana
,
anche
se
ella
è
lontanissima
,
morta
;
e
la
chiami
per
ogni
tuo
cruccio
e
per
ogni
tuo
dolore
con
un
gran
ripetìo
,
con
un
singultìo
continuato
,
torcendoti
le
mani
dalla
disperazione
.
Oppure
le
mani
le
tendi
;
le
tendi
,
se
non
al
mare
,
al
cielo
infinito
.
E
viene
allora
?
Ti
dice
ella
,
Mia
creatura
,
che
piangi
?
e
qual
passione
t
'
accora
?
Dimmelo
,
non
lo
nascondere
:
in
due
lo
vogliamo
sapere
!
ti
dice
ella
così
?
Presso
a
poco
,
ella
ti
dice
così
e
ti
stringe
la
tuta
fra
le
sue
due
mani
.
E
non
sei
tu
che
fai
le
bizze
ora
?
Ti
sei
impuntato
a
castigare
i
compagni
privandoli
della
tua
compagnia
ne
'
loro
giochi
;
e
castighi
te
stesso
.
Ti
rodi
di
non
essere
con
loro
e
non
vuoi
volere
.
Eccolo
il
giovinetto
imbronciato
,
che
sta
in
un
cantuccio
:
né
all
'
adunata
egli
più
si
recava
,
ch
'
esalta
i
guerrieri
,
né
alla
guerra
egli
più
:
ma
bensì
macerava
il
suo
cuore
standosi
lì
,
e
anelava
tra
sé
l
'
ululato
di
guerra
.
Non
la
guerra
,
non
l
'
ululato
di
guerra
,
veramente
;
ma
giù
di
lì
:
può
anzi
essere
a
dirittura
la
guerra
con
eroi
dall
'
elmo
di
cartone
e
dalla
spada
di
legno
,
ma
può
anche
essere
caponiscondere
e
mosca
cieca
.
Ma
facendo
questa
riduzione
,
non
più
dal
grande
al
piccolo
,
ma
,
per
così
dire
,
dal
selvatico
al
domestico
,
sii
Achille
,
o
giovinetto
buono
,
sii
Achille
,
quando
si
tratta
del
tuo
dovere
!
E
fissati
ora
nell
'
anima
e
presentati
poi
nel
pensiero
,
ogni
volta
che
il
dovere
da
adempiere
sia
con
dolore
e
con
pericolo
,
presentati
nel
pensiero
il
fulvo
eroe
sul
carro
da
guerra
:
e
il
cavallo
gli
parla
con
la
testa
china
e
con
la
criniera
spiovente
e
tersa
e
gli
dice
:
Andremo
e
morrai
!
ed
esso
risponde
:
E
morrò
:
Disse
e
d
'
un
urlo
tra
i
primi
egli
spinse
al
galoppo
i
cavalli
.
Prepara
il
cuore
alle
traversie
:
verranno
.
Ricordati
che
si
può
e
si
deve
essere
eroi
anche
senza
lanciarsi
,
l
'
un
contro
l
'
altro
,
le
lancie
guarnite
di
bronzo
.
Ricordati
che
il
sommo
dell
'
eroismo
non
è
nel
riluttare
,
ma
nel
rassegnarsi
(
Achille
si
rassegna
alla
morte
)
,
nel
soffrire
anche
più
che
nel
fare
»
(
G
.
PASCOLI
,
Nota
per
gli
alunni
,
in
Sul
limitare
,
cit
.
,
pp
.
XI
-
XII
)
.
Ed
a
traverso
il
mondo
eroico
il
fanciullo
è
trasportato
in
mezzo
al
mondo
romano
,
e
ne
apprende
qualche
gloria
fulgida
dalla
parola
colorita
di
Livio
,
qualche
ignominia
dagli
accenti
rotti
e
fieri
di
Tacito
,
finché
giunge
all
'
età
media
,
a
quel
tempo
in
cui
gli
uomini
parvero
ritornati
«
a
quella
selvatica
e
semplice
infanzia
in
che
erano
al
tempo
di
Achille
e
del
suo
poeta
»
(Ibid.,
p
.
XIII
)
.
Ed
anche
qui
altri
eroi
,
altri
racconti
meravigliosi
;
ed
egli
accoglie
pensoso
nell
'
anima
i
fatti
di
cui
si
gloriano
le
nuove
nazioni
nate
dal
disfacimento
del
più
grande
impero
del
mondo
,
e
si
domanda
forse
perché
anche
l
'
Italia
non
ha
nella
sua
parte
l
'
eco
di
quella
società
nuova
che
si
veniva
formando
lentamente
dal
dissolvimento
di
un
'
antica
.
Chi
sa
?
Forse
per
noi
la
fine
dell
'
Impero
«
non
fu
un
tramonto
o
fu
un
tramonto
polare
,
cui
non
seguì
la
notte
,
ma
l
'
alba
,
quasi
senza
intervallo
.
Non
ci
fu
penombra
e
il
nostro
popolo
non
ebbe
tempo
di
sognare
»
(Ibid.,
p
.
XIV
)
.
E
questa
ragione
merita
un
attento
esame
.
E
poi
agli
occhi
del
piccolo
lettore
s
'
apre
il
mondo
delle
meraviglie
,
è
Ulisse
,
sono
semplici
racconti
e
leggende
popolari
,
è
qualche
favola
,
qualche
parabola
,
qualche
allegoria
;
racconto
e
ragionamento
nel
tempo
stesso
,
per
adombrare
qualche
altra
verità
,
alle
volte
con
voce
divina
.
E
finalmente
si
trova
in
un
tribunale
nell
'
Elica
,
ed
ivi
apprende
come
si
debba
piuttosto
morire
che
mancare
al
suo
dovere
.
«
Le
parole
di
Socrate
nel
vestibolo
e
sul
limitare
della
morte
sono
tali
che
nessuno
venuto
al
mondo
deve
uscirne
senza
averle
imparate
»
(Ibid.,
p
.
XVIII
)
.
E
da
ultimo
quando
il
giovinetto
è
passato
attraverso
ad
un
'
altra
parte
del
libro
di
pensieri
e
di
affetti
è
maturo
per
imparare
a
conoscere
i
due
più
grandi
spiriti
di
nostra
gente
:
Virgilio
e
Dante
.
Con
tali
intendimenti
è
fatto
questo
magnifico
libro
,
che
io
chiamerei
volentieri
un
'
opera
di
fede
;
libro
fatto
non
per
insegnare
come
s
'
abbiano
a
dire
le
cose
(
questa
preoccupazione
è
stata
sempre
,
io
credo
,
una
delle
principali
ragioni
della
nostra
debolezza
morale
)
ma
le
cose
che
si
possono
poi
dire
agli
altri
ed
anche
non
dire
:
libro
che
ha
la
divina
virtù
di
svegliare
in
noi
,
anche
diventati
grandi
,
il
fanciullo
che
in
noi
dorme
;
quel
fanciullo
che
sa
qualche
volta
additarci
con
la
sua
voce
semplice
e
buona
e
istintivamente
una
mèta
nobile
ed
alta
ed
a
volte
anche
gloriosa
.
E
lode
sia
a
G
.
Pascoli
di
questo
suo
grande
benefizio
;
sia
lode
a
lui
che
tante
volte
ascolta
con
orecchio
attento
e
ripete
con
voce
commossa
la
voce
del
fanciullo
che
così
spesso
in
lui
si
risveglia
.